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Domenica sensibilizzazione a tutela della vita DI ROBERTA PUMPO l Vangelo della vita, gioia per il mondo» è il tema della Giornata per la vita che si celebra domenica 4 febbraio, giunta alla 40esima edizione e istituita nel 1978 alla vigilia dell’approvazione della legge 194 che ha introdotto l’aborto in Italia. Banchetti promozionali saranno allestiti dai Centri di aiuto alla vita (Cav), braccio operativo del Movimento per la vita italiano, nelle piazze e sugli spazi antistanti molte parrocchie per distribuire materiale informativo sulle iniziative a tutela della vita, primule colorate e, in alcuni casi, proposte di bomboniere solidali. In molte chiese saranno presentati gli scopi della Giornata e le attività dei Cav, coordinati a Roma da Maria Luisa Di Ubaldo. Un gruppo di aderenti al Movimento, guidato in città da Antonio Ventura, a mezzogiorno parteciperà alla recita dell’Angelus con Papa Francesco in piazza San Pietro. Tante le iniziative in programma già nei giorni precedenti, come l’adorazione eucaristica nella basilica di Santa Anastasia organizzata dal Cav Palatino per giovedì 1 febbraio dalle 19. Il Cav Tiburtino terrà sabato 3, alle 17, nella parrocchia San Giuseppe Artigiano, il dibattito “La vita è preziosa, come custodirla”. Il centro di Talenti ha programmato, sempre per il 3 febbraio, alle 21, nella parrocchia San Ponziano, la proiezione del film “The Giver”. Il settore giovanile ha in calendario, sabato 3 alle ore 19, nella parrocchia Santa Felicita e Figli Martiri, l’incontro “Esiste un’alternativa credibile all’aborto? L’esperienza dei Centri di aiuto alla vita” con relatore Massimo Magliocchetti, responsabile giovani Roma del Movimento per la vita. “L’amore dà sempre vita”, tratta dal quinto capitolo dell’esortazione apostolica del Santo Padre Amoris laetitia farà da filo conduttore alle celebrazioni organizzate in occasione della Giornata per la vita che quest’anno trova una spinta in più nelle parole pronunciate lunedì dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, in apertura del Consiglio episcopale permanente. Come ha spiegato il presidente del Movimento per la vita, il parlamentare Gian Luigi Gigli, l’invito rivolto dal porporato a tutta la classe politica, in particolare a quella cattolica, «ci spinge a rinnovare il nostro impegno a 360° in difesa della vita umana. I volontari del Movimento rinnovano la propria responsabilità per la liberazione della donna e dell’uomo dalla schiavitù del commercio del corpo umano, dal dominio della tecnoscienza, dalla mentalità nichilista e consumista che domina nella società. Ogni vita, soprattutto quella degli esseri umani in condizioni di maggiore fragilità, “non si uccide, non si compra, non si sfrutta, non si odia”». Nel 2017 i Cav romani hanno assistito circa 270 donne incinte molte delle quali erano intenzionate ad interrompere la gravidanza. Parlando dei dati diffusi recentemente dal Ministero della salute, secondo i quali nel 2016 in Italia le interruzioni di gravidanza volontarie, per la prima volta sono scese al di sotto delle 60.000, Gigli ha precisato che bisogna tener conto di tanti fattori. «Innanzitutto – ha detto – diminuisce il numero delle donne in età fertile ed aumentano gli aborti farmacologici e il numero delle donne che ricorrono alla cosiddetta “pillola del giorno dopo” che impedisce l’annidamento dell’embrione in utero». I « Mpv in prima linea, iniziative promosse dai Cav nelle parrocchie tra riflessioni e preghiera. Alle 12 la partecipazione all’Angelus del Papa ROMA SETTE On line su www.romasette.it facebook.com/romasette twitter.com/romasette E DITORIALE ORA DI RELIGIONE PER I RAGAZZI PALESTRA DI UMANITÀ DI FILIPPO MORLACCHI * a settimana scorsa uno dei tanti “foglietti della Messa” per la liturgia domenicale riportava nella preghiera dei fedeli anche un’intenzione per gli insegnanti di religione cattolica. Il fatto mi ha sorpreso, perché si tratta di una categoria sistematicamente trascurata. Probabilmente l’intenzione di preghiera era stata suggerita dalla recente diffusione del messaggio con il quale i vescovi italiani invitano annualmente a scegliere di avvalersi dell’Insegnamento della religione cattolica (Irc). La fine di gennaio, infatti, è il momento in cui si effettuano le iscrizioni scolastiche, e la scelta di frequentare l’Irc deve essere espressa contestualmente all’iscrizione. Si tratta infatti di una disciplina scolastica a tutti gli effetti (non una sorta di “catechismo a scuola”), e quindi è necessario pianificare con adeguato anticipo lo svolgimento della didattica. Nonostante gli allarmi lanciati da profeti di sventura che ciclicamente ne annunciano il tracollo (forse sperando che in tal modo il tracollo si produca!), l’Irc “tiene”. Anzi, tiene sorprendentemente bene. Se si pensa alla percentuale di firme in favore dell’otto per mille alla Chiesa cattolica (altro meccanismo che, secondo l’accordo di revisione del Concordato lateranense, lascia piena libertà di scelta ai cittadini), la percentuale di alunni che scelgono l’Irc, complessivamente di poco inferiore al 90%, appare quasi miracolosa. Se poi si considera che nelle scuole superiori di Roma due alunni su tre (il 67,1%) scelgono ancora di frequentare l’ora di religione, nonostante l’appetibile alternativa di poter “non fare nulla”, se ne comprende l’importanza strategica. «Non lasciamoli soli!» era l’invito del Convegno diocesano, a proposito degli adolescenti. A scuola abbiamo l’opportunità di accompagnarli e di presentare loro il fascino della proposta evangelica e i tesori culturali che il cristianesimo ha prodotto nei secoli. Per molti ragazzi l’ora di religione è il “lembo del mantello” da sfiorare per raggiungere la potenza di Gesù, l’ultima opportunità per incontrare la Chiesa e conoscere la “gioia del Vangelo”. Ma anche i bambini della scuola dell’infanzia o elementare possono trarre grande beneficio dall’insegnamento della religione cattolica, sviluppando la loro sensibilità religiosa e aprendosi, sotto la guida di un adulto, alle grandi domande della vita. Certo, la sfida più grande rimane quella della qualità dell’insegnamento, cioè – in concreto – quella della qualità degli insegnanti. La crisi attuale non è infatti una crisi di valori, ma di figure adulte capaci di incarnarli credibilmente. Sono convinto che la scelta dell’Irc continuerà a “tenere” finché ci saranno insegnanti all’altezza del proprio compito, finché i genitori fiuteranno che – indipendentemente dal fatto di essere credenti o meno – una maestra di religione sarà una figura positiva e importante per i propri figli, finché gli adolescenti sentiranno che con il prof di religione “si può parlare”. Finché questa materia così marginale – ma solo apparentemente – sarà vissuta come una palestra di umanità e di vita. Per questo tutta la comunità cristiana è chiamata a sentirsi coinvolta: scegliendo l’Irc per i propri figli, innanzi tutto. Poi pregando per gli insegnanti di religione, come suggeriva il foglietto della Messa. Ma anche incontrandoli ed esigendo da loro una preparazione pedagogica, culturale e umana di alto profilo. Accettandone anche i limiti, certo, perché è un mestiere davvero difficile. Ma non c’è niente di più bello che prendere per mano una creatura e accompagnarla a scoprire la meraviglia del mondo e del suo creatore. Sì, non lasciamoli soli: né gli alunni, né gli insegnanti. Noi abbiamo bisogno di loro, per educare i nostri figli; ma loro hanno bisogno di noi, per svolgere al meglio il loro delicato e splendido servizio. * direttore Ufficio Scuola L Gli aborti ormai invisibili Per le «pillole» è boom Relazione sulla legge 194: ne parlano monsignor Manto e Giuseppe Noia DI MICHELA ALTOVITI alano gli aborti, specie tra le minorenni (3,1/1000 donne), ma aumenta il ricorso alla contraccezione d’emergenza dopo la liberalizzazione della vendita delle pillole abortive senza ricetta medica (per quella del “giorno dopo” 214.532 confezioni, quasi 53mila in più rispetto al dato del 2015, di 161.888). Cresce anche il numero delle interruzioni volontarie tardive (oltre i 90 giorni), più che decuplicate rispetto al 1981: gravidanze inizialmente desiderate vengono interrotte dopo una diagnosi prenatale infausta. Sono alcuni dei dati che emergono dalla relazione presentata nei giorni scorsi dal Ministero della salute, per l’anno 2016, sull’applicazione della legge 194 varata nel 1978 sulla tutela sociale della maternità e l’interruzione volontaria della gravidanza. «Il documento è un atto formale – commenta Giuseppe Noia, presidente dell’Associazione italiana ginecologi e ostetrici cattolici – più che un vero strumento di riflessione sulle conseguenze prodotte da questa legge nei suoi primi 40 anni di attuazione». Il primario di Ginecologia del Policlinico Gemelli invita a una lettura non superficiale dei dati e sottolinea la necessità di un cambiamento di mentalità rispetto all’interruzione volontaria di gravidanza. «È importante stimolare le persone a sapere nel senso etimologico del termine, a comprendere nel profondo le cose» per acquisire consapevolezza, ad esempio, «della manipolazione semantica mediante cui si sposta l’inizio della vita dal momento del concepimento a quello dell’impianto», avallando quindi l’uso delle pillole, del giorno dopo o dei cinque giorni dopo, delle quali «nell’ultimo anno sono state vendute 200mila confezioni nell’indifferenza di una società narcotizzata nella mente e nel cuore». È la scienza a dirlo: nei 7 giorni antecedenti l’impianto si realizza «una forte interazione tra la madre e l’embrione, uno scambio di informazioni destinate a caratterizzare il corredo biologico dell’essere umano da adulto»; negare questo rapporto significa «misconoscere la perdita fisica oltre che psicologica che colpisce la mamma» e, di contro, identificare l’aborto come «un’azione giusta e lecita proprio perché riconosciuta dalla legge». Sulla consapevolezza delle gestanti lavora la Fondazione “Il cuore in una goccia” che C gestisce un hospice perinatale al Gemelli e di cui Noia è presidente: «Offriamo competenza scientifica unitamente a compassione», proponendo un’alternativa. Negli ultimi tre anni, sono 1000 le famiglie «che abbiamo accompagnato laddove una diagnosi negativa le aveva catapultate nella confusione e nella solitudine», portandole a valutare «l’interruzione tardiva, segno evidente di come la “cultura dello scarto” sia radicata nella nostra società». Della stessa opinione monsignor Andrea Manto, direttore del Centro diocesano per la pastorale familiare, che sottolinea «quanto è leggera e superficiale la percezione della vita, oggi». Il Magistero della Chiesa riconosce questa urgenza e «nell’esortazione apostolica Amoris laetitia ci spinge a far fronte al problema con l’educazione delle nuove generazioni». In questo contesto, «importante è il lavoro capillare della Fondazione diocesana Ut vitam habeant – chiosa il sacerdote –: cura attività di divulgazione morale e scientifica, nonché sostiene economicamente i corsi di formazione dell’associazione Donum Vitae» organizzati per «educare i più giovani all’affettività e alla gestione responsabile della propria sessualità». Un’azione preventiva, dunque, volta a diffondere una mentalità dell’accoglienza in una società in cui «i bambini sono il futuro dell’umanità» perché «il primo grande valore, oggi, è il capitale umano», sostiene Manto. «L’aborto è una sconfitta per tutti – conclude –: per il bambino cui si nega la vita, per la madre che sperimenta un dramma e per la società, incapace di prospettive di speranza autentica». La Giornata nazionale Il messaggio dei vescovi amore dà sempre vita», si apre con queste parole del Papa il messaggio del Consiglio permanente Cei verso la 40ª Giornata per la vita. I vescovi richiamano l’ammonimento del Papa sui «segni di una cultura chiusa all’in- contro» che «gridano nella ricerca esa- sperata di interessi personali o di par- te, nelle aggressioni contro le donne, nell’indifferenza verso i poveri e i mi- granti, nelle violenze contro la vita dei bambini sin dal concepimento e degli anziani segnati da un’estrema fragilità». L « la scheda I palloncini del Mpv all’Angelus del Papa Inserto redazionale di Avvenire Pagine a cura della Diocesi di Roma Coordinamento editoriale: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Piazza San Giovanni in Laterano 6 [email protected] Tel. 06.6988.6150/6478 Abbonamento annuale Avvenire domenicale con Roma Sette (a domicilio o coupon edicola) 62 Per abbonarsi: N. Verde 800 820084 Direzione vendite sede di Roma [email protected] Tel. 06.68823250 Fax 06.68823209 Pubblicità: tel. 02.6780583 [email protected] l 2 febbraio, giorno in cui la Chiesa fa memoria della presentazione di Gesù al tempio, si celebra la XXII Giornata mondiale della vita consacrata. Per l’occasione Papa Francesco presiederà la celebrazione eucaristica alle 17.30 nella basilica di San Pietro. Un momento speciale per ringraziare e pregare per il dono delle vocazioni, a cui sono invitati a partecipare tutti i membri degli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. Che già si sono ritrovati insieme ieri pomeriggio, nella basilica di San Giovanni in Laterano, per i vespri guidati da don Antonio Panfili, vicario episcopale per la vita consacrata. «Viviamo un momento della storia umana bisognosa di un senso vocazionale della vita – sottolinea il cardinale João Braz De Aviz, prefetto della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica –. A noi serve un progetto, una fonte di senso esistenziale, carico di gioia e di speranza. Noi consacrati fin dall’esperienza battesimale, inseriti nella vita di Dio e nella sua famiglia, la Chiesa, siamo eredi del patrimonio vocazionale e carismatico della Chiesa e sentiamo la gioia e il dovere di custodirlo e promuoverlo». Celebrare la Giornata mondiale della vita consacrata, osservano ancora dalla Congregazione, è dunque «occasione di festa, di impegno e di impetrazione al Signore per il dono di nuove vocazioni che rinnovino il volto della Chiesa e del mondo, che annuncino la gioia del Vangelo e l’amore di Dio che da’ senso all’esistenza». I Vita consacrata, venerdì Messa di Francesco Ieri i vespri con don Panfili a San Giovanni Anno XLV – Numero 4 Domenica 28 gennaio 2018

RA DI RELIGIONE Gli aborti ormai invisibili · Gli aborti ormai invisibili Per le «pillole» è boom Relazione sulla legge 194: ne parlano monsignor Manto e Giuseppe Noia DI MICHELA

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Page 1: RA DI RELIGIONE Gli aborti ormai invisibili · Gli aborti ormai invisibili Per le «pillole» è boom Relazione sulla legge 194: ne parlano monsignor Manto e Giuseppe Noia DI MICHELA

Domenica sensibilizzazione a tutela della vitaDI ROBERTA PUMPO

l Vangelo della vita, gioia per il mondo» èil tema della Giornata per la vita che sicelebra domenica 4 febbraio, giunta alla

40esima edizione e istituita nel 1978 alla vigiliadell’approvazione della legge 194 che haintrodotto l’aborto in Italia. Banchettipromozionali saranno allestiti dai Centri di aiutoalla vita (Cav), braccio operativo del Movimentoper la vita italiano, nelle piazze e sugli spaziantistanti molte parrocchie per distribuiremateriale informativo sulle iniziative a tuteladella vita, primule colorate e, in alcuni casi,proposte di bomboniere solidali. In molte chiesesaranno presentati gli scopi della Giornata e leattività dei Cav, coordinati a Roma da Maria LuisaDi Ubaldo. Un gruppo di aderenti al Movimento,guidato in città da Antonio Ventura, amezzogiorno parteciperà alla recita dell’Angeluscon Papa Francesco in piazza San Pietro. Tante leiniziative in programma già nei giorni precedenti,come l’adorazione eucaristica nella basilica diSanta Anastasia organizzata dal Cav Palatino per

giovedì 1 febbraio dalle 19. Il Cav Tiburtino terràsabato 3, alle 17, nella parrocchia San GiuseppeArtigiano, il dibattito “La vita è preziosa, comecustodirla”. Il centro di Talenti ha programmato,sempre per il 3 febbraio, alle 21, nella parrocchiaSan Ponziano, la proiezione del film “The Giver”.Il settore giovanile ha in calendario, sabato 3 alleore 19, nella parrocchia Santa Felicita e FigliMartiri, l’incontro “Esiste un’alternativa credibileall’aborto? L’esperienza dei Centri di aiuto allavita” con relatore Massimo Magliocchetti,responsabile giovani Roma del Movimento per lavita. “L’amore dà sempre vita”, tratta dal quintocapitolo dell’esortazione apostolica del SantoPadre Amoris laetitia farà da filo conduttore allecelebrazioni organizzate in occasione dellaGiornata per la vita che quest’anno trova unaspinta in più nelle parole pronunciate lunedì dalcardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei,in apertura del Consiglio episcopale permanente.Come ha spiegato il presidente del Movimentoper la vita, il parlamentare Gian Luigi Gigli,l’invito rivolto dal porporato a tutta la classepolitica, in particolare a quella cattolica, «ci

spinge a rinnovare il nostro impegno a 360° indifesa della vita umana. I volontari delMovimento rinnovano la propria responsabilitàper la liberazione della donna e dell’uomo dallaschiavitù del commercio del corpo umano, daldominio della tecnoscienza, dalla mentalitànichilista e consumista che domina nella società.Ogni vita, soprattutto quella degli esseri umani incondizioni di maggiore fragilità, “non si uccide,non si compra, non si sfrutta, non si odia”». Nel2017 i Cav romani hanno assistito circa 270donne incinte molte delle quali eranointenzionate ad interrompere la gravidanza.Parlando dei dati diffusi recentemente dalMinistero della salute, secondo i quali nel 2016 inItalia le interruzioni di gravidanza volontarie, perla prima volta sono scese al di sotto delle 60.000,Gigli ha precisato che bisogna tener conto di tantifattori. «Innanzitutto – ha detto – diminuisce ilnumero delle donne in età fertile ed aumentanogli aborti farmacologici e il numero delle donneche ricorrono alla cosiddetta “pillola del giornodopo” che impedisce l’annidamentodell’embrione in utero».

Mpv in prima linea, iniziativepromosse dai Cav nelle parrocchietra riflessioni e preghiera. Alle 12 lapartecipazione all’Angelus del Papa

ROMA SETTE

On line su www.romasette.itfacebook.com/romasettetwitter.com/romasette

E D I T O R I A L E

ORA DI RELIGIONEPER I RAGAZZI

PALESTRA DI UMANITÀ

DI FILIPPO MORLACCHI *

a settimana scorsa uno dei tanti“foglietti della Messa” per la liturgiadomenicale riportava nella preghiera

dei fedeli anche un’intenzione per gliinsegnanti di religione cattolica. Il fattomi ha sorpreso, perché si tratta di unacategoria sistematicamente trascurata.Probabilmente l’intenzione di preghieraera stata suggerita dalla recentediffusione del messaggio con il quale ivescovi italiani invitano annualmente ascegliere di avvalersi dell’Insegnamentodella religione cattolica (Irc). La fine digennaio, infatti, è il momento in cui sieffettuano le iscrizioni scolastiche, e lascelta di frequentare l’Irc deve essereespressa contestualmente all’iscrizione. Sitratta infatti di una disciplina scolastica atutti gli effetti (non una sorta di“catechismo a scuola”), e quindi ènecessario pianificare con adeguatoanticipo lo svolgimento della didattica.Nonostante gli allarmi lanciati da profetidi sventura che ciclicamente neannunciano il tracollo (forse sperandoche in tal modo il tracollo si produca!),l’Irc “tiene”. Anzi, tienesorprendentemente bene. Se si pensa allapercentuale di firme in favore dell’ottoper mille alla Chiesa cattolica (altromeccanismo che, secondo l’accordo direvisione del Concordato lateranense,lascia piena libertà di scelta ai cittadini),la percentuale di alunni che scelgonol’Irc, complessivamente di poco inferioreal 90%, appare quasi miracolosa. Se poisi considera che nelle scuole superiori diRoma due alunni su tre (il 67,1%)scelgono ancora di frequentare l’ora direligione, nonostante l’appetibilealternativa di poter “non fare nulla”, sene comprende l’importanza strategica.«Non lasciamoli soli!» era l’invito delConvegno diocesano, a proposito degliadolescenti. A scuola abbiamol’opportunità di accompagnarli e dipresentare loro il fascino della propostaevangelica e i tesori culturali che ilcristianesimo ha prodotto nei secoli. Permolti ragazzi l’ora di religione è il “lembodel mantello” da sfiorare per raggiungerela potenza di Gesù, l’ultima opportunitàper incontrare la Chiesa e conoscere la“gioia del Vangelo”. Ma anche i bambinidella scuola dell’infanzia o elementarepossono trarre grande beneficiodall’insegnamento della religionecattolica, sviluppando la loro sensibilitàreligiosa e aprendosi, sotto la guida di unadulto, alle grandi domande della vita.Certo, la sfida più grande rimane quelladella qualità dell’insegnamento, cioè – inconcreto – quella della qualità degliinsegnanti. La crisi attuale non è infattiuna crisi di valori, ma di figure adultecapaci di incarnarli credibilmente. Sonoconvinto che la scelta dell’Irc continueràa “tenere” finché ci saranno insegnantiall’altezza del proprio compito, finché igenitori fiuteranno che –indipendentemente dal fatto di esserecredenti o meno – una maestra direligione sarà una figura positiva eimportante per i propri figli, finché gliadolescenti sentiranno che con il prof direligione “si può parlare”. Finché questamateria così marginale – ma soloapparentemente – sarà vissuta come unapalestra di umanità e di vita. Per questotutta la comunità cristiana è chiamata asentirsi coinvolta: scegliendo l’Irc per ipropri figli, innanzi tutto. Poi pregandoper gli insegnanti di religione, comesuggeriva il foglietto della Messa. Maanche incontrandoli ed esigendo da lorouna preparazione pedagogica, culturale eumana di alto profilo. Accettandoneanche i limiti, certo, perché è un mestieredavvero difficile. Ma non c’è niente dipiù bello che prendere per mano unacreatura e accompagnarla a scoprire lameraviglia del mondo e del suo creatore.Sì, non lasciamoli soli: né gli alunni, négli insegnanti. Noi abbiamo bisogno diloro, per educare i nostri figli; ma lorohanno bisogno di noi, per svolgere almeglio il loro delicato e splendidoservizio.

* direttore Ufficio Scuola

LGli aborti ormai invisibiliPer le «pillole» è boom

Relazione sulla legge 194: ne parlano monsignor Manto e Giuseppe Noia

DI MICHELA ALTOVITI

alano gli aborti, specie tra leminorenni (3,1/1000 donne), maaumenta il ricorso alla contraccezione

d’emergenza dopo la liberalizzazione dellavendita delle pillole abortive senza ricettamedica (per quella del “giorno dopo”214.532 confezioni, quasi 53mila in piùrispetto al dato del 2015, di 161.888). Cresceanche il numero delle interruzionivolontarie tardive (oltre i 90 giorni), più chedecuplicate rispetto al 1981: gravidanzeinizialmente desiderate vengono interrottedopo una diagnosi prenatale infausta. Sonoalcuni dei dati che emergono dalla relazionepresentata nei giorni scorsi dal Ministerodella salute, per l’anno 2016,sull’applicazione della legge 194 varata nel1978 sulla tutela sociale della maternità el’interruzione volontaria della gravidanza. «Ildocumento è un atto formale – commentaGiuseppe Noia, presidente dell’Associazioneitaliana ginecologi e ostetrici cattolici – piùche un vero strumento di riflessione sulleconseguenze prodotte da questa legge neisuoi primi 40 anni di attuazione». Ilprimario di Ginecologia del PoliclinicoGemelli invita a una lettura non superficialedei dati e sottolinea la necessità di uncambiamento di mentalità rispettoall’interruzione volontaria di gravidanza. «Èimportante stimolare le persone a sapere nelsenso etimologico del termine, acomprendere nel profondo le cose» peracquisire consapevolezza, ad esempio, «dellamanipolazione semantica mediante cui sisposta l’inizio della vita dal momento delconcepimento a quello dell’impianto»,avallando quindi l’uso delle pillole, delgiorno dopo o dei cinque giorni dopo, dellequali «nell’ultimo anno sono state vendute200mila confezioni nell’indifferenza di unasocietà narcotizzata nella mente e nelcuore». È la scienza a dirlo: nei 7 giorniantecedenti l’impianto si realizza «una forteinterazione tra la madre e l’embrione, unoscambio di informazioni destinate acaratterizzare il corredo biologico dell’essereumano da adulto»; negare questo rapportosignifica «misconoscere la perdita fisica oltreche psicologica che colpisce la mamma» e,di contro, identificare l’aborto come«un’azione giusta e lecita proprio perchériconosciuta dalla legge». Sullaconsapevolezza delle gestanti lavora laFondazione “Il cuore in una goccia” che

C

gestisce un hospice perinatale al Gemelli e dicui Noia è presidente: «Offriamocompetenza scientifica unitamente acompassione», proponendo un’alternativa.Negli ultimi tre anni, sono 1000 le famiglie«che abbiamo accompagnato laddove unadiagnosi negativa le aveva catapultate nellaconfusione e nella solitudine», portandole avalutare «l’interruzione tardiva, segnoevidente di come la “cultura dello scarto” siaradicata nella nostra società». Della stessaopinione monsignor Andrea Manto,direttore del Centro diocesano per lapastorale familiare, che sottolinea «quanto è

leggera e superficiale la percezione della vita,oggi». Il Magistero della Chiesa riconoscequesta urgenza e «nell’esortazione apostolicaAmoris laetitia ci spinge a far fronte alproblema con l’educazione delle nuovegenerazioni». In questo contesto,«importante è il lavoro capillare dellaFondazione diocesana Ut vitam habeant –chiosa il sacerdote –: cura attività didivulgazione morale e scientifica, nonchésostiene economicamente i corsi diformazione dell’associazione Donum Vitae»organizzati per «educare i più giovaniall’affettività e alla gestione responsabiledella propria sessualità». Un’azionepreventiva, dunque, volta a diffondere unamentalità dell’accoglienza in una società incui «i bambini sono il futuro dell’umanità»perché «il primo grande valore, oggi, è ilcapitale umano», sostiene Manto. «L’abortoè una sconfitta per tutti – conclude –: per ilbambino cui si nega la vita, per la madre chesperimenta un dramma e per la società,incapace di prospettive di speranzaautentica».

La Giornata nazionaleIl messaggio dei vescovi

amore dà sempre vita», si aprecon queste parole del Papa il

messaggio del Consiglio permanente Ceiverso la 40ª Giornata per la vita. I vescovirichiamano l’ammonimento del Papasui «segni di una cultura chiusa all’in-contro» che «gridano nella ricerca esa-sperata di interessi personali o di par-te, nelle aggressioni contro le donne,nell’indifferenza verso i poveri e i mi-granti, nelle violenze contro la vita deibambini sin dal concepimento e deglianziani segnati da un’estrema fragilità».

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la scheda

I palloncini del Mpv all’Angelus del Papa

Inserto redazionale di AvvenirePagine a cura della Diocesi di RomaCoordinamento editoriale: Angelo ZemaCoordinamento redazionale: Giulia RocchiPiazza San Giovanni in Laterano 6

[email protected]. 06.6988.6150/6478 Abbonamento annuale Avveniredomenicale con Roma Sette (a domicilio o coupon edicola) € 62Per abbonarsi: N. Verde 800 820084

Direzione vendite sede di [email protected]. 06.68823250Fax 06.68823209Pubblicità: tel. [email protected]

l 2 febbraio, giorno in cui laChiesa fa memoria dellapresentazione di Gesù al tempio,

si celebra la XXII Giornatamondiale della vita consacrata. Perl’occasione Papa Francescopresiederà la celebrazioneeucaristica alle 17.30 nellabasilica di San Pietro. Unmomento speciale perringraziare e pregare per ildono delle vocazioni, a cuisono invitati a parteciparetutti i membri degli istitutidi vita consacrata e lesocietà di vita apostolica.Che già si sono ritrovatiinsieme ieri pomeriggio,nella basilica di SanGiovanni in Laterano, per ivespri guidati da donAntonio Panfili, vicarioepiscopale per la vitaconsacrata. «Viviamo un

momento della storia umanabisognosa di un senso vocazionaledella vita – sottolinea il cardinaleJoão Braz De Aviz, prefetto dellaCongregazione per gli istituti di vitaconsacrata e le società di vitaapostolica –. A noi serve un

progetto, una fonte di sensoesistenziale, carico di gioia e disperanza. Noi consacrati findall’esperienza battesimale, inseritinella vita di Dio e nella suafamiglia, la Chiesa, siamo eredi delpatrimonio vocazionale e

carismatico della Chiesa esentiamo la gioia e ildovere di custodirlo epromuoverlo». Celebrare laGiornata mondiale dellavita consacrata, osservanoancora dallaCongregazione, è dunque«occasione di festa, diimpegno e di impetrazioneal Signore per il dono dinuove vocazioni cherinnovino il volto dellaChiesa e del mondo, cheannuncino la gioia delVangelo e l’amore di Dioche da’ senso all’esistenza».

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Vita consacrata, venerdì Messa di FrancescoIeri i vespri con don Panfili a San Giovanni

Anno XLV – Numero 4 Domenica 28 gennaio 2018

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DI MICHELA ALTOVITI

uella di Santa Maria a Setteville,frazione di Guidonia, è unaparrocchia piccola e perifericama vivace: vi afferiscono circa

seimila abitanti e più del 20 per centopartecipa attivamente alla vitaparrocchiale. Presso questa comunitàche proprio un anno fa ricevette lavisita del Pontefice, venerdì seramonsignor Angelo De Donatis, vicariodel Papa per la diocesi di Roma, hacelebrato la Messa in occasione delprimo anniversario della scomparsa di

don Giuseppe Berardino, morto a 47anni di sclerosi laterale amiotrofica.«Era arrivato in parrocchia quasi 15anni fa quando era seminarista alRedemptoris Mater – ha raccontato donLuigi Tedoldi, parroco a Santa Maria dal1996 –; qui ha ricevuto l’ordinazioneprima diaconale e poi sacerdotale,divenendo infine viceparroco». Lamalattia si è manifestata poco più di treanni fa, da subito in una forma moltoaggressiva: nel giro di due mesi èarrivata la paralisi completa.Amatissimo da tutti nonostante il suocarattere schivo, in modo particolaredai giovani dei quali era educatore econfessore, don Giuseppe aveva datovita al gruppo del post–cresima cheoggi coinvolge oltre 180 adolescenti,protagonisti di un incontro speciale conDe Donatis prima della celebrazioneeucaristica. «Il nostro obiettivo è quellodi creare un ambiente sano per i

ragazzi, guidandoli a scoprire la Paroladi settimana in settimana – ha spiegatoStefano Salerno, uno degli educatori delgruppo animato dal Camminoneocatecumenale –; vivono un periododi vera e propria metamorfosi,ricercando punti di riferimento nuovi»,soprattutto rispetto alla famiglia diorigine «con la quale, cooperandoall’educazione, riusciamo ad ottenererisultati di grande efficacia». IlCammino neocatecumenale è unarealtà presente in parrocchia dal 1998:«Così molte persone hanno riscopertola loro fede e una relazione nuova conDio e con la Chiesa», ha chiosato ilparroco. Oggi ci sono 9 comunità nellequali «attraverso la celebrazioneliturgica della Parola e dei sacramenti,cresce e viene nutrita la fede». DonTedoldi segue il percorso di formazioneper i fidanzati che partirà a fine mese esi protrarrà fino a marzo, mentre al

viceparroco don Leonel Torres è affidatoil gruppo “Tobia&Sara” che proponeuna pastorale specifica a tutte le coppiedi sposi e genitori che desiderano«vivere la relazione matrimonialeguidati e aiutati dalla Parola di Dio edalla morale cristiana». Gli incontri sisvolgono la domenica, ogni seisettimane. Ancora, ha la sua sede fra laparrocchia e la base di Case Rosse, aSettecamini, il gruppo scout dell’Agescifondato più di trent’anni fa:attualmente conta 10 capi e circa 60ragazzi. C’è poi il coro parrocchiale,composto da 30 elementi, che provvedeall’animazione della liturgiadomenicale e delle festività maggiori esi riunisce per le prove ogni lunedì sera.E poi l’ordine della Santissima Trinità, ilgruppo di preghiera di Padre Pio equello che organizza la festa patronaleche ricorre a settembre. Molto attiva laCaritas parrocchiale.

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Francesco:cristianiuniti grazieai martiri

Nella celebrazione che ha concluso giovedìa San Paolo la settimana ecumenicail pensiero ai tanti perseguitati. Ricordatele minacce che «sviliscono la dignità umana»

ammino comune, fraternità e riconciliazio-ne le parole che hanno fatto da filo condut-

tore alla veglia ecumenica diocesana di lunedìsera, nella basilica di Sant’Andrea delle Fratte,organizzata nell’ambito della Settimana di pre-ghiera per l’unità dei cristiani che quest’anno haavuto come tema “Potente è la tua mano”, trat-to dal Libro dell’Esodo. Numerosi rappresentan-ti e fedeli delle diverse confessioni cristiane si so-no dati appuntamento in piazza Mignanelli, aipiedi della colonna dell’Immacolata adiacentea piazza di Spagna, e, con le candele accese, han-no raggiunto la chiesa in processione.Per la prima volta la veglia è stata preceduta dauna processione, con l’intento «di illuminare levie di Roma», ha detto monsignor Marco Gnavi,incaricato diocesano per l’ecumenismo. «Venia-mo da storie diverse e da sofferenze diverse al-cune delle quali nel tempo ci siamo procurati avicenda – ha affermato monsignor Gianrico Ruz-za, vescovo ausiliare per il settore Centro, che hapresieduto il momento di preghiera –. Siamo quiinsieme con il desiderio di custodire la fede».Il parroco di Sant’Andrea delle Fratte, padre Fran-cesco Trebisonda, ha accolto i rappresentantidelle comunità ecclesiali non cattoliche della Ca-pitale: padre Vladimir Laiba del patriarcato e-cumenico, padre Gheorghe Militaru della Chie-sa ortodossa romena, padre Tirayr Hakobyan del-la Chiesa ortodossa armena, il reverendo Jo-nathan Boardman della Chiesa anglicana d’In-ghilterra e l’arcivescovo Bernard Ntahoturi, giàprimate della Chiesa anglicana del Burundi enuovo rappresentante dell’arcivescovo di Can-terbury alla Santa Sede e direttore del Centro an-

C glicano di Roma, i pastori Jens–Martin Kruse eMarkus Schmidt della chiesa luterana di linguatedesca, il pastore Giuseppe Platone della co-munità valdese, la pastora della comunità me-todista Mirella Manocchio, e la pastora Joylin Ga-lapon, la pastora Antonella Scuderi della comu-nità battista, il maggiore Virginia Longo dell’e-sercito della Salvezza.Per Ruzza il cristiano riconciliato con Dio deveimpegnarsi a vivere questa «riconciliazione del-la fraternità» che si trasforma in accoglienza, be-nevolenza, confronto e preghiera e ci sono tan-ti campi in cui è possibile manifestare il cam-mino comune delle diverse confessioni in unmomento storico in cui l’uomo ha davanti a sé«sfide insormontabili». Il vescovo ha ricordato ilfenomeno delle migrazioni, dei cambiamenticlimatici, citando l’enciclica Laudato si’ «fruttodi una convergenza fra culture e storie diverse»,la violenza sulle donne e i bambini, la violazio-ne dei diritti fondamentali dell’uomo. «In unmondo globalizzato possiamo reagire solo cer-cando delle convergenze e terreni comuni diservizio e di armonia secondo la consuetudineapostolica per mostrare al mondo che le Chiesedi Cristo hanno molto da dire sulla sorte del-l’uomo. Tutti noi desideriamo fortemente cam-minare per proteggere l’uomo» ha detto Ruzzanella sua omelia. Le offerte raccolte durante laveglia sono state destinate alle donne «segre-gate nel Cie di Ponte Galeria – ha spiegato Gna-vi –. Un segno di carità per far sentire il nostroabbraccio a queste amiche ferite dalla vita cheaspettano dignità».

Roberta Pumpo

La Messa del vicario a un annodalla morte del viceparrocomalato di Sla. L’incontro con ilnurtito gruppo del post Cresima

Santa Maria a Setteville nel ricordo di don Giuseppe

«Amoris laetitia» filo conduttoredel cammino della comunitàL’attenzione agli anziani:il 70% degli abitanti è «over 65»

DI FILIPPO PASSANTINO

rancesco, separato dalla moglie dacinque anni, nell’ultimo lunedì delmese chiede ascolto. Racconta le

difficoltà di un padre che non puòincontrare i propri figli. Gabriel, 25 anni,giunto a Roma dal Venezuela, ha bussatoalle porte della parrocchia diSant’Emerenziana per chiedere attenzioniper le sue necessità. E ne ha ricevute. Nelquartiere la chiesa, in cui si è recato in visitaieri il vicario del Papa per la diocesi di Roma,

F

monsignor Angelo De Donatis, aconclusione dei festeggiamenti patronali, èorecchio sensibile alle difficoltà vissute daipiù fragili: anziani, migranti, genitoriseparati. Porte aperte a chi ha conosciuto ilfallimento del proprio matrimonio. Unpercorso di accompagnamento è dedicato achi, come Francesco, affronta losmarrimento per la lontananza dagli affettipiù cari e il vortice della depressione. Nelvaso della compassione diverse personeattingono la forza per ricominciare ognigiorno. «Molti di loro hanno bisogno di unacomunità che non giudica ma che accoglie,che sa dire parole di fiducia», spiega donCarlo Purgatorio, da tre anni alla guida dellaparrocchia. L’esortazione apostolica di PapaFrancesco, Amoris laetitia, è guida in questocammino. «Traccia il sentiero da percorrere,ci aiuta a non parlare più di situazioni“irregolari” ma di storie sulle quali fare

discernimento, vissuti di crisi», aggiunge ilparroco. Persone silenziose ma bisognievidenti nel territorio parrocchiale.Numerose le esigenze che condizionano lavita di anziani che ogni giorno provano acacciare via il fantasma della solitudine, maanche di stranieri giunti in Italia in cerca disperanza. Per questo motivo, tantiparrocchiani mettono a disposizione il lorotempo e il loro impegno nel Centrod’ascolto, «punto d’incontro tra domanda eofferta», spiega il parroco. Lo ha fatto Marisa,82 anni e un passato da amministratore. Èstata assessore ai servizi sociali nel secondoMunicipio. E sa bene che «il 70% degliabitanti del quartiere ha superato i 65 anni emolti di loro vivono da soli. In tanti, però, sivergognano a chiedere aiuto e compagnia –spiega –. Nel quartiere è diffusa una sorta di“dignità del silenzio”». «Abbiamo voluto,quindi, mettere assieme le domande degli

anziani soli nonautosufficienti e le richiestedi lavoro degli stranieri. Inquesto modo riusciamo adare risposte agli uni e aglialtri». E Gabriel, rifugiatopolitico venezuelano, hatrovato così il suo lavoro dacollaboratore domestico inuna famiglia del quartiere. Ilservizio è rivolto anche ainon credenti, ai fedeli dialtre religioni e a chi non frequenta laparrocchia. A chiedere una mano nellaricerca di un lavoro sono soprattutto personegiunte nella Capitale dall’America latina odai Paesi asiatici. Altra colonna portante delcentro, aperto martedì mattina e venerdìpomeriggio, è Amedea, pensionata e attentaai bisogni delle persone anziane chefrequentano la parrocchia. «Mia madre ha

Santa Emerenziana, impegno accanto alle fragilità

vissuto fino a 99 anni e l’ho accudita. Cosìho imparato a riconoscere le necessità deglianziani», racconta. Nei suoi pomeriggi va atrovare spesso in casa uno di loro, a volte perun caffè o per una chiacchierata, a volte perportare delle medicine. «Nel loro voltorivedo quello di mia madre». «Per potereascoltare bene non servono orecchie grandi,ma soltanto attenzione a chi ci sta vicino».

DI ROBERTA PUMPO

cristiani di tutto il mondocondividono tante difficoltà, sonovittime di persecuzioni, subiscono il

martirio, «affrontano sfide chesviliscono la dignità umana» sostenutidalla «dolce forza del Vangelo» e «dalricordo dell’opera salvifica di Dio e dallasua presenza». Nel giorno in cui laliturgia fa memoria della conversione diSan Paolo, apostolo delle genti, PapaFrancesco ricorda i «deserti spirituali»che circondano i cristiani. Il Santo Padreha presieduto, giovedì sera, la recita deisecondi vespri nella basilica di SanPaolo Fuori le Mura, chiudendo la 51°edizione della Settimana di preghieraper l’unità dei cristiani. Numerosi gliesponenti delle altre Chiese e comunitàecclesiali di Roma presenti. Tra loro ilmetropolita Gennadios Zervós,rappresentante del Patriarcatoecumenico diCostantinopoli,l’arcivescovo BernardNtahoturi, rappresentantedell’arcivescovo diCanterbury alla Santa Sede,con i quali Bergoglio hasostato qualche istante inpreghiera davanti allatomba del santo di Tarso.Tra i fedeli unadelegazione provenientedalla Finlandia, gli studentidell’Ecumenical Institute ofBossey, i giovani ortodossie ortodossi orientali. Iltema della Settimana dipreghiera per l’unità deicristiani è stato “Potente èla tua mano” tratto dal

libro dell’Esodo e Francesco haconfrontato il «lungo e difficile viaggioattraverso il deserto» del popolo ebraicoin fuga dall’Egitto verso Israele dopoaver attraversato il Mar Rosso ai «gravipericoli» che mettono oggi a repentagliola vita di tanti cristiani. «Quando il lorosangue viene versato – ha detto – anchese appartengono a confessioni diverse,diventano insieme testimoni della fede,martiri, uniti nel vincolo della graziabattesimale». Il Papa ha quindi ricordatotutte le minacce che «sviliscono ladignità umana» e dalle quali i cristiani«insieme agli amici di altre tradizionireligiose» fuggono quotidianamentecome i conflitti e la miseria, la trattadegli esseri umani e altre schiavitùmoderne. Inoltre «patiscono gli stenti ela fame, in un mondo sempre più riccodi mezzi e povero di amore, dovecontinuano ad aumentare ledisuguaglianze – ha proseguito –. Ma,

come gli israeliti dell’Esodo, i cristianisono chiamati a custodire insieme ilricordo di quanto Dio ha compiuto inloro. Ravvivando questa memoria,possiamo sostenerci e affrontare, armatisolo di Gesù e della dolce forza del suoVangelo, ogni sfida con coraggio esperanza». Il passaggio del popoloebraico nel Mar Rosso nell’antichità fuinterpretato come un’immagine delbattesimo, ha spiegato Francesco, egrazie a questo sacramento i «nostripeccati sono stati annegati da Dio. Levarie confessioni cristiane hanno fattoquesta esperienza – ha aggiunto –.Nell’ultimo secolo abbiamo finalmentecompreso di trovarci insieme sulle rivedel Mar Rosso». Da qui nasce ildesiderio di pregare uniti e «quando ledivergenze ci separano, riconosciamo diappartenere al popolo dei redenti, allastessa famiglia di fratelli e sorelle amatidall’unico Padre». Il cardinale Kurt

Koch, presidente delPontificio Consiglio per lapromozione dell’unità deicristiani, ha ringraziato ilPapa per aver presieduto lacelebrazione nellasolennità dellaconversione di san Paolo«il quale ci esorta acomprendere che anchenoi abbiamo bisogno diconversione, l’anima piùprofonda di ogni sforzoecumenico». Per labenedizione finale il Papaha chiamato accanto a luianche il pastore luteranoJens–Martin Kruse chelascia l’incarico a Romaper andare ad Amburgo.

I Il vescovo Ruzza alla veglia diocesana«Riconciliazione della fraternità»

Santa Maria a Setteville (foto Gennari)

Jens–Martin Kruse, Gennadios Zervós, Francesco e Bernard Ntahoturi (foto Gennari)

Santa Emerenziana

I vespri a San Paolo (foto Gennari)

2 Domenica28 gennaio 2018

Page 3: RA DI RELIGIONE Gli aborti ormai invisibili · Gli aborti ormai invisibili Per le «pillole» è boom Relazione sulla legge 194: ne parlano monsignor Manto e Giuseppe Noia DI MICHELA

ettersi in cammino per cercarerisposte nell’incontro con Dio: èla proposta che l’Opera romana

pellegrinaggi rinnova in occasione delXX Convegno nazionale teologicopastorale, organizzato nelle giornate dilunedì 22 e martedì 23 gennaio allaPontificia Università Lateranense. «Ilpellegrinaggio è, ogni volta, l’occasioneper riscoprire la misericordia che Dio ciha donato con la crocifissione delFiglio»: queste le parole del vicarioAngelo De Donatis e presidente dell’Orp,che ha aperto i lavori. Del pellegrinaggiocome esperienza spirituale personale e«non un normale viaggio turistico oculturale» ha parlato monsignor RemoChiavarini, amministratore delegatodell’Orp. Quindi spazio agli interventidei numerosi relatori, tutti incentrati sultema del convegno “Il pellegrinaggio e la

trasmissione della fede”: a cominciare dapadre Fredric Manns, professore emeritopresso la facoltà di Scienze bibliche earcheologia di Gerusalemme, che si èsoffermato sui mosaici recentementerinvenuti nella basilica della Natività diBetlemme, «la più grande esperienzaartistica di epoca crociata». La TerraSanta è meta tradizionale dei viaggipromossi dall’Orp, così come le sueproposte per scoprire la Roma Cristiana.A questo proposito, monsignor CrispinoValenziano, già ordinario di Spiritualitàliturgica e di arte per la liturgia alPontificio Istituto LiturgicoSant’Anselmo, ha evidenziato il legameche sussiste tra il ciclo musivo diBetlemme e le opere conservate nellaBetlemme romana, ossia Santa MariaMaggiore, dove Papa Sisto III, nel 432,fece realizzare una grotta della Natività e

dove sono conservati i frammenti dellamangiatoia che accolse Gesù Bambino.«I mosaici presenti sulle due navate – haspiegato Valenziano – corrispondonoalle narrazioni delle generazioni presentia Betlemme e risalgono al I secolo».Sottolineata anche l’efficacia dellacomunicazione nella trasmissione dellafede, in relazione al pellegrinaggio, sucui sono intervenuti don Paolo Asolan,docente di Teologia al Pontificio IstitutoPastorale Redemptor Hominis; ildirettore del nuovo Ufficio per la culturae la pastorale universitaria del Vicariatodi Roma monsignor Andrea Lonardo; emonsignor Dario Edoardo Viganò,prefetto della Segreteria per lacomunicazione della Santa Sede, che hariflettuto su “La comunicazione nellaChiesa attraverso la tecnologia”illustrando il rinnovamento della

comunicazione della Santa Sede avviatodal 2013, resosi necessario «perchéviviamo in un mondo digitale che non èaffatto puramente virtuale». Il convegnoè stato anche l’occasione per presentareil nuovo catalogo con le propostedell’Orp per il 2018: oltre alle metetradizionali legate ai santuari mariani diFatima e Lourdes e ai luoghi della vita diGesù, ci sono i nuovi, o rinnovati,itinerari: Georgia–Armenia, Lituania–Lettonia–Estonia, nonché quelli checonducono in Turchia e in Egitto,penalizzati negli ultimi anni perquestioni di sicurezza. Molte anche leproposte di Roma Cristiana sui luoghidegli apostoli, dei martiri e dei santi:un’occasione privilegiata per ritrovare evivere nella città il messaggio delVangelo.

Michela Altoviti

MIl pellegrinaggio, occasione per riscoprire la misericordia

Le due giornate del convegnonazionale promosso allaLateranense dall’Opera romanaLe mete programmate per il 2018

Stamani la Messa nella basilicadi Santa Maria Maggiore per lafestività della traslazionedell’icona mariana. Venerata

in città, l’immagine sarà espostadopo un delicato e impegnativointervento di restauronei laboratori dei Musei Vaticani

«Salus populi romani»L’omaggio del Papa

tamani, alle 9, PapaFrancesco celebrerà la Messanella basilica di Santa Maria

Maggiore per la festività dellatraslazione dell’icona Salus populiromani, che raffigura la Madonnacon in braccio il divino Bambinobenedicente. Un’icona veneratadai romani, oggetto di un recentedelicato intervento di restauro,che proprio oggi torna ad essereesposta in occasione di questacelebrazione. «Tale solennità, cheogni anno ricorre l’ultimadomenica digennaio, desideraessere un coraleringraziamentoper laplurisecolarepresenza dellasacra immaginenella basilicaliberiana», si leggein un comunicatostampa dellabasilica papale diSanta MariaMaggiore. «La Salus populi romani– ricorda la nota – è una fra lepiù famose e venerate iconemariane e, come ben espressodalla sua stessa denominazione,è particolarmente venerata dairomani, che con fiducia invocanola sua protezione nelle alternevicende della vita quotidiana enei momenti di eccezionalecriticità. Lo stesso Papa Francescole è particolarmente devoto e,come immediatamente dopol’elezione al soglio pontificio, lerende filiale omaggio inoccasione di ogni suo viaggiointernazionale». Come siricorderà, infatti, Bergoglio,prima e dopo ogni viaggioall’estero si reca in preghieradavanti all’immagine mariana(esposta sull’altare della CappellaBorghese, all’interno di una tecabronzea). La celebrazione dioggi, prosegue la nota, coincideràcon «l’esposizione dell’icona,rinnovata nella visione in seguitoa un delicato e impegnativo

intervento eseguito presso ilaboratori di restauro dei MuseiVaticani, coordinato dal direttore,Barbara Jatta, e con lasupervisione di una commissionepresieduta dall’arciprete dellabasilica liberiana, il cardinaleStanislaw Rylko». Quanto alrestauro, il comunicato mette inevidenza che «le sofisticatetecnologie delle indaginiintraprese prima dell’intervento ela straordinaria perizia deirestauratori vaticani hanno

consentito direcuperarel’originariabellezza e larealtà storicadell’opera,offuscata neisecoli da vernici,ridipinture edagli effettidell’usodevozionale».Barbara Jatta, inun articolo

pubblicato da L’OsservatoreRomano, la definisce «unaraffigurazione che conserva il suoaspetto ieratico, deciso ma dolce,quello della Madre di Dio cheprotegge tutto il popoloromano». Jatta rievocainnanzitutto la storia dell’icona,tradizionalmente ritenutaoriginaria di Gerusalemme, dovesarebbe stata dipinta dallo stessosan Luca. Precisando però chel’iconografia della Madre colFiglio rimanda «al canone dellaprimitiva arte bizantina anteriorealla crisi iconoclasta» e orienta«verso una datazione alta delmanufatto (VIII–IX secolo)».Tuttavia «la stesura differenziatadegli impasti cromatici avvicinail dipinto a prodotti consimilidel Medioevo romano, venendodi conseguenza a situarsi tra ilsecolo XI e il XIII». Jatta sisofferma sul lavoro di restauro,che «ha comportato la pulituragenerale dell’opera. A prescinderedai danni diffusi provocati

dall’applicazione dei pezzi dioreficeria, la pellicola pittoricadella tavola si presentava indiscrete condizioni conservative,ancorché punteggiata dastuccature e interessata daritocchi e, appunto, vernicialterate. Si è proceduto quindicon relativa facilità ma conrisultati sorprendenti di recuperodell’immagine originale. Lapulitura – aggiunge il direttoredei Musei Vaticani – è riuscita arecuperare la delicata cromia deivolti originali, l’intero manto

della Madre di Dio, quellomeravigliosamente dorato delpiccolo Gesù, il libro e altre zoneprima quasi illeggibili. Anchenella zona delle aureole larimozione del pigmentorossastro che era statosovrapposto ha permesso ilrecupero delle incisioni e dell’orooriginale, e nella raffigurazionedel Bambino la restituzione dellatripartizione antica: un risultatosignificativo, che ha ridato unanuova luce e una nuova visionealla sacra immagine». (R. S.)

S

Il direttore Barbara Jattaha coordinato il lavoro:«Risultati sorprendentidi recupero».Supervisionedi una commissionepresieduta dall’arciprete,il cardinale Rylko

tra gli argomenti all’ordinedel giorno. Una lotta senzaesclusione di colpi si sta

combattendo sulle due spondedel Pacifico, con i russisospettati di aver perfinoinfluenzato le ultime elezionistatunitensi favorendo ilcandidato repubblicano.Oggetto del desiderio, per chi nevuole trarre il massimovantaggio, sono le «fake news»:notizie false o costruite ad arte,come ne esistono da sempre,che però hanno cambiato il loropeso strategico grazie all’uso disocial network e motori diricerca. Non poteva essere piùattuale, dunque, il tema sceltoquest’anno da Papa Francescoper il messaggio per la Giornatamondiale delle comunicazionisociali “La verità vi farà liberi”(Gv 8,32). Per inquadrare unoscenario dove ogni utente puòtrasformarsi in un produttore dicontenuti, si può partire dainumeri: in appena 60 secondi,vengono pubblicati 3 milioni dicontenuti su Facebook, 430milatweet, compiute 2 milioni e315mila ricerche su Google,inviate 150 milioni di email e44 milioni di messaggi suWhatsApp, visualizzati 2milioni e 700mila video suYouTube. È questo il contestoche si trova a fronteggiare ilgiornalista, alle prese conlettori/utenti sommersi da untale flusso di informazioni chene cannibalizza l’attenzione espesso li rinchiude in «cameredell’eco» dove si rafforzanosoltanto le proprie convinzioni.Per tale ragione il Papa si rivolgeal «custode delle notizie» che,«nel mondo contemporaneo,non svolge solo un mestiere mauna vera e propria missione».Nella «frenesia delle notizie e

nel vortice degli scoop», ilgiornalista deve infatti«ricordare che al centro dellanotizia non ci sono la velocitànel darla e l’impattosull’audience ma le persone».L’invito di Francesco è a«promuovere un giornalismo dipace, non intendendo conquesta espressione ungiornalismo “buonista”, cheneghi l’esistenza di problemigravi e assuma toni sdolcinati.Intendo, al contrario, ungiornalismo senza infingimenti,ostile alle falsità, a slogan adeffetto e a dichiarazioniroboanti; un giornalismo fattoda persone per le persone».Quanto è difficile il compitoaffidato dal Papa agli operatoridella comunicazione? Tanto, edè lo stesso Pontefice ariconoscerlo: «Le fake newsdiventano spesso virali, ovverosi diffondono in modo veloce edifficilmente arginabile, non acausa della logica dicondivisione che caratterizza isocial media, quanto piuttostoper la loro presa sulla bramosiainsaziabile che facilmente siaccende nell’essere umano».Francesco individua una chiavedi lettura per prevenire eidentificare i meccanismi delladisinformazione: la definisce«logica del serpente», colui ilquale «si rese artefice della“prima fake news” (cfr. Gen3,1–15), che portò alle tragicheconseguenze del peccato,concretizzatesi poi nel primofratricidio (cfr. Gen 4) e in altreinnumerevoli forme di malecontro Dio, il prossimo, lasocietà e il creato». Di fronte al«virus della falsità», riconosce ilPapa, il «più radicale antidoto» èlasciarsi «purificare dalla verità».

Riccardo Benotti

È

Comunicazioni sociali:Francesco sulle «fake news»

L’icona dopo il restauro

Casa della Mamma, un B&B per favorire l’inclusione

naugurato giovedì il “B&b dellaMamma”, progetto voluto esostenuto dall’associazione La Casa

della Mamma che dal 1969 accoglieragazze madri in difficoltà sociali edeconomiche, italiane e straniere,insieme ai loro bambini, con l’obiettivodi aiutarle a diventare donne in gradodi crescere con responsabilità eautonomia i figli. E questo del bed andbreakfast è un passo verso quelladirezione. «La nostra attività diricezione – illustra la direttrice Lucia DiMauro – ha due grandi finalità: laricostruzione della personalità emotivadelle ragazze unitamente e mediante

un percorso di formazioneprofessionale qualificata, necessaria perla vita di domani». Nel b&b infattisaranno impiegate, con un contratto diformazione e di apprendistato, duedelle sei giovani mamme ad oggiaccolte nella casa famiglia: «Una ha 16anni e un figlio di un anno e mezzo –racconta Di Mauro –, mentre l’altra ha2 bambini, 22 anni e da uno è con noi:si è dimostrata molto volenterosa e leabbiamo dato fiducia». Finito diristrutturare a dicembre scorso, il b&b èoggi una realtà accogliente, inposizione strategica, al civico 40 di viaForlì: non lontano dalle stazioniTermini e Tiburtina, dietro l’ingressodel parco di Villa Torlonia, a pochipassi dalle fermate della metropolitanaBologna e Policlinico. All’interno diuna palazzina liberty degli anni ’20,affaccia su un giardino e dispone dicinque stanze doppie e una singola,

tutte dotate di aria condizionata,riscaldamento, bagno privato,connessione internet wi–fi, cassaforte etv lcd (per informazioni e prenotazioni:www.bnbdellamamma.com). «Le primeospiti – riferisce ancora Di Mauro – lestiamo accogliendo in forma amicale:si tratta di una ex ragazza–madre edella sua “bambina”, oggidiciassettenne, nata proprio alla Casadella Mamma». Sono a Roma in questesettimane ma vivono in Colombiaoramai da qualche anno, «eppure ilfilo che ci lega non si spezza, anzi, sirinforza». Insomma, chiosa ladirettrice, il sostegno dell’associazione«non si limita ai 4–6 anni dipermanenza nella nostra struttura»,bensì si intensifica una volta che legiovani madri la lasciano, «perché lasolitudine è una cattiva consigliera».Una delle prime ragazze madri che lacasa accolse, oggi ha «un figlio adulto

che è commercialista – racconta ancoraDi Mauro, che da 27 anni opera nellastruttura –: è lui che ci fa da consulentedel lavoro». A dire che quello che siinstaura è un legame che dura per tuttala vita. Nel tentativo di offrire unsostegno non solo nell’immediato maguardando al futuro, negli annil’attività della Casa della Mamma si èevoluta, adeguandosi ai cambiamentisociali e storico–culturali. «Le giovanihanno necessità nuove, oggi,primariamente di autonomiaeconomica – conclude Di Mauro – ecosì si è trasformato il tipo di assistenzache offriamo»: sono coinvolte appienonella gestione della casa dovecondividono i compiti con glioperatori; viene inoltre proposto loroun piccolo lavoro retribuito nella casafamiglia o, appunto, nel nuovissimob&b, con un accordo interno e unacostante verifica. (Mic. Alt.)

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L’attività dell’associazione,inaugurata giovedì, impiega duedelle sei ragazze madri accoltenella struttura di via Forlì

La sala per le colazioni

3Domenica28 gennaio 2018

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«Letture teologiche»: Schumane la «concretezza della politica»

a democrazia deve la sua esistenza al cristia-nesimo. Essa è nata il giorno in cui l’uomo è

stato chiamato a realizzare la dignità della personaumana con la pratica dell’amore fraterno». Scrivevacosì, nel 1950, l’allora ministro degli Esteri franceseRobert Schuman nella dichiarazione con cui venivaproposta la creazione della Comunità europea delcarbone e dell’acciaio. La prima di una serie di isti-tuzioni europee sovranazionali che avrebbero con-dotto all’Unione europea.Per il politico francese, cui è stato dedicato giovedìin Vicariato l’ultimo appuntamento delle Letture teo-logiche 2018, la fusione delle produzioni di carbo-ne e acciaio avrebbe cambiato «il destino di questeregioni (Francia e Germania in primis, n.d.r.) che perlungo tempo si sono dedicate alla fabbricazione distrumenti bellici di cui sono state le vittime».Nel suo essere «uomo di confine», come lo ha defi-nito padre Bernard Ardura, presidente del Pontifi-cio Comitato di Scienze Storiche e postulatore dellacausa di beatificazione, «emerge in Schuman la con-cretezza delle azioni politiche contro l’evanescenzadi testi e parole». Terminata la guerra e dopo tantipatti e trattati «che si sono limitati a semplici impe-gni, l’obiettivo primario fu quello di tendere la ma-no ai nemici di ieri, non semplicemente per perdo-nare ma per costruire insieme l’Europa di domani».Oggi, l’Unione «se vuole essere fedele alle intuizionidei padri deve attuare una politica a favore della di-gnità dell’uomo, fondata sulla capacità di aprirsi auna più alta dimensione».Per Maria Chiara Malaguti, ordinario di Diritto in-ternazionale alla Cattolica, «in Schuman c’è la volontàdi unire e non di unificare. Non c’è omologazionema unità nella diversità per realizzare il bene co-

mune. C’è un desiderio di soli-darietà» che «non nasconde leinsidie e la fatica del lavoro co-mune». Per Schuman la demo-crazia fu «”creazione continua”che sa di essere sempre perfet-tibile; un lavoro quotidiano diimpegno e amore cristiano».Idee chiare e di ampio respiromancanti alla Comunità Euro-pea di oggi «che – per il segre-tario generale del ministero de-gli Esteri Elisabetta Belloni – fafatica a percepire la propria i-dentità. Oggi il progetto unita-

rio può esistere se la Ue è capace di riconoscere i va-lori condivisi». Gli stessi valori offuscati dalla crisi e-conomica «che ha messo in discussione i parametridel pensiero liberale determinando un vuoto eticooltre che di legittimità politica» e dalla crisi esisten-ziale «di cui la Brexit e le divisioni sui flussi migra-tori sono più un sintomo che una causa». E allora la figura di Schuman, ha concluso il segre-tario generale del Vicariato monsignor Gianrico Ruz-za, «ci pone davanti all’esigenza di continuare a so-gnare nell’Europa, sentendoci edificatori di questocontinente», «recuperando la fiducia nell’altro, per-seguendo il bene comune». «Abbiamo la responsa-bilità di portare avanti una lunga storia fatta di so-lidarietà e partecipazione democratica, che germo-glia sulle radici giudaico– cristiane dell’Europa».

Christian Giorgio

Al Giovanni Paolo II la cattedra «Gaudium et Spes» Il Papa: in prima linea di fronte alle sfide pastorali

naugurata giovedì mattina al PontificioIstituto teologico Giovanni Paolo II per leScienze del matrimonio e della famiglia

la cattedra “Gaudium et spes”, che siaggiunge alla già esistente cattedra KarolWojtyla. A svolgere la lectio magistralis, ilgesuita John O’ Malley, storico del ConcilioVaticano II, che è stato presentato dalcoordinatore della nuova cattedra, donGilfredo Marengo. Il gran cancelliere delGiovanni Paolo II, l’arcivescovo VincenzoPaglia, ha letto il messaggio inviato perl’occasione da Papa Francesco. La Gaudiumet spes, scrive il Papa, ha fatto uscire la Chiesa«dalle secche che per molti anni l’avevanorichiusa in se stessa per riprendere conentusiasmo il cammino missionario»; oggi«la prima linea» di impegno riguarda i temidel matrimonio e della famiglia, conrinnovati rapporti tra uomo e donna. Nelleparole di Francesco, il ricordo di san

Giovanni Paolo II, fondatore dell’Istitutoattualmente guidato dal preside monsignorPierangelo Sequeri; «molta parte del suomagistero affonda le radici proprio in questodocumento». Quindi l’indicazione delle«nuove sfide pastorali a cui la comunitàcristiana è chiamata a rispondere»,annunciando alla società intera «lastraordinaria rilevanza antropologica esociale che oggi assume l’alleanza dell’uomoe della donna in ordine all’apertura di unnuovo orizzonte per la convivenza umananel suo complesso». La cattedra, scriveancora il Papa, «si colloca benenell’orizzonte della vostra peculiaremissione accademica rivolta al matrimonioe alla famiglia. L’impegno di «riflessione e diformazione legato a questa nuova cattedrarappresenta una conquista e una promessaper il vostro Istituto e potrà andare abeneficio di tutta la Chiesa e anche della

società civile». Tanto più oggi, in unmomento storico in cui è «particolarmenteimportante generare luoghi di incontro edialogo – anche di alto profilo intellettuale –nei quali sperimentare quanto la comunitàecclesiale sia capace di dare carne e sanguealle parole con cui il Vaticano II ha volutoesprimere il suo sguardo agli uomini delproprio tempo». Tra le prime iniziative dellanuova cattedra ci sono un diploma e unmaster in Scienze del Matrimonio e dellafamiglia in modalità on line incollaborazione con l’Università Cattolica diMurcia (Ucam, Spagna). Formula chepermetterà l’accesso al corso anche astudenti delle altre sedi, dall’Africa all’India.Sempre in sinergia con la Ucam sarannocreati un Osservatorio mondiale sullafamiglia e la biblioteca digitale Amoris laetitiaper favorire la recezione degli insegnamentiecclesiali e il loro approfondimento.

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Freddo e senza dimora«Manca piano organico»

Roma si installano letendopoli, non per leconseguenze di un terremoto

o per accogliere dei profughi in fuga dauna guerra. A Roma il 20 gennaio siinstallano delle tendopoli per non fardormire al “freddo” un numeroperaltro esiguo di senza dimora». Ildirettore della Caritas di Roma,monsignor Enrico Feroci, commentacosì il «piano» del Comune, che «hariproposto una misura di emergenzacome avveniva negli anni ‘90: senzaprogrammazione, senza coinvolgere lerealtà che operano ogni giorno a fiancodi chi vive in strada e, soprattutto,senza il minimo rispetto di chi dormesotto colonnati e ponti proponendogliil “caldo” di una tenda». Il riferimentoè alla decisione dell’amministrazionedi Roma Capitale di installare unatendopoli da 30 posti, affidata allaCroce Rossa, nel X municipio, a Ostia.Non sarebbe l’unica. Anche altriMunicipi starebbero cercando lacollaborazione di associazioni peravviare interventi analoghi. Tutto ciòdopo che «nel mese di dicembre sonodecedute cinque persone in strada nellatotale indifferenza delle istituzioni esenza che nessuno abbia chiestoperdono per queste morti».«Ringraziando i volontari della CroceRossa che ancora una volta non fannomancare il loro prezioso contributo peril sostegno alle persone senza dimora –dice monsignor Feroci –, come Caritasriteniamo che questo tipo diaccoglienza non sia dignitosa. Si trattadi un considerevole passo indietrorispetto alle soluzioni emerse neglianni precedenti che, seppure nonstrutturali, riguardavano alloggi piùconfortevoli per un numero molto piùampio di persone». Parole condivisedalla stessa Croce Rossa romana, perbocca del presidente Debora Diodati,che segnala anche da parte sual’assenza di progettualità del Comuneper i senza fissa dimora.«Condividiamo le preoccupazioni dimonsignor Feroci – spiega in una nota–. Infatti da anni diciamo che le tendenon sono mai una soluzione. Il sistemadi protezione delle persone più fragili ècarente su Roma non da oggi ma da

anni». Croce Rossa assiste in città isenza dimora anche in altre zone conmodalità differenti. Unità di strada sirecano nei punti più popolati, mentreun camper con a bordo alcuni mediciva nelle principali stazioni per offrireassistenza sanitaria. Una struttura nelPrimo Municipio, a Trastevere, ospita25 persone. Lì vengono offerti servizisanitari, di mensa e di orientamento allavoro. «Mentre a Ostia le tende sonostate la soluzione emergenzialequest’anno, l’anno scorso e due annifa». L’assenza di un «piano organico»per offrire riparo a chi non ha unlavoro né una casa viene segnalata siadalla Caritas sia dalla Croce Rossa, maanche dalla Comunità di Sant’Egidio,

che per il secondo anno ha aperto leporte della chiesa di San Callisto perl’accoglienza delle persone che vivonoper strada. «Non sono un numeroimpossibile da gestire. Purtroppo leistituzioni non riescono a coprirequesta domanda. Il “piano freddo” vafatto già in estate. Deve prevedereun’offerta di strutture, che possanodare riparo, da trovare sia a livellocomunale sia demaniale – spieganodalla Comunità –. Non è possibile chei due terzi di senza dimora nonricevano alcun sostegno». MonsignorFeroci ricorda che già a maggio delloscorso anno la Caritas chiese laconvocazione di un tavolo di lavoroper preparare la città all’inverno

Il Comune installa tendopoliper l’emergenza. Le critichedall’associazionismoCaritas: «Un passo indietro

Senza programmazionee senza coinvolgere le realtàche operano ogni giorno a fianco di chi vive in strada»

Finanziamentiregionaliper gli oratoriLe modalitàper richiederli

Anche per il 2018 c’è lapossibilità di accedere aifinanziamenti per leattività di oratorio e perl’offerta di servizi rivoltiall’infanzia. Parrocchie, oratori, entireligiosi devono inoltrare domanda e larelativa documentazione alla Regione.L’indirizzo è: Regione Lazio – DirezioneRegionale Aff. Istituzionali, Personale eSist. Informativi – Area Attività Istituzionali– Via Rosa Raimondi Garibaldi n° 7 –00145– Roma. Nella domanda perl’assegnazione del finanziamento – anchesulla busta – deve essere specificatol’ambito di riferimento: a) Riconoscimentodella funzione sociale ed educativa deglioratori (sul modulo: “Domanda perl’assegnazione del finanziamento ai sensidella L. Reg. 13/2001 – Art. 3, comma 1“Attività di oratorio e similiari”); b)Promozione di un programma di

interventi strutturali finalizzati alpotenziamento dell’offerta di servizi perl’infanzia a sostegno delle famiglie (sulmodulo: “Domanda per l’assegnazione delfinanziamento ai sensi della L. Reg. n.13/2001 – art. 2, comma 1 bis, “Offerta diservizi per l’infanzia a sostegno dellefamiglie”). La domanda deve essereinoltrata, a pena di inammissibilità, entroil 28 febbraio (www.Regione.Lazio.it, voce“oratorio”). Informazioni o copia deimoduli anche in Vicariato (Mario Mareri,06.69886253, dal lunedì al venerdì dalleore 9.30 alle 13). Le domande si possonoconsegnare anche in Vicariato, pressol’ufficio al quarto piano stanza 14, fino al26 febbraio.

l’Europa

successivo, «ma nulla è stato pensato efatto». La Caritas ospita numerosi senzafissa dimora nelle diverse strutture,dall’ostello in via Marsala a quella diSanta Giacinta, e poi negliappartamenti autogestiti. L’aiutocontinua con le unità di strada che, susegnalazione, incontrano coloro chevivono per strada, ai quali portano unacoperta termica e le loro attenzioni. Manon basta. Serve «un piano organicoper affrontare il problema della povertàestrema in modo multidimensionale»,spiega il direttore della Caritas. Mal’amministrazione capitolina «stadimostrando di avere molte difficoltànel definirlo».

Filippo Passantino

DI PATRIZIA CAIFFA

Sono stati i rifugiati i protagonisti del-l’incontro che si è svolto giovedì pome-riggio nella chiesa del Gesù, con il car-

dinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Pe-rugia e presidente della Cei, per iniziativa delCentro Astalli. Le loro storie hanno toccatoil cuore del cardinale, che li ha ascoltati conattenzione e poi li ha abbracciati ad uno aduno. Dopo il suo intervento hanno preso laparola 20 rifugiati di altrettante nazioni, in-vocando il dono della pace. Infine hanno pre-gato insieme il Dio della pace. Erano presenti

centinaia di rifugiati, volontari e gesuiti.Padre Camillo Ripamonti, presidente delCentro Astalli, ha ricordato che «le storie deirifugiati ci aiutano a fare memoria dei fanta-smi del nostro passato per non ricadere piùin quei tragici errori che ci hanno portato anegare l’uguaglianza e la dignità di ogni es-sere umano, banalizzando il male». «Con illoro presente spesso segnato da difficoltà, irifugiati – ha aggiunto – ci ricordano alcunepriorità delle politiche sociali che riguarda-no tutti, quali il lavoro, la casa e la salute, eche negli ultimi anni non ci hanno visti im-pegnati come avremmo dovuto».«Avete fatto sacrifici immensi per raggiunge-re l’Europa – ha detto il cardinale Bassetti –e forse questi sacrifici sono dovuti in parte an-che alle nostre paure. Paure che tengono lon-tano l’altro, che fanno diventare diffidenti,che generano scarti. Quante vittime delle no-stre paure! Voglio portarvi la solidarietà e l’af-

fetto dei vescovi e della Chiesa italiana», hasottolineato, fortemente colpito da quattro te-stimonianze di rifugiati.Jawad dall’Afghanistan, Soheila dall’Iran, O-sman dalla Somalia, Soumaila dal Mali.Jawad è di etnia hazara, una minoranza per-seguitata da più di 100 anni. Per lui il viag-gio tra le mani dei trafficanti è stato duro,passando per il Pakistan senza cibo e acquaa sufficienza, camminando sulle montagne,di notte, tra le mine antiuomo. In Iran ha vis-suto 18 anni studiando e lavorando. AncheSoheila, 30 anni, è fuggita dall’Iran. È lau-reata in arte, dipinge quadri e lavora come gra-fica in una cooperativa. Osman, 26 anni, èscappato dal Al Shabab, il gruppo integrali-sta somalo, quando aveva 18 anni. «Sono for-tunato perché oggi in Somalia i terroristi so-no ovunque, si fanno saltare in aria». Sou-maila, 29 anni, lavorava come responsabiledella comunicazione in un partito dell’op-

posizione. Volevano arrestarlo dopo aver de-nunciato i crimini del governo. È fuggito inAlgeria, poi è finito nelle prigioni libiche, siè imbarcato con altri 120 su un gommone chedopo un’ora è affondato: «Ho visto annega-re tante persone, ci siamo salvati in 30».«Aver ascoltato questi racconti è una espe-rienza profonda di umanità – ha affermatoBassetti –. I vostri racconti sono brandelli dicarne viva, che mi hanno fatto venire in men-te la Pentecoste. Perché dividere gli affetti èla cosa più difficile che possa capitare a unacreatura». «Non abbiate paura: è un fratello»,è l’atteggiamento che devono avere i cattoli-ci nei confronti di migranti e rifugiati secon-do il cardinale Bassetti, come ha precisato aigiornalisti al termine dell’incontro. «Io ho u-na grande missione: liberare la gente dallapaura del diverso – ha sottolineato –. La pau-ra ci porta a situazioni imprevedibili, para-lizza, fa perdere la speranza».

S

Centro Astalli, storie di rifugiati «brandelli di carne viva»Il cardinale Bassetti, presidenteCei, nella struttura dei gesuiti«Ho una missione: liberarela gente dalla paura del diverso»

L’allestimento della tendopoli di Ostia da parte della Croce Rossa Ardura (foto Gennari)

Bassetti nella Chiesa del Gesù (Sir)

4 Domenica28 gennaio 2018

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Suore in strada«Così aiutiamole "schiave"di via Togliatti»

Due religiose, con i volontari, in una delle vieprincipali del mercato del sesso. L’aiuto «per laguarigione interiore» e per il reinserimento

DI FILIPPO PASSANTINO

e luci delle auto riflesse sulle loroscarpe ne indicano la presenza, in viaPalmiro Togliatti. Una ragazza

nigeriana accenna un passo di danza perfarsi notare, mentre alle sue spalle si stagliala sagoma di un uomo coperta dal buiodella sera. Un’altra giovane rumena èrannicchiata accanto a un muretto perproteggersi dal freddo e dalla fatica. A pochipassi, i cancelli ancora aperti dellaparrocchia di San Bernardo da Chiaravalle.Il mercato del sesso batte il tempo di unacatena di montaggio nella periferia romana.Cespugli e parcheggi sono i luoghi delconsumo. Bastano i minuti necessari perun’inversione di marcia e non ritrovi piùquei volti incrociati poco prima. Volti didonne, tra i 20 e i 30 anni, giunte dall’Africao dall’Est Europa, finite nelle trame deglisfruttatori che lucrano sui loro guadagni.L’orologio indica le 22.30 e la vettura delleApostole del Sacro Cuore di Gesù è sulposto. Con suor Carla Venditti e suor LuciaSoccio, altri quattro volontari. Da poco piùdi un anno incontrano le ragazze che siprostituiscono nelle periferie romane.Portano per loro una bevanda calda, ungiubbotto e un messaggio di speranza:«Non temere, non sei sola, ti darò coraggio».Parole impresse nei bigliettini che restanotra le mani delle ragazze. Alcune si fermanoa parlare con le suore, altre si defilano.«Cerchiamo di lasciare l’amore gratuito chericeviamo – spiegano –. Preghiamo ecantiamo in inglese con chi lo vuole».Quando una donna esprime il desiderio dilasciare la strada, le mani delle due religiosesono tese a raccoglierlo. Le porte della lorocasa in una località dell’Abruzzo si aprono.

LFinora hanno aiutato 15 giovani che hannodeciso di abbandonare il marciapiede.Come Sarah, 23 anni, nigeriana, che si eranascosta nei pressi di una chiesa evangelica,in via Prenestina. Stanca delle violenze,desiderava per la propria vita una svolta. Hachiesto aiuto e la sua voce è stata ascoltatadalle due suore. Per lei un passato giàsegnato dai maltrattamenti nel percorso che,dalla Nigeria, l’ha condotta in Italia. Ilmezzo? Un barcone. Con lei, un centinaiodi persone, in un viaggio scosso da fratture ebruciature sul suo corpo, poi messo all’astasulle strade romane. «Quando è venuta danoi non aveva nulla – raccontano suor Carlae suor Lucia –. Ha compiuto un percorso difede. Lei è pentecostale ma viene a pregarecon noi. Oggi ha un lavoro e ha imparato a

suonare il pianoforte. La sua vita è davverocambiata». C’è chi riesce a recidere il legamecon gli sfruttatori e chi no. Non ce l’ha fattaJessica, 26 anni, anche lei nigeriana. Sullesue gambe i segni delle bruciature impressedagli organi meccanici del barcone a bordodel quale è giunta in Sicilia. Suor Carla lecopre con una pomata. Jessica le èriconoscente, ma i suoi passi noncambiano. Torna sul marciapiede adaspettare il prossimo cliente. «Questeragazze hanno bisogno di qualcuno che letratti come persone e non come animali»,spiega suor Lucia. «Il nostro scopo è cheguariscano interiormente – aggiunge suorCarla –. Noi offriamo a queste ragazze lapossibilità di compiere un percorso, altermine del quale potere ottenere un lavoro,

Suor Bonetti: sostenere il reinserimentoltre il 93% dei minori migrantinon accompagnati entrati inItalia nel 2017 sono uomini;

quanto alla lista delle loro provenienze,8 su 10 sono Paesi africani, primo ilGambia. Mentre provengono dallaNigeria quasi il 90% delle ragazzearrivate in Italia. I dati sono emersi inun incontro promosso dal Centromissionario e dall’Ufficio Migrantesdella diocesi di Roma, a cui hapartecipato suor Eugenia Bonetti, giàresponsabile dell’Ufficio Tratta donne eminori dell’Usmi. «Le ragazze arrivanoaffascinate dal sogno italiano – haillustrato – mentre trovano losfruttamento della prostituzione, una

O schiavitù a tutti gli effetti». La religiosadelle Missionarie della Consolata, che èanche presidente della onlus Slaves noMore, ha sottolineato come le giovani«vivano sulle nostre strade situazionidisgustose ed umilianti» quando invecein Africa «la donna è considerata ilfulcro della famiglia: con una bellaimmagine dicono sia il palo centraleche sorregge l’intera capanna». SuorBonetti ha riferito dell’assistenza checon altre 60 consorelle, di 27congregazioni e 28 Paesi, offre dal 2003a donne immigrate senza permesso disoggiorno presso il Cie di Ponte Galeria:«Come Maria ai piedi della croce nonpossiamo fare molto, ma ci siamo:

condividiamo la sofferenza, donandoun po’ di speranza». Ad oggi sono 6milale donne riabilitate tramite rimpatrivolontari assistiti o permanenza nellecase delle religiose e in questa direzionesi intende proseguire: «Vogliamosostenere la reintegrazione socio–lavorativa con progetti personalizzati, inItalia e nei Paesi di provenienza», haconcluso suor Eugenia che ha invitato a«non far passare inosservata la festa disanta Bakhita». La memoria liturgicadella religiosa sudanese rapita ricorre l’8febbraio; in questa data, dal 2015, sicelebra la Giornata mondiale dipreghiera e di riflessione contro la trattadegli esseri umani. (Mic. Alt.)

inizierà il suo percorso attraverso laCapitale. «Chi soffre di disturbidell’alimentazione porta con sé unpeso molto grande – ha spiegato ilportavoce dell’Ospedale, Fabio Perugia–. In giro ci sono ancora molte personeche devono trovare la forza disconfiggere il “mostro”». L’attrice NadiaAccetti è una di quelle donne che cel’ha fatta e ha sconfitto il «male divivere tremendo» della bulimia. Peraiutare ragazze che ancora lottano conlo stesso dramma, ha fondatoDonnaDonna onlus. In conferenzastampa ha rievocato il suo dolorosopassato: una violenza subita a 16 anni.Un tentativo di suicidio. Dieci anni disofferenza profonda e di disturbialimentari da cui è uscita. «I disturbialimentari sono un cancro dell’anima –ha spiegato –. È un mondo complesso:guarire è possibile ma è ancora piùpossibile prevenire. L’accoglienza e il

na rosa rossa. È il simbolo dellabattaglia contro i disturbi del

comportamento alimentare portataavanti dall’associazione DonnaDonnaonlus, che campeggia su tutte le fotodel calendario realizzato per lacampagna di sensibilizzazione “Stopanoressia & bulimia. Uniti per la salutedel corpo e dell’anima”. Un’iniziativache dura ormai da qualche anno e cheper il 2018 si è “sdoppiata”: accantoalla consueta edizione del calendario,dal taglio multiculturale, la campagnane ha prodotto un altro, realizzato incollaborazione con la Comunitàebraica di Roma, presentato martedìnella sede dell’Ospedale israelitico.Non solo: l’iniziativa, realizzata incollaborazione con i ministeri dellaSalute e dell’Istruzione, l’arma deiCarabinieri, la Marina e la Polizia diStato, prevede anche una mostrafotografica itinerante, che presto

U sorriso sono necessari». Il presidentedel CdA dell’Ospedale Israelitico BrunoSed ha ricordato il più alto dei principidell’ebraismo, menzionato nel Talmud:“Chi salva una vita, salva il mondointero”. «Se con questo calendarioriusciremo a salvare la vita anche diuna sola persona, avremo fattoqualcosa di buono», ha affermato.Intervenuta in conclusione lapresidente della Comunità ebraicaromana Ruth Dureghello. «I disturbialimentari sono un problema che hovissuto in casa – ha detto –: una piagaattuale che riguarda soprattutto ledonne. Solo con l’amore si puòcombatterli. E solo insieme. Siamo statientusiasti di poter dare il nostrocontributo. L’ospedale è statopromotore di questo: ci occupiamo disanità in questa struttura ormai da piùdi cento anni. È un calendario pieno divita». (L. Marc.)

FuoriDellaPorta proponeun corso per i professori

i chiama «Tuttinclasse» ed è pensato per idocenti delle scuole secondarie di primo edi secondo grado: è la nuova proposta

dell’associazione FuoriDellaPorta, il 12 e il 19febbraio nella sede di via Bobbio, 1 (metro Redi Roma). «Il nostro seminario – spiega donGiovanni Carpentieri, assistente ecclesiasticodell’associazione – desidera solo fornire“l’armamentario” adeguato per fronteggiaresituazioni di questi tipo che accadonoquotidianamente a scuola: è un dato di fatto!La nostra agile esperienza formativa intendeperseguire lo scopo di dotarsi di dinamichemetodologiche ed interattive da utilizzaredirettamente e da subito in classe non solo perscoprire ombre (e talvolta pure “zone oscure”),ma anche per avvalersi di una rete operativa chesi mette a loro disposizione». FuoriDellaPorta,infatti, da anni opera nell’ambito del disagiogiovanile, ed è presente con un percorso stabiledi intervento nei luoghi di aggregazione deiragazzi. Info: www.fuoridellaporta.it.

SDonnaDonna onlus, «stop ad anoressia e bulimia»

l’incontro

riformarsi una coscienza». Una missioneche, nelle scorse settimane, ha toccato ancheviale Marconi, grazie alla collaborazionecon un coordinamento di volontari. E nonsono rare le occasioni di pericolo. «Nonabbiamo paura. Alcune sere dopo che laprima ragazza è venuta via con noi, un’altradi loro mi ha passato un uomo al telefonoche la reclamava – racconta suor Carla –.Ho risposto di fare denuncia alla polizia senon la trovava più». Un appuntamentoimportante sulla sua agenda è fissato per il12 febbraio. Suor Carla è stata invitata inVaticano, assieme a due ragazze che hannoabbandonato la strada grazie alla propostadelle suore, dall’Usmi, l’Unione superioremaggiori italiani, per un incontro con PapaFrancesco.

DI LUCA MARCOLIVIO

on un documento che esorta acambiare stile di vita ma unvero e proprio invito alla

«conversione». Per l’arcivescovo diBologna Matteo Zuppi è questol’obiettivo profondo di Evangeliigaudium, la prima esortazioneapostolica di Papa Francesco, di cuiha parlato lunedì sera, tornando aSan Salvatore in Lauro per unaconferenza, nel cuore del settore

Centro della diocesi che ha guidatocome vescovo ausiliare per 3 anni emezzo, dal 2012 al 2015. “Evangeliigaudium, un cammino aperto cherinnova il volto delle nostrecomunità” il tema della serata, che haaperto un ciclo di conferenzepromosse dal santuario di SanSalvatore in Lauro. Zuppi haindividuato nell’Evangelii gaudium un«manifesto quadro di orientamentodi tutta la visione di Papa Francesco».Un documento che, a distanza diquattro anni, «ha ancora tanto da direperché ancora non lo abbiamo messoin pratica». Questa esortazioneapostolica, ha aggiunto Zuppi, «non èun programma ma è il programma»del pontificato di Bergoglio, il vero«dono» che il pontefice argentino hafatto alla Chiesa. Parlando poi della

sua applicazione, l’arcivescovo diBologna ha riferito dei tanti dilemmiriscontrati tra i suoi sacerdoti, che«rivelano la fatica di una Chiesamissionaria, la fatica di mettersi incammino»: “Già faccio tanto, perchédovrei fare di più?”; “Sto già tutto ilgiorno in strada”; “Come faccio auscire?”; “Non ho chi mi fa ilcatechismo, chi mi fa fare Chiesa inuscita?”. Eppure, «Evangelii gaudium èun documento perfettamentecoerente con la prassi pastorale diPapa Francesco, con l’entusiasmo chesuscita in chi è più distante, riuscendoa offrire una semplificazione disguardo e di comprensione». Non èvero, poi, ha argomentato Zuppi, chein questo modo la Chiesa «svenda laverità in cambio di un po’ diconsenso». Dialogare con tutti, ha

sottolineato, non significa«omologarsi» ma «capire con chistiamo parlando». Di fronte a realtàcome quella della Chiesa bologneseche in cinque anni ha visto diminuirei suoi presbiteri di 58 unità (66deceduti e appena 8 ordinati),diventa facile comprendere che «ilproblema non è solo funzionalisticoo di riorganizzazione»: la cosa piùurgente è che la Chiesa esca da«un’idea clericale. Siamo soloall’inizio di questo cambiamento», harimarcato il presule. Infine hamenzionato quanto detto daFrancesco lo scorso 1° ottobredurante la visita pastorale alla suadiocesi. Per rispondere al«consumismo culturale» che ammaliala modernità, ci sono due alternative:quella di Ulisse che, per non cedere al

canto delle sirene, «si legò all’alberodella nave e turò gli orecchi deicompagni di viaggio»; quella di Orfeoche, per contrastare quel canto dellesirene, «intonò una melodia piùbella, che incantò le sirene». Altraindicazione concreta perl’applicazione dei principi di Evangeliigaudium è stata offerta dal Papa inun’altra visita pastorale, quella aFirenze, in occasione del Convegnoecclesiale italiano (10 novembre2015), quando ha suggerito tre strade:l’umiltà, il disinteresse e labeatitudine. Tutti spunti che, aquattro anni di distanza dallapubblicazione dell’esortazioneapostolica, ha concluso Zuppi,rivelano la «bellezza del programmadi Papa Francesco: vivere la gioia delVangelo e comunicarla agli altri».

N

L’arcivescovo di Bologna a San Salvatore in Lauro«È “il” programma delpontificato di Bergoglio»

Per Zuppi la «Evangelii gaudium» è un «invito alla conversione»

Ruth Dureghello e Nadia Accetti

5Domenica28 gennaio 2018

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Celebrazioni per don Andrea Santoro - Monterisi a Santa Maria in Portico - Ruzza alla festa di san BiagioDat e fine vita, Boscia e Mirabelli a Santa Giovanna Antida - Serata con Erri De Luca a San Fulgenzio

luttoMORTO PADRE SERGIO CASCIOLI. Èmorto lunedì padre Sergio Cascioli,nella casa San Giuseppe al Trionfale.Guanelliano, aveva 88 anni.

celebrazioniIL CARDINALE MONTERISI A SANTAMARIA IN PORTICO. Il cardinaleFrancesco Monterisi presiederà aCampitelli la festa di venerdì 2febbraio ore 18.30, memoria dellaprotezione di Santa Maria in Porticosulla città di Roma. La parrocchia il 2febbraio ricorderà con tutta la Chiesala festività liturgica della Presentazioneal Tempio ma la nota mariana diquesta memoria è legata alringraziamento che la comunità diRoma riserva a Maria per per i beneficiconcessi nei secoli alla città.L’immagine di Santa Maria in Porticomeritò il titolo di «Romanae PortusSecuritatis», e particolare protrettricedell’Urbe nei momenti difficili. Inquesta occasione il Campidoglio èpresente con voti di ringraziamento eanche quest’anno l’Amministrazionecapitolina offrirà alla Madonna iltradizionale omaggio floreale.

FESTA DI SAN BIAGIO AL DIVINO AMOREIN CAMPO MARZIO. Nella chiesa delDivino Amore in Campo Marzio(vicolo del Divino Amore 12),dedicata anche al martire San Biagio,nelle celebrazioni di sabato 3 febbraioci sarà la tradizionale benedizionedella gola. Le Messe avranno i seguentiorari: 8, 11, 16 e 18. La Messa delle 16sarà presieduta da monsignor GianricoRuzza, vescovo ausiliare per il settoreCentro e segretario generale delVicariato.

LA DIOCESI RICORDA DON ANDREASANTORO. Nel dodicesimo anniversariodel suo sacrificio, la diocesi di Romaricorda don Andrea Santoro con unacelebrazione eucaristica che si terràlunedì 5 febbraio alle 19 nella basilicadi Santa Croce in Gerusalemme. LaMessa sarà presieduta dal vescovoDaniele Libanori. La sera precedente ilvescovo ausiliare Paolo Lojudiceguiderà alle 21 la veglia di preghieranella parrocchia dei Santi Fabiano eVenanzio. Domenica 11 alle 16l’incontro con il direttore della Caritasdiocesana, monsignor Enrico Feroci,nella parrocchia Gesù di Nazareth (viaIgino Giordani, 5) su «Essere Chiesasecondo don Andrea».

incontriA VILLA GLORI IL SEMINARIO «SALUTEGLOBALE E MIGRAZIONI». Martedì 30gennaio, dalle 9 alle 13, nel teatro diVilla Glori (via Venezuela, 27) sisvolgerà il seminario «Salute globale emigrazioni» promosso dalla Caritasdiocesana in collaborazione con laFondazione Idente di studi e ricerche.L’iniziativa, aperta a tutti, è inseritanell’ambito della sesta edizionedell’executive master in Salute globalee migrazioni del quale si svolgerà ilprimo modulo dal 29 gennaio al 2febbraio. Il programma dell’incontroprevede due sessioni: «Salute globale,determinanti sociali e disuguaglianze:significato ed esperienze» e «Politichedell’immigrazione in Italia: attualità eprospettive». Per info: telefono06.69.886.424/425.

DAT E FINE VITA, BOSCIA E MIRABELLI ASANTA GIOVANNA ANTIDA. Il presidentedell’Associazione medici cattoliciFilippo Maria Boscia e il presidenteemerito della Corte CostituzionaleCesare Mirabelli parleranno sabato 3febbraio a Santa Giovanna AntidaThouret (via Roberto Ferruzzi 110) difine vita e di Dat (Dichiarazionianticipate di trattamento). ModeraPaolo Maria Floris, già presidente delForum delle famiglie del Lazio.

ERRI DE LUCA A SAN FULGENZIO «CON ILPASSO DEL VIANDANTE». «6 km all’ora»è l’andatura di un passo d’uomo su unterreno piano. Il viaggio è infatti perErri De Luca un titolo riservato alcammino. Il cammino di unemigrante, il cammino di unpellegrino, il cammino di unvagabondo, il cammino di uncontrabbandiere che scavalca lefrontiere. Tutti gli altri sistemi ditrasporto li chiama spostamenti,perché cercano solo la linea retta tradue punti, da percorrere il piùvelocemente possibile, senza mettere afuoco quello che c’è tra una partenza eun arrivo. Il viaggio è, al contrario,l’insieme di quello che si attraversa. Loscrittore Erri De Luca sarà ospite,domenica 4 febbraio alle 20.45, nellaparrocchia San Fulgenzio (via dellaBalduina, 296). L’incontro «Con ilpasso del viandante» è organizatodalle famiglie in rete di Casa Betania.De Luca è autore di testi di narrativa,teatro e poesia tradotti in oltre 30lingue. Autodidatta in swahili, russo,yiddish e ebraico antico, ha tradottocon metodo letterale alcune partidell’Antico Testamento.

DON ROMANO PENNA MEDITA SANPAOLO AI CORINZI. Proseguono gliincontri di riflessione biblica guidatidal biblista don Romano Penna allaLibreria Paoline MultimediaInternational di via del Mascherino94. Lunedì 5 febbraio alle 18.30incontro su «La sapienza rivelata nellastoltezza» (1Corinzi 1,18–25).

formazioneUNIEUROPEA, MASTER IN MANAGEMENTDEL TURISMO. Martedì 30 gennaio, alle9.30, all’Università Europea di Roma(via degli Aldobrandeschi 190),inizierà la VI edizione del Master inManagement delle organizzazionituristiche. La lezione inaugurale saràtenuta da Marco Misischia,imprenditore turistico e presidentedella Cna Turismo Lazio(Confederazione nazionaledell’artigianato e della piccola e mediaimpresa), sul tema «Gli scenari e itrend del turismo nazionale einternazionale». L’incontro sarà apertoda un saluto del rettore dell’UniversitàEuropea di Roma, padre PedroBarrajón. Il Master offre le competenzenecessarie per inserirsi nelleorganizzazioni della filiera turistica(tour operator, alberghi, eventi, webagency) e per ricoprire posizionimanageriali. Fornisce le competenzepropedeutiche all’esercizio delletradizionali professioni turistiche(direttore tecnico di agenzia diviaggio, accompagnatore turistico).Sono previsti quattro mesi diformazione in aula e quattro mesi distage, che permetteranno di applicarele conoscenze acquisite e facilitarel’ingresso nel mondo del lavoro. Permaggiori informazioni e iscrizioni:06.665431.

solidarietàIL CORO «VIRGO FIDELIS»IN CONCERTOPER CARITAS. Oggi, alle 17.30, nellaparrocchia di San Fedele daSismaringa (via Mesula, 4) si terrà ilconcerto benefico del coro «VirgoFidelis» del Comando generale deiCarabinieri di Roma. Per l’occasione siraccoglieranno fondi a sostegno dellaCaritas diocesana per l’acquisto diun’autovettura attrezzata a trasportodisabili da utilizzare alla Cittadelladella carità. Il Coro Virgo Fidelis ènato nel 1996 ed è composto da circa50 cantori. Prende il nome dallaMadonna Patrona dell’Arma deiCarabinieri.

culturaSANTA MARIA AUSILIATRICE,PRESENTATO L’OSSERVATORIO PER IDIRITTI DEI MINORI. Venerdì sera, nellaparrocchia di Santa Maria Ausiliatrice,si è tenuto un incontro dipresentazione dell’Osservatorio per idiritti dei minori, alla luce del sistemapreventivo di Don Bosco, fondatoredei salesiani, ai quali è affidata laparrocchia di via Tuscolana. Si trattadell’avvio di un percorso che faràincontrare genitori, educatori,animatori e insegnanti degli istitutiscolastici del territorio.

A BORGO RAGAZZI LA PRESENTAZIONE DI«PISCHELLI IN PARADISO».Il 31 gennaio,alle ore 16, presso il Borgo Ragazzidon Bosco in via Prenestina 468, saràpresentato il volume «Pischelli inparadiso, storie di ragazzi del Centroaccoglienza don Bosco» a cura di LucaKocci. Il libro racconta i 25 anni distoria del centro minorile attraverso17 storie di vita di giovani che hannogravitato attorno al centro. Le primecinque storie sono tratte dal libro didon Alfonso Alfano, «Pischelli inparadiso», fondatore del centro nellontano 1992 e venuto a mancare loscorso anno. Le restanti sono raccontiche fanno parte della storia recente delcentro accoglienza. Il volume è statoscritto a più mani, ciascuna storia èstata affidata ad un diverso operatore,volontario o ragazzo che a vario titolohanno preso parte alle attività delcentro minorile. Alla presentazionesaranno presenti don StefanoAspettati, direttore del Borgo Ragazzidon Bosco; Alessandro Iannini,responsabile del Centro accoglienzaminori; Luca Kocci, curatore delvolume. Saranno inoltre presentialcuni dei ragazzi e degli operatoriprotagonisti del libro. A moderarel’incontro sarà Daniela de Robert,giornalista Rai e membro dell’AutoritàGarante dei detenuti e delle personeprivate della libertà personale. Inoccasione della festa di San GiovanniBosco alle ore 18 sarà celebrata laMessa. Il Centro accoglienza minoridel Borgo Ragazzi don Bosco è unservizio polifunzionale diurno perminori italiani e stranieri provenientidall’area della dispersione scolastica osoggetti a provvedimenti penali conmisure alternative al carcere. È situatoall’interno del Borgo don Bosco di viaPrenestina 468, nella zona est dellaCapitale. Accoglie ogni anno circa 100giovani in condizione di fragilitàsociale ed economica.

Carcinosi peritonealele nuove prospettive

a carcinosi peritoneale è uno stadio avanzatodi malattia neoplastica in cui cellule tumoralimaligne di origine gastrointestinale,

ginecologica, e raramente primitiva del peritoneo,metastatizzano nella cavità peritoneale, cioè inquello spazio virtuale all’interno del quale sonocollocati la maggior parte degli organiintraddominali. Tale condizione è tutt’altro cherara, riscontrandosi nel 15–20% dei tumori colon–rettali, nel 50% di quelli gastrici e nel 90% diquelli ovarici ed è stata per molto tempoconsiderata una condizione terminale, trattabilesolo con terapie palliative di tipo prevalentementefarmacologico.Oggi, invece, grazie alla disponibilità di terapieantitumorali di nuova generazione come i farmacia bersaglio molecolare e al perfezionamento delletecniche chirurgiche e allo sviluppo di tecnologieinnovative, la carcinosi peritoneale ha unaprognosi migliore con possibilità, in casiselezionati, di una guarigione definitiva.La peritonectomia è la tecnica chirurgica checonsente di asportare tutta la malattiamacroscopica visibile (CRS) associata ad unlavaggio intraddominale chemioterapico ad altatemperatura (Hipec) allo scopo di trattare anche lamalattia residua peritoneale microscopica nonvisibile. Un ulteriore passo in avanti è stato fattocon la Pipac (Pressurized intraperitoneal aerosolchemotherapy), una nuova metodica di recenteintroduzione che è stata sviluppata per iltrattamento della carcinosi peritoneale nei pazientisui quali non si può intervenire con la chirurgiacitoriduttiva.Questa tecnica permette di somministrare ilfarmaco tramite aerosol, attraverso un accesso ditipo laparoscopico (con una o due piccoleincisioni della parete addominale), l’esecuzione dibiopsie per uno studio istologico e l’aspirazionedel liquido ascitico qualora presente. L’obiettivodella Pipac è quello di controllare l’ulteriorediffusione della carcinosi, evitare il riformarsidell’ascite, e, nei casi con migliore risposta, dipreparare il paziente a un intervento chirurgicocitoriduttivo curativo. I vantaggi principali sono laripetibilità della metodica, la scarsa invasività, laridotta incidenza degli effetti collaterali tipici dellachemioterapia sistemica, e la possibilità dimonitorare la risposta alla chemioterapia localenel tempo attraverso le biopsie. In questo contesto alla Fondazione Policlinicouniversitario A. Gemelli è attiva una “task force”multidisciplinare per il trattamento della carcinosiperitoneale, ottenuta attraverso la collaborazionedi varie unità di cura (chirurgia, ginecologiaoncologica, oncologia medica).

Fabio Pacellidirettore area chirurgia addominale

L

Obiettivo Salutea cura del Policlinico Gemelli

"Via Pulchritudinis”alla Fiera di Roma

uattro giorni dedica-ti a pittura, musica,

scultura e architettura sivivranno grazie a “Via Pul-chritudinis. Arte sacra, ac-coglienza professionale eturismo religioso”, expointernazionale a ingressogratuito in programma dal3 al 6 febbraio alla Fiera diRoma. Tra gli eventi inprogramma, il concertodel coro della Cappellamusicale pontificia.

Q

cultura

il logo rinnovato checampeggia sul sito internetil segnale dei 30 anni

dell’Agenzia Sir: il 13 gennaio1989 veniva pubblicato ilprimo numero dell’allorasettimanale d’informazione Sir.«Chi ci segue da tempo – scriveil direttore Vincenzo Corrado –avrà facilmente individuato unaccento di novità che coniuga ilpassato con il presente». Era il15 aprile 1988 e nasceva laSocietà per l’informazionereligiosa. «I primi passiprogrammatici e organizzativi,però, ebbero inizio nel 1987.Uscirono alcuni numeri prova,il primo vennerocambolescamente stampato il29 settembre 1988 ad Anconanel corso di un convegno deisettimanali diocesani per

consentire ai partecipanti unaprima valutazione», continuaCorrado. Trent’anni fa, èl’analisi del direttore, «iniziòun’avventura professionale chevide il Sir anche come snodo diuna comunicazione che dalterritorio arrivava al centro e dalcentro andava al territoriograzie alla rete capillare deisettimanali diocesani coinvolticome soggetti riceventi e,insieme, emittenti. Ebbene –conclude –, possiamo dire conorgoglio che non esiste ancoroggi una reciprocitàcomunicativa così ricca diracconti di vita, così diversa ecosì unita, così capace diconiugare, in modo generativo,pensieri, sensibilità ecompetenze. In una parola cosìsinodale».

È

I trent’anni dell’Agenzia SirComunicazione «sinodale»

DOMANI. Alle ore 9 celebra laMessa nella Sala Clementina inoccasione dell’inaugurazionedell’Anno Giudiziario delTribunale della Rota Romana.

MARTEDÌ 30. Dalle ore 8.30 alle10 riceve i sacerdoti. Alle ore 11 al Consiglio di Statopartecipa alla relazione delpresidente sull’attività dellagiustizia amministrativa per l’annoappena trascorso. Alle ore 18 celebra la Messa nellarettoria dei Santi Luca e Martina alForo Romano in occasione dellafesta di santa Martina.

MERCOLEDÌ 31. Alle ore 9 recital’ora media nella Casa SantaGiacinta in occasione dell’incontrodella Caritas Italiana con la

delegazione regionale CaritasLazio. Alle ore 11.30 celebra la Messa inoccasione della festa di SanGiovanni Bosco alla VisitatoriaSalesiana insieme ai confratelli eagli studenti della PontificiaUniversità Salesiana.

SABATO 3. Alle ore 12 celebra laMessa alla Fraterna Domus inoccasione dell’inaugurazione dellaCasa “Santa Marta”. Alle ore 17.30 celebra la Messanella basilica lateranense inoccasione della Giornata mondialedi preghiera e riflessione contro latratta di persone.

DOMENICA 4. Alle ore 11 celebrala Messa nella parrocchia di SanLeonardo da Porto Maurizio.

L’AGENDADEL VICARIO

libri «I bambini di Moshe», tante storie di piccoli reduci dai lagerEugenio Bennatoil 2 all’Auditorium

a che sud è sud» è iltitolo del nuovo con-

certo teatrale di Eugenio Ben-nato, che affronta temi di for-te attualità, a cominciare daidesideri delle nuove genera-zioni, in una trasposizionemusicale con strumenti e vo-ci provenienti dai vari Sud delmondo.Bennato sarà sul palco dellaSala Sinopoli, all’AuditoriumParco della Musica, venerdì 2febbraio alle 21. Lo spettacolo comprende, ol-tre a brani del repertorio clas-sico, molte nuove canzonitratte dal nuovo cd. Sul pal-co, un gruppo di sei elemen-ti, momenti di recitazione,danza e interventi corali.

D« a prima volta chesentii parlare dellacolonia

mussoliniana diSelvino, nelle vallibergamasche, stavofacendo il serviziomilitare di levaproprio in quelle zone.Qualcuno mi disse chenell’ex stazioneclimatica montana

dopo la fine della guerra erano stati ospitatitanti bambini ebrei sopravvissuti allaShoah. Essendo nipote di un partigianofucilato dai nazisti e figlio di una donnasfuggita alla deportazione, fui incuriosito,così durante una libera uscita presil’autobus e mi recai nei pressi del vecchiopalazzo che trovai sporco e abbandonato.Dopo tanti anni ecco adesso un libroimportante composto da Sergio Luzzatto

sullo spunto di quella straordinaria vicendastorica: I bambini di Moshe (Einaudi, pp. 393,32 euro). Centinaia di piccoli reduci dailager di mezza Europa riuniti e salvati daMoshe Zeiri, ebreo galiziano arruolatosinell’esercito britannico per combattere ilFührer, i quali riprendono fiato e colorenegli stessi luoghi che il Duce aveva pensatocome parchi ricreativi ad uso esclusivo dellefamiglie fasciste. Basterebbe questo perspingerci a leggere il testo. Chiunque loaffronti non può che restare avvinto dallamiriade di storie, anche fotografiche,intrecciate con quella del protagonista, chegià da sola varrebbe la narrazione, in uncostante flusso del tempo e dello spazio: dalcuore di tenebra dell’Europa totalitaria allatregua italiana, in senso leviano, fino alladifficile rinascita in Eretz Israel. ASciesopoli, come si chiamava l’anticoorfanotrofio, i bambini cercavano di curarele profonde ferite che avevano riportato nei

campi: furono pochi anni d’intensitàsconvolgente nel tentativo di ripristino dellaciviltà umana uscita sfregiata proprioattraverso di loro. Che lo sapessero oppureno, questi piccoli eroi furono l’avanguardiadi una risposta vitale allo scempio subitoche era stato di qualità e dimensioneinusitate. Per comprendere lo sfacelointeriore causato dalle violenze inferte aibambini basta leggere i romanzi di AhronAppelfeld, recentemente scomparso e non acaso spesso citato da Luzzatto: l’ultimo deiquali è stato appena pubblicato da Guanda:Giorni luminosi. La possibile cura assumevauna forma verbale già in Lombardiaattraverso l’ebraico, la lingua della vittoria(come sopravvivenza), del tradimento(rispetto allo yiddish, profanata cullamaterna), delle armi, del futuro e dellaredenzione (nella nuova prospettivasionista). Senonché l’arrivo nella Palestinadel mandato britannico, prima della

proclamazione dello Stato di Israele, perquesti profughi fu complicato: non soloperché all’inizio i ragazzi vennero richiusi inaltri campi (prima Cipro, poi Atlit), ma inquanto la vita nei kibbutz rischiava di nonmantenere le annunciate promesse dilibertà. Del resto, sin dall’inizio i reducidovettero combattere contro le sacrosanterivendicazioni arabe, fronteggiando anche isospetti dei sabra, cioè gli ebrei nati inPalestina, molti dei quali non riuscivano adaccettare l’idea che il massacro nazista nonavesse trovato adeguata resistenza da parteloro. Quest’opera di Sergio Luzzatto, al paridelle sue precedenti frutto di un lungolavoro di documentazione sia in archivio siasul territorio, ci conferma che la miglioreletteratura italiana contemporanea è quellache scompagina la divisione dei generi,fuori dagli specialismi, senza rinunciare alrigore e alla vivacità espressiva.

Eraldo Affinati

L

6 Domenica28 gennaio 2018