24
Lezioni di macroeconomia [email protected] Lezione 2

Lezioni di macroeconomia [email protected] Lezione 2

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Lezioni di macroeconomia Cristiana.donati@unina.it Lezione 2

Lezioni di macroeconomia

[email protected]

Lezione 2

Page 2: Lezioni di macroeconomia Cristiana.donati@unina.it Lezione 2

Nel considerare il funzionamento di un sistema economico nel suo complesso si prenderanno in considerazione tr grandi categorie di operatori economici (hp.: economia chiusa)

Famiglie → acquistano e vendono beni, forniscono servizi alle imprese, contraggono debiti, concedono prestiti alle imprese e allo stato

Imprese → sono quei operatori economici che acquistano i servizi produttivi e li utilizzano per ottenere beni da vendere sul mercato.

Governo → acquista beni e servizi “pubblici”, impone tasse agli altri agenti economici (e vedremo in seguito controlla la moneta)

Page 3: Lezioni di macroeconomia Cristiana.donati@unina.it Lezione 2

Il PIL è il principale indicatore della capacità produttiva di un

sistema economico

PIL → è il valore di tutti i beni finali e i servizi prodotti in un anno all’interno di una nazione

I beni finali sono quelli acquistati dai consumatori finali e si contrappongono ai beni intermedi

I beni intermedi sono prodotti da un’impresa e utilizzati come input da altre imprese

Un’impresa che utilizza come input beni intermedi accresce il loro valore, perché produce beni che hanno un valore di mercato superiore a quello dei beni intermedi impiegati

Page 4: Lezioni di macroeconomia Cristiana.donati@unina.it Lezione 2

I tre metodi per calcolare il PIL:

Il metodo del reddito → si sommano i redditi percepiti da tutti i fattori di produzione (tutto il PIL prodotto verrà distribuito come remunerazione dei fattori produttivi impiegati per produrlo)

Il metodo della spesa → si sommano tutte le spese per l’acquisto di beni e servizi finali (tutte le remunerazioni degli operatori economici saranno in parte spese nell’acquisto di beni e servizi finali e in parte risparmiate e formeranno quindi gli investimenti)

Il metodo del V.A. → v.d slide successiva

Page 5: Lezioni di macroeconomia Cristiana.donati@unina.it Lezione 2

Il valore aggiunto (v.a.), per un’impresa, è pari alla differenza tra il valore dei prodotti venduti da un’impresa e il valore dei beni intermedi utilizzati nella produzione

Il calcolo del PIL mediante il metodo del prodotto o del v.a.

- Per ogni impresa si calcola la differenza tra il valore dei beni prodotti e il costo dei beni intermedi per produrli (ossia il v.a. dell’impresa)

- L’ammontare del Pil si ottiene calcolando il v.a. da tutte le imprese del sistema economico

Page 6: Lezioni di macroeconomia Cristiana.donati@unina.it Lezione 2

Consumo Investimento e Risparmio

Beni di consumo → sono tutti quei beni che soddisfano direttamente i nostri bisogni

Beni d’investimento → beni che contribuiranno alla produzione di altri beni in futuro (es. trattori, centrali elettriche, strade, ponti)

Maggiore è la quantità di beni e servizi consumata in un anno da una certa comunità, più elevato è il suo tenore di vita

Page 7: Lezioni di macroeconomia Cristiana.donati@unina.it Lezione 2

Tuttavia accrescere il consumo corrente è poco lungimirante→ consumare di più oggi significa (risparmiare) investire meno e quindi precludersi la possibilità di consumare di più in futuro

Infatti come abbiamo visto in un’economia chiusa e senza settore pubblico:Y = C + IY - C = S → S = I

Le famiglie non investono direttamente in capitale, ma attraverso il risparmio (limitando il consumo presente) prestano denaro alle banche e ad altre istituzioni finanziarie che a loro volta prestano denaro alle imprese. Queste ultime investono quando acquistano nuovi stabilimenti e macchinari.

Per procurarsi il denaro per effettuare gli I le imprese chiedono prestiti alle banche o emettono nuove azioni che sono acquistate dalle famiglie o dalle istituzioni finanziarie nel mercato dei capitali.

Page 8: Lezioni di macroeconomia Cristiana.donati@unina.it Lezione 2

La spesa per consumi

Studiamo la funzione keynesiana del consumo:

quando il reddito è nullo, consuma un ammontare minimo tale componente della spesa per consumi è detta esogena

(autonoma) ed è costante al variare del reddito disponibile

tanto più alto è il reddito, tanto più alto sarà il consumo questa parte dei consumi è invece chiamata endogena

(indotta) e si modifica al variare del reddito disponibile

Page 9: Lezioni di macroeconomia Cristiana.donati@unina.it Lezione 2

La spesa per consumi

Possiamo ipotizzare una semplice forma funzionale di tipo lineare per descrivere quanto detto:

C = c0 + c1Yd

C = consumi programmati c0 = consumo autonomo

Yd = reddito disponibile

Page 10: Lezioni di macroeconomia Cristiana.donati@unina.it Lezione 2

La spesa per consumi

Definiamo ora due concetti:

1. propensione media al consumo La PMeC è data dalla spesa totale per i consumi

diviso il reddito totale disponibile: PMeC = C/Yd

1. propensione marginale al consumo La PMaC è data dal rapporto tra la variazione dei

consumi e la variazione del reddito disponibile: PMaC = ΔC/ ΔYd

Page 11: Lezioni di macroeconomia Cristiana.donati@unina.it Lezione 2

La spesa per consumi

Esistono due concetti di risparmio equivalenti:

