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1 Lezione 11 Spesa aggregata ultimo aggiornamento 25 maggio 2011

Lezione 11 Spesa aggregata

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Lezione 11 Spesa aggregata. ultimo aggiornamento 25 maggio 2011. Sommario. Indice della lezione spesa aggregata moltiplicatore politica fiscale commercio estero. Produzione potenziale ed effettiva. La produzione effettiva di una economia non è sempre al suo livello potenziale - PowerPoint PPT Presentation

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Page 1: Lezione 11 Spesa aggregata

1

Lezione 11Spesa aggregataLezione 11Spesa aggregata

ultimo aggiornamento 25 maggio 2011

Page 2: Lezione 11 Spesa aggregata

2

SommarioSommario

Indice della lezione

spesa aggregata

moltiplicatore

politica fiscale

commercio estero

Page 3: Lezione 11 Spesa aggregata

3

Produzione potenziale ed effettiva La produzione effettiva di una economia non è

sempre al suo livello potenziale le risorse disponibili possono essere meno che

pienamente utilizzate al contrario le risorse possono essere utilizzate oltre

il loro livello “naturale”

Le questioni di cui ci occuperemo di qui in poi sono come sia possibile che il prodotto non sia al suo

livello potenziale quali siano le forze che riportano la produzione al

suo livello potenziale

Page 4: Lezione 11 Spesa aggregata

4

Produzione potenziale ed effettiva Nel modello economico classico, le situazioni di

non pieno utilizzo delle risorse, o di loro utilizzo eccessivo, non possono persistere in equilibrio le variazioni dei prezzi servono proprio ad eliminare

situazioni di eccesso di domanda o eccesso di offerta su tutti i mercati

Nell’approccio keynesiano all’equilibrio macroeconomico i prezzi non sono completamente e illimitatamente flessibili viene introdotta una distinzione tra breve periodo e

lungo periodo

Page 5: Lezione 11 Spesa aggregata

5

Breve e lungo periodo macroeconomico Nel lungo periodo i prezzi tornano flessibili e

garantiscono che la produzione aggregata effettiva ritorni al suo livello potenziale

Nel breve periodo i prezzi non sono completamente flessibili e questo dà luogo a degli scostamenti tra produzione effettiva e potenziale la distinzione tra breve e lungo periodo in

macroeconomica non ha niente a che vedere con il breve e lungo periodo in microeconomia

in microeconomia si concentrava l’attenzione sull’aggiustamento dei fattori produttivi

Page 6: Lezione 11 Spesa aggregata

6

Breve e lungo periodo macroeconomico in macroeconomia si concentrava l’attenzione sulla

flessibilità dei prezzi

I prezzi non sono flessibili nel breve periodo a causa di vincoli contrattuali, che limitano la libertà

dell’impresa di modificare immediatamente i prezzi di vendita

di incompleta informazione da parte delle imprese, che devono interpretare i segnali che gli giungono dai mercati e decidere se è in atto una lievitazione generale dei prezzi, a cui sarebbe meglio adeguarsi, oppure se sta aumentando solo il prezzo del loro bene, e allora sarebbe bene produrre di più

Page 7: Lezione 11 Spesa aggregata

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Breve e lungo periodo macroeconomico della speciale funzione che ha il prezzo in mercati in

cui i beni sono disomogenei e ogni impresa stabilisce un legame consolidato con la propria clientela; variazioni di prezzo possono disorientare la propria clientela se interpretate non come effetto di una variazione generalizzata dei prezzi ma come una modifica della politica di prezzo dell’impresa di loro maggiore fiducia; ciò fa sì che le imprese mutino i loro prezzi con cautela, posticipando quanto possibile le variazioni

In altre parole, la modifica del prezzo ha dei costi e questo introduce una rigidità nel processo di loro adeguamento

Page 8: Lezione 11 Spesa aggregata

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Prodotto determinato dalla domanda Se i prezzi non sono flessibili, viene a mancare

il meccanismo che assicura il pieno utilizzo delle risorse nel breve periodo possono esistere risorse produttive

inutilizzate in queste condizioni le imprese aumentano volentieri

la propria produzione se c’è un aumento di domanda

In presenza di capacità produttiva inutilizzata e di prezzi non flessibili la quantità prodotta viene determinata dalla domanda situazione capovolta rispetto a quanto avveniva nel

modello classico

Page 9: Lezione 11 Spesa aggregata

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Prodotto determinato dalla domanda nel modello classico era l’offerta che creava la

