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STORIA: LA BIBBIA SVELATA UFO: LA STELLA DI BETLEMME ARCHEO: LA PIÙ ANTICA CHIESA CRISTIANA PIRAMIDI BOSNIACHE Tra scoperte e sabotaggi IN QUESTO NUMERO: 17 ARTICOLI 20 NEWS 5 LIBRI 6 VIDEO 4 SITI WEB 142 PAGINE ANNO I LUGLIO 2011 ARCHEOLOGIA STORIA SCIENZA E MISTERO OMAGGIO CATARI: I BONI HOMINES

Runa Bianca n°1

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Rivista di archeologia, storia, scienza e mistero. In questo numero le piramidi bosniache, i Catari, abduction, homo sauros, Cristoforo Colombo, la bibbia svelata, la stella di Betlemme e tanto altro ancora

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  • STORIA: LA BIBBIA SVELATA

    UFO: LA STELLA DI BETLEMME

    ARCHEO: LA PI ANTICA CHIESA CRISTIANA

    PIRAMIDI BOSNIACHETra scoperte e sabotaggi

    IN QUESTO NUMERO: 17 ARTICOLI 20 NEWS 5 LIBRI 6 VIDEO 4 SITI WEB

    142PAGINEANNO ILUGLIO 2011

    1ARCHEOLOGIA

    STORIASCIENZA

    E MISTEROOMAGGIO

    CATARI: I BONI HOMINES

  • 2 Runa Bianca LugLio 2011 | n.1

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    Editoriale

    News

    Video

    Libreria

    Siti web

    Mostre & eventi

    Trasmutazione dello spiritonellevoluzione universale cosmicadi Lilly Antinea Astore

    Missione italiana sullepiramidi bosniacheLe ricerche e i risultatidi Paolo Debertolis

    Il mio primo incontrocon Sai BabaPassaggio in India, ai piedi di Swamidi Tullia Parvathi Turazzi

    Il cosmo mi parla ora di svegliarsi, figliadi Anja Zablocki

    Il simbolismo della PiramideLe radici di una scienza anticadi Antonio Crasto

    La Bibbia svelataNon ci hanno raccontato tutto e nemmeno il verodi Mauro Biglino

    La Stella di Betlemme era un UFO?Riflessioni sulla cometa avvistata ai tempi di Gesdi Vincenzo Di Gregorio

    I Boni HominesI Catari: i seguaci dellAnticristodi Osvaldo Carigi e Stefania Tavanti

    Homo SaurusUn alieno dacqua dolcedi Unconventional Research Group

    Luomo che super i confinidel mondoVita e viaggi di Cristoforo Colombodi Ruggero Marino

    Agopuntura,Yoga esilenzioLuniverso frattale e lilluminazione del Sdi Michele Proclamato

    Custodi dellImmortalitLe piramidi, lo Zed, Osiride, Orione e Isidedi Piero Magaletti

    Incontri ravvicinati del IV tipoDal mito dei rapimenti reali alla teoria delle interferenze mentali. Presentazione di un caso. Parte Idi Giulia M. DAmbrosio e Duccio Calamandrei

    Ciclopi del NordOmero nel Balticodi Felice Vinci

    Il sito proto-cristiano diHaroba Kosht (III XIII sec.)La scoperta della pi antica chiesa cristiana. Parte Idi Gabriele Rossi Osmida

    Il passaggio segreto diS. MarcoArcheologia del Sottosuolodi Luigi Bavagnoli e Margherita Guccione

    Il Cerchio della VitaLa porta del tempodi Mario Balocco

    Anticipazioni Runa Bianca numero 2 agosto 2011

    ARTICOLI

    RUBRICHE

    SOMMARIO LUGLIO 2011 | N.1

  • Runa Bianca 3LugLio 2011 | n.1

    Siamo arrivati al secondo numero di Runa Bianca ed gi tempo di con-suntivi. Il numero Zero andato molto bene, superiore a tutte le nostre aspet-tative. Abbiamo riscontrato un grande in-teresse sia negli utenti sia negli autori, che hanno giustamente visto in questa iniziativa editoriale online, un qualcosa che sinora mancava nel patrimonio culturale ed edito-riale italiano.

    Runa Bianca garantir sempre la massima trasparenza nella pubblicazione dei vari arti-coli con date condivise e un rapporto ed ac-cordi chiari e onesti con i singoli autori. La no-stra filosofia avete avuto modo di conoscerla attraverso il nostro numero Zero ma anche attraverso il nostro sito internet (www.runa-bianca.it) in cui campeggia un trinomio per noi fondamentale Trasparenza, Gentilezza e Cortesia e dal motto Prima che studiosi sia-mo tutti amici accomunati da una stessa pas-sione e su tale traccia vorremmo improntare la nostra e la vostra collaborazione.

    Nel frattempo il passaparola ci ha gi fat-to diffondere a macchia dolio nel web, leco della nostra iniziativa stata incredibile por-tandoci inaspettatamente ad essere recensiti anche in siti doltralpe XGate (www.x-gate.ch/index.aspx?m=1400).

    Il nostro PDF stato scaricato da moltissi-mi siti che lo hanno letteralmente fagocita-to contribuendo alla sua diffusione ma ancor pi alla divulgazione delle teorie e delle idee proposte dai nostri autori.

    Nella rete il passa parola ha raggiunto de-cine di migliaia di persone, vedremo di non disattendere le loro aspettative.

    Stiamo lavorando per Voi su molti fronti e oltre a contattare i migliori ricercatori italiani (e non-italiani) stiamo anche intraprendendo

    iniziative e spedizioni che un eMagazine che si rispetti non pu ne deve trascurare. Stiamo per effettuare ricerche mirate in siti italiani e stranieri che faranno sicuramente scaturire interessantissimi report di cui i nostri lettori avranno sempre lanteprima assoluta. Per lan-no prossimo stiamo anche organizzando un grande evento da coordinare assieme ad altri noti protagonisti della cultura italiana, men-tre parallelamente stiamo predisponendo la creazione e luscita di numeri Monografici da collezione, su alcuni temi noti, arcinoti, o poco conosciuti, ma sempre col taglio della nostra rivista, nellintento di far parlare tut-ti i protagonisti e i ricercatori, per mettere a confronto pi ipotesi e pi tesi senza filtri o censure. Frammenti di verit sicuramente usciranno fuori, spetter a tutti voi saperli co-gliere e giudicare.

    Ma veniamo a questo numero.Come nei film di successo, dopo il primo

    tutti si aspettano luscita del secondo per ve-dere se allaltezza del precedente e se lo ... forse non stato un caso!

    Noi riteniamo che il caso non esista ma tutto quello che facciamo e che ci accade sia il frutto di determinate azioni, magari anche non del tutto consapevoli. Quindi se c una formula vincente la formula che crea il suc-cesso, a prescindere da tanti altri fattori, e la formula in questo caso la qualit che alla lunga paga sempre.

    Come potete vedere il sommario di que-sto numero ricchissimo di molti nomi noti per chi mastica da un po di anni questi ar-gomenti. Vi sono per anche delle New-Entry deccezione come il gruppo di ricerca che sta indagando da mesi sulle Piramidi Bosniache.

    Limportanza dei loro risultati, la loro pro-fessionalit, le potenziali conseguenze sulla-

    Siamo arrivati al secondo numero...tempo di lettura 4 minuti

    EDITORIALEdi Vincenzo Di Gregorio

  • 4 Runa Bianca LugLio 2011 | n.1

    pertura di porte mai aperte sul nostro passato di europei, ci ha indotto a dedicare la coper-tina di questo numero alla piramide del sole di Visoko e a pubblicare uninteressantissimo report da parte del capo-missione il Prof. De Bertolis delluniversit di Trieste.

    Alcuni elementi della nostra redazione si recheranno questestate sul posto e vi saran-no sicuramente degli sviluppi nelle ricerche che vi saranno puntualmente documentate, quasi in diretta, nei prossimi numeri.

    Vi segnalo il profondo articolo di Lilly Antinea Astore che ci indica come rispondere ad alcune delle domande esistenziali pi pro-fonde e rimaste sinora senza risposta. Alcuni nuovi autori ci hanno dato la loro adesio-ne inviandoci un articolo di presentazione come Mauro Biglino o Tullia Parvathi Turazzi.

    Mentre il primo ci fa intravedere alcune nuove chiavi di lettura della Bibbia la seconda ci descrive un affresco del suo arrivo in India. Una foto a colori in cui si avvertono i profumi delloriente, questo solo per scaldare i motori per i report che saranno pubblicati nei pros-simi numeri ma non vi tedio oltre e vi lascio alla lettura di questo nuovo secondo numero della Runa Bianca.

    Buona lettura e a presto!

    Arch. Vincenzo Di Gregorio

    Tutti i diritti di riproduzione degli articoli pubblicati sono riservati. Manoscritti e origi-nali, anche se non pubblicati, non si restituis-cono. Il loro invio implica il consenso gratuito alla pubblicazione da parte dellautore. vi-etata la riproduzione anche parziale di testi, e fotografie, documenti, etc. senza il consenso scritto dellautore e della rivista Runa Bianca. La responsabilit dei testi e delle immagini pubblicate imputabile ai soli autori.

    Vincenzo Di GregorioLilly Antinea AstoreEnrico BaccariniAndrea Critelli

    Anja ZablockiAntonio CrastoDuccio CalamandreiFelice VinciGabriele Rossi OsmidaGiulia M. DAmbrosioLuigi BavagnoliMargherita GuccioneMario BaloccoMauro BiglinoMichele ProclamatoOsvaldo CarigiPaolo DebertolisPiero MagalettiRuggero MarinoStefania TavantiTullia Parvathi TurazziUnconventional Research Group

    Andrea Critelli

    Vincenzo Di GregorioEDITORIALE

    Per contattare la redazione, collaborare, segnalare libri,

    eventi potete scrivere [email protected]

    www.runabianca.it

    COMITATO REDAZIONALE

    SVILUPPO E PROGETTO GRAFICO

    HANNO COLLABORATO

  • Runa Bianca 5LugLio 2011 | n.1

    La civilt perduta dellAmazzonia

    Negli ultimi anni gli archeologi hanno scoperto in Amazzonia le tracce di antichi insediamenti, densamente popolati. Ci fa supporre lesistenza di societ pi consistenti e pi sviluppate di quanto fi-nora di ritenesse.

    Larcheologa Denise Schaan, dellUniver-sit Federale di Par in Brasile, ha steso una mappa di gruppi di misteriose sculture re-alizzate sulle rocce tra 700 e 2000 anni fa. Si trovano inoltre 269 opere realizzate in terra, di forme circolari e rettangolari, sparse su unarea di 40.000 km quadrati, realizzate per scopi finora sconosciuti, ma Schaan sospetta che si trattasse di centri cerimoniali. Tali ope-re potevano essere realizzate soltanto da una popolazione numerosa e ben coordinata, ha dichiarato la ricercatrice.

    Larcheologa brasiliana Helena Lima dellU-niversit Federale di Amazonas pensa che gi insediamenti identificati abbiano una lunga storia. Oltre alle centinaia di intagli e sculture di volti umani, risalenti tra 3000 e 7000 anni fa, Lima ha trovato anche oggetti di terracot-ta, che suggeriscono lesistenza di una rete di villaggi ramificata in tutta la parte centrale dellAmazzonia.

    La fitta foresta non sembra adatta al fiori-re duna civilt, ma un ricercatore suggerisce che il paesaggio anticamente fosse molto di-verso.

    Larcheologo Augusto Oyuela-Caycedo dellUniversit di Florida ricorda che le tracce di cereali e di altre coltivazioni nel Per nord-orientale indicano che le grandi piane semia-

    ride della regione erano in realt dolci prate-rie, coltivate con cura dai loro abitanti.

