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www.romasette.it facebook.com/romasette twitter.com/romasette Supplemento di Avvenire - Responsabile: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Claudio Tanturri Sede: Piazza San Giovanni in Laterano 6a 00184 Roma; [email protected] Tel. 06 6988.6150/6478 - Fax 06.69886491 Abbonamento annuo euro 55.00 C. Corr. Postale n. 6270 intestato a Avvenire - Nei Spa Direzione vendite - Via della Pigna 13a 00186 Roma - Tel. e fax 066790295 Pubblicità: Publicinque Roma - Tel. 06.3722871 ROMA SETTE Anno XLIII • Numero 4 • Domenica 31 gennaio 2016 Francesco: «Divisioni tra cristiani, ferita aperta» DI CHRISTIAN GIORGIO oglio invocare misericordia e perdono per i comportamenti non evangelici tenuti da parte di cattolici nei confronti di cristiani di altre Chiese». Durante la recita dei Vespri a San Paolo fuori le Mura, che tradizionalmente concludono la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, Papa Francesco ha chiesto perdono a Dio per le «divisioni» che sono una «ferita aperta nel Corpo di V « Cristo». Allo stesso tempo, ha continuato il Papa, «invito tutti i fratelli e le sorelle cattolici a perdonare se, oggi o in passato, hanno subito offese da altri cristiani. Non possiamo cancellare ciò che è stato, ma non vogliamo permettere che il peso delle colpe passate continui a inquinare i nostri rapporti». Nel tardo pomeriggio di lunedì 25 gennaio, lo stesso giorno in cui è stato annunciato il viaggio in Svezia, il prossimo 21 ottobre, per celebrare con la Chiesa mondiale luterana i 500 anni della Riforma, Papa Francesco ha varcato la Porta Santa di San Paolo fuori le Mura insieme con il Metropolita Ghennadios, rappresentante del patriarcato ecumenico, e sua grazia David Moxon, rappresentante personale a Roma dell’arcivescovo di Canterbury. Uno accanto all’altro, si sono recati fino alla tomba dell’Apostolo delle Genti e lì si sono intrattenuti in un lungo momento di raccoglimento che ha preceduto la recita dei Vespri. «Con loro siamo passati attraverso la Porta Santa di questa basilica - ha poi spiegato Francesco -, per ricordare che l’unica porta che ci conduce alla salvezza è Gesù Cristo nostro Signore, il volto misericordioso del Padre». Nel giorno che ricorda la conversione di san Paolo, il Papa ha ricordato che «la missione dell’intero popolo di Dio è di annunciare le opere meravigliose del Signore, prima fra tutte il Mistero pasquale di Cristo, per mezzo del quale siamo passati dalle tenebre del peccato e della morte allo splendore della sua vita, nuova ed eterna. Alla luce della Parola di Dio che abbiamo ascoltato, e che ci ha guidato durante questa Settimana di preghiera, possiamo davvero dire che tutti noi credenti in Cristo siamo “chiamati ad annunciare le opere meravigliose di Dio”». «Al di là delle differenze che ancora Nei vespri a San Paolo fuori le Mura, che hanno concluso la Settimana ecumenica di preghiera, la richiesta di perdono per comportamenti non evangelici dei cattolici ci separano – ha sottolineato Francesco di fronte ai diversi rappresentanti di tutte le confessioni cristiane -, riconosciamo con gioia che all’origine della vita cristiana c’è sempre una chiamata il cui autore è Dio stesso. Possiamo progredire sulla strada della piena comunione visibile tra i cristiani non solo quando ci avviciniamo gli uni agli altri, ma soprattutto nella misura in cui ci convertiamo al Signore, che per sua grazia ci sceglie e ci chiama ad essere suoi discepoli. E convertirsi significa lasciare che il Signore viva ed operi in noi». Per questo motivo - ha detto Francesco - «quando insieme i cristiani di diverse Chiese ascoltano la Parola di Dio e cercano di metterla in pratica, compiono davvero passi importanti verso l’unità». Al termine della preghiera, un fuori programma in pieno stile Papa Francesco. Il Pontefice ha infatti chiamato l’ortodosso Ghennadios e l’anglicano Moxon a raggiungerlo alla cattedra per il saluto finale e la benedizione. Il Papa a San Paolo (foto Cristian Gennari) incontro con il Santo Padre nel primo giovedì di Quaresima è annullato per l’imminente viaggio in Messico, ma resta l’appuntamento comune per il clero romano. Ad annunciarlo è il cardinale vicario Agostino Vallini in una lettera indirizzata ai sacerdoti della diocesi di Roma. «Il Consiglio Presbiterale diocesano - scrive - ha accolto volentieri la proposta del Servizio per la formazione permanente del clero, presieduto da monsignor Angelo De Donatis, di incontrarci tutti nel giovedì dopo le Ceneri, l’11 febbraio, alle ore 10, nella basilica di San Giovanni, per iniziare insieme il tempo quaresimale. Quest’anno - afferma - non ci sarà il tradizionale incontro con il Santo Padre, che quel giorno è in procinto di partire per il viaggio apostolico in Messico. Papa Francesco, se avrà la possibilità, verrà in Basilica alla fine della mattina per un saluto al presbiterio. È sembrato molto opportuno non interrompere la tradizione di questo incontro annuale, che pertanto viene conservato come momento di grazia nell’itinerario giubilare. Sarà un incontro penitenziale per fare esperienza, prima di tutto su di noi, della misericordia del Padre e poter essere a nostra volta ministri di misericordia nelle comunità a noi affidate». Guiderà l’incontro il vescovo ausiliare Angelo De Donatis, a cui seguirà un tempo per le confessioni e la preghiera personale. Come segno del digiuno quaresimale di Mercoledì delle Ceneri, saranno raccolte offerte destinate alla Caritas diocesana. L’ingresso in basilica avverrà dal Palazzo del Vicariato; sarà possibile parcheggiare le auto in piazza. Il cardinale ricorda anche che il Santo Padre ha fatto dono del suo libro, Il nome di Dio è Misericordia, a tutti i sacerdoti del clero romano. L Incontro penitenziale del clero l’11 febbraio con De Donatis a San Giovanni in Laterano DI ROBERTA PUMPO ue frati cappuccini uniti dal carisma della confessione: Padre Pio da Pietrelcina e Padre Leopoldo Mandic da Padova. Le loro spoglie saranno a Roma da mercoledì 3 a giovedì 11 febbraio. È stato Papa Francesco a volere in Vaticano i due santi, entrambi canonizzati da Giovanni Paolo II. Il loro ministero, infatti, è stato il riflesso della Misericordia di Dio a quanti, pentiti, si accostavano al confessionale. Saranno da esempio ai Missionari della Misericordia, i sacerdoti che per quest’Anno giubilare si sono resi disponibili a portare il sacramento della penitenza ovunque e che riceveranno il mandato ufficiale da Papa Bergoglio alle 17 del 10 febbraio, mercoledì delle Ceneri, nella basilica di San Pietro. C’è gran fermento, accompagnato da tanta emozione, nelle parrocchie che ospiteranno le spoglie e tra i gruppi di preghiera di Padre Pio, i primi nati a Roma nella seconda metà degli anni ’50 proprio su richiesta del frate delle stimmate. I due santi, quasi contemporanei, non si sono mai incontrati ma conoscevano bene i carismi l’uno dell’altro, tanto che spesso padre Pio indirizzava a Padova da padre Leopoldo i pellegrini che attraversavano l’Italia per incontrarlo. Entrambi hanno speso la loro vita nei confessionali: come Padre Pio, che aveva la capacità di confessare fino a dodici ore al giorno, san Leopoldo, di origine croata, onostante fosse cagionevole di salute, nei suoi 52 anni di sacerdozio è stato presente ogni giorno nella piccola cella- D confessionale dedicando tutto se stesso all’accoglienza dei fedeli che a lui si rivolgevano. Ha confessato fino a poche ore prima della sua morte, avvenuta il 30 luglio 1942. L’evento della loro presenza a Roma, ha sottolineato l’arcivescovo Fisichella presentando venerdì l’iniziativa, «permetterà a migliaia di pellegrini di esprimere la loro devozione ai due santi e trovare ancora una volta la consolazione nella loro intercessione». Le spoglie dei due cappuccini saranno accolte nella basilica di San Lorenzo fuori le Mura alle 15 del 3 febbraio da frate Gianfranco Palmisani, ministro provinciale dei frati minori Cappuccini della Provincia Romana; alle 18 la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale vicario Agostino Vallini. Il 4 febbraio sono in programma varie celebrazioni liturgiche e alle 20.30 l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, presiederà la liturgia penitenziale interobbedienziale. Al termine le reliquie saranno trasferite nella chiesa di San Salvatore in Lauro dove, alle 22, monsignor Fisichella celebrerà la Messa. Seguirà una veglia notturna. Il 5 febbraio, alle 17,45, le reliquie raggiungeranno in processione San Pietro. Prima di fare il loro ingresso in basilica, dove saranno esposte alla venerazione dei fedeli fino all’11, sosteranno per alcuni minuti in piazza San Pietro per un momento di preghiera con monsignor Fisichella. Sabato 6 febbraio si svolgerà in piazza San Pietro un’udienza speciale di Papa Francesco con i gruppi di preghiera di Padre Pio, il personale della Casa Sollievo della Sofferenza e i pellegrini dell’arcidiocesi di Manfredonia- Vieste-San Giovanni Rotondo. Martedì 9, ancora nella Basilica Vaticana, il Papa celebrerà la Messa per i frati cappuccini. Giovedì 11, al termine della celebrazione eucaristica presieduta da Fisichella alle 7.30, le reliquie lasceranno Roma: quelle di Padre Pio faranno tappa a Pietrelcina e a Foggia, quelle di San Leopoldo a Loreto e a Bologna. a parrocchia San Salvatore in Lauro si prepara con la preghiera ad acco- gliere le spoglie di Padre Pio e di Leopoldo Mandic. Sede di 450 gruppi di preghiera del Lazio dedicati al santo delle stimmate, la chiesa ospiterà le sue spoglie dalle 21.30 del 4 alle 16 del 5 febbraio. In attesa delle reliquie è in corso una novena e ogni giorno, al termine della Messa delle 18, i fedeli sono benedetti con il mantello del frate. Per permettere a tutti di assistere alla celebrazione di Fisichel- la in programma per le 22 del 4 febbraio sa- ranno installati maxischermi e altoparlanti. Il 5, alle 10, la Messa del vescovo Galantino; alle 14 quella dell’arcivescovo Castoro. «Sia- mo entusiasti - dice monsignor Pietro Bon- giovanni, parroco di San Salvatore in Lauro -. Saluteremo Padre Pio con la preghiera per- ché nostro compito è pregare per le neces- sità più urgenti, ora quella della famiglia, e chiederemo allo Spirito Santo di illuminare i parlamentari impegnati nella discussione del disegno di legge Cirinnà». (Ro. Pu.) L Molte celebrazioni davanti alle reliquie dei due testimoni della Misericordia di Dio che hanno speso la vita nei confessionali L’accoglienza il 3 a San Lorenzo A San Salvatore in Lauro si prega per i parlamentari Le giornate di Padre Pio Grande attesa per l’arrivo a Roma delle spoglie del santo di Pietrelcina e di san Leopoldo Mandic. Il 6 l’udienza e il 9 la Messa con il Papa Sotto la chiesa parrocchiale di San Salvatore in Lauro, sede del coordinamento regionale dei gruppi di preghiera di Padre Pio Ospiterà le reliquie del santo di Pietrelcina e di san Leopoldo Mandic dalle 21.30 di giovedì 4 alle 16 di venerdì 5 febbraio La veglia mariana per le donne e le madri ulipani, margherite, rose bianche. Centinaia di fiori deposti ai piedi dell’effigie di Maria Salus Populi Romani, da parte di tante donne: mogli, madri, promesse spose. È stata dedicata soprattutto a loro la veglia di preghiera organizzata da Rinnovamento nello Spirito martedì scorso, a Santa Maria Maggiore. Una serata per affermare il «valore sociale della preghiera a favore della famiglia», ha detto il presidente di Rinnovamento, Salvatore Martinez: «Non vogliamo addormentarci, vogliamo vegliare con perseveranza affinché Dio non sia escluso dalla nostra storia», perché chi prega «vuole trovare un linguaggio spirituale profondo per affermare parole vere ed eterne come "vita" e "famiglia"». Una preghiera condivisa, contemporaneamente, in oltre venti basiliche e santuari, tra cui le sedi pontificie di Padova, Loreto, Pompei e Santa Maria degli Angeli. Una grande preghiera di popolo che a Santa Maria Maggiore ha preso la forma del Rosario, guidato dal vicegerente della diocesi monsignor Filippo Iannone, e animato da Movimento per la Vita, Cammino neocatecumenale, Comunità di Betania, Comunità Giovanni XXIII e dal Rinnovamento nello Spirito. «Chi prega sa dialogare non solo con Dio, ma anche con gli uomini - ha aggiunto Martinez -. Vogliamo farlo anche questa sera, perché il nostro Paese non cada, le nostre anime non si smarriscano». Il Rosario della famiglia ha toccato i misteri della nascita di Gesù, della sua autorivelazione alle nozze di Cana, della morte in croce, della resurrezione e della discesa dello Spirito Santo su Maria e gli apostoli. Per ognuno di questi misteri, una testimonianza e una breve lettura: dalla Familiaris consortio di Giovanni Paolo II all’Evangelii nuntiandi di Paolo VI, dal discorso ai fidanzati di Benedetto XVI alla Lumen fidei. Magistero e vita quotidiana si sono incrociati attraverso le storie di tante famiglie, accomunate da una «grande fede in Dio e dall’altrettanto grande fedeltà di Dio nei confronti di coloro che lo invocano», notano Maria e Alessandro, originari di Napoli. E poi ci sono anche le famiglie allargate, come quelle della Comunità Giovanni XXIII. «Siamo qui questa sera - ha detto don Aldo Bonaiuto - perché il nostro fondatore, don Oreste Benzi, ha avuto la grande intuizione di mettere nel cuore della famiglia, in quello degli sposi, la capacità di rigenerare nell’amore tanti piccoli oppressi, dimenticati, perché potessero diventare figli rinati nell’amore. La radice del male è sempre la stessa - ha continuato -, è quella dell’egoismo che permette i soprusi, la mercificazione, anche dei più piccoli». È necessario «tutelare i nostri bambini, sono loro a chiederci la cosa più importante: non toglieteci l’abbraccio di una mamma e di un papà». Prima della danza di suor Anna Nobili, che ha concluso la serata sulle note dell’Ave Maria di Schubert, monsignor Filippo Iannone ha salutato l’assemblea ricordando come «in alcune stagioni della storia dell’uomo sia più necessario proclamare con forza il Vangelo della Vita; con mansuetudine, con umiltà ma con fermezza, attraverso la testimonianza dei valori che proclamiamo e in cui crediamo». Questa testimonianza, ha concluso, «ha bisogno di una forza che viene dall’alto. Per questo ci siamo riuniti attorno a Maria, sposa di Giuseppe e madre di Gesù, che ha vissuto la sua vita nella perfetta adesione alla volontà di Dio». Per questo, «le chiediamo di darci la forza di annunciare ai nostri fratelli che realizzare il progetto di Dio rende bella la nostra vita». Christian Giorgio T

