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Mortalità: registri regionali, dati nazionali e problemi nell’uso dei dati da parte dei Registri Tumori Carlo Alberto Goldoni Servizio Epidemiologia AUSL Modena Corso di aggiornamento annuale Incidenza dei tumori: rischio ambientale, disuguaglianze e indicatori clinici

Mortalità: registri regionali, dati nazionali e problemi nelluso dei dati da parte dei Registri Tumori Carlo Alberto Goldoni Servizio Epidemiologia AUSL

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Mortalità: registri regionali, dati nazionali e problemi nell’uso dei dati da parte dei Registri

Tumori

Carlo Alberto Goldoni

Servizio Epidemiologia AUSL Modena

Corso di aggiornamento annuale

Incidenza dei tumori:

rischio ambientale, disuguaglianze e indicatori

clinici

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Mi è sembrato utile cominciare con un po’ di storia…..

Si noti l’anno di questo modello di certificato delle cause di morte

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Il flusso delle cause di morte è sempre stato un po’ complesso, forse più del necessario….

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Qui cominciano i registri locali di Usl, anche se la norma prevedeva la tenuta del Registro delle Cause di Morte da parte dell’Ufficiale Sanitario anche in precedenza

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MORTALITA’, aspetti generali e particolari(a) FONTE DEL DATO

 

 La fonte del dato di mortalità è sostanzialmente una sola:

 

scheda di morte ISTAT

talora (eccezionalmente) integrata e corretta con il dato autoptico (*)

Non hanno alcun valore:

- S.D.O.

- Cartella Clinica Ospedaliera

- Cartella Sanitaria MMG- Bollettino/Certificato Necroscopico (ex art.141

R.D.1238/39)

- Esami diagnostici vari

Radiografia

Esami emato-chimici

Ecografia

TAC

RMN

Biopsia

Esame istologico

- Referto autopsia (*)

ATT

EN

ZIO

NE

!!!!

in d

uplic

e co

pia!

!!

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ESAME ISTOLOGICO

Linfoma diffuso a grandi cellule B

R.M.N.

Vasta area di emorragia in sede cerebrale intraparenchimale profonda

S.D.O. / D.R.G.

Paziente dimesso con diagnosi di carcinoma polmonare, lobo inferiore destro

ESAMI EMATO/CHIMICI

Glicemia: 450 mg/dl

Glicosuria+++

RX tubo digerente

Diverticolosidiffusa del colon

Arresto cardiocircolatorio

Insufficienza multiorgano

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MORTALITA’, aspetti generali e particolari

(b) CAUSA DEL DECESSO

Tante patologie riportate sulla scheda ma una sola causa selezionata

Infatti il numero delle cause di morte deve corrispondere al numero

dei deceduti e pertanto per ogni scheda dovrà essere individuata

( ... privilegiata ...) una sola causa.

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MORTALITA’, aspetti generali e particolari

(c) CODIFICA DELLA CAUSA DI MORTE

La causa selezionata (che dovrebbe corrispondere a quella che ha dato origine al concatenamento di eventi che ha portato al decesso) viene chiamata “causa iniziale” e indicata con un codice alfa-numerico

 

Il procedimento (caratterizzato dall’applicazione di precise e rigorose regole) che, a partire da più patologie espresse in comuni termini letterari porta all’estrazione di un singolo codice si chiama “codifica o codificazione della causa di morte”.

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IPERTENSIONE ARTERIOSA I10

INFARTO MIOCARDICO I21.9

CARDIOPATIA ISCHEMICA I25.9INSUFFICIENZA AORTICA I35.1

CARCINOMA GASTRICO C16.9GASTRITE EROSIVA K29.7

ULCERA PEPTICA K27.9COLECISTITE K81.9ENFISEMA POLMONARE J43.9

CACHESSIA NEOPLASTICA C80ARRESTO CARDIACO I46.9

EPATITE C B17.1INSUFFICIENZA RENALE N19 ARTRITE REUMATOIDE M06.9

Si applica dapprima il “Principio Generale, selezionando il codice I10;

Poi si applica una prima volta la Regola di modifica C (ACME tab.E -LMP) selezionando il codice I25.9 ed infine si applica una seconda volta la stesssa Regola C selezionando, definitivamente il codice I21.9 = infarto miocardico.

Si applica dapprima la Regola 2 selezionando il codice C80,

Poi si applica la Regola di modifica D (ACME tab.E-SMP) selezionando il codice C16.9 = carcinoma gastrico

Causa iniziale

Causa iniziale

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MORTALITA’, aspetti generali e particolari

(d) IL CODICE

 Ogni entità nosologica viene trasformata in codice.

