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2 | 2011 contiene DECRETO SALVA ITALIA. SINDACATI IN PIAZZA Sciopero generale di Cgil Cisl Uil contro la manovra del Governo Monti. Nel mirino pensioni, tasse sulla casa e lotta all’evasione. pag. 3 IL TRENTINO PUNTA A CRESCERE Nonostante i tagli introdotti dalle manovre nazionali, la Provincia conferma gli stanziamenti per sostenere lo sviluppo e per garantire il welfare. Le richieste della Cgil. pag. 4 pag. 6 INDUSTRIA, IL 2007 è ANCORA LONTANO IL COMPLEANNO DEI DIRITTI UMANI Nel 2010 i bilanci delle aziende industriali hanno il segno più. Ma l’occu- pazione non recupera i livelli pre-crisi. E la recessione incombe. Il 10 dicembre il 63° anniversario della dichiarazione delle Nazioni Unite che stabilisce i diritti universali e inviolabili. Oggi è recepita da 147 paesi sui 192 che aderiscono all’Onu. pag. 2 pag. 4 LE MILLE VERTENZE DEI METALMECCANICI Il 22 febbraio prossimo mani- festazione nazionale contro la Fiat e il nuovo contratto di gruppo che esclude la Fiom. Intanto la crisi morde. Intervista al segretario Roberto Grasselli. L’ITALIA VERSO LA RECESSIONE Editoriale [ segue a pagina 5 ] > di Paolo Burli* [ segue nelle pagine interne ] LA CRISI SI VINCE SOLO CON L’EQUITà Non ci siamo ancora messi alle spalle la grave crisi economica del 2009, che siamo già entrati in una nuova stagione di recessione. Chi, come la Cgil, aveva sostenuto che gli eccessi della finanza avrebbero prodotto disastri per molti anni, non sbagliava. Ora le nubi dall’Europa sono giunte sopra il nostro Paese e minacciano di scatenare una tempesta perfetta capace di travolgere l’Italia intera: spread alle stelle, tassi di interesse sui buoni del tesoro insostenibili, un debito pubblico che non accenna a diminuire, crescenti difficoltà delle imprese e delle famiglie ad accedere ad un credito sempre più costoso, calo dei consumi e degli investimenti. È questo lo scenario che Monti e il nuovo esecutivo, succeduto alla fallimentare esperienza del governo di centrodestra, deve affrontare. La manovra varata il 5 dicembre – la quinta in pochi mesi – era necessaria per evitare il fallimento del Paese. Ma il decreto “salva Italia” contiene misure inique che neppure le modifiche in corso d’opera sono riuscite a cancellare. Nel complesso è una manovra sbagliata e recessiva. Per questo motivo la Cgil, in una ritrovata unità con Cisl e Uil, ha proclamato lo sciopero generale del 12 dicembre. Avevamo e continuiamo ad avere un unico obiettivo: consolidare la finanza pubblica e rilanciare la crescita economica facendo pagare il conto a chi più ha e meno ha dato fino ad oggi. Il decreto “Salva Italia” va in una direzione diversa: in ossequio all’austerity e al rigore europei, aumenta il carico tributario sulle famiglie attraverso l’innalzamento delle imposte sulla casa, sui car- buranti e, a breve, sui consumi tramite l’Iva, e colpisce i lavoratori precoci e i pensionati attuando La crisi dei debiti sovrani di Eurolandia colpisce il nostro Paese. Ma la ricetta del nuovo governo Monti non è quella giusta e rischia di essere recessiva. In Trentino aumentano le risorse per welfare e sanità. Ora serve un impegno comune per la crescita e il lavoro. Buone Feste e Buon Anno Nuovo dalla Cgil del Trentino > 27.12.2011 | n. 6 | Reg.Tribunale di Trento 26.5.1976 n.121 | Poste Italiane SpA - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, com. 2, DCB Trento | Direttore Paolo Burli | Direttore Responsabile Antonio Morandi | Grafica e impaginazione Do.it | Euro 0,52 < > www.cgil.tn.it < (Trento, 2 dicembre 2011) Ci hai lasciati troppo presto, Milena. Ma il tuo sorri- so, la tua umanità, il tuo impegno civile e sociale non lo potremo dimenticare. E mentre ancora sentiamo sulla pelle il dolore dello strappo che ci ha separati, ci colma il cuore il ricordo di te, della tua passione senza limiti per il sindacato e per il lavoro. Ciao, Milena. Ciao Milena

L'Italia verso la recessione

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Il numero di dicembre di Attività sindacale. Sul periodico della Cgil del Trentino l'analisi della manovra del governo Monti e il bilancio della Provincia di Trento, l'andamento dell'industria nel 2010, lanniversario dei diritti universali dell'uomo e l'addio a Milena Demozzi

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Page 1: L'Italia verso la recessione

2 | 2011c o n t i e n e

DECRETO SALVA ITALIA.SINDACATI IN PIAZZA

Sciopero generale di Cgil Cisl Uil contro la manovra del Governo Monti. Nel mirino pensioni, tasse sulla casa e lotta all’evasione.

pag. 3

IL TRENTINO PUNTA A CRESCERE

Nonostante i tagli introdotti dalle manovre nazionali, la Provincia conferma gli stanziamenti per sostenere lo sviluppo e per garantire il welfare. Le richieste della Cgil.

pag. 4

pag. 6

INDUSTRIA,IL 2007 è ANCORA LONTANO

IL COMPLEANNODEI DIRITTI UMANI

Nel 2010 i bilanci delle aziende industriali hanno il segno più. Ma l’occu-pazione non recupera i livelli pre-crisi. E la recessione incombe.

Il 10 dicembre il 63° anniversario della dichiarazione delle Nazioni Unite che stabilisce i diritti universali e inviolabili. Oggi è recepita da 147 paesi sui 192 che aderiscono all’Onu.

pag. 2

pag. 4

LE MILLE VERTENZE DEI METALMECCANICIIl 22 febbraio prossimo mani-

festazione nazionale contro la Fiat e il nuovo contratto di gruppo che esclude la Fiom. Intanto la crisi morde. Intervista al segretario Roberto Grasselli.

L’ITALIA VERSOLA RECESSIONE

Editoriale

[ segue a pagina 5 ]

> di Paolo Burli*

[ segue nelle pagine interne ]

LA CRISI SI VINCESOLO CON L’EqUITà

Non ci siamo ancora messi alle spalle la grave crisi economica del 2009, che siamo già entrati in una nuova stagione di recessione. Chi, come la Cgil, aveva sostenuto

che gli eccessi della finanza avrebbero prodotto disastri per molti anni, non sbagliava. Ora le nubi dall’Europa sono giunte sopra il nostro Paese e minacciano di scatenare una tempesta perfetta capace di travolgere l’Italia intera: spread alle stelle, tassi di interesse sui buoni del tesoro insostenibili, un debito pubblico che non accenna a diminuire, crescenti difficoltà delle imprese e delle famiglie ad accedere ad un credito sempre più costoso, calo dei consumi e degli investimenti. È questo lo scenario che Monti e il nuovo esecutivo, succeduto alla fallimentare esperienza del governo di centrodestra, deve affrontare. La manovra varata il 5 dicembre – la quinta in pochi mesi – era necessaria per evitare il fallimento del Paese. Ma il decreto “salva Italia” contiene misure inique che neppure le modifiche in corso d’opera sono riuscite a cancellare. Nel complesso è una manovra sbagliata e recessiva.

Per questo motivo la Cgil, in una ritrovata unità con Cisl e Uil, ha proclamato lo sciopero generale del 12 dicembre. Avevamo e continuiamo ad avere un unico obiettivo: consolidare la finanza pubblica e rilanciare la crescita economica facendo pagare il conto a chi più ha e meno ha dato fino ad oggi. Il decreto “Salva Italia” va in una direzione diversa: in ossequio all’austerity e al rigore europei, aumenta il carico tributario sulle famiglie attraverso l’innalzamento delle imposte sulla casa, sui car-buranti e, a breve, sui consumi tramite l’Iva, e colpisce i lavoratori precoci e i pensionati attuando

La crisi dei debiti sovrani di Eurolandia colpisce il nostro Paese. Ma la ricetta del nuovo governo Monti non è quella giusta e rischia di essere recessiva.In Trentino aumentano le risorse per welfare e sanità.Ora serve un impegno comune per la crescita e il lavoro.

