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INDUSTRIA BUSTOCCA Nonostante gli anni di crisi, si è ripresa e pensa in grande SVILUPPO Lavoro e crescita I pilastri della città di Gigi Farioli Ci siamo lasciati solo sette giorni fa parlando dell’urbanisti- ca, partendo dall’urbs, cioè l’insie- me di territorio destinato ad ospi- tare, far vivere, far nascere, ma so- prattutto dare ipotesi di felicità a cittadine e cittadini, istituzioni, associazioni, imprese. Ed oggi ci soffermiamo su ciò che ha caratte- rizzato e, nonostante alcuni soloni non riescano a vederlo, continua a caratterizzare la città di Busto Ar- sizio, comunità viva della città ba- ricentrica tra Legnano e Gallarate, da sempre ricordata in Italia, e non solo, come città del lavoro e del- l’impresa. Del lavoro che può gene- rare ricchezza, sviluppo, benesse- re e socialità, e che ha permesso a Busto Arsizio di superare i limiti connessi alla sua terra. Arida per definizione prima ancora che per nome, destinata all’agricoltura, ma che soffriva la concorrenza e la competizione vicina di altre terre ben più grasse, ben più idonee e ben più facili a generare ricchezza attraverso l’agricoltura. Ecco che Busto Arsizio e i bustocchi sin dal- l’antichità hanno saputo far sì che questi limiti diventassero oppor- tunità e hanno creato di un’inge- gnosa ricerca del benessere per sé, le proprie famiglie e la propria so- cietà. Busto Arsizio, elevata da Vit- torio Emanuele II al titolo di città anche per il fatto di aver compiuto - prima al Nord - una vera e propria rivoluzione industriale. Ed ecco perché anche al tempo della crisi, della finanza, della re- cessione che, ahimè, il susseguirsi di governi illegittimi, non votati dal popolo e più rispondenti ai po- teri forti di Bruxelles, ha soltanto saputo peggiorare quando non rendere quasi strutturale, ebbene allora concentriamoci sulla Busto manifatturiera, sulla Busto indu- striale, sulla Busto che in passato fu la Manchester d’Italia e oggi continua ad essere una città che resiste. n continua a pagina + 3 CACCIA ENGINEERING Azienda di famiglia che punta all’estero La storia nasce con l’azienda di famiglia, la Cac- cia Engineering di Cascina Elisa di Samarate, che opera nella costruzione di macchinari per lo stam- paggio delle materie plastiche. «Nel ’98, mio padre si ritira dall’attività e apriamo una piccola società di engineering per conto nostro - racconta l’ammini- stratore delegato Gabriele Caccia, 40 anni, famiglia di Sacconago, del ramo “Signen” - non mi bastava, così con un ex collega sono partito per mettermi a costruire». n Servizio a pagina + 6 FRASTEMA Una dinastia fondata nel 1948 da Mario Sonnino Dal negozio di ottica all’azien- da innovativa e globale: le tre ge- nerazioni d’impresa della fami- glia Sonnino dietro alla sfida di Frastema Ophthalmics, oggi un’eccellenza della zona indu- striale di Sacconago. La dinastia è nata con Mario Sonnino, ottico, che nel 1948 apre il suo primo ne- gozio ad Imperia n Servizio a pagina + 7 Made in Busto Artigiani Imprese LA BUSTO DEL FUTURO MERCOLEDÌ 20 LUGLIO 2016 I I N. 199 I I LAPROVINCIA DI VARESE.IT I I + 1 # ESTRAIBILE

INDUSTRIA BUSTOCCA Lavoro Made e crescita I pilastri in ... · I pilastri della città ... liberismo d’antan o di altre inuti-li dissertazioni economicisti- ... cio-demografico

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INDUSTRIA BUSTOCCA Nonostante gli anni di crisi, si è ripresa e pensa in grande SVILUPPO

