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7 Rivista Semestrale di Ladurner Ambiente Anno V nr.07 ottobre 2017 Reg.Trib.Bz nr. 7/2001 Speciale Collection Equipment Ladurner protagonista dell’economia circolare Un nuovo marchio per l’equipment

Ladurner protagonista dell’economia circolare · l’economia circolare si basa anche e soprattutto sulle misure di recupero dei materiali destinati a divenire rifiuti, con la trasformazione

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7Rivista Semestra le

d i Ladurner Ambiente Anno V nr.07 ottobre 2017

Reg.Tr ib.Bz nr. 7/2001

SpecialeCollectionEquipment

Ladurner protagonistadell’economia circolare

Un nuovo marchio perl’equipment

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In copertina:

Veicolo equipaggiato Ladurner

Quello spin-off che rilancia Ladurner in Europa

È stato ufficializzato il perfezionamento dell’acquisizione da parte di Infore Envi-ronment Technology Group del controllo del ramo d’azienda ambientale di Zoom-lion, divenuta Zoomlion Environment, tra le cui partecipazioni di controllo c’è an-

che il Gruppo Ladurner Ambiente.La recente visita durante il tour italiano della dele-gazione composta dai massimi vertici di Infore En-viro e Zoomlion Environment (vedasi a pagina 14), con in testa il Chairman e Presidente Ma Gang ed il General manager di Zoomlion Environment Chen Peiliang (Chaucer), ha confermato e rilanciato il ruolo di Ladurner quale front-company della multi-nazionale in Europa, Italia compresa. Dei piani del-le tre gocce ce ne parla l’amministratore delegato Andrea Silvestri a pagina 3 e nello speciale “Collec-tion Equipment” nel quartino interno di LIFE.In tema di piani industriali generali Silvestri mette in risalto come Ladurner, da sempre, sia protagonista dell’economia circolare, avendo da quasi trent’an-ni portato innovazione e tecnologia nel settore del trattamento industriale delle acque e dei rifiuti. E lo fa ricordando la grande visione di allora ed i meriti della Famiglia Ladurner, che ci ha creduto in tempi “non sospetti”. Ma è interessante anche evidenzia-re le azioni e gli obiettivi del piano industriale che, in occasione della visita citata poc’anzi, ha ritrova-to nuova e più decisa chiarezza e quindi un nuovo ed ulteriore rilancio.Come non soffermarsi, inoltre, sul progetto “Col-lection Equipment” che, in occasione di Ecomon-do a Rimini, parte dall’Italia in quanto mercato domestico, ma che in occasione di IFAT Monaco,

a maggio 2018, sbarcherà in Europa. Un proget-to avviato oltre un anno fa, sviluppato sulla scorta dell’esperienza maturata dalla Divisione consulen-za ambientale (ex Idecom) e su cui Ladurner punta molto.Con l’acquisizione di un impianto TMB nel Lodigia-no e con il revamping dell’impianto di produzione di CSS di Spezia, Ladurner si rilancia prepotente-mente anche nel settore del trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati, che negli ultimi tempi, per ef-fetto di molte dinamiche e componenti industriali e commerciali, è tornato ad essere un “tema di mer-cato” interessante per tutto il settore.Dell’attività di Ladurner in Cina ce ne parla il country manager Simone Paoli, che traccia un primissimo bilancio dell’attività dell’organizzazione di Ladurner Hunan e delle scelte tecniche per il digestore di Huaian, che risultano appropriate.Anche l’attività di ricerca e sviluppo di Ladurner procede con la giusta curiosità e determinazione. Burkhard Klotz ci illustra come Ladurner guardi al processo termochimico di “carbonizzazione idro-termale” (HTC) come risposta al trattamento del-le biomasse da rifiuto e per i fanghi, grazie alla sperimentazione con ENEA, che riguarda anche l’upgrading del biometano. E della collaborazione con ENEA, con cui si sono presentati i risultati di “Industria 2015” a Stoccolma, ce ne parla anche il capo progetto Sergio Brandani.Nel settore del trattamento del rifiuto organico La-durner ha conseguito una nuova ed importante au-torizzazione alla costruzione ed esercizio di un di-gestore a Cupello in Abruzzo e, in partnership con terzi, un digestore a Salussola nel Biellese, come ci

DI BRUNO ABRAM

Questa rivista è stampata su carta certificata FSC©

Informativa ai sensi dell’articolo 13 D. Lgs. 196/2003. I dati personali sono utilizzati per l’invio della testata giornalistica “LIFE” redatta dalla Ladurner Ambiente SpA, titolare del trattamento. Essi sono trattati in forma scritta ed elettronica, non saranno soggetti a comunicazione e diffusione. In qualunque momento il lettore potrà esercitare i diritti di cui all’articolo 7 del D. Lgs. 196/2003, in particolare il diritto di accedere ai propri dati personali, chiederne la modifica, l’aggiornamento e/o la cancellazione, nonché di opporsi al loro trattamento per motivi legittimi rivolgendo le richieste al Titolare del trattamento: [email protected].

Direttore responsabile: Bruno AbramreDazione giornalistica: Bruno Abram, Nicola Bellero, Bruno Doni, Davide Furlan, Matteo Grandi, Burkhard Klotz, Massimo Mapelli, Andrea Miorandi, Mario Monti, Simone Paoli, Lorenz San Nicolò, Gianni Gallozzi, Massimo Troncon. stampa: La Bodoniana (Bz) ©2017 – Laduner Ambiente Spa numero 07/ottobre 2017 - Reg. Trib. Bz nr. 7/2001 Redazione: via Innsbruck 33, 39100 Bolzano Tel. +39 0471 949 800 e-mail: [email protected]

C radle to Cradle o, abbreviato, C2C o, in italia-no, dalla culla alla culla. E’ l’approccio pro-

duttivo, risalente agli anni sessanta, che ha dato il via alla circular economy (economia circolare), rispolverata negli ultimi anni dalla Commissione europea in modo da costringere gli stati membri ad adottare ed imporre le migliori pratiche per il minimo spreco ed il massimo recupero, quindi la massima circolarità. Nella comunicazione 398 del 2014 (“Verso un’economia circolare: programma per un’Europa a zero rifiuti”) la Commissione ha sviluppato il proprio indirizzo strategico.L’economia circolare si contrappone, o comun-que è alternativa, all’economia lineare che ha ca-ratterizzato gran parte dello sviluppo degli ultimi decenni e di gran parte del secolo scorso.Oltre alle misure preventive, come l’estensione della vita dei prodotti, la produzione di beni di lun-ga durata, la riduzione della produzione di rifiuti, l’economia circolare si basa anche e soprattutto sulle misure di recupero dei materiali destinati a divenire rifiuti, con la trasformazione in materia solida, liquida e gassosa.Nell’economia circolare, secondo la MacArthur Foundation, i flussi di materiali sono di due tipi. Quelli biologici, che sono in grado di essere rein-tegrati nella biosfera e quelli tecnici, che si rivalo-rizzano senza entrare nella biosfera.

Cos’è l’economia circolare

racconta Matteo Grandi.Nuovo impianto anche nel settore bonifiche, con l’autorizzazione per un impianto per il trattamento e recupero di rifiuti da spazzamento stradale e ri-fiuti speciali non pericolosi a Mira, nel Veneziano.Infine le attività di Ladurner sui mercati mondiali (Davide Furlan) e la costruzione del nuovo depu-ratore di Trento, un esempio per l’Europa, come ci informa Massimo Troncon.

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Economia circolare. Per capire cos’è si veda l’articolo nella pagina precedente. Qui vogliamo capire come il nuovo piano industriale di Ladurner si inserisce nell’approccio a tale modello. Lo facciamo con Andrea Silvestri, amministratore delegato del Gruppo Ladurner Ambiente.Innanzitutto qual è il suo concetto di economia circolare e

cosa ne pensa?“Negli ultimi decenni – esordisce Silvestri – l’economia produttiva ha marciato a senso unico basandosi sulla sola produzione di beni, attingendo alle risorse naturali e senza considerare il recupero dei prodotti a fine vita. E’ quella che si chiama economia lineare e da qui si è partiti attraverso un processo transito-rio che assicura certamente più sostenibilità, ma che non chiude il cerchio, in quanto vengono ancora sprecate risorse, direttamente sotto forma di materie prime ed indirettamente sotto forma di energia fossile”.Veniamo alla Ladurner ed al ruolo che potrà avere in questo nuovo ap-proccio.“Nell’economia circolare Ladurner Ambiente ci sta da oltre vent’anni – ribatte Silvestri – magari senza rendersene conto o, meglio, senza tanta enfasi, ma ci sta dentro a pieno titolo.Se si pensa a tutte le attività sviluppate dal nostro gruppo ambientale dal 1990 in poi nel recupero di materia, dalla depurazione delle acque reflue al trattamento dei rifiuti urbani con la produzione di ammendanti per l’agricol-tura (compost) e l’ortoflorovivaismo o la produzione di combustibile (CDR) e, nell’ultimo decennio, con la produzione di biogas per la generazione di ener-gia elettrica o, nell’immediato futuro, con la produzione di biometano per usi generici e soprattutto per l’autotrazione”.Dei pionieri, quindi…“Certamente non da soli – precisa Andrea Silvestri – in un settore che ancora all’inizio degli anni novanta era considerato di serie B, eravamo comunque in pochi a scommettere sul trattamento industriale dei rifiuti in Italia. La visione e l’intuizione del nostro azionista, la famiglia Ladurner, ci ha permesso di svi-luppare attività virtuose prima nell’acqua, poi nei rifiuti urbani, in tempi non sospetti o, per così dire, ante litteram rispetto al pensiero che si è consolidato negli ultimi anni”.Era già economia circolare?“Forse non era compiutamente quel che si definisce oggi come economia circolare – ammette Silvestri – ma si trattava comunque di una situazione tran-sitoria verso tale traguardo. Gli esperti l’hanno definita economia a catena, che è lo stadio prima dell’economia circolare, in quanto, come dicevo, non chiudeva completamente il cerchio, sfruttando, per il recupero, ancora troppe risorse. Inoltre, le materie recuperate erano certamente limitate rispetto agli sprechi. Ma comunque era un approccio giusto verso la piena circolarità, che si sta raggiungendo adesso”.Che importanza riveste l’economia circolare nel nuovo piano industria-le di Ladurner?“Direi che sta alla base del piano. Innanzitutto il piano conferma il nostro posi-zionamento nel settore dei rifiuti urbani con una specializzazione industriale e tecnologica, sia di produttori che di prestatori di servizi ad alta professionalità. Tradotto, significa che nel campo produttivo, oltre alla costruzione di impianti