    Discover

    2 luglio 2011

    Scoperta una nuova specie di dinosauri: la pi piccola mai conosciuta

    Scoperta da due paleontologi dellU-niversit di Portsmouth una nuova specie di minuscoli dinosauri, che potrebbe essere la pi piccola mai conosciu-ta. A individuare la nuova specie, trovata in una fossa a Bexhill, nellEast Sussex, sono stati Darren Naish e Steve Sweetman. La scoperta sar descritta nel prossimo numero del Cre-taceous Research.

    Corriere del Giorno

    20 giugno 2011

    Le notizie pi interessanti dal webtempo di lettura 44 minuti

    NEWSa cura di Enrico Baccarini

    ARCHEOSTORIA

    ARCHEOSTORIA

  • 6 Runa Bianca LugLio 2011 | n.1

    a cura di Enrico BaccariniNEWS

    Scoperta a Palenque una tomba maya

    Il solstizio destate non poteva portare migliori auspici per larcheologia. In con-temporanea con la scoperta in Egitto della seconda barca solare di Cheope, dallal-tra parte del mondo, allombra di altre pirami-di, sono venute alla luce importanti rinveni-menti. Luso di una piccola telecamera ha per-messo di addentrarsi allinterno di quella che sembra essere una tomba intatta di un capo maya della citt di Palenque, nello stato mes-sicano del Chiapas. Larea funeraria, seppellita per circa 1.500 anni, si trova allinterno di una piramide dellAcropoli a sud dellarea archeo-logica della grande citt maya; era conosciu-ta gi dal 1999 ma linstabilit della struttura, con il pericolo che parte delledificio potesse crollare sulla tomba, impediva laccesso. La microcamera, spinta fino a cinque metri di profondit attraverso un piccolo buco nella piramide, ha mostrato affreschi sulle pareti e a terra oggetti del corredo funerario com-posto perlopi da reperti in ceramica, giada e madreperla. Le pitture rappresentano figure in nero su uno sfondo rosso vivo. La ricchezza del corredo ha spinto gli archeologi a credere che si tratti della sepoltura di un capo religio-so. Per il momento le riprese hanno permesso di identificare solo alcuni oggetti archeolo-gici per cui sembra che manchi il sarcofago, come stato invece riscontrato nella famosa sepoltura di Pakal il Grande (Knich Janaab Pakal) 615-683 d.C. , il pi conosciuto dei si-gnori maya, trovata da Alberto Ruz negli anni

    cinquanta non molto lontano, nella stessa Palenque, nel Tempio delle Iscrizioni. Larea archeologica abbraccia attualmente pi di due chilometri quadrati, ma gli archeologi

    calcolano che si esplorato solo il 10 per cento della citt. Migliaia di strut-ture risultano essere ancora coperte dalla folta vegetazione della giungla. In Palenque, come in altre citt maya, il problema della ricostruzione storica sta nel fatto che gli ultimi governanti si sono fatti seppellire sulle tombe dei predecessori. Praticamente Pakal ed altri signori del periodo classico tardo, con la costruzione dei propri edifici sa-cri, hanno in parte distrutto e celato le epoche anteriori, il periodo formativo

    ed il primo periodo classico. La tomba investi-gata, di circa cinque metri quadrati, secondo gli esperti dovrebbe datare tra il 431 ed il 550 dopo Cristo, primo periodo classico, e da ci il suo straordinario interesse. Alcuni studiosi pensano che potrebbe trattarsi del sepolcro di KukBahlam, il primo signore della citt-stato. Altri sperano che si tratti della tomba di Ix Yohl Iknal, la famosa donna che govern Palenque. Nellarea fu gi trovata nel 1994 la tomba di una donna di alto rango e di gran prestigio, battezzata dagli archeologi come la Regina Rossa per il pigmento rosso che copri-va la sua sepoltura.

    Giuseppe LemboArcheoMolise

    25 giugno 2011

    Nuove indagini su Ciro, il dinosauro meglio conservato del mondo

    Appena uscito dalluovo 110 milioni di anni fa in una zona ora in provin-cia di Benevento. Lunico fossilizza-to insieme agli organi interni, ora sottoposto a una vera e propria autopsia.

    Sulla bianca lastra di calcare, non pi grande di un piatto, la breve esistenza di un

    ARCHEOSTORIA

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  • Runa Bianca 7LugLio 2011 | n.1

    dinosauro neonato appare in tutta la sua istantanea, minuta fragilit. Ma questa vita, per breve che fu, venne letteralmente intrap-polata nella vertiginosa profondit del tempo geologico, facendosi quasi eterna. Questo il paradosso di Ciro, che oggi, capita la sua vera et anagrafica, affascina ancora di pi: visse soltanto una manciata di giorni.

    Appena sgusciato fuori da un uovo, con la fontanella aperta sul capo come nei cuccioli di uomo e con il ventre ancora gonfio di una piccola riserva di tuorlo, ebbe giusto il tem-po di guardarsi intorno stupito, sgranchirsi le gambe al tepore del sole, assaporare i primi pasti. Anche questi conosciamo bene, ora, ad-dirittura nellordine in cui furono ingeriti: nel suo intestino, lo stesso incredibile destino cri-stallizz le scaglie di una sardina, i cui anelli di

    accrescimen-to dicono che aveva nuotato per nove sta-gioni, prima di finire tra i den-tini seghettati di Ciro; poi un piccolo retti-le e un altro pesce, e infi-ne la zampa di una grande lucertola, cos grande per lui, che furo-no i genitori a procacciarla. Il dinosauro neonato non ebbe neppu-re il tempo di

    digerirla, che vento e acqua lo spazzarono via improvvisamente, sottraendolo alla vita e immobilizzandolo per 110 milioni di anni nel fondo fangoso del mare che piano piano di-ventava roccia. Tanto dovuto passare, finch altri esseri potessero scoprire chi fosse questa creatura e come avesse trascorso la sua bre-vissima esistenza.

    Unico dinosauro al mondo fossilizzato con gli organi interni, e dunque primo al mondo

    a poter essere sottoposto a una vera e pro-pria autopsia, Scipionyx samniticus divenne una star della paleontologia conquistando la copertina diNaturenel 1998, con un articolo firmato dai paleontologi Cristiano Dal Sasso e Marco Signore. Ma era solo linizio. Il battesi-mo scientifico di Ciro come lo chiamarono i giornalisti italiani mirava in primis a rico-noscere i caratteri peculiari dello scheletro e dunque a confermare lidea che il primo dino-sauro trovato in territorio italiano fosse anche una specie nuova per la scienza. Le ricerche sono continuate con metodi di studio sempre pi moderni e oggi, dopo cinque anni di Tac, fotografie in luce ultravioletta, esplorazioni al microscopio elettronico su microcampio-ni infinitamente piccoli, Dal Sasso e Simone Maganuco hanno fatto cos tante nuove sco-perte da riempire un volume di 300 pagine. Le eccezionali fotografie e le dettagliate rico-struzioni anatomiche appena pubblicate dai due paleontologi del Museo di Storia natura-le di Milano documentano in modo inequivo-cabile cheScipionyxda Pietraroia (Benevento) il dinosauro meglio conservato al mondo.

    Per essere un fossile, Ciro presenta una ineguagliabile variet di tessuti molli, molti dei quali mai visti in alcun altro dinosauro: le-gamenti intervertebrali, cartilagini articolari nelle ossa delle zampe, muscoli e connettivi del collo, parte della trachea, residui delleso-fago, tracce del fegato, lintero intestino, vasi sanguigni mesenterici, capillari ramificati, fa-sci muscolari degli arti posteriori e della coda composti da cellule ancora perfettamente striate, addirittura i batteri che colonizzavano lintestino. inoltre ineguagliabile il dettaglio con cui questi tessuti sono fossilizzati: grazie a particolari condizioni fisico-chimiche, essi sono stati replicati da cristalli pi piccoli di un millesimo di millimetro, che ancora oggi ci mostrano strutture di dimensioni cellulari e subcellulari. Ancora pi stupefacente appare che alcuni elementi chimici, una volta utiliz-zati dalle cellule vive, come il ferro accumu-lato nellemoglobina del sangue, non siano stati rimossi dalle acque mineralizzanti ma si-ano stati riutilizzati nella rapidissima fossiliz-zazione dellanimale, incorporati nei cristalli di limonite che formano una grande macchia

    a cura di Enrico BaccariniNEWS

  • 8 Runa Bianca LugLio 2011 | n.1

    rossa, presente nel torace del piccolo dino-sauro.

    La microsonda che ha effettuato le anali-si chimiche non ha lasciato dubbi: quel ferro autigeno. Ovvero, quegli stessi atomi, 110 milioni di anni fa, si trovavano nei globuli rossi di Ciro che, spinti da un piccolo cuore pulsante, trasportavano ossigeno vitale in un caldo corpicino piumoso. Secondo il teamdi esperti di fama mondiale che ha valutato la ri-cerca dei paleontologi milanesi, le descrizioni e le illustrazioni pubblicate nella monografia suScipionyxpermetteranno di confrontare la morfologia dei tessuti molli di un importante gruppo estinto di animali, quali sono i dino-sauri, con le analoghe strutture biologiche os-servabili nei vertebrati viventi. Pertanto Ciro destinato a far parlare di s ancora per mol-to e a diventare un esemplare di riferimento per un gran numero di discipline scientifiche, coinvolgendo non solo paleontologi ma an-che biologi evoluzionisti, morfologi funzio-nali, anatomisti comparati, fisiologi, veterina-ri, erpetologi e ornitologi.

    Cristiano Dal Sasso(sezione di paleontologia dei vertebrati,

    Museo di Storia naturale di Milano)

    Il Corriere della Sera20 giugno2011

    Una Stele di Rosetta per la scrittura dellIndo

    Vi piacciono i misteri e gli enigmi delle antiche scritture? Certamente piacciono a Rajesh Rao, un neuro-scienziato esperto di computer, ricercatore presso lUniversit di Washington, Seattle. Ha dedicato parecchio del suo tempo a risolvere il principale dei problemi di parole crociate: come decifrare la scrittura dellIndo, di oltre anni fa. Il Dr Rao ha usato modelli informatici per capire i meccanismi della mente umana in due direzioni: per sviluppare modelli che descrivessero come pensa la mente umana, e per applicare tali modelli alla decifrazione

    della lingua misteriosa. Il video che si trova nella notizia originale pu spiegarvi meglio come ha proceduto. Alcune delle questioni alla base della ricerca del Dr Rao includevano: Come acquisisce il cervello umano rappre-sentazioni efficienti di nuovi oggetti e nuovi eventi naturali? Quali algoritmi consento-no di avvicinarsi ad un uso sensoriale tipico dellapprendimento umano? Quali meccani-smi di calcolo permettono al cervello di adat-tarsi alle circostanze mutevoli, rimanendo ro-busto e tollerante degli errori?

    The Guardian1 luglio 2011

    Una piccola era glaciale spazz via i Vichinghi dalla Groenlandia

    Un repentino abbassamento del-le temperature, compiutosi nel giro di poche decine danni, anco-ra prima che avesse inizio la Piccola Era Gla-ciale: solo pochi gradi in meno, quattro, ma abbastanza da mettere in crisi la sopravvi-venza delle popolazioni nordiche. Secondo unostudiopubblicato suPnasdai ricercatori dellaBrown University (Usa) sarebbe questa una delle cause della scomparsa deiVichin-ghi dallaGroenlandia intorno al 1100 d.C.

    Per studiare landamento delle tempe-rature nel tempo, gli scienziati hanno prele-vato alcuni campioni dal sedimento di due laghi nei pressi diKangerlussuaq, un piccolo villaggio nella regione sud occidentale della Groenlandia, ottenendo dati climatici su un periodo complessivo di 5.600 anni. Le regio-ni dove sono stati eseguiti i campionamenti, come spiegano gli studiosi, sono le stesse in cui vissero i Vichinghi, e ancor prima le popo-lazioni delle cultureSaqqaq eDorset.

