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Marc Chagall (1887 -1985) Se non fossi stato ebreo, non sarei diventato un artista”. La mia vocazione di pittore nasce dal bisogno di non “voltare le spalle al cielo e alle stelle” e di “trovare il senso della vita”.

Marc Chagall (1887 -1985) - petittielda · 2016. 1. 3. · MARC CHAGALL (1887-1985) Marc Chagall, primo di nove figli, nasce a Vitebsk, in Russia, in una famiglia di origine e di

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  • Marc Chagall (1887 -1985)

    “Se non fossi stato ebreo, non sarei diventato un artista”.

    La mia vocazione di pittore

    nasce dal bisogno di non “voltare le spalle al cielo e alle stelle”

    e di “trovare il senso della vita”.

  • “Dalla mia giovinezza

    sono stato catturato dalla Bibbia.

    nella vita e nell’arte”.

    Mi è sempre sembrata

    e mi sembra ancora

    la più grande sorgente di poesia per tutti i tempi.

    ne ha cercato il riflesso

    Da allora

  • “io sono un mistico.

    “Ho scelto la pittura

    La mia preghiera è il mio lavoro”.

    mi sembrava come una

    finestra

    perché mi era

    indispensabile come il cibo…

    attraverso la quale

    potevo spiccare il volo

    verso un altro mondo”.

  • MARC CHAGALL (1887-1985)

    Marc Chagall, primo di nove figli, nasce a Vitebsk, in Russia, in una famiglia di origine e di fede ebraica. La fede ebraica è per lui fonte costante di ispirazione tanto da fargli affermare: “Se non fossi stato ebreo, non sarei diventato un artista”.

    La sua vocazione di pittore nasce dal bisogno, come egli stesso scrive, di

    non “voltare le spalle al cielo e alle stelle”

    e di “trovare il senso della vita”.

    Soggetto dell’arte è il mondo interiore, che per Chagall è realtà più concreta del mondo reale.

    “La pittura è solo il riflesso del nostro io interiore”.

    Protagonisti costanti dei suoi quadri sono i ricordi dell’infanzia, trascorsa serenamente a Vitebsk ambientati nella vita della gente del villaggio, con i suoi eventi quotidiani, celebrati come straordinari: nascita, amore, matrimonio, morte.

    All’età di 23 anni, nel 1910, si trasferisce a Parigi, dove incontra le nuove avanguardie, fra cui il cubismo, dalle quali prende nuovo impulso vitale. La conoscenza dell’opera di Van Gogh e soprattutto di Matisse, lo portano verso un colore non naturalistico. Forte di questi elementi comincia la sua pittura, fatta di ricordi, di immagini, di simboli, che si sovrappongono. I personaggi vengono proiettati in uno spazio magico, privo di leggi di gravità, fuori dal tempo, pienamente libero e innaturale.

    Nel 1914 torna in Russia per il matrimonio della sorella e per ritrovare Bella, la fidanzata che non vedeva da 4 anni.

    Pensava di restarvi 3 mesi, ma scoppia la prima guerra mondiale che lo tiene bloccato per quasi 8 anni.

    Nel 1915 sposa l’amatissima Bella, alla quali dedica moltissimi quadri.

  • Il poeta disteso - 1915

    Durante il viaggio di nozze, trascorsa in campagna a Zaol-sha, vicino a Vitebsk realizza

    Il poeta disteso,

    nel quale è espressa tutta la serenità della gioia ritrovata accanto a Bella. Il soggetto rappresentato è un amico di Chagall, che riposa in un prato davanti a una casa, insieme a un cavallo e a un maiale - di cui Chagall raffigura soltanto la sagoma bianca - all’ora del tramonto. La natura sembra non accorgersi della presenza del poeta che riposa.

    “E’ soltanto mio Il paese che è nell’anima mia Vi entro senza passaporto Come a casa mia Vede la mia tristezza E la mia solitudine Mi addormenta E mi copre come una pietra profumata”.

