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© per affrontare con professionalità il problema. 7) Fiu- mane di insegnanti a testa bassa compilano protocolli concentrandosi sul dato tecnico anzichè sulla prospet- tiva...perchè la prospettiva non si può neppure immagi- nare quando si lavora con programmi rigidissimi, classi strapiene e guardando l’ora. Ecco perchè in 30 anni la scuola non è migliorata, nono- stante indicazioni meravigliose e corsi di formazione super organizzati. La scuola italiana risente di un disturbo “bi- polare”: tagli delle risorse da un lato e protocolli da rispet- tare dall’altro. Così si compie il businnes. Ma questo non si può dire… Su questo giornale online, ancora una volta, ci permettiamo il lusso del dubbio. E lasciamo che i punti interrogativi volino nell’etere… chissà che non diano forma a nuove visioni. E se…??? E se provassimo a cam- biare prospettiva? E se iniziassimo a considerare i ragazzi con DSA come cartine di tornasole che mettono in luce le falle della società in cui vivono? E se avere un allievo o un figlio con DSA fosse un’interessante occasione per interrogarsi sul proprio approccio all’apprendimento e alla vita e trasformare alcuni meccanismi incancreniti che la scuola perpetua? Cambiare prospettiva richiede un tempo lento. Montessori è morta, Steiner è ricordato da pochi... eppure loro, come altri maestri, avevano in- dividuato una possibile “ricetta”: non dimenticare mai l’ingrediente indispensabile dell’apprendimento, LA RELAZIONE! E’ la relazione, quella forza incredibile che permette a docenti e allievi di incontrarsi, accompa- gnarsi, educarsi e istruirsi reciprocamente e immaginare insieme soluzioni adatte a trasformare un handicap in un’occasione di sano apprendimento. In quest’ottica, a pagina 5 e 6 vi proponiamo alcune stra- tegie di intervento per affrontare il problema. Ed è anche di questo che parleremo a Barbiana il 7/8 settembre. Vi aspettiamo! Buon inizio a tutti voi. G.L. Iniziare con ... Attenzione! Iniziare con ... Attenzione! 1 per educare un bambino ci vuole ci vuole un villaggio un villaggio N° 28 - settembre 2013 Cari colleghi, pronti a ripartire? Questo anno scolastico sarà per molti una full immersion di formazione sui DSA, a detta di tutti in grande aumento: ovunque corsi (a pagamento naturalmente) per formare esperti che acquiscano strumenti e tecniche per l'indivi- duazione precoce e l'intervento riabilitativo degli allievi con DSA, in base alle linee attuative della Legge 170/2010. Così, mentre mancano all’appello migliaia di insegnanti che il Ministero non ha ancora nominato – e la scuola inizia lunedì – si moltiplica il lavoro delle equipe mediche per lo screening e la certificazione dei casi; e aumenta l’impegno degli insegnanti per la compilazione dei PDP(piani didattici personalizzati). E ovunque proliferano libri, programmi online ed eserciziari ad hoc – ancora a pagamento. La macchina professionale è entrata in moto in modo efficiente. Il problema si affronta con un piano di battaglia inattaccabile, fatto di protocolli e pro- cedure ben chiare, spesso incongruenti con la realtà che permette classi con più di 30 allievi, senza compresenze. Senza nulla togliere alla gravità del problema, permette- temi una digressione: il 1 settembre di quest’anno compio 30 anni di ruolo. Mi giro un attimo indietro e osservo “le mode” che la scuola ha attraversato in questi ultimi tre decenni: vorrei farne un elenco, ma sarebbe lunghissimo. Nel corso del tempo, le varie tendenze si sono sviluppate con uno stesso metodo: 1) viene individuato un feno- meno e inizia un’ attenta e costante messa in luce del “nuovo problema” sui mass media a disposizione; 2) al problema viene data un’identità, un nome specifico; 3) si stabiliscono equipe apposite per lo screening e la cer- tificazione dei casi; 4) si enunciano dati statistici che sot- tolineano la diffusione del fenomeno; 5) si stabiliscono protocolli di intervento che richedono nuove documen- tazioni da fornire a riguardo; 6) proliferano corsi specifici per formare i docenti e fornire loro soluzioni garantite dal Da non perdere! 3° SEMINARIO A BARBIANA “Scuole che generano comunità” 7/8 settembre 2013 a pag 10

INSEGNAREDUCANDO. N°28 - settembre 2013

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Una voce diversa nel mondo della scuola. La proposta di chi si impegna in prima linea per creare una comunità educante.