    Analizzando i campioni, i ricercatori hanno osservato che intorno al 1100 d.C., circa due secoli dopo linsediamento dei Vichinghi, le temperature in Groenlandia cominciarono a diminuire in modo significativo: meno quat-tro gradi Celsius nel giro di soli ottanta anni.

    a cura di Enrico BaccariniNEWS

    ARCHEOSTORIA

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  • Runa Bianca 9LugLio 2011 | n.1

    a cura di Enrico BaccariniNEWS

    Un cambiamento che ebbe effetti devastan-ti e mise in crisi la sopravvivenza dei popoli nordici perch determin una riduzione dei tempi di crescita delle coltivazioni, limit le ri-sorse con cui allevare il bestiame e prolung i periodi di gelo in mare, rendendo pi difficili i viaggi per il commercio. Questo, insieme allo stile di vita solitario e lindole combattente, avrebbe dato origine alla scomparsa deiVi-chinghi dai territori della Groenlandia, che si sarebbe poi concretizzata tra la met del 1300 e gli inizi del 1400, come suggeriscono i reperti archeologici e le testimonianze scritte.

    Scavando pi indietro nel tempo, invece, i ricercatori hanno scoperto che la cultura degli Saqqaq, in Groenlandia dal 2500 a.C., speriment per secoli oscillazioni di tempe-rature, fino all850 a.C. circa. Intorno a quel-la data infatti, ilclima divenne allimprovviso pi rigido, contribuendo forse alla scomparsa della popolazione e favorendo linsediamen-to della cultura deiDorset, pi adattata al cli-ma rigido.

    Anna Lisa Bonfranceschi

    Storia in Rete e Galileo16 giugno 2011

    Ustica, un mistero lungo 31 anni

    Sono passati 31 anni dal disastro aereo di Ustica, quando un Dc9 dellItavia si inabiss in mare provocando la mor-te di 81 persone. Una tragedia dai contorni mai chiariti, rimasta senza colpevoli, che ha prodotto in tre decenni inchieste della magi-stratura, interrogativi e polemiche e che rap-presenta ancora oggi un mistero insoluto. Il volo IH870 decolla alle 20.08, con due ore di ritardo, da Bologna alla volta di Palermo.

    Lultimo contatto radio tra il velivolo e il controllore delle 20.58. Poi alle 21.04, chia-mato per lautorizzazione di inizio discesa su Palermo, il volo non risponde. Alle altre chiamate replica solo un silenzio inquietante. Laereo disperso. Cominciano le ricerche e

    per tutta la notte elicotteri, aerei e navi per-lustrano la zona. Solo alle prime luci dellalba, ad alcune decine di miglia a nord di Ustica, una chiazza oleosa e i primi relitti fanno ca-pire cosa avvenuto: il velivolo precipitato al largo dellisola del palermitano, in un tratto del mar Tirreno in cui la profondit supera i tremila metri.

    INDAGINI. Immediatamente vengono av-viate le indagini. Dal ministero dei Trasporti e dalla magistratura. Tre procure aprono un fascicolo: quella di Bologna, luogo di parten-za del volo, quella di Palermo, dove il velivolo avrebbe dovuto atterrare, e quella di Roma, in cui ha sede legale la societ Itavia. Lallora ministro dei Trasporti, Rino Formica, nomina una commissione dinchiesta, la cosiddet-ta Luzzati, che, per, dopo la presentazione di due relazioni preliminari si autoscioglie nel 1982 per contrasti di attribuzione con la magistratura. Anche le Procure di Palermo e Bologna rimettono per competenza i propri atti a Roma. Sui pochi relitti del velivolo ven-gono ritrovate tracce di esplosivi TNT e T4 in proporzioni compatibili con ordigni milita-ri. I periti concludono che senza lesame del relitto non possibile chiarire se il Dc9 cad-de per unesplosione interna, vale a dire una bomba o esterna, quindi un missile. In ogni caso, per, viene esclusa lipotesi inizialmente sostenuta di un cedimento strutturale. Spie-gazione ufficiale della tragedia, che porter infine la societ a sciogliersi.

    Dal 1982 dellindagine si occupa il giudice istruttore Vittorio Bucarelli, che nomina una nuova commissione di periti. il 1987 quan-do la ditta francese Ifremer comincia le ope-razioni di recupero della carcassa del Dc9, ad una profondit di oltre 3mila metri. Servono, per, due campagne di lavori ed alcuni anni per riportare in superficie circa il 96% del relit-to. Nel frattempo anche la Commissione Stra-gi, presieduta dal senatore Libero Gualtieri, comincia ad occuparsi della vicenda, conte-stando una serie di reati a numerosi militari in servizio presso i centri radar di Marsala, in provincia di Trapani, e Licola nei pressi di Na-poli.

    Prende corpo la tesi dei depistaggi ed in-quinamenti delle prove che avrebbero impe-

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  • 10 Runa Bianca LugLio 2011 | n.1

    a cura di Enrico BaccariniNEWS

    dito agli inquirenti di far luce sulle cause della strage. linizio di una seconda fase delle in-dagini e al giudice Bucarelli subentra Rosario Priore. Da questo momento in poi ingenti ri-sorse umane e finanziarie vengono impiega-te per dimostrare il cosiddetto scenario aereo e il suo occultamento. La sentenza-ordinanza Priore viene depositata nellagosto del 1999.

    LE OMBRE. Nonostante le lunghe inda-gini, il recupero di una parte consistente del relitto e le centinaia di pagine dei periti non ci sono prove definitive e certe per individuare i colpevoli del disastro aereo. Nella sentenza, comunque, viene stabilito che il Dc9 Itavia rimasto coinvolto in uno scenario di battaglia aerea avvenuto nei cieli italiani. Le reticenze e le false testimonianze, secondo la sentenza Priore, hanno ostacolato le indagini, inqui-nando le informazioni su quanto accaduto. Per il giudice a causare il disastro potrebbe essere stata la collisione con un missile o con un altro velivolo. I responsabili materiali del disastro, per, non possono essere individua-ti conclude il giudice Priore e, quindi, essendo ignoti gli autori non si pu procedere in ordi-ne al delitto di strage.

    Ma linchiesta non manca di sviluppi giu-diziari dal momento che diversi militari italia-ni vengono rinviati a giudizio per i presunti depistaggi. Nel settembre del 2000 nellaula bunker di Rebibbia si apre il processo davanti alla terza sezione della Corte dAssise di Roma a carico di quattro generali, vertici dellAero-nautica del tempo: Lamberto Bartolucci, Fran-co Ferri, Zeno Tascio e Corrado Melillo. Molti i reati contestati dal falso ideologico allabuso dufficio e favoreggiamento fino allalto tradi-mento. Dopo quasi 300 udienze e migliaia di testimoni ascoltati il 30 aprile del 2004 la Cor-te assolve i quattro generali da tutte le accuse contestate. Mentre per un capo dimputazio-ne nei confronti di Bartolucci e Ferri, in merito alle informazioni sbagliate che i due militari fornirono alle autorit politiche, viene dichia-rata la prescrizione del reato. Viene presen-tato il ricorso in appello, ma anche la Corte dAssise dAppello di Roma il 15 dicembre del 2005 assolve, perch il fatto non sussiste gli imputati, i generali Bartolucci e Ferri. Per i giu-dici non ci sono prove a sostegno dellaccusa

    di alto tradimento.La Procura generale di Roma propone il

    ricorso in Cassazione contro la sentenza dap-pello del 2005, ma il 10 gennaio del 2007 la prima sezione penale della Corte di Cassazio-ne conferma la sentenza pronunciata dai giu-dici della Corte dAssise dAppello di Roma e dichiara il ricorso inammissibile. Lassoluzione diventa definitiva. Il 21 giugno del 2008, a 28 anni dalla strage, linchiesta su Ustica vie-ne riaperta dopo le dichiarazioni di Francesco Cossiga, presidente del Consiglio allepoca dei fatti, secondo il quale ad abbattere laereo sarebbe stato un missile a risonanza e non ad impatto, lanciato da un aereo francese. dello scorso anno, infine, la presa di posizione del presidente della Repubblica Giorgio Na-politano, che l8 maggio 2010 sottoline le-sistenza oltre che di intrecci eversivi, anche di intrighi internazionali, che non possiamo oggi non richiamare, insieme con opacit di comportamenti da parte di corpi dello Stato, ad inefficienze di apparati e di interventi de-putati allaccertamento delle verit.

    La Sicilia27 giugno 2011

    Chi uccise Lorenzino de Medici? Dopo 5 secoli svelato il mistero

    A organizzare la congiura contro Lo-renzino de Medici (1514-1548), uc-ciso a colpi di pugnale da due sica-ri, non fu Cosimo I de Medici. Il mandante del suo omicidio fu limperatore Carlo V dAsbur-go. stato svelatodopo quasi cinque secoli uno deimisteri pi lunghi della storia del Ri-nascimento, facendo emergere un comples-so intrigo internazionale.

    La morte di Lorenzino de Medici, noto comeLorenzaccio per lagguato mortale che il giovane rampollo fiorentino tese il 6 genna-io del 1537 al primo duca di Firenze, Alessan-dro de Medici, viene ricostruita ora nel libro Lassassino del duca. Esilio e morte di Loren-

    ARCHEOSTORIA

  • Runa Bianca 11LugLio 2011 | n.1

    a cura di Enrico BaccariniNEWS

    zino de Medici dallo storico Stefano DallA-glio, pubblicato dalleditore Olschki.

    Stefano DallAglio, professore di storia mo-derna allUniversita La Sapienza di Roma, dal 2006 al 2010 ha lavorato come fellow del Medici Archive Project allArchivio di Stato di Firenze.

    Grazie alle sue ricerche, DallAglio ha ri-costruito le vicende dellassassino del duca nellarco di tempo degli undici anni compresi tra la morte di Alessandro e quella dello stes-so Lorenzino, facendo ordine per quanto pos-sibile tra realt e leggenda.

    Le ricerche hanno portato lo studioso allArchivio di Valladolid in Spagna, dove ha trovato due lettere dellimperatore Carlo V nelle quali si ordinava, a chiare lettere, lucci-sione di Lorenzaccio. La vendetta per la morte di Alessandro che si consum a Venezia il 26 febbraio 1548 non fu quindi ordita da Cosimo de Medici, ma dallimperatore del Sacro Ro-mano Impero in persona.

    DallAglio ha condotto unaccurata ricerca sulla figura di Lorenzino de Medici e sulla sua morte, scandagliando centinaia di documenti inediti, anche in cifra, contenuti nellArchivio di Stato di Firenze e in altri archivi, italiani e stranieri. Dopo avere scoperto che gli uomini del duca Cosimo non avevano effettivamente eseguito lassassinio, come in un giallo lo stu-dioso si messo alla ricerca del vero mandan-te dellomicidio.

    Avendo ricostruito un quadro storico dal quale emergeva la sete di vendetta dellim-peratore Carlo V dAsburgo, suocero del duca Alessandro ucciso da Lorenzino, DallAglio ha imboccato una pista di ricerca che lo ha portato in Spagna. NellArchivo General de Simancas, presso Valladolid, ha scoperto due lettere dellimperatore in persona nelle quali si ordinava espressamente luccisione di Lo-renzino. La storia di quellepisodio va dunque completamente riscritta: il mandante dellas-sassinio veneziano non fu il duca di Firenze Cosimo I, come sostenuto unanimemente dalla storiografia fino ad oggi, ma il potentis-simo Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero.

    Il libro di Stefano Dallaglio offre un ritrat-to molto lontano dagli stereotipi della storio-

    grafia del passato, dal quale emergono, tra le altre cose, il ruolo politico di primo piano rive-stito da Lorenzino de Medici nellambito delle manovre dei fuoriusciti fiorentini e importan-ti novit sulla redazione della sua Apologia, nella quale spieg le ragioni dellassassinio del duca Alessandro de Medici, suo cugino e compagno di scorribande notturne.

