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La comunicazione interpersonale Pagina 1

La comunicazione interpersonale · 2020. 4. 1. · La comunicazione interpersonale Pagina 2 La comunicazione interpersonale è un processo di interscambio simbolico che coinvolge

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  • La comunicazione

    interpersonale

    Pagina 1

  • La comunicazione

    interpersonale

    Pagina 2

    La comunicazione interpersonale è un processo di interscambio simbolico che coinvolge due o più persone entro un contesto comune (spazio e/o temporale), in un processo dinamico e negoziale di influenzamento reciproco;

    In un’interazione diretta, il feedback è in tempo reale.

  • La comunicazione interpersonale,

    in primis

    Il comunicatore si trova a operare quotidianamente in contatto con molte persone, dal backgroundestremamente variegato, nell’ambito di differenti contesti comunicativi (faccia a faccia, mediati, pubblici);

    La competenza interpersonale è dunque un elemento trasversale della sua professionalità: egli è chiamato a prendere consapevolezza delle regole implicite della comunicazione, per poi acquisire le strategie e le tecniche più efficaci.

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  • Fra i primati della comunicazione interpersonale, vi sono quelli di essere la più:

    primordiale, istintuale

    diffusa in un’Organizzazione

    efficace, «espressiva», caratterizzata da massima larghezza di banda

    difficile (da controllare) e costosa per un’Organizzazione!

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    Organizzazioni = reti sociali!

  • Comunicazione

    e «influenza» sociale

    Fra i principi generali che descrivono il funzionamento della comunicazione interpersonale, si segnalano gli ormai classici assiomi della comunicazione, elaborati dalla Scuola di Palo Alto (P. Watzlawick, J.H. Beavin, D.D. Jackson, 1967);

    La visione sottostante: il comportamento umano (e, dunque, tutto) è comunicazione.

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  • Assiomi della comunicazione(1967)

    1) Non si può non comunicare;

    2) Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e uno di relazione (di modo che il secondo classifica il primo ed è, dunque, “metacomunicazione”);

    3) La comunicazione è un processo circolare, che dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione fra i partecipanti (ovvero dalla loro rispettiva interpretazione dei nessi di causa/effetto);

    4) Gli esseri umani comunicano con il linguaggio sia verbale che analogico;

    5) Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari, a seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza.

    Pagina 6

    P. Watzlawick, J. H. Beavin, D. D. Jackson, 1967.

  • L’«orchestrazione»

    della comunicazione umana

    Fonte: Paccagnella, 2004 (con adattamenti).

    DistanzaOrientazione

    Timbro

    Postura

  • Il linguaggio

    «analogico»

    E’ dato da un insieme di segni non codificati (e dunque dal significato ambiguo e non univoco) che tuttavia, più del linguaggio verbale, sono efficaci nel qualificare la relazione comunicativa:

    cinesica: mimica del volto, degli occhi, del corpo (in particolare, mani e braccia), postura;

    prossemica (= gestione dello spazio in relazione agli altri):

    distanza fra gli interlocutori: zona intima (fino a 45 cm), personale (45-120 cm), sociale (1,5-3 m), pubblica (3-7 m);

    orientazione degli interlocutori;

    aptica: gestione del contatto fisico;

    comunicazione vocale («paraverbale»): tono, volume, ritmo e timbro della voce; dizione.

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  • La qualità della

    comunicazione interpersonale

    La comunicazione produce effetti «irreversibili» sulle relazioni;

    La competenza relazionale del comunicatore richiede, pertanto, che si acquisisca consapevolezza in merito alle regole implicite che supportano tanto l’efficacia quanto l’etica della comunicazione:

    Cooperazione (Grice, 1993)

    Cortesia (Lakoff, 1987)

    Ascolto attivo (Gordon, 1974; Burley-Allen, 1995; et al.)

    Assertività (Salter, 1949; et al.)

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  • Regole di cooperazione

    conversazionale (Grice, 1993)

    Essere esaurienti (regola di quantità): non dire troppo, né troppo poco

    Essere veritieri (regola di qualità): sii sincero

    Essere pertinenti (regola di relazione): sii pertinente

    Essere chiari (regola di modo): sii chiaro

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  • Regole di cortesia(Lakoff, 1987)

    Non imporsi (e, dunque, rispettare le differenze)

    Offrire alternative

    Mettere a proprio agio l’interlocutore

    Il punto centrale è dato dalla capacità di riconoscere la propria benevolenza verso l’interlocutore, dalla sensibilità di intuirne le condizioni interiori e personali, dalla volontà di comunicare per migliorare la relazione.

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  • Ascolto attivo(Gordon, 1974; Burley-Allen, 1995; et al.)

    L’ascolto attivo si basa sull’empatia e sulla capacità di cogliere in tempo reale il feedback – esplicito e non –dell’interlocutore;

    È sinceramente interessato a comprendere: si astiene dal criticare o giudicare, incoraggia il dialogo/feedback;

    In un’ideale scala, è dunque il più efficace (M. Burley-Allen, 1995):

    ascolto distratto

    ricezione del contenuto

    ascolto attivo (empatico?)

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  • Assertività(Salter, 1949; et al.)

    Lo stile assertivo è, in genere, il più funzionale nelle relazioni professionali, ma è anche quello che richiede maggiore competenza relazionale:

    punta a una relazione aperta, trasparente e paritaria («simmetrica») con l’interlocutore/i;

    implica, in particolare, la capacità di «nutrire» la relazione attraverso un feedback esplicito (*) all’interlocutore, nonché l’impegno nel preservare la relazione: riconoscendo i propri errori, assumendosene le responsabilità e attivandosi per porvi rimedio.

    (*) N.B.: un feedback efficace è specifico, incentrato sui comportamenti dell’interlocutore ed espressivo delle emozioni da esso suscitate.

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  • Un esempio:

    il public speaking

    Il professionista di comunicazione ed RP è sovente chiamato a uscire dalla più naturale relazione uno-a-pochiper prendere la parola di fronte a gruppi;

    Al centro del processo di public speaking vi è la relazione relatore-pubblico, all’insegna di un modello di comunicazione asimmetrico e caratterizzato dalla specializzazione dei ruoli, nel quale è decisivo l’ascolto.

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