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Quaderno di Stamattina ho messo le tue scarpe

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Un lavoro grafico, un lavoro sulle parole, la storia illustrata di Yuri: un quaderno che raccoglie e rielabora visivamente tanti degli spunti della campagna di comunicazione per l'evento Stamattina ho messo le tue scarpe. Uno strumento consegnato ai partecipanti dell'evento.

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Questo è un quaderno

Serve per scriverci dentro quello che ti pare,

puoi usarlo domani per la lista della spesa,

tra un mese per un appunto,

ritrovarlo fra tre anni dentro qualche scatolone,

può servirti per appuntare il numero di una persona conosciuta oggi,

una domanda venuta in mente,

delle cose che non avevi ancora pensato,

tutte le parole per fissare o ricordare o conoscere meglio,

soprattutto più tardi quando ne parleremo tutti insieme.

Questo quaderno è una parte di Stamattina ho messo le tue scarpe,

la parte che fai tu,

che è quella che a noi interessa.

E poi,

oggi possiamo confrontarci perché siamo tutti qua,

ma quando da domani non saremo più insieme,

puoi usare questo quaderno per segnarti altri racconti

e storie

che puoi iniziare a raccogliere tu.

Il percorso continua,

sul nostro sito

homessoletuescarpe.it

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i soldi matti sono soldi che non valgono

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atteggiamenti strani

Page 15: Quaderno di Stamattina ho messo le tue scarpe

euforici

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atteggiamenti sconvenienti

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mancata consonanza con l'ambiente circostante

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la matta è la carta da gioco

a cui si può dare qualsiasi valore

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che non rispetta le giuste proporzioni

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insensato

Page 23: Quaderno di Stamattina ho messo le tue scarpe

incredibile

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che ha perso la ragione

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allora può votare?

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allora può sposarsi?

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allora può avere figli?

allora può guidare un camion?

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allora può vivere in una casa da solo?

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e giocare?

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Nome: YuriNato il: 28 luglio 1972Peso: 72 kgSegni particolari: nessun segno particolare

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Penso che qualcosa non va.

Deliri:- auditivi- olfattivi- visivi

Matematica

Pensieri che mi invadono di continuo

Scacchi

Mangiare, tutto

Ci sono delle persone del mio passato che tornano, sempre,come in un film che non finisce mai

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NEL PERIODODELL’ADOLESCENZA I

PROBLEMI SI FECERO PIÙ EVIDENTI.

GLI PSICOLOGI MI DICEVANO CHE QUELLO ERA IL

CARATTERE DI MIO FIGLIO, CHE NON MI

DOVEVO PREOCCUPARE,

PERCHÈ INTELLETTUALMENTE

NON GLI MANCAVA NULLA.

UN BAMBINO APPARENTEMENTE

SANO E PERFETTO.

A VOLTE MI PREOCCUPAVA IL FATTO CHE NON RIUSCIVA A SOCIALIZZARE CON GLI ALTRI BAMBINI COME LUI, GLI PIACEVA STARE SOLO, GIOCARE CON LE COSTRUZIONI, ASCOLTARE STORIE E GUARDARE LA TV.

LA MALATTIA SI PRESENTÒ CON TUTTA LA SUA FURIA NEGLI ANNI PIÙ BELLI DELLA VITA DI MIO FIGLIO.UNO PSICHIATRA MI DISSE: SIGNORA SUO FIGLIO NON SARÀ MAI COME LEI LO

DESIDERA.

DSM: Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi MentaliIl DSM è il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali e contiene la classificazione standard dei disturbi mentali utilizzata dai professionisti della salute mentale negli Stati Uniti e pubblicato a cura dell'APA, Associazione degli Psichiatri Americani.Il manuale trova applicazione in una vasta gamma di contesti e viene usato da clinici e ricercatori di molti orientamenti diversi. È considerato inoltre uno strumento necessario per la raccolta e la comunicazione accurata dei casi trattati nella sanità pubblica. È un codice che permette la codifica universale dei disturbi mentali in tutto il mondo.Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali è giunto oggi alla quarta edizione aggiornata DSM-IV-TR , è atteso per il 2013 il DSM V.Il DSM è stato, ed è, anche al centro di numerose critiche perché decide in modo scientifico se le persone soffrono di un disagio psichico o meno. Molti sostengono che con l'uscita del nuovo DSM V si avrà un aumento problematico di casi che verranno considerati per la prima volta come disagio mentale. Molti in passato hanno severamente criticato la comunità di psichiatri che aveva partecipato alla stesura del DSM IV per la loro troppo stretta implicazione con case farmaceutiche e per l'aumento conseguente di vendite di alcuni farmaci. Molto scalpore fece il Disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) che ha fatto impennare le vendite del farmaco denominato Ritalin.

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QUESTE SONO SBARRE MA NON DI UNA PRIGIONE. CI SONO PERCHÈ LE PERSONE NON DEVONO BUTTARSI DI SOTTO

982mm

993mm

198 mm

951 mm

10mm

20 mm

FUORI

DENTRO

È UN CONTINUARE A CERCARE UNA NORMALITÀ CHE NON ESISTE . UN' ASPETTATIVA DI UN MONDO CHE NON È QUA. MA FUORI CI SONO IO E NON SONO, COME ADESSO, COME QUA.

MI FACEVO RIPORTARE NELLA STRUTTURA DA CUI ERO SCAPPATA

PERCHÉ FUORI NON REGGEVO IL CONFRONTO CON LA REALTÀ E LA

REALTÀ NON REGGEVA ME.

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Varea è la strutturadove vivo

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VAREA D.

VAREA D.

Willy

Paola non sa guidare.Però una volta ha chiesto a Willy di lasciarle ascoltare un po' di radio in pulmino, mentre gli altri, fuori, aspettavano gli ultimi ritardatari nel parcheggio del centro commerciale. Quella volta, ha girato la chiave del pulmino, Paola, e anche se non sa guidare, un paio di metri in fuga li ha fatti.

LA FUGA DI PAOLA

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CON COSA SI RIEMPIE UN VUOTO?

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Il vuoto è il pieno che non si vede, ma io ci metterei un pagliaccio, uno scoiattolo e una bicicletta gialla. Il mio vuoto si riempie con il cibo - anche con le cose che non mi piacciono, come i dolci con la crema o i wurstel o la trippa con i nervetti lo so che non è lo stomaco ad essere vuoto, che il buco sta da un'altra parte e vuole essere riempito di una cosa leggerissima - come l'amore ma a volte non la trovo da nessuna parte, una cosa leggerissima - non so dove cercarla e non ne ho una scorta sufficiente allora mangio e poi vomito tutto perché altrimenti mi scoppierebbe la pancia così il vuoto c'è di nuovo ma finalmente si è trasferito nella testa e posso dormire. Il vuoto forse non si riempie e un pieno forse non si svuota. Un vuoto però può essere pieno di nascondigli, di cassetti, di scatole, di vani, di spazi. Un vuoto non è mai vuoto, è pieno di spazio. Lo spazio può essere riempito, di cianfrusaglie o di mattoni, di fiori, di bottiglie, di pensieri. Un vuoto lo immagino bianco. Un vuoto bianco è già pieno di luce. Il vuoto è ovale e ha una cornicetta sottile dorata, tutto intorno ha una lastra di marmo con un nome e due date e altre parole. Quel vuoto ovale si riempie con l'immagine del viso di tuo padre, tutto intorno aveva il panorama che si vede dalla casa al lago dove negli ultimi anni si rifugiava con la moglie, ma è stato ritagliato via perché la fotografia fosse della giusta misura. Riempiendo un vuoto se n'è creato un altro, esattamente della stessa misura: non si può fare altro che trasferire da una parte

all'altra, quindi in realtà quel vuoto non sarà riempito mai. Con una camminata, mangiando il gelato. Sventrando valigie rotte durante i ritorni a casa. CON

UN VUOTO PIÙ GRANDE SE CI STA DENTRO. Con un suono. Con la nostalgia. Di parole, di pensieri, di ragionamenti, di dipendenze, di lavoro, di playstation, di affetti, di cibo, di tutto ciò che però non basta mai. Con una passeggiata sotto alberi altissimi e verdi con un compagno, un nonno, una nonna, un foglio, un'amica. Entrandoci dentro, occupandolo con tutto ciò che abbiamo nel medesimo

instante in cui ci entriamo. Sdraiandoci composti o rilassati, sedendoci in ascolto o cantando una canzone, stando ritti fermi immobili o danzando e

muovendo ogni muscolo o terminazione nervosa. Il vuoto che abbiamo dentro rovesciamolo all'esterno come rovesceremmo le tasche vuote di un paio

di pantaloni. Riempiamolo di noi e non sarà più vuoto. Sarà creativo camminare così, con le tasche rovesciate piene di qualcosa che conosciamo solo noi. Un vuoto secondo me è un buco profondo, è come quando abbiamo un vestito a cui teniamo molto e non possiamo più indossarlo perchè si è bucato, perchè abbiamo paura che gli altri ci vedano e chissà cosa pensano. Un vuoto è quando abbiamo voglia dei biscotti preferiti ma apriamo la scatola e la troviamo vuota. Un vuoto è andarsene via. Ma come si riempie un vuoto? Bella domanda è facile procurarlo ma difficile riempirlo, secondo me possiamo riempire quel buco con dell'ovatta morbida e soffice semplice da trovare così tutte le persone possono permettersi di riempirlo.

Correre, correre, correre, lavarsi, vivere e poi correre ancora, nello stesso giorno. Prima bastava un'ora al giorno, tutti i giorni anch'annatale che sennò 'un si campa. Poi le ore diventano due, prima di fila e dopo separate, una e spiccioli al mattino e una e qualche quarto la sera. Nei giorni più critici in qualche modo si arrivava anche a tre, ma questo proprio non andrebbe detto. Lo stomaco sempre abbastanza vuoto, anche questo riempie, più del cibo. Quando provi a riempirti con quello non basta mai e poi a volte non c'è proprio spazio, annodato di pensieri com'è. E dire che per riempire tutto per davvero basterebbe un sorriso, una parola. Lo si riempie con il colore verde. Pastello. Con un ascolto empatico e libero da qualsiasi dogma o preconcetto. Con qualcosa di costruttivo, che ti aiuta a stabilire uno scopo nella tua vita, un obbiettivo. Qualcosa che dia senso e determinazione nella tua vita. Un'aspirazione, un sogno, un traguardo. Qualunque cosa ti possa dare motivo di metterti in piede e iniziare a correre. Qualcosa che ti smuove tutto il resto che sta attorno a quel "vuoto". Con qualcuno che possa, non essenzialmente colmare completamente quel vuoto, perché non sarebbe sana come cosa, ma a prenderne parte. Qualcuno che sia forte e umile allo stesso tempo, cosi chè possa aiutarti a colmare quel vuoto, ma non col senso di colpa. Qualcuno che non debba sempre correre in tuo soccorso, ma che ti dia consigli per prevenire che ti faccia male. Qualcuno che ti ama. Qualcuno che diventi una matrice del processo, non l'intero macchinario. Qualcuno che corra con te, anche se non necessariamente nella stessa direzione, ma che almeno abbia un telefono a cui puoi chiamare. Ognuno ha un proprio vuoto dentro. Tutti i vuoti vanno colmati con la felicità. Tocca a te scegliere il modo, la strada e il tempo. Buona

fortuna.You can set it aside, or do I place a bid? di

popò :) un vuoto è come un buco e io lo riempio con la terra Dipende da quello che ti serve in quel momento. Io, tutti i miei vuoti, li riempi con Doc (il mio cane). Per alcuni mi basta la musica, per altri un libro, per altri ancora una passegiata, un tramonto, una carezza, un messaggio, una fotografia. Di quante cose si posssono riempire i vuoti? Di una,

di poche, di molte. A volte non si possono riempire. Un vuoto è quella volta che non trovavo più mio padre, all'uscita di scuola, perché si era dimenticato di venirmi a prendere. Per me il vuoto è come quando inciampi nei sogni e ti senti in apnea, e allora per riempirlo respiro.

Noi l’abbiamo riempito con il vostro.

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Il vuoto è il pieno che non si vede, ma io ci metterei un pagliaccio, uno scoiattolo e una bicicletta gialla. Il mio vuoto si riempie con il cibo - anche con le cose che non mi piacciono, come i dolci con la crema o i wurstel o la trippa con i nervetti lo so che non è lo stomaco ad essere vuoto, che il buco sta da un'altra parte e vuole essere riempito di una cosa leggerissima - come l'amore ma a volte non la trovo da nessuna parte, una cosa leggerissima - non so dove cercarla e non ne ho una scorta sufficiente allora mangio e poi vomito tutto perché altrimenti mi scoppierebbe la pancia così il vuoto c'è di nuovo ma finalmente si è trasferito nella testa e posso dormire. Il vuoto forse non si riempie e un pieno forse non si svuota. Un vuoto però può essere pieno di nascondigli, di cassetti, di scatole, di vani, di spazi. Un vuoto non è mai vuoto, è pieno di spazio. Lo spazio può essere riempito, di cianfrusaglie o di mattoni, di fiori, di bottiglie, di pensieri. Un vuoto lo immagino bianco. Un vuoto bianco è già pieno di luce. Il vuoto è ovale e ha una cornicetta sottile dorata, tutto intorno ha una lastra di marmo con un nome e due date e altre parole. Quel vuoto ovale si riempie con l'immagine del viso di tuo padre, tutto intorno aveva il panorama che si vede dalla casa al lago dove negli ultimi anni si rifugiava con la moglie, ma è stato ritagliato via perché la fotografia fosse della giusta misura. Riempiendo un vuoto se n'è creato un altro, esattamente della stessa misura: non si può fare altro che trasferire da una parte

all'altra, quindi in realtà quel vuoto non sarà riempito mai. Con una camminata, mangiando il gelato. Sventrando valigie rotte durante i ritorni a casa. CON

UN VUOTO PIÙ GRANDE SE CI STA DENTRO. Con un suono. Con la nostalgia. Di parole, di pensieri, di ragionamenti, di dipendenze, di lavoro, di playstation, di affetti, di cibo, di tutto ciò che però non basta mai. Con una passeggiata sotto alberi altissimi e verdi con un compagno, un nonno, una nonna, un foglio, un'amica. Entrandoci dentro, occupandolo con tutto ciò che abbiamo nel medesimo

instante in cui ci entriamo. Sdraiandoci composti o rilassati, sedendoci in ascolto o cantando una canzone, stando ritti fermi immobili o danzando e

muovendo ogni muscolo o terminazione nervosa. Il vuoto che abbiamo dentro rovesciamolo all'esterno come rovesceremmo le tasche vuote di un paio

di pantaloni. Riempiamolo di noi e non sarà più vuoto. Sarà creativo camminare così, con le tasche rovesciate piene di qualcosa che conosciamo solo noi. Un vuoto secondo me è un buco profondo, è come quando abbiamo un vestito a cui teniamo molto e non possiamo più indossarlo perchè si è bucato, perchè abbiamo paura che gli altri ci vedano e chissà cosa pensano. Un vuoto è quando abbiamo voglia dei biscotti preferiti ma apriamo la scatola e la troviamo vuota. Un vuoto è andarsene via. Ma come si riempie un vuoto? Bella domanda è facile procurarlo ma difficile riempirlo, secondo me possiamo riempire quel buco con dell'ovatta morbida e soffice semplice da trovare così tutte le persone possono permettersi di riempirlo.

Correre, correre, correre, lavarsi, vivere e poi correre ancora, nello stesso giorno. Prima bastava un'ora al giorno, tutti i giorni anch'annatale che sennò 'un si campa. Poi le ore diventano due, prima di fila e dopo separate, una e spiccioli al mattino e una e qualche quarto la sera. Nei giorni più critici in qualche modo si arrivava anche a tre, ma questo proprio non andrebbe detto. Lo stomaco sempre abbastanza vuoto, anche questo riempie, più del cibo. Quando provi a riempirti con quello non basta mai e poi a volte non c'è proprio spazio, annodato di pensieri com'è. E dire che per riempire tutto per davvero basterebbe un sorriso, una parola. Lo si riempie con il colore verde. Pastello. Con un ascolto empatico e libero da qualsiasi dogma o preconcetto. Con qualcosa di costruttivo, che ti aiuta a stabilire uno scopo nella tua vita, un obbiettivo. Qualcosa che dia senso e determinazione nella tua vita. Un'aspirazione, un sogno, un traguardo. Qualunque cosa ti possa dare motivo di metterti in piede e iniziare a correre. Qualcosa che ti smuove tutto il resto che sta attorno a quel "vuoto". Con qualcuno che possa, non essenzialmente colmare completamente quel vuoto, perché non sarebbe sana come cosa, ma a prenderne parte. Qualcuno che sia forte e umile allo stesso tempo, cosi chè possa aiutarti a colmare quel vuoto, ma non col senso di colpa. Qualcuno che non debba sempre correre in tuo soccorso, ma che ti dia consigli per prevenire che ti faccia male. Qualcuno che ti ama. Qualcuno che diventi una matrice del processo, non l'intero macchinario. Qualcuno che corra con te, anche se non necessariamente nella stessa direzione, ma che almeno abbia un telefono a cui puoi chiamare. Ognuno ha un proprio vuoto dentro. Tutti i vuoti vanno colmati con la felicità. Tocca a te scegliere il modo, la strada e il tempo. Buona

fortuna.You can set it aside, or do I place a bid? di

popò :) un vuoto è come un buco e io lo riempio con la terra Dipende da quello che ti serve in quel momento. Io, tutti i miei vuoti, li riempi con Doc (il mio cane). Per alcuni mi basta la musica, per altri un libro, per altri ancora una passegiata, un tramonto, una carezza, un messaggio, una fotografia. Di quante cose si posssono riempire i vuoti? Di una,

di poche, di molte. A volte non si possono riempire. Un vuoto è quella volta che non trovavo più mio padre, all'uscita di scuola, perché si era dimenticato di venirmi a prendere. Per me il vuoto è come quando inciampi nei sogni e ti senti in apnea, e allora per riempirlo respiro.

Noi l’abbiamo riempito con il vostro.

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DANIELE

MARCO

YURI

MARI

A

IVAN

PAOLA

GRAFICODI RIEMPIMENTOINDIVIDUALE

FRANCO

3

6

9

12

x = individuoy = numero di ore

15

18

21

24

x

y

Page 42: Quaderno di Stamattina ho messo le tue scarpe

TREMOLÌO

RIGIDITÀ

STIMOLAZIONE DELL'APPETITO

PARANOIA

INGRASSAMENTO

TORPORE

MOVIMENTI INVOLONTARI

Page 43: Quaderno di Stamattina ho messo le tue scarpe
Page 44: Quaderno di Stamattina ho messo le tue scarpe

UN GIORNO HA INIZIATO A PIOVERE E SEMBRAVA

NON SMETTERE PIÙ. L'ACQUA DEL POZZO È

SALITA, ALLORA TUTTI I BLISTER DEI FARMACI

GETTATI VIA SONO VENUTI A GALLA.

Page 45: Quaderno di Stamattina ho messo le tue scarpe

UN GIORNO TI SVEGLI E QUALCOSA NON VA. SEI INSICURO, TRISTE, CONFUSO. IN PIÙ ALTRE COSE CHE NON TI FANNO SENTIRE TROPPO BENE.TI VIENE DIAGNOSTICATA UNA MALATTIA MENTALE.

Page 46: Quaderno di Stamattina ho messo le tue scarpe

OPPRESSO DALLE PREOCCUPAZIONI E INCAPACE DI CONCENTRARTI SULLE NECESSITÀ DELLA VITA,

PERDI IL LAVORO. LA SOCIETÀ DÀ UN SACCO DI IMPORTANZA AL LAVORO DI

UNA PERSONA, PERCIÒ ADESSO, INVECE DI ESSERE UN

CITTADINO CON UN VALORE, TI TROVI TRASFORMATO IN UN

SIGNOR NESSUNO, DISOCCUPATO E SENZA ALCUN TITOLO. TI SENTI UNA MERDA MA IL PEGGIO DEVE

ANCORA VENIRE.

I TUOI COMPORTAMENTI E I TUOI CAMBI D'UMORE ALLONTANO LA FAMIGLIA E GLI AMICI E GLI AFFETTI, CHE TI ABBANDONANO.O, PEGGIO, NON HAI NÉ UNA FAMIGLIA NÉ DEGLI AMICI NÉ UN RAGAZZO O UNA RAGAZZA AI QUALI APPOGGIARTI, O CHE TI SUPPORTANO.IN OGNI CASO, TI TROVI DA SOLO.VERAMENTE DA SOLO.NESSUNO CHE CAPISCE IL TUO STATO MENTALE. NESSUNO CHE MEDIA AL POSTO TUO O CHE FA LE COSE PER TE. NESSUN SOSTEGNO.NESSUNO CHE TI CONSIGLIA.NESSUN AIUTO FINANZIARIO.

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Testi tratti da Bitter Medicine di Clem e Olivier Martini ed. Freehand books2010

LA MANCANZA DI INTROITI SIGNIFICA CHE NON PUOI CONTINUARE A PAGARE L'AFFITTO O LE TASSE, MANTENERE LA MACCHINA, O COMPRARTI DA MANGIARE, DAVVERO.INCAPACE DI GESTIRE LA TUA CASA, DIVENTI UN SENZATETTO. NON HAI PIÙ UNA MALATTIA, MA TI TRASFORMI IN UNO SCONVENIENTEE DECISAMENTE IGNORABILE PROBLEMA SOCIALE.

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Una storia di Flavio Perazzini e Elena Mattioli (Lele Marcojanni)Illustrata da Cristina Spanò

Impaginazione e interventi grafici di Roberto Mezzano (Lele Marcojanni)Curata su web e social media da Federico Gerardi

Prendi questa storia, ritagliala o strappala o fotocopialainsomma moltiplicala

e lasciala in giro.Mettila sul bancone del bar e sul sedile del tram,

fai uno scambio con il postino e con il fioraio.Perché è una storia e va raccontata,come farebbe un nonno col nipote,

così non ci dimentichiamo che ci sono realtà che esistono anche quando non le vediamo.

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Page 53: Quaderno di Stamattina ho messo le tue scarpe

insolito

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improvviso

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sconsiderato

eccessivo

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imprevedibile

Page 59: Quaderno di Stamattina ho messo le tue scarpe

sconclusionato

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stravagante

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Page 62: Quaderno di Stamattina ho messo le tue scarpe

pericoloso

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insensato

Page 65: Quaderno di Stamattina ho messo le tue scarpe

incredibile

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illo

gico

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picch

iate

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pazzo

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squilibrato

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folle

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fuori di testa

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matto

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condividere

e

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conoscere

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non avere paura.

Stamattina ho messo le tue scarpe è promosso dalla Cooperativa Sociale Alpha

e dal Dipartimento di Salute Mentale di Urbino,

con il patrocinio di Asur Area Vasta 1, Comune di Urbino,

Provincia di Pesaro e Urbino e della Regione Marche.

Ideazione

Elena Mattioli, Flavio Perazzini, Sergio Canneto

Coordinamento esecutivo e Comunicazione

Elena Mattioli, Flavio Perazzini

Direzione scientifica

Dott. Leonardo Badioli

Comitato scientifico

Salvino Pozzi

Ufficio Stampa

Saul Marcadent, Carlotta Toscano

Comunicazione Visiva

Roberto Mezzano

Responsabile Comunicazione Online

Federico Gerardi

Illustrazioni

Cristina Spanò

Logistica

Gianni Tangerini

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e non avere paura.

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