Linguaggio triviale 1.ppt - UNI3IBLIOS triviale 1.pdf · Nel diritto romano la bestemmia non era considerata un reato. L'insegnamento morale della Chiesa cattolica applica il secondo

Raffaele De Rosa Unitre Soletta 28.10.2016 1

Il linguaggio triviale

nella lingua italiana

Parte 1


Indice della parte 1

� Mi sono rotto i cabbasisi!

� Le mie prime parolacce

� Le parolacce a casa mia

� Le nostre parolacce preferite

� Il nostro rapporto con le parolacce

� Che cosa significa triviale?

� Che cosa significa turpiloquio?

� Che cosa significa bestemmia?

� Che cosa sono le parolacce?

� Quante parolacce esistono?


Indice della parte 2

� Le parolacce collegate con la sfera sessuale

� Le parolacce in TV e alla radio

� Le parolacce nei film

� Le parolacce nelle canzoni

� Le parolacce nella letteratura

� Che cosa significano alcune parolacce?

� Che cosa si può dire al posto delle parolacce?

� Nomi e cognomi strani

� Toponimi strani

� Parole italiane che sono parolacce all’estero

� Conclusioni

� Bibliografia


Introduzione

� E che c2o!


Parte 1

Il significato di triviale, turpiloquio,

bestemmia, parolaccia


Mi sono rotto i cabbasisi!

� Video: https://www.youtube.com/watch?v=io6X2TXwJtk


Le mie prime parolacce

� Da bambino (2-3 anni):

� Nonno: Raffaele, come dici quando sei arrabbiato?

� Raffaele: Zazzo! Tatate chilo!

� Da ragazzino (12-13 anni):

� Secondo me il professore di matematica è stato uno stxxxxx.


Le parolacce a casa mia

� Tre figli bilingui italiano/tedesco (28, 17 e 15 anni).

� Fino a ca. 11-12 anni gli ultimi due figli non conoscevano parolacce in italiano.


Le parolacce a casa mia

� Il fratello più grande ha introdotto le parolacce in italiano attraverso la visione di alcuni video di comici italiani come per esempio Maccio Capatonda (alias Marcello Macchia).

(https://www.youtube.com/watch?v=-JQINuybHL4 ).

� E siccome sono appassionati di calcio, ecco quello che hanno trovato su Youtube riguardo l’allenatore Alberto Malesani

(https://www.youtube.com/watch?v=s9-4Y4GSwaU) (in greco cazzo si dice ο πούτσος / o putsos, η ψολή / i psoli)

� Per loro si è aperto un mondo molto variegato2


Le nostre parolacce (preferite)!

� Noi tutti in qualche modo abbiamo detto almeno una volta nella nostra vita una parolaccia.

� Sicuramente ne conosciamo molte, sia in italiano che nei nostri dialetti di riferimento e naturalmente anche in altre lingue.

� Proviamo a fare qui una lista di parolacce che abbiamo usato o che usiamo più o meno regolarmente (bando all’imbarazzo!).


Che cosa significa triviale?

� Da trivio “incrocio di tre strade” (dove si incontrano le persone per strada, cfr. la Piazza con la fontana di Trevi), e quindi plebeo, volgare, sguaiato, di una grossolanità scurrile: modi, maniere, parole, frasi triviali; un’espressione

triviale; un gesto, uno scherzo triviale; comportamento, contegno triviale.

http://www.treccani.it/vocabolario/triviale/


Che cosa significa turpiloquio?

� Nel linguaggio comune, il turpiloquio è un modo di parlare volgare, offensivo e irriverente, utilizzato per mostrare disappunto verso qualcosa o qualcuno.

� Può consistere nell'utilizzo di imprecazioni, parolacce e bestemmie, usate anche come intercalare.

� In diritto, il turpiloquio è un illecito amministrativo.


Che cosa significa turpiloquio?

� L'articolo 726 del Codice penale italiano prevede che commette turpiloquio chi in luogo pubblico o in luogo aperto al pubblico usa un linguaggio contrario alla pubblica decenza.

� Il reato di turpiloquio è stato depenalizzato con la legge 25 giugno 1999, n. 205.� La pena prevista è una sanzione amministrativa che può variare dai 50 ai 300

euro.


Che cosa significa bestemmia?

� La bestemmia (dal greco blasphêmía “diffamazione”) è un'ingiuria o un epiteto offensivo riferito a una divinità e che appartiene alla sfera del turpiloquio.

� Nell'uso comune il termine è usato come sinonimo di imprecazione e blasfemia.



� Letteralmente, per imprecazione (in-precazione “contropreghiera) si intende, propriamente in ambito religioso, una violazione del comandamento biblico

non nominare il nome di Dio invano, tramite la semplice pronuncia del nome o di un epiteto identificativo di una divinità fuori dal contesto religioso di riferimento.

� La blasfemia, invece, nel suo significato più proprio, indica un'espressione irriverente nei confronti della divinità o anche della religione, attraverso discorsi contrastanti con le verità di fede.



� Come tutte le imprecazioni, anche non di natura sacrilega (es. porca miseria, porca puttana), le bestemmie italiane più diffuse accostano l'epiteto porco.

� Fra le altre bestemmie si ricordano l'uso di termini come bestia, boia, serpente, e cane, quest'ultima specialmente in Italia settentrionale.



� Frequente è il mascheramento del nome venerato in vocaboli assonanti, a volte dotati di significato:

� cribbio per Cristo

� Diaz per Dio

� madosca per Madonna

� Maremma per Madonna (per es. Maremma maiala) (https://www.youtube.com/watch?v=LrKG51TXmQs ;)

� ostrega per ostia;

� zio per Dio (per es. porco zio).



� Il cosiddetto graffito di Alessameno, al museo sul colle Palatino a Roma, graffito pagano del secondo secolo che ritrae un uomo che adora un asino crocifisso, presumibile presa in gioco di un soldato cristiano.

� L'iscrizione riporta ΑΛΕΞΑΜΕΝΟΣ (ΑΛΕΞΑΜΕΝΟC) ΣΕΒΕΤΕ (CEBETE)

ΘΕΟΝ, che si traduce "Alexamenos rispetta Dio".



� Nel diritto romano la bestemmia non era considerata un reato.

� L'insegnamento morale della Chiesa cattolica applica il secondo comandamento Non pronunciare il nome di Dio invano alle bestemmie, anzi, vede nella bestemmia un gesto ancora più grave di quello stigmatizzato dal secondo comandamento.



� Dante Alighieri descrive le penitenze per i bestemmiatori nel Canto XIV dell’Inferno che sono immersi in un sabbione infuocato sotto una pioggia di fiamme.

� Nel Medioevo erano previste per i bestemmiatori la lapidazione e/o il rogo.



� Chi bestemmia di più in Italia? In molti paesi la bestemmia è entrata quasi nel

linguaggio comune come intercalare. Sapete farmi una vostra personale

classifica delle regioni più bestemmiatrici?

(https://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20090204150816AAwMWwd)


Che cosa sono le parolacce?

� Secondo il divulgatore scientifico Vito Tartamella è difficile definire con precisione che cosa siano le parolacce (http://www.parolacce.org )

� Perché si può dire escrementi, ma non merda?

� Perché tette è più volgare di seno e glutei meno volgare di culo?

� Anche i vocabolari non danno una definizione piuttosto vaga: “Parolaccia =

parola volgare, sconcia, offensiva”.



� La formula per definire una parolaccia potrebbe essere questa:

� Parolaccia = limiti d’uso + (connotazione · registro)

� In generale, le parolacce sono parole vietate, o almeno hanno notevoli limiti

d’uso: non si possono usare in qualunque momento e in qualunque contesto.

� Non si possono dire nelle situazioni pubbliche e formali, per es. a scuola, sul posto di lavoro, in tribunale, alle cene “eleganti”2 altrimenti rischiamo di passare per maleducati, cafoni, irrispettosi.



� Le parolacce toccano temi collegati con:

� sesso (per es. cazzo)

� religione (per es. le bestemmie)

� malattie (per es. mongolo)

� metabolismo (per es. merda)

� comportamenti (per es. rompicoglioni)

� origini etniche (per es. negro).



� Le parolacce possono essere considerate come un linguaggio specializzato nell'esprimere le emozioni primarie dell'uomo:

� rabbia

� sorpresa

� disgusto

� paura

� divertimento

� cameratismo, ecc.



� L’aspetto principale delle parolacce non sta in quello che dicono, ma come lo dicono.

� Dal punto di vista linguistico, ci sono due modi che le rendono tali:

� la connotazione,

� il registro.



� La connotazione rappresenta l’insieme dei valori affettivi, cioè delle emozioni che circondano una parola.

� Le parolacce hanno una connotazione disfemistica (non eufemistica), cioè richiamano alla mente gli aspetti più sgradevoli di un oggetto.