Il codice è una sequenza di cifre, precedute o meno da una lettera, che fa riferimento alla “Classificazione Internazionale delle Malattie” = ICD. 

Nel corso degli anni sono state realizzate successive “revisioni” e, dall’anno 2003, l’ISTAT pubblica i dati di mortalità adottando la decima revisione = ICD-10. 

L’adozione dell’ICD-10 è un evento relativamente recente e di fatto, in Italia, si sta vivendo attualmente una delicata e travagliata fase di transizione dal sistema ICD-9 (codici numerici) al sistema ICD-10 (codici alfa-numerici).

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codice ICD-9

Patologiacodice ICD-10

011.9 Tubercolosi A16.9279.1 AIDS B24162.9 Tumore maligno polmone C34.9197.6 Carcinosi peritoneale C78.6205.0 Leucemia mieloide acuta C92.0250.0 Diabete mellito E14.9410 Infarto del miocardio I21.9436 Ictus cerebri I64571.5 Cirrosi epatica K74.6797 Senilità / Cachessia senile R54

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MORTALITA’, passaggio ICD-9 ICD-10

(a) PRINCIPALI CAMBIAMENTI NELLA PROCEDURA DI CODIFICA DELLA

CAUSA DI MORTE PRODOTTI DAL PASSAGGIO DA ICD-9 a ICD-10: 

1. cambiano i codici che individuano le singole patologie

2. cambia la collocazione settoriale di alcune patologie

3. cambia l’importanza che viene data ad alcune patologie

4. cambia l’ammissibilità di rapporti consequenziali/causali fra alcune patologie

5. cambia l’aggregabilità di gruppi di patologie in un unico codice nosologico

6. viene ammessa la possibilità di effettuare importanti aggiornamenti periodici.

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1. cambiano i codici che individuano le singole patologie

Carcinoma polmonare ICD-9 = 162.9 ICD-10 = C34.9Diabete mellito ICD-9 = 250.0 ICD-10 = E14.9Ictus Cerebri ICD-9 = 436 ICD-10 = I64

2. cambia la collocazione settoriale di alcune patologie

Demenza tipo Alzheimer ICD-9 = 290.1; settore V, Disturbi psichiciICD-10 = G30.1; settore VI, Malattie del sistema nervoso

T.I.A. (attacco ischemico transitorio) ICD-9 = 435; settore VII, Malattie del sistema circolatorio ICD.10 = G45.9; settore VI, Malattie del sistema nervoso

Macroglobulinemia di Waldenstroem ICD-9 = 273.3; settore III, malattie del metabolismo … ICD-10 = C88.0; settore II, tumori

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ARRESTO CARDIACO 427.5

Si selezione il T.I.A. con l’applicazione della Regola 1; questa causa però viene considerata “banale” (Regola B, ACME tab.H) e viene quindi scartata a favore del diabete mellito che risulta causainiziale “valida”, non modificabile da altre cause presenti sulla scheda: pertanto

la causa iniziale risultante è diabete mellito, codice E14.9

PREGRESSO ICTUS 438

ARRESTO CARDIACO I46.9

PREGRESSO ICTUS I64

Si selezione l’unica causa presente nei campi 1,2,3 (arresto cardiaco, codice 427.5) che risulta essere una causa iniziale “valida” e che non viene modificata da altre cause presenti sulla scheda; pertanto la causa iniziale risultante è: arresto cardiaco, codice 427.5

ARRESTO CARDIACO

codice ICD-9 = 427,5 codice ICD-10 = I46.9

Questo codice, in ICD-10 viene considerato “causa maldefinita” e viene quindi sempre scartato (Regola A), nella scelta della causa iniziale, quando vi siano altre patologie non maldefinite riportate in quialsiasi parte della scheda

Si selezione l’unica causa presente nei campi 1,2,3 (arresto cardiaco, codice I46.9) che però, in quantto causa “maldefinita”, viene scartata a favore della causa presente al quesito 4 (pregresso ictus) la quale a sua volta risulta essere una causa iniziale “valida” ; pertanto la causa iniziale risultante è: pregresso ictus, codice I64.

