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Le cosmicomiche di Italo Calvino Indice 1 Che cosa ` e una cosmicomica? 4 2 Il senso delle cosmicomiche 5 3 I temi delle cosmicomiche 6 4 Analisi de ”La distanza della Luna” 7 5 Bibliografia 10 Introduzione Le narrazioni contenute in questo libro sono nate dalla libera immaginazione di Italo Calvi- no; ma sono anche storie basate su ipotesi teoriche, avanzate dalla scienza per dare una spiegazione sull’origine del nostro mondo A Giambattista Vicari, Torino, 13.5.1964 Caro Vicari, mi pare che tu possa dare il via al numero. Della serie di testi che voglio darti (una cosa del tutto nuova), due sono gi`a pron- ti. Ne far`o ancora due o tre, fino a raggiungere una trentina di pagine, appena avr`o qualche set- timana libera (...). Sar`a una cosa nuova e di- vertente, spero (...). Ma d’altro non preparare niente. La letteratura italiana sta attraversando un momento di trombonaggine generale. Il mio solo terrore ` e di essere in qualche modo confu- so con i tromboni che imperversano. Un caro saluto, Italo Calvino Con queste poche righe, asciutte e critiche, Ita- lo Calvino annuncia a Giambattista Vicari, di- rettore della rivista Il caff` e, che nel numero a lui dedicato intende far debuttare un suo nuo- vo esperimento narrativo. Lo scrittore ligure mantiene le promesse e nel novembre del 1964 Un dossier di Stefano Sandrelli, aggiornato al 11.03.2004 http://www.torinoscienza.it/ c 2002 Provincia di Torino

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Le cosmicomiche di Italo Calvino

Indice

1 Che cosa e una cosmicomica? 4

2 Il senso delle cosmicomiche 5

3 I temi delle cosmicomiche 6

4 Analisi de ”La distanza della Luna”7

5 Bibliografia 10

Introduzione

Le narrazioni contenute in questo libro sononate dalla libera immaginazione di Italo Calvi-no; ma sono anche storie basate su ipotesiteoriche, avanzate dalla scienza per dare unaspiegazione sull’origine del nostro mondo

A Giambattista Vicari, Torino, 13.5.1964

Caro Vicari, mi pare che tu possa dare il viaal numero. Della serie di testi che voglio darti(una cosa del tutto nuova), due sono gia pron-ti. Ne faro ancora due o tre, fino a raggiungereuna trentina di pagine, appena avro qualche set-timana libera (...). Sara una cosa nuova e di-vertente, spero (...). Ma d’altro non preparareniente. La letteratura italiana sta attraversandoun momento di trombonaggine generale. Il miosolo terrore e di essere in qualche modo confu-so con i tromboni che imperversano. Un carosaluto, Italo Calvino

Con queste poche righe, asciutte e critiche, Ita-lo Calvino annuncia a Giambattista Vicari, di-rettore della rivista Il caffe, che nel numero alui dedicato intende far debuttare un suo nuo-vo esperimento narrativo. Lo scrittore liguremantiene le promesse e nel novembre del 1964

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uno “speciale tipo di racconto comicosmico (ocosmicomico)” fa il suo ingresso nella vita letter-aria italiana. Prendendo le distanze da qualchetrombone di troppo che imperversa e senza nes-sun timore reverenziale. Da questo momentofino al ’68, Calvino comporra quasi tutte le cos-micomiche della sua produzione, eccetto un paiodi racconti aggiunti nel 1984.

I primi anni ’60 sono un periodo assai fecondoper la riflessione letteraria. In Italia le avan-guardie del Gruppo ’63, ma anche artisti moltomeno disposti a lasciarsi inquadrare, come PierPaolo Pasolini, cercano nuove risposte a do-mande vecchie e nuove: il ruolo del letterato edella letteratura in un mondo che appare mecca-nizzato e artificiale; il ruolo del linguaggio e dellacomunicazione; il rapporto fra uomo e societa.Questioni che non possono piu essere eluse, se evero che la grande espansione delle citta costru-isce intorno all’uomo un groviglio di strade, dipalazzi, di suoni, di luci senza precedenti: cam-bia lo spazio stesso in cui l’uomo vive, cam-biano i ritmi che ne regolano la vita. Il mon-do si trasforma in un labirinto, immagine chein questi anni emerge con forza e che rappre-senta in modo vivido la condizione esistenzialedell’uomo, cosı complicata da apparire inestrica-bile Lo smarrimento dei nuovi cittadini e dipin-to da Calvino in Marcovaldo, ovvero le stagioniin citta (1963) con racconti divertenti e falsa-mente ingenui, spesso scambiati per racconti perbambini.

