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LAFAYETTE PARK DETROIT L’insediamento di Lafayette Park a Detroit (1955-1960) è frutto del lavoro comune, nel pieno della maturità, di Ludwig Hilberseimer e Ludwig Mies van der Rohe. Al progetto parteciparono anche Alfred Caldwell, architetto paesaggista allievo dei due maestri e, come parte attiva determinante, Herbert Greenwald, giovane intellettuale molto vicino a Mies e principale promotore del progetto. A causa della scomparsa di Greenwald avvenuta in un incidente aereo nel 1959, la realizzazione dell’intervento, originariamente costituito da due parti, venne limitato al solo settore residenziale ovest che, con il parco di grande dimensione (largo una novantina di metri e lungo circa un chilometro), costituisce un insieme sufficientemente chiaro per poter comprendere i caratteri generali del progetto e l’idea di città alla quale fa riferimento. Si tratta di una forte idea urbana che prevede un genere di vita a mezza strada tra la città e la campagna dove l’artificio, geometricamente definito nella sua ferrea precisione, si colloca nella natura secondo rapporti armonici e dove alla perfezione della natura corrisponde quella inseguita nell’artificio, l’una e l’altro composti in un quadro organico di corrispondenze; si tratta, inoltre, di una con- dizione residenziale adatta a quelle fasce di abitanti che, per problemi diversi, sceglieva (e tuttora sceglie) di stabilirsi nelle parti esterne del- la città (e oggi anche oltre) inseguendo un’idea che il successo della città giardino, nelle diverse edizioni messe a punto nel tempo, aveva in parte sancito come ideale di vita. Il progetto riguardava una vasta area centraledi Detroit occupata fino ai primi anni ’50 da uno slum edificato su una griglia di isolati rettangolari allungati (secondo il disegno consue- to delle città americane) disposti nord/ovest - sud/est e prossima a un complesso sistema di strade di scorrimento veloce realizzato nel primo dopoguerra nel tentativo di organizzare un traffico sempre crescente. Un aspetto del tutto inedito nel progetto di Lafayette Park era rappresentato dalla struttura mista e fortemente differenziata delle tipologie edilizie, comprese in una struttura formale sal damente geometrica nella quale il disegno preciso degli edifici e la massiccia conformazione delle case alte conferiscono all’insieme un carattere di particolare rilevanza urbana; si tratta di un sistema complesso che vede tipi di abitazione differenti destinati alle diverse necessità residenziali secondo una visione ragio nevolmente varia delle possibili esigenze abitative: le case basse con patio e le case a schira sono poste direttamente a contatto con la na tura e dedicate prevalentemente alle famiglie con figli, mentre le case alte ad appartamenti sono destinate a chi ha esigenze diverse. Il progetto delle parti residenziali, ordinato su un sistema alternato di strade di penetrazione a cul de sacposte secondo la griglia esistente, ne assume la misura e il passo urbano, instaurando in questo modo un riconoscibile rappor to con Detroit, probabilmente l’unico possibile in termini di continuità urbana12; i diversi tipi di edifici residenziali, disposti all’interno di isolati di grandi dimensioni13, configurano siste- mi complessi di corti aperte attraversate da strade carrabili che, come le aree di parcheggio, sono poste a un livello più basso così da eliminare in buona parte le automobili dalla vista.14 La vasta estensione a parco, inoltre, collega le diverse parti dell’insediamento e si pone nell’organizzazione generale e nell’uso come l’ele- mento collettivo per eccellenza; esso costituisce il principale luogo collettivo nonché la se- de delle attività comuni e degli edifici di interesse pubblico, in primo luogo le scuole, alle quali vengono attribuiti i caratteri necessari per poter ospitare le attività sociali della comunità. In diretta connessione con il parco, inoltre, il piano originale prevedeva una struttura commerciale, un centro di ritrovo, una piscina e alcune costruzioni per attività ricreative. L’organizzazione di Lafayette Park ordinava in modo didascalico i principi messi a punto dal la ricerca di Hilberseimer: 1. costruzione della città attraverso l’impiego di tipi misti (unicamente edifici alti e bassi), 2. eliminazione del traffico automobilistico di attraversamento e sua riduzione all’interno dell’insediamento15, 3. estesa presenza di spazi naturali, 4. ac cesso pedonale a parchi, scuole e strutture col lettive senza dover attraversare strade; 5. atten zione all’orientamento degli edifici e alle om bre portate dai corpi alti sulle altre abitazioni.