propria domanda aggregata, tramite variazioni del tasso di interesse

nel caso di prezzi non flessibili è la domanda che determina l’offerta

Inizialmente, per semplicità, si suppone che i salari e i prezzi siano prefissati e non mutino questa ipotesi viene successivamente modificata e

resa meno perentoria

Page 10: Lezione 11 Spesa aggregata

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Il consumo La spesa aggregata, o domanda aggregata, è

pari alla somma di consumi e investimenti

AD = C + I stiamo supponendo per ora una economia chiusa e

prescindiamo dalla presenza del settore pubblico

La principale determinante del consumo delle famiglie è il loro reddito disponibile il reddito disponibile è pari al reddito distribuito dalle

imprese al netto delle imposte nette pagate allo Stato, cioè della differenza tra imposte e trasferimenti a favore delle famiglie

Page 11: Lezione 11 Spesa aggregata

11

Consumo ed reddito disponibile in Italia, 1982-1999

500,000

700,000

900,000

1,100,000

1,300,000

1,500,000

1,700,000

1,000,000

1,100,000

1,200,000

1,300,000

1,400,000

1,500,000

1,600,000

1,700,000

Reddito disponibile (mld. di lire, prezzi 1995)

Co

on

su

mi

na

zio

na

li (

mld

. d

i li

re,

pre

zzi

19

95

)

Page 12: Lezione 11 Spesa aggregata

12

Il consumo La relazione tra reddito disponibile delle

famiglie e spesa per consumo è detta funzione del consumo

C = A + cY A è detto consumo autonomo e rappresenta quella

parte del consumo che non dipende dal reddito disponibile

c rappresenta la propensione marginale al consumo, PMgC

la PMgC è un numero compreso tra 0 e 1 e rappresenta l’inclinazione della funzione del consumo

Page 13: Lezione 11 Spesa aggregata

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La funzione del consumo

Page 14: Lezione 11 Spesa aggregata

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Il risparmio La funzione del risparmio mostra la relazione

tra reddito disponibile e risparmio Dato che S Y – C, dalla definizione della

funzione del consumo segue che

S = - A + (1 – c)Y (1-c) rappresenta la propensione marginale al

risparmio, PMgS la PMgS è anche un numero compreso tra 0 e 1 e

rappresenta l’inclinazione della funzione del risparmio

Page 15: Lezione 11 Spesa aggregata

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La funzione del risparmio

Page 16: Lezione 11 Spesa aggregata

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Gli investimenti Gli investimenti sono la spesa sostenuta dalle

imprese per beni capitali e per accumulazione di scorte

Inizialmente, per semplicità, si suppone che gli investimenti siano esogeni qui si intendono soltanto gli investimenti volontari,

cioè quelli programmati dalle imprese

Page 17: Lezione 11 Spesa aggregata

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Spesa aggregata e prodotto di equilibrio La spesa aggregata diventa anch’essa una

funzione del reddito

AD = A + I + cY L’equilibrio di breve periodo, con salari e prezzi

fissi, le imprese producono la quantità domandata da famiglie e imprese

Y = C + I la domanda determina la produzione la domanda aggregata in equilibrio è pari al reddito graficamente, la retta a 45 gradi mostra tutti i punti

per i quali la spesa aggregata è pari al reddito

Page 18: Lezione 11 Spesa aggregata

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La domanda aggregata

Page 19: Lezione 11 Spesa aggregata

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Spesa aggregata e prodotto di equilibrio Graficamente il punto di equilibrio corrisponde

all’intersezione tra funzione della domanda aggregata e bisettrice il punto di intersezione rappresenta l’unico punto in

cui la domanda desiderata, che dipende dal reddito, è pari al reddito stesso

al di fuori del punto di equilibrio si ha accumulo o decumulo involontario, non programmato di scorte

la variazione involontaria delle scorte induce le imprese a variare il livello di produzione fino a che non si raggiunge l’equilibrio

nulla garantisce che il prodotto di equilibrio coincida con il prodotto potenziale

Page 20: Lezione 11 Spesa aggregata

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Spesa aggregata e prodotto di equilibrio

Page 21: Lezione 11 Spesa aggregata

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AD

Y

IYCAD )(ADY

Y1

AD1

Y2

AD2

Y1Y2

Reddito di equilibrio:

La spesa programmata è pari a quella effettiva e tutto il reddito prodotto viene utilizzato in qualche componente della spesa.