Si selezione il T.I.A. con l’applicazione della Regola 1; questa causa risulte essese una causa iniziale “valida” e non viene modificata da altre cause; pertanto la causa iniziale risultante è: T.I.A., codice 435

T.I.A. 435DIABETE MELLITO 250.0

SCOMPENSO CARDIACO 429.9

T.I.A. (attacco ischemico transitorio)

codice ICD-9 = 435 codice ICD-10 = G45.9

Questo codice, in ICD-10 viene considerato “causa banale” e viene quindi sempre scartato (Regola B), nella scelta della causa iniziale, a favore di qualsiasi altra causa non banale

T.I.A. G45.9DIABETE MELLITO E14.9

SCOMPENSO CARDIACO I51.9

3. cambia l’importanza che viene data ad alcune patologie

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DEMENZA SENILE 290.0

Si seleziona il morbo di Parkinson applicando il “Principio Generale” in quanto è ammesso il concatenamento fra le due patologie presenti sulla scheda (v.ACME, tab.D); pertanto la causa iniziale risultante è il morbo di Parkinson, codice G20.

MALATTIA CARDIOVASCOLARE 429.2

Si seleziona la malattia cardiovascolare con la Regola 2 poiché non è ammesso il concatenamento con la demenza senile (v.ACME, tab.C): causa iniziale risultante = malattia cardiovascolare, codice 429.2

DEMENZA SENILE - MALATTIA CARDIOVASCOLARE

In ICD-10 viene ammesso il rapporto consequenziale o “concatenamento” fra queste due patologie: cioè si ammette che la demenza senile possa essere causa di malattia cardiovascolare; non era così, invece, in ICD-9. Questa differente concatenabilità della malattia cardiovascolare interessa diverse malattie oltre alla demenza senile ed è particolarmente importante poiché il termine “scompenso cardiocircolatorio”, che viene usato di frequente come causa terminale, è considerato un sinonimo della malattia cardiovascolare ed ha lo stesso codice (429.2 e I51.6)

Si seleziona la demenza senile applicando il “Principio Generale” in quanto è ammesso il concatenamento fra le due patologie presenti sulla scheda (v.ACME, tab.D); pertanto la causa iniziale risultante è demenza senile, codice F03.

Si seleziona la bronchite con la Regola 2 poiché non è ammesso il concatenamento con il morbo di Parkinson (v.ACME, tab.C): causa iniziale risultante = bronchite, codice 490

M. PARKINSON 332.0

BRONCHITE 490

MORBO DI PARKINSON - BRONCHITE

In ICD-10 viene ammesso il rapporto consequenziale o “concatenamento” fra queste due patologie: cioè si ammette che il morbo di Parkinson possa essere causa di bronchite; non era così, invece, in ICD-9. Molte altre patologie, soprattutto del sistema nervoso (ad esempio m.

di Alzheimer) si comportano in modo analogo; peraltro la bronchite risulta essere una causa terminale

non infrequente.

BRONCHITE J40

4. cambia l’ammissibilità di rapporti consequenziali/causali fra alcune patologie

DEMENZA SENILE F03

MALATTIA CARDIOVASCOLARE I51.6

ICD-9 ICD-10

M. PARKINSON G20

ICD-9 ICD-10

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EPATITE VIRALE C 070.5

Si seleziona la B.P.C.O con il “Principio Generale”; questa causa viene però scartata in quanto è presente un’altra causa (enfisema polmonare) che deve essere preferita in applicazione della Regola C (ACME, tab E-LMP); pertanto la causa iniziale risultante è enfisema polmonare, codice J43.9

A.I.D.S. 279.1

Si selezione l’epatite virale C applicando il “Principio Generale”; poiché non è prevista la possibilità che la causa in campo 4 (A.I.D.S..) influisca su questa patologia, la causa iniziale risultante sarà epatite virale C, codice 070.5

A.I.D.S. - EPATITE VIRALE (e altre patologie infettive e neoplastiche)

In ICD-10 viene prevista la possibilità di aggregare molte patologie infettive e neoplastiche alla malattia da HIV (codice B24) riunendole in codici combinati (B20-B23) che permettono una immediata identificazione con la malattia del virus dell’immunodeficienza acquisita.

Si selezione L’epatite virale C con il “Principio Generale”;) che però, in applicazione alla Regola 3 (ACME, tab. E-DSC) viene considerata conseguenza diretta della causa presente al quesito 4 (A.I.D.S.) producendo come risultato il codice combinato B20.3 “malattia da Hiv che dà luogo ad altre infezioni virali”

Si seleziona la B.P.C.O. applicando il “Principio Generale”; poiché l’altra causa presente (enfisema polmonare) non ionlfuisce su questa patologia la causa iniziale risultante è “B.P.C.O.”, codice 491.2

B.P.C.O. 491.2

ENFISEMA POLMONARE 492

B.P.C.O. - ENFISEMA

La sigla B.P.C.O. sta per Broncopneumopatia cronica ostruttiva ed è una patologia di frequente riscontro nelle schede.

