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Laura Seragnoli Corso a.a. 2001-2002 L’industria litica 1 L’UOMO e l’UTENSILE DIFFERENZE tra UOMO e ANIMALE nell’USO degli UTENSILI: ANIMALE UOMO Abbandono pressoché istantaneo dell’oggetto una volta utilizzato. no conservazione no miglioramento Conservazione dell’og-getto dopo l’utilizzo. conservazione miglioramento Lo strumento ha solo una funzione immediata , destinata a soddisfare un appetito istantaneo. Lo strumento ha un uso costante e diversificato . Può servire a fabbricare altri utensili ancora più efficaci e precisi. IL CONCETTO di INDUSTRIA: INDUSTRIA = insieme delle tecniche e delle attività attraverso le quali un gruppo umano trasforma le materie prime per ottenere degli oggetti. In senso più esteso indica anche il complesso di tali oggetti. Nel caso specifico si parla di INDUSTRIA LITICA per indicare il complesso di manufatti realizzati in pietra.

L'Industria litica

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Saggio sull'industria litica

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L’UOMO e l’UTENSILE

DIFFERENZE tra UOMO e ANIMALE nell’USO degli UTENSILI:

ANIMALE UOMO Abbandono pressoché istantaneo dell’oggetto una volta utilizzato. à no conservazione àà no miglioramento

Conservazione dell’og-getto dopo l’utilizzo. à conservazione àà miglioramento

Lo strumento ha solo una funzione immediata, destinata a soddisfare un appetito istantaneo.

Lo strumento ha un uso costante e diversificato. Può servire a fabbricare altri utensili ancora più efficaci e precisi.

IL CONCETTO di INDUSTRIA:

INDUSTRIA = insieme delle tecniche e delle attività attraverso le quali un gruppo umano trasforma le materie prime per ottenere degli oggetti. In senso più esteso indica anche il complesso di tali oggetti. Nel caso specifico si parla di INDUSTRIA LITICA per indicare il complesso di manufatti realizzati in pietra.

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MATERIE PRIME ADATTE alla SCHEGGIATURA

Devono possedere le seguenti caratteristiche:

• Durezza • Sfaldabilità

• Omogeneità

• Grana fine

• Rocce sedimentarie silicee o Selce e chert o Calcedonio o Diaspro o Calcare siliceo o Arenaria, quarzite

• Rocce eruttive microcristalline o Andesite o basalto fine o riolite o …

• Ossidiana

• Altro

o Cristallo di rocca o Ciottoli di lava o Calcare o Travertino o …

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La SELCE

Spicchio di nodulo corticato di chert giurassico eluviale (dalla regione del Baden-Württemberg). Nella foto a destra è possibile osservare la trama di microfossili. (da Elburg e Van der Kroft)

Una piccola parte del materiale litico recuperato nell’officina 2 del sito neolitico di Piancada-Bosco Nogali (UD). La materia prima era di provenienza alpina e, nonostante la distanza, giungeva a Piancada senza subire un eccessivo alleggerimento (molti pezzi conservano infatti il cortice). La presenza di un atelierlitico collocato a grande distanza dalla fonte di approvvigionamento ha fatto ipotizzare che il sito avesse un ruolo di emporio di riferimento, distribuzione e redistribuzione dei manufatti in pietra scheggiata. (da Ferrari & Mazzieri)

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La QUARZITE

Anche la quarzite, come la selce, può presentarsi in forme molto differenti per colore, grana, tessitura etc… Il primo esemplare è un blocco di Quarzite Terziaria (Eocene) da Profen (Sachsen-Anhalt, Germania). L’ingrandimento mostra una trama caratteristica a “zolletta di zucchero”. Il secondo è invece un esemplare di Quarzite Cretacica da Lehnberg (Baviera, Germania), caratterizzato da una tessitura molto più compatta. (Foto: Matthias Rummer, 2001 in http://www.flintsource.net/)