    Adnkronos30 giugno 2011

    Scoperta ad Assuan la pi antica effige di un sovrano dellAlto Egitto

    Gli archeologi dellUniversit di Bo-logna e di Yale hanno ricostruito in digitale le incisioni rupestri di Nag el-Hamdulab, risalenti al 3200 a.C., scoprendo la pi antica immagine di un re sacerdote con la corona bianca dellAlto Egitto e una delle pi antiche iscrizioni geroglifiche.

    La scoperta arriva dalla missione The Aswan-Kom Ombo Archaeological Project nata dalla collaborazione tra lUniversit di Yale e il Dipartimento di Archeologia dellU-niversit di Bologna. Gli studiosi italo-statuni-tensi, assieme ai colleghi della Provinciale Ho-geschool Limburg in Belgio, hanno comple-tato la prima documentazione digitale e gra-fica di Nag el-Hamdulab, sito di arte rupestre scoperto alla met del 900 dal famoso egitto-logo egiziano Labib Habachi, nei deserti alle spalle del villaggio omonimo, situato sulla riva occidentale del Nilo a nord di Assuan.

    Le immagini e liscrizione geroglifica costi-tuiscono la prima straordinaria raffigurazio-ne di un giubileo regale completo di tutti gli elementi che lo caratterizzeranno nei perio-di successivi, tra cui il faraone con indosso la corona bianca dellAlto Egitto, accompagna-to dal cosiddetto Seguito di Horus ossia la corte regale, come si conosce da fonti proto-dinastiche.

    Il ciclo figurativo risale probabilmente al 3200 a.C., che corrisponde alla parte fina-

    ARCHEOSTORIA

  • 12 Runa Bianca LugLio 2011 | n.1

    a cura di Enrico BaccariniNEWS

    le della cultura preistorica di Naqada, in un momento collocabile cio tra il re Scorpione ossia il primo re della dinastia Zero (cui da attribuirsi con ogni probabilit, la tomba Uj ad Abydos) e Narmer, sovrano della Prima di-nastia.

    Le scene individuate ad Assuan sono uni-che e importantissime poich consentono di fissare sulla roccia il momento di passaggio tra i temi raffigurati nel periodo predinastico, ossia processioni di barche e animali quali simboli del potere regale, al repertorio pro-priamente dinastico dove la figura regale, po-sta al centro della scena, domina gli eventi. E proprio il potere del faraone a emergere dalle

    scene di Nag el-Hamdulab, ritratto nelle ve-sti di supremo sacerdote, figura-simbolo del potere terreno e divino. Immediato il suo ri-conoscimento nella scena grazie alle insegne regali che lo contraddistinguono: la corona bianca dellAlto Egitto, qui documentata nella sua forma pi antica.

    La scoperta eccezionale anche perch fra le scene figurative stata individuata una delle prime iscrizioni geroglifiche.

    Nelliscrizione presente a Nag el-Hamdu-lab si fa riferimento ad un luogo e ad una bar-ca appartenente ad un non meglio specifica-to seguito di. Lespressione sembra essere un chiaro riferimento alla corte di Horus come confermano i primi testi, tra cui in particola-re gli annali della pietra di Palermo, dove la raffigurazione di unimbarcazione appunto associata allespressione corte di Horus. Con lo stesso termine nei documenti della Prima dinastia si riferisce ai viaggi del re e della sua corte, apparentemente finalizzati alla riscos-

    sione delle tasse, pratica che in seguito prender la forma della ben nota tas-sa biennale sul bestiame. Il testo, nel riferirsi a una barca della corte di Horus, rappresenta la prima e pi antica testimonianza del-la pratica di riscossione di tasse da parte del faraone e la prima e pi antica for-ma di controllo economico sullEgitto e probabilmente anche sulla Nubia.

    Questo studio, grazie allinnovativo approccio metodologico ha permes-so di documentare detta-gliatamente, sia in formato digitale che cartaceo, un complesso di raffigurazio-ni rupestri prima del tutto sconosciute. La ricostruzio-ne della scena principale, recentemente danneggia-ta in modo irreparabile a seguito di atti vandalici, stata possibile grazie alla

    disponibilit delle foto originali scattate da Habachi (messe gentilmente a disposizio-ne dalla Chicago House di Luxor dellIstituto Orientale dellUniversit di Chicago).

    Unibo Magazine

    5 luglio 2011

  • Runa Bianca 13LugLio 2011 | n.1

    a cura di Enrico BaccariniNEWS

    Scoperta nuova barca solare del faraone

    Ai piedi delle piramidi di Giza gli ar-cheologi hanno scoperto una nuo-va barca solare, sorella della cosid-detta barca di Cheope, rinvenuta e ricostruita diversi anni fa.

    Per anni si ritenuto che la seconda barca fosse troppo fragile per essere riportata alla luce. Ma secondo gli esperti, oggi ci sono le condizioni per farlo. Se cos fragile, significa che dobbiamo salvarla adesso, dice larcheo-logo Zahi Hawass.

    Gli archeologi del team nippo-egiziano stanno esaminando i frammenti di legno di cedro che costituiscono limbarcazione, ma il responsabile delloperazione preferisce non rivelarne i dettagli: un segreto, dice Sakuji Yoshimura delluniversit giapponese di Wa-seda. Il reperto non mai stato toccato, quin-di va esaminato scientificamente.

    Sotto la lastra si trovano centinaia di fragili frammenti di legno, che verranno trasportati allinterno di una tensostruttura eretta sul sito nel 2008 dallatmosfera controllata.

    Una volta terminato il lungo lavoro di estrazione del pezzi, ci vorranno alcuni anni per ricomporre la barca, che andr a fare com-pagnia alla barca di Cheope, lunga 43 metri, custodita nellapposito museo a Giza. Gli stu-diosi ritengono che la nuova barca sia legger-mente pi piccola di quella gi ricostruita.

    Le barche solari avevano un ruolo impor-tante nella mitologia egizia dellaldil. Gli an-tichi ritenevano che ogni notte, il dio del Sole, Ra, navigasse come Ra-Atum su una barca attraverso laldil per battersi contro dei e bestie mitologiche, finch non sorgeva come Sole del mattino - Ra-Horakhty - e navigasse sulla barca diurna attraverso il cielo.

    Le barche, sepolte accanto alla Grande Pi-ramide, dovevano servire ai viaggi nellaldil del faraone Cheope (Khufu).

    I rematori sulla barca probabilmente rap-presentano un mezzo utilizzato da Ra, sostie-ne Hawass, explorer-in-residence di National Geographic.

    Larcheologo convinto inoltre che le bar-che non siano mai state utilizzate da Cheope per navigare realmente sul Nilo, come invece sostengono alcuni.

    Anche la barca di Cheope, scoperta nel 1954, venne sepolta in vari pezzi in un pozzo profondo una trentina di metri, e venne rico-struita nellarco di 13 anni. Dal 1982 la barca di Cheope esposta in un museo, creato ap-positamente a fianco della Grande Piramide, progettato dallarchitetto italiano Franco Mi-nissi.

    I ricercatori guidati da Youshimura fecero lo stesso nel 2008 per esaminare le condizioni del legno. Da allora, fino al recente scavo, la camera rimasta perfettamente sigillata nel timore che laria o gli insetti potessero dan-neggiare le assi di legno.

    Il Fatto Storico7 luglio 2011

    Singola cellula produce un impulso laser

    I ricercatori del Wellman Center for Pho-tomedicine al Massachusetts General Hospital hanno recentemente svilup-pato un laser biologico, un fascio di luce coerente prodotto a partire da una singola cellula vivente. Sembra fantascienza, ma que-sto nuovo metodo si spinge ben oltre i tra-

    SCIENZA

    ARCHEOSTORIA

  • 14 Runa Bianca LugLio 2011 | n.1

    a cura di Enrico BaccariniNEWS

    dizionali sistemi di produzione di luce laser. Illaserbiologico non sar (per ora) in grado di tagliare una lamiera, ma potrebbe tornare uti-le in futuro per una svariata gamma di situa-zioni. Uno dei nostri obiettivi sul lungo termi-ne spiega Malte Gather, uno degli autori della ricerca, sar quello di trovare un sistema per portare le comunicazioni ottiche, attualmente funzionanti tramite apparecchiature elettro-niche inanimate, nel regno della biotecnolo-gia. Sarebbe particolarmente utile in progetti che necessitano di interfacciare elettronica con organismi biologici. Speriamo inoltre di essere in grado di impiantare una struttura

    equivalente al laser allinterno di una cellu-la, sar il prossimo passo in questa ricerca. Un laser non altro che un dispositivo in grado di emettere luce coerente, monocro-matica e molto luminosa. Il suo funziona-mento, almeno sulla carta, relativamente semplice: un mezzo ottico (un materiale in grado di amplificare la luce) viene stimolato allinterno di una cavit ottica, un tubo alle cui estremit sono stati posti duespecchise-condo una configurazione tale da costringere la luce a rimbalzare diverse volte da un lato allaltro della cavit, fino a quando lenergia accumulata dalla luce non tale da riuscire a sfuggire dallo specchio semitrasparente. Attualmente non esiste in natura alcun orga-nismo biologico in grado di riprodurre que-sto fenomeno. La realizzazione di un laser comporta lutilizzo di soli materiali inorgani-

    ci, specialmente se si parla del mezzo attivo, generalmente composto da gas (come elio o neon), cristalli(rubino, zaffiro) o metalli. Da quando fu sviluppato il primo 50 anni fa, i la-ser hanno sempre utilizzato materiali come cristalli, coloranti o gas purificati come mezzo ottico entro il quale gli impulsi di fotoni po-tessero essere amplificati e rimbalzare avanti e indietro tra i due specchi spiega Seok Hyun, co-autore della ricerca. Il nostro il primo re-soconto di un laser biologico funzionante ba-sato su una singola cellula vivente. Per creare il primo esemplare di questa nuova genera-zione di laser, i ricercatori hanno sfruttato una

    proteina espressa nella medusa Aequorea victoria, la GFP (Green Fluorescent Protein), che se colpita da luce di una specifica lun-ghezza donda in grado di emettere luce verde. La proteina non ha nulla di miste-rioso per la scienza, e viene comunemente utilizzata per la sperimentazione genetica in molti organismi, ma il suo impiego per la produzione di luce laser non era mai stato ipotizzato in precedenza. I ricercatori han-no modificato alcune cellule di mammiferi rendendole in grado di esprimere questa particolare proteina. Una sola cellula stata posta in una microcavit ottica composta da due minuscoli specchi, distanziati luno dallaltro di soli 20 milionesimi di metro. La cellula si dimostrata in grado non solo di

    produrre brevi impulsi di luce laser, ma anche di amplificare la luce emessa tramite la sua forma sferica e di sopravvivere al processo, emettendo centinaia di impulsi di luce laser. Anche se i singoli impulsi laser sono durati solo per pochi nanosecondi, erano sufficien-temente luminosi da poter essere rilevati facilmente, e sembrano trasportare informa-zioni molto preziose che potrebbero indicarci nuovi metodi per analizzare quasi istantanea-mente le propriet di grandi gruppi di cellule dice Yun. E labilit di generare luce laser da una sorgente biocompatibile allinterno di un paziente potrebbe risultare utile per le tera-pie fotodinamiche, in cui i farmaci vengono attivati dallapplicazione della luce.

    Dita di Fulmine13 giugno 2011

  • Runa Bianca 15LugLio 2011 | n.1

    a cura di Enrico BaccariniNEWS

    Lameditazionebatte i farmaci

    Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Neuroscience, lo zen ha un effetto analgesico. Durante lesercizio della concentrazione positiva, nel cervello si accendono alcune aree e se ne spengono delle altre in unazione combinata che riduce la sofferenza anche del 40%.

