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mercoledì 29 ottobre 2014 Anno 4 n 45 Inter Sampdoria [email protected] - COPIA OMAGGIO www.stadio5.it INTER SAMPDORIA MIHAJLOVIĆ in SER BO una sor presa

N 45 2014 inter sampdoria

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mercoledì 29 ottobre 2014 Anno 4 n 45

I n t e rS a m p d o r i a

[email protected] - COPIA OMAGGIOwww.stadio5.it

INTER

SAMPDORIAMIHAJLOVIĆin SERBO una sorpresa

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mercoledì 29 ottobre 2014 2

Pensiero Stupendo...

di Beppe Vigani SandroMazzola

scommesse

INTER (3-5-2)

Allenatore:Walter Mazzarri

Allenatore:Siniša Mihajlović

Arbitro: Russo di Nola

STADIO

(4-3-3) SAMPDORIA

HandanovicRanocchia, Campagnaro, Juan Jesus;

Obi, Hernanes, Medel, Kovacic, Dodò;Palacio, Icardi

RomeroDe Silvestri, Gastaldello, Romagnoli, Cacciatore;

Soriano, Palombo, Obiang;Gabbiadini, Okaka, Eder

MEAZZA ORE 20.45

INTER SAMPDORIA

U n m a t c h c h e r e g a l a t a n t i g o lWalter Mazzarri ha tutte

le colpe del mondo, ma non merita la fucilazione an-che dai media. Criticarlo per-ché l’Inter non ha un bel gioco (o addirittura non ce l’ha) fa parte del mestiere di un buon cronista, ma mettergli in bocca parole che non ha mai detto è una cosa deplorevole. Il tec-nico di San Vincenzo si è mai sognato di trattare Massimo Moratti come uno degli ultimi sprovveduti, ma qualcuno ha ritenuto bene dare un senso proprio a parole innocenti e molto chiare. Peggiore è sta-ta la reazione da parte di tutti coloro i quali non è parso vero andare addosso al toscano, senza nemmeno ascoltare la fa-mosa conferenza stampa (alla vigilia di Inter-St.Etienne). E’ la parte peggiore del giorna-lismo (o del giornalista) che vuole attutti i costi un capro espiatorio per ogni momento. Senza parole. Mazzarri, ora ha la possibilità di allontanare i dubbi che stanno circondando anche Erick Thohir, che dopo le dimissioni di Massimo Mo-ratti da presidente onorario, sta guardando a strade diverse. Una sconfitta con la Sampdo-ria potrebbe, infatti, mettere la valigia in mano all’allena-tore labronico, che nella sua carriera non ha mai provato l’onta dell’esonero. Senza dena-ri non gli si possono chiedere miracoli, ma un gioco migliore sì. Gli infortuni non gli stan-no dando una mano, ma è un alibi che non regge, se è vero che proprio i blucerchiati, con minor tasso tecnico, ne sono la prova. Milano è una città che lacera, ma Napoli era peggio. Proprio sotto il Vesuvio, Maz-zarri aveva dato l’impressione di uomo “tosto”, fiero delle sue convinzioni, mai sottomesso. Oggi, è tutto diverso. Dopo il match con il Cagliari è sem-brato rassegnato, inerme di fronte a un risultato inatteso. E’ da qui che bisogna ripar-tire. Se l’allenatore è questo, è giusto fare una riflessione e prendere delle decisioni. In giro, però, non c’è molto. Rico-minciare da zero a “capocchia”, sarebbe peggio. Fuori il nome prima, poi parliamone. Ma senza reazioni di pancia, che la storia ha sempre rigettato al mittente. Cum grano salis, mai come adesso ce n’è bisogno.

Gaio Plinio Secondo, conosciuto come Plinio il Vecchio.È stato uno scrittore romano

A Cesena abbiamo fatto un piccolo passo avanti. Ma

quanta sofferenza! Ci siamo portati a casa tre punti grazie

LA SAMP NON SCHERZApositivo da aggiungere alla sua serie positiva di otto par-tite senza sconfitte. Sarà una gara molto dura e probabil-mente al termine potremmo constatare qual’è lo stato di salute, soprattutto dei nostri attaccanti che segnano con il contagocce. Pensate un po’ se non ci fosse stato il 7-0 messo

al rigore trasformato da Icar-di, però da qui a dire che la squadra gira bene ce ne corre. Stasera a San Siro ospitiamo la Sampdoria, un avversario ostico e tosto ben plasmato da Mihajlovicche giocherà puntando all’enzima risultato

PinoSardiello

L’Inter di Mazzarri torna a San Siro, dove non vince in

campionato dal match contro l’Atalanta, dopo lo striminzi-to successo in quel di Cesena. I nerazzurri sono alla ricerca di una vittoria che metterebbe alle spalle la crisi e li rimetterebbe in corsa per la Champions. Di fronte c’è una squadra, la Samp, che è imbattuta in questo tor-neo e che nel turno passato ha resistito in casa alla Roma, con una prova di grande sostanza. E’ anche la sfida tra Mazzarri e Mihajlovic con quest’ultimo che, secondo le ultime voci, potrebbe essere l’uomo che andrà a sedersi

Mihajlovic a caccia del colpo contro il suo passatoal posto proprio dell’avversario odierno: un tema in più in una gara che ci attendiamo equilibra-ta e che potrebbe veder andare in rete entrambe le formazioni, con l’opzione Gol che viene offerta dai principali concessionari ita-liani intorno all’1,80. Come ‘Pri-mo Marcatore’ le quote vanno in direzione dell’ex Mauro Icardi offerto intorno al 4,50, più stac-cati Palacio (5,50), Guarin (6,5) e Kovacic (7,00), mentre tra i doriani i più gettonati risultano essere Okaka (5,00) e Gabbiadi-ni (7,5). Per il risultato della gara da non farsi sfuggire l’1+ Gol in lavagna a 3,90. Per i più tecno-logici ricordatevi che attraverso il vostro Iphone, Smarthpone o Tablet potete scaricare le appli-cazioni di diversi Concessionari di Gioco che vi permetteranno

di scommettere live sull’evento. Il divertimento è assicurato ma ricordatevi di GIOCARE CON RESPONSABILITA’. Infine uno sguardo alle altre sfide del mer-coledì dedicato al turno infraset-timanale: Il Milan di Inzaghi va a far visita al Cagliari di Zeman con l’opzione Over 2,5 offerta a 1,60 che si lascia preferire. Per quanto riguarda le sfide in tra-sferta del Napoli a Bergamo e della Juventus a Genoa è interes-sante l’opzione 2 + Over 2,5 che paga intorno a 2,7o per entrambi i match. Attenzione invece alla quota relativa ad un altro segno 2, quello della Lazio nel posti-cipo di domani a Verona, con i capitolini in stato di grazia che potrebbero garantirvi una quo-ta intorno al 2,59...non male. In bocca al lupo e alla prossima.

a segno col Sassuolo sarem-mo quasi l’ultimo attacco del campionato. Per quanto con-cerne la Juventus non credo che prenda sottogamba il Ge-noa perché la squadra di Ga-sperini a Verona col Chievo ha dimostrato di avere grande

carattere rimontando e vin-cendo la gara che si era messa male in partenza. In merito alla Roma non mi sembra che abbia smaltito molto i veleni della sconfitta con il Bayern Monaco, anche se bisogna ammettere, la Sampdoria è un osso duro da incontrare a pochi giorni di distanza. All’Olimpico col Cesena tro-veranno un avversario im-bufalito per quanto successo

con l’Inter e di conseguen-za ci sarà da soffrire. Spen-do due parole per l’Udinese guidata dal mio simpatico amico Stramaccioni. I friula-ni dovranno vedersela con la Fiorentina in leggera ripresa grazie al pareggio di San Siro con il Milan. I cugini con i viola di Montella sono calati alla distanza e hanno pagato a caro prezzo la loro dubbia condizione fisica. Sono curio-so di vedere cosa succederà col Cagliari, dove quella vol-pe di Zeman avrà già studiato a fondo la maniera giusta per fare un brutto scherzo a Pip-

po Inzaghi. Il Napoli col Ve-rona ha tremato però alla fine oltre alla rimonta ha distrut-to la squadra di Mandorlini. Vediamo cosa farà stasera a Bergamo con l’Atalanta. Mi dispiace per Donadoni ma quest’anno vedo un Parma sempre più brutto. Non ha più Amauri e Biabyani, quindi per il tecnico vedo tempi bui.

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3mercoledì 29 ottobre 2014

SeveraBisceglia

la partita

EnzoOcchiuto

bioritmi

A San Siro arrivano i Do-riani, altro calcio. Per

assaporare il gol a Cesena, l’Inter ha dovuto attendere la superiorità numerica e il rigo-re. Fuori Nicola Leali per fallo in area e Mauro Icardi trasfor-ma a fil di palo. Peccato per Rodrigo Palacio che ha final-mente sbloccato l’astinenza da gol ma in netto fuorigioco. Un’Inter ancora senza idee che avrebbe dovuto, in quel di Cesena, fare man bassa e in-vece la solita tiritera con pos-sesso palla ma senza sapere cosa farsene. Prima vittoria in trasferta conquistata grazie al rigore trasformato nonostan-te la superiorità numerica per 60’ minuti. L’Inter non ha bi-sogno di ulteriori commenti. Questa sera i nerazzurri ospi-tano la Sampdoria che gioca a calcio, quello vero. Mazzarri dovrà fronteggiare un signor allenatore che è riuscito a dare ai suoi umori un gioco che convince. La Sampdroria, domenica a Genova, ha neu-tralizzato la Roma, seconda forza del nostro campionato. e Siniša Mihajlović conosce

PRIMA VITTORIA FUORI CASAMa continua a non convincere anzi, preoccupa sempre di più

bene l’ambiente nerazzurro, oltre a conoscere il calcio. A Cesena si è visto Mancini e gli interisti sperano non si sia trattato di un caso. Que-sta Inter può dare e fare poco. Manca un condottiero degno di una squadra che non è solo una delle grandi, una volta, ma che risulta tra le più biz-zarre. Appesantita da paure trasmesse da un tecnico me-diocre che resterà sulla pan-china nerazzurra, per pro-blemi legati ai conti che non tornano, almeno fino a fine stagione. Una squadra che ha paura, anzi il terrore, di qual-siasi avversaria, per giocare bene dovrebbero fare una partita da soli. Un vero alle-natore, invece di annoiare gli spettatori e gli stessi calciato-ri, dovrebbe essere capace di tirare fuori il massimo dalla pochezza dei suoi ingredien-ti, è in questo che si riconosce uno chef da un semplice cuo-co. Questa Inter è mediocre al-meno quanto lo è il suo tecni-co. A Cesena tre punti piovuti dal cielo che fanno comun-que brodo, quello di gallina

L’importante vittoria per 1 a 0 ottenuta in esterna

contro il Cesena servirà a get-tare acqua sul fuoco dopo le

SCACCO AL RE

campionato, sarà sicuramen-te un test molto importante per le ambizioni di ambedue le formazioni e soprattutto per il futuro dell’allenatore dell’Inter. A tal proposito ci viene in aiuto l’analisi del-la biosituazione dei singoli giocatori che evidenzia uno stato di benessere psicofisico

polemiche e le critiche nate intorno alla squadra ed allo staff tecnico di Walter Maz-zarri. La partita contro la Sampdoria, terza posizione in classifica ed unica squa-dra insieme alla Juventus a non aver subito sconfitte in

dell’Inter 6,05 rispetto al va-lore medio di 5,97 della Sam-pdoria. Secondo questa ana-lisi, i nerazzurri dovrebbero essere in vantaggio ed avere quindi più possibilità di vit-toria rispetto alla formazione di Sinica Mihajlovic. Nello

specifico delle potenzialià di rendimento dei singoli gio-catori, l’Inter avrebbe una tonicità ed una resistenza alla fatica di 6,13 contro 5,86 della contendente. Dal punto di vi-sta emozionale gli uomini di Erick Thohir dimostreranno maggiore agonismo e voglia di lottare 6,02 contro 5,90 dei ragazzi del simpatico Presi-

dente Massimo Ferrero. Sul piano delle energie i doriani avrebbero la meglio con 6,15 contro il quoziente medio 6,05 dei padroni di casa. Attenzio-ne quindi al confermato tri-dente d’attacco Gabbiadini, Okaka, Eder in ottimo stato di forma e molto concentrato. Anche da parte interista risul-tano molto agguerriti Palacio

Inter vittoriosa

e Kovacic 6.50, Guarin 6.46, Hernanes 6.44 e Icardi 6.20.

Partita a scacchi delicatissima da seguire in ogni sua fase.

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mercoledì 29 ottobre 2014 4

GiovanniLabanca

gli ospiti

Il Baciccia vuol fumarsi il Biscione

La Samp, stasera, si sotto-porrà all’esame Inter per

capire in modo definitivo qua-li siano le sue reali ambizioni e le sue possibilità. Affronta la squadra di Mazzarri, cosa mai accaduta, dall’alto dei suoi quattro punti in più e, quel-lo che conta maggiormente, con una forza differente dei nerazzurri vittoriosi a stento a Cesena. Anche l’Inter, come sanno bene i blucerchiati, avranno un esame difficile da superare, per la conferma della migliore condizione ri-trovata, altrimenti sarebbe il fondo e la fine di una storia mai cominciata bene con l’av-vento dell’allenatore toscano. Sia come sia, la Samp viene a San Siro con fermi propositi di vittoria che serviranno a dare più lustro alla sua gio-vane vita di seconda squadra

della Lanterna, ma non per questo la meno brava, anche se con un solo lontano scu-detto all’attivo, frutto del trio Mantovani, Vialli, Mancini. Quello che conta è l’oggi, il presente, che ci dicono di una compagine che ha inchiodato la Roma sullo 0 a 0 e inanel-lato una bella serie di con-vincenti vittorie, da portarla quasi sul tetto del mondo. Non ha l’aspetto di una dama che scende da Palazzo Tursi, ma si configura più come uno scaltro marinaio e pescatore con la pipa spenta, pronto ad adescare con l’amo della sua vivacità pesci grossi, in qual-siasi mare, fossero pure i Na-vigli di Milano. “Stasera sarà una specie di gara della vita, dice serioso quanto non mai, l’ex Sinisa Mihajlovic, e siamo pronti ad onorare il calcio con una grande prova, che dovrà fruttare tre punti d’oro, per rimanere sulla linea di gal-leggiamento delle prime del campionato. Non posso dare retta al cuore ed alla nostal-gia, ma devo sentire la ragio-

ne della professione che mi impone di fare un bel regalo al presidente Ferrero. Augu-ro all’Inter di riprendersi già dalla prossima gara”. Chiaro e limpido come il mare delle Cinque Terre. Anche il suo presidente è sceso in campo a difendere Moratti contro Thohir, salvo poi fare retro-marcia per aggiustare il tiro delle sue incaute dichiarazio-ni, forse dimenticando il suo predecessore Garrone che a Sampierdarena ricordano come colui il quale si oppose fermamente ad una non me-glio precisata associazione anti fumo che , nel 2009, gli intimava di togliere la pipa dalla bocca di Baciccia ,che risultava essere un esplicito invito al fumo. Il nostromo della Samp deve continuare a tenersela, anche se spenta, sempre in bocca, perché rap-presenta pur sempre la storia blucerchiata, che stasera ha bisogno di scrivere nel suo albo d’oro una bella vittoria, contro la blasonata Beneama-ta. Baciccia approva sornione.

I match tra Inter e Sampdo-ria, a prescindere dal ri-

sultato finale, hanno sempre dato grande spettacolo per i tanti gol messi a segno. I nerazzurri a San Siro hanno ospitato i blucerchiati 130 volte in Serie A mettendo in cassaforte il segno 1 con 70 vittorie, 20 le sconfitte e 40 sono stati i pareggi. La Sam-pdoria è la squadra contro cui l’Inter ha vinto più parti-te nella serie maggiore e non perde dal 2009 (quattro vitto-rie e tre pareggi per la Benea-mata). Contro i liguri la squa-dra di Mazzarri non perde a San Siro dal 1996, da allora cinque pareggi e sette vitto-

NEL SEGNO DEL GOLS t a t i s t i c h e

rie. Negli ultimi venti incon-tri di campiono la Sampdoria non è riuscita a segnare più di due gol all’Inter. Le vittorie blucerchiate con più gol sono 2. La prima risale al 7 marzo 1948 (stagione 1947-48) dove ebbe la meglio per 2-4 con reti di Silvestrelli (tripletta) e Baldini, per i nerazzurri andò a segno Zapirain con una doppietta; la seconda nella stagione 96-97 vinta per 3-4: per la squadra ligure vanno in rete Montella (doppietta), Franceschetti e Mancini, l’In-ter risponde con la doppietta di Branca e il gol di Nicola Berti. La vittoria più sonora nerazzurra invece risale alla stagione 55-56 (7-1), tripletta

di Armano (1 su rigore), dop-pietta per Lorenzi e Massei, il gol bandiera per gli ospiti lo firma Tortul su rigore. Dal 2003, ritorno in Serie A della Sampdoria, abbiamo assistito a sei pareggi, sei vittorie ne-razzurre e nessuna sconfitta. Gli ultimi tre incontri si sono chiusi con due pareggi e una vittoria per la squadra mila-nese (1-1 a segno Guberti e Eto’o, 3-2 con reti di Munari e Eder per la Samp, Milito, Palacio e Guarin per i padro-ni di casa. L’ultimo match si è chiuso ancora con un pa-reggio (1-1), al gol di Gua-rin realizzato al 18’ risponde Renan pareggiando all’89’.

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5mercoledì 29 ottobre 2014 amarcord Marjlja Bisceglia

In questo viaggio tra gli ex di entrambe le squadre, volu-tamente, partiamo dal primo Pallone d’oro spagnolo (1960): Luis Suárez Miramontes detto anche Luisito. Il centrocampi-sta, campione d’Europa con la Nazionale spagnola nel 1964, è considerato uno dei più gran-di registi del calcio europeo. Nella sua carriera, sia come calciatore che da allenatore, calpesta il campo di Genova, sponda Sampdoria (come al-lenatore anche con il Genoa), e San Siro. Inizia a giocare col Deportivo La Coruña, nel ’54 arriva al Barcellona dove se-gna 114 gol in 216 partite. Nel giugno 1961 Suárez

Viene acquistato dall’Inter di Helenio Herrera, che lo aveva già allenato al Barcellona, per 25 milioni di pesetas, circa 300 milioni di lire, una fortu-na! Divenne presto il vero re-gista della squadra, un play-maker che recuperava palloni davanti alla difesa e rilanciava l’azione d’attacco con grande senso tattico. Era famoso per i suoi lanci lunghi, anche oltre i cinquanta metri, effettuati con precisione millimetrica. Con l’Inter vince tre campio-nati, due Coppe dei Campioni

Luis Suárez Miramontes

Walter Zenga, Antonio Cassano etc. Al-tro campione della grande Inter di Her-rera è Gianfranco Bedin, cresciuto in nerazzurro. Fa il suo esordio in prima squadra in Coppa Italia nella stagione 1963-64, l’anno successivo è titolare in campionato, prendendo il posto di Car-lo Tognin. Il suo arrivo garantisce all’In-ter dinamismo a centro campo ed un notevole numero di gol vincendo due scudetti, una Coppa Campioni e una Coppa Intercontinentale. Nell’Inter si gioca fino al 1974. Gioca nella Sampdo-ria per quattro stagioni, tre in serie A e una in serie B.

Mario Frustalupi percorre il viaggio al contrario. Arriva nelle giovanili della Sampdoria con la quale fa anche il suo esordio in Serie A nel 1963 all’età di di-ciotto anni. Resta con i blucerchiata per otto stagioni, nel 1970 viene acquista-to dall’Inter per sostituire Luis Suarez. Vi resta per due stagioni senza trovare un posto da titolare occupato salda-mente dalla bandiera Sandro Mazzola. Il portiere Ivano Bordon arriva nelle file dell’Inter nel 1969, l’anno succes-sivo è in prima squadra e vi resta fino al 1983 totalizzando 382 presenze, di cui 281 in campionato. La partita che lo lanciò tra i grandi fu il ritorno degli ottavi di finale della Coppa dei Campio-ni (1971-1972), partito titolare, in sosti-tuzione di Lido Vieri, contro il Borussia Mönchengladbach. L’andata fu vinta dai nerazzurri per 4-2, nella partita di ritorno i tedeschi ce la misero vera-

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Mario Frustalupi

mente tutta per andare in gol, ma il giovane Bordon parò tutto, compreso un rigore. Con l’Inter vince due scudetti e due Coppe Italia. Terminata l’avventura a Milano gioca per tre stagioni nella Sampdoria. L’onnipresen-te Gianluca Pagliuca per quasi 7 stagioni, dal 1999-2000 al 2006-2007, non ha salta-to neanche una partita di campionato, con 592 presenze detiene il record di presenze per un portiere. Il suo esordio in Serie A lo fa con la maglia della Sampdoria e con i liguri vince una Coppa delle Coppe, uno scudetto nel 1991 (nello scontro diretto con l’Inter a San Siro parò un rigore a Lothar Matthäus),

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no dei quarti di finale di Coppa Italia, in sostituzione di Luís Figo. Nell’agosto 2007 viene ceduto in prestito al Chievo. Nel 2010 torna in nerazzurro con Phi-lippe Coutinho e vince la Supercoppa Italiana, restando seduto in panchina per tutti i 90 minuti, contro la Roma. Il 29 settembre fa il suo esordio in campo dal primo minuto. Il primo gol arriva nel-la finale del Mondiale per Club contro il Mazembe vinta dai nerazzurri per 3-0. Non poteva mancare Roberto Mancini, che tanto ha dato alla Sampdoria, tut-ti ricorderete “i gemelli del gol” la mi-tica coppia d’attacco Mancini-Vialli, ed

Jonathan Ludovic Biabiany

Roberto Mancinie due Coppe Intercontinentali. Termina la carriera di calciato-re proprio nella Sampdoria dal 1970 al 1973. Torna all’Inter come allenatore nel 1974 sen-za però concretizzare nulla, infatti viene licenziato dopo un anno. L’anno successivo, anche qui solo per un anno, allena la Sampdoria. Carrel-lata veloce su personaggi già citati nei precedenti numeri:

una supercoppa italiana e tre Coppe Italia. Nel 1994 pas-sa all’Inter per un totale di 12 miliardi di lire, 8 miliardi più i cartellini di Walter Zenga e Ric-cardo Ferri. Restò in nerazzurro per cinque stagioni. Il difensore Riccardo Ferri nasce nel vivaio nerazzurro e fa il suo esordio in prima squadra l’11 ottobre 1981 contro il Cesena a 18 anni. Gioca nell’Inter per tredi-ci stagioni vincendo lo scudet-to dei record, una supercoppa italiana e due volte la Coppa UEFA allenato da Trapattoni. Nel 1994, sullo scambio Pa-gliuca, con Walter Zenga pas-sa alla Sampdoria dove chiude la sua carriera dopo due anni.

Detiene il primato, assieme a Franco Baresi, degli autogol nel campionato di Serie A. E’ sua l’autorete che diede la vittoria al Milan nel derby del 20 di-cembre 1987 perso grazie al suo au-togol per 1-0. Jonathan Ludovic Bia-biany, inizia la sua carriera in Francia. Nel 2004 viene ingaggiato dall’Inter e gioca per due stagioni nella primave-ra, compagno di squadra di Mario Ba-lotelli, vincendo lo Scudetto Primavera nel 2007. Arriva in prima squadra, al-lenata da Roberto Mancini, nel ritor-

è l’unico allenatore nella storia dell’Inter ad aver vinto tre scudetti consecutivi. Nell’Under-21 gioca con Vialli, Zenga, Ferri, Giannini, Donadoni, Berti e De Napoli, le premesse ci sono tutte. Arriva alla Sampdoria, via Bologna, nell’estate 1982 e ci re-sta fino alla stagione 1996-1997 vincendo quattro Coppe Italia, uno scudetto, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Italiana vinta nel 1991 grazie al suo gol al 75° contro la Roma. Chiusa la carrie-

ra di calciatore si tuffa in quella di allenatore. Alle-na l’Inter dalla stagione 2004-2005 al 2009. Arri-va subito la Coppa UEFA. Vincerà con l’Inter anche una Coppa Italia contro la Roma, due Supercoppe Italia, contro la Juventus e contro la Roma, lo scu-detto, assegnato dalla giu-stizia sportiva, legato alla vicenda di calciopoli, e tre scudetti vinti sul campo. Lascerà l’Inter il 30 otto-bre 2009 percependo una liquidazione di otto milioni di euro.

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mercoledì 29 ottobre 2014 6

Marjlja Bisceglia

l ’o s p i t e

Chi è…

Grande specialista nei calci piazzati ha de-

liziato le tribune, dopo Vojvodina e Stella Rossa, di Roma, sia la bandiera gial-lorossa che quella laziale, Genova con la Sampdoria e Milano quella nerazzurra. Con l’Inter e con la Sam-pdoria ha sia giocato che allenato. A Genova arriva il 20 novembre dello scor-so anno con un contratto fino a fine stagione con la possibilità di rinnovo in caso di salvezza. Con i suoi collaboratori Nenad Sakic, Emilio De Leo e Anto-nio Bovenzi, si cimenta in un’avventura che sembra-va persa in partenza, ma lo spirito di combattente vero non tarda a venire fuori. Al’’esordio sulla pan-china blucerchiata pareg-gia contro la Lazio, dopo essere stato in vantaggio per 94’, e la prima vittoria arriva l’8 dicembre contro il Catania per 2-0. Riesce a tenere in Serie A i ligu-ri chiudendo la stagione al 12° posto con 36 punti conquistati dei 45 totali. Questa stagione è inizia-ta sotto i migliori auspici, la Sampdoria è nella parte alta della classifica prima di squadre ben più blasonate.

Siniša Mihajlović nasce a Vukovar, ex Jugo-slavia e oggi Serbia, il 20 febbraio 1969. Il serbo arriva in Italia per la prima volta da calciatore nella rosa della Roma e successi-vamente indosserà i colori della Sampdoria, Lazio e Inter. Ha sposato, con rito ortodosso, nel 2005 la romana Arianna Rapaccioni e dalla quale ha avuto cinque figli, oltre al pri-mogenito avuto da una precedente relazione.

NON

Siniša Mihajlović è sicu-ramente un grande tec-

nico, oltre che un grande ex calciatore, ma come uomo merita qualche riserva. Pur rispettando il pensiero di tutti, non ultimo il suo, fanno riflettere le sue idee estremiste. L’estremismo è già di per sé contropro-ducente, se radicato in un uomo in vista poi, allora le cose si complicano ulte-riormente. Fece esporre dai tifosi laziali lo striscione “Onore alla Tigre Arkan” per ricordare il suo amico Zeljko Raznatovic, noto criminale serbo accusato di crimini contro l’umani-

SERBO RANCORE

tà. Definì ‘un grande guer-riero che combatte per il suo popolo’ Ratko Mladic, generale accusato di geno-cidio e, come se non ba-stasse, era anche un soste-nitore delle azioni violente del regime di Slobodan Mi-losevic, anch’esso accusato di crimini contro l’umani-tà. Anche in campo non è stato di grande esempio: il 7 novembre 2003 fu squa-lificato per 8 giornate dalla UEFA per aver sputato al rumeno Adrian Mutu e lo rifece in Champions Lea-gue in occasione di Lazio-Chelsea. Non sono manca-ti neppure insulti razzisti

nei confronti del francese di origine senegalese Pa-trick Vieira, che poi se lo ritrò nell’Inter di Mancini quando ricopriva il ruolo di allenatore in seconda, durante la partita Lazio-Arsenal definendolo ‘negro di merda’. In occasione di questo episodio, non solo non si pentì né chiese scu-sa, ebbe anche la pretesa di non essere tacciato di raz-zismo. Noto il quasi scon-tro tra i due in occasione di una partita nerazzurra dove il francese, senza es-sere ascoltato, chiedeva la sostituzione e gli andò incontro spintonandolo.

Siniša Mihajlović

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7mercoledì 29 ottobre 2014

Luigi Rubino

il punto

Infermerianerazzurra

MarjljaBisceglia

Inter–Samp è una partita da brividi. Da un lato po-trebbe calmare le acque agitate in sede nerazzur-ra, dopo l’addio di Morat-ti e le continue critiche a Mazzarri, ma dall’altro po-trebbe portare nuovo ve-leno e tante contestazioni se contro i blucerchiati a S. Siro, la squadra neraz-zurra dovesse ripetere le opache prestazioni delle ultime giornate. La vittoria di Cesena, il ritorno al gol di Icardi, seppur su rigore di tre giorni fa può essere salutare, ma non possono soddisfare i tifosi della be-neamata, sempre critici di fronte ad un tecnico come Mazzarri, che dopo circa due mesi non è riuscito a

Inter–Samp che brividi!Impazza il toto-allenatore

dare un minimo di gioco soddisfacente alla squadra. I nerazzurri, dopo 8 gior-nate sono a quattro punti da quell’ambito terzo po-sto, che garantirebbe l’ac-cesso alla Champions. Un altro stop casalingo contro una diretta concorrente già in vantaggio di quat-tro punti sui nerazzurri in classifica, complicherebbe il cammino di una squadra chiamata a centrare uno dei primi obiettivi prefis-sati da Thohir; cioè la qua-lificazione in Champions League. La gara di stasera contro la Sampdoria è co-munque particolare, an-che perché sulla panchina della squadra genovese c’è un certo Sinisa Mihajlo-vic, uno dei tecnici che potrebbe sostuire Mazzar-ri il prossimo anno. Sinisa conosce bene l’ambiente

nerazzurro, perché oltre ad averci giocato dal 2004 al 2006, ha svolto la mansio-ne di vice allenatore, accan-to a Roberto Mancini nella stagione 2007/2008, altro candidato sulla panchina nerazzurra. La presenza di quest’ultimo domenica scorsa in tribuna a Cesena forse non è casuale, anche se l’ingaggio del Mancio per un possibile ritorno a Milano in questo momento è elevatissimo per le tasche di E.T, chiamato a risanare soprattutto il pesante defi-cit societario. Tra i nuovi allenatori che potrebbero approdare nell’Inter, per il prossimo anno, ci sono comunque anche Walter Zenga, David Moyes, ex tecnico dello United, Gui-dolin, Simeone e Leonardo.

Difficile momento per

Mazzarri e per l’Inter.

Gli infortuni continuano a

dettare scelte obbligate. An-

cora fermo D’Ambrosio, le

condizioni di Yuto Nagatomo

sono monitorate nella spe-

ranza di riuscire a ributtarlo

in mischia nella trasferta di

Parma. Osvaldo, bloccatosi in

nazionale prima dell’incontro

con l’Azerbaigian, migliora e

lascia ben sperare di riparti-

re nella sfida di ritorno con il

Saint Etienne. Ai box M’Vila

e ora anche Guarin che ha ac-

cusato un risentimento mu-

scolare ai flessori della coscia

destra. Anche il colombiano

è continuamente monitora-

to ma non è garantito il suo

rientro neppure per il Tardi-

ni. Jonathan ancora lontano

dalla condizione ottimale.

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mercoledì 29 ottobre 2014 8

Severa Bisceglia

Gentilissima Christillin,sarebbe stato più saggio da parte sua tenersi a de-bita distanza dalla ‘politi-ca’ del pallone, a lei poco comprensibile, limitan-dosi agli affari di cuore. Concordo con lei, l’amici-zia deve essere superiore allo stesso pallone. Si limi-ti a tifare Juventus mentre coccola il suo amico dal cognome illustre. Trop-po facile essergli amica. Se fosse stato un mecca-nico, con tutto il rispetto per i meccanici, della sua (a dire il vero l’azienda è del nonno e bisnonno, la prole deve limitarsi a non fallire e portare il lavoro fuori dallo Stivale) azien-da di famiglia, lei signora Christillin sarebbe stata una sua grande amica? Secondo me NO. Inizie-rei col dirle che, al di là delle inveritiere afferma-

TORINOMILANO

Andata e ritornoSolo a difesa di un uomo che ha comunque onorato il

calcio italiano ed ha, contrariamente a quanto sostenu-to dalla signora, con le sue forze fatto ancora più grande l’Inter, a differenza del suo caro amico dal cognome famo-sissimo che si è limitato a ripercorre i passi mettendo i pie-di direttamente sulle orme lasciate dalle scarpe del nonno.

zioni, la sua polemica del tutto gratuita risulta sicuramente maleducata e di cattivo gusto facendo riferimento ai tanti den-ti, alle braccine smilze o alle danze della Bady che si esalta anche se l’Inter vince contro il Pertusa. Quando la Juventus se-gnerà sette reti, a vostro dire cosa facilissima, al Sassuolo saremo felici di vedere la sua danza. Si-gnora Evelina, tra bian-coneri e nerazzurri non corre buon sangue, mi permetto di usare le sue stesse parole, soprattutto grazie a gente come lei che di calcio capisce ben poco e che vuole solo vincere, a qualsiasi costo e con ogni mezzo, siano essi rigori inesistenti a favore o buon cuore di una parte della classe arbitrale e/o diri-genziale. Una cosa esatta

però la dice. Il signor Mo-ratti Massimo i soldi li ha anche messi di tasca sua a differenza dei suoi ami-ci che hanno usato i soldi arrivati come contributi statali all’azienda e spesi, invece, per fare ‘grande’ una squadra che tale non lo è ancora diventata. Ha letto bene, parte del suo giochino bianconero è sta-to pagato, inutilmente, da noi contribuenti. Ci vuole un grande coraggio e nes-suna conoscenza di calcio per affermare che il signor Massimo Moratti ha vis-suto e pagato i successi sull’altare della memo-ria di suo padre. Intanto quei successi la Juve potrà solo sognarli di notte, sul

campo risulterebbe trop-po faticoso, perché Sarti, Burgnic e Facchetti non li ha mai avuti in squadra e Mou non allenerebbe mai la squadra del suo amico dal nome sempre illustre. Mi permetto di ripetermi: solo quando la Juventus conquisterà il triplette potrà arrogarsi il diritto di parlare di questo ar-gomento. L’Inter non ha accettato uno scudetto non suo, ma ha semplice-mente ripreso uno, pecca-to che sia stato uno solo,

dei cinque scudetti che la squadra del suo amico ha cucito sulle maglie bian-conere senza conquistarli sul campo in modo, di-ciamo, corretto e a dan-no dei nerazzurri. Lascio ad altri il commento su “…Un piccoletto ciccione indonesiano dagli occhi a mandorla…” evidente-mente questa è lei: perso-na incapace di valutare l’essenziale e limitandosi, quindi, alle ‘offese’ sulle apparenze che saltano su-bito ai suoi occhi. A con-

clusione le rendo noto, non conscendo il calcio non può saperlo, che la squadra del suo grande amico ha portato a casa, le ricordo con soldi non suoi ma nostri, ben set-te scudetti non meritati a danno dell’Inter e del-la Roma, solo per citare quelli più clamorosi, NON SUOI. Lasci che a parlare di calcio sia il suo amico e i vari signori Moratti, lei si astenga. Quanta pochez-za! … E che magra figura!

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GiovanniLabanca

vita di club

Quanto onore per i soci dell’Inter Club “Fede-

li Croazia”. Per assistere alla partita Inter- Napoli e quindi raggiungere Milano, è stata organizzata una trasferta tut-ta particolare. Difatti, la nu-merosa comitiva croata, gui-

Inter Club Fedeli Croaziadata dal presidente Antonio Bulic, ha, caso unico, viag-giato sul pullman solitamente utilizzato da Mateo Kovacic e compagni per gli spostamenti della nazionale di calcio cro-ata. Comprensibili, quindi, la gioia e l’entusiasmo dei soci

che hanno potuto godere di un mezzo super comodo e moderno per raggiungere San Siro. Un grazie partico-lare è stato poi espresso alla Federazione croata per la ma-gnifica opportunità concessa.

INTER CLUB BRUGHERIOLa generosa Brianza ha sem-

pre dato dimostrazione di massima attenzione ai progetti a favore di associazioni che opera-no soprattutto in Africa e Brasile. Tra i tanti Enti che dedicano alla raccolta fondi, non manca mai il locale Inter Club . Come tutti gli anni è stato preso d’assalto da soci e semplici tifosi, ma an-che da curiosi lo stand che l’Inter Club Brugherio ha allestito in occasione della festa patronale del paese brianzolo. Tanti i nuo-vi iscritti, soprattutto bambini, e in molti soci hanno approfittato per esprimere la preferenza tra i progetti di solidarietà ricevuti dalle associazioni di volontaria-to locali che hanno chiesto so-stegno al club, già molto attivo nel sociale sin dalla sua nasci-ta avvenuta nel 2010 (DADA MAISHA, CAPIRSI DOWN, HELP FOR CHILDREN, MAR-TA NURIZZO, CROCE ROSSA, COMITATO MARIA LETIZIA

VERGA). Una volta individua-to il progetto preferito, tra tutti i soci il club, si avvierà la raccolta fondi, che lo scorso anno ha por-tato alla realizzazione di un poz-

zo di acqua potabile in Tanzania, in collaborazione con DADA MAISHA ONLUS. Di fronte a tanta generosità non c’è che da scappellarsi ed applauidire.

“Mi sento particolarmente onorato e commosso nell’a-

prire ufficialmente i festeggia-menti per il 30° anniversario della fondazione del nostro Inter Club, con il pensiero ri-volto ai soci fondatori, alcuni dei quali non più con noi e con la promessa alla Società della continuazione di un sempre crescente impegno per il tifo per la squadra, in qualsiasi cir-costanza”. Con queste parole il presidente Vincenzo Fabio, il 12 ottobre scorso, ha dato il via, presso la sede dell’In-ter Club, alla manifestazio-ne, preparata con cura dai volenterosi soci. L’evento ha avuto inizio, in mattinata, con la celebrazione della Santa Messa, durante la quale sono stati ricordati i soci deceduti in questi trent’anni, momento

INTER CLUB S. Agata di Militellodi alta commozione per tutti i presenti, familiari ed amici della comunità di Sant’Agata. La festa vera e propria, pre-sente anche il coordinatore regionale Francesco Scuderi che ha consegnato un kit ce-lebrativo inviato dalla Socie-tà, ha visto riuniti i soci con parenti ed amici e si è svolta in piena allegria, anche con l’intonazione di “Pazza Inter”, l’inno che mai nessuno vuole dimenticare. Al saluto ai par-tecipanti da parte del presi-dente Fazio Vincenzo, hanno fatto seguito gli apprezzati interventi del vice presidente Patrizio Caliò e del presidente onorario Vasi Antonino, che si sono soffermati sulle tante iniziative sportive e sociali che il Club ha intrapreso ne-gli anni e presentato un pro-

gramma di eventi che vedrà il sodalizio nerazzurro sempre più protagonista della vita della cittadina siciliana, che ha sempre accolto con tanta simpatia qualsiasi manifesta-zione proposta, cui hanno po-tuto partecipare anche ragaz-zi di altre tifoserie. Alla festa erano presenti anche rappre-sentanti degli Inter Club Bro-lo, Milazzo e Petralia Sottana. A chiusura di una giornata in-dimenticabile, un abbondan-te buffet e la torta celebrativa hanno deliziato il palato degli affamati e stanchi partecipan-ti che, dulcis in fundo, hanno potuto ammirare ed applau-dire i giochi pirotecnici che hanno chiuso in bellezza la festa, che sarà ricordata a lun-go nella bella e calda Sicilia.

COORDINATORI INTER

I coordinatori regionali e provinciali degli Inter

Club si sono ritrovati con i dirigenti del Centro Co-ordinamento, in concomi-tanza con Inter Napoli, per fare il punto sulla campa-gna tesseramento in corso e per gettare le basi per la prossima stagione. La riu-nione ha rivestito grande e rilevante importanza deter-minata dal nuovo corso vo-

luto dal presidente Thohir. Per questo sono intervenuti anche Mauro Ferrara, Real Estate Operations, che ha affrontato varie tematiche relative allo stadio ed al suo utilizzo e Barbara Biggi, In-ternational Partnerships & Marketing Manager, che ha introdotto gli interventi di Roberto Madonna, direttore Marketing di Deutsche Bank e Jan Silva di Pirelli che han-

no proposto una sempre più fitta collaborazione tra i partner commerciali di Fc Internazionale e i tifosi dei Club aderenti al CCIC, che potranno godere di nuo-ve interessanti convenzio-ni. Tutti i presenti hanno espresso grande interesse per i nuovi temi toccati e garantito la loro massi-ma fattiva collaborazione.

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Due partite in quattro gior-ni, e un’intera stagione pas-sata negli incubi, per deci-dere finalmente se Walter Mazzarri è un tecnico all’altezza della Beneamata. L’esame si chiama Sampdo-ria, questa sera a San Siro, e Parma, ultima in classifica,

Vecchi, Mancini, Simeone... tombola!!!SeveraBisceglia

Stefano Vecchi

al Tardini. Due sfide deci-sive, Mazzarri-Mihajlovic e Donadoni-Mazzarri, che mettono sul piatto un contratto di 3,5 milioni a stagione. Questa l’ultima

chance di Walter Mazzar-ri per fare cambiare idea al suo presidente. Erick Thohir potrebbe essere l’au-tore del primo esonero in carriera del tecnico tosca-no: “Bisogna analizzare in maniera equa il problema dell’allenatore. Vedremo nelle prossime due partite, ma cambiare il proprio tec-

nico in corsa non è mai una buona soluzione. Vogliamo dargli un’altra opportuni-tà. Il prossimo allenatore? Noi per l’Inter puntiamo al miglior coach”. Parole che

possono voler dire tutto e niente. Ulteriore tensione che pesa come una coltre di ‘piombo’ sul già pesantissi-mo cielo di Appiano Genti-le. Il presidente nerazzurro, seppur in modo velato, ma non troppo, ha dato l’out out. Risultati o via. Ripren-de quindi il toto-allenatore. Il nome che l’ambiente ne-razzurro sussurra, soprat-tuto quello della tifoseria, è quello di Walter Zenga che per l’Inter suonerebbe come Inzaghi per il Milan. Grande cuore a strisce nere e azzurre cresciuto in cur-va Nord. Lui l’Inter ce l’ha dentro. Si ventila anche un possibile ritorno di Leo-nardo, quale traghettatore in attesa di tempi migliori.

Bolingbroke probabilmen-te vorrebbe David Moyes che lo scorso anno ha al-lenato il Manchester, non

deve, però, aver fatto un buon lavoro dal momento che il ringraziamento è sta-to un sonoro esonero. L’i-potesi più probabile punta

sull’attuale allenatore della Primavera nerazzurra Ste-fano Vecchi, una soluzione interna e la meno onerosa., con il compito di tenere in caldo la prima squadra in attesa di decisioni che Ro-berto Mancini sembra non voler prendere, almeno nell’immediato. Il Mancio è libero e si è fatto vedere a Cesena. Il popolo neraz-zurro osanna il suo nome, è l’uomo che ha aperto l’ul-tima era vincente del Bi-

scione con ottime giocate ed eccellenti operazioni di mercato. Altro nome alti-sonante è quello di Diego Pablo Simeone che a fine

stagione potrebbe lasciare la panchina del Colchone-ros ma bisognerà battere sul tempo e sul danaro le due squadre di Mnche-ster. In entrambi i casi, sia Mancini che Simeone, che comunque è impegnato nell’attuale, un allenatore di questo calibro difficilmente salterebbe su un treno in corsa, bisognerà dunque attendere giugno e fino ad allora l’ipotesi più proba-bile resta Stefano Vecchi.

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FioreMarro

giù al nord

La squadra orobica è stata negli ultimi anni, assieme al

Chievo e il Bologna (quest’ulti-mo per nostra fortuna retrocesso in serie B), la nostra bestia nera: in qualsiasi condizione di tempo e di assetto tattico, sia ci fosse Mazzarri il difensivista o Benitez che gioca solo d’attacco, la squa-dra di Bergamo riesce sempre ad

Atalanta La bestia nera...azzurra del Napoli

Hasse Jeppson ò Banco e Napule

Mister Due Miliardi - Beppe Savoldi

averla vinta, specie tra le mura amiche. Sarebbe ora di sfatare anche questa triste tradizione per noi. A Bergamo opera Pier-paolo Marino, che riveste il ruo-lo di direttore generale dell’Ata-lanta, e che è stato colui che nel 2004 decise di tornare al Napoli occupandosi della ristruttu-razione della società, dopo il fallimento e l’acquisizione da parte di Aurelio De Laurentiis.

Marino si ritrovò alle prese con una realtà forse mai vissuta

prima: una compagine senza più campi di allenamento, palloni e divise ma, soprattutto, senza calciatori. La nuova avventura lo

portò ad allestire una rosa che è riuscita a risalire dalla serie C1 alla A in tre anni, e con un pro-getto finalizzato a far diventare il Napoli una delle migliori squa-dre europee. Marino importò i metodi di lavoro che aveva im-piegato ad Udine, ma applicati ad un club con maggiori potenziali-tà economiche, in grado quindi

di trattenere i migliori calciatori e corrispondere loro ingaggi ade-guati al loro prestigio che era de-stinato ad aumentare di stagione in stagione. Nuovi giovanissimi acquisti come Hamsik, Garga-no e Lavezzi vennero acquistati con spesa bassa e videro il loro valore aumentare nel giro di un anno: questa politica permise al Napoli di proiettarsi subito nel calcio europeo. Ciononostante, il 28 settembre 2009 si interrom-pe, dopo 5 anni, il rapporto con la società di De Laurentiis, con la rescissione consensuale del con-tratto. Da quel momento al Na-poli è mancata la figura proprio

di un uomo esperto di mercato e di “spogliatoio”. Si vocifera che presto ci sarò un suo ritorno al San Paolo, speriamo. A Berga-mo, tra l’altro, ci sono due cal-ciatori che non sono riusciti con la maglia azzurra ad esprimere il loro effettivo valore: si tratta di German Denis e Luca Cigari-ni, che forse proprio per questo motivo quando giocano contro di noi esprimono sempre il mas-simo. Il Napoli, dopo il risultato tennistico contro il Verona, dove tra l’altro sia Gonzalo Higuain che Marek Hamsik si sono final-

mente sbloccati, arriva nella città orobica sulle ali dell’entusiasmo; entusiasmo, però, che andrebbe ben gestito dal tecnico, che si ri-trova tra le mani una Ferrari che spesso si comporta come una 500 fiat degli anni ’60. Speriamo, come diceva Eduardo che la nut-tata sia passata. Un pensiero in chiusura a Beppe Gol, al secolo Giuseppe Savoldi, è d’obbligo. Mister “Due Miliardi” arrivò a Napoli via Bologna, ma la sua provenienza era di scuola Ata-lanta. La spesa del suo cartellino fu all’epoca oggetto di scandalo,

per l’eccessivo costo dell’opera-zione. Un caso simile si era già manifestato negli anni ’50, pro-prio con un calciatore di pro-prietà dell’Atalanta acquistato dal Napoli di Achille Lauro che per avere i servigi della punta svedese Hasse Jeppson sborsò, nel lontano 1952, la bellezza di 105 milioni di allora, una ci-fra astronomica. L’attaccante si fece onore realizzando in 4 anni 112 reti. Diventò consuetudi-ne al Collana, l’allora stadio del Napoli, ogni qualvolta Jeppson veniva messo giù da un avver-

sario, commentare dagli spalti: “è caduto ò Banco e Napule” . Tornando a Savoldi, rimane uno dei grandi bomber della storia del calcio partenopeo, 118 reti in 4 anni di militanza azzurra; peccato riuscimmo a mala pena a vincere solo una misera Cop-pa Italia. Savoldi rimane uno di quei calciatori che resteranno per sempre nel cuore del popo-lo azzurro: la sua disponibilità e il suo attaccamento ai nostri colori e i suoi gol saranno per noi tutti un ricordo indelebile.

Il turno infrasettimana-le di campionato capita

in un periodo rovente per le polemiche che stanno ribollendo da una decina di giorni a questa parte e che certamente non favori-scono la squadra. La vitto-ria di Cesena ha dato uno scossa alla classifica e spe-riamo una carica positiva allo staff nerazzurro anche se la manovra è sembrata discontinua e imballata. In tutti campi della vita quan-do una situazione diventa monotona inevitabilmente porta a risultati deluden-ti e per provare a cambia-re rotta è necessario che il

Rischiare per vincerecomandante della truppa s’inventi una soluzione al-ternativa, in grado di gal-vanizzare il proprio entou-rage e stupire gli avversari, approfittando poi della loro incertezza. Un’idea, per al-tro già proposta da Andrea Stramaccioni quando sede-va sulla panchina interista, potrebbe essere quella di modificare la posizione di Mateo Kovcic, un talento grezzo in cerca della con-sacrazione (anche se è già sulla buona strada). Ora viene schierato davanti alla difesa ma spesso le azioni non partono dai suoi piedi e pertanto si ritrova a giro-vagare per il campo senza incidere. Quando poi ri-ceve un pallone il croato arrischia un dribbling, fa-vorito anche dal fatto che

nessuno si smarca, e perde-re palla davanti alla difesa non è mai auspicabile. Stra-maccioni avrebbe voluto schierarlo venti metri più avanti ma l’esonero non lo consentì. Ora tocca a Maz-zarri scombussolare le car-te: certo dovrebbe studiare degli accorgimenti tattici per favorire Mateo, svilup-pare dei movimenti nuo-vi e martellare i giocatori affinché li eseguano con i tempi giusti. Gli interpreti sono fondamentali per la riuscita di qualsiasi lavo-ro e a volte bastano pochi ma chiari accorgimenti per svoltare e portare risultati altrimenti irraggiungibili: basti pensare che prima Ju-ventus scudettata di Conte derivava da un triste nono posto targato Del Neri.

MarcoPapetti

riflessioni

Mateo Kovačić

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LuigiSada

estero

Ancora lui, è ancora Puscas a consegnare i tre punti

alla sua squadra. Il suo gol al 52’ decide la partita contro il Chievo, campione d’Italia in ca-rica, (1-0). I ragazzi di Stefano Vecchi non deludono. Grazie al gol del bomber rumeno, pecca-

PUSCAS stella di PrimaveraBianca Ara

primavera

George Alexandru Puşcaş

to che Ventre, entrato al posto di Baldini, si mangia la palla del 2-0, l’Inter balza in testa alla classifica del girone B del cam-pionato Primavera. Magistrale l’estremo difensore dei clivensi che para di tutto negando pri-ma a Gnoukori e poi Ventre la

gioia del raddoppio nerazzurro. E’ ancora Pasotti a negare il gol a Dimarco e ad uno strepitoso Camara all’86’. George Puscas fa il fenomeno, 14 gol in sei parti-

te di campionato, convocato da Walter Mazzarri in prima squa-dra e convocato nella nazionale maggiore romena per la sfida del 14 novembre contro l’Irlan-da del Nord, da giocare in casa nella quarta giornata delle quali-ficazioni a Euro 2016. La Prima-vera nerazzurra cammina, anzi corre, in direzione opposta alla prima squadra portando a casa la settima vittoria consecutiva.

La Juventus accantona il 2-0 con il Palermo e questa sera

prova a ripetersi a Marassi col Genoa, squadra in gran spolve-ro che domenica ha espugnato il Bentegodi battendo in rimonta il Chievo Verona. I bianconeri, pensano comunque alla Cham-pions dove hanno rimediato due sconfitte con l’Atletico Madrid e con l’Olympiakos. La Roma, che

LA JUVE PROVA L’ALLUNGOLauraTangari

campionato

insegue a tre punti la capolista del campionato, non ha smalti-to ancora le tossine della scon-fitta all’Olimpico con il Bayern Monaco tant’è che in trasferta a Genova con la Samp ha rischia-to grosso per rimediare un solo punto. Questa sera all’Olimpico arriverà il Cesena, formazione col dente avvelenato per l’emeri-ta sconfitta casalinga con l’Inter. Inter che dovrà vedersela a San Siro con la Sampdoria granitica costruita da Mihajlovic che non ha avuto paura della Roma tre giorni fa. Alle spalle delle due protagoniste, Juventus e Roma, con la Sampdoria non molla l’U-dinese che sfiderà al Franchi la Fiorentina reduce dal pareggio

del Meazza col Milan. I rossoneri di Pippo Inzaghi andranno inve-ce a Cagliari affrontando i ros-soblu di Zeman con le antenne alzate, considerando lo 0-4 por-tato a casa da Empoli da Sau e compagni. Da seguire con atten-zione la gara di Bergamo dove il Napoli reduce del 6-2 al Verona cercherà il bis contro l’Atalanta bacchettata da Colantuono dopo la sconfitta di Udine. Domani Toccherà al Verona incrociare i guantoni con la Lazio entrata in zona europea dopo il 2-1 inflitto al Torino che a sua volta stasera davanti ai propri tifosi misurerà la pressione al Parma sempre più in crisi ancora scioccato dalla sconfitta del Tardini col Sassuolo.

Non si sono spente ancora gli echi del clasico che ha

visto il Real Madrid dominare il Barca con la tripletta siglata da Cristiano Ronaldo e Benzemà. In Liga, infatti, si gioca il più bel calcio d’Europa e gli stadi sono pieni rispetto a quelli italiani a dispetto dei campionati spez-zatini costruiti su misura degli scommettitori del calcio in tv. Grazie alla sconfitta del Barcel-lona il Siviglia, vittorioso negli

IL CLASICO HA REGALATO UN GRANDE REAL

ultimi tre minuti col Villareal dove ha ribaltato lo 0-1, dovuto al gol iniziale di Vietto, grazie ai due gol di Denis Suarez e al rigo-re trasformato da Bacca, ha ag-ganciato al comando i Catalani di Messi. Praticamente campio-nato riaperto, dal momento che il Real Madrid insegue la coppia di testa solo con un punto di ri-tardo. Sorride anche l’Atletico di

Simeone vittorioso in trasferta col Getafe. In Francia cade la capolista Marsiglia con il Lione a segno con Gourcuff e il PSG ne approfitta subito battendo il Bordeaux per 3-0. I parigini sono ora a solo due lunghezze dal Marsiglia con il Saint Etienne e il già citato Lione un gradino più sotto. Gli avversari dell’Inter in Europa League hanno battuto il Metz con un gol di Gradel. Da segnalare il successo del Nizza

sul fanalino di coda Guingamp (nello stesso girone della Fioren-tina) per 2 a 7, con la squadra della Costa Azzurra collocata ora al quinto posto. In Bunde-sliga pareggio del Bayern Mo-naco bloccato dal Borussia Mo-enchengladbach agganciato al secondo posto dall’Hoffenheim e Wolfsburg. La squadra della Volkswagen ha liquidato il Ma-

gonza per 3-0 torna alla vittoria l’Hertz Berlino con una tripletta all’Amburgo mentre continua la crisi del Borussia Dortmund battuto in casa dall’Hannover. In fine in Premier League pa-

reggio fra Manchester United e Chelsea, la squadra di van Gaal in pieno recupero, grazie a van Persie agguanta l’1-1 recupe-rando il gol di Drogba. Blues in dieci per il doppio giallo a Ivano-vic. Crolla il City che perde 2-1 a Londra contro il Westham. Sor-prende ancora il Southampton di Pellè e ora è a meno quattro in seconda posizione, dal Chelsea.

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Un mito vivente. Ben otto volte campione mondiale

motocross a soli 29 anni e a un passo dal battere il record del

Happy Cairoli’s NightAl Sio Cafe venerdì 7 novembre il fenomeno 8 volte campione del mondo di motocrossRiccardo

Sada

musica e motoribelga Stefan Evert, che vanta die-ci titoli. Il siciliano Tony Cairoli incontrerà i fan in una special night al Sio Cafe venerdi 7 no-vembre. Cairoli, che ha esordito all’età di sette anni nel minicross, con cui ha vinto ripetutamente

titoli regionali e nel ‘99 il titolo seniores, ha fatto tutta la trafila delle categorie: elite, cadetti e Europeo85. Nel 2001 arriva alla categoria 125, dove ha vinto il ti-tolo regionale e nazionale cadet-ti. Da quel momento è una se-

quenza di vittorie straordinarie e otto titoli mondiali conquistati. L’ultimo, quest’anno, in Brasile. Ed è in uscita anche un film sulla sua vita da uomo e da sportivo. Sempre lo stesso giorno si esibi-rà nella sala brasiliana una su-

perstar del microfono come MC Creu DJ produttore e ballerino nato nel 1978 a Rio de Janeiro, famoso nel 2008 con il brano “Dança do Créu” (un successo nel giro di poche settimane an-che su YouTube). Tutto al Din-

ner Sio. E a sguire la house com-merciale del dj Marco Comollo di radio 105 con il supporto vo-cale di Giulia Ines. Per i revival Roberto Tirelli e Brasilian Party con il dj Big Jairao e dj Kadilallac. Info su www.siocafemilano.com

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artee

fotografia

Marby Il mondo del NovecentoIn Piazza della Scala una collezione di tremila opere d’arte

Gallerie D’Italia- Piazza Scala MilanoRodolfo Aricò. Pittura inquieta

Gli anni NovantaDal 3 ottobre 2014al 18 gennaio 2015

Le opere d’arte del ‘900 sono racchiuse nei lu-

minosi e ben organizzati spazi delle Gallerie d’Ita-lia in piazza Scala a Milano.L’attuale collezione che vanta oltre 3000 opere tra dipinti, sculture e altre tecniche ar-tistiche ci narrano la storia e i protagonisti di un secolo, quello del Novecento, denso di grandi cambiamenti sto-

Chi ama crede 1997Anima buia 1996

Dramma Apollineo 1997

Notizie da un interno 1997Cuore freddo 1997

rici e politici che hanno avu-to ripercussioni inevitabili sull’opera di quegli artisti che hanno rivoluzionato il lin-guaggio espressivo, che va dal realismo quasi fotografico di natura storica, alla pittura di genere, fino all’arte concettua-le e della transavanguardia.Visitare questi spazi ci aiuta a capire il nucleo fondamentale dell’arte astratta. Quel nuovo linguaggio che caratterizza sia l’Europa, sia l’America dal 1909 fino a oggi. Dalla Germania con la scuola del

Bauhaus che ha formato gli artisti più rivoluzionari, in campo astratto e poi concet-tuale, all’America rappresen-tata dalla Pop art fino all’Italia con i primi artisti del movi-mento Futurista fino a quello Spazialista, il cui protagoni-sta assoluto è Lucio Fontana.E’ in questo ambito che si colloca l’opera monografi-ca dell’artista Rodolfo Ari-

Camera grigia 1997

Modificazione 1960

cò, dal titolo” Rodolfo Aricò . Pittura inquieta”, a cura di Francesca Pola nell’ambi-to del progetto Cantiere del ‘900. Il percorso espositivo ha come filo conduttore l’ultimo lavoro dell’artista, protago-nista dell’arte italiana della seconda metà del XX seco-lo e punto di riferimento di quella corrente internaziona-le che dagli Stati Uniti pren-de il nome di Post-Minimal Painting (Pittura Analitica nella definizione italiana). A introdurre la sua opera è un

quadro dal titolo “Modifica-zione” che è già presagio di un cambiamento sia tecnico che di contenuti. Percorsi dell’a-nima. Sempre più inquieta, dettati dall’esigenza, come

e l’emozione che lo contiene senza bisogno di fronzoli che distraggono. I titoli “Cuo-re freddo “, “Camera grigia”, “Anima buia”, “Chi ama crede”, “Sotto la superficie” ci condu-

cono alla nostra interiorità e ci aiutano a riflettere sulla nostra esistenza. A coronare l’opera dell’artista è anche una serie di scritti, in forma di racconto breve, riflessioni sul fare pittura, dialoghi imma-ginari con autori del passato come Rembrandt, Vermeer e Rothko, con cui condivide il dramma esistenziale, il si-lenzio siderale delle nostre anime ma anche la tenerez-za e la gioia della creazione.

del resto per molta pittura di quel periodo, di passare dalla pittura figurativa e oggettua-le che rappresenta la realtà a un modo più interiorizzato, per vivere invece le emozioni che la realtà stessa ci procura. Per questo le sue opere hanno titoli che ci spronano a riflet-tere e non solo a guardare. E le sue forme sono geometri-che. Il rettangolo e il quadra-to, che sintetizzano il pensiero

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“Guardians Of The Galaxy The Avesome Mix Vol. 1” è la colonna sonora del nuovo film Marvel che ha sbancato i botteghini americaniPrima posizione nella classifica dei dischi più venduti in Usa

RiccardoSada

musica

Dal martedì 21 ottobre la colonna sonora del nuovo

film Marvel, “Guardiani Della Galassia” (nei cinema italiani il giorno seguente; negli Usa poi ha sbancato i botteghini) rie-cheggerà anche nel nostro Paese, puntando su un suono che arriva direttamente dagli anni Settanta (David Bowie, Jackson 5, Marvin Gaye a tanti altri). Conquistata la numero uno della classifica dei dischi più venduti in Ameri-ca, la Billboard Top 200, e dopo una prima posizione su iTunes in oltre 29 paesi del mondo, la colonna sonora svolge un ruo-lo fondamentale nel film della Marvel. Il regista James Gunn ha affermato: “Uno dei punti fon-damentali del film è il fatto che Quill possiede una cassetta con una compilation [Awesome Mix #1] che sua madre ha fatto per lui e che gli ha dato prima di mo-rire. Sono le canzoni degli anni ‘70 che lei amava e questa cas-setta è l’unica cosa che gli resta di lei e della sua casa sulla Terra. La compilation rappresenta un legame con il passato e riflette la tristezza che prova per aver do-vuto lasciare tutto ciò che aveva”.Per il pubblico il legame fra que-

Un a lbum vo la ne l l ’un iversosto bizzarro universo e il nostro mondo attuale è forte: “Questa visone diversifica questo film dagli altri film d’avventura nel-lo spazio perché ci informa che la storia è ambientata ai nostri giorni. La musica occupa un ruolo importante nel riproporci un passato a noi molto familia-re”, ha sottolineato Gunn, che ha chiesto al compositore Tyler Bates di completare alcune trac-ce musicali per il film prima che iniziassero le riprese, per poterle ascoltare sul set. “Anche la mu-sica composta per il film svolge un ruolo importante”, ha dichia-rato Gunn. “Ho iniziato subito a lavorare con Tyler Bates, il com-positore con cui ho fatto altri tre film; insieme abbiamo scritto parte della colonna sonora con un certo anticipo per poter uti-lizzare la musica sul set quando giravamo le scene più emozio-nanti o rocambolesche. È utile ascoltare la musica sul set per entrare nell’atmosfera del film. Grazie alla musica gli attori han-no una migliore percezione del tipo di film che stanno facendo. Inoltre le riprese diventano mol-to più interessanti”.Nel descrivere il modo in cui

alcuni brani musicali sono stati scritti in anticipo rispetto al re-sto della colonna sonora, Bates ha spiegato così il suo punto di vista: “Ho scritto la musica ba-sandomi sul copione, sulla pre-visualizzazione di alcune scene, e su alcune conversazioni che ho avuto con James. È stata una splendida opportunità scrivere la musica da utilizzare sul set durante le riprese, perché stabi-lisce l’atmosfera, il tono e il rit-mo seguito dagli attori e dalla troupe. È un metodo di lavoro a cui James e io stavamo già pen-sando da tempo e che abbiamo finalmente realizzato con Guar-diani della Galassia, e ne sono entusiasta”.Chris Pratt ha detto invece di aver visto la possibilità di lavo-rare con la musica di sottofondo come un valore aggiunto per il film. “Dal punto di vista di un at-tore, la musica aiuta a capire cosa sta succedendo nel film, inoltre alleggerisce la pressione e con-sente di entrare maggiormente nella scena e di completamente presente a te stesso in quel mo-mento”.

Info su www.marvel.com

Dal dj e produttore Louie Vega (nella foto insieme alla

moglie Ananè) le buone notizie non mancano davvero mai. Fre-sco reduce dal suo dj set di sabato 11 ottobre allo Shed Club di Busto Arsizio, ubicato a pochi chilome-tri di distanza dall’Aeroporto In-ternazionale di Milano Malpen-sa, Vega si conferma sempre uno dei pochi, autentici artisti dell’art of djing. La sua House Music da sempre è sinonimo di qualità e ri-cerca, emozioni e ricerca dell’ine-dito; tra le gemme di una carriera straordinaria, basterà ricordare la sua vittoria ai Grammy Awards (2008), l’esibizione al Superbowl Pre-Game Show (2007), le perfor-mance con il Cirque du Soleil, al Festival Jazz di Montreaux, il suo ensemble Elements of Live, ed i Masters At Work, fortunatissimo sodalizio creato insieme a Kenny Dope Gonzales nel 1991. Un duo

SULL’IMPERO DI VEGA IL SOLE NON TRAMONTA MAIche è stato appena celebrato con la raccolta Defected presents House Masters: Masters At Work, uscito lo scorso 21 settembre in quadru-plo cd, doppio vinile e in digitale. Quaranta brani in tutto, continua fonte di ispirazione per chiunque approcci la house music. Sabato 03 ottobre, invece, è uscito il nuovo di-sco di Sunset Ritual, il progetto che lo vede protagonista insieme alla moglie Ananè. Gran parte di queste tracce sono state ovviamente suo-nate sabato 11 ottobre allo Shed, un club che negl ultimi due anni ha saputo ospitare top djs quali David Morales, Dj Antoine, Martin Solveig e Kenny Carpenter. Ospiti speciali spalmati sia allo Shed in quanto tale sia in eventi prodotti in altre loca-tion, quali Teatro Versace di Mila-no e Villa Reale di Monza. Sempre all’insegna della qualità assoluta, che nell’intrattenimento in quan-to tale non deve mai venire meno.

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