Ladurner protagonistadell’economia circolare

INTERVISTA A ANDREA SILVESTRI

Dai rifiuti al biocarburante per autotrazione passando per le tecnologie di raccolta, trattamento e recupero di materia solida, liquida e gassosa – Il contributo del piano industriale di Ladurner al modello di sviluppo economico circolare

per il trattamento, saremo anche produttori di tecnologie per la raccolta dei rifiuti urbani. Nel campo dei servizi, ci concentreremo nell’engineering e nella gestione e manutenzione degli impianti di trattamento, oltre alle bonifiche. Ma una delle forze del piano è che ci concentreremo sulla costruzione, sviluppo, gestione e manutenzione di nostri impianti”.Andiamo con ordine. Costruzione e sviluppo di impianti.“Costruiremo e svilupperemo impianti di nostra proprietà, controllati o par-tecipati – precisa Andrea Silvestri - in concessione pubblica o privati, legati al trattamento di rifiuti urbani da frazione differenziata umida (Forsu), fanghi, vegetali e da frazione residua o indifferenziati, al fine di recuperare la maggior quantità di materia possibile (solida, liquida o gassosa) e contribuire a pieno titolo al modello di crescita sostenibile a cui mira l’economia circolare”.Servizi di engineering, gestione e manutenzione?“Gestiremo impianti fondamentalmente nostri, controllati o partecipati o di nostra costruzione. Inoltre collaboreremo con attività di engineering con le nostre consociate cinesi per la costruzione e lo sviluppo di impianti in Cina ed in Asia”.Tecnologie di raccolta rifiuti…“E’ la nuova attività (ne parliamo nello speciale equipment all’interno di LIFE, ndr) sulla quale puntiamo molto – dice Silvestri – in quanto di massima siner-gia con le attività delle nostre consociate cinesi.Abbiamo obiettivi ambiziosi in questo settore come Ladurner, sapendo di po-ter dare un forte valore aggiunto in Italia ed in Europa. Proprio quello di trait-union tra l’Europa e l’Occidente in genere e la Cina è il ruolo affidato a Ladur-ner dalla controllante Zoomlion Environment ed Infore Enviro”.Adesso proviamo a verificare la compatibilità del piano Ladurner con l’economia circolare…“E’ molto semplice – ribatte Silvestri – dalla Forsu otteniamo nei nostri impianti biogas ed energia, biometano, compost e gli scarti al recupero. Dall’indiffe-renziato otteniamo combustibile. Per quanto riguarda il biometano, puntiamo all’autotrazione in quanto per raggiungere gli obiettivi strategici della decarbo-nizzazione dei trasporti il pubblico dovrà essere il primo player, convertendo il proprio parco mezzi come autobus e mezzi per la raccolta”.“Come si vede – conclude Silvestri – il ruolo di Ladurner nell’approccio all’e-conomia circolare non è marginale e si inserisce a pieno titolo nei segmenti di circolarità più importanti come raccolta e recupero, quelli successivi al con-sumo”.

LADURNER AMBIENTE LIFE

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La ripartenza di Ladurner a Spezia passa per l’aggiudicazione da parte di Acam del project financing per la partecipazione nella società ReCos Spa (newco di progetto), il revamping e la gestio-ne degli impianti di Saliceti (CDR) e Boscalino (compostaggio,

con opzione per un digestore) assieme ad Iren.Della gestione dell’impianto di produzione di Cdr-Css di Saliceti parliamo con l’ing. Gianni Gallozzi, responsabile della Divisione gestioni waste to energy del gruppo delle “tre gocce”.Gallozzi, con la gestione degli impianti spezzini siete partiti “pronti, via!”…“Certo – esordisce Gallozzi – con l’impianto ancora a mezzo servizio, cioè an-cora da revampare, abbiamo cominciato i primi mesi di un project lungo oltre 25 anni, con un’AIA, una tecnologia e un’organizzazione ancora da portare a règime”.Non è stato semplice.“Non è stato semplice, ma abbiamo comunque trovato una struttura di base ed una squadra preparata, in particolare per quanto riguarda le prime linee, come il capo impianto ed il suo vice, ma anche gli altri livelli, ai quali è bastato avere gli stimoli di una ripartenza organizzata e con obiettivi chiari”.Lei è “direttore della gestione industriale” del “project” e “direttore tec-nico” dell’impianto di Saliceti e di Boscalino.“Sì. La prima è una funzione prevista dal project, mentre la seconda è prevista dalla normativa ambientale”.Le prime cose da fare quali sono state?“Sull’impianto di Saliceti – continua Gallozzi – oltre all’effetto ripartenza con i mezzi adeguati, si è puntato alla riorganizzazione delle attività di manutenzio-ne, in particolare di quella preventiva, cercando di impostare, ove possibile, una sistematica manutenzione predittiva, che è quella che permette di preve-nire sì i guasti, ma anche di stimare l’aumento del degrado ed individuare il tempo residuo prima del guasto”.

INTERVISTA A GIANNI GALLOZZI

Ripartenza con revamping e gestione dell’impianto di CDR-CSS di Saliceti e dell’impianto di compostaggio di Boscalino, futuro digestore; Ladurner ritorna nel bacino spezzino con un ruolo industriale condividendo le azioni con il territorio

Ladurner “revampa”a Spezia...

Un obiettivo ambizioso…“Sì, ma potremo consolidare un sistema di manutenzione predittiva una volta completato il revamping e la messa a règime definitiva dell’impianto, grazie ai mezzi ed alle risorse messe a disposizione dal project. Siamo poi intervenuti sulla struttura manutentiva dell’impianto, che prima era completamente esternalizzata e quindi, a mio avviso, avulsa dall’attivi-tà e dalle esigenze industriali dell’impianto”.Ma ci sono stati altri interventi?“Un’attività fatta non direttamente sugli impianti – continua Gallozzi – è stata quella di comunicazione ed interlocuzione diretta con i cosiddetti stakeholder territoriali. Vale a dire enti (autorizzanti, controllanti, i comuni ospitanti), cittadini o loro organismi, in modo da stabilire subito un rappor-to il più possibile fiduciario, con l’obiettivo di fare le cose e di condividerle col territorio”.Con che risultati?“Direi positivi. Abbiamo portato a compimento tutte le azioni che, in questa prima fase, potevamo gestire, in particolare per l’impianto di CDR-CSS di Saliceti. Prima dal punto di vista tecnico ed industriale e di conseguenza dal punto di vista ambientale e dell’ottemperanza alle prescrizioni autoriz-zative, compatibilmente con lo stato di transitorietà dell’attuale configura-zione impiantistica.Una volta concluso il revamping, cioè la fase due, sarà possibile allinearsi, anche con il ricorso alla piena automazione dell’applicazione del piano di monitoraggio e controllo”.E per quanto riguarda il trattamento dell’organico a Boscalino?“Anche qui – conclude Gallozzi – è stata prevista una prima fase, con un’attività di mero trasferimento del rifiuto organico verso altri impianti di trattamento. Il project ha però previsto un’opzione per l’implementazio-ne dell’impianto con una sezione di digestione anaerobica, che dovrebbe corrispondere all’entrata a règime della raccolta della frazione organica”.

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Chi è Gianni GallozziGianni Gallozzi è Responsabile della Divisione Gestioni impianti waste to ener-gy di Ladurner.Laureato in ingegneria meccanica, è approdato al Gruppo Ladurner Ambien-te nel settembre del 2016. Vanta una pluriennale esperienza nella gestione e manutenzione di termovalorizzatori, nonché una consolidata esperienza nella progettazione d’impianti per il trattamento di rifiuti solidi urbani ed industriali e nell’applicazione di sistemi e tecnologie per l’utilizzo in industria cementiera di rifiuti trasformati in combustibili alternativi. Nella sua veste di responsabile della divisione specifica, ricopre attualmente ruoli di responsabilità nell’ambito della direzione tecnica della società Re.Cos di Spezia, responsabile tecnico del termovalorizzatore di Montale (PT) e am-ministratore unico della società Renerwaste Lodi, nonché responsabile O&M (Operating & Maintenance) di diversi altri progetti.

Ladurner Ambiente si è aggiudicata la gara per l’acquisizione da A2A Ambiente della società “Bellisolina”, proprietaria dell’impianto TMB di Montanaso Lombardo, in provincia di Lodi, che tratta, tra l’altro, i rifiuti indifferenziati del bacino Lodigiano. Ne parliamo con l’ammi-nistratore unico e responsabile tecnico della società, la cui ragione sociale è ora “Renerwaste Lodi”, l’ing. Gianni Gallozzi.

Inquadriamo innanzitutto l’impianto…“Si tratta – esordisce Gallozzi – di un impianto di trattamento meccanico bio-logico e produzione di CDR-CSS della potenzialità complessiva autorizzata annua di 75mila tonnellate (circa 240 ton al giorno) di rifiuti. Viene utilizzato in particolare per rifiuti urbani non differenziati e rifiuti urbani prodotti dal tratta-mento meccanico, ma può trattare altri rifiuti, come ad esempio plastiche”.Con che tecnologia?“Il cuore della tecnologia è un unico biocubo (circa l’80% della navata del capannone principale) dotato di aspirazione sul fondo”. E come avviene il processo?“Dopo lo scarico dei rifiuti nella vasca, regolato dalla sala comandi, il mate-riale viene avviato alla triturazione e stoccaggio temporaneo con una gru a ponte che alimenta il trituratore primario posto su di un ponte mobile. Ciò consente di servire tutti i punti della vasca, dotata di aspirazione sul fondo, ampiamente esaustiva della capacità giornaliera”.Quindi si passa alla bioessicazione?“Sì – continua Gallozzi – il rifiuto triturato viene prelevato con una gru utiliz-zata per la successiva movimentazione nell’area di bioessicazione, che ha il pavimento forato, collegato al sistema di aspirazione e quello di depurazio-ne dell’aria, il biofiltro, che è posto sul tetto”.Tutti i processi sono in depressione?“Durante le lavorazioni il capannone viene mantenuto sempre in depres-sione; il sistema di aerazione è in funzione 24 ore su 24 dal momento che

...e acquista un impianto a Lodi

Si tratta dell’impianto TMB di trattamento dei rifiuti indifferenziati del Lodigiano a Montanaso Lombardo per la biostabilizzazione e produzione di CDR-CSS, strategico per potenzialità e posizione logistica

durante il processo è necessario mantenere le condizioni di aerobiosi ne-cessarie alle fermentazioni che si svolgono a carico della sostanza organica putrescibile presente nei rifiuti”.Quali sono i tempi di permanenza?“I tempi di permanenza dei rifiuti nell’area di fermentazione possono variare da un minimo di 10 giorni ad un massimo non definibile in quanto determi-nato da diverse variabili: quantità di rifiuti in ingresso, altezza del deposito, qualità merceologica del rifiuto, stagionalità, ecc.”.Una volta bioessicato il materiale?“Completato il processo di bioessicazione il materiale può essere inviato allo stoccaggio o a due diverse linee: o alla pressatura per l’invio a recupero/smaltimento come bioessiccato/CSS rifiuto, oppure alla linea di raffinazione fino all’ottenimento di CSS combustibile”.Qual è la valenza strategica di questo impianto?“L’impianto di Montanaso costituisce, per il Gruppo Ladurner e per il siste-ma di rifiuti, un punto fermo importante sia dal punto di vista della potenzia-lità, per la quale esistono ampi margini di miglioramento, che della logistica, avendo una posizione geografica piuttosto baricentrica rispetto ai possibili utilizzatori del materiale, sia esso rifiuto che combustibile”.Che ruolo avrà in futuro l’impianto?“Stiamo valutando – conclude Gallozzi – le opportunità future dell’im-pianto che, ripeto, sono ampie e molto interessanti, anche con ulteriori investimenti”.Un impianto, quindi, quello di Montanaso Lombardo, sulla cui implementa-zione si punta in Ladurner, nell’ambito della strategia di acquisizione di asset impiantistici e di gestione industriale degli stessi.

