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5/7/2018 Kangbashi - La Città Fantasma di Ordos - slidepdf.com
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KangbashiThe ghost town of Ordos
Foto e testo di Nicola Longobardi
In lingua mongola la parola Ordos signica palazzi, mai nome fu più appro-
priato per una città. Circa sette anni fa il governo della provincia autonoma
della Mongolia decise che c’era la necessità di incrementare il PIL della re-
gione. La via più veloce e sicura era quello di investire nell’edilizia. Oggi ilfrutto di quella decisione di chiama Kanghbashi, la nuova area di Ordos.
Città s’addimanda una radunanza d’uomini per vivere insieme felicemente.
E grandezza di città si chiama non lo spazio del sito o il giro delle mura mala fortuna degli abitanti e la potenza loro.
Giovanni Botero, Delle cause della grandezza e magnifcenza delle città, 1588
©2011 Nicola Longobardi
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Dove sette anni prima si stendeva a perdita d’occhio la prateria mongola,oggi, al suo posto, ci sono palazzi e strade che attendono di essere abitate evissute dalle persone. Si perché il problema di Ordos è proprio questo, anco-ra nessuno ha deciso di viverci.Solitamente le città nascono da delle congiunture economiche che creanoopportunità di lavoro e richiamano le persone. E più queste opportunità cre-scono più la città deve ospitare nuovi abitanti e ampliarsi facendosi modella-re da chi vive le sue strade e abita i suoi palazzi. A Ordos il processo è statoinvertito. Ai futuri cittadini è stata confezionata una città, pensata in ogni suaminima parte. Strade larghe per agevolare il trafco cittadino, un museo, unteatro, un centro culturale e una biblioteca pubblica per dare la possibilità aicinesi di poter trascorrere il loro tempo libero. Solo quello a cui il governonon ha pensato è come dare la possibilità alle persone di lavorare. Le unichepersone che si vedono per le strade sono i pochi impiegati goverativi e l’e-sercito di operai che tutti i giorni proviene dalla vecchia città, distante circa
30 km, che lavora nei cantieri e la sera torna a casa con l’autobus.
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L’unca branca dell’economia che ha funzionato in questo progetto faraonico
è il mercato immobiliare. Nonostante la città sia ancora quasi del tutto disa-
bitata a Ordos non è facile trovare una casa non venduta. Negli anni gli inve-
stitori cinesi hanno comprato gli immobili, vedendoli come una risorsa per il
futuro, pensando di rivendere le case a prezzi maggiorati. Secondo gli anali-
sti questo è il grosso problema di questa città, che oggi detiene uno dei PIL
pro capite più alti della Cina. Questo mercato dell’immobile drogato potreb-be diventare una bolla speculativa che creerebbe diversi problemi economici
in futuro.
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Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure.
Italo Calvino, Le città invisibili, 1972
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Ogni città riceve la sua forma dal deserto a cui si oppone.
Italo Calvino, Le città invisibili, 1972
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Camminare per le strade di questa Ordos da l’impressione di vivere all’inter-
no di un episodio della serie tv “Ai conni della realtà”. Quella puntata dove
un uomo si risveglia e la città dove vive è completamente vuota. Le uniche
persone che vede per le strade sono degli operai completamente blu che rico-
struiscono tutto. Si era risvegliato all’interno di un limbo tra due attimi, e
quegli operai stavano costruendo la città per ogni momento del tempo che
scorre. Questa è la sensazione che trasmette questa città, che sia ancora fer-
ma in un limbo in attesa che arrivi il suo tempo.
©2011 Nicola Longobardi
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D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta chedà a una tua domanda.
Italo Calvino, Le città invisibili, 1972
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