In equilibrio le scorte di magazzino non variano

45o

Accumulo di scorte indesiderate

Decumulo indesiderato di scorte

Spesa aggregata e prodotto di equilibrio

Page 22: Lezione 11 Spesa aggregata

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Spesa aggregata e prodotto di equilibrio Nell’equilibrio di breve periodo i fattori produttivi

potrebbero non essere pienamente occupati si potrebbe verificare disoccupazione involontaria

Data la definizione del risparmio, l’equilibrio tra produzione e domanda aggregata corrisponde anche all’equilibrio tra risparmio e investimento

I = S Analiticamente, la produzione di equilibrio è pari

a

Y* = (A + I)/(1 – c)

Page 23: Lezione 11 Spesa aggregata

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Equilibrio tra risparmi e investimenti programmati

Page 24: Lezione 11 Spesa aggregata

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Variazione della spesa aggregata Una variazione di una delle componenti

autonome della domanda aggregata, A o I, induce una variazione più che proporzionale del reddito di equilibrio, Y > I

Il rapporto tra variazione del reddito e variazione della componente autonoma è detto moltiplicatore

moltiplicatore = Y / I > 1 è un numero maggiore di uno

Page 25: Lezione 11 Spesa aggregata

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AD

Y

1IcYAAD

ADY

AD1 =Y1

2IcYAAD

Un aumento degli investimenti sposta la curva di spesa programmata verso l’alto. Le imprese prima riducono le scorte poi aumentano la produzione45o

I

Variazione della spesa aggregata

Page 26: Lezione 11 Spesa aggregata

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AD

Y

1IcYAAD

Reddito di equilibrio:

2IcYAAD

AD2 = Y2

45o

Y

I

AD1 =Y1

ADY

Variazione della spesa aggregata

Page 27: Lezione 11 Spesa aggregata

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Il moltiplicatore Perché gli investimenti hanno un effetto

moltiplicativo sul reddito? effetto diretto: la domanda programmata aumenta

istantaneamente di I e questo porta a un aumento di produzione e reddito equivalente

effetto indiretto: il reddito disponibile aumenta; una frazione del nuovo reddito, pari a PMC, aumenta i consumi, quindi la domanda e il reddito aumentano ulteriormente; di questo ulteriore aumento una frazione PMC viene destinato a consumi; e così via

Page 28: Lezione 11 Spesa aggregata

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Variazione iniziale:

...)1( 32 PMCPMCPMCIY

PMCI

Y

-1

1

Usando le regole matematiche delle serie:

IIPMC x IPMC x 2

IPMC x 3

Prima variazione del consumo:

Seconda variazione del consumo:

Terza variazione del consumo: ….

Il moltiplicatore

Page 29: Lezione 11 Spesa aggregata

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Esprimiamo la condizione di equilibrio Y = C + I in termini di variazioni (tenendo conto che A = 0):

IYPMCICY x

PMCI

Y

-1

1

Quindi:

)1( x

x

IPMCY

IYPMCY

Il moltiplicatore. Una formulazione alternativa

Page 30: Lezione 11 Spesa aggregata

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Il moltiplicatore. Un esempio Si supponga

la riduzione di uno degli investimenti la propensione marginale al consumo pari a 0,9

La riduzione finale del reddito è pari a

10 = 1/ (1-0,9)

Page 31: Lezione 11 Spesa aggregata

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Il moltiplicatore. Un esempio

Page 32: Lezione 11 Spesa aggregata

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Il moltiplicatore. Un esempio

Page 33: Lezione 11 Spesa aggregata

33

Il paradosso della parsimonia In presenza di risorse non utilizzate l’aumento

del risparmio ha effetti paradossali l’aumento del risparmio riduce la spesa aggregata a parità di investimenti il reddito di equilibrio si riduce

Nel lungo periodo, cioè nel modello classico, l’aumento del risparmio ha effetti benefici sul reddito, perché aumenta gli investimenti, il capitale produttivo e quindi le risorse e il prodotto di equilibrio di lungo periodo

Page 34: Lezione 11 Spesa aggregata

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S, I

S, I

Reddito, prodottoReddito, prodotto

II

SS

A parità di I, un aumentoA parità di I, un aumentodella propensione della propensione

marginale al risparmiomarginale al risparmioriduce il reddito diriduce il reddito diequilibrio.equilibrio.