LADURNER AMBIENTE LIFE

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Massimo Mapelli, Responsabile Ufficio Tecnico Ladurner

Digestoredi Huaian

Dopo un anno di esercizio i lusinghieri dati sulle prestazioni di produzione di biogas e la regolarità di funzionamento del processo confermano la bontà delle soluzioni anche in base alla tipologia del rifiuto organico cinese grazie al contributo dell’uffio tecnico di Ladurner

DI SIMONE PAOLI

Tre ingegneri senior dall’ItaliaOltre al responsabile del progetto Cina di La-durner, l’ing. Simone Paoli, Ladurner Hunan ha 13 dipendenti, tra staff italiano e cinese. I responsabili della nuova struttura, dell’ufficio tecnico e del personale dopo una lunga e la-boriosa ricerca hanno selezionato un gruppo di ingegneri (3 Italiani senior e 7 Junior cinesi) che costituiscono il ponte tra gli uffici tecnici italiani e di tutto il gruppo Zoomlion.I tre ingegneri senior italiani, qui nella foto, sono Yangyang Gao, Marco Mancini e, qui a destra, Alessandro D’Intino.

Nella precedente edizione di LIFE abbiamo presentato del primo impianto che Zoomlion stava realizzando secondo la progetta-zione dell’ufficio tecnico di Ladurner, ovvero il digestore anaero-bico di Huaian, dalla potenzialità di 150 t/g. Recentemente, anche mentre scrivo questo pezzo, un team di ingegneri italiani guidati dal responsabile dell’ufficio tecnico

centrale, ing. Massimo Mapelli, si trova in Cina, dove sta completando la fase di “commissioning” dell’ultima parte del processo, quella del trattamento delle acque risultanti dal processo ad umido adottato, che si è adattato perfetta-mente alle caratteristiche del rifiuto organico cinese che, ricordo, è molto ricco di acqua e povero di materiali di disturbo quali plastiche e packaging di vario genere, materiali che, per esempio, compongono in maniera significativa gran parte del rifiuto organico italiano.La prima fase di avviamento dell’impianto, quella relativa alle sezioni di pretrat-tamento e digestione anaerobica si era completato alla fine dello scorso anno con successo, ed a tutt’oggi i risultati sono in linea con le aspettative dei tecnici Ladurner e superiori a quelle attese dai colleghi cinesi.L’impianto oggi ha un anno di esercizio ed i lusinghieri dati sulla produzione di biogas e la regolarità di funzionamento del processo confermano la bontà delle scelte effettuate e la to-tale compatibilità ed affidabilità del know-how sviluppato da Ladurner nel cam-po del trattamento dei rifiuti organici, siano essi lombardi o cinesi, a conferma delle capacità di progettazione raggiunte dal nostro ufficio tecnico, anche per

le preziose indicazioni della struttura gestionale.Ad oggi i tecnici Ladurner hanno provveduto ad istruire i colleghi ci-nesi sulle corrette procedure di uti-lizzo delle strutture impiantistiche e su come i processi biologici che garantiscono il corretto smaltimento del rifiuto organico debbano essere monitorati e corretti in continuo, per mezzo di strumentazione e sistemi di controllo adeguato.Proprio quello della gestio-ne quotidiana si sta rivelando l’aspetto in cui emergono le maggiori distanze nell’approccio tra Oriente ed Occidente, sia per il numero e le tipologie di ma-estranze impiegate, sia per gli aspetti legati alla sicurezza attiva e passiva, sia per l’attenzione alla cura quotidiana di ogni aspetto del funzionamento dell’im-pianto.In ogni caso, i dati che stiamo raccogliendo in merito alla composizione del rifiu-to, alle metodologie di raccolta e conferimento, alla necessità e metodologia di separare l’olio prima dell’ingresso nei digestori, sono tutti elementi che ci sono di estrema utilità già da subito, nelle nuove progettazioni in corso di sviluppo in questi mesi, in cui il governo cinese, con il forte impulso alla raccolta differen-ziata, sta dando una grande prospettiva di crescita al settore degli impianti di trattamento delle frazioni organiche.

scelte tecniche appropriate

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Quando il gruppo Zoomlion ha acquisito la maggioranza di La-durner Ambiente, una delle prime decisioni strategiche fu quella di costituire una struttura di ingegneria in Cina gestita da perso-nale Italiano, al fine di velocizzare il trasferimento di know-how e facilitare le sinergie tra i vari dipartimenti coinvolti nei progetti ambientali. Viene quindi costituita la società “Ladurner Hunan”,

controllata da Ladurner Ambiente.Nei mesi successivi questa struttura ha preso forma, prima sulla carta, defi-nendone scopi e organizzazione, ricercando poi le persone adatte alle varie funzioni, per partire con l’operatività a luglio 2016 negli uffici di Changsha, presso l’headquarter di Zoomlion Environment. A capo del progetto Cina La-durner ha destinato l’ing. Simone Paoli, al quale abbiamo chiesto di presen-tarci la struttura.“Ad oggi – esordisce Simone Paoli - Ladurner Hunan ha 13 dipendenti, tra staff italiano e cinese. I responsabili della nuova struttura, dell’ufficio tecnico e del personale dopo una lunga e laboriosa ricerca hanno selezionato un grup-po di ingegneri (3 Italiani senior e 7 Junior cinesi) che costituiscono il ponte tra gli uffici tecnici italiani e di tutto il gruppo Zoomlion. Proprio questa funzione di collegamento è quella che costituisce la caratteristica fondamentale dell’o-peratività quotidiana a Changsha, con gli ingegneri impegnati a comprendere e trasferire le richieste dalla Cina all’Italia, e viceversa”.Come si sviluppa il lavoro?“E’ innanzitutto improntato al superamento delle barriere metodologiche e culturali, che va dagli aspetti linguistici all’adattamento a normative ammi-nistrative e tecniche diverse, che richiedono un continuo sforzo di compren-sione in situazioni non sempre chiaramente definite. Lavorare in Cina, infatti, significa anche misurarsi con approcci non ancora sistemici come quelli eu-ropei, e quindi con dati ancora in via di raccolta o definizione, che richiedono una particolare sensibilità nella valutazione”.Quali sono le finalità nel breve?“Ladurner Hunan – dice Paoli - oggi è impegnata, per conto di Zoomlion ed

in collaborazione con gli uffici italiani, a sviluppare non solo progetti tecnici, ma un vero e proprio modo di lavorare, il cui risultato finale sia la redazione di progetti di qualità e standard europei, con valutazioni tecniche ed economi-che che risultino affidabili e verificabili nelle successive fasi di costruzione e gestione”.Ed i campi di attività?“I principali sono quelli classici di Ladurner Ambiente e, in base alle richieste del mercato cinese in questo momento siamo focalizzati sugli impianti di di-gestione anaerobica dei rifiuti umidi e sugli impianti di trattamento meccanico biologico, una tipologia di impianto che comincia a fare breccia nel muro degli inceneritori, sulla falsariga delle dinamiche avvenute in Europa negli anni pas-sati.Oltre a questo- continua Paoli - non perdiamo di vista le bonifiche, un merca-to potenzialmente esplosivo nelle terre del Dragone, ma che sta muovendo i primi importanti passi, ed il trattamento delle acque, soprattutto a servizio di impianti industriali.Senza dimenticare le sinergie che si stanno sviluppando sul progetto Equipment, gli automezzi per la raccolta differenziata, con gli ingegneri di La-durner Hunan attivi nello scambio di informazioni necessarie a garantire il ri-spetto delle tempistiche e degli standard che il gruppo si è dato”.Un primissimo bilancio dopo quasi un anno?“Possiamo affermare che dal primo approccio con gli ingegneri cinesi ad oggi, passando per le selezioni, per i due mesi di addestramento in Italia e per que-sti mesi di lavoro quotidiano gomito a gomito, di strada ne abbiamo percorsa parecchia, ma quella che resta da percorrere è ancora lunga. Anzi, sotto molti aspetti siamo appena all’inizio. Ma ci confortano sia l’aver creato un buon gruppo di lavoro, che il costante supporto che ci arriva sia dall’Italia e l’ap-prezzamento che i vertici di Zoomlion ci dimostrano non solo a parole”.Obiettivi dei prossimi mesi?“Contiamo –conclude Simone Paoli - di poter presentare i frutti di questi mesi di semina. Ma intanto, dalla lontana Changsha, zàijiàn! Arrivederci!

Ladurner Hunan prende forma

INTERVISTA A SIMONE PAOLI

L’ing. Simone Paoli, a capo del progetto, ci parla della struttura, del lavoro e degli obiettivi e traccia un primissimo bilancio dell’attività dell’organizzazione Ladurner in Cina dopo un anno dalla partenza

LADURNER AMBIENTE LIFE

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Da sempre le tecnologie applicate alle soluzioni per l’ambiente, in particolare per il trattamento di acqua e rifiuti, sono oggetto di attenzione nella ricerca e sviluppo di Ladurner. Sulle tecno-logie a cui si sta guardando con attenzione ce ne parla l’ing.

Burkhard Klotz, responsabile della ricerca e sviluppo degli impianti Ladurner.