    Chagall

  • Uno dei quadri più noti è sicuramente La passeggiata Autentico manifesto della felicità trovata accanto alla moglie Bella, questo dipinto è per Chagall l’espressione di una sconfinata gioia scaturita dall’amore. Il soggetto è una inverosimile passeggiata romantica dei due innamorati nel verde delle campagne fuori Vitebsk, durante un pic nic. Al centro della composizione spicca la figura di Chagall elegantemente vestito con un completo nero e con una camicia bianca dall’ampio colletto, che con la sinistra – lato del cuore – tiene per mano Bella, mentre con la destra regge delicatamente un uccellino; il suo volto è aperto in un radioso sorriso. Bella, vestita di un abito rosso carminio, si libra in cielo accompagnata dal vento ed è trattenuta dal suo amato, come un aquilone. Il gioco figurativo sembra suggerire che Chagall abbia ottenuto la dote del volo dall’uccellino e che attraverso il suo autentico amore lo trasmetta all’amata. Accanto alla coppia è stesa una coperta rossa decorata con fiori multicolori, su cui è posata una bottiglia di vetro colma a metà di vino con un bicchiere, segno della sacralità del loro amore. La passeggiata - 1917/18

    http://www.google.it/url?sa=i&rct=j&q=&esrc=s&frm=1&source=images&cd=&cad=rja&docid=pbJz89npWMVWbM&tbnid=uVj7SXyDd1pIyM:&ved=0CAUQjRw&url=http://www.strangeart.it/2012/05/marc-chagall-la-passeggiata/&ei=l96cUe7_E43nPOzrgYAI&bvm=bv.46751780,d.ZWU&psig=AFQjCNG1Vwy9ti6VYQXO2Q_J23Uhz-82-A&ust=1369321381803064

  • Di quegli anni è anche Il compleanno, di cui la moglie Bella ha lasciato una poetica descrizione: “Ho ancora nelle mani il mazzo di fiori, voglio metterli nell’acqua, altrimenti appassiranno. Ma ben presto me ne dimentico. Tu ti sei gettato su una tela e ti trema fra le mani. Immergi i pennelli nel dipinto. Rosso, bianco, blu, nero, schizzi di colore. Mi circondi di un torrente di colori. D’un tratto mi sollevi dal suolo. Fai un balzo, come se la stanza fosse troppo piccola. Ti protendi fino al soffitto. Rovesci la testa all’indietro, rivolgi il viso verso di me e mormori. Sento la tua voce dolce e melodiosa. Una musica che sento perfino nei tuoi occhi; e tutti e due, all’unisono, saliamo al di sopra della camera e ci mettiamo a volare. Fuori il cielo ci chiama… i campi, i tetti, i cortili, le chiese, scorrono sotto di noi”.

    Il compleanno - 1915

  • L’uomo-gallo sopra Vitebsk-1925 L’ebreo errante-1923/25 Sopra Vitebsk-1914

    Il tema dell’Ebreo errante è molto caro a Chagall. Nel primo quadro troviamo un vecchio con la barba che, con il bastone in mano e un sacco sulle spalle, sorvola una via della città di Vitebsk. La città è deserta. I toni dei colori sono freddi, cupi e malinconici. Il vecchio simboleggia il popolo ebraico, costretto ad una vita errante e si richiama alla figura di Elia che, nella tradizione chassidica, entra nelle case dei poveri a portare luce e speranza. Nel secondo quadro il viandante occupa l’intera scena, anche se dietro si intravedono le case di Vitebsk e l’asino, simbolo di obbedienza e rassegnazione. Nel terzo quadro Chagall riproduce lo stesso identico luogo di Sopra Vitebsk del 1914. Il vecchio si è trasformato in un uomo con la testa di un gallo, vittima innocente e inconsapevole, simbolo dell’intero popolo ebraico sacrificato. L’ambiente è cupo e malinconico. Unico elemento di speranza è il lume posto in mano al personaggio volante. La luce è posta in alto, al centro del quadro, a simboleggiare che la luce viene da Dio e che la speranza non abbandona, in questi tragici momenti della sua storia, il popolo ebraico.

  • “Molti hanno fatto dell’umorismo sui miei dipinti, soprattutto sui miei quadri con le teste all’ingiù… Non ho fatto niente per evitare quelle critiche. Al contrario. Sorridevo – tristemente, certo – della meschinità dei miei giudici. Ma avevo, malgrado tutto, dato un senso alla mia vita. … se sei pittore, puoi avere la testa al posto dei piedi, e resterai pittore”.