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Page 1: INSEGNAREDUCANDO. N°28 -  settembre 2013

© per affrontare con professionalità il problema. 7) Fiu-mane di insegnanti a testa bassa compilano protocolliconcentrandosi sul dato tecnico anzichè sulla prospet-tiva...perchè la prospettiva non si può neppure immagi-nare quando si lavora con programmi rigidissimi, classistrapiene e guardando l’ora.Ecco perchè in 30 anni la scuola non è migliorata, nono-stante indicazioni meravigliose e corsi di formazione superorganizzati. La scuola italiana risente di un disturbo “bi-polare”: tagli delle risorse da un lato e protocolli da rispet-tare dall’altro. Così si compie il businnes. Ma questo nonsi può dire…Su questo giornale online, ancora una volta, ci permettiamo il lusso del dubbio. E lasciamo che i punti interrogativi volino nell’etere… chissà che non dianoforma a nuove visioni. E se…??? E se provassimo a cam-biare prospettiva? E se iniziassimo a considerare i ragazzicon DSA come cartine di tornasole che mettono in lucele falle della società in cui vivono? E se avere un allievoo un figlio con DSA fosse un’interessante occasione perinterrogarsi sul proprio approccio all’apprendimento ealla vita e trasformare alcuni meccanismi incancrenitiche la scuola perpetua? Cambiare prospettiva richiedeun tempo lento. Montessori è morta, Steiner è ricordatoda pochi... eppure loro, come altri maestri, avevano in-dividuato una possibile “ricetta”: non dimenticare mail’ingrediente indispensabile dell’apprendimento, LA RELAZIONE! E’ la relazione, quella forza incredibile chepermette a docenti e allievi di incontrarsi, accompa-gnarsi, educarsi e istruirsi reciprocamente e immaginareinsieme soluzioni adatte a trasformare un handicap inun’occasione di sano apprendimento. In quest’ottica, a pagina 5 e 6 vi proponiamo alcune stra-tegie di intervento per affrontare il problema. Ed è anchedi questo che parleremo a Barbiana il 7/8 settembre.Vi aspettiamo! Buon inizio a tutti voi. G.L.

Iniziare con ... Attenzione!Iniziare con ... Attenzione!

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per educare un bambino

ci vuole ci vuole un villaggioun villaggio

N° 28 - settembre 2013

Cari colleghi, pronti a ripartire? Questo anno scolastico sarà per molti una full immersiondi formazione sui DSA, a detta di tutti in grande aumento:ovunque corsi (a pagamento naturalmente) per formareesperti che acquiscano strumenti e tecniche per l'indivi-duazione precoce e l'intervento riabilitativo degli allievicon DSA, in base alle linee attuative della Legge170/2010. Così, mentre mancano all’appello migliaia di insegnantiche il Ministero non ha ancora nominato – e la scuola inizia lunedì – si moltiplica il lavoro delle equipe medicheper lo screening e la certificazione dei casi; e aumental’impegno degli insegnanti per la compilazione deiPDP(piani didattici personalizzati). E ovunque proliferanolibri, programmi online ed eserciziari ad hoc – ancora apagamento. La macchina professionale è entrata inmoto in modo efficiente. Il problema si affronta con unpiano di battaglia inattaccabile, fatto di protocolli e pro-cedure ben chiare, spesso incongruenti con la realtà chepermette classi con più di 30 allievi, senza compresenze. Senza nulla togliere alla gravità del problema, permette-temi una digressione: il 1 settembre di quest’anno compio30 anni di ruolo. Mi giro un attimo indietro e osservo “lemode” che la scuola ha attraversato in questi ultimi tredecenni: vorrei farne un elenco, ma sarebbe lunghissimo.Nel corso del tempo, le varie tendenze si sono sviluppatecon uno stesso metodo: 1) viene individuato un feno-meno e inizia un’ attenta e costante messa in luce del“nuovo problema” sui mass media a disposizione; 2) alproblema viene data un’identità, un nome specifico; 3)si stabiliscono equipe apposite per lo screening e la cer-tificazione dei casi; 4) si enunciano dati statistici che sot-tolineano la diffusione del fenomeno; 5) si stabilisconoprotocolli di intervento che richedono nuove documen-tazioni da fornire a riguardo; 6) proliferano corsi specificiper formare i docenti e fornire loro soluzioni garantite dal

Da non perdere!

3° SEMINARIO A BARBIANA

“Scuole che generano comunità”

7/8 settembre 2013

a pag 10

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Lo stuzzicadenti

Per incontrarli, chiediamo aiutoal giovane parroco che ciaspetta nella piazzetta, a

bordo della sua “Pandina”. Ci accompagna giù per la

collina, su una ripida stradinasterrata che sbuca in un

campo sportivo attorniato da vigneti, campagne, boschi.

In questo paradiso verde, ogni giorno, per un mese,

12 giovani dai 16 ai 20 anni organizzano l’estate ragazzi

per i bambini del paese.Un’esperienza interessantissima

che si ripete da anni. A prima vista pare che siano

animatori da sempre. Li intervistiamo per capire

le motivazioni del loro impegnoe da chi hanno imparato.

Animatori Peer. E l’estate piace ai bimbi Animatori Peer. E l’estate piace ai bimbi

Perché questa maglietta rossa?