LAFAYETTE PARK STUDIO

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Studio dell'insediamento di Lafayette Park

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Page 1: LAFAYETTE PARK STUDIO

LAFAYETTE PARKDETROIT

L’insediamento di Lafayette Park a Detroit (1955-1960) è frutto del lavoro comune, nel pieno della maturità, di Ludwig Hilberseimer eLudwig Mies van der Rohe. Al progetto parteciparono anche Alfred Caldwell, architetto paesaggista allievo dei due maestri e, come

parte attiva determinante, Herbert Greenwald, giovane intellettuale molto vicino a Mies e principale promotore del progetto. A causa

della scomparsa di Greenwald avvenuta in un incidente aereo nel 1959, la realizzazione dell’intervento, originariamente costituito da

due parti, venne limitato al solo settore residenziale ovest che, con il parco di grande dimensione (largo una novantina di metri e

lungo circa un chilometro), costituisce un insieme sufficientemente chiaro per poter comprendere i caratteri generali del progetto e

l’idea di città alla quale fa riferimento. Si tratta di una forte idea urbana che prevede un genere di vita a mezza strada tra la città e la

campagna dove l’artificio, geometricamente definito nella sua ferrea precisione, si colloca nella natura secondo rapporti armonici e

dove alla perfezione della natura corrisponde quella inseguita nell’artificio, l’una e l’altro composti in un quadro organico di

corrispondenze; si tratta, inoltre, di una con- dizione residenziale adatta a quelle fasce di abitanti che, per problemi diversi, sceglieva

(e tuttora sceglie) di stabilirsi nelle parti esterne del- la città (e oggi anche oltre) inseguendo un’idea che il successo della città

giardino, nelle diverse edizioni messe a punto nel tempo, aveva in parte sancito come ideale di vita. Il progetto riguardava una vasta

area centraledi Detroit occupata fino ai primi anni ’50 da uno slum edificato su una griglia di isolati rettangolari allungati (secondo il

disegno consue- to delle città americane) disposti nord/ovest - sud/est e prossima a un complesso sistema di strade di scorrimento

veloce realizzato nel primo dopoguerra nel tentativo di organizzare un traffico sempre crescente.

Un aspetto del tutto inedito nel progetto di Lafayette Park era rappresentato dalla struttura mista e fortemente differenziata delle

tipologie edilizie, comprese in una struttura formale sal damente geometrica nella quale il disegno preciso degli edifici e la massiccia

conformazione delle case alte conferiscono all’insieme un carattere di particolare rilevanza urbana; si tratta di un sistema complesso

che vede tipi di abitazione differenti destinati alle diverse necessità residenziali secondo una visione ragio nevolmente varia delle

possibili esigenze abitative: le case basse con patio e le case a schira sono poste direttamente a contatto con la na tura e dedicate

prevalentemente alle famiglie con figli, mentre le case alte ad appartamenti sono destinate a chi ha esigenze diverse. Il progetto

delle parti residenziali, ordinato su un sistema alternato di strade di penetrazione a cul de sacposte secondo la griglia esistente, ne

assume la misura e il passo urbano, instaurando in questo modo un riconoscibile rappor to con Detroit, probabilmente l’unico

possibile in termini di continuità urbana12; i diversi tipi di edifici residenziali, disposti all’interno di isolati di grandi dimensioni13,

configurano siste- mi complessi di corti aperte attraversate da strade carrabili che, come le aree di parcheggio, sono poste a un

livello più basso così da eliminare in buona parte le automobili dalla vista.14 La vasta estensione a parco, inoltre, collega le diverse

parti dell’insediamento e si pone nell’organizzazione generale e nell’uso come l’ele- mento collettivo per eccellenza; esso costituisce

il principale luogo collettivo nonché la se- de delle attività comuni e degli edifici di interesse pubblico, in primo luogo le scuole, alle

quali vengono attribuiti i caratteri necessari per poter ospitare le attività sociali della comunità. In diretta connessione con il parco,

inoltre, il piano originale prevedeva una struttura commerciale, un centro di ritrovo, una piscina e alcune costruzioni per attività

ricreative. L’organizzazione di Lafayette Park ordinava in modo didascalico i principi messi a punto dal la ricerca di Hilberseimer: 1.

costruzione della città attraverso l’impiego di tipi misti (unicamente edifici alti e bassi), 2. eliminazione del traffico automobilistico di

attraversamento e sua riduzione all’interno dell’insediamento15, 3. estesa presenza di spazi naturali, 4. ac cesso pedonale a parchi,

scuole e strutture col lettive senza dover attraversare strade; 5. atten zione all’orientamento degli edifici e alle om bre portate dai

corpi alti sulle altre abitazioni.

