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Memorie di un nonno Un romanzo in poesia in ottava rima: della vita tribolata di un uomo; delle gesta del fascismo; delle due guerre mondiali; che fa scrivere un nonno analfabeto prima di morire. Dino Azzini 1907 -1967

Memorie di un nonno

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Page 1: Memorie di un nonno

Memorie di un nonno

Un romanzo in poesia in ottava rima:della vita tribolata di un uomo;

delle gesta del fascismo;delle due guerre mondiali;

che fa scrivere un nonno analfabeto

prima di morire.

Dino Azzini1907 -1967

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Presentazione

Questo scritto era finito in un ripostiglio tanti anni fa, dopo che anche mia nonna Elisa se ne andò in cielo nel 1993.Mi è ritornato in mente grazie a mio figlio Fabio, appassionato di poesia. Non ho potuto fare a meno di riscriverlo e renderlo pubblico, come sicuramente anche mio nonno avrebbe voluto.Nonostante si dichiari “analfabeto”, il suo lavoro è stato ottimo e mio intervento si è limitato a correggere solo alcune parole e aggiungere qualche virgola.Ricordo con affetto anche mio padre Fosco, che ha condiviso la storia scritta da suo padre Dino dal 1929 in poi.

Stefano Azzini

Maggio 2013

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I

Vi vengo tutti amici a salutare,la prima volta ci siamo incontrati,

se tutto questo mi state ad ascoltare,vi canto un po' di versi misurati.

Se un po' di denaro potrete pagare,ve li lascerò scritti e ristampati,

che per esperienza gli terrete sempre,se vu mi comprenderete certamente.

II

Voglio creare una storia onestamente,per ricordarvi tutto il mio passato,

è scritta per la buona gente,e per i miei nipoti, che è arrivato.

Benché son vecchio mi ricordo sempre,quanto ho patito dopo che son nato,

ai miei nipoti lo voglio spiegare,si sappian dai nemici riguardare.

III

Ho sessant'anni e son sempre stato male,per creder troppo alla Santa Dottrina,

un po di tutto sanno mescolare,per far meglio su noi la disciplina.

C'è chi sta tanto bene e chi sta male,perché ci s'ha una testa un po' meschina,

sempre si combatterà fra la miseria,se non trionferà rossa la bandiera.

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IV

Nel quindici di maggio, a primavera,il Re la grande guerra la firmava,un mio fratello di vent'anni c'era,a partir per le armi gli toccava.

Fu forte il colpo e si cascò per terra,e presto la vita sua ce la lasciava,cosi quando ci s'era un po' riavuti,

dalla guerra si fu riabbattuti.

V

E tanti amici avevo conosciuti,benché io fossi piccolo bambino,di molti avvisi ne funno venuti,partiron tanti per il suo destino.

Quando quei tristi annunzi funno avuti,ce ne moriva quasi un milioncino,

predicavan per dopo un meglio avvenire,ma la meglio gioventù fecian morire.

VI

Nel diciotto la guerra andea a finire,ma ci fu tanta gente rovinata,

una polizza fecian di mille Lire,non so nemmen se a tutti l'è toccata.

Chi lavora ha sempre da patire,vi dirò tutto com'è andata,

quando tornò il resto dei militari,gli avean patito, ma fecian tutti pari.

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VII

Ci trattan sempre peggio de' somari,ci fanno sempre spesso bastonare,

contadini, operai e amici cari,molto lavoro e poco da mangiare.Ricordo sempre di quei militari,come li seppan dopo ringraziare,

che ricompensa gli ebban poverini,che compassione ebban dé suoi bambini.

VIII

E nel ventuno cari cittadini,per tutti peggiorò la condizione,dal manicomio sortì Mussolini,di tutto vi darò la spiegazione.

Prese un branco di matti e malandrini,e lui si mise alla testa il caporione,disse: per nome mi chiamo Benito,

s'ha da formare il fascio, il gran partito.

IX

Quando venne fuori quella gente,l'istinto d'ignoranza fu apparito,

quando prese il comando il delinquente,il popolo italiano fu avvilito.

Disse: comando e voglio esser capito,faceva intimorir tutta la gente,

alla partenza fece un grande appello,di matti, grulli e privi di cervello.

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X

Sortivan fuori e sembravan questo e quello,tutti i fascisti si davano importanza,

armati di pugnale e manganello,per far vedere a Dio la sua ignoranza.

Dicono: il fascio è un gran partito bello,e noi si camperà di prepotenza,

e giovinezza sempre s'ha a cantare,cosi si vive senza lavorare.