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ROMA SETTEAnno XLIII • Numero 4 • Domenica 31 gennaio 2016

Francesco: «Divisioni tra cristiani, ferita aperta»

DI CHRISTIAN GIORGIO

oglio invocare misericordiae perdono per icomportamenti non

evangelici tenuti da parte di cattolicinei confronti di cristiani di altreChiese». Durante la recita dei Vespria San Paolo fuori le Mura, chetradizionalmente concludono laSettimana di preghiera per l’unità deicristiani, Papa Francesco ha chiestoperdono a Dio per le «divisioni» chesono una «ferita aperta nel Corpo di

Cristo». Allo stesso tempo, hacontinuato il Papa, «invito tutti ifratelli e le sorelle cattolici aperdonare se, oggi o in passato,hanno subito offese da altri cristiani.Non possiamo cancellare ciò che èstato, ma non vogliamo permettereche il peso delle colpe passatecontinui a inquinare i nostrirapporti».Nel tardo pomeriggio di lunedì 25gennaio, lo stesso giorno in cui èstato annunciato il viaggio in Svezia,il prossimo 21 ottobre, per celebrarecon la Chiesa mondiale luterana i500 anni della Riforma, PapaFrancesco ha varcato la Porta Santadi San Paolo fuori le Mura insiemecon il Metropolita Ghennadios,rappresentante del patriarcatoecumenico, e sua grazia DavidMoxon, rappresentante personale aRoma dell’arcivescovo di Canterbury.Uno accanto all’altro, si sono recati

fino alla tomba dell’Apostolo delleGenti e lì si sono intrattenuti in unlungo momento di raccoglimentoche ha preceduto la recita dei Vespri.«Con loro siamo passati attraverso laPorta Santa di questa basilica - hapoi spiegato Francesco -, perricordare che l’unica porta che ciconduce alla salvezza è Gesù Cristonostro Signore, il voltomisericordioso del Padre». Nelgiorno che ricorda la conversione disan Paolo, il Papa ha ricordato che«la missione dell’intero popolo diDio è di annunciare le operemeravigliose del Signore, prima fratutte il Mistero pasquale di Cristo,per mezzo del quale siamo passatidalle tenebre del peccato e dellamorte allo splendore della sua vita,nuova ed eterna. Alla luce dellaParola di Dio che abbiamo ascoltato,e che ci ha guidato durante questaSettimana di preghiera, possiamodavvero dire che tutti noi credenti inCristo siamo “chiamati adannunciare le opere meravigliose diDio”».«Al di là delle differenze che ancora

Nei vespri a San Paolo fuorile Mura, che hanno conclusola Settimana ecumenicadi preghiera, la richiestadi perdono per comportamentinon evangelici dei cattolici

ci separano – ha sottolineatoFrancesco di fronte ai diversirappresentanti di tutte le confessionicristiane -, riconosciamo con gioiache all’origine della vita cristiana c’èsempre una chiamata il cui autore èDio stesso. Possiamo progrediresulla strada della piena comunionevisibile tra i cristiani non soloquando ci avviciniamo gli uni aglialtri, ma soprattutto nella misura incui ci convertiamo al Signore, cheper sua grazia ci sceglie e ci chiamaad essere suoi discepoli. E convertirsisignifica lasciare che il Signore vivaed operi in noi». Per questo motivo -ha detto Francesco - «quandoinsieme i cristiani di diverse Chieseascoltano la Parola di Dio e cercanodi metterla in pratica, compionodavvero passi importanti versol’unità».Al termine della preghiera, un fuoriprogramma in pieno stile PapaFrancesco. Il Pontefice ha infattichiamato l’ortodosso Ghennadios el’anglicano Moxon a raggiungerloalla cattedra per il saluto finale e labenedizione.Il Papa a San Paolo (foto Cristian Gennari)

incontro con il Santo Padre nel primo giovedì diQuaresima è annullato per l’imminente viaggio inMessico, ma resta l’appuntamento comune per il

clero romano. Ad annunciarlo è il cardinale vicarioAgostino Vallini in una lettera indirizzata ai sacerdoti delladiocesi di Roma.«Il Consiglio Presbiteralediocesano - scrive - ha accoltovolentieri la proposta delServizio per la formazionepermanente del clero,presieduto da monsignorAngelo De Donatis, diincontrarci tutti nel giovedìdopo le Ceneri, l’11 febbraio,alle ore 10, nella basilica diSan Giovanni, per iniziareinsieme il tempo quaresimale.Quest’anno - afferma - non cisarà il tradizionale incontrocon il Santo Padre, che quelgiorno è in procinto di partireper il viaggio apostolico inMessico. Papa Francesco, se

avrà la possibilità, verrà in Basilica alla fine della mattinaper un saluto al presbiterio. È sembrato molto opportunonon interrompere la tradizione di questo incontro annuale,che pertanto viene conservato come momento di grazianell’itinerario giubilare. Sarà un incontro penitenziale perfare esperienza, prima di tutto su di noi, della misericordia

del Padre e poter essere a nostra voltaministri di misericordia nellecomunità a noi affidate».Guiderà l’incontro il vescovoausiliare Angelo De Donatis, a cuiseguirà un tempo per le confessioni ela preghiera personale. Come segnodel digiuno quaresimale diMercoledì delle Ceneri, sarannoraccolte offerte destinate alla Caritasdiocesana. L’ingresso in basilicaavverrà dal Palazzo del Vicariato; saràpossibile parcheggiare le auto inpiazza.Il cardinale ricorda anche che ilSanto Padre ha fatto dono del suolibro, Il nome di Dio è Misericordia, atutti i sacerdoti del clero romano.

