seneca pt1

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seneca pt1 Lucio Anneo Seneca Attraverso le asperit (si arriva) alle stelle. Per aspera (sic itur) ad astra. (da Hercules furens, atto II, 437) Siamo tutti schiavi del destino: qualcuno legato con una lunga catena d'oro, altri con una catena corta e di vile metallo. Ma che importanza ha? La medesima prigione rinchiude tutti e sono incatenati anche coloro che tengono incatenati gli altri... Tutta la vita una schiavit. Bisogna quindi abituarsi alla propria condizione, lamentandosi il meno possibile e cogliendo tutti i vantaggi che essa pu offrire. (da "De tranquillitate animi") Al saggio non pu capitare nulla di male: non si mescolano i contrari. Come tutti i fiumi, tutte le piogge e le sorgenti curative non alterano il sapore del mare, n l'attenuano, cos l'impeto delle avversit non 1agina p

seneca pt1 fiacca l'animo dell'uomo forte: resta sul posto e qualsiasi cosa avvenga la piega a s; infatti pi potente di tutto ci che lo circonda. Nihil accidere bono uiro mali potest: non miscentur contraria. Quemadmodum tot amnes, tantum superne deiectorum imbrium, tanta medicatorum uis fontium non mutant saporem maris, ne remittunt quidem, ita aduersarum impetus rerum uiri fortis non uertit animum: manet in statu et quidquid euenit in suum colorem trahit; est enim omnibus externis potentior. (da De Providentia) Che cosa misera l'umanit se non si sa elevare oltre l'umano! (da Naturales quaestiones) O quam contempta res est homo, nisi supra humana surrexerit. Chi domanda timorosamente, insegna a 2agina p

seneca pt1 rifiutare. (da Fedra, v. 593) Colui al quale il delitto porta giovamento, quello ne l'autore. (da Medea, III, 500-501) Cui prodest scelus, | Is fecit. Ed insieme morirono quei due elementi che era nefando fossero divisi: n infatti Catone visse dopo la morte della libert n la libert dopo la morte di Catone. (da De constantia sapientis, traduzione di G. Viansino) Giammai sarai felice finch un altro ti dar fastidio per il fatto che pi felice di te. Numquam felix eris, dum te torquebit felicior. (da De ira, III, 30, 3) Il fuoco prova l'oro; le sventure, gli uomini forti. (da Dialoghi morali) Il misero cosa sacra. (da Epigr. IV, 9, in "Opera omnia", ed Ruhkopf, Aug. Taur., 1829, vol. IV, p. 402) 3agina p

seneca pt1 Res est sacra miser. Innanzi tutto pi facile respingere il male che governarlo, non accoglierlo che moderarlo una volta accolto, perch, quando si insediato da padrone in un animo, diventa pi forte di chi dovrebbe governarlo e non si lascia troncare ne rimpicciolire. (da I dialoghi) La felicit sempre instabile e incerta. Omnis instabilis et incerta felicitas est. (da Controv., p. 70, ed. Bip.) La fortuna pu togliere le riccheze, non l'animo. (da Medea, II, 1, 176) Fortuna opes auferre, non animum, potest. Non deviare dalla natura ed il formarci sulle sue leggi e sui suoi esempi, sapienza. (citato in Claudio Malagoli, Etica 4agina p

seneca pt1 dell'alimentazione: prodotti tipici e biologici, Ogm e nutraceutici, commercio equo e solidale, Aracne, 2006, p. 173) Non mai esistito ingegno senza un poco di pazzia. Nullum magnum ingenium sine mixtura dementiae fuit. (da Tranquillitate animi) Sacra la voce del popolo. (da Rhetorum controversiae I, 1, 10) Se vuoi credere a coloro che penetrano pi profondamente la verit, tutta la vita un supplizio. Gettti in questo mare profondo e tempestoso, agitato da alterne maree, e che ora ci solleva con improvvise impennate, ora ci precipita gi con danni maggiori dei presenti vantaggi e senza sosta ci sballotta, non stiamo mai fermi in un luogo stabile, siamo sospesi e fluttuiamo e urtiamo l'uno contro l'altro, e talvolta facciamo naufragio, sempre lo temiamo; per chi naviga in questo mare cos tempestoso ed esposto a tutti i fortunali, non vi altro 5agina p

seneca pt1 porto che la morte. (da Consolatio ad Polybium, 9) Attribuite [modifica] Il linguaggio lo specchio dell'anima: qual' [sic] la vita, tale il parlare (citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 364). Imago animi sermo est: qualis vita, talis oratio. Per quanto tu ne uccida molti, nondimeno non puoi uccidere il tuo successore. (riferendosi a Nerone, citato in Dione Cassio, Istorie, LXI, 18) Licet, quamplurimos occidas, tamen non potes successorem tuum occidere. Senza fonte [modifica] Niente fonti! Le citazioni di questo paragrafo 6agina p

