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FOGLIO DI INFORMAZIONE INTERPARROCCHIALE PARROCCHIE DI MOGLIANO VENETO www.parrocchiemogliano.it Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri Non ti basta, Gesù, l’osservanza rigorosa e devota alle regole della legge scritta e della tradizione orale: chi vuole seguirti deve obbedire ad una legge d’amore che prevede un cambiamento profondo nel modo di vedere e di giudicare, di scegliere e di agire. Per questo tu chiedi di fare bene attenzione a quello che spesso siamo portati a minimizzare, a non prendere sul serio: all’insulto che umilia e disprezza, all’ira che investe con violenza, al rancore che tarla segretamente i rapporti, al desiderio cattivo che cova nel profondo e attende solo il momento buono per dare realizzazione a propositi turpi. Mentre tutti invocano decisione nel giudicare e condannare gli errori commessi dagli altri, tu chiedi determinazione, ma nell’estirpare il male che sta inquinando il nostro sguardo o le nostre azioni o le nostre parole. Anche ciò che è permesso dalle leggi degli uomini per te non costituisce un comodo alibi per sentirsi dispensati dal rispettare il comandamento dell’amore, che è infinitamente più impegnativo di ogni norma inventata dagli uomini, di ogni stratagemma pensato a causa della durezza degli uomini. Roberto Laurita La libertà delle mani scosse -prima parte- La funzione più preziosa dei profeti non è la denuncia del male che ci appare già male, ma dei vizi dentro quelle che chiamiamo virtù. È facile capire Isaia quando critica l’ingiustizia dei potenti, molto più difficile quando lo fa con i doni. Perché dovremmo scuotere le mani e rifiutarli? Il dono è una cosa molto seria. Talmente seria che quando la cristianità ha voluto sceglierne l’icona ha scelto un crocifisso. Il primo omicidio-fratricidio nasce da un dono rifiutato (quello di Caino). Lo ritroviamo a fondamento delle civiltà, al centro delle famiglie e di ogni patto sociale, alla radice delle cooperative e di molte imprese, a cuore del mistero di chi si mette in cammino per seguire solo una nuda voce. Essendo cuore, centro, radice, è silenzioso e sta nelle cose più vere e normali della vita. Anche per questa ragione nei luoghi dove si racconta la vita vera, troviamo poche parole su di esso. Nella Bibbia lo troviamo nell’Alleanza, nello shabbat, nelle regole sull’ospite e lo straniero, in molte pagine profetiche. Nella storia di Giuseppe che diventa dono per i fratelli venditori. Nel buon samaritano, in Simone di Cirene, che si ritrova sotto una croce non sua. Forse i doni più grandi li facciamo, e li riceviamo, quando nei calvari della vita ci ritroviamo sotto croci non scelte e continuiamo a camminare, muti, compagni dei crocifissi. La civiltà europea ha intuito che il dono vero è una esperienza troppo sovversiva e pericolosa per la politica e l’economia moderne e ha preferito i contratti senza dono. Per poi inventare la filantropia, gli sconti, gli sponsor, le donazioni delle imprese per curare le vittime che esse stesse generano. Al di là di questo dono ci sono i regali, che sono una realtà varia, a volte importante e positiva, altre volte ambigua e pericolosa, diversa dal dono-gratuità. Una delle povertà del nostro tempo è stato, dapprima, confondere i regali con i doni, e poi ridurre il dono a regalo per farne uno dei business più grandi. Il regalo-dono crea un debito in chi lo accetta e un credito in chi lo fa. Possiamo, però, rifiutare i regali se non vogliamo diventare debitori del donatore, se non vogliamo creare in noi l’obbligo della riconoscenza e della restituzione. Non tutti e non sempre, però, siamo veramente liberi di farlo. Ci sono molti poveri, fragili e vulnerabili, che non sono nelle condizioni di rifiutare i regali dei potenti e dei padroni: così i sudditi non potevano respingere le regalie dei faraoni, e il piccolo commerciante isolato non riesce a rifiutare il regalo del boss, terrorizzato per la vita dei suoi figli. Da L. Bruni, In ascolto della vita, Avvenire 15 ottobre 2016. In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno». Un Vangelo da vertigini. E come è possibile? Anche Maria lo chiese quel giorno all'angelo, ma poi disse a Dio: “sia fatta la tua volontà, modellami nelle tue mani, io tua tenera argilla, trasformami il cuore”. E ha partorito Dio. Anche noi possiamo come lei, portare Dio nel mondo: partorire amore. Avete inteso che fu detto... ma io vi dico. Gesù non contrappone alla morale antica una super-morale migliore, ma svela l'anima segreta della legge: «Il suo Vangelo non è una morale ma una sconvolgente liberazione» (G. Vannucci). Gesù non è né lassista né rigorista, non è più rigido o più accondiscendente degli scribi: lui fa un'altra cosa, prende la norma e la porta avanti, la fa schiudere come un fiore, nelle due direzioni decisive: la linea del cuore e la linea della persona. Gesù porta a pienezza la legge e nasce la religione dell'interiorità. Fu detto: non ucciderai; ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, cioè chiunque alimenta rabbie e rancori, è già in cuor suo un omicida. Gesù va alla sorgente: ritorna al cuore e guariscilo, solo così potrai curare i tuoi gesti. Ritorna al cuore e custodiscilo perché è la sorgente della vita. Non giurate affatto; il vostro dire sia sì, sì; no, no. Dal divieto del giuramento, arriva al divieto della menzogna. Dì la verità sempre, e non servirà giurare. Porta a compimento la legge sulla linea della persona: se tu guardi una donna per desiderarla sei già adultero. Non dice semplicemente: se tu, uomo, desideri una donna; se tu, donna, desideri un uomo. Il desiderio è un servitore necessario alla vita. Dice: se guardi per desiderare e vuol dire: se ti avvicini ad una persona per sedurre e possedere, se riduci l'altro a un oggetto, tu pecchi contro la grandezza di quella persona. Commetti adulterio nel senso originario del termine adulterare: tu alteri, falsifichi, manipoli, immiserisci la persona. Le rubi il sogno di Dio, l'immagine di Dio. Pecchi non contro la morale, ma contro la persona, contro la nobiltà e la profondità della persona. Cos'è la legge morale allora? Ascolti Gesù e capisci che la norma è salvaguardia della vita, custodia di ciò che ci fa crescere oppure diminuire in umanità. Ascolti queste parole che sono tra le più radicali del Vangelo e capisci che diventano le più umane, perché Gesù parla solo in difesa della umanità dell'uomo, con le parole proprie della vita. Allora il Vangelo diventa facile, umanissimo, anche quando dice parole che danno le vertigini. Perché non aggiunge fatica a fatica, non convoca eroi duri e puri, non si rivolge a santi, ma a persone autentiche, semplicemente a uomini e donne sinceri nel cuore. ( di Ermes Ronchi ) nr. 88 Domenica 12 febbraio 2017 (Matteo 5,17-37) DOMENICA VI DEL TEMPO ORDINARIO Anno A

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FOGLIO DI INFORMAZIONE INTERPARROCCHIALE PARROCCHIE DI MOGLIANO VENETO www.parrocchiemogliano.it

Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri

Non ti basta, Gesù, l’osservanza rigorosa e devota alle regole della legge scritta e della tradizione orale: chi vuole seguirti deve obbedire ad una legge d’amore che prevede un cambiamento profondo nel modo di vedere e di giudicare, di scegliere e di agire. Per questo tu chiedi di fare bene attenzione a quello che spesso siamo portati a minimizzare, a non prendere sul serio: all’insulto che umilia e disprezza, all’ira che investe con violenza, al rancore che tarla segretamente i rapporti, al desiderio cattivo che cova nel profondo e attende solo il momento buono per dare realizzazione a propositi turpi. Mentre tutti invocano decisione nel giudicare e condannare gli errori commessi dagli altri, tu chiedi determinazione, ma nell’estirpare il male che sta inquinando il nostro sguardo o le nostre azioni o le nostre parole. Anche ciò che è permesso dalle leggi degli uomini per te non costituisce un comodo alibi per sentirsi dispensati dal rispettare il comandamento dell’amore, che è infinitamente più impegnativo di ogni norma inventata dagli uomini, di ogni stratagemma pensato a causa della durezza degli uomini. Roberto Laurita

La libertà delle mani scosse -prima parte- La funzione più preziosa dei profeti non è la denuncia del male che ci appare già male, ma dei vizi dentro quelle che chiamiamo virtù. È facile capire Isaia quando critica l’ingiustizia dei potenti, molto più difficile quando lo fa con i doni. Perché dovremmo scuotere le mani e rifiutarli? Il dono è una cosa molto seria. Talmente seria che quando la cristianità ha voluto sceglierne l’icona ha scelto un crocifisso. Il primo omicidio-fratricidio nasce da un dono rifiutato (quello di Caino). Lo ritroviamo a fondamento delle civiltà, al centro delle famiglie e di ogni patto sociale, alla radice delle cooperative e di molte imprese, a cuore del mistero di chi si mette in cammino per seguire solo una nuda voce. Essendo cuore, centro, radice, è silenzioso e sta nelle cose più vere e normali della vita. Anche per questa ragione nei luoghi dove si racconta la vita vera, troviamo poche parole su di esso. Nella Bibbia lo troviamo nell’Alleanza, nello shabbat, nelle regole sull’ospite e lo straniero, in molte pagine profetiche. Nella storia di Giuseppe che diventa dono per i fratelli venditori. Nel buon samaritano, in Simone di Cirene, che si ritrova sotto una croce non sua. Forse i doni più grandi li facciamo, e li riceviamo, quando nei calvari della vita ci ritroviamo sotto croci non scelte e continuiamo a camminare, muti, compagni dei crocifissi. La civiltà europea ha intuito che il dono vero è una esperienza troppo sovversiva e pericolosa per la politica e l’economia moderne e ha preferito i contratti senza dono. Per poi inventare la filantropia, gli sconti, gli sponsor, le donazioni delle imprese per curare le vittime che esse stesse generano. Al di là di questo dono ci sono i regali, che sono una realtà varia, a volte importante e positiva, altre volte ambigua e pericolosa, diversa dal dono-gratuità. Una delle povertà del nostro tempo è stato, dapprima, confondere i regali con i doni, e poi ridurre il dono a regalo per farne uno dei business più grandi. Il regalo-dono crea un debito in chi lo accetta e un credito in chi lo fa. Possiamo, però, rifiutare i regali se non vogliamo diventare debitori del donatore, se non vogliamo creare in noi l’obbligo della riconoscenza e della restituzione. Non tutti e non sempre, però, siamo veramente liberi di farlo. Ci sono molti poveri, fragili e vulnerabili, che non sono nelle condizioni di rifiutare i regali dei potenti e dei padroni: così i sudditi non potevano respingere le regalie dei faraoni, e il piccolo commerciante isolato non riesce a rifiutare il regalo del boss, terrorizzato per la vita dei suoi figli. Da L. Bruni, In ascolto della vita, Avvenire 15 ottobre 2016.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».

Un Vangelo da vertigini. E come è possibile? Anche Maria lo chiese quel giorno all'angelo, ma poi disse a Dio: “sia fatta la tua volontà, modellami nelle tue mani, io tua tenera argilla, trasformami il cuore”. E ha partorito Dio. Anche noi possiamo come lei, portare Dio nel mondo: partorire amore. Avete inteso che fu detto... ma io vi dico. Gesù non contrappone alla morale antica una super-morale migliore, ma svela l'anima segreta della legge: «Il suo Vangelo non è una morale ma una sconvolgente liberazione» (G. Vannucci). Gesù non è né lassista né rigorista, non è più rigido o più accondiscendente degli scribi: lui fa un'altra cosa, prende la norma e la porta avanti, la fa schiudere come un fiore, nelle due direzioni decisive: la linea del cuore e la linea della persona. Gesù porta a pienezza la legge e nasce la religione dell'interiorità. Fu detto: non ucciderai; ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, cioè chiunque alimenta rabbie e rancori, è già in cuor suo un omicida. Gesù va alla sorgente: ritorna al cuore e guariscilo, solo così potrai curare i tuoi gesti. Ritorna al cuore e custodiscilo perché è la sorgente della vita. Non giurate affatto; il vostro dire sia sì, sì; no, no. Dal divieto del giuramento, arriva al divieto della menzogna. Dì la verità sempre, e non servirà giurare. Porta a compimento la legge sulla linea della persona: se tu

guardi una donna per desiderarla sei già adultero. Non dice semplicemente: se tu, uomo, desideri una donna; se tu, donna, desideri un uomo. Il desiderio è un servitore necessario alla vita. Dice: se guardi per desiderare e vuol dire: se ti avvicini ad una persona per sedurre e possedere, se riduci l'altro a un oggetto, tu pecchi contro la grandezza di quella persona. Commetti adulterio nel senso originario del termine adulterare: tu alteri, falsifichi, manipoli, immiserisci la persona. Le rubi il sogno di Dio, l'immagine di Dio. Pecchi non contro la morale, ma contro la persona, contro la nobiltà e la profondità della persona. Cos'è la legge morale allora? Ascolti Gesù e capisci che la norma è salvaguardia della vita, custodia di ciò che ci fa crescere oppure diminuire in umanità. Ascolti queste parole che sono tra le più radicali del Vangelo e capisci che diventano le più umane, perché Gesù parla solo in difesa della umanità dell'uomo, con le parole proprie della vita. Allora il Vangelo diventa facile, umanissimo, anche quando dice parole che danno le vertigini. Perché non aggiunge fatica a fatica, non convoca eroi duri e puri, non si rivolge a santi, ma a persone autentiche, semplicemente a uomini e donne sinceri nel cuore.

( di Ermes Ronchi )

nr. 88 Domenica 12 febbraio 2017

(Matteo 5,17-37)

DOMENICA VI DEL TEMPO ORDINARIO

Anno A

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SACRO CUoRE SANT'ANTONIO

SABATO 11 B. V. Maria di Lourdes

18.30: + Ines, Daniele, Danilo. 17.30: S. Rosario e Primi Vespri. 18.30: + Zemi, Domenico, Gigi-

no, Giuliana, Peppe.

DOMENICA 12 VI domenica del t. ord.

8.30: + Rizzo Anna.

11.30: + Betteto Sergio; + Daniela (ann.), Ricco (ann.).

10.30: S. Messa per la Comunità.

LUNEDÌ 13 Non c’è la S. Messa.

15.30: Funerale di Marcon Gio-vanni Battista.

18.30: Non c’è la S. Messa. 20.30: Adorazione Eucaristica

con l’animazione delle Suore Carmelitane (Ist. Zanotti)

MARTEDÌ 14 S. Cirillo e Metodio

Nel Duomo di S. Maria Assunta, ore 19.00: S. Messa concelebrata.

MERCOLEDÌ 15 8.30: S. Messa. Non c’è la S. Messa.

GIOVEDÌ 16 Non c’è la S. Messa. 18.30: + don Bruno.

VENERDÌ 17 8.30: S. Messa. Non c’è la S. Messa.

SABATO 18 18.30: + Paolo, Ida, Giovanni, Primo

ed Emilia.

18.30: + Giuliana, Gigino, Peppe, Zemi, Domenico;

+ Alessandra; + Ofelia; + Maurizio Sorato.

DOMENICA 19 VII domenica del t. ord.

8.30: S. Messa.

11.30: S. Messa per la Comunità. 10.30: + Ida, Giacomo;

+ Annalisa.

Parrocchie S.Cuore S.Antonio Mogliano

Parr. Sacro Cuore: Tel. : 346. 1 2251 32 - [email protected] Parr. Sant’Antonio: Tel. : 346. 1 2251 32 - [email protected]

Martedì 14, ore 20.30: Riunione del Consiglio di Collaborazione allargato ai

Consigli Pastorali Parrocchiali. La riunione sarà preceduta dalla S. Messa delle

ore 19.00 e da un piccolo buffet.

Mercoledì 15 febbraio, Centro Pastorale S. M. Assunta, ore 20.30: V incon-

tro del II corso di Scuola di formazione teologica: Filosofia Contemporanea.

“Chi è l’altro per me? Testimonianza e dialogo .” Relatore: prof. Samuele Bu-

setto.

Giovedì 16, ore 20.30, Centro Sociale: Investire negli adolescenti. Quarto in-

contro dal tema: L’alleanza motivante; genitori e insegnanti, successo e falli-

mento del dialogo tra adulti. Relatore dott. Stefano Barizza.

Venerdì 17, S. Maria Assunta, ore 21.00: Preghiera, silenzio e musica.

Per trovare informazioni, avvisi e scaricare gli Emmaus domenicali potete con-

sultare l’indirizzo: www.parrocchiemogliano.it.

Dal 10 al 17 maggio: Leggere il Vangelo nella terra di Gesù, le parrocchie di

Mogliano in Terra Santa. Info e iscrizioni in Segreteria delle parrocchie.

Dal 2 al 4 giugno: Pellegrinaggio ad Assisi. Info e iscrizioni: don Elio o Segrete-

ria delle parrocchie.

Dal 9 al 16 giugno viaggio con le Parrocchie di Mogliano in Normandia, Mont

St. Michel, Lisieux. Info e iscrizioni Segreteria delle parrocchie.

Dall’1 al 10 settembre il Gruppo Biblico del Collegio Astori organizza: viag-

gio in Terra Santa sulle orme di Giosuè. Info e prenotazioni: 041-5987327

Lunedì 13, Sacro Cuore, ore 21.00: Riunione dei genitori di 3 ele-

mentare di entrambe le parrocchie.

Lunedì 20, Sacro Cuore, ore 21.00: Secondo dei cinque incontri biblici,

per vivere assieme un momento di ascolto della Parola e di approfondimen-

to, meditazione e condivisione. Il tema dell’incontro sarà: “Gesù: il contadi-

no sbadato”.

Continuano ad essere disponibili in fondo alla chiesa due libri scritti da don Vanio:

Quando il Cielo bacio la terra. Percorso biblico spirituale per un possibile cam-

mino di fede personale. (€ 10,00)

Ubicumque. I giorni del rischio. Ultima raccolta di poesie con introduzione di

p. Marko I. Rupnik, artista di fama mondiale. (€ 10,00)

Per S. Antonio, i soldi verranno raccolti in Sacrestia.