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Incontro penitenziale del clero l’11 febbraiocon De Donatis a San Giovanni in Laterano

DI ROBERTA PUMPO

ue frati cappuccini unitidal carisma dellaconfessione: Padre Pio da

Pietrelcina e Padre LeopoldoMandic da Padova. Le loro spogliesaranno a Roma da mercoledì 3 agiovedì 11 febbraio. È stato PapaFrancesco a volere in Vaticano idue santi, entrambi canonizzatida Giovanni Paolo II. Il loroministero, infatti, è stato il riflessodella Misericordia di Dio a quanti,pentiti, si accostavano alconfessionale. Saranno daesempio ai Missionari dellaMisericordia, i sacerdoti che perquest’Anno giubilare si sono residisponibili a portare il sacramentodella penitenza ovunque e chericeveranno il mandato ufficialeda Papa Bergoglio alle 17 del 10febbraio, mercoledì delle Ceneri,nella basilica di San Pietro. C’ègran fermento, accompagnato datanta emozione, nelle parrocchieche ospiteranno le spoglie e tra igruppi di preghiera di Padre Pio, iprimi nati a Roma nella secondametà degli anni ’50 proprio surichiesta del frate delle stimmate. Idue santi, quasi contemporanei,non si sono mai incontrati maconoscevano bene i carismi l’unodell’altro, tanto che spesso padrePio indirizzava a Padova da padreLeopoldo i pellegrini cheattraversavano l’Italia perincontrarlo. Entrambi hannospeso la loro vita neiconfessionali: come Padre Pio, cheaveva la capacità di confessare finoa dodici ore al giorno, sanLeopoldo, di origine croata,onostante fosse cagionevole disalute, nei suoi 52 anni disacerdozio è stato presente ognigiorno nella piccola cella-

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confessionale dedicando tutto sestesso all’accoglienza dei fedeliche a lui si rivolgevano. Haconfessato fino a poche ore primadella sua morte, avvenuta il 30luglio 1942. L’evento della loropresenza a Roma, ha sottolineatol’arcivescovo Fisichellapresentando venerdì l’iniziativa,«permetterà a migliaia dipellegrini di esprimere la lorodevozione ai due santi e trovareancora una volta la consolazionenella loro intercessione». Lespoglie dei due cappuccinisaranno accolte nella basilica diSan Lorenzo fuori le Mura alle 15del 3 febbraio da frate GianfrancoPalmisani, ministro provincialedei frati minori Cappuccini dellaProvincia Romana; alle 18 lacelebrazione eucaristica presiedutadal cardinale vicario AgostinoVallini. Il 4 febbraio sono inprogramma varie celebrazioniliturgiche e alle 20.30 l’arcivescovoRino Fisichella, presidente delPontificio Consiglio per lapromozione della nuovaevangelizzazione, presiederà laliturgia penitenzialeinterobbedienziale. Al termine lereliquie saranno trasferite nellachiesa di San Salvatore in Laurodove, alle 22, monsignorFisichella celebrerà la Messa.Seguirà una veglia notturna. Il 5febbraio, alle 17,45, le reliquieraggiungeranno in processioneSan Pietro. Prima di fare il loroingresso in basilica, dove sarannoesposte alla venerazione dei fedelifino all’11, sosteranno per alcuniminuti in piazza San Pietro per unmomento di preghiera conmonsignor Fisichella. Sabato 6febbraio si svolgerà in piazza SanPietro un’udienza speciale di PapaFrancesco con i gruppi dipreghiera di Padre Pio, ilpersonale della Casa Sollievo dellaSofferenza e i pellegrinidell’arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo.Martedì 9, ancora nella BasilicaVaticana, il Papa celebrerà laMessa per i frati cappuccini.Giovedì 11, al termine dellacelebrazione eucaristica presiedutada Fisichella alle 7.30, le reliquielasceranno Roma: quelle di PadrePio faranno tappa a Pietrelcina e aFoggia, quelle di San Leopoldo aLoreto e a Bologna.

a parrocchia San Salvatore in Lauro si prepara con la preghiera ad acco-gliere le spoglie di Padre Pio e di Leopoldo Mandic. Sede di 450 gruppi di

preghiera del Lazio dedicati al santo delle stimmate, la chiesa ospiterà le suespoglie dalle 21.30 del 4 alle 16 del 5 febbraio. In attesa delle reliquie è in

corso una novena e ogni giorno, al terminedella Messa delle 18, i fedeli sono benedetticon il mantello del frate. Per permettere atutti di assistere alla celebrazione di Fisichel-la in programma per le 22 del 4 febbraio sa-ranno installati maxischermi e altoparlanti.Il 5, alle 10, la Messa del vescovo Galantino;alle 14 quella dell’arcivescovo Castoro. «Sia-mo entusiasti - dice monsignor Pietro Bon-giovanni, parroco di San Salvatore in Lauro -.Saluteremo Padre Pio con la preghiera per-ché nostro compito è pregare per le neces-sità più urgenti, ora quella della famiglia, echiederemo allo Spirito Santo di illuminare iparlamentari impegnati nella discussionedel disegno di legge Cirinnà». (Ro. Pu.)

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Molte celebrazionidavanti alle reliquiedei due testimoni dellaMisericordia di Dioche hanno speso la vitanei confessionaliL’accoglienza il 3a San Lorenzo

A San Salvatore in Laurosi prega per i parlamentari

Le giornate di Padre PioGrande attesa per l’arrivo a Roma delle spoglie del santo di Pietrelcinae di san Leopoldo Mandic. Il 6 l’udienza e il 9 la Messa con il Papa

Sotto la chiesa parrocchialedi San Salvatore in Lauro,sede del coordinamentoregionale dei gruppi dipreghiera di Padre PioOspiterà le reliquiedel santo di Pietrelcinae di san Leopoldo Mandicdalle 21.30 di giovedì 4alle 16 di venerdì 5 febbraio

La veglia marianaper le donne e le madri

ulipani, margherite, rose bianche. Centinaia di fiorideposti ai piedi dell’effigie di Maria Salus PopuliRomani, da parte di tante donne: mogli, madri,

promesse spose. È stata dedicata soprattutto a loro laveglia di preghiera organizzata da Rinnovamento nelloSpirito martedì scorso, a Santa Maria Maggiore. Unaserata per affermare il «valore sociale della preghiera afavore della famiglia», ha detto il presidente diRinnovamento, Salvatore Martinez: «Non vogliamoaddormentarci, vogliamo vegliare con perseveranzaaffinché Dio non sia escluso dalla nostra storia», perchéchi prega «vuole trovare un linguaggio spiritualeprofondo per affermare parole vere ed eterne come"vita" e "famiglia"». Una preghiera condivisa,

contemporaneamente, inoltre venti basiliche esantuari, tra cui le sedipontificie di Padova, Loreto,Pompei e Santa Maria degliAngeli. Una grande preghieradi popolo che a Santa MariaMaggiore ha preso la formadel Rosario, guidato dalvicegerente della diocesimonsignor Filippo Iannone, eanimato da Movimento per laVita, Camminoneocatecumenale, Comunitàdi Betania, Comunità

Giovanni XXIII e dal Rinnovamento nello Spirito. «Chiprega sa dialogare non solo con Dio, ma anche con gliuomini - ha aggiunto Martinez -. Vogliamo farlo anchequesta sera, perché il nostro Paese non cada, le nostreanime non si smarriscano». Il Rosario della famiglia hatoccato i misteri della nascita di Gesù, della suaautorivelazione alle nozze di Cana, della morte in croce,della resurrezione e della discesa dello Spirito Santo suMaria e gli apostoli. Per ognuno di questi misteri, unatestimonianza e una breve lettura: dalla Familiarisconsortio di Giovanni Paolo II all’Evangelii nuntiandi diPaolo VI, dal discorso ai fidanzati di Benedetto XVI allaLumen fidei. Magistero e vita quotidiana si sonoincrociati attraverso le storie di tante famiglie,accomunate da una «grande fede in Dio edall’altrettanto grande fedeltà di Dio nei confronti dicoloro che lo invocano», notano Maria e Alessandro,originari di Napoli. E poi ci sono anche le famiglieallargate, come quelle della Comunità Giovanni XXIII.«Siamo qui questa sera - ha detto don Aldo Bonaiuto -perché il nostro fondatore, don Oreste Benzi, ha avutola grande intuizione di mettere nel cuore della famiglia,in quello degli sposi, la capacità di rigenerare nell’amoretanti piccoli oppressi, dimenticati, perché potesserodiventare figli rinati nell’amore. La radice del male èsempre la stessa - ha continuato -, è quella dell’egoismoche permette i soprusi, la mercificazione, anche dei piùpiccoli». È necessario «tutelare i nostri bambini, sonoloro a chiederci la cosa più importante: non toglietecil’abbraccio di una mamma e di un papà». Prima delladanza di suor Anna Nobili, che ha concluso la seratasulle note dell’Ave Maria di Schubert, monsignor FilippoIannone ha salutato l’assemblea ricordando come «inalcune stagioni della storia dell’uomo sia più necessarioproclamare con forza il Vangelo della Vita; conmansuetudine, con umiltà ma con fermezza, attraversola testimonianza dei valori che proclamiamo e in cuicrediamo». Questa testimonianza, ha concluso, «habisogno di una forza che viene dall’alto. Per questo cisiamo riuniti attorno a Maria, sposa di Giuseppe emadre di Gesù, che ha vissuto la sua vita nella perfettaadesione alla volontà di Dio». Per questo, «le chiediamodi darci la forza di annunciare ai nostri fratelli cherealizzare il progetto di Dio rende bella la nostra vita».