XI

E portano l'Italia in brutti guai,e sempre più ci fanno sospirare,e come ricompensa agli operai,

principiano gli uomini a bastonare.Così il fascismo pigliò forza assai,e sempre più si vede svolazzare,

la testa dì duce maledetta,che di uomini vili fece una ricetta.

XII

Disse: ni fascio bisogna vi metta,pe' gastigarle le buone persone,vi do' a tutti fucili e baionetta,

voglio dominar tutta la Nazione.Gli andavan ogni paese e ogni piazzetta,

e dappertutto nuova confusione,e a chi nel fascio non ci volea entrarebruciavan case e li facean ammazzare.

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XIII

E sempre più ci fanno lacrimare,quella brutta gentaccia disumana,uomini e donne li facean purgare,per dimostrar la civiltà italiana.

Il re li lasciò far quel che gli pare,e di comando gli diede la mano,

tutti poi nel fascio ci toccò entrare,sennò in Italia non ci facean campare.

XIV

Anche i bambini fanno gastigare,li metton nei balilli da piccini,e giovinezza li facean cantare,

per quel brigante di duce Mussolini.I genitori li fa sospirare,

e peggiorava a tutti i cittadini,portava in precipizio l'innocenza,e di nessuno non avean coscienza.

XV

Si passa qualche anno in conseguenzasotto i' comando di questo testone,gli Stati Uniti pien d'intelligenza,lo costrinsero a far la votazione.

Lui disse ai fascisti: questa conseguenza,rimediatela voi con il bastone,tutti pe' i fascio fateli votare,

e i comunisti dovete bastonare.

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XVI

Cosi l'Italia fa sacrificare,per tutti gli italiani è la rovina,

nel trentacinque cominciò a parlare,che lui volea la guerra e l'Abissinia.

O cari amici come s'à a fare,l'Africa la vuol pigliar la prima,era ignorante e nativo zuccone,e di li cominciò la confusione.

XVII

Bociava sempre che parea un leone,il mondo intero volea dominare,faceva il ciarlatano dal balcone,sembrava un assiolo a taloccare.O cari amici fateci attenzione,

i primi passi cominciò a sbagliare,disse: il fascio è un partito forte e fiero,e io posso far guerra al mondo intero.

XVIII

Gli mancava il cervello e poi il pensiero,e nel cuor suo non avea coscienza,gli era più testardo di un somaro,

perché volea campar di prepotenza.Gli era crudele e avea il cuore avaro,

volea dominar tutte le nazioni,ma dopo gli mancò l'intelligenza,

e farà una brutta fine il brocciolone.

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XIV

Gli arma la fanteria con il cannone,per forza vuol pigliare l'Abissinia,

con Hitler compagno chiacchierone,e una grande amicizia si avvicina.Tutt'i mondo ci mette la sanzione,

e in Italia principia la rovina,e quando all'Abissinia attaccò guerra,nessuno ci può più vedere sulla terra.

XX

La prima volta sulla carne umana,grande battaglia all'Abissinia sferra,

volea portar la civiltà cristiana,per tutti un creatore in cielo c'era.

Per forza vuole andar'Adiss Abeba,disse: il Negus presto si rileva,malidetto, crudele testa dura,

e morti quella guerra già procura.

XXI

Ma subito lesto un'altra ne pensava,insieme alla Germania quel testone,c'era la Spagna che contenta stava,gliene mossero a lei la confusione.

Grande battaglia anche là principiava,e vincono anche lei senza ragione,e ai prepotenti cresce l'arroganza,dicevan: dappertutto noi s'avanza.

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XXII

O cari amici vi dirò abbastanza,se tutto questo mi state ed ascoltare,

di queste due persone piene d'ignoranza,di cuor cattivo e tetro naturale.

Gli eran pieni di superbia e d'arroganza,che nessuno gli potrebbe superare,

disse Hitler: voglio l'Austria e la Polonia,e dopo di quell'altra si ragiona.

XXIII

Difatti i su' pensiero un l'abbandona,perché ben presto l'Austria si prendeva,

e poi dichiara guerra alla Polonia,perché coscienza e cuore un ce l'aveva.

Ai primi colpi lei non si abbandona,per qualche giorno certo resisteva,

ma i tedeschi peggio degli assassini,fucilan donne e straziano bambini.

XXIV

Questo giungeva in testa a cittadini, di quello che facean i delinquenti,ma specie là in Polonia poverini, faceano rattristir tutte le genti.

