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RACCONTI DI UN PELLEGRINO RUSSO di un pellegrino russo - 5/62 nome di Dio di spiegarmi che cosa vuol dire questa espressione dell’Apo-stolo: "Pregate senza posa", e come sia possibile

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Racconti di un pellegrino russo

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RACCONTI DI UN PELLEGRINO RUSSO

Se tu non capisci la parola di Dioi diavoli per capiscono quel che tu leggi e tremano.

Racconti di un pellegrino russo

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Prefazione

"Racconti di un pellegrino russo" furono stampati la prima volta a Kazannel 1881; oggi sono gi divenuti il libro pi conosciuto e diffuso della spi-ritualit russa. Tradotti in tedesco dopo la guerra del 1914, hanno avutoda allora unaltra traduzione in tedesco, due traduzioni in francese, tra-duzioni in inglese oggi hanno la traduzione in italiano. La immediatez-za del loro linguaggio parlato, il procedere confuso della narrazione, las-senza di ogni ombra di letteratura e insieme la ricchezza delle scene edelle osservazioni, la ingenuit fresca e saporosa del racconto, la vivacitpopolare, la sincerit della testimonianza di una esperienza rara di vitamistica, la pienezza di gioia che tutto lo pervade e lillumina, fanno diquesto libro un libro forse unico in tutte le lingue del mondo. Si tratta diun libro delizioso che racconta, in quattro relazioni fatte al padre spiri-tuale, i pellegrinaggi di uno strannik attraverso limmensit della steppae la campagna siberiana. certo che il documento pi prezioso e interes-sante della religiosit popolare russa di un tempo che sembra ormai re-moto. Chi scrive, e sembra davvero che parli tanta la freschezza e la vi-vacit del racconto, un paesano della Russia centrale che si consacra-to alla vita ascetica del pellegrinaggio, cos frequente e caratteristica nel-la Russia di allora: tutti i romanzi di Tolstoj, di Dostojeswsky, di Turghe-nev, di Ljeskov conoscono questi tipi di pellegrini. Il vocabolario, la sin-tassi, le immagini sono quelle di un mugik, ma il libro anche se non hapretese letterarie, ritenuto ormai un classico della letteratura. Avventu-re succedono ad avventure, incontri a incontri: in poche pagine il pelle-grino ci d un quadro quasi completo e perfetto anche se un po idealiz-zato della Russia di un secolo fa: briganti e soldati, guardaboschi sper-duti nel deserto delle immense foreste siberiane, scrivani increduli emotteggiatori, ragazze che fuggono alla vigilia del matrimonio, giudiciubriachi, polacchi cattolici, contadini, signori ospitali, nobili, pii sacerdo-ti, monache Il pellegrino nelle sue soste ora fa leremita col guardabo-schi, ora, col sagrestano in una piccola cappella, fa la lettura della Filoca-lia ai devoti, ora insegna a scrivere al figlio di un contadino. Derubato daibriganti, viene giudicato poi come seduttore di ragazze; per alcuni unmatto, altri lo ritengono un santo e un taumaturgo. Viene bastonato, ca-de nellacqua ghiacciata, si sperde nelle foreste, tentato da una donna:attraverso tutti i suoi casi, egli continua a lodare Dio e il suo cuore tra-bocca di una gioia senza fine. uno dei pi grandi libri di avventure: fan-tastico, vario, avvincente e, quello che pi conta, vero. Libro strano, sen-za riscontro, di cui non sai dire con precisione n dove, n quando fuscritto, n che labbia composto. Quanto raccogliamo dalla lettura tutta-via sufficiente a determinare pressappoco la data della sua composizione.

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Sembra di dover fissare questo tempo fra la guerra di Crimea 1853-54 ela liberazione dei servi avvenuta nel 1862. Ma questo tempo non ci direb-be piuttosto lepoca nella quale sarebbero avvenute le peregrinazioni delnostro strannik, invece che la data della composizione del libro? Il libroinfatti da una parte reca le tracce dellepoca di Alessandro I (primi decen-ni dellottocento) e forse del romanticismo occidentale, dallaltra ha ca-ratteristiche che sembrano proprie invece degli scritti monastici russi de-gli ultimi decenni del secolo scorso. La medesima incertezza riguardo alluogo. Il libro fu stampato la prima volta a Kazan nel 1881 da Paissio,abate del monastero di S. Michele Arcangelo, il quale aveva ricopiato unmanoscritto veduto molti anni prima in un monastero del Monte Athos;daltra parte sembra che il manoscritto labbia avuto fra mano il celebrestarets Ambrogio di Optina verso il 1860 e fosse di propriet di una suapenitente. Lo starets Ambrogio credeva anzi di aver conosciuto lautoredelle relazioni: un certo mercante Nemytov che era stato discepolo perqualche tempo dello starets Macario di Optina.

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Primo racconto

Pregate senza posa

Per grazia di Dio io sono un uomo e cristiano, per azioni gran peccatore,per condizione un pellegrino senza terra, della specie pi misera, semprein giro da paese a paese. Per ricchezza ho sulle spalle un sacco con un podi pane secco, nel mio camiciotto la santa Bibbia, e basta. La ventiquat-tresima domenica dopo la Trinit sono entrato in chiesa per pregarementre si recitava lUfficio; si leggeva lEpistola dellApostolo ai Tessalo-nicesi, in quel passo dove detto: "Pregate senza posa". Quella parolapenetr profondamente nel mio spirito, e mi chiesi come sarebbe statopossibile pregare senza posa dal momento che ognuno di noi deve occu-parsi di tanti lavori per sostenere la propria vita. Ho cercato nella Bibbiae ho letto coi miei occhi proprio quel che avevo inteso:

Bisogna pregare senza posa, pregare con lo spirito in ogni occasione,pregare in ogni luogo alzando mani pure.

Avevo un bel riflettere, non sapevo proprio cosa decidere. "Che fare?",pensavo.Dove trovare qualcuno che mi possa spiegare quelle parole? Andr nellechiese dove predicano uomini di gran fama, e forse l trover quel checerco. E mi misi in cammino. Ho ascoltato molte prediche magnifichesulla preghiera. Erano per istruzioni sulla preghiera in generale; che co-sa la preghiera, perch necessario pregare veramente, su questo, nem-meno una parola. Ho sentito una predica sulla preghiera in spirito e sullapreghiera perpetua; ma non mi si diceva come fare per giungere a questapreghiera. Cos, frequentando le prediche non sono riuscito ad avere quelche desideravo. Allora ho smesso di andare alle prediche e ho deciso dicercare con laiuto di Dio un uomo sapiente ed esperto, che mi sapessespiegare quel mistero dal quale il mio spirito era rimasto invincibilmenteattratto. Quanto tempo ho camminato! Leggevo la Bibbia e chiedevo senon si potesse trovare in qualche luogo un maestro spirituale o una guidasaggia e piena di esperienza. Una volta mi fu detto che in un villaggio vi-veva da molti anni un signore che si occupava di salvare lanima sua:"Egli ha una sua cappella, non si muove mai e senza posa prega Dio e leg-ge libri spirituali". A queste parole non camminai pi, ma mi misi addi-rittura a correre verso il villaggio; vi giunsi e mi diressi subito alla casa diquel signore. Che vuoi da me? , mi chiese. Ho sentito dire che siete un uomo pio e saggio; per questo vi chiedo in

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nome di Dio di spiegarmi che cosa vuol dire questa espressione dellApo-stolo: "Pregate senza posa", e come sia possibile pregare in questo mo-do. Ecco quel che voglio capire e pure non ci so arrivare da solo.Il signore rimase qualche istante in silenzio, mi guard con attenzione edisse: La preghiera perpetua lo sforzo incessante dello spirito umano pergiungere a Dio. Per riuscire in questo benefico esercizio, conviene chiede-re spesso al Signore di insegnarci a pregare senza posa. Prega di pi, econ pi zelo; la preghiera ti far capire da s come pu diventare perpe-tua; per questo ci vuole molto tempo.Dopo queste parole mi fece servir da mangiare, mi diede qualche monetaper il viaggio e mi conged. Ma non aveva saputo spiegare nulla. Ripresila mia via; pensavo, leggevo, riflettevo come meglio potevo a quel che miaveva detto quel signore, e pure mi era impossibile comprendere; avevotanta voglia di arrivarci che le mie notti passavano senza sonno. Dopoaver percorso duecento verste, arrivai a un capoluogo di provincia. Viscorsi un monastero. Nella locanda mi dissero che in quel monastero vi-veva un superiore pio, caritatevole e ospitale. Andai da lui. Mi accolsecon bont, mi fece sedere e mi offr da mangiare. Padre santo, gli dissi, non ho bisogno di un pranzo; vorrei invece chevoi mi deste un insegnamento spirituale: come fare per salvare lanima? Ecco: vivi secondo i comandamenti, prega Dio e sarai salvo! Ho sentito dire che bisogna pregare senza posa, ma non so come fare apregare senza posa e non posso nemmeno comprendere che cosa signifi-chi la preghiera perpetua. Vi prego, Padre, spiegatemi questo. Non so,fratello, come spiegartelo meglio. Ma aspetta. Ho un piccolo libro dovequesto esposto bene e prese Listruzione spirituale delluomo interio-re di san Dimitri : prendi, leggi questa pagina. Cominciai a leggere que-sto passo:

Le parole dellApostolo: Bisogna pregare senza posa si applicano allapreghiera fatta con lintelligenza; lintelligenza, infatti, pu essere sem-pre immersa in dio e pregarlo senza posa.

Vi prego, spiegatemi come lintelligenza pu rimanere sempre immersain Dio senza distrarsi e pregarlo senza posa. molto difficile, se Dio non avr concesso questo dono, disse il supe-riore. Ma non aveva detto niente.Rimasi da lui tutta la notte, e il mattino, dopo averlo ringraziato per lasua cortese accoglienza, mi misi in cammino senza saper bene dove anda-re. Ero triste per la mia incapacit di capire, e per consolazione leggevola santa Bibbia. Cos per cinque giorni seguitai a camminare per la stradamaestra; finalmente, una sera, incontrai un vecchietto che aveva laria di

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un religioso. Alla mia domanda, rispose che era monaco e che leremo incui viveva con alcuni confratelli era a dieci verste dalla strada; mi invitad andare da loro. Da noi, mi disse, si ricevono i pellegrini, li alloggiamo e diamo loro damangiare nella nostra foresteria.Non avevo proprio alcuna voglia di andarci e gli dissi: Il mio riposo non dipende da un alloggio, ma da un insegnamento spi-rituale; non cerco un pasto, ho abbastanza pane nel mio sacco. Quale insegnamento vai cercando? Cosa desideri capire meglio? Vienida noi, caro fratello: abbiamo alcuni starets cos esperti che possono dar-ti un indirizzo spirituale e guidarti sulla via vera alla luce della parola diDio e degli insegnamenti dei santi Padri. Vedete, padre, un anno ormai che, ascoltando leggere lUfficio, ho in-teso questo comando dellapostolo: Pregate senza posa. Non sapendo co-me interpretare questa espressione, mi sono messo a leggere la Bibbia. Eanche in essa, in molti passi, ho trovato il comando di Dio: bisogna pre-gare senza posa, sempre, in ogni occasione, in ogni luogo, non solo du-rante il lavoro quotidiano, non solo quando si svegli, ma anche nel son-no: Io dormo ma il mio cuore desto. Questo mi ha molto sorpreso enon ho potuto comprendere come si possa compiere tal cosa e quali sonoi mezzi per arrivarvi; si destato in me un desiderio vivo e unardente cu-riosit: queste parole non mi hanno pi dato pace n di giorno n di not-te. Cos mi sono messo a frequentare le chiese, ho ascoltato le predichesulla preghiera; ma ascolta e ascolta, non ho mai sentito dire come si fa apregare senza posa. Si parlava sempre della preparazione alla preghierao dei suoi frutti, senza che fosse insegnato come pregare senza posa equel che significa una simile preghiera. Ho letto spesso la Bibbia e vi hotrovato quel che avevo sentito; ma non sono ancora riuscito a compren-dere quello che vorrei sapere. Cos dal quel tempo io continuo a essereincerto e inquieto. Ringrazia Dio, fratello caro, perch ti ha rivelato unattrazione cos vivain te verso la preghiera interiore perpetua. Vedi in questo la chiamata diDio e calmati, pensando che cos laccordo tra la tua volont e la volontdivina stato giustamente provato; egli ti ha dato di comprendere che nla saggezza di questo mondo, n un desiderio vano di conoscenza posso-no guidare alla luce celeste la preghiera perpetua ma la povert dispirito e lesperienza attiva nella semplicit del cuore. Ecco perch non fameraviglia che tu non abbia inteso nulla di profondo sullazione di prega-re e che non abbia potuto imparare come giungere a questa attivit per-petua. In verit si predica molto sulla preghiera e ci sono molti lavori re-centi su questo argomento, ma tutti i giudizi dei loro autori sono basatisulla speculazione intellettuale, sui concetti della ragione naturale e nonsullesperienza nutrita dallazione, parlano pi di quel che accessorio al-

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la preghiera che non della sua essenza. Uno spiega magnificamente per-ch necessario pregare; un altro parla della potenza e degli effetti bene-fici della preghiera; un terzo delle condizioni necessarie per pregare be-ne, ossia lo zelo, lattenzione, il fervore del cuore, la purit di spirito,lumanit, il pentimento, tutti sentimenti necessari per accingersi a pre-gare. Ma a che cosa sia la preghiera e a come si impari a pregare pro-blemi che pure sono essenziali e fondamentali raro trovare rispostanei predicatori di oggi; perch questo pi difficile di tutte le loro spiega-zioni e richiede non una cultura scolastica, ma una conoscenza mistica. Equel che pi triste, questa saggezza elementare e vana porta a misurareDio con una misura umana. Molti commettono un grande errore quandopensano che i mezzi preparatori e le buone azioni generano la preghiera,mentre in realt la fonte delle opere e di tutte le virt proprio la pre-ghiera. Essi, erroneamente, scambiano i frutti o le conseguenze della pre-ghiera con i mezzi per arrivarci, e cos ne diminuiscono la forza. unpunto di vista completamente opposto alla Scrittura, perch lApostoloPaolo cos parla della preghiera: Vi scongiuro prima di tutto di pregare.Cos lApostolo pone la preghiera al di sopra di tutto: vi scongiuro primadi tutto di pregare. Al cristiano si chiede di compiere molte opere buone,ma lopera della preghiera al di sopra di tutte le altre, perch senza dilei non si pu trovare la via che conduce al Signore, conoscere la Verit,crocifiggere la carne con le sue passioni e i suoi desideri, essere illumina-to nel cuore dalla luce di Cristo e unirsi a lui nella salvezza. Dico frequen-te, perch la perfezione e la correzione della nostra preghiera non dipen-dono da noi, come ancora dice lApostolo Paolo:

Non sappiamo quel che bisogna domandare.

Solo la frequenza lasciata in nostro potere come mezzo per raggiungerela purezza di preghiera, che la madre di ogni bene spirituale. Acquistala madre e avrai la discendenza, dice santIsacco il Siriaco, insegnandoche bisogna acquistare prima la preghiera per poter mettere in praticatutte le virt. Ma conoscono male tali questioni e ne parlano poco quelliche non si sono familiarizzati con la pratica e gli insegnamenti misteriosidei Padri.

Cos conversando, eravamo arrivati senza accorgercene fino alleremo.Per non separarmi da quel saggio vecchietto e soddisfare tutto il mio de-siderio, mi affrettai a dirgli: Vi prego, venerando Padre, spiegatemi che cosa la preghiera interioreperpetua e come la si pu imparare; vedo che voi ne avete unesperienzaprofonda e sicura.Lo starets accolse la mia domanda con bont e mi invit a rimanere con

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lui: Vieni da me, ti dar un libro dei Padri che ti far comprendere in modochiaro che cosa sia la preghiera e te la far imparare con laiuto di Dio.

Entrammo nella sua cella e lo starets mi rivolse queste parole: La preghiera di Ges, interiore e costante, linvocazione continua eininterrotta del nome di Ges con le labbra, con il cuore e con lintelli-genza, nella certezza della sua presenza in ogni luogo, in ogni tempo, an-che durante il sonno. Si esprime con queste parole: "Signore Ges Cristo,abbiate piet di me!"Chi si abitua a questa invocazione ne riceve gran consolazione e prova ilbisogno di dire sempre questa preghiera; dopo un po di tempo, non pupi vivere senza ed essa scorre in lui da sola. Comprendi ora cos la pre-ghiera perpetua? Lo comprendo benissimo, padre! In nome di Dio, insegnatemi ora co-me arrivarci! Esclamai pieno di gioia.

Come si impari la preghiera, lo vedremo in questo libro, che si chiama Fi-localia, e contiene la scienza completa e particolareggiata della preghierainteriore perpetua esposta da venticinque Padri; cos utile e perfetto daessere considerato la guida essenziale della vita contemplativa e, comedice il beato Niceforo, "conduce alla salvezza senza pena e senza dolo-re". allora pi alto della Bibbia? Gli chiesi: Non pi alto n pi santo della Bibbia, no. Ma contiene le spiegazioniluminose di tutto quel che rimane misterioso, nella Bibbia, a cagione del-la debolezza del nostro spirito, la cui vista non arriva fino a quelle altez-ze. Ecco unimmagine: il sole un astro maestoso, splendente e superbo;ma non si pu guardarlo a occhio nudo. Per contemplare questo re degliastri e sopportare il suo sguardo di fiamma, bisogna usare un vetro artifi-ciale, infinitamente pi piccolo e pi opaco del sole. Bene: la Scrittura quel sole splendente e la Filocalia quel pezzo di vetro. Ascolta, ora ti leg-ger come esercitarsi alla preghiera interiore perpetua.

Lo starets apr la Filocalia, scelse un passo di Simeone il Nuovo Teologoe cominci. "Rimani assiso nel silenzio e nella solitudine, piega il capo,chiudi gli occhi; respira pi dolcemente, guarda con limmaginazionenellintimo del tuo cuore, raccogli la tua intelligenza, ossia il tuo pensie-ro, dalla testa al cuore. Scandisci respirando: "Signore Ges Cristo, ab-biate piet di me", a voce bassa, o anche soltanto con la mente. Sforzatidi cacciar via ogni pensiero, sii paziente e ripeti questo esercizio".Poi lo starets mi spieg tutto questo con degli esempi, e leggemmo anco-ra nella Filocalia le parole di san Gregorio il Sinaita e dei beati Callisto e

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Ignazio. Tutto quel che leggemmo lo starets me lo spiegava con parolesue. Io stavo attento ed estatico, sforzandomi di fissare tutte quelle paro-le nella memoria con la maggior precisione. Passammo cos tutta la nottee andammo a mattutino senza aver dormito mai. Lo starets, congedando-mi, mi benedisse e mi esort a tornare con franchezza e semplicit dicuore, perch vano accingersi senza guida allopera dello spirito.In chiesa sentii in me uno zelo che mi incitava a studiare con attenzionela preghiera perpetua, e chiesi a Dio di volermi aiutare. Poi mi venne il ti-more che sarebbe stato molto difficile andare dallo starets per confessar-mi e chiedergli consiglio; in foresteria non potevano ospitarmi pi di tregiorni e nei dintorni non cera alcun modo di essere alloggiato Per for-tuna, seppi che a quattro verste da l cera un villaggio; allora vi andai percercare un posto e, con mia gioia, Dio mi aiut. Potei sistemarmi comeguardiano presso un contadino, a patto di passare lestate da solo in unacapanna in fondo allorto. Grazie a Dio, avevo trovato un angolo tranquil-lo. Fu cos che mi misi a vivere e a studiare, secondo i mezzi suggeriti, lapreghiera interiore, andando spesso a vedere lo starets.Per una settimana mi esercitai nella solitudine del mio orticello allo stu-dio della preghiera interiore, seguendo esattamente i consigli dello sta-rets. Da principio, tutto pareva andare bene. Ma poi sentii una gran pe-santezza, pigrizia, noia, un sonno invincibile e i pensieri si abbatteronosu di me come nuvole. Andai dallo starets pieno di rammarico e gli espo-si il mio stato. Mi accolse con bont e mi disse: Fratello caro, la lotta che conduce contro di te il mondo oscuro, per-ch non c nulla che esso tema tanto quanto la preghiera del cuore. Ma ilnemico non agisce che secondo la volont e il permesso di Dio, nella mi-sura che a noi necessaria. certamente opportuno che la tua umiltvenga ancora messa alla prova; troppo presto per arrivare con uno zeloeccessivo alle soglie del cuore, perch correrai il rischio di caderenellavarizia spirituale. Ti legger ora quel che dice in proposito la Filoca-lia.Lo starets cerc tra gli insegnamenti del monaco Niceforo e lesse:

"Se malgrado tutti gli sforzi, fratello, non puoi entrare nella regione delcuore, come io ti ho consigliato, fa quel che ti dico e, con laiuto di Dio,troverai quello che cerchi.Tu sai che la ragione di ogni uomo sta nel petto A questa ragione levavia dunque ogni pensiero (lo puoi se lo vuoi) e ripeti il "Signore Ges Cri-sto, abbiate piet di me". Cerca di sostituire con questa invocazione inte-riore ogni altro pensiero, e alla fine questo ti aprir certamente la sogliadel cuore: lesperienza lo garantisce".

Accolsi con gioia le parole dello starets e tornai alla mia capanna. Mi misi

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a fare per filo e per segno quel che egli mi aveva insegnato. Per due gior-ni ci fu qualche difficolt, poi questo divenne cos facile che quando nondicevo la preghiera, sentivo il bisogno di riprenderla ed essa scorreva fa-cile e leggera senza pi lapplicazione costretta dellinizio.

Narrai questo fatto allo starets, che mi ordin di recitare seimila preghie-re al giorno e mi disse:Sta tranquillo e sforzati soltanto di attenerti fedelmente al numero dipreghiere che ti prescritto: Dio avr misericordia di te. Per tutta unasettimana rimasi nella mia capanna solitaria a recitare ogni giorno le mieseimila preghiere senza preoccuparmi di niente e senza dover lottarecontro le distrazioni; cercavo solo di osservare fedelmente il comandodello starets. Che avvenne? Mi abituai cos bene alla preghiera che, se mifermavo anche solo un istante, sentivo un vuoto come se avessi perdutoqualcosa; non appena ricominciavo la preghiera, mi sentivo di nuovo leg-gero e felice. Se incontravo qualcuno, non avevo pi voglia di parlare, de-sideravo soltanto stare in solitudine e recitare la preghiera, tanto mi eroabituato nel giro di una settimana.

Lo starets che non mi vedeva ormai da dieci giorni venne da me egli stes-so, a sentire mie notizie; gli spiegai quel che mi accadeva. Mi ascolt, poidisse: Eccoti abituato alla preghiera. Vedi, bisogna ora conservare questabi-tudine e rafforzarla; non perdere tempo e, con laiuto di Dio, impegnati arecitare dodicimila preghiere al giorno; rimani in solitudine, alzati un po-co prima, coricati un poco pi tardi e vieni a trovarmi due volte ogni me-se.

Mi attenni agli ordini dello starets e, il primo giorno riuscii a malapena arecitare le mie dodicimila preghiere, terminando a sera molto avanzata.Il giorno dopo la cosa mi riusc pi facile e pi gradevole; sentii dappri-ma una certa fatica, una specie di indurimento della lingua e una rigidez-za nelle mascelle, ma senza alcuna sensazione sgradevole; quindi avvertiiun leggero dolorino al palato, poi al pollice della mano sinistra che sgra-nava il rosario, mentre il braccio si riscaldava fino al gomito, il che provo-cava una sensazione deliziosa. E questo non faceva che incitarmi a recita-re ancor meglio la mia preghiera. Cos per cinque giorni i eseguii fedel-mente le dodicimila preghiere e insieme con labitudine acquistai anchela gioia della preghiera.

In mattino per tempo fui, si pu dire, svegliato dalla preghiera. Comin-ciai a dire le mie orazioni del mattino, ma la lingua mi si inceppava e nonavevo altro desiderio che quello di recitare la preghiera di Ges. Non ap-

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pena cominciai, divenni tutto gioioso, le mie labbra si muovevano da solee senza sforzo. Passai tutta la giornata in letizia. Ero come tagliato fuorida tutto e mi sentivo in un altro mondo; terminai senza difficolt le miedodicimila orazioni prima della fine della giornata. Avrei addirittura vo-luto continuare, ma non osavo superare la cifra che mi era stata impostadallo starets. I giorni che seguirono continuai a invocare il nome di GesCristo con facilit e senza mai stancarmi.

Andai a visitare lo starets e gli raccontai ogni cosa nei pi minimi parti-colari. Alla fine egli mi disse: Dio ti ha dato il desiderio di pregare e la possibilit di farlo senza fati-ca. un effetto naturale, prodotto dallesercizio e dallapplicazione co-stante, come una ruota che si fa girare intorno a un perno; dopo unaspinta essa continua a girare su se stessa, ma per far s che il movimentoduri bisogna ungere il meccanismo e dare nuove spinte. Tu vedi ora diquali facolt meravigliose il Dio amico degli uomini ha dotato la nostranatura sensibile, e hai conosciuto le sensazioni straordinarie che possononascere anche nellanima peccatrice, nella natura impura che non illu-minata ancora dalla grazia. Ma quale grado di perfezione, di gioia e di ra-pimento non raggiunge luomo, quando il Signore vuole rivelargli la pre-ghiera spirituale spontanea e purificare lanima sua dalle passioni! ildono che ricevono coloro che cercano il Signore nella semplicit di uncuore che trabocca damore!

Ormai ti permetto di recitare tante preghiere quante tu vorrai; cerca diconsacrare alla preghiera tutto il tuo tempo, e invoca il nome di Gessenza pi contare, rimettendoti umilmente alla volont di Dio e sperandonel suo aiuto; egli non ti abbandoner e guider il tuo cammino.Obbedendo a questa regola, passai tutta lestate a recitare senza posa lapreghiera di Ges e fui veramente sereno. Durante il sonno, sognavo avolte di star recitando la preghiera. E durante la giornata, quando mi ca-pitava di incontrare delle persone, esse mi parevano cos care come sefossero stati membri della mia famiglia. Le distrazioni si erano placate eio non vivevo che con la preghiera; cominciavo a indurre il mio spirito adascoltarla e a volte il mio cuore ne riceveva un senso di calore e di gioiaimmensi. Quando mi succedeva di entrare in chiesa, il lungo servizio del-la solitudine mi pareva breve e non mi stancava pi come un tempo. Lamia solitaria capannuccia mi pareva un palazzo meraviglioso, e non sape-vo come ringraziare Dio di aver mandato a me, povero peccatore, unostarets dagli ammaestramenti cos preziosi.Ma non potei beneficiare a lungo della direzione del mio diletto e saggiostarets: egli mor sul finire dellestate. Gli dissi addio con le lacrime agliocchi e, ringraziandolo per il suo paterno insegnamento, gli chiesi di la-

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sciarmi come benedizione il rosario con cui aveva sempre pregato. Cosrimasi solo. Lestate fin, si raccolsero i frutti dellorto; non avevo pi untetto. Il contadino mi diede due rubli dargento per salario, riemp il miosacco di pane per il viaggio e io ripresi la mia vita errante, ma non eropi povero come un tempo: linvocazione del nome di Ges Cristo mi so-steneva lungo il cammino e tutti mi trattavano con bont; pareva che tut-ti si fossero messi a volermi bene.

Un giorno mi chiesi che cosa avrei potuto fare con i rubli che mi avevadato il contadino. A che cosa mi servono? Ah, ecco: non ho pi lo starets,non ho alcuno che mi serva di guida. Mi vado a comprare una Filocalia;ne trovai una, s, ma il negoziante voleva tre rubli e io non ne avevo chedue. Ebbi un bel contrattare, non volle scendere di un centesimo; alla fi-ne mi disse: Va un po a vedere in questa chiesa, qui accanto. Chiedi del sagresta-no. So che ha un vecchio libro come questo, e forse te lo ceder per duerubli.Vi andai e infatti potei acquistare per due rubli una Filocalia quanto maivecchia e sciupata. La aggiustai come mi fu possibile con della tela e lamisi nel mio sacco in compagnia della Bibbia.E ora eccomi pellegrino, recitando senza posa la preghiera di Ges chemi pi cara e pi dolce di ogni altra cosa al mondo. Talvolta percorropi di settanta verste in un giorno e non mi accorgo di camminare; sentosoltanto che recito la preghiera. Quando un freddo violento mi colpisce,recito la preghiera con maggior attenzione e ben presto mi sento caldo econfortato. Se la fame si fa troppo insistente, invoco pi spesso il nomedi Ges Cristo e non mi ricordo pi di aver avuto fame. Se mi sento malee la schiena o le gambe mi dolgono, mi concentro nella preghiera di Gese non sento pi dolore. Quando qualcuno mi insulta, non penso che allabenefica preghiera di Ges; immediatamente collera o pena svaniscono edimentico tutto. Il mio spirito diventato semplice, veramente. Non mido pena per nulla, nulla mi occupa, nulla di quanto esteriore mi trattie-ne; vorrei essere sempre in solitudine; per abitudine, non ho che un biso-gno solo: recitare senza posa la preghiera, e quando lo faccio divento alle-gro. Dio sa che cosa si compie in me. Naturalmente tutte queste cose so-no soltanto impressioni sensibili o, come diceva lo starets, leffetto dellanatura e di unabitudine acquisita; ma non oso ancora mettermi a studia-re la preghiera nellintimo del cuore, sono troppo indegno e troppo stupi-do. Aspetto lora di Dio sperando nella preghiera del mio starets defunto.Cos non sono giunto ancora alla preghiera spirituale del cuore, sponta-nea e perpetua: ma, grazie a Dio, comprendo chiaramente ora quel chesignifica la parola dellApostolo che avevo udita un tempo: Pregate senzaposa.

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Secondo Racconto

Signore Ges Cristo

A lungo ho viaggiato per ogni sorta di paesi, accompagnato dalla preghie-ra di Ges, che mi dava forza e consolazione in tutti i miei viaggi, in ognioccasione e in ogni incontro. Alla fine mi parve che avrei fatto bene a fer-marmi in qualche luogo per trovare una solitudine pi piena e studiare laFilocalia, che fino allora avevo potuto leggere solo di sera, quando mi fer-mavo, o durante la siesta di mezzogiorno. Avevo un desiderio ardente diimmergermi a lungo in quella lettura per attingervi con fede la dottrinavera della salvezza dellanima con la preghiera del cuore. Purtroppo, persoddisfare il mio desiderio, non potevo impegnarmi in alcun lavoro ma-nuale, perch fin dalla prima infanzia avevo perduto luso del braccio si-nistro; cos, nellimpossibilit di fissarmi in qualche luogo, mi diressi ver-so i paesi della Siberia, verso santInnocente dIrkutsk pensando che, at-traverso le pianure e le foreste della Siberia, avrei trovato un grande si-lenzio e mi sarei potuto dedicare con pi agio alla lettura e alla preghiera.Mi misi in viaggio recitando senza posa la preghiera. Dopo un po di tem-po sentii che la preghiera scorreva da sola nel mio cuore, o meglio, il miocuore, battendo regolarmente, si metteva in certo qual modo a recitareda s le parole sante a ogni battito; per esempio, 1: Signore, 2: Ges, 3:Cristo, e via dicendo. Cessai di muovere le labbra e ascoltai attentamentequel che diceva il mio cuore, ricordandomi quanto fosse piacevole, secon-do le parole dello starets defunto. Poi avvertii un lieve dolore al cuore enello spirito un amore cos grande per Ges Cristo che, se lavessi veduto,mi sarei gettato ai suoi piedi, li avrei stretti, baciati e bagnati di lacrime,ringraziandolo per la consolazione che egli ci d con il suo nome, nellasua bont e nel suo amore per la sua creatura colpevole e indegna. Si ac-cese presto nel mio cuore un confortevole calore che si diffuse in tutto ilpetto. Questo mi port in particolare a unattenta lettura della Filocaliaper verificare in essa queste mie sensazioni e studiare cos lo sviluppodella preghiera interiore del cuore; senza questo controllo avrei avutopaura di cadere nellillusione, di scambiare le azioni della natura perquelle della grazia e di inorgoglirmi cos per quella rapida conquista dellapreghiera, come mi aveva ben spiegato il mio starets defunto. Per questocamminavo soprattutto durante la notte e passavo la giornata a leggerela Filocalia seduto nei boschi sotto gli alberi. Quante cose nuove, profon-de e ignorate scoprii con quella lettura! In quella occupazione gustai unabeatitudine pi perfetta di quanto mai avessi potuto immaginare fino aquel momento. Senza dubbio, alcuni passi rimanevano incomprensibilial mio spirito limitato, ma gli effetti della preghiera del cuore illuminava-

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no quello che non riuscivo a comprendere; per di pi, vedevo talvolta insogno il mio starets defunto che mi spiegava molte difficolt e piegavasempre di pi la mia anima verso lumilt. Trascorsi i due mesi della pie-na estate in questa perfetta felicit. Passavo specialmente per i boschi eper i viottoli di campagna; quando arrivavo a un villaggio, domandavoun sacco di pane, un pugno di sale e riempivo dacqua la mia borraccia,quindi ripartivo per altre cento verste. Certamente per causa dei peccaticommessi dalla mia anima incallita, o per il progresso della mia vita spi-rituale, verso la fine dellestate si fecero sentire le tentazioni. Ecco comeavvenne. Una sera che ero sbucato sulla via principale, incontrai due uo-mini che avevano un berretto militare sul capo; mi chiesero del denaro.Quando io risposi loro che non avevo un centesimo, non mi vollero cre-dere e gridarono con violenza: Non raccontarci storie; i pellegrini mettono sempre via un mucchio disoldi!Uno dei due aggiunse: inutile perder tempo a parlare!E mi colp sul capo con il suo bastone: io ruzzolai per terra svenuto. Nonso se rimasi cos molto tempo, ma quando tornai in me, vidi che ero nelbosco vicino alla strada; ero tutto strappato e il mio sacco era scomparso;non cerano pi che i capi delle due cordicelle con le quali lo tenevo. Gra-zie a Dio, non mi avevano rubato il passaporto, che io serbavo nel miovecchio berretto per poterlo esibire in fretta quando ce nera bisogno. Ri-messo in piedi, piansi amaramente non tanto per il dolore al capo, quan-to piuttosto per i miei libri, la Bibbia e la mia Filocalia, che erano nel sac-co rubato. Tutto il giorno, tutta la notte mi rammaricai e piansi. Dov fi-nita la mia Bibbia, che leggevo da quando ero bambino e che avevo sem-pre portata con me? Dov la mia Filocalia, dalla quale traevo insegna-mento e conforto? Infelice, ho perduto lunico tesoro della mia vita, pri-ma di essermene saziato fino in fondo. Sarebbe stato meglio morire chevivere cos, senza nutrimento spirituale. Non li potr mai comperare dinuovo. Per due giorni potei a malapena camminare tanto ero afflitto; ilterzo giorno mi lasciai cadere stremato di forze presso un cespuglio e miaddormentai. Ecco che in sogno mi vedo nella cella del mio starets e gliracconto in lacrime la mia pena. Lo starets mi consola e mi dice: Sia questa per te una lezione di distacco dalle cose terrene per andarepi liberamente verso il cielo. Questa prova ti stata mandata affinch tunon cada nella volutt spirituale. Dio vuole che il cristiano rinunci allasua volont e a ogni attaccamento ad essa, al fine di affidarsi completa-mente alla volont divina. Tutto quello che egli fa per il bene e la salvez-za delluomo. Egli vuole che tutti siano salvi (1Tm 2,4). Fatti animo, ecredi che con la tentazione il Signore procurer anche la via duscita(1Cor 10,13). Quanto prima tu riceverai una consolazione pi grande di

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tutto il tuo dolore. A queste parole mi svegliai, sentii nel mio corpo delleforze nuove e nellanima quasi unaurora e una calma nuova. Sia fatta la volont del Signore! dissi.Mi alzai, mi feci il segno della croce e partii. La preghiera agiva di nuovonel mio cuore come un tempo e per tre giorni camminai serenamente.A un tratto incontro per la via una colonna di forzati, che venivano con-dotti con la scorta. Quando mi furono vicini, riconobbi tra loro i due chemi avevano derubato e, dato che camminavano a un lato della colonna,mi gettai ai loro piedi e li supplicai di dirmi dove erano i miei libri. In unprimo momento essi finsero di non riconoscermi, poi uno di loro disse: Se ci dai qualche cosa, ti diremo dove sono i tuoi libri. Vogliamo un ru-blo dargento.Giurai che glielo avrei dato senzaltro, a costo di mendicare per metterloinsieme. Prendete il mio passaporto, tenetelo come pegno.Mi dissero che i miei libri erano nei carri, insieme con gli altri oggetti ru-bati che avevano dovuto consegnare. Come posso fare per riaverli? Chiedili al capitano della scorta.Corsi dal capitano e gli spiegai la cosa in tutti i particolari. Cos, parlan-do, egli mi chiese se sapevo leggere la Bibbia. So leggere, non solo, ma anche scrivere; sulla Bibbia troverete unascritta di mio pugno, che prova che quel libro mio; ed ecco qua sul pas-saporto il mio nome e il mio cognome.Il capitano mi disse: Questi briganti sono dei disertori, vivevano in una capanna e depreda-vano i passanti. Un vetturino in gamba ieri li ha arrestati, mentre quellicercavano di portargli via la troika. Non chiedo di meglio che di restituir-ti i tuoi libri, se sono l dove ti hanno detto; ma bisogna che tu venga connoi fino alla prossima tappa; solo a quattro verste di qui, non posso fer-mare tutto il convoglio per causa tua.Camminavo tutto lieto a fianco de cavallo del capitano e parlavo con lui.Vidi che era un bravuomo e non pi tanto giovane. Mi domando chi ero,da dove venivo e dove andavo. Gli risposi in tutta verit; e cos arrivam-mo al luogo di tappa. Il capitano and a cercare i miei libri e me li rese di-cendo: Dove vuoi andare, ora? notte ormai. Ti conviene restare con noi.Rimasi. Ero cos felice di aver ritrovato i miei libri che non sapevo comeringrazia Dio; li strinsi al mio cuore fino ad averne i crampi alle braccia.Lacrime di gioia inondavano i miei occhi e il cuore mi batteva di un pal-pito di gioia. Il capitano disse guardandomi: Si vede che ti piace leggere la Bibbia!Nella mia gioia non riuscii a rispondere una sillaba. Non facevo che pian-

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gere. Il capitano continu: Anchio, fratello, leggo ogni giorno con attenzione il Vangelo di Kievche rilegato in argento. Siediti qui, ti racconter come mai ho presoquestabitudine. Ol! Portateci la cena!Ci sedemmo a tavola. Il capitano cominci il suo racconto: Dalla mia giovinezza in poi ho sempre servito nellesercito e mai nellaguarnigione. Conoscevo bene il servizio e i miei capi mi consideravanoun soldato modello. Ma ero molto giovane e altrettanto giovani erano imiei amici; per mia disgrazia, imparai a bere e mi abbandonai a tal pun-to a questo piacere che finii per ammalarmi. Quando non bevevo, ero unottimo ufficiale, ma anche una sola goccia di alcool voleva dire sei setti-mane di letto. Mi sopportarono un bel po, ma alla fine, avendo io insul-tato un capo dopo aver bevuto, fui degradato e condannato a prestar ser-vizio tre anni in guarnigione; se non avessi rinunciato a quel vizio, mi mi-nacciavano pene anche pi severe. In quella misera situazione ebbi unbel cercare di frenarmi, di farmi curare, non potei liberarmi dalla passio-ne del bere, e fu deciso allora di inviarmi al battaglione di disciplina.Quando ne fui informato, mi abbandonai alla disperazione. Un giornoche ero seduto nella camera e ruminavo queste cose, ecco che viene unmonaco a questuare per una chiesa. Ognuno dava quel che poteva. Arri-vato vicino a me, mi chiese: "Perch sei cos triste?" Parlai un po con luie gli raccontai le mie disavventure. Il monaco mostr molta comprensio-ne per i miei guai e mi disse: "A mio fratello successo lo stesso, e se lcavata in questo modo. Il suo padre spirituale gli diede un Vangelo e gliordin di leggere un capitolo ogni volta che avesse s desiderio di bere; ese il desiderio tornava, doveva leggere il capitolo successivo. Mio fratellomise in pratica il consiglio e di l a qualche tempo la passione di bere ces-s. Da quindici anni non assaggia una bevanda alcolica. Fa lo steso e neproverai il beneficio anche tu. Ho un Vangelo, se vuoi te lo porter". Aqueste parole gli dissi: "Cosa vuoi che faccia il tuo Vangelo, se i miei sfor-zi e i mezzi medici non sono serviti a nulla?" (parlavo cos perch nonavevo mai letto il Vangelo). "Non parlare cos replic il monaco ti as-sicuro che ne ricaverai un bene". Lindomani infatti il monaco mi portquesto Vangelo che ora vedi. Lo aprii, lo guardai, lessi qualche frase edissi: "Non lo voglio, non ci capisco nulla; non ho labitudine di leggere icaratteri dei libri di chiesa". Il monaco continu a persuadermi dicendoche nelle parole del Vangelo c una forza benefica, perch sono paroleche Dio stesso ha pronunciato. "Non importa se non capisci nulla, bastache tu legga con attenzione.

Un santo ha detto: Se tu non capisci la parola di Dio, i diavoli per ca-piscono quel che tu leggi e tremano (cfr. Gc 2,19), e certamente il desi-derio di bere pure lopera dei demni. E ti dico anche questo: Giovanni

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Crisostomo scrive che anche il posto in cui viene tenuto il Vangelo sgo-menta gli spiriti delle tenebre e serve di ostacolo ai loro complotti. Oranon ricordo bene; mi pare di aver dato qualcosa a quel monaco; presi ilsuo Vangelo e lo ficcai in un baule con le cose mie, ma ben presto lo di-menticai completamente. Qualche tempo dopo giunse il momento di be-re; morivo dalla voglia e aprii il mio baule per prendere il denaro e corre-re alla mescita. Mi cadde sotto locchio il Vangelo, e mi torn in menteimmediatamente tutto quello che il monaco mi aveva detto. Lo aprii e co-minciai a leggere il primo capitolo di Matteo. Lessi fino in fondo, senzacapirci nulla. Ma mi ricordai quello che aveva detto il monaco: non im-porta se non capisci, basta che tu lo legga con attenzione. Bene dissi trame leggiamone un altro capitolo. La lettura mi sembr pi chiara. Eccogi il terzo: non lavevo cominciato che squill il segnale della ritirata.Non cera pi modo di uscire dalla caserma, e rimasi senza bere. Il matti-no dopo, mentre stavo per uscire a cercare un po dacquavite, mi dissi: ese leggessi un altro capitolo del Vangelo? Stiamo un po a vedere. Lessi enon mi mossi di l. Unaltra volta ancora mi venne voglia di bere dellal-cool, ma mi misi a leggere e mi sentii rinfrancato. Ne fui tutto riconforta-to, e a ogni richiamo del mio vizio, mi precipitavo su un capitolo del Van-gelo. Pi il tempo passava e meglio andavano le cose. Quando ebbi finitoi quattro Vangeli, la mia passione per il vino era completamente scom-parsa; ero diventato di sasso a tal riguardo. Ed ecco, da pi di ventanninon assaggio pi una bevanda alcolica. Tutti furono stupiti del mio muta-mento. In capo a tre anni fui riammesso nel corpo ufficiali, percorsi i gra-di successivi e divenni capitano. Presi moglie, capitai in una bravissimadonna; abbiamo messo da parte qualcosa e ora, grazie a Dio, le cose van-no benino; aiutiamo i poveri come possiamo e ospitiamo i pellegrini. Houn figlio che gi ufficiale, un gran bravo ragazzo. Ebbene vedi, dopo lamia guarigione, mi sono ripromesso di leggere ogni giorno, per tutta lamia vita, uno dei quattro Vangeli per intero, e non c ostacolo che valga.Quando sono carico di lavoro e mi sento spossato, mi corico e prego miamoglie o mio figlio di leggere il Vangelo accanto a me, cos non vengomeno al mio impegno. In testimonianza di riconoscenza e per la gloria diDio, ho fatto rilegare il Vangelo in argento massiccio e lo porto sempresul mio petto.Ascoltai con vivo piacere i propositi del capitano e gli dissi: Ho conosciuto un caso analogo al vostro; nel mio villaggio, alla fabbri-ca, cera un bravissimo operaio che sapeva molto bene il suo mestiere;ma per sua disgrazia gli piaceva bere, e spesso. Un uomo devoto gli consi-gli, ogni qualvolta avesse voglia di acquavite, di recitare trentatr pre-ghiere di Ges in onore della santissima Trinit e degli anni di vita terre-na di Ges. Egli esegu il consiglio e smise di bere. E non tutto; dopo treanni, entr in un monastero.

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E che cosa vale di pi, la preghiera di Ges o il Vangelo? Chiese il capi-tano. una cosa sola, risposi. Il Vangelo come la preghiera di Ges, perchil nome divino di Ges Cristo racchiude in s tutte le verit evangeliche. IPadri dicono che la preghiera di Ges la sintesi di tutto il Vangelo.Poi recitammo le preghiere; il capitano cominci a leggere dallinizio ilVangelo secondo Marco e io lo ascoltai pregando entro il mio cuore. Il ca-pitano termin la lettura alle due del mattino e ci andammo a coricare.Secondo la mia abitudine, mi alzai presto il mattino; dormivano tutti;lalba spuntava allora e io mi immersi nella lettura della mia diletta Filo-calia. Con quale gioia lapersi! Mi pareva di aver ritrovato un padre dopouna lunga assenza o un amico risuscitato da morte. Baciai il libro e rin-grazia Dio di avermelo restituito; quindi cominciai a leggere Teolepto diFiladelfia nella seconda parte della Filocalia. Fui meravigliato di vedereche egli propone di dedicarsi contemporaneamente a tre ordini di atti-vit: seduto a tavola egli dice da nutrimento al tuo corpo, al tuo spi-rito la lettura e al tuo cuore la preghiera. Ma il ricordo della benefica seratrascorsa mi spieg praticamente questo pensiero. Fu allora che compre-si il mistero della differenza tra il cuore e lo spirito. Quando il capitano sisvegli, andai a ringraziarlo della sua bont e a dirgli addio. Mi vers ilt, mi diede un rublo dargento e ci separammo. Io ripresi la mia via dibuonumore. Dopo la prima versta, mi ricordai che avevo promesso ai sol-dati un rublo e ora possedevo proprio un rublo. Dovevo darglielo o no?Da un lato mi dicevo essi ti hanno bastonato e derubato, e non posso-no farti niente perch sono in arresto. Ma daltro canto ricordati quel chescrive la Bibbia: Se il tuo nemico ha fame dagli da mangiare (Rm12,20), e Cristo stesso ha detto: Amate i vostri nemici (Mt 5,44) e anche:Se qualcuno vuole portarti via la tua veste, dagli anche il mantello (Mt5,40). Cos persuaso, tornai sui miei passi e giunsi alla stazione di tappaproprio mentre il convoglio si stava rimettendo in marcia; corsi verso idue malfattori e feci scivolare in mano a uno di loro il mio rublo, dicen-do: Pregate e fate penitenza; Ges Cristo lamico degli uomini. Non viabbandoner! Con queste parole mi allontanai e ripresi la mia stradanellopposta direzione.

Dopo aver percorso una cinquantina di verste sulla strada principale, miaddentrai per i viottoli di campagna pi solitari e pi adatti alla lettura.Girovagai a lungo per i boschi; ogni tanto incontravo un piccolo villaggio.Spesso mi fermavo tutta la giornata nella foresta a leggere la Filocalia; viattingevo insegnamenti stupendi e profondi. Il mio cuore era infiammatodal desiderio di unirsi a Dio con la preghiera interiore, che mi sforzavo distudiare e verificare nella Filocalia; nello stesso tempo ero afflitto di nonaver trovato un ricovero dove potermi dedicare alla lettura in pace e sen-

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za interruzioni. In quel tempo leggevo anche la mia Bibbia e sentivo checominciavo a comprenderla meglio; non vi trovavo pi tanti passi oscuri.I Padri hanno ragione di dire che la Filocalia la chiave che scopre i mi-steri sepolti nella Scrittura. Sotto la sua guida cominciai a comprendereil senso segreto della parola di Dio: scoprii che cosa significa luomo inte-riore nel profondo del suo cuore (1Pt 3,4), la preghiera vera, ladorazio-ne in spirito (Gv 4,23), il regno allinterno di noi (Lc 17,21), lintercessio-ne dello Spirito Santo (Rm 8,26); comprendevo il significato di questeparole: Voi siete in me (Gv 15,4), dammi il tuo cuore (Pr 23,26) essere ri-vestito di Cristo (Rm 13,14 e Gal 3,27), le nozze dello Spirito nei nostricuori (Ap 22,17), linvocazione Abba Pater (Rm 8,15-16) e molte altre.Quando nello stesso tempo io pregavo nel profondo del cuore, tutto quel-lo che mi circondava mi appariva sotto un aspetto meraviglioso: alberi,erbe, uccelli, terra, aria, luce, tutto mi sembrava dirmi che essi esistonoper luomo, che attestano lamore di Dio per luomo; tutto pregava, tuttocantava gloria al Signore. Capivo cos quel che la Filocalia chiama "la co-noscenza del linguaggio della creazione" e vedevo com possibile conver-sare con le creature di Dio.Feci cos una lunghissima marcia. Alla fine giunsi in una zona cos deso-lata che per tre giorni non riuscii a incontrare un villaggio. Avevo finito ilpane e mi chiedevo con inquietudine come non morire di fame. Ma appe-na cominciai a pregare nel mio cuore, ogni preoccupazione spar e mi af-fidai alla volont di Dio; divenni cos lieto e tranquillo. Avevo percorsoun breve tratto della via che attraversava unimmensa foresta, quandoscorsi davanti a me un cane da guardia che sbucava da una macchia; lochiamai e quello venne, tutto festoso, a farsi carezzare. Mi rallegrai e dis-si tra me: proprio un segno della bont di Dio! Vi certo un gregge inquesta foresta, ed il cane del pastore, o forse un cacciatore sta inseguen-do per questa via la sua preda; in ogni modo, potrei chiedere un po dipane, perch sono gi due giorni che non mangio, o informarmi se non visia un villaggio poco lontano. Il cane, dopo aver gironzolato intorno ame, vedendo che non cera nulla da mangiare, scapp nel folto per lostesso viottolo dal quale era sbucato sulla via. Lo seguii; dopo un duecen-to metri, scorsi tra gli alberi il cane che da una tana sporgeva solo il musoe abbaiava. Vidi avvicinarsi tra gli alberi un contadino magro e pallido, dimezza et. Mi chiese come fossi arrivato fin l. Io a mia volta gli doman-dai che cosa facesse lui in un luogo cos desolato; e scambiammo cosqualche frase amichevole. Il contadino mi preg di entrare nella sua ca-panna e mi spieg che era guardiaboschi e sorvegliava la foresta che do-veva essere tutta tagliata. Mi offr pane e sale, e la conversazione si feceserrata. Io invidio la vita solitaria che conduci gli dissi , non come la mia,sempre errante e a contatto con tutti.

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Se vuoi mi disse puoi vivere benissimo qui; c poco lontano unavecchia capanna che era servita alla guardia forestale di prima. un pomalconcia, ma per lestate uno pu arrangiarsi alla meglio. Hai un passa-porto. C pane abbastanza per due; me ne portano ogni settimana dalnostro villaggio, e il ruscello qui accanto non manca mai dacqua. Quantoa me, fratello, sono dieci anni che non mangio altro che pane e non bevoaltro che acqua. Solo in autunno, quando i lavori dei campi saranno fini-ti, verranno qui duecento uomini per il taglio della foresta; io non avrpi nulla da fare qui, e non sar nemmeno a te di rimanere.A queste parole mi invase una gioia cos grande che per poco non mi get-tai ai suoi piedi. Non sapevo come ringraziare Dio della sua bont versodi me. Tutto quello che desideravo e per cui mi affannavo lavevo improv-visamente raggiunto. Prima della met dellautunno cerano ancora duemesi, e durante quel periodo potevo approfittare del silenzio e della paceper studiare con laiuto della Filocalia la preghiera perpetua nellintimodel cuore. Cos decisi di accomodarmi alla meglio nella capanna. Conti-nuammo a parlare, e quelluomo semplice mi raccont la sua vita e le sueidee. Nel mio villaggio disse non ero mica lultimo arrivato; avevo unmestiere, tingevo i tessuti in rosso e blu; vivevo benino, ma da peccatore:ingannavo volentieri i miei clienti e bestemmiavo a ogni occasione; erovolgare, ubriacone e attaccabrighe. In quel villaggio cera un cantastorieche possedeva un libro vecchio sul Giudizio finale e spesso egli andavaper le case dei fedeli ortodossi a leggerne dei passi, e gli si dava un po didenaro. Veniva anche da me. Di solito gli si dava cinque soldi e quello ri-maneva a leggere fino al canto del gallo. Una volta che, pur prestandoorecchio alla lettura, io stavo lavorando, egli lesse un passo sui tormentidellinferno e sulla risurrezione dei morti, come Dio verr a giudicare, co-me gli Angeli faranno squillare le trombe, e il fuoco e la pece che vi saran-no, e i vermi che divoreranno i peccatori. A un tratto provai uno spaven-to terribile, e mi dissi: "Io non me la cavo, no certo! Questi tormenti sonoanche per me. Qua meglio che mi metta a salvare lanima mia e forseriuscir a farmi perdonare i miei peccati". Ci pensai su a lungo e alla finedecisi di abbandonare il mio mestiere; vendetti casa e bottega, e dal mo-mento che non avevo famiglia, divenni guardaboschi, non chiedendo persalario che il pane, qualcosa per coprirmi e qualche cero da accenderedurante la preghiera. Sono qui ormai da pi di dieci anni. Non mangioche una volta al giorno e mi accontento di pane e acqua. Ogni notte mi al-zo al canto del gallo e fino alle prime luci del giorno faccio le mie genu-flessioni e i miei inchini fino a terra; quando prego; accendo sette ceri da-vanti allicona. Di giorno, quando percorro la foresta, porto sulla pelledelle catene di settanta libbre. Non bestemmio, non bevo birra n alcool,non litigo con alcuno; delle donne ho sempre fatto a meno. Allinizio ero

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piuttosto contento di vivere cos, ma a lungo andare per forza sono assa-lito da considerazioni che non posso mandar via. Dio solo sa se io riscat-ter i miei peccati, ma intanto questa vita proprio dura. E poi, veroquello che il libro racconta? Come fa luomo a risuscitare? Quelli che so-no morti da centanni e pi sono polvere ed sparita anche quella. E poi,ci sar o non ci sar un inferno? In ogni caso, nessuno mai tornatodallaltro mondo; quando luomo muore, si putref e non ne rimangonopi tracce. Questo libro forse lhanno scritto i preti per far paura a noiignoranti, e per tenerci pi sottomessi. Cos si vive male, senza un po diconsolazione su questa terra, e poi nellaltro mondo non troveremo nul-la! Allora ne vale proprio la pena? Non meglio avere un bel po di tem-po subito? Queste idee non mi danno pace aggiunse e ho paura di do-ver riprendere il mio vecchio mestiere. Ero pieno di piet per lui e mi di-cevo: "Si dice che solo i sapienti e gli intellettuali diventano liberi pensa-tori e non credono pi a nulla, ma i nostri fratelli, i semplici contadini,sanno fabbricarsi da s una bella incredulit! Certamente il mondo delletenebre fa presa su tutti e forse pi facilmente ancora sui semplici. Biso-gna ragionare fin dove possibile e fortificarsi contro il nemico con la pa-rola di Dio".Cos per sostenere un poco il fratello e rinsaldare la sua fede, trassi dalsacco la Filocalia e laprii al capitolo 109 del beato Esichio. Glielo lessi, espiegai che non ci si astiene dal peccare solo per timore del castigo, per-ch lanima non pu liberarsi dai pensieri colpevoli che con la vigilanzadello spirito e la purit del cuore. Tutto si acquista con la preghiera inte-riore. Se qualcuno si mette sulla via dellascetica, non solo per timore deitormenti dellinferno ma anche per desiderio del Regno celeste aggiun-si i Padri paragonano la sua azione a quella di un mercenario. Ma Diovuole che noi veniamo a Lui come figli, vuole che lamore e lo zelo ci spin-gano a comportarci in modo degno e che godiamo dellunione perfettacon Lui nellanima e nel cuore. Puoi fare quel che vuoi; logorarti, importile prove e le penitenze fisiche pi dure, ma se non hai Dio sempre nellospirito e la preghiera di Ges nel cuore, non sarai mai al riparo dai cattivipensieri; sarai sempre pronto a peccare alla prima occasione. Mettitidunque, fratello, a recitare senza posa la preghiera di Ges; ti sar facilefarlo in questa solitudine; ti accorgerai presto del suo benefico effetto. Leidee empie spariranno, la fede e lamore per Ges Cristo si riveleranno ate; capirai come i morti possono risuscitare e il Giudizio ultimo ti appa-rir quello che realmente . E nel tuo cuore ci sar tanta leggerezza e tatagioia che ne sarai meravigliato; non ti sentirai pi stanco o turbato per latua vita di penitenza!Gli spiegai poi come meglio potevo il modo di recitare la preghiera di Ge-s, secondo il comandamento divino e gli insegnamenti dei Padri. Ilguardaboschi non chiedeva di meglio e la sua inquietudine diminu. Allo-

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ra, congedandomi da lui, entrai nella vecchia capanna che mi aveva indi-cata.

Lavori spirituali

Mio Dio, che gioia, che consolazione, che rapimento provai nel varcare lasoglia di quel ricovero, o per meglio dire, di quella tomba; mi apparve co-me un magnifico palazzo pieno di letizia e mi dissi: bene, ora in questacalma e in questa pace bisogna lavorare seriamente e pregare il Signoredi illuminare la mia mente. Cos cominciai a leggere la Filocalia dal prin-cipio alla fine con grande attenzione. Dopo un certo tempo, terminata lalettura, mi resi conto della saggezza, della santit e della profondit diquel libro. Ma dato che vi erano trattati argomenti diversi, non potevo ca-pire tutto, n raccogliere le forze del mio spirito sul solo insegnamentodella preghiera interiore per arrivare alla preghiera spontanea e perpetuanellintimo del cuore. Ne avevo per un vivo desiderio, secondo il coman-do divino trasmesso dallApostolo: Cercate i doni pi perfetti (1Cor12,31), e anche: Non spegnete lo spirito (1Ts 5,19). Ma per quanto riflet-tessi, non sapevo cosa fare. Non ho unintelligenza tanto acuta e noncera nessuno che mi potesse aiutare.

Cercher di annoiare il buon Dio a forza di preghiere, e allora Lui illumi-ner la mia mente. Passai cos una giornata a pregare senza fermarmi unsolo istante; i miei pensieri si calmarono e mi addormentai; ed ecco chein sogno mi vedo nella cella del mio starets ed egli mi spiega la Filocaliadicendo: "Questo santo libro pieno di grande saggezza. per questoche voi, spiriti semplici, non dovete leggere i libri dei Padri tutti di segui-to come sono esposti qui. Questa una disposizione conforme alla teolo-gia; ma colui che non istruito e vuole imparare la preghiera interiorenella Filocalia deve attenersi a questordine: leggere per prima cosa il li-bro del monaco Niceforo (nella seconda parte) poi il libro di Gregorio ilSinaita per intero, salvo i capitoli brevi, poi le tre forme della preghieradi Simeone il Nuovo Teologo e il suo trattato sulla fede, infine il libro diCallisto e Ignazio. In questi testi si trova linsegnamento completo dellapreghiera interiore del cuore, alla portata di tutti. Se vuoi un testo ancorapi comprensibile, prendi nella quarta parte lo schema della preghiera diCallisto, patriarca di Costantinopoli. E io, come se avessi avuto in manola Filocalia, cercavo il passo indicato senza riuscire a trovarlo. Lo staretsallora, sfogliando qualche pagina, mi disse: Eccolo, te lo segno!E raccolto un pezzo di carbone da terra, fece una riga sul bordo della pa-gina, accanto al passo indicato. Ascoltai con attenzione tutte le paroledello starets e cercai di fissarle nella memoria con fermezza e in ogni par-ticolare.

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Mi svegliai e, visto che ancora non era giorno, rimasi disteso, richiaman-do alla memoria tutto quel che avevo veduto in sogno e ripetendo quelche mi aveva detto lo starets. Poi mi misi a riflettere: Dio sa se lanimadel mio defunto starets che mi appare cos o le mie idee che prendono ta-le forma, perch io penso spesso e a lungo alla Filocalia e allo starets!

Mi alzai in questa incertezza di spirito; cominciava ad albeggiare. Ad untratto vedo sulla pietra che mi serviva da tavolo la Filocalia aperta allapagina indicata dallo starets e segnata con un tratto di carbone, propriocome nel sogno; il carbone era ancora l vicino al libro. Ne fui colpito,perch mi ricordai che il libro la sera non era sulla pietra; lavevo messo,chiuso, accanto a me prima di prendere sonno, e mi ricordai anche che inquella pagina non cera alcun segno. Questo fatto mi diede fede nella ve-rit dellapparizione e mi garant della santit della memoria del mio sta-rets. Cos ricominciai a leggere la Filocalia secondo lordine indicato. Les-si una volta, poi unaltra, e questa lettura infiamm il mio zelo e il deside-rio di provare coi fatti tutto quello che avevo letto. Scoprii chiaramente ilsenso della preghiera interiore, i mezzi per arrivarci e i suoi effetti; com-presi che essa riscalda lanima e il cuore, e che si pu distinguere se que-sta felicit viene da Dio, dalla natura sana o dallillusione. Cercai per pri-ma cosa di scoprire il luogo del cuore, secondo linsegnamento di san Si-meone il Nuovo Teologo. Chiusi gli occhi e diressi il mio sguardo verso ilcuore, cercando di rappresentarmelo com, nella parte sinistra del petto,e ascoltando attentamente il suo battito. Ripetei questo esercizio primaper mezzora, molte volte al giorno; allinizio non vedevo che tenebre;presto per il mio cuore apparve e sentii il suo movimento profondo; poiarrivai a introdurre nel mio cuore la preghiera di Ges e a farvela uscire,seguendo il ritmo del respiro, secondo linsegnamento di san Gregorio ilSinaita, di Callisto e di Ignazio; perci, guardando con lo spirito nel miocuore, inspirai laria e la tenni nel petto, dicendo: Signore Ges Cristo, ela espirai dicendo: abbiate piet di me. Mi esercitai per unora o due, neiprimi tempi, poi mi applicai con sempre maggiore frequenza a questa oc-cupazione, e infine passai cos quasi tutta la giornata. Quando mi sentivopesante, stanco o inquieto, leggevo subito nella Filocalia i passi che trat-tano dellattivit del cuore, e il desiderio e lo zelo per la preghiera rina-scevano in me. In capo a tre settimane, avvertii un dolore al cuore, e poiun tepore gradevole e un sentimento di consolazione e di pace. Questomi infuse maggior forza per esercitarmi nella preghiera a cui i miei pen-sieri si riferivano, e cominciai a provare una gioia immensa. Da quel mo-mento provai di volta in volta diverse sensazioni nuove nel cuore e nellospirito. Talvolta cera nel mio cuore come un fervore e una leggerezza,una libert, una gioia cos grandi che ne ero trasformato e mi sentivo in

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estasi. A volte, sentivo un amore ardente per Ges Cristo e per tutta lacreazione divina. Talvolta le mie lacrime fluivano da sole per riconoscen-za al Signore che aveva avuto piet di me, peccatore indurito. Talvolta ilmio spirito angusto si illuminava in modo tale che io comprendevo chia-ramente quello che un tempo non avrei potuto nemmeno concepire. Tal-volta il dolce calore del mio cuore si diffondeva in tutto il mio essere esentivo con emozione la presenza infinita del Signore. Provavo certe vol-te una gioia potente e profonda nellinvocare il nome di Ges Cristo ecomprendevo quel che significa la sua parola: Il Regno di Dio dentro divoi (Lc 17,21).

In mezzo a tali benefiche consolazioni, notai che gli effetti della preghie-ra del cuore si manifestano sotto tre forme: nello spirito, per esempio, ladolcezza dellamore di Dio; nei sensi il gradevole calore del cuore, la pie-nezza di dolcezza nelle membra, il fervore della gioia nel cuore, la legge-rezza, il vigore di vita, linsensibilit alle malattie o alle pene; nellintelli-genza lilluminazione della ragione, la comprensione della sacra Scrittu-ra, la conoscenza del linguaggio della creazione, il distacco dalle vane cu-re, la coscienza della dolcezza della vita interiore, la certezza della vici-nanza di Dio e del suo amore per noi.

Dopo cinque mesi solitari in queste occupazioni e in questa beatitudine,mi abituai cos bene alla preghiera del cuore che la praticavo senza posae alla fine si compiva da sola senza alcuna attivit da parte mia; nascevanel mio spirito e nel mio cuore non solo allo stato di veglia, ma anche du-rante il sonno e non si interrompeva pi un solo minuto. La mia animaringraziava il Signore e il mio cuore esultava di una gioia incessante.

Venne il tempo del taglio, i taglialegna si riunirono e dovetti lasciare lamia silenziosa dimora. Ringraziato il guardaboschi e recitata una pre-ghiera, baciai quellangolo di terra in cui il Signore aveva voluto manife-starmi la sua bont e partii. Camminai e camminai, percorsi molti paesiprima di entrare in Irkutsk.La preghiera spontanea del cuore fu la mia consolazione durante tutto ilcammino, e non cess mai di confortarmi, anche se a gradi diversi; mai ein nessun luogo mi ha dato noia, nulla ha potuto menomarla. Se io lavo-ro, la preghiera agisce da sola nel mio cuore e il lavoro va avanti pi svel-to; se ascolto o leggo qualcosa con attenzione, la preghiera non si inter-rompe, e io sento luna e laltra insieme, come se fossi sdoppiato o se nelmio corpo si trovassero due anime. Mio Dio, com misterioso luomo!Le tue opere sono grandi, Signore; tu hai fatto tutto con saggezza (Sal104,24). Ho avuto nel mio cammino molte straordinarie avventure. Sedovessi raccontarle tutte, non basterebbero delle giornate. Ecco, per

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esempio: una sera dinverno passavo solo per una foresta, e volevo anda-re a dormire a due verste di l, in un villaggio di cui si scorgevano gi leprime luci. A un tratto mi si avvent contro un grosso lupo. Tenevo inmano il rosario del mio starets lo portavo sempre con me . Respinsi illupo con il rosario. E lo credereste? il rosario mi scapp di mano e siattorcigli intorno al collo della belva. Il lupo balz indietro e, saltandoattraverso i pruni, le zampe posteriori si impigliarono tra le spine, men-tre il rosario si impigliava nel ramo secco di un albero. Il lupo si dibatte-va con tutte le sue forze, ma non riusciva a liberarsi perch il rosario gliserrava la gola. Mi feci con fede il segno di croce e avanzai per liberare illupo; soprattutto temevo che mi strappasse il rosario e portasse via cons quelloggetto tanto prezioso. Mi ero appena avvicinato e avevo messola mano sul rosario che il lupo lo strapp davvero e fugg via senza troppicomplimenti. Cos, ringraziando il Signore e ripensando al mio santo sta-rets, arrivai senza fatica al villaggio; mi diressi allalbergo e chiesi da dor-mire. Entrai in casa. Due viaggiatori erano seduti a una tavola dangolo,uno gi avanti negli anni, laltro det matura e robusto. Bevevano del t.Chiesi chi fossero al contadino che custodiva i loro cavalli. Mi spieg cheil vecchio era istitutore e laltro cancelliere del giudice di pace: tutti e duedi origine nobile: Li conduco alla fiera a venti verste da qui.

Dopo essermi riposato qualche istante, chiesi alla padrona un ago e unpo di filo. Mi avvicinai alla candela e cominciai a cucire il mio rosario. Ilcancelliere mi lanci unocchiata e disse: Ne hai fatte di riverenze, per strappare in quel modo il tuo rosario! Non lho rotto io, signore, fu un lupo Guarda, anche i lupi ora si mettono a pregare rispose con una risatail cancelliere.Raccontai allora lavventura nei suoi particolari e spiegai come quel rosa-rio fosse prezioso per me. Il cancelliere ricominci a ridere e disse: Per voi creduloni, son tutti miracoli! Cosa c di misterioso nella tuastoria? Tu hai gettato semplicemente qualcosa al lupo, questi ha avutopaura ed scappato. Cani e lupi hanno sempre paura dei gesti, e non difficile impigliarsi le zampe tra i pruni; non bisogna mica credere cheogni cosa che capita nella vita sia un miracolo! Listitutore allora cominci a discutere con lui: Non parlate cos, signore! Voi non siete profondo in queste questioniDal canto mio, io vedo nella storia di questo contadino un duplice miste-ro, sensibile e spirituale Come come? chiese il cancelliere. Ecco: senza avere unistruzione superiore, voi avrete certamente stu-diato la storia sacra in domande e risposte, nelledizione per le scuole. Vi

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ricordate che quando il primo uomo, Adamo, era nello stato dinnocenza,tutti gli animali erano sottomessi a lui. Si avvicinavano a lui con timoreed egli dava loro il nome. Lo starets, al quale appartenuto questo rosa-rio, era un santo: e che cos la santit? Nullaltro che la risurrezionenelluomo peccatore dello stato dinnocenza del primo uomo. Ecco il mi-stero della natura spirituale! Questa forza avvertita naturalmente datutti gli animali e specie attraverso lodorato; il naso lorgano essenzialedei sensi nellanimale. Ecco il mistero di natura sensibile Per voi sapienti non ci sono che forze e storie simili; ma noi, noi vedia-mo le cos in modo pi semplice: versarsi un bicchiere e tracannarlo, eccoche cosa d forza, disse il cancelliere dirigendosi verso larmadio. A voi spetta quello, affare vostro rispose listitutore; ma in questo ca-so lasciate a noi le nozioni un po dotte. Le parole dellistitutore mi erano piaciute; mi avvicinai a lui e gli dissi: Permettetemi di raccontarvi ancora qualche cosa e proposito del miostarets. Gli spiegai come mi fosse apparso in sogno e dopo avermi istrui-to, avesse fatto un segno sulla Filocalia. Listitutore ascolt il mio raccon-to con attenzione. Il cancelliere invece, steso su una panca, brontolava: vero che si diventa matti a tenere sempre il naso incollato sulla Bib-bia. Basta veder questo bel tipo! Qual il lupo mannaro che si diverte asporcarti i libri durante la notte? Avrai fatto cadere il tuo scartafaccio perterra rigirandoti nel sonno ed finito nella cenere E questo un mira-colo?! Questi bricconi! Li conosco, caro mio, quelli della tua risma!

Dopo aver brontolato in questo modo, il cancelliere si rigir verso il mu-ro e si addorment. A queste parole mi chinai verso listitutore e gli dissi:Se volete, vi far vedere il libro che porta veramente il segno, e non trac-ce di cenere. Estrassi la Filocalia dal sacco e gliela mostrai dicendo: mimeraviglio che sia possibile a unanima incorporea prendere un carbonee scrivereListitutore guard il segno sul libro e disse: Questo il mistero degli spiriti. Te lo spiegher. Quando gli spiriti ap-paiono a un uomo sotto forma corporea, compongono il loro corpo visibi-le di luce e di aria, utilizzando per questo gli elementi dai quali era statotratto il loro corpo mortale. E come laria dotata di elasticit, lanimache ne rivestita pu agire, scrivere o afferrare degli oggetti. Ma che li-bro hai dunque? Fammi vedere.Lo apr e capit sul discorso e il trattato di Simeone il Nuovo Teologo. Ah! certamente un libro di teologia. Non lo conosco Questo libro, piccolo padre, contiene quasi unicamente linsegnamentodella preghiera interiore del cuore al nome di Ges Cristo; esposto quiin modo particolareggiato da venticinque Padri. Ah! La preghiera interiore So che cosa disse listitutore.

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Mi piegai ancor pi verso di lui e lo pregai di dirmi qualche parola sullapreghiera interiore. Ebbene, nel Nuovo Testamento si dice che luomo e tutta la creazionesono soggetti non per volont propria alla vanit e che tutto sospira etende verso la libert dei figli di Dio (Rm 8,19-20); questo misterioso mo-vimento della creazione, questo desiderio innato nelle anime la pre-ghiera interiore. Non la si pu imparare, perch essa in tutti e in tutto! Ma come acquistarla, scoprirla e sentirla nel nostro cuore? Come pren-derne coscienza e accoglierla volontariamente, giungere a che essa agiscaattivamente, riscaldando, illuminando e salvando lanima? chiesi. Non so se i trattati di teologia ne parlano rispose listitutore. Ma qui tutto questo sta scritto esclamai.

Listitutore prese una matita, annot il titolo della Filocalia e disse: "Vo-glio farmi venire questo libro a Tobolsk e lo legger.

Ci salutammo, e ognuno and per i fatti suoi. Andandomene ringraziaiDio per la conversazione con listitutore e pregai il Signore che permet-tesse al cancelliere di leggere di leggere un giorno la Filocalia e di com-prenderne il senso per il bene dellanima sua. Un altra volta, a primave-ra, giunsi in una borgata e mi fermai in casa di un prete. Era un uomodoro, che viveva da solo. Passai tre giorni con lui. Dopo avermi attenta-mente osservato per tutto quel tempo, alla fine mi disse: "Rimani conme, io ti dar un salario; ho bisogno di un uomo fidato. Avrai visto che sista costruendo una nuova chiesa in pietra accanto a quella vecchia che di legno. Non riesco a trovare una persona coscienziosa che mi sorvegligli operai e che stia nella cappella a raccogliere le offerte per la costruzio-ne; vedo che tu ne saresti capace e che questa vita sarebbe adatta per te;vedo che tu saresti capace e che questa vita sarebbe adatta per te; tu sare-sti da solo nella cappella a pregare Dio, c l uno sgabuzzino isolato nelquale puoi stabilirti a tuo agio. Rimani, te ne prego, almeno fino a che lachiesa sia costruita". Mi difesi per un bel po, ma alla fine dovetti cederealla preghiera insistente del sacerdote. Rimasi dunque tutta lestate finoallautunno e mi installai nella cappella. Allinizio fui lasciato tranquillo emi potei esercitare nella preghiera, ma specialmente nei giorni di festavenivano molte persone, alcune per pregare, altre per sbadigliare, altreancora per piluccare qualche soldo nella cassetta delle elemosine. Equando vedevano me intento a leggere la Bibbia o la Filocalia, alcuni visi-tatori intavolavano discorsi con me, altri mi chiedevano di leggere loroqualche brano. Dopo un po di tempo notai che una fanciulla del paeseveniva spesso nella cappella e vi rimaneva a lungo in preghiera. Tenden-do lorecchio a quello che la fanciulla bisbigliava, mi accorsi che recitavadelle curiose preghiere, e certe erano addirittura travisate. Le chiesi:

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Chi ti ha insegnato queste parole? Mi rispose che era stata sua madreche era ortodossa, mentre suo padre era uno scismatico della setta deisenza-preti. La sua situazione mi impietos e le consigliai di recitare lepreghiere correttamente, secondo la tradizione della santa Chiesa. Le in-segnai il Padre Nostro e lAve Maria. Alla fine le dissi: Recita soprattut-to la preghiera di Ges; essa ci avvicina a Dio pi di ogni altra preghierae tu ne ricaverai la salvezza dellanima tua. La fanciulla mi ascolt con at-tenzione e ag con molta semplicit, secondo i miei consigli. Lo credere-ste? Dopo un po di tempo mi annunci che si era abituata alla preghieradi Ges, che sentiva il desiderio di ripeterla senza posa se fosse stato pos-sibile; quando pregava, sentiva il gusto della preghiera e infine la gioia einsieme il desiderio di continuare a pregare sempre di pi, invocando ilnome di Ges Cristo. La fine dellestate si avvicinava; molti visitatori del-la cappella venivano a trovarmi, non pi soltanto per chiedermi un consi-glio o una lettura, ma per raccontare le loro pene domestiche e anche persapere come ritrovare gli oggetti smarriti; evidentemente alcuni di loromi prendevano per un mago. Un giorno infine la fanciulla accorse tuttadisperata per chiedermi che cosa doveva fare. Suo padre voleva sposarlacontro voglia a uno scismatico come lui e lofficiante sarebbe stato uncontadino. Ma un vero matrimonio, questo? diceva angosciata concubinato e basta! Io voglio scappare di casa, seguendo lo sguardo deimiei occhi! Le dissi allora: e dove andrai? Ti potranno sempre raggiunge-re. Con i tempi che corrono, non potrai mai nasconderti senza documen-ti, e si arriver facilmente a riacciuffarti; meglio che tu preghi Dio confervore affinch spezzi con le sue vie la risoluzione di tuo padre e salvi latua anima dal peccato e dalleresia. Questo meglio del tuo progetto difuga. Il tempo passava, il rumore e le distrazioni mi riuscivano semprepi penose. Lestate fin, e decisi di lasciare la cappella e riprendere lamia vita come un tempo. Andai dal prete e gli dissi: Padre mio, voi co-noscete le mie intenzioni. Ho bisogno di calma per dedicarmi alla pre-ghiera, e qui non trovo che distrazioni e fastidi. Ho fatto quello che miavevate chiesto, sono rimasto tutta lestate; ora lasciatemi partire e bene-dite la mia strada. Il prete non voleva lasciarmi andare e cerc di insiste-re ancora: Chi ti impedisce di pregare anche qui? Non hai che da rima-nere nella cappella e trovi il pane bell pronto. Prega notte e giorno l, setu vuoi; vivi con Dio! Tu sei capace e utile qui, non dici sciocchezze con ivisitatori, sei fedele e onesto e assicuri le entrate alla chiesa di Dio! me-glio agli occhi del Signore che non la tua preghiera solitaria. Perch rima-nere cos solo? Con gli altri si prega molto meglio. Dio non ha creato luo-mo perch egli non conosca che se stesso, ma perch ognuno aiuti il suoprossimo, guidandoci lun laltro verso la salvezza, ciascuno secondo lesue forze. Guarda i santi e i dottori ecumenici, erano giorno e notte inmovimento e in daffare per la Chiesa, predicavano dovunque e non rima-

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nevano in solitudine a nascondersi ai loro fratelli. Ciascuno riceve daDio il dono che conviene, padre mio; molti hanno predicato alle folle, emolti sono vissuti nella solitudine. Ciascuno agiva secondo la sua inclina-zione e credeva che fosse la via della salvezza indicata da Dio. Ma comespiegate che tanti santi hanno abbandonato tutte le dignit e gli onoridella Chiesa e si sono rifugiati nel deserto per non essere tentati dal mon-do? SantIsacco il Siriaco ha abbandonato cos i suoi fedeli e il beato Ata-nasio lAtonita ha lasciato il suo monastero; essi consideravano quei luo-ghi troppo pericolosi e credevano veramente alla parola di Cristo: Cheserve alluomo acquistare il mondo, se perde la sua anima? (Mt 16,26). Ma essi erano dei grandi santi replic il prete. Se i santi si guardasse-ro con tanta cura dal venire a contatto con gli uomini gli risposi cosanon dovrebbe fare un povero peccatore! Infine dissi addio al buon pretee ci separammo da amici. Percorsi dieci verste e mi fermai per trascorre-re la notte in un villaggio. Viveva l un contadino gravemente ammalato.Consigliai alla famiglia di farlo comunicare pensando ai santi misteri diCristo, e la mattina essi mandarono a cercare il prete del villaggio. Io ri-masi per inginocchiarmi davanti ai santi doni e per pregare durante lasomministrazione del Sacramento. Ero seduto su una panca davanti allacasa e guardavo se il prete arrivava. Allimprovviso vedo correre verso dime la fanciulla che avevo visto in preghiera nella cappella. Come haifatto a venire qui? Le dissi. In casa mia tutto era disposto ormai perle nozze con quello scismatico, e io sono scappata. Poi, gettandosi ai mieipiedi, grid: Per piet, prendimi con te e conducimi in un convento, daqueste parti, non voglio marito, voglio vivere in un convento recitando lapreghiera di Ges. Ti ascolteranno l, e mi accetteranno. Di un po, do-ve vuoi che ti conduca? Non conosco nemmeno un convento, da questeparti, e come potrei prenderti con me senza passaporto? Non potrai fer-marti mai in nessun posto. Ti scopriranno subito; sarai ricondotta a casatua e punita per la tua scappata. Ritorna invece a casa e prega il Signore;e se non ti vuoi sposare, inventa qualche scusa. Questa sar una "bugiapietosa". Cos hanno agito la santa madre di Clemente, la beata Marina,che salv la sua anima in un monastero di uomini, e tante altre. Mentrenoi stavamo cos parlando, vedemmo quattro contadini in un biroccinoche trottavano dritti verso di noi. Acciuffarono la ragazza e la caricaronosulla carretta: uno di loro part con lei, gli altri tre mi legarono le mani emi condussero al borgo nel quale avevo passato lestate. A tutte le miespiegazioni essi rispondevano con grida: Imparerai, santoccio, a sedur-re le ragazze! Verso sera, mi condussero alla prigione, mi fecero mette-re i ferri ai piedi e mi fecero rinchiudere in attesa del giudizio per lindo-mani. Il prete, avendo saputo che ero in prigione, venne a trovarmi, miport la cena, mi consol e disse che avrebbe preso le mie difese dichia-rando, come mio confessore, che io non avevo assolutamente quelle ten-

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denze che mi venivano attribuite. Si trattenne un po di tempo con me,poi se ne and. Sul far della notte pass di l il commissario di polizia deldistretto e gli fu raccontata la storia. Egli ordin che si riunisse il consi-glio comunale e si conducesse me al commissariato. Noi entrammo e ri-manemmo in piedi ad aspettare. Ad un tratto, ecco il commissario gipiuttosto eccitato; sedette al tavolo col suo berrettone ben calato sul capoe disse a voce molto alta: Ehi, Epifanio, questa ragazza qui, tua figlia,non ha portato via niente da casa? Nulla, piccolo padre. Ha fattoqualche stupidaggine con questo scimunito? No, piccolo padre. Allo-ra la questione giudicata e si decide: con tua figlia, regolati tu comevuoi; e questo bel muso, lo pregheremo di svignarsela domattina, dopouna solida correzione che gli levi la voglia di tornare da queste parti. Via!Con queste parole il commissario si alz in piedi e and a dormire; io fuiricondotto in prigione. Lindomani mattina, per tempo, vennero due con-tadini che mi sferzarono di santa ragione e poi mi lasciarono andare; e iopartii di l ringraziando il Signore per avermi permesso di soffrire in no-me suo. Questo mi consolava e mi incitava anche di pi a pregare. Tuttiquesti incidenti per non mi avevano abbattuto: era come se fossero toc-cati a un altro e io ne fossi solo lo spettatore; anche durante le sferzateriuscivo a sopportare il dolore; la preghiera, che illuminava il mio cuore,non mi dava tempo per accorgermi di alcunaltra cosa. Dopo quattro ver-ste, incontrai la madre della ragazza che tornava dal mercato. Si ferm emi disse: Il fidanzato ci ha piantati. Si arrabbiato con Akulka, capi-sci?; perch lei scappata! . Poi mi diede del pane e un biscotto, e io ri-presi la mia strada. Il tempo era asciutto e non avevo voglia di chiedereospitalit per la notte in un villaggio: scorsi due mucchi di fieno nel bo-sco e mi aggiustai l, per passare la notte. Mi addormentai e mi misi a so-gnare che stavo camminando per la via, e leggevo i capitoli di santAnto-nio il Grande nella Filocalia.

A un tratto mi apparve lo starets e mi disse: Non l che devi leggere e mi indic il capitolo 35 di Giovanni di Karpathos, nel quale scritto:"Talvolta il discepolo dato in pasto alla vergogna e sopporta prove percoloro che ha aiutato spiritualmente". E mi mostr anche il capitolo 41 incui si dice: "Tutti coloro che si dedicano pi ardentemente alla preghierasono preda di tentazioni terribili e logoranti" Poi aggiunse: Fatti corag-gio e non abbatterti mai. Ricorda le parole dellApostolo: Colui che invoi pi grande di colui che nel mondo (1Gv 4,4). Tu ora hai conosciu-to per esperienza che non c tentazione che sia superiore alle forzedelluomo. Perch con la tentazione Dio prepara anche una via duscita(1Cor 10,13). E dalla speranza nellaiuto del Signore sono stati sostenuti iSanti che non hanno trascorso la loro vita soltanto a pregare, ma hannocercato, per amore, di insegnare e di illuminare gli altri. Ecco quanto ha

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detto in proposito san Gregorio di Tessalonica: "Non ci basta pregaresenza posa secondo il comandamento divino, ma bisogna che esponiamoquestinsegnamento a tutti, monaci, laici, gente istruita o gente semplice,uomini, donne o bambini, onde risvegliare in loro lo zelo per la preghierainteriore". Il beato Callisto Telicoudas si esprime nello stesso modo:"Lattivit spirituale (ossia la preghiera interiore), dice, la conoscenzacontemplativa e i mezzi per elevare lanima non debbono essere tenutiper noi, ma bisogna comunicarli con la scrittura o con il discorso per ilbene e lamore di tutti. E la parola di Dio dichiara che il fratello aiutatodal fratello come una citt alta e forte (Pr 18,19). Bisogna soltanto fug-gire con tutte le nostre forze la vanit e vegliare perch il buon granodellinsegnamento divino non sia disperso dal vento". Al risveglio sentiinel mio cuore una gioia immensa e nellanima una forza nuova. E ripresila mia strada.

Molto tempo dopo ebbi unaltra avventura; e se volete, ve la racconter.Un giorno, il 24 marzo, sentii il bisogno veramente invincibile di comuni-carmi ai santi misteri di Cristo nel giorno consacrato alla Madre di Dio,in ricordo della sua annunciazione divina. Chiesi se da quelle parti ci fos-se una chiesa; mi fu detto che vene era una a trenta verste da l. Cammi-nai tutto quel giorno e la notte successiva per arrivare allora di mattuti-no. Era un tempo da lupi, pioggia, neve, vento e gelo. La strada attraver-sava un ruscello e non avevo fatto che pochi passi quando il ghiaccioscricchiol e cedette sotto il mio piede, cos caddi in acqua fino alla cinto-la. Arrivai al mattutino tutto inzuppato, ma riuscii almeno ad ascoltare lepreghiere e la messa, durante la quale il Signore mi permise di ricevere lacomunione. Per passare quel giorno in pace, senza che nulla venisse aturbare la gioia dello spirito, chiesi a un custode di lasciarmi fino allin-domani nella celletta di guardia. Passai tutta quella notte in una gioia in-dicibile e nella pace del cuore; ero steso su una panca in quella capannet-ta non riscaldata, come se riposassi sul seno dAbramo: la preghiera agi-va con forza. Lamore per Ges Cristo e per la Madre di Dio attraversavail mio cuore con onde benefiche e immergeva lanima mia in unestasiconsolatrice. Stava scendendo la notte, quando avvertii nelle gambe unimprovviso dolore, acutissimo, e mi ricordai allora che erano bagnate.Ma ricacciando il pensiero, mi immersi di nuovo nella preghiera e nonavvertii pi alcun dolore. Quando al mattino mi volli alzare, non riuscivopi a muovere le mie povere gambe. Erano inerti e molli come uno stop-pino; il guardiano mi tir gi dalla panca e rimasi cos due giorni senzamuovere un dito. Il terzo giorno il guardiano mi cacci via dalla baraccadicendo: Se morrai qui, bisogner poi correre in giro e darsi da fare perte . Riuscii a trascinarmi sulle mani fino alla scalinata della chiesa e virimasi disteso. Trascorsi cos due giorni circa; le persone che passavano

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non prestavano alcuna attenzione n a me n alle mie domande. Final-mente un contadino mi si avvicin e si mise a chiacchierare. Dopo unpo, mi disse: Cosa mi dai? Ti voglio guarire. Anchio ho avuto questostesso male e conosco un buon rimedio. Non ho nulla da darti gli risposi. Cosa hai nel tuo sacco? Nullaltro che del pane raffermo e dei libri. Bene, tu lavorerai da me per unestate se ti guarisco. Non posso nemmeno lavorare, vedi che ho un braccio che non serve. Cosa sai fare, insomma? Niente, salvo leggere e scrivere. Scrivere? Benissimo. Insegnerai a scrivere a mio figlio, che sa gi legge-re un pochino e voglio che impari anche a scrivere. Ma i maestri chiedo-no troppo, venti rubli per insegnare tutto lalfabeto. Mi misi daccordocon lui e, con laiuto del custode, fui trasportato in casa del contadino,dove venni sistemato in un vecchio bagno in fondo al suo podere. Comin-ci allora a curarmi. Raccolse dai campi, dai cortili e dagli immondezzaidelle vecchie ossa di animali, di uccelli e di che altro ancora: li lav, lifrantum in piccolissimi pezzi con un sasso e li mise in una grossa pento-la; la incappucci con un coperchio forato e rovesci il tutto dentro unvaso che aveva interrato. Spalm con gran cura il fondo della pentola conuno spesso strato di creta e la copr di ceppi che lasci bruciare per pi diventiquattro ore. Mentre disponeva i ceppi, diceva: Tutto questo farun bel pastone di ossa. Il giorno dopo dissotterr il vaso nel quale, attra-verso lorificio del coperchio, era colato quasi un litro di un liquido spes-so, rossastro, oleoso e dallodore di carne fresca; le ossa rimaste nellapentola, da nere e marce, erano diventate di un colore bianco e traspa-rente quanto la madreperla. Per cinque volte al giorno io mi dovevo fri-zionare le gambe con quel liquido. Lo credereste? Il giorno dopo mi ac-corsi che potevo muovere le dita; il terzo potevo piegare le gambe; ilquinto mi reggevo in piedi e camminavo per il cortile appoggiandomi aun bastone. In una settimana le gambe erano tornate normali. Ne ringra-ziai Dio e dicevo tra me: la sapienza di Dio si manifesta nelle sue creatu-re. Delle ossa spolpate e marce, gi quasi ritornate alla terra, conservanoin s la forza vitale, un colore e un odore; esercitano unazione sui corpivivi, ai quali possono ridare la vita! un pegno della risurrezione futura.Se avessi potuto far sapere questo portento al guardaboschi con il qualeavevo vissuto e che dubitava della risurrezione e dei corpi! Cos guarito,cominciai a occuparmi del ragazzo. Scrissi come modello la preghiera diGes e gliela feci ricopiare, mostrandogli come vergare le lettere in modoordinato. Era molto riposante per me, perch il ragazzo prestava serviziotutta la giornata presso il castaldo e veniva da me solo quando il castaldodormiva, ossia il mattino per tempo. Il fanciullo era sveglio e in poco

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tempo impar a scrivere quasi correttamente. Il castaldo, che lo vide scri-vere, gli chiese: Chi ti istruisce? Il ragazzo rispose che era il pellegri-no monco, che viveva da loro nel vecchio bagno. Il castaldo curioso, eraun polacco, venne a trovarmi e mi trov intento a leggere la Filocalia.Parl un poco con me e mi chiese: Cosa leggi di bello? Gli mostrai il li-bro. Ah, la Filocalia disse. Ho veduto questo libro dal curato, quan-do abitavo a Vilna. Ma ho sentito dire che contiene strane formule e mo-di per pregare, inventati da certi monaci greci sullo stampo dei santoniindiani e di Buchara, che gonfiano i loro polmoni e credono ciecamente,quando riescono a sentire un pizzicorino nel cuore, che questa sensazio-ne naturale sia una preghiera data da Dio. Bisogna pregare semplicemen-te, per compiere il nostro dovere verso Dio; quando ci si alza il mattino,si recita il Pater come ha insegnato Ges Cristo; e questo basta per tuttala giornata. Ma a forza di ripetere sempre la stessa preghiera, si corre ilrischio di diventare matti e di guastarsi il cuore. Non parlate in tal mo-do di questo santo libro, piccolo padre. Non sono dei semplici monaciche lhanno scritto, ma antichi e santi personaggi che la vostra Chiesa ve-nera, come Antonio il Grande, Macario il Grande, Marco lAsceta, Gio-vanni Crisostomo