    Altro che analgesici: quando il dolore troppo forte basta unora di meditazione. La capacit di concentrare la propria mente e li-berarla dai pensieri negativi, infatti, avrebbe il potere di ridurre lintensit del dolore fino al 40%. Non solo, abbasserebbe del 57% an-che quella sensazione spiacevole che segue la sofferenza. Queste certezze sono il punto darrivo di uno studio, pubblicato sul Journal of Neuroscience, secondo il quale lo zen bat-te i farmaci perch in grado di influenzare lattivit delle aree cerebrali che controllano lo stimolo doloroso, regolandone il grado di intensit. In altre parole, dicono i ricercato-ri del Wake Forest Baptist Medical Center di Winston-Salem (Usa), la meditazione ha il po-tere di assopire la corteccia somatosensoria-le e di svegliare il cingolo anteriore, linsula anteriore e la corteccia fronto-orbitale. Que-sta azione combinata sulle aree che gover-nano la percezione del dolore ha un potere analgesico.

    Leffetto che abbiamo riscontrato sor-prendente - spiega Fadel Zeidan, autore dello studio - basti pensare che la morfina o altri antidolorifici riducono in media il dolore del 25%. Per testare gli effetti postivi della medi-tazione sul dolore, il team ha coinvolto 15 vo-lontari. Tutti erano novizi dello zen. Per que-sto il campione stato invitato a partecipare a un corso intensivo di una paricolare forma di meditazione, chiamata mindfullness. Ogni lezione di attenzione focalizzata durava 20 minuti, durante gli incontri ai partecipanti si chiedeva di concentrare la mente sul respiro, di mandare via pensieri intrusivi ed emozioni negative.

    Contemporaneamente gli studiosi, con

    unapposita apparecchiatura sistemata sotto la gamba destra dei soggetti, generavano per cinque minuti un calore dolorifico, raggiun-gendo una temperatura di 49 gradi centigra-di. Prima e dopo le lezioni, i ricercatori foto-grafavano ci che accadeva nel cervello dei partecipanti grazie a una speciale risonanza magnetica, chiamata Arterial spin labelling. Questa particolare tecnica in grado di rile-vare, attraverso la mappatura del flusso san-guigno, lintensita del dolore. Cos registra-vano le reazioni dei partecipanti al dolore sia durante lesercitazione sia mentre erano a ri-poso. E emerso che la meditazione spegne il dolore riducendolo del 40%, con delle punte del 93% in alcuni volontari.

    A livello cerebrale le scansioni hanno mes-so in evidenza una riduzione significativa dellattivit della corteccia somato-sensoria-le, unarea fortemente coinvolta nella genesi della sensazione di dolore. Contemporane-amente si iperattivavano anche altre zone: il cingolo anteriore, linsula anteriore e la cor-teccia fronto-orbitale. Queste regioni cere-brali - dicono i ricercatori - plasmano il modo in cui il cervello costruisce lesperienza del do-lore a partire dai segnali nervosi provenienti dal corpo. Una delle ragioni per cui la medita-zione pu essere stata cos efficace nel bloc-care il dolore che non agisce su una singola regione del cervello, ma a pi livelli.

    Questo studio - dice Fadel Zeidan - mo-stra che la meditazione produce effetti real-mente positivi sul cervello. E che quindi po-

    SCIENZA

  • 16 Runa Bianca LugLio 2011 | n.1

    trebbe garantire il controllo del dolore senza lutilizzo di farmaci.

    Adele Sarno

    La Repubblica24 giugno 2011

    Nuotano sotto zero, pesci-ghiacciolo in Antartide

    Veri e propri supereroi sottomarini che per vincere la sfida in questo ambiente estremo sono arrivati ad auto-modificare le proprie caratteristiche biologiche, ritrovandosi, per esempio, con sangue bianco o con lo scheletro alleggerito, pur di adattarsi al clima polare. Sono i pesci-ghiacciolo che, sotto gli strati di ghiaccio, po-polano le acque gelide dellAntartide.

    A studiarli i ricercatori dellIstituto supe-riore per la ricerca e la protezione ambienta-le (Ispra) nellambito del progetto Eco-fish, insieme al Museo nazionale dellAntartide e allUniversit di Genova. Ora la vita speciale di questi animali racchiusa in un video, Pe-sci sotto il ghiaccio, dove gli esperti hanno creato un percorso per guidare gli osservato-ri nellesplorazione dellambiente subacqueo antartico. In questo ambiente estremo - os-serva Marino Vacchi dell Ispra - gli ice-fish hanno sviluppato una spettacolare capacit di adattamento che consente a questi esseri di vivere e nuotare in acque sotto zero, che sfiorano i meno due gradi. In alcuni di essi si trova, per esempio, la presenza di liquidi an-ti-gelo, oppure in altri non presente l emo-globina n i globuli rossi, cosa che riduce la densit del sangue e lo rende meno soggetto al congelamento.

    Alcuni di questi pesci polari cambiano an-che le caratteristiche corporee come il sil-ver-fish che diventato pi leggero a livello osseo per via di una demineralizzazione dello scheletro, cosa che ha consentito a questo pesce di vivere in ambiente pelagico, cio nella colonna dacqua. Per altri sono invece aumentati i grassi e gli olii del corpo che es-sendo pi leggeri dellacqua ne permettono

    la risalita. Proprio lo sviluppo delle modifica-zioni presenti in questi pesci ha acceso anche lattenzione della medicina che - rileva Vacchi - nutre dellinteresse per il modello biologico del silver-fish, quello in cui si alleggerito lo scheletro. Si studiano le fasi di crescita per ca-pire quando si instaura questo meccanismo che, messo in relazione con la salute umana, fa pensare ad unanalogia con losteoporosi. Per vivere, dice Vacchi, questi pesci unici sul Pianeta, traggono dallacqua lossigeno mol-to abbondante come componente disciolta.

    La loro derivazione storico-geologica - spiega poi lesperto dellIspra - arriva fino a noi da quando milioni di anni fa il continente sudamericano si stacc dall Antartide por-tandosi dietro un piccolo gruppo di pesci che - rileva Vacchi - sono riusciti a sopravvivere (nototenioidei) e a vincere la sfida dei cam-biamenti climatici, che soprattutto in quella-rea del mondo hanno causato estinzioni di massa. Con ladattamento sono stati poi in grado anche di dare vita a nuove specie, cre-ando un caso unico di isolamento geografico per un gruppo di pesci in ambiente marino, anche per via della convergenza antartica, che da 30 milioni di anni si pone come una barriera invalicabile, sia in entrata che in usci-ta, per i pesci.

    Tommaso Tetro

    ANSA2 luglio 2011

    a cura di Enrico BaccariniNEWS

    SCIENZA

  • Runa Bianca 17LugLio 2011 | n.1

    Il diserbante pi venduto al mondo causa malformazioni genetiche. E la Ue non fa nulla

    la denuncia di un rapporto realizzato da un gruppo internazionale di scien-ziati dellong Earth Open Source. Sot-to accusa lerbicida Roundup della Monsan-to, usato anche in giardini pubblici e scuole. La Commissione europea non ha mai preso provvedimenti.

    Lindustria agro-chimica e la Commissio-ne europea sanno da almeno trentanni che Roundup, il diserbante dellamericana Mon-santo pi venduto al mondo, contiene il gli-fosato: un erbicida totale che, come dimo-strato da ricerche condotte in mezzo mondo, causa malformazioni genetiche nei feti degli animali da laboratorio.

    E questa la denuncia di un nuovo rappor-to realizzato da un gruppo internazionale di scienziati dellEarth Open Source (Ong bri-tannica che mira alla condivisione di informa-zioni con lo scopo di assicurare la sicurezza alimentare preservando la Terra), che accusa le istituzioni europee di avere colpevolmen-te tenuto nascosto alla popolazione i po-tenziali rischi legati al diserbante Monsanto, largamente utilizzato anche nei giardini del-le scuole o ai lati delle strade pubbliche gi dagli anni 90.

    Il dossier degli scienzati ha un titolo espli-cito: Roundup and birth defects: Is the public being kept in the dark?. Chiarissimo il con-tenuto: lindustria agro-chimica (capeggiata da Monsanto), gi dai primi anni 80 sapeva, grazie a ricerche di laboratorio, che il glifosato causa malformazioni negli animali utilizzati per gli esperimenti; nel 1993 stato scoperto che questi effetti sono provocati anche dalle-sposizione a dosi medie o basse di questa sostanza; tra il 1998 e il 99, gli esperti della Commissione Europea vengono a conoscen-za di tutto ci, ma nel 2002, invece di avver-tire la popolazione sui potenziali effetti della sostanza, ne nascondono le caratteristiche scomode, permettendo la commercializza-

    zione in Europa del diserbante Monsanto.Per Claire Robinson, portavoce di Earth

    Open Source e co-autrice del rapporto, sem-bra che ci sia stata una deliberata volont di coprire la verit da parte dellindustria chimi-ca (spiegabile ma non giustificabile) e di chi doveva controllare (inspiegabile e ingiustifi-cabile). Tutto ci sulla pelle della sicurezza pubblica accusa la dottoressa Robinson -. Perch il Roundup non viene utilizzato solo in agricoltura, ma anche nel giardinaggio, nei parchi e nelle aree verdi delle scuole, grazie alla falsa informazione che sia sicuro.

    I ricercatori hanno analizzato per diver-si mesi le colture geneticamente modificate in cui si usa il Roundup, riscontrando grandi quantit di un agente patogeno che pu cau-sare aborti e malformazioni alla nascita negli animali. Un problema che era stato sollevato gi lo scorso autunno da uno studio indipen-dente di scienziati argentini, che dimostra-va come il glifosato, lerbicida appunto pi usato in agricoltura e ingrediente attivo del Roundup, provochi malformazioni cranio-facciali negli embrioni di rane e polli, anche a dosi inferiori al livello di residuo massimo autorizzato in Europa.

    Queste ricerche, partite da studi effettuati sullalto tasso di malformazioni genetiche e cancro nella popolazione sudamericana, una delle aree al mondo in cui si usa maggior-mente la soia Ogm Roundup (nata proprio per tollerare elevate quantit del diserbante omonimo), una volta diffuse vennero pronta-mente smentite dalle istituzioni europee. Luf-ficio federale per la tutela del consumatore e sicurezza alimentare tedesco, ad esempio, in seguito alla pubblicazione dello studio ar-gentino dichiar che non cerano evidenze di teratogenesi (lo sviluppo anormale di alcune regioni del feto) a causa del glifosato.

    Per Monsanto, che dal suo blog ha rispo-sto agli scienziati autori del rapporto, la Com-missione europea ha gi deciso in preceden-za che il glifosato rientra in una categoria di pesticidi che non richiede unimmediata attenzione. Non solo: Le autorit regolatri-ci ed esperti indipendenti di tutto il mondo concordano sul fatto che il glifosato non cau-si effetti negativi al sistema riproduttivo negli

    a cura di Enrico BaccariniNEWS

    SCIENZA

  • 18 Runa Bianca LugLio 2011 | n.1

    animali adulti esposti alla sostanza, n difetti alla nascita nella loro progenie, anche a dosi di molto superiori a quelle consentite. Ma Robinson non ci sta: Queste conclusioni dice a ilfattoquotidiano.it sono contraddet-te dagli studi che proprio compagnie come Monsanto hanno condotto dagli anni 80. Esperimenti che, a differenza di quanto viene affermato oggi, hanno dimostrato gli effetti orribili dellesposizione anche a dosi medie o basse di glifosato.

    Lautorizzazione di questo erbicida dove-va essere rivista nel 2012, ma la Commissione ha deciso, con una nuova direttiva, di fissare la revisione al 2015. Ciononostante, entro il prossimo mese lUe dovrebbe approvare una pi rigorosa regolamentazione sui diserban-ti. La speranza degli scienziati di Earth Open Source quella di vedere il glifosato bandito definitivamente. Visto che questa volta ver-ranno presi in considerazione anche gli studi indipendenti. Ma, conclude Robinson, non siamo sicuri che ci sar la forza e il volere poli-tico di fronteggiare il colosso Monsanto.

