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ISTITUTO COMPRENSIVO “Enrico MEDI” Via D. Alighieri, 2 – PORTO RECANATI MC Progetto Cultura – Festa dell’Albero 2019 Il salice sorridente Raccolta di testi

Progetto Cultura Festa dell’Albero 2019 Il salice sorridente · Progetto Cultura – Festa dell’Albero 2019 ... ninfa, sotto forma di albero, bloccata dalle sue radici piantate

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ISTITUTO COMPRENSIVO “Enrico MEDI” Via D. Alighieri, 2 – PORTO RECANATI MC

Progetto Cultura – Festa dell’Albero 2019

Il salice sorridente

Raccolta di testi

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ISTITUTO COMPRENSIVO “Enrico MEDI” Via D. Alighieri, 2 – PORTO RECANATI MC

Dedicato a tutti gli alberi del pianeta terra.

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IL SALICE SORRIDENTE

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Il mito classico del Salice L’ albero del salice, che rappresenta il pianto e il dolore, è legato al mito di Fetonte, il figlio del dio Apollo il quale precipitò dal cielo mentre guidava il carro del sole affidatogli dal padre e cadde nel fiume Po.

Le sorelle piansero tanto per la sua morte che si trasformarono in salici piangenti.

Secondo la scienza Il salice piangente (Salix babylonica L.) è uno dei salici maggiormente utilizzati per scopo ornamentale. E’ un albero deciduo che raggiunge normalmente l'altezza di 10–15 m (può arrivare a 25), i rami sono penduli e sottili, caratteristica esaltata nelle varietà ornamentali.

L'albero assume così un portamento particolare, riverso il basso.

Le foglie sono disposte a spirale, di colore verde chiaro, strette e lunghe (0,5-2 cm x 4–16 cm), appuntite, con margini finemente seghettati. In autunno, prima di cadere, diventano giallo dorato.

In Egitto, in un'epoca in cui antibiotici e vaccini erano ancora lontanissimi e una febbre troppo alta poteva portare alla morte, qualcuno si accorse che riducendo in poltiglia le foglie di un albero, il Salix Alba, comunemente noto come Salice Bianco o Salice Piangente, era possibile abbassare la febbre e curare i gonfiori.

Più tardi anche il medico greco Ippocrate si accorse che le foglie del Salice avevano proprietà analgesiche e antipiretiche e le raccomandò alle donne per alleviare i dolori del parto.

Nel Medioevo, i decotti di foglie di Salice erano usati per abbassare la febbre. Il merito va tutto ad una molecola importantissima, fra le più famose e importanti nella storia dell'uomo: la Salicina.

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IL SALICE SORRIDENTE

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I nostri miti C’era una volta un salice. Esso era l’albero più alto e bello di tutti, con la sua chioma folta ed i suoi rami tesi verso il cielo. Tuttavia, proprio a causa della sua bellezza, scatenò l’ira della Dea della terra Demetra, che, invidiosa del salice, avrebbe voluto che gli alberi più belli fossero quelli piantati da lei sulla sua stessa terra.

La dea strinse un patto con dei bambini, promettendo loro ricchi doni se avessero deturpato il tronco e la chioma del salice. I bambini iniziarono così ad intagliare la sua corteccia e a gettare rifiuti sulle sue fronde.

Il salice, per difendersi da quelle angherie, mutò la propria forma: cominciò ad incurvarsi verso il basso, le foglie bellissime che prima sfioravano il cielo ora quasi toccavano il terreno e parevano inginocchiarsi di fronte alla dea della terra. Le sue fronde ora apparivano tristi e tutti iniziarono a pensare che quell’albero fosse malato, o addirittura maledetto. Alla prima pioggia le gocce scendevano lungo i suoi rami e cadevano a terra come fossero lacrime. Da quel momento in poi il salice, rimasto solo, venne chiamato da tutti “Salice piangente”.

Molto tempo dopo, in una mattina di inverno, un pettirosso con un gran mal di testa si poggiò sulle sue foglie attratto da quella strana forma e, bevendo con il becco una gocciolina di rugiada impregnata della sua linfa, si accorse all’improvviso che il suo dolore alla testa era passato.

Volò verso il paese e con un passaparola raccontò a tutti quanto era accaduto.

Degli speziali vollero verificare se quanto raccontato dall’uccellino fosse vero e scoprirono che le foglie del salice piangente contenevano una potente cura contro il mal di testa: il salice non era maledetto, era miracoloso!

Da quella scoperta in poi tutti celebrarono l’albero e, ancora oggi, tanti decidono di piantare il salice nel proprio giardino. Esso decise, però, di mantenere il nome di “Salice piangente”, perché la sua fortuna era partita proprio da quel nome.

Gli alunni della classe 1C

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IL SALICE SORRIDENTE

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Un tempo gli uomini curavano molto gli alberi, specialmente il salice, che aveva una forma molto particolare: sembrava un intreccio di foglie molto artistico e per la sua maestosità gli uomini lo veneravano.

Ma con l'invenzione delle fabbriche l'inquinamento aumentò e gli uomini cominciarono ad ignorare gli alberi per lavorare nelle fabbriche. Il salice, che non riceveva più le cure necessarie per mantenersi in salute cominciò a stare male. I rifiuti tossici e il fumo delle fabbriche peggiorarono le cose ed il salice cominciò a far sciogliere il suo intreccio e le foglie caddero verso il basso penzolanti.

Quando l'uomo cominciò ad accorgersi che stava danneggiando l'ambiente, ridusse i rifiuti e cominciò a curarsi di nuovo degli alberi, ma per il salice era troppo tardi, quindi tutti iniziarono a chiamarlo come noi lo conosciamo: “Salice piangente”.

Pietro, Maia, Rebecca, Giovanni, Muhammad

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IL SALICE SORRIDENTE

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Molto tempo fa, quando la terra non era abitata da nessuno tranne che dagli alberi, tutti erano felici perché la natura prosperava. Un giorno dalle acque si originarono i pesci, un altro giorno dalle nuvole nacquero gli uccelli e dall'erba e dalle radici degli alberi gli insetti, infine dall'unione delle carcasse degli insetti nacquero i predatori e le prede.

Il mondo cominciò a popolarsi di persone che, per sopravvivere, distruggevano e tagliavano gli alberi. Gli unici alberi ad essere rimasti furono i salici ridenti.

Un giorno gli umani inventarono la plastica e con maleducazione alcuni buttavano bottiglie alle radici degli alberi. I salici, allora, per prendersi cura della natura, si chinarono cercando di raccogliere lo sporco con le foglie. Fu tutto inutile e i salici rimasero bloccati con le foglie all'ingiù, assumendo una forma piena di tristezza.

Da qui il nome Salice piangente.

Mattia, Aurora, Marco, Rakib

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IL SALICE SORRIDENTE

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C'era una volta un albero di nome Salice con le foglie all'insù: sulle radici c'erano molti animali, tra cui amici.

Un giorno l'albero si addormentò; quando si svegliò vide che sotto di lui, cioè per terra, c'era il petrolio. Gli animali, avendo saputo che sotto di loro c'era il petrolio, scapparono via da lui lasciandolo solo. L'albero abbassò la sua bellissima chioma osservando il petrolio che lo aveva rovinato e fu molto triste.

Da allora fu chiamato “Salice piangente”.

Diletta, Serena, Andrea, Maher, Eman

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IL SALICE SORRIDENTE

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C'era una volta un contadino che possedeva un grande giardino. Il contadino piantò un albero che, all'epoca, era l'albero più bello. Quando il contadino morì, l'albero non fu più curato, perciò divenne un albero malmesso, tutte le persone che lo vedevano lo credevano morto e cominciarono ad inquinarlo.

Quell'albero si sentì talmente male che si mise a piangere e, da quel momento, le foglie presero le sembianze delle sue lacrime, così venne chiamato “Salice piangente”.

Mario, Luca, Valentina, Robert

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IL SALICE SORRIDENTE

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C'era una volta una ninfa che passeggiava tranquilla sulla spiaggia. Ad un certo punto vide la sua amica ninfa con un uomo. In principio era felice per lei, poi si accorse che l'uomo era suo marito. Quando il marito si allontanò, lei si avvicinò alla sua amica e la accusò di tradimento. L'amica non smetteva più di piangere.

La ninfa si arrabbiò più che mai e con una maledizione trasformò la sua amica in un albero, costretto a rimanere in quel luogo per l'eternità.

Per questo motivo l'albero si chiama “Salice piangente” e la chioma è rivolta verso il basso per la tristezza e la vergogna.

Diletta, Serena, Andrea, Maher, Eman

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IL SALICE SORRIDENTE

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Un tempo c'era un bosco pieno di alberi tutti uguali, solo un albero era diverso fra loro, era il più bello, il più simpatico e tutti lo amavano.

Ma un giorno vennero dei ragazzini che cominciarono a buttare la spazzatura tra i suoi rami e ad incidere con dei bastoni la sua corteccia. La stessa notte cominciò a piovere e gli alberi si svegliarono. Videro l'albero che aveva perso la sua bellezza e stava piangendo.

Il giorno dopo smise di piovere, ma il povero albero pianse per tutta la sua vita. Da qui gli fu dato il nome “Salice piangente”.

Jannet, Chiara, Sara, Vanessa

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IL SALICE SORRIDENTE

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Nell'antichità, sul monte Olimpo, venne dato l'ordine di non mangiare i sacri semi messi sull'altare come omaggio ad un albero bellissimo e fiorito. Una ninfa, che passava per caso, vide quei semi e, avvicinandosi per la curiosità, era sul punto di toccarli, quando arrivò Zeus, che le disse di non mangiare quei semi e che sarebbe stata punita se lo avesse fatto. La ninfa, allora, tornò indietro e scese dall'Olimpo. Il giorno dopo la ninfa tornò in quel posto e, assicurandosi che nessuno la stesse guardando, toccò i semi.

Quando andò a fare una passeggiata per il giardino vide il suo grande amore che stava fermo ad ammirare il panorama e, mentre lei si avvicinava, si trasformò piano piano in un albero. Nei giorni a venire la ninfa, sotto forma di albero, bloccata dalle sue radici piantate a terra, vide il suo amore con un'altra ninfa e dal dispiacere si mise a piangere senza più smettere.

Così da quel giorno prese il nome di “Salice piangente”.

Christian, Amir, Zoe, Daniel

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IL SALICE SORRIDENTE

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Tanto tempo fa, in un bosco magico lontano, abitavano tanti alberi, ma c'era un albero in particolare, il salice, che era il più bello di tutti e su di esso vivevano tanti animali, folletti e fate; tutti si divertivano e giocavano sempre.

Un giorno dei bambini scoprirono questo bosco e appena videro l'albero ci si fiondarono per andare a fare merenda, buttando le cartacce delle loro merendine ai piedi del salice. L'albero, allora, piegò in avanti le sue foglie per raccogliere le cartacce, senza riuscirci. Continuò a provarci per anni ed anni, senza risultato.

Tutti i suoi abitanti, a causa della sua nuova forma, se ne andarono ed esso rimase da solo, allora si mise a piangere e prese definitivamente quella forma scendente ed il nome “Salice piangente”.

Aurora, Mattia

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IL SALICE SORRIDENTE

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A noi ragazzi, però, piace pensare a qualcosa di più sereno,

qualcosa che sia anche un messaggio positivo per impegnarci nei

confronti dell'ambiente e, allora, con la nostra fantasia, i salici

diventano sorridenti…

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IL SALICE SORRIDENTE

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C'era una volta un salice molto sorridente e vanitoso, perché aveva una chioma molto bella. Si vantava tantissimo e più si vantava meno amici aveva. Al salice non importava però degli amici, ma solo della sua bellezza.

Un giorno il salice vanitoso si accorse che, poiché era solo, non poteva vantarsi con nessuno, così disse:

– Pensando alla mia bellezza mi sono rovinato: non ho più gli amici!

– Allora la sua maestosa chioma si abbassò. Essendo molto triste incominciò a piangere.

Un bambino, sentendo le sue lamentele, giocò con lui per giorni.

Da allora il salice scoprì il valore dell'amicizia e smise di essere vanitoso.

I sui folti rami si innalzarono verso il cielo.

Ora l'albero è stupendo fuori e sereno dentro.

Serena

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IL SALICE SORRIDENTE

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Il salice piangente viveva in un bellissimo parco dove tanti bambini andavano a giocare felici, ma non si preoccupavano per niente di lui. Tutti i giorni gli allegri bambini correvano per il parco e facevano merenda, ma le bottigliette di plastica, le carte dei succhi di frutta e le bucce di banana, con molte altre cose, venivano buttate a terra, vicino alle radici degli alberi. Il povero salice piangente era molto triste per questa cosa: le sue radici erano affaticate e non riuscivano più a trovare il nutrimento.

Un giorno, il salice piangente, molto deluso dai bambini che tanto amava, si stupì: un bambino a differenza di tutti gli altri, aveva imparato a portare rispetto verso la natura. Non gettava più a terra le cartacce, ma le differenziava come tutte le altre cose. Quando il bambino arrivò sotto la sua chioma a pulirlo, il salice piangente cominciò pian piano ad essere sempre più luminoso e rigoglioso.

Così da quel giorno il salice non era più piangente, ma ridente e tutti i bambini cominciarono a mantenere pulito il parco.

Diletta

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IL SALICE SORRIDENTE

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Abbiamo scelto un albero e abbiamo scritto miti/leggende su come poteva

essere nato il suo nome.

Il salice piangente ci è piaciuto perché ha una forma splendida e la nostra

fantasia si è messa subito in movimento.

Volevamo, però, dire anche qualcosa di importante su quello che riguarda

la tutela dell'ambiente in cui viviamo.

Allora la nostra mente ci ha portato a pensare che noi ragazzi possiamo

avere un ruolo davvero importante per combattere l'inquinamento, così

da poter vivere bene in mezzo ad alberi verdi, rigogliosi, in un ambiente

pulito che ci ospiti dignitosamente.

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IL SALICE SORRIDENTE

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Raccolta di testi realizzati dalla Classe 1° C della Scuola Secondaria di Primo Grado.

Illustrazioni a cura della Scuola dell’Infanzia e delle Classi IVA e IV B della Scuola Primaria

Progetto Cultura – Festa dell’Albero 2019