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La condanna di Yahoo ! di Angelo Greco Il potere della Rete di Athos Gualazzi L L a necessità della Rete è ormai evidente, lo pro- va la perdita economica subita dall'Egitto quando ha provato a spe- gnerla. L'Economia, la Pubblica Amministrazio- ne e le stesse Forze dell'Ordine e Armate di- pendono in modo de- terminante dalla Rete. Non è più quindi una questione di Rete si o Re- te no ma della libertà che vi è in Rete. L'opinione pubblica è sempre più influenzata dai contenuti della Rete che dipendo- no dalla facilità con cui possono essere veicolati e verificati. Si tratta di un potere che aumenta in modo esponenziale e nello stesso tempo non può che essere demo- cratico e paritario per es- sere funzionale. La democrazia è maggiore più sono numerosi e pari- tetici i poteri che la compongono. Scrive Juan Carlos de Martin “Quanto potere ha Internet? Quanto è in grado la Rete di influenzare o determina- TV/Internet di Fiorello Cortiana Le affermazioni di Confalonie- ri su Internet sono di una one- stà disarmante, che rivela tanto la difesa omeostatica di una rendita di posizione broa- dcast, quanto l'ignoranza sulla natura della rete interatti- va digitale. In internet ''regna la totale as- senza di regole e di controlli'', per questo per via tecnologica e normativa, dai DRM al de- creto Romani, provano a metterli. Sulla produzione di valore in rete "vogliamo inve- ce fare in modo che questi contenuti continuino a essere pensati, finanziati, distribuiti dentro a una logica economi- ca, l'unica che garantisce la lo- ro generazione'', Confalonieri pensa di produrre per via normativa una scarsità che la rete e la sua immaterialità non conoscono, di più: è proprio la pratica di remix e di contami- nazione che garantisce la ge- nerazione di contenuti e di nuove combinazioni. Non sta nel "dono" la capacità creati- va della rete ma nella "condivi- sione" tanto dei suoi spazi quanto dei suoi contenuti, tant'è che da subito si è cercato di ricondurre ogni pratica e ogni suggestione continua in terza PIRATPARTIET Diritti Digitali .pdf edito da Associzione Partito Pirata reg.Trib.ROVERETO (TN) al n.275 - p.IVA/CF 01993330222 dir. resp. Mario Cossali stampato dal lettore http://www.piratpartiet.it http://www.partito-pirata.it maggio 2011 n°1 nuova edizione mensile dell'Associazione Partito Pirata Italia

PIRAT PARTIET DIRITTI DIGITALI

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Numero 1 maggio 2011, nuova edizione, prodotto dal Partito Pirtata Italiano www.partito-pirata.it

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La condanna di Yahoo !di Angelo GrecoIl potere della Rete

di Athos Gualazzi

LLa necessità della Rete è ormai evidente, lo pro-va la perdita economica subita dall'Egitto quando ha provato a spe-gnerla. L'Economia, la Pubblica Amministrazio-ne e le stesse Forze dell'Ordine e Armate di-pendono in modo de-terminante dalla Rete. Non è più quindi una questione di Rete si o Re-te no ma della libertà che vi è in Rete. L'opinione pubblica è sempre più influenzata dai contenuti della Rete che dipendo-no dalla facilità con cui possono essere veicolati e verificati. Si tratta di un potere che aumenta in modo esponenziale e nello stesso tempo non può che essere demo-cratico e paritario per es-sere funzionale. La democrazia è maggiore più sono numerosi e pari-tetici i poteri che la compongono. Scrive Juan Carlos de Martin “Quanto potere ha Internet? Quanto è in grado la Rete di influenzare o determina-

TV/Internetdi Fiorello CortianaLe affermazioni di Confalonie-ri su Internet sono di una one-stà disarmante, che rivela tanto la difesa omeostatica di una rendita di posizione broa-dcast, quanto l'ignoranza sulla natura della rete interatti-va digitale. In internet ''regna la totale as-senza di regole e di controlli'', per questo per via tecnologica e normativa, dai DRM al de-creto Romani, provano a metterli. Sulla produzione di valore in rete "vogliamo inve-ce fare in modo che questi contenuti continuino a essere pensati, finanziati, distribuiti dentro a una logica economi-ca, l'unica che garantisce la lo-ro generazione'', Confalonieri pensa di produrre per via normativa una scarsità che la rete e la sua immaterialità non conoscono, di più: è proprio la pratica di remix e di contami-nazione che garantisce la ge-nerazione di contenuti e di nuove combinazioni. Non sta nel "dono" la capacità creati-va della rete ma nella "condivi-sione" tanto dei suoi spazi quanto dei suoi contenuti, tant'è che da subito si è cercato di ricondurre ogni pratica e ogni suggestione

continua in terza

PIRATPARTIETDiritti Digitali

.pdf edito da Associzione Partito Pirata reg.Trib.ROVERETO (TN) al n.275 - p.IVA/CF 01993330222 dir. resp. Mario Cossali stampato dal lettore

http://www.piratpartiet.ithttp://www.partito-pirata.it

maggio 2011nn°°11 nnuuoovvaa eeddiizziioonnee

mensile dell'AssociazionePartito Pirata Italia

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innovativa all'interno delle logiche di scambio proprietario, con i brevetti piuttosto che con il copyright, fino ad arrivare a forme più sofisti-cate di relazione/profilazione dell'utente/fre-quentatore di piattaforme e social networks di fatto walled garden con costrizioni espressive. Con buona pace dei Confalonieri del mondo la rete non è uno strumento di comunicazione che succede al telegrafo, al telefono, alla radio, alla televisione e al computer e come questi strumenti hanno cambiato la società così Internet è ha favorito la creazione di un ecosi-stema che agisce come impresa cognitiva collettiva. Non è neutra e consente tracciabili-tà, intercettazioni e profilazioni, così come permette di costruire pratiche di partecipazio-ne informata legate alla disintermediazione e alla trasparenza, come hanno dimostrato i Twippers egiziani. Grazie all'anonimato ga-rantito da Twitter ed ai numeri telefonici messi a disposizione da GOOGLE, questa "élite nu-merosa" si è sottratta alle intercettazioni e alle trappole su Facebook del regime e ha ali-mentato con astuzia e saggezza, su Facebook e con i flasmob, la mobilitazione che ha portato a riempire Piazza Tahrir sempre pìù dopo ogni violenza e provocazione. Qui sta il punto: deve essere il diritto internazionale e non solo GOOGLE a garantire un accesso ed una espressione libera e sicura su Internet. Queste regole saranno definite, pretese ed affermate quando tutte le esperienze che ali-mentano con le loro pratiche la produzione di valore cognitivo, culturale, sociale, politico ed economico in rete, si riconosceranno come blocco sociale dell'innovazione qualitativa, il "quinto stato" per il cambiamento. E' un pro-cesso già iniziato, che vive nelle pratiche libe-re e nella sussidiarietà in rete e che genera modelli di business che con la natura della re-te devono adattarsi e farci i conti. Si afferma-no i Creative Commons, così come la GPL per Gnu-Linux e le produzioni accessibili in Pubblico Dominio. Non c'è ancora una capa-cità di espressione politica, mentre, al contra-rio, i latifondisti del copyright e i controllori/guardoni del "Grande Fratello" hanno piena consapevolezza della partita in gioco, chiamano "pirati" tutte le persone libe-re e producono norme e politiche pubbliche per costringere le loro menti ed i loro portafo-gli, quando non i loro corpi . Il conflitto è esplicito e siamo solo all'inizio: Fedele Confa-lonieri se ne faccia una ragione.

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re comportamenti? E chi ha potere in Internet? Come si declina il concetto di po-tere sulla Rete? Chi lo detiene e in virtù di quali fattori?piattaforme di aggregazione di blog, foto, video e le reti sociali? Ognu-na di queste domande richiede risposte specifiche, spesso complementari e a volte tutt’altro che intuitive. Quel che è certo è che la libertà su Internet – ovvero un potere il più possibile nelle mani degli individui – richiede il mantenimento di uno strato trasversale di libertà a tutti i li-velli, dall’effettivo controllo del nostro computer e dei nostri dati, alla possibilità di comunicare online riservatamente e senza discriminazioni.Tale strato di li-bertà si può in parte assicurare con azioni dal basso, per esempio utilizzando

software che protegga la riservatezza della corrispondenza elettronica e della navigazione. Ma l’intervento normativo ri-mane indispensabile. Da quelli volti a di-chiarare l’accesso alla Rete un diritto costituzionale, come proposto dal giurista Stefano Rodotà e come ripetutamente ri-chiesto anche dall’inventore del Web, Tim Berners-Lee, a una serie di interventi legi-slativi miranti a preservare le componenti fondamentali della libertà online a tutti i livelli. Se riusciremo ad applicare alla Re-te i principi democratici, evitando in parti-colare le concentrazioni di potere, la Rete a sua volta potrà venire in aiuto delle no-stre democrazie, spesso fragili, aiutandoci a renderle più compiute.”

di Fabrizio Felici

Una vita da tracciato

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di Marco A. Calamari

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Un Pirata nella lista

per Milano, per Pisapia

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"Scippo" a Obama.

Togliere il pallino all'Onu.

Un G8 per la Retedi Arturo Di Corinto

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Ma qui casca l'asino.

La chiave?

Le contraddizioni dei Grand

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Associazione libera fra cittadini

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