    Andrea Bertaglio

    Il Fatto Quotidiano27 giugno 2011

    Orologi in tilt in Sicilia, un biosifico del Cnr: Fascio elettromagnetico dei radar

    possibile che in alcune citt siciliane si stia verificando un caso di incompa-tibilit elettromagnetica tra gli orologi digitali e una fonte ancora sconosciuta. Lo dice in unintervista a La Stampa Settimio Grimaldi, biofisico esperto di elettromagne-tismo del Consiglio nazionale delle Ricerche, commentando un fenomeno che sta acca-dendo in varie zone della Sicilia, da Catania a Palermo, dove le sveglie si spostano in avanti di cinque minuti al giorno. Sullipotesi che un campo elettromagnetico possa mandare in tilt gli orologi, Grimaldi spiega: Non di cer-to un fenomeno che si vede tutti i giorni, ma plausibile.

    Mentre c difficolt a credere che un campo elettromagnetico possa far male alla salute delluomo, penso ad esempio ai cellu-lari, sappiamo con certezza che pu danneg-giare circuiti elettronici. probabile che ci sia unemittente fissa che porti gli apparec-chi elettronici a dare la stessa informazione sbagliata, aggiunge. Difficile dire cosa pu creare uninterferenza elettromagnetica cos costante, sottolinea, possiamo ipotizzare che una serie di radar militari emanino un fascio elettromagnetico costante che mandi in tilt tutti gli orologi digitali interessati. Certo non si pu neanche escludere che questa inter-ferenza sia causata da satelliti spia o da una serie di esercitazioni militari.

    Sicilia Informazioni

    10 giugno 2011

    Scomparsi i file della difesa australiana sugli UFO

    DallAustralia una notizia ideale per gli appassionati delle ipotesi di complotto, o conspiracy theories. Dagli archivi superprotetti della Difesa sono misteriosamente scomparsi gli X-Files che dettagliavano i numerosi episodi di avvista-mento in tutto il continente di Ufo (oggetti volanti non identificati), nellarco di decenni.

    Lo riferisce oggi il Sydney Morning Herald, che da due mesi attendeva di ottenere acces-so ai documenti secondo la legge detta Free-dom of Information Act (Foia), che obbliga i funzionari governativi a dare accesso a docu-menti di pubblico interesse.

    Nel corso degli anni i militari australiani avevano doverosamente indagato su un nu-mero sconosciuto di avvistamenti; gli ufficiali di intelligence dellaeronautica avevano con-trollato i movimenti noti di aerei confrontan-doli con gli avvistamenti, rispondendo edu-catamente per posta a tutti colori che dichia-ravano di aver visto luci sospese nel vuoto, dischi volanti o altri oggetti misteriosi.

    Il quotidiano aveva chiesto di esaminare i documenti, ma la risposta e stata piu sor-

    a cura di Enrico BaccariniNEWS

    MISTERO

    MISTERO

  • Runa Bianca 19LugLio 2011 | n.1

    prendente di quello che avrebbero potuto ri-velare gli X-Files (il nome viene da una fortu-nata serie Tv americana di fantascienza, Ndr): il materiale e quasi totalmente scomparso.

    I file non hanno potuto essere ubicati. Il comando centrale dellAeronautica notifica formalmente che sono considerati perduti, ha scritto al giornale il vice direttore del Foi, Natalie Carpenter. Lunico file che il diparti-mento della Difesa ha potuto recuperare si chiama Rapporto su Ufo/strane occorrenze e fenomeni a Woomera, una vecchia base mis-silistica nel centro desertico dellAustralia.

    I militari australiani avevano deciso verso la fine del 2000 di metter fine alla pratica di indagare e compilare rapporti sugli avvista-menti di Ufo, chiedendo ai cittadini di riferire gli avvistamenti alla polizia.

    ANSA10 giugno 2011

    Tra ventanni incontreremo gli alieni

    C vita nello spazio. Scienziati di di-verse nazionalit ce lo dicono da decenni, sperando di arrivarci prima dei loro colleghi di altri Paesi. Lultima pro-messa arriva dalla Russia, con tanto di sca-denza: ventanni.

    Il 10% dei pianeti come la terra La ge-nesi della vita tanto inevitabile quanto la formazione di atomi () La vita esiste anche su altri pianeti e la troveremo entro i prossi-mi 20 anni. Lo promette Andrei Finkelstein, direttore dellAccademia russa delle Scienze astronomiche applicate, parlando ad un fo-rum internazionale dedicato alla ricerca di vita extraterrestre. Ne convinto perch il 10% dei pianeti conosciuti situati nella galas-sia hanno molte somiglianze con la Terra.

    DOVE CE ACQUA CE VITA Dato che in questi pianeti c acqua, allora forme di vita si possono trovare anche l; aggiungendo che gli alieni somigliano molto probabilmente agli esseri umani, con due braccia, due gam-be e una testa. Possono avere la pelle di colo-

    re diverso, ma anche no, dice Mr Finkelstein. Il suo istituto gestisce un programma lancia-to nel 1960, al culmine della corsa allo spa-zio tipica della Guerra Fredda. Daltronde lo dicevano anche i Bluvertigo praticamente ovvio che esistano altre forme di vita. Basta solo scovarle.

    Giornalettismo28 giugno 2011

    Caccia ai tesori di Hitler

    Dai lingotti della Banca dItalia allo-ro di Dongo: una vera e pro-pria mappa dei tesori predati du-rante la Seconda guerra mondialequella che Enzo Antonio Cicchino e Roberto Olivo, gior-nalisti e ricercatori storici, tracciano nel loro libro in uscita in questi giorni.

    Un saggio-inchiesta che ricostruisce sulla base di documenti e interviste ai testimoni i movimenti dei beni incameratidai nazisti le cui tracce spesso sono scomparse nel nul-la nonostante le ricerche di governi, avven-turieri, e persino improvvisati cercatori doro.

    Il libro prende le mosse dal tesoro della sede centrale della Banca dItalia: 120 tonnel-late doro, tra le quali anche le 8 provenienti dalla Banca Nazionale Jugoslava acquisite nel 1941 a titolo di preda bellica, le 14 tonnellate e mezzo trasferite allItalia dal governo fran-cese di Vichy, e 373 chili provenienti dalle raz-zie in Grecia.

    Gi nel maggio del 1943, lallora governa-tore della Banca dItalia, Vincenzo Azzolini in-sieme al ministro delle finanze Giacomo Acer-bo valut la possibilit di trasferirlo a Bolzano o a Verona per evitare che cadesse nelle mani degli Alleati. Con la caduta di Mussolini, il 25 luglio, e poi con lArmistizio gli avvenimenti precipitano e i nazisti chiedono la consegna delloro che viene inviato in treno a Fortezza, in Alto Adige.

    Da qui una parte finir nelle banche sviz-zere, una parte in Germania, una parte sar riconsegnata dagli Alleati alla Banca dItalia. I tre filoni in cui si divide loro italiano danno origine ad altrettante vicende di cui il libro da

    a cura di Enrico BaccariniNEWS

    MISTERO

    MISTERO

  • 20 Runa Bianca LugLio 2011 | n.1

    conto con dovizia di particolari e con i ritrat-ti di personaggi che sembrano usciti da una spy story come quel Herbert Herzog, un cac-ciatore di tesori a percentuale: negli anni Cin-quanta consent alla Banca dItalia di tornare in possesso delloro italiano predato dai nazi-sti e che, misteriosamente, gli Alleati avevano restituito agli austriaci.

    I conti delle riserve auree della Banca dIta-lia sembrano tornare ma non bastano i docu-menti ufficiali a placare la febbre delloro: sul Monte Soratte, in provincia di Roma, per lun-go tempo reduci con badile in spalla, perlu-strarono i 15 chilometri di gallerie militari alla ricerca di 79 casse nascoste dalle SS nel 1944.

    Le voci popolari, non suffragate da nessun riscontro, parlano ancora oggi di tesori ru-bati agli ebreie oro della Banca dItalia. Non poteva mancare, infine, un capitolosulloro di Dongo, ovvero i beni che Mussolini aveva con s al momento della cattura, stimati in diversi milioni in oro, beni e valuta.

    Un tesoro disperso su cui mai si sono spente le ricerche e le leggende. Cos come si continua a indagare susommergibili nazisti affondati con un preziosi carichi o sul tesoro di Rommel, composto pare di oggetti doro razziati in Tunisia e Libia. Tante storie che par-lano di una guerra che per molti non ancora finita.

    ANSA29 giugno 2011

    Eclissi di luna e... un Ufo nel cielo pesarese?

    La curiosa foto inviata da un lettore del Carlino immortala un oggetto di for-ma geometrica alla destra della luna. Sembra che quella notte ci siano stati altri 5 avvistamenti. Pubblichiamo una curiosa fotgrafia inviata da un lettore del Carlino, Claudio Madoglio, che si accorto, un po in ritardo, della presenza di una strana forma conica nel cielo pesarese. Ecco uno stralcio del suo racconto: La sera del 16 giugno 2011, durante leclisse lunare, mi sono appostato

    sulla terrazza del Hotel Caravelle a Pesaro per scattare alcune foto con la mia digitale. Il mattino seguente, riguardando lalbum fo-tografico della sera precedente, mi sono ac-corto che nel fotogramma in questione era presente una figura di forma conica alla de-stra della luna. Documentandomi su Internet ho notato che ci sono stati altri cinqueavvi-stamenti di oggetti non identificati lo stesso giorno in cui ho scattato questa fotografia. Linvito, dunque a far luce su questo miste-ro attraverso i vostri commenti, le vostre se-gnalazioni e, perch no, altre foto di U.F.O. in salsa pesarese.

    Il resto del Carlino8 luglio 2011

    Ufo e avvistamenti a Palermo

    Una sfera luminosa, non omogenea, con un lungo fascio centrale ed una luce rossa. SiciliaInformazioni racco-glie ancora una segnalazione, lennesima in questi giorni, su avvistamenti di oggetti non identificati nei cieli di Palermo. Mi era capita-to spesso - ci racconta Paola - e pi frequen-temente mi capita di notare queste strane luci allinizio dellestate, approssimativamen-te dal 30 giugno in poi. Qualche anno fa mi era capitato di avvistare un oggetto misterio-so mentre viaggiavo sulla statale 113, in di-rezione Bagheria: poche ore dopo, a Cefal, stato avvistata la stessa luce. Scia lumino-sa di colore verde, molto lunga. Fra i ricordi di Paola, residente a Bagheria, in provincia di Palermo, anche unesperienza vissuta nel 1997, quando una notte mi sono svegliata - ricorda - a causa dirumori stranissimi, che mi davano lidea di una sorta di corsa, ed anche alcunevoci di sottofondo, particolarmente inquietanti, che si inseguivano. Erano le 3.30 della notte, ed anche mia figlia disse di avere avvertito qualcosa di simile.

    Sicilia Informazioni9 luglio 2011

    MISTERO

    MISTERO

    a cura di Enrico BaccariniNEWS

  • Runa Bianca 21LugLio 2011 | n.1

    Unit dItalia 150 anni dopo. Le ferite, la speranza

    Documentario in tre parti dedicato alla storia della nascita dellItalia prodotto dalla MGMedia. Il Senato e la Camera dei Deputati hanno

    approvato; noi abbiamo sanzionato e promul-

    ghiamo quanto segue: Articolo unico: Il Re Vit-torio Emanuele II assume per s e suoi Succes-sori il titolo di Re dItalia. Ordiniamo che la pre-sente, munita del Sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osser-vare come legge dello Stato. Da Torino add 17

    marzo 1861.Sono le parole che si possono leggere nel

    documento della legge n. 4671 del Regno di Sardegna e valgono come proclamazione uf-ficiale del Regno dItalia, che fa seguito alla

    seduta del 14 marzo 1861 della Camera dei Deputati, nella quale stato votato il proget-to di legge approvato dal Senato il 26 febbra-io 1861. La legge n. 4671 fu promulgata il 17 marzo 1861 e pubblicata sulla Gazzetta Uffi-ciale n. 68 del 18 marzo 1861.