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L’OSSIDIANA

Ossidiana carpatica Ossidiana di Lipari (da Elburg) (da De Francesco et al.) L’ossidiana è un vetro vulcanico particolarmente adatto alla scheggiatura (soprattutto per pressione). I margini degli strumenti in ossidiana risultano naturalmente molto affilati e non sempre necessitano di ulteriore ritocco. Le fonti di ossidiana sono ristrette ad alcune aree vulcaniche. Nell’Europa preistorica le fonti conosciute erano soprattutto quelle del bacino del Mediterraneo: Melos Lipari Monte Arci (Sardegna) Palmarola Pantelleria In Europa centrale l’ossidiana si trova lungo i monti Zemplén (tra Slovacchia e Ungheria). La composizione chimica delle ossidiane è variabile (soprattutto per quanto riguarda la percentuale di silice contenuta). La loro caratterizzazione è molto importante per poter risalire alle fonti di approvvigionamento. Da questo punto di vista è molto utile la datazione dell’ossidiana (con metodi che ne studiano l’idratazione, le tracce di fissione…), la quale consente ovviamente di datare l’eruzione che la ha prodotta (e, quindi, di risalire alla fonte).

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Il QUARZO IALINO o cristallo di rocca

(da Benetti)

Tra le materie prime scheggiabili si annovera anche il quarzo ialino (o cristallo di rocca), utilizzato soprattutto in mancanza di materie prime di qualità migliore. (Foto: Franco Benetti in http://www.landscape.it/vworld/naturalia/home.htm)

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METODI di LAVORAZIONE della pietra scheggiata

• SGROSSATURA Strumenti

• SCHEGGIATURA Supporti Strumenti

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La SGROSSATURA

Catena operativa della sgrossatura finalizzata alla produzione di un bifacciali. (da Gamble)

Sequenza operativa della sgrossatura di un ciottolo, destinata alla produzione di choppers o bifacciali (da de Marinis)

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La SGROSSATURA

1. blocco di materiale grezzo 2. chopper 3. chopping tool 1. blocco di materiale grezzo 2. biffaciale a scheggiatura parziale 3. bifacciale a scheggiatura totale

(da Cocchi Genick)

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METODI di SCHEGGIATURA

• PERCUSSIONE ü Diretta ü Indiretta ü Su incudine

(da Cocchi Genick)

Percussione diretta con percussore duro Percussione diretta con percussore duro

Percussione su incudine con tecnica bipolare

Percussione su incudine

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La PERCUSSIONE INDIRETTA

(da Cocchi Genick)

Percussione indiretta e nucleo a lame (da de Marinis)

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La SCHEGGIATURA a PRESSIONE

(da Cocchi Genick)

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La TECNICA LEVALLOIS

Sequenza operativa di lavorazione di un arnione secondo la tecnica Levallois (da Gamble)

Sequenza operativa di lavorazione con tecnica Levallois a scheggia preferenziale per la fabbricazione di una punta Levallois (da Leroi-Gourhan)

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La TECNICA LEVALLOIS

Sequenze operative per il distacco di schegge e punte Levallois (metodo a scheggia preferenziale) (da Broglio)

Distacco di una punta Levallois. La punta (b) reca l’impronta in negativo dello stacco precedente (a)

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La TECNICA LEVALLOIS

Riepilogo delle operazioni per il distacco di una scheggia Levallois (metodo a scheggia preferenziale)

Nucleo Levallois a scheggia preferenziale (da Bordes) Si parla di metodo a scheggia preferenziale quando, dopo il distacco di una o due schegge levallois, la superficie di distacco è completamente struggata e non è possibile ricavare altre schegge se non rimettendo in forma il nucleo.

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La TECNICA LEVALLOIS

Distacco di schegge Levallois (tecnologia del piano secante) (da Boëda)

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La TECNICA LEVALLOIS

Sequenza operativa per il distacco di schegge Levallois (metodo Levallois ricorrente centripeto) Con il metodo ricorrente il distacco di ogni singola scheggia contribuisce contemporaneamente anche a rimettere in forma il nucleo, determinando il distacco di quelle successive. (da Boëda)

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La TECNICA LEVALLOIS

Metodo Levallois ricorrente successivo (unipolare e bipolare) (da Boëda)

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La TECNICA LEVALLOIS

Nuclei musteriani Levallois a lame (da Bordes)

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La TECNICA LEVALLOIS

Esempio di lavorazione di un arnione con il metodo Levallois, finalizzato alla produzione di raschiatoi: A: il nucleo è preparato tramite stacchi centripeti (a guscio di tartagura) e viene lavorato anche lungo i bordi. B e C: disacco di una scheggia Levallois sfruttando il piano di percussione precedentemente preparato (segue).