Ma di speranza campan gl'italiani,perché per tutti vengan ì su tempi,

la guerra principiata un'è finita,se ne riparla a fin della partita.

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XXV

Ma la Germania assai più inviperita,con tutto il mondo lei ci facea rancore,

voleano esser eterni nella vita,giustizia poi farà il buon Creatore.Santa Madre del cielo noi rifiuta,Santissimo Gesu nostro Signore,se i delinquenti non fate calmare,tutt'i mondo farann sacrificare.

XXVI

O cari amici miei vi vò raccontare,che qui in Italia non ci mancava niente,

s'aveva tanta terra e tanto mare,ci si campava ben tutta la gente.

Ma ì fascio ci fa scarificare,insieme coi nazisti certamente,

hanno tanta ignoranza nella testa,peggio degli animali alla foresta.

XXVII

I' duce l'Albania prese alla lesta,Hitler alla Francia attacca guerra,batton'i capo e si rompon la testa,

che gli aspettava poi c'è l'Inghilterra.Gli urlan come le iene nella foresta,credean d'esser leoni per la guerra,chi vive d'arroganza senza ragione,

fa sempre brutta fine in conclusione.

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XVIII

Hitler per ì primo qui testone,grande battaglia sulla Francia sferra,

con aeroplani e colpi di cannone,facean terrorizzar tutta la terra.

E dappertutto muovan confusione,tante nazioni fanno entrare in guerra,in Francia in Inghilterra e in Albania,

di carne umana gran macelleria.

XXIX

Piangea giovani e vecchi gente mia,tutt'i mondo lo fanno sospirare,

in Italia aumenta l'agonia,la tessera ci metton su ì mangiare.

E tutti gli stenti in patria fece entrare,da quando ì duce volse in guerra, grande richiamo fece di soldati,

ma tutti i fascisti a casa son restati.

XXX

Voi lo sapete cittadini amati,io la verità la posso dire,

solo i fascisti gli erano stimati,e furon lesti a pigliar le mille Lire.

Ma dopo, quando la guerra siamo entrati,nessun di loro al fronte vuole andare,

la tocca tutta ai poveri meschini,ai miseri operai e contadini.

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XXXI

Prima i tedeschi passano i confini,là della Francia con tanto vigore,e combattevan come gli assassini,e lesto anche il duce in aiuto corre.Si difendono in Francia poverini,ma di certo la forza era inferiore,

quando i francesi si dovettero piegare,vù gli avessi sentiti schiamazzare.

XXXII

Dicevan: l'Inghilterra s'ha a troncare,e credean d'aver già vinto la questione,

e l'Inghilterra gli stava à aspettare,prende misura e giusta posizione.

Grande battaglia per terra e per mare,succede ni quaranta in conclusione,ma l'Inghilterra resisteva ai piani,e respingeva tedeschi e italiani.

XXXIII

Come gli eran veloci alla partenza,gl'arrivano à Alessandria d'Egitto,volean abbatter tutta l'innocenza,bociavan sempre: si tira a diritto.

Ma là trovammo qualche incongruenza,e dallo scontro venne un gran conflitto,

e l'Inghilterra resisteva ai piani,e respingeva tedeschi e italiani.

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XXXIV

Ma Hitler ci ha tanti aeroplani,li manda tutti a Londra a bombardare,

prepara navi, battelli e cannoni,ma in nessun posto posson sbarcare.Principian a girargli un po' i coglioni,

non sanno quale strada si pigliare,allora Hitler decide in un momento,

e mette guerra alla Russia a tradimento.

XXXV

Dapprima vanno forte come il vento,velocemente passan l'Ucraìna,

trovaron là di tutto il sentimento,dicevan: la vittoria s'avvicina.

E la chiamavan poi la guerra lampo,bociavano. la Russia si sterminia,bociavano: là si vince la guerra,

di sangue umano fan bagnar la terra.

XXXVI

Sembravan ciarlatani per la fiera,per chi gli avean sentiti taloccare,

quando gli andavan forte a gran carriera,dicean: nessun ci può rifermare.

Là nella Russia, in quella Santa terra,a Stalingrado vengono arrivare,li c'era Stalin che li aspettava,

e grandi combattimenti principiava.

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XXXVII

E questa lotta forte incominciava,i russi principiarono a sparare,l'armata rossa colpi la centrava,

e facea i tedeschi ripiegare.Circa un milione là ce ne restava,a Hitler gli toccava indietreggiare,

per mettere al completo la questione,allora entrava in guerra anche i Giappone.