In ICD-10, a differenza che in ICD-9 la B.P.C.O., in presenza di enfisema polmonare, viene scartata a favore di quest’ultima patologia (ACME, tab.E-LMP).

In presenza di altre patologie di natura broncopolmonare quali bronchite, broncopolmonite, asma bronchiale, viene selezionato un codice combinato che le comprende entrambe (J44.0 – J44.8)

ENFISEMA POLMONARE J43.9

5. cambia l’aggregabilità di gruppi di patologie in un unico codice nosologico

CIRROSI EPATICA K74.6

A.I.D.S. B24 ICD-10

B.P.C.O. J44.9

ICD-9 ICD-10

CIRROSI EPATICA 571.5

ICD-9

EPATITE VIRALE C B17.1

MALATTIA DA HIV CHE DA’ LUOGO AD ALTRE INFEZIONI VIRALI, codice B20.3

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Mentre i codici nosologici e l’applicazione delle regole dell’ICD-9 sono rimaste invariate per tutto il periodo (alcuni decenni) di utilizzo, l’ICD-10 prevede la possibilità di aggiornamenti periodici (praticamente annuali) con variazioni anche assai importanti.Il caso della “Demenza” risulta particolarmente significativo

A partire dal 2005 veniva accettata la combinazione, con la regola di selezione 3, fra demenza (F03) e sieropositività per HIV (R75) risultandone la patologia “Demenza da HIV” (B22.0).

3. Causa terminale Demenza (F03)4. Altri stati morbosi rilevanti Sieropositività per HIV (R75)

Codice selezionato: fino all’anno 2004: F03 (regola 2)dall’anno 2005 in poi: B22.0 = demenza in HIV (regola 3 / DSC)

A partire dal 2006 veniva rifiutato il concatenamento con le patologie cardio-vascolari (codici I00 – I59.9) e molte altre patologie importanti quali tumori (C000 – D49.9) e diabete (E10.0 – E14.9); rimaneva ancora il concatenamento con le patologie cerebro-vascolari (I600 – I698). Codice selezionato1. Causa Iniziale 3. Causa terminale fino all'anno 2005 dall'anno 2006 Cancro colon (C18.9) Demenza (F03) C18.9 (Principio Generale) F03 (regola2)Diabete mellito (E14.9) Demenza (F03) E14.9 (Principio Generale) F03 (regola2)Fibrillazione atriale (I48) Demenza (F03) I48. (Principio Generale) F03 (regola2)Ictus cerebri (I64.) Demenza (F03) I64 (Principio Generale) I64 (P.G.)

In seguito alla creazione di nuovi codici fittizi riservati alle patologie cerebro-vascolari multiple (I6100 – I6940), con l'aggiornamento dell'anno 2007 , viene rifiutato anche il concatenamento con le patologie cerebrovascolari ad eccezione appunto delle patologie multiple.

Codice selezionato1. Causa Iniziale 3. Causa terminale fino all'anno 2006 dall'anno 2007 Infarto cerebrale (I63.9) Demenza (F03) I63.9 (Principio Generale) F03 (regola 2) Vasc.Cer. Multi-infartuale (I63.90) Demenza (F03) I63.9 (Principio Generale) I63.9 (P.G.+Tab.G)

6. viene ammessa la possibilità di effettuare importanti aggiornamenti periodici

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(b) PRINCIPALI CAMBIAMENTI NEL PASSAGGIO ICD-9 ICD-10 PER LE PATOLOGIE NEOPLASTICHE

1. Cambiano i singoli codici. 

2. Alcune patologie inserite, in ICD-9, in settori diversi da quello delle neoplasie vengono invece riconosciute

come neoplastiche in ICD-10.

3. Viene ammessa la possibilità che le malattie infettive siano causate da tumori maligni 

3. - In ICD 9 è possibile selezionare un solo tumore (maligno).

- In ICD-10 viene creato un codice utilizzabile in caso di presenza di neoplasie maligne multiple (C97).

4. - In ICD-9 un tumore è considerato “secondario” (metastasi) solo se viene esplicitamente menzionato come tale.

- In ICD-10, per alcune particolari sedi (nominate come “comuni sedi di metastasi”) si assume a priori, in caso di tumore multiplo, che si tratti di localizzazione secondaria.