Per farci riconoscere dai bambini. La divisa colpisce e dàil senso di appartenenza. I bambini sanno sempre dovee con chi andare.

Quanti siete?

In dodici. Quest'anno non ci sono aiuto-animatori, masiamo tutti alla pari. L'aiuto era un apprendistato.

Perché avete scelto l’animazione dei bambini?

Personalmente imparo tantissimo. L’animazione ti devepiacere. E ti devono piacere i bambini. A non tutti piaceessere lavati di vernice!Io seguo un bambino che ha difficoltà e sto imparandoa ridimensionare i miei problemi. Mi sento fortunata.Spesso si piange per poco e poi... E’ bello vedere che lui è felice al centro estivo! Le insegnanti della scuola hanno detto che dopo l'estateragazzi il bambino è migliorato molto. Forse perché riu-sciamo a valorizzare la sua abilità: lui e' bravissimo a suo-nare la pianola. Suona sempre nella festa finale. Ci siamoriproposti di imparare ad entrare in relazione con tutti etutti ci dimostrano affetto.

Che metodo usate con i bambini?

Un tempo, quando noi eravamo bambini e frequen-tavamo il centro, l’esperienza era diversa, assomi-gliava più a una caserma ed era meno organizzata.Era pesante. Oggi noi abbiamo scelto di avere un altro stile.L’obiettivo è avere grande attenzione ai bambini,guardare sempre cosa è importante per loro. Siamo attenti alle varie tipologie di bambini e a cosaserve a ciascuno. Se uno è timido, possiamo aiutarloe coinvolgerlo. Riuscire a fare star bene tutti nelle diversità è il nostroobiettivo.Tra noi ci sono animatori adatti ai piccoli e altri con ipiù grandini. E' una cosa naturale. Chi di noi ha uncarattere più deciso, lavora con le medie. Noi conosciamo bene i bambini perché li seguiamotutto l'anno al venerdì facendogli doposcuola. Sap-piamo come prenderli e cosa proporre. Le attività lepensiamo a partire dalla realtà. Ragioniamo beneanche sulle squadre da creare, chi non può starecon..., chi ha bisogno di…

Continua a pag.3

A Cocconato, paesino abbarbicato nell’astigiano, ogni estate una dozzina di giovani studenti organizza il Centro Estivo per i bambini del paese.

Una vera e propria peer education, anche se la parola risuona nuova ai protagonisti. Cosa li spinge?

Il clima di responsabilità sociale nel quale sono cresciuti, l’esempio degli adulti, la voglia di mettersi in gioco da protagonisti, che appartiene ad ogni adolescente.

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Lo stuzzicadentiLo stuzzicadenti

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Come vi vedono i bambini?

Siamo gli animatori di Cocconato.Ci piace l'idea che possiamo essere riferimento perloro anche aldilà dell'estate ragazzi.Come animatori “non ce la tiriamo”, siamo normali.Preferiamo essere simpatici che farci vedere impor-tanti e antipatici. Vi sentite condizionati dal ruolo?

La sera noi usciamo e stiamo tutti in piazza. Cocco-nato è piccolo. Ci incontriamo sempre. Parliamodella nostra attività anche di sera. Nessuno di noi fa-rebbe qualcosa diverso dallo stile che abbiamo du-rante l’estate ragazzi. Non recitiamo. Siamo proprioquello che siamo. E’ anche per questo che i bambinisi affezionano. Sentono che siamo veri.

Avete fatto un corso di formazione?

Oltre ad un momento di formazione e programma-zione annuale con Grazia e Angelo del GruppoAbele, il nostro corso di formazione è stato parteci-pare da piccoli a questa stessa esperienza.Impari provando. Da anni esiste l’estate ragazzi diCocconato. Quando noi la frequentavamo da bam-bini, guardavamo con ammirazione agli animatori.Anche oggi è così. I ragazzini all'ultimo anno si pon-gono già diversamente perché sperano di diventareaiuto-animatore l’anno successivo. Arrivare a svolgere questo impegno è un bel tra-guardo.

Cosa avete imparato come animatori?

Non perdere mai di vista nessuno. Mantenere una certa distanza, stando vicini. Stare dentro il gruppo dei bambini,ma non farsi coinvolgere dalla simpatia o dall’antipatia.Saper accogliere i bambini. Dare l'impressione di essere sem-pre attenti. A volte ti chiedono troppo, allora cerchi da aiu-tarli a crescere.A casa non saremmo così pazienti, ma qui si.

Perché e' meglio avere animatori peer e non adulti?

Siamo stati bambini da poco e ci ricordiamo. Con gli adultisarebbe più noioso…un po’ una caserma. In più gli adultitengono ad essere più ansiosi e protettivi.

E i rapporti coi genitori?

Delegati alla Chicca. Non possiamo farcela. Troppo ansiosi. Fare gli animatori per tre settimane è molto impegnativo.

