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MANUALE SUL FAI DA TE IL LEGNO Lavorare il legno, aggiustare il legno, costruire con il legno: sono tutti capitoli della storia del fai da te che sembra avere nel legno uno dei suoi protagonisti principali. Questi capitoli, a loro volta, si suddividono in una serie infinita di paragrafi nei quali si raccontano le molteplici possibilità offerte dal legno a chi decide di affrontare piccoli e grandi lavori, che vanno dalla riparazione della gamba rotta di una sedia, alla costruzione di una libreria, al rivestimento di una parete e così via. È importante però che, prima di accingersi a qualunque operazione, si abbiano le idee ben precise su come fare, dove fare, cosa fare e con che cosa fare. In una parola bisogna procurarsi una attrezzatura necessaria e imparare a servirsene in modo corretto. Sarebbe assurdo farsi un corredo da professionista del legno e poi non sapere quale attrezzo usare al momento opportuno. La falegnameria è un'arte antica quasi come il mondo, che si avvale di molti strumenti, a volte estremamente semplici altre più complessi, che devono però corrispondere alle esigenze di ogni singolo lavoro. Però, ripetiamo, chi comincia da zero, o quasi, ha bisogno di pochi attrezzi, purché specifici, e di ottima qualità, da integrare eventualmente con altri, man mano che cresce la pratica e la voglia di fare cose nuove e più impegnative. Perché lavorare il legno può, alla fine, anche essere divertente e costituire un passatempo rilassante proprio perchè tanto diverso dalla routine (spesso stressante) della vita manageriale. Nel momento in cui ci si accinge ad acquistare un'attrezzatura conviene sempre affidarsi (soprattutto quando si ha poca esperienza) alle marche migliori, senza la tentazione di risparmiare sul prezzo che, in genere, è proporzionale alla qualità. Il vecchio motto chi più spende meno spende vale anche in questo caso perchè una spesa di qualche migliaio di lire in più equivale a una maggior durata dell'attrezzo. Abbiamo detto attrezzi, ma non basta: bisogna che, per una corretta manutenzione, essi abbiano un posto adatto dove si possano riporre con ordine e trovare subito al momento dell'uso. L'ideale è un armadietto non troppo profondo, corredato di ganci, ripiani e cassettini di misure diverse (per chiodi, viti, tasselli, e così via) eventualmente etichettati così da poter individuare subito quello contenente gli oggetti che servono. Ci sono anche contenitori in plastica trasparente, dotati di molti cassetti nei quali riporre il materiale minuto (subito reperibile, grazie appunto alla trasparenza). In alternativa all'armadietto, può andar bene anche un piccolo scaffale o un pannello forato con agganciati dei supporti su cui appendere gli attrezzi più grossi. Chi ha la fortuna di poter disporre di un locale da adibire a laboratorio, può collocare scaffali o contenitori appesi alla parete, in posizione ben accessibile e vicino al tavolo da lavoro. È in un ambiente come questo, chi è veramente appassionato per il fai da te in legno può, via via con l'esperienza, costruire anche pezzi di un certo impegno. Mancando il locale ci si può accontentare di un ripostiglio, di un angolo ricavato nel box o in uno scantinato purchè sia ben aerato e privo di umidità. E se non c'è nè il locale, nè il ripostiglio, nè il box, nè lo scantinato allora si può sempre rimediare con un tavolo pieghevole (ce ne sono parecchi tipi in commercio) o con una robusta asse (lunga da 1,4 a 2 metri e larga almeno 1 metro) da appoggiare sopra il tavolo della file:///C|/Temp/MANUALE%20SUL%20FAI%20DA%20TE.htm (1 di 2) [08/11/2003 18.51.03]

Lavorare Il Legno

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lavorare il legno

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  • MANUALE SUL FAI DA TE

    IL LEGNO

    Lavorare il legno, aggiustare il legno, costruire con il legno: sono tutti capitoli della storia del fai da te che sembra avere nel legno uno dei suoi protagonisti principali. Questi capitoli, a loro volta, si suddividono in una serie infinita di paragrafi nei quali si raccontano le molteplici possibilit offerte dal legno a chi decide di affrontare piccoli e grandi lavori, che vanno dalla riparazione della gamba rotta di una sedia, alla costruzione di una libreria, al rivestimento di una parete e cos via. importante per che, prima di accingersi a qualunque operazione, si abbiano le idee ben precise su come fare, dove fare, cosa fare e con che cosa fare. In una parola bisogna procurarsi una attrezzatura necessaria e imparare a servirsene in modo corretto. Sarebbe assurdo farsi un corredo da professionista del legno e poi non sapere quale attrezzo usare al momento opportuno. La falegnameria un'arte antica quasi come il mondo, che si avvale di molti strumenti, a volte estremamente semplici altre pi complessi, che devono per corrispondere alle esigenze di ogni singolo lavoro. Per, ripetiamo, chi comincia da zero, o quasi, ha bisogno di pochi attrezzi, purch specifici, e di ottima qualit, da integrare eventualmente con altri, man mano che cresce la pratica e la voglia di fare cose nuove e pi impegnative. Perch lavorare il legno pu, alla fine, anche essere divertente e costituire un passatempo rilassante proprio perch tanto diverso dalla routine (spesso stressante) della vita manageriale. Nel momento in cui ci si accinge ad acquistare un'attrezzatura conviene sempre affidarsi (soprattutto quando si ha poca esperienza) alle marche migliori, senza la tentazione di risparmiare sul prezzo che, in genere, proporzionale alla qualit. Il vecchio motto chi pi spende meno spende vale anche in questo caso perch una spesa di qualche migliaio di lire in pi equivale a una maggior durata dell'attrezzo. Abbiamo detto attrezzi, ma non basta: bisogna che, per una corretta manutenzione, essi abbiano un posto adatto dove si possano riporre con ordine e trovare subito al momento dell'uso. L'ideale un armadietto non troppo profondo, corredato di ganci, ripiani e cassettini di misure diverse (per chiodi, viti, tasselli, e cos via) eventualmente etichettati cos da poter individuare subito quello contenente gli oggetti che servono. Ci sono anche contenitori in plastica trasparente, dotati di molti cassetti nei quali riporre il materiale minuto (subito reperibile, grazie appunto alla trasparenza). In alternativa all'armadietto, pu andar bene anche un piccolo scaffale o un pannello forato con agganciati dei supporti su cui appendere gli attrezzi pi grossi. Chi ha la fortuna di poter disporre di un locale da adibire a laboratorio, pu collocare scaffali o contenitori appesi alla parete, in posizione ben accessibile e vicino al tavolo da lavoro. in un ambiente come questo, chi veramente appassionato per il fai da te in legno pu, via via con l'esperienza, costruire anche pezzi di un certo impegno. Mancando il locale ci si pu accontentare di un ripostiglio, di un angolo ricavato nel box o in uno scantinato purch sia ben aerato e privo di umidit. E se non c' n il locale, n il ripostiglio, n il box, n lo scantinato allora si pu sempre rimediare con un tavolo pieghevole (ce ne sono parecchi tipi in commercio) o con una robusta asse (lunga da 1,4 a 2 metri e larga almeno 1 metro) da appoggiare sopra il tavolo della

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    cucina o quello da stiro, nel locale guardaroba. Sia il tavolo pieghevole, sia l'asse permettono di effettuare numerosi lavori non eccessivamente impegnativi, compresa la segatura di assi o pannelli semilavorati, oltre ovviaInente lavori di incollaggio, riparazione e cos via. Durante il lavoro si deve avere l'avvertenza di proteggere sia il pavimento, sia il tavolo da lavoro su cui posa l'asse con giornali o vecchi panni, specialmente se si devono utilizzare delle vernici.

    ACCORGIMENTI

    Il locale dove lavorare deve esser ben arieggiato, specie se si usano solventi o vernici.

    Deve avere una illuminazione (meglio se indiretta) che non stanchi la vista. Se manca la luce naturale si possono utilizzare speciali lampade al quarzo iodio.

    Il pavimento deve essere perfettamente orizzontale e non sdrucciolevole. L'isolamento acustico ben curato in modo da non disturbare i vicini quando si

    lavora. Essere preferibilmente diviso in due zone (anche per mezzo di un mobile o di

    un pannello): una dove lavorare e una dove riporre i materiali. Essere asciutto e avere una temperatura costante, anche d'inverno. Disporre di un rubinetto per l'acqua.

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    Aggiustare il legno.

    Tra gli inconvenienti pi comuni, e anche pi facili da riparare, che possono capitare a un tavolino, ad una sedia o a un mobiletto ce n' uno che presenta particolari difficolt. Quando si rompe una gamba. La spaccatura pu essere di tipo diverso: orizzontale oppure obliqua. Nel primo caso, con un apposito trapano e punta da legno, si pratica un foro in ciascuno dei due pezzi di gamba rotta, ovviamente nella parte centrale, avendo cura che il foro sia di diametro adeguato alla misura della gamba ( quindi assai pi largo nel caso di gambe massicce). Occorre, inoltre, che i due fori risultino perfettamente allineati (tuttavia non va dimenticato che, all'occorrenza, uno dei due pu anche essere leggermente ovalizzato per ottenere una coincidenza perfetta delle due parti). Si taglia poi, in un apposito tondino di legno, un tappo che abbia la lunghezza complessiva dei due fori, ma il diametro leggermente superiore. Si introduce met del tappo, prima cosparso di colla, nel foro della gamba rimasta attaccata, facendolo penetrare a fondo eventualmente con l'aiuto di un martelletto. Quindi si incollano le due superfici del piede spezzato, facendo ben cura ai contorni, e si posa il troncone del piede sulla parte di "tappo" rimasta libera, infilandovela con l'accortezza che non si producano dislivelli tra le due parti (la giunzione deve risultare perfetta). Si lascia poi seccare la colla per almeno ventiquattro ore e, alla fine, se occorre, si rifinisce con un po' di vernice o con una lucidata a cera. Lo stesso procedimento si usa se la rottura riguarda il bracciolo di una poltroncina o di una sedia. Se la frattura invece di tipo obliquo, la riparazione un po' pi complessa. Bisogna anzitutto incollare le superfici dei due pezzi rotti e farli combaciare perfettamente, serrandoli poi con una morsa e lasciando asciugare la colla per almeno ventiquattro ore. Poi, con un trapano e una punta di almeno 8 millimetri, si praticano due fori perpendicolari al piede, che lo trapassino completamente. Si inserisce quindi nei buchi della colla da falegname e si introducono due tappi (come quelli spiegati prima) che abbiano lo stesso diametro dei fori e una lunghezza inferiore di 3-4 millimetri allo spessore della gamba spezzata. Anche i tappi devono essere preventivamente cosparsi di colla. Ultimato il lavoro si lascia seccare la colla, poi si riempie con dello stucco la piccola cavit rimasta nel legno, alle due estremit dei tappi, e si rifinisce con carta vetrata per terminare con un po' di vernice o una lucidatura a cera. Quando si rompe il cassetto. Pu capitare che il cassetto di un mobile non si apra pi bene, che si scolli agli angoli allentando la tenuta del compensato di fondo che cos esce dalla guida. Ecco come risolvere questi problemi. Nel primo caso, occorre innanzitutto scoprire il punto di frizione del cassetto con il mobile. Per fare ci si passa ripetutamente una matita a punta grossa sopra, sotto e sui fianchi dei bordi del cassetto. Si rimette poi a posto e si fa scorrere; il segno della matita sparisce nel punto in cui si verificato l'intoppo. Basta allora strofinare la parte con carta vetrata, prima a grana media poi a grana fine, oppure con una lima, e poi ripassare tutta la zona carteggiata con del sapone umido o con della paraffina. Con questa semplice