5. - In ICD-9 tutti i tumori sono patologie “primarie” non derivabili da altre cause nè con esse “aggregabili” nessun tumore può creare “correlazioni” o “associazioni” con altri tumori e patologie

- In ICD-10 è possibile fare derivare alcuni tumori da un’altra causa o aggregarli con altre cause.  

6. - In ICD-9 non è possibile selezionare, come causa iniziale, una localizzazione secondaria si deve automaticamente utilizzare il codice relativo a “sede primitiva non conosciuta”

- In ICD-10 è possibile selezionare, come causa iniziale, una localizzazione secondaria.

MORTALITA’, passaggio ICD-9 ICD-10

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PRINCIPALI CAMBIAMENTI NEL PASSAGGIO ICD-9 ICD-10 PER LE PATOLOGIE NEOPLASTICHE

1. Cambiano i singoli codici.

 

Codice ICD-9 PATOLOGIA NEOPLASTICA Codice ICD-10

151.9 TUMORE MALIGNO STOMACO C16.9153.9 TUMORE MALIGNO COLON C18.9162.9 TUMORE MALIGNO POLMONE C34.9172.9 MELANOMA C43.9191.0 TUMORE MALIGNO CERVELLO C71.0199.1 METASTASI C80.202.8 LINFOMA NON HODGKIN C85.9204.1 LEUCEMIA LINFATICA CRONICA C91.1

174.9 TUMORE MAMMELLA FEMMINA C50.9175. TUMORE MAMMELLA MASCHIO C50.9

163.9 CARCINOMA PLEURA C38.4163.9 MESOTELIOMA PLEURA C45.0

185. TUMORE MALIGNO PROSTATA C61.

189.0 TUMORE MALIGNO RENE C64.239.5 TUMORE PROSTATA D40.0239.5 TUMORE RENE D41.0

236.7 TUMORE a comportamento incerto della VESCICA D41.4239.4 TUMORE (a comportamento sconosciuto) della VESCICA D41.4

1*

2*

3*

4*

Particolarità

1*

Per il tumore alla mammella, in ICD-9 ci sono codici differenti se cambia il sesso; in ICD-10 invece no.

2*

I mesoteliomi (pleura, peritoneo, pericardio etc) in ICD-9 mantengono il codice “generico” della sede di appartenenza; in ICD-10 ci sono codici specifici e differenziati

3*

I tumori a comportamento sconosciuto di prostata e rene in ICD-9 hanno lo stesso codice mentre in ICD-10 hanno codici specifici e differenti (in generale in ICD-10 c’è un maggiore dettaglio)

4*

In ICD-9 vengono differenziati i tumori a comportamento incerto da quelli a comportamento sconosciuto; in ICD-10 i tumori a comportamento incerto vengono assimilati ai tumori a comportamento sconosciuto

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PRINCIPALI CAMBIAMENTI NEL PASSAGGIO ICD-9 ICD-10 PER LE PATOLOGIE NEOPLASTICHE

2. Alcune patologie inserite, in ICD-9, in settori diversi da quello delle neoplasie

vengono invece riconosciute come neoplastiche in ICD-10

 

PATOLOGIA ICD-9 ICD-10

cod. 273.1 cod. D47.2GAMMOPATIA MONOCLONALE settore III settore II

malattie … del metabolismo tumori (comportamento incerto …)

MACROGLOBULINEMIA cod. 273.3 cod. C88.0DI WALDENSTROEM settore III settore II

malattie … del metabolismo tumori (comportamento maligno)

cod. 284.9 cod. D46.4ANEMIA REFRATTARIA (*) settore IV settore II

malattie del sangue … tumori (comportamento incerto …)

cod. 289.8 (**) cod. D47.1MIELOFIBROSI settore IV settore II

malattie del sangue … tumori (comportamento incerto …)

(**) numero di codice riportato sul manuale integrativo ICD-9 dell'ISTAT, curato dal dott. Feola

(*) molto particolare è il caso dell'anemia refrattaria con eccesso di blasti che in ICD-9 è considerato sinonimo di leucemia acuta (codice 208.0, secondo quanto riportato sul manuale integrativo ICD-9 dell'ISTAT curato dal dott. Feola) e quindi neoplasia maligna, mentre in ICD-10 (codice D46.2) mantiene le caratteristiche di neoplasia a comportamento incerto

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PRINCIPALI CAMBIAMENTI NEL PASSAGGIO ICD-9 ICD-10 PER LE PATOLOGIE NEOPLASTICHE