Perché lo fate?

I bambini sono il futuro. Se riusciamo a farli crescere dandouna mano, è una bella soddisfazione.

Continua a pag. 4

Volete conoscere gli animatori

di Cocconato?

Vi interessa proporre un’esperienza

di peer education nella vostra scuola

o nella vostra città?

Scrivete a [email protected]

e vi metteremo in contatto con loro.

La perla

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Chiesi agli animatori se erano disposti a fare il centoestivo all'aperto, in strada. Fu una bella sfida che conso-lidò ancora di più questa esperienza. Non bisogna arrendersi. Bisogna andare avanti. Il centroestivo fa star bene i bambini. Vanno a casa molto con-tenti. Tutti devono aver la possibilità di partecipare. Perquesto il costo è ridotto a 15 euro a settimana. La gitadel giovedì è a parte. Gli animatori che si impegnano 5gg alla settimana ricevono un piccolo contributo, 70euro a settimana, che per 3 settimane permette di averela possibilità di pagarsi una piccola vacanza o i libri perla scuola. Non è molto, ma è la riconoscenza per ungrande impegno da parte loro.

Lo stuzzicadentiNews insegnanti Gruppo Abele La perla

Dietro le quinteDietro le quinte

Quando gli adulti accompagnano da lontanoQuando gli adulti accompagnano da lontano

Continua da pag. 4

Chicca è un punto di riferimento adulto per i ragazzi di

Cocconato, da tanti anni. Loro sanno che per qualun-

que problema possono rivolgersi a lei. Abita accanto

alla scuola e nel paese tutti la conoscono perchè fa

da intemediario tra i giovani, che pieni di entusiasmo

organizzano l’estate ragazzi per i bambini, e il mondo

adulto che osserva e collabora, preparando merende

e offrendo la piscina di casa gratuitamente perchè

l’esperienza estiva sia bella e piacevole per tutti.

A Chicca chiediamo un parere su questi animatori

peer.

La loro forza è il gruppo nel quale ognuno fa qualcosa.Da soli non si va da nessuna parte. C'è un lavoro dietro di tanti anni. Tanta preparazione etanta umiltà. Gli animatori imparano che non ci sonobambini cattivi, ma molti bambini arrabbiati che sfo-gano tensioni. Imparano a far vivere l’estate ragazzicome un momento di benessere, di accoglienza.A distanza di anni ci sono adulti che ricordano il centroestivo come unica esperienza bella dell' infanzia, in cuisi sentivano importanti e trovavano animatori che da-vano loro fiducia.Oggi molti genitori credono che i ragazzi siano semprebambini. Ma non è così. Qui gli si dà una mano e unaresponsabilità grande e li si educa a occuparsi dei pic-coli con attenzione. Così gli animatori imparano a dareattenzione ai bambini e a cooperare tra loro.Un anno abbiamo avuto problemi logistici e l’estate ragazzi non poteva svolgersi. Non mi arresi.

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Lo stuzzicadentiLo stuzzicadenti

Oggi nelle scuole molti ragazzi vengono definiti con 3 lettere: DSA. Tutti ne parlano, ma...

I ragazzi sono sempre la cartina di tornasole della società in cui vivono. Quali ragazziper il mondo d’oggi? Un mondo “finto”, all’ingrasso per cibi malsani,

attratto da centri commerciali e luccichii effimeri, intontito da giganteschi schermiche propongono 24h su 24 finzioni chiamati reality e report lunghissimi che svisceranodrammi sociali, senza riuscire ad immaginare piccoli miracoli per cambiare il mondo… Può forse una società di questo tipo crescere cuccioli d’uomo attenti e concentrati?

Impegnati e consapevoli? Critici e propositivi? Dopo aver imbottito i nostri figli di stupidaggini per buona parte della loro crescita, andiamo in crisi quando essi non riescono a stare seduti in banchi stretti, su libri per

loro insignificanti o davanti a noiosi insegnanti. La crisi è nostra. Siamo noi ADULTI con DSA!