“La nostra attenzione – esordisce Klotz – è attualmente rivolta alla tecnologia dell’HTC per il trattamento di biomasse contenute nei rifiuti prevalentemente derivanti dal processo di trattamento dei fanghi prodotti nel processo di de-purazione del ciclo delle acque e per la migliore tecnologia di upgrading per la raffinazione del biogas e la trasformazione in biometano”.Cos’è l ’HTC? “L’HTC, Hydro Thermal Carbonization o carbonizzazione idrotermale – dice Klotz - è un processo termochimico che converte le biomasse ad alto conte-nuto di umidità, in primis fanghi di depurazione, in un materiale molto simile al carbone al fine di renderne più facile lo smaltimento”.Come avviene il processo?“Essendo un processo termochimico, l’HTC provoca una reazione di scis-sione di alcuni composti, in particolare di acqua ed anidride carbonica, dalla biomassa. E’ lo stesso processo di trasformazione in torba o lignite del-la materia vegetale esistente in natura. Solo che, anziché attendere anni ed anni, il processo avviene in alcune ore, grazie a condizioni particolari di temperatura e pressione che, assieme all’acqua, costituiscono i fattori di reazione”.Qual è il prodotto che ne esce?“Si tratta di un materiale simile alla lignite che tecnicamente viene chiamato

hidrochar o carbongreen o, in italiano, biocarbone. Si presta a molteplici utilizzi, come la combustione, che è l’utilizzo più consono. Ma anche come ammendante dei terreni o la produzione di materiali carboniosi”.A quali biomasse state guardando?“Soprattutto quelle del nostro settore – dice Klotz – per il trattamento dei rifiuti. Quindi la Forsu tal quale, ma anche il digestato da processo anaerobi-co della stessa Forsu; i fanghi da depurazione; i materiali da rifiuto organico non compostato o fuori specifica da processo aerobico. Ma il processo HTC può essere utilizzato per tante altre biomasse, come sfalci e potature, scarti agroalimentari, alghe e rifiuti o materiali con contenuto di umidità”.A che punto siete?“Siamo in fase di sperimentazione. A tale proposito abbiamo realizzato una Partnership con ENEA (l’agenzia nazionale per le tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, ndr) per studiare e sperimentare le migliori tecnologie da applicare a tale processo”.

E la tecnologia di upgrading per il biometano?“Anche in questo campo abbiamo sviluppato delle sinergie con ENEA, nell’ambito del programma Industria 2015, le cui applicazioni le stiamo spe-rimentando nel nostro impianto di biodigestione anaerobica ad umido di Tortona. Tali applicazioni si contraddistinguono per l’applicazione di un mo-dulo di up-grading a membrane polimeriche i cui risultati li stiamo oggi veri-ficando. Come detto in precedenza – conclude l’ing. Klotz - tale processo fa parte di una più organica valutazione sulla tecnologia da applicare che più si addice ai nostri impianti di produzione di biogas da digestione anaerobica dei rifiuti organici”.

per le biomasse rifiuti. Upgrading per il biometano

INTERVISTA A BURKHARD KLOTZ

L’attività di ricerca e sviluppo in Ladurner guarda al processo termochimico di “carbonizzazione idrotermale” come risposta al trattamento delle biomasse da rifiuto e per i fanghi grazie alla sperimentazione con ENEA, che riguarda anche l’upgrading del biometano

HTC

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LADUNER METTE A FRUTTO UN’ESPERIENZA

VENTENNALE

VEICOLI CON UN VERO VALORE

AGGIUNTO

Ladurner entra nelCOLLECTION EQUIPMENT

I

SpecialeWaste

CollectionEquipment

ECOMONDO

STAND 66PAD. C5

UN NUOVO

MARCHIO PER L’EQUIPMENT

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II

INTERVISTA A ANDREA SILVESTRI

Con l’aiuto di Andrea Silvestri, amministratore delegato di Ladurner Ambiente, cerchiamo di capire quali sono i presupposti, le strategie e gli obiettivi che hanno portato il Gruppo di Bolzano ad entrare nel mercato europeo del waste collection equipment

Con la prima uscita ufficiale in occasione di Ecomondo 2017 Ladurner Ambiente fa il suo ingresso nel mercato del waste collection equipment. Andrea Silvestri, amministratore delega-to, ci spiega strategie ed obiettivi.Insomma, una grande alleanza fra la Cina e l’Europa sugli equipaggiamenti per la raccolta?

“Una grande alleanza – esordisce Andrea Silvestri – ma soprattutto un’impor-tante sinergia industriale tra la Cina e l’Europa, che coniuga potenzialità, ca-pacità e duttilità della prima con conoscenza tecnica e saper fare qualità della seconda, in un mix di componenti che, riteniamo, ci consentono di affacciarci con estrema fiducia al mercato europeo. I partner industriali che partecipano al progetto danno il loro valore aggiunto. Non si tratta più solo di produrre in Cina a costi bassi. Ma di produrre in Cina con qualità gli equipaggiamenti semilavorati, sfruttando la grande capacità e duttilità, ma secondo la supervisione europea dei nostri tecnici, con finiture, allestimento su telai europei, omologa e messa su strada in Europa, con la conoscenza delle necessità e dell’organizzazione che ciascun utente ha nella raccolta dei rifiuti sul proprio territorio”.Un progetto di qualità quindi e non solo di bassi costi?“La Cina – continua Silvestri - è diventata la seconda economia del pianeta e si appresta ben presto a divenire la prima. Se un tempo l’economia cinese si basava sulla conquista di mercati con merci a basso costo, con il nuovo se-colo la strategia è cambiata e si è inaugurata la politica dell’andare all’estero, la go out policy, in modo strategicamente organizzato, investendo in strutture produttive, in progetti di ricerca avanzati con imprese europee.”Come si inserisce l’alleanza tra Ladurner e Zoomlion?“L’alleanza fra Ladurner Ambiente e il gruppo Zoomlion sta all’interno di que-sto quadro di economia internazionale. Al centro degli accordi ci sono le stra-tegie definite nel tredicesimo piano quinquennale di sviluppo cinese (2016-2020), che prevede, tra le altre cose, nuovi obblighi ambientali, quindi nuovi investimenti nel settore rifiuti. L’esperienza quasi ventennale nel settore delle consulenze ambientali della Ladurner incontra la forza produttiva manifattu-riera del colosso cinese Zoomlion, per produrre per il mercato europeo delle raccolte nuove soluzioni tecnologiche di qualità europea.Ci sono stati però di recente dei cambiamenti all’interno di Zoomlion…“Sì – dice Andrea Silvestri – la divisione ambiente di Zoomlion è stata recente-mente oggetto di spin-off, creando la Zommlion Environment, dentro cui c’è an-che il controllo di Ladurner Ambiente. Il controllo di Zoomlion Environment è pas-sato ad Infore Enviro, facente capo alla holding di partecipazioni Infore Group.”Che ruolo ha adesso Zoomlion Environment?“Zoomlion Environment resta e si consolida come il primo produttore al mondo di equipaggiamenti per la raccolta dei rifiuti, dello spazzamento stradale e di al-

tre attrezzature per l’igiene ambientale. Dopo lo spin-off, Zoomlion Environment può contare su oltre un miliardo e settecentomila dollari di fatturato ed è in fortissima crescita di volumi d’affari e quindi capace di riversare nella ricerca e nello sviluppo forza e risorse, anche in mercati esteri, come quello europeo.”E la strategia di Ladurner?“La volontà di diversificare l’attività di Ladurner – continua Silvestri - propo-nendo al mercato mezzi innovativi per la raccolta rifiuti, rientra all’interno della strategia di essere attori protagonisti dell’economia circolare, inserendo i mez-zi per la raccolta nel processo circolare dei rifiuti organici: raccogli, recupera, trasforma, raccogli.”Come intendete attuare gli obiettivi di economia circolare?“Il biometano per autotrazione diventa uno dei perni su cui attuare queste vi-sioni strategiche. Biometano prodotto dagli impianti di digestione anaerobica Ladurner come biocarburante avanzato per i mezzi della raccolta rifiuti.L’Italia sta giocando una partita da protagonista nel mercato mondiale della produzione del biometano nel mondo, con una posizione di secondo produt-tore europeo, quarto al mondo, ma primatista mondiale per l’esportazione della tecnologia della filiera del metano.”Puntate solo al biometano?“Ladurner – conclude Andrea Silvestri - si prepara a questa nuova sfida del futuro, cioè come interprete e protagonista dell’economia circolare, non solo col biometano, che riguarderà gli automezzi più pesanti. La ricerca e sviluppo del gruppo si sta concentrando anche sull’allestimento dei mezzi a trazione elettrica, che riguarderà, evidentemente, i mezzi più leggeri”.

Per l’equipment

un nuovo marchio

Ladurner fa restyling e rebranding parziale per l’esigenza di dotarsi di un nuovo stile per il lancio dei nuovi prodotti della linea del waste collection equipment, cioè gli equi-paggiamenti dei veicoli per la raccolta dei rifiuti. L’ope-razione è stata curata dall’agenzia AD Press di Busso-lengo (Verona). Valeria Fraccaroli, amministratore unico di AD Press, ci spiega i dettagli. “Abbiamo mantenuto le gocce del marchio storico reinterpretandole, liberando-le dalla scatola in cui erano rinchiuse, cioè il quadrato, dandogli una forma più geometrica, più modulare, a sot-tolineare lo sviluppo sinergico in più aspetti dello stesso settore. La font mantiene il peso originale, diventando più attuale”. “Si tratta di un’evoluzione – continua Valeria Fraccaroli – non di un cambiamento. Il messaggio che si vuole trasmettere è quello della trasformazione da azien-da specializzata nel trattamento delle acque (l’attività originaria di Ladurner, n.d.r.) a realtà internazionale con un’offerta di prodotti e servizi più completa nel settore ambientale: a partire dagli equipaggiamenti per la rac-colta dei rifiuti fino alla produzione di energia. Il tutto con nuovi colori: un azzurro meno intenso; un nero più mor-bido e caldo; il bianco che fa da colore di supporto”.