Ma Calvino fa un passo avanti. Per recuperareil rapporto con un ambiente di vita apparente-mente del tutto impoetico e degradato come laperiferia urbana, occorre fare i conti con la nuo-va situazione, senza rifiutarla. Occorre cioe in-cludere nel proprio panorama poetico quel mon-do che sembra negare ogni ritaglio di spazio

e di tempo alla poesia stessa. Occorre perciosaperlo osservare, saperlo descrivere: se il mon-do non ci piace, se lo si vuole modificare, alloranon possiamo piu permetterci di essere ingenuie puramente contemplativi.

Calvino indica nell’osservazione e nella de-scrizione il metodo per avvicinarsi a quel checi serve: e quello che oggi ci serve e la mappadel labirinto, la piu particolareggiata possibile.Quel che la letteratura puo fare e definire l’at-teggiamento migliore per trovare la via d’uscita,anche se questa via d’uscita non sara altro cheil passaggio da un labirinto all’altro. E la sfidaal labirinto che vogliamo salvare. e una letter-atura della sfida al labirinto che vogliamo enu-cleare e distinguere dalla letteratura della resaal labirinto (La sfida al labirinto, 1961)

La sfida lanciata da Calvino identifica dunquealcuni elementi che caratterizzano il metodo sci-entifico moderno: l’osservazione e la descrizione.E la ricerca linguistica stessa di Calvino, cosıpure come l’inclusione della esattezza fra i trat-ti da trasmettere alla letteratura del nuovo mil-lennio (Lezioni americane, 1985), testimonianoquanto da vicino l’autore condivida con il mon-do scientifico la ricerca di un linguaggio rigorosoe puntuale. Insomma: i tratti che delineano ilmetodo di analisi del mondo necessario per in-terpretarlo e per cambiarlo appaiono, secondo

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Calvino, imparentati da vicino con il metodoscientifico.

Calvino non si ferma qui. Ne Le cosmicomiche,Calvino si rivolgera direttamente al patrimoniodell’immaginario scientifico per trarne un aiu-to tutto letterario ed esistenziale. Questo rendele cosmicomiche racconti cosı speciali da essereunici: nessuno sara in grado di seguirlo nella suaproposta.

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1 Che cosa e una cosmicomica?

Cosmicomiche deriva dalla giustapposizione didue termini: cosmico e comico. Cosmico evo-ca l’assoluto: sono racconti la cui materia e ingrado di avere la grandezza del mito. Comicosi riferisce invece al temine inglese comics, cheindica la striscia di vignette.

Salvo poche eccezioni, una cosmicomica ha unastruttura molto ben definita: in poche righe,staccate dal corpo narrativo, si riassume o siracconta un’ipotesi scientifica. Segue poi unracconto, la cosmicomica propriamente detta,nel quale lo spunto iniziale viene abbandonatonel volgere di qualche giro di frase, per essereripreso a vari livelli, secondo la fantasia creativadell’autore.

A prima vista puo sembrare un genere im-parentato con la fantascienza (science fiction,SF), ma Calvino stesso ha avuto modo ditornare su questo aspetto piu volte: “il procedi-mento delle cosmicomiche,” dice Calvino, “none quello della Science Fiction (cioe quello clas-sico - e che pure molto apprezzo - di Jules Vernee H. G. Wells). Le cosmicomiche hanno dietrodi se soprattutto Leopardi, i comics di Popeye(Braccio di Ferro).” (da Lezioni americane,Visibilita, 1988).

Dunque episodi a se stanti, conchiusi, con uninizio, uno svolgimento e una fine. E all’iniziodell’episodio successivo si puo far finta che ilprecedente non sia neppure avvenuto. Sonoquindi delle “messe in scena” quasi indipenden-ti l’una dall’altra, secondo l’esempio dei fumet-ti a “strisce”, a cui sono sufficienti poche vi-gnette per creare una vicenda narrativa defini-ta. Per poi riavvolgere il nastro, all’inizio del-la striscia successiva, e riprendere esattamente

la medesima situazione dando luogo pero a unesito diverso.