I ragazzi sono il futuro, ma noi adulti, genitori e insegnanti, ce lo dimentichiamo sempre. Vogliamo che imparino quello che noi stessi abbiamo imparato; dimentichiamo che la Scuoladovrebbe dare loro la possibilità di immaginarequalcosa di migliore di ciò che abbiamo costruitofinora e permettere di scoprire il proprio posto nelmondo. Da sempre i ragazzi hanno bisogno di un sognogrande sul quale concentrarsi. Se lo individuano,trovano la strada, si danno da fare, diventano pro-tagonisti e portano cambiamenti positivi al loroagire. Questo sogno oggi non è possibile. Noi adulti, coni nostri affinati sistemi di comunicazione, offriamoloro quotidianamente un bollettino di guerra. Lenotizie parlano di un futuro incerto e nero, senzaprospettive di lavoro, senza utilizzo del proprio percorso di studi, senza dignità. Non si va da nessuna parte in questo modo! Noi non abbiamo più sogni e non permettiamoloro di sognare. “Vediamo solo ciò che abbiamo dentro”. In psico-logia questo fenomeno si chiama “proiezione”. Se siamo innamorati, tutto ciò che ci accade hasfumature dolci... Noi adulti di oggi siamo disincantati, stressati, senza felicità né prospettiva,senza voglia di fermarci ad ascoltare, preoccupatiper tutto e storditi da mille stimoli. Ma non ci osserviamo. Vediamo invece DSA nei ragazzi che crescono. E anziché correggere noi stessi, tentiamo di diventare professionisti dell’analisi del fenomenocome se esso riguardasse “altri”. Alcuni mesi fa avevamo proposto su questo giornale l’esperienza di una docente della periferiatorinese che, in silenzio e senza pubblicità, da due

anni ha introdotto la meditazione in classe. Risultato: notevole miglioramento dei DSA, aumento della capacità di concentrazione sulcompito dato, aumento del rendimento scola-stico, migliore qualità di benessere in classe, aumento della cooperazione e sostegno agli allievi in difficoltà. L’esperienza di questa docente verrà condivisanel 3° seminario per insegnanti ed educatori chesi terrà a Barbiana il 7/8 settembre (vd. pag 10/11).Come detto nell’editoriale, la sfida che proponiamo è un cambio di prospettiva. Riusciremo quest’anno a far vivere agli allievi cheincontreremo un’esperienza di apprendimentounica, nella quale siano loro i protagonisti dellascoperta? Riusciremo a far vivere al gruppo classeuna dimensione sociale autentica in cui ciascunoprovi il piacere di mettere a disposizione e svilup-pare al meglio le proprie attitudini e abilità? Nella pagina seguente vi proponiamo alcune strategie per creare in classe “un clima diverso”che anziché sottolineare il disturbo, agisca per trasformarlo e superarlo.

DSA . Se fosse un disturbo sociale?DSA . Se fosse un disturbo sociale?

News insegnanti Gruppo Abele La bussola

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1. Metti in conto di avere in classe allievi con DSA.Non stupirti e non angosciarti. Siamo tutti un po’ DSA,anche tu. Quindi non è un problema insormontabile. Elo si può superare insieme, con l’aiuto di tutti i compo-nenti del gruppo-classe.2. I ragazzi con DSA hanno la testa piena di millecose, uno zapping costante. La loro mente viaggia a1000 km all’ora. Bisogna imparare a guidarla. Parla congli allievi di questo meccanismo. Chiedi loro di fare unelenco scritto di tutto quello che “passa per la testa” in10 minuti. Dì loro che la mente è come un’automobile:possiamo prendere la patente e imparare a guidarla!3. Inizia sempre la lezione dicendo ai ragazzi cosaintendi fare e quale obiettivo ti sei posto per quell’ora.Chiedi loro se condividono o hanno qualcosa da dire aproposito. Cerca di dissolvere eventuali dubbi e poiscrivi alla lavagna l’obiettivo che sia sotto gli occhi ditutti. Ad ogni pausa, rileggilo ad alta voce.4. Organizza la classe in modo che ogni allievosenta di avere un compito specifico da portare a ter-mine per un obiettivo comune. Se devi affrontare unnuovo argomento con loro, prima della spiegazionechiedi che a gruppi preparino domande, documenti,materiali sull’argomento. Tu li aiuterai con la tua preparazione ad “incollare” iltutto e dargli forma, aggiungendo quello che loro nonconoscono o non riescono a capire da soli.5. Per verificare i contenuti appresi, chiedi loro ditenere una lezione ad altri allievi che non hanno maisentito parlare dell’argomento. Essere consapevoli di ciòche sappiamo non è semplice, ma se ci tocca inse-gnare ad altri, ci rendiamo facilmente conto delle nostrelacune. 6. Non dare voti, né punteggi o giudizi su quantogli allievi imparano. Chiedi sempre a loro di collocare ilpercorso di apprendimento su una linea immaginariache sale: dove si trovano? Cosa possono fare per avan-zare ancora un po’ e a poco a poco raggiungere il mi-glior traguardo possibile sia individuale sia collettivo. Incoraggia e sottolinea i passi compiuti.