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LAFAYETTE PARK

Piano finale, 1956.

A EDIFICI A 21 PIANI PER APPARTAMENTI

B CASE A SCHIERA A DUE PIANI

C CASE A SCHIERA AD UN PIANO

D STRUTTURE PER PARCHEGGI

E CENTRO COMMERCIALE

F PARCO PUBBLICO

G SCUOLA PUBBLICA

H CLUB HOUSE E PISCINA

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DIVISIONE IN ZONE

ZONA EDIFICI RESIDENZIALI ALTI

ZONA EDIFICI RESIDENZIALI BASSI

ZONA COMMERCIALE

PARCO PUBBLICO

IMPIANTO STRADALE

Page 5: LAFAYETTE PARK STUDIO

LAFAYETTE PARK: RAPPORTO FRA NATURA E ARCHITETTURA

IL VERDE PUBBLICONELL'INSEDIAMENTO

Al Lafayette Park Mies sviluppa un concetto di sviluppo misto in cui la diversificazione fra edifici alti ebassi è ricondotta al soddisfacimento dei desideri e delle esigenze degli individui, distinti fra loro chehanno piacere di abitare a contatto con la natura con il suolo e fra coloro che "amano vivere sopra, nelcielo". Ciò che rende spettacolare la zona del grande parco e della rete di sentieri per le passeggiate diLafayette Park sono gli alberi che, cresciuti dopo oltre 5 anni dal loro impianto conferiscono al quartiereil senso di una serie di ville in un parco. Con l'apporto di Alfred Caldwell la vegetazione impiantatadetermina ancora adesso un importante composizione per l'affaccio degli edifici.Concezione della natura come dimora dell'uomo, al pari degli antichi greci e non come campo del suodominio secondo la concezione fatta propria dalla scienza moderna: la natura è così definita in relazioneall'uomo, egli non può domarla ma solo svelarla.

Page 6: LAFAYETTE PARK STUDIO

GRIGLIA STRADALE PREESITENTE, 1949 EDIFICI PREESISTENTI, 1949

NUOVA GRIGLIA STRADALE LAFAYETTE PARK, 1963

NUOVA GRIGLIA STRADALE SOVRAPPOSTA ALLA

VECCHIA

STUDIO DELL'INSEDIAMENTO URBANO

Page 7: LAFAYETTE PARK STUDIO

EDIFICI LAFAYETTE PARK, TUTTE LEFASI (NERO), SOVRAPPOSTI AGLIEDIFICI PREESISTENTI, 1949

DIAGRAMMA DEI NUOVI PERCORSIPEDONALI PROGETTATI, 1956

STUDI GEOMETRICI sul nuovo progetto diLAFAYETTE PARK

Page 8: LAFAYETTE PARK STUDIO

'Une ville contemporaine' è una proposta di LeCorbusier per una città di tre milioni di abitanti, èuna città senza una posizione, senza alcuna cennistorici o contesto geografico. Le Corbusier sidisinteressa della posizione; si rifiuta di tener contodei limiti imposti da una specifica posizione. Nellacittà di tre milioni di Le Corbusier ha raggiunto untotale controllo della città da parte dell'architetto - odell'architettura - tema che ricorre spesso nei suoilavori. Le Corbusier aveva quattro principi fondamentaliper 'La Ville de 3 milioni d'abitante':1 Decongestionedei centri delle città2 L'aumento della densità 3 Aumentare i mezzi dicircolazione4 Aumentare la superficie delle piante. 'Une ville contemporaine' vive di un businesscentrale di 24 grattacieli che si trovano in un vastoparco. Nel cuore di questo centro, c'è la stazionecentrale e un areoporto. Due autostradeattraversano il centro, Nord-Sud-Est-Ovest, pergestire il traffico veicolare. Nel parco intorno aigrattacieli ci sono ristoranti, caffè,negozi, teatri, ecc. Accanto al centro commerciale cisono gli edifici pubblici - musei, il municipio epubblico servizio. Al confine est del piano invece viè un giardino inglese.L'area commerciale è circondata da una zonaresidenziale in cui sono disposti i condomini indisegno geometrico a zig-zag. Intorno a questoedifici a zig-zag si presentano città giardino satellite.La densità di questa zona residenziale è basatasulla densità molto elevata di Parigi, tra i blocchiresidenziali ci sono spazi aperti simili a parchi.