SPECIALE COLLECTION EQUIPMENT

Una grande sinergia tra Cina ed Europa

COSÌ LADURNER ENTRA NELL’EQUIPMENT

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III

DI ANDREA MIORANDI

La conoscenza dell’attività di raccolta dei rifiuti di Ladurner risale all’esperienza maturata dalla divisione di consulenza e comunicazione ambientale, già Idecom, che da 18 anni progetta sistemi di raccolta, con oltre 800 comuni italiani serviti e con esperienze anche in città europee – La gamma dei prodotti sarà ampia: dalle vasche con palacarrello per la costipazione dei rifiuti, ai grandi compattatori

Ladurner, dunque, ha deciso di coprire, con un approccio indu-striale, quel segmento di mercato delle tecnologie ambientali fino ad oggi trascurato: quello dei compattatori per la raccolta. Eppure il mondo del collecting non è nuovo per Ladurner, forte com’è dell’esperienza quasi ventennale maturata in oltre 800 co-muni italiani ed europei, per una popolazione servita di oltre 10

milioni di abitanti, nella progettazione di sistemi di raccolta rifiuti e, più in generale, nella consulenza e comunicazione ambientale.IL MERCATOIl mercato dei mezzi in Europa è in forte cambiamento perché il modello italiano della gestione del rifiuto organico si sta diffondendo in molti paesi dell’unione in quanto modello virtuoso, capace di intercettare oltre i 100 Kg/anno per abitante di frazione organica, con livelli di qualità elevata.Sempre più il “modello Italia”, fatto di raccolte domiciliari, manufatti e mezzi su misura per le realtà urbane, sta cambiando gli altri modelli europei di ge-stione del rifiuto urbano. E questo per Ladurner rappresenta un’altra sfida nel settore delle tecnologie ambientali in Europa.I DRIVEROltre all’italianizzazione dell’Europa nei modelli di raccolta, in Italia il decreto biometano del 2013 ha tracciato la linea per i prossimi 20 anni della de-carbonizzazione dei trasporti nel nostro paese. Ora necessita di altri driver legislativi, di imminente attuazione, che permetteranno di poter rispettare gli accordi internazionali. I player pubblici, di tutti i livelli istituzionali, sono sicu-ramente i driver territoriali capaci di dare impulso al mercato del biometano prodotto da rifiuti da raccolta differenziata. Tra i mezzi pubblici o di servizio pubblico che dovranno essere riconvertiti a biocarburanti rientrano sicura-mente i mezzi per la raccolta dei rifiuti urbani. Ladurner quindi si prepara a questa nuova sfida del futuro. Ma non solo puntando al biometano per automezzi. La ricerca e sviluppo del gruppo si sta concentrando anche sulla trazione elettrica dei mezzi, nella quale siamo molto avanti.IL PROGETTO INDUSTRIALEDiciamo subito che il progetto industriale non si basa solo ed unicamente sulla disponibilità di manodopera e prodotti dalla Cina a costi bassi.La produzione dei semilavorati in Cina è solo uno degli anelli della cate-na del valore e si basa soprattutto sulle enormi capacità di un produttore come Zoomlion Environment di produrre equipaggiamenti di qualità, forte dell’esperienza e della duttilità industriale, ma con la supervisione dei nostri

tecnici europei e con le finiture, l’allestimento su telai, l’omologa e la messa su strada curate direttamente in Europa. I progettisti Ladurner e i progettisti Zoomlion hanno lavorato intensamente per un anno per poter mettere in produzione mezzi per il mercato europeo, mettendo a frutto lunghe espe-rienze nel settore delle raccolte differenziate, della meccanica, delle automa-zioni, per realizzare un’ampia gamma di modelli pronti a soddisfare le nuove esigenze della moderna gestione industriale dei rifiuti.L’ORGANIZZAZIONE COMMERCIALEIl mercato europeo, Italia compresa, sarà affrontato con una rete capillare di vendita e assistenza per poter permettere di offrire non solo prodotti, ma servizi efficienti, pronti a rispondere alle esigenze della migliore organizza-zione pubblica dei servizi.I PRODOTTI E LA GAMMALa gamma dei prodotti sarà ampia: dalle vasche con palacarrello per la co-stipazione dei rifiuti, ai grandi compattatori con sistemi di compattazione dei rifiuti. Nei prossimi mesi sarà presentata al mercato la gamma dei prodotti in occasione di due appuntamenti fieristici importanti per il settore: Ecomondo 2017 a Rimini e IFAT 2018 a Monaco di Baviera. I primi prodotti saranno due equipaggiamenti a vasca, con palacarrello, per due volumetrie di utilizzo: da 5 e da 7 metri cubi.Mezzi versatili per il mercato delle raccolte, con sistemi di ribaltamento per il travaso, che identificano questi due modelli come mezzi satellite da collega-re nei servizi di raccolta al veicolo madre di grande dimensione compattan-te. La gamma inoltre spazierà verso mezzi di maggiore capacità di volume e di compattazione a due e tre assi: dai 10 metri cubi, ai 18 e 25 metri cubi. Una gamma ampia e ben attrezzata per collocarsi in modo strutturato nel mercato europeo. Gli equipaggiamenti saranno presentati anche su telai di particolare innovazione: a biometano ed elettrici.RICERCA ED INNOVAZIONELadurner sta sviluppando i mezzi con produttori internazionali di telai con l’ausilio di aziende italiane in grado di creare un pool di imprese capaci di innovare questo settore di mercato, che ormai da troppi anni conosce una scarsa dinamicità di sviluppo, ma che ancora può dare tanto al miglioramen-to dei servizi pubblici. Non solo meccaniche affidabili e motori a propulsione ecologica, ma anche molta attenzione agli operatori, che sono gli utilizzatori dei veicoli, per aumentare la sicurezza, il comfort e ricercare l’ergonomia più rispettosa per chi sul mezzo ci deve operare.

SPECIALE COLLECTION EQUIPMENT

Abbiamo messo a fruttoun’esperienza ventennale

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IV

Qualità, prevenzione, sicurezza, ambiente

DI MARIO MONTI

L’esordio di Ladurner come costruttore in un mercato maturo come quello degli equipaggiamenti per l’igiene urbana e la raccolta rifiuti non poteva che essere all’insegna della salvaguardia di alti standard di qualità della vita in materia di prevenzione della salute e sicurezza degli operatori, della compatibilità ambientale per i cittadini e di monitoraggio e diagnosi in remoto in tempo reale dei mezzi, senza trascurare peraltro qualità costruttiva e design

VEICOLI CON UN VERO VALORE AGGIUNTO

Q uali potevano essere le linee guida della strategia di Ladurner in veste di costruttore in un mercato maturo come quello degli equipaggiamenti per l’igiene urbana e la raccolta dei rifiuti allo scopo di dare un vero valore aggiunto? È la domanda con cui in Ladurner è stato pianificato ed affrontato l’ingresso nel settore specifico, che non poteva che avere le risposte che di seguito analizziamo insieme.

QUALITÀ: VERNICIATURA PER “CATAFORESI”Cominciamo proprio dalla qualità, che in Ladurner (e dalla Ladurner) si dà per scontata. Qui uno degli elementi distintivi è la verniciatura per “cataforesi”. E’ un trattamento altamente innovativo per la ver-niciatura dei metalli, che raggiunge i più elevati standard di resistenza alle aggressioni atmosferiche e chimiche e per questo particolarmente adatto all’industria con particolari esigenze di protezione delle attrezzature. Quindi il deposito uniforme di una resina sulla superficie assicura una notevole resisten-za alla corrosione ed una maggiore protezione dalla ruggine.SALUTE E SICUREZZAIn materia di salute e sicurezza si è puntato sulla salvaguardia dell’operatività degli addetti di igiene urbana e raccolta dei rifiuti intervenendo sulle fasi di movimentazione degli organi di caricamento dei contenitori e del caricamento manuale dei sacchi. Quindi in materia di sicurezza si è puntato sullo sviluppo di comandi a pulsantiera comprensiva del sistema “uomo presente” in posizioni protette da organi in movimento e ad altezze compatibili con le configurazioni degli operatori. Si è puntato sui sistemi di presa dei contenitori, prevedendo la “pre-pinzatura” degli stessi. Un altro elemento compatibile con la sicurezza degli addetti è la previsione, su tutti i mezzi equipaggiati Ladurner, della guida a destra, per mantenere tutte le operazioni di discesa e di carico sul lato del marciapiede. Per quanto riguarda la tutela della salute degli operatori, invece, si è previsto, inserito nel sistema volta-contenitori, un “agevolatore di carico” per il conferimento dei sacchi ad altezze ribassate, in modo da evitare il più possibile gli sforzi e quindi i traumi da movimenti bruschi o prolungati nel tempo. Questo aspetto è molto importante in situazioni di raccolta differenziata con porta a porta.AMBIENTEIn materia di tutela dell’ambiente si è preso in considerazione soprattutto le emissioni nell’aria ed i ru-mori. Per la silenziosità dei meccanismi di carico, oltre a prevedere tutti i cilindri di un sistema di “frenata interna” per evitare rumorosi colpi di fine corsa e ad aver progettato tutti i sistemi di movimento con ma-teriale anti usura e anti contatto di materiali ferrosi, è stata prevista una movimentazione elettrica dell’at-trezzatura. Quest’ultima scelta tecnica, totalmente autoalimentata da un sistema autonomo rispetto al veicolo e comprensivo di autoricarica, permette di lavorare senza l’ausilio del motore endotermico, che può rimanere spento, evitando oltre al rumore anche le emissioni dello stesso. Tali accorgimenti, ovvia-mente, influiscono positivamente non solo sugli operatori, ma anche sui cittadini e sulla loro quiete, in particolare in orari mattutini, serali e notturni. FUNZIONALITÀ DEI VEICOLIMa un altro vero “plus” di Ladurner è lo sviluppo del monitoraggio remoto e della diagnostica in tempo reale, che permettono il controllo, in remoto ed in tempo reale, appunto, di tutte le funzioni dei veicoli e delle relative attrezzature, oltre a monitorare continuamente le relative operatività degli stessi. Il sistema di controllo permette di gestire manutenzioni ed interventi tecnici su eventuali allarmi, riducendo i tempi di fermo macchina ed ottimizzando le attività dei mezzi durante le ore di lavoro. Per esempio permette di intervenire sulle varianti di pressione e sulla velocità del volta-bidoni in remoto, oppure sul controllo e la gestione di tutti gli allarmi.

Gorentha già scelto

LadurnerGorent Spa, società che opera nel setto-re del noleggio di veicoli a basso impatto ambientale, per l’espletamento dei servizi di igiene urbana e leader in Italia nel sup-porto ai servizi ecologici ed industriali, ha già scelto Ladurner.Come afferma il presidente e ammini-stratore delegato della società fiorentina Furio Fabbri, “Gorent, che da sempre è alle ricerca di soluzioni tecnologicamente all’avanguardia, ha individuato nei nuovi veicoli Ladurner quelle caratteristiche di funzionalità, compatibilità ambientale, sal-vaguardia della salute, della sicurezza e di evoluzione dei sistemi di interfaccia di alto livello e rispondenti alle odierne esigenze del settore di igiene urbana”.Con un parco mezzi di circa 500 unità e una clientela che annovera le principali aziende pubbliche e private nel settore dei servizi, posizionate su tutto il territorio na-zionale, Gorent offre soluzioni di noleggio personalizzate atte a soddisfare qualun-que esigenza.

