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CLASSE VI - PROJECT WORK GRUPPO 4
Nati quasi per gioco, Fa-
cebook e Twitter sono di-
ventati in pochi anni il mo-
tore di un nuovo mondo
dominato dalla velocità e
dalla costante evoluzione,
in cui “esserci” è fonda-
mentale. I due social net-
work hanno dato origine a
nuove forme di comunica-
zione che hanno modificato
il linguaggio di tutti i gior-
ni, creando un nuovo model-
lo di business e nuove dina-
miche di relazione tra le sin-
gole persone e le aziende.
Dalla loro nascita fino
all’arrivo in Borsa, hanno
letteralmente invaso il mon-
do, ponendosi al centro del
mirino di studiosi e competi-
tors, che cercano di com-
prendere e anticipare le
mosse dei due colossi ame-
ricani.
Twitter e Facebook, gli eroi per caso
In principio fu Facebook. La
piattaforma di cui oggi nes-
suno può fare a meno,
all’inizio nasce per una
schiera di pochi eletti. Stu-
denti universitari mossi dalla
curiosità e dalla voglia di fa-
re quello che tutti i ragazzi
fanno: commentare la foto di
un compagno, votare il più
bello o il più brutto. Cose
sempre esistite, che di colpo
arrivano in Rete grazie
all’intuizione di Mark Zuc-
kerberg, studente di Harvard
che nel 2004 lancia la rivolu-
zione Facebook rubando le
foto dagli annuari degli isti-
tuti e mettendo in contatto in
un ambiente nuovo i profili
delle persone che già si co-
noscono. Del resto, Zucker-
berg lo ha sempre detto:
“Non si crea una comunità,
le comunità esistono già e
fanno ciò che vogliono”. In
pochi anni “essere o non es-
sere” sulla piattaforma di-
venta una delle caratteristi-
che di ogni conoscenza, an-
che nella vita reale. Da sem-
plice sito universitario, con
milioni di iscritti Facebook
nel 2012 taglia il traguardo
della Borsa. L’anno dopo lo
segue Twitter, il sito di mi-
croblogging nato nel 2006 da
Jack Dorsey, Evan Wil-
liams e Biz Stone, che cer-
cavano un modo per comuni-
care in istantanea con i loro
amici aggirando gli sms. An-
cora una volta, è la gente a
decretarne il successo.
Comincia così l’era dei so-
cial network. Il vero cam-
biamento in questi anni però
è stato nella vita delle perso-
ne. La rivoluzione comincia-
ta nel 2008 con la diffusione
di Facebook prima e di Twit-
ter poi, è scoppiata con
l’arrivo degli smartphone e
dei tablet, che grazie alle
nuove applicazioni, consen-
tono di essere sempre “colle-
gati” potenzialmente con tut-
to il mondo e permettono a
persone e ad aziende di co-
municare in ogni momento
con tutti, cambiando radi-
calmente le prospettive rela-
zionali e quelle di marketing.
Le aziende hanno fin
dall’inizio fiutato
l’importanza
dell’innovazione e delle po-
tenzialità dei nuovi social
network, e altrettanto hanno
fatto Facebook e Twitter,
che dopo la prima fase ama-
toriale, hanno presto trovato
la strada per i soldi. Oggi en-
trambi i siti fanno profitti
grazie alle pubblicità onli-
ne, annunci a pagamento che
compaiono agli utenti nelle
schermate di pc, tablet o
smartphone.
Le campagne pubblicitarie
su Facebook riguardano es-
senzialmente le fanpage dei
Da joke a job, la pubblicità motore dei social
brand e sono progettate per
aiutare gli inserzionisti a mo-
strare gli annunci alle perso-
ne che realmente potrebbero
essere interessate. Twitter
pubblica inserzioni sotto
forma di tweet sponsorizzati
e fornisce diversi tipi di ser-
vizio propagandistico a se-
conda delle esigenze del
cliente.
Rispetto a Facebook però,
deve ancora fare molta stra-
da: la versione per aziende
non è ancora aperta alle im-
prese di tutto il pianeta (an-
che se è possibile fare adver-
tising sul proprio canale
Twitter). Facebook per
aziende invece è già sbarca-
to in tutto il mondo, offren-
do uno strumento unico che
raccoglie informazioni in
tutte le lingue relative al
marketing sul social net-
work.
I due siti nel frattempo han-
no studiato nuovi modi per
fare advertising: Facebook
ha puntato sulla pubblicità
attraverso spot video di 15
secondi che partono in au-
tomatico, mentre Twitter ha
previsto solo per gli adverti-
ser la possibilità di pro-
grammare i tweet anche fino
a un anno.
2
Nuovi
modi per
fare
adverti-
sing
Il futuro della pubblicità
sembrano però essere i pro-
moter trends, l'acquisto di
hashtag ad hoc, cliccando i
quali l'utente accede alle pa-
gine che le aziende desidera-
no promuovere. La domanda
sembra in continua crescita e
i numeri sempre più strabi-
lianti. Basti pensare che se-
condo la Cnbc a fine 2013 la
piattaforma di microblog-
ging in soli 179 giorni ha
venduto ben 119 promoter
trends, guadagnando 23,8
milioni di dollari. Quello che
è certo è che le pubblicità sui
social network continuano a
vendere. Nel secondo trime-
stre del 2013 Facebook ha
registrato il 700% di profitti,
divenendo il secondo “best
seller” di spazi pubblicitari
degli Usa e superando addi-
rittura Yahoo, fino a toccare
un record storico a inizio
2014.
3
4
Come far soldi tra pollici in su e uccellini blu Lo sviluppo di Facebook e
Twitter ha creato anche per le
aziende nuove opportunità di
guadagno e la possibilità di
espandersi e promuovere il
proprio marchio in altri mer-
cati. I social network hanno
fatto diventare lo scambio
diretto con il pubblico, che
non era mai avvenuto ai tem-
pi del web 1.0, un carattere
distintivo, un indispensabile
indice di qualità e affidabilità
che i clienti ricercano sempre
più assiduamente.
La necessità di esserci e di
comunicare in modo veloce
ed efficace con il proprio
cliente è così radicata nella
cultura odierna, che
un’azienda viene ritenuta ad-
dirittura sospetta se non ha un
luogo di interazione diretta
con i propri fruitori. Questo
perché con l’ingresso su
Twitter e Facebook l’azienda
non è più un’entità astratta,
ma si identifica in un “profi-
lo”, una figura precisa che
interagisce, risponde alle
domande, trova soluzione ai
problemi, con l’obiettivo di
trovare empatia con i propri
utenti e potenziali clienti. Le
due piattaforme hanno molto
in comune, come profili
aziendali, loghi, aggiorna-
menti di stato, l’uso degli ha-
shtag per la classificazione
degli argomenti, ma offrono
strumenti molto diversi fra
loro alle imprese che vi inve-
stono per completare o avvia-
re una proficua campagna di
marketing.
Per consentire alle aziende di
condividere contenuti più
ampi dei classici 140 caratteri
con link e foto allegata, il sito
di microblogging ha ideato
Twitter Card, un vero e
proprio rich snippet con tanto
di anteprima dell’azienda o
dell’articolo condiviso.
Dall’altra parte, Facebook
mette a disposizione un vero
e proprio luogo di aggrega-
zione, una vetrina altamente
interattiva.
Empatia
con i
clienti
5
Dai profitti agli accessi, due realtà in crescita Più che la soddisfazione di
utenti e aziende, sono i numeri
a confermare la crescita dei
due giganti della Rete. Con 1
miliardo e 155 milioni di
iscritti, Facebook nell’ultimo
trimestre del 2013 ha registra-
to profitti oltre le attese, con
un aumento dei ricavi del 63%
rispetto all'anno precedente,
pari a 2,59 miliardi di dollari.
Nell’ultimo anno il social
network ha raddoppiato il suo
utile netto, passando da 523
milioni di dollari a 1,13 mi-
liardi, e la pubblicità è cre-
sciuta del 76%.
Dopo l’andamento altalenante
con l’ingresso in Borsa, lo
scorso dicembre Zuckerberg
ha venduto 3,85 miliardi di
azioni, dopo che il valore di
6
quarto trimestre del 2013.
Sebbene i ricavi siano aumen-
tati del 116%, la società ha
aggiunto solo 9 milioni di
utenti nei tre mesi finali dello
scorso anno. Secondo il rap-
porto, Twitter ha registrato un
fatturato di 242.7 milioni di
dollari, più del doppio dei 112
milioni di dollari nello stesso
periodo dell’anno precedente,
con una perdita netta di 511
milioni di dollari rispetto ai 9
milioni di dollari del 2012. Il
sito è in forte crescita, ma per
raggiungere i livelli di Fa-
cebook ci vorrà ancora qual-
che anno. Del resto, le diffe-
renze tra i due social network
sono ancora prominenti, a par-
tire dal tipo di utilizzo. Nel
2013 Twitter contava 230 mi-
lioni di utenti attivi, anche se
secondo fonti ufficiali solo la
metà, una volta collegata,
twitta, a differenza di Fa-
cebook, che ha una percentua-
le di utenti attivi pari al 61%.
queste ultime era quasi rad-
doppiato nel 2013, confer-
mando il suo record di succes-
so anche a Wall Street. Per
raggiungere veri e propri pro-
fitti invece, secondo gli anali-
sti, Twitter dovrà aspettare
il 2015 e il 2016. Dopo la quo-
tazione in Borsa, il 5 febbraio
2014 la piattaforma ha pubbli-
cato i suoi primi risultati come
società pubblica, mostrando
una perdita netta di 511 mi-
lioni dollari nel
Una sfida senza combattimento
È proprio nella differente
modalità di comunicazione e
relazione e relazione che si
può tracciare la prima so-
stanziale linea tra gli utenti
che interagiscono su Fa-
cebook e quelli che cinguet-
tano su Twitter. Nel social
network del pollicione il le-
game è biunivoco. Sia che si
tratti di un profilo personale
che di una pagina aziendale,
entrambi gli utenti hanno un
ruolo attivo nel creare un le-
game. Su Twitter, al contra-
rio, il rapporto è unidirezio-
nale: seguire non implica es-
sere seguiti.
La condivisione su Facebook
inoltre, anche a causa delle
limitazioni sulla visibilità dei
profili e delle pagine, è un'o-
perazione controllata e spes-
so con una risonanza limitata
nel breve tempo. Al contra-
rio, se un tweet viene ritwit-
tato, i 140 caratteri possono
fare il giro del mondo. Twit-
ter è legato al presente,
all’istante all’ennesima po-
tenza che lo rende un net-
work immediato, informale,
adatto al passaparola, ma
meno alle discussioni. Fa-
cebook invece si basa
sull’idea del diario, della
timeline, del tempo che scor-
re. Ed è su questo che le
aziende basano il proprio
brand emozionale, facendo
crescere l'hype post dopo
post, oppure alimentando il
legame con la community,
coinvolgendola con le pro-
prie storie. Rispetto a Twitter
però, Facebook si muove a
passo di lumaca, le discus-
sioni possono dilatarsi nel
tempo e una mossa falsa può
costare a un'azienda o a un
personaggio una pericolosa
perdita del controllo dei pro-
pri contenuti.
Anche
Twitter è
quotato
in Borsa
Il futuro tra apocalittici e attese messianiche
7
In quanto social media che,
come numero di adepti, se la
gioca alla pari con le religio-
ni più diffuse, per gli apoca-
littici Facebook è naturale
oggetto di prefigurazioni di
crolli e distruzioni di dimen-
sioni bibliche. Uno studio
dell’Università di Princeton
prevede un’aspettativa di
vita di poco più di tre anni.
Ottanta per cento di utenti in
meno e goodbye FB. Più
giovane e con un’aurea meno
“imperiale”, Twitter sembra
al riparo da profezie catastro-
fiche. Che non è una conso-
lazione, se poi devi fare i
conti con molto pragmatici
Tra i punti di forza di Fa-
cebook c’è la sua diffusione
di massa tra persone di di-
versa età ed estrazione socio-
culturale. La comunità si
espande attraverso la psico-
logia del “mi piace”, che
rende il social network anco-
ra inattaccabile: nella società
dell'autocelebrazione niente
sembra superare il potere del
pollice all'insù. Twitter dal
canto suo si difende bene, ma
la dinamica del one-to-many
è ancora incompresa da mol-
ti, visto che il 96 per cento
degli utenti ha meno di 1000
follower.
nuovi media per nuovi utenti:
WeChat, SnapChat e Wha-
tsApp.
Alla fine, restano i numeri e
le proiezioni degli studi eco-
nomici. E le scelte dei due
social media che fanno intra-
vedere le strategie per
l’immediato futuro. Fa-
cebook perde utenti giova-
ni: nel 2014 quelli nella fa-
scia dai 13 ai 24 anni sono
6,7 milioni in meno rispetto
al 2011. Pochi, se conside-
riamo l’aumento di oltre 40
milioni nelle altre fasce
d’età.
Chi darà
nuovi
linguaggi
ai Social
Media? analisti di Borsa che ti di-
cono che sei un soggetto
molto interessante, ma dal-
la crescita un po’ anemica,
come rivelano i dati recen-
ti.
Riguardo le attese messia-
niche (chi arriverà poi a da-
re nuove forme e linguaggi
al social media?), c’è chi
vede in Google+ l’uno che
costituirà il tutto. E chi
punta su piccoli e agili
terconnessi tra loro. E le reti
di oggetti si intersecheranno
con le reti di persone.
L’incontro tra big data e so-
cial data richiederà nuovi
strumenti per prevedere e in-
terpretare comportamenti e
tendenze. La diffusione della
mEducation, con la possibi-
lità per tutti di accedere a
contenuti educativi di qual-
siasi tipo, cambierà radical-
mente il sistema della forma-
Ma se proiettiamo lo sguar-
do un po’ più in là, con cosa
faranno i conti le persone, i
social e il mercato? Questi
alcuni possibili scenari. Lo
sviluppo esponenziale del
mobile internet innanzitut-
to, prevedibile ma meno
scontato per quanto attiene
le ricadute nella vita quoti-
diana. L’internet of things:
entro il 2020 più di 30 mi-
liardi di oggetti saranno in-
zione. La crescita del coin-
volgimento diretto delle per-
sone in progetti e innovazio-
ne attraverso crowdfunding
e crowdsourcing porterà a
cambiamenti di ruolo, da
consumatori a partner.
Il futuro vero di tutti i social
media dipenderà dalla capa-
cità di essere protagonisti di
questi nuovi scenari.
Altre visioni
8
Il sito di Zuckerberg punta a
consolidare le proprie strate-
gie con Paper, una nuova
app uscita negli Usa che
permette di organizzare i
contenuti in base al proprio
stile. Il Twitter che sarà ci
porta invece verso l’e-
commerce (Twitter Com-
merce) e la profilazione de-
gli utenti per ottimizzare le
inserzioni pubblicitarie.