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La TECNICA LEVALLOIS

D, E: ritocco di un margine (raschiatoio laterale). Dopo che il margine è usurato (F) si procede al ritocco del margine opposto (G). Una volta usurati entrambi i margini (H) si procede a un ritocco di raffilatura (I) con produzione di una punta. Il ritocco risparmia parte del margine lasciando in evidenza l’usura precedente (L). M: frattura della punta e riutilizzo dello strumento come raschiatoio doppio a margini convessi.

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ESITI dei METODI di SCHEGGIATURA

Percussione Diretta

Percussione indiretta

Percussione su incudine

Tecnica bipolare

(da Broglio)

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VANTAGGI e SVANTAGGI dei metodi di lavorazione

SGROSSATURA SCHEGGIATURA

1 blocco di pietra

1 strumento + molto scarto

1 blocco di pietra

molti strumenti + poco scarto

Difficoltà nel controllo della forma

finale dello strumento

Strumenti di forma non specializzata

Possibilità di controllo della forma finale dello strumento

Strumenti di forma specializzata

Strumenti

pesanti e poco maneggevoli Strumenti

leggeri e maneggevoli

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LUNGHEZZA del TAGLIO ottenibile per 1 Kg di materia prima

40200

2000

0

500

1000

1500

2000

2500

1

Cm

sgrossaturascheggiatura levalloiso-musterianascheggiatura laminare

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Il NUCLEO Nucleo scheggia strumento (da Cocchi Genick) ARNIONE o PRE-NUCLEO = blocco di materia grezza da scheggiare, corticato. NUCLEO = ciò che rimane dell’arnione dopo che la scheggiatura è avvenuta.

Nucleo di selce alpina dal sito di Pradamano (UD) (da Ferrari e Mazzieri)

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Prodotti di PREPARAZIONE del nucleo

(da Brezillon)

1. scheggia d’avvio 2. scheggia di décorticage 3. scheggia d’angolo 4. scheggia d’angolo obliqua 5. scheggia obliqua

6. punta a costolatura 7. punta décalée 8. punta pseudo-Levallois 9. estrazione di una punta

pseudo-Levallois

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PRODOTTI di RAVVIVAMENTO del nucleo

(da Brezillon)

1. Tablette 2. Fianco del nucleo 3. Fianco del nucleo 4. Fondo del nucleo 5. Lama a cresta 6. Lama a cresta

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TIPI di NUCLEO

(da Brezillon) 1. bi-piramidale 2. a disco 3. poliedrico a schegge 4. Levallois 5. Levallois dopo l’estrazione di una

scheggia Levallois 6. dopo l’estrazione di una punta Levallois 7. dopo l’estrazione di due lame Levallois 8. Livre de beurre del Grand

Pressigny 9. prismatico a un piano di

percussione

10. prismatico a due piani di percussione contrapposti

11. a piani di percussione multipli 12. a piani incrociati 13. a piani alternati 14. a quattro piani di percussione

contrapposti a due a due 15. piramidale o conico 16. a “mitra” 17. conico allungato 18. a lame a dorso corticate 19. a stacchi in fette parallele

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TIPI di NUCLEO

(da Broglio)

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La SCHEGGIA SCHEGGIA = frammento di roccia dura distaccato durante ogni operazione di scheggiatura.

LAMA = se il frammento di roccia staccata dal nucleo ha una lunghezza pari o superiore al doppio della larghezza si può parlare di lama.

PARAMETRI MORFOMETRICI

DENOMINAZIONE LUNGH./LARGH. Scheggia larga 1 Scheggia lunga 1,5 Scheggia molto lunga 2 Scheggia laminare 3 Lama 4 Lama larga 6 Lama stretta 10 Microlamella Lungh < 2,5 cm Ipermicrolamella Lungh = 1÷1,2 cm

INDICE di CARENAGGIO = rapporto tra lunghezza e spessore della scheggia.

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La SCHEGGIA

(da Broglio)

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Il TALLONE TALLONE = parte della scheggia consistente in una porzione del piano di percussione. A seconda del tipo di percussione impiegata e della preparazione o meno del piano di percussione, il tallone può assumere aspetti diversi.

(da Broglio) 1. puntiforme

2. liscio

3. diedro

4. a faccette piano

5. a faccette convesso

ANGOLO di SCHEGGIATURA = angolo tra il tallone e la faccia dorsale della scheggia. ANGOLO di DISTACCO = angolo tra il tallone e la faccia ventrale della scheggia.

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LO STRUMENTO MANUFATTO = qualsiasi prodotto della scheggiatura intenzionale. STRUMENTO = manufatto che ha una forma intenzionalmente realizzata mediante sgrossatura di un ciottolo o di un arnione oppure fabbricato ritoccando schegge o lame precedentemente ottenute (supporti).

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Il RITOCCO

RITOCCO = procedimento che conferisce al manufatto la forma desiderata, trasformandolo in strumento. Può servire a rendere tagliente un margine della scheggia, a riaffilarlo, a creare un elemento che ne faciliti l’incastro in una immanicatura o in un propulsore…

Esistono diverse tecniche di ritocco e diversi strumenti ritoccatori:

• Ritocco a percussione o Percussore duro o Percussore tenero

• Ritocco a pressione o Compressore duro o Compressore tenero

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TECNICHE di RITOCCO

• Percussione

percussore duro percussore tenero (da Cocchi Genick) (da de Marinis)

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TECNICHE di RITOCCO

• Pressione

compressore duro compressore tenero (da Cocchi Genick)

(da de Marinis)

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Il RITOCCO Criteri di classificazione

• Semplice

• Erto

• Piatto

ü Sommario ü Lamellare

MODO

• Soprelevato

ü Scalariforme

• Marginale ü Invadente

AMPIEZZA • Profondo

ü Coprente

• Continuo DELINEAZIONE • Denticolato

• Diretto • Alterno • Misto • Inverso

ORIENTAMENTO

• Bifacciale

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TIPI di RITOCCO

(da Broglio)

Modo

Ampiezza

Delineazione

Orientamento

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TIPI di RITOCCO (da Brezillon)

a. a scaglie h. erto normale n. coprente piatto irregolare b. a scaglie i. erto incrociato o. continuo e discontinuo,

prossimale, c. sub-parallelo j. piano convesso mesiale, distale, diretto d. parallelo (lamellare)

k. coprente trasvers. parallelo p. inverso

e. a scaglie scalariforme

l. obliquo parallelo q. alterno

f. Aurignaziano m. a chevrons r. misto g. marginale corto s. invadente

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Lo STRUMENTO Criteri di lateralità e trasversalità

STRUMENTO TRASVERSALE = L’angolo tra il margine trasversale e l’asse dello strumento è > 45°.

STRUMENTO LATERALE = L’angolo tra il margine trasversale e l’asse dello strumento è < 45°.

a. margini laterali b. margine trasversale

(da Cocchi Genick)

1. raschiatoio trasversale convesso 3. raschiatoio laterale 2. raschiatoio trasversale concavo 4. raschiatoio trasversale (da Bordes)

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Lo STRUMENTO Criteri di lateralità e trasversalità

STRUMENTO DEJETE’ = L’asse della scheggia e l’asse dello strumento divergono.

(da Bordes)

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CRITERI di ANALISI dell’INDUSTRIA LITICA

• Morfologico • Funzionale • Tecnologico

• Qualitativo • Quantitativo

TIPO = modello ideale che riunisce i tratti essenziali di tutti gli oggetti della stessa natura.

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METODI QUANTITATIVI La lista tipologica di F. Bordes

• BIFACCIALI

Levallois • NUCLEI

Non Levallois

Levallois Tecnica

Non Levallois

Morfologia del tallone

Liscio Diedro A faccette A faccette convesso Presente

• PRODOTTI di

SCHEGGIATURA

Ritocco

assente

• MANUFATTI su SCHEGGIA 63 tipi

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METODI QUANTITATIVI La lista tipologica di F. Bordes

1. scheggia Levallois tipica 2. scheggia Levallois atipica 3. punta Levallois 4. punta Levallois ritoccata 5. punta pseudo Levallois 6. punta musteriana 7. punta musteriana allungata 8. limace 9. raschiatoio semplice rettilineo 10. raschiatoio semplice convesso 11. raschiatoio semplice concavo 12. raschiatoio doppio rettilineo 13. raschiatoio doppio rettilineo-convesso 14. raschiatoio doppio rettilineo-concavo 15. raschiatoio doppio biconvesso 16. raschiatoio doppio biconcavo 17. raschiatoio doppio concavo-convesso 18. raschiatoio convergente rettilineo 19. raschiatoio convergente convesso 20. raschiatoio convergente concavo 21. raschiatoio déjété 22. raschiatoio trasversale rettilineo 23. raschiatoio trasversale convesso 24. raschiatoio trasversale concavo 25. raschiatoio su faccia piana 26. raschiatoio a ritocco erto 27. raschiatoio a dorso assottigliato 28. raschiatoio a ritocco bifacciale 29. raschiatoio alterno 30. grattatoio 31. grattatolo atipico 32. bulino 33. bulino atipico 34. perforatore 35. perforatore atipico 36. coltello a dorso 37. coltello a dorso atipico 38. coltello a dorso naturale 39. Raclette 40. scheggia troncata 41. Tranchet 42. incavo 43. denticolato 44. punta burinante alterna 45. scheggia ritoccata sulla faccia

piana 46. scheggia a ritocco erto spesso 47. scheggia a ritocco alterno spesso 48. scheggia a ritocco erto “sottile” 49. scheggia a ritocco alterno “sottile” 50. scheggia a ritocco bifacciale 51. punta di Tayac 52. triangolo con incavo 53. pseudomicrobulino 54. incavo su estremità di scheggia 55. Hachoir 56. Rabot 57. punta peduncolata 58. strumento peduncolato 59. Chopper 60. Chopper inverso 61. Chopping tool (da Bordes) 62. diversi 63. punta foliata bifacciale

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METODI QUANTITATIVI Il calcolo degli indici reali

a. indici tecnici

IL Indice Levallois

n. schegge, lame, punte Levallois

x 100 n. totale schegge, lame, punte

Ifs Indice ristretto dei talloni a faccette

n. talloni a faccette x 100

n. totale talloni riconoscibili

IF Indice largo dei talloni a faccette

n. talloni a faccette e diedri x 100

n. totale talloni riconoscibili

Ilam Indice laminare

n. totale lame (Levallois e non Lev.)

x 100 n. totale di schegge e lame

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METODI QUANTITATIVI Il calcolo degli indici reali

b. indici tipologici (applicati allo studio delle industrie Musteriane)

ILtyp Indice Levallois tipologico

(1 + 2 + 3 + 4) x 100

(1 + 2 + 3 + 4 … + 63)

IR Indice dei raschiatoi (9 + 10 + 11 … + 29)

x 100 (1 + 2 + 3 + 4 … + 63)

IC Indice charentiano (10 + 22 + 23 + 24)

x 100 (1 + 2 + 3 + 4 … + 63)

IQ Indice Quina

n. punte e raschiatoi a ritocco Quina

x 100 (6 +7 + 8 + … + 29)

IAt Indice acheuleano totale

(36 + 37 + n. bifacciali) x 100

(1 + 2 + 3 + 4 … + 63 + n. bifacciali)

IAu Indice acheuleano unifacciale

(36 + 37) x 100

(1 + 2 + 3 + 4 … + 63)

IB Indice dei bifacciali

n. dei bifacciali x 100

(1 + 2 + 3 + 4 … + 63 + n. bifacciali)

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METODI QUANTITATIVI La curva cumulativa di Bordes

Curve delle industrie musteriane (da Bordes)

Curve delle industrie del Paleolitico Superiore (da Bordes)

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La TIPOLOGIA ANALITICA Il metodo di G. Laplace

TIPI PRIMARI = ciascun tipo primario è definito da una sintesi di caratteri tecnici e morfologici, a esclusione di tutti gli altri. Ogni tipo primario è suscettibile di variazioni, cioè di TIPI SECONDARI.

(da Laplace)

G1: Grattatoio frontale lungo Grattatoio piatto, generalmente su lama sottile, caratterizzato da un ritocco semplice continuo a forma di fronte più o meno arrotondata, a volte rettilinea, senza concavità notevoli, raramente obliqua, ben delimitata dai bordi del pezzo, la cui lunghezza è superiore alla larghezza di una volta e mezza. Tipi secondari derivati dalla posizione dellafronte relativamente al tallone, dai caratteri della tecnica di scheggiatura, dalla forma, dall’inclinazione sull’asse, dall’eventuale ritocco complementare e dalle proporzioni dello strumento. Si noti che il passaggio dal ritocco frontale ai margini grezzi del pezzo si effettua secondo un angolo arrotondato o, talvolta, secondo un angolo vivo. In questo caso prende l’aspetto di un becco particolarmente evidente sui grattatoi a fronte obliqua o a fronte irregolare abbozzante un muso.

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La TIPOLOGIA ANALITICA Il metodo di G. Laplace

GRUPPI TIPOLOGICI = ciascun tipo primario è raggruppato all’interno di un gruppo più ampio che raccoglie i tipi primari secondo “temi morfologici e tecnici generali”.

B Bulini F Foliati G Grattatoi P Punte T Troncature L Lame ritoccate o Bc Becchi Raschiatoi lunghi PD Punte a dorso R Raschiatoi LD Lame a dorso A Erti DT Dorsi e troncature D Denticolati Gm Geometrici Dv Diversi

• G2 = grattatoio frontale lungo a ritocco laterale • ___ = strumento su lama • (…) = tendenza di un tipo primario • G7 déj. = grattatoio a muso déjeté • […] = indicazioni di carattere tecnologico • L2 = lama raschiatoio lunga • Prox = prossimale • . = presenza di più tipi primari identici o diversi sulle estremità o sui lati opposti dello strumento • D2 = raschiatoio denticolati • Mg = ritocco marginale • Inv = ritocco inverso

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La TIPOLOGIA ANALITICA Il metodo di G. Laplace

Gli indici

• Indice totale • Indice ristretto • Indice di tipo primario • Indice di categoria tipologica • Indice laminare • Indice di microlitistmo • Indice di strumenti multipli o compositi

Istogrammi (da Laplace)

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L’ANALISI FUNZIONALE

• approccio intuitivo • confronti etnografici • archeologia sperimentale • analisi delle tracce d’usura

ü L’approccio intuitivo

(da de Marinis)

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L’ANALISI FUNZIONALE ü I confronti etnografici

ü Le prove sperimentali

In entrambi gli esempi presentati si può vedere come l’usura e i successivi ritocchi possono modificare uno strumento trasformandolo in uno strumento di tipologia diversa. (da Dibble)

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L’ANALISI FUNZIONALE ü L’analisi delle tracce d’usura

Lo studio delle tracce di usura consente di mettere in evidenza la parte operativa dello strumento e, di conseguenza, di ipotizzare il modo nel quale esso veniva immanicato e utilizzato nonché di identificarne la funzione. In particolare, le lame in selce utilizzate per il taglio dei cereali presentano una caratteristica usura lucida (sickle gloss), di ampiezza e orientamento diverso a seconda del tipo di immanicatura del falcetto. (da Calani)

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Il REFITTING

Il refitting è un metodo molto impiegato per ricostruire le modalità di sfruttamento della selce. Esso consiste nel rimontare i vari pezzi come in un puzzle tridimensionale e in questo modo è possibile seguire passo passo tutta la catena operativa e le diverse sequenze di distacco delle schegge. Quando i pezzi staccati da un unico nucleo si rinvengono in diverse aree dello scavo, il loro rimontaggio consente di seguire i movimenti dello scheggiatore intorno al sito. Nei due esempi è possibile osservare il rimontaggio di un nucleo in selce dal sito di Maastricht-Belvédère (Paesi Bassi) e la distribuzione orizzontale delle schegge rimontate. (da Roebroeks)

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FONTI di APPROVVIGIONAMENTO

Grotta Vaufrey

Livello n. fonti materie prime

n. > 10 Km Campione di

manufatti

Materia prima

dominante

Distanza massima

Km I 4 0 112 60 6 II 7 1 531 49 30 III 4 1 100 71 30 IV 9 3 461 41 70 V 7 1 121 50 30 VI 6 1 190 42 55 VII 9 4 558 39 80 VIII 9 5 2075 48 60 IX 4 0 36 72 6 X 5 0 84 52.5 6 XI 4 0 97 49 6

Fonti di materie prime sfruttate in 8 dei livelli del Paleolitico Medio della Grotta Vaufrey (Francia) (da Geneste)

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FONTI di APPROVVIGIONAMENTO

In alto: trasferimento di materie prime nel Paleolitico Medio europeo. È possibile vedere come nella Francia sudoccidentale si sfruttassero prevalentemente fonti comprese in un raggio di 20 km e, in minor misura, di 100 km. Queste distanze vengono invece superate nell’area centrosettentrionale (da Féblot-Augustins). Le modalità di sfruttamento delle materie prime sono legate a meccanismi di territorialità. Nel primo Neolitico dell’Italia settentrionale comunità diverse attingono a fonti di approvvigionamento diverse. (da Ferrari & Mazzieri)

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FONTI di APPROVVIGIONAMENTO

Fonti di ossidiana dell’area tirrenica sfruttate nel Neolitico e loro diffusione. (da Camps)