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automazioneintegrata • 22 • maggio 2010 D avide Tamellini, di Panasonic Electric Works, sottolinea che l’attenzione dell’azienda si è storicamente concentrata sui PLC compatti a elevato contenuto tecnologico, per proporre CPU paragonabili ai PLC di fascia superiore, senza trascurare i controllori di fascia superiore: «Per abbracciare sia i compatti che i modulari si è introdotto l’approccio Flexible Network che per Panasonic significa stazioni Master e Slave per i più comuni fieldbus standard quali CANopen, DeviceNet, Profibus e Profinet, quest’ultimo per ora solo Slave. Le unità Master e Slave Flexible Network sono uilizzabili con il PLC compatto FPsigma e con i modulari FP2/FP2SH». Romano Miglietti, Direttore Commerciale del Consorzio PNI, Profibus Network Italia, unico centro di Competenza Profibus e Profinet accreditato in Italia, ci elenca i servizi che il centro fornisce alle imprese: Corsi Certificati accreditati con Profibus International; servizi di consulenza per sviluppo prodotti e verifica impianti; prodotti per debugging di reti Profibus e Profinet (analizzatori/ oscilloscopi) e per realizzazione di reti Profibus robuste (repeater intelligenti e versatili). «Il nostro approccio, grazie al supporto di Profibus Network Italia, è di tipo trasversale e neutrale in quanto non siamo legati a produttori particolari ma supportiamo solo la tecnologia, sia essa Profibus o Profinet». Roberto Tesio, Business Development Manager di Balluff Automation, ci sottolinea che dal 2007 l’azienda ha ampliato la propria gamma prodotti introducendo nella sede di Neuhausen il nuovo Product Center “PC5/Networking”, con sviluppo di moduli intelligenti di distribuzione I/O, solo IP67, disponibili in diversi bus di campo tra cui Profibus e Profinet, utilizzabili anche con sistema di cablaggio IO-LINK. «I best-sellers della gamma Brad from Molex», afferma Gianluigi Magnasco di easiTEC, «Sono le schede Profibus e Profinet per PC e PLC, e i Gateway per connettere reti Profinet e Profibus con altri protocolli Ethernet e Seriali. Da non dimenticare i moduli slave Profinet IO IP67, gli switch industriali e gli stack per soluzioni Master o Slave Profinet. I prodotti Brad si differenziano per la loro indipendenza sia dal protocollo fieldbus, avendo un unico driver di sistema operativo per tutti i protocolli supportati, che dal sistema operativo stesso, supportando con le stesse API per diversi sistemi realtime e non». Luca Cavalli, Industrial Communication Product Manager di EFA Automazione, sottolinea che l’azienda, che opera nel mercato dei Gateway con i prodotti HMS Anybus, è in grado di offrire soluzioni complete con i bus di campo più adottati quali, appunto, Profibus e Profinet, mentre Fabio Portaluppi, Sales Manager di Fenway Embedded Systems, cita Gateway Profibus-Ethernet (xEPI 2) con diagnostica built-in per monitoraggio continuo dell’impianto e configurazione remota dei device di campo tramite librerie CommDTM, e il convertitore Profibus-Seriale (SPI-3) per RS232, RS422, RS485 e protocolli Modbus, ASCII, 3964R, RK512. «La nostra azienda progetta e produce interfacce intelligenti di comunicazione per i principali costruttori di componenti d’automazione», ci dice Paolo Sartori, Direttore Commerciale e Marketing, e Responsabile Filiale Italiana di HMS Industrial Networks, «Offrendo sia moduli embedded che prodotti “plug & play” da guida DIN, ovvero Gateway. La tecnologia embedded è da sempre il core business della svedese HMS Industrial Networks con il proprio brand Anybus, e gli standard Profibus e Profinet sono supportati esaustivamente dalle famiglie Anybus CompactCom, Anybus-IC, Anybus-S/M, Communicator ed X-gateway. I moduli embedded sono progettati per integrazione in sistemi OEM e per Nuova fase di espansione per i bus di campo I sistemi bus di campo sembrano manifestare una netta ripresa di interesse da parte del mercato, con in prima linea le tecnologie Profibus e Profinet, e di questo abbiamo parlato con alcuni protagonisti del settore. COMUNICAZIONE CON I SISTEMI FIELDBUS PROFIBUS E PROFINET FOCUS Aldo Calvalcoli

Nuova fase di espansione FOCUS per i bus di campo significa stazioni Master e ... Anybus, e gli standard Profibus e ... Anybus-IC, Anybus-S/M, Communicator ed X-gateway. I moduli

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D avide Tamellini, di Panasonic Electric Works, sottolinea che l’attenzione dell’azienda si è storicamente concentrata sui

PLC compatti a elevato contenuto tecnologico, per proporre CPU paragonabili ai PLC di fascia superiore, senza trascurare i controllori di fascia superiore: «Per abbracciare sia i compatti che i modulari si è introdotto l’approccio Flexible Network che per Panasonic significa stazioni Master e Slave per i più comuni fieldbus standard quali CANopen, DeviceNet, Profibus e Profinet, quest’ultimo per ora solo Slave. Le unità Master e Slave Flexible Network sono uilizzabili con il PLC compatto FPsigma e con i modulari FP2/FP2SH». Romano Miglietti, Direttore Commerciale del Consorzio PNI, Profibus Network Italia, unico centro di Competenza Profibus e Profinet accreditato in Italia, ci elenca i servizi che il centro fornisce alle imprese: Corsi Certificati accreditati con Profibus International; servizi di consulenza per sviluppo prodotti e verifica impianti; prodotti per debugging di reti Profibus e Profinet (analizzatori/oscilloscopi) e per realizzazione di reti Profibus robuste (repeater intelligenti e versatili). «Il nostro approccio, grazie al supporto di Profibus Network Italia, è di tipo trasversale e neutrale in quanto non siamo legati a produttori particolari ma supportiamo solo la tecnologia, sia essa Profibus o Profinet». Roberto Tesio, Business Development Manager di Balluff Automation, ci sottolinea che dal 2007 l’azienda ha ampliato la propria gamma prodotti introducendo nella sede

di Neuhausen il nuovo Product Center “PC5/Networking”, con sviluppo di moduli intelligenti di distribuzione I/O, solo IP67, disponibili in diversi bus di campo tra cui Profibus e Profinet, utilizzabili anche con sistema di cablaggio IO-LINK. «I best-sellers della gamma Brad from Molex», afferma Gianluigi Magnasco di easiTEC, «Sono le schede Profibus e Profinet per PC e PLC, e i Gateway per connettere reti Profinet e Profibus con altri protocolli Ethernet e Seriali. Da non dimenticare i moduli slave Profinet IO IP67, gli switch industriali e gli stack per soluzioni Master o Slave Profinet. I prodotti Brad si differenziano per la loro indipendenza sia dal protocollo fieldbus, avendo un unico driver di sistema operativo per tutti i protocolli supportati, che dal sistema operativo stesso, supportando con le stesse API per diversi sistemi realtime e non». Luca Cavalli, Industrial Communication Product Manager di EFA Automazione, sottolinea che l’azienda, che opera nel mercato dei Gateway con i prodotti HMS Anybus, è in grado di offrire soluzioni complete con i bus di campo più adottati quali, appunto, Profibus e Profinet, mentre Fabio Portaluppi, Sales Manager di Fenway Embedded Systems, cita Gateway Profibus-Ethernet (xEPI 2) con diagnostica built-in per monitoraggio continuo dell’impianto e configurazione remota dei device di campo tramite librerie CommDTM, e il convertitore Profibus-Seriale (SPI-3) per RS232, RS422, RS485 e protocolli Modbus, ASCII, 3964R, RK512. «La nostra azienda progetta e produce

interfacce intelligenti di comunicazione per i principali costruttori di componenti d’automazione», ci dice Paolo Sartori, Direttore Commerciale e Marketing, e Responsabile Filiale Italiana di HMS Industrial Networks, «Offrendo sia moduli embedded che prodotti “plug & play” da guida DIN, ovvero Gateway. La tecnologia embedded è da sempre il core business della svedese HMS Industrial Networks con il proprio brand Anybus, e gli standard Profibus e Profinet sono supportati esaustivamente dalle famiglie Anybus CompactCom, Anybus-IC, Anybus-S/M, Communicator ed X-gateway. I moduli embedded sono progettati per integrazione in sistemi OEM e per

Nuova fase di espansione per i bus di campoI sistemi bus di campo sembrano manifestare una netta ripresa di interesse da parte del mercato, con in prima linea le tecnologie Profibus e Profinet, e di questo abbiamo parlato con alcuni protagonisti del settore.

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fornire supporto nativo a Profibus/Profinet, o ad altri tipi di reti. I Gateway sono invece destinati a integratori di sistemi, costruttori di macchine e utenti finali. Recentemente sono state presentate nuove versioni della famiglia Anybus X-Gateway, con funzionalità Profinet-IRT e switch integrato a 2 porte. Queste hanno l’interfaccia Profinet IO device con funzionalità IRT, Isochronous Real Time, uno switch realtime integrato a 2 porte, gestione Profinet e funzionalità di ridondanza conformi classe C». Fausto Pierantoni, Logistic Division Product Management di Leuze Electronic, ricorda che l’azienda ha da tempo introdotto il concetto di piattaforma “all integrated” denominando con il suffisso “i” tutta una serie di nuovi prodotti con a bordo i bus di campo più diffusi, disponibili quindi senza l’ausilio di Gateway o scatole di derivazione, e la famiglia BCL 500i di lettori barcode ne è l’esempio più concreto. A oggi sono 3 i modelli distinti con bus di campo nativi che si sommano alle canoniche versioni RS232/485 e Multinet 485 polling: BCL 504i, Pbus nativo; BCL 508i, Ehternet nativa; BCL 548i, Profinet nativa. Tommaso Bazzaro, Responsabile Marketing&Communication di Asem cita HMI600, che integra, in un unico dispositivo PC-based, fieldbus industriale e software Premium HMI Plus pre-installato in ambiente Windows CE 6.0 Professional Runtime, con dialogo in Profibus o Profinet tramite schede di comunicazione ASEM NETcore X mini APCI. Masautomazione, precisa Lorenzo Massimino, Direttore Vendite, tratta 2

tipologie di prodotti di punta per reti Profibus: la gamma di PLC di sicurezza DINA/SAFELINE, dedicati al Motion e già certificati SIL3, in cui, tramite proximity, encoder di vario tipo o resolver, sono settabili varie soglie di velocità per mettere la macchina in sicurezza nella fase opportuna; la gamma di sistemi Anticollisione Radar per carri-ponte SYMEO, dedicati ad applicazioni gravose, in zone portuali o in acciaierie, e virtualmente a “zero-manutenzione” in quanto la tecnologia radar non risente di sporco, polvere, acqua, vibrazioni, né richiede precisi allineamenti. «Il nostro Power HUB-SK3 fornisce una conversione di protocollo e alimentazione a un massimo di 4 segmenti Profibus PA», ci precisa Giovanni Padovan, Direttore Vendite Italia Divisione Process Automation di Pepperl+Fuchs. «Il modulo Gateway, che nella versione ridondante può essere collegato a tutti i sistemi di supervisione distribuita, mostra in modo trasparente gli apparecchi PA in campo come slave DP con comunicazione fino a 12 Mbps; un’opportuna scelta dell’alimentatore per il bus di campo e dei moduli dei power conditioner può fornire fino a 500 mA per ciascun segmento PA, e usando il concetto di High Power Trunk i field barrier installati in campo forniscono Spurs a sicurezza intrinseca per il collegamento degli strumenti. Anche le motherboard per applicazioni ridondanti forniscono doppia alimentazione ai moduli, da cui un sistema “full redundant”. Con il software DTM si ha poi un accesso remoto ai Gateway e si possono utilizzare le funzioni di

Davide Tamellini, Product Manager PLC & HMI di Panasonic Electric Works.

Romano Miglietti, Direttore Commerciale del Consorzio PNI, Profibus Network Italia.

Roberto Tesio, Business Development Manager di Balluff Automation.

Fabio Portaluppi, Sales Manager di Fenway Embedded Systems.

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US diagnostica avanzata via Profibus DP., e

con il modulo di diagnostica avanzata ADM è possibile monitorare il supporto fisico del bus di campo, lo stato della comunicazione e la ricerca dei guasti». Marco Caliari, Product Manager Automation Systems di Phoenix Contact, precisa che l’azienda punta su prodotti a maggiore contenuto tecnologico e vantaggio per l’utente come prezzo/prestazioni: «In merito a Profibus siamo in grado di fornire moduli di I/O, sia compatti che modulari, con protezione sia IP20 che IP65/657, moduli PROFIsafe, convertitori rame-fibra, repeater, cavi e connettori, protezioni per linee dati. Per Profinet si aggiungono soluzioni di controllo e PLC, controllori di sicurezza, Proxy Profinet verso Interbus e Profibus, componenti di infrastruttura per architetture sia wired che wireless, e soluzioni di Network Security. Particolarmente innovativo sia su Profibus che su Interbus, è Safety Bridge Technology, che consente soluzioni di sicurezza senza l’uso di un controllore di sicurezza». Marco Clerici, Product Manager Elettronica Sew-Eurodrive Italia, sottolinea che l’azienda produce principalmente motoriduttori e azionamenti, prodotti che si pongono quindi, per loro natura, come attuatori in campo e quindi Slave di Master sovraordinati, in genere forniti da altri competitor: «Le performance, la facilità di integrazione con i sistemi Master, la possibilità di abbinare profili Profisafe e di realizzare architetture multi Slave sotto unico Gateway di comunicazione, garantiscono ai prodotti Sew un ottimo rapporto costi/benefici». Angelo Candian, Product Manager Reti di Automazione Industriale di Siemens premette che nell’ambito dei sistemi d’automazione è crescente la disponibilità di prodotti integrabili su rete Profinet, e in quest’ottica gli Switch Industrial Ethernet e i dispositivi Industrial Wireless LAN mantengono un’importanza strategica, senza dimenticare che da pochi mesi i moduli d’interfaccia per le periferie decentrate

(ET200S ed ET200M) sono disponibili sia nella versione Profibus che Profinet allo stesso prezzo di listino. «Abbiamo un nuovo sistema di I/O Remotate denominato SLIO», ci informa Luigi Bernardelli, CEO di VIPA Italia. «Si tratta di un sistema di slice I/O come altri sul mercato ma con numerose piccole innovazioni che lo rendono d’uso particolarmente comodo; tra queste, la granularità di 2, 4 e 8 canali per modulo con LED per ogni canale e chiara etichettabilità degli stessi sul fronte, e un innovativo bus di comunicazione tra nodo e singolo modulo I/O con velocità di 48 Mbit/s, con tempi di refresh dei moduli di circa 20 µs. Ogni modulo è fornito in confezioni da uno, comprensivo di modulo di elettronica e base morsettiera. Le interfacce saranno Profibus DP V0 e V1, Profinet I/O e altri 4 protocolli, DeviceNet, EtherCAT, ModbusTCP e CANopen». Marco Orlandi, Product Manager Valve&Valve Terminals di Festo cita il terminale elettrico CPX, sistema periferico modulare per unità di valvole, in cui sono state ottimizzate le caratteristiche di flessibilità delle unità di valvole, per un impiego ad ampio spettro: «Grazie all’esecuzione modulare è possibile configurare individualmente numero di valvole, ingressi e uscite. La modularità è in sintesi l’arma vincente, permettendo di usare sullo stesso terminale, non solo valvole, fino a 128, ma anche valvole proporzionali, schede di I/O digitali o analogiche, combinabili con diverse interfacce di collegamento, sensori di pressione».

Le richieste del mercatoSecondo Magnasco (easiTEC), il mercato richiede principalmente soluzioni più economiche, facili da integrare, installare e mantenere, e i nuovi protocolli più o meno realtime basati su Ethernet possono, ciascuno con specifiche peculiarità, soddisfare queste esigenze. Anche Portaluppi (Fenway), evidenzia le reti Ethernet che si stanno sempre più diffondendo per

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problematiche legate alle dimensioni degli impianti e alla loro logistica spesso worldwide, permettendo supervisione da remoto e interventi tempestivi in caso di problemi. Centrale per Tamellini (Panasonic) l’uso di Ethernet in tutte le sue configurazioni e soluzioni applicative: «La possibilità di utilizzare una tipologia di rete largamente diffusa stà veicolando il successo di soluzioni aperte e proprietarie su base Ethernet, senza dimenticare la possibilità di comunicare a 360 gradi dal campo alle applicazioni di alto livello quali i software gestionali, strumenti sempre più rilevanti per ottimizzare e gestire il ciclo produttivo anche da remoto. Altro punto di forza, la possibilità di utilizzare protocolli di comunicazione standard, per esempio Modbus/TCP, che permettono comunicazioni tra dispositivi di costruttori diversi, garantendo integrabilità ed efficienza. Panasonic ha fatto propria questa soluzione con il modulo Web Server che, tra l’altro, garantisce un completo interfacciamento a Ethernet via Modbus/TCP». Di realtime Ethernet ci parla anche Caliari (Phoenix Contact): «Tra le varie proposte presenti sul mercato, Profinet, oltre a garantire il supporto dei protocolli Ethernet standard, quali LLDP, SNMP, ridondanza, fornisce svariati vantaggi, per esempio la possibilità di gestire in un’unica rete traffico TCP/IP per comunicazioni non realtime e prioritarie, traffico realtime per la gestione degli I/O e realtime isocrono per Motion Control, senza trascurare l’integrabilità di soluzioni di safety e security nonché di comunicazioni wireless». Secondo

Miglietti (Consorzio PNI) al mercato oggi occorrono soluzioni che permettano di risparmiare durante la fase di funzionamento dell’impianto, e i clienti chiedono di massimizzare l’efficienza e ridurre tutti gli sprechi, siano essi dovuti a consumi eccessivi o a costi indiretti causati da fermate: «I bus di campo stanno quindi vivendo un nuovo momento di espansione proprio per queste necessità, che sono dai bus di campo stessi risolvibili grazie a una diagnostica approfondita. Nel mercato vi è comunque ancora una grande confusione in merito alle tecnologie Ethernet, spesso viste, ma soprattutto vendute, come la “soluzione” a tutti i problemi. In realtà, solo approcci globali, come quello possibile con Profinet, saranno vincenti sul lungo periodo, garantendo una totale protezione degli investimenti già realizzati su Profibus e contenendo nuove funzionalità che vanno nella giusta direzione, per esempio Profienergy per la riduzione dei consumi». Tesio (Balluff Automation) riscontra che i clienti non sono

concentrati su un particolare bus di campo ma, in base al settore di applicazione e all’architettura sviluppata sulle proprie macchine, approcciano bus differenti, pur iniziando a valutare l’offerta dei nuovi bus su base Ethernet: «Ho quindi costatato che i clienti storicamente di derivazione Profibus stanno valutando il passaggio a Profinet, quelli di derivazione DeviceNet il passaggio a Eternet-IP, e i clienti storicamente di derivazione own-PLC il passaggio a Ethercat. Per questo il target Balluff è offrire i propri moduli I/O IP67 compatibili alla tecnologia IO-LINK prevedendo i moduli Master, intesi come nodi di rete, su base Profinet, Ethernet-IP, CC-Link e, nel breve-medio periodo, anche EtherCat e Powerlink». Cavalli sottolinea che EFA Automazione copre svariati mercati verticali, dal processo al marine, dalla Building Automation alle infrastrutture al mercato industriale: «HMS Anybus accompagna EFA in tutti questi mercati garantendo un ventaglio di soluzioni di connessione praticamente illimitato. In ogni mercato verticale vi sono bus di campo specifici, per esempio il protocollo J1939 nel motoristico, EtherCAT nel Motion, CANOpen nell’Automotive, mentre in ambito industriale Profibus e Profinet sono i più richiesti e adottati. Proprio per questo, poter garantire l’interfacciabilità fra questi importanti protocolli e tutti gli altri consente ai progettisti di sfruttare e integrare al meglio tutte le tecnologie». Sartori (HMS) ritiene che il pregio principale delle reti e dei fieldbus sia la connessione istantanea di più nodi con un cablaggio semplice e rapido, e

Paolo Sartori, Direttore Commerciale e Marketing, Responsabile Filiale Italiana di HMS Industrial Networks.

Fausto Pierantoni, Logistic Division Product Management di Leuze Electronic.

Lorenzo Massimino, Direttore Vendite di Masautomazione.

Giovanni Padovan, Direttore Vendite Italia Divisione Process Automation di Pepperl+Fuchs.

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US un’architettura modulare e flessibile, e

l’impiego di Ethernet a livello industriale ha portato molti vantaggi che hanno semplificato la gestione dell’interconnettività di parti di impianto o di macchina e l’integrazione con l’ambiente Office; per esempio, funzionalità IT, connessione Internet/Intranet, configurazione remota, maggiore larghezza di banda e pacchetti dati più estesi per la comunicazione con dispositivi industriali sempre più avanzati, comunicazione realtime più veloce con sincronizzazione sufficiente a supportare anche applicazioni di Motion Control molto complesse, connessione e supporto di un maggior numero di dispositivi su aree più estese, e un Networking omogeneo. Recenti ricerche di mercato confermano che alcuni protocolli Industrial Ethernet si sono diffusi precocemente rispetto ad altri, quali Modbus-TCP eEtherNet/IP, e altri ancora, è il caso di EtherCAT, stanno emergendo rapidamente. «Ethernet, pur non essendo un vero bus di campo», ci dice Pierantoni (Leuze Electronic), «sta crescendo come importanza sul mercato, e Leuze è molto sensibile a questo trend. Come riprova, il nostro nuovo sensore di visione LSIS 400 che di default su tutti i suoi modelli prevede sempre una porta di Service basata su Ethernet 10/100Mbits commerciale». Massimino (Masautomazione) puntualizza che i protocolli usati seguono spesso il mercato di destinazione di una macchina o impianto. Profibus è più usato per il mercato europeo o per macchine destinate a end user europei in stabilimenti anche in USA o Estremo

Oriente, laddove l’automazione e il PLC di controllo sono Siemens. Per il mercato USA o d’influenza nordamericana è più richiesto DeviceNet per reti con automazione Allen Bradley. Per cablaggi di sicurezza hanno avuto successo sia Profisafe, per la facilità di interconnessione/dialogo del mondo della sicurezza con i PLC Siemens, che il protocollo PILZ per la forte penetrazione in tutti i mercati europei, anche per le linee di produzione Automotive. Si vedono meno altri protocolli quali CANopen, anche se molto apprezzato per la facilità di cablaggio e indirizzamento dei singoli nodi, e Profinet e Interbus, quest’ultimo soprattutto per il mercato francese legato a Schneider. Più in generale, i plus per cui in alcuni settori i vari protocolli sono risultati vincenti sono stati: facilità di cablaggio, minor costo di stesa dei cavi, minori tempi di esecuzione, interconnettività anche a livello di programmazione. Infine, queste tipologie di protocolli hanno avuto una buona “spinta” da parte dei produttori perché con i “macro-protocolli” si ha la possibilità di fidelizzare il cliente in modo molto più forte e il cambiamento diventa sempre più problematico o meno

conveniente. Sulla selezione della tipologia di bus si concentra anche Clerici (Sew-Eurodrive), indicandone il legame con due aspetti: integrazione con il PLC Master e richiesta di prestazioni particolari come velocità e sincronizzazione, in particolare per Motion Control: «La tendenza è sicuramente verso la standardizzazione su pochi bus, generalmente basati su Ethernet. Le richieste da soddisfare sono la piena e semplice integrazione dei prodotti di terze parti, la possibilità di utilizzare il bus anche per la programmazione e l’engineering del prodotto, la semplicità di collegamento in campo». Padovan (Pepperl+Fuchs), parlando di industria di processo, indica come bus più usati Profibus e Foundation Fieldbus H1, quest’ultimo soprattutto se è richiesto il controllo del loop in campo senza utilizzare il DCS, mentre Bernardelli (VIPA Italia) oltre a Profibus e Profinet cita, CANopen e i bus legati alla piattaforma Ethernet quali EtherCat e ModbusTCP. «La sensazione è che il mercato dell’automazione si stia muovendo verso l’uso di reti Ethernet e di sistemi per la sicurezza funzionale», afferma Candian (Siemens), «E l’uso di un bus di campo che consenta l’integrazione con una rete Ethernet standard, mantenendo elevate prestazioni di scambio dati, è senza dubbio una necessità primaria. Le nostre risposte sono il bus di campo Profinet e il profilo di sicurezza Profisafe». Festo si allinea da sempre alle esigenze del mercato, afferma Orlandi: «Abbiamo a catalogo i più diffusi protocolli di comunicazione, come Profibus DP, DeviceNet, CANopen, e di recente

Marco Caliari, Product Manager Automation Systems di Phoenix Contact.

Marco Clerici, Product Manager Elettronica Sew-Eurodrive Italia.

Angelo Candian, Product Manager Reti di Automazione Industriale di Siemens.

Luigi Bernardelli, CEO di VIPA Italia.

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anche Industrial Ethernet, quindi ProfiNet, Ethernet IP, EtherCat, protocolli che stanno sempre più prendendo piede per i vantaggi derivanti dalla rete Ethernet, quali controllo remoto e diagnosi a distanza, ed elevata velocità che apre a soluzioni realtime». Bazzaro (Asem) ci ricorda che gli altri principali bus di campo per i quali sono state realizzate soluzioni specifiche sono CANopen, bus open tra i più diffusi in ambito factory e machine automation, ed Ethercat, che unisce ottime prestazioni con buon livello di apertura e ampio range di prodotti disponibili con cui dialogare.

Le previsioni per il 2010Per Tamellini (Panasonic) il sentore comune è che il 2010 possa portare un allentamento delle difficoltà degli ultimi due anni, anche se è utopistico pensare che la congiuntura negativa sia ormai completamente alle nostre spalle e che il mercato dell’automazione possa ritornare ai fasti degli anni passati, per esempio il 2007: «La ripresa sarà lenta e seguirà un cammino ben delineato e di medio termine. Tuttavia alcuni segnali incoraggianti, quali un maggiore dinamismo progettuale, una certa attenzione all’innovazione tecnologica e una discreta vivacità di alcuni mercati di riferimento, fanno ben sperare». Miglietti (Consorzio PNI) vede le richieste del mercato quasi sempre orientate a una generica riduzione dei costi, con poca spinta verso approcci e soluzioni innovativi: «Pensiamo che un opportuno indicatore sia appunto il cambiamento di mentalità, al fine di privilegiare strategie che non considerino solo il costo del prodotto in quanto tale, ma valutino i costi totali di gestione di un impanto o di un macchinario». Un certo ottimismo da Emerson: a parte il trend positivo degli ordini si riscontra un significativo incremento delle richieste di supporto tecnico riguardante lo sviluppo di nuove applicazioni il che farebbe pensare a un movimento del mercato verso l’innovazione normalmente

presente in situazioni di fiducia. «I segnali di questi primi mesi», ci dice Tesio (Balluff Automation), «ci permettono di essere fiduciosi che il 2010 riprenda con un trend positivo, e di considerare in lenta ripresa il «daily business» che era totalmente scomparso nel 2009». Fiducia anche da Padovan (Pepperl+Fuchs), per gli investimenti governativi e privati in specifici settori industriali e per la crescente domanda di energia, e da Clerici (Sew-Eurodrive), per il quale i primi mesi del 2010 sembrano orientare a un maggior ottimismo, soprattutto per i costruttori che esportano fuori dai confini dell’Unione Europea: «È tuttavia probabile che la sofferenza di alcuni comparti, quali legno, tessile, metallurgico, si protrarrà anche nel 2010, con l’acutizzarsi di problematiche non solo legate al reperimento di fondi per gli investimenti ma anche occupazionali e di competitività nei confronti di paesi che sono già ripartiti». Dubbi da Portaluppi (Fenway): «Sono convinto che purtoppo l’andamento del 2010 non si discosti molto da quello del 2009. La maggior parte delle aziende, anche quelle che hanno avuto meno difficoltà economiche di altre, sta alla finestra in attesa di un segnale positivo del mercato prima di riprendere a investire, con conseguente stagnazione del mercato. Da sottolineare però che quanti hanno invece investito in questo periodo saranno pronti, con nuovi prodotti ed eventuali nuovi impianti, qualora il mercato dovesse ripartire». Anche Candian (Siemens) ci parla di stagnazione per il 2010: «Non esistono indicatori per poter valutare la tendenza verso il miglioramento, e saranno importanti i prossimi mesi per poter valuare il trend dell’anno in corso». Dello stesso avviso Pierantoni (Leuze Electronic) che non vede marcatori ben precisi che diano la sensazione di un recupero totale della situazione in un breve o medio termine, mentre per Caliari (Phoenix Contact) è percepibile un rallentamento della congiuntura negativa verificatasi nel 2009, tale da

Marco Caliari, Product Manager Automation Systems di Phoenix Contact.

Marco Clerici, Product Manager Elettronica Sew-Eurodrive Italia.

Angelo Candian, Product Manager Reti di Automazione Industriale di Siemens.

Luigi Bernardelli, CEO di VIPA Italia.

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US far ipotizzare una ripresa lenta, con

un migliormento a livello globale ma comunque caratterizzato da una contrazione a livello di credito alle imprese, e sarà da registrare un calo dei consumi, dovuto anche alla contrazione dell’occupazione. «Sarà sempre più importante garantire la vicinanza ai clienti, e per questo Phoenix Contact, da sempre vicina alle esigenze dei clienti, intende fornire prodotti e soluzioni sempre più innovativi e dal rapporto prezzo/prestazioni sempre più conveniente, puntando sul valore aggiunto derivante dall’elevata qualità del supporto tecnico sia in fase di pre-vendita che post-vendita». Una certa stabilizzazione se non addirittura una lieve inversione di tendenza rispetto al 2009, è intravista anche da Bernardelli (VIPA Italia): «Un fatto certo è che i magazzini di tutti sono andati a zero per cui un minimo di ripresa rende il mercato più mosso e nervoso con trend positivo. La clientela con capacità innovativa e con alto grado di flessibilità sta avendo un risveglio nella richiesta di commesse e applicazioni, il che ci fa ben sperare per il 2010. I prossimi 2-3 mesi potranno essere particolarmente importanti per capire se tale tendenza sarà confermata». Sartori (HMS) afferma che la sua azienda ha registrato i primi segni di ripresa già a partire dall’ultimo trimestre 2009, e il primo trimestre 2010 ha confermato questo andamento anche grazie al fatto che le spese legate all’aggiornamento e al miglioramento degli impianti industriali sono in continuo incremento: «Le sfide del mercato globale impongono un percorso

competitivo fondato sul perseguimento dell’innovazione di prodotto e dell’alta qualità tecnologica. I limiti s’incontrano quando i costi di revamping, retrofitting o riadeguamento di prodotti e sistemi, superano quelli per un impianto nuovo o una nuova macchina. Lo stesso vale se le prestazioni funzionali non possono essere garantite da un’azione di rinnovamento e, quindi, resta obbligatorio affidarsi a nuove tecnologie. Come altro segnale di ripresa, molti nostri clienti OEM, che integrano la nostra tecnologia Anybus Embedded nei loro prodotti, hanno ripreso con forza le attività di sviluppo per progetti che erano stati sospesi nel 2009. E questo ci fa bene sperare». Cavalli (EFA Automazione) ritiene che la l’imperativo di ottimizzare i processi produttivi e porre attenzione ai consumi energetici amplificherà la necessità di integrazione fra bus di campo e livello enterprise in cui Ethernet è un dato di fatto, per cui il crescente uso di un fieldbus come Profinet non potrà che avvicinare questi due mondi. «Il mercato della componentistica per l’automazione industriale», ci dice

Massimino (Masautomazione), «ha subito una tremenda deflessione a partire da ottobre 2008, con le prime avvisaglie sul portafoglio ordini, fino a novembre 2009. I mercati principali sono i costruttori di macchine e impianti che essendo beni d’investimento hanno sentito maggiormente la stretta finanziaria. A seguire, i grossi complessi produttivi industriali hanno cessato gli investimenti e solo pochi comparti o tipologie di macchine non hanno ricevuto grossi contraccolpi, vuoi perché la consegna delle stesse può richiedere dai 6 ai 18 mesi o perché alcuni settori come il Food, la carta e poche altre isole felici hanno subito solo leggeri decrementi nei fatturati. Da ottobre-novembre 2009 si è iniziato a respirare un’aria più «frizzante» con nuovi progetti diventati esecutivi e nuove macchine in ordine, e questo trend sta continuando nel primo trimestre 2010; la speranza è che si continui con questi valori, non certo simili al 2008 ma sicuramente più interessanti di quelli del 2009». Per Orlandi (Festo) l’andamento dei primi mesi del 2010 fa ben sperare: «Molti dei nostri clienti hanno iniziato a uscire dal periodo nero e l’entrata ordini riscontra un incremento. Non possiamo ancora parlare di fine della crisi, ma sicuramente traspare più di un segnale positivo». Meno ottimista Bazzaro (Asem): «Al momento il mercato manifatturiero non presenta significativi segnali di miglioramento, ma le prospettive e i dati macro-economici evidenziano un leggero e incoraggiante incremento degli ordinativi. Le opportunità sono legate principalmente alla capacità di export di costruttori di macchine e system integrator in paesi quali Brasile, Cina e India, che presentano ancora economie in crescita, e al ritorno di investimenti e domanda dal Nord America. Le aziende che operano nell’automazione industriale devono sfruttare il momento per riorganizzarsi internamente e ottimizzare i processi di innovazione di prodotto, cogliendo nuovi segmenti di mercato e applicazioni ancora non completamente presidiate». ■

Marco Orlandi, Product Manager Valve&Valve Terminals di Festo.

Gianluigi Magnasco, Project Manager EasyTEC.

[email protected] 28 21-04-2010 17:34:57