XXXVIII

Gli erano in tre che avean fatto l'unione,il duce la Germania e il Giappone,

e altri stati al loro fianco c'era,a sparger tanto sangue per la terra.

In tutt'i mondo muovan confusione,l'America la va con l'Inghilterra,

in questa lotta per tutti si distingue,ognun diceva: chi più n'ha ne spende,

XXXIX

Chi è nato intelligente lo comprende,con l'America non c'è niente da fare,

e con l'armata rossa la s'intende,e combatteavan poi per terra e mare.Quarantadue, ni mese di novembre,da Alessandria gli fanno scappare,da Stalingrado gli scacciano via,e l'America sbarcò nell'Algeria.

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Una grande speranza ci apparia,che gli alleati ci possin salvare,

da quella schiavitù, a quell'agonia,da il regime fascista occidentale.

Piglian Tripolitania e Tunisia,e poi in Sicilia vengono a sabrcare,disse Vittorio: ho fatto il ruzzolone,

lo riperdo l'impero e la Nazione.

XXXXI

Si raccomanda a Badoglio in conclusione,disse: Pietro, l'ho fatta la frittata,

la si volea aggrandir questa Nazione,ora l'Italia è bella e rovinata.

Questa guerra mi manda in perdizione,e gli era meglio se un l'avevo firmata,ma guarda Pietro se mi puoi salvare,ti do ì comando e fai come ti pare.

XXXXII

Disse Badoglio: mi posso provare,ma gli alleati varcano i confini,tutti i fascisti si fanno spogliare,e si mette in galera Mussolini.

Sembrava che sapesse razzolare,ma ci ha troppa compassione cittadini,

lascia vivi tutti i delinquenti,che hanno la testa peggio de' serpenti.

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XXXXIII

Fu ni quarantatre viengan que' tempi,nun giorno spoglia tutti i delinquenti,

fu il venticinque di luglio, nella una sera,Mussolini lo mette in galera.

E noi italiani s'era più contenti,ma ancora non si è fatta primavera,l'otto settembre fece un armistizio,

dopo si ricascò nel precipizio.

XXXXIV

Venne gran confusione a quell'indizio,Badoglio si decise di scappare,

Hitler prese il momento propizio,e riusciva ì duce a liberare.

Il fascismo riprese il sù servizio,e l'esercito fanno disarmare,

per comandarci ora fanno i repubblicani,e mandano in Germania gl'italiani.

XXXXV

Quando si ricascò nelle sue mani,di quella brutta gente malidetta,

gli eran fascisti e poi repubblicani,e dell'umanità facean vendetta.E coi tedeschi seguitano i piani,credavan di trovar la via diretta,

gli ammazzavan gente da sera a mattina,cosi mandan l'Italia a una rovina

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XXXXVI

Ma dopo gli alleati s'avvicina,per i tedeschi non c'è niente da fare,quella razzaccia vile e malandrina,

dappertutto gli facean ripiegare.Cosi fan dell'Italia una rovina,

fabbriche e ferrovie fanno saltare,come le bestie ammazzano i cristiani,

tutto per colpa dé repubblicani.

XXXXVII

Gruppi si fanno noi di partigiani,azzardando cosi la nostra vita,per vendicassi co' repubblicani,

si scrisse ai duce: ancora la un è finita.S'era appoggiati dagli americani,la Russia con l'idea la ci aiutava,

dobbiamo ricordar queste persone,che portano l'Europa a salvazione.

XXXXVIII

Siamo al quarantacinque in conclusione,ora la si discute la vittoria,

prima co' i duce vile e mascalzionee ai tedeschi si rinfresca la memoria.Sopra Bologna in quella situazione,

i partigiani gli entrano in azione,gli entrano in lotta uniti e organizzati,

per dare un po' d'aiuto agli alleati.

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XXXXIX

Ci avean l'intelligenza nei su' capi,tutto questo dobbiamo ricordare,

vanno a cercare il duce bene armati,fra i tedeschi che lo vengono a trovare.

Ma partigiani da tutti stimati,che d'impressione non si fanno tremare,

fanno i' proprio dovere nell'istante,e uccidono i duce e poi l'amante.

L

Ogni repubblicano è un ignorante,volevan ammazzar tutti gl'italiani,

ma qui in Italia non ci restava niente,se non sortiva fuori i partigiani.

Prima presero i' duce nell'istante,e sistemaron poi i repubblicani,

e un milione di tedeschi equipaggiati,da' partigiani furon disarmati.