“Protagonista delle cosmicomiche e sempre unpersonaggio, Qfwfq, difficile da definire, perchedi lui non si sa nulla. Non e nemmeno dettoche sia un uomo (....) si deve calcolare che hapiu o meno l’eta dell’universo” (dalla prefazionea Le cosmicomiche). Qfwfq e stato testimonee protagonista di tutto: dal Big Bang alla for-mazione del sistema solare, dalla mitosi cellu-lare alle enormi, spaventose galassie infestate dabuchi neri giganteschi. Ed e stato corporeo op-pure privo di sostanza, a volte bambino, a voltetendente al pesce o al dinosauro. Metamorfosi,queste, rese accettabili perche la struttura nar-rativa stessa richiama, in realta, un’immagineunificante che guida il lettore: ecco apparire -sotto sotto - un vecchio rompiscatole, con unabarba piu o meno lunga, che non fa che ricor-dare il tempo immemorabile della sua gioventu.Come ci aspettiamo, nonostante la vastita delleesperienze, Qfwfq non e certo un testimone at-tendibile. Da lui non avremo mai una visionecoerente del cosmo ne della sua storia. Anzie “pronto di volta in volta ad avallare con lesue memorie d’infanzia o di giovinezza ipotesicontraddittorie o addirittura opposte.”

E stupefacente? Ma no, fa parte del gioco dellecomics, delle strisce, appunto, che non compon-gono una storia coerente ma tanti sketch chenon hanno memoria uno dell’altro. Tanto piuche sebbene Qfwfq sia la voce narrante e il pro-tagonista di 28 delle 33 cosmicomiche scritte daCalvino, non si puo certo dire che il personag-gio abbia una sua evoluzione psicologica: ogniavventura inizia con Qfwfq alle prese con un teo-rema, una congettura, un’ipotesi della scienza

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moderna, spesso contemporanea, pronto a giu-rare sulla sua verita e a raccontare episodi piuo meno credibili che si sono verificati proprioperche le cose, a quell’epoca, andavano in quelmodo. E non importa se nel racconto che segue,le cose, a quell’epoca, sembrano andare in mo-do del tutto opposto. Insomma, Qfwfq quandoparla ha lo stesso potere evocativo di un vecchiononno che rafforza le tradizioni della famiglia,con le sole armi della propria oralita e delle im-magini che ne scaturiscono. A chi interessa se,ogni tanto, e contraddittorio?

2 Il senso delle cosmicomiche

“Le denominazioni animali o antropomorfe chele costellazioni portano ancora hanno perduto laloro carica mitica gia dall’antichita (...). A og-ni secolo e a ogni rivoluzione del pensiero sonola scienza e la filosofia che rimodellano la di-mensione mitica della immaginazione, cioe ilfondamentale rapporto tra gli uomini e le cose”(Il Corriere della Sera, 7 settembre 1975, nellarubrica Osservatorio del signor Palomar)..

Capiamolo meglio: che cosa e la dimensionemitica della immaginazione, che cosa e il mi-to? Il mito e una fantasia di ordine superiore,che stabilisce relazioni fra figure e forme pri-mordiali, come per esempio “la bellezza” e “lamadre generatrice di vita”. E il caso per es-empio della nascita di Afrodite dalle acque delmare, rese gravide da Urano. Tuttavia il mi-to non e vincolante ne matematico, prevede lacontraddizione, l’ambiguita, tanto che ambigu-ita e contraddizione ne diventano caratteristi-ca fondamentale: Afrodite, secondo una diver-sa tradizione, e figlia di Zeus e Dione, divinitae vero, ma che la mettono al mondo in termi-ni del tutto canonici. Questo il fascino del mi-to: da una parte ha la pretesa di raccontare un

ordine superiore, un ordine che precede quellodel piu antico mondo storico. E dall’altra “ogniinterpretazione lo impoverisce e lo soffoca: coimiti non bisogna avere fretta; e meglio lasciarlidepositare nella memoria, fermarsi a meditaresu ogni dettaglio, ragionarci sopra senza usciredal loro linguaggio di immagini”. Pretendere lacoerenza dal mito significa ucciderlo.

Ma se il mito e tutto questo, e vero allora chela dimensione mitica della immaginazione e ri-modellata dalla scienza e dalla filosofia? E un’af-fermazione discutibile, di sicuro e una tesi as-sai poco frequentata in Italia, se non durantela breve stagione del Futurismo e della fasci-nazione per “le macchine”. E tuttavia e quantooccorre per comprendere il presupposto de Lecosmicomiche.