Christian Giorgio

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Youssif III: cristiani perseguitati,l’Occidente resta ancora inerte

ono 200 milioni i cristiani perseguitati nel mon-do, in Siria e in Iraq ormai non ne resta quasi più

nessuno, e l’Occidente resta inerte. L’accusa è del pa-triarca siro-cattolico di Antiochia, Ignazio Youssif IIIYounan, che, su invito dell’associazione Aiuto allaChiesa che Soffre, prima in Campania, a Napoli, Ca-serta e Capua, infine, il 28 gennaio a Roma, pressol’Associazione della Stampa Estera, ha raccontato lacondizione siriana e della comunità cristiana nell’in-tero Medioriente.Oltre a dare la sua testimonianza, il patriarca ha pre-stato il volto per uno spot prodotto da Acs per far co-noscere a tutti la tragedia che sembra così lontana,ma, ha sottolineato Youssif III, invece, ci coinvolge tut-ti: «Aleppo era uno dei centri economici e culturalidella Siria, adesso è una città in rovina, così comeMosul in Iraq. Ci sono città dove non vi sono più trac-ce di cristiani, oppure, come in Kurdistan, sono pro-fughi – continua -. Palmira una volta veniva chia-mata “Tadmurto”, “il miracolo del deserto”. Questibarbari del Daesh – Isis – stanno distruggendo civiltàe persone».Il patriarca racconta una situazione complessa, doveanche prima del terrorismo i cristiani erano costret-ti a sopravvivere tra mille difficoltà. Le associazionistanno facendo molto, ma è la politica che deve agi-re. Per il patriarca la stampa non riesce a raccontarecome stanno andando le cose, ma anzi dà una lettu-ra che non rispecchia l’esperienza di chi ancora oggi

vive nei territori in guer-ra. Un alleato quasi a sor-presa, mentre l’Europa egli Stati Uniti restano in-certi, si sta dimostrandola Russia: «La famigliadelle nazioni potentinon guarda al destinodelle comunità vulnera-bili e delle minoranze, ipotenti guardano ai lorointeressi geopolitici perchiaro opportunismo.Dove sono i valori deiPaesi occidentali per cui

tanto hanno sacrificato?», chiede amaramente il pa-triarca. A diretta domanda diretta della stampa ri-guardo a Mosca invece risponde: «I russi non stannointervenendo a favore di Assad, stanno aiutando con-cretamente il popolo siriano».Quanto alle prospettive, per Youssif III «le buone in-tenzioni non sono sufficienti. Un gruppo di nazionicome l’Unione Europea doveva analizzare a fondo lasituazione per capire come risolvere questo enormeproblema. Avevo detto sin da maggio 2011 che il tes-suto siriano era troppo complesso e che era impossi-bile pensare veramente a una primavera araba». Il pa-triarca però ritene che qualcosa potrebbe muoversi:«Adesso non resta che aspettare Ginevra 3 (ovvero ilterzo incontro internazionale sulla Siria, ndr)». Dall’i-nizio della crisi in Siria nel marzo del 2011, Acs ha rea-lizzato progetti a sostegno della popolazione sirianaper un totale di oltre 10milioni e 380mila euro. Di que-sti, 6milioni e 200mila euro (circa il 60% del totale)sono stati donati nel solo 2015, con particolare at-tenzione alle città maggiormente colpite dalla guer-ra, come Homs, Aleppo e Damasco.

Vanessa Ricciardi

SI consacrati di Romanell’apertura al mondoDI CHRISTIAN GIORGIO

ono più di 4.000 i religiosi e lereligiose di tutto il mondo cheparteciperanno, domani e martedì

2 febbraio, agli eventi conclusividell’Anno della vita consacrata. Dopole giornate d’incontro e le veglie dipreghiera, che da giovedì si sono tenutea Roma, l’appuntamento «più atteso»per padre Agostino Montan, direttoredell’Ufficio diocesano per la Vitaconsacrata, sarà l’udienza di domanicon il Papa in Aula Paolo VI. Il 30 e il31 gennaio, intanto, in cinque diversiluoghi di Roma, ogni forma di vitaconsacrata si è incontrata perapprofondire alcuni aspetti specificidella sua vocazione. «Come Ufficiodiocesano - puntualizza padre Montan- abbiamo offerto volentieri la nostracollaborazione a tutte le iniziativepromosse dalla Congregazione per gliIstituti di vita consacrata, e lapartecipazione dei religiosi e dellereligiose di Roma è sempre stata moltoampia». L’Anno si concluderà, quindi,martedì alle 17.30 a San Pietro, con laMessa presieduta da Francesco. Dalle 9alle 12, il pellegrinaggio giubilare aSanta Maria Maggiore, a San Giovanniin Laterano e a San Paolo fuori leMura. «Per i dati concreti sui frutti diquesto Anno, è presto per sbilanciarsi -continua Montan -. Quello che honotato, però, al di là delle diverseproblematiche specifiche delle realtàreligiose di Roma, è la grandepartecipazione, l’interesse el’entusiasmo che si sono creati inquesto periodo». È stata una «Vitaconsacrata romana» che «si è messa adisposizione del mondo» quella che«abbiamo imparato a conoscere inquest’ultimo anno», commenta padreMarco Bellachioma, segretariodiocesano della Conferenza italianasuperiori maggiori (Cism). Soprattuttodurante il congresso internazionale disettembre che ha riunito i giovani informazione, «abbiamo accolto tantinovizi, post novizi, postulanti, diistituti maschili e femminili. Tantechiese di Roma si sono aperte ai gruppidi studio, di approfondimento. È statauna bella occasione che ci ha dato

S

l’opportunità di scrutare il complessomosaico che va disegnando - a livellomondiale - la vita religiosa del nostrotempo». Tanti incontri, tante possibilità

di confronto che «ci hanno mostratoquanti siano i religiosi che lavorano,anche nel nascondimento, sia per laChiesa universale che per la città in cui

risiedono». Quest’Anno èstato importante per«favorire una maggioreconoscenza tra le varierealtà presenti sulterritorio - concludepadre Bellachioma -, eper darciincoraggiamento eslancio nella nostramissione». PapaFrancesco «ci hachiamati a fare memoriagrata del nostro passato esoprattutto a rinnovarel’impegno di fedeltà e lapassione della sequela diCristo», aggiunge suorGabriella Guarnieri,delegata diocesana

Un libro con interviste ai superioriconclusione dell’Anno della Vita consacrata, la Li-breria Editrice Vaticana pubblica un volume che

raccoglie 14 conversazioni con i superiori di diversi I-stituti religiosi. Viaggio nella vita religiosa, del giorna-lista Riccardo Benotti (Sir), è un cammino tra i carismidella Chiesa alla scoperta di un mondo molto varie-gato. Un viaggio tra Benedettini, Carmelitani, Cister-censi, Domenicani, Fatebenefratelli, Frati Minori, Ge-suiti, Legionari di Cristo, Maristi, Orionini, Paolini, Sa-lesiani, Verbiti, Unione superiori generali. I superioriintervistati raccontano il significato di una scelta de-finitiva come la consacrazione; non mancano i riferi-menti a temi delicati.

A

2 Domenica31 gennaio 2016

Un bilancio dello specialeAnno indetto dal Papa conpadre Montan, Cism e Usmi

I due appuntamenti conclusividell’evento: domani l’udienza,maretdì la Messa con Francesco

la novità

la denuncia

dell’Unione superiore maggiori d’Italia(Usmi). Con il progetto «Carismi nellacittà» «abbiamo individuato sei ambiti»(carità, comunicazione, educazione,missione, preghiera e sanità ndr), «perraccontare la ricchezza della presenzadella vita consacrata a Roma». Altermine di quest’Anno, «gli aspettiproblematici certo non spariscono, maper noi consacrati è stata una bellaoccasione per rileggere la nostra vita,approfondire ciò che siamo chiamatiad essere, potenziare la comunioneecclesiale adottando uno stileintercongregazionale» richiamato dalPapa a tutti i consacrati quando invita a«uscire dai confini del proprio Istitutoper elaborare insieme progetti comunidi formazione, evangelizzazione einterventi sociali». Il progetto «è unprimo tentativo di risposta - concludesuor Gabriella - a questo invito dicostruire il futuro nel dialogo enell’aiuto reciproco».