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    operazione il cassetto torna a scorrere come prima (e magari anche meglio). Se i listelli laterali, sui quali il cassetto si appoggia o scivola sono rovinati o si sono assottigliati per l'usura, provocando un movimento anomalo del cassetto stesso, basta piallarli leggermente o passarli con una lima a grana grossa e poi incollare sulla parte limata delle striscioline di legno di spessore sufficiente per compensare sia la parte rovinata, sia quella asportata con la limatura. Prima di rimettere il cassetto a posto bisogna lasciar seccare la colla. Quando invece gli angoli del cassetto, uniti tra loro con un incastro a mortasa-tenone o a biette (spine tonde) oppure ad angolo si aprono, bisogna ripristinare l'incastro per ridare al cassetto la sua forma originale. Dopo aver aperto completamente l'incastro, si lima il legno per asportare solo lo strato di colla vecchia (che non tiene pi) e mettere una giusta dose di colla nuova, facendo combaciare perfettamente i due pezzi. A questo punto basta aspettare che la colla sia secca per rimettere a posto il cassetto. Pu per capitare che l'incastro sia diventato lasco. Se la giunzione con biette (spine tonde), basta allargare il diametro dei fori in cui sono alloggiate e sistemarne delle nuove di diametro maggiore. Ma se si tratta di un altro tipo di incastro, che ormai non regge pi, inutile qualunque elemento di rinforzo, non resta che spessorarlo o ricostruirlo interamente. Per l'incastro ad angolo il lavoro pi facile, perch si tratta di asportare con una raspa un millimetro di legno da una delle facce, incollarvi sopra uno spessore dello stesso legno di un paio di millimetri e lasciare asciugare la colla. Fatto questo, si opera sullo spessore nuovo, riportando l'incastro a misura e provvedendo quindi alla incollatura delle due parti. Nel caso pi complesso di un incastro a mortasa-tenone bisogna allargare la mortasa vecchia, inserirvi (previa incollatura) un pezzo di legno duro opportunamente sagomato che la riempia completamente, che deve penetrare con un certo sforzo. Una volta che la colla ha fatto presa, si pratica nel pezzo di legno, inserito nella vecchia mortasa, un nuovo alloggiamento, leggermente pi stretto del precedente. Si riduce quindi il tenone alle dimensioni della nuova mortasa, si incollano le due parti, si fanno combaciare e si attende che la colla diventi secca. Questo nuovo incastro risulter solido e resistente. Naturalmente, prima di ripristinare definitivamente gli incastri, occorre rimettere in posizione nelle apposite corsie il fondo del cassetto, in modo che a lavoro finito risulti perfettamente alloggiato. Se il compensato si deformato e risulta pi largo del necessario bisogna sostituirlo con uno nuovo.

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    Costruire con il legno.

    Portati a termine tutti i lavori indicati nelle pagine precedenti, e cio la preparazione dei pezzi di legno, la rifinitura, la verniciatura e cos via, non resta ora che mettere insieme l'oggetto che si deve costruire. Ma come? I pezzi di legno si prestano ad essere incollati, inchiodati, avvitati, incastrati tra loro. Si tratta di decidere quale sistema scegliere, in rapporto al peso che la struttura deve sostenere, alle caratteristiche che si desidera darle, e anche alla esperienza. La giunzione mediante chiodi la meno consigliabile, perch i chiodi non hanno una buona tenuta (nettamente inferiore a quella delle viti) e tendono a sfilarsi dal legno. Si usa in genere per lavori provvisori. Le viti danno migliori risultati, in quanto oltre ad assicurare giunzioni abbastanza solide, consentono, in caso di necessit, un veloce smontaggio dei pezzi. L'incollaggio adatto di solito per pezzi di piccole dimensioni: spesso, tuttavia, usato insieme ad altri sistemi. Il metodo di giunzione ideale comunque quello dell'incastro. Dopo questa breve premessa utile esaminare le diverse possibilit, non senza aver suggerito prima di tutto di controllare attentamente le varie parti. A questo punto prima di assemblarle tra loro, necessario accostarle (senza attaccarle) e assicurarsi cos che tutti i pezzi combacino.

    Inchiodare.

    Anche se questo sistema stato sconsigliato, utile sapere come procedere in caso si decida di utilizzarlo per lavori modesti o per strutture nascoste. Si usano in genere chiodi in acciaio dolce a testa piatta, se la giunzione non ha problemi di eleganza; a testa conica o persa quando la chiodatura non deve essere visibile. Le misure pi usate sono quelle comprese tra i 20 e i 50 millimetri. Piantare un chiodo nel legno abbastanza facile; tuttavia, bisogna seguire alcune piccole regole assai importanti per ottenere un buon risultato. innanzitutto necessario avere un martello adatto al tipo di chiodi da piantare, facendo attenzione che la testa sia ben fissata al manico (in caso contrario i colpi non possono avere la necessaria efficacia); lo si impugna quasi all'estremit del manico e si vibrano dei colpi facendo in modo che sia il polso sia il gomito seguano movimenti elastici. I colpi devono avere una direzione perpendicolare al chiodo ed essere inizialmente leggeri, fino a quando il chiodo penetrato nel legno quanto basta per stare attaccato da solo mentre all'inizio dell'operazione va tenuto fermo con l'indice e il pollice della mano sinistra. Poi si aumenta l'intesit dei colpi, finch il chiodo penetrato completamente nel legno. Per chi alle prime armi, consigliabile tenere fissato il chiodo all'asse con una piccola pinza, oppure di infilarlo all'estremit di un pezzetto di cartone che lo tenga in posizione. Non appena il chiodo penetrato per met si pu togliere il cartone, strappandolo con leggerezza. Se il chiodo si piega, meglio estrarlo e sostituirlo con un altro, piuttosto che tentare

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    di raddrizzarlo con dei colpetti che possono rovinare la superficie del legno. Nell'unire due pezzi di differente spessore opportuno che quello pi sottile sia inchiodato sopra a quello pi grosso, facendo in modo che il chiodo penetri nel secondo quasi completamente, dopo aver attraversato il primo strato. A tale scopo si consiglia di sovrapporre i due pezzi e poi di controllare, posando il chiodo accanto alle due coste sovrapposte, che la sua lunghezza abbracci entrambi i pezzi. Per lavori grezzi, dove si bada pi alla solidit che all'estetica, bene usare addirittura chiodi pi lunghi dello spessore complessivo del legno: questi vanno poi ribattuti con il martello in direzione trasversale alle fibre, in modo che rientrino nel legno. Se invece la chiodatura deve essere invisibile bisogna ribattere i chiodi con un cacciachiodi, in modo da farli penetrare nel legno di almeno uno o due millimetri. I piccoli fori rimasti vanno poi livellati con dello stucco. Un ultimo consiglio: bene evitare di usare chiodi troppo grossi che possano fendere il legno; meglio chiodi pi piccoli piantati non troppo ravvicinati e a distanza sfalsata (infatti una chiodatura allineata pu provocare una fessurazione delle fibre).

    Avvitare.

    L'uso delle viti offre notevoli vantaggi; innanzitutto si possono facilmente levare e staccare cos i pezzi in caso di necessit. In secondo luogo, la filettatura delle viti si ancora saldamente alle fibre del legno e permette quindi un assemblaggio molto robusto. Sono invece da sconsigliare per i pannelli in truciolare, perch troppo teneri e friabili. Esistono parecchi tipi di viti da legno; a testa piatta o bombata, in acciaio dolce. Hanno msure varianti tra i 15 e i 50 millimetri di lunghezza. Per applicare una vite, si consiglia di praticare un piccolo foro di invito, profondo circa la met della lunghezza della vite, usando un punteruolo (in caso di legni teneri o di basso spessore) oppure un succhiello o un trapano con punta molto sottile. Una volta praticato il foro si inserisce la vite e si comincia a ruotarla con un cacciavite di misura adatta al taglio che si trova sulla testa della vite. Il cacciavite deve essere impugnato saldamente sull'estremit del manico, facendolo poggiare sul palmo della mano destra mentre, con la sinistra, si mantiene la lama in posizione corretta facendo in modo che possa ruotare tra le dita appena socchiuse. Se la vite fatica ad entrare, meglio non insistere, ma piuttosto estrarla, strofinare la parte filettata con un po' di sapone asciutto, e poi rimetterla in sede. Se questo accorgimento non basta, occorre allargare leggermente il foro di invito. Qualora si debbano applicare delle viti che, a lavoro ultimato, devono risultare invisibili, bisogna allargare con uno svasatore o una punta di diametro clicoidale, la parte superiore del foro di invito, facendo penetrare la vite quanto basta perch al di sopra della testa resti un piccolo incavo che va poi mascherato con dello stucco.

    Incollare.

    Si usano colle viniliche; sono di consistenza lattiginosa, costituite da minutissime particelle di resine sintetiche disperse in acqua. Vanno spalmate con il pennello e, una volta asciutte, non lasciano tracce perch diventano trasparenti. Se la colla troppo densa la si pu allungare con un po' d'acqua. Questo tipo di collante adatto per legni destinati ad ambienti chiusi, mentre per quelli che devono rimanere esposti all'aria e all'umidit, consigliabile usare collanti per esterno. Tali prodotti, per, per

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    dare dei buoni risultati, devono essere mescolati con gli appositi indurenti che si acquistano a parte: il composto che si ricava va utilizzato entro breve tempo. L'incollaggio che si ottiene robusto, resistente sia all'acqua sia al calore. Esistono poi gli adesivi a contatto, piuttosto densi, che vanno spalmati con una spatola su entrambe le parti da incollare e lasciati asciugare per 15-20 minuti prima di effettuare la giunzione. Bisogna fare ben attenzione in questa fase perch, una volta attaccati i due pezzi, difficile rimuoverli poich la presa istantanea e quindi la giunzione, se non perfetta, pu risultare irregolare. Prima di attaccare due superfici bisogna ripulirle perfettamente da qualunque residuo di polvere, segatura o grasso; la colla va stesa in uno strato uniforme ma sottile, con un pennello o una spatola, secondo che le parti da unire siano piccole o grandi. Effettuato l'incollaggio, in alcuni casi, necessario serrare i pezzi in una morsa, interponendo uno spessore di protezione in legno o cartone. Bisogna sempre attendere che la colla sia perfettamente asciugata prima di esercitare una qualunque pressione sui pezzi attaccati.

    Preparare gli incastri.

    Si detto che per congiungere pezzi di legno si possono usare colla, chiodi (solo in pochi casi) e viti; ma, per un lavoro pi accurato, fatto a regola d'arte, i migliori sistemi di giunzione sono senza dubbio gli incastri. Ne esistono parecchi tipi: ecco riportati i pi comuni e diffusi utilizzati quando si vuole costruire un'anta, una porta, uno scaffale, un mobiletto, uno sgabello e cos via.

    1. Incastro semplice di testa (o d'angolo). il pi facile da eseguire e si usa per unire due listelli a novanta gradi. Occorrono, per realizzarlo, un seghetto corto a dorso rinforzato e a denti piccoli oppure una sega a lama tesa e telaio in legno, una squadra, uno scalpello ed eventualmente un trapano. Prima di tutto si eseguono, con una matita, le tracce sui listelli, poi si inizia a tagliare con il seghetto o la sega. Perch il lavoro risulti preciso, bene fissare il listello in una morsa. Si rifiniscono poi i tagli con uno scalpello e, successivamente, con carta vetrata a grana grossa. Si sovrappongono quindi i listelli tagliati, si cospargono di colla le due parti da attaccare e si serrano in un morsetto. La giunzione va rinforzata inserendo due viti da legno a testa svasata, lunghe poco meno dello spessore del listello. Per introdurre le viti bisogna praticare un foro d'invito prima che la colla abbia fatto presa. Per ottenere una giunzione altrettanto resistente, si possono fissare i listelli con due spine tonde, (biette), ricavate da tondini di legno duro (si trova in commercio nei diametri di 6-8 millimetri). Per inserire le spine bisogna praticare, nei due listelli congiunti, dei fori di diametro leggermente inferiore di qualche decimo di millimetro a quello del tondino, in modo che le spine penetrino, forzandole, con l'aiuto di un mazzuolo o di un martelletto.

    2. Incastro a tacca. Piuttosto comune, serve sempre per congiungere listelli. Ecco come si realizza: con una matita si traccia su uno dei listelli il disegno della tacca, che deve avere le stesse dimensioni del listello da inserire. Poi si segnano quattro o cinque linee, parallele alle prime, e a distanza regolare. Lungo tali linee si praticano una serie di tagli con la sega e si lavora di scalpello, tenendo quest'ultimo leggermente obliquo e cominciando a lavorare

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    lungo la linea di destra. Lo scalpello deve penetrare fino a un paio di millimetri sopra la linea inferiore della tacca. Dopo aver asportato tutta la sezione di legno compresa tra le linee esterne tracciate all'inizio, si lavora di raspa per raggiungere la larghezza e profondit stabilite. Nella tacca praticata si fa quindi penetrare il secondo listello, perfettamente combaciante. importante che tra i due elementi dell'incastro l'intercapedine sia il pi ridotta possibile, altrimenti l'incastro risulta debole. A tale scopo, i due pezzi da far combaciare devono essere all'inizio non accoppiabili: si rendono tali solo successivamente, lavorando di raspa e carta vetrata, con molta cura. Solo cos si pu essere certi di ottenere un incastro perfetto e di grande resistenza.

    3. Incastro a mortasa-tenone (femmina e maschio). Si usa sia per unire due listelli a 90 gradi, sia per realizzare una unione a T. La sedia da cucina, ad esempio, ha le mortase nei due elementi verticali che fanno da gambe posteriori (e reggono lo schienale) e nelle due gambe anteriori, mentre i quattro listelli che formano il sedile portano alle estremit un tenone. La mortasa non altro che una cavit (in genere a fondo cieco) che si ottiene con due lavorazioni. Per prima cosa si tracciano le linee di larghezza e profondit, poi si pratica una serie di fori con il trapano (girabecchino o elettrico) provvisto di punta da legno di diametro quasi uguale a quello della mortasa. Una volta eseguiti i fori si ottiene una mortasa con i bordi interni muniti di una serie di cuspidi che devono essere eliminati con scalpello e mazzuolo: le pareti della mortasa vanno poi rifinite con la raspa. Conviene fare prima la mortasa del tenone perch, se lo spessore della cavit risulta leggermente pi grande del previsto, pi facile adattarvi il tenone, realizzandolo un poco pi spesso, in modo da farlo combaciare perfettamente. Il tenone (ovvero il maschio) si ottiene segnando sul pezzo da incastrare le linee corrispondenti alla profondit e alla larghezza della mortasa; poi con la sega si praticano su due lati i tagli necessari a ridurre lo spessore del tenone a quello della mortasa e successivamente, sempre con la sega si asportano i blocchetti laterali, cos da creare una striscia di legno perfettamente corrispondente alla mortasa. Questa porzione di legno va poi rifinita con la raspa. Si applica la colla sulle due parti dell'incastro e si fanno combaciare introducendo il tenone che, come tutti gli incastri, deve penetrare con una leggera forzatura e l'aiuto di un mazzuolo. Per rendere ancora pi solido l'incastro si pu bloccarlo con delle spine tonde, come spiegato per l'incastro ad angolo. Una giunzione a mortasa-tenone pu sopportare anche pesi rilevanti.

    Tra i molti altri incastri si ricorda anche quello a coda di rondine, usato in genere nell'industria, ma soprattutto nell'artigianato d'epoca; contrariamente a quanto si possa pensare uno dei pi complessi e per realizzarlo occorre una attrezzatura specifica e piuttosto varia.

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    Lavorare il legno.

    chiaro che bisogna procedere per gradi: fare cose semplici per passare poi, via via, in base all'esperienza acquisita, a lavori pi impegnativi. In ogni caso buona norma, prima di cominciare, avere le idee chiare sulle dimensioni che dovr avere l'oggetto, sul tipo di legno che meglio si presta a quel determinato lavoro e, soprattutto, sul modo di collegare tra loro i vari pezzi. inoltre consigliabile fare un disegno in scala di ci che si vuol costruire in modo da poter stabilire in anticipo il quantitativo di materiale che occorre. In base al modello si pu far tagliare i vari pezzi necessari oppure riportare sul legno lo schema di taglio, in grandezza naturale, servendosi di una matita da falegname, riga e squadra. In quest'ultimo caso necessaria la massima precisione per non trovarsi poi, a taglio effettuato, con pezzi di dimensioni insufficienti o addirittura diverse fra loro. Ecco come si procede. Tracciato il profilo delle varie parti si esegue il taglio (occorre una sega adatta e ben affilata) facendo attenzione di seguire sempre il senso delle fibre del legno. Una volta ricavati i pezzi delle giuste dimensioni si effettuano eventuali fori o intagli, secondo l'assemblaggio previsto per passare da ultimo al montaggio e alla successiva rifinitura. Queste, a grandi linee, le sequenze delle varie operazioni necessarie per dar vita a un piccolo mobile, a uno scaffale e cos via. opportuno comunque esaminarle una per una con maggiore chiarezza.

    Tagliare.

    Se non si acquistano i vari pezzi gi tagliati in misura, necessario procurarsi una sega perfettamente affilata e di tipo adatto al lavoro che si deve eseguire. Il pezzo da segare va tenuto ben fermo, usando preferibilmente dei morsetti e facendo attenzione che il lato che deve rimanere in evidenza sia rivolto verso l'alto; pu infatti accadere che la superficie inferiore si scheggi rovinandosi leggermente. Si inizia a tagliare appoggiando la sega sullo spigolo di partenza e praticando una leggera incisione nel legno; la lama va tenuta appena appena inclinata rispetto al piano di lavoro, per poter seguire meglio il tracciato-guida. Solo quando la sega affondata nel legno per oltre met della lama, si pu cominciare a disporla a 45-60. Occorre tener presente che, per le sue caratteristiche, la sega lavora quando viene spinta in avanti, per cui la pressione necessaria al taglio va effettuata nel movimento di andata, mentre quello di ritorno deve essere molto leggero. Occorre lavorare con regolarit, evitando di forzare o dare strappi che potrebbero scheggiare il legno. Verso la fine del taglio, opportuno sorreggere con la mano sinistra il pezzo di legno che dovr staccarsi per evitare scheggiature. Se, per un errore di impostazione, la lama della sega tendesse a deviare dalla linea di taglio tracciata, piuttosto di insistere nella stessa direzione, meglio rivoltare il pezzo e iniziare il taglio dall'altra parte. Per segare pannelli di compensato o paniforte, bene usare una sega a dentatura fine. Tenendo la lama con una inclinazione proporzionale allo spessore del pezzo (pi sottile, meno la lama deve essere inclinata). Dovendo tagliare tavole di un certo

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    spessore, consigliabile tracciare prima, su ogni faccia, una linea di guida e inciderla con la sega, in modo che il taglio risulti guidato anche lateralmente. Infine, per tagli obliqui o profili sagomati, bisogna usare una piccola sega a dorso oppure, preferibilmente, una delle apposite guide per tagli obliqui.

    Forare.

    Per questa operazione occorrono strumenti manuali o elettrici (ad esempio un trapano Bosch, con le apposite punte del legno), che vanno usati a velocit sostenuta per fori di piccole dimensioni e a velocit, pi ridotta per fori grandi. ovvio che le punte devono essere in condizioni perfette e ben affilate (a tale scopo bisogna stare attenti a non farle cadere e evitare di utilizzarle per lavori diversi da quello cui sono destinate); per facilitare la capacit di penetrazione si pu passarle con un po' di sapone asciutto o di olio minerale. Il pezzo da forare deve essere fissato al piano di lavoro con dei morsetti (per non rovinare la superficie, buona norma interporre tra la morsa e il pezzo uno spessore di legno). Per evitare che la punta, nell'intaccare il legno, devii dalla posizione in cui il foro va praticato (precedentemente indicata con una matita) consigliabile praticare con un punteruolo una tacca che serva da invito. Se si lavora con un trapano manuale (girabecchino) la punta va appoggiata perfettamente verticale alla superficie girando poi la manovella con una pressione piuttosto forte. Con il trapano elettrico la punta deve essere invece appoggiata quando il motore gi in moto, per evitare la possibilit di deviare dalla esatta centratura. La pressione in questo caso deve essere leggera. Dovendo forare due pezzi uguali, nello stesso punto, si sovrappongono perfettamente e si fissano tra loro mediante due morsetti, trapanandoli poi insieme. Se ci non possibile, perch lo spessore dei due legni uniti supera la lunghezza della punta del trapano, basta forare il pezzo superiore e lasciare che la punta penetri leggermente in quello sottostante; la tacca cos ottenuta sufficiente per procedere col secondo foro. Se il foro molto largo (e non si ha una punta adatta), si traccia prima con la matita la circonferenza, poi con una piccola punta si praticano tanti piccoli fori ben ravvicinati; quindi con un seghetto ad arco o un foretto si sega il legno rimasto tra un foro e l'altro, ottenendo quindi un'apertura a bordi dentellati che andr poi rifinita con una raspa. Per fare dei fori ciechi, basta applicare sulla punta del trapano qualcosa che serva a segnalare quando stata raggiunta la profondit voluta. Esistono in commercio degli indicatori di profondit molto pratici; in alternativa si pu utilizzare un blocchetto di legno forato.