“Nelle Cosmicomiche (...) il punto di parten-za e un enunciato tratto dal discorso scientifico:il gioco autonomo delle immagini visuali devenascere da questo enunciato. Il mio intento eradimostrare come il discorso per immagini tipicodel mito possa nascere da qualsiasi terreno: an-che dal linguaggio piu lontano da ogni immaginevisuale come quello della scienza d’oggi. An-che leggendo il piu tecnico libro scientifico o ilpiu astratto libro di filosofia si puo incontrareuna frase che inaspettatamente fa da stimolo al-la fantasia figurale (...) ne puo scaturire unosviluppo fantastico tanto nello spirito del testodi partenza quanto in una direzione completa-

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mente diversa.” (Lezioni americane, Visibilita,1988)

La forza mitica della scienza: ecco il punto.Il narratore di miti per eccellenza, Omero, euna sorta di artigiano che raccoglie immaginipreesistenti ed extra individuali (mitiche appun-to, collettive) e li tesse insieme, confezionandoun tessuto narrativo del tutto originale. Nel casodi Calvino, il patrimonio di immagini preesisten-ti non e altro che quel che scaturisce dal mondodescritto dalla scienza. Facile a dirsi.

A farsi un po’ meno. Calvino cerca di dosareil controllo sulla materia e l’uso della fantasia:“Insomma, il mio procedimento vuole unificarela generazione spontanea delle immagini e l’in-tenzionalita del pensiero discorsivo. (...) Co-munque, le soluzioni visive continuano ad es-sere determinanti, e talora arrivano inaspet-tatamente a decidere situazioni che ne le con-getture del pensiero ne le risorse del linguag-gio riuscirebbero a risolvere. Una precisazionesull’antropocentrismo nelle Cosmicomiche: lascienza mi interessa proprio nel mio sforzo peruscire da una conoscenza antropomorfa; ma nel-lo stesso tempo sono convinto che la nostra im-maginazione non puo che essere antropomorfa.”(Lezioni americane, Visibilita, 1988)

3 I temi delle cosmicomiche

“Forse il libro piu illuminista che ho scritto eproprio questo, questa rivendicazione antropo-morfa al di la del pensabile in immagini umane.(...)” (Lettera a Sebastiano Addamo - Lentini(Siracusa), 23.6.1966)

Le 33 cosmicomiche scritte da Calvino sonostate pubblicate in quattro raccolte: ... Le cos-micomiche, Einaudi, Supercoralli, 1965 ... Ticon zero, Einaudi, Supercoralli, 1967 ... Lamemoria del mondo e altre storie cosmicomiche,Club degli editori, 1968 ... Cosmicomichevecchie e nuove, Garzanti, 1984

Per mettere in evidenza i temi ricorren-ti, sara sufficiente fare riferimento all’ulti-ma pubblicazione, che e una raccolta di 31cosmicomiche.

Nella prima parte di Cosmicomiche vecchie enuove si insegue il tempo ripercorrendolo aritroso. Ecco quindi brevi storie dei primi or-ganismi evoluti: pesci, dinosauri, uccelli (Lo zioacquatico, I dinosauri, L’origine degli Uccelli),per passare alla genesi e all’evoluzione geologicae geofisica del nostro pianeta (Senza colori, Ilcielo di pietra, I meteoriti, I cristalli). Un capi-tolo a parte merita la Luna, la sua formazionee il suo speciale rapporto con la Terra e i ter-restri (La molle Luna, Le figlie della Luna, Ladistanza della Luna, La luna come un fungo),per finire alla nascita del Sole, al suo destino fi-nale e alle sue proprieta fisiche, come se fosse undio capriccioso che e meglio conoscere bene (Sulfar del giorno, Fino a che dura il Sole, Tempestasolare).

Nella seconda parte del volume, Calvino abban-dona il sistema solare e il suo pensiero anneganel mar dolce delle galassie e della cosmologia.C’e bisogno di dirlo? Nella prima parte dellaraccolta il tema della nascita ha dominato inmodo evidente, potrebbe andare diversamentenella seconda parte? Ecco dunque storie sullanascita del cosmo, che danno voce a teorie con-trapposte e incompatibili, come il Big Bang e la

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Teoria dello stato stazionario (Tutto in un pun-to, Giochi senza fine), ma che giocano anche suldestino futuro (Quanto scommettiamo, L’implo-sione) e con la struttura stessa dell’universo (Unsegno nello spazio, Gli anni-luce, La forma dellospazio, Il niente e il poco).