EE

S’S’

Y’ Y*Y’ Y*

E’E’

Il paradosso della parsimonia

Page 35: Lezione 11 Spesa aggregata

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Settore pubblico e produzione di equilibrio Nel modello di determinazione del reddito di

equilibrio viene inserita la presenza del settore pubblico sotto forma G, la spesa per beni e servizi, che si aggiunge alle

altre componenti della domanda aggregata NT, la tassazione al netto dei trasferimenti, che

riduce il reddito disponibile

In presenza di settore pubblico la domanda aggregata diventa

AD = C + I + G G si aggiunge ad A e I come componente autonoma

della domanda aggregata

Page 36: Lezione 11 Spesa aggregata

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Settore pubblico e produzione di equilibrio Le imposte nette riducono il reddito disponibile

YD = Y – NT Y è il reddito nazionale YD è il reddito disponibile

La tassazione netta è composta dalla somma algebrica di imposte, che dipendono dal livello della produzione e

del reddito trasferimenti, alcuni dei quali dipendono anch’essi

dal livello della produzione e del reddito, per esempio i sussidi di disoccupazione

Page 37: Lezione 11 Spesa aggregata

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Settore pubblico e produzione di equilibrio Per semplicità si suppone che la tassazione

netta sia proporzionale al reddito

NT = tY Di conseguenza il reddito disponibile può

essere rappresentato come

YD = (1- t)Y t è l’aliquota fiscale netta

Tenendo conto della tassazione netta, la funzione del consumo si modifica il consumo diventa una funzione diretta del reddito

disponibile, non del reddito nazionale

Page 38: Lezione 11 Spesa aggregata

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Settore pubblico e produzione di equilibrio tuttavia, il consumo rimane anche una funzione del

reddito nazionale, visto che il reddito disponibile è proporzionale al reddito nazionale

La funzione del consumo, supponendo per semplicità che il consumo autonomo sia nulla, diventa

C = c YD = c(1- t)Y l’aliquota fiscale ha l’effetto di ridurre la propensione

marginale al consumo sul reddito nazionale la funzione del consumo diventa meno inclinata

Page 39: Lezione 11 Spesa aggregata

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Settore pubblico e produzione di equilibrio

Page 40: Lezione 11 Spesa aggregata

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Settore pubblico e produzione di equilibrio Anche la funzione della domanda aggregata

diventa meno ripida la presenza di tassazione provoca una rotazione

della retta che rappresenta la domanda aggregata qualsiasi incremento dell’aliquota di tassazione

provoca una rotazione della retta che rappresenta la domanda aggregata

Un aumento dell’aliquota fiscale provoca quindi una riduzione del reddito di equilibrio

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Settore pubblico e produzione di equilibrio

Page 42: Lezione 11 Spesa aggregata

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Settore pubblico e produzione di equilibrio Un aumento della spesa pubblica incrementa la

componente autonoma della domanda aggregata e sposta in alto la retta AD il reddito di equilibrio aumenta

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Settore pubblico e produzione di equilibrio

Page 44: Lezione 11 Spesa aggregata

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Moltiplicatore del bilancio in pareggio Si supponga ora di incrementare

contemporaneamente la spesa per beni e servizi e la tassazione dello stesso ammontare per esempio, si parta da un reddito di equilibrio di

1000, in assenza di intervento pubblico viene introdotta una spesa pubblica di 200 viene introdotta una aliquota fiscale netta di 0,2 il bilancio del settore pubblico dovrebbe risultare in

equilibrio perché le entrate pubbliche, calcolate sul reddito iniziale pareggiano le uscite di 200

Quale è l’effetto sul reddito di equilibrio e sul bilancio pubblico?

Page 45: Lezione 11 Spesa aggregata

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Moltiplicatore del bilancio in pareggio

Page 46: Lezione 11 Spesa aggregata

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Moltiplicatore del bilancio in pareggio Il reddito di equilibrio aumenta

l’impulso netto iniziale alla domanda aggregata non è nullo

l’introduzione dell’aliquota fiscale riduce il reddito disponibile di 200

tuttavia, la spesa per consumi si riduce di un ammontare inferiore a 200

la spesa per consumi si riduce di c·200 l’impulso netto iniziale alla domanda aggregata è

quindi pari a (1-c)200 in seguito a questo impulso positivo il reddito di

equilibrio aumenta

Page 47: Lezione 11 Spesa aggregata

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Moltiplicatore del bilancio in pareggio nel nuovo equilibrio il bilancio pubblico sarà in

avanzo, perché l’incremento di reddito porta le entrate oltre il valore di 200 iniziale