seneca pt1 non sono sostenute da un'indicazione precisa delle fonti. Se conosci la fonte di una di queste puoi migliorare la voce inserendola. Nuove citazioni senza fonte saranno cancellate. A me bastano poche persone, anzi una sola o addirittura nessuna. Abbandona ogni preoccupazione per la tua esistenza e te la renderai piacevole.[forse la frase corretta "non avrai pi paura se avrai cessato di sperare" frase di Ecatone citato da Seneca in lettere a Lucilio - lettera 5 - invito alla semplicit] Abbiamo davanti agli occhi i peccati degli altri uomini, ma i nostri li portiamo sulla schiena. Alla sapienza non si pu nuocere; il tempo non la cancella; nessuna cosa la pu sminuire. Anche in uno stato oppresso c' la possibilit per un uomo saggio di manifestarsi, e in uno fiorente e felice regnano la sfrontatezza l'invidia e mille altri 7agina p

seneca pt1 vizi che rendono inerti. Anche nel dolore v' un certo decoro, e lo deve serbare chi saggio. Ascoltami: verso la morte sei spinto dal momento della nascita. Su questo e su pensieri del genere dobbiamo meditare, se vogliamo attendere serenamente quell'ultima ora che ci spaventa e ci rende inquiete tutte le altre. Che differenza c' se ci cade addosso il casotto delle sentinelle o un monte? Nessuna. Eppure c' chi teme di pi quest'ultima evenienza, sebbene entrambe siano ugualmente mortali: abbiamo pi paura delle cause che degli effetti. Che giovano a quell'uomo ottant'anni passati senza far niente? Costui non vissuto, ma si attardato nella vita; n morto tardi, ma ha impiegato molto tempo per morire. Che stupidi sono questi mortali. Chi accoglie un beneficio con animo grato paga la prima rata del suo debito. [Per aiutare a cercare la fonte cito da "Seneca" di 8agina p

seneca pt1 Villy Srensen, VII, 7. "De beneficiis": "Dato con lo spirito giusto, un dono di per s una ricompensa, ricevuto con lo spirito giusto gi ricambiato."] La libert l'affrancamento dalle passioni. Chi si adatta bene alla povert ricco. Ci vuole altrettanta magnanimit per riconoscere un favore ricevuto che per renderlo. Ci che dato con orgoglio ed ostentazione dipende pi dall'ambizione che dalla generosit. Come dolce aver estenuato e abbandonato le passioni! Come mai ad alcuno qualche cosa pu parer sicura, se il mondo stesso continuamente scosso, e se anche le sue parti pi solide traballano? Credimi, quella era un'et felice, prima dei giorni degli architetti, prima dei giorni dei costruttori. Da un uomo grande c' qualcosa da imparare anche quando tace. 9agina p

seneca pt1 Dev'essere proposito eguale dell'insegnante e del discepolo: che uno voglia giovare e l'altro apprendere. Di tanto in tanto bello anche far pazzie. Dipenderai meno dal futuro se avrai in pugno il presente. Dovunque c' un uomo, c' l'occasione per fare del bene. di gran sollievo pensare che il male che ti accaduto, tutti prima di te l'han sofferto, e tutti lo soffriranno. grande chi sa essere povero nella ricchezza. l'animo che devi cambiare, non il cielo sotto cui vivi meglio imparare delle cose inutili che non imparare niente. naturale ammirare pi le cose nuove che le grandi. necessario imparare tanto a lungo quanto a lungo si vive. questione di qualit, piuttosto che di quantit. sicuramente meglio conoscere cose che 10agina p

seneca pt1 non servono a niente, piuttosto che non conoscere niente. Esistono diritti non scritti, ma pi sicuri che tutti gli scritti. Gran parte della libert consiste nel saper dominare l'appetito. Ho vissuto abbastanza; ora, sazio, aspetto la morte. I dolori leggeri concedono di parlare: i grandi dolori rendono muti. I mali incerti sono quelli che ci tormentano di pi. I piaceri del palato sono simili ai ladri egiziani, che strangolano con un abbraccio. I vizi: pi facile sradicarli che tenerli a freno. Il delitto coronato dal successo prende il nome di virt. Il libro ti muta nell'essenza. Il miglior rimedio per la rabbia l'indugio. Il mondo eterno, ma le sue singole parti non sono sempre uguali. Il pi potente colui che ha se stesso in 11agina p