Per la terza parte, Calvino inventa un nuo-vo nome: biocomiche. Senza venire meno alsenso mitico, la materia del racconto diventala biologia, in particolare la biologia cellulare(La spirale; Il sangue, il mare; Priscilla: Mi-tosi, Meiosi, Morte). Ancora un mito di nasci-ta, questa volta tutto centrato sulla vita. Cheprevede, come definizione di se stessa, anche lamorte.

L’ultima sezione della raccolta e dedicata airacconti deduttivi: affabulazioni cioe che pren-dono spunto dal mondo della logica matemati-ca e della combinatoria. E in essi certamente epresente l’influenza di Queneau e dell’esperien-za dell’Oulipo (Ti con zero, L’inseguimento, Ilguidatore notturno, Il conte di Montecristo)

Dal complesso di questi racconti i temi dominan-ti, a livello mitologico, sono del tutto evidenti:il tema della nascita (della vita, dell’uomo, del-la Luna, della Terra, del Sole, dell’universo); iltema del cambiamento (l’evoluzione umana, ilsistema Terra-Luna), che puo essere visto anchecome una variante del primo; e infine il temadella morte.

Del resto “anche Dante cercava attraverso l’-

opera letteraria di costruire un’immagine del-l’universo. Questo e una vocazione profondadella letteratura italiana che passa da Dante aGalileo: l’opera letteraria come mappa del mon-do e dello scibile, lo scrivere mosso da una spin-ta conoscitiva che e ora teologica ora speculativaora stregonesca ora enciclopedica ora di filosofianaturale ora di osservazione trasfigurante e vi-sionaria. (...)” (Due interviste su scienza eletteratura, Una pietra sopra, 1968).

I racconti deduttivi sembrano invece essere unponte con l’attivita che, all’epoca della pub-blicazione della raccolta, era diventata cen-trale nelle opere di Calvino: l’applicazione delmetodo alla descrizione del mondo.

4 Analisi de ”La distanza dellaLuna”

L’idea per la prima cosmicomica, La distanzadella Luna, risale probabilmente alla fine del1963 e trae spunto da una teoria di formazione:“Una volta, secondo Sir George H. Darwin, laLuna era molto vicina alla Terra. Furono lemaree che a poco a poco la spinsero lontano: lemaree che lei Luna provoca nelle acque terrestrie in cui la Terra perde lentamente energia.”

Il tema scientifico principale e chiaro, ma nonsemplice: si tratta dell’allontanamento della Lu-na dalla Terra a causa della perdita di energiadovuta alle maree. Per capire di che cosa di trat-ta, e necessario riferirsi a una proprieta di certisistemi, come appunto il sistema Terra-Luna, dimantenere costante il valore di una grandezzafisica detta momento angolare. In breve, il mo-mento angolare di un sistema di corpi tiene con-to della distribuzione delle masse che ruotano,nel nostro caso la Luna e la Terra, e della lorovelocita di rotazione. Per esempio, per un sas-so che si muove lungo una circonferenza, il mo-mento angolare avra un valore dato dal prodotto

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della massa del sasso, della valore della sua ve-locita e del raggio della circonferenza sulla qualesi muove. Se poi il sasso ruota su se stesso, sidovra tenere conto anche di questo movimento.

Il momento angolare di un sistema dipende an-che dalle forze che agiscono sul sistema stesso,che possono modificarne il valore.

Nel caso del sistema Terra-Luna, pero, non agis-cono forze esterne, e il momento angolare e des-tinato a conservarsi. In ultima analisi questo eil motivo per il quale la Luna si allontana dallaTerra.

Infatti le maree, a causa dell’attrito generatodallo scivolamento delle acque sui fondali mari-ni, rallentano la rotazione della Terra intornoal proprio asse (Calvino si riferisce a questofenomeno dicendo che la Terra perde lentamenteenergia). Se tutto finisse qui, allora il momen-to angolare complessivo del sistema dovrebbediminuire. Ma questo non puo accadere, percheil sistema Terra-Luna deve mantenere costanteil valore del momento angolare totale. Ebbene,si verifica che un modo per ripristinare il val-ore del momento angolare, e proprio che la Lu-na si allontani dalla Terra. Qui entra in gio-co l’attrazione gravitazionale di Newton nellasua manifestazione “lunare” piu clamorosa: l’e-sistenza della marea di acqua e le conseguenze diquesta sull’orbita lunare e sulla rotazione dellaTerra.

