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La risonanza magnetica (RM) ha un ruolo d’indagine di secondo o terzo livello nella valutazione della patologia espansiva della tiroide. Infatti, nonostante l’elevata definizio- ne anatomica, la metodica non consente tut- tavia di differenziare tessuto benigno da mali- gno sulla base delle caratteristiche d’intensità di segnale. Esistono attualmente tre indicazio- ni per l’utilizzo della RM nella patologia tiroi- dea: a) la valutazione dei gozzi retrosternali, b) la visualizzazione dell’estensione e del coinvolgimento muscolare, vascolare e tra- cheale dei tumori tiroidei invasivi, e c) l’iden- tificazione di ricorrenza neoplastica. La RM è sicuramente utile per la visualizza- zione dell’estensione retrosternale dei gozzi tiroidei. In particolare, consente la visualizza- zione della componente cervicale e toracica dei gozzi e delle strutture vascolari in corri- spondenza della giunzione cervico-toracica. Questa metodica consente, inoltre, di eviden- ziare i rapporti tra massa e strutture limitro- fe tra cui vasi, muscoli e asse tracheale e di valutare la severità della compressione, della dislocazione e dell’infiltrazione di queste strutture. L’utilizzo di questa metodica con- sente di ottenere importanti informazioni riguardo l’operabilità e le modalità dell’ap- proccio chirurgico. Il caso presentato nelle Figure 1-3 (paziente maschio di 54 anni con gozzo multinodulare e reperto istologico post-chirurgico di carcinoma follicolare) mette in evidenza alcuni degli aspetti che possono essere evidenziati con l’utilizzo della RM, grazie anche alla possibilità di ottenere scansioni multiplanari. La risonanza magnetica nella patologia tiroidea Marco Salvatore Dipartimento Assistenziale di Diagnostica per Immagini e Radioterapia Università degli Studi di Napoli “Federico II” mmagini in Endocrinologia 176 Figura 1 – Immagine assiale fast spin- echo T1 con mezzo di contrasto. Marcato incremento volumetrico della ghiandola tiroidea per presen- za di un grosso gozzo multinodulare (evidente un nodulo disomogenea- mente iperintenso) (A). Vettore tra- cheale dislocato con notevole ridu- zione del calibro assiale e longitudi- nale e perdita di clivaggio nella pare- te postero-laterale (B). Marcata dislo- cazione delle strutture vascolari e deformazione del profilo cutaneo. Figura 2 – Immagine sagittale fast spin-echo T1 senza mezzo di con- trasto. Marcato incremento volumetrico della ghiandola tiroidea senza estensione nel mediastino supe- riore (A=arco aortico) e con infil- trazione del piano muscolare. Figura 3 – Immagine coronale fast spin-echo T1 con mezzo di contra- sto. Marcato incremento volumetrico della tiroide con dislocazione dei vasi epiaortici e del vettore laringo- tracheale (T=trachea). Disomo- genea l’impregnazione ghiandolare del mezzo di contrasto.

La risonanza magnetica nella patologia tiroidea

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La risonanza magnetica (RM) ha un ruolod’indagine di secondo o terzo livello nellavalutazione della patologia espansiva dellatiroide. Infatti, nonostante l’elevata definizio-ne anatomica, la metodica non consente tut-tavia di differenziare tessuto benigno da mali-gno sulla base delle caratteristiche d’intensitàdi segnale. Esistono attualmente tre indicazio-ni per l’utilizzo della RM nella patologia tiroi-dea: a) la valutazione dei gozzi retrosternali,b) la visualizzazione dell’estensione e delcoinvolgimento muscolare, vascolare e tra-cheale dei tumori tiroidei invasivi, e c) l’iden-tificazione di ricorrenza neoplastica.

La RM è sicuramente utile per la visualizza-zione dell’estensione retrosternale dei gozzitiroidei. In particolare, consente la visualizza-zione della componente cervicale e toracicadei gozzi e delle strutture vascolari in corri-spondenza della giunzione cervico-toracica.Questa metodica consente, inoltre, di eviden-ziare i rapporti tra massa e strutture limitro-fe tra cui vasi, muscoli e asse tracheale e divalutare la severità della compressione, delladislocazione e dell’infiltrazione di questestrutture. L’utilizzo di questa metodica con-sente di ottenere importanti informazioniriguardo l’operabilità e le modalità dell’ap-proccio chirurgico. Il caso presentato nelleFigure 1-3 (paziente maschio di 54 anni congozzo multinodulare e reperto istologicopost-chirurgico di carcinoma follicolare)mette in evidenza alcuni degli aspetti chepossono essere evidenziati con l’utilizzo dellaRM, grazie anche alla possibilità di ottenerescansioni multiplanari.

La risonanza magnetica nella patologia tiroidea

Marco SalvatoreDipartimento Assistenziale di Diagnostica per Immagini e Radioterapia

Università degli Studi di Napoli “Federico II”

mmagini in Endocrinologia

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Figura 1 – Immagine assiale fast spin-echo T1 con mezzo di contrasto.Marcato incremento volumetricodella ghiandola tiroidea per presen-za di un grosso gozzo multinodulare(evidente un nodulo disomogenea-mente iperintenso) (A). Vettore tra-cheale dislocato con notevole ridu-zione del calibro assiale e longitudi-nale e perdita di clivaggio nella pare-te postero-laterale (B). Marcata dislo-cazione delle strutture vascolari edeformazione del profilo cutaneo.

Figura 2 – Immagine sagittale fastspin-echo T1 senza mezzo di con-trasto.Marcato incremento volumetricodella ghiandola tiroidea senzaestensione nel mediastino supe-riore (A=arco aortico) e con infil-trazione del piano muscolare.

Figura 3 – Immagine coronale fastspin-echo T1 con mezzo di contra-sto.Marcato incremento volumetricodella tiroide con dislocazione deivasi epiaortici e del vettore laringo-tracheale (T=trachea). Disomo-genea l’impregnazione ghiandolaredel mezzo di contrasto.