SPECIALE COLLECTION EQUIPMENT

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Si può dire che Ladurner, riportando il biometano a Cupello, fa rivivere al comune del territorio vastese i fasti degli anni Ses-santa, quando venne scoperto un importante giacimento di metano, che però venne trasportato a Roma e Terni attraverso metanodotti appositamente costruiti. Oggi i giacimenti sfruttati vengono utilizzati come deposito e riserva nazionale di gas me-tano.E’ in questo territorio che Ladurner, in virtù di una concessione aggiudicatasi con il consorzio C.I.V.E.T.A., potrà costruire un im-pianto di digestione anaerobica con tecnologia a secco e con produzione di biometano.La concessioneIl C.I.V.E.T.A., consorzio intercomunale che raggruppa i comuni del vastese (Vasto, Cupello, San Salvo, Scerni, Monteodorisio, Pollutri, Casalbordino e Villalfonsina), in provincia di Chieti, ha assegnato in concessione a Ladurner la progettazione definitiva ed esecutiva, la realizzazione dell’opera e la gestione dell’inter-vento di implementazione di una fase di digestione anaerobica dell’impianto di compostaggio della Forsu. La concessione ha per oggetto la costruzione della sezione di digestione anaero-

Digestori e biometano2 nuove concessioni

DI MATTEO GRANDI

Cupello,terra del metano

Salussola, via della lanaE’ noto che l’economia del biellese è tradizionalmente legata al settore tessile ed in partico-lare a quello della lana, di cui è nota la “Strada della lana”. Salussola, nel cui comune è stato autorizzato un impianto, è sulla via della lana. Ma oltre alle note aziende tessili biellesi dai marchi prestigiosi, ci piace citare una delle più antiche birrerie italiane, la Menabrea, che da qualche decennio fa parte del gruppo altoatesino Forst. E’ in questo territorio che Ladurner, per iniziativa privata portata avanti in partnership, potrà costruire un impianto di digestione anaerobica con tecnologia ad umido e con la produzione di biometano.La concessioneIl progetto Salussola è un’iniziativa totalmente privata, in partnership con la società pro-prietaria del sito e degli immobili esistenti, ma portata avanti in sintonia con il Comune di Salussola e con la condivisione degli operatori locali titolari dei rifiuti solidi e del ciclo della depurazione delle acque.L’impiantoL’impianto avrà una tecnologia di digestione anaerobica ad umido per il trattamento di 40.000 tonnellate di frazione organica e vegetale e per la generazione di biogas che verrà raffinato per la produzione di biometano che verrà immesso nella rete del gas naturale, secondo le normative, per l’utilizzo in autotrazione. Per la costruzione e gestione verrà costituita una SPV, società di progetto, secondo lo schema e le procedure in uso nel gruppo Ladurner.

Si tratta degli impianti di digestione anaerobica con produzione di biometano di Cupello in Abruzzo e di Salussola in Piemonte, entrambi già autorizzati con AIA.

bica, con produzione di biometano (ex energia elettrica) e la gestione del relativo digestore per una durata di 25 anni.L’impiantoL’impianto avrà una tecnologia di digestione anaerobica a secco per il trattamento di 40.000 tonnellate di frazione organica e vegetale e per la generazione di biogas che verrà raffinato per la produzione di biometano che verrà immesso nella rete del gas naturale, secondo le normative, per l’utilizzo in autotrazione. Per la costruzione e gestione verrà costituita una SPV, società di progetto, secondo lo schema e le procedure in uso nel gruppo Ladurner.

LADURNER AMBIENTE LIFE

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Lapresenza di Ladurner sui mercati internazionali del-le soluzioni tecniche per il trattamento di acque e ri-fiuti non è dell’ultima ora. In quasi trent’anni di attività,

infatti, il gruppo delle tre gocce ha realizza-to interventi impiantistici in giro per il mondo. La novità degli ultimi due anni, invece, dopo l’affer-mazione nel mercato domestico, è l’internaziona-lizzazione come strategia. Ne abbiamo parlato con Davide Furlan, area manager export.Ladurner nel mondo. Un percorso avviato?“Certamente – esordisce Furlan - l’avvio del percorso di sviluppo dei mercati esteri per La-durner è stato un passo decisivo ed irreversi-bile, dettato dalle esigenze del mercato e dalla nuova dimensione internazionale degli attuali azionisti di controllo”.Quali sono gli obiettivi a medio lungo termi-ne?“Da un punto di vista geografico, per poter sta-bilire degli obiettivi, Ladurner ha dovuto inizial-mente fare una valutazione al proprio interno degli standard qualitativi potenzialmente pre-sentabili nei vari contesti. Ciò ha comportato lo sviluppo della consapevolezza che, storica-mente, Ladurner ha sempre offerto soluzioni tecnologiche di alto livello. E questa vocazione all’eccellenza ci ha portato a considerare come primari quei mercati che richiedono standard di natura ambientale paragonabili a quelli europei come l’America del Nord, l’America del Sud ed il Medio Oriente”.E l’Asia?“L’Asia merita un discorso a parte – dice Davide Furlan - sia in termini di standard che in termini di volumi.

La Cina sotto questo punto di vista non è solo un obiettivo, quanto più un dovere.Riteniamo che ogni solida impresa multinazio-nale debba essere consapevole dell’importanza delle proprie radici, quelle radici profonde che non gelano mai, e questo comporta che nell’as-se italo-cinese costruito con questa collabo-razione fra Ladurner e Zoomlion Environment, l’Italia e la Cina diventino lo zoccolo duro di mercato sul qual basare le altre attività”.E gli standard ambientali sono simili?“Sul lato degli standard ambientali, abbiamo in generale in Asia ancora una forte disomogenei-tà, ma ciò che è assodato è che proprio riguar-do alla Cina, tali standard sono di alto livello”.E qual è la chiave per entrare nei mercati mondiali?“La chiave, anzi le chiavi, sono molteplici, con-solidate nelle loro singole componenti, ma vin-centi grazie ad un elemento: il duro lavoro.Le chiavi sono dunque la creazione di una rete di cooperazioni industriali e scientifiche a livello globale, in grado di consentire la presenza, an-che indiretta, su tutti i mercati Questo mix di elementi diventa vincente, se ben amalgamato con il lavoro di tanti collabo-ratori nelle nostre sedi di Bolzano e Changsha”.Entriamo nello specifico delle tecnologie da sviluppare. Su cosa punta Ladurner?“Senza abdicare alla nostra vocazione a 360° nel campo delle tecnologie di waste treatment – afferma Furlan - Ladurner sta sicuramente puntando sul trattamento del rifiuto umido con tecnologie di digestione anerobica e di compo-staggio e sul trattamento dell’indifferenziato e del residuo, con impianti di produzione di CSS (combustibile secondario) o eventualmente di sorting”.

Ladurner nel mondoUn percorso avviato

INTERVISTA A DAVIDE FURLAN

Come ci spiega Davide Furlan, area manager export impianti, il percorso di sviluppo dei mercati esteri è un passo decisivo ed irreversibile, spinto anche dalla dimensione internazionale degli azionisti – Trattamento dell’umido e dell’indifferenziato i driver impiantistici – La sinergia con i mezzi della raccolta

STAND 114/PADIGLIONE D3

Con l’entrata di Ladurner nei mezzi di raccol-ta cambia qualcosa?“Puntiamo a creare una forte cooperazione e si-nergia commerciale con la divisione delle mac-chine per la raccolta dei rifiuti urbani, poiché la possibilità di offrire prodotti e tecnologie che insistono su quel segmento della filiera che sta in testa al trattamento ci consente di essere più interessanti e competitivi su tutti i mercati”.In vista delle manifestazioni espositive, i prossimi appuntamenti?“Sicuramente Ecomondo di Rimini a novembre 2017 – conclude Davide Furlan – che, anche se in Italia, non copre solo il mercato domestico.Poi, con una finestra decisamente internaziona-le, Waste Expo USA ad aprile 2018 ed IFAT di Monaco di Baviera a maggio 2018, in cui è pre-vista una nostra presenza decisamente pesante ed importante”.Quindi?“Vi aspettiamo!”

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1. Tomo su strada2. Piazzale di accesso con pavimentazione in

frantumato e calcestruzzo3. Copertura pensile spessore 1,50 m4. lntercapedine tecnica con solaio inclinato 5. Fossa paramassi6. Terra armata con pietrame a vista e

pendenza 10°7. Bosco orno-ostrieto8. Frutteto a spalliera10. Cenge vegetate

11. Coperture fotovoltaiche13. Fabbricato depuratore interrato lotto 115. Digestore17. Raccordo con versanti montagna in terra19. Materiale di allegerimento 20. Strada di accesso alle coperture e al tomo

superiore26. Sistemazione a verde interspazi stradali e

ferroviari28. Parapetto in cor-ten

Trento 3 va avanti. Con la consegna del progetto esecutivo e la suc-cessiva approvazione è iniziata la costruzione del nuovo depurato-re di Trento da parte del raggruppamento di cui fa parte Ladurner.L’impianto, della potenzialità di circa 150.000 abitanti equivalenti, servirà tutta l’area municipale a sud di Trento e i paesi limitrofi ver-so sud fino a Rovereto escluso.

Con Massimo Troncon approfondiamo alcuni interessanti dettagli.“I lavori – esordisce Troncon - prevedono la posa del collettore che porterà i reflui verso l’impianto di depurazione e il successivo spostamento della statale nel punto in cui sorgerà il nuovo impianto.Questo per poter consentire, nella terza e ultima fase, la costruzione del fabbricato di depurazione che verrà mitigato con opere di copertura a ver-de”.Quali sono le caratteristiche dell’impianto?“L’impianto è stato concepito con le migliori tecnologie disponibili privile-giando i consumi energetici ed il recupero di energia dai fanghi, dai reflui in uscita con ausilio di turbina per la produzione di energia elettrica e da pannelli fotovoltaici sempre per lo stesso motivo”.Faceva parte della vostra proposta?“Sì, è uno sforzo che porterà alla quasi totale autosufficienza energetica dell’impianto.Un risultato altamente ambizioso ed in linea con recenti indi-cazioni comunitarie e per il quale la proposta del raggruppamento di cui fa parte Ladurner è stato premiato dalla commissione esaminatrice”.Anche l’impatto paesaggistico è notevole…“L’inserimento ambientale dell’opera – continua Troncon - è stato partico-larmente curato con la creazione di una collinetta a verde lungo il fronte del depuratore, mentre sul tetto dello stesso verrà ricreato un ambiente a verde coerente con il paesaggio locale comprendente una coltivazione a vite”.E la comunicazione ai cittadini? “Nei pressi del sollevamento dei reflui sito in adiacenza della ciclabile della val d’Adige, percorsa da migliaia di ciclisti, verrà installata una piazzola di sosta con punto ristoro e panchine dotata di schermo che riporterà in linea i dati tecnici salienti del nuovo depuratore, tra cui la portata di refluo trat-tata, i parametri chimici principali e la produzione totale di energia elettrica derivante dalle soluzioni tecniche adottate”.