7. Aiuta i ragazzi a vedersi come un gruppo che cam-mina insieme verso nuovi traguardi, come una squadradi pallavolo. Ogni ragazzo può chiedersi quali compe-tenze mettere a disposizione del gruppo perché aumentiil rendimento scolastico collettivo: “Io potrei fare ancoraqualche ora di approfondimento delle regole dellagrammatica inglese con..., ma potrei aiutare Tizio e Sem-pronio nelle equazioni di secondo grado”.8. Dedica un momento settimanale (mezz’ora almeno) alla calma, al rilassamento, alla respirazione. Introduci un laboratorio sperimentale di yoga o medita-zione o altro per imparare a guidare la mente. Fatti aiutare da volontari, colleghi o genitori che già lopraticano.9. Incoraggia i ragazzi ad immaginare un mondomigliore per il futuro. Prima singolarmente e poi ingruppo, chiedi loro di rappresentare le loro visioni conlinguaggi diversi: dipinti, lettere, saggi, poesie, teatro…Una volta al mese fai riprendere questa idea e chiedi didefinire meglio i particolari e il loro ruolo in questo cambiamento.10. Periodicamente leggi ai ragazzi un messaggiolasciato da alcuni uomini illuminati della storia: pensatorigreci, filosofi, santi o personaggi del 900 come MartinLuter King, Gandi, il Dalai Lama… chiedi ai ragazzi di im-maginare di essere l’unico depositario di quel messaggioraccolto per caso in una bottiglia sulla spiaggia. Chiediche stiamo in silenzio dieci minuti a riflettere. Poi scrivanoun post su facebook per tutta l’umanità.

La perla

10 idee per affrontare il DSA10 idee per affrontare il DSA

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25 o 30 ragazzi adolescenti in classe

possono apparire come una massa ingestibile!

Le nostre inconsce paure di non essere all’altezza

del compito, si impadroniscono della nostra

mente e ci fanno perdere lucidità.

Scegliamo allora di corazzarci per affrontare la

battaglia, ma...

Se riuscissimo a guardare i nostri allievi negli

occhi, ad uno ad uno, coglieremmo la sensibile

fragilità dell’adolescenza e quella mano tesa

che cerca uno sguardo e un sogno a cui tendere

per immaginare un futuro in questo tempo di crisi.

Eccovi un piccolo decalogo

che suggerisce trucchetti

per tenere l’attenzione in

classe.

Da sempre, i ragazzi

cercano lo sguardo del

Maestro. Non dimenticatelo!

Se l’insegnante coinvolge,

guarda negli occhi, ascolta,

interagisce senza paura,

il ragazzo lo segue.

E le lezioni diventano un

piacere.

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Il progetto “Scuola del Gratuito” nasce nel 1995 all’internodell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII° di Rimini,un Movimento che ha come carisma e obiettivo delle sueazioni la giustizia verso i soggetti più deboli della società. Inquegli anni si concepisce l’idea di una società nuova ba-sata su regole di fraternità, di pace, di gratuità, chechiama “Società del Gratuito”. Nel 1994 l’Associazione organizza un primo convegno sultema (ne seguirà un altro nel 1996) con invitati internazio-nali tra cui Muhammed Yunus (creatore della GrameenBank e premio Nobel per l’economia nel 2006) per discu-tere della possibilità reale di fondare un sistema diverso divita per l’umanità a partire dalle esperienze già in atto a li-vello locale e globale.Pochi mesi dopo, nasce l’idea di cominciare a progettaree costruire questa nuova società a partire dalla scuola edall’educazione dei giovani. Inizia così un lungo periodo diriflessione e di confronto tra insegnanti e genitori dell’Asso-ciazione per studiare un progetto educativo di scuola to-talmente nuovo negli obiettivi e nei metodi. E’ un tempodedicato anche al contatto con altre realtà di ricercacome il Movimento di Cooperazione Educativa (M.C.E) ealcuni ambiti universitari. Un tempo utile allo studio di ideepedagogiche convergenti quali quelle di Freinet, Cousinet,Montessori, Gordon, Don Milani, Freire, Buber, Goleman,Gardner e altri. Da questo impegno esce nel 1998 il Mani-festo della Scuola del Gratuito con l’obiettivo di delinearele linee fondamentali del progetto. Ci si rende conto tuttavia che le idee pedagogicheespresse in esso hanno bisogno di concretezza per poteressere utilizzate in ambito scolastico. Prosegue così un la-voro più specifico del gruppo che porta nel 2003 al com-pletamento del Manifesto con gli “ Approfondimenti eindicazioni “, una specie di legenda esplicativa che sugge-risce per ogni punto del Manifesto stesso le azioni concretenecessarie a realizzarlo.

Il Manifesto rappresenta oggi il documento storico allabase del progetto della Scuola del Gratuito da cui è po-tuto svilupparsi tutto il lavoro successivo, disponibile, in-sieme a tutta la documentazione prodotta finora, sul sitowww.scuoladelgratuito.wordpress.com.Attualmente ci sono gruppi di lavoro sia a Rimini che a Pe-saro, a cui poter fare riferimento, che stanno sperimen-tando questa pedagogia con esperienze concrete e chesono i promotori e gli organizzatori del convegno citato diseguito.