3. Viene ammessa la possibilità che le malattie infettive siano causate da tumori maligni

LEUCEMIA LINFATICA CRONICA 204.1

ICD-9 ICD-10

HERPES ZOSTER 053.9

COLLLASSOCARDIO-CIRCOLATORIO 785.5

LEUCEMIA LINFATICA CRONICA C91.1

HERPES ZOSTER B02.9

COLLLASSOCARDIO-CIRCOLATORIO R57.9

PRECISAZIONI- In ICD-9 tutte le infezioni (tranne qualche eccezione, come le setticemie e, limitatamente ai tumori maligni del sangue, le principali micosi) non vengono mai messe in correlazione con i tumori; cioè i tumori non possono mai essere causa delle malattie infettive

- In ICD-10 si ammette che tutte le malattie infettive (tranne le infezioni e le infestazioni da macro-parassiti e tranne la malattia da HIV)) possono essere causate da tumori maligni in quanto il loro sviluppo può essere favorito dalle condizioni di debilitazione generali indotte dalla patologia neoplastica ovvero anche dagli effetti sul sistema immunitario prodotti dalla chemioterapia

- Relativamente alla malattia da HIV (vedasi anche successivo punto 6):

In ICD-9 la malattia da HIV non viene mai messa in correlazione con un tumore e viene sempre selezionata, come causa iniziale risultante, la patologia (tumore o HIV) indicata cronologicamente per ultima. Fanno eccezione alcuni tumori del sangue e della cute (es. linfoma cerebrale e sarcoma di Kaposi) che possono essere causati dalla malattia da HIV

In ICD-10 la presenza di malattia da HIV e di tumore maligno determina la selezione di un codice combinato (HIV + tumore maligno)

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PRINCIPALI CAMBIAMENTI NEL PASSAGGIO ICD-9 ICD-10 PER LE PATOLOGIE NEOPLASTICHE

4. - In ICD 9 è possibile selezionare un solo tumore (maligno).

- In ICD-10 viene creato un codice utilizzabile in caso di presenza di neoplasie maligne multiple (C97).

CANCRO MAMMELLA 174.9

ICD-9 ICD-10

CANCRO PROSTATA 185.CANCRO VESCICA 188.9CANCRO STOMACO 151.9

ICD-9

CACHESSIA NEOPLASTICA C80.

ICD-10

CANCRO VESCICA 188.9

CANCRO STOMACO 151.9

CANCRO MAMMELLA C50.9

CANCRO VESCICA C67.9

CANCRO STOMACO C16.9

CACHESSIA NEOPLASTICA 199.1.

CANCRO PROSTATA C61.CANCRO VESCICA C67.9CANCRO STOMACO C16.9

TUMORI MALIGNI DI SEDI INDIPENDENTI MULTIPLE

PRIMITIVE

C97.

TUMORI MALIGNI DI SEDI INDIPENDENTI MULTIPLE

PRIMITIVE

C97.

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PRINCIPALI CAMBIAMENTI NEL PASSAGGIO ICD-9 ICD-10 PER LE PATOLOGIE NEOPLASTICHE

 5. - In ICD-9 un tumore è considerato “secondario” (metastasi) solo se viene esplicitamente menzionato come tale. - In ICD-10, per alcune particolari sedi (nominate come “comuni sedi di metastasi”) si assume a priori, in caso di tumore multiplo, che si tratti di localizzazione secondaria.

CANCRO MAMMELLA 174.9

ICD-9 ICD-10

CANCRO FEGATO 155.2CANCRO POLMONE 188.9

ICD-9

CACHESSIA NEOPLASTICA C80.

ICD-10

CANCRO POLMONE 162.9

ARRESTO CARDIACO 427.5

CANCRO MAMMELLA C50.9

CANCRO POLMONE C34.9

ARRESTO CARDIACO I46.9

CACHESSIA NEOPLASTICA 199.1.

CANCRO FEGATO C22.9CANCRO POLMONE C34.9

Nel presente caso la sede polmonare viene considerata secondaria, in quanto il polmone rientra nell’elenco delle “comuni sedi di metastasi”.

Nel presente caso la sede epatica viene considerata secondaria in quanto il fegato rientra nell’elenco delle “comuni sedi di metastasi” e, in quanto tale induce, di conseguenza, ad escludere da tale elenco la sede polmonare.