In definitiva, un aumento della spesa pubblica finanziato con un pari incremento delle entrate provoca una espansione del reddito di equilibrio questo effetto viene chiamato moltiplicatore del

bilancio in pareggio

Page 48: Lezione 11 Spesa aggregata

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Il moltiplicatore in presenza di tassazione La presenza di una aliquota della tassazione,

riducendo il valore della propensione al consumo sul reddito nazionale, riduce anche il moltiplicatore

lo stesso valore del moltiplicatore si applica a ogni componente della domanda autonoma, A, G, I

tcI

Y

11

1toremoltiplica

Page 49: Lezione 11 Spesa aggregata

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Il disavanzo pubblico Il disavanzo pubblico è dato dalla somma

algebrica delle entrate e delle uscite

disavanzo = G – NT = G - tY il livello del disavanzo dipende quindi non solo dalle

politiche fiscali, cioè dalle decisione del governo su G e sul t

il disavanzo dipende anche dal livello del reddito

Un aumento della spesa pubblica aumenta il reddito aumenta quindi le entrate aumenta anche il disavanzo

Page 50: Lezione 11 Spesa aggregata

50

Il disavanzo pubblico

Page 51: Lezione 11 Spesa aggregata

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Il disavanzo pubblico L’effetto della spesa pubblica sul disavanzo può

essere dimostrata facendo riferimento alla relazione tra saldi finanziari del settore pubblico e del settore privato

S – I = G – NT un aumento della spesa pubblica, a parità di

investimento, aumenta il reddito e quindi il risparmio privato

dato il livello degli investimenti, il saldo finanziario del settore privato, la parte a sinistra dell’uguaglianza precedente, aumenta

in equilibrio, anche la parte destra dell’uguaglianza, cioè il disavanzo pubblico, deve aumentare

Page 52: Lezione 11 Spesa aggregata

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Il disavanzo pubblico Analogamente, un aumento dell’aliquota fiscale

riduce il reddito di equilibrio riduce il reddito disponibile, sia perché il reddito di

equilibrio si è ridotto, sia perché l’aliquota di prelievo è aumentata

riducendosi il reddito disponibile, il risparmio si riduce, così come il saldo finanziario del settore privato

in equilibrio, anche il disavanzo pubblico si deve ridurre

questo significa che, nonostante la riduzione di reddito, le entrate si devono accrescere

Page 53: Lezione 11 Spesa aggregata

53

Il bilancio strutturale La dipendenza del saldo del bilancio pubblico

dal livello di reddito rende incerta la valutazione della politica fiscale del governo un incremento del disavanzo potrebbe non indicare

una politica fiscale espansiva il disavanzo potrebbe essere aumentato a causa di

una riduzione del reddito di equilibrio analogamente una riduzione del disavanzo potrebbe

non indicare una politica fiscale restrittiva in genere, il saldo di bilancio migliora nella fase

espansiva del ciclo economico e peggiora nella fase recessiva

Page 54: Lezione 11 Spesa aggregata

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Il bilancio strutturale Per depurare il saldo del bilancio pubblico

dall’effetto del ciclo economico viene spesso calcolato il bilancio strutturale del settore pubblico il bilancio strutturale computa le entrate e le uscite

del settore pubblico se il prodotto, il reddito, fosse al suo livello potenziale

una variazione del disavanzo strutturale è una più chiara indicazione di una effettiva variazione della politica fiscale del governo

Page 55: Lezione 11 Spesa aggregata

55

Le politiche di stabilizzazione Una politica di stabilizzazione è una azione

intrapresa dal governo per mantenere il reddito più vicino possibile al suo potenziale è una politica di attenuazione dei cicli economici

Le politiche fiscali di stabilizzazione possono essere di due tipi politiche automatiche politiche discrezionali

Una politica automatica di stabilizzazione è un meccanismo che attenua l’impatto sul reddito di equilibrio di variazioni della domanda aggregata

Page 56: Lezione 11 Spesa aggregata

56

Le politiche di stabilizzazione Le aliquote fiscali funzionano proprio da

stabilizzatori automatici del reddito l’aliquota diminuisce il valore del moltiplicatore e

quindi attenua le variazioni del reddito dovute a variazioni di componenti autonome della domanda

il prelievo netto sulle famiglie diminuisce automaticamente quando l’economia è in recessione, e così sostiene il reddito, aumenta quando l’economia è in espansione

Le politiche di stabilizzazione discrezionali consistono in variazioni di spesa o di imposte mirate a contrastare il ciclo economico