Trento 3 va avantiUn esempio per l’Europa

INTERVISTA A MASSIMO TRONCON

Con la consegna del progetto esecutivo e la successiva approvazione è iniziata la costruzione del nuovo depuratore di Trento – Per la sua qualità, la banca europea lo ha finanziato e lo presenterà alla Comunità come esempio da seguire in Europa

E le prestazioni dell’impianto?“Particolare attenzione è stata posta alla minimizzazione della produzione di fanghi di risulta che corrispondono allo scarto della depurazione, adot-tando una tecnologia ad ultrasuoni che converte il residuo fangoso in un substrato che una volta alimentato nel digestore anaerobico produce una grande quantità di biogas che viene poi convertito in energia elettrica utile all’autoconsumo dell’impianto”.Altre efficienze?“Il depuratore sarà completamente chiuso e condizionato in modo tale da mantenere all’interno una temperatura costante e dotato di sistemi capaci di recuperare il calore prodotto dalle reazioni biologiche delle vasche di depurazione (tra i pochi casi al mondo). L’aria all’interno del depurato-re una volta recuperato il calore verrà trattata con un innovativo sistema di assorbimento su matrici solide di prodotti a base alluminio e carbone attivo. Inoltre, la qualità del refluo scaricato in Adige verrà monitorata in continuo e risponderà alle più severe normative europee”.Un progetto di qualità, quindi.“Sì, il progetto, per la sua qualità, ha meritato un finanziamento di circa 50 milioni da parte della banca europea, che lo presenterà alla Comunità europea come esempio”. La conclusione dei lavori è prevista per la fine del 2019.

LADURNER AMBIENTE LIFE

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Ladurner ha presentato assieme all’ENEA, Agenzia nazionale italiana per le nuove tecnologie, energia e lo sviluppo economico sostenibi-le, all’EUBCE 2017 i primi risultati delle sperimentazioni della gassi-ficazione del digestato da un processo di biodigestione anaerobica.La gassificazione da digestato anaerobico da mix di biomasse e fra-zione organica del rifiuto per la produzione combinata di calore ed

energia. E’ questo il titolo della presentazione dell’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile ENEA all’edi-zione di “EUBCE – European Biomass Conference & Exhibition 2017” svoltosi a Stoccolma. Il lavoro è stato svolto nell’ambito del progetto “Industria 2015”, Programma di ricerca e sviluppo sostenuto dal Ministero dello Sviluppo Eco-nomico e finanziato dall’Unione Europea, di cui riferiamo nell’articolo in que-sta stessa pagina. A Sergio Brandani, coordinatore generale del progetto per conto di Ladurner, abbiamo chiesto di illustrarci in sintesi i dati più significativi finora emersi. A partire dal 2015 Ladurner srl ha ricoperto il ruolo di Primo Propo-nente e Coordinatore del Programma di Interesse Nazionale “Industria 2015” che, coinvolgendo i principali Enti di Ricerca Nazionali, ENEA e CNR, e le Università di Venezia e Verona, aveva l’obiettivo di creare una specifica “piattaforma tecnolo-gica”, realizzata poi nel sito impiantistico di Tortona (AL), articolata in due diverse aree di processo, per la produzione di energia rinnovabile utilizzando un mix di biomasse e rifiuti speciali non pericolosi. La prima area prevedeva la produzione di biogas, con un ridotto contenuto di H2S e altri inquinanti e ad elevato potere calorifico, attraverso l’utilizzo di siste-

Progetto “Industria 2015”A Stoccolma con ENEA

DI SERGIO BRANDANI

All’European Biomass Conference & Exhibition 2017 in Svezia

Cos’è Industria “2015”Il progetto sperimentale “Industria 2015” in cui è coinvolta Ladurner consi-ste nella ricerca applicata per la produzione di energia rinnovabile con il mini-mo impatto da un mix di biomasse e rifiuti speciali non pericolosi attraverso processi innovativi. Il progetto è finanziato, con fondi europei, dal Ministero dello Sviluppo Economico e sostenuto anche dal Ministero dell’Innovazione dell’Università e della Ricerca nell’ambito dell’Area obiettivo A3 (Bioenergia e produzione di energia da rifiuti) e Sotto Area A.3.2 (Tecnologie innovative per la produzione di energia da rifiuti speciali con minimizzazione dell’impatto am-bientale). Referente del progetto è la Ladurner, il braccio industriale del Gruppo Ladurner Ambiente e gli altri partner dell’iniziativa sono: Veritas SpA; Com-puter Solutions SpA; Elenia Srl; ENEA (Agenzia Nazionale per le tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile; CNR ICMATE (Istituto di chimica della materia condensata e di tecnologie per l’energia; Università Ca’ Foscari di Venezia; Università degli studi di Verona – Dipartimento di Biotecnologie.Messo a punto dal Ministero dello sviluppo economico, il decreto “Industria 2015” stabilisce le linee strategiche della politica industriale italiana volte all’u-scita dalla situazione di crisi e mira a riportare al centro dell’attenzione i temi dell’impresa come luogo dove la tradizione e l’innovazione si incontrano.Per saperne di più sul progetto Ladurner è consultabile il sito webwww.biomass2015.net e per chiedere informazioni alla e-mail: [email protected]

mi innovativi di fermentazione anaerobica di un mix di biomasse e rifiuti specia-li, opportunamente miscelate con la frazione organica dei rifiuti solidi urbani, in modo da ottimizzare le rese complessive di conversione energetica del processo. L’approccio operativo, alla base del nuovo processo realizzato, ha visto l’inte-grazione di un processo tradizionale per la produzione di biogas, concepito per il trattamento della sola FORSU, con tutta una serie di sistemi e di tecnologie innovative, allo scopo di incrementare sia la resa in biogas prodotto, sia per mi-gliorare la qualità del materiale in ingresso ed in uscita dal processo. Il punto di forza della proposta è stato quindi la combinazione di una serie di tecnologie con l’obiettivo di realizzare un sistema integrato in grado di processare, con un elevato grado di flessibilità, un’ampia gamma di possibili materie prime. L’ottimizzazione di ogni singolo elemento tecnologico è stata perseguita nell’ottica della migliore integrazione con gli altri elementi della filiera, sezione di pretrattamento, di fer-mentazione, di disidratazione, in modo da rendere il sistema proposto, per quanto possibile, “chiuso”, minimizzandone gli impatti ambientali, sia sul versante delle emissioni sia sul versante della produzione/collocazione dei sottoprodotti.La seconda area prevedeva, con una radicale innovazione di sistema, lo svi-luppo e la dimostrazione: - di un processo di conversione termochimica (pirogassificazione) dei fan-

ghi, digestato, provenienti dalla digestione anaerobica, opportunamente miscelati con biomasse lignocellulosiche, con l’obiettivo di incrementare la resa energetica complessiva dell’intero sistema.

- di un modulo di upgrading e purificazione del biogas, attraverso l’utilizzo di sistemi a membrana, che possa permettere l’ottenimento, a costi con-tenuti e con facilità di gestione del relativo processo, un vettore energe-tico con standard qualitativi tali da migliorare l’efficienza di conversione energetica in cogeneratori standard e da risultare idoneo per l’immissio-ne nelle reti urbane di distribuzione del gas naturale

- di un sistema di monitoraggio e controllo del processo mediante l’im-piego di Sistemi Software di Logica Decisionale Intelligente e di sistemi avanzati di rilevazione (Naso Elettronico) delle sorgenti odorigene, corre-landone la natura e l’entità ai principali parametri di funzionamento del processo e/o ad eventuali anomalie dell’impianto

Tutto ciò ha avuto lo scopo di rendere completamente integrata ed autonoma l’intera piattaforma tecnologica realizzata, minimizzandone l’impatto ambien-tale nel territorio circostante.

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L’azienda operativa nelle bonifiche del gruppo Ladurner ha con-seguito nel comune del veneziano un’autorizzazione per un impianto di trattamento e recupero di rifiuti da spazzamento stradale e rifiuti speciali non pericolosi da 100.000 tonnellateLa Città Metropolitana di Venezia ha autorizzato la Rem-Tec, azienda del gruppo Ladurner operativa nelle bonifiche, alla re-

alizzazione nel comune di Mira (Venezia) di un impianto per il trattamento ed il recupero di rifiuti da spazzamento stradale e rifiuti speciali non pericolosi da 100.000 tonnellate annue.Si tratta in sostanza di un impianto, con una favorevole posizione logistica adiacente alla strada statale Romea, autorizzato al recupero di rifiuti di matri-ce inorganica, finalizzato alla produzione di materiale che cessa la qualifica di rifiuto (il cosiddetto “End of Waste”) e più precisamente:a) Aggregati non legati e aggregati migliorati a calce e cemento per rilevati

e sottofondi stradali conformi alle norme UNI 13242 e UNI 14227;b) Aggregati non legati per calcestruzzo conformi alle norme UNI 12620;c) Aggregati per miscele bituminose conformi alle norme UNI 13043.Le operazioni autorizzate alla produzione dei suddetti aggregati (end of waste) ed alla produzione di minerali, come ad esempio sabbia e rocce che invece rimangono rifiuti (CER 19 12 09), sono: la messa in riserva; l’accorpamento; le lavorazioni meccaniche consistenti in accorpamento/miscelazione, selezione, frantumazione, vagliatura per l’ottenimento dell’end of waste; il lavaggio; la biopila; il miglioramento a calce e cemento; la messa in riserva e/o deposi-to preliminare di rifiuti prodotti dall’attività e destinati a recupero/smaltimento presso impianti terzi.L’impianto autorizzato a Mira si inserisce nei programmi di espansione della Divisione Bonifiche nei territori strategicamente più interessanti per la presen-za di aree di produzione di rifiuti speciali non pericolosi.

Rem-Tec

DI LORENZ SAN NICOLÒ

Autorizzato per il trattamento e recupero di rifiuti da spazzamento e rifiuti speciali non pericolosi

nuovo impianto a Mira

Bonifica area ex Zambon: la stampa ne parla bene

“ Area ex Zambon. Al via una bonifica d’avanguardia”. Con questo titolo Il Giornale di Vicenza ha salutato l’avvio dei lavori di bonifica dell’area indu-striale ex Zambon, nel capoluogo berico. “Bonifica high tech”, gli ha fatto eco il titolo del Corriere del Veneto che, parlando della tecnologia, riporta quanto affermato dalla casa farmaceutica e cioè che verranno adottate per la prima volta in Italia tecniche di bonifica che provengono dall’Olanda, per

ridurre al minimo i disagi.Dei lavori, le cui caratteristiche peculiari sono state già spiegate nel numero 6 di LIFE, fa parte anche la Rem-Tec, azienda controllata dalla Divisione Bonifiche di Ladurner (Ladurner Bonifiche), in raggruppamento temporaneo d’impresa con la Arcadis Italia.Al termine dei lavori di bonifica e messa in sicurezza dell’area, verranno realiz-zati un parco pubblico di 16 mila metri quadrati, percorsi pedonali e ciclabili, un parcheggio pubblico di 3 mila metri quadrati ed una zona residenziale di 7 mila metri quadrati circa.Ricordiamo che gli interventi di bonifica previsti sono: bonifica amianto degli edifici esistenti; demolizione degli edifici esistenti; scavo, trattamento On-Site e/o smaltimento esterno del suolo insaturo; bonifica delle aree di sorgente me-diante trattamento termico In-Situ; risanamento della falda acquifera superficiale mediante combinazione di ossidazione chimica In-Situ (ISCO), Multiphase Ex-traction (MPE), Pump & Treat; infine contenimento idraulico delle falde confinate profonde.