    Chagall

    L’uomo con la testa rovesciata-1919

  • L’opera più grande e significativa (quasi otto metri per tre) è l’Introduzione al teatro ebraico: al centro della scena vediamo un ballerino, impegnato in un improbabile e irrealizzabile passo di danza, un violinista con la testa separata dal collo, un suonatore di flauto e un direttore d’orchestra, la cui gamba destra è dipinta ad alcuni centimetri di distanza dal resto del corpo. A destra troviamo altri personaggi, tra cui tre saltimbanchi che camminano sulle mani, una mucca, capovolta e svolazzante a mezz’aria, un contadino seduto e un altro violinista con la testa separata dal corpo. A sinistra l’artista si è raffigurato con la tavolozza in mano in braccio a Abram Efros, che lo presenta al regista del teatro ebraico Aleksej Granovskij, il quale sta accennando a un passo di danza. All’estrema sinistra un altro strano personaggio “in spaccata” e una mucca verde in verticale sul margine estremo della tela. Tutta la composizione è percorsa da ampie zone dalle tinte vivaci, che sottolineano ulteriormente la collocazione della scena in una dimensione fantastica nel mondo poetico dell’artista, con le sue ardite scomposizioni formali nel disegno e l’uso espressionistico dei colori.

    Introduzione al Teatro Ebraico 1919-20

  • La mucca con l’ombrello, 1946

  • Pendola dall’ala blu, 1949

  • A chi gli chiede di spiegare i suoi quadri, Chagall risponde:

    “ Io stesso non li capisco. Non sono letteratura. Le teorie da me approntate per spiegarli a me stesso e quelle da altri elaborate riguardo alla mia opera sono sciocchezze. I miei dipinti sono la mia raison d’ètre, la mia vita, ed è tutto qui quello che ho da dire”.

    Negli anni ’40, a causa delle nuove leggi antirazziali è costretto a scappare negli Stati Uniti con la moglie Bella e la figlia Ida. Sfortunatamente, nel ’44, Bella muore improvvisamente e Chagall, distrutto dal dolore, abbandona la pittura e si chiude in sé stesso. Dopo un anno di inattività riprende in mano il pennello e Bella compare spessissimo nei suoi quadri, come un angelo, nel suo bianco vestito da sposa. Nel 1947 Chagall realizza Notturno, nel quale Bella è raffigurata come un’essenziale presenza accanto al pittore nel mondo d’origine di entrambi. Il buio tinto di verde della notte è rischiarato da un candelabro, retto da un cavallo che attraversa in volo il cielo portando Bella vestita del suo bianco abito da sposa. Lungo la scia del velo compare il volto del suo uomo. Non a caso il cavallo è tinto di rosso, colore che simboleggia l’amore e che si propaga sul grande albero - che sembra grazie ad esso rifiorire - e sull’intera città. Sotto Bella si stende la città di Vitebsk addormentata e illuminata dalla luna, che riflette i suoi bagliori sulle case e sul grande albero. Il gallo rosso, segno di speranza, sembra prendere luce dal candido vestito di Bella.

  • Ne La notte verde del 1952 Vitebsk è imbiancata dalla neve, in una notte nera, illuminata dalla luna. La città è deserta. Unica figura che compare fra i tetti, come un fantasma, è l’ebreo errante, che si muove senza posa. Chagall si ritrae a destra, con la tavolozza a fianco e il viso tinto di viola. Accanto a lui vi è Bella, vestita da sposa, con il viso di un giallo luminoso, dello stesso colore della luna, che lo regge e lo conforta . L’enorme capra verde veglia sulla città che dorme.

  • Negli anni ’50 Chagall si trasferisce a Vence, nel sud della Francia dove, poco più tardi, incontrerà Valentine Brodskij, affettuosamente chiamata con il diminutivo Vavà. Tra i due nasce un profondissimo rapporto, sorretto dalle origini comuni che legano entrambi alla Russia e alla fede ebraica. Il loro rapporto diventa il pilastro dell’esistenza del pittore, fonte di gioia e ispirazione e si compie con il matrimonio, avvenuto nel ’52, quando Chagall aveva ormai 65 anni.