Ma come si svolge il racconto? Calvino non e af-fatto interessato ai dettagli del meccanismo cheabbiamo descritto: La prima cosmicomica cheho scritto, La distanza della Luna, e la piu (di-ciamo cosı) surrealista, nel senso che lo spuntobasato sulla fisica gravitazionale lascia via lib-era a una fantasia di tipo onirico. In altre cos-micomiche il plot e guidato da un’idea piu con-seguente con il punto di partenza scientifico, ma

sempre rivestita da un involucro immaginoso,affettivo, di voce monologante o dialogante.

Ci sono anche spunti di falsa scienza, sevogliamo definirla in questo modo: a piu ripresela Luna e paragonata a un magnete. “Il suo cor-po era rimasto calamitato”, “Un corpo che scen-deva a Terra dal satellite rimaneva per qualchetempo ancora carico della forza lunare e si rifiu-tava all’attrazione del nostro mondo”. E chiaroche si fa leva sul magnetismo come rappresen-tazione ancestrale e intuitiva di ogni forma diattrazione. Lo si fa anche nel parlato.

La trama e semplice e bella. La Luna e vicinaalla Terra, “L’avevamo sempre addosso, la Lu-na, smisurata”: cosı vicina che quando era ple-nilunio quasi si bagnava nel mare, perche anchele maree erano particolarmente alte, non quellepoche decine di centimetri a cui siamo abituatioggi. E se Terra e Luna si sfiorano, che cosac’e di piu naturale per Qfwfq, suo cugino sordo,il capitano e sua moglie, se non prendere unascaletta, andar sotto la Luna con una barca e,proprio quanto il satellite e alla massima vici-nanza, salirvi agilmente sopra? Ma c’e persinodi piu: la Luna, nel suo passar vicino al mare ealle terre emerse, attira sulla sua superficie pic-coli animaletti, erbe, radici, che si fermano sottole sue scaglie - scaglie di Luna - e fermentan-do danno origine a un latte, un po’ acido forse,ma nutriente e buonissimo. Andar sulla Luna ecome andar per fattorie a ricavare del buon lattefresco - certo di Luna, ma non meno ghiotto.

E se anche questo non bastasse, pensate allo-ra alla Luna, alla cui luce e cosı semplice in-namorarsi. E sotto quella Luna cosı immensa,cosı grande, che cosa c’e di piu naturale se nonun grande amore? Specialmente se la moglie delcapitano, la signora Vhd Vhd suona l’arpa “ave-

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va braccia lunghissime, argentate in quelle notticome anguille (...)”. “Cosı comincio la storiadel mio innamoramento per la moglie del capi-tano, e delle mie sofferenze. Perche non tardaiad accorgermi a chi andavano gli sguardi piuostinati della signora: quando le mani di miocugino si posavano sicure sul satellite, io fissa-vo lei, e nel suo sguardo leggevo i pensieri chequella confidenza tra il sordo e la Luna le stavasuscitando, e quando egli spariva per le sue mis-teriose esplorazioni lunari la vedevo farsi inqui-eta, stare come sulle spine, e tutto ormai m’erachiaro, di come la signora Vhd Vhd stava di-ventando gelosa della Luna e io geloso di miocugino.” Qfwfq e innamorato della moglie delcapitano, che a sua volta ama il cugino sordodel protagonista, il quale ha una sua sintonianaturale con la Luna, e neanche si accorge diaver destato l’attenzione della signora. O forsesı, ma non se ne cura.

Ecco dunque che la Luna esercita due forme diattrazione: gravitazionale e “animale”, per dircosı. Quest’ultima in qualita di nutrice (il lattelunare) e di donna (oggetto di desiderio da partedello zio). E in entrambi gli aspetti, la Luna eantagonista di Madre Terra (nutrice degli uomi-ni) e di una donna, nel contendere l’attenzionedel cugino alla signora Vhd Vhd.

Inesorabilmente le maree fanno il loro lavoroe arriva il giorno in cui la Luna e sı abbas-tanza vicina da salirci sopra, ma i protagonistihanno una solo tentativo per scendere con untuffo e tornare sul pianeta natale. Non possonosbagliare. Rischiano di rimanere confinati suquel satellite destinato ad essere un’isola nellospazio. “Ed ecco, appena mio cugino era sali-to su per la scala, la signora Vhd Vhd disse: -Oggi ci voglio andare anch’io, lassu! Non eramai successo che la moglie del capitano salisse

sulla Luna. Ma Vhd Vhd non s’oppose, anziquasi la spinse di peso sulla scala, esclamando:- E vacci!-” Dunque la moglie del capitano e ilcugino sordo sono sulla Luna. Ma il cugino nondesidera altro che appartarsi con lei, la Luna. Esi nasconde in una piega lunare. Finche non e ilmomento di tornare, e rieccolo sulla Terra conla sua consueta capriola. Senza neanche curarsidella sua innamorata terrestre, la povera signo-ra Vhd Vhd. E la moglie del capitano? Puotornare sulla Terra? Al centro di un triangolodi un marito deluso da lei, lei delusa dal folleamante della Luna e di un innamorato da leirespinto? Decide d’istinto. E rimane sulla Lu-na: e il tentativo estremo, violento, di identifi-carsi con il satellite, oggetto di desiderio del cug-ino sordo: “Se quel che ora mio cugino amavaera la Luna lontana, lei [la moglie del Capitano,ndr] sarebbe rimasta lontana, sulla Luna”. E lei,la moglie del capitano, che conferisce un’animaalla Luna, popolandola di se stessa: una Lunaaltrimenti deserta e inospitale. E la moglie delCapitano che “rende Luna la Luna e che ogniplenilunio spinge i cani tutta la notte ad ululare,ed io con loro” - dice Qfwfq.

Sono quindi il desiderio, il sogno, le speranzeumane che rendono Luna la Luna: una don-na innamorata (l’umano) che si identifica in unoggetto inanimato, ma amato da colui che leiama, nel trasferimento totale - estremo, appun-to. Una doppia metamorfosi, dunque, della don-na che si fa Luna, innervando di se stessa il satel-lite, e della Luna che si fa donna, acquisendoun’anima.

Di mito, qui, ce n’e di che sfamarsi.

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5 Bibliografia

Tra le opere di Italo Calvino, ci limitiamo asegnalare quelle piu esplicitamente utilizzate inquesto breve percorso.

La prima raccolta di 12 cosmicomiche, intitola-ta appunto Le cosmicomiche, esce nella collanaEinaudi dei Supercoralli nel 1965, seguita dueanni dopo, nella stessa collana, dalla silloge Ticon zero, che ne raccoglie altre 11. I raccontivengono poi riorganizzati per una pubblicazionesu invito del Club degli editori, nel 1968, usci-to con il titolo La memoria del mondo e altrestorie cosmicomiche, che presenta una scelta di12 cosmicomiche edite negli anni precedenti piu8 nuovi racconti. Infine l’ultima raccolta e del1984: Cosmicomiche vecchie e nuove, Garzanti.

Lezioni americane, 1993, Oscar Mondadori. Unsaggio breve e fondamentale di Italo Calvino percapire la sua poetica poetica.

Una pietra sopra, 1995, Oscar Mondadori. Unaraccolta di saggi scritti e scelti da Calvino, cheripercorrono la sua storia di scrittore e lettera-to. In particolare si segnalano i saggi: La sfidaal labirinto, Il midollo del leone, Cibernetica efantasmi, Il rapporto con la luna, Due intervistesu scienza e letteratura.

Fra i tanti saggi che si trovano sul mercato sisegnala:

Italo Calvino, Domenico Scarpa, Bruno Mon-dadori Editore, 1999. Un saggio utile e interes-sante, scritto senza “trombonaggine”. Il volumee una sorta di ipertesto cartaceo su tre livelli:

1) la biografia; 2) un dizionario, cioe una rac-colta di termini chiave per comprendere l’operadell’autore. Per esempio, nel nostro caso, cos-micomiche oppure mito oppure universo; 3) unabibliografia molto dettagliata.

Italo Calvino - Enciclopedia: arte, scienza e let-teratura, A cura di Marco Belpoliti ed. Marcosy Marcos, 1995

Un dossier di Stefano Sandrelli,aggiornato al 11.03.2004

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