Continua a pag. 8

Lo stuzzicadentiNews insegnanti Gruppo Abele

La Scuola del GRATUITOLa Scuola del GRATUITO

GRATUITA’? Esiste ancora?Eccome! Tante esperienze interessantissime nascono da questa parola e muovonoda un sogno: debellare l’attuale sistemasociale basato sul profitto e sostituirlo con un nuovo modello, autentico, genuino, dove tutti hanno lapossibilità di offrire al mondo ciò chesono davvero.

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Lo stuzzicadenti

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News insegnanti Gruppo Abele

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Il convegno ha come scopo quello di diffondere il progettopedagogico della Scuola del gratuito che è nato come ap-plicazione alla scuola dell’idea più ampia di Società delgratuito. Cosa prevede questo progetto?Esso pone al centro della sua pedagogia la motivazione na-turale e gratuita di ogni giovane a crescere e sviluppare isuoi doni; promuove perciò un sapere interiorizzato e critico,la cooperazione educativa tra tutti i soggetti scolastici, lapartecipazione degli studenti all’organizzazione e alla ge-stione della scuola stessa. Essendo la Gratuità la molla motivazionale che spinge gli allievi all’impegno, i voti, strumenti privilegiati della scuola basata sul “ profitto”, non servono più: ciascuno segue il proprio percorso. Poiché la “Scuola del Gratuito” si preoccupa in primo luogodi educare, la famiglia assume un ruolo attivo sia dal puntodi vista progettuale che valutativo. Essa non è più cliente diun’azienda che produce istruzione ma vero partner educa-tivo. Gli insegnanti non si concepiscono più docenti maeducatori e pertanto non possono che formare un’ affia-tata equipe pedagogica in continuo dialogo tra loro e conle famiglie. La diversità è stimata realmente una ricchezzaper la crescita umana e culturale di tutti per cui gli allievi più deboli che la “scuola del profitto” marginalizza

considerandoli improduttivi, assumono nella “scuola delgratuito” un’importanza fondamentale e un ruolo centrale.Essi divengono i primi promotori della gratuità suggerendomodalità nuove di stare insieme tanto da poter parlare diuna “pedagogia degli ultimi”.

Perché questo convegno?Ci siamo accorti che è necessario che questo modo di farescuola sia conosciuto e sperimentato sempre di più nonsolo da insegnanti ma anche da genitori e studenti. Il clima che si respira a scuola non è dei migliori: la reintroduzione dei voti alle elementari ha generato competizione e ansia sia nei bambini che nei loro genitori,l’introduzione dei test INVALSI ( istituto nazionale di valuta-zione del sistema scolastico ) ha generato l’appiattimentoe l’omologazione dei percorsi educativi e didattici, i recentitagli e l’aumento del numero di alunni per classe sta portando ad una maggiore propensione alle bocciaturecome “soluzione” di tutti i problemi, la crisi economica toglie speranza ai giovani studenti,…..Ci fermiamo qui perché non vogliamo fare i pessimisti, c’èbisogno di entusiasmo nella scuola, di pensare alto e di credere nella dignità del lavoro di insegnante e nel valoredella famiglia e degli studenti. Ci sono tante persone chelavorano nella scuola con passione ma che hanno bisognodi essere sostenute da un progetto pedagogico condiviso.Ci sono tanti genitori che aspirano ad una scuola diversaper i loro figli ma che si sentono disarmati di fronte ad inse-gnati che badano solo alle prestazioni e ai voti. Ci sonotanti studenti che hanno desiderio di conoscere e di essereconsiderati come persone e non solo “vasi da riempire condelle nozioni”. Noi vogliamo dare forza, coraggio e strumenti a tutti questi.

Angelo Antognoni

Convegno “LA SCUOLA DEL GRATUITO” Convegno “LA SCUOLA DEL GRATUITO” Agorà

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Barbiana ci aspetta!Barbiana ci aspetta!

PROGRAMMA

Sabato 7 settembre 2012 ore 9/ 13:

Accoglienza partecipanti e caffè di benvenuto.Si parte: 1) La carovana e la stella. Adulti che in-segnano, ve-gliano, accompagnano.Monica Lazzaretto, presidente Asscuolapuntocom,Ass. Insegnanti in Comunità.

2) A tutti i costi! Strategie “di navigazione” per af-frontare il mare.Nicoletta Sensi, insegnante progetto “Prevenire il di-sagio creando benessere” di Gubbio.

3) Il miracolo dell’ apprendimento alle vele di Scam-pia.L’esperienza di Davide Cerullo narrata da RossanoCiottoli - Progetto VELE

Lo stuzzicadenti

3° seminario a BarbianaScuole che generano Comunità.