1. propensione media al risparmio La PMeR indica la proporzione del reddito

disponibile che le famiglie vogliono risparmiare: PMeR = S/Yd

1. propensione marginale al risparmio La PMaR mette in relazione la variazione del

risparmio desiderato complessivo con quella del reddito disponibile: PMaC = ΔS/ ΔYd

Page 12: Lezioni di macroeconomia Cristiana.donati@unina.it Lezione 2

La spesa per consumi

Tra la propensione al consumo e quella al risparmio esiste una semplice relazione:

La somma della PMeC e della PMeR deve essere uguale all’unità

Anche la somma della PMaC e della PMaR deve essere uguale all’unità

poiché il reddito può essere solamente consumato o risparmiato

Page 13: Lezioni di macroeconomia Cristiana.donati@unina.it Lezione 2

La spesa per investimenti

Alcune osservazioni preliminari

La spesa per investimenti è la componente più volatile del PIL

Le variazioni nella spesa per investimenti sono molto legate alle fluttuazioni dell’economia

Page 14: Lezioni di macroeconomia Cristiana.donati@unina.it Lezione 2

La spesa per investimenti

In prima approssimazione

quanto più elevato è il tasso d’interesse tanto più alto è il costo che deve essere sostenuto per

prendere a prestito del denaro al fine di effettuare degli investimenti

tanto minore è l’ammontare della spesa desiderata per investimenti

Page 15: Lezioni di macroeconomia Cristiana.donati@unina.it Lezione 2

La spesa per investimenti

Un investimento richiede tempo; quando un’impresa investe, essa aumenta la propria capacità produttiva futura e scommette su un futuro favorevole che non può essere previsto con certezza.

Gli investimenti in attività produttive dipendono quindi anche dalle previsioni delle imprese sulla futura congiuntura economica

Page 16: Lezioni di macroeconomia Cristiana.donati@unina.it Lezione 2

La spesa per investimenti

Dunque, l’investimento è influenzato da molti fattori

noi, per il momento, ci limiteremo a considerare l’investimento come esogeno non influenzato dai cambiamenti del reddito nazionale

Questa ipotesi ci consentirà di studiare1. come si determina il reddito nazionale in presenza di un

ammontare fisso di spesa desiderata per investimenti 2. come le variazioni dell’investimento desiderato

provochino dei cambiamenti nel reddito nazionale di equilibrio

Page 17: Lezioni di macroeconomia Cristiana.donati@unina.it Lezione 2

Determinazione del reddito nazionale in un’economia chiusa senza settore pubblico

Modello Base:

consideriamo solo il mercato dei beni e dei servizi economia chiusa senza settore pubblico

il reddito nazionale è dato dalla somma dei consumi e degli investimenti

Page 18: Lezioni di macroeconomia Cristiana.donati@unina.it Lezione 2

Determinazione del reddito nazionale in un’economia chiusa senza settore pubblico

Le equazioni del modello

C = c0 + c1Yd (2.1)

Y = C + I (2.3)

I = I0 (2.4)

Y = Yd (2.5)

Page 19: Lezioni di macroeconomia Cristiana.donati@unina.it Lezione 2

Determinazione del reddito nazionale in un’economia chiusa senza settore pubblico

L’equilibrio:

Il reddito d’equilibrio è quello in corrispondenza del quale il livello di consumo [determinato dalla (2.1)], sommato al livello dell’investimento autonomo, [dato dalla (2.4)], produce

un livello di domanda aggregata esattamente uguale al livello della produzione

Page 20: Lezioni di macroeconomia Cristiana.donati@unina.it Lezione 2

Determinazione del reddito nazionale in un’economia chiusa senza settore pubblico

45°

C + I

C

D

C*

Y* Y0

C, IL’equilibrio

rappresentato dal punto D è stabile

Page 21: Lezioni di macroeconomia Cristiana.donati@unina.it Lezione 2

Determinazione del reddito nazionale in un’economia chiusa senza settore pubblico

Eccessi o deficienze di domanda tendono ad essere eliminati attraverso variazioni di produzione e di reddito

La produzione si adegua alle variazioni della domanda

N.B. ciò può avvenire perché abbiamo ipotizzato che i fattori produttivi sono solo parzialmente utilizzati

Page 22: Lezioni di macroeconomia Cristiana.donati@unina.it Lezione 2

Determinazione del reddito nazionale in un’economia chiusa senza settore pubblico

Sostituendo la (2.4) e la (2.1) nella (2.3), e tenendo conto che Y = Yd, si ottiene:

Y = c0 + c1Yd + I0 (2.7)

Da cui, risolvendo per Y, si ha:

Y* = (1/ (1 – c1)) (c0 + I0) (2.8)

Determinazione algebrica dell’equilibrio

Page 23: Lezioni di macroeconomia Cristiana.donati@unina.it Lezione 2

Determinazione del reddito nazionale in un’economia chiusa senza settore pubblico

Il reddito d’equilibrio Y* è quindi proporzionale al livello degli investimenti oltre che alla componente autonoma dei consumi c0

Il coefficiente di proporzionalità 1/(1 – c1) è chiamato moltiplicatore keynesiano ed è dato dal reciproco della propensione marginale al risparmio

Page 24: Lezioni di macroeconomia Cristiana.donati@unina.it Lezione 2

Determinazione del reddito nazionale in un’economia chiusa senza settore pubblico

Determiniamo la variazione che si ha nel reddito d’equilibrio in seguito ad una variazione del livello degli investimenti:

ΔY = (1/(1 – c1))(c0 + I0 + ΔI)

ΔY = (1/(1 – c1)) ΔI

L’incremento del reddito è dato dal moltiplicatore per l’incremento degli investimenti