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PRINCIPALI CAMBIAMENTI NEL PASSAGGIO ICD-9 ICD-10 PER LE PATOLOGIE NEOPLASTICHE

6. - In ICD-9 tutti i tumori sono patologie “primarie” non derivabili da altre cause ne’ con esse “aggregabili” nessun

tumore può creare “correlazioni” o “associazioni” con altri tumori e patologie - In ICD-10 è possibile fare derivare alcuni tumori da un’altra causa o aggregarli con altre cause.

LINFOMA NON HODGKIN 202.8

ICD-9 ICD-10

MALATTIA DA HIV 279.1

ICD-9

CACHESSIA NEOPLASTICA C80.

ICD-10

LEUCEMIA LINFOBLASTICA ACUTA 204.0

ARRESTO CARDIACO 427.5

LINFOMA NON HODGKIN C85.9

LEUCEMIALINFOBLASTICA ACUTA C91.0

ARRESTO CARDIACO I46.9

CACHESSIA NEOPLASTICA 199.1.

CANCRO POLMONE C34.9

Nel presente caso si ammette che la leucemia linfoblastica acuta possa esseere stata causata dal linfoma non Hodgkin

Nel presente caso si ammette che il cancro polmonare possa essere stato causato dalla malattia da HIV; la causa iniziale risultante dal procedimento di codifica deriva poi dall’aggregazione delle due patologie in un ulteriore numero di codice

CANCRO POLMONE 188.9

MALATTIA DA HIV B24

MALATTIA DA HIV CHE DA’ LUOGO A SPECIFICATE NEOPLASIE

B21.8

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PRINCIPALI CAMBIAMENTI NEL PASSAGGIO ICD-9 ICD-10 PER LE PATOLOGIE NEOPLASTICHE

7. - In ICD-9 non è possibile selezionare, come causa iniziale, una localizzazione secondaria: si deve automaticamente

utilizzare il codice relativo a “sede primitiva non conosciuta”. - In ICD-10 è possibile selezionare, come causa iniziale, una localizzazione secondaria.

ICD-9 ICD-10

TUMORE MALIGNO DI SEDE PRIMITIVA SCONOSCIUTA

METASTASI CEREBRALI C79.3METASTASI CEREBRALI 198.3

ARRESTO CARDIACO 427.5

EMIPLEGIA SINISTRA 342.9 EMIPLEGIA SINISTRA G81.9

ARRESTO CARDIACO I46.9

199.1

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La procedura che porta alla identificazione della causa di morte, può essere distinta in tre fasi principali:

Diagnosi

Certificazione

Codifica

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In ognuna di queste fasi possono verificarsi degli errori, sistematici o casuali, che producono una errata classificazione della causa di morte. La patologia che comparirà per quel soggetto nelle statistiche di mortalità non sarà quindi corrispondente alla patologia che ha determinato il decesso, secondo la definizione di causa di decesso data dall’ ICD:

“La malattia o il traumatismo che avvia il concatenamento degli eventi morbosi che conduce direttamente a morte, o l’insieme delle circostanze dell’accidente o della violenza che hanno provocata la lesione traumatica mortale”

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Quali conseguenze sui dati che gli epidemiologi usano?

Alcuni esempi

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Sono individuati tutti i decessi di donne inserite nella casistica dello Studio IMPATTO, qualsiasi sia l’anno di incidenza (pre e post screening) e la modalità di diagnosi (screen detected e non screen detected) avvenuti a partire dal 1999. L’end-point è fissato al 31 dicembre 2002. Per ogni centro partecipante vengono richiesti i linkage dei soggetti deceduti con le SDO per verificare i ricoveri entro l’anno precedente alla data di morte. Ogni centro ha raccolto le schede di morte (cartacee) e il file dei ricoveri.

STUDIO DI VALUTAZIONE DELL’ATTENDIBILITA’ DELLA CAUSA DI MORTE

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Lo studio, in corso di pubblicazione, ha identificato oltre il 15% di decessi la cui causa di morte era da considerarsi “dubbia”, riclassificandone poi circa il 5%. Si è dimostrato che la casistica così come era certificata e codificata all’origine comportava una lieve sovrastima della mortalità per tumore della mammella, ma non si sono identificati errori di tipo sistematico.

STUDIO DI VALUTAZIONE DELL’ATTENDIBILITA’ DELLA CAUSA DI MORTE

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Ma la inaccuratezza nel certificare è un “rumore di fondo” che si distribuisce in maniera casuale nel tempo e nello spazio………….