    Piallare.

    Anche se si acquistano legni gi piallati, pu capitare che la superficie o uno spigolo, debbano essere rifiniti o che si debba ridurre un pezzo di pochi decimi di millimetro. In tal caso si usa la pialla che va manovrata, tenendola saldamente impugnata con la mano destra sulla estremit posteriore, mentre con la sinistra si afferra la parte inferiore, per guidare l'attrezzo. La pialla deve essere fatta scorrere con regolarit avanti e indietro sulla superficie da levigare, esercitando una certa pressione all'andata e tenendo la mano pi leggera al ritorno. Il pezzo da piallare deve essere ben fissato al piano di lavoro, con la superficie disposta perfettamente orizzontale. Prima di iniziare la piallatura, bisogna accertarsi che la sporgenza delle lame sia la

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    stessa lungo tutta la lunghezza: per farlo basta regolarla con il controferro che la tiene fissata. Bisogna anche regolarla secondo il tipo di legno da lavorare: se si tratta di legno duro la lama deve essere poco sporgente poich il lavoro solo superficiale, mentre per i legni teneri, dove necessario penetrare in profondit, la sporgenza dev'essere maggiore. Durante la lavorazione bene controllare di tanto in tanto che non si stia asportando pi legno del necessario, creando cos concavit anomale. importante, infine, che la pialla lavori sempre nel senso delle fibre del legno. Si suggerisce di fare un po' di pratica su un pezzo di legno di scarto, prima di iniziare il lavoro vero e proprio.

    Scalpellare.

    Lo scalpello lo strumento specifico per realizzare incastri dove debbano essere inserite cerniere, serrature o maniglie. Deve essere perfettamente affilato, (attenzione quindi a maneggiarlo con cura) e va usato percuotendolo con il palmo della mano, oppure con un martello o un mazzuolo di legno, secondo la quantit di legno da asportare. Il pezzo da intagliare deve essere saldamente fissato e lavorato sempre seguendo il senso delle fibre. Si inizia intaccando i contorni della parte da asportare, gi segnata con la matita: una volta tracciato il perimetro, si appoggia lo scalpello con la lama obliqua e si danno piccoli colpi con mano leggera, intaccando prima il contorno e asportando poi man mano il legno fino alla profondit desiderata. L'intaglio va quindi rifinito utilizzando la raspa.

    La rifinitura.

    I pezzi di legno che siano tagliati, forati, piallati, o scalpellati (e quindi ormai nella fase finale della lavorazione) si rifiniscono poi con raspe e lime per levigare la superficie. Gli attrezzi vanno passati con una leggera pressione nel senso delle fibre e, se possibile, guidati con entrambe le mani. Successivamente, e prima di passare alla verniciatura o alla lucidatura, il legno va preparato in modo adeguato, cio ripulito da eventuali incrostazioni e imperfezioni, tipo fessure, scheggiature o piccolissime cavit. Per far ci si riempiono le parti di stucco da legno (in vendita presso qualunque colorificio); una volta asciutto lo si ripassa con carta vetrata per togliere eventuali eccedenze. La carta vetrata si usa anche per lisciare la superficie; un piccolo trucco, suggerito dagli esperti del mestiere, quello di non ritagliare il pezzo di carta del foglio nella quantit necessaria, ma di strapparlo, in modo che i bordi rimangano pi morbidi, e successivamente stropicciarlo leggermente con le mani. La carteggiatura si esegue seguendo con cura le fibre del legno, per non intaccarne la superficie e provocare delle chiazze. Inoltre, il pezzo di carta vetrata va avvolto su un supporto (come, ad esempio, un pezzo di legno ad angoli smussati) in modo da poter esercitare una pressione uniforme. Per un lavoro a regola d'arte, dopo aver carteggiato, si consiglia di inumidire leggermente il legno usando una spugnetta o uno straccio imbevuto di acqua calda (attenzione a non bagnare troppo perch il legno potrebbe deformarsi). Per carteggiare superfici ampie senza eccessiva fatica, meglio usare la levigatrice orbitale (vedere nell'elenco degli attrezzi) il cui uso molto semplice: si passa striscia per striscia seguendo la direzione delle fibre senza mai soffermarsi a lungo, per evitare di provocare degli avvallamenti.

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    Verniciare.

    A parte motivi estetici, il legno deve essere verniciato anche per proteggerlo dall'umidit e dai parassiti e per impedire che lo sporco penetri nei pori, provocando poi macchie indelebili. Esistono in commercio moltissime variet di vernici, adatte ad ogni tipo di legno, che formano una pellicola protettiva assai tenace e duratura. La verniciatura assolutamente indispensabile per i legni destinati a rimanere all'aperto (panche, recinzioni, mobili da giardino); vi sono vernici apposite che formano una pellicola elastica e resistente a umidit e variazioni climatiche. Ci sono poi i prodotti cosiddetti impregnanti che proteggono il legno in profondit, senza formare pellicole superficiali. I sistemi di verniciatura sono diversi: per piccole superfici si possono usare le bombole spray; per quelle grandi, invece, meglio utilizzare la pistola a spruzzo elettrica. Naturalmente si pu utilizzare anche il pennello che deve essere molto morbido e di misura adatta alla superficie da verniciare.

    1. Verniciare a smalto. consigliabile dare un fondo con pittura opaca, da stendere con un pennello a spatola. Quando asciutta va levigata con carta vetrata molto fine. Lo smalto deve essere fluido al punto giusto, poich se troppo denso non si riesce a tirare bene e se troppo fluido cola. Se si deve allungare, necessario usare gli appositi diluenti, nelle proporzioni indicate sulle confezioni.

    2. Verniciare al naturale. Si usano vernici trasparenti, lucide o satinate che vanno diluite con acquaragia o altri prodotti similari. Se si devono applicare su mobili da esterno, richiedono un fondo di impregnante (che protegge il legno) sul quale si applicano due mani di vernice, una pi diluita e l'altra pi concentrata.

    Vernici e smalti vanno stesi a piccole porzioni, senza impregnare tropp il pennello e formando uno strato sottile e uniforme. Il pennello si tiene in posizione quasi perpendicolare (sui piani orizzontali), esercitando una leggera pressione e incrociando le pennellate in modo che la vernice risulti uniforme. Se si devono verniciare delle superfici verticali si parte dall'alto, passando il pennello prima in senso verticale, poi in senso orizzontale e poi di nuovo in verticale, andando dal basso verso l'alto. Non interrompere mai il lavoro, senza aver finito di passare la prima mano di vernice; lasciare asciugare e iniziare con la seconda.

    Lucidare.

    Esistono in commercio alcuni prodotti specifici: sono colori all'anilina, in polvere, disponibili in numerose tonalit, che si applicano con un normale pennello, che va passato prima nella direzione delle fibre, poi in senso trasversale, in modo da impregnare tutta la superficie in modo uniforme. Prima della tinteggiatura il legno va trattato con una sostanza turapori, liquida o in pasta (da applicare con pennello o con tampone) e successivamente carteggiato.

    1. Lucidatura a cera. Si effettua con prodotti in pasta a base di cere animali e

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    vegetali, sciolte in acquaragia. Occorrono due applicazioni, con un intervallo di 24 o 48 ore tra la prima e la seconda, e una lucidatura finale con un panno di lana.

    2. Lucidatura con vernice a base di gommalacca. La vernice, gi pronta all'uso, disponibile sia incolore, sia leggermente colorata. Si applica con un tampone avvolto in una pezzuola di lino o un batuffolo di stoppa. Il tampone va ripetutamente passato prima nel senso delle fibre del legno, poi in senso trasversale e infine, con movimento circolare, su tutta la superficie. Dopo l'applicazione del primo strato, si lascia essiccare almeno due giorni e si ripassa poi col prodotto un po' pi diluito. A verniciatura ultimata il legno deve essere trattato con un tampone appena imbevuto di alcool.

    Buoni risultati si ottengono anche con le vernici alla nitrocellulosa che hanno il vantaggio di asciugarsi molto rapidamente.

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    OPERAZIONI

    Dopo aver parlato del legno, dal punto di vista estetico e di tutti gli attrezzi necessari per lavorarlo si pu ora vedere che cosa possibile fare e come lo si pu fare. In pratica di tutto, ma ovvio che per poter sfruttare le infinite possibilit offerte da questo materiale, bisogna essere in grado di eseguire tutte le operazioni che consentono di trasformare un pezzo di legno grezzo o semilavorato in un oggetto finito.

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    I MATERIALI

    Conoscere il legno.

    Lavorare il legno pu essere, come si detto, un'esperienza piacevole e divertente che, per, presuppone almeno una modesta conoscenza di questo materiale, per non commettere errori quando si decide di acquistarne un certo quantitativo per costruire qualcosa. Il miglior punto di partenza, per quanto riguarda l'acquisto, quello di affidarsi a uno dei molti magazzini e supermercati del legno dove si trova una scelta vastissima sia del legname grezzo sia del legno semilavorato. Di fronte per a un assortimento cos vasto possibile rimanere disorientati se non si hanno gi le idee abbastanza precise su cosa comperare. Le variet di legno sono moltissime, da quelle pi tenere (come ad esempio il legno di balsa che, grazie alla sua leggerezza particolarmente adatto per il modellismo perch qualunque lama, anche la pi sottile riesce a tagliarlo) al legno-ferro dell'America del sud, cos duro da far concorrenza ai metalli. Ma tra il primo e il secondo c' tutta una gamma vastissima che solo un esperto in grado di riconoscere da alcune caratteristiche come la grana, la tessitura, la venatura, il peso, e cos via. In questa sede non si vuole fare un trattato sul legno, ma semplicemente suggerire all'appassionato del fai da te quale tipo usare secondo che si voglia costruire uno scaffale, una recinzione, un mobiletto e altre cose del genere. E naturalmente aiutarlo a riconoscere il legno in base alle sue caratteristiche e al suo aspetto esteriore. Ecco qui di seguito quelli pi usati per alcuni lavori di falegnameria.