    GUARDA VIDEO 1 >>GUARDA VIDEO 2 >>GUARDA VIDEO 3 >>

    Interferenza RNA

    Linterferenza dellRNA, abbreviata co-munemente come RNAi, un mec-canismo mediante il quale alcuni frammenti di RNA a doppio filamento sono in grado di interferire (e spegnere) lespressione genica.

    La RNAi distinta da altri fenomeni di si-lenziamento genetico, dal momento che in Caenorhabditis elegans stata osservata es-

    La videoteca virtuale di Runa Biancatempo di lettura 8 minuti

    VIDEOa cura di Andrea Critelli

    ARCHEOSTORIA

    SCIENZA

  • 22 Runa Bianca LugLio 2011 | n.1

    a cura di Andrea CritelliVIDEO

    sere in grado di diffondere da cellula a cellula e di essere ereditabile. Ci stato osservato anche nelle piante, oltre che nei mammiferi ma, nellultimo caso con meno efficienza, e solo nei primi stadi dello sviluppo embriona-le. GUARDA VIDEO >>

    Piergiorgio OdifreddiIl paradosso dei gemelli

    Il paradosso dei gemelli un esperimen-to mentale che sembra rivelare una con-traddizione nella teoria della relativit ristretta.

    Lanalisi che porta a tale conclusione per scorretta: unanalisi corretta mostra che non vi alcuna contraddizione. Principale so-stenitore della questione fu Herbert Dingle, filosofo inglese. Pur avendo ricevuto nume-rose confutazioni logiche da Einstein e Bohr,

    egli continu a scrivere ai giornali, e quan-do questi ultimi cominciarono a rifiutare le pubblicazioni, parl di un complotto ai suoi danni. Risolvendo il paradosso dei gemelli, Einstein ammise la possibilit teorica di un

    viaggio nel futuro, ferma restando limpossi-bilit di superare la velocit della luce. La pri-ma costruzione teorica per la quale risultava possibile un viaggio nel passato, fu elaborata pi tardi dalla stesso Einstein insieme a Na-than Rosen. GUARDA VIDEO >>

    Anne Givaudan: Shambhalla

    Descrivere Shamballa difficile per-ch non ci sono termini di para-gone. In moltissimi hanno cercato questa terra cava, da Alessandro Magno ad Adolf Hitler, ma il sotterraneo regno di Aghar-ta riservato a pochi eletti. Andrea Canetta andato nellHymalaya occidentale e ha rac-colto i racconti di chi vive nelle terre che an-cora ospitano la leggenda: fra questi la scrit-trice francese Anne Givaudan, che con Daniel Meurois ha scritto Viaggio a Shambhalla, cronaca di unesperienza che ha cambiato radicalmente la loro vita. Quando, qualche anno fa, gli Autori andarono in vacanza in Ladakh, non si aspettavano certo di essere contattati dai grandi Fratelli di Shambhalla, malgrado unesperienza ormai decennale di viaggi astrali... Questo libro la testimonian-za di quellincontro che cambi radicalmente

    la loro vita, ed nel contempo una trasmis-sione iniziatica di insegnamenti voluta dai Grandi Maestri: Shambhalla incomincia ad uscire dal mistero e dalla leggenda, per por-tarci un messaggio dAmore Cristico e di Sag-gezza Buddhista, finalmente uniti. GUARDA VIDEO >>

    SCIENZA

    MISTERO

  • Runa Bianca 23LugLio 2011 | n.1

    Al di l delle sabbiedi Rgis Belleville

    Edizioni Saecula p. 231, 2011, 25,00

    Nel 2002 Rgis Belleville com-pie, in 49 giorni e in totale autonomia, la pi lunga traversata nella storia del Sahara, senza ri-fornimenti di acqua.

    Questa mhare di 1137 Km porta Rgis Belleville e il suo amico mauritano Taha Ould Bouessif, da Chinguetti a Timbuctu, al centro di una zona iperarida di 500.000 Km, nella Majabat al-Koubr la distesa della grande solitudine.

    La traversata viene effettuata in condizio-ni estremamente difficili le riserve dacqua sono limitate e, rapidamente, i due uomini inizieranno a soffrire di disidratazione

    Nel cuore di questa zona, dove nessuno ha mai osato avventurarsi, la sopravvivenza degli uomini dipende da quella dei dromeda-ri, gli spiriti astuti del deserto - i djiin - sono sempre presenti e la mente deve rimanere attenta per contrastarli.

    Questa spedizione ha consentito a Rgis Belleville di confermare quel che fino a quel momento non era che unipotesi scientifica: quali variet di piante crescono in questa re-gione? E fin dove si spingono? Quali sono i li-miti delle presenza della fauna? Come datare le tracce delluomo preistorico? Oggetti del Neolitico, pitture rupestri, paleosuoli si offro-no ai suoi occhi, come risposte emozionanti.

    Un percorso storico, scientifico, etnologi-co, ma altres uneccezionale avventura uma-na e unesplorazione che rimarr nella storia. Al di l delle sabbie.

    Le chiavi per aprire 99 luoghi segreti dItalia

    di Costantino DOrazioPalombi Editori

    p. 292, 2011, 14,00

    Varcare il portale di Palazzo Gan-gi a Palermo per rivivere latmosfera del celebre ballo del Gatto-pardo di Luchino Viscon-ti, scoprire graffiti rupe-stri sconosciuti nei Sassi

    di Matera, ammirare gli straordinari affreschi rinascimentali del Chiostro del Platano a Na-poli o perdersi nei cieli del Tiepolo a Palazzo Labia di Venezia. Queste sono solo alcune delle esperienze che tutti potranno final-mente vivere grazie alle preziose informazio-ni contenute in questo volume. La ricerca di Costantino DOrazio si concentra ancora una volta su luoghi chiusi al pubblico di straordi-naria bellezza, tra palazzi privati, chiese, ville e monasteri, dei quali racconta le storie e i te-sori, oltre a spiegare il modo per visitarli. Ac-canto alle informazioni storiche e artistiche, descritte in uno stile accattivante e brioso, il libro offre i numeri di telefono, gli indirizzi email e tutti i contatti per ottenere il permes-so ad entrare in questi luoghi inaccessibili. Il

    La libreria virtuale di Runa Biancatempo di lettura 8 minuti

    LIBRIa cura di Andrea Critelli

    ARCHEOSTORIA

    ARCHEOSTORIA

  • 24 Runa Bianca LugLio 2011 | n.1

    volume si concentra sui luoghi pi facilmente raggiungibili nei grandi centri urbani, tra To-rino, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli fino a Palermo e Bari, senza trascurare le citt di provincia, come Vicenza, Piacenza, Cremona e Catania.

    Per la scienza, per la patria. Carlo Matteucci, fisico e politico nel Risorgimento italiano

    di Fabio ToscanoSironi Editore

    p. 304, 2011, 18,00

    UUnaffascinan-te narrazione scientifica in-trecciata alle burrascose vicende che condussero allUnit dItalia.

    Il fisico Carlo Matteuc-ci fu a lungo quello che oggi si direbbe un precario della ricerca. I suoi pi fecondi lavo-ri scientifici, che lo avrebbero portato a una delle scoperte pi importanti dellOttocen-to lesistenza dellelettricit animale era-no cominciati in privato: proprio come molti dei nostri cervelli in fuga, infatti, pur essendo acclamato dai maggiori scienziati europei, il giovane era negletto in patria. Una patria ancora tutta da inventare e da costruire, che per a lui premeva tantissimo.

    Dopo la nomina a professore presso lUni-versit di Pisa, Matteucci fu tra gli intellettuali liberal-moderati pi attivi del Risorgimento: partecip alla prima guerra di Indipendenza con il Battaglione universitario degli studenti pisani, svolse unintensa attivit diplomatica per il Granducato di Toscana, divenne senato-re del Regno. Fu soprattutto un pensatore li-bero e scomodo: da scienziato cattolico giun-se a definire insostenibile il potere tempo-rale della Chiesa; da ministro del Regno uno dei rari di estrazione scientifica tent la prima, spregiudicata riforma delluniversit,

    in barba agli interessi dei suoi stessi colleghi professori.

    Leggendo la sua biografia nelle belle pa-gine di Fabio Toscano, ci sentiamo scivolare via dal nostro presente traballante, verso i tempi in cui o si faceva lItalia o si moriva. Per farla, menti lucide e capaci come quella del fisico Matteucci tesero sulle italiche contrad-dizioni una coperta che oggi non sappiamo pi allungare. Ma, anche grazie a storie come questa, viene voglia di provarci, di crederci ancora.

    Sindone. Firenze e i misteri del Sacro Telo

    di Enrico BaccariniPress & Archeos

    p. 80, 2010, 9,50

    Un mistero della fede, un enig-ma della storia. La Sacra Sindone ha per-corso duemila anni dalle-vento centrale della cri-stianit, la Resurrezione

    di Ges di Nazareth. Da allora il Sacro Telo si affermato come la reliquia pi preziosa del-la storia occidentale, la testimonianza di un evento unico impresso su un semplice panno di lino.

    Sopravvissuta a due terribili incendi, il pri-mo nel 1532 e il secondo nel 1997, oggi la sua vulnerabile e fragilissima trama raccoglie e attende ad ogni ostensione un vastissimo nu-mero di fedeli da tutto il mondo.

    Per quanto nel 1988 le analisi abbiano di-chiarato la reliquia un falso di origine medie-vale, questo giudizio ha dimostrato nel tem-po la sua fallacit portando molti scienziati, storici e tecnici ad attestare come la Sindone sia realmente collocabile nella Palestina del primo secolo dopo Cristo.

    Dopo la trafugazione da Bisanzio e il suo arrivo ad Atene la Sindone scompare per 150 anni, fino a ricomparire inaspettatamente,

    a cura di Andrea CritelliLIBRI

    MISTERO

    SCIENZA

  • Runa Bianca 25LugLio 2011 | n.1

    a cura di Andrea CritelliLIBRI

    nel 1356, in Francia. In questo arco tempora-le, conosciuto come gli anni perduti, si collo-cano domande che ancora oggi non sembra-no aver trovato una risposta. Chi la conserv? Come pot giungere da Atene ai lidi francesi. Una dettagliata e rigorosa analisi storica ten-ta di rispondere a queste domande ancor pi sviluppando una nuova e suggestiva ipotesi, il suo possibile passaggio da Firenze, luogo in cui sarebbe stata segretamente custodita.

    Antichi affreschi, legami genealogici, ordi-ni cavallereschi, intrighi politici e simbolismi esoterici delineano una via di ricerca carica di richiami tangibili e di tracce dissimulate. Il libro un viaggio rigoroso attraverso i secoli, unanalisi minuziosa della storia e dei segreti del Sacro Telo attraverso lo studio delle fonti antiche e delle pi recenti scoperte dellinda-gine documentale.

    Non cercate di approfondire largomento attraverso ricerche su Google o altro, perch troverete solo allusioni, notizie incomplete, persino falsi storici. Gran parte delle intuizio-ni, delle scoperte e delle informazioni raccol-te dallautore sono presenti solo in questa pubblicazione.

    Nonostante il libro conta solo di 80 pagi-ne, ha numerose informazioni snella, fruibi-le e soprattutto economico.

    L uomo che super i confini del mondo. Vita e viaggi di Cristoforo Colombo, leroe che dovrebbe essere santo

    di Ruggero MarinoSperling & Kupfer

    p. 426, 2010, 20,00

    In In Cristoforo Co-lombo. Lultimo dei Templari Ruggero Marino ci invitava a ripen-sare limmagine che sta-ta tramandata ai posteri del navigatore genovese. In questo nuovo libro, la

    sua tenace e anticonformista ricerca storica si spinge ancora oltre, regalandoci unap-passionante narrazione che smonta a uno a uno i miti costruiti sulla figura dellammira-glio genovese. A partire proprio dalla gran-de bugia, quella che tuttoggi si trova sui li-bri di scuola, secondo cui Colombo approda al Nuovo Mondo per errore, nel tentativo di circumnavigare il globo terrestre e raggiun-gere lestremo Oriente. Niente di pi falso: il genovese perfettamente consapevole del suo obiettivo ed molto pi di un semplice e fortunato marinaio.