proprio potere. Il sole splende anche sui malvagi. Il tempo scopre la verit. La calamit l'opportunit della virt. La filosofia non respinge n preferisce nessuno: splende a tutti. La lealt comprata col denaro, dal denaro pu essere distrutta. La morte il non-essere. Dopo di me accadr ci che stato prima di me. Se prima non abbiamo sofferto, vuol dire che non soffriremo dopo. Siamo come una lucerna che, spegnendosi, non pu stare peggio di quando non era accesa. Solo nel breve intermezzo possiamo essere sensibili al male. La morte pareggia tutto. La solitudine per lo spirito ci che il cibo per il corpo. La verit non muore mai. La vita come una commedia: non importa quanto lunga, ma come recitata. La vita lunga se piena. La vita, senza una meta, vagabondaggio. 12agina p

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seneca pt1 L'applauso della folla la prova dell'empiet di una causa. Le difficolt rafforzano la mente, come la fatica rafforza il corpo. Le idee migliori sono propriet comune. Lieve il dolore che permette di prendere una decisione. L'ubriachezza non altro che volontaria follia. L'uomo un animale sociale, le persone non sono fatte per stare da sole. Mi distrugger, (ma) non mi piegher. Frangar, non flectar. Molti imparano non per la vita ma per la scuola. Nessuna azione sar considerata innocente, a meno che la volont non lo sia stata, perch l'azione stata dettata dalla volont. Nessuno pi infelice che la maggior parte di quelli che sono generalmente ritenuti felici. 13agina p

seneca pt1 Nessuno ha pi gusto all'ingiuria di colui che pi vulnerabile ad essa; ma questo gusto contagioso, e domani qualcun altro rider di colui che oggi si prende gioco di me. Niente costa di pi di ci che si comperato con le preghiere. Niente cos stupido ed infelice quanto attendersi una disgrazia. Che follia, anticiparsi il male prima che questo capiti! Non chi ha poco povero, ma chi desidera pi di quello che ha. Non credere che si possa diventare felici procurando l'infelicit altrui. Non dobbiamo cercare di vivere a lungo, ma di vivere abbastanza; vivere a lungo dipende dal destino, dalla nostra anima vivere quanto basta. Non mai poco quello che abbastanza. Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare. Non possiamo lagnarci della vita, essa non trattiene nessuno. Non puoi fuggire le necessit, ma le puoi 14agina p

vincere. Non temiamo la morte, ma il pensiero della morte. Nulla eterno e solo poche cose sono durevoli. Nulla pi contrario alla guarigione del cambiare spesso i rimedi. Ogni criminale il boia di se stesso. Ogni crudelt nasce da durezza di cuore e debolezza. Ogni male ha la sua compensazione. Meno il denaro, meno i problemi; meno i favori, minore l'invidia. Perfino in quei casi che ci fanno uscir di senno, non la perdita in se stessa che ci angustia, bens la nostra valutazione della perdita. Ogni volta che sono stato tra gli uomini sono tornato meno uomo. Penso tra me e me quanti sono gli uomini che esercitano il corpo e quanto pochi quelli che esercitano la mente; quanta gente accorre a un passatempo inconsistente e vano, e che deserto intorno alle scienze; che animo debole hanno quegli atleti di cui 15agina p

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seneca pt1 ammiriamo i muscoli e le spalle. Per fare ci che si vuole bisogna nascere re o stupidi. Perch ti stupisci se viaggiare non ti serve? Porti in giro te stesso. Ti perseguitano i medesimi motivi che ti hanno fatto fuggire. Perdona sempre gli altri, mai te stesso. Proprio come sceglier la mia nave quando mi accinger ad un viaggio, o la mia casa quando intender prendere una residenza, cos sceglier la mia morte quando mi accinger ad abbandonare la vita. Punizione per alcuni, per altri un dono e per molti, un favore. Qualche volta anche il far qualche pazzia non dispiace. Questo l'unico motivo per cui non possiamo lagnarci della vita: essa non trattiene nessuno. Ricordati di spogliare gli avvenimenti dal tumulto che li accompagna e di considerarli nella loro essenza: capirai che in essi non 16agina p