    Abete. Ne esistono diverse variet: bianco (con venature rossastre) molto tenero ed elastico e con parecchi nodi. Si usa in genere per intelaiature. L'abete rosso, ha colore giallo chiaro e venatura diritta: adatto per la costruzione di mobili di tipo rustico e si presta bene ad essere lucidato. Ha anche una caratteristica speciale: una particolare risonanza che ne fa il legno pi indicato per gli strumenti musicali. L'abete Douglas, di colore rossiccio, con venatura compatta e senza nodi, molto resistente e duraturo; per tale motivo molto usato in edilizia, soprattutto per infissi e rivestimenti esterni ( ideale, ad esempio, per rivestire parte della facciata dello chalet di montagna). adatto per anche per accessori di arredamento.

    Acero. un legno abbastanza duro il cui colore varia dal bianco-rossiccio al rosato al bianco-giallino. Si pu lavorare agevolmente con tutti gli attrezzi (anche quelli di una modesta attrezzatura di fai da te). Pu essere levigato e lucidato, assumendo un bellissimo aspetto setoso. Si mantiene bene all'asciutto, mentre l'umidit lo rovina. Adatto per mobili e impiallacciature.

    Castagno. un legno piuttosto leggero, non troppo duro, abbastanza resistente e facile da lavorare. di colore bianco-giallastro o bruno con venature pi scure. Si

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    deteriora facilmente con gli sbalzi di temperatura, per cui meglio usarlo per mobili o accessori che stiano dentro casa.

    Cirmolo. un legno chiaro, di tono rossicco senza venature. piuttosto tenero, si pu lavorare e segare in tutte le direzioni. Molto adatto per mobili (anche di tipo rustico), accessori d'arredamento (scaffali), giocattoli e anche per rivestire pareti.

    Faggio. un legno giallo rossastro, con struttura molto regolare, fibra diritta e pori molto piccoli. Pur essendo piuttosto duro e compatto, si presta a tutti i tipi di lavorazione. Esiste anche un tipo di faggio evaporato (che si ottiene sottoponendo il legname a una vaporizzazione in speciali celle) che ancora pi resistente del faggio normale. Con questo legno si possono fare mobili di ogni tipo, pavimenti, rivestimenti di pareti.

    Frassino. Altro legno di uso molto comune, di colore bianco-avorio con leggere venature e specchiature madreperlacee. duro, compatto, resistente, molto flessibile ed elastico. adatto per mobili, impiallacciature e anche per articoli sportivi (ad esempio sci).

    Larice. Legno pregiato, di colore giallo-rossastro molto compatto e resistente. Adatto particolarmente per rivestimenti esterni (sopporta bene l'acqua), travature, pavimenti, recinzioni. I tipici mobili tirolesi sono realizzati in larice.

    Mansonia. Legno duro, di colore variabile dal brunogrigio-giallastro al nerastro, adattissimo per costruire mobili, scanalature, porte. Poich con il tempo tende a scolorire, si usa tingerlo con speciali soluzioni coloranti.

    Mogano. Legno molto pregiato, dal colore rossastro che, se esposto all'aria, tende a diventare bruno con riflessi bellissimi. Ha grana fine, lucentezza serica; dopo la levigatura diventa brillantissimo. inattaccabile dai tarli. Si lavora con molta facilit e viene usato per mobili e rivestimenti.

    Noce. Ha colore bruno, pi o meno carico, con venature di colore pi scuro, diritte o ondulate. Si lavora con facilit, anche se piuttosto duro. resistente e particolarmente elastico; indicatissimo per mobili di vario genere.

    Rovere. Fa parte della grande famiglia delle querce, abbastanza duro e resistente, facile da lavorare. di colore bruno chiaro, con fibre diritte e regolari, pochi nodi. molto adatto per rivestimenti (per esempio pareti) e mobili di vario tipo.

    Fin qui sono stati elencati i legni da utilizzare per costruire da soli accessori di arredamento. Naturalmente ne esistono moltissimi altri, come il teak, il palissando, il pino, la quercia, l'ontano e cos via, ai quali non stato fatto accenno perch si tratta di legni impiegati quasi esclusivamente nell'industria e quindi non adatti a una lavorazione artigianale e casalinga. Non bisogna inoltre dimenticare che, nel campo della falegnameria, oggi vengono molto usati i pannelli di compensato che sono leggeri, indeformabili e, a parit di spessore, anche pi resistenti del legno massiccio. Si possono usare sia per rivestimenti (nel tipo pi sottile) che per mobili (nelle

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    variet a maggior spessore). Esistono anche i compensati placcati, cio impiallacciati con essenze dure o talvolta pregiate, con la superficie gi pronta per essere verniciata o lucidata, come se si trattasse di legno massiccio. In questi pannelli, la parte esterna, cio quella che dovr restare in vista, priva di difetti, mentre l'altra pu presentare delle irregolarit. Il paniforte listellare un altro materiale molto resistente, pi robusto e pi economico del compensato, e indeformabile. Quest'ultima caratteristica lo rende particolarmente adatto per ripiani di tavoli o di scaffali per librerie (che debbano sopportare pesi notevoli) e antine di mobili. Come il compensato, anche il paniforte si trova gi impiallacciato con essenze pregiate. L'uso di pannelli di paniforte listellare, per, richiede la rifinitura dei bordi che rimangono visibili, utilizzando ad esempio listelli di legno massiccio o apposite strisce di impiallacciatura.

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    ATTREZZI

    Il tavolo da lavoro.

    bene fare subito una distinzione tra tavolo e banco: il primo proprio quello che indica la parola, cio un piano di legno o acciaio, robusto, con quattro gambe solide, sul quale si possono appoggiare anche oggetti molto pesanti e si pu lavorare di martello, raspa, sega, trapano, senza timore che il tavolo ceda. Il banco da lavoro (fondamentale nell'attrezzatura di un artigiano, ma quasi superfluo in quella di chi si dedica ai lavori in legno solo per hobby) richiede innanzitutto uno spazio piuttosto ampio dove collocarlo, ha un solido piano di lavoro (la cui altezza varia da 90 a 110 centimetri) dotato di due morse, una a ganasce e l'altra scorrevole che servono per il bloccaggio dei pezzi da lavorare; inoltre ha una serie di fori quadrati, equidistanti, nei quali si inseriscono gli accessori metallici che servono per trattenere gli elementi di legno nel corso della lavorazione. Alcuni tavoli hanno il piano mobile rispetto al basamento, per facilitare l'avanzamento del pezzo di legno, mentre la macchina elettrica che lo lavora (trapano, sega, fresatrice) rimane fissa su uno speciale supporto. Questi tavoli, molto meno ingombranti dei banchi, sono estremamente funzionali e consentono peraltro lavori di grande precisione.

    Per tagliare.

    Trattandosi di legno, uno degli strumenti pi utili per lavorare certamente la sega. Ne esistono diversi tipi, con lama pi o meno grande e con differente dentatura, secondo il taglio da effettuare. Sega a telaio. Ha la lama lunga e sottile, tenuta in tensione da una funicella fissata nella par te alta dell'intelaiatura. adatta per tagli diritti e curvi. Segaccio. Con la lama trapezoidale e robusta impugnatura situata sull'estremit pi larga, serve per tagli diritti anche su pezzi di un certo spessore. Non si pu usare invece per tagli che abbiano un andamento curvo, poich la lama troppo larga ha difficolt a cambiare direzione. Sega a dorso. chiamata cos perch tenuta rigida da un profilo a U situato appunto sul dorso; ha la lama sottile e la dentatura minuta che la rendono adatta per tagli corti su elementi piccoli, come ad esempio listelli di cornici per quadri.

    Esistono anche altri tipi di seghe, ma a livello quasi professionale, quindi non consigliabili per i dilettanti. Per ottenere da questo strumento un'ottima resa bisogna far s che la lama non subisca urti o pressioni eccessive e che non venga intaccata dalla ruggine (a tale scopo prudente proteggerla con un leggero strato di grasso, da togliere al momento dell'uso e da rimettere a lavoro finito). Se, per usura o vecchiaia, la lama perde la sua affilatura, si pu ripristinarla, bloccandola in una morsa e strofinandola con una lima triangolare. Questa va fatta scorrere in senso trasversale e

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    con inclinazione costante nello spazio tra un dente e l'altro, prima su una faccia della sega, limando un dente ogni due, e poi sull'altra, operando sui denti non ancora trattati.

    Per forare.

    Se l'attrezzatura comprende un trapano elettrico (come ad esempio il Bosch, in uno dei suoi molteplici modelli) basta munirsi di punte adatte per il legno, che sono diverse da quelle che si usano per forare il muro. Buoni risultati, comunque si ottengono anche con piccoli attrezzi manuali che, anche se sono un po' pi faticosi da usare, assicurano tuttavia un'ottima riuscita del lavoro. Succhiello. Ha la punta a elica che, se fatta girare con una determinata pressione, riesce a bucare il legno sia parallelamente sia trasversalmente alle fibre. adatto per piccoli fori. Trapano a manovella. Adatto per fori pi profond, dotato di un ingranaggio che trasmette il suo movimento rotatorio alla punta applicata al mandrino (parte forata che si trova sull'estremit inferiore del trapano nella quale appunto si introduce la punta, fissandola strettamente). La punta deve essere da legno. Girabecchino (o trapano a collo d'oca). forse lo strumento pi versatile perch consente di forare qualunque elemento, dal pi sottile al pi spesso. Va dotato di punte di vario tipo (elicoidali, a tortiglione, estensibili) per fori di diametro diverso. Il girabecchino si usa tenendolo pressato fortemente con la mano sinistra sul pezzo da forare, mentre con la mano destra si ruota velocemente la manovella.

    Per levigare.

    Il pezzo di legno appena tagliato pu avere la superficie ruvida, che deve essere quindi levigata. Per far ci occorre la pialla che abbia una lama ben affilata. Ne esistono tipi di varia grandezza e di materiale differente. Pialla. La pi classica ha il corpo in legno e le altre parti in acciaio. Ma ci sono anche pialle tutte metalliche. La lama, inserita nel blocco di legno o di metallo, deve sporgere da questo da uno o due decimi di millimetro, se si devono piallare legni duri; da due a tre decimi per legni teneri. La sua posizione regolabile con una vite che la blocca nel posto giusto. Secondo il tipo di lavoro e le dimensioni del pezzo di legno da trattare, si usano pialle diverse; se la superficie grande occorre un piallone, con ferro largo, che serve per sgrossare il legno: questa fase va seguita sempre da un lavoro di rifinitura. La pialla di medie dimensioni (quella classica) serve per rifinire e livellare alla perfezione qualunque superficie. La pialla metallica serve, invece, per superfici ridotte, come bordi o coste di assi. Per una accurata piallatura bisogna impugnare lo strumento saldamente con la mano destra e farlo scorrere, accompagnato dalla mano sinistra, sempre nel senso delle fibre, altrimenti la lama si inceppa e si rischia di scheggiare il legno. Il movimento del braccio deve essere ritmico e regolare: nella corsa di ritorno consigliabile esercitare una pressione pi lieve. bene inoltre che la superficie da piallare sia sempre perfettamente orizzontale; anche quando si deve lavorare su una costa, si deve assicurare il legno con una morsa in modo che la costa resti orizzontale. Inoltre, quando si deve piallare un asse di testa, buona norma fissare un altro pezzo di legno accanto a quello in lavorazione (con un morsetto), in modo che i margini di questo

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    vengano annullati evitando cos possibili scheggiature.