DI MARIAELENA FINESSI

un tentativo di dare a unaproblematica tanto attuale,qual è l’immigrazione islamica,

un orientamento cristiano, suggerendocome risposta non solo l’accoglienzama l’integrazione per fare spazioall’altro che è in difficoltà». MonsignorAntonio Nicolai, parroco a Santa Lucia -a due passi da piazzale Clodio - spiegaperché ha voluto organizzare unincontro pubblico, tenutosi il 28gennaio, sul tema della convivenza tra

persone di fede islamica e cattolica.«Viviamo in un contesto difficile ancheper via del fanatismo islamico-politicoche ha deviato da una rettacomprensione del fenomeno. Ilrisultato è che oggi c’è paura erisentimento». A discuteredella questione - se cioèuna reale integrazione èpossibile - il cardinaleVelasio De Paolis,presidente emerito dellaPrefettura degli Affarieconomici della SantaSede, monsignor FilippoMorlacchi, direttoredell’Ufficio diocesano perla pastorale scolastica,SherazadeShahoushmand, docentedi Studi islamici alla

Pontificia università Gregoriana, el’Imam della moschea di via Meda aMilano, Yahya Pallavicini. Il cardinaleDe Paolis ha invitato ad affrontare iltema della convivenza «sul piano dellarealtà» con «un’analisi approfondita

delle strade chestiamopercorrendo». Lavia maestra per lacomprensioneresta laconoscenza. «Ilnodo da sciogliere- spiega Morlacchi- sta nel costruireuna relazionedialogica con altripunti di vista,diversi dai nostri.L’incontro non

avviene però tra apparati di concettiteologici ma tra persone». A Roma benil 30% degli studenti musulmani scegliedi avvalersi dell’insegnamento dellareligione cattolica: «Questo vuol dire -tiene a precisare - opportunità diconoscenza reciproca, l’unica che puòrendere possibile l’integrazione». Untermine, quest’ultimo, che l’imamPallavicini reputa però essere abusato omal compreso. «L’uomo universale ècolui che sa vivere in questo rapportotra il terreno e il trascendente e altempo stesso sa integrare il propriosimile all’interno di questa relazione».Un pensiero, quello espressodall’Imam, che in Shahoushmandrichiama quello della misericordia,«presente nel Corano in ben 113capitoli su 114.Articolo integrale su www.romasette.it

È«

«Islam, costruire un vero dialogo per l’integrazione»La tavola rotonda promossadalla parrocchia Santa Luciacon l’intervento di esponenticattolici e musulmani

«La sfida pastorale a San Cleto? Risvegliare la fede»DI MARTA ROVAGNA

n quartiere difficile con nuoveproblematiche: è quello di SanBasilio, dove opera la

parrocchia di San Cleto, che ieripomeriggio ha ricevuto la visitapastorale del cardinale vicarioAgostino Vallini. Padre RobertoMoretto, da due anni parroco dellacomunità - nonché amministratoreparrocchiale della vicina parrocchiadi Sant’Agostina Pietrantoni, ancorain un prefabbricato - racconta comeè cambiata la popolazione di unquartiere in cui da sessant’annilavorano e sono presenti i padridella congregazione di GesùSacerdote, fondata nel 1926 aChioggia da don Mario Venturini. «Iprimi insediamenti negli anniCinquanta erano composti dafamiglie di altre regioni, per lo piùprovenienti da Marche, Abruzzo,

UMolise e Calabria, che venivano aRoma per lavorare e che si sonocostruite le loro case poco a poco.Oggi sono arrivati molti stranieri, tracui diversi musulmani. La pastoralerivolta a loro è la nostra nuovasfida». Il carisma dellacongregazione di Gesù Sacerdote sideclina nella vicina casa religiosadove risiedono parroco, viceparrocoe gli altri confratelli, che si occupanodi presbiteri, seminaristi e sostegnoal discernimento vocazionale. Sonodiverse le realtà presenti inparrocchia: oltre ai gruppi dicatechesi di iniziazione cristiana cisono dei gruppi giovanili, gli scout,una Comunità neocatecumenale, uncentro anziani, la Caritas. Per padreRoberto, che in passato è statoviceparroco diversi anni a San Cletofino al 2000, la sfida è risvegliare lafede in una comunità che ha trovatoinvecchiata e un po’ intiepidita: «Le

persone impegnate quindici anni fasono sempre qui, fanno molto, perònon vedo molto ricambio, stiamopensando a una nuova missione dievangelizzazione e a delle iniziativeche possano riavvicinare i lontani».Momenti importanti di comunionenell’anno pastorale rimangono labenedizione nelle case e il Rosariodel mese di maggio, che vienerecitato all’aperto due volte asettimana; il tempo mariano siconclude poi con un pellegrinaggioal santuario della Madonna delDivino Amore. «Mi sono reso conto -spiega il parroco - che per le personeè importante riceverci in casa, chi lodesidera lo fa davvero con il cuore egli incontri sono sempre di unagrande intensità. Tanta gentepartecipa poi al Rosario,dimostrando come la devozione e lapreghiera non manchino tra iparrocchiani, che si attivano per

rendere belle e curate le seratemariane». Paola Durante, 56 anni edue figli grandi, è da 4 annicatechista delle comunioni e datempo ministro straordinariodell’Eucaristia. «Ho incontrato ilSignore nelle catechesi del Camminoneocatecumenale che frequento danove anni - racconta - e dopo questascoperta ho sentito l’esigenza dimettermi al servizio degli altri. Hoiniziato quindi con il volontariato inospedale, poi il parroco mi chiese didiventare ministro straordinario.Oggi mi occupo, con tutti i mieilimiti e le mie debolezze, dicatechesi. Faccio questo per grazia eper gratitudine: lavoro full time, lagestione della vita non è facile maho visto che dare tempo al Signore eaffidarsi a Lui - anche con la miapiccolezza - mi dà forza edentusiasmo per riuscire a farequalcosa di utile per gli altri».

Il parroco: pensiamo a una missionedi evangelizzazione e a iniziative per ilontani. Momenti importanti: il Rosariodi maggio e la benedizione nelle case

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del Signore in ogni passo della suavita». Il culto dell’immagine vieneattribuito alla venerabile suor ChiaraIsabella Fornari, un’anima mistica cheebbe numerose visioni ed estasi.Nutriva una devozione particolareverso le immagini sacre: amavatenerle presso di sé, pregare innanziad esse e qualche volta si compiacevadi plasmarle lei stessa con le suemani. Il quadro originale, che siconserva nel monastero di SanFrancesco a Todi, è identico alla copiache si trova nel Seminario Maggiore;ambedue hanno oggi il titolo di"Madonna della Fiducia" e da esseforse dipendono tutte o la maggiorparte delle copie. Il SeminarioRomano spalanca le sue porte ancheall’esterno, come dimostra l’iniziativadei "Vespri della fiducia" aperti a chivuole condividere un momento dipreghiera e di fraternità. La finalità di

isericordia io voglio e nonsacrifici» sarà il tema della

festa della Madonna della Fiducia diquest’anno, una ricorrenza che sipone al centro dell’anno formativodegli alunni del Pontificio SeminarioRomano Maggiore e che si celebra ilsabato precedente l’inizio dellaQuaresima. «Il contesto del Giubileodella Misericordia - afferma donConcetto Occhipinti, rettore delMaggiore - ci fa approfondire ecomprendere ancor più quanto siaimportante questo titolo di MariaMadre della Fiducia. Anche Maria haricevuto una vocazione e la fiduciache lei ripone in Dio consiste proprionel dire il suo "eccomi" sapendo dipotersi fidare. Da questa suaesperienza si consolidaquell’atteggiamento che è uno stiletipico del credente che sa di poterconfidare nell’amore misericordioso

M« tutta la formazione è quella pastorale:«Risulta prezioso - sottolinea donConcetto - il rapporto tra il Seminarioe le comunità parrocchiali o le realtàecclesiali di servizio caritativo». Lafesta quest’anno coincide con unanniversario importante, il decimodalla morte di don Andrea Santoro:«La vigilia, venerdì 5, la condividiamopartecipando alla celebrazionepresieduta dal cardinale vicario a SanGiovanni in Laterano. Don Andrea -aggiunge - è stato nostro ex alunno, equando era in Turchia negli ultimianni del suo ministero ogni volta cherientrava a Roma passava inSeminario, soggiornando anche qui,da noi». Sabato i tre momenti dellafesta: alle 7.30 le lodi con il vescovoLojudice; alle 11.30 la Messa con ilcardinale Vallini; alle 19 i vespri con ilvescovo Filograna.

Alessandro Filippelli

Sostegno agli oratori:un mese per le domande

cade il 28 febbraio il termine di presentazionedelle domande per le richieste di finanziamen-ti all’attività degli oratori di parrocchie ed enti

religiosi previsti dalla legge regionale 13/2001. An-che per quest’anno occorre inoltrare apposita do-manda e relativa documentazione alla Regione La-zio (Direzione Regionale Risorse Umane e SistemiInformativi - Area Attività di Informazione Istituzio-nale - Rapporti con Osservatori ed Enti - Via RosaRaimondi Garibaldi 7 - 00145 - Roma).Nella domanda (e sulla busta) deve essere specifica-to l’ambito di riferimento: a) «Riconoscimento del-la funzione sociale ed educativa degli oratori»; b)«Promozione di un programma di interventi strut-turali finalizzati al potenziamento dell’offerta di ser-vizi per l’infanzia a sostegno delle famiglie». I mo-duli possono essere scaricati dal sito della RegioneLazio. Per informazioni ci si può rivolgere in Vica-riato al numero 06.69886253, dal lunedì al venerdì,dalle ore 10 alle 14: all’ufficio possono rivolgersi an-che le parrocchie che ancora non hanno fornito il ren-diconto dei finanziamenti ottenuti.