Lavoro e crescitaI pilastridella città

di Gigi Farioli

Ci siamo lasciati solo sette giorni fa parlando dell’urbanisti-ca, partendo dall’urbs, cioè l’insie-me di territorio destinato ad ospi-tare, far vivere, far nascere, ma so-prattutto dare ipotesi di felicità a cittadine e cittadini, istituzioni, associazioni, imprese. Ed oggi ci soffermiamo su ciò che ha caratte-rizzato e, nonostante alcuni soloninon riescano a vederlo, continua acaratterizzare la città di Busto Ar-sizio, comunità viva della città ba-ricentrica tra Legnano e Gallarate,da sempre ricordata in Italia, e nonsolo, come città del lavoro e del-l’impresa. Del lavoro che può gene-rare ricchezza, sviluppo, benesse-re e socialità, e che ha permesso aBusto Arsizio di superare i limiti connessi alla sua terra. Arida per definizione prima ancora che per nome, destinata all’agricoltura, ma che soffriva la concorrenza e lacompetizione vicina di altre terre ben più grasse, ben più idonee e ben più facili a generare ricchezzaattraverso l’agricoltura. Ecco che Busto Arsizio e i bustocchi sin dal-l’antichità hanno saputo far sì chequesti limiti diventassero oppor-tunità e hanno creato di un’inge-gnosa ricerca del benessere per sé,le proprie famiglie e la propria so-cietà. Busto Arsizio, elevata da Vit-torio Emanuele II al titolo di città anche per il fatto di aver compiuto- prima al Nord - una vera e propriarivoluzione industriale.

Ed ecco perché anche al tempodella crisi, della finanza, della re-cessione che, ahimè, il susseguirsidi governi illegittimi, non votati dal popolo e più rispondenti ai po-teri forti di Bruxelles, ha soltanto saputo peggiorare quando non rendere quasi strutturale, ebbeneallora concentriamoci sulla Bustomanifatturiera, sulla Busto indu-striale, sulla Busto che in passato fu la Manchester d’Italia e oggi continua ad essere una città che resiste.

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CACCIA ENGINEERING

Azienda di famigliache punta all’estero

La storia nasce con l’azienda di famiglia, la Cac-cia Engineering di Cascina Elisa di Samarate, cheopera nella costruzione di macchinari per lo stam-paggio delle materie plastiche. «Nel ’98, mio padresi ritira dall’attività e apriamo una piccola società diengineering per conto nostro - racconta l’ammini-stratore delegato Gabriele Caccia, 40 anni, famigliadi Sacconago, del ramo “Signen” - non mi bastava,così con un ex collega sono partito per mettermi acostruire».

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FRASTEMAUna dinastiafondata nel 1948da Mario Sonnino

Dal negozio di ottica all’azien-da innovativa e globale: le tre ge-nerazioni d’impresa della fami-glia Sonnino dietro alla sfida diFrastema Ophthalmics, oggiun’eccellenza della zona indu-striale di Sacconago. La dinastia ènata con Mario Sonnino, ottico,che nel 1948 apre il suo primo ne-gozio ad Imperia

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Made in BustoArtigianiImprese

LA BUSTO DEL FUTURO

MERCOLEDÌ 20 LUGLIO 2016 II N. 199 II LAPROVINCIA DI VARESE.IT II + 1

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LA BUSTO DEL FUTURO I MERCOLEDÌ 20 LUGLIO 2016 I LA PROVINCIA DI VARESE I + 3

ARTIGIANI E IMPRENDITORI Nel Dna locale la capacità di superare le difficoltà

Busto resisteL’industriatra innovazione,cuore e ragionedi Gigi Farioli

Sì, resiste. Con la resilienza,direbbe l’intellettuale abituato afrequentare i salotti chic. Con lacapacità di non arrendersi, diceil bustocco vero. Ci concentria-mo sulla capacità di Busto di su-perare il periodo di crisi grazie auna capacità che è sì nel Dna, masoprattutto in una combinazio-ne intelligente tra cuore e cer-vello. Come direbbero gli antichibustocchi, quelli che hanno fon-dato la Famiglia Bustocca,l’Unione Bustese Industriali,l’Aeroporto “Città di Busto Arsi-zio” (poi Malpensa), la Banca Al-to Milanese, nella capacità di fa-re impresa e di produrre ricchez-za innanzitutto avendo comesoggetto la persona.

E non si tratta di discettare diliberismo d’antan o di altre inuti-li dissertazioni economicisti-che, ma di guardare quella che èla natura vera del bustocco, lacapacità di produrre ricchezzafacendo dell’economia sociale dimercato un punto di riferimento.

L’azienda familiareEd ecco perché ci concentriamosulla zona industriale. Non per-ché sia l’esclusiva rappresen-tanza del mondo produttivo cit-tadino, anzi per certi diversi ne èuna sua contraddittoria forma disuperamento. Perché chiunqueconosca la storia di Busto sa chela città è stata prima fortementeindustrializzata con grandi in-dustrie, di cui vale la pena di ri-cordare i Venzaghi, i Milani, iProvasoli, e con essi il “principemercante” Enrico Dell’Acqua, lamanifattura Tosi e con essa ilgrande Luigi Borri, ma poi ilgrande miracolo economico ita-

Un addetto della multinazionale Syncro Varese Press

liano ha avuto Busto capitale, laManchester italiana che attra-verso quelle piccolissime, picco-le e medie imprese, partendo daltessile, hanno fatto della “casa ebottega” il punto di partenza.