    Per intagliare.

    Lavorare il legno presuppone che si debbano praticare degli intagli, per inserire eventuali cerniere o serrature o per preparare delle unioni a incastro. Gli intagli vanno fatti con uno scalpello o una sgorbia. Scalpello. uno strumento composto da un manico in legno e una lama molto tagliente in acciaio temperato. Questa va appoggiata obliquamente (o perpendicolarmente) sul legno tenendo l'attrezzo con la mano sinistra, mentre con la destra si maneggia un martello (o un mazzuolo di legno) picchiandolo sull'estremit superiore del manico. Lo scalpello si pu anche impugnare con le due mani, premendolo sul legno e asportandone piccoli frammenti. importante che durante il lavoro il pezzo di legno sia saldamente fissato al tavolo con dei morsetti, perch se si sposta, o se lo scalpello scappa di mano, si corre il rischio di farsi male seriamente. Bisogna fare la massima attenzione nel maneggiare questo attrezzo e non tenerlo mai rivolto con la lama verso il corpo: basta un falso movimento per trasformare lo scalpello in un'arma molto pericolosa. Sgorbia. un piccolo scalpello con lama sagomata a sezione curva, che serve per fare scanalature e raccordi curvi. A differenza dello scalpello, questo attrezzo non si percuote sul legno col martello, ma con colpetti leggeri dati con il palmo della mano. Bisogna usarlo con delicatezza, cercando sempre di seguire la direzione delle fibre. Per iniziare un lavoro di scalpello, si deve innanzitutto segnare con la matita da falegname i contorni dell'intaglio da fare, poi dare dei colpetti col martello, asportando piccoli pezzi di legno per volta. In tal modo si praticano tanti minuscoli intagli sulla zona da asportare e, successivamente, si ricomincia da capo, posizionando lo scalpello in senso perpendicolare alle intaccature gi fatte. Bisogna poi procedere con colpetti leggeri, fino ad arrivare alla profondit desiderata.

    Per lisciare.

    Quando occorre smussare angoli, levigare margini scheggiati e preparare la superficie del legno a una successiva lisciatura, occorre utilizzare in genere raspe e lime. Raspa. costituita da una striscia di acciaio che, da un lato, termina con una coda (da inserire eventualmente in un manico) e dall'altro, con una estremit appuntita o mozzata. La superficie della raspa (su entrambe le facce) resa abrasiva da una serie di tagli paralleli (ottenuti con il bulino) che producono dei denti allineati e pi o meno sporgenti e fitti. Secondo il lavoro da eseguire si usano tipi diversi di raspe; ad esempio, per smussare angoli o rifinire intagli serve una raspa piatta; per livellare smussature del legno una raspa mezzotonda; e infine, per allargare o rifinire fori (praticati in precedenza con il trapano) una raspa a coda di topo. Lima. Si utilizza per rifiniture accurate. Anche questo attrezzo, come la raspa, ha la superficie abrasiva, ma pi piatta (ricorda la pelle del pesce) ottenuta con tagli paralleli incrociati che producono un numero di punte sottilissime e di numero variabile. Esistono lime che hanno sei punte per centimetro quadrato e altre che arrivano fino a seicento. Il numero delle punte per centimetro quadrato, determina il tipo di levigatura che si vuol ottenere. Ci sono molti tipi di lime (rettangoli,

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    mezzotondo, a coda di rospo, triangolari) da usare secondo il tipo di lavoro in corso. La lima va passata sul legno seguendo il senso delle fibre, dopo aver saldamente fissato il pezzo in una morsa. L'attrezzo si impugna con la mano destra, e lo si strofina sul legno, tenendolo orizzontalmente al corpo e guidandolo con la mano sinistra che impugna la punta. La pressione deve essere uniforme e leggera.

    Altro.

    Oltre agli attrezzi precedentemente elencati, non devono assolutamente mancarne altri di uso pi generico che, comunque, fanno gi parte di solito dell'attrezzatura di pronto intervento presente in ogni casa. Strumenti per misurare e tracciare. Sono il metro snodabile e il metro a nastro d'acciaio, avvolgibile in una custodia, che permette di misurare anche spazi angusti. Inoltre, la tipica matita da falegname a sezione ovoidale per tracciare sul legno l'andamento dei tagli da praticare; il righello metallico, che serve da guida alla matita, e una squadra da falegname di tipo fisso o regolabile. Martello. meglio averne due di peso differente (200 e 500 grammi) secondo l'occorrenza. ovvio che quello leggero riservato a lavori pi delicati. Alcuni martelli hanno la parte opposta alla testa a forma biforcuta e sono utilissimi per estrarre facilmente i chiodi. sufficiente infilare la forcella sotto la capocchia del chiodo e fare leva con il manico del martello. Cacciachiodi. un punteruolo con l'estremit inferiore incavata e serve per ribattere i chiodi e farli penetrare completamenie nel legno quando non devono vedersi ( opportuno ricoprirli successivamente con un po' di stucco). Cacciavite. Ne sono necessari, anzi indispensabili, almeno tre o quattro di misure diverse, per poterli adattare alle teste delle viti da serrare (se il cacciavite troppo grosso non entra nel filetto della vite, se troppo piccolo non fa presa). Uno di questi cacciavite dovrebbe avere la testa a croce, cio con la lama a doppio taglio incrociato. Molto pratico anche il cacciavite automatico la cui lama ruota muovendo il manico avanti e indietro. Spatola. una lama di acciaio flessibile con o senza manico e serve per livellare con lo stucco le imperfezioni del legno. Ne esistono di diverse misure che variano da 2 a 12 cm di larghezza. Carta vetrata. indispensabile per ogni lavoro di falegnameria e si acquista in fogli sul cui retro segnato un numero che indica la grana. Quest'ultima tanto pi fine quanto pi piccoli e numerosi sono i frammenti di vetro attaccati alla superficie. La carta vetrata serve per levigare stuccature, predisporre il legno alla verniciatura o alla lucidatura. In genere si comincia il lavoro con carta a grana grossa per finire con quella pi sottile, man mano che la superficie trattata diventa pi liscia. Per fare un buon lavoro occorre esercitare una pressione costante e avvolgere la carta su un pezzo di legno o altro materiale ad angoli smussati, di dimensioni abbastanza piccole per essere maneggiato agevolmente. Morsetto a vite. Serve per tenere ben serrati i pezzi da incollare o limare. Morsa portatile. Si usa quando non si dispone di un banco con morsa predisposta e deve essere fissata al piano di lavoro con gli appositi morsetti. utilissima per tutti quei lavori nei quali occorre tenere ben stretti fra loro i diversi elementi. Trapano. certamente il pi diffuso e il pi eclettico fra gli strumenti elettrici necessari per il fai da te. Nato come strumento per forare, si poi trasformato in un

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    cuore motore al quale possono essere collegati vari accessori per gli usi pi disparati: punte per forare, con diametro da 3 a 30 millimetri; frese, cio punte di diversa conformazione per realizzare scanalature e profili; dischi abrasivi per raschiare e levigare; svasatori per allargare fori gi eseguiti; sega a tazza per praticare fori da 20 a 100 millimetri; sega circolare per tagliare assi e pannelli spessi fino a 4 centimetri. Secondo il materiale necessario usare lame a diverse dentature; piallatrice, dotata di lame robuste montate su un cilindro rotante. Si usa come la vecchia pialla a mano, solo con molta meno fatica. per un p pi difficile da manovrare e richiede un minimo di esperienza (che si acquista ovviamente su pezzi di legno campione, prima di effettuare un lavoro pi impegnativo), levigatrice orbitale o a nastro, utilissima per rendere il legno perfettamente liscio prima di lucidarlo o verniciarlo. Serve anche per togliere vecchi strati di vernice e incrostazioni di vario tipo. Esistono poi molti altri pezzi accessori che tuttavia non sono indispensabili per una attrezzatura di base.

    ACCORGIMENTI

    L'uso di qualunque strumento, sia manuale sia elettrico, richiede sempre una certa attenzione. Se pu capitare di farsi male piantando semplicemente un chiodo, facile immaginare come l'uso di un trapano elettrico, dotato di punte acuminate o lame taglienti che girano ad alta velocit, possa essere ancora pi pericoloso, se non si adottano particolari precauzioni.

    buona norma lavorare in ambienti ben illuminati e con pavimenti non sdrucciolevoli.

    Prestare particolare attenzione a che gli accessori del trapano siano

    perfettamente collegati alla base motore.

    Evitare di lavorare indossando indumenti larghi o cravatte che possono impigliarsi nei meccanismi.

    Tenere lontani i bambini mentre si fa uso del trapano. Evitare di lavorare con le manni bagnate e controllare che spina e cavo siano

    sempre in buono stato. Staccare l'apparecchio dalla presa di corrente prima di smontare i diversi

    accessori.

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    Le piccole costruzioni.

    Dopo aver acquisito un po' di esperienza e di confidenza con il legno, arriva il momento in cui viene voglia di creare qualche oggetto con le proprie mani. In genere si comincia con costruzioni semplici, come scaffali, tavolinetti, telai o cavalletti, per passare via via a lavori pi impegnativi. La prima fase di qualunque costruzione quella delle giunzioni, di cui si parlato nel capitolo precedente. Una volta ultimato questo lavoro si pu passare alla messa in opera iniziando con la costruzione pi facile, quella del telaio.

    Telaio.

    l'elemento base per realizzare anche dei mobili. Ne esistono due tipi.

    1. Telaio a incastri semplici. composto da quattro listelli e da un traversino, quando i lati pi lunghi superano il metro. Il materiale pi adatto per realizzarlo il faggio evaporato, che si trova in commercio in liste di varie sezioni, facile da lavorare e non si deforma. All'estremit dei quattro listelli si praticano incastri d'angolo, poi si incollano e si fissano (per rendere la struttura pi solida) con due spine tonde, del diametro di 7-8 millimetri, per ogni incastro. Per inserire il traversino centrale (necessario solo se il telaio lungo oltre il metro) bisogna praticare due tacche e farlo combaciare, dopo aver incollato le due parti delle tacche. Il telaio, a questo punto, pronto per l'uso.