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Dopo il perfezionamento dell’acquisizione da parte di Infore Envi-ronment Technology Group del controllo del ramo d’azienda am-bientale di Zoomlion, divenuta Zoomlion Environment, tra le cui partecipazioni di controllo c’è anche il Gruppo Ladurner Ambien-te, i massimi vertici della holding ambientale hanno fatto visita agli impianti ed alla sede in Italia.

Il tour, la cui logistica è stata organizzata dal facility manager Bruno Doni ed accompagnato da Simone Paoli, country manager per la Cina e Massi-mo Mapelli, responsabile dell’Ufficio tecnico, ha toccato i più significativi impianti del gruppo delle tre gocce ed ha rappresentato l’occasione, oltre che per conoscere le realtà impiantistiche italiane nel settore dei rifiuti, anche per socializzare con il management.Della delegazione industriale cinese facevano parte Ma Gang, Chairman e Presidente di Infore Enviro; Jin Taotao, Vice Presidente e Marketing De-partment Minister; Zhang Yong, Vice Presidente e direttore Innovation Center, Jiao Wanjiang, Vice Presidente e direttore Divisione solid waste; Chen Peiliang (Chaucer), General Manager di Zoomlion Environment e Zeng Guang, Manager della Divisione ambiente di Zoomlion.Ogni tappa ha unito l’utile (gli impianti Ladurner) al dilettevole (le attrazioni dei territori via via interessati). Ecco che la visita agli impianti di Montanaso (Lodi) e Albairate (Milano) hanno coinciso con la visita turistica a Milano.Gli impianti di Tortona (Alessandria) e Saliceti (Spezia) con la visita alle Cinqueterre in barca da Lerici. La visita agli impianti del Veneziano con il tour a Venezia in motoscafo, percorrendo il Sentiero luminoso del Canale di Malamocco, realizzato da Ladurner come progetto di efficienza energetica. La visita al centro storico di Bolzano, sede della Ladurner in Italia.

Impianti visitati dalla delegazione di Infore Enviro e Zoomlion Environment:

- Montanaso Lombardo (Lodi) Impianto TMB per rifiuti urbani indifferen-ziati (R.u.i.);

- Albairate (Milano) Impianto di digestione anaerobica, compostaggio e produzione di energia da rifiuti organici (Forsu e vegetali);

- Tortona (Alessandria) Impianto di digestione anaerobica, compostag-gio e produzione di energia da rifiuti organici (Forsu, fanghi e vegetali);

- Saliceti, Vezzano Ligure (Spezia) Impianto di produzione di CSS da ri-fiuti indifferenziati;

- San Benedetto Po (Mantova) Impianto di digestione anaerobica del si-stema Ladurner-Enerfarm da prodotti agricoli e sottoprodotti;

- Fusina (Venezia) Impianto PIF, Progetto Integrato Fusina per la depura-zione delle acque;

- Venezia (VE) Sentiero luminoso Canale di Malamocco;- Vicenza (VI) Cantiere di bonifica ex area industriale Zambon;- Rovereto (Trento) Impianto Wet-Oxidation per il trattamento fanghi di

depurazione;- Sinigo Merano (Bolzano) Impianto di trattamento rifiuti speciali perico-

losi e non;- Bolzano (BZ) Impianto di termovalorizzazione per rifiuti indifferenziati.

Il tour si è concluso a Bolzano presso gli uffici della sede centrale di Bolza-no del Gruppo Ladurner Ambiente con la definizione delle linee guida del piano industriale in Italia ed in Europa, principale focus della mission e del business delle “tre gocce”.

Impianti Ladurner in ItaliaTOUR DI INFORE E ZOOMLION

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1. Impianto di Montanaso (Lodi): i vertici di Infore e Zoomlion ricevuti da Lukas Ladurner e Gianni Gallozzi

2. Impianto di Tortona (AL): briefing con Andrea Silvestri e Matteo Grandi prima della visita

3. Impianto PIF di Fusina (VE): briefing con Massimo Troncon e Nicola Bellero

4. Impianto Rem-Tec di Merano (BZ): briefing con Lorenz Sannicolò e Markus Neuner

5. Impianto di Albairate (MI): briefing con Andrea Silvestri , Matteo Grandi e Daniele Leso (capo impianto)

6. Impianto di Saliceti (SP): briefing con Gianni Gallozzi e Gianpiero Musio (capo impianto)

7. Lerici e Cinqueterre (SP): gita in barca con Andrea Silvestri, Roberto Rio e il chairman di Infore Environment William Ma Gang

8. Impianto di Albairate (MI): visita all’impianto9. Impianto di San Benedetto Po (MN): visita

all’impianto con Matteo Grandi e Andrea Grisenti

10. Sentiero Luminoso Canale di Malamocco Venezia: visita al percorso attrezzato da Ladurner con Massimo Mapelli e Jin Taotao

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Ladurner consolida la propria presenza logistica a Reggio Emi-lia con una nuova filiale operativa nella centrale via Corelli al nume-ro 5 del capoluogo emiliano, di fronte alle Latterie Giglio e che si affaccia sulla via Emilia.Da luglio ospita le strutture ope-rative di parte dell’ufficio tecni-co della Ladurner, esattamente il comparto di progettazione elettrica e la struttura commerciale della nuova divisione “equipment”.La palazzina uffici si estende su tre piani, di cui solo uno utilizzato, per una superficie di 800 mq. L’intero complesso deriva da un’ex area industriale storica per Reggio, riconvertita ed i cui capannoni potranno ospitare altre attività, come sottolinea Bruno Doni, facility manager di Ladurner, che si sta occupando della ristrutturazione.

A Venezia nel segno di Marco Polo

La delegazione della Provincia dell’Hunan, guidata dal Segretario del Comitato Pro-vinciale del Partito Comunista Cinese e presidente del Comitato permanente del Congresso Popolare della Provincia dell’Hunan, Mr Du Jiahao, ed i vertici di Zo-omlion Heavy Industry Science & Technology Co. Ltd, guidati dal presidente Zhan Chinxin, hanno avuto l’opportunità sono stati in visita presso la Regione Veneto. Nel corso della visita il sig. Du ha incontrato i funzionari governativi regionali, i rappre-sentanti del mondo accademico ed imprenditoriale e le parti hanno avuto l’oppor-tunità di discutere approfonditamente i temi relativi alla collaborazione bilaterale in ambito economico-commerciale, culturale, dell’istruzione, del turismo e della salva-guardia ambientale, costituendo una solida base per la futura collaborazione tra le rispettive istituzioni, partendo anche dalla storica amicizia risalente ai tempi di Mar-co Polo. Si è convenuto, pertanto, di stabilire un rapporto di amicizia tra la Provincia dell’Hunan e la Regione Veneto.Mr. Du e Mr. Zhan hanno ringraziato, in due distinte lettere ufficiali, il governatore Luca Zaia per la disponibilità, la collaborazione e la cordialità dimostrata dai rappre-sentanti della Regione. I prossimi passi saranno quelli di concretizzare l’istituzione di un rapporto amichevole tra la Provincia dell’Hunan, che conta 60 milioni di abi-tanti e la Regione Veneto.Le delegazioni cinesi, nel corso della loro visita a Venezia, hanno inoltre potuto visi-tare tutti gli impianti del gruppo Ladurner Ambiente realizzati nella città lagunare, dal Polo integrato per la gestione dei rifiuti di Fusina (produzione di Cdr di qualità) al Pif (depurazione acque), fino alla navigazione lungo il “Sentiero luminoso” realizzato da Ladurner in concessione dall’Autorità portuale di Venezia (sistema di illuminazione per le navi ad alta tecnologia nel Canale di Malamocco) ed i programmi della Ladur-ner Bonifiche nel settore.

CASANepalstruttura protettanel cuore di KathmanduLa risposta al bisogno di una casa protetta in grado di ospitare donne e bambini che hanno subito violenze e discriminazioni di genere – Ladurner tra i “main donors” con la Provincia Autonoma di Bolzano

Si chiama “CASANepal” e nasce nel 2007 come risposta al bisogno di una struttura protetta in grado di ospitare temporaneamente donne che hanno subito violenze e discriminazioni di genere, perché essere donna in Nepal è ancora oggi una grande sfida. Nel piccolo stato himalayano le donne sono fortemente discriminate e vittime di violenze che rimangono molto spesso impunite. La violenza di genere è la princi-pale ragione dei suicidi che sono, a loro volta, la prima causa di morte tra le donne nepalesi in età riproduttiva.CASANepal fornisce alle sue ospiti numerosi servizi, che le aiutano a raggiungere il riscatto sociale e l’indipendenza economica. In 10 anni la onlus Apeiron, promo-trice del progetto, ha aiutato oltre 500 persone, donne e bambini spesso vittime di

violenza assistita.Al progetto ha partecipato anche la onlus altoatesina Ethical Project, riconosciuta dalla Provincia Autonoma di Bolzano ed operante in Nepal a sostegno delle pari opportunità e delle situazioni specifiche dell’universo femminile nepalese, con pas-sione ed amore verso le montagne e la cultura di quei luoghi.Tra i “main donors”, cioè i donatori principali, oltre alla Provincia Autonoma di Bol-zano, figurano le aziende altoatesine Ladurner Ambiente e Akor Partners.I lavori di CASANepal sono iniziati ad ottobre del 2017 e riguardano 3 edifici princi-pali e 4 accessori per 450 mq ed un’area complessiva di 750 mq.

Nuova filiale a Reggio Emilia

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Arrivederci a IFAT 2018

LADURNER PROTAGONISTA DELL’ECONOMIA CIRCOLARE

DAI RIFIUTI AL BIOCARBURANTE PER L’AUTOTRAZIONE

rifiuto organico

digestioneanaerobica

BIOMETANO

compost per uso agricolo

biogas

www.ladurnerambiente.it