    Si muove sulla base di antiche mappe con la decisione di un missionario, di un soldato di Cristo, con lo stesso afflato religioso che caratterizzava gli ordini cavallereschi e, in particolare, quello pi misterioso della Storia: i Templari. un messaggero, incaricato diret-tamente da un papa, quellInnocenzo VIII che subir come lui una damnatio memoriae a opera del successivo pontefice, lo spagnolo Rodrigo Borgia. E lAmmiraglio, il Christo Fe-rens (come si firmava), subir linfamia di tor-nare in Spagna in catene, per poi essere libe-rato da quei re cattolici, Ferdinando e Isabella, cui si devotamente affidato ma che hanno pi di una responsabilit tanto nellaccaduto quanto nella falsificazione storica che seguir. Prender pi volte il mare verso il Nuovo Mon-do, fino a un quarto estremo viaggio, come un novello Ulisse mosso, tuttavia, da intatte virt cristiane pi che da desiderio di ricchez-ze e avventura. Dopo la morte, il silenzio. Per secoli la figura di Colombo sar dimenticata, e tuttora in attesa di unautentica riabilita-zione. Per due volte stato avviato un proces-so di beatificazione, regolarmente interrotto, prima di prendere in esame i documenti pi importanti, in grado di certificare la sua fulgi-da condotta cristiana. I mille volti di Colombo, geniale navigatore, eroe senza pace, cavaliere del mare, templare, santo e missionario, ven-gono restituiti in questo libro definitivo con una prosa avvolgente, che incalza il lettore con ipotesi sorprendenti, sempre sorrette da solidissima documentazione, e lo conduce in un lungo viaggio, ricco di fascino e mistero, da ripetere al fianco del navigatore dei due mondi.

    MISTERO

  • In hoc vinces

    Bruno Carboniero e Fabrizio Falconi

    La notte che cambi la storia dellOccidente

    DISPONIBILEIN LIBRERIA

    La notte del 27 ottobre dellanno 312 d.C., durante il sonno, Costantino riceve la visione di Cristo che gli suggerisce

    di scrivere sugli scudi il monogramma greco del Salvatore XP con la leggendaria promessa in hoc vinces (con questo vincerai). Il giorno dopo si scontra in battaglia col nemico Massenzio, schierato a difesa di Roma.

  • Runa Bianca 27LugLio 2011 | n.1

    ArcheoMegawww.archeomega.com

    Spesso nei propri studi, o nelle pro-prie ricerche sarebbe utile riuscire a reperire delle informazioni anche semplici, senza dover perdere del tempo pre-zioso: le nostre domande possono costituire le risposte di altri, e solo costruendo una re-alt comune a portata di mouse, si possono accorciare le distanze.

    possibile iscriversi a diversi livelli: due in-fatti sono le sezioni principali che si trovano evidenziate. La prima quella della commu-nity, la seconda quella delle imprese: luna non esclude laltra .

    Nella sezione Community pu iscriversi chiunque si occupi di archeologia a qualun-que livello: studente, professionista, ricerca-tore, docente, tecnico, appassionato etc...Chi

    si iscrive costruisce allinterno del portale un suo profilo, in cui condividere le proprie espe-rienze a 360: questo consente di partecipare ad una grande banca dati in cui poter attin-gere alloccorrenza, attraverso un sistema di ricerca per parole chiave.

    Nella sezione imprese pu iscriversi chiun-que sia dotato di partita iva e sono previste diverse modalit di partecipazione cui corri-spondono differenti profili di visualizzazione: da unanagrafica base ad uno spazio pi arti-colato e con maggiore visibilit.

    ArcheoMegawww.fastionline.org

    Tra il 1946 e il 1987 lAssociazione In-ternazionale di Archeologia Classica (AIAC) ha pubblicato i Fasti Archaeo-logici. La rivista conteneva notizie brevi mol-to utili sugli scavi riguardanti larea dellimpe-ro romano. Nel tempo costi crescenti e ritardi nella pubblicazione si sono sommati fino a rendere sempre meno utile la loro edizione. Il consiglio direttivo dellAIAC ha quindi deci-so nel 1998 di abbandonare la pubblicazione dei Fasti e di cercare un modo innovativo per

    registrare e diffondere i risultati delle indagini archeologiche recenti. I Fasti Online sono il ri-sultato di questa sforzo: Un database di scavi archeologici condotti dal 2000 ad oggi.

    Una selezione di blog, siti e portalitempo di lettura 8 minuti

    SITI WEBa cura di Andrea Critelli

    ARCHEOSTORIA

    ARCHEOSTORIA

  • 28 Runa Bianca LugLio 2011 | n.1

    Scienza a Due VociLe donne della scienza italiana dal Settecento al Novecentoscienzaa2voci.unibo.it

    Scienza a due voci un sito in cui vie-ne messo a disposizione del grande pubblico un primo esemplare di di-zionario biografico delle scienziate italiane. E uno strumento di facile consultazione per saperne di pi sulla parte avuta dalle donne italiane nello sviluppo e nella diffusione del-la scienza, dal 1700 allet contemporanea (al momento sono state inserite le donne nate entro il 1925).

    Il contributo femminile alla scienza stato ed ancor oggi, pi che oggetto di conoscen-za storica, raccontato in forma aneddotica. Le donne che hanno partecipato allimpresa scientifica sono state solitamente raffigurate come fenomeni straordinari o muse ispiratrici di grandi scienziati o abili assistenti al fianco di illustri professionisti. E cos che, tra ecce-zionalit e marginalit, la loro collocazione rimasta al di fuori dalla scienza ufficiale.

    Una ricerca minuziosa, approfondita e in-sieme appassionata, intenta a ricostruire un quadro pi veritiero e autentico della scena scientifica, ha invece portato alla luce una presenza femminile reale, cospicua e diversi-ficata: tanti nomi nuovi, interessanti percorsi scientifici, imprese intellettuali e sociali, vite non sempre facili e lineari, volti e voci presso-ch sconosciuti o dimenticati.

    Con questo sito si vuole dunque riparare alla dimenticanza o alla rimozione della sto-

    ria: riconoscere alle donne il posto che hanno realmente occupato nella cultura scientifica dellItalia moderna e contemporanea: rida-re spazio a quella voce che rimasta nasco-sta ma che ha contribuito con pari dignit al cammino della scienza. Per una scienza, ap-punto, a due voci.

    NEXUSwww.nexusedizioni.it

    NEXUS Edizioni nata per la pubblica-zione in Italia del bimestrale NEXUS New Times, ledizione italiana di una rivista bimestrale australiana distribuita con crescente successo in tutto il mondo anglo-sassone. Quella italiana, nata nel 1995, stata la prima edizione tradotta dallinglese.

    NEXUS si occupa di scienza, di tecnologie del futuro, di free Energy e tecnologie sop-presse che, se sviluppate, garantirebbero la produzione di energia abbondante, econo-mica e pulita; di salute, di alimentazione, di benessere olistico e di trattamenti terapeu-tici alternativi; di archeologia proibita, dei grandi misteri relativi alle autentiche origini dellumanit, ai possibili contatti con civilt extraterrestri e alla tecnologia degli UFO; di

    cospirazioni, delle manovre dei vari servizi se-greti e delle speculazioni dei grossi agglome-rati finanziari e commerciali. Non solo: NEXUS parla anche di storie segrete, di profezie, di informazione globale e altro, proponendo un genere di notizie che difficilmente potrete trovare altrove.

    SCIENZA

    a cura di Andrea CritelliSITI WEB

    MISTERO

  • Runa Bianca 29LugLio 2011 | n.1

    1 luglio - 13 novembre 2011Le grandi vie delle civiltRelazioni e scambi fra il Mediterraneo e il centro Europa, dalla Preistoria alla Romanit

    Castello del BuonconsiglioVia Bernardo Clesio, 5 - Trento

    E noi che crediamo di aver inventato qualcosa di nuovo! Considerazione che verr spontanea a chi visiter questa ricchissima mostra (oltre 400 i reper-ti, moltissimi di assoluta eccezione, in essa esposti) allestita al Castello del Buonconsi-glio a Trento e curata dal direttore del museo Franco Marzatico, da Rupert Gebhard, diret-tore del museo di Monaco, e da Paul Gleir-scher conservatore del museo di Klagenfurt.

    Temi come quello della mobilit, della cir-colazione di uomini, beni, idee del multicul-turalismo della globalit non sono certo temi che riguardano solo lattualit. Sono realt con le quali luomo viaggiatore ed esplora-tore per eccellenza, - si misurato nei millen-ni in Europa come nel resto del globo. Que-sta affascinante esposizione, attraverso una selezione di preziose testimonianze arche-ologiche provenienti da oltre 50 musei e so-printendenze italiane ed estere, racconta dei contatti, degli scambi e delle relazioni a largo

    raggio che hanno segnato gli sviluppi delle civilt in Europa con la trasmissione di sape-ri, al contaminazione di modelli e stili di vita. Una fitta ragnatela si vie tra il Mediterraneo e il Centro Europa, le cui trame si intrecciano, si separano in un continuo divenire che hanno portato territori e culture lontani e diversi a trovare una serie di elementi in comune.

    Di questa immensa e complessa trama la mostra segue i fili millenari a partire da quan-do si diffusero, a sud come a nord delle Alpi, le espressioni dellarte e le figure delle cosid-dette dee madri, fino ai tempi del cosmopo-litismo e della globalizzazione dellimpero romano.

    A transitare lungo le diverse Vie della Ci-vilt non sono solo merci, sono uomini con le loro credenze, linguaggi, talvolta nati in ambiti locali talvolta giunti nel Vecchio Con-tinente dallOriente.

    Accanto alle concrete tracce dei commer-ci documentati da materie prime e manufatti esotici, la mostra segue i percorsi avventuro-si di innovazioni idee che hanno comporta-menti e abitudini.

    Gi in epoca preistorica materie prime e manufatti percorrono, sulle spalle degli uomi-ni, sulle imbarcazioni, sulle some degli anima-li o, inventata la ruota, sui primi carri, distanze impressionanti. E sulla base di scambi e com-merci si consolidano le prime differenziazioni sociali.

    Le rassegne da non perderetempo di lettura 8 minuti

    MOSTRE & EVENTIa cura di Andrea Critelli

    ARCHEOSTORIA

  • 30 Runa Bianca LugLio 2011 | n.1

    Il rango ben presto richiede segni esteriori di appartenenza, ed ecco la ricerca di status symbol tanto pi preziosi quanto esclusivi ed esotici.

    Ma eccessi di ricchezza richiamano anche razzie, invasioni e migrazioni, talvolta calmie-rate da matrimoni diplomatici e da alleanze strategiche.

    La diffusione di nuovi saperi, dallagricol-tura, alla metallurgia ma anche alla cucina e aspetti legati allideologia del banchetto per-corrono lEuropa.

    Forme ed idee contaminano popolazio-ni diverse. Siano archetipi come quello della fertilit femminile o quello delluomo eroe-guerriero dellatleta. Ma sono anche figure di animali, espressione di unarte animalisti-ca che fiorisce in diverse aree, o iconografie di barche, il carro solare, lalbero della vita, le immagini del Signore e della Signora degli Animali che, fissati su diversi supporti, stu-piscono per la loro potenza e bellezza. Poi le enigmatiche tavolette dellet del bronzo, i di-schi solari in oro, le maschere funerarie, i doni votivi, gli astragali. Testimonianze di contami-nazioni di culti e di influssi.