    2. Telaio chiodato. pi facile da costruire rispetto al tipo precedente, ma meno robusto, anche perch, lavorando con i chiodi bisogna usare un legno dolce, come l'abete o il pioppo. Per questo telaio, i listelli vanno sagomati con un taglio obliquo che formi un angolo di 45 e lo stesso sistema adottato per le cornici e per il quale utile usare l'apposito tagliacornici che serve a guidare esattamente la lama della sega, durante il taglio (mantenendola, nello stesso tempo, perfettamente verticale e quindi in posizione corretta). I quattro angoli del telaio si congiungono mediante speciali chiodi multipli che si possono acquistare nei negozi specializzati e in quelli di ferramenta ben forniti. Per dare maggiore solidit al telaio si applica un traversino obliquo, tagliato alle due stremit a punta di freccia e di lunghezza corrispondente alla distanza tra due angoli opposti. Anche il traversino viene fissato con i chiodi multipli. Come si detto, il meccanismo per la costruzione di questo telaio lo stesso usato per le cornici, i cui angoli vanno tagliati a 45. Naturalmente per le cornici si usa legno di tutt'altro tipo, pi duro, e la giunzione tra i listelli si realizza con colla e spine tonde (una per angolo) disposte obliquamente.

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    Cavalletto.

    Indicato per attrezzare un tavolo d'emergenza (ne occorrono ovviamente due), abbastanza facile da costruire. Occorrono dodici liste di abete (oppure pioppo o pino) spesse un paio di centimetri e larghe 10. Otto di queste liste devono essere lunghe 75 centimetri (altezza del tavolo) le altre quattro, invece, 40 centimetri. Servono inoltre: sega, viti di ottone, cacciavite, succhiello, due lunghe cerniere ad angolo, quattro cerniere a compasso in ottone da mettere nella parte bassa dei cavalletti per tenerli aperti e fissati. Usando poi due liste, una lunga e una corta, si realizzano delle strutture a U, praticando in corrispondenza degli incroci delle liste un incastro a mortasa-tenone e fissandoli con della colla. Una volta pronte le quattro strutture si uniscono, a due a due, nella parte alta (cio quella chiusa) con una cerniera ad angolo lunga almeno 40 centimetri. Cos facendo le estremii superiori del cavalletto sono assemblate: non resta ora che applicare sulla parte opposta, a circa 25-30 centimetri (distanza calcolata da terra) le quattro cerniere a compasso in ottone, la cui funzione quella di tenere aperti i cavalletti e poterli piegare quando non servono. Il legno si pu quindi rifinire, carteggiandolo e verniciandolo secondo le esigenze. Sono cos pronte due solide gambe su cui posare un ripiano e creare cos un tavolo delle dimensioni desiderate.

    Scaffale.

    costituito da due montanti in compensato multistrato spessi un paio di centimetri e profondi dai 20 ai 40 (l'altezza e la larghezza della scanalatura pu variare rispettivamente dai 100 a 200 cm e dai 60 agli 80) e da un numero di ripiani proporzionale all'altezza. Dapprima si tagliano i montanti (se non si sono gi acquistati in misura), i ripiani (vale lo stesso discorso), e gli eventuali listelli su cui applicarli. A questo punto si decide come deve essere lo scaffale. Ecco due soluzioni.

    1. Scaffale a tre ripiani fissi. Dopo aver predisposto i montanti (o piantane) e i ripiani, si suddividono i primi in tre parti uguali, segnando delle linee con la matita sulla faccia dei montanti che rimane rivolta verso l'interno, e badando che corrispondano alla perfezione su entrambe le piantane, altrimenti i ripiani possono rimanere storti. Si incolla poi la costa di un ripiano e la corrispondente porzione di montante; si avvicinano, tenendo il ripiano verticale e posandovi sopra il montante in posizione orizzontale, e si fissano con delle viti incassate. Queste vanno introdotte dall'esterno del Montante ed essere abbastanza lunghe in modo da poter abbracciare lo spessore di quest'ultimo e almeno tre centimetri di ripiano. Lo stesso tipo di giunzione si pu effettuare con delle spine tonde. Naturalmente, per inserire le viti o le spine, occorre fare prima dei fori di invito prima con un punteruolo, poi con un trapano. La parte in cui si trovano le viti o le spine, va mascherata con un po' di stucco e levigata in modo che dopo la verniciatura o lucidatura non si noti alcuna imperfezione. Nello stesso modo si applicano gli altri ripiani.

    2. Scaffale a ripiani mobili. Pu essere di lunghezza superiore al precedente (due metri e pi). In tal caso i montanti vanno collegati alla sommit e alla base (a 5 cm da terra) con due ripiani fissi e giunzione a biette o a mortasa

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    tenone. Successivamente si suddividono i montanti in parti uguali o irregolari, a seconda della distanza che si vuol dare ai ripiani, e si fissano in corrispondenza dei listelli di sostegno, mediante colla e viti di ottone. Assemblato lo scaffale, questo va fissato alla parete con squadrette di metallo a L e tasselli di gomma. La scanalatura pu essere progettata a giorno, cio senza parete di fondo, oppure chiusa con un pannello di compensato (da 3-4 millimetri) che va fissato con colla e viti nella parte posteriore. Da ultimo, si inseriscono i ripiani.

    Tavolino.

    Quello pi facile da costruire il tavolino con gambe a crociera. Il ripiano quadrato (centimetri 80x80) l'altezza da terra di circa 40 centimetri. La base costituita da due elmenti piani incastrati tra loro; ogni elemento ha due fori nei quali vanno inserite spine tonde o biette che devono penetrare in altrettanti fori situati nella faccia inferiore del ripiano del tavolo. Per incastrare gli elementi di base occorre praticare con la sega, nella parte centrale di ciascuno, due tacche che abbiano la profondit di mezzo elemento. Come materiale consigliabile usare compensato multistrato oppure un legno semiduro per le gambe e un truciolato incorniciato in costa per il ripiano. Si rifinisce con le operazioni di carteggiatura e verniciatura.

    Quando si rompe la tapparella.

    Di solito il guaio si preannuncia con un tonfo violento della tapparella (o avvolgibile) che precipita e si richiude di colpo, mentre la cinghia di avvolgimento, con la quale si stava alzando o abbassando la tapparella, si spezza (in genere per usura e vecchiaia). In casi come questi l'intervento di un esperto quasi superfluo, dato che la riparazione abbastanza semplice. Occorrono naturalmente una cinghia nuova ( bene, pertanto, tenerne in casa sempre un rotolo di una decina di metri, adatto sia per finestre normali che per portefinestre) e una scala per poter raggiungere il cassonetto. Per aprirlo (di solito non ha n maniglie n viti su cui agire) occorre estrarlo dagli incastri nei quali inserito, facendo leva sul bordo inferiore o semplicemente sfilarlo. Tolta la paratia anteriore del cassonetto, si estrae per prima cosa la cinghia rotta, allentando la vite o il nodo che la fissano al rullo, lasciandola cadere a terra (in attesa poi di staccarla all'altra estremit). Si arrotola poi completamente la tapparella, operando sul rullo con entrambe le mani e avvolgendola lentamente (se possibile, meglio farsi aiutare da un'altra persona che sollevi la tapparella dal basso, accompagnandola piano verso l'alto mentre, chi si trova sulla scala, la riavvolge). A questo punto, per evitare che cada di nuovo la si blocca, infilando tra il bordo del cassonetto e il rullo un lungo cacciavite che tenga fermo quest'ultimo. Si introduce ora un'estremit della cinghia nuova attraverso il passafune a rulli, situato normalmente nella parte inferiore del cassonetto, e la si fissa alla puleggia con un nodo, meglio se doppio, oppure con la apposita vite, se c'. Si raccomanda di osservare con attenzione, nel momento in cui si sfila la vecchia cinghia, come questa fissata alla puleggia. Tenendo ora la cinghia nuova tra le mani, molto saldamente, s toglie il cacciavite che blocca il rullo e si fa scendere lentamente la tapparella a fondo corsa, mentre la cinghia si riavvolge sulla puleggia. Si passa poi alla parte bassa della finestra dove situato il rullino avvolgitore. Si allentano le due viti che

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  • MANUALE SUL FAI DA TE

    tengono la piastra portarullo e la rispettiva mascherina fissate al muro, e si estrae tutto il blocco con il rullo che, a causa della rottura della cinghia, ha ormai perso tutta la carica. Si stacca la corda rotta dal rullo, allentando la vite che ve la tiene fissata, e la si elmina definitivamente. Si taglia la cinghia nuova a circa 20 centimetri sotto la fessura d'ingresso della piastra: la si infila dentro tale fessura e, successivamente, si pratica un foro (con una forbice o un piccolo trapano a mano) all'estremit che va fissata al rullo, mediante la vite. A questo punto si inizia la manovra forse pi complessa di tutta l'operazione; e cio la ricarica della molla del rullo (attenzione a non lasciarselo scappare di mano, perch si rischia di farsi male). La si fa ruotare in senso contrario a quello dell'avvolgimento, finch non oppone una decisa resistenza. A questo punto, tenendo il rullo ben bloccato (contro se stessi) si procede a fissare la cinghia con l'apposita vite. Poi, con molta precauzione, e senza mai abbandonare la presa del rullo (e della piastra portarullo) si fa in modo che questo assorba il lasco della cinghia. Si rimettono quindi rullo e piastra nella propria sede, riavvitandoli. utile segnalare anche un altro inconveniente che pu capitare alla tapparella: e cio la rottura di uno dei nastri che tengono l'avvolgibile attaccato al rullo. Ci si accorge del guaio perch la tapparella cede nella parte alta e si storta. necessario quindi abbassarla completamente, aprire il cassonetto, come spiegato prima, e staccare il nastro rotto dalla tapparella, sostituendolo con uno nuovo, non senza avere ben verificato come sono fissati gli altri. importante, inoltre, che il nuovo nastro abbia la stessa lunghezza di quelli intatti, in modo che la distanza dall'avvolgibile al rullo sia perfettamente uniforme su tutta l'estensione della tapparella (che, in caso contrario, resterebbe storta).

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  • Lezioni

    Lezioni

    E' ora di fare sul serio! E quindi, ecco per voi le prime lezioni di intaglio !!

    Sommario lezioni

    Lezione n 1 : Disegni.

    Lezione n 2 : L'intaglio a tacche

    Lezione n 3 : L'intaglio floreale

    Lezione n 4 : L'affilatura degli utensili e la finitura del pezzo lavorato

    Lezione n 5 : L'intaglio gotico

    Prefazione

    L'intaglio un rilievo inciso su superfici piane. Le linee di scavo possono essere di varie profondit a secondo del disegno precedentemente creato ( da 1 a 3 mm. )

    Le essenze ( i legni ) pi usati sono :

    IL TIGLIO ( Tilia platyphyllos ) :

    Legno molto tenero a pasta bianca, molto facile da lavorare. E' un legno indicato sopratutto per le prime lezioni, poich molto facile da intagliare

    IL NOCE ( Juglans regia ) :

    E' un legno pregiato. Il pi usato in scultura e intaglio in Valle d'Aosta. A differenza del tiglio duro da intagliare, molto compatto e di colore scuro, e con il passare del tempo acquista una colorazione brunita.