E quindi, in una città che an-cora oggi è fortemente caratte-rizzata da una commistione trala residenza e l’industria, tra laresidenza e il commercio, agliinizi degli anni Sessanta una vi-sione dirigista, e purtroppo pe-nalizzante rispetto all’econo-mia, volle con un piano regolato-re fortemente animato da unavisione cattocomunista imporrel’espulsione del produttivo dalresidenziale, con ciò provocan-do gravissimi danni e gravissimivincoli allo sviluppo imprendi-toriale della città.

Le due zone industrialiMa ancora una volta sono stati ibustocchi, sono stati gli artigia-ni, sono stati gli imprenditori acombattere le avversità dellapolitica politicante e a far nasce-re la zona industriale di Sud-Ovest. Oggi in città esistono difatto due zone industriali: unaprevalentemente privata sul-l’asse del Sempione, sede dellamiglior azienda innovativa ita-liana - Eolo Spa già Ngi Spa - maanche altre aziende competitivecol mondo, come la Bandera epoche altre, e quella di Sud-Ovest prevalentemente di pro-prietà pubblica, con tutti i limitiche il dirigismo pubblico ponespesso, con la voglia di metterele mani su tutto e di cercare ditosare le pecore e impedire che ilcarro tirato dal cavallo possa fa-re strada. Nel ripercorrere la sto-ria della zona industriale, so-prattutto sottolineiamo il fatto

che l’azienda familiare così inse-rita nel tessuto sociologico, so-cio-demografico ed economicodella città di Busto Arsizio conti-nua ad essere una realtà con ipiedi saldamente legati al passa-to, ma con lo sguardo proiettatoal futuro.

La forza dell’innovazioneOggi nella zona industriale Sud-Ovest, e non solo, esistono vere eproprie eccellenze con ponti ge-nerazionali significativi, traover 60 e under 30, tra nonni enipoti, tra padri e figli, che hannosaputo resistere alla crisi, hannosaputo continuare a essere fede-li alla migliore tradizione della

città, hanno saputo soprattuttoessere competitivi guardandoall’innovazione. In questo nu-mero noi trattiamo prevalente-mente tre storie diverse, ognunaoriginale, ognuna importante,ognuna che è innanzitutto unatestimonianza. Come dicevaCarlo Cattaneo, dietro ogni im-presa c’è un atto di intelligenzama, come diceva Enrico Dell’Ac-qua, dietro ogni impresa c’è in-nanzitutto un atto di buona vo-lontà, di passione e una sintesitra cuore e ragione. Le storie diMad Color, della Syncro e di Fra-stema sono delle testimonianzee, come sempre, le testimonian-ze valgono più di ogni parola. n

di Andrea Aliverti

Zona industriale, c’era unavolta il problema dell’accessi-bilità: da un anno c’è la varian-te Sud di Magnago, ma in pochilo sanno.

È stata inaugurata nel giu-gno dello scorso anno l’operache, insieme alla bretella di viaPiombina, ha finalmente fattouscire dall’isolamento la citta-della produttiva di Sacconago.Si tratta di cinque chilometri emezzo di tracciato, dalla roton-da di Accam (in fondo a via del-le Industrie) allo svincolo Ca-stano Primo Nord della super-strada Malpensa-Boffalora,senza dover attraversare più icentri abitati di Vanzaghello eMagnago.

Un’infrastruttura pensataper offrire un’adeguata acces-sibilità al terminal ferroviariomerci di Sacconago, sulla lineadelle Ferrovie Nord, ma che difatto rappresenta l’ideale trac-ciato di ingresso e uscita per imezzi pesanti diretti verso lazona industriale di Sacconago.

Le opere, che fanno partedel Contratto di Programmaper gli Investimenti sulla reteferroviaria regionale, sotto-scritto tra Ferrovienord e Re-gione Lombardia nel dicembre2009, sono consistite in tre lot-ti d’intervento: il primo ha por-tato al completamento dellaVariante Sud di Magnago e alpotenziamento del terminal diSacconago, gli altri due, rispet-tivamente, alla riqualificazio-ne della tratta bustocca e diquella per l’innesto sulla Bof-falora.

In tutto, sono 7,2 milioni glieuro di investimenti finanziatiquasi interamente dalla Regio-ne Lombardia, per oltre il 50% avalere sui fondi europei, conun contributo di circa 500milaeuro erogato dal Comune di Bu-sto Arsizio. n

VIABILITÀ L’operaVariante Sudper aggirareil problemaaccessibilità