seneca pt1 c' niente di terribile se non la nostra paura. Sar quel che dev'essere; ma ci che una necessit per chi si ribella, poco pi che una scelta per chi vi si adatta di buon grado. Se guardiamo un pezzo di legno perfettamente diritto, immerso nell'acqua, ci sembra curvo e spezzato. Non ha importanza che cosa guardi, ma come guardi: la nostra mente si ottenebra nello scrutare la verit. Se la felicit consistesse nella sensualit, le bestie sarebbero pi felici dell'uomo; l'umana felicit invece ha sede nell'anima, non nel corpo. Se un uomo non sa verso quale porto diretto, nessun vento gli favorevole. Se volete evitare il timore, pensate che bisogna temere ogni cosa. Si pu capire il carattere di una persona dal modo in cui accoglie le lodi. Sii servo del sapere se vuoi essere veramente libero. Siate persuasi che ben difficile essere sempre il medesimo uomo. 17agina p

seneca pt1 Spesso inutile e vana la volont non di chi intraprende cose facili, ma di chi vuole che siano facili le cose che ha intraprese. Spesso vogliamo una cosa e preghiamo per un'altra, senza ammettere la verit neanche agli dei. Ti indicher un filtro amoroso senza veleni, senza erbe, senza formule magiche: se vuoi essere amato, ama! Tutta l'arte imitazione della natura. Un crimine che riporta successo e fortuna chiamato virt. Una bella donna non colei di cui si lodano le gambe o le braccia, ma quella il cui aspetto complessivo di tale bellezza da togliere la possibilit di ammirare le singole parti. Una donna o ama o odia; non ha una via di mezzo. Il pianto della donna menzogna. Negli occhi della donna vi sono due tipi di lacrime, le une provocate dal vero dolore, le altre indotte dalla scaltrezze. Una donna che pensa sola, pensa cose cattive. Una grande fortuna una grande 18agina p

schiavit. Una mente notevole possiede un regno. Usa le orecchie piuttosto che la lingua. De brevitate vitae [modifica] Chi troppo indaffarato non pu svolgere bene nessuna attivit, perch una mente impegnata in mille cose non pu concepire nobili pensieri. Ci vuole tutta la vita per imparare a vivere e, quel che forse sembrer pi strano, ci vuole tutta la vita per imparare a morire. Fabiano, il mio maestro, si domandava se non fosse meglio non studiare per niente piuttosto che impegnarsi in studi nozionistici. L'invidia si volge alle cose vicine, mentre quelle lontane sono guardate con animo schietto e sincero. La vita del saggio, dunque, spazia per ogni dove, senza tempo, non limitata, come quella degli altri mortali. La lunghezza della vita non si misura dai 19agina p

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seneca pt1 capelli bianchi o dalle rughe: non un vivere questo, solo un esistere a lungo. La vita divisa in tre momenti: passato, presente, futuro. Di questi, il momento che stiamo vivendo breve, quello che ancora dobbiamo vivere non sicuro, quello che gi abbiamo vissuto certo. In tria tempora vita dividitur: quod fuit, quod est, quod futurum est. Ex his quod agimus breve est, quod acturi sumus dubium, quod egimus certum. (10-2) Nessuno ti render gli anni, nessuno ti restituir a te stesso; andr il tempo della vita per la via intrapresa e non torner indietro n arrester il suo corso; non far rumore, non dar segno della sua velocit: scorrer in silenzio, non si allungher per editto di Re o favore di popolo; correr come partito dal primo giorno, non far mai fermate, mai soste. Che avverr? tu sei affaccendato, la vita si affretta: e intanto sar l la morte, per la quale, tu voglia o no, 20agina p

devi aver tempo. Noi viviamo come se dovessimo vivere sempre, non riflettiamo mai che siamo esseri fragili. Non vero che abbiamo poco tempo: la verit che ne perdiamo molto. (I, 1.3) Non exiguum temporis habemus, sed multum perdidimus. Ognuno brucia la sua vita e soffre per il desiderio del futuro, per il disgusto del presente. Ma chi sfrutta per s ogni ora, chi gestisce tutti i giorni come una vita, non desidera il domani n lo teme. Non c' ora che possa apportare una nuova specie di piacere. Tutto gi noto, tutto goduto a saziet. Del resto la sorte disponga come vorr: la vita gi al sicuro. Le si pu aggiungere, non togliere, e aggiungere come del cibo ad uno gi sazio e pieno, che non ha pi la voglia ma ancora la capienza. Non c' dunque motivo di credere che uno sia vissuto a lungo perch ha i capelli bianchi o 21agina p