Buone Feste eBuon Anno Nuovo dalla Cgil del Trentino

> 27.12.2011 | n. 6 | Reg. Tribunale di Trento 26.5.1976 n.121 | Poste Italiane SpA - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, com. 2, DCB Trento | Direttore Paolo Burli | Direttore Responsabile Antonio Morandi | Grafica e impaginazione Do.it | Euro 0,52 <

> www.cgil.tn.it <

(Trento, 2 dicembre 2011)

Ci hai lasciati troppo presto, Milena. Ma il tuo sorri-so, la tua umanità, il tuo impegno civile e sociale non lo potremo dimenticare. E mentre ancora sentiamo sulla pelle il dolore dello strappo che ci ha separati, ci colma il cuore il ricordo di te, della tua passione senza limiti per il sindacato e per il lavoro. Ciao, Milena.

Ciao Milena

Page 2: L'Italia verso la recessione

Sul prossimo numero di Attività sindacale che verrà spedito a tutti gli iscritti entro gennaio, sarà pubblicato uno speciale con tutti i dettagli sulla riforma delle pensioni a cura dello Spi Cgil del Trentino e del patronato Inca.

Speciale pensioni

INDEBITAMENTO NETTO 2012 2013 2014

Maggiori entrate contributive 317 486 695

Contributo solidarietà pensioni e aumen-to contributi previdenziali autonomi 317 486 695

Maggiori entrate tributarie 20.769 22.560 21.931Imu 11.005 11.005 11.005Tares --- 1.000 1.000Addizionale regionale Irpef 2.215 2.215 2.215Accise 4.827 4.561 4.646Tassazione beni di lusso 453 447 450Tassazione strumenti finanziari 2.138 2.016 493Imposta sostitutiva e altre entrate 131 1.315 1.909

Minori spese correnti 5.794 8.620 11.033Riduzione costi della politica e authority 22 51 101Riduzione trasferimenti amministrazioni locali 2.785 2.785 2.785Riforma pensioni 2.888 5.782 8.145Altre spese 131 1.315 1.909

Minori spese in conto capitale 88 125 122Altre spese 88 125 122

TOTALE RISORSE (manovra lorda) 26.967 31.791 33.781

INDEBITAMENTO NETTO 2012 2013 2014

Maggiori spese correnti 2.175 1.200 1.200Incentivi per lo sviluppo 200 300 300Trasporto pubblico locale 800 800 800Altre spese 1.175 100 100

Maggiori spese in conto capitale 1.305 1.336 1.372Incentivi per lo sviluppo 1.150 1.200 1.250Altre spese 155 136 122

Minori entrate trobutarie 3.302 7.945 9.785Aiuto crescita economica (ACE) 951 1.446 2.929Deducibilità Irap 1.624 3.611 3.036Clausola di salvaguardia 720 2.881 3.600Altre entrate 7 7 221

TOTALE IMPIEGHI 6.782 10.481 12.357

D.l. 201/2011 - articolazione della manovra per settoridi intervento (in milioni di euro)

2 attività sindacale > crisi <

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SALVARE L’ITALIA?Sì, mA NON A SpESE dEI SOLITI NOTI

Quarantacinque articoli che, tra nuove tasse per 20,7 mi-liardi e risparmi per 5,8 mi-

liardi, muovono poco meno 27 miliardi nel 2012, miliardi che diventeranno 34 nel 2014 con un saldo netto positivo tra maggiori entrate e minori spese di più di 20 miliardi annui. Questa è la fredda contabilità della prima manovra economica targata Monti, il professore ed ex commissario europeo che dal 16 novembre guida il governo tecni-co dopo le dimissioni dell’esecutivo Berlusconi. Una manovra imponente, la quinta in pochi mesi, che, permet-tendo di centrare l’obiettivo del pa-reggio di bilancio nel 2013, dovrebbe convincere i mercati della solvibilità del debito italiano, dovrebbe spronare l’Europa a sostenere gli sforzi italiani sulla via del rigore finanziario e con-tenere i maggiori interessi sui titoli di Stato, il tutto dando anche un po’ di ossigeno alla crescita economica.

Ma in questo caso il condizionale è d’obbligo perché se il rigore non manca in tutti i provvedimenti del cosiddetto decreto “Salva Italia”, gli strumenti per la crescita sono insufficienti - tanto che Confindustria per il 2012 stima una caduta del Pil dell’1,6% - e l’equità è assente. Così il giudizio della Cgil, condiviso in pieno questa volta da Cisl e Uil, è senza appello: la manovra è ingiusta e col-pisce soprattutto i ceti medio bassi, diminuendo così la capacità di spesa delle famiglie in un’economia alle soglie della recessione che, essendo fondata in gran parte sulla domanda interna, avrebbe bisogno di rilanciare i consumi e non deprimerli.

Iniquità della riforma previdenziale, attacco ai redditi dei ceti più deboli

La manovra del governo Monti garantisce il pareggio di bilancio, ma taglia le pensioni, innalza l’età pensionabile, tassa le famiglie e non rilancia lo sviluppo.

all’Irpef e, in prospettiva, la crescita dell’Iva per coprire il mancato taglio delle detrazioni e deduzioni fiscali previsti dalla delega fiscale contenu-te nelle manovre targate Berlusconi e Tremonti. Per la Cgil la nuova Ici (ora chiamata Imu), l’incremento dei carburanti e la maggiorazione delle addizionali Irpef colpiscono in particolare le famiglie con redditi fissi medio bassi che sopportano un carico tributario e tariffario ormai insostenibile, soprattutto in una fase di crescita zero in cui l’inflazione resta significativa e la dinamica di salari e stipendi è pressoché piatta, se non sono addirittura bloccata per legge (come per i dipendenti pubblici).

Sul lato della crescita poi la Cgil contesta che le misure adottate dal Governo siano efficaci nel momento in cui l’economia Italia si sta avvi-tando su se stessa. Soprattutto la Cgil, insieme a Cisl e Uil, denuncia la scarsa selettività di queste misure ed in particolare l’assenza di un inter-vento fiscale a favore dei redditi di lavoratori, pensionati e delle famiglie che rischia di accentuare la dinamica recessiva dell’economia. Mancano infine misure tese a far pagare chi non ha mai pagato e chi ha di più. Per la Cgil quindi si sarebbe dovuto perseguire con convinzione una svolta epocale nella lotta all’evasione fiscale e prevedere una tassazione sui grandi patrimoni mobiliari ed immobiliari. Ed è proprio sulla base di questa im-postazione che proseguiranno anche nelle prossime settimane le iniziative di mobilitazione del sindacato.

con la mancata rivalutazione delle pensioni oltre 1.400 euro lordi, aumento abnorme della tassazione indiretta, assenza di contributi signi-ficativi da parte dei ceti più facoltosi, timidezza nella lotta all’evasione fiscale e al sommerso: sono queste le accuse rivolte dai sindacati alla manovra, accuse che hanno portato allo sciopero generale del 12 dicembre (vedi l’articolo qui sotto).

Nel dettaglio, la Cgil contesta l’abolizione delle pensioni di anziani-tà, l’innalzamento dell’età pensionabi-le a 66 per le donne entro il 2018, le penalizzazioni per chi anticipa il ritiro dal lavoro prima dei 62 anni d’età. In generale per il sindacato di corso Italia, la manovra usa il taglio delle pensioni per fare cassa. E guardando i dati forniti dagli uffici di Senato e Ca-mera (vedi la tabella in questa pagina) l’accusa della Cgil pare fondata se si osserva che oltre il 18% delle risorse movimentate complessivamente dal decreto “Salva Italia” nei prossimi tre anni è garantito proprio dalla riforma delle pensioni. Si tratta in totale di minori uscite per lo Stato di 16,8 miliardi nel triennio 2012-2014 che danno una indiretta copertura alle minori entrate dovute agli sgravi fiscale alle imprese pari a circa 13,6 miliardi, sgravi che dovrebbero ga-rantire incentivi alla capitalizzazione delle grandi aziende e alle assunzioni di giovani e donne.

Ma, come detto, la Cgil non punta il dito solo contro la riforma delle pensioni. Nel mirino delle organizza-zioni sindacali ci sono anche le nuove imposte sulla casa, l’aumento delle accise sulla benzina, l’incremento dell’aliquota dell’addizionale regionale

Oltre 700 persone hanno deciso di scendere in piaz-za lunedì 12 dicembre per

protestare contro le misure più inique della manovra del Governo Monti, presidiando il Commissariato del Governo a Trento. La manifestazione, indetta da Cgil Cisl Uil del Trentino in occasione dello sciopero generale proclamato dalle tre confederazioni sindacali a livello nazionale, è stata quindi un successo. Anche l’adesione alle tre ore di astensione dal lavoro ha raggiunto livelli positivi, tanto che nei maggiori stabilimenti industriali in provincia oltre la metà dei lavora-tori ha incrociato le braccia.

Ma andiamo con ordine. La gior-nata di mobilitazione è iniziata molto presto. Infatti alle 9 del mattino la sala della Cooperazione, dove si teneva un’assemblea generale del personale insegnante della scuola

IN pIAzzA pER uNA mANOVRA pIù EquA

trentina, non riusciva a contenere tutti i docenti intervenuti che si sono spostati in piazza Dante e da lì hanno raggiunto in massa via Santa Croce. Alle 11 erano quindi già qualche centinaia i lavoratori accorsi davanti al Commissariato del Governo in at-tesa dei comizi dei segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino, Paolo Burli, Lorenzo Pomini ed Ermanno Monari. Prima di prendere la parola, i tre leader sindacali hanno avuto un incontro con il Commissario del Gover-no, Francesco Squarcina. Al prefetto i sindacalisti hanno consegnato il documento unitario con le richieste di modifica al decreto “Salva Italia” condivise dalla tre sigle sindacali a livello nazionale. Squarcina ha preso atto della richiesta ribadendo che si farà tramite verso il Governo delle ri-chieste delle organizzazioni sindacali e sottolineando come a tutti i livelli lo

Stato risenta della difficile situazione delle finanze pubbliche.

Dopo gli interventi di Ermanno Mo-nari (Uil) e di Lorenzo Pomini (Cisl), la mattinata di mobilitazione a Trento è stata chiusa dal comizio del segretario generale della Cgil del Trentino, Paolo Burli per il quale è ingiusto colpire sempre i soliti noti, quelli che le tasse le pagano fino all’ultimo centesimo, attraverso l’innalzamento dell’età pensionabile, l’imposizione di nuove tasse sulla prima casa e la mancata indicizzazione delle pensioni superiori a tre volte il minimo. Se una manovra è necessaria per mettere in sicurezza i conti pubblici, sostenere le giovani generazioni e quindi tutelare i ceti più deboli, quelli completamente in-difesi di fronte ad un default italiano, Burli ha però chiesto al governo più equità. Per il leader della Cgil inoltre l’Autonomia trentina non può esser

considerata un bancomat. Burli ha infatti ricordato che lo Statuto del Trentino indica in un accordo tra Stato e Provincia la modalità per definire il concorso della nostra provincia agli obiettivi di finanza pubblica nazionali.

Come detto i dati dell’adesione allo sciopero a fine giornata hanno confermato il buon esito della mo-bilitazione. In molti stabilimenti dell’industria la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori è stata decisamente positiva. Alle Cartiere del Garda ha scioperato quasi il 90% dei 480 dipendenti, alla Vetri Speciali di Pergine stabilimento fermo per lo sciopero di tutti e 110 i dipendenti. Alla Luxottica di Rovereto l’adesione ha raggiunto il 75% tra i 650 dipen-denti della multinazionale dell’occhia-leria. Ottima l’adesione anche tra le lavoratrici e i lavoratori del consorzio Melinda: al magazzino Fat di Tuenno

hanno scioperato il 98% dei 70 dipen-denti, al magazzino Cocea di Segno il 70% circa dei 130 dipendenti, così come al magazzino Contà di Cunevo (sempre 130 dipendenti).

Nel settore metalmeccanico le adesioni sono state mediamente molta alte. Al primo turno di lavoro alla Whirlpool di Spini di Gardolo ha in-crociato le braccia circa l’80% dei 400 lavoratori. All’Ebara Pumps di Cles ha scioperato il 60% dei 330 dipendenti, alla Dana di Arco (450 dipendenti) il 70%, alla Sata di Castelnuovo (100 dipendenti) l’80%, all’Adige di Levico (130 dipendenti), il 60%.

Nella giornata di lunedì 19 di-cembre ha poi scioperato il pubblico impiego (dipendenti provinciali, degli enti locali, della sanità e della scuola), mentre il 15 e 16 dicembre è stata la volta degli addetti al trasporto pub-blico locale e ferroviario.

Lunedì 12 dicembre losciopero generale di Cgil Cisl

Uil del Trentino. 700 persone davanti al Commissariato del Governo.

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attività sindacale 3> anticrisi <

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BILANCIO 2012. IN TRENTINOpIù RISORSE A wELfARE E SANITà

Non crescerà nel 2012 il bilan-cio della Provincia autonoma di Trento. La manovra finan-

ziaria e il bilancio di previsione appro-vati dal Consiglio provinciale prima di Natale fissano infatti a 4.637 milioni di euro il budget per la spesa corrente e per gli investimenti della Provincia, in linea con le risorse del 2011. Ma non è ancora chiaro se la cifra sarà quella definitiva. La manovra del governo Monti richiederà infatti nuovi sacrifici all’Autonomia, oltre a quelli già fissati nel patto di stabilità dal governo Ber-lusconi. Resta poi sul tappeto la que-stione della riserva all’erario: il governo Monti vorrebbe trattenere a Roma tutto il gettito fiscale prodotto dagli aumenti di imposta previsti dal decreto “Salva Italia”, dall’Iva all’Imu, dalle accise sui carburanti all’addizionale Irpef. Su questo fronte la Provincia è orientata ad impugnare il provvedimento davanti alla Corte costituzionale.

Osservando le singole voci di bi-lancio, si nota l’incremento della spesa sanitaria che per il 2012 sale a quota 1.232 milioni di euro (pari al 26,6% di tutto il bilancio). Cresce anche la spesa sociale che, con una disponibi-lità aggregata di 477 milioni di euro, rappresenta il 10,3% degli stanzia-menti complessivi. Al suo interno vengono confermate disponibilità per 75 milioni per quanto riguarda le politiche del lavoro, mentre crescono quelle per l’edilizia abitativa (118 milioni nel 2012). Calano leggermente le risorse a disposizione della scuola che però, con stanziamenti pari a 766 milioni di euro, rappresentano la seconda voce di spesa dell’intero bilancio (circa il 16,5%). Ad università e ricerca il bilancio di previsione per il 2012 destina la cifra record di 294 milioni di euro, con un incremento rispetto a soli cinque anni fa pari al 104%. Complessivamente a sanità,

| Per la Cgil del Trentino questo strumento va sostenuto anche grazie all’accordo tra le parti |

welfare, formazione e ricerca va quasi il 60% del budget a disposizione della Provincia nel 2012.

Accanto al bilancio, il consiglio provinciale ha approvato anche la legge finanziaria che, per la giunta, dovrebbe soste-nere la crescita economi-ca. Un obiettivo condivi-so dalla Cgil del Trentino che, nel confronto con la Giunta provinciale, ha saputo ottenere un sostegno indiretto alla contrattazione aziendale attraverso gli sgravi Irap e la partecipazione dei sindacati ai tavoli per la ridefinizione delle politi-che di sostegno all’economia.

La Cgil ha sostenuto la necessità dell’indicizzazione al costo della vita dei parametri Icef sui cui viene calco-lato il livello di benessere delle fami-glie per non penalizzarle nell’accesso ai servizi e ai benefici del welfare provinciale, a fronte degli aumenti no-minali dei redditi. Su questo punto la risposta è stata interlocutoria. Tra gli aspetti positivi c’è però l’estensione al pacchetto famiglia delle detrazioni Icef per il lavoro femminile che ga-rantiranno un aumento degli assegni regionali a quei nuclei familiari in cui lavorano più componenti.

Sempre restando in tema di po-litiche equitative, la Cgil si è detta

Il primo e più importante banco di prova per riuscire ad offrire un so-stegno concreto ai giovani in cerca di lavoro è il rilancio in Trentino dell’ap-prendistato. La Cgil del Trentino lo sostiene fin dalla definizione nel giugno scorso del piano di intervento provinciale per l’occupazione giovani-le e durante il dibattito apertosi in autunno con artigiani e industriali sulle migliori strategie per agevolare l’accesso dei giovani nel mercato del lavoro.

Riguardo l’apprendistato, forma di inserimento lavorativo che associa la prestazione lavorativa a percorsi formativi, la nuova disciplina varata dal Governo con il consenso delle parti sociali (decreto legislativo 167 del 14 settembre 2011), conferma le tipologie (diritto-dovere per chi non ha assolto l’obbligo scolastico, alto per chi intende acquisire un diploma o la laurea, e professionalizzante), demanda la concreta attuazione dei profili dell’apprendistato professiona-lizzante alla contrattazione collettiva e garantisce sgravi contributivi per le aziende (copertura contributiva a totale carico dello Stato per appren-disti assunti da un’azienda fino a 9 dipendenti e aliquota contributiva del 10% per le assunzioni in aziende sopra i 9 dipendenti).

Anche in virtù di queste agevo-lazioni e ferma restano l’opportunità che la Provincia autonoma confermi i suoi interventi di integrazione alla formazione in azienda, per la Cgil del Trentino l’apprendistato è una forma utile ed efficace per l’occupazione dei giovani. Le parti sociali sono im-pegnate a raggiungere intese sull’at-

La giunta provinciale ha appro-vato, il 1° agosto, il documento di interventi di politica del lavoro per il triennio 2011-2013. Il piano è composto da una serie di interventi puntuali che fanno riferimento a sei specifiche attività. Tra queste sono le politiche attive del lavoro – i ser-vizi per l’impiego, la formazione per occupati e disoccupati, le attività di sistema – ad avere la priorità, come avviene nei sistemi di welfare più avanzati in Europa.

A questi si aggiunge un set di strumenti di carattere economico – incentivi all’assunzione, progetti per l’occupazione e sostegni al reddito dei lavoratori – che puntano a favorire l’occupabilità dei soggetti più deboli all’interno del mercato del lavoro, in primo luogo i giovani, le donne, gli over 50, i lavoratori a rischio disoccupazione e i soggetti a bassa qualificazione.

Per la Cgil del Trentino, tutti gli strumenti del piano, a partire dal forte

pER I gIOVANILA VIA mAESTRA è L’AppRENdISTATO

LAVORO. C’è IL NuOVO pIANO pROVINCIALE

tuazione dei tre tipi di apprendistato in stretto rapporto con il sistema dell’istruzione e della formazione professionale e dell’università.

investimento sulle politiche attive del lavoro, sono stati progettati in funzione della prossima attuazione della delega alla Provincia in materia di ammortizzatori sociali. Senza di-menticare gli incentivi alle assunzioni e le forme di sosteno al reddito, il piano punta sulla qualificazione dei servizi per l’impiego e la formazione di occupati, disoccupati e sospesi. Il miglioramento delle competenze è infatti lo strumento più efficace per garantire il raggiungimento di un duplice obiettivo: rendere più forti sul

Ma il decreto “Salva Italia” rende incerto il quadro finanziario disegnato dalla Provincia. La Cgil promuove la manovra provinciale ma reclama l’indicizzazione dell’Icef

disponibile, a fronte dell’aumento degli assegni di cura, a applicare il sistema Icef nella determinazione delle rette delle case di riposo purché la compartecipazione sia limitata alla spesa alberghiera.

È stato anche previsto il blocco delle addizionali comunali all’Irpef, come richiesto dalla Cgil, che sareb-bero pesate sulle tasche di lavoratori dipendenti e pensionati. Sempre a riguardo di enti locali, la Cgil ha condiviso la spinta alla gestione as-sociata dei servizi dei piccoli comuni all’interno delle comunità di valle.

Ma è sul fronte del lavoro, che la Cgil ha chiesto interventi immediati alla Giunta provinciale. Tra l’altro la finanziaria introduce una specifica

disciplina per i tirocini formativi in grado di stimolare ed incentivare queste tipologie di formazione profes-sionale sul campo, a partire da quelle che garantiscano precisi standard di qualità. Inoltre, la Cgil ha ottenuto di giungere alla definizione dell’intesa sulle misure straordinarie per il 2012 al massimo entro gennaio, sollecitan-do l’anticipo per via amministrativa di alcune misure ipotizzate per l’at-tuazione della delega in materia di ammortizzatori sociali. Infine, un’altra specifica richiesta alla Provincia è stata quella di potenziare i contratti di solidarietà che possono diventare un argine decisivo per difendere l’oc-cupazione quando il Paese tornasse in recessione.

Si chiama documento degli interventi di politica del lavoro ed è com-posto da 31 azioni che l’amministrazione provinciale, attraverso l’Agenzia del lavoro, intende attuare per migliorare il mercato del lavoro trentino. Sei sono gli ambiti di intervento: i servizi per l’impiego, la formazione, gli incentivi all’occupazione, i progetti per l’occupazione, i sostegni al reddito, le attività di sistema. Documento e schede sintetiche sono di-sponibili all’indirizzo web:www.cgil.tn.it/politichelavorotrentino2013

LE pOLITIChE pER IL LAVORO

La disoccupazione giovanile in Trentino riguarda maggiormente i giovani tra i 15 e i 24 anni, si attesta attorno al 15% (contro il 27,8% dell’Italia e il 20,6% dell’Europa), mentre è decisamen-te inferiore nella fascia di età tra i 25 e i 29 anni (6,8%). Nel 2010, i disoccupati di età compresa tra 15 e 24 anni sono stati circa 2.500 e fra 25 e 29 anni circa 1.600.

A soffrire sono soprattutto le giovani donne: il tasso di disoccu-pazione femminile fra i 15 e i 24 anni è del 20,3% contro l’11,8% maschile. La disoccupazione tra i giovani tra 15 e 29 anni incide meno se si ha un diploma (7,7%) o una laurea (8,1%).

gIOVANI,dISOCCupAzIONE AL 15%

Nel triennio 2011-2013 priorità alle politiche attive per la formazione e il ricollocamento

mercato le lavoratrici ed i lavoratori e, allo stesso tempo, aumentare la competitività del sistema delle im-prese locali.

Proprio per la sua importanza il piano va puntualmente attuato. Per farlo la Cgil del Trentino ha sollecitato un impegno comune delle parti sociali ad utilizzare al massimo gli strumenti di politica del lavoro ed ha chiesto alla Provincia di investire adeguata-mente sull’Agenzia del Lavoro che ha il ruolo fondamentale di concretizzare gli interventi.

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> occupazione < 4 attività sindacale

2010, L’INduSTRIA TORNAA CRESCERE

Il peggio è passato, ma se il 2010 è stato un anno po-sitivo per il manifatturiero

in Trentino, il futuro resta incerto. Si può sintetizzare così l’annuale analisi dei bilanci di alcune impre-se e gruppi industriali attivi sul territorio provinciale, curata per la CGIL del Trentino da Franco Ischia. Per il 2010 gli indici sono risultati significativamente positivi dopo la profonda recessione registrata nel 2009: gli utili sono complessivamente in crescita, così come si registra una ripresa del margine operativo e del fatturato. Ma resta comunque molto arduo tornare velocemente ai livelli del 2007, in particolare nel settore metalmeccanico.

Tutto questo si ripercuote inevita-bilmente sui livelli occupazionali nel settore. In un recente aggiornamento della ricerca della Camera di Commer-cio sulle aziende del settore indu-striale il numero di addetti occupati da aziende con più di 10 dipendenti, incluse quelle delle costruzioni, è sceso del 9,6% nel periodo tra il 2008 e il 2010. Con poco meno di 25mila addetti il manifatturiero in senso

Ma in Trentino non è stato ancora colmato il gap con il 2007. Ne risente anche l’occupazione.

mETALmECCANICI. pERICOLO OCCupAzIONE NEL 2012

Sono tanti i fronti aperti per la Fiom: dalla vertenza Fiat – che sfo-cerà nella manifestazione nazionale dell’11 febbraio al nuovo contratto nazionale di lavoro passando per il giudizio sull’accordo interconfederale su democrazia e contrattazione del 28 giugno. Fronti sui quali i sindacati dei metalmeccanici sono divisi. Con una piccola, ma significativa eccezione: in Trentino è stato infatti siglato un pat-to tra Fim Fiom e Uilm che stabilisce regole comuni nella contrattazione di secondo livello, incluso l’utilizzo del referendum tra i lavoratori su piatta-forme e accordi aziendali. Ne parliamo con il segretario generale della Fiom del Trentino, Roberto Grasselli.

Partiamo dalla situazione comples-siva nel metalmeccanico. Spirano venti di crisi sul settore?

La crisi dell’Eurozona e il rallenta-mento della crescita globale stanno sicuramente rendendo sempre meno rosee le prospettive. Se a ciò si aggiun-ge l’assenza in Italia di vere politiche industriali, l’austerity e l’incombente recessione, la situazione si fa davvero dura. Il 2012 sarà un anno molto dif-ficile anche per l’occupazione: sono a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro in Italia.

prestare interventi di riqualificazione del personale. Infine serve potenziare gli strumenti di sostegno al reddito dei lavoratori sospesi o licenziati per garantire la capacità di spesa delle famiglie. Le premesse per realizzare questi interventi ci sono: ora serve dare concretezza al piano provinciale di politiche del lavoro, partendo dalla definizione delle misure straordinarie per l’occupazione per il 2012.

Intanto a livello nazionale sono molti i fronti aperti su cui la Fiom è impegnata.

Sì, sono molti e per certi versi decisivi. Siamo infatti impegnati a contrastare le politiche di austerity promosse prima dal Governo Berlusco-ni, ed oggi replicate dal Governo Monti che taglia la spesa previdenziale per fare cassa e colpisce i lavoratori che dopo 40 anni avrebbero il sacrosanto diritto di andare in pensione. Poi c’è la questione del contratto nazionale. Abbiamo approvato una piattaforma e vogliamo discuterla con Federmecca-nica superando le logiche che hanno portato alla disdetta del vecchio con-tratto e all’accordo separato del 2009. Purtroppo, la divisione del fronte sindacale ci fa inevitabilmente pagare un prezzo altissimo, con il rischio che

centinaia di migliaia di lavoratori resti-no senza un vero contratto di lavoro.

Succede lo stesso in Fiat. Ma davvero la Fiom, il sindacato più rap-presentativo delle tute blu, può essere estromesso dalla più grande azienda metalmeccanica?

Questa è la più grande ingiustizia che la Fiat sta producendo: togliere ai lavoratori il diritto di scegliersi il proprio sindacato. È un atto antide-mocratico insostenibile. Per questo ci

stretto, ossia al netto dell’edilizia, i livelli occupazionali tornano quelli del 1994.

Ma torniamo all’analisi dei bilanci curata dalla Cgil. Delle 102 aziende prese in esame, il 76% ha registrato utili contro il 24% che invece ha chiu-so il bilancio in perdita: le aziende in perdita sono 16 nel settore mecca-nico, 2 nel tessile, 3 nel chimico, 1 nell’alimentare. Il 65,7% del campio-ne ha aumentato il fatturato, mentre ben il 79,4% ha registrato un margine operativo positivo Sono state invece 14 aziende meccaniche, due tessili, una chimica e due del settore cartario a dichiarare un margine operativo negativo, quindi una perdita ancora prima degli oneri finanziari e delle tasse. Sono queste ultime a soffrire di più la crisi economica in atto.

Entrando nel dettaglio, il fattura-to 2010 delle aziende del campione è stato di 3,1 miliardi di euro, con un incremento del 9,7% rispetto all’anno precedente. Nel 2008 la crescita si era fermata a un misero +1% che preannunciava la recessione del 2009. Recessione che è arrivata puntuale con un tonfo dei fatturati in

C’è un pericolo occupazionale anche in Trentino?

Certo, non possiamo nasconder-celo. Magari non c’è la stessa pres-sione presente in altri territori, ma il Trentino non è un’isola felice. Ora siamo impegnati a ridurre drastica-mente l’impatto della ristrutturazione alla Whirlpool e speriamo che i segnali negativi finiscano qui. I prossimi mesi saranno decisivi per capire se il 2012 sarà di nuovo un annus horribilis.

Come si possono ridurre i rischi di un’emorragia di posti di lavoro e rilanciare la produzione?

Non ci sono ricette precostituite perché ogni congiuntura ed ogni azienda è diversa. Bisogna dotarsi di una pluralità di strumenti da met-tere in atto caso per caso. Abbiamo chiesto alla Provincia di rivedere le politiche di incentivo per incremen-tare la competitività delle imprese che hanno buone potenzialità, ma poca visibilità, sostenendo la ricerca applicata, l’innovazione di prodotto e l’efficienza energetica degli stabi-limenti. Inoltre dobbiamo diffondere l’uso dei contratti di solidarietà per difendere il capitale umano delle imprese, ridurre gli effetti sociali di possibili contrazioni produttive e ap-

media del 15,7%. Nel 2010 riparte la cresci-ta senza però recupe-rare completamente la caduta del 2009. In particolare crescono il settore mecca-nico (10,2%), quello chimico (13%), quello alimentare (0,5% ), il tessile (25,9%) e il cartario (12,6%).

L’utile complessivo registrato dalle aziende del campione è pari a 69 milioni di euro, ossia il 2,2% del fatturato. Nel settore meccanico l’utile netto è del 3,2% del fatturato, nel chimico del 1,3%, nell’alimentare dello 0,4%, nel tessile del 2,8% e nel cartario del 2,2%. L’entità comples-siva degli utili è in crescita rispetto ai 34,8, milioni del campione 2009. Positivi anche gli indici riferiti al tasso di profitto. Il Roe, rapporto tra utile netto e capitale investito dall’imprenditore, è stato del 5,8% in crescita considerevole rispetto al 2,2% del campione 2009. Era il 4,3% del campione 2008, contro il 7% del campione 2007.

Il margine operativo, differenza tra il valore della produzione e i costi (prima della gestione finanziaria),

è stato di 131 milioni di euro per il campione 2010, corrispondenti al 4,2% del fatturato. Era il 3% nel 2009, il 4,5% nel 2008, il 5,6% nel campione 2007. Rispetto al 2009 il dato è peggiorato nel tessile e nel cartario ed è migliorato in tutti gli altri settori. Oscilla tra l’1,5% dell’alimentare e il 5,5% del mecca-nico. Sono poi in calo sia il costo del lavoro (14,6% del fatturato nel 2010, contro il 14,7% del 2009) e gli oneri finanziari (0,8% del fatturato contro l’1% del 2009 e l’1,6% del 2008).

Nonostante la ripresa registrata nel settore industriale e, in partico-lare, nel manifatturiero, la dinamica occupazionale resta ancora negativa. Lo certifica, come detto sopra, lo studio della Camera di Commercio che fotografa l’andamento dell’occupazio-ne nelle aziende industriali sopra i 10 dipendenti al giugno del 2010. Per il terzo anno consecutivo si registra una contrazione di addetti nel comparto:

30.806 occupati contro 31.778 del 2009 e i 32.979 del 2008. La gran parte della perdita di occupazione viene dal manifatturiero che segna un meno 1.179 rispetto al 2009 e che si somma alla contrazione di 1.020 addetti del 2009 rispetto al 2008. Anche nel settore delle costruzioni si registra un calo degli occupati che scendono dai 6.171 del 2009 ai 5.813 addetti del 2010 con una riduzione di 358 posti di lavoro.

Nel 2010 si sono persi il 3,1% dei posti di lavoro nell’industria, il 4,4% nel manifatturiero. Sono l’insieme dell’industria meccanica e del tessile a perdere più addetti, seguiti dal cartario. Nel 2010 infine i territori più sofferenti sono la Vallagarina (meno 279 occupati rispetto ai 7.563 addetti del 2009), la valle dell’Adige (meno 285 occupati su 9.286), le valli di Non e Sole (meno 230 occupati su 1.481), le Giudicarie (meno 174 occupati su 2.114).

L’11 febbraio manifestazione nazionale della Fiom contro la Fiat. In Trentino accordo unitario sulle regole della contrattazione aziendale. Intervista al segretario generale, Roberto Grasselli.

batteremo senza posa per ripristinare i principi fondamentali della democrazia e della rappresentanza. Lo faremo a partire dalla manifestazione indetta dalla Fiom il prossimo 11 febbraio per il quale fin da ora, anche in Trentino, siamo impegnati al massimo delle nostre forze.

In Trentino la Fiom ha appena sot-toscritto un’intesa unitaria proprio su contrattazione e rappresentanza. Quali sono le ragioni dell’accordo?

Intanto, garantire a tutti i lavorato-ri la possibilità di avere l’ultima parola sugli accordi aziendali siglati delle organizzazioni sindacali. Con l’intesa tra Fim Fiom e Uilm il referendum non è più un optional, ma un meccanismo a disposizione delle lavoratrici e dei lavoratori. Inoltre, viene sancita la garanzia della rappresentanza anche alle sigle che non firmassero un accordo aziendale. Nessuno potrà espellere nes-suno perché in fabbrica, sulle questioni sindacali, in Trentino dovranno essere sempre e solo i lavoratori a decidere.

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mILENA dEmOzzI,uNA VITA pER IL LAVORO

Se ne è andata dopo aver lot-tato fino all’ultimo contro il male che l’aveva colpita. Lo

ha fatto con il coraggio e la forza che le erano proprie e che tanti avevano avuto modo di conoscere. Milena Demozzi si è spenta all’alba del 2 di-cembre scorso, ma il suo ricordo non ci abbandonerà.

Originaria di Sardagna, era nata a Trento il 10 febbraio 1959 e faceva parte della segreteria confederale della Cgil del Trentino. Aveva mosso i primi passi nel sindacato fin da giovanissima. Nel 1980 cominciò a lavorare infatti come funzionaria amministrativa per la Federazione unitaria dei metalmeccanici, la Flm. Quando nel 1986 l’esperienza unitaria delle tute blu si interruppe, Demozzi continuò a lavorare per la Fiom, la federazione dei metalmeccanici della Cgil, in seno alla quale acquistò sem-

La segretaria confederale della Cgil del Trentino ci ha lasciatidopo una lunga malattia

pre nuove responsabilità, diventando dirigente sindacale a tutti gli effetti fino ad assumere, prima donna nella storia dei metalmeccanici della Cgil del Trentino, l’incarico di segretario generale della Fiom il 10 maggio 2003.

In quella veste Milena fu chiamata a gestire la difficile fase dei contratti separati del settore con l’esplodere delle tensioni, a livello nazionale, tra le sigle del metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil, mentre a livello locale proseguiva il complesso percorso di riorganizzazione delle grandi aziende multinazionali, come delle medie imprese trentine del settore.

Dopo la conferma nell’incarico nel congresso del 2004, Milena passò alla Filtea. Il direttivo la elesse nuova segretario generale del sindacato dei tessili Cgil il 17 gennaio 2008. Nel marzo del 2009, il direttivo provin-ciale della confederazione la nominò

segretario confederale della Cgil del Trentino e poco dopo, il segretario ge-nerale Paolo Burli, le affidò il delicato incarico di segretario organizzativo della Cgil del Trentino. Milena Demozzi mantenne l’incarico di segreteria an-che dopo il congresso provinciale del marzo 2010.

«La scomparsa di Milena Demoz-zi – ricorda Paolo Burli – lascia un vuoto incolmabile. Ci mancheranno la sua passione e la sua umanità, virtù importanti per chi fa un mestiere così difficile come quello del sindacalista». «La Cgil del Trentino e il mondo del lavoro – continua Burli - perdono una donna di gran cuore. Ci sentiamo tutti più soli e per questo siamo stretti attorno ai parenti, agli amici e al com-pagno Ottorino in un abbraccio che confidiamo sia capace di consolarli e rincuorarli».

Anche i dipendenti di ammini-strazioni statali e parastatali, delle agenzie fiscali, di Provincia ed enti locali, della sanità pubblica e pri-vata, delle cooperative sociali, delle poste, della scuola, dell’università e della ricerca hanno scioperato in Trentino lunedì 19 dicembre per dire no alle iniquità della mano-vra Monti. Cgil Cisl Uil Funzione pubblica hanno anche organizzato un partecipato presidio davanti al Commissariato del Governo in via santa Croce a Trento. Sono stati almeno quattrocento i lavoratori che hanno deciso di scendere in piazza in protesta con le norme del decreto “Salva Italia”.

È ferma l’opposizione all’esterna-lizzazione dei servizio di raccolta dei rifiuti che il Comune di Trento intende affidare attraverso un appalto ad una ditta diversa dall’attuale gestore, la società pubblica Dolomiti Energia. Palazzo Thun ha preso la strada oppo-sta a quella del Comune di Rovereto: nella città della Quercia il servizio sarà gestito in house.

Per la Fp Cgil del Trentino «la decisione della giunta Andreatta è inaccettabile ed è stata assunta senza un seppur minimo coinvolgimento delle organizzazioni sindacali. Cgil Cisl Uil del Trentino, con una lettera sottoscritta dai tre segretari generale Burli, Pomini e Monari, avevano solle-citato i comuni di Trento e Rovereto e la Provincia ad aprire un confronto urgente, ma senza ottenere risposta da palazzo Thun».

CONTRO LA mANOVRA ANChE dIpENdENTI puBBLICI E pERSONALE dELLA SCuOLA

IgIENE uRBANA A TRENTO, fp CONTRARIA ALL’ESTERNALIzzAzIONE

A proposito delle ragioni dello sciopero, i sindacati hanno ribadito che la manovra iniqua del governo Monti si aggiunge al blocco dei contratti ed alla costante riduzione del potere d’acquisto delle retribu-zioni, alla campagna diffamatoria, al blocco del ricambio generazionale attraverso il mancato turn-over ed all’aumento esponenziale dei carichi di lavoro, alle mancate stabiliz-zazioni dei precari ed alle liste di mobilità nel pubblico impiego che senza confronto con le organizza-zioni sindacali potrebbero portare ai licenziamenti.

A pagare – hanno ribadito le organizzazioni sindacali anche al

Di fronte alla mobilitazione dei lavoratori che hanno partecipato alla prima seduta del consiglio comunale per far sentire la propria voce, il consi-glio stesso il 21 dicembre ha deciso di sospendere la discussione sulla ester-nalizzazione e la Giunta ha finalmente assunto l’impegno ad incontrare i sin-dacati e i rappresentanti dei lavoratori. Il confronto si dovrebbe tenere il 29 dicembre alla presenza di rappresen-tanze delle amministrazioni comunali di Trento e Rovereto e della Provincia. Per le 250 famiglie degli addetti alla raccolta dei rifiuti a Trento è un primo parziale successo. «Ma la vera vitto-ria – spiegano dalla Fp Cgil – sarebbe quella di convincere l’amministrazione comunale a tornare sui propri passi. È proprio quello che cercheremo di fare nell’incontro che finalmente siamo riu-sciti a strappare alle istituzioni locali».

Commissario del Governo - sono sempre gli stessi, quelli che subisco-no il blocco delle rivalutazioni delle pensioni, che si vedono aumentare l’età per il raggiungimento della pensione, che dovranno accollarsi gran parte delle nuove tasse, dalle accise sui carburanti alle aliquote Iva maggiorate, dalla nuova Imu all’addizionale regionale Irpef.

LA CRISI SI VICE SOLO CON L’EqUITà

la riforma previdenziale e impedendo l’indicizzazione degli assegni pensionistici al costo della vita, il tutto per fare cassa e confermare il pareggio di bilancio nel 2013. Ma in tutto questo la grande assente è la crescita: in questo senso gli sgravi Irap alle imprese pagate dalle famiglie non servono a molto, mentre sarebbe utile un contenimento della pressione fiscale (oggi al 45%, ma già oltre il 50% se si azzerano evasione ed elusione) sui redditi fissi – lavoratori dipendenti e pensionati – che non c’è, deprimendo ulteriormente la domanda interna.

> continua dalla prima pagina

Editoriale In questo quadro drammatico, l’Italia sta di nuovo imboccando la strada della recessione. Le stime dell’Unione europea prevedono un Pil in discesa dello 0,5% nel 2012, mentre più pessimista è Confindustria che annuncia un calo dell’1,6% e 800mila posti di lavoro in meno nel prossimo biennio, con la disoccupazione al 9% nel 2013. Contro il declino del nostro Paese, contro mere politiche di rigore, contro l’idea che a pagare sia chi lo fa da sempre, la Cgil continuerà a mobilitarsi. Perché la vera risposta alla crisi è garantire sempre maggiore equità cercando di colpire quel fardello insopportabile di 275 miliardi annui di evasione fiscale, cercando di porre fine ai mille privilegi e e forme di rendita che frenano la crescita e impedisco al nostro Paese di liberare energie fondamentali per lo sviluppo, cercando di affermare un modello di welfare universale costruito per sostenere il lavoro come nelle migliori tradizioni nordeuropee.

Se l’Italia è sull’orlo del baratro, i lavoratori e i pensionati italiani sono pronti a fare la propria parte perché la salvezza del Paese corrisponde alla salvezza dei ceti meno abbienti. Ma è finito il tempo di chi non ha coraggio, è finito il tempo delle ricette facili, di qualunque matrice esse siano. Oggi è tempo di trovare, a Trento come a Roma, a Francoforte come a Berlino, politiche per far crescere la nostra economia nel senso dell’equità, dando risposte, chiare e certe, per primi a lavoratori e pensionati, ai giovani e alle donne, a coloro cioè che rappresentano la spina dorsale della nostra società.

Segretario generale CGIL del Trentino*

> di Paolo Burli *

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> diritti <

10 dICEmBRE 2011.63ESImO ANNIVERSARIO dELLA dIChIARAzIONE uNIVERSALE dEI dIRITTI umANI

63 anni fa, a Parigi, i 58 rappre-sentanti degli Stati allora membri dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, riuniti nell’Assemblea Genera-le, approvarono la Dichiarazione dei diritti umani con 48 voti a favore, 8 astensioni e 2 assenze.

Ci vollero altri 28 anni per passare dalla Dichiarazione, non vincolante, ad una Convenzione in-ternazionale. In realtà, gli Stati membri non vollero un’unica Conven-zione Internazionale, e quindi se ne produssero e se ne approvarono due, quella per il rico-noscimento dei diritti politici e civili e quella per il riconoscimento dei diritti economici, sociali e culturali. Entrambe approvate dall’Assem-blea Generale dell’ONU nel 1966, ma entrate in vigore solamente nel 1976, dopo le necessa-rie ratifiche degli Stati membri, passati nel frat-tempo, da 58 del 1948 ai 147 (oggi sono 192 gli

Stati membri). La storia della Dichiarazione,

dei suoi principi e ideali, delle sue diverse interpretazioni ed evoluzioni nel sistema del diritto internazionale, come della sua applicazione nei rap-porti tra stati e cittadini, si intreccia con la storia recente dell’umanità; la fine del secondo conflitto mondiale e

Ospitiamo l’intervento di Danilo Barbi (segreteria nazionale Cgil) sulla ricorrrenza.del colonialismo, la guerra fredda, la nascita dei nuovi stati indipendenti.

Nata come impegno delle potenze che sconfissero il nazi-fascismo e come ideale “da raggiungere per tutti i popoli e per tutte le nazioni”, come recita il preambolo, la Dichiarazione, dai suoi primi passi, ha avuto diffi-coltà a rappresentare il punto di vista

di quelle Nazioni e di quelle culture liberatesi dal colonialismo, negli anni sessanta e settanta del secolo scorso, come pure ha incontrato le resistenze e gli osta-coli degli stessi Stati occidentali che l’hanno partorita. Un percorso ed una vita difficile, per-ché i suoi principi, i suoi ideali ed i suoi articoli chiedono comportamen-ti e decisioni politiche coerenti, responsabili e cogenti.

L’esempio, a noi più vicino, è quello dei di-ritti del lavoro che fan-no parte, a pieno titolo, della famiglia dei diritti

umani, come descritto già allora, nel 1948, dall’Articolo 23 della Di-chiarazione. Ad una semplice lettura non può sfuggire quanto l’ideale di pieno raggiungimento per popoli e nazioni, scritto ed approvato dai capi di stato ben sessantatre anni or sono, sia lontano dalla pratica e dalle tendenze dell’attuale sistema economico globale e dalle risposte che il sistema sta dando alla crisi stessa. La stessa inestimabile azione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, agenzia tripartita delle

Nazioni Unite preposta alla ema-nazione e promozione delle norme internazionali del lavoro, è stata messa in discussione dalle politiche neoliberiste del libero mercato e della deregolazione.

Indivisibilità, interdipendenza, cogenza dei diritti umani stabiliti in questa Dichiarazione sono ancor oggi una conquista universale da tradurre nell’impegno quotidiano di ogni singola persona e di ogni singola istituzione. Per il sindacato, per la CGIL, questa è la strada

1. Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell’impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro e alla protezione contro la disoccupazione.

2. Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retri-buzione per eguale lavoro.

3. Ogni individuo che lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale.

4. Ogni individuo ha diritto di fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.

Articolo 23 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

 

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> in breve <

periodicodella CgIL del Trentino

Scritti, richieste, interventivanno inviati alla redazione invia Muredei, 8 – 38100 Trento

tel. 0461 303911 - fax 0461 935176e-mail: [email protected]

www.cgil.tn.it

Comitato di redazionePaolo Burli, Andrea Grosselli, Flavio Ceol,Romano Vicentini, Manuela Terragnolo,

Giampaolo Mastrogiuseppe

CRISI VALTUR. FILCAMS CGIL: “RIPENSARE IL MODELLO TURISTICO DEI GRANDI OPERATORI IN TRENTINO”Dall’ottobre 2011 la Valtur SpA è in amministrazione straordinaria. In val di Sole gestisce una strut-tura ricettiva da 800 posti letto a Marilleva 1400. Per la Filcams Cgil, la crisi del gruppo Valtur te-stimonia la necessità di ripensare il modello turistico per migliorare la qualità del prodotto turistico e dell’occupazione.Il segretario generale Roland Caramelle e il delegato Feruccio Ravelli denunciano i mancati in-vestimenti e le esternalizzazioni. «Solo due lavoratori sono assunti a tempo indeterminato mentre tra i 90 lavoratori stagionali non c’è nemmeno un lavoratore trenti-no. Valtur non ha avuto alcun rapporto con le realtà del turismo locale, fatta eccezione dei mae-stri di sci».

SCUOLA. ACCORDO SUL RUOLO DEGLI ORGANISMI COLLEGIALIDopo una serie di incontri sull’articolo 68 della finanziaria provinciale che accentrava molti poteri nelle mani dei dirigenti scolastici, sindacati e assessorato all’istruzione hanno concordato alcune modifiche al testo dell’ar-ticolo per ripristinare il ruolo degli organi collegiali in rapporto alle prerogative dei dirigenti scolastici. Inoltre è stato inserito l’impegno formale della Giunta a trasmettere all’Apran, entro 60 giorni dall’approvazione della leg-ge, specifiche direttive necessarie ad armonizzare la nuova norma con la disciplina del contratto provinciale di lavoro.

POSTE ITALIANE. 50 LAVORATORI SENZA LAVORO E PENSIONESono cinquanta solo in Trentino e ben 5mila in tutta Italia i dipen-denti di Poste Italiane che, usciti dall’azienda sulla base di un ac-cordo sindacale di incentivazione all’esodo, rischiano di non poter maturare il diritto alla pensione secondo la vecchia normativa previdenziale. È l’effetto della ri-forma delle pensioni targata Monti e Fornero, ma anche del veto di un’organizzazione sindacale ad un tavolo unitario con l’azienda disponibile a trovare una solu-zione al problema. Lo denuncia la Slc Cgil che parla di situazioni e drammatica e paradossale. «Ci batteremo in tutti i modi – av-verte Daniela Tessari – perché si riapra immediatamente un tavolo

unitario. Per la Cgil infatti prima di ogni cosa viene l’interesse e i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori».

WHIRLPOOL. REFERENDUM SULL’ACCORDO A SPINI DI GARDOLOA gennaio i 540 lavoratori della Whirlpool di Spini di Gardolo, saranno chiamati ad esprimersi sulla bozza di intesa siglata dai sindacati dei metalmecca-nici Fim Fiom Uilm e i vertici aziendali. Nell’accordo sono indicate la nuova articolazio-ne oraria dei turni di lavoro, i criteri per la messa in mobilità di quanti non si oppongono al licenziamento e le modalità di avvio del contratto di solidarie-tà per evitare esuberi ulteriori rispetto a chi raggiunge i requi-siti alla pensione.

COSTI DELLA POLITICA. RIDURRE DIARIA E SPESE DEL CONSIGLIO PROVINCIALEPer la segreteria confederale del-la Cgil del Trentino la mancata riduzione delle spese sostenute dai gruppi consiliari e più in generale del bilancio del Consi-glio provinciale non ha alcuna giustificazione. Non si chiedeva alcun taglio draconiano tale da mettere in pericolo il pieno esercizio della democrazia ma una decisa contrazione delle voci di spesa non essenziali.Anche sulla riduzione delle diarie dei consiglieri provinciali la Cgil ha manifestato la propria insoddisfazione chiedendo un intervento strutturale che tagli questa voce, oggi completamen-te detassata, degli emolumenti dei consiglieri.

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GRAN TOUR DELL’ARMENIA AEREO 11/05 – 18/05/12 € 1.542,00

SOGG. EGITTO/MARSA MATROUH: VERACLUB JAZ ORIENTAL AEREO 22/05 – 29/05/12 € 790,00

SOGGIORNI di 15 GIORNI ABELLARIA, CESENATICO, RIMINI,MISANO, CATTOLICA, PESARO, SENIGALLIA, ALBA ADRIATICA

PULLMAN da GIUGNOa SETTEMBRE da definire

SOGG. EGITTO/MARSA ALAM: EDEN VILLAGE HABIBA BEACH AEREO 03/06 – 17/06/12 € 1.130,00

TOUR DELLA CORNOVAGLIA + LONDRA / 9 GIORNI AEREO 10/06 – 18/06/12 da definire

SOGG. PUGLIA/MARINADI UGENTO: LA GIURLITA AEREO 17/06 – 01/07/12 € 920,00

SOGG. EGITTO/SHARM:EDEN VILLAGE TAMRA AEREO 17/06 – 01/07/12 € 1.260,00

SOGG. CALABRIA/CLUB RESORT ITACA NAUSICAA AEREO 17/06 – 01/07/12 € 960,00

SOGG. TURCHIA/BELEK:HOTEL VERA CLUBA MARE 5* /2 settimane

AEREO 18/6, 25/6, 09/7 da definire

SOGG. DJERBA/EDEN VILLAGE DJERBA MARE – 2 settimane AEREO 18 e 25/6, 2 e

16/7da €

1.030,00

SOGG. GRECIA/RODI: PARADISE FRIENDS IRENE PALACE /2 settimane

AEREO 18/06 e 02/07/12 da definire

GRAN TOUR “MAGICO NORD” PULLMAN 15/07 – 27/07/12 da definire

SOGG. SANTO DOMINGO/BAYAHIBE: VIVA DOMINICUS AEREO 23/07 – 08/07/12 da definire

“LUNGO LA VIA DEGLI ZAR” da Mosca a San Pietroburgo in navi-gazione

AEREO+ NAVE 31/07 – 11/08/12 da €

1.940,00

GRAN TOUR DELLA TURCHIA at-traverso Serbia, Bulgaria e Grecia PULLMAN 29/07 – 10/08/12 da definire

VIAGGIO IN OLANDA E BELGIO PULLMAN 12/08 – 18/08/12 da definire

GRAN TOUR DEL PERU /19 GIORNI AEREO 22/07 – 09/08/12 da definire

ROVERETO : E.T.L.I. - TN Corso Rosmini, 82tel. 0464 431507 - www.etlitn.it - [email protected] dal LUNEDÌ al VENERDÌ: 09.00 – 13.00 / 15.00 - 19.00SABATO: 09.00 – 13.00

RIVA: RIVAMONDOVIAGGIViale Trento, 5 – tel. 0464 [email protected] - www.rivamondoviaggi.com dal LUNEDÌ al VENERDÌ: 09.00 – 13.00 / 15.00 – 19.00SABATO: 09.00 – 13.00

TRENTO : E.T.L.I. - TN Via Muredei, 8/1 (sede CGIL) tel. 0461 303916 [email protected] dal LUNEDÌ al VENERDÌ: 09.00 – 13.00

BORGO VALSUGANA : E.T.L.I. - TNP.zza Martiri della Resistenza, 7 –tel. 0461 1750110 - [email protected]Ì/MARTEDÌ/GIOVEDÌ/VENERDÌ:09.00 – 12.00 / 15.00 – 19.00MERCOLEDÌ: 09.00 – 17.00

Per gli iscritti alla CGIL:Informazioni e prenotazioni presso: 1) VIAGGI DI NOSTRA ORGA-

NIZZAZIONE: sconto dell’1% con un minimo di € 10,00 e un massimo di € 30,00

2) VIAGGI DA CATALOGO: scon-to del 3%

3) BIGLIETTERIE: nessuna spese di prenotazione

4) VOLI LOW COST: spese € 5,50, anziché € 11,00

E MOLTO ALTRO: SARDEGNA 16-30/6; FUERTEVENTURA 18/6-2/7; FORMENTERA 24/6-8/7; MINORCA 17/6-1/7, 24/6-8/7, 1-15/7 e 8-22/7; SICILIA 24/6-8/7; PUGLIA/OSTUNI 24/6-8/7; TURCHIA 25/6-9/; IBIZA 1-15/07; MARSA ALAM 24/6-8/7 e 8- 22/7; MAHDIA 25/6-9/7; MSC MELODY 27/6-8/7; SICILIA 1-15/7; MAIORCA 1-15/7 e 15-29/7; MYKONOS 1-15/7; TABARKA 2-16/7; 20/8-3/9; RODI 8-22/7; CALABRIA/ SIBARI 8-22/7; CALABRIA 8-22/7; FUERTEVENTURA 9-23/7; CAPO VERDE 12-26/7; CRETA 14-28/7; GRECIA/KARPATHOS 14-28/7 e 8-22/9; PUGLIA/MARINA DI OSTUNI 15-29/7; MESSICO 16-31/7; TUR-CHIA/ANTALYA 8-22/10; ZANZIBAR 9-24/10

IN ALTERNATIVA: PAGAMENTO RATEIZZATO SENZA INTERESSI!

Page 8: L'Italia verso la recessione

SEDI IN PROVINCIA DI TRENTO

Sede Direzionale via Giusti, 49Tel 0461 924988

Sede Principale via Muredei, 8Tel 0461 303997

Trento Nordvia Lunelli, 9Tel 0461 428588

Trento Centrovia Roma, 35Tel 0461 221768

Mezzolombardovia Roma, 6Tel 0461 604466

Rovereto(con recapito a Brentonico e Folgaria)via Maioliche, 57/HTel 0464 421327

Ala via C. Battisti, 3Tel 0464 674234

Riva del Gardaviale Canella, 3Tel 0464 557773

Arco viale delle Palme, 3Tel 0464 518111

Riva del Garda/Arco(con recapito a Bezzecca)Loc. S.TommasoTel 0464 552121

Tione di Trento (con recapito a Ponte Arche) via Roma, 17/A Tel 0465 324942

Storo (con recapito a Condino)via Roma, 41/BTel 0465 680598

Pergine Valsuganavia Pennella, 92 Tel 0461 533025

Borgo Valsuganavia per Telve, 2/BTel 0461 753450

Levico Termevia Marconi, 52 Tel 0461 706712

Clesvia Degasperi, 10Tel 0463 421088

Malèc/o Municipio - Piazza Regina Elena Tel 0463 901796

Cavalese(con recapito a Pozza di Fassa)via Pasquai, 20 Tel 0462 230507

Tonadicovia U. Scopoli, 17Tel 0439 763207

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