    Nel dipinto Parigi tra le due rive Chagall illustra il matrimonio con Vavà. Il centro della scena è occupato dalla coppia di sposi che celebrano la loro unione secondo il rito ebraico, sotto la Huppah rossa. Sul baldacchino è posato un grande mazzo di fiori, e accanto ad esso vola una beneaugurante colomba rossa. Intorno agli sposi c’è il popolo che suona i canti tradizionali della festa. In alto il volto luminoso di Bella veglia sui nuovi sposi e insieme alla capra verde volge lo sguardo verso Parigi, meta del viaggio che attende Chagall e Vavà. Il ponte che divide le due rive simboleggia i due diversi mondi del pittore: Parigi e Vitebsk, Bella e Vavà.

  • Iniziata nel 1932 e terminata nel 1960, "La fidanzata dal volto blu" evoca tutti gli avvenimenti affettivi della vita di Chagall di quegli anni, come una fotografia interiore contiene in sè il cambiamento e contemporaneamente la memoria. Al centro della scena spicca la figura più importante, la fidanzata dal volto blu, vestita da sposa, con un mazzo di fiori in mano; accanto al suo viso sembra fluttuare quello verde dell'innamorato. Lo sfondo della composizione, molto più scuro, quasi notturno, è occupato in basso dalla città di Vitebsk, che si riconosce dalla chiesa con le pareti bianche e il tetto verde e dalla casa sopra il cui tetto un animale traina un carro, rievocazione di quello dello zio del pittore; in alto, il cielo è occupato da un gruppo di musicanti: un violinista rosso con il violino blu e verde come il viso dei fidanzati, due flautisti e alcuni animali che stanno danzando nell'atmosfera notturna e festosa. I significati dell'opera sono molteplici: innanzitutto la gioia dell'amore in atto, del compiersi del sentimento, la festa vera e propria, con i musicisti che suonano e i due fidanzati cullati dalla musica, che muove gli animali in cielo e gli stessi suonatori: poi il paese natale, simbolo della felicità del passato, dell'infanzia, ma anche della giovinezza accanto a Bella, e contemporaneamente icona benaugurante della felicità presente e futura, accanto alla nuova compagna Vavà; anche i colori, il verde che indica l'ingenuità e la spontaneità del fidanzato, il blu la spiritualità della fidanzata; il verde e il blu del violino, che suona la colonna sonora della loro storia d'amore, diventano simbolo dell'unione dei due innamorati. Il violinista, unico musicista in orizzontale, affiancato a destra e sinistra da due flautisti, è completamente inserito in un campo rosso, simbolo della passione, baldacchino nuziale che germoglia grazie al loro amore.

  • IL MUSEO BIBLICO a NIZZA In questi anni l’artista matura l’idea di realizzare un grande ciclo pittorico che illustri gli eventi più importanti e rappresentativi descritti dalla Bibbia. Fin da quando era bambino, infatti, ogni sabato a pranzo, il padre era solito leggere alla sua numerosa famiglia un brano della Bibbia ove è raccontata l’Alleanza di Dio con Adamo, Noè, Abramo, Giacobbe, Mosè. Tra tutti i personaggi Marc prediligeva Davide, il famoso Re di Israele, che come lui amava la musica e la poesia. “Se io riesco a creare col cuore – ebbe a dire – quasi tutte le mie intenzioni perdurano; se lo faccio con la testa non perdura quasi nulla”. Il sogno di Chagall è quello di realizzare un luogo dove ogni uomo si possa trovare a casa propria e prendere parola, con le parole di cui è capace, nel dialogo sapientemente iniziato dalla Parola della Bibbia. Il tutto si realizza nel 1973, quando viene inaugurato a Nizza il Museo del Messaggio Biblico, nel quale sono esposte 17 grandi tele dedicate a questo tema, insieme ai disegni preparatori e agli schizzi. Ecco il discorso di Chagall durante l’inaugurazione: “Ho voluto lasciare in questa Casa una risonanza del segreto della Bibbia, cosicchè gli uomini possano provare a trovarvi una certa pace, certa spiritualità, una religiosità, un senso della vita. Forse in questa Casa verranno i giovani e i meno giovani a cercare un ideale di fraternità e d’amore quale i miei colori e i miei disegni l’hanno sognato. Forse vi si pronunceranno anche le parole di questo amore che io provo per tutti. Come una madre mette al mondo un bimbo con amore e pena, così i giovani e i meno giovani costruiranno il mondo dell’amore con una tinta nuova. (…) E’ forse un sogno impossibile? Ma nell’Arte come nella vita tutto è possibile se, alla base, c’è l’Amore”.

