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Libera Tor Bella Monaca

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SOMMARIO

masterplan:

3 Abbattere e ricostruire, ma...4 Il colore avidamente potrà imporsi sul grigio?

servizi sociali:

5 CIS: Che Iniziativa Signicativa!

6 Medicina solidale: cure a chi ne ha più bisogno

cultura nel territorio:

7 Tor Bella Monaca: centro di cultura

gruppi musicali:10 Note di riscatto

credits:

12 i partecipanti al progetto

Quando si dice “che l’abito non fa il monaco” si intende dire che non bisogna guardare l’esterio- rità, ma l’interiorità di una persona; eppure nonè sempre così. Quando si sente “abito a Tor BellaMonaca” allora si ha una sola e comune reazio- ne. Ma perché? Tor Bella Monaca (TBM) è unafrazione a sud est del comune di Roma, nell’ VIII Municipio. Il nome deriva da una torre citata per la prima volta nel 1317, di proprietà di un certo 

Pietro Monaca. Nel diciottesimo secolo troviamo la denominazione della zona come “Tor BellaMonaca” o “Torre Belle Monache”. Da qui parte la leggenda per cui Rita da Cascia, durante il suo viaggio a Roma, per il giubileo del 1450, abbiasostato in questa periferia. Questa leggenda hadell’incredibile: Rita arrivava da nord (da Cascia )e non si spiega come abbia fatto ad arrivare nellaperiferia sud-est del Urbe. Intorno agli anni ’20- ’30 del Novecento, questa borgata cominciò a

popolarsi, ma solo nel 1934 l’insediamento ven- ne ufficializzato. Nel 1981 fu scoperto un lungo tratto della via Gabina, che nell’antica Roma col- legava la Capitale alla città di Gabii.

Il vero e proprio quartiere nacque intorno agli anni’80. La mancanza di servizi e opere pubbli- che collegate alle numerose costruzioni edilizie,hanno rappresentato i primi cenni del degrado che è sfociato negli anni ’90 nel “Programma di recupero urbano di Tor Bella Monaca”. È ad ini- ziare da questo degrado generale che si è arriva- ti con il passar degli anni ad una sempre più mar- cata ostilità verso la zona. Comunque il quartiere 

presenta tanti elementi positivi: il teatro, che è una chiara rappresentazione di cultura; la Circo- scrizione dell’VIII Municipio; ben due biblioteche,di cui una comunale; e infine, ma non meno im- portante, è il liceo scientifico più grande di Roma,ovvero l’ “Edoardo Amaldi”.

Non si può cancellare la parte negativa del quar- tiere, ma non di può neanche negare che abbiadelle grandi potenzialità, che potrebbero essere 

sicuramente sviluppate con l’aiuto di tutti.

 Alessio Di GraziaGiuditta Mikhail

Sara Nepi

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Tor Bella Monaca: non solo degrado 

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Quartiere: com’è e come lo si vuole

Se c’è un argomento che riesce a tener banco damolto tempo quello è il Masterplan di Tor BellaMonaca. Nato da un’idea di Gianni Alemanno, sin-daco di Roma dal 2008, tale progetto si basa sulprincipio che soltanto abbattendo le torri, defini-

te dal sindaco stesso come “frutto di architetturasovietica”, si potrà dare al quartiere nuovo lustro,eliminando il degrado che lo attanaglia.Il Masterplan viene proposto in maniera informaleil 12 Agosto del 2010 all’evento “Cortina Incontra”:<<Ci sono molte aree [...] Tiburtino 3 e altre cose,quelle sono aree che dovrebbero essere demoli-te. Sicuramente quella che va demolita è Tor BellaMonaca. >>Inizialmente il Sindaco ha portato avanti tale pro-getto, messo su carta grazie all’apporto gratuito

dell’architetto Leon Krier, sostenendo che le quat-tordici torri in oggetto, in realtà prefabbricati de-stinati a case popolari, presenterebbero condizionidisagevoli per chi ci vive. Successivamente, poichéquesta posizione è stata smentita direttamente dachi abita dentro le “torri”, Gianni Alemanno hasostenuto che la demolizione di Tor Bella Mona-ca è necessaria per garantire uno standard di vitamigliore, ossia case popolari più basse e spazi piùvivibili. Le reazioni? Non tutte positive!Massimo Musumeci, Presidente del comitato Tor-BellaMonacaRinasce, ap-poggiato da una parte dellapopolazione del quartiere,auspica la realizzazione delprogetto in funzione deitanti vantaggi che la popo-lazione potrebbe ricavarne:in primo luogo la presa dicoscienza che tutti meritanoun luogo migliore per vive-

re. Inoltre contribuirebbe afar crescere i nostri figli in unquartiere nuovo di zecca, che potrebbe finalmenteliberarsi dal brutto nome che si trascina dietro daanni e dalla criminalità che lo vede protagonista.Tor bella Monaca non è un ghetto come dicono,ribadisce il Presidente.Fermo e opposto il parere del membro della Com-missione MasterPlan, Daniele Grasso, che denun-cia l’incoerenza del Sindaco Alemanno, il quale inun primo tempo voleva buttare giù quattordici pa-