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seneca pt1 le rughe: non vissuto a lungo, ma ha esistito a lungo. Sei stato gettato in questo punto, ammesso che tu possa ampliarlo, sino a dove lo amplierai? (ep. 77,12) Un popolo affamato non ascolta ragioni, n gl'importa della giustizia e nessuna preghiera lo pu convincere. Vivi adesso! Protinus vive! Volgi la mente da questa bassa aiuola a cos eccelse meditazioni! Fallo adesso, finch il tuo sangue caldo e sei ancora pieno di vigore, questo il momento per guardare pi in alto! De vita beata [modifica] La felicit vera nella virt. (16, 1) In virtute posita est vera felicitas. 22agina p

seneca pt1 Le ricchezze sono al servizio del saggio, allo sciocco comandano. Ma se sei uomo, ammira chi tenta grandi imprese, anche se fallisce. (XX, 2) La dottrina morale [modifica] Dove ci porta la morte? Ci porta in quella pace dove noi fummo prima di nascere. La morte il non-essere: ci che ha preceduto l'esistenza. Sar dopo di me quello che era prima di me. Se la morte uno stato di sofferenza, doveva essere cos prima che noi venissimo alla luce: ma non sentimmo, allora, alcuna sofferenza. Tutto ci che fu prima di noi la morte. Nessuna differenza tra il non-nascere e il morire, giacch l'effetto uno solo: non essere. La vera felicit non aver bisogno di felicit. Nessuno infelice se non per colpa sua. Un tale ordine non pu appartenere a una materia che si agiti casualmente. Un incontro di elementi senza piano e senza 23agina p

seneca pt1 disegno non avrebbe questo equilibrio, n una cos saggia disposizione. L'universo non pu essere senza Dio. Lettere a Lucilio [modifica] Incipit [modifica] Comportati cos, Lucilio mio, rivendica il tuo diritto su te stesso e il tempo che fino ad oggi ti veniva portato via o carpito o andava perduto, raccoglilo e fanne tesoro. Convinciti che proprio cos, come ti scrivo: certi momenti ci vengono portati via, altri sottratti e altri ancora si perdono nel vento. Ma la cosa pi vergognosa perder tempo per negligenza. Pensaci bene: della nostra esistenza buona parte si dilegua nel fare il male, la maggior parte nel non far niente e tutta quanta nell'agire diversamente dal dovuto. Puoi indicarmi qualcuno che dia un giusto valore al suo tempo, e alla sua giornata, che capisca di morire ogni giorno? Ecco il nostro errore: vediamo la morte davanti a noi e invece gran parte di essa 24agina p

seneca pt1 gi alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata. Dunque, Lucilio caro, fai quel che mi scrivi: metti a frutto ogni minuto; sarai meno schiavo del futuro, se ti impadronirai del presente. Tra un rinvio e l'altro la vita se ne va. Niente ci appartiene, Lucilio, solo il tempo nostro. La natura ci ha reso padroni di questo solo bene, fuggevole e labile: chiunque voglia pu privarcene. Gli uomini sono tanto sciocchi che se ottengono beni insignificanti, di nessun valore e in ogni caso compensabili, accettano che vengano loro messi in conto e, invece, nessuno pensa di dover niente per il tempo che ha ricevuto, quando proprio l'unica cosa che neppure una persona riconoscente pu restituire. Citazioni [modifica] C' una grande differenza tra il non volere e il non saper peccare. (90) [...] certe abitudini si possono pi facilmente troncare che moderare. (108, 16; 2000) 25agina p

seneca pt1 Chi nobile? Colui che dalla natura stato ben disposto alla virt. Quis est generosus? Ad virtutem bene a natura compositus. Comportati con il tuo inferiore come vorresti che il tuo superiore si comportasse con te. Sic cum inferiore vivas, quemadmodum tecum superiorem velis vivere. Chi temuto teme: non pu starsene tranquillo chi oggetto della paura altrui. Chi non vuole morire si rifiuta di vivere, perch la vita ci stata data a patto di morire. La morte il termine certo a cui siamo diretti e temerla da insensato, poich si aspetta ci che certo e solo l'incerto pu essere oggetto di timore. La morte una necessit invincibile e uguale per tutti: chi pu lamentarsi di trovarsi in una condizione a cui nessuno pu sottrarsi? 26agina p

[...] Ma temo che una lettera cos lunga ti diventi pi odiosa che la morte. Perci concluder: pensa sempre alla morte, se non vuoi mai temerla. (lettera 30; 1975) Chi segua la sua strada ha sempre una meta da raggiungere, ma chi ha smarrito la retta via, va errando all'infinito. (lettera 16; 1975) Chieder in prestito a Epicuro questa massima: Per molti le ricchezze acquistate non hanno rappresentato la fine, ma solo un mutamento delle loro miserie. (lettera 17; 1975) Ci sono, invece, esercizi facili e brevi che spossano sbito il corpo e fanno risparmiare quel tempo che va tenuