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9 settembre

Rassegna 9 settembre

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rassegna 9 settembre

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9 settembre

LA NAZIONE Pagina 22 – Esteri «Sakineh, pena sospesa» L’Iran costretto a cedere Soddisfazione nel mondo. «Ma non è ancora salva» di ALESSANDRO FARRUGGIA ROMA — IL CASO di Sakineh è «ancora sotto esame», ma la sua pena è «allo stato sospesa». Stretto dalla pressione politica e mediatica internazionale, il regime iraniano blocca la lapidazione di Sakineh Mohammadi Ashtiani. «La sentenza a carico della Ashtiani — ha detto ieri all’emittente governativa Press tv il portavoce del ministero degli Esteri Rahim Mehmaparast — è stata bloccata ed è nuovamente in fase di revisione». Non solo. «Le notizie circa una condanna ad ulteriori 99 frustate sono false», il che non è del tutto vero, perchè la nuova condanna esiste, solo che probabilmente non è stata eseguita. Le associazioni che si occupano di diritti umani in Iran accolgono con favore la notizia, ma la contestualizzano. «Che il caso sia sospeso non è una novità. E’ una cosa che sapevamo da giorni. Il fatto importante è che il regime iraniano, grazie alla pressione internazionale, si sia piegato a fornire elementi sulla sorte di Sakineh», osserva il portavoce di Iran Human Rigths, Mahmud Moghaddam. «Nulla prova la sospensione. Non ci beviamo i giochetti della loro nauseante propaganda — rincara Ahmad Fatemi, attivista iraniano del Comitato internazionale contro la lapidazione — e continueremo a batterci fino a quando Sakineh non sarà liberata». IN ITALIA, il paese che con la Francia più si è dato da fare per bloccare l’esecuzione, la soddisfazione è generale. «La notizia della sospensione della sentenza di lapidazione — scrivono il ministro degli Esteri Franco Frattini, e quello delle Pari opportunità Mara Carfagna — è il risultato di una mobilitazione internazionale di governi e opinioni pubbliche e un importante segnale di ragionevolezza da parte delle autorità iraniane. Ne esce incoraggiata la volontà di mantenere su molti temi, anche sensibili, canali di dialogo e di rispetto reciproco». «La sospensione della sentenza — osserva Piero Fassino del Pd — è un primo importante risultato della mobilitazione internazionale. Ci auguriamo adesso che alla sospensione segua una revisione definitiva e liberatoria della sentenza». «E’ un segnale di speranza ma la battaglia non si ferma» sottolinea il ministro Giorgia Meloni (Pdl). Con loro, esponenti dell’Udc, dei Verdi, dell’Idv. Il vero rischio adesso è che la condanna a morte di Sakineh sia confermata, ma cambiata da lapidazione a impiccagione. E sarebbe una tragica beffa.

IL TIRRENO Pagina 6 - Pontedera Il sindaco si impegna in Regione Ampliamenti in vista per il museo Guarnacci VOLTERRA. La sede attuale del museo etrusco Guarnacci sarà ampliata. Sindaco e assessore alla cultura si impegnano ufficialmente con l’assessore regionale Cristina Scaletti. A Firenze sono andati Marco Buselli e Gianfranco Carloni. «E’ stata accolta come priorità la necessità di intervenire sul museo Guarnacci - commenta il primo cittadino - e come amministrazione abbiamo contestualmente posto l’esigenza di ampliare l’attuale sede della struttura. Abbiamo convenuto di effettuare un percorso condiviso con la Regione, che porterà anche alla richiesta di individuare il Guarnacci come museo di rilievo regionale». I temi toccati sono tanti. «Per Volterra patrimonio dell’Umanità abbiamo chiesto la partnership della Regione, l’iniziativa ha avuto anche l’avallo del presidente Rossi», continua. Piace pure il progetto di riqualificazione dell’area del Maschio, in collaborazione con l’amministrazione penitenziaria e con la Fondazione Cassa di risparmio, per permetterne la fruizione completa. «Abbiamo proposto anche l’idea di una rete tra parchi di arte contemporanea, come quello che abbiamo di Mauro Staccioli. Piena sintonia anche su questo punto, su cui il dirigente Rosati individuerà i percorsi operativi da compiere. Si tratta di una risposta seria ai tentativi di strumentalizzazione tentati riguardo all’atteggiamento dell’amministrazione comunale sull’arte contemporanea».

LA NAZIONE Pagina 12 – Montecatini Terme. Caterina Bini: “Impensabile un ritorno ai fasti degli anni Sessanta” Paganelli consegna i conti alla Regione «Ricavi in crescita e perdita dimezzata» «IL PIANO di rilancio delle Terme procede secondo le priorità stabilite, con la riduzione del numero degli stabilimenti e un ruolo strategico affidato alla ristrutturazione delle Leopoldine». E’ quanto dichiara Caterina Bini (Pd), presidente della commissione Sviluppo economico del Consiglio regionale dopo l’audizione dell’amministratore unico Paola Paganelli. «Dovrà essere aggiornato nel tempo — continua — e dovranno essere valutate le ambizioni sulla base di verifiche costanti sulla risposta turistica, senza pensare di dover tornare al periodo di massimo splendore degli anni Sessanta». LA RIDUZIONE degli stabilimenti, il rinnovo già ultimato delle Redi, la ristrutturazione delle Leopoldine, il restauro del Tettuccio, la dismissione di altri stabilimenti, con gli introiti delle vendite immobiliari come asse portante del risanamento e opportunità di riqualificazione urbana del centro città, l’obiettivo del raddoppio dei ricavi entro il 2015, la forte campagna di promozione in atto e l’accordo con gli Uffizi per una mostra da allestire nel marzo 2011: queste le linee principali tratteggiate da Paganelli. «I ricavi nei primi 8 mesi del 2010 — aggiunge — sono in crescita rispetto al 2009; il confronto tra ricavi e costi (mol) nel 2009 vede dimezzata la perdita (800 mila euro), l’attenzione ai costi è il metodo di lavoro fondamentale». PER NICOLA Nascosti (Pdl), vicepresidente della commissione, «importante è la dismissione degli immobili sul bilancio urbanistico, per il quale il Comune dovrà fare appieno la propria parte». Chiede chiarimenti «sulla sostenibilità finanziaria del piano industriale e su ruolo e intenzioni di Fidi Toscana sulle ipotesi di prestito obbligazionario; se intenda limitarsi a svolgere la funzione di advisor o diventare a sua volta sottoscrittore». Il prestito obbligazionario, spiega Paganelli, «è una fonte ulteriore al momento non quantificabile, con Fidi Toscana, che svolge solo un ruolo di advisor e nient’altro, abbiamo effettuato una analisi di pre-fattibilità». «Il piano industriale va avanti — dice Giuseppe Del Carlo (Udc) — le alienazioni di immobili hanno superato le resistenze. Erano previsti investimenti degli enti locali per tornare al pareggio di bilancio e favorire una nuova privatizzazione della società ora interamente pubblica. Un coinvolgimento del Comune può prolungarsi nel tempo, ma non la partecipazione della Regione».

IL TIRRENO Pagina 1 - Prato Al Corteggio è storica la rottura Lite col Comune, la Provincia sta fuori. Gestri: «Non accettiamo diktat» Giornata di riunioni convulse Il prefetto riunisce i due leader per trovare una mediazione ILENIA REALI PRATO. Il presidente della Provincia Lamberto Gestri non ha accompagnato il gonfalone lungo il percorso del Corteggio. Né lui, né nessun altro della giunta e della maggioranza. A rappresentare la Provincia nella posizione riservata all’autorità c’era solo, fatta eccezione per l’opposizione, il presidente del consiglio provinciale Giuseppe Maroso. E’ la prima volta che i vertici dell’istituzione cittadina non sfilano nella posizione prevista dal cerimoniale ma, mischiati, in mezzo al corteo. La decisione è arrivata alle 20 passate dopo una riunione durata circa tre ore tra la giunta e il presidente del consiglio provinciale e una giornata trascorsa in un polemico testa a testa tra Comune e Provincia sulla presenza degli stranieri al Corteggio. Quattro giorni fa. Domenica il presidente Gestri aveva inviato una lettera aperta ai giornali dove chiedeva ai rappresentanti delle comunità straniere di unirsi al Corteggio. «Dietro i nostri gonfaloni nelle vie e nelle piazze ci sia spazio e accoglienza per tutti: l’8 settembre diventi la festa di tutti coloro che a Prato vivono e lavorano. Partecipate con noi al Corteggio», aveva scritto il presidente della Provincia. Un appello che aveva sollevato plausi e critiche. La polemica. Un appello che però non sembrava avrebbe avuto particolari strascichi. Fino a ieri mattina. Poi dal Comune, che organizza il Corteggio, è arrivata in Provincia una telefonata che invitava a rivedere le posizioni prese perché per la delegazione delle comunità straniere non c’era spazio. L’assessore comunale Giorgio Silli e la collega provinciale Loredana Ferrara si sono sentiti e con il passare delle ore è diventato chiaro che per il Comune quest’invito “non s’aveva da fare”. Le telefonate tra Comune e Provincia si sono fatte sempre più fitte fino al punto che in campo è entrata la prefettura. Alle 17 il prefetto Guja Federico ha chiamato il sindaco Cenni e il presidente Gestri per tentare una mediazione. La mediazione. Il prefetto davanti a Gestri e Cenni ha proposto di far sfilare comunque le comunità straniere ma non dietro il gonfalone della Provincia come proposto dal presidente (che voleva i rappresentanti stranieri accanto a sé), ma dietro gli altri invitati, accompagnati dalla vice presidente Ambra Giorgi. Il sindaco Cenni ha accettato la proposta, il presidente Gestri ha preso tempo e ha convocato i suoi. Il sindaco. «Accetto la proposta del prefetto - ha commentato il sindaco Cenni - ma solo per senso di responsabilità. L’invito della Provincia va a snaturare la tradizione del corteggio e un cerimoniale che si ripete da sempre. Il Corteggio è una festa della città e dov’è il posto delle autorità devono starci le autorità: non è un palcoscenico politico dove ognuno mostra il suo metodo amministrativo». «E poi - ha aggiunto - gli inviti li fa il Comune ed è come se io invitassi una persona a cena e questa si presentasse con altre dieci. Dietro i gonfaloni ci stanno i rappresentanti delle istituzioni e basta». Il presidente Gestri. «La giunta provinciale - ha detto - sta con la gente. In mezzo alla gente comune, pratesi e stranieri. Il sindaco ha minacciato di far intervenire le forze dell’ordine per espellere gli stranieri da dietro il nostro gonfalone. E’ un diktat che non si può accettare. Ringrazio il prefetto per la proposta di mediazione, ma non era accettabile neppure quella. Ho invitato gli stranieri per dare un messaggio di integrazione, di condivisione e poi avrei dovuto farli partecipare in una posizione penalizzante. Tipo, ci sei ma per ultimo. No, noi non ci stiamo. Sarebbe un gesto di distinzione che non accettiamo. Noi festeggiamo, ma con tutti gli altri, come segno coraggioso e aperto di condivisione dei valori della festa». Le comunità straniere. Più che dispiaciuto, è avvilito Matteo Ye, alias Ye Hui Ming, una delle facce più conosciute della comunità orientale. «E’ una vergogna - commenta prima di accodarsi al corteo insieme al presidente Gestri, in via Cimatori - avremmo avuto il diritto di essere nel corteo dietro al gonfalone della Provincia, non tanto come stranieri ma come esseri umani».

LA NAZIONE Pagina 12 – Montecatini Politica. L’ex sindaco di Massa e Cozzile annuncia il suo nuovo impegno nel partito di Di Pietro Franco Nardini entra nell’Idv. «Faccio scelte coraggiose» FRANCO NARDINI, per quasi vent’anni sindaco di Massa e Cozzile, entra nell’Italia dei Valori. Esponente del Pci, prima e del Pds e Ds dopo, non è rimasto convinto dalla proposta del Pd. Ha dato l’annuncio della sua candidatura durante un incontro coi vertici provinciali dell’Idv. La sua adesione è stata ufficializzata dopo il congresso provinciale del partito, per evitare speculazioni sulla sua scelta. Nardini entra nell’Idv da semplice iscritto, senza ricoprire incarichi. «Nulla è cambiato rispetto alla genesi del Pd — dice — perché il partito non è ancora riuscito a trovare il bandolo della matassa. La sinistra è allo sbando e l’unica figura carisimatica potrebbe essere Nichi Vendola, presidente della Puglia. Ma purtroppo è una risorsa isolata nella situazione complessiva». Secondo Nardini, l’Idv può essere l’unica novità nel panorama politico, su tutti i fronti. «Questa forza — prosegue — è riuscita a passare da partito di opinione a partito radicato sul territorio, da partito di protesta a partito di governo. I suoi rappresentanti sono persone oneste e non estremiste. In questa fase di degrado della politica ci vuole coraggio: a me non è mai mancato. Tutta la mia vita politica e professionale è stata tesa a onesta e legalità». Nardini non manca di attaccare Berlusconi. «Il paese — dice — è in campagna elettorale dal 1994. La politica è fatta di continui annunci cui non seguono fatti concreti, da dichiarazioni e immediate smentite. Il cittadino medio, alla fine, dice che le istituzioni non sono più credibili. Siamo arrivati al punto di non ritorno. Le prossime elezioni rischiano di essere un plebiscito per incoronare Silvio Berlusconi imperatore. Non possiamo rimanere insensibili davanti a questa situazione». Daniele Bernardini

LA NAZIONE Pagina 12 – Grosseto Polemiche. La Carbone si lamenta soprattutto della condizione di Albinia «Ma nessuna delle ciclabili è a norma» Idv all’attacco della gestione delle piste «AI CITTADINI ormai importa poco se tre legislature fa c’era un accordo tra Comune e Provincia per la pista ciclabile tra Talamone e Fonteblanda, come importa poco di sapere che tra le tante mancanze e ritardi il Comune ha approvato solo nel settembre del 2009 una delibera senza la quale la Provincia non poteva lavorare». Da Palazzo Aldobrandeschi è il consigliere provinciale dell’Idv Anna Maria Carbone a replicare all’assessore Rolando Di Vincenzo sul tema delle ciclabili, tanto quelle da realizzare quanto quelle realizzate. «Fatta salva la pista che collega Orbetello con Orbetello Scalo — afferma la Carbone — che è stata realizzata grazie anche al contributo del primo commissariamento lagunare, tutte le altre piste ciclabili sul territorio non hanno né la larghezza minima né le necessarie misure di sicurezza. Sulla strada urbana di Cameretta, per un chilometro e mezzo, ci passano anche le auto e i camion. Ma il massimo lo raggiungiamo sulla corsia parallela alla provinciale per Porto Ercole, che da Terrarossa costeggia gli argini della laguna fino al bivio della Feniglia. Qui un cartello di divieto di transito minaccia chi vuole percorrerla che lo fa a suo rischio e pericolo». Spostandosi verso l’entroterra, la Carbone arriva ad Albinia, dove i residenti «attendono ancora il collegamento ciclabile tra il paese e le Saline, salvo non si voglia intendere per pista ciclabile il sottopasso realizzato che porta in nessun dove». IL CONSIGLIERE provinciale, esponente dell’Idv lagunare, amplia l’attacco all’amministrazione Matteoli, di cui Di Vincenzo è assessore all’urbanistica, e lo estende anche all’argomento caldo di questo momento, ovvero il porto di Talamone. «Dalle parole dell’assessore — afferma la Carbone — emerge l’appiattimento sulle scelte condivise con le precedenti amministrazioni regionali e provinciali. Non si vuole prendere atto che è subentrata una nuova visione, in discontinuità con le precedenti amministrazioni regionali. L’impegno dell’assessore regionale all’urbanistica e allo sviluppo del territorio Anna Marson è orientato verso la massima liberalizzazione di porti e approdi, purché realizzati con infrastrutture semplici e non invasive sul piano del paesaggio. Un vero e proprio cambio di passo a tutela dei principi di qualità che spesso, come nel caso del porto di Talamone, rischiano di rimanere mere dichiarazioni di intenti».

IL TIRRENO Pagina 3 - Cecina Bagnolese, la guerra del verde Scontro Comune-comitato sulla gestione MA.MO. ROSIGNANO. È guerra aperta sulla gestione del parco della Bagnolese. Ma la causa promossa dal comitato locale (che gestisce il verde dell’area) contro il Comune per il mancato pagamento dei rimborsi spesa segna un punto a favore dell’organismo cittadino. Il tribunale di Cecina, infatti, ha emesso un decreto ingiuntivo nei confronti dell’ente di 7500 euro. Decreto a cui l’amministrazione comunale farà sicuramente opposizione e così la battaglia andrà avanti. Ma ripercorriamo le tappe di questa vicenda. La causa. Tutto è scoppiato lo scorso anno, all’insediamento della nuova giunta. «La dirigente del settore - spiega Franco Calvani, presidente del comitato - attraverso un provvedimento di colpo disse basta ai rimborsi spesa per il nostro lavoro nel parco, fissati su un totale di 5mila euro ogni anno, divisi in due rate». Ma perché il Comune bloccò quei rimborsi? «Secondo la dirigente - spiega Luca Simoncini, assessore al patrimonio - il comitato non produceva una rendicontazione tale per poter motivare questi rimborsi. E così sono stati interrotti». Ma il comitato è andato avanti e, attraverso l’avvocato cecinese Nobili, ha promosso una causa civile. «I rimborsi spesa - continua Calvani - sono messi nero su bianco anche sull’ultima convenzione, che scade alle fine del 2010. Il Comune ha deciso di ostacolare una gestione del verde molto importante per questo quartiere. Pensate che il nostro comitato racchiude 125 soci e si occupa di tenere in ordine un parco che ha un’oliveta, un campo sportivo, un bocciodromo, oltre ad avere cura di due orti delle suore della mensa dei poveri. Insomma, la nostra è una funzione sociale, che la giunta-Franchi ha deciso di ingorare». Il decreto. Causa che per il momento ha segno un punto a vantaggio del comitato: il giudice, come detto, ha trasmesso all’ente un decreto di pagamento di 7500 euro (sono le due rate non versate nel 2009 e quella dei primi sei mesi del 2010). Lo stesso legale del comitato, tuttavia, invita alla calma, a non cantare vittoria perché la partita è ancora lunga. «Noi faremo sicuramente opposizione - dice Simoncini - contro questo decreto».

IL TIRRENO Pagina 1 - Cecina Polemica sul dossier sicurezza da consegnare al ministro Maroni Grosso (Idv) replica alla Lega «E i tagli alle forze dell’ordine?» CECINA. La Lega nord prepara un dossier sulla sicurezza da consegnare al ministro Maroni? Michele Grosso (Idv) bolla l’iniziativa come demagogica: «Uno spot elettorale che niente ha a che vedere col nostro territorio. Gli episodi citati sono senz’altro da condannare e a chi li ha subiti va tutta la nostra solidarietà. Da questo punto di vista il sindaco ha il dovere di stimolare chi deve garantire la sicurezza a non abbassare la guardia. Così come l’amministrazione comunale deve adoperarsi affinché anche il nostro corpo di polizia municipale possa essere messo in condizione di contribuire, è necessario anche che il senso civico ci porti a segnalare quelle situazioni che a lungo andare possono diventare l’anticamera di situazioni di illegalità, affinchè non si vengano a creare zone franche abbandonate a se stesse. «La Lega - conclude Grosso - dovrebbe spiegarci come mai le forze dell’ordine si sono trovate in difficoltà grazie ai tagli che il governo ha effettuato anche sulla loro testa».