    L'ACERO ( Acer pseudoplatanus ) :

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  • Lezioni

    Legno bianco, molto simile al tiglio ma con le caratteristiche del noce. Legno compatto a vena fine. Di ottima lavorabilit.

    IL PINO CEMBRO ( Pinus cembra ) :

    E' il legno pi pregiato tra le conifere. Detto anche cirmolo un buon legno da intaglio. Tenero con venature rosate. Come lavorazione molto simile al noce.

    Ritornando sull'intaglio, ve ne sono di 3 tipi :

    Intaglio a punta di coltello ( o intaglio a tacche ) --Lezione 2

    Questo tipo di intaglio si esegue su manufatti di vario tipo a superficie piana, ad esempio, piatti,

    scatole ecc. Il disegno geometrico e per avere un buon risultato deve essere armonico, viene eseguito con compasso, squadretta, circoligrafo, goniometro e matita a punta sottile ( 0.5 mm ).

    Intaglio floreale --Lezione 3

    Quest'intaglio si esegue con sgorbie e scalpelli. Il disegno soggettivo, dando libero sfogo alla propria fantasia. L'intaglio floreale e a punta di coltello possono essere eseguiti sullo stesso manufatto.

    Affilatura e finitura --Lezione 4

    L'affilatura degli utensili e importantissima per poter realizzare in modo perfetto i propri lavori.

    Intaglio gotico --Lezione 5

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  • lezione5c

    Lezione n 5 " Il gotico " ( Quarta parte )

    Ultimato il fiore risulter cos ( Foto 21 )

    Per non essere monotona e dare un tocco di classe all'opera, ho eseguito uno stemma, e pi precisamente, quello del mio paese, Pont St. Martin. Alla sua destra invece ho realizzato il luogo pi caratteristico del paese, il ponte romano. La tecnica diversa dal resto del gotico, in quanto

    fa parte del bassorilievo. Al suo fianco, potete notare, che ho gi scavato di un livello la mezzaluna, che verr a sua volta ridisegnata come nelle foto successive. ( Foto 22 - 23 )

    Disegnati i due "pesciolini" ( per capirci ! ) segnati con il V da 4 e poi scavate, raggiungiamo

    anche qui 1,5 cm. ( Foto 24 - 25 - 26 )

    Con una sgorbia curva da 8/10 o 8/13 scavate i contorni del semi cerchio. Quando lo scavo sar

    ultimato, questo verr levigato. ( Foto 27 - 28 - 29 - 30 )

    file:///C|/Temp/lezione5c.htm (1 di 2) [08/11/2003 18.40.39]

    http://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico38.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico39.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico40.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico41.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico42.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico46.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico47.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico48.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico49.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico51.jpgfile:///C|/Temp/lezione5c.htm

  • lezione5c

    Per eseguire il fiore gotico all'interno della mezzaluna, usate lo scalpello a V , tracciando tutto il disegno. ( Foto 31 - 32 - 33 - 34 - 35 )

    file:///C|/Temp/lezione5c.htm (2 di 2) [08/11/2003 18.40.39]

    http://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico53.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico55.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico57.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico58.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico59.jpgfile:///C|/Temp/lezione5c.htm

  • lezione5c

    Lezione n 5 " Il gotico " ( Quinta parte )

    Scavate i petali sempre con sgorbie curve da 8, la stessa sgorbia verr usata per fare la pallina. (

    Foto 36 )

    Nelle foto che seguono sto usando il bulino per evidenziare meglio i particolari. ( Foto 37 - 38 )

    Come potete vedere dalla prima delle tre foto tutti i cordoli dovranno essere arrotondati e

    levigati. Nelle altre due foto sto dando gli ultimi ritocchi. ( Foto 39 - 40 - 41 )

    Ed ecco il risultato finale!!! La prima foto l'opera grezza, mentre la seconda dopo la

    ceratura. ( Foto 42 - 43 )

    file:///C|/Temp/lezione5c1.htm (1 di 2) [08/11/2003 18.40.16]

    http://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico60.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico63.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico65.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico64.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico66.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico67.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico69.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico88.jpgfile:///C|/Temp/lezione5c1.htm

  • lezione5c

    file:///C|/Temp/lezione5c1.htm (2 di 2) [08/11/2003 18.40.16]

    file:///C|/Temp/lezione5c1.htm

  • lezione5b

    Lezione n5 " Il gotico " ( Terza parte )

    Per ingrandire le immagini "cliccaci" sopra

    Anche durante questa operazione fate in modo che le pareti siano belle diritte ! Scavate per almeno 1.5 cm. Il fondo verr punzonato ( alla fine ) perci se non sar perfettamente pulito non

    importa ! Le pareti al contrario dovranno essere ben levigate. ( Foto 11 - 12 - 13 )

    Terminato risulter cos ( vedi foto ), certo ancora da carteggiare molto, ma dopo sar

    perfetto. Il passo successivo sar quello di scavare lungo le linee disegnate con un V, ogni cordolo verr poi arrotondato e levigato. ( Foto 14 - 15 )

    Foto 15 (26347 byte)

    Il fiore gotico

    Il fiore gotico si lavora come nell'intaglio floreale. Si scava la pallina, si delimita il fiore con il V e si scava con le sgorbie curve da 8. Finito risulter come nella foto. Il tutto verr levigato con la levigatrice "mouse", a forma triangolare per riuscire ad arrivare anche negli angoli pi piccoli .

    ( Foto 16 )

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    http://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico24.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico25.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico26.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico27.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico31.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico31.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico31.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/lezione3.htmfile:///C|/Temp/lezione5b.htm

  • lezione5b

    Andiamo avanti !

    Continuiamo sempre con lo scalpello a V, molto importante nell'intaglio, delimita il disegno come se usaste una matita . ( Foto 17 - 18 )

    Continuate il fiore come nell'intaglio floreale, con sgorbie curve da 8 - 8/8 - 8/10 - 8/13 ( Foto 19 -20 )

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    http://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico29.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico32-1.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico33.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico34.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico35.jpgfile:///C|/Temp/lezione5b.htm

  • lezione4d

    La Ceratura

    Passiamo ora alla ceratura. Occorre, una pistola termica oppure un phon, dei pennelli, delle spazzole, uno straccio di lana, e naturalmente la cera. La cera

    solida si trova in ferramenta o nei supermercati. Mi raccomando, non comperate mai cere colorate, ma, una cera noce scuro per lavori in noce e una cera neutra se

    dovete creare dei lavori in tiglio o in acero ( legni chiari ).

    ceratura70.jpg

    (16761 byte)

    1 - Scaldate con la pistola termica, sempre ad una distanza di sicurezza, il pennello che avrete intinto nel barattolo della cera, e sempre continuando a scaldare stenderete con cura la cera

    ovunque, facendo attenzione agli interstizi pi nascosti. Lavorate con estrema calma e precisione !

    2 - Terminata la ceratura si passa alla lucidatura. Per ottenere un buon risultato vi consiglio di effettuare la lucidatura dopo alcune ore dalla ceratura per far si che si asciughi bene. Per

    sveltire il lavoro, come potete vedere, ho applicato al trapano un pennello in setole di crine di cinghiale. Se non avete questo pennello, con un p di olio di gomito, spazzolate a mano e passate

    uno straccio di lana per dare la lucentezza desiderata.

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    http://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/ceratura72.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/ceratura70.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/ceratura70.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/ceratura70.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/ceratura71.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/ceratura74.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/ceratura75.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/ceratura76.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/ceratura78.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/ceratura77.jpgfile:///C|/Temp/lezione4d.htm

  • lezione4d

    Il risultato, a lavoro terminato, sar questo !

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    http://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/ceratura84.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/ceratura83.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/gotico79.jpghttp://www.intaglionline.it/lezioni/immlez/ceratura86.jpgfile:///C|/Temp/lezione4d.htm

  • Lezione4c

    La Finitura

    Preparazione del legno per la finitura

    Prima di applicare qualsiasi finitura bene preparare il legno affinch possa ricevere nel modo migliore i trattamenti successivi. Il legno va pulito, rimovendo segni di matita, pelurie e parti

    mobili.Va tenuto presente che le finiture tendono ad accentuare i difetti, piuttosto che a camuffarli. Ad esempio, un trattamento con mordenti evidenzia in modo vistoso graffi e

    abrasioni causati da una non corretta levigatura, e quelli ad acqua fanno sollevare le fibre legnose. Qualunque sia il tipo di lavoro che abbiamo realizzato possiamo passare una lana

    d'acciaio fine o una tela abrasiva finissima, che renderanno pi morbide e brillanti le superfici pur senza modificare sostanzialmente le modellature precedenti.

    Trattamenti insetticidi e funghicidi.

    In Valle dAosta scultori e intagliatori, si definiscono, a volte, grattatarli. In effetti linfestazione di numerose specie di tarli e coleotteri xylofagi che scavano nel legno (soprattutto nell' alburno) gallerie di varia grandezza, non problema da poco. Durante tutto il tempo in cui ho scritto questo libro, sulla scrivania del laboratorio, ho sentito in sottofondo un rumore lieve, come quello di un chiodo

    che gratta una superficie porosa, che veniva da una vecchia scultura sistemata a poco pi di un metro dalla scrivania, aggredita da questi insetti e in attesa di

    venir trattata. Quel rumore il grido di guerra degli insetti che stavano svolgendo la propria opera distruttiva, rosicchiando sistematicamente la mia

    povera scultura. I nostri vecchi cercavano di risolvere questo problema spennellando abbondantemente il legno col liquame del letame ma credo che oggi

    questa tecnica avrebbe pochi proseliti. In compenso troviamo in commercio prodotti insetticidi e funghicidi di buona qualit ed efficacia. Vanno usati

    spennellando abbondantemente le superfici e facendoli penetrare nelle cavit e fenditure, oppure spruzzandoli in ogni poro con lapposito spruzzatore, o

    iniettandoli nei fori con una siringa ipodermica. I fori vanno poi chiusi con cera colorata e il procedimento ripetuto dopo qualche tempo per colpire le uova

    superstiti prima che si schiudano. Generalmente questi impregnanti, nella cui composizione sono presenti sostanze nutritive, come olio di lino, lasciano superfici

    con un gradevole aspetto serico e ovattato e sono a lenta essiccazione per cui bene aspettare qualche giorno prima di intervenire con trattamenti successivi.

    Attenzione: si tratta di sostanze nocive, che vanno maneggiate con cautela,

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    file:///C|/Temp/Lezione4c.htm

  • Lezione4c

    osservando le avvertenze sulle confezioni