Dopo il modello di città di alti livelli, Hilberseimersviluppò presto idee sulla casa unifamiliaresuburbana.Le case di piccole dimensioni del futuro dovevanorappresentare una separazione dal lavoro e la città,quindi un luogo sicuro in cui poter crescere i figli. Lecase unifamiliari sarebbero state raggruppate ingrandi unità di insediamento in parchi e giardini.Nel Weissenhofsiedlung, Stoccarda 1927, sotto lasupervisione di Ludwig Mies von der Rohe,Hilberseimer progettò uno dei suoi primi benpubblicizzati modelli di case unifamiliari.D'ora in poi promosse il Mischbebauung (misto-altezza nella pianificazione del sito), condomini dinove piani su case unifamiliari disposterigorosamente ortogonali sull'angolo giusto per laluce solare (come in Lafayette Park). OraHilberseimer dovuto risolvere il problema del traffico- come Le Corbusier. Creò modelli a lisca di pesce,che formavano così una città pedonale dove sipoteva facilmente raggiungere a piedi il vostrolavoro o la scuola senza passare per le vie ditrasporto, proprio come era stato nelcittàgrattacielo.

IL RAFFRONTO

UNE VILLE CONTEMPORAINELE CORBUSIER

Une ville contemporaine, Le Corbusier. Il piano dell'insediamento.

Une ville contemporaine, Le Corbusier. Veduta ideale.

Progetti simili: Città per tre milioni di abitanti, Le Corbusier. Veduta ideale

Mischbebauung, Hilberseimer, 1930.

Unità piano di insediamento a lisca di pesce,1940.

Page 9: LAFAYETTE PARK STUDIO

L'ARCHITETTURA NELL'INSEDIAMENTO

MIES VAN DER ROHE

L'ARCHITETTO

Dall'affermazione convintache "boi dobbiamo imparare a lavorare con la tecnologia usando i materialidel nostro tempo", emerge e si rinforza l'atteggiamento antiformalistae attento al costruire, sostenutodall'affermazione che la forma non è il fine del lavoro architettonico ma solo il risultato mentre il progettonasce sempre dalla comprensione di un tema, dalla sua enunciazione e dal suo sviluppo. Una delle piùconvinte posizioni culturali di Mies riprende, sul piano filosofico, la considerazione di Tomaso D'Aquinosu quanto la comprensione del mondo spirituale dovesse discendere dall'osservazione delle cosevisibili.

LAVORARE CON LA TECNOLOGIA

TEMA DI ARCHITETTURA: IL RECINTO E IL BASAMENTO

Unità del piano d'insediamento di Lafayette park, case a schiera ad uno e due livelli

Page 10: LAFAYETTE PARK STUDIO

TEMA DI ARCHITETTURA: L'INGRESSO E LA FACCIATA

Ingresso case a schiera ad un piano, si nota il dislivello tra la superficiedelle strade e quella dell'abitato

Facciata case a schiera su due livelli

Ciascuna vetratadelle case basse einserita in uncampo strutturale;è costituita inaltezza da tresottomoduli, con iltraversoorizzontalecollocato nelrapporto di circa1:2.

Studio facciate case a schiera, Lafayettepark

Neue Nationalgalerie, Berlino. Vengono riprese lestesse proporzioni nella facciata

TEMA DI ARCHITETTURA: LA PIANTA FLESSIBILE

Alla base della pianta flessibilee libera vi è una costruzionechiara, ovvero regolare checorrispondendo alle esigenzedi standardizzazione allostesso tempo rende gli edificidelle "cornici neutrali"."Relazioni ordinate":griglia diprogettazione che determinala possibilità di collocare inogni suo incrocio, un pilastro epreservando il sistemaoriginale. La struttura portantenon è quindi una soluzionespecifica, ma si connota comeun'idea generale a cuirimandano il progetto e lacostruzione

Sopra: pianta tipoedifici a torre a

21 pianiLafayette Park

A sinistra: piantatipo case aschiera su duelivelliLafayette Park