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Rischio Relativo< 0.70.7 - 0.90.9 - 1.11.1 - 1.3> 1.3

Limiti Provinciali

Stati Morbosi Mal definiti

Nello spazio………

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Rischio Relativo< 0.70.7 - 0.90.9 - 1.11.1 - 1.3> 1.3

Limiti Provinciali

Ipertensione

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Uomini+Donne.

Tasso standardizzato x 100.000

2003

2002

2001

2000

1999

1998

1997

1996

1995

1994

1993

1992

1991

1990

1989

1988

TS

D x

10

0.0

00

40

30

20

10

0

MAL. DEGEN. INVOL.

CEREBRALI SENILI

Arteriosclerosi

Confronto fra i tassi standardizzati di mortalità per arteriosclerosi e demenza in provincia di Modena 1988-2003

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Ma la scheda non era in duplice copia?

Oltre alla copia per le AUSL, una copia dai Comuni, tramite le Prefetture, giunge all’ISTAT, che pubblica la statistica nazionale delle cause di morte

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Ma allora esistono due dati di mortalità: identici?

Esistono due dati di mortalità, ma non sono identici. Le differenze sono:• Quantitative: il dato ISTAT è quasi sempre minore di quello locale (fino all’1%)• Qualitative: il dato ISTAT è sottoposto ad una procedura di codifica automatica (parziale) ed è molto più omogeneo, sotto questo punto di vista, di quello locale (che peraltro più facilmente recupera informazioni sui casi dubbi)

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Gruppo interregionale per lo studio della mortalità e la codifica in ICD 10

Il gruppo nasce con lo scopo di rendere il più possibile confrontabile il dato di mortalità prodotto a livello locale nelle aree partecipanti, a partire dalla corretta applicazione delle procedure di codifica in ICD 10

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Cosa facciamo?

• Manuali

• Corsi

• Sito internet

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Nuovo manuale di codifica delle cause di morte in ICD-10

Testo contenente• Regole di selezione e modifica della causa

prima in ICD-10• Indicazioni per la codifica di particolari

patologie: tumori, traumi-avvelenamenti, cause esterne

• Spiegazioni dettagliate per l’utilizzo del manuale ACME

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Manuale delle voci non reperibilinell’Indice ICD-10

Contiene numerose voci, termini patologici e sigle (al momento circa 7mila)

possibilmente presenti sul certificato di morte

per le quali l’attribuzione di un codice risulta difficile in quanto mancanti dall’Indice ICD-10 (fantasia dei certificatori!)

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Manuale delle voci non reperibilinell’Indice ICD-10: com’è fatto

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Corsi: quali

• 1° Corso ICD 10 a Modena giugno 2007

• 2° Corso ICD 10 a Rimini ottobre 2007

• 3° Corso ICD 10 a San Severino Marche novembre 2007

• 4° Corso ICD 10 a Rimini settembre 2008

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Corsi: chi

Circa 100 partecipanti

da 13 Regioni fino al 2007, altri 40 partecipanti da quasi tutte le restanti regioni nel 2008.

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http://www.usl.mo.it/dsp/epi/epi_mortalita.html

Cliccare:Area riservata agli operatori del gruppo di studio regionale ICD-10

Chiedere utente e password telefonando al Servizio

Sito

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Contenuto:

1. Chi siamo

2. Verbali

3. Documenti

4. Formazione

5. Comunicazioni

Sito

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È attivo infine un gruppo google (ICD10) di discussione sui problemi della codifica

Gruppo google

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In numerose aree i Registri Tumori possono utilizzare il dato di mortalità prodotto dai Registri partecipanti al gruppo ICD 10, una ulteriore estensione permetterebbe una più completa confrontablità anche fra i Registri Tumori su importanti parametri come la percentuale di DCO ed il rapporto incidenza/mortalità. Tale dato potrebbe essere poi disponibile anche sotto forma di banca dati individuale, così come avviene per l’incidenza.

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CriticitàSulla codifica non siamo completamente confrontabili con ISTAT, avendo lavorato in maniera non coordinata:1.Manuale delle voci non reperibili diverso (?)2.Versione ICD 10 utilizzata diversa3.Diversa applicazione delle regole di codifica dei traumi (ISTAT semplifica ICD 10)4.Presunzione di malignità (vecchia regola interna ISTAT per ICD 9), non più applicata da gruppo ICD 10, ancora in vigore per ISTAT

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Prospettive

Sarà mai possibile poter disporre di un dato di mortalità nazionale che coniughi le caratteristiche migliori della rilevazione nazionale (omogeneità) con quelle locali (precisione, completezza) e che sia disponibile con la tempestività necessaria?