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AMSA – 2013 Corso aggiuntivo preposti IIS Albert Docenza ai sensi dell’art 37 del D.Lgs. 81/08 Anno 2013 Ing. Giuseppe MUSMECI Attività scolastiche Modulo aggiuntivo per preposti IIS F. Albert Lanzo Torinese PREMESSA PREMESSA Perché ? D.lgs. 81/08 Articolo 37 D.lgs. 81/08 Articolo 37 I dirigenti e i preposti ricevono, a cura del datore di lavoro, un’adeguata e specifica formazione Conferenza Stato Regioni Conferenza Stato Regioni (gennaio 2012) (gennaio 2012) Ha fissato le modalit Ha fissato le modalità attuative attuative D.lgs. 81/08 Articolo 19 g D.lgs. 81/08 Articolo 19 g I I preposti preposti devono partecipare ai programmi di formazione devono partecipare ai programmi di formazione

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AMSA – 2013

Corso aggiuntivo preposti IIS Albert

Docenzaai sensi dell’art 37 del D.Lgs. 81/08

Anno 2013Ing. Giuseppe MUSMECIAttività scolastiche

Modulo aggiuntivo per preposti

IIS F. AlbertLanzo Torinese

PREMESSAPREMESSA Perché ?D.lgs. 81/08 Articolo 37 D.lgs. 81/08 Articolo 37

I dirigenti e i preposti ricevono, a cura del datore di lavoro, un’adeguata e specifica formazione

Conferenza Stato Regioni Conferenza Stato Regioni (gennaio 2012) (gennaio 2012)

Ha fissato le modalitHa fissato le modalitàà attuative attuative

D.lgs. 81/08 Articolo 19 g D.lgs. 81/08 Articolo 19 g

I I preposti preposti devono partecipare ai programmi di formazione devono partecipare ai programmi di formazione

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Corso aggiuntivo preposti IIS Albert

Modifica introdotta dal D.Lgs. 106/2009

Articolo 37 - Formazione dei lavoratori e dei loro r appresentanti

7. I dirigenti e i preposti ricevono, a cura del datore di lavoro, un’adeguata e specifica formazione e un aggiornamento periodico in relazione ai propri compiti in materia di salute e sicurezza del lavoro.

I contenuti della formazione di cui al presente comma comprendono:a) principali soggetti coinvolti e i relativi obblighi;b) definizione e individuazione dei fattori di rischio;c) valutazione dei rischi;d) individuazione delle misure tecniche, organizzative e procedurali

di prevenzione e protezione.

(Art 55 comma 5: il datore di lavoro – e il dirigente in relazione ai preposti –sono puniti con arresto da due a quattro mesi o ammenda da 1. 200 a 5.200 euro)

informazione

formazione

aggiornamentoper specifiche

mansioni

per specifici rischi

addestramento

per la gestione dell’emergenza

ogni anno

ogni 5 anni

TUTTI I LAVORATORI !!

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Corso aggiuntivo preposti IIS Albert

FormazionePREPOSTI

Obbligatoria la verifica dell’apprendimento

TUTTI I LAVORATORI !!

•• Parte generale (4 ore)Parte generale (4 ore)

STRUTTURA DEL CORSOSTRUTTURA DEL CORSO

•• Parte specifica (4 ore)Parte specifica (4 ore)

a) La figura del preposto a scuolab) gli obblighi del preposto

a) Il laboratorio e DPIb) Uso VDTc) La palestrad) Il regolamento di laboratorio

mod. A

mod. B

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ESERCITAZIONE n. 1ESERCITAZIONE n. 1Avendo già frequentato il corso ‘base’, ciascuno provi a individuare la parola che:

SAFETY QUIZ

• ricordi come significativa• oppure, ricordi come ‘novità’• oppure, ricordi con preoccupazione

ESERCITAZIONE n. 2: ESERCITAZIONE n. 2: ripassoripasso

1) Quale 1) Quale èè il campo di applicazione del D.Lgs. 81/08? il campo di applicazione del D.Lgs. 81/08?

2) Chi 2) Chi èè il datore di lavoro? il datore di lavoro?

3) Quale 3) Quale èè la definizione di sicurezza?la definizione di sicurezza?

4) Quale 4) Quale èè la definizione di salute? la definizione di salute?

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DECRETO LEGISLATIVO 81/08integrato e corretto dal D.Lgs. 106/09

LA STRUTTURA DEL TESTO

Il Testo Il Testo èè strutturato in XIII titoli strutturato in XIII titoli

(pi(piùù di 300 articoli) e 51 allegati.di 300 articoli) e 51 allegati.

TITOLO I

CAPO IDisposizioni

generali

CAPO IISistema

Istituzionale

CAPO IIIGestione della

prevenzione nei luoghi di lavoro

CAPO IVDisposizioni penali

TITOLO II

Luoghi di lavoro

TITOLO III

Uso delle attrezzature di lavoro e dei DPI

TITOLO IV

Cantieri temporanei o mobili

TITOLO V

Segnaletica di salute e sicurezza sul lavoro

TITOLO VI

Movimentazione manuale dei carichi

TITOLO VII

Attrezzature munite di videoterminali

TITOLO VIII

Agenti fisici

TITOLO IX

Sostanze pericolose

TITOLO X

Esposizione ad agenti biologici

TITOLO XI

Protezione atmosfere esplosive

TITOLO XII

Disposizioni diverse in materia penale

+ 51 Allegati

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Campo applicazione

Articolo 3

comma 1Il presente decreto legislativo si applica

– a tutti i settori di attività, privati e pubblici,

– e a tutte le tipologie di rischio.

comma 4Il presente decreto legislativo si applica

– a tutti i lavoratori e lavoratrici, subordinati e autonomi,

– nonché ai soggetti ad essi equiparati,

fermo restando quanto previsto dai commi successivi del presente articolo.

Approfondimento: la figura del prepostoApprofondimento: la figura del preposto

1) La definizione 1) La definizione

2) Quando si assume il ruolo di preposto 2) Quando si assume il ruolo di preposto

3) Quali sono gli obblighi3) Quali sono gli obblighi

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Datore di lavoro

Dirigente Dirigente Dirigente

Preposto Preposto

Collaboratore

Preposto

Lavoratore Lavoratore Lavoratore

Art. 2. Definizioni

d) d) ««dirigentedirigente»»: persona che: persona che e) e) ««prepostopreposto»»: persona che: persona che

in ragione delle competenze professionali in ragione delle competenze professionali e di poteri gerarchici e e di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura funzionali adeguati alla natura dell'incarico conferitogli,dell'incarico conferitogli,

•• attua attua le direttive del datore di lavorole direttive del datore di lavoro

a)a) organizzando l'attivitorganizzando l'attivitààlavorativalavorativa

b)b) e vigilando su di essae vigilando su di essa

in ragione delle competenze professionali in ragione delle competenze professionali e e nei limitinei limiti di poteri gerarchici e di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura funzionali adeguati alla natura dell'incarico conferitogli,dell'incarico conferitogli,

•• sovrintendesovrintende alla attivitalla attivitàà lavorativalavorativa•• e e garantisce l'attuazionegarantisce l'attuazione delle delle direttive ricevute, direttive ricevute,

a) controllandone la corretta a) controllandone la corretta esecuzione da parte dei esecuzione da parte dei lavoratori lavoratori

b) ed esercitando un funzionale b) ed esercitando un funzionale potere di iniziativapotere di iniziativa

Novità

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Datore di lavoro

Dirigente Dirigente

Preposto

Lavoratore Lavoratore Lavoratore

Datore di lavoro

Dirigente Dirigente

Preposto

Lavoratore Lavoratore Lavoratore

Nelle

scuol

e

DIRIGENTESCOLASTICO

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Datore di lavoro

Dirigente Dirigente

Preposto

Lavoratore Lavoratore Lavoratore

DIRIGENTESCOLASTICO

LAVORATORI

docentinon

docenti

allieviche

frequentano

laboratori

allieviin

stage o

percorsi misti

o integrati

DEFINIZIONI

Al lavoratore così definito è equiparato:

• l’allievo degli istituti di istruzione ed universitari e il partecipante ai corsi di formazione professionale nei quali si faccia uso di laboratori, attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici, ivi comprese le apparecchiature fornite di videoterminalilimitatamente ai periodi in cui l’allievo sia effettivamente applicato alla strumentazioni o ai laboratori in questione;

• il soggetto beneficiario delle iniziative di tirocini formativi e di orientamento promosse al fine di realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro e/o di agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro;

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Datore di lavoro

Dirigente Dirigente

Preposto

Lavoratore Lavoratore Lavoratore

DIRIGENTESCOLASTICO

docentinon

docenti

allievi

che

frequentano

laboratori

allievi

in

stage o

percorsi misti

o integrati

PREPOSTI

Dirigente

scolastico

Capo

Servizi

segreteria

Insegnante

Tutor

interno

Tutor

esterno

Collaboratore

Articolo 299Esercizio di fatto di poteri direttivi

1. Le posizioni di garanzia relative ai soggetti di cui all’articolo 2, comma 1, lettere b), d) ed e) (1)

gravano altresì su colui il quale, pur sprovvisto di regolare investitura, eserciti in concreto i poteri giuridici riferiti a ciascuno dei soggetti ivi definiti.

(1) Datore di lavoro, dirigente e preposto

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Per individuare le figure di preposto non è necessario alcun atto formale di nomina da parte del dirigente scolastico, essendo tale figura individuabile già sulla base dei compiti concretamente svolti dal lavoratore.

E’ necessario però che sia redatta e pubblicata una lista delle persone individuate come preposti, indicando, per ognuno di questi e in modo preciso, i soggetti nei confronti dei quali si intende esercitato tale ruolo.

Articolo 40 CPRapporto di causalita’

Nessuno può essere punito per un fatto preveduto dalla legge come reato, se l’evento dannoso o pericoloso, da cui dipende la esistenza del reato, non e’ conseguenza della sua azione od omissione.

Non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo.

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Principio di effettività

L’individuazione dei destinatari delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro va effettuata, non

attraverso la qualificazione astratta dei rapporti tra i diversisoggetti, bensì essenzialmente in concreto, tenendo conto delle mansioni e delle attività in concreto svolte da ciascun

soggetto, anche di propria iniziativa

(Corte di Cassazione 9.3.2007, poi in art. 299 d.lgs.81/08).

Approfondimento: il preposto a scuolaApprofondimento: il preposto a scuolaApprofondimento: il preposto a scuolaApprofondimento: il preposto a scuola

•• dalla definizione: il preposto dalla definizione: il preposto sovraintende alla attivitsovraintende alla attivitàà lavorativalavorativa

Per alcune funzioni la situazione Per alcune funzioni la situazione èè chiara chiara (ad esempio, collaboratore, dirigente (ad esempio, collaboratore, dirigente amministrativo, ecc.)amministrativo, ecc.)

Con riferimento alla definizione di Con riferimento alla definizione di ““allievo = lavoratoreallievo = lavoratore”” sussistono diverse sussistono diverse interpretazioniinterpretazioni

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Approfondimento: il preposto a scuolaApprofondimento: il preposto a scuola

1.1. caso picaso piùù semplicesemplice

Al lavoratore così definito è equiparato:

• il soggetto beneficiario delle iniziative di tirocini formativi e di orientamento promosse al fine di realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro e/o di agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro;

In questo caso, lIn questo caso, l’’insegnante che svolge la insegnante che svolge la funzione di tutor funzione di tutor èè certamente prepostocertamente preposto

ovviamente le maggiori responsabilitovviamente le maggiori responsabilitàà sono in sono in capo al tutor aziendalecapo al tutor aziendale

Approfondimento: il preposto a scuolaApprofondimento: il preposto a scuola

2.2. caso picaso piùù discussodiscusso

In questo caso, la definizione In questo caso, la definizione èè vaga (si pensi a vaga (si pensi a aula di informatica, palestra, aula di informatica, palestra, …….).)

Al lavoratore così definito è equiparato:

• l’allievo degli istituti di istruzione ed universitari e il partecipante ai corsi di formazione professionale nei quali si faccia uso di laboratori, attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici, ivi comprese le apparecchiature fornite di videoterminalilimitatamente ai periodi in cui l’allievo sia effettivamente applicato alla strumentazioni o ai laboratori in questione;

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Approfondimento: il preposto a scuolaApprofondimento: il preposto a scuola

•• Domanda: la palestra Domanda: la palestra èè un un ‘‘laboratoriolaboratorio”” !!!!! ????!!!!! ????

Secondo alcuni (ad esempio Regione Veneto) non lo Secondo alcuni (ad esempio Regione Veneto) non lo èè

Secondo altri (ad esempio Regione Piemonte) lo Secondo altri (ad esempio Regione Piemonte) lo èè

E secondo la magistratura?E secondo la magistratura?

Approfondimento: il preposto a scuolaApprofondimento: il preposto a scuola

Analizziamo una sentenzaAnalizziamo una sentenza

Cassazione Penale, Sez. IV - Sentenza n. 11360 del 31 marzo 2006 (ud. 10 novembre 2005)

Anche se era in vigore il D.lgs. 626/94, in questo caso (la palestra è laboratorio ?), la norma non ècambiata

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Approfondimento: il preposto a scuolaApprofondimento: il preposto a scuola

All’interno della palestra di una scuola elementare , durante una lezione di educazione motoria alla qual e erano interessati gli alunni della quinta classe de lla stessa scuola un alunno rimaneva ferito mentre, unitamente a due compagni, spostava una porta di pallamano verso il fondo della palestra ove si trovava l’insegnante. N el compiere tale operazione la porta si rovesciava e c olpiva alla testa l’alunno il quale riportava un trauma cr anico di grado A, con frattura temporale destra,

Approfondimento: il preposto a scuolaApprofondimento: il preposto a scuola

Avviate le indagini, si accertava che la porta di pallamano avrebbe dovuto essere fissata al pavimento mediante appositi bulloni filettati. I bulloni, tuttavia, erano stati da diverso tempo rimossi di guisa che era ormai da anni invalso l’uso di spostare le porte all’interno della palestra, secondo le contingenti necessità, sia dagli alunni che dalle varie associazioni sportive che utilizzavano tale palestra.Gli spostamenti avvenivano secondo il giudizio di quanti utilizzavano le porte senza che alcuno avesse fornito, anche oralmente, disposizioni in merito. Si accertava, altresì, che la rimozione delle porte dai punti fissi di ancoraggio era stata conseguenza dell’allestimento nella palestra qualche anno prima di tre nuove pareti in roccia artificiale.

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Approfondimento: il preposto a scuolaApprofondimento: il preposto a scuola

Essendo la palestra dell’edificio scolastico utilizzata dalla scuola elementare ma anche da una scuola media si procedeva per il reato di lesioni colpose nei confronti• del Direttore del Circolo didattico della scuola elementare• del Preside della scuola media,quali dirigenti scolastici,• del sindaco del Comune, in qualità di proprietario dell’edificio scolastico avente specifica competenza in materia di fornitura di beni e servizi agli edifici scolastici e di custodia di questi, per non aver verificato le condizioni di sicurezza della palestra dopo l’allestimento di pareti in roccia artificiale

Approfondimento: il preposto a scuolaApprofondimento: il preposto a scuola

Il Tribunale dichiarava il non doversi procedere non ritenendo applicabili ai fatti oggetto del procedimento le norme antinfortunistiche. In particolare il giudice di merito, richiamando nella sua sentenza il parere espresso dal Direttore dell’ISPESL, riteneva di non dover considerare la porta di pallamano una «attrezzatura di lavoro» ai sensi dell’art. 34 del decreto legislativo 626/94, sostenendo altresìche gli studenti sono equiparati ai lavoratori allorché essi adoperino sostanze, attrezzature e impianti utilizzati comunemente nelle scuole professionali e sperimentali.

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Approfondimento: il preposto a scuolaApprofondimento: il preposto a scuola

la Corte di Cassazione si è così espressa: “Se è vero, infatti, che l’alunno non può essere ritenuto, con riferimento ai fatti oggetto del processo, lavoratore dipendente, e che a questo egli non può essere equiparato(l’equiparazione è solo nei riguardi di studenti il cui insegnamento preveda la frequenza e l’utilizzo di laboratori, macchine, apparecchi e attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici, e che dunque adoperino, in concreto, le medesime attrezzature ed impianti normalmente utilizzati dai lavoratori sul posto di lavoro, condizione che non può certo attribuirsi all’alunno infortunato), è tuttavia altrettanto vero che ciò non basta per escludere costui dalle garanziedettate dalla citata normativa sulla sicurezza sul lavoro.

Approfondimento: il preposto a scuolaApprofondimento: il preposto a scuola

Egli, infatti, pur estraneo a qualsiasi rapporto di lavoro, era tuttavia legittimamente presente nella palestra per partecipare alla lezione di educazione motoria, nel corso della quale ha patito l’incidente dal quale ha riportato lesioni, di guisa che, ove l’incidente dovesse ricondursi alla mancata osservanza, da parte del datore di lavoro e di chiunque altro abbia colposamente cooperato nella produzione dell’evento, delle norme per la prevenzione degli infortuni, eventuali responsabilità penali non potrebbero che ritenersi aggravate ai sensi della predetta normativa.

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Approfondimento: il preposto a scuolaApprofondimento: il preposto a scuola

Perchè possa ravvisarsi l’ipotesi del fatto commesso con violazione delle norme dirette a prevenire gli infortuni sul lavoro, è sufficiente che sussista legame causale tra siffatta violazione e l’evento dannoso, legame che non può ritenersi escluso sol perchè il soggetto colpito da tale evento non sia un dipendente (o equiparato) dell’impresa obbligata al rispetto di dette norme, ma ricorre tutte le volte che il fatto sia ricollegabile alla inosservanza delle norme stesse secondo i principi dettati dagli artt. 40 e 41 cod. pen.

“In realtà, - aggiunge ancora la Corte di Cassazione - l’art. 590 terzo comma, c.p. fa generico riferimento a fatti ‘commessi con violazione delle norme ... per la prevenzione degli infortuni sul lavoro’, senza limitarne l’applicazione ai soggetti che rivestano la qualifica di lavoratori dipendenti.

Tale norma non è per nulla collegata alla qualità del soggetto che riporta le lesioni, bensì all’esposizione a rischio di quanti, dipendenti o no, si trovino legittimamente a frequentare un luogo ove si svolge attività lavorativa”.

Approfondimento: il preposto a scuolaApprofondimento: il preposto a scuola

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Approfondimento: il preposto a scuolaApprofondimento: il preposto a scuola

Perchè è successo:a) Montaggio in modo difforme alle indicazioni del fabbricante

(responsabile il Sindaco)

b) Tutti lo sapevano (responsabili i due Dirigenti che utilizzavano la palestra)

c) Nessuno ha dato disposizioni per evitare o introdurre misure equivalenti (responsabili i due Dirigenti che utilizzavano la palestra)

COMMENTO:COMMENTO:

Approfondimento: il preposto a scuolaApprofondimento: il preposto a scuola

COMMENTO:COMMENTO:

NB: la Cassazione cita anche di chiunque altro abbia colposamente cooperato nella produzione dell’evento anche se nella circostanza non ha individuato altri responsabili

NB: la Cassazione rinvia all’art 40 CP

Non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo.

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Articolo 20Obblighi del lavoratore

Ogni lavoratore deve prendersi cura • della propria salute e sicurezza • e di quella delle altre persone presenti sul luogo di

lavoro • su cui ricadono gli effetti delle sue azioni o omissioni• conformemente

a) alla sua informazione, b) alle istruzioni c) e ai mezzi forniti dal datore di lavoro.

COMMENTO:COMMENTO:

NB: IL D.Lgs. 81/08 per ogni lavoratore prevede che:

Articolo 19

Obblighi del preposto

1. In riferimento alle attività indicate all’articolo 3, i preposti, secondo le loro attribuzioni e competenze, devono:

a) sovrintendere e vigilare sulla osservanza da parte dei singoli lavoratori dei loro obblighi di legge, nonché delle disposizioni aziendali in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di uso dei mezzi di protezione collettivi e dei dispositivi di protezione individuale messi a loro disposizione e, in caso di persistenza della inosservanza, informare i loro superiori diretti;

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Articolo 19 Obblighi del prepostob) verificare affinché soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni accedano alle zone che li espongono ad un rischio grave e specifico;

c) richiedere l’osservanza delle misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e dare istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo grave, immediato e inevitabile, abbandonino il posto di lavoro o la zona pericolosa;

Articolo 19 Obblighi del preposto

d) informare il più presto possibile i lavoratori esposti al rischio di un pericolo grave e immediato circa il rischio stesso e le disposizioni prese o da prendere in materia di protezione;

e) astenersi, salvo eccezioni debitamente motivate, dal richiedere ai lavoratori di riprendere la loro attività in una situazione di lavoro in cui persiste un pericolo grave ed immediato;

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Articolo 19 Obblighi del preposto

f) segnalare tempestivamente al datore di lavoro o al dirigente sia le deficienze dei mezzi e delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale, sia ogni altra condizione di pericolo che si verifichi durante il lavoro,delle quali venga a conoscenza sulla base della formazione ricevuta;

g) frequentare appositi corsi di formazione secondo quanto previsto dall’articolo 37.

• Docenti in laboratorio, officina, palestra,

• Insegnanti Tecnico-Pratico (ITP)

• Docenti Teorici o che insegnano discipline tecniche o tecnico-scientifiche in laboratorio

• Assistenti amministrativi con ruoli e incarichi specifici

• Fiduciari del dirigente Scolastico

Conclusione: chi sono i preposti?

Essi esercitano il ruolo di preposto nei confronti di altri lavoratori e degli studenti che durante le attività di laboratorio sono equiparati a lavoratori.

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Cosa deve fare il preposto (ad esempio insegnante in laboratorio)?• addestrare gli allievi all'uso di attrezzature, macchine e tecniche di lavorazione

• sviluppare negli allievi comportamenti di autotutela della salute

• promuovere la conoscenza dei rischi e delle norme di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro, ai quali i laboratori sono assimilabili

• informare gli studenti sugli obblighi che la legge prescrive per la sicurezza nei laboratori;

• verificare le attrezzature e le macchine effettuando o richiedendo la necessaria manutenzione

• NON far utilizzare apparecchiature o impianti non regolamentario di cui si abbia il dubbio che non lo siano.

Responsabilità nella vigilanza

Deriva da altre normative:

• D.Lgs. n. 165/2001, Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche (in particolare Art. 25 - Dirigenti delle istituzioni scolastiche)

• D.Lgs. n. 297/1994 Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione (in particolare Art. 10)

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Cosa fare in caso di infortunioOltre a prestare il necessario soccorso ……

Successivamente ma nel minor tempo possibile, raccogliere in una

relazione i seguenti dati:

1) la descrizione completa e analitica dei fatti accaduti, precisando il

momento temporale e il luogo dell’evento;

2) l’indicazione di eventuali testimoni e la narrazione di quanto essi

affermano avere visto e sentito;

3) la descrizione dei soccorsi prestati nell’immediatezza dell’evento;

4) se l’infortunio è occorso mentre l’alunno faceva uso di giocattoli, la

relazione non può prescindere dalla descrizione del tipo di giocattolo e

delle sue caratteristiche di conformità (o meno) alla disciplina

legislativa, nazionale e comunitaria, in materia di sicurezza di tali

oggetti ludici;

Cosa fare in caso di infortunio5) nel caso di eventi traumatici che abbiano coinvolto i discenti mentre

partecipavano ad attività sportive durante l’ora di educazione fisica (in

merito ai quali v. Trib. Catania, Sez. V civile, 3/5/2006, n. 1478; Cass.,

Sez. III civile, 7/5/2009, n. 10514; Cass., Sez. III civile, 14/10/2003, n.

15321), è indispensabile essere precisi nella descrizione dell’infortunio,

compreso il momento in cui si è verificato (durante il riscaldamento,

l’attività ginnica ecc.), se esso sia stato favorito o determinato da un

abbigliamento non consono agli esercizi eseguiti (es. scarpe con suola

non idonea), da condizioni ambientali contrarie ai parametri di sicurezza

(quali la presenza di buche o avvallamenti nel pavimento, l’uso di

attrezzi logori o rotti ecc.), nell’indicazione della difficoltà dell’esercizio

in relazione all’età del ragazzo;

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Corso aggiuntivo preposti IIS Albert

Cosa fare in caso di infortunio6) nel caso di infortunio verificatosi al di fuori della classe (es. durante il

periodo in cui l’alunno si reca ai servizi igienici, l’intervallo ecc.), alla fine

dell’orario scolastico, all’uscita degli alunni dalla scuola, si dovranno

indicare i provvedimenti che il D.S. ha adottato per tutelare l’integrità

fisica dei ragazzi e la loro sorveglianza (si dovrà fare riferimento a

precise norme del regolamento di istituto, alle circolari emanate ecc.);

7) nel caso di infortunio occorso durante l’ora del dopo-scuola o pre-

scuola, durante lo stage, il viaggio di istruzione, l’uscita didattica in

giornata ecc., sarà necessario indicare analiticamente come si sia

organizzata l’attività e quali accortezze si sono messe concretamente in

atto per evitare o ridurre il rischio di eventi lesivi (ad esempio indicando i

nominativi di coloro che erano in loco a sorvegliare i ragazzi).

Anche fotografie potrebbero essere utili !!

PALESTRE

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A titolo puramente indicativo e non esaustivo si elencano

di seguito una serie di punti d’indagine che possono

rappresentare una check list al fine di rilevare problematiche

già in corso o di prossima evenienza:

→ I locali sono collaudati e provvisti del relativo Certificato

statico? (a tal fine si ricorda che il certificato statico

deve essere rifatto ogni 10 anni)

→ Esiste il certificato di prevenzione incendi?

→ Gli impianti, soprattutto l’elettrico, sono certificati?

→ Sono rilevabili eventuali manomissioni alle strutture od

agli impianti tali da rendere non congruenti i certificati in

essere?

→ Esiste un piano di manutenzione ed esso e correttamente

aggiornato e documentato?

→ Le attrezzature sportive contenute all’interno della

palestra sono in buono stato d’uso e di manutenzione?

Sono solidalmente fissate?

→ Le pareti, le pavimentazioni ed i soffitti sono in buono

stato di manutenzione o presentano problemi? Di quale genere?

→ Tutti gli ostacoli sporgenti sono adeguatamente protetti?

→ Il tracciamento delle aree di gioco e compatibile con

la presenza delle attrezzature presenti? E’ compatibile

con il livello di gioco post-scolastico?

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→ Gli utilizzatori in genere, lamentano carenze o problematiche varie?

→ I locali accessori sono opportunamente attrezzati?

Sono bene illuminati ed arieggiati?

→ I corpi illuminanti sono opportunamente ancorati, protetti,

orientati e funzionanti?

→ I serramenti sono solidi e idonei alla pratica sportiva?

→ Le porte dispongono di sensi di apertura compatibili

con il dimensionamento dei corridoi e dei locali?

913 Apr. 98 - Requisiti generali di sicurezza e metodi di prova

914 Apr. 98 - Barre parallele e combinazioni barre parallele/asimmetriche

Requisiti di funzionalità e di sicurezza, metodi di prova

915 Apr. 98 - Barre asimmetriche - Requisiti di funzionalità e di sicurezza, metodi di prova

916 Apr. 98 - Plinti per volteggio - Requisiti di funzionalità e di sicurezza, metodi di prova

12196 Mar. 99 - Cavalli e cavalline - Requisiti di funzionalità e di sicurezza, metodi di prova

12197 Mar. 99 - Barre orizzontali - Requisiti di sicurezza e metodi di prova

12346 Dic. 99 - Spalliere, scale in lattice e strutture per scalate - Requisiti di sicurezza e metodi di prova

12432 _ - Assi di equilibrio - Requisiti di funzionalità e di sicurezza, metodi

di prova

12655 _ - Anelli - Requisiti di funzionalità e di sicurezza, metodi di prova

NORME UNI: Attrezzatura da ginnastica

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1176-1 Mag. 99 - Requisiti generali di sicurezza e metodi di prova

1176-2 Giu. 99 - Requisiti aggiuntivi specifici di sicurezza e metodi di prova per le altalene

1176-3 Giu. 99 - Requisiti aggiuntivi specifici di sicurezza e metodi di prova per gli scivoli

1176-4 Giu. 99 - Requisiti aggiuntivi specifici di sicurezza e metodi di prova per le funivie

1176-5 Giu. 99 - Requisiti aggiuntivi specifici di sicurezza e metodi di prova per le giostre

1176-6 Giu. 99 - Requisiti aggiuntivi specifici di sicurezza e metodi di prova per le attrezzature oscillanti

1176-7 Mag. 99 - Guida all'installazione, ispezione, manutenzione e utilizzo

NORME UNI: Attrezzature per aree gioco

LABORATORI

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A titolo puramente indicativo e non esaustivo si elencano

di seguito una serie di ulteriori punti d’indagine specifici che possono rappresentare una check list al fine di rilevare problematiche già in corso o di prossima evenienza:

→ Idoneità impianto elettrico

→ Schede di sicurezza degli agenti chimici

→ Funzionalità e manutenzione delle cappe

→ Organizzazione e presidi per la gestione dell’emergenza (tra cui doccia o almeno lavaocchi)

→ Gestione becchi bunsen o fiamme libere

→ Gestione attrezzature

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DefinizioniDefinizioni

Si intende per dispositivo di protezione individual e, di Si intende per dispositivo di protezione individual e, di seguito denominato seguito denominato ““DPIDPI””, qualsiasi attrezzatura , qualsiasi attrezzatura destinata ad essere destinata ad essere indossata e tenutaindossata e tenuta

Non costituiscono DPI:Non costituiscono DPI:

gli gli indumenti di lavoroindumenti di lavoro ordinariordinari e le uniformi non e le uniformi non specificamente destinati a proteggere la sicurezza e la specificamente destinati a proteggere la sicurezza e la salute del lavoratore;salute del lavoratore;

Requisiti dei DPIRequisiti dei DPI

MARCATURA CEMARCATURA CE

Classificazione per categoria: Classificazione per categoria:

1^ cat. (protezione da rischi minori);1^ cat. (protezione da rischi minori);

2^ cat. (protezione da rischi di livello intermedio;2^ cat. (protezione da rischi di livello intermedio;

3^ cat. (protezione da rischi che comportano 3^ cat. (protezione da rischi che comportano

conseguenze irreversibili o mortali).conseguenze irreversibili o mortali).

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Protezione delle mani

� LA PROTEZIONE DELLE MANI

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� LA PROTEZIONE DELLE MANI

RISCHI MECCANICI

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� LA PROTEZIONE DELLE MANI

GUANTI PER SOSTANZE CHIMICHE

DEGRADAZIONE: PROCESSO DI INDEBOLIMENTO E PERDITA DELLA FORMA/CARATTERISTICHE ORIGINARIE DEL GUANTO A CAUSA DEL CONTATTO CON UNA O PIU’ SOSTANZE CHIMICHE

SCALA DI VALORI DELLA RESISTENZA ALLA DEGRADAZIONE:

OTTIMA, BUONA, DISCRETA, SCARSA, USO SCONSIGLIATO

� LA PROTEZIONE DELLE MANI

GUANTI PER SOSTANZE CHIMICHE

PERMEAZIONE: PASSAGGIO DI PARTICELLE DI SOSTANZA CHIMICA ATTRAVERSO IL MATERIALE CON CUI E’ REALIZZATO IL GUANTO (IL PASSAGGIO AVVIENE DOPO UN TEMPO T CHIAMATO TEMPO DI PERMEAZIONE)

SCALA DI VALORI DEL’INDICE DI PERMEAZIONE:

ECCELLENTE, OTTIMO, MOLTO BUONO, BUONO, DISCRETO, SCARSO, USO SCONSIGLIATO

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Protezione dei piedi

� LA PROTEZIONE DEI PIEDI

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Protezione delle vie respiratorie

Apparecchi di Protezione delle Vie Respiratorie (APVR)

� LA PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORI

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� Dm 02-05-2001 - Allegato II - UNI EN 10720

IDENTIFICAZIONE DEGLI APVR: facciale filtrante

Piccola capacità: filtri di classe 1 – FFP1

Media capacità: filtri di classe 2 – FFP2

Grande capacità: filtri di classe 3 – FFP3

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� Dm 02-05-2001 - Allegato II - UNI EN 10720

Maschera antigas e filtri

Maschera antigas a pieno facciale con filtro

1. Facciale 2. Spazio nocivo 3. Valvola di scarico4. Valvola di

inspirazione 5. Sostanza assorbente 6. Carbone attivo 7. Ovatta imbevuta di

sostanza attiva.

� Dm 02-05-2001 - Allegato II - UNI EN 10720

Per quanto attiene alla concentrazione massima i filtri sono suddivisi in tre classi, contraddistinte da un numero:

♦ classe 1per concentrazioni sino a 5 volte il TLV (o comunque per Conc. < 0.1% in volume)

♦ classe 2per concentrazioni sino a 10 volte il TLV (o comunque per Conc. < 0,5% in volume)

♦ classe 3per concentrazioni sino a 200 volte il TLV (o comunque per Conc. < 1% in volume o a quanto previsto dal manuale)

Esempio: A1P3: filtro per vapori organici in concentrazione inferiore a 5 volte il TLV e polveri in concentrazione fino a 200 volte il TLV o tossiche

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� Dm 02-05-2001 - Allegato II - UNI EN 10720

3.7. Ogni tipo di filtro è individuato per comodità anche da una banda colorata normalizzata:

•A e AX (gas e vapori organici): marrone;

•B (gas e vapori inorganici): grigio;

•E (anidride solforosa, acido cloridrico): giallo;

•K (ammoniaca): verde;

•CO (ossido di carbonio): nero;

•HG-P3 (mercurio): rosso;

•NO-P3 (fumi nitrosi, ossidi di azoto): blu;

•P (particelle, aerosoli): bianco;

•SX (composti speciali: es. dicloroetano): violetto;

•ABEK-P3 strisce recanti i colori sopra menzionati;

•A + P doppia banda marrone

Gestione dellGestione dell’’emergenzaemergenza

Sono nominati dal datore di lavoroSono nominati dal datore di lavoro

I lavoratori non possono, se non per giustificato I lavoratori non possono, se non per giustificato motivo, rifiutare la designazione motivo, rifiutare la designazione (cfr art 43 (cfr art 43 comma 3)comma 3)

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SegnaleticaSegnaleticaSegnaletica antincendioSegnaletica antincendio

SegnaleticaSegnaletica•• Segnaletica vie di esodoSegnaletica vie di esodo

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Colori distintivi delle tubazioni

I sistemi di identificazione delle tubazioni e canalizzazioni non interrate convoglianti fluidi sono dettagliatamente descritti nella norma UNI 5634-97

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Colori distintivi delle bombole

Il DM 7/1/1999 ha disposto l'applicazione della norma UNI

EN 1089-3 che prevede un sistema di identificazione delle

bombole con codici di colore delle ogive diverso da quello

un tempo usato in Italia.

Il nuovo sistema di identificazione è divenuto obbligatorio

per tutte le bombole dal 30 giugno del 2006.

La codifica dei colori riguarda solo l'ogiva delle bombole, in

generale il corpo della bombola può essere dipinto di

qualsiasi colore che non comporti il pericolo di erronee

interpretazioni.

In generale la colorazione dell'ogiva della bombola non identifica il gas ma solo il rischio principale associato al gas:

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AULA INFORMATICA

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Non dimentichiamo il rischio elettricoNon dimentichiamo il rischio elettrico• Dichiarazione di conformità

• Denuncia dell’impianto

• Verifiche periodiche nelle scuole biennali

• Interruttore differenziale (30 mA)

• Uso di prolunghe e prese multiple

• Collegamento messa a terra

• Trasformatore di isolamento

LL’’IMPEGNO VISIVO STATICO: IMPEGNO VISIVO STATICO: RAVVICINATO E PROTRATTORAVVICINATO E PROTRATTO

In questo tipo di visione, in cui gli oggetti sono distanti dagli occhi meno di un metro, i muscoli per la messa a fuoco dell’immagine e per la motilità oculare sono fortemente sollecitati:

L’IMPEGNO AUMENTA QUANTO PIÙ L’OGGETTO E’

VICINO E QUANTO PIÙ A LUNGO

E’ FISSATO NEL TEMPO

VIDEOTERMINALIVIDEOTERMINALI

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Il nostro corpo Il nostro corpo èè fatto per rimanere in posizione erettafatto per rimanere in posizione eretta

Il grafico mostra il sopraccarico in altre posizioni

Stare seduti sovraccarica la colonna

Non si riesce a mantenere la posizione per lungo tempo

Dolore Dolore lombarelombare

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E’ anche importante regolare l’inclinazione del proprio schermo nonché il contrasto e la luminanza, mantenendo il viso ad una distanza dal video compresa tra i 50 e i 70 cm. Il lato superiore dello schermo deve sempre essere al di sotto dell’asse visivo dell’utilizzatore

LA PREVENZIONE ATTIVA: IL POSTO LA PREVENZIONE ATTIVA: IL POSTO DI LAVORO A VIDEO INTEGRATO DI LAVORO A VIDEO INTEGRATO

CON LCON L’’AMBIENTEAMBIENTE

Almeno 20 cm

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Nella fig. sono evidenziati i principali standard dimensionali per unacorretta posizione.

VIDEOTERMINALIVIDEOTERMINALI

Lo schermo deve essere collocato in modo che il bordo dello stesso si trovi all’altezza degli occhi e sistemato ad una distanza di lettura non superiore ai 70 cm; la superficie dello schermo dovrebbe essere perpendicolare alla direzione dello sguardo

LL’’ERGONOMIA DEL POSTO DI ERGONOMIA DEL POSTO DI LAVOROLAVORO

VIDEOTERMINALIVIDEOTERMINALI

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VIDEOTERMINALIVIDEOTERMINALI

VIDEOTERMINALIVIDEOTERMINALI

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Riducendo la distanza dello schermo a meno di 50 cm al viso e per lunghi periodi di tempo si va incontro all’affaticamento visivo dovuto all’accomodamento del cristallino per mettere a fuoco le immagini.

LL’’ERGONOMIA DEL POSTO DI LAVOROERGONOMIA DEL POSTO DI LAVORO

VIDEOTERMINALIVIDEOTERMINALI

L’ILLUMINAZIONE

Una corretta progettazione della postazione di lavoro nell’ambiente permette di evitare fastidiosi riflessi e abbagliamenti dovuti alla luce naturale o artificiale.

LA PREVENZIONE ATTIVA: IL POSTO LA PREVENZIONE ATTIVA: IL POSTO DI LAVORO A VIDEO INTEGRATO DI LAVORO A VIDEO INTEGRATO

CON LCON L’’AMBIENTEAMBIENTE

VIDEOTERMINALIVIDEOTERMINALI

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Misure da adottare per ridurre i rischiMisure da adottare per ridurre i rischi

Sorveglianza sanitariaSorveglianza sanitaria

IdoneitIdoneitàà del posto di lavoro del posto di lavoro

Pausa di 15 minuti ogni 2 ore di uso continuativoPausa di 15 minuti ogni 2 ore di uso continuativo

Stare seduti piStare seduti piùù di tre ore consecutive comporta ldi tre ore consecutive comporta l’’insorgenza insorgenza di problemi muscolari e scheletricidi problemi muscolari e scheletrici

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Disturbi cervicaliDisturbi cervicali Compressione Compressione cassa toracicacassa toracica

Disturbi alle bracciaDisturbi alle braccia

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Variazioni di Variazioni di

postura postura

contribuiscono al contribuiscono al

rilassamento e rilassamento e

attivano le attivano le

funzioni muscolari, funzioni muscolari,

a patto che il a patto che il

cambiamento non cambiamento non

porti ad assumere porti ad assumere

posizioni scorrette.posizioni scorrette.

Esempi diEsempi di

posizioni scorrette.posizioni scorrette.

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Nelle pagine che seguono si Nelle pagine che seguono si riporta in estratto un documento riporta in estratto un documento INAIL per il REGOLAMENTO DI INAIL per il REGOLAMENTO DI LABORATORIOLABORATORIO

EE’’ pensato per laboratorio chimico ma pensato per laboratorio chimico ma può essere utilizzato anche in altre può essere utilizzato anche in altre situazionisituazioni

104

Quali sono le possibili cause di incidenti in laboratorio

1. scarsa conoscenza2. troppa sicurezza3. incoscienza 4. distrazione

Sicurezza in Laboratorio

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105

FONTI DI PERICOLO TIPO DI PERICOLO

manipolazione di reattivi chimici

avvelenamenti ed intossicazioni anche mortali, esplosioni, ustioni e ferite agli occhi, eritemi della pelle, allergie, corrosioni della strumentazione e degli indumenti,...

uso di apparecchiature in vetro esplosioni, ferite da taglio, schegge, ustioni,...

uso di apparecchiature elettriche

scosse, incendi, ustioni, stato di shock

Sicurezza in Laboratorio

106

Al fine di prevenire gli incidenti è assolutamente indispensabile che in un laboratorio chimico si operi tenendo conto di alcune fondamentali precauzioni: la maggior parte di esse sono normali norme di buonsenso, di logica e di educazione, altre risultano essere più specifiche.

Sicurezza in Laboratorio

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1. Indossare il camice: (deve essere fatto rigorosam ente di cotone in quanto in caso di incendio brucia senz a fiamma viva) rappresenta una protezione da incendi e sostanze pericolose.

2. Indossare gli occhiali di sicurezza: gli occhi sono la parte più delicata del corpo e vanno difesi con occhiali in plastica resistente agli urti che vanno indossati sempre perché eventuali lesioni possono derivare non solo quando si compiono manipolazioni pericolose ma anche come conseguenza di operazioni pericolose compiute da altre persone. Si deve prestare particolare attenzione soprattutto quando si opera con prodotti potenzialmente tossici, infiammabili, esplosivi o che possono sprigionare vapori anche solo irritanti.

Regolamento di laboratorio

108

3. Indossare guanti protettivi quando si opera con sostanze pericolose: di solito sono fatti in lattice di gomma e sono monouso. Attenzione che, soprattutto se sono bagnati, possono risultare scivolosi per cui è piùfacile perdere la presa.

4. Indossare scarpe grosse e resistenti in modo da proteggere i piedi dalla caduta accidentale di reattivi e recipienti. Non indossare i sandali senza le calze.

5. Chi porta i capelli lunghi cerchi di raccoglierli, ad esempio con un nastro, per minimizzare il pericolo di impigliarsi, o di rovinarli qualche reattivo o di farli cadere in qualche recipiente o, peggio, di bruciarli.

Regolamento di laboratorio

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109

6. Avere ben chiaro ed in forma scritta tutto lo sch ema delle operazioni da svolgere prima di iniziare qualunque esperienza: non iniziare alcun esperimento se si ha qualche dubbio in merito: programmare tutta la sequenza delle operazioni da svolgere e preparare ordinatamente ed in tempo tutta l'attrezzatura da usare.

7. Non prendere mai iniziative isolate ed alternativ e a ciò che l'esperimento prevede : qualunque modifica va discussa preliminarmente col docente.

8. Non restare mai soli in laboratorio : un incidente anche di lieve entità può diventare serio se si è soli e non si interviene con immediatezza e decisione.

Regolamento di laboratorio

110

9. Non ingombrare i passaggi né le porte né le zone in cui sono presenti i mezzi antincendio . In caso di emergenza si potrebbe verificare di dover evacuare velocemente i locali.

10. Prendere visione della posizione del quadro elet trico principale e di quelli secondari, dei mezzi antincendio, delle porte di sicurezza, delle valvol e di controllo dell'acqua e del gas: in caso di reale pericolo, se si è colti dal panico, è più difficile ragionare e trovare la loro posizione.

Farsi spiegare il funzionamento dei sistemi di sicurezza .

Regolamento di laboratorio

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11. Lavorare in ambienti sufficientemente arieggiati . Molte reazioni chimiche necessitano di reattivi o sviluppano prodotti volatili pericolosi perché tossici o irritanti; è dunque necessario lavorare in ambienti in cui tali prodotti possano diluirsi a sufficienza.

12. Avvertire sempre preventivamente l’insegnante ed i colleghi se si è allergici a certi prodotti chimici. Ad esempio talune persone manifestano allergia all’aspirina e ad i suoi precursori e derivati.

13. Se per qualunque motivo si avverte un senso di malessere, allontanarsi immediatamente dal banco di lavoro avvertendo i colleghi vicini ed il docente.

Regolamento di laboratorio

112

14. Non cercare di nascondere gli effetti di un inci dente anche se ritenuto di lieve entità. La persona che subisce un infortunio talvolta lo sottovaluta ( o lo sopravaluta) per motivi psicologici. Avvertire sempre il docente ed i colleghi vicini. Tra l’altro, il docente è obbligato per legge ad avvertire gli organi competenti in caso di incidente.

15. Avvertire sempre il docente ed i colleghi vicini se si intende iniziare un’operazione che possa comportare qualche rischio potenziale.

16. Leggere sempre con molta attenzione le etichette dei recipienti prima di usarne il contenuto. Essere assolutamente certi dell’identificazione della sostanza presente nel recipiente. Manipolare o mescolare sostanze incognite può essere estremamente pericoloso. Ogni recipiente deve portare una etichetta che identifichi inequivocabilmente il suo contenuto almeno con il nome e/o la formula e le precauzioni d'uso.

Regolamento di laboratorio

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17. Lavorare sotto la cappa aspirante indossando anc he gli occhiali di sicurezza soprattutto quando si usano sostanze pericolose, tossiche, solventi organici, acidi e/o alcali concentrati, o si seguono reazioni che sviluppano gas tossici o maleodoranti o che siano esotermiche o potenzialmente esplosive.

18. Non consumare cibi o bevande in laboratorio: il pericolo maggiore deriva dalla possibile contaminazione del cibo o della bevanda con sostanze tossiche. In secondo luogo è possibile che si verifichi la contaminazione dei reattivi col cibo.

19. Non usare i recipienti adoperati per gli esperim enti per introdurvi cibi o bevande: non è detto che essi siano perfettamente puliti, inoltre certi residui chimici possono essere assorbiti dal vetro e rilasciati lentamente dopo qualche tempo.

20. Non fumare: può essere causa di incendi dato che molti solventi organici sono infiammabili.

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21. Non assaggiare, né toccare assolutamente i reattivi con le mani né annusarli: numerose sostanze sono irritanti, caustiche, velenose, e possono anche essere assorbite dalla pelle. Gli effetti possono manifestarsi anche dopo qualche tempo.

È tassativamente vietato prelevare liquidi con pipette aspirando con la bocca: usare sempre propipette automatiche o aspiratori in gomma. Il liquido potrebbe finire in bocca, soprattutto se nella pipetta si formano bolle d'aria, con conseguenze potenzialmente drammatiche.

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22. Lavarsi frequentemente ed accuratamente le mani: spesso inavvertitamente, nonostante le precauzioni, si tocca qualche residuo che poi potrebbe venire a contatto con la bocca o gli occhi dando irritazioni o peggio.

23. Tenere pulito ed in ordine il proprio banco di lavoro: lasciare sul banco solo l'attrezzatura indispensabile per lo svolgimento dell'esperienza in corso. Alla fine dell'esperienza riporre l'attrezzatura usata dopo averla pulita. Accertarsi di aver chiuso il rubinetto dell'acqua e del gas, se sono stati usati.

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25. Usare con attenzione la vetreria :

• si possono prendere forti scottature perché la vetreria calda non èvisivamente distinguibile da quella fredda;

• il vetro può facilmente rompersi in frammenti molto taglienti.

• Se la vetreria è calda, prenderla con le apposite pinze o con dei guanti sufficientemente grossi o con uno straccio o con un pezzo di carta opportunamente sagomato. Riscaldare e far raffreddare lentamente la vetreria che altrimenti potrebbe rompersi.

• I frammenti di vetro sono molto taglienti: per raccoglierli usare le stesse precauzioni adoperate per maneggiare la vetreria calda.

• Se un'apparecchiatura è danneggiata non adoperarla assolutamente ma buttarla nell'apposito contenitore per la raccolta della vetreria rotta.

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26. Quando si prepara una soluzione diluita di un ac ido o di un idrossido, partendo da acidi o idrossidi concentrati, aggiungere questi all'acqua lentamente ed agitando in continuazione e mai il contrario : prestare attenzione soprattutto quando si ha a che fare con H2SO4 concentrato o con NaOH o KOH solidi: quando questi composti vengono mescolati con H2O si sviluppa una grande quantità di calore ed in conseguenza di ciò la soluzione si riscalda molto velocemente (reazione esotermica).

Attenzione : la soluzione può raggiungere il punto di ebollizione quasi istantaneamente e mettersi a schizzare pericolosamente.

Diluizioni di acidi e basi

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27. Non scaldare su fiamma libera liquidi infiammabi li (esempio solventi organici): i loro gas potrebbero incendiarsi. Adoperare i mantelli riscaldanti elettrici.

28. Non rivolgere l'apertura dei recipienti verso al tre persone perchéil liquido potrebbe schizzare.

29. Non indagare su eventuali perdite di gas usando una fiamma : se c'è una effettiva perdita si può generare un incendi o: usare le apposite soluzioni saponose.

30. Prestare attenzione alle apparecchiature sotto te nsione elettrica: non toccare le strumentazioni elettriche con le mani bagnate, assicurarsi che non ci siano fili scoperti sotto tensione. In caso di potenziale pericolo staccare la corrente operando dal quadro elettrico generale la cui collocazione deve essere nota a tutti i frequentatori del laboratorio.

31. Non tenere in tasca oggetti appuntiti o taglient i come forbici, coltelli o tubi di vetro: in caso di urto o caduta possono diventare pericolosi.

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32. Rimanere al proprio posto e muoversi solo lo stretto indispensabile. Ciò vale soprattutto se è in corso una reazione chimica e se si sta riscaldando qualcosa. Non girare tra i banchi e non toccare la strumentazione che non si conosce: oltre ad esser pericoloso e dannoso per se e per gli altri, tale fatto può causare inconvenienti agli altri frequentatori del laboratorio.

33. Lavorare su quantità limitate di sostanze per limitare i pericoli in caso di incidente.

34. Non appoggiare mai recipienti, bottiglie o appar ecchiature vicino al bordo del tavolo: quando meno uno se lo aspetta tendono a cadere giù.

35. Afferrare saldamente e con tutte le precauzioni del caso i recipienti contenenti i reattivi quando devono essere mossi da un posto ad un altro. Non tenerli distrattamente ma sostenere i recipienti mettendo una mano sul loro fondo. Non afferrare le bottiglie per il tappo.

36. Tenere le apparecchiature elettriche lontane dal l'acqua: in caso di contatto della parti sotto tensione con acqua si può prendere la scossa.

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