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La nuova racchetta di Gasquet si fa in tre Lanciate le Head Extreme 2015 con l’iniezione di Graphene Pag.22 Il nostro Wimbledon: ecco come è andata Sull’erba di Gaiba lo Slam degli amatori targato Fit-Tpra Pag.19 Noi balliamo sul mondo GLI ALTRI CONTENUTI Vince sempre lui Pag.3 - Batch-point: Bancomat show Pag.8 - Focus: tutto è Pos... pisil Pag.10 Wimbledon: Serena grande, grande, grande Pag.12 Storie: Vines come Fred Astaire Pag.14 - I numeri della settimana Pag.16 - Tennis in tv Pag.17 Personal coach Pag.21 - La regola del gioco Pag.24 Anno XI - n.25 - 15 luglio 2015 LA RIVISTA I numeri uno Serena Williams e Novak Djokovic , con il successo a Wimbledon hanno scavato un baratro tra loro e i secondi in classifica. E ora... Pag.5

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La nuova racchettadi Gasquet si fa in treLanciate le Head Extreme 2015con l’iniezione di Graphene

Pag.22

Il nostro Wimbledon:ecco come è andata

Sull’erba di Gaiba lo Slam degli amatori targato Fit-Tpra

Pag.19

Noi balliamo sul mondo

GLI ALTRI CONTENUTIVince sempre lui Pag.3 - Batch-point: Bancomat show Pag.8 - Focus: tutto è Pos... pisil Pag.10 Wimbledon: Serena grande, grande, grande Pag.12 Storie: Vines come Fred Astaire Pag.14 - I numeri della settimana Pag.16 - Tennis in tv Pag.17 Personal coach Pag.21 - La regola del gioco Pag.24

Anno XI - n.25 - 15 luglio 2015

LA RIVISTA

I numeri uno Serena Williams e Novak Djokovic, con il successo a Wimbledon hanno scavato un baratro tra loro e i secondi in classifica. E ora...

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prima pagina

Vince sempre lui

di Enzo AndErloni - Foto GEtty imAGEs

Alla fine Novak Djokovic ha vinto il torneo ma ha perso la pazienza, disturbato dai rumori del pubblico mentre

serviva nei game decisivi. Il suppor-to, il trasporto della gente per il suo avversario faceva rumore anche nel tempio del tennis dove il silenzio è religione come il bianco delle divise. Facevano rumore persino le dita in-crociate di quelli che fino all’ultimo, come in preghiera, cercavano di scon-giurare la sconfitta del loro idolo, Ro-ger Federer. Che ha perso la seconda finale consecutiva contro Nole, più nettamente dello scorso anno, ma in fondo ha vinto anche questa volta. E continuerà a farlo. Di questa edizione di Wimbledon si

DIRETTOREAngelo Binaghi

COMITATO DI DIREZIONEAngelo Binaghi, Giovanni Milan, Nicola Pietrangeli, Giancarlo Baccini, Massimo Verdina

DIRETTORE RESPONSABILEEnzo Anderloni

COORDINAMENTO REDAZIONALEAngelo MancusoSUPER TENNIS TEAMAntonio Costantini (foto editor), Amanda Lanari, Annamaria Pedani (grafica)

FOTOGetty Images, Archivio FIT, Antonio Costantini, Angelo Tonelli

HANNO COLLABORATOGiovanni Di Natale, Max Fogazzi, Andrea Nizzero, Gabriele Riva, Mauro Simoncini, Giorgio Spalluto, Piero Valesio

A CURA DISportcast srlVia Cesena, 58 - 00182 [email protected]

PROGETTO GRAFICO REALIZZAZIONEEdisport Editoriale Srl

REDAZIONE E SEGRETERIAStadio Olimpico - Curva NordIngresso 44, Scala G00135 RomaInfo: [email protected]. Tribunale di Roma n. 1/2004

dell’ 8 gennaio 2004

Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.

La rivista è disponibile in formato digitale sui siti www.federtennis.it e www.supertennis.tve spedita via newsletter. Per riceverla scrivere a [email protected]

ricorderà infatti la sua partita perfet-ta in semifinale contro Andy Murray, local hero, piuttosto che il match de-cisivo che ha fatto scrivere per la ter-za volta il nome del serbo sul trofeo dei Championships. Nole, intelligente qual è, se ne farà una ragione, rian-dando al dolce sapore dell’erbetta che si è chinato a brucare dopo l’impre-sa. Basta che si guardi allo specchio. Tennisticamente parlando, s’intende. Il suo tennis straordinario (servizi millimetrici, la risposta migliore del mondo, traccianti sulle righe su en-trambe le diagonali da fondo) neutra-lizza qualunque avversario. Lo man-da fuori giri. Lo smonta. Lo costringe all’errore o lo infilza inesorabilmen-te se attacca. Ma Nole, come è stato commentato con felice sintesi, “lascia i fuochi d’artificio agli altri”.

E Roger Federer è un fuoco d’artificio vivente. In semifinale contro Murray ha offerto uno spettacolo che ha illumina-to il pianeta. Tennis aggressivo, tutto varianti e accelerazioni e… morbidez-ze, tocchi, magie. Poi non è riuscito a essere così perfetto anche in finale. Ma il pianeta ha trepidato per lui. Si è im-malinconito quando ha perso, ma gli si è stretto attorno come avesse trion-fato. E lo rifarà. Perché vuole i fuochi artificiali. Vuole emozioni estetiche. E nessuno su un campo da tennis è mai riuscito a produrne come Federer, che ha 17 Slam nel carniere ma anche 26 finali (e 37 semifinali). Per vincere ha sempre cercato il suo miglior tennis, quello che illumina il cielo di lampi co-lorati. Una magia difficile. Per questo gli capita di perdere. O forse, anche in quei casi, vince lo stesso lui.

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Novak Djokovic vince per il terzo anno di fila ai Championships di Londra mentre Federer sfiora soltanto l’ottavo titolo. Per Nole altra consacrazione, con il rimpianto di Parigi e gli occhi su New York

wimbledon

Mi prendo tutto io

di PiEro VAlEsio - Foto GEtty imAGEs

Chissà quanto durerà il suo re-gno. Nel tennis come peraltro nella vita bisognerebbe dispor-re di capacità divinatorie supe-

riori a quelle della Sibilla Cumana per dare una risposta attendibile a tale que-sito. Ma si può ipotizzare uno scenario. Il successo di Djokovic a Wimbledon ha confermato che il serbo è il mag-gior interprete del tennis contempora-neo. Quella di Church Road era per lui la prova del nove perché il nostro era reduce dalla più bruciante delle scon-fitte (Parigi) che gli ha precluso il più o meno esplicito obiettivo stagionale: il raggiungimento dello Slam. Wimble-don rappresentava per lui un banco di prova, forse mai così complicato: si trattava di ritrovare il filo del discorso evitando di scivolare in un periodo di precaria autostima proprio dopo aver

La duecentesima vittoria Slam di Novak Djokovic coincide con il terzo successo a Wimbledon, suo secondo titolo Slam 2015 (dopo gli Australian Open). Un trionfo che ne consolida il primato nel ranking mondiale

Faccia a faccia: Roger Federer aveva vinto un confronto diretto con Novak Djokovic proprio a inizio 2015, quando vinse in finale sul duro di Dubai. Questa volta il serbo gli nega l’8° Wimbledon in carriera

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tanto lottato per diventare un simbolo assoluto di successo.

Esame superatoNole ha superato l’esame nel modo che sapete, opponendo al miglior Federer se non di sempre certo degli ultimi anni la miglior versione possibile di sé. E dun-que torniamo a bomba al quesito inizia-le: il suo regno è destinato a protrarsi molto a lungo? Non si può che propen-dere per il sì. Djokovic è fisicamente integro e il livello della sua elasticità muscolare pare addirittura migliorato,

Che rivalità: sono 40 in tutto i precedenti tra Novak Djokovic e Roger Federer. Il serbo, n.1 del mondo, ha im-pattato a quota venti proprio grazie alla vit-toria sul Centre Court di Church Road. Nole ha vinto gli ultimi tre confronti diretti

Gli junior che non ti aspettiWimbledon a Opelka e ZhukL’appuntamento di maggior prestigio del tennis giovanile, ovvero il torneo junior di Wimbledon, ha avuto vincitori assolutamente non pronosticabili, il diciottenne statunitense Reilly Opelka e la russa Sofya Zhuk (nelle foto), che conta appena quindici anni e mezzo. Reilly, che aveva dalla sua sol-tanto i quarti di finale colti a Parigi, ha meritato il titolo già in semifinale allorché ha fermato la corsa del favoritissimo connazionale Taylor Fritz. In finale ha piegato in due frazioni il più quotato Mikael Ymer, un dicias-settenne svedese di colore - Fratello di Elias, vincitore nel challenger di Caltanissetta di inizio giugno - la cui tardiva iscrizione al torneo era stata sanata da una provvidenziale wild card. Tutto di marca russa il big match in gonnella che la talentosa Zhuk (quest’anno due volte battuta dalla nostra Jessica Pieri) ha strappato alla più matura ed esperta Anna Blinkova, che ricordiamo vincitrice a Santa Croce.Segna rosso il bilancio degli azzurrini: Beatrice Torelli, Andrea Pellegrino, Federico Bonacia e Marco Mosciatti (comunque vincitore di due round di qualificazione) sono tutti usciti di scena al primo turno. (Viviano Vespignani)

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Sopra, una magia di Roger Federer a rete, la cosiddetta “veronica”. Sotto, dopo la vittoria, Djokovic ha mangiato dei fili d’erba del Campo Centrale

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Bancomat showForse sarà dipeso dal fatto che le due finali non sono state all’altezza di quel che uno legitti-mamente si aspettava, o forse no, ma è successo che, per usare una parola di gran moda, nella “narrazione” delle giornate clou di Wimbledon da parte dei media ha trovato uno spazio incon-sueto, e per certi versi inusitato, il cosiddetto “parterre de rois”.Dai grandi campioni del passato invitati nel Royal Box ai divi di Hollywood, dalle stelle del fo-otball ai politici e ai membri della famiglia reale, ce li siamo goduti tutti prima in diretta tv, poi su Twitter, su Facebook e su migliaia di siti d’informazione, e infine sulle pagine dei giornali, dove il sex appeal di Pippa Middleton ha rivaleggiato con la cafonaggine del campione del mondo di Formula 1 Lewis Hamilton, cui è stato negato l’ingresso sul Centrale perché non era vestito in modo adeguato. (Consentitemi una divagazione: quest’ultima è una cosa che, prima o poi, riusciremo a fare anche noi al Foro Italico, garantito).Per l’amor del cielo, la mondanità fa sicuramente bene allo sport spettacolo, specie quando la presenza dei vip è sostenuta più dalla passione per l’evento che dalla voglia di apparire, com’è stato con tutta evidenza il caso di Wimbledon. Ma qui si vuole piuttosto sottolineare un’altra cosa. Che, cioè, la tv moderna sta assegnando agli spettatori sugli spalti, inclusi quelli “norma-li”, un ruolo sempre più permeante e attivo nella creazione di uno show che include la cronaca dell’evento sportivo ma non ne fa più l’unico elemento portante, e anzi esalta gli aspetti ambien-tali quasi quanto quelli agonistici.In ciò il tennis, con le sue frequenti pause e grazie agli stadi-salotto, è sicuramente la disciplina più adatta a consentire ai registi televisivi di alternare immagini di gioco a inquadrature di chi siede in tribuna. Inquadrature che è divenuto di routine dedicare molto di frequente ai cosiddetti “staff” che assistono i giocatori, pletorici gruppi di professionisti la cui partecipazione emotiva all’alternanza di colpi e situazioni proposti dal campo è ormai diventata addirittura irrinuncia-bile per fornire ai telespettatori un racconto davvero completo di quanto sta succedendo.Devo però confessare che a me personalmente - proveniente come sono da un’era in cui i ten-nisti, a cominciare dai campionissimi, erano abituati a far tutto da soli e non avevano neppure il coach - lo spettacolo di queste sconfinate falangi di allenatori, preparatori atletici e mentali, nutrizionisti, osteopati, guru del passato, manager, consiglieri e consigliori, per non parlare di parenti e affini, provoca un istintivo prurito psicologico. E vi giuro che, maligno come sono, non posso fare a meno di interpretare a modo mio sia le espressioni di sconforto susseguenti a un errore particolarmente grave sia quelle di gioia dopo la conquista di un punto particolarmente importante. Perché negli occhi di alcuni componenti di quei pletorici staff vedo, alternativa-mente, sia il simbolo dei dollari, come succede a Paperon de’ Paperoni quando pensa ai suoi tre ettari cubici di denaro, sia lo sconcerto di chi sta calcolando di quanto rischia di diminuire la sua percentuale a causa di quello sciagurato errore. E insomma quei poveretti che sgambettano sul campo, qualche metro più in basso, mi fanno l’impressione di bancomat ambulanti che si scannano solo per decidere quale dei due, alla fine, sarà di una banca tedesca e quale di una banca greca.

Batch

batch - point

fors’anche per i benefici effetti del mie-le di manuka, elisir di lunga vita e lungo tennis che è ormai diventato oggetto di culto e consumo per mezzo mondo tennistico. I suoi avversari (di Nole, non del miele) segnano il passo. Certo può sempre spuntare un Wawrinka in gior-nata superlativa a scombinargli i piani: ma non si vede all’orizzonte una seria e continuativa minaccia alla sua suprema-zia. Nadal è lontano dal ritrovarsi ad al-tissimi livelli e chissà se mai ci riuscirà. Federer agé pare sempre più concentra-to sul suo ruolo di massimo esecutore planetario di giornate indimenticabili;

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Nel 2015 i due tabelloni di singolare sono stati vinti dalle rispettive teste di serie n.1, Novak Djokovic nel maschile e Serena Williams nel femminile. Non succedeva dal 2006, quando toccò a Roger Federer e Amelie Mauresmo

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punti ha effettivamente qualcosa di di-sperato: possibile, pare dire, che non vediate che cosa sto facendo? O che lo apprezziate meno di quanto dovreste? Forse, e dico forse, l’assunzione di Be-cker nel suo staff aveva anche questo scopo: arricchire il proprio gioco con quella dose di spettacolarità naturale di cui Boris disponeva e che in molti casi (e anche con qualche motivo) af-fascina e seduce gli appassionati più di un passante scagliato da posizioni impossibili.

Alla ricercadella spettacolaritàMa quell’arricchimento è arrivato in modo omeopatico, nascosto dalle strabordanti capacità fisiche di cui No-le dispone e che gli permettono quasi sempre di rendere inutili le strategie degli avversari. Potrebbe essere questa soffusa fru-strazione il fuoco amico capace di ostacolare Nole nel suo tentativo di dominare il tennis per i prossimi tre-quattro anni? Questa sì che è una bella domanda. E a ben vedere arricchirà il suo futuro di quella spettacolarità che la vicinanza di Becker non è riuscita, per ora, a trasmettergli.

Niente serale, siamo inglesiO forse qualcosa cambia?

da Londra, Angelo Mancuso

Prove tecniche di serale. C’è già agli Australian Open, dove gli organizzatori non si fanno scrupoli nel mandare in campo i giocatori anche all’una di notte (ci sono stati casi di match finiti alle 5 del mattino), e agli US Open (anche a New York spesso e volentieri si fanno le ore piccole). La sessione serale non c’è ancora al Roland Garros, ma se ne sta discutendo. Da quest’anno a Wimbledon ci sono tutti gli indizi perché anche l’evento sportivo che più di ogni altro rispetta la tradizione (è obbligatorio giocare in com-pleto bianco, i paletti che reggono la rete sono di legno, vietata la pubblicità sui campi, ecc.), si pieghi alle leggi del mercato. Le stesse per le quali nel 2009 i Championships hanno detto addio agli “shower”, che pure hanno fatto la storia del torneo: un progetto all’avanguardia ha consentito la costruzione di un tetto sul mitico Centre Court. E ne sarà costruito un altro anche sul Court 1: dovrebbe essere pronto per il 2019. Parlavamo di indizi. Uno su tutti: da quest’anno, e per la prima volta, i ristoranti riservati ai giocatori e alla stampa sono rimasti aperti fino a tardissima sera. Praticamente non chiudevano mai e l’All England Club by night è diventato una costante delle due set-timane del torneo più famoso del mondo.Il sabato sera della prima settimana intorno alle 21.30 locali, sopraggiunta l’oscurità, la sfida tra Monfils e Simon è stata spostata dal Court 1 al Centre Court, chiuso dal tetto e illuminato. Più serale di così... La decisione è stata motivata con l’esigenza di completare il quadro degli ottavi prima del riposo domenicale. La partita è finita intorno alle 22.30: guai infatti a sfo-rare le 23. Una legge del sobborgo di Merton, di cui fa parte Wimbledon nella periferia sud occidentale di Londra, a circa 10 km dal centro della city, stabilisce che gli avvenimenti sportivi, musicali o culturali debbano finire entro le 23. La stessa legge impone durante il torneo la sacralità del Middle Sunday, la domenica di mezzo in cui non si gioca. Una tradizione che è stata sacrificata a Giove Pluvio solo in tre occasioni in 129 edizioni del torneo: nel 1991, quando la prima settimana più bagnata di sempre consentì appena nove ore e quindici minuti di gioco nell’arco dei primi sei giorni di torneo. Nel 1997 due intere giornate furono completamente cancellate dalla pioggia, costringendo gli organizzatori ad aprire l’All England Club anche la domenica. Lo stesso successe nel 2004, l’ultima occasione. Cambieranno anche la legge? La speranza è che a Merton tengano il punto: sennò anche Wimbledon avrebbe un altro sapore. E sarebbe un peccato: come abolire le fragole con la panna.

di giornate, però. Murray è Murray. Gli altri faticano fra incertezze personali e limiti tecnico-mentali difficile da supe-rare. Sul regno del grande ribattitore, dell’uomo per cui il campo potrebbe essere composto dalle sole righe per-ché è li che lui tira soprattutto quando qualcuno si permette di metterlo in difficoltà, il sole potrebbe tramontare fra molti anni e con molta lentezza.

Tallone d’AchilleMa dato che la perfezione non è di questo mondo allora si prenda an-che atto che un tallone d’Achille c’è

nel perfetto meccanismo che regola Djokovic. La sua esistenza si evince da alcuni affioramenti di rabbia e fru-strazione che quest’anno emergono nel suo comportarsi in campo. E di cui potrebbe essere simbolo il fogninesco martellarsi le suole delle scarpe con la racchetta dopo aver perso il secondo set nella finale di Wimbledon. È come se Nole soffrisse, magari in modo in-conscio, di non riuscire a diventare un oggetto di passione globale (come Federer) nonostante il suo matto e di-speratissimo impegno, Alfieri docet. Il suo urlare dopo la conquista di certi

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A Wimbledon Vasek aveva già vinto in doppio. Ora è il volto nuovo del 2015, giunto nei quarti di finale. La storia del gigante canadese e della sua famiglia. Che partì dalla Cecoslovacchia con due figli e due cani

focus

di AlEssAndro nizEGorodcEw

Foto GEtty imAGEs

Una storia da film, un tennis brillante e un futuro da Top 30. Vasek Pospisil è stata una delle più grandi sorprese di

Wimbledon 2015, capace di issarsi sino ai quarti di finale all’All England Club dopo ben tre match, in rimonta, conquistati al set decisivo. L’exploit ha riportato il canadese al numero 29 del mondo, a poche piazze dal suo best ranking di n.25.

La storia. È il 1988 e la Cecoslovac-chia è ancora soggiogata dal regime comunista. Il signor Milos Pospisil ha un sogno: partire per il Canada con la famiglia e rifarsi una vita in Nord Ame-rica. L’idea è quella di raggiungere Bob, il fratello di Milos, a Vernon, ma i soldi per un viaggio così oneroso non ci so-no, nemmeno lontanamente. E allora il primo step è in Austria, raggiunta dopo chilometri su chilometri di strade im-pervie. In auto ci sono Milos, la moglie Mila e i due figli Tom e Petr (6 e 4 anni). Lì, grazie a otto mesi di lavoro sottopa-gato nel nord-est del paese, il budget necessario viene raggiunto. Nell’estate del 1989 si parte per il Canada, dove il 23 giugno 1990 nasce il piccolo Vasek.

Gli inizi. Milos e Mila amano lo sport e in particolare il tennis. In passato, in Cecoslovacchia, avevano anche parte-cipato ad alcuni tornei. Mila, che in pa-tria era maestra d’asilo, si ricicla come governante e babysitter. Milos lavora ore e ore in un birrificio, ma appena ha un secondo libero insegna tennis ai fi-gli. Vasek è ancora piccolo e, per il mo-mento, si diverte come raccattapalle. Nel 1995, a 5 anni, anche l’ultimo ar-rivato in famiglia può prendere la rac-chetta in mano e iniziare ad allenarsi.

A Vancouver per inseguire un so-gno. Iniziano i primi tornei e le prime vittorie, i soldi però sono sempre po-chi. Vasek gioca benissimo e a livello under 12 è il più forte del paese. Mila, Vasek, Tom e due golden retriever si

Tutto è Pos... pisil

trasferiscono a Vancouver, mentre papà Milos rimane a Vernon (a 450 km di di-stanza) per lavorare e mandare i soldi alla famiglia, che inizialmente vive in un minuscolo appartamento con una sola stanza da letto. Dopo due anni Mi-los lascia Vernon, vende la casa, e rag-giunge la famiglia a Vancouver. Quattro persone e due cani nella stessa stanza. I sogni si inseguono anche così. Il re-sto è storia: l’incontro con l’ex giocato-re Frederic Fontang, 10 titoli futures, 4 challenger, la semifinale a sorpresa all’Open del Canada nel 2013, la vitto-ria in doppio a Wimbledon col fido Jack Sock, l’ultimo atto a Washington perso con Raonic nella prima finale Atp tutta canadese della storia, il tutto condito da un devastante schema servizio-diritto.

Anything is Pospisil - È questo il nome che Vasek ha dato al proprio sito ufficia-le. Tutto è possibile quando si insegue un sogno, come Milos Pospisil ha dimostrato più volte a suo figlio, vivendo un esisten-za di sacrifici pur di raggiungere ogni obiettivo. E negli occhi di Vasek c’è tutto questo: è un ragazzo consapevole della propria fortuna, sorridente e positivo, in-namorato di uno sport che sin dal primo istante gli ha regalato un’indescrivibile gioia. E conosce la storia, della sua fami-glia e della sua nazione d’origine, delle scelte sofferte e delle slinding doors che potevano aprirsi o meno. Comprendere è impossibile, conoscere è necessario.

Un Top 5... formato doppioNome: Vasek PospisilClassifica Atp: n.29Best Ranking: n.25 (27/01/2014)Classifica Doppio: n.5Età: 25 anniPresenze in Davis:

23 (12 vittorie e 11 sconfitte)Coach: Frederic FontangTop Ten battuti: Tomas Berdych (2 volte) e Richard Gasquet

Un metro e 93 cm per 84 kg: Pospisil, canadesone dalla British Columbia, sorprese tutti nel 2014 vincendo il torneo di doppio in coppia con l’americano Jack Sock. Numero 54 Atp prima di Wimbledon, ora n.29, a Londra ha perso nei quarti di fi-nale contro il vincitore 2013 Andy Murray per 6-4 7-5 6-4 in 2 ore e 12 minuti. In basso, dal suo sito ufficiale, con mamma Mila e papà Milos

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6-4 6-4 in un’ora e 23 minuti: è questo lo score con cui Serena Willimas ha battuto Garbine Muguruza per il suo sesto Wimbledon. La spagnola, per la prima volta in una finale Slam, è n.9 Wta (best ranking). Nata a Caracas (Venezuela) 22 anni fa, oggi vive a Barcellona

I numeri di una leggenda➤ 21 il numero di Slam vinti in singolare (re-cord Era Open: Steffi Graf, 22). Ma 21 è anche il numero di titoli Slam conquistati da tutte le altre giocatrici in attività.➤ 2 “Serena Slam” completati (il primo: Roland Garros 2002, Wimbledon 2002, US Open 2002, Australian Open 2003; il secondo: US Open 2014, Australian Open 2015, Roland Garros 2015, Wimbledon 2015). È l’unica con Steffi Graf ad aver vinto quattro Slam consecu-tivamente, due volte.➤ 4 le medaglie d’oro Olimpiche vinte (3 in doppio con Venus, 1 in singolare).➤ 8 gli Slam vinti dopo aver compiuto trent’an-ni (record assoluto).➤ 8 gli Slam vinti negli ultimi 13 cui ha preso parte.➤ 15 anni e 10 mesi: tempo trascorso tra il primo Slam (Us Open 1999) e l’ultimo (Wim-bledon 2015).➤ 33 anni e 289 giorni: la sua età a sabato 11 lu-glio 2015, è la più anziana vincitrice Slam nell’Era Open (M.Navratilova battuta di un mese).➤ 3 le decadi in cui ha vinto Slam (‘90, ‘00, ‘10), Martina Navratilova ci riuscì negli anni ‘70, ‘80 e ‘90

wimbledon

di AndrEA nizzEro Foto GEtty imAGEs

Un assordante e inevitabile ru-more di numeri e statistiche ha invaso in questi giorni la con-versazione su Serena Williams,

sempre più vicina a convincere tutti di essere la più grande tennista di tutti i tempi. Il suo secondo “Serena Slam”, il suo sesto Wimbledon e il suo ventu-nesimo torneo major sono impressi a fuoco nella storia di questo gioco e del-lo sport in generale. Ma tra tutti i dati statistici su cui vi potrebbe capitare di posare lo sguardo, sono due cifre ap-parentemente poco significative a sug-gerire una delle letture più interessanti sulla storia di questa campionessa. Due cifre che vanno messe vicine.La prima: Serena Williams, numero

1 del mondo, in classifica ha più del doppio dei punti di Maria Sharapova (13.161 contro 6.490). La seconda: Ma-ria Sharapova, numero 2, guadagna in contratti più del doppio di Serena Wil-liams (secondo Forbes, 22 milioni di dollari contro 11 nell’ultimo anno).

La più grande - Si parla, ovviamente, di contratti di endorsement. Si parla, di conseguenza, di ciò che il mercato chiede. Banalmente significa che, a og-gi, una donna bianca vende di più (e in-timorisce di meno) di una donna nera. Non importa se quest’ultima l’ha bat-tuta 18 volte su 20, le ultime 17 delle quali consecutivamente. Non importa che Serena vada verso la chiusura della sua carriera come la più grande spor-

Serena vince il sesto Wimbledon, 21° major in carriera e doppia in classifica la n.2 Maria Sharapova. Che però guadagna il doppio di lei perché piace agli sponsor. Eppure la Williams ormai è grande come Alì...

Un altro Slam in faccia

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wimbledon

ria, gli esempi si sprecano. Durante il suo primo US Open nel 1999, dovette rispondere ai commenti di Martina Hin-gis che diede a lei e alla sua famiglia dei chiacchieroni dalla bocca grande (“big mouth”). A Indian Wells, nel 2001, lei e la sua famiglia subirono un’offesa co-sì grande da spingerli a saltare per 14 anni il secondo torneo più importante d’America. “E’ stato difficile per me di-menticare le ore perse nello spogliatoio a piangere dopo aver vinto, e il viaggio in macchina per Los Angeles sentendo-mi come se avessi perso la partita più importante di tutte”, disse Serena qual-che mese fa, tornando al torneo califor-niano per la prima volta dopo l’osceno trattamento che il pubblico riservò a lei e alla sua famiglia in quella famige-rata finale del 2001. “Durante tutta la mia carriera, l’integrità è stata tutto per me. È stata tutto e di più anche per Ve-nus. Quel razzismo strisciante era do-loroso, disorientante e ingiusto. In uno sport che amavo con tutto il cuore, a uno dei miei tornei preferiti, mi sentii improvvisamente indesiderata, sola e spaventata.” Nel 2006 e 2009 ha subìto rimproveri pubblici rispettivamente da Chris Evert e Pat Cash (i casi più ecla-tanti) per la sua presunta mancanza d’impegno.

Uomini e donne - I commenti sul suo “essere un uomo”, più o meno velati, si sono sprecati per tutta la sua car-riera e sono stati recentemente portati all’estremo dal presidente della Federa-zione russa, Shamil Tarpischev, che lo scorso autunno si è riferito a Venus e Serena con l’espressione “i fratelli Wil-liams”. Ma non serve un anziano ma-schilista russo per cogliere il proble-ma: prima della finale contro Garbine Muguruza, il New York Times stesso ha pubblicato un articolo sull’aspetto delle tenniste, sostenendo che molte giocatrici potrebbero avere il fisico di Serena ma “scelgano” di non apparire come Serena. Per fortuna, poco dopo il suo trionfo a Wimbledon, ha trovato in J. K. Rowling un avvocato difensore di cui non dovrebbe aver bisogno. Di fronte ai suoi cinque milioni di segua-ci su twitter, l’autrice di Harry Potter - nonché donna più facoltosa del Regno

Unito, ma come Serena ha umilissime origini - ha tappato la bocca (o meglio: la tastiera) del solito cretino che aveva espresso il solito commento sessista sulle fattezze della Williams.

Niente ma - Dopo un Wimbledon in cui ha trovato di nuovo il suo miglior tennis e in cui si è portata a un torneo di distanza dal Sacro Graal del tennis, Serena merita tutte le celebrazioni, gli articoli e servizi su di lei che avete letto e guardato in questi giorni. Quello che non si merita sono i “ma”, i “se” e i “però” regolarmente rivolti al suo aspetto: se il fatto che sia nera, donna e che abbia due braccia molto più definite e toniche dell’uomo medio vi crea un problema, sappiate che il problema è vostro.

“Lei un uomo? Tu un idiota”“È fatta come un uomo? Sì, mio marito ha pro-prio questo aspetto in un vestito. Sei un idiota”: questo lo strepitoso tweet, accompagnato da un’eloquente foto di Serena nella sua prorom-pente femminilità, con cui l’autrice di Harry Potter J. K. Rowling ha replicato a un utente di twitter che le aveva scritto: “La principale ragio-ne del suo successo è che è fatta come un uomo”.

tiva (sportiva - non solo tennista) della sua generazione. Non importa nemme-no che la storia e il carisma di Serena la rendano il prototipo definitivo della testimonial perfetta: questo è il mondo in cui viviamo oggi, questo è ciò che il mercato impone a noi e a lei. Ed è davve-ro superfluo elencare tutti gli stereotipi razzisti e soprattutto sessisti che sotten-dono a questo apparente paradosso. Per coglierne buona parte, del resto, basta partecipare a una qualsiasi conversazio-ne su Serena in un qualsiasi circolo ten-nis, gruppo di amici, bar sport.

Come Muhammed Alì - Serena ha la portata sportiva, culturale e sociale che associamo a semi-divinità quali Muham-med Alì. Se ancora facciamo finta di non saperlo, è solo perché parliamo di una donna. Nera. Con un fisico da atleta. E sarebbe l’ora di piantarla. Era il 1999 quando alzò il suo primo titolo Slam, e in tre lustri si è imposta su tre genera-zioni diverse: dalle tardive Graf e Seles a Hingis, Davenport, Henin, Mauresmo, Clijsters, fino a Sharapova, Kvitova, Aza-renka. Nel frattempo è cresciuta come persona, come tennista, come atleta. I media devono fare i conti con una vera e propria responsabilità, un dovere, nel portare questo messaggio con forza e chiarezza nelle orecchie della gente: di fronte abbiamo un’icona che capita una volta ogni dieci generazioni nello sport tutto, probabilmente irripetibile per il tennis. Una donna che ha preso uno sport bianco anche nei gesti e nel dress-code, l’ha portato a spasso per una quin-dicina d’anni e tra un altro paio (speria-mo non prima) lo riporterà a casa un po’ più nero e un po’ più pulito. Una donna che, come non bastasse, non risponde ad alcuno schema e non chiede scusa a nessuno per il suo clamoroso successo e per le sue qualità, al momento irrag-giungibili. Che non nasconde le sue ori-gini, la sua natura, la sua famiglia, il suo orgoglio, il colore della sua pelle, i suoi muscoli. Poche parole che bastano a far capire quanto dirompente e problemati-ca sia Serena per i canoni che dominano la nostra cultura occidentale e la nostra concezione della donna.

Difficoltà - Fin dall’inizio della sua sto-

La più grande di tutti i tempi?Impossibile dare una risposta definitiva, ovviamente. Impossibile non parlarne, allo stesso modo. Con Marti-na Navratilova che non può più reggere il confronto con Serena (se non sul piano della longevità), sono due i nomi che entrano più spesso in questa conversazione: Margaret Court e Steffi Graf. La prima sconta il fatto di non aver giocato tutta la sua carriera nell’Era Open e di aver vinto agli Australian Open 11 dei suoi 24 Slam in singolare (all’epoca Melbourne non era paragonabile agli altri tre major). La seconda il fatto che la carriera della sua rivale designata, Monica Seles, fu segnata dall’orribile accoltellamento di Amburgo, prima di quell’incidente, Monica aveva vinto 8 degli 11 Slam cui aveva partecipato. In attesa degli Us Open, dove Serena cercherà di chiudere il Grande Slam per portare un ulteriore argomento in sui favore

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Terza pagina

Vines, come Fred Astaire

“Quando era in giornata, Ellsworth Vines giocava il miglior tennis che io abbia mai visto”. Parola

di Don Budge. In quelle occasioni, scri-verà Jack Kramer nella sua autobiogra-fia del 1979, “eri fortunato se riuscivi a toccare la palla sul sui servizio”. Al-to, longilineo, Vines era una macchina per lo sport. Entrato alla University of Southern California con una borsa di studio per la pallacanestro, ha vin-to gli US Championships per la prima volta, al suo debutto, a 19 anni.

Come Babe Ruth“Era vestito come Fred Astair”, scrive-va, con i pantaloni lunghi di flanella d’ordinanza all’epoca, “e colpiva come Babe Ruth”.Era un attaccante da fon-do senza punti deboli, un giocatore a tutto campo dai colpi piatti, senza spin, e comunque capace di volée non

Ha chiuso 6-4 6-2 6-0, con un’esibi-zione di potenza senza precedenti: ha servito 30 ace in 12 turni di battuta, 2,5 a game, l’ultimo proprio sul match point. Quella palla, ammetterà Austin, viaggiava così veloce che non è riusci-to nemmeno a vedere se gli fosse pas-sata a destra o a sinistra.

Dal tennis al golfDopo la finale persa a Wimbledon l’anno successivo, il 10 gennaio 1934 gioca il suo primo incontro da profes-sionista, al Madison Square Garden di New York, davanti a 16,200 spetta-tori. Batte 8-6 6-3 6-2 Bill Tilden, che comunque vincerà quel tour 47-26. Considerato il miglior “pro” al mondo nel 1937, capace di vincere due tour contro Fred Perry, a metà del cammin della carriera, e a metà di una tournée contro Don Budge nel 1939, decide di lasciare il tennis. Si annoia, e passa al golf. In realtà, già durante le sfide contro l’americano che solo pochi me-si prima aveva completato il Grande Slam, si concedeva 18 buche la mat-tina prima di scendere sul campo da tennis la sera. Eppure, al momento dell’addio, Budge era in vantaggio so-lo 21 a 18. È nato per vincere Vines, e non entra certo nel circuito del golf professioni-stico solo per partecipare. Conquista due titoli, il Massachussets Open del 1946 e lo Utah Open del 1955, arriva in semifinale al prestigioso PGA Cham-pionships del 1951 e per due volte compare tra i primi 10 giocatori che hanno guadagnato di più nel corso della stagione. Correva, sempre verso nuove incredibili avventure, con una sete di vittorie che nessun successo ha mai placato davvero. È il destino degli inquieti e dei vincenti.

proprio artigianali. Aveva un solo, ve-ro, tallone d’Achille: una inestirpabile tendenza alla pigrizia, anche in cam-po. Per cui gli avversari hanno iniziato a intuire che la maniera migliore per batterlo era continuare ad allungare lo scambio e giocargli palle morbide fino a farlo sbagliare. Anche perché, racconta Bud Collins nella sua Enci-clopedia del Tennis, Vines “aveva un curioso movimento a mulinello in cui la racchetta completava un giro quasi a 360 gradi. Partiva in alto, come se dovesse servire, portava la racchetta giù fin quasi a terra e caricava”.

30 ace a WimbledonAvrebbe giocato i tornei del Grande Slam solo per quattro anni, ma gli ba-steranno per trionfare, nel 1932, anco-ra agli US Championships e a Wimble-don. La finale con Bunny Austin resta uno dei capolavori della sua carriera.

Vestito come il grande ballerino, ha vinto a Wimbledon e New York nel 1932. Batteva fortissimo e picchiava di piatto da fondo. Passato professionista, se la giocò alla pari con Don Budge, il primo a fare il Grande Slam

Ellsworth Vines(Usa) Los Angeles 28/9/1911 – La Quinta 17/3/1994; altezza: cm 189; peso forma: 70 kg; miglior classifica: n.1 nel 1932.Nel palmares: Us Open 1931 e ’32; Wimbledon 1932

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keep calmandplay

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i numeri della settimana

I n.1 fanno il vuotoI primi 25 del ranking Atp

Pos. Nome (nazionalità) Punti1 Novak Djokovic (SRB) 138452 Roger Federer (SUI) 96653 Andy Murray (GBR) 78104 Stan Wawrinka (SUI) 57905 Kei Nishikori (JPN) 55256 Tomas Berdych (CZE) 51407 David Ferrer (ESP) 44458 Milos Raonic (CAN) 38109 Marin Cilic (CRO) 3540

10 Rafael Nadal (ESP) 300011 Gilles Simon (FRA) 270512 Jo-Wilfried Tsonga (FRA) 247513 Richard Gasquet (FRA) 270514 David Goffin (BEL) 214515 Kevin Anderson (RSA) 209016 Grigor Dimitrov (BUL) 197017 Gael Monfils (FRA) 193018 John Isner (USA) 189019 Feliciano Lopez (ESP) 180020 Viktor Troicki (SRB) 162921 Tommy Robredo (ESP) 154022 Leonardo Mayer (ARG) 151523 Roberto Bautista Agut (ESP) 147524 Ivo Karlovic (CRO) 1450 149425 Bernard Tomic (AUS) 1400

Le prime 25 del ranking WtaPos. Nome (nazionalità) Punti

1 Serena Williams (USA) 131612 Maria Sharapova (RUS) 64903 Simona Halep (ROU) 51514 Caroline Wozniacki (DEN) 50005 Petra Kvitova (CZE) 50006 Ana Ivanovic (SRB) 38357 Agnieszka Radwanska (POL) 35608 Lucie Safarova (CZE) 35159 Garbine Muguruza (ESP) 3365

10 Carla Suarez Navarro (ESP) 328511 Ekaterina Makarova (RUS) 321512 Karolina Pliskova (CZE) 321013 Angelique Kerber (GER) 298514 Timea Bacsinszky (SUI) 292515 Venus Williams (USA) 269616 Andrea Petkovic (GER) 248017 Elina Svitolina (UKR) 246518 Madison Keys (USA) 228019 Viktoria Azarenka (BLR) 225220 Sara Errani (ITA) 214521 Belinda Bencic (SUI) 209022 Sabine Lisicki (GER) 202023 Samantha Stosur (AUS) 202024 Svetlana Kuznetsova (RUS) 192625 Jelena Jankovic (SRB) 1915

I primi 25 italiani del ranking AtpPos. Rank. Nome Punti

1 26 Andreas Seppi 13602 33 Fabio Fognini 11603 60 Simone Bolelli 7754 88 Paolo Lorenzi 5745 107 Marco Cecchinato 4986 119 Luca Vanni 4547 168 Andrea Arnaboldi 3048 183 Matteo Donati 2669 190 Thomas Fabbiano 251

10 193 Filippo Volandri 24811 206 Matteo Viola 23312 207 Federico Gaio 23113 240 Gianluca Naso 20214 242 Roberto Marcora 19815 246 Potito Starace 19316 247 Riccardo Bellotti 19317 296 Erik Crepaldi 16318 356 Stefano Napolitano 12919 358 Gianluca Mager 12720 363 Omar Giacalone 12221 368 Stefano Travaglia 11822 391 Salvatore Caruso 10923 392 Flavio Cipolla 10824 402 Alessandro Giannessi 10525 403 Gianluigi Quinzi 105Le prime 25 italiane del ranking Wta

Pos. Rank. Nome Punti1 20 Sara Errani 21452 27 Flavia Pennetta 17873 31 Camila Giorgi 15104 43 Karin Knapp 11755 45 Roberta Vinci 11126 77 Francesca Schiavone 7627 192 Alberta Brianti 2578 238 Giulia Gatto-Monticone 1869 278 Gioia Barbieri 147

10 337 Jasmine Paolini 11111 344 Martina Caregaro 10912 408 Claudia Giovine 7513 423 Alice Matteucci 7214 432 Georgia Brescia 7015 433 Anna Giulia Remondina 7016 435 Gaia Sanesi 6917 443 Cristiana Ferrando 6718 447 Valeria Prosperi 6619 450 Alice Savoretti 6520 455 Anastasia Grymalska 6321 462 Corinna Dentoni 6122 463 Martina Trevisan 6123 488 Stefania Rubini 5324 498 Bianca Turati 5025 545 Martina Spigarelli 42

di GiorGio sPAlluto – Foto GEtty imAGEs

200 i match vinti in un torneo dello Slam da Novak Djokovic. Meglio di lui i soli Federer 291, Connors 233, Agassi 224, Lendl 222, Emerson 217 e Sampras 203. Djokovic (28 anni e 1 mese) è però il più giovane a raggiungere questo traguardo.

84 la percentuale di vittorie in finali Slam per Serena Williams, trionfatrice in 21 delle 25 finali disputate. L’americana sopravanza Margaret Court, il cui bilancio nelle finali è di 24-5 (82,7%) e Steffi Graf 22-9 (70,9%).

8 le sconfitte consecutive per una esordiente in una finale Slam. Muguruza va ad aggiungersi al drappello costituito negli ultimi 3 anni da Errani, Radwanska, Lisicki, Cibulkova, Halep, Bouchard, e Safarova. L’ultima debuttante in finale a portare a casa un major è stata Vika Azarenka agli Australian Open 2012.

13.161 i punti in classifica per Serena Williams per un bottino superiore al doppio di quelli della n.2 Maria Sharapova (6490). Non era mai accaduto nella storia che la n.1 doppiasse la n.2.

1 come il set perso da Roger Federer nelle 10 semifinali disputate in carriera a Wimbledon, tutte vinte in tre set a eccezione di quella del 2012, quando cedette un parziale a Djokovic.

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il tennis in tv

...SuperTennis Tv, che si è aggiudicata il Premio Sport & Cultura 2015 nella sezione marketing/promozione e innovazione tecnologica. Grazie alla sperimentazione delle trasmissioni in 4K

And the winner is...

Alla decima edizione del “Premio Sport & Cultura”, a Palazzo dei Priori a Viterbo, c’era anche Su-perTennis. E non solo c’era, ma

ha anche vinto. Aggiudicandosi la sezio-ne della kermesse dedicata a marketing/promozione e innovazione tecnologica. Gli oscar del sport italiano, organizzati da ASI (Associazioni Sportive e Sociali Italiane), rappresentano ormai una tra-dizione ben radicata all’interno del pa-norama sportivo italiano e SuperTennis ha saputo guadagnarsi il riconoscimento grazie alla sperimentazione tecnologica della trasmissione dello sport in 4K. Vale a dire con una qualità quattro volte su-periore a quella già eccellente dell’alta definizione (HD). L’emittente della Feder-tennis aveva trasmesso proprio con que-sta tecnologia le finali di Serie A1 2014, disputate a Genova. Una “chicca”, quella andati sugli schermi durante la conclu-sione del massimo campionato nazione per club, non solo per il tennis ma per tutto lo sport italiano. A ritirare il pre-mio, a Viterbo, è stata Beatrice Coletti, CEO di Sportcast, la società cui fa capo SuperTennis.

52% di votiA decretare la vittoria del canale tema-tico della Fit è stata una giuria popolare che, tramite votazioni on-line, ha dato - nella sezione sepcifica - ben il 52% delle preferenze all’iniziativa targata Super-Tennis. E pensare che tra gli altri con-tendenti, ben distanziati (nessuno si è avvicinato al 20%), c’era pure Runtastic, la popolare applicazione per gli appas-sionati di running e fitness che monitora distanze e velocità e che, però, non è ri-uscita a tenere il passo di SuperTennis.

Il premio assegnato a SuperTennis Tv e consegnato a Beatrice Coletti (al centro nella foto), CEO di Sportcast e direttore del canale televisivo della Fit

La cabina di regia durante le finali di Serie A1 2014, a Genova, trasmesse da Super-Tennis in 4K

I grafici a torta con i risultati della premiazione: nella sezione B, Marketing/Promozione - Innovazio-ne Tecnologica, SuperTennis si è aggiudicata il 52% dei voti della giuria popolare

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Insalatiera d’estateNei “quarti” della Davis 2015 Andy Murray guida la sua Gran Bretagna, contro la Francia, sull’erba del Queen’s e sugli schermi di SuperTennis

Torna il fascino della Coppa Da-vis. Lo fa sugli schermi di Super-Tennis Tv, che ospiteranno un grande classico tutto europeo,

lo scontro di quarti di finale tra la Gran Bretagna di Andy Murray e la Francia del rinato Richard Gasquet, reduce da una semifinale di Wimbledon che fa tanto be-ne anche alla fiducia. E con la sua, di fidu-cia, s’impenna anche quella dei “Galletti” impegnati in trasferta e capitanati da Arnaud Clement. Già, perché è vero che si gioca fuori casa, ma si gioca sull’erba del Queen’s Club. Dove Murray spadro-neggia, (ha vinto quattro volte il torneo), ma proprio sulla superficie che ha ridato vita a Gasquet e che Gilles Simon non di-sprezza (a Wimbledon è stato l’unico in-sieme a Djokovic a riuscire a strappare il servizio a Federer).Tre giorni di diretta dunque, sempre su-bito dopo l’ora di pranzo. I primi incontri di singolare verranno trasmessi venerdì

a partire dalle 13.30, così come gli ultimi due incontri della domenica decisiva. Al sabato, giornata dedicata al doppio, si co-mincia invece alle 14. E proprio il doppio, come spesso accade in Coppa Davis, può risultare fondamentale. Soprattutto con una formazione come quella inglese che può contare su un solo pezzo da 90, cioè Andy Murray. Con due punti “favorevoli” e due decisamente ostici la Gran Breta-gna di Leon Smith, può puntare sull’altro Murray, il fratello Jamie, che a Wimbedon ha appena conquistato la finale di specia-lità in coppia con il “canguro” Peers.

Luglio di grandi diretteSi comincia con il torneo Wta di Bastad, in Svezia, dove è attesa anche la campionessa di Wimbledon Serena Williams. Ma l’estate dei grandi eventi live su SuperTennis prosegue, per tutto luglio e fino alle prime due settimane d’agosto. Il menù estivo è già fissato, con la permanenza in Svezia anche per l’appuntamento Atp, in contemporanea con l’altro torneo maschile di Umag (Croazia). Poi in chiu-sura di mese, terra rossa europea con Amburgo (Germania, Atp 500) e Gstaad (Svizzera, Atp 250). Fino ad arrivare al primo appuntamento Oltreoceano, con l’Atp 250 di Atlanta.

il tennis in tv

Prossima settimana: ritorna il tennis live, diretta da BastadGiovedì 16

00:00 - WTA Bastad (replica)2:00 - Murray vs Isner, Coppa davis 1° turno Gran Bretagna vs USA4:30 - Kukushkin vs Seppi, Coppa Davis 1° t. Kazakistan vs Italia6:30 - Tennis Magazine07:00 - Official Film Wimbledon 201408:00 - La Voce delle Regioni09:00 - WTA Bastad (replica)10:30 - Magazine ATP11:00 - LIVE WTA Bastad17.00 - News17:05 - Tennis Magazine17:30 - Magazine WTA18:00 - Official Film Wimbledon 201419:00 - WTA Bastad (replica)21.00 - News21:05 - WTA Bastad (replica)23:00 - WTA Bastad (replica)

Venerdì 17

01:00 - La Voce delle Regioni02:00 - Nedovyesov vs Fognini, Coppa davis 1° turno Kazakistan vs Italia05:30 - Magazine WTA06:00 - WTA Bastad (replica)08:00 - Magazine ATP08:30 - WTA Bastad (replica)10:30 - Tennis Magazine11:00 - LIVE WTA Bastad13:15 - Studio LIVE13:30 - LIVE Coppa Davis Gran Bretagna vs Francia20:00 - WTA Bastad Differita22:00 - Coppa Davis Gran Bretagna vs Francia 1° singolare (replica)

Sabato 18

01:00 - Coppa Davis Gran Bretagna vs Francia 1° singolare (replica)03:30 - Magazine ATP04:00 - WTA Bastad QF 1 (replica)06:00 - WTA Bastad QF 2 (replica)08:00 - Tennis Ma-gazine08:30 - Coppa Davis Gran Bretagna vs Francia (replica)13:45 - Studio LIVE14:00 - LIVE Coppa Davis Gran Bretagna vs Francia18:00 - WTA Bastad Semifinali Differita22:00 - Coppa Davis Gran Bretagna vs Francia Doppio (replica)

Domenica 19

01:00 - WTA Bastad SF 1 (replica)03:00 - WTA Bastad SF 1 (replica)05:00 - Tennis Magazine05:30 - Coppa Davis Gran Bretagna vs Francia 1° singolare (replica)08:30 - WTA Bastad SF 1 (replica)10:30 - Coppa Davis Gran Bretagna vs Francia Doppio (replica)13:15 - Studio LIVE13:30 - LIVE Coppa Davis Gran Bretagna vs Francia20:00 - WTA Bastad Differita22:00 - Coppa Davis Gran Bretagna vs Francia 3° singolare (replica)

Lunedì 20

01:00 - Coppa Davis Gran Bretagna vs Francia 4° singolare (replica)05:00 - WTA Bastad Finale (replica)07:00 - Magazne ATP08:00 - Coppa Davis Gran Bretagna vs Francia 1° singolare (replica)11:00 - LIVE WTA Istanbul17:30 - LIVE ATP 250 Umag19:30 - Magazine WTA20:00 - LIVE ATP 250 Umag22:00 - News17:05 - Challenger Recanati22:05 - Coppa Davis Gran Bretagna vs Francia 4° singolare (replica)

Martedì 21

01:00 - WTA Bastad Finale (replica)03:00 - Challenger Recanati03:15 - WTA Istanbul05:15 - Tennis Ma-gazine05:45 - Tie - Break06:00 - ATP 250 Umag (replica)08:00 - Coppa Davis Gran Bretagna vs Francia 2° singolare (replica)11:00 - LIVE ATP 250 Bastad15:00 - LIVE WTA Istanbul17:30 - LIVE ATP 250 Umag19:30- World of Tennis20:00 - LIVE ATP 250 Umag22:00 - News22:05 - La Voce delle Regioni23:00 - WTA Istanbul

Mercoledì 22

01:00 - ATP 250 Bastad (replica)03:00 - World of Tennis03:30 - WTA Istanbul (replica)05:30 - Circolando TC Foggia06:00 - ATP 250 Umag (replica)08:00 - Coppa Davis Gran Bretagna vs Francia Doppio (replica)11:00 - LIVE ATP 250 Bastad15:00 - LIVE WTA Istanbul17:30 - LIVE ATP 250 Umag19:30 - World of Tennis20:00 - LIVE ATP 250 Umag22:00 - News22:05 - Tennis Magazine22:30 - Magazine ATP23:00 -WTA Istanbul

NB: il palinsesto è soggetto a modifiche. In rosso gli eventi live, in giallo le News, in verde le prime emissioni, in azzurro le differite e in viola gli speciali

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circuito fit-tpra

“Il mio primo Slam”:diario dall’erba di GaibaIl torneo di Wimbledon degli amatori sull’erba naturale è stato una festa: ecco i vincitori e soprattutto l’atmosfera di questa tappa delle Super-Slam Series nel racconto entusiasta di uno dei partecipanti

di mArco zAnolo

Non ero ancora riuscito a parte-cipare, a causa di infortuni o problemi lavorativi, l’appunta-mento era sempre rimandato.

Ma ora, eccoci. La campagna ferrarese, il Polesine: il Po lì, tra due file d’alberi. Il verde dei campi da tennis di Gaiba mi coglie impreparato. Che meraviglia. Stanno già giocando, è venerdì, il pri-mo giorno di Slam. Incontro Gastone Veronese, il mio socio, lui arriva da Ve-nezia, poco più di un’ora da qui, fresco e riposato, io sono già in debito di ossi-geno per il forte caldo.Il doppio - I nostri avversari, nel pri-mo turno dello slam di doppio, ci stan-no già aspettando. Li conosco di fama: sono Adrian Paolicchi, che ha appena vinto il Roland Garros poche setti-mane fa, e William “Willo” Costa. Con Adrian è stata simpatia subito, a pelle. È un istrione, un uomo da palco, uno di quelli che ti mettono subito a posto con lo sguardo: eccellente giocatore di serve&volley, mentre giochi ti raccon-ta il punto, si ferma a rete con te e ti

spiega il perché e il per come di quella palla. Alla fine, complice grandi punti di Willo, perdiamo. Ma Adrian ha il potere di farti perdere con il sorriso, ti rende comunque un vincente, sarà per quella sua aria irlandese, il capello rossiccio, quell’aria che solo il grandissimo John McEnroe aveva. Quando gli fai un pun-to lui ti fa sempre i complimenti, ma ti dice anche “you cannot be serious”, per-ché il campione è lui. Lo Slam di dop-pio, per la cronaca, lo vincono Claudio Bocchi (giocatore sublime) e Paolo Vale-

rio (spalla di lusso), strameritando.Sabato di Limit - Il sabato è il giorno dei Limit45 e 65, le categorie teorica-mente più basse. Il Limit45 vedeva in lizza grandi giocatori: dal mitico Carlo Armellini, icona di saggezza e umiltà, “The Gladiator” Massimo Togni, Giampa-olo Canevese, Max Fogazzi, il campione Odello e Biagi.A vincere è stato Michele Odello, avvoca-to milanese nella vita, quando scende in campo diventa un gladiatore: campione del mondo a Barcellona lo scorso anno.

Da sinistra, l’autore del diario da Gaibledon Marco Zanolo, Andrea Biolo, Top 10 del ranking, e Max Fogazzi

Che poker a Gaibledon: da sinistra, Roberto Tavola, testa di serie n.1 del torneo nonché n.3 del ranking, Marco Zanolo, Alex Carera e Luca Rescigno

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circuito fit-tpra

Erba rosa, Sonia come Serena:Di Stefano punta al Grand SlamIl tabellone femminile di Gaibledon, prova sull’erba naturale delle Super-Slam Series del circuito ama-toriale Fit-Tpra, ha regalato tantissime emozioni e le atlete impegnate nella cavalcata al titolo si sono divertite su una superficie inusuale! Sonia Di Stefano si conferma vittoriosa in finale su Alessandra Perna, conquistando il terzo Super-Slam dell’anno dopo l’Australian open e il Roland Garros. Tutto questo si-gnifica che la giocatrice milanese è seriamente nella condizione di giocarsi Grand Slam (sì, proprio come Serena Williams) cioè il titolo assegnato a chi conquista tutti e quattro i titoli nello stesso anno!!

La sua faccia da pugile, la sua forza, il pugno chiuso al termine del punto, la fisicità espressa sul campo ne fanno, giustamente, il giocatore da battere. La finale, contro il mitico Gianluca Biagi, detto “Il Bigio”, la riedizione di Barcello-na 2014. Bigio è un ragazzo generoso, vulcanico, ti accoglie con battute e bar-zellette, con quella straripante brescia-nità che strappa risate. Vince Michele, e nei panni di commentatore delle dirette streaming insieme a Max ho avuto modo di intervistarlo più volte: per farvi capi-re quanto “Gaibledon” sia importante vi basti questa dichiarazione dell’Odello da Milano: “Avrei davvero rinunciato al tito-lo di campione del mondo pur di vincere qui a Gaibledon”. Ha vinto entrambi.Che nottata - Nel Limit65, terminato alle 2.40 della notte di sabato su dome-nica, nel fresco (finalmente) dell’erba di Gaiba, c’era uno schieramento di big: dal “Champion” Maggi, a Balestrini, al boss Alex Carera, il torinese Scotti, Sirianni, Pissavini. Chi ha vinto? Daniele Maggi: l’andatura caracollante, la capigliatura leonina, i riccioli ondeggianti, lo sguardo basso. Rraramente ho visto un giocatore con un cuore così grande e un carattere così incisivo. Ha rischiato in ogni match, aveva già perso con Scotti, con Sirianni e in finale (0-4) con Balestrini. Ha sempre trovato il modo di risorgere. E, per gli avversari, a quel punto non c’è più nulla da fare, non lo fermi, non lo arresti. Ha vinto, da campione del mondo in carica, mostrando due attributi così. Chapeau, grande Daniele.Wimbledon Open - Solo nominarlo, so-lo respirarne l’atmosfera, il solo vedere il parterre de rois schierato, tutti i migliori giocatori del Tpra, ti fa paura e ti esalta. Mancano Brocchi e Roversi, i primi due del ranking, ma gli altri ci sono tutti. C’è Roby Tavola, splendido interprete del serve&volley, n.3 del seeding. C’è Adrian Paolicchi, il trionfatore del Roland Gar-ros, c’è Gigi Croci da Legnano, Marco So-linas, Andreone Biolo, ci sono Johnny e Alex Carera, Francesco Zanini da Latina,

c’è Gianluca Pozzi, e c’è Luca Rescigno, il migliore. Tutti stanno insieme, tut-ti mangiamo insieme: buffet, tavolate, pizze, birrette e ghiaccioli. Immagini in-delebili, momenti stupendi: la simpatia contagiosa di Andrea Biolo, preso sem-pre di mira da Luchino Rescigno, la clas-se di Roby Tavola, il grandioso Adrian Paolicchi, l’amico e socio di doppio Gas Veronese, Gigione Croci, il gioco meravi-glioso dell’eroe silenzioso Gianluca Poz-zi. Alla fine il titolo va - a sorpresa - a Donato Cappelli dopo una finale lunga un’ora contro Tavola.Il “mio” torneo - Ah, sì, c’è stato anche il mio torneo... sono uscito nei quarti, dopo aver vinto contro Alex Carera al

primo turno. Gli ottavi li ho vinti contro Gianmaria Gai, il numero uno Astigiano, in un derby tutto piemontese. Poi ho realizzato un desiderio che avevo dal primo giorno di Tpra: quando mi sono associato, poco più di un anno fa, il nu-mero uno era Luca Rescigno, a detta di tutti il giocatore più forte. Avrei voluto tanto giocare contro Rescigno sin dal primo giorno, e il sorteggio del torneo ci ha messi dalla stessa parte del tabellone. Ho perso, non mi importa nulla, ero fe-lice comunque. Giocare con te, Roby Ta-vola, Biolo, Adrian, Marco Solinas, Gigi, Dani Maggi, Odello, Bigio, Alex o Johnny, non ha prezzo, non c’è vittoria o sconfit-ta, c’è solo felicità.

Sopra, il vincitore a Gaiba Donato Cappelli, che ha battuto Tavola in finale. A destra, i vincitori dei due tornei Limit 45 e 65, Michele Odello e Daniele Maggi

La premiazione del tabellone femminile con la vincitrice Sonia Di Stefano (a sinistra)

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personal coach

Siete abbastanza sciolti?Scioltezza muscolare e mobilità articolare non servono solo ai “pro” per giocare colpi spettacolari. Il primo vantaggio è evitare una serie di infortuni. Ecco tre esercizi pratici (e per tutti) per migliorare

di GioVAnni cAtizonE E Vittorio sAntini,i.s.F. robErto lombArdi

Quale senso di leggerezza e di-namismo suscitano i grandi tennisti mentre giocano. Acce-lerazioni incredibili, recuperi

straordinari, palle colpite a velocità im-pensabili e in particolare, nel tennis mo-derno, giocate “impossibili” in spaccata, sia frontale che sagittale. Cosa determi-na la possibilità di colpire la palla con il bacino radente al suolo? La risposta è una: alti gradi di mobilità articolare.La mobilità articolare è una capacità mo-toria ascrivibile tra quelle coordinative e quelle organico-muscolari che nel tennis moderno ha acquisito progressivamente una maggiore importanza.Ma la mobilità articolare è utile solo ai tennisti professionisti? La risposta è cer-tamente no! Nel tennis amatoriale oltre a consentire un’adeguata scioltezza mu-scolare permette, in primis, di evitare infortuni sicuri.

Massima escursioneLa domanda dunque diventa, che cos’è la mobilità articolare? Ebbene, è quella capacità che consente di eseguire qualsi-asi gesto utilizzando la massima escur-sione articolare. Nella sua apparente semplicità consente al tennista amato-

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riale di giocare in sicurezza e di prepara-re tutti i colpi in assenza di rigidità mu-scolare, sia in fase di preparazione che di movimento a colpire. In altre parole la mobilità articolare rende più efficace qualsiasi forma di tennis praticato. Col passare degli anni tendini e legamenti, preposti a dare stabilità alle articolazio-ni, si accorciano in maniera significativa. Dunque che cosa si deve fare? Sarebbe sufficiente aggiungere alla classica ora di tennis anche 15 o 20 minuti di esercizi statici (stretching) e dinamici (slanci, cir-conduzioni, rotazioni, flesso estensioni, ecc.). Naturalmente particolare attenzio-ne deve essere posta alla mobilità della colonna vertebrale che svolge un ruolo fondamentale nel tennis.

Spalla, tronco, anca: muoviliEcco una serie di consigli pratici utili per raggiungere questo obiettivo.1. Mobilità della spalla (articolazione scapolo-omerale): in stazione eretta im-pugnare una bacchetta sufficientemen-te lunga (1,50 m) con entrambe le ma-ni mantenendo gli arti superiori estesi. Portarla per avanti alto dietro e successi-vamente per dietro alto avanti preoccu-pandosi di non flettere gli arti superiori e di tenere le mani il più vicino possibile tra di loro, compatibilmente alla corretta esecuzione del gesto (vedi foto 1).

2. Mobilità del tronco (articolazione lom-bo-sacrale): dalla stazione eretta con gli arti inferiori uniti flettere il busto avanti sul piano sagittale con l’intento di rag-giungere la massima escursione articola-re fino a toccare il terreno con la punta delle dita di entrambe le mani, preoccu-pandosi di mantenere estesi gli arti infe-riori (vedi foto 2).

3. Mobilità dell’anca (articolazione coxo-femorale): dalla stazione eretta, con le mani sui fianchi, i piedi paralleli e il bu-sto perpendicolare al terreno, divaricare gli arti inferiori sul piano frontale fino a quando non si avverte una sensazione di tensione muscolare a livello inguinale. Si suggerisce di iniziare la divaricata prima con un arto e nella fase terminale con entrambi contemporaneamente tramite piccoli scivolamenti dei piedi che de-vono naturalmente rimanere paralleli. I brevi scivolamenti dei piedi costituisco-no l’aspetto preventivo in quanto con-sentono di eseguire il gesto controllato senza che questo crei infortuni a livello inguinale (vedi foto 3).

Un’avvertenza finale. Come per tutte le esercitazioni, anche quelle riferite al mantenimento e allo sviluppo della mo-bilità articolare devono essere precedute da un adeguato riscaldamento.

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racchette e dintorni

Estremamente giallaE’ appena uscita la nuova collezione Head Extreme, con Graphene XT, materiale hi-tec, la racchetta di Richard Gasquet. La spinta notevole senza perdita di controllo ne fa un attrezzo ideale per un’ampia fascia di agonisti

di mAuro simoncini

Ci sono racchette che si sono conquistate nel tempo uno zoccolo duro di appassionati che difficilmente cambiano, se

non di fronte a nuove evoluzioni. Una di queste è la Head Extreme (nelle ver-sioni Pro ed MP), che da quasi 10 anni ha arricchito le collezioni della Casa austriaca di un attrezzo dall’ovale più tondeggiante rispetto alle classiche Prestige e Radical e dalla maggiore spinta e tolleranza sui colpi decentra-ti. Una racchetta portata al successo da Ivan Ljubicic e Roberta Vinci, ma anche grande protagonista tra i duel-lanti sull’erba di Wimbledon in pugno a Richard Gasquet, da sempre legato al giallo fluo del più “profilato” (26 mm di spessore) tra gli attrezzi agonistici del-la Casa austriaca.

Nuova versione con GrapheneOltre a essere diventata molto più gialla e fluo, la nuova Extreme si è arricchita di Graphene XT, il materiale tecnologi-camente più evoluto, molto più leggero e 200 volte più resistente dell’acciaio, che ha permesso una redistribuzione delle masse più verso manico e cuore, a favore di maneggevolezza e velocità. Sono in vendita da luglio quattro nuo-vi modelli: la Pro (315 grammi), la MPA (300 grammi), la Rev Pro (270 grammi) e la più leggera Lite (265). La vera no-vità, come già accaduto sulle nuove Speed targate 2015 (il cui testimonial è invece il numero 1 al mondo Djokovic), è la possibilità di cambiare “in corsa” lo schema corde. Infatti i modelli MPA e REV PRO sono dotati di schema in-cordatura ad attivo ASP, cioè vengono venduti con un set di grommet (pas-sacorde) sostitutivo che trasforma il pattern classico con 16 corde verticali e 19 orizzontali con un rivoluzionario 16x16. E’ una delle ultime tendenze: racchette con reticoli a maglie sempre più larghe per regalare potenza e spin; in altri casi addirittura con più corde verticali che orizzontali. Ma nel caso di queste Head c’è persino la possibilità del ricambio immediato, sul medesimo tipo di telaio: se hai la coppia, puoi sce-

gliere magari in base all’avversario, alle condizioni meteo o alla superficie di gio-co. Una variante in più da personalizza-re con l’aiuto dell’incordatore.

Le prestazioniIn campo le Extreme si confermano rac-chette agonistiche (in particolare i mo-delli MPA e PRO), non difficili ma di no-tevole spinta, molto stabili e sicure da fondocampo. Accessibili anche a livelli di gioco non elevatissimi, proprio per maneggevolezza eccellente e ampiezza dello sweetspot (punto di impatto idea-le), che aiutano anche in situazioni di di-fesa e di colpi tecnicamente non perfetti.

Fischia, che damper! Sonic Damp di Babolat è un accessorio che viene utiliz-zato, come molti altri damper, per assorbire le vibrazioni dell’incordatura (in realtà modificano soprattutto il suono delle corde all’impatto). La peculiarità di questo modello, da cui il nome (Sonic), è che il foro nel triangolo di silico-ne (blu o giallo) che si incastra alla base delle due corde verticali centrali, genera un fischio tanto più acuto quanto più ampio e veloce è il movimento. Utile ma anche diver-tente, costa intorno ai 5 euro.

La Head GrapheneXT Extreme Pro

ha il piatto da 100”, pesa a

nudo g 315, è bilanciata a

cm 31

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la regola del gioco

La situazioneDiego sta giocando un incontro di sin-golare contro Omar.

Che cosa succede?Sul punteggio di 6-3 1-1, 15-15, Omar accusa il classico dolore dovuto ai crampi e chiede i “tre minuti”.

Non è un infortunio “normale”Da qualche anno sia a livello internazio-nale che a livello nazionale si è interve-nuti sulla fattispecie dei crampi per re-golare diversamente il caso rispetto a un normale infortunio. I crampi quindi non possono essere “trattati” chieden-do i classici “tre minuti” per provare a massaggiarsi o, se fortunati, richiedere l’intervento del fisioterapista. Al con-trario viene imposto che, per crampi, si può essere trattati solamente durante i cambi di campo e solamente all’inter-no del minuto previsto dal regolamen-to. Se il giocatore “crampato” non è in

Non è un infortunio come gli altri, e il giocatore che lo subisce non può essere trattato durante il gioco. Dovrà aspettare i cambi di campo previsti dal regolamento. E se non riesce a proseguire?

La regola in TVNon solo on-line. Anche tv, all’interno del pro-gramma Tennis Magazine, in onda in prima vi-sione tutti i mercoledì su SuperTennis, vengono approfondite e spiegate varie situazioni di gioco grazie all’ausilio di arbitri internazionali.

in streaming su www.supertennis.tv

SuperTennis TV. È sempre l’ora del grande tennis. Solo con SuperTennis TV hai un canale interamente dedicato al tennis visibile 24 ore su 24, con 50 tornei live all’anno, Internazionali BNL d’Italia, Davis Cup by BNP Paribas, Fed Cup by BNP Paribas, news, approfondimenti, interviste. E il piacere infinito di uno sport unico al mondo.

Senza titolo-1 1 19/09/2014 16.23.12

la regola del gioco

La situazioneDiego sta giocando un incontro di sin-golare contro Omar.

Che cosa succede?Sul punteggio di 6-3 1-1, 15-15, Omar accusa il classico dolore dovuto ai crampi e chiede i “tre minuti”.

Non è un infortunio “normale”Da qualche anno sia a livello internazio-nale che a livello nazionale si è interve-nuti sulla fattispecie dei crampi per re-golare diversamente il caso rispetto a un normale infortunio. I crampi quindi non possono essere “trattati” chieden-do i classici “tre minuti” per provare a massaggiarsi o, se fortunati, richiedere l’intervento del fisioterapista. Al con-trario viene imposto che, per crampi, si può essere trattati solamente durante i cambi di campo e solamente all’inter-no del minuto previsto dal regolamen-to. Se il giocatore “crampato” non è in

Non è un infortunio come gli altri, e il giocatore che lo subisce non può essere trattato durante il gioco. Dovrà aspettare i cambi di campo previsti dal regolamento. E se non riesce a proseguire?

La regola in TVNon solo on-line. Anche tv, all’interno del pro-gramma Tennis Magazine, in onda in prima vi-sione tutti i mercoledì su SuperTennis, vengono approfondite e spiegate varie situazioni di gioco grazie all’ausilio di arbitri internazionali.

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la regola del gioco

La situazioneFrancesco sta giocando una partita di singolare contro Renato.

Che cosa succede?Sul punteggio di 30-30, Renato che è il battitore, si attarda perché sta aggiustando il grip della sua rac-chetta. Dopo 20 secondi non è an-cora pronto per servire.

Quali sono i tempiCome ormai tutti sanno, il gioco del tennis è scandito soprattutto dal tempo che intercorre tra un punto e un altro, o al cambio campo o alla fine del set: normalmente nei tor-nei che siamo abituati a giocare a livello amatoriale e nei campiona-ti a squadre, il tempo concesso tra

Ecco come funziona la regola della violazione di tempo. E le differenze tra le gare amatoriali e quelle dei circuiti dei professionisti. 20, 90 e 120 sono i tre numeri da ricordare, scopriamo insieme perché

La regola in TVNon solo on-line. Anche tv, all’interno del programma Tennis Magazine, in onda in pri-ma visione tutti i mercoledì su SuperTen-nis, vengono approfondite e spiegate varie situazioni di gioco grazie all’ausilio di arbi-tri internazionali. Perché, come suggerisce la rubrica, il tennis è divertimento, ma se conosci le regole ti diverti di più.

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la regola del gioco

La situazionePaolo sta giocando una partita di sin-golare contro Gianfranco. In campo non ci sono i raccattapalle.

Che cosa succede?Gianfranco serve una prima di servi-zio direttamente sulla rete. La palla però resta incastrata tra le maglie della rete stessa. Sia Paolo che Gian-franco non accennano ad andare ver-so la rete e quindi Gianfranco prose-gue nel gioco servendo la seconda di servizio. Durante lo scambio che ne scaturisce, la palla incastrata nella rete cade e rotola per un paio di me-tri sul campo dal lato di Gianfranco.

Libera iniziativaOvviamente nelle partite in cui so-no presenti dei raccattapalle ciò non può accedere perché il loro compito è anche quello di togliere dalla vi-suale dei giocatori qualunque palli-na. Nelle partite senza raccattapalle non esiste un obbligo per i giocatori

Una pallina che resta incastrata nelle maglie della rete tra i due servizi potrebbe arrecare un disturbo nel caso in cui si staccasse. Ma questo non dovrà far interrompere il punto né ripeterlo. Rimuoverla è una libera scelta dei giocatori

La regola in TVNon solo on-line. Anche tv, all’interno del programma Tennis Magazine, in onda in pri-ma visione tutti i mercoledì su SuperTen-nis, vengono approfondite e spiegate varie situazioni di gioco grazie all’ausilio di arbi-tri internazionali. Perché, come suggerisce la rubrica, il tennis è divertimento, ma se conosci le regole ti diverti di più.

di provvedere a rimuovere le palline giacenti sul campo o, come in questo caso, sulla rete. Viene soltanto lascia-ta ai giocatori la libera iniziativa di rimuoverle.

Come si procede?Nel caso in cui i giocatori decidano di non intervenire, essi si assumono il rischio che la pallina possa cadere e arrecare loro un disturbo. Nel nostro caso, quindi, se nessuno dei giocato-ri si avvicina alla rete per rimuover-la tra il primo e secondo servizio, il gioco continuerà regolarmente. An-che con l’eventuale presenza dell’ar-bitro la libertà di iniziativa è lasciata ai giocatori: quindi l’arbitro non solo non potrà imporre a nessuno dei due giocatori di rimuoverla ma non dovrà per nessuna ragione scendere dal-la sedia e rimuoverla. Se durante lo scambio, quella palla dovesse cadere e rotolare in campo non sarà possi-bile accettare la richiesta di fermare lo scambio a causa di un disturbo e

Attaccata alla rete

rigiocare il punto. Di fatto una palla incastrata nella rete è considerata alla stregua della palla giacente in mezzo al campo.

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un punto e un altro è di 20 secondi, che diventano 90 al cambio di cam-po e 120 tra un set ed un altro.

Le sanzioniNel momento in cui un giocatore non dovesse rispettare i tempi in-dicati, questo ritardo dovrebbe es-sere considerato una violazione del codice di tempo che implica come prima sanzione un “avvertimento” e dalla seconda volta la sanzione sarà invece la perdita del punto.

Situazioni a séIl “dovrebbe” però è d’obbligo per-ché ovviamente vanno anche valu-tate le singole situazioni per le qua-li non vengono rispettati i secondi richiesti: disturbo da fuori il campo,

Non andare fuoritempo

oppure da dentro il campo. Qualche esempio? Si ha a disposizione solo una pallina e si devono recuperare le altre uscite, oppure un giocatore che per recuperare una palla è scivolato e si sta rapidamente ripulendo della terra rossa.

Come si procede?Una differenza sostanziale la trovia-mo con il tennis a livello internazio-nale, il quale da poco ha modificato questa regola, imponendo una con-seguenza diversa se chi commet-te la violazione di tempo è in quel momento il ricevitore o il battitore. Se è il ricevitore, la regola che si ap-plica è la stessa descritta prima; in-vece nel caso del battitore, dopo il primo “avvertimento” (che resta uguale), le successive violazioni determineranno la perdita del singolo servizio. Per esempio, se Renato avesse già ricevuto un av-vertimento precedentemente nella partita, e adesso fosse in procinto di servire la prima palla di servizio sul punteggio di 30-30, in caso di viola-zione di tempo la sanzione sarebbe la perdita di quel servizio (la prima palla di servizio) e quindi si trove-rebbe a dover servire direttamente la seconda palla di servizio.

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grado di attendere il cambio di campo successivo, allora sarà costretto a “con-cedere” tutti i punti e i giochi necessari per arrivarci.

Come si procede?Nel nostro caso, quindi - data la parti-colare situazione di punteggio - Omar non potrà ricevere i “tre minuti” per il trattamento medico, ma avrà due op-zioni tra cui scegliere: o continuare a giocare fino al cambio campo, oppure concedere tutti i punti necessari per arrivarci. Da 1-1 15-15 quindi si andrà direttamente a 2-1 in favore di Diego. Una volta arrivati al cambio di campo, Omar potrà ricevere il trattamento me-dico, il quale però non potrà durare ol-tre il tempo normalmente concesso al giocatore per restare seduto (60”).

Più trattamentiUn giocatore può essere trattato fino a due cambi di campo completi: questo

Crampo di campo

significa che se per esempio in occasio-ne del primo intervento il giocatore sia stato trattato solamente per 30 secondi, potrà ricevere altri due trattamenti com-pleti in occasione di altrettanti cambi di campo, anche non consecutivi.

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grado di attendere il cambio di campo successivo, allora sarà costretto a “con-cedere” tutti i punti e i giochi necessari per arrivarci.

Come si procede?Nel nostro caso, quindi - data la parti-colare situazione di punteggio - Omar non potrà ricevere i “tre minuti” per il trattamento medico, ma avrà due op-zioni tra cui scegliere: o continuare a giocare fino al cambio campo, oppure concedere tutti i punti necessari per arrivarci. Da 1-1 15-15 quindi si andrà direttamente a 2-1 in favore di Diego. Una volta arrivati al cambio di campo, Omar potrà ricevere il trattamento me-dico, il quale però non potrà durare ol-tre il tempo normalmente concesso al giocatore per restare seduto (60”).

Più trattamentiUn giocatore può essere trattato fino a due cambi di campo completi: questo

Crampo di campo

significa che se per esempio in occasio-ne del primo intervento il giocatore sia stato trattato solamente per 30 secondi, potrà ricevere altri due trattamenti com-pleti in occasione di altrettanti cambi di campo, anche non consecutivi.

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