  • NOE’ E L’ALLEANZA DELL’ARCOBALENO Dopo quasi tre mesi vissuti nell’Arca, tutti scendono a respirare l’aria fresca. Noè offre subito a Dio un sacrificio di ringraziamento e poi, finalmente, riposa pieno di pace. Dio gradisce il sacrificio e fa con Lui un’Alleanza. La prima di molte altre che farà nei secoli successivi con Abramo, Mosè, Davide. Come segno della sua fedeltà, Dio fa spuntare nel cielo un grande e luminoso arcobaleno, che sembra steso da un angelo d’oro con un’ala rossa segno dell’amore di Dio per il suo popolo. Anche la barba di Noè si tinge del colore dell’angelo, a significare la sua particolare vicinanza a Dio.

  • ABRAMO E I TRE ANGELI

    Questa scena narra l’episodio dei tre uomini che si presentano ad Abramo un bel giorno d’estate. Abramo li ospita e fa preparare a Sara un banchetto con vino e il vitello più buono. L’atmosfera è serena, rossa e luminosa. Prima di andarsene, i tre uomini-angeli fanno ad Abramo una promessa: “Torneremo fra un anno e Sara avrà un bambino”. Sara non riesce a credere, vista la sua età avanzata, ma la promessa si avvera e nasce Isacco. Dopo pranzo i tre uomini portano Abramo su un monte e gli mostrano due città, Sodoma e Gomorra e predicono ad Abramo che Dio le distruggerà con una pioggia di fuoco caduta dal cielo. Abramo teme per la sorte di Lot, l’amato nipote che abita proprio là e Dio, per amore di Abramo, lascia che Lot fugga con tutta la sua faiglia e si salvi.

  • MOSE’ DAVANTI AL ROVETO ARDENTE Dio appare a Mos è mentre sta pascolando le pecore. Gli parla da un roveto ardente e lo manda dal Faraone d’Egitto a chiedergli di lasciar tornare nella terra di Canaan il popolo d’Israele. Mosè è spaventato, ma Dio gli ricorda l’Alleanza dell’arcobaleno con Mosè e la promessa del figlio fatta ad Abramo. Poi gli mostra quello che sarebbe successo: guidati da Mosè, gli Ebrei attraverseranno il Mar Rosso sull’asciutto, mentre l’intero esercito egiziano affonderà nelle acque richiuse sulle loro teste.

  • IL CANTICO DEI CANTICI In una sala a parte, a pianta esagonale come la croce di Davide, sono collocate 5 grandi tele che illustrano il Cantico dei Cantici. All’interno Chagall appone la sua dedica “A Vavà, mia gioia e mia allegrezza”. Il quarto quadro rappresenta i due sposi subito dopo le nozze che ormai si guardano negli occhi e vengono rapiti in volo su un cavallo alato che con le zampe regge il bouquet della sposa e sembra seguirne la traccia odorosa. Questo gesto di poesia assoluta risuona al centro del mondo degli uomini. Infatti sotto di loro viene rappresentata Gerusalemme, con la Cupola della Roccia sulla spianata del Tempio di Salomone e la torre di Davide, nella quale tutto il popolo festeggia danzante. Dal cielo si intravede sulla sinistra un angelo che partecipa di questa gioia e suona lo chofar preannunciando un nuovo mondo di bellezza e di grazia. Sulla destra vi è invece una donna che, tirandosi i capelli si solleva cercando di innalzarsi al cielo.

  • All’estremo opposto del Museo Chagall ha voluto un auditorium per la musica. La sala, sul lato orientale è occupata interamente da una vetrata che illustra il prodigio della creazione, come miracolo della luce, pronta ad accogliere il

    sorgere del sole come il giardino che Dio aveva posto in Eden al primo mattino del mondo. II colore dominante è il blu intenso nel quale vengono illustrati i dettagli dei sei giorni della creazione.

    “La vetrata sembra molto semplice:

    la materia, la luce: una realtà mistica che attraversa la finestra”.

    “ Per me una vetrata è una parete trasparente posta tra il mio cuore e il cuore del mondo”.