7/8 Settembre 2013Per insegnanti, educatori, lettori della news INSEGNAREDUCANDO

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News insegnanti Gruppo Abele Agorà

Sabato 7 settembre 2012 ore 15.00/18.00:

Da sudditi a sovrani: 4 esperienze-proposte perritrovare benessere e incisività a scuola:

1. Imparare l’attenzione, la consapevolezza e lapresenza. Grazia Roncaglia, insegnante a Gru-

gliasco

2. La Scuola I Care a Ramini: scrittura collettivaed educazione globale. Centro di documenta-

zione e di progetto "don Lorenzo Milani" di Pistoia

3. Dalla crisi a una nuova umanità.Movimento NOI – laboratori di protagonismo

4. Ricominciare daccapo: don Milani a Terra-nova di Pollino.Giuseppe Carbone e Piera Gornati – la scuolina

I CARE

articolare per insegnanti della scuola s

“L'educazione è prevalentemente una questione sociale.Dalla capacità di incontrarsicon interesse reciproco può nascere l'anelitoad una nuova socialità tendente a potenziareil mutuo sostegno e l'apprezzamento per l'operato altrui. Riveste grande importanza l'esempio che bambini e ragazzi ricevono nel vedere adulti - genitori, insegnanti, amministratori, sostenitori - lavorare insieme per un ideale comune,nonostante le diversità individuali”.www.educazionewaldorf.it

Continua a pag. 11

Page 10: INSEGNAREDUCANDO. N°28 -  settembre 2013

Lo stuzzicadenti

Incontriamoci a Barbiana, nei luoghi dove don Milani

insegnava ai ragazzi a divenire sovrani, per condividere esperienzee per immaginare insieme nuove prospettive.

Lettera a una professoressa ...

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Sabato 7 settembre 2013 - ore 21,30: Il bambino terribile: Spettacolo teatrale di Fran-cesca Cenciarelli e Maria Luisa Morici

Domenica 8 settembre 2013 ore 9/ 14:

Colazione insieme Condividiamo la responsabilità: cittadini-so-vrani che imparano a presidiare.A cura del presidio insegnanti " G. Rechichi" di Li-bera Umbria Come il quartiere cambia faccia: azioni trasfor-mative di una scuola partecipata.Conversazioni con Gianluca Cantisani. L’espe-rienza Di Donato nel quartiere Esquilino di Roma L’ingrediente indispensabile: ritrovare la pas-sione.Conversazioni con Diana Silvestri (Dirigente per43 anni a Napoli)

Ci spostiamo a Barbiana per il pranzo alsacco e la visita alla scuola di Barbiana

ore 15: Scuola = comunità educante. La scelta peda-gogica di don Milani. Conversazioni con Michele Gesualdi, allievo delPriore.

News insegnanti Gruppo Abele

Page 11: INSEGNAREDUCANDO. N°28 -  settembre 2013

L’isola che c’è

Da non perdere!Da non perdere!

News insegnanti Gruppo Abele Agorà

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QUARTA CONFERENZA REGIONALE DELLA SCUOLALa scuola che si rinnova aiuta la rinascita del Paese

Benvenuto cambiamentoTorino, 5 settembre 2013

Fabbrica delle E, corso Trapani 95

PROGRAMMA

Ore 8.30

Accoglienza e consegna quaderno di documentazione.

Ore 9-13

Presiede: Gianni Giardiello

Saluti istituzionali

Scuola e società in crisi: piste per assumere i cambiamenti

Achille Orsenigo

I nodi del cambiamento

Domenico Chiesa, Giannino Marzola, Marta Parodi,

Aldo Pasquero

Sulle strade per l’innovazione

Andrea Appiano, Enrico Donaggio, Adriana Luciano,

Paolo Mazzoli, Anna Maria Poggi

Ore 14-18

Presiede: Grazia Liprandi

Da somaro a professore

dal ”Diario di scuola” di D. Pennac

Conferenza teatrale di Enzo Pesante e il suo gruppo di

“Theantropos”,

…Cambiare la scuola

Laboratori tematici in parallelo, promossi e gestiti dai re-

sponsabili delle Associazioni della scuola:

• Reti territoriali: responsabilità/reciprocità

• Organizzazione flessibile

• Protagonismo degli studenti

• Autovalutazione e valutazione

• Verticalità, continuità

• Organizzazione e relazione educativa

• Nuovi media

Sulle conclusioni del dibattito il Forum si impegna ad

attivare iniziative specifiche sul tema:

“La scuola che si rinnova aiuta la rinascita del Paese”

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Inviare la scheda di adesione al Ce.Se.Di.:

mail: [email protected]

fax: 011 8613600 - tel. 011 8613645

per ulteriori informazioni:

www.forumscuolapiemonte.it

Le associazioni del Forum sono soggetti qualificati per

l’aggiornamento e la formazione del personale della scuola;

il seminario si configura pertanto come attività di formazione

e aggiornamento.È possibile chiedere l’esonero dal servizio

ai sensi dell’art.62 del Ccnl 2002/05

Cari colleghi, iniziamo con sprint! Come avrete letto, 3 convegni importanti per iniziare nelmigliore dei modi! A tutti voi buon inizio! Per info: Corso Trapani 91/b Torino Ufficio insegnanti3315753853/ 011 3841052 [email protected]