Page 57: Lezione 11 Spesa aggregata

57

Le politiche di stabilizzazione Le politiche attive non sono agevoli a causa di

ritardi nella rilevazione di uno shock di domanda, nel decidere una variazione della politica fiscale, nell’attuazione della politica stessa, nella trasmissione dell’impulso fiscale all’intera economia

incertezza sul valore numerico del moltiplicatore e sul valore futuro delle altre componenti della spesa aggregata

possibilità che le altre componenti della spesa aggregata controbilancino la variazione della politica fiscale

Page 58: Lezione 11 Spesa aggregata

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Il debito pubblico L’accumulo di disavanzi nel tempo comporta la

crescita del debito pubblico La crescita del debito in termini assoluti non è di

per sé preoccupante l’incremento dell’inflazione riduce il valore reale del

debito la crescita del reddito aumenta il prelievo fiscale e

quindi le possibilità del governo di ripagare il debito

L’indicatore effettivamente rilevante della sostenibilità del debito pubblico è il suo rapporto al Pil

Page 59: Lezione 11 Spesa aggregata

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Il debito pubblico Quando il debito pubblico in rapporto al Pil

aumenta le possibilità che il governo non sia in grado di sostenere la spesa per interessi aumenta per pagare la spesa per interessi devono essere

aumentate le tasse, ma questo aumenta le inefficienze e quindi il reddito potenziale e quindi le capacità future di ripagare il reddito

in alternativa, il governo può stampare moneta per ripagare il debito, ma questo crea inflazione e riduce il valore reale del debito

Page 60: Lezione 11 Spesa aggregata

60

Commercio estero e produzione di equilibrio Nel modello di determinazione del reddito di

equilibrio viene inserita la presenza del settore estero sotto forma X, le esportazioni, che si aggiungono alle altre

componenti della domanda aggregata Z, le importazioni, che vanno a ridurre la spesa finale

per beni e servizi dal valore degli acquisti all’estero

In presenza di settore estero la domanda aggregata diventa

AD = C + I + G + X - Z

Page 61: Lezione 11 Spesa aggregata

61

Commercio estero e produzione di equilibrio La differenza fra esportazioni e importazioni

definisce il saldo della bilancia commerciale con l’estero

Saldo commerciale = X – Z un disavanzo commerciale implica un accumulo di

debiti con l’estero, cioè un peggioramento della posizione debitoria netta del paese con l’estero

Le esportazioni dipendono dalle decisioni prese da famiglie e imprese estere possono essere considerate una componente

autonoma della domanda aggregata

Page 62: Lezione 11 Spesa aggregata

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Commercio estero e produzione di equilibrio Le importazioni sono quella parte della spesa

aggregata che si rivolge a beni esteri dipende strettamente dal reddito il legame per semplicità può essere ipotizzato

proporzionale

Il coefficiente di proporzionalità tra importazioni e reddito nazionale è detto propensione marginale all’importazione, PMgZ

Z = mY

m = PMgZ Il saldo commerciale è funzione del reddito

Page 63: Lezione 11 Spesa aggregata

63

Il saldo commerciale

Page 64: Lezione 11 Spesa aggregata

64

Commercio estero e produzione di equilibrio La presenza del commercio estero

aumenta la componente autonoma della domanda aggregata e quindi sposta verso l’altro la retta della domanda aggregata

rende meno ripida la retta della domanda aggregata

AD = C + I + G + X – Z =

= A + I + G + X + c(1-t)Y – mY

= A + I + G + X + [c(1-t) – m]Y l’effetto netto dipende dai valori di m e X

Y* = (A + I + G + X ) / [1 - c(1-t) + m]

Page 65: Lezione 11 Spesa aggregata

65

Commercio estero e produzione di equilibrio In presenza di commercio con l’estero il

moltiplicatore si riduce

ogni variazione di una componente autonoma della domanda aggregata riduce il suo impatto sul Pil di equilibrio

parte della variazione della domanda fuoriesce dal circuito del reddito interno a causa dalla spesa per beni esteri

mtcI

Y

11

1toremoltiplica

Page 66: Lezione 11 Spesa aggregata

66

Commercio estero e produzione di equilibrio

Page 67: Lezione 11 Spesa aggregata

67

Esportazioni e saldo commerciale Un aumento delle esportazioni

aumenta il reddito di equilibrio migliora il saldo commerciale infatti, l’aumento del reddito provoca un

miglioramento del saldo finanziario sia del settore pubblico che di quello privato

di conseguenza, il saldo commerciale deve necessariamente migliorare

S – I = (G – NT) + (X – Z)