lazzoni di altrettanti piani perché “a rischio crollo”-affermazione poi risultata essere falsa- e succes-sivamente perché distruggere e ricostruire sonodue ottimi modi per eliminare il degrado e la microe macro criminalità. A tale riguardo l’ex Presiden-

te della commissione MasterPlan, Romolo Biferi, èalquanto chiaro e sintetico: <<Non è cambiando ilcontenitore che si cambia il contenuto. Il progettonon nascerebbe, peraltro, da un inconsueto attodi generosità verso la periferia più estrema, ma per

estinguere il debito di 55 milioni di euro contrattodal Comune con gli eredi di Romolo Vaselli. Ma-sterplan vuol dire prima di tutto un acquisto deiterreni su cui edificare, appartenenti alla medesimafamiglia, e poi anche un aumento della popolazio-ne del quartiere da 28.000 residenti a 44.000.>>.Sbagliato per Daniele Grasso è, inoltre, il luogoin cui dovrebbe partire l’abbattimento delle torri:Largo F. Mengaroni, considerato il fulcro ufficialedel quartiere, ma non quello effettivo. Egli criticala scelta del Sindaco anche per le ripercussioni

che questo ipotetico progetto potrebbe causarese attuato: il verde che contraddistingue Tor BellaMonaca potrebbe essere sostituito da una enormecolata di cemento, che coprirebbe tutta la sua su-perficie, rendendolo simile ai quartieri limitrofi.Un altro gruppo di cittadini che s’interessa all’ar-gomento è quello che fa capo a M. Vittoria Molina-ri, Presidentessa del Comitato di Quartiere “NuovaTor Bella Monaca”, nato nel 1983 e tuttora attivosul territorio. Le sue posizioni sono chiarissime: noal MasterPlan. Ci spiega come Tor Bella Monaca

sia l’ultimo quartiere sortodall’iniziativa pubblica del sin-daco Petroselli per contrastarel’emergenza abitativa deglianni ’80, che vedeva Romacome un’immensa città-barac-copoli. La Molinari ci forniscemolti dati importanti riguar-do al progetto avanzato da Alemanno. L’incoerenza sot-

tolineata dalla Presidentessaè che il MasterPlan si scontracon altri progetti, su tutti la “Centralità Romanina”che prevede nel quartiere la costruzione di palazzialti più di 60 metri e a San Basilio un palazzo di 70metri . Il comitato raccoglie le tante preoccupazio-ni, paure e titubanze dei cittadini, che sono per lamaggior parte confusi e divisi, frutto questo dellascarsa informazione fornita dalle autorità compe-tenti. Se da una parte c’è chi condivide il progetto,perché finalmente il sogno di una casa più vivibile

potrebbe concretizzarsi, dall’altra aleggiano senti-menti contraddittori e preoccupati per l’aumentodi costruzioni edilizie, che non costituirebbe un’ag-giunta dei servizi in un quartiere già praticamenteprivo di luoghi ludici o formativi.

Abbattere e ricostruire, ma...

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 Abbattere, riedificare: sono queste le parole chiavedel Masterplan, progetto avanzato dal Sindaco diRoma Gianni Alemanno, che vede il quartiere diTor Bella Monaca, o meglio le sue famose torri che

svettano imponenti e fragili, al centro del dibattitonon solo politico, ma soprattutto sociale.Di riqualificazione non si sente parlare, almeno dacoloro che appoggiano il progetto, che bollano laquestione come già archiviata. Per il Presidente delcomitato TorBellaMonacaRinasce, Massimo Musu-meci, essa non rappresenterebbe certo un passoavanti: <<Le torri attuali sono costruite con mate-riale scadente e la maggior parte di esse hanno delferro ossidato, ed io stessosono in possesso di un verba-le, redatto da vigili del fuoco,che ho già consegnato al Sin-daco.>>Dal fronte sociale, invece, latematica del “non abbatte-re” e del “riqualificare” vienemolto sentita. L’opposizioneal progetto non è soltantocritica, ma propone un’al-ternativa concreta basata su

quattro punti cardine: manu-tenzione degli spazi comuni,lavoro per gli abitanti, centridi aggregazione per fare retee togliere i bambini dalle stra-de e il COLORE!La riqualificazione dovrebbecominciare dall’area di Viadell’Archeologia, via moltotrafficata da ragazzini appe-na undicenni sui motorini, privi di casco e patente.

È, inoltre, spesso al centro di retate da parte dellaPolizia, che sequestrano partite di droga alle pic-cole o grandi gang del quartiere. Il verde, se fos-se davvero curato e dotato di strutture adeguate,potrebbe costituire una grande fonte di svagoe uno spazio ricreativo per i tanti bambini dellazona, che sono per ora costretti a giocare per stra-da tra la carcassa di un motorino e un secchionedell’immondizia ribaltato. Daniele Grasso auspicala creazione di spazi di aggregazione, ma ancheuna classe dirigente migliore, più aperta e sensibi-le alle istanze dei cittadini e un lavoro che generil’idea di un bene condiviso e che faccia superare ildegrado che infesta questa zona. Vittoria Molina-ri e Daniele Grasso sembrano concordare su unaquestione importante: Tor Bella Monaca non deve

essere abbattuta o cementificata, ma riqualificata.Lo dicono tante esperienze europee già realizzate:è possibile poter recuperare zone degradate, nonandando a distruggere, ma rendendole più vivibi-

li e permettendo ai cittadini stessi di poter contri-buire in maniera attiva. Il lavoro è ciò che mancaa Tor Bella Monaca: e allora perché non favorirlocon l’impiego di molti disoccupati nella pulizia delterritorio? È di riqualificazione sociale che si parla,ora. Sulla questione “criminalità” la Presidentessadel Comitato Tor Bella Monaca è dell’avviso che ilquartiere assomiglia a tutti gli altri, con i soliti furtie bande criminali che si spartiscono il territorio e il

mercato della droga. Si trattaperò della minoranza dellapopolazione, in gran partecomposta da brava gentee lavoratori. Glissa, però,sull’argomento dell’alto tas-so di arresti domiciliari o deimoltissimi bambini, futurodella società, sotto la tuteladegli assistenti sociali.Occorre una presa di posi-zione dei cittadini stessi, con

la richiesta di nuovi servizi,di luoghi dove far crescerein modo sano i giovani, bi-blioteche, piste ciclabili chegarantirebbero un collega-mento con la vicina Tor Ver-gata.Tor Bella Monaca è un quar-tiere completamente grigio,incolore... Certo non è bel-

lo, ma ha tanta voglia di rinascere. Il colore che

lo renderebbe più attraente è soltanto quello checiascuno di noi può dargli rendendolo più vivibile,coltivando il nostro senso di civiltà.Ciò che accomuna chi è a favore a chi è contra-rio al Masterplan è il credere che Tor Bella Monacasia un quartiere grigio. Così le Torri che lo rappre-sentano, se colorate diversamente, potrebbero ri-qualificarlo almeno in parte. È questo il senso delmurales, simbolo di Tor Bella Monaca, che vedeun writer intento ad aprire un vaso pieno di colo-ri e dire sardonicamente, attraverso quel pezzo dimuro: “Te piace sta tonalità de griggio?”

 Andrea Colafranceschi,Leonardo Di Mario

Melissa Randò

Tor Bella Monaca e la sua seconda pelle:

il colore avidamente potrà imporsi sul grigio?

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Tor Bella Monaca non è solo un quartiere pienodi realtà negative. Se ci guardiamo intorno, notia-mo che ci sono anche molte strutture pronte adaccogliere e ad aiutare i giovani, potendole defi-

nire “positive”.Una di queste è il C.I.S., Centro Integrazione So-ciale, che si occupa di dare spazio a ragazzi e agiovani problematici, che hanno difficoltà econo-miche, sociali e culturali.I ragazzi del centro sono affiancati da personeesterne, che non conoscono il loro vissuto, manonostanteciò li aiuta-no senza

sminuire laloro identi-tà.Il C.I.S. na-sce nel set-tembre del1988 sui n i z i a t i v adi tre asso-ciazioni: laC o m u n i t à

Capodarcodi Roma, laCooperati -va socio-sa-nitaria Iskae l’Associa-zione Han-dicap “Noi egli Altri”. Il centro, situato in Via G. Castano 39 inuna struttura di 900 mq circa, viene istituito grazie

al contributo della Ripartizione VIII.Il C.I.S. ha sempre fornito servizi, organizzato at-tività e ha svolto progetti di integrazione con loscopo di far crescere nei ragazzi il rispetto per glialtri.Due progetti fondamentali realizzati dal C.I.S. sonoil Progetto Handicap, voluto per stimolare, miglio-rare e aumentare il grado di autonomia persona-le della persona in difficoltà, e l’Agenzia Giovani,che ha compreso azioni che si sono strutturateintorno all’apertura di uno Sportello Informativo

Circoscrizionale. L’operatività del progetto si è svi-luppata in diversi ambiti, tra cui Informagiovani,uno sportello centrato sulla diffusione di informa-zioni relativi a tematiche riguardanti i giovani, ilComitato di Sostegno al Lavoro, nato con l’obiet-

tivo di creare un osservatorio sulle problematichegiovanili riferibili al mondo del lavoro, lo SpazioDonne, che ha riguardato attività di orientamen-to al lavoro, laboratorio di espressione corporea

e attività con il Consultorio Femminile e lo Spor-tello Rom, il quale è stato finalizzato alla ricerca disoluzioni adeguate per la costruzione di un cam-po sosta attrezzato e alla realizzazione di attività,a partire dalla scolarizzazione. E’ necessario direche Informagiovani, il Centro Diritti e l’Ufficio perl’occupazione dei giovani hanno svolto i loro in-

terventi nel-la sede delMunic ip io

VIII con fi-nanziamen-ti autonomi.S u c c e s s i -v a m e n t e ,grazie a unassetto or-ganizzativo,il C.I.S. e alcontempoil Proget-

to “Spazio A p e r t o ”c a m b i a n oi loro ob-biettivi pun-tando sullacont inuitàdel dialogo

con le persone del territorio.In particolare il C.I.S. ha coinvolto le realtà territo-

riali in attività volte al raggiungimento dell’auto-nomia di persone in difficoltà e di animazione delterritorio.Infine, l’associazione è stata segnata da un pas-saggio fondamentale: da Centro IntegrazioneSociale a Centro Diurno di sollievo. Una scelta im-posta dalle scarse risorse economiche che hannoportato a una riduzione di parte dell’operativitàdel Centro, tra cui Informagiovani e il Comitatodi Sostegno al Lavoro. Questo Centro diurno è fi-nanziato solo dal Comune di Roma, a carico del

Municipio VIII.

Giulia Ciangola Adele Ricolli

CIS: Che Iniziativa Significativa!

Verso il sociale

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Medicina Solidale: cure a chi ne ha più bisognoTor Bella Monaca quartiere di palazzoni, di grigio,di strada. Teatro di non pochi episodi di violen-za, criminalità e disuguaglianza sociale. In questoluogo dimenticato da Dio, ma forse più verosimil-mente dalle istituzioni, abbiamo cercato di trovaredei luoghi di luce, degli spiragli che facessero in-

travedere qualcosa di positivo, di legale, di esem-plare per tutti. Ci siamo imbattuti nell’Istituto diMedicina Solidale. La struttura è bassa e compren-de una sala d’attesa e quattro stanze per visitare,tutto circondato da un giardinetto. Una donnadall’aspetto tranquillo e dalla voce decisa, la dotto-ressa Lucia Ercoli, responsabile del progetto, ci haaccolti in una stanza e abbiamo iniziato la nostrachiacchierata.L’iniziativa nasce nel 2004 da un accordo tra il

Policlinico Tor Vergata e un’associazione di volon-tariato, l’Istituto di Medicina Solidale. Prendendospunto da due studi svolti negli anni precedenti,da cui le malattie della povertà risultavano pesaremolto su questa zona, si èdeciso di far partire il pro-getto che aveva comescopo quello di offrire un<<servizio di assistenzasocio-sanitaria gratuitarivolto alle fragilità sociali

del quartiere>>.Come ci spiega la dotto-ressa, la maggior partedei pazienti sono donneextracomunitarie incinteche chiedono cura e as-sistenza durante la gra-vidanza e l’infanzia delbambino. Ci sono anche nomadi, senzatetto e ingenerale persone in condizioni economiche spes-

so precarissime che non hanno modo di iscriversial sistema sanitario nazionale. Il centro è molto uti-lizzato, infatti gli assistiti quotidiani sono circa unasessantina e i pazienti sono preoccupati dal fattoche il servizio potrebbe essere tolto.Infatti, questa presenza massiccia di immigrati ha

gettato in cattiva luce il centro, che la cittadinan-za, a detta della dottoressa manovrata politica-mente, contesta fortemente anche perché privodelle certificazioni adatte. <<La struttura assegna-ta dal comune, ex centro anziani, non possiede i

documenti catastali necessari affinché venga rico-nosciuta dagli enti, e per questo, dal 2 gennaio diquest’anno il Policlinico Tor Vergata ha cessato difinanziare il progetto>>. Attualmente il servizio of-

ferto dal centro di Medicina Solidale si basa esclu-sivamente sul volontariato.<<Evidentemente dal punto di vista elettorale nonpaga appoggiare servizi che abbiano a che farecon gli immigrati. Mi chiedo perché il problemadell’idoneità dei locali non sia venuto fuori pre-

cedentemente negli ultimi sette anni>>. Dal 2004al 2011 pazienti venivano tutti visitati in sole duesale della parrocchia di Tor Bella Monaca, ma no-nostante le condizioni fossero peggiori di quelledell’attuale sede non ne è uscito nessuna protesta. Adesso invece tutte le correnti politiche contesta-no l’assenza di un ambiente ospedaliero asettico,in cui malattie come l’HIV possano essere curatesenza rischi per gli altri pazienti. Secondo la Ercoli<<viaggiare con i mezzi comporta lo stesso rischio

di contrarre malattie. Si tratta piuttosto della po-vertà culturale delle persone che si lasciano ma-nipolare. Bisognerebbe piuttosto prendersi la re-sponsabilità di chiedersi perché si è arrivati a certe

situazioni di povertà >>.Il territorio si è mostrato

quindi fortemente ostile.Con l’arrivo del nuovo par-roco è stato chiesto a Medi-cina Solidale di spostarsi invia dell’Archeologia, dove

però il personale non si sen-tiva di poter garantire il ser-vizio visti gli atti di violenzacontro gli immigrati che lacronaca ha spesso associa-to a quella specifica fasciadel territorio di Tor BellaMonaca.

Tutto ciò nonostante la collaborazione attiva conaltre realtà del territorio attraverso cui opera Me-

dicina Solidale, come il “CHEntro sociale”, dove daun anno si tiene un laboratorio di ballo con bam-bini italiani affetti da problemi psichici ed è attivouno sportello di dialogo con un dietologo, ricono-sciuto nel quartiere.

La Costituzione prevede che tutti, nessuno esclu-so, siano curati. Speriamo che un dialogo costrut-tivo con le istituzioni possa permettere a MedicinaSolidale di operare nel territorio non solo in modoeticamente corretto, ma anche legale sotto tutti i

punti di vista.

Giulio D’AlessandroChen Laura Sarno

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Libertà è cultura

Nonostante Tor Bella Monaca venga troppo spes-so associata agli aspetti peggiori delle borgate, inrealtà c'è una grande parte di questo quartiereche si spende per la cultura.Esempi di tale impegno sono l'Istituto di Istruzio-

ne Superiore “Edoardo Amaldi”, che è popolato inprevalenza da studenti provenienti proprio da TorBella Monaca, la biblioteca “Pier Paolo Pasolini”, ilTeatro e centri di cultura spontanei come il “Cubo

libro”.Quella della biblioteca è una struttura fondamen-

tale nei quartieri, perché risulta essere il simbolodella cultura che non si arresta. A Tor Bella Mo-naca la biblioteca è situata proprio all'interno delliceo “Edoardo Amaldi”, ma da nove anni ormai èentrata a far parte della rete “BIBLIOPOINT” dellebiblioteche di Roma.Dall'intervista che abbiamo fatto al professor Clau-dio De Filippo, professore del liceo in pensioneda un anno e ad oggi collaboratore della biblio-teca per due giorni alla settimana, sonoemersi dati che fanno riflettere.

Professor De Filippo quando è stataaperta la biblioteca?La biblioteca risale al 1987, anno dellafondazione del liceo, ma è aperta ancheal pubblico esterno da quando è statainserita fra le “Bibliopoint” di Roma.

Di quanti volumi dispone la biblioteca?La biblioteca è molto fornita: offre in-

fatti 11.000 volumi circa, fra libri, DVDe VHS.Quanta affluenza c'è di alunni e perso-ne esterne?L'affluenza risulta essere piuttosto cospi-

cua, infatti la biblioteca fa circa 1.200 prestiti in unanno, ma è circoscritta ai soli studenti del liceo. Dipersone esterne infatti se ne vedono poche nel-la biblioteca, e questo è dovuto forse alla scarsapubblicità che è stata fatta e forse anche perché la

biblioteca è aperta al pubblico una sola volta allasettimana.

Il professore ha continuato dicendo che la fasciad'età dei frequentatori è fra i 14 e i 18 anni,proprio perché sono i soli studenti a sfruttar-la.

La biblioteca “Pier Paolo Pasolini” è un centroricco di iniziative letterarie e culturali, basta

citare la partecipazione al Premio Strega, oaltri progetti che prevedono per gli studentidegli interessanti esercizi di scrittura creativa.Nel sito del liceo è dedicata alla bibliotecauna pagina ricca di informazioni, dove èpossibile leggere i nomi del responsabile edei collaboratori, conoscere il regolamentoe gli orari di apertura, saperne di più sulle at-tività di consulenza e sul “bibliovolontariato”.

Quest'ultimo è un progetto che vuole coinvolge-re gli alunni nella gestione della biblioteca e nelle

sue iniziative proprio attraverso un'opera di edu-cazione al volontariato. Il progetto è coordinatodai docenti, che affiancano ai ragazzi coinvoltialtri giovani che hanno già frequentato il corsodi biblioteconomia. Da questa iniziativa sono natiservizi come l'accoglienza-consulenza dei volonta-ri, l'attivazione delle postazioni multimediali, molteattività culturali e il corso di biblioteconomia e ca-talogazione per nuovi volontari, oltre alla produ-

Tor Bella Monaca: centro di cultura

INIZIATIVE DELLA BIBLIOTECA “PIER PAOLO PASOLINI” 

Due importanti progetti per aprile e maggio 2012, realizzati nella Biblio-teca in collaborazione con il Municipio VIII Roma delle Torri e l’Associa-zione Culturale Compagnia Ottavo Atto:

“ Festa del libro e della lettura al femminile”, prevede la presentazioni dilibri, dibattiti e alcune letture, dal 26 al 28 aprile 2012. Sarà presente, tragli altri, l’autrice Dacia Maraini.

“Modelli educativi a confronto, educazione e maa: conversazioni per

una cultura della legalità”, prevede sei incontri dal 18 aprile al 10 giugno2012, nei quali intervengono, tra i tanti, Mario Schermi, formatore dell’i-

stituto centrale di formazione, dipartimento di giustizia minorile; Brunel-la Fava, del dipartimento di giustizia minorile, con Salvatore Cavallo, untestimone; ma anche registi, attori, educatori. A conclusione, lo spettaco-lo teatrale “Donne di maa” presso il teatro di Tor Bella Monaca.

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zione di materiale informativo e divulgativo.

Si potrebbe pensare che la cultura non tocchi nes-

suno a Tor Bella Monaca se non gli studenti delliceo, ma in realtà non è così.Infatti nel 2005 “El Chentro Sociale”, sfruttandouna struttura sita in Largo Ferruccio Mengaronirimasta inutilizzata per diversi anni, ha creato una

biblioteca al servizio dei cittadini del quartiere, cheoltre ad essere una biblioteca è un punto di incon-tro.

È proprio questo il “Cubo Libro”: unluogo di cultura e di confronto, che or-ganizza peraltro diverse manifestazioniculturali come letture, proiezioni cine-matografiche e mostre.Grazie alle numerosi donazioni, oggi ilCubo Libro dispone di moltissimi volu-mi, 1500 circa, di moltissimi generi masoprattutto di letteratura straniera.Non dispone solo di libri ma anche digiochi, che hanno come destinatari ibambini, a cui sono dirette anche moltedelle molteplici iniziative proposte.Tutto ciò denota la volontà di coinvol-gimento di tutte le fasce d'età... Il Cubo

Libro è la chiara dimostrazione che TorBella Monaca non è solo quello che vie-ne raccontato dalla cronaca peggiore, perché unaparte del quartiere invece è il vivo segno dell'impe-gno per la cultura.Il Cubo Libro è aperto però solo dal martedì al ve-nerdì dalle 16,30 alle 19,00: orari che per di più

LA VOCE DEGLI STUDENTI

Abbiamo intervistato delle studen-tesse del liceo per sapere se usano

la biblioteca “Pier Paolo Pasolini” ecosa ne pensano. Ecco cosa hannorisposto :

1° IntervistaUsi la biblioteca “Pier Paolo Paso-lini” ?Si la uso, raramente per piacere emolto frequentemente per consul-tare libri scolastici.Perché per le letture personali usimeno la biblioteca?Perché mi piace avere sempre imiei libri a portata di mano dentrocasa, mi piace possederli e posse-dere le parole e le emozioni che midanno.Che ne pensi del servizio che offrela biblioteca?Penso che sia più o meno riforni-ta di tutto e che abbia parecchia

scelta in vari ambiti. Quando sicerca un libro però non sempre sitrova perché si hanno pochissime,se non uniche, copie. Comunque siacomplessivamente va bene.

Conosci il “Cubo Libro”?Si.Lo frequenti?

NoCome mai?Perché utilizzo la biblioteca e nonho bisogno di utilizzare anche ilCubo Libro.

2° IntervistaUsi la biblioteca “Pier Paolo Pasoli-ni”?Poco, quasi per niente.Perché?Perché mi rivolgo alla bibliotecavicino casa.Conosci il Cubo Libro?No.

3° IntervistaUsi la biblioteca “Pier Paolo Pasoli-ni”?Abbastanza, anche se i libri preferi-sco comprarli.

Perché?Perché mi piace avere una biblio-teca personale e perché a volte hovoglia di rileggerli.Che ne pensi del servizio che offre

la biblioteca?È molto buono per me, ci sonomolti libri e gli addetti sono mol-

to veloci nel trovarli. Inoltre c’èuna grande tolleranza per i ritardi.Però credo anche che dovrebberoaggiornare la biblioteca con auto-ri come Welsh, Bukowski, Benni,Pennac, Baricco ecc... . Anche se peri classici è molto fornita.Conosci il Cubo Libro?No.

4° IntervistaUsi la biblioteca “Pier Paolo Paso-lini”?Abbastanza.Cosa pensi del servizio che offre labiblioteca?Credo che i libri siano molti e cheil personale sia molto disponibile,anche se poco attento alle date diriconsegna dei libri. 

Conosci il Cubo Libro?No.

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non sono sempre rispettati. Sarà stato un caso, maultimamente ci siamo recate più volte presso l'edi-ficio trovandolo chiuso.

 Anche il “Teatro Tor Bella Monaca” segnala l'impe-gno e la vitalità del quartiere. Aperto nel dicembre2005, è oggi un luogo di cultura ben sviluppato.Tra l'altro il teatro è un valido sostegno per il li-ceo che, in attesa del rifacimento dell'Aula Ma-gna, spesso si appoggia al teatro stesso per realiz-zare conferenze e altre attività, come ad esempioquella del 21 febbraio scorso sulle deportazionipolitico-razziali, durante la quale sono intervenutilo storico Aldo Pavia (Associazione Nazionale ExDeportati), Lorella Ascoli, testimone di secondagenerazione del Rastrellamento del Quadraro eFrancesca Donati, operatrice dell'Associazione ex-campo di Fossoli.

Inoltre il teatro offre la possibilità agli studentidell'Amaldi di assistere agli spettacoli in cartellone,che presenta sempre nomi illustri: basta citare Ga-briele Lavia che il 5 e il 6 maggio p.v. sarà in scenacon “La trappola” di Pirandello.Pensiamo che avere un teatro nel quartiere siadavvero una grande risorsa, di cui non tutti pos-sono vantarsi.Per amare la cultura occorre una forte vitalità. Per-ché la cultura – in senso specifico o, meglio, classi-sta – è un possesso: e niente necessita di una più

accanita e matta energia che il desiderio di posses-so. L'ha scritto Pier Paolo Pasolini, e niente è piùvero ancora oggi.La vitalità necessaria per amare la cultura non ècosì ignota ai giovani come spesso si dice, e so-prattutto non risiede solo nei salotti buoni della

città... anche la periferia, oggi più che mai, si im-pegna con tutta se stessa per allargare i propriorizzonti culturali, e Tor Bella Monaca, in questosenso, è in prima linea.La cultura è scambio e confronto, informazione e

ricerca … Un quartiere senza cultura è un quartie-re destinato a ripiegare su stesso, ma non è il casodi Tor Bella Monaca.

Chiara Lisi Arianna Macaluso

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TBM in musica

Musica. Sei lettere. Una miriade di significati di-versissimi e pure tutti uniti da quei pochi caratte-ri. Per alcuni la musica è passione, per altri meroesercizio tecnico, per tanti (troppi forse) sta diven-tando solo un business in grado di far guadagna-re tanti soldi in poco tempo. Non per tutti, però, ècosì. Ci troviamo a Tor Bella Monaca, quartiere diRoma "famoso" per l'alto tasso di criminalità e peri numerosi episodi di cronaca nera avvenuti negliultimi anni, al quale viene dato risalto quando, adimporsi, è la realtà negativa e non le molte realtàpositive presenti sul territorio, spesso taciute daimass media. In questo contesto si va ad inserireil tema mu-sicale. La

musica èuna partefondamen-tale dellavita deigiovani aTor BellaM o n a c a ,molto piùdi quello

che si pos-sa credere.La real-tà socialedura, cru-da e diffi-cile in cuiessi vivonoli mette difronte a unbivio: scegliere da che parte sta-

re, bene o male, criminalità o cultura, accomodar-si alla situazione in cui ci si trova o cercare di cam-biarla con tutte le forze che si hanno in corpo. Edè in questa direzione che va interpretato questorinnovato interesse per la musica, per la culturain generale, dimostrato dall'intenso proliferare dinuovi artisti, band emergenti, tutti uniti dallo stes-so obiettivo: riscattarsi e riscattare un territoriotroppo spesso denigrato. Grazie alla musica pos-sono raccontare le loro situazioni, le loro vite, le

difficoltà e le gioie, denunciare le ingiustizie pre-senti in questa società e nella dimensione a loropiù vicina. Seguendo l'esempio di alcuni artisti giànoti al pubblico, questi ragazzi, coltivando la loropassione, contribuiscono a rendere migliore il loro

mondo, per quanto sia possibile. Non è il deside-rio di ricchezze o di fama a motivarli, a spingerli afare ciò che fanno, ma è la voglia di raccontare laloro zona, la loro generazione e i suoi problemi.Certo il successo renderebbe più efficace e au-menterebbe l'audience del loro messaggio, maforse in certi casi “essere” è meglio che “apparire”.Una volta apprezzati il valore, la forza e il meritodi questi giovani, bisogna però almeno fare rife-rimento a coloro che rendono tutto ciò possibi-le. Parallelamente al boom di musicisti, infatti, siregistra una proliferazione di locali adibiti a salaprove e piccoli studi di registrazione che fungono

da cataliz-zatore per

tutti questiragazzi espesso co-stituisconodei veri epropri cen-tri cultura-li, circoli diidee nuovee impor-

tanti cheb i s o g n e -rebbe te-nere mag-giormentein consi-derazione.Tra questesenza dub-bio spicca

il "L’ex Fienile", sala registra-

zioni e sala prove appunto di Tor Bella Monaca,situato in Largo Ferruccio Mengaroni, che svol-ge questa attività dal 2000 soprattutto, ma nonsolo, grazie al presidente dell'associazione del"che"ntro, il sig. Mario Cecchetti, che ci ha gentil-mente concesso un'intervista. Mario ci raccontadella nascita dell’ex fienile che, nonostante moltecontroversie, riesce ancora a stare in piedi dandomodo ai giovani di potersi approcciare alla musi-ca e alla società in cui vivono. L’ex fienile, vecchio

casolare abbandonato a Vaselli, viene riqualifica-to dopo molte richieste da parte dei giovani perfar si che anche loro abbiano il proprio spazio.Grazie a tutti questi sforzi, finalmente, oggi TorBella Monaca ha una sala prove per i giovani e

Note di riscatto

Il polo culturale Ex Fienile

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per la voce dei giovani. Tutto questo si è potutoavere col progetto URBAN (riqualificazione deiterritori di Tor Bella Monaca), che ancora oggigarantisce una struttura adibita a salette provee registrazioni a bassi costi, ma i progetti non sifermano solo a questo; ad esempio una volta al

mese, molti gruppi che fanno parte dell’ex-fienilesi riuniscono, creando una "Jam session" (incon-tro di diversi musicisti appartenenti a gruppi di-versi che, per una volta, suonano assieme) perfar conoscere i propri progetti promuovendo leloro idee con strumenti più vicini alle persone:la musica. Ma tutto ciò non si ferma qui: graziealla "Radio Popolare Roma 103.3" questi gruppi

possono farsi conoscere anche al di fuori del loroquartiere. Questa radio dà la possibilità ai gruppiemergenti di far passare le loro canzoni e di fareun’intervista spiegandone il significato. L’ultimoconsiglio che Mario dà a noi ragazzi è quello dinon smettere di credere nelle nostre convinzioni,

di portarle avanti con tutti i mezzi necessari, masempre adeguati, che ci vengono dati… La musi-ca è uno dei più importanti e dobbiamo gridarloforte!

 Alessandro AlleviMartina Pazzaglia

Riccardo Mottarelli

INTERVISTA AI “THE FOUR WALLS” DI TOR BELLA MONACAAllora, Roberto, partiamo proprio dal nome del gruppo: perché avete scelto “The Four Walls”?Beh, in molti potrebbero farsi fuorviare dal numero (four), pensando che è stato scelto peril numero dei componenti del gruppo. Invece no, abbiamo deciso questo nome, “Le quattromura”, per ricollegarci al posto in cui viviamo: Tor Bella Monaca. Il nostro quartiere è pienozeppo di palazzi di vario genere: ci sono quelli che noi chiamiamo “grattacieli” che raggiungonoi quattordici piani, oppure le semplici palazzine abitate da un nucleo familiare ben denito, o

ancora le villette a schiera che troviamo sparse qua e là per il quartiere; alcune abitazioni sonocase popolari, altre no. È anche vero che ci sono degli spazi verdi, ma non sono utilizzati quasiper niente… Non è facile vivere in mezzo a tutto questo grigio e dover prendere l’autobus ola macchina per poter raggiungere un parco, un prato, o un qualunque spazio all’aria aperta.

Dunque voi risentite molto del posto in cui vivete. Ma, comunque, vi piace vivere qui a TorBella Monaca o preferireste stare in un'altra zona di Roma?Non nascondo che un attico all’ultimo piano che si affacci su Piazza di Spagna, non sarebbe dabuttar via (ride). Però alla n ne qui si vive bene. Non ci saranno grandi ricconi, la gente non

sarà tutta quanta chic, ma, come ripeto, non si sta male a Tor Bella Monaca. Ecco forse l’unicapreoccupazione che possiamo avere è quella di non poter girovagare da soli di notte, o quelladi dover avere mille occhi ben aperti in ogni momento della giornata e così via, ma io midomando e dico: ma nelle altre zone di Roma, dai Parioli a Talenti, da Via del Corso alla stessaPiazza di Spagna, voi non avreste sempre un certo timore a camminare da soli o non dovreste

avere mille occhi per evitare spiacevoli situazioni? I pericoli stanno dappertutto, non solo a TorBella Monaca.

Quali motivi vi hanno spinto a formare questo gruppo, a incidere determinate canzoni, testi,musiche…?Abbiamo deciso di metterci insieme per suonare così, per caso. Non ci sono state grandimotivazioni alla base: una semplice passione per la musica, una grande amicizia tra di noi e tan-ta tanta tanta voglia di suonare e cantare. La nostra musica fa parte del genere del rap. Ci ispi-riamo in primis ad Eminem, oppure a Saga e Diluvio, entrambi di Tor Bella Monaca come noi.Tutti i giovani pensano che con un nulla possono cambiare il mondo e noi rapper non siamo

da meno. Ma più che cambiare il mondo, noi vogliamo solo informare, denunciare, far vedere achi ci ascolta e ci segue, tutti gli aspetti che riusciamo a cogliere del nostro quartiere, negativie positivi. Tor Bella Monaca è un quartiere con un’etichetta non bellissima e i “The Four Walls”vogliono solo cercare di denunciare gli aspetti negativi e mettere in risalto quelli più belli.

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