� Le parolacce sono un modo di dire la verità così com’è, in modo diretto, cioè nuda e cruda.

� Le parolacce, in particolare, hanno connotazione spregiativa (= esprimono disprezzo), offensiva (= squalificano qualcuno o qualcosa) o oscena (= parlano di sesso senza pudori).



� Il registro è lo stile del linguaggio: può essere forbito, letterario, burocratico, colloquiale, ecc.

� Le parolacce cadono nel registro basso, volgare, popolare, ma anche in quello gergale, colloquiale, informale.

� Il turpiloquio è il tipo di linguaggio che usiamo nel parlato, quando ci rivolgiamo ad amici, familiari, persone con le quali abbiamo un rapporto di confidenza.

� Si tratta anche del linguaggio da strada, da osteria/bar, da caserma.



� Registro scientifico: feci, sterco, deiezioni

� Registro neutro: escrementi

� Registro infantile: pupù, cacca

� Registro popolare/colloquiale: ?

� Registro volgare: merda, stronzo

� Registro gergale/dialettale: ?



� Conoscete i registri neutro, infantile, popolare/colloquiale, volgare, gergale/dialettale delle seguenti parole?

� mammelle:

� testicoli:

� amplesso:

� La maggior parte dei termini triviali derivano da termini ed espressioni comuni, di Italiano corretto, che con il tempo sono deformati assumendo connotazioni tabù.



Registro

scientifico

Registro

neutro

Registro

infrantile

Registro

colloquiale

/popolare

Registro

volgare

Registro

gergale/

dialettale

testicoli palle, balle coglioni

mammelle seno, petto tette pere, bocce, meloni

tette, poppe zinne, zizze

amplesso, rapporto sessuale

fare l’amore, fare sesso

trombare scopare, chiavare, fottere

fare zum zum, bombare, schiacciare



� È difficile tracciare una linea di confine netta fra un’espressione colloquialee una volgare: spesso sono percezioni soggettive, che variano da una persona a un’altra o da un momento a un altro.

� L’unico criterio-guida, per classificare una parola come parolaccia, è l’esistenza di un limite d’uso.

� Non tutte le parolacce, infatti, hanno la medesima forza: alcune possono scandalizzare (per es. le bestemmie), altre sono bonarie (per es. scioccoletteralmente “senza sapore” o stupido cioè “attonito” in senso negativo, cfr. Cortellazzo, Zolli 5, 1158, 1291).


Quante parolacce esistono nella lingua italiana?

� Migliore risposta: parolacce non saprei, ma io ho fatto una lista di insulti/parolacce per una tipa e ne avevo scritti più di 200...ma il numero

preciso di parolacce proprio non lo so mi dispiace :):)

� https://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20100926012612AAuttop

� I dizionari come lo Zingarelli ne citano circa 300, ma nei dizionari specializzati si sale a oltre 3500 termini2.

http://www.parolacce.org/2009/09/25/minchia-quanto-siamo-ricchi-di-parolacce-ecco-perch/

https://www.youtube.com/watch?v=vQ4eUHOBB9I


Bibliografia

� http://www.parolacce.org/

� https://it.wikipedia.org/wiki/Parolaccia


Bibliografia

� Boggione, Valter, Casalegno, Giovanni, Dizionario storico del lessico erotico

italiano, Milano, Longanesi, 1996.

� Borneman, Ernest, Dizionario dell'erotismo, Milano, BUR, 1988.

� Capuano, Romolo Giovanni, Turpia. Sociologia del turpiloquio e della

bestemmia, Costa & Nolan, Milano, 2007.

� Capuano, Romolo Giovanni (a cura di), Elogio del turpiloquio. Letteratura,

politica e parolacce, Stampa Alternativa, Roma, 2010.

� Dolcino, Michelangelo, E parolle do gatto, Genova, Erga, 1976.

� Galli de' Paratesi, Nora, Semantica dell'eufemismo, Torino, Giappichelli, 1964.

� Grassi, Natascia: La Traduzione degli Insulti nel Doppiaggio di Film Americani, Tesi di Laurea, Bologna, Anno Accademico 2002-2003.

� Tartamella, Vito, Parolacce. Perché le diciamo, che cosa significano, quali effetti

hanno, Milano, BUR, 2006.

� Rossi, Fabio, «Parole oscene», Enciclopedia dell'italiano, Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani.

� Scerbo, Ercole, Il nome della cosa. Nomi e nomignoli degli organi sessuali", Milano, Oscar Mondadori, 1991.

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