LI

Dappertutto avanzan gli alleati,la Russia su Berlino ha la bandiera,anche ai tedeschi brutti e avvelenati,gli è passata la voglia di far guerra.

Ai sette maggio ora ci s'era,un grido si sentì a primavera,

dissero: la Germania è ruzzolata,e la pace in Europa è ritornata.

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LII

Ricorderemo la vita passata,quello che ci hanno fatto gli assassini,

la nostra Italia l'hanno rovinata,fra fascisti, signori e Mussolini.

Un po' di libertà è ritornata,stringemoci operai e contadini,

se co' signori andiam tante volte,poi noi ci rimandano alla morte.

LIII

E gli alleati ci aprirono le porte,di per la rete ci fecero fuggire,ci dissero: sceglietevi la sorte,se vù volete smetter di patire.

Sappiamo qual'è la nostra sorte,fra noi lavoratori si può dire,

quella d'unissi insieme da fratelli,per smetter di servir da somarelli.

LIV

Dobbiamo ricordar tanti fratelli,che nella guerra hanno perso la vita,

dopo tanto soffrire meschinelli,la loro gioventù l'è già finita.

Anche quelli che moriron da ribelli,per liberar l'Italia rovinata,

tutti questi dobbiamo ricordare,e le famiglie dobbiamo aiutare.

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LV

E gli alleati voglio ringraziare,e anche i russi combatteron forte,

per venir l'Europa a liberare,ed ora siam giunti a questa sorte.

Cerchiamo amici di non ricascare,di già che ci hanno aperto queste porte,

non parlo più di guerra col cannone,di qualcos'altro vi fò spiegazione.

LVI

La si fece poi la votazione,e si mise De Gasperi ai governo,

ma i popolo italiano un po' capone,non lo conosce il marcio dell'interno.

Credevam d'avé raggiunto la questione,con la democrazia e il Padre Eterno,

ma noi fessi s'ha da lavorare,ci aumentonno un poco da mangiare.

LVII

Tante promesse sanno sempre fare,democrazia cristiana e liberali,

hanno studiamo e sanno barattare,ormai le destre gli enno sempre uguali.

Fanno spesso le fabbriche serrare,e danno agli operai colpi mortali,e si scende in piazza a reclamare,

e mandan la polizia a farci sparare.

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LVIII

Cosi ci tocca sempre camminare,finché comanderà i nostri padroni,noi mal vestiti e poco da mangiare,

e loro se gli giocano i milioni.Loro l'amante, la montagna e il mare,finché nel mondo vivono i coglioni,dicono in chiesa: siamo tutti uguali,

e noi ci trattan come gli animali.

LIX

Tant'anni son passati amici cari,non si capisce ì che ci fanno fare,

stanno bene in Italia gli industriali,perché nessuno gli po' controllare.

Gli hanno fatti i progressi cò macchinari,e doppia produzione voglian fare,per chi lavora c'è una brutta sorte,

prima vent'anni ci mandano a morte.

LX

Queste parole posso parlà forte,non ammetto di più di quel che è stato,se c'è chi crede che parli per i sporte,gli porto dove ho sempre lavorato.

Ogni operaio deve corré forte,e quasi sempre si vede sudato,neanche i tempo di respirare,

bisogna stare zitti e non parlare.

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LXI

E qualcos'altro amici ho da spiegare,se vu m'ascolterete voi persone,

finché al governo esiste i capitale,per chi lavora c'è poca ragione.

Non si costa in Italia tutti eguale,guardate icché successe a Longarone,

se i capi del governo ci avessero abitato,ma forse qualchedun c'avea pensato.

LXII

Non voglio dì che quello sia un reato,questo lo lascio agli altri giudicare,

migliaia di persone c'è affogato,e la colpa nessun la vò pigliare.

Ma i delinguenti a capo di uno stato,un po' per tutti dovrebban pensare,

ma se nel cuore non hanno coscienza,non pensano nemmeno all'innocenza.

LXIII

Abbiamo amici un po' d'intelligenza,tante volte ci hanno fatto votare,per chi lavora l'era convenienza,

di cambià sempre chi faceva male.I padroni studian bene alla partenza,

e sanno chi lavora barattare,per la religione e l'impressione dell'inferno,

si mandan sempre i soliti al governo.

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LXIV

Parlo a ogni giovane moderno,la vostra intelligenza di adoprare,

non abbiate paura dell'inferno,ma fatevi nel mondo rispettare.

E se non fa per voi questo governo,pensiamoci quando si va a votare,non vi fate barattare dai padroni,

non fate come noi vecchi coglioni.

LXV

Sanno portà tanti paragoni,tutte le colpe sanno scaricare,

perché gli credin sempre più coglioni,per restar sempre loro a comandare.Non son contenti di sciupà i milioni,

un po' di tutto sann'approfittare,amici chi ce l'ha la moglie bella,

ci mandan a corneta anche con quella.

LXVI

La sembra questa storia una novella,ma se un po' tutto state a ripensare,

anche ai somari che non han favella,e un gli garba farsi bastonare.

Aimmeno danno retta alla tirella,ci badan bene prima di cascare,

noi siam peggio di loro e vocio forte,ci siam cascati quattro o cinque volte.

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LXVII

E gli alleati ci aprirono le porte,ci seppan dal fascismo liberare,

nostri padroni ci consiglian forte,dicon pe' comunisti non votare.

Sanno che è un partito sano e forte,e i nostri diritti ci farebbe dare,sanno che difende gli operai,

per quello che a ì padrone un garba mai.

LXVIII

Compagno che anche te lavorerai,insieme agli operai e ai contadini,se coscienza nì cuore tu ce l'hai,

pensa per un domani à tuoi bambini.I tuo padrone t'ha sfruttato assai,

ti prende la pelle pé falli quattrini,finirebbe con questo approfittare,

se comunista tu saprai votare.

LXIX

Voi giovani che state in questa terra,guardate questa storia di studiare,

vogliono ripesarci alla stadera,e presto ci richiamano a votare.

Spiegatela anche agli altri con maniera,se un po' meglio vorrete campare,un po' di meglio stare si conquista,

se vince il partito comunista.

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LXX

L'ho passata una vita molto trista,e fra poc'anni ormai sono alla fine,

e il capitale sempre ci calpesta,queste son cose grosse e nò piccine.Non ho inventato niente di mì testa,è tutto vero da ì principio alla fine,ve l'ho scritto tutto in questa storia,

prima che ì buon Gesù mi chiami in Gloria.

Dino Azzini

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I cimiteri della seconda guerra mondiale

Un viaggio nella memoria.

Le montagne dell'appennino tosco-emiliano sono state dall'estate del 1944 alla primavera del 1945 teatro di cruente battaglie, dove i tedeschi, organizzati su una linea, detta "linea gotica", intendevano fermare, o almeno rallentare l'avanzata degli alleati.

La seconda guerra mondiale, come tutte le guerre, ha lasciato i suoi cimiteri dove riposano i caduti, e in Toscana ce ne sono alcuni che insieme formano un percorso della memoria molto importante.

Iniziamo con il cimitero situato sul passo della Futa, dove alla fine della guerra il Volksbund Deutsche Kriegsgräberfürsorge, si fece carico di costruire un cimitero per la sistemazione definitiva dei propri caduti nel territorio italiano, e nel 1961 si iniziò a realizzare quello che oggi è il più grande cimitero dei soldati tedeschi in Italia.

Il Deutsche Soldaten Friedhof, occupa un'area di 12 ettari, e accoglie 30.685 salme di militari caduti in 2.069 diversi comuni italiani.

Per visitare i cimiteri alleati bisogna andare nei dintorni di Firenze; a sud sulla via Cassia, fra i comuni di Impruneta e San Casciano è situato il cimitero dei soldati statunitensi.

Il Florence American Cemetery and Memorial, completato nel 1959 e inaugurato nel 1961, occupa un'area di 28 ettari, dove riposano 4.402 caduti americani; e sul sacrario un muro rivestito da lastre di granito rosa ricorda i nomi di 1409 dispersi.

Ad est di Firenze, sulla strada verso Pontassieve presso la località il Girone, in riva all'Arno,, troviamo il cimitero dei soldati del Commonwealth. Nel Florence War Cemetery, completato nel 1947, sono sepolti i corpi di 1637 soldati in forza all'ottava armata, provenienti dalle nazioni del Commonwealth.

Il viaggio termina a Pistoia, dove troviamo il monumento al militare Brasiliano; li sono rimasti i corpi di 461 soldati dello stato sudamericano fino al 1960, quando il suo governo decise di farli rientrare in Patria.

Nel 1967 sul luogo fu eretto un monumento votivo; alla fine dei lavori venne rinvenuta la salma di un soldato che non era stata trasferita in Brasile, e poiché non fu possibile identificarla; è rimasta sul posto come "milite ignoto".

"La morte accomuna vincitori e vinti"

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