SSabato festa della Fiducia al Seminario Maggiore3 Domenica

31 gennaio 2016

DI ANTONELLA PILIA

on si tratta semplicementedi un capolavoro musicalema di un testamento per

un’anima che l’uomo deve ritrovare».Così monsignor Marco Frisina,presidente della Commissione Artesacra e beni culturali della diocesi, hadefinito l’Inno alla gioia di Ludwig vanBeethoven. La parte finale dellasinfonia n. 9, completata nel 1824, èstata al centro dell’ultima serata delleLetture teologiche, giovedì 28 nell’Auladella Conciliazione del PalazzoLateranense. Un incontro apertoproprio dalle note di Beethoven,eseguite dagli allievi del Conservatoriodi Santa Cecilia. L’artista tedesco scrivequesto Inno «al tramonto della suavita, in un periodo doloroso: la sordità

quasi completa e una solitudinediventata anche una protezione», hasottolineato monsignor Frisina. Cheha spiegato come i quattro tempi dellasinfonia n. 9 rappresentino «la sintesidella sua vita, perché sono unprogresso che ci porta fino alla gioia. Ilfinale è un messaggio all’interaumanità: il testo (preso dall’ode Innoalla gioia di Friedrich Schiller, ndr)recita "siate fratelli perché in cielo c’èun unico Padre che ama tutti"». Unmessaggio che emana la sua forzaancora oggi. «In questo Annogiubilare, credo che l’Inno alla gioiapossa essere ancora cristiano» e che«ritrovare la gioia come chiave dilettura della vita sia fondamentale».Per terminarlo, Beethoven impiegaben 30 anni. Lo ha spiegato MicheleDall’Ongaro, sovrintendente

dell’Accademia di Santa Cecilia,traendone un insegnamento per tutti:«Non bisogna mai accontentarsi delprimo tentativo ma bisogna innovaresempre. Questa è la lezione diBeethoven». E ancora: «Non c’è nullache Beethoven non abbia già fatto» alivello tecnico come, ad esempio, ilrecitativo affidato all’orchestra, haquindi spiegato proponendo l’ascoltodi alcuni brani. L’altro grandemessaggio, ha concluso Dall’Ongaro, èche «siamo tutti fratelli, compresi inemici» perché nell’Inno Beethoveninserisce il tema musicaletradizionalmente legato ai turchi,invasori. Non a caso, ha sottolineatoEugenio Gaudio, rettore dellaSapienza, «l’Inno alla gioia, dal 1972, èl’inno dell’Unione europea, perchéesprime gli ideali di libertà, pace e

solidarietà». Il rettore che, oltre a esseremedico è diplomato in pianoforte alConservatorio de L’Aquila, haevidenziato la novità dell’opera diBeethoven, giunto a una «dissoluzionedegli schemi formali che avevanoingabbiato la forma-sonata» attraverso«l’irruzione prepotente della poesia edel relativo canto». «In queste treserate - ha concluso il cardinaleAgostino Vallini - con Michelangelo,Caravaggio e Beethoven abbiamoassaporato qualcosa di alto e digrande, imparando che anche iltravaglio umano e la lotta interiorepossono avere uno sbocco. Dobbiamocredere che è possibile un mondomigliore. Nell’Anno della misericordia,diventiamo missionari perché l’Innoalla gioia possa diventare più vero perquesta nostra Europa sofferente».

«Inno alla gioia», un messaggio per l’umanità

Interventi di Frisina, Dall’Ongaroe Gaudio alla serata conclusivadelle «Letture teologiche» dedicataal capolavoro di Beethoven

La grande eredità del sacerdoteucciso dieci anni fa in Turchiaviene ricordata dalla sorellaMaddalena e da ex parrocchiani

Celebrazione del cardinalevicario venerdì a San Giovanni,un incontro con De Donatise una veglia a San Fabiano

Don Andrea Santoro«un frutto vivente»DI LORENA LEONARDI

ravamo in macchina, inTurchia, e c’era un beltramonto. Lui ha accostato

e ha celebrato la Messa su unaroccia affacciata sul mare». CosìMatteo Lariccia, 43 anni, ricordadon Andrea Santoro, sacerdotefidei donum romano e primo pretecattolico ucciso in Turchia diecianni fa. «L’ho conosciuto ai tempiin cui guidava la parrocchia Gesùdi Nazareth aVerderocca, eraanche il mioinsegnante direligione. "Ricordatiche il cristianesimo èuna scienza esatta",disse una volta,segnando -nonostante da moltianni fossi "lontano"dalla Chiesa - la miaconversione. DonAndrea è un fruttovivente, non è mai morto davvero,nonostante siano passati diecianni». Era il 5 febbraio 2006quando un sedicenne, con duecolpi di pistola esplosi al grido"Allah è grande", condannò amorte il sacerdote dentro la suachiesa di Trebisonda, in Turchia,dove don Santoro viveva dal 2000.Per raggiungere il Paese nel qualemaggiormente, all’epoca, i cristianivenivano perseguitati, don Andreaaveva lasciato Roma, dove avevafondato l’associazione "Finestraper il Medio Oriente", tutt’oraattiva insieme all’associazione"Don Andrea Santoro", nata perraccogliere i suoi scritti ediffondere la sua spiritualità. Percelebrare i dieci anni dalla suamorte, domani alle 10.30 ilSeminario Maggiore ospiterà unincontro sulla sua spiritualitàsacerdotale aperto a tutti marivolto in modo particolare asacerdoti e seminaristi e tenuto dalvescovo ausiliare Angelo DeDonatis. Martedì alle 20.45 unaveglia di preghiera animerà la

E«parrocchia dei SantiFabiano e Venanzio, dove ilsacerdote fu parroco dal ’94alla partenza per la Turchia;venerdì 5 alle 19 ilcardinale Agostino Vallinipresiederà a San Giovanniuna solenneconcelebrazione eucaristica.Per l’occasione deldecennale, la San PaoloEdizioni ha pubblicato Unfiore dal deserto (preghiere

dal Diario),con laprefazionedel cardinaleGianfrancoRavasi, eripropone ilvolume DonAndreaSantoro, unprete tra Romae l’Orientedello storicoAugusto

D’Angelo, arricchito dallanuova introduzione diAndrea Riccardi e da uncapitolo conclusivo diapprofondimento sullasituazione dei cristiani inTurchia nell’ultimodecennio. «In questi diecianni - racconta la sorella,Maddalena Santoro -abbiamo scoperto sempredi più quella profezia cheAndrea portava avanti nellasua vita, l’atteggiamento diparroco-pastore che va in cercadelle persone per la strada,ovunque si trovino. Questoatteggiamento, la vicinanza, è statocostante nella sua vita, da quandoera viceparroco alla Trasfigurazionefino alla Turchia. Un altro aspettocaratterizzante - prosegue - era lasua idea di comunione, tra isacerdoti e tra il clero e la gente.Infine, il dialogo, non fatto diparole, ma di atteggiamenti: nellesue lettere lo diceva e lo direbbecon più forza oggi. I problemi diconvivenza sono problemi di

accoglienza dell’altro. Il discorsonon è di religione ma di fede: sequest’ultima è matura,l’accoglienza c’è». Lo ricorda«perennemente concentrato sullecose spirituali, sempre con laBibbia in mano» Marcello Ciampi,parrocchiano quando don Santoroera a Gesù di Nazareth: «Eroandato a trovarlo in Turchia, eabbiamo pranzato insieme ventigiorni prima che morisse. Di lui,che ha celebrato il miomatrimonio, ripeto sempre che

aveva tre gambe: Dio, la SacraScrittura e il Medio Oriente. Credoche ci abbia lasciato una grandeeredità: l’essenzialità della fede, unpacchetto di poche cose da seguirecon forza. In Turchia era mutocome un agnello ma,contemporaneamente, un vessilloalzato. Andava nella "seconda TerraSanta - così chiamava quel Paese -,per avere un rapporto privilegiatocon Cristo e tenere accesa lafiammella della fede laddove c’erasolo brace».

Maddalena: la suaidea di comunionee lo stile di dialogoMarcello Ciampi:concentrato sulle cosespirituali sempre conla Bibbia in mano

a più alta esperienzaumana di misericordiaè l’amore coniugale,

perché la misericordia la sisperimenta e la si vivenell’amore disinteressato. Ed èper questo che soltanto l’amoreconiugale può essere all’originedi una nuova persona, che èsempre espressione di un attodi misericordia». Il vescovoLorenzo Leuzzi, direttoredell’Ufficio diocesano per lapastorale universitaria nonchéincaricato del Centro per lapastorale sanitaria delladiocesi, non usa giri di parole.In un momento in cui si parladi «diritto» ad avere un figlio,ribadisce invece che solo «lamisericordia fa fiorire la vita».Ed è proprio questa la frasescelta per celebrare latrentottesima Giornata dellavita, domenica 7 febbraio. Inquell’occasione, alle 10.30,monsignor Leuzzi presiederà laMessa nella chiesa di SantaMaria in Traspontina; quindi il«popolo della vita» si sposterànella vicina piazza San Pietro,per partecipare come tradizioneall’Angelus di Papa Francesco.«L’esperienza coniugale -sottolinea il presule - precede efonda ogni altra opera dimisericordia. E non solo. Èfondamento della vitademocratica di un Paese perchénon crea disuguaglianze». Diostesso, prosegue ancora ilvescovo, «in Gesù ha volutoindicare l’amore sponsale comemodello del suo amore per laChiesa. E questo perché laChiesa è chiamata adannunciare e servire l’amoreconiugale, senza il quale ognialtra opera di misericordiaperde il suo significatoprofondo». In questo senso,

conclude, «promuovere l’amoreconiugale significa diffonderela misericordia nella società,per poterla costruire nellagiustizia e nella verità.Possiamo fare qualunque operadi carità, ma se non si parte daquesta esperienza facciamosoltanto assistenzialismo, enon vera promozione umana».Per riflettere su questo e altritemi collegati, la Giornata dellavita sarà preceduta da una seriedi incontri e convegni, pensatisoprattutto per chi con la vitalavora ogni giorno, comemedici, ginecologi, docentiuniversitari. Il primo sarà unseminario, mercoledì 3 alle10.30 nell’Auditorium SanPaolo, durante il quale verràpresentato il corso diformazione per nuovi dirigentisanitari organizzato daldipartimento di Scienze dellaFormazione di Roma Tre edall’ospedale pediatricoBambino Gesù. Nella mattinadi sabato 6, poi, altri treappuntamenti: alle 9, nell’AulaBrasca del policlinico AgostinoGemelli, si rifletterà su «Ladifesa della vita "difficile"»; alle9.30, nell’aula magna della IClinica medica della Sapienzasi terrà un convegno dipresentazione del corso di altaformazione in bioetica clinica;infine, dalle 9 alle 16.30, alCampus Bio Medico, nell’aulamagna Trapezio, ci siconfronterà su «La medicinaprenatale e la tutela della vita».Impegnato nelle iniziative perla Giornata anche ilMovimento per la vita, chedomenica prossima saràpresente in decine diparrocchie con standinformativi.

Giulia Rocchi

«Popolo della vita» a S. PietroDomenica la Messa di Leuzzi

Don Andrea Santoro nel Cansiglio, nel luglio 1986

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4 Domenica31 gennaio 2016

Giubileo del settore SudalDivinoAmore -Convegno all’UniversitàGregoriana sul celibato sacerdotaleMessa dell’arcivescovoZuppi per i 48anni di Sant’Egidio - Il cardinale LozanoBarragánaSantaDorotea

celebrazioniGIUBILEO DEL SETTORE SUD AL DIVINOAMORE. Oggi alle 15.30 si svolgerà alSantuario del Divino Amore ilGiubileo diocesano del settore Sud.L’appuntamento è fissato per le 15 alparcheggio lato Torre del miracolo.Alle 15.30 processione verso la PortaSanta. Alle 16 la Messa presieduta dalvescovo per il settore Sud, PaoloLojudice. I sacerdoti e i diaconi sonoinvitati a portare camice e stola.

LA FESTA DI SAN BIAGIO A CAMPOMARZIO. Per la festa di san Biagio,mercoledì 3, è prevista l’apertura dellachiesa della Madonna del DivinoAmore in Campo Marzio (vicolo delDivino Amore, 12): Messe alle 8, 11 e18.30. Alle 7.30 le lodi, alle 16.30 ilRosario e alle 17 il vespro.Benedizione della gola dalle 8.30 alle13 e dalle 15 alle 20.

MESSA DI ZUPPI PER I 48 ANNI DISANT’EGIDIO. Giovedì 4, alle 18.30, labasilica di San Giovanni in Lateranoospiterà la celebrazione per il 48°anniversario della Comunità diSant’Egidio. Presiederà l’arcivescovo diBologna, Matteo Zuppi.

IL CARDINALE LOZANO BARRAGÁN ASANTA DOROTEA. In occasione dellafesta di santa Dorotea, nellaparrocchia a lei dedicata (via SantaDorotea, 23), sabato 6 alle 18, ilcardinale Javier Lozano Barragán,titolare della chiesa, presiederà laMessa solenne. Durante il triduo dal 3al 5, Messa alle 18 e omelia di donAndrea Ciucci, del PontificioConsiglio per la famiglia.

incontriAPPUNTAMENTO PER LE CONFRATERNITEDEL CENTRO STORICO. Domani alle 19,le confraternite del centro storico siriuniranno a Santa Dorotea(omonima via al civico 23). Alle 19verranno accolte dal parroco chepresenterà la storia della chiesa,seguirà un incontro diapprofondimento sulla confraternitadi Sant’Antonio. Alle 19 la Messapresieduta da monsignor AntonioIntergugliemi, responsabile diocesanoper le Confraternite.

CONVEGNO ALLA GREGORIANA SUL«CELIBATO SACERDOTALE». Dal 4 al 6febbraio si terrà alla PontificiaUniversità Gregoriana (piazza dellaPilotta, 4) il convegno sul tema «Ilcelibato sacerdotale, un cammino dilibertà». La prima giornata si apriràalle 17 con il saluto del rettore, padreFrançois-Xavier Dumortier. Seguirà laconferenza del cardinale Marc Ouellet,prefetto della Congregazione per ivescovi. Il 5, alle 9.30, sono inprogramma gli interventi di RosalbaManes (facoltà di Missiologia) e dipadre Joseph Carola (Teologia).Sabato 6, alle 9, inteverrà monsignorJöel Mercier, della Congregazione peril clero, e alle 11 il cardinale segretariodi Stato, Pietro Parolin.

DOMANIAlle 10 in Vicariato presiede lariunione del Consiglio deiprefetti.

MERCOLEDÌ 3Alle 18 in San Lorenzo al Veranocelebra la Messa per l’arrivo dellereliquie di san Pio da Pietrelcinae san Leopoldo Mandic.

VENERDÌ 5Alle 19 in San Giovanni inLaterano presiede la Messa neldecimo anniversario della mortedi don Andrea Santoro.

SABATO 6Alle 11.30 al Seminario RomanoMaggiore presiede la Messa per laFesta della Madonna dellaFiducia.

DOMENICA 7Alle 10.30 incontra gli operatoripastorali e celebra la Messa nellaparrocchia di San Gaetano.

«SABATO MARIANO»: PADRE GASPARI SU«MARIA MADRE DI MISERICORDIA.Nell’ambito degli incontri del «Sabatomariano», promossi dal Centro Madredella Chiesa nella basilica di SantaMaria in via Lata (via del Corso, 306),il 6 febbraio alle 16, padre SergioGaspari, docente al Collegio Leonianodi Anagni, parlerà di «Maria, Madre dimisericordia: percorsi medievali».

formazioneCORSO SULLA PREVIDENZA DEL CLERO.L’8 febbraio, presso la Faci -Federazione delle Associazioni delClero (largo Cardinale Galamini, 7) -si terrà il corso di formazione sullaprevidenza del clero. La partecipazioneè gratuita. L’iniziativa è indirizzatapreferibilmente agli operatori pressogli uffici ecclesiastici, agli enti dipatronato, ai professionisti del diritto.Info: 06.632831, [email protected].

culturaGIORNATA DELLA MEMORIA A SANROBERTO BELLARMINO. Oggi alle 17, aSan Roberto Bellarmino (via Panama,13), in occasione della Giornata dellamemoria, si terrà «...aiutare Dio», unalettura dai testi di Etty Hillesum, per laregia di Rosario Tronnolone di RadioVaticana. Ingresso libero.

ALL’AUDITORIUM DUE PINI «I BAMBINISANNO». Sarà proiettato ildocumentario di Walter Veltroni «Ibambini sanno», venerdì 5,all’Auditorium Due Pini di SantaChiara (via Zandonai, 2 - piazza deiGiuochi Delfici). Previsti duespettacoli: alle 16 e alle 21.

PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI MARCOMANCINI SU BENEDETTO XVI. Il libro«Benedetto XVI, un Papa totale» diMarco Mancini - edito da Tau - saràpresentato venerdì 5 alle 17 nell’aula«Papa Benedetto XVI - JosephRatzinger» del Pontificio CollegioTeutonico. La prefazione del volume èstata curata dal cardinale TarcisioBertone, segretario di Stato emerito diSua Santità. Interverranno monsignorGeorg Gänswein, prefetto della CasaPontificia, e Angela Ambrogetti,direttore editoriale di Acistampa. Saràpresente l’autore.

L’ORP IN VISITA ALLA REPUBBLICAISLAMICA DELL’IRAN. MonsignorLiberio Andreatta, vice presidentedell’Opera romana pellegrinaggi, è invisita in Iran con una delegazione disacerdoti. «L’Opera romana - dichiara -è onorata dell’invito ricevuto. Èsignificativo che questo dialogo siinauguri dopo il convegno"Pellegrinaggio e Misericordia nelle tregrandi religioni monoteiste"organizzato dall’Opera romana loscorso novembre».

luttoDECEDUTO MONSIGNOR PORTA, MORTALA MAMMA DEL VESCOVO LEUZZI. All’etàdi quasi cento anni è morto nei giorniscorsi monsignor Alfonso Porta,pugliese di nascita, ordinato sacerdoteil 3 giugno 1944 a Roma; fu parrocoper 34 anni a Santi Vitale e CompagniMartiri. Cordoglio anche per la mortedella mamma del vescovo ausiliareLorenzo Leuzzi: una Messa di suffragioè stata celebrata nella chiesa dei SantiSilvestro e Martino ai Monti.

in cittàSALA TECNO-CONSULTO AL GEMELLI PERBAMBINI MALATI DI TUMORE. Una saladi tecno-consulto dotata di tecnologiea supporto della rete assistenziale divideo diagnostica dedicata ai bambinicon tumori cerebrali, inserita nelprogetto «Insieme Per la Salute». Èstata inaugurata martedì al PoliclinicoGemelli. Quattro le aziendeospedaliere coinvolte che siavvarranno della consulenza adistanza degli specialisti del Gemelli.

PRIMA FIERA DI ARTE SACRA. Dal 6 all’8febbraio si terrà presso la Nuova Fieradi Roma la prima fiera di arte sacradedicata alle ultime novità dellaproduzione di oggettistica e articolireligiosi, arredi sacri, paramenti, artesacra ed elementi di architettura.Previsti anche due momenti diriflessione e di confronto. Orario diapertura: sabato e domenica 9.30-18.30, lunedì 9.30-16. L’ingressogratuito è riservato a operatoricommerciali, a parroci e cooperatoriparrocchiali. Sarà esposto anche ilRosario più grande del mondo,realizzato dall’Unitalsi a Chieti.

le sale dellacomunità:i programmi

DELLE PROVINCIE Da mer. 3 a dom. 7V. Delle Provincie, 41 Loro chi?tel. 06.44236021 Ore 16.30-18.30-20.30

-22.30David, 36 anni, ha un’unica ambizione:guadagnare la stima del presidente dell’azienda incui lavora, ottenere un aumento di stipendio e lapromozione. Finalmente la sua occasione sembraarrivata: dovrà presentare un brevettorivoluzionario. Ma in una notte l’incontro conMarcello, abile truffatore aiutato da due avvenentisocie, cambierà il corso della sua vita. David perdetutto: fidanzata, casa e lavoro. Per recuperaredovrà imparare l’arte della truffa proprio da coluiche l’ha messo nei guai...

DON BOSCO Gio. 4 e ven. 5V. Publio Valerio, 63 Suburratel. 06.71587612 Ore 18-21

Sab. 6 e dom. 7Ghosthunters-Gli AcchiappafantasmiOre 16Sab. 6, ore 18-21,e dom. 7, ore 18Il professorCenerentolo

Umberto è un detenuto alla fine della pena, conpermesso di lavoro esterno in biblioteca. Un giornoconosce la bella Morgana, ma lei crede che lui siaun educatore nel carcere. Umberto, approfittandodell’equivoco, inizia a frequentarla durante l’orariodi lavoro e ogni sera a mezzanotte deve rientrarenel penitenziario, proprio come Cenerentola...

cinema

Ente dello spettacolo,i film per il Giubileo

ntedello spet-tacolo e Cei

propongono, perl’Anno Santo, «IlGiubileo al cine-ma»: disponibilion line (www.cnvf.it), per par-rocchie e famiglie,titoli e schede tec-niche di film sullamisericordia.

E

ileggere i grandi libri,quelli che hannomarchiato la nostra

gioventù, significa anchetornare indietro, in un duplicesenso: verso se stessi e nellastoria del mondo. L’ultimatraduzione di Moby Dick diHerman Melville, consegnatada Ottavio Fatica a Einaudi

(pp.673, 30 euro) dopo anni di incessantelavoro, diventa quindi uno strumento di verificadelle emozioni adolescenziali, quando, comesarà capitato a molti di noi, conoscemmo la setedi vendetta del capitano Achab nei confrontidella balena bianca, che gli aveva spezzato lagamba e ucciso un figlio, attraverso le riduzioninarrative offerte dagli editori ai piccoli lettori.Ricordo ancora la copertina in plastica blu con ildisegno di un drago marino. Si trattava disemplici didascalie rispetto al quadro grandiosodal quale ero rimasto escluso, che peraltro nonavrei potuto neppure immaginare, tuttavia

furono sufficienti a farmi sgranare gli occhi difronte ai ramponieri tatuati, ai marinai issati sullevele, ai capodogli pronti a stagliarsi quali atavicimostri sulla vastità incomprensibile dell’oceano.Nel momento in cui, tanto tempo dopo,affrontai il testo originale, filtrato dalla vocecarismatica ancorché filologicamente incongruadi Cesare Pavese, restai quasi annichilito: quellariflessione biblica sulla natura inquietante, senon proprio maligna, degli esseri umani; quellascrittura allo stesso tempo epigrafica e sciolta,solenne e realistica, documentaria e metaforica;quei personaggi, primo fra tutti Ishmael, ilnarratore, incisi come bassorilievi sulla fantasticaimbarcazione, il Pequod, lanciata in una follecorsa nel vuoto degli abissi; tutto potevanoessere, non certo un romanzo per giovani lettori.Riprendo alcune antiche sottolineatureaggiornandole con la nuova traduzione: «Comefa il prigioniero a venire fuori se non abbatte ilmuro?» è la domanda di Achab. E questa la suarisposta, in numerosi sensi rivelatrice: «Per mequel muro è la balena bianca: me l’hanno

addossato contro. A volte penso che al di là nonvi sia nulla». Chiunque si avvicini a questoclassico della narrativa ottocentesca restapiuttosto segnato dalla visione tragica che losostiene, con un sottile fascino antiquariale,capace di rappresentare in azione sulla balenierale forze in grado di muovere l’universo, senzamai dimenticare il richiamo concreto alle suetecniche: è proprio questo doppio passo, di qual’inno lirico, di là lo studio sistematico, da unaparte il salmo, dall’altra il codice, che spingeMelville a superare i confini del romanzocollocando il suo testo, unico nel panoramadella letteratura moderna, nei registri immortalidove sono presenti Giobbe e la DivinaCommedia, i drammi di Shakespeare e leperipezie di Don Chisciotte. E così, quando lanave sprofonda nelle acque, insieme al capitanoincapace di venire a patti col proprio destino, ècome se scendesse all’inferno, ma nel farlotrascina con sé «una parte viva del cielo perfarsene elmo».

Eraldo Affinati

R«MobyDick»,oltreiconfinidelromanzolibri cultura

omunicare un Dio che èamore e che si dona a tuttisenza escludere nessuno.

Un Dio di misericordia, digiustizia e di verità. Comprendereche questa verità è una costanteprovocazione per la nostra vita,perché scardina il concetto umanodi giustizia, stimolandoci adandare oltre il becerogiustizialismo «che piace tanto ainostri giorni», l’interesse di parte,l’ottuso egoismo che ci rende unpo’ tutti «discendenti di Giona» ocome i lavoratori mattinieri dellaparabola della vigna. «Raccontarela misericordia di Dio è uno deicompiti più belli che possanoesserci», perché essa è«rivoluzionaria». Sotto lasplendida volta del Baciccio dellasagrestia di Santa Maria inMontesanto, l’arcivescovo RinoFisichella si è rivolto così adartisti, giornalisti e a operatori deimedia presenti al primo degli

appuntamenti giubilari diocesania loro dedicati, organizzatidall’Ufficio comunicazioni socialidel Vicariato. In quella che è laChiesa degli artisti, una delle due«gemelle» di piazza del Popolo, ilpresidente del PontificioConsiglio per la promozione dellanuova evangelizzazione e «regista»del Giubileo straordinario dellamisericordia, ha citato le opere diRembrandt, la Commedia diDante e la «creazione di Adamo»scaturita dal genio diMichelangelo, per evidenziarequanto la conoscenza dellaspiritualità, unita al«raccoglimento personale» e alla«preghiera della comunità»,possano indirizzare la fantasiadell’uomo a farsi «creatrice dellacarità». Quella carità, haproseguito monsignor Fisichella,che «è innanzitutto verità», comedimostrano i testi biblici. Unaverità che si riverbera «sul volto di

Dio», un «volto di misericordia». Eproprio questa misericordia èbene che gli operatori dellacomunicazione sappianoraccontare. Un lavoro di «granderesponsabilità», ha sottolineatol’arcivescovo, «partendo dallaverità dei fatti: il vostro compitodeve essere anche quello diprovocare, facendoci vederequello che vedete e facendocisapere quanta esigenza divicinanza e di accoglienza ci siaancora nel mondo». Ma non c’èsolo questo. Ci sono anche lebuone notizie, quelle in grado dicambiare la nostra vita, quelle chegermogliano, in solitudine,lontano dallo sguardo dei più.«Bisogna raccontare anchequelle», le storie «che mostranol’impegno, la concretezza, labontà della persone». Anche diquesto è fatta la realtà; «di operedi misericordia nascoste, che nonfanno notizia, come quelle

compiute dal volontariato a cuidedicheremo una giornatagiubilare, il prossimo settembre».Sarà «uno dei più grandi eventi diquesto Anno Santo; sarannoinvitati tutti gli “operatori dimisericordia”, il mondo delvolontariato; coloro che operanoquotidianamente nel silenzio piùtotale, dedicando tempo dellaloro vita per aiutare gli altri». Nonè forse, la loro, «una rivoluzioneculturale?», si è chiesto monsignorFisichella. Eppure, «queste storiedifficilmente trovano spazio sugliorgani d’informazione; forse inqualche romanzo». Anche aquesto servirà il Giubileo dellamisericordia, «vissuto in tutto ilmondo contemporaneamente»,conclude Fisichella, «diverso datutti gli altri, con il quale non èpossibile fare paragoni; unGiubileo che si sta rivelando unmovimento di grazia inaspettato».

Christian Giorgio

CFisichella:larivoluzionedellamisericordia

L’arcivescovo primo ospitedegli incontri diocesanirivolti ai comunicatorie agli artisti. L’invitoa raccontare anche il bene

Cancrodel colon-retto:screening in tutta Italia

n Italia ogni anno circa 36.000 persone si ammalano dicancro del colon-retto. Lamalattia è più diffusa tra gli an-ziani, mentre è rara negli individui di età inferiore a 50

anni. Una dieta ricca di grassi e proteine animali e povera difibre (frutta e verdura) può contribuire adaccrescere il rischiodi svilupparla. Per i familiari di soggetti con tumore del co-lon-retto il rischio di ammalarsi è più alto, soprattutto se lamalattia è stata diagnosticata in un parente stretto under-45, oppure in più parenti stretti della stessa famiglia. Gli in-dividui con lunga storia di colite ulcerosaodimorbodi Crohnhanno un alto rischio di sviluppare un tumore del colon-ret-to. Obesità, fumo e vita sedentaria possono accrescerlo.I sintomi sono: presenza di sangue (rosso chiaro oppure scu-ro) nelle feci; modificazione dell’attività intestinale (costipa-zione o diarrea) senza motivo per più di sei settimane; per-dita di peso senza motivo; dolore localizzato all’addome oall’ano; sensazione di svuotamento incompleto dell’intesti-no dopo l’evacuazione.Le probabilità di guarigione aumentano considerevolmentese la malattia è diagnosticata e trattata quando è ancora inuno stadio iniziale. In Italia è stato messo a punto un pro-gramma di screening per la diagnosi precoce di questo can-cro che le autorità sanitarie stanno estendendo progressiva-mente a tutto il Paese.Tutti gli uomini e le donne di età compresa tra 50 e 69 annipossono sottoporsi gratuitamente all’Hemoccult test per laricerca del sangue occulto nelle feci ogni due anni: non ser-ve per diagnosticare la malattia, bensì per accertare se nellefeci sono presenti tracce, anche minime, di sangue invisibilia occhio nudo, perché i tumori e i polipi intestinali talvoltapossono sanguinare. Se il risultato è positivo, la persona è in-vitata a sottoporsi alla colonscopia per accertare la causa delsanguinamento.La diagnosi viene effettuata attraverso una colonscopia conesame bioptico; successivamente è necessario procedere al-la stadiazione della neoplasia - con radiografia del torace, e-cografia epatica, Tac total-body, risonanza magnetica e Pet -per stabilire il trattamento più appropriato.La terapia dei tumori del colon-retto è essenzialmente chi-rurgica. Per i tumori del colon, l’intervento chirurgico di a-sportazione del tratto di colon interessato con i linfonodi re-gionali viene generalmente seguito dauna chemioterapia si-stemica in caso di metastasi ai linfonodi (stadio III) o in pa-zienti già con metastasi a distanza (stadio IV). In caso di tu-more del retto il trattamento prevede una radiochemiotera-pia per ridurre la neoplasia, seguita da un intervento chi-rurgico di resezione del retto oppure (in caso di risposta ot-timale alla radiochemioterapia) in un intervento (meno in-vasivo) di asportazione locale del residuo di malattia.

Giovanni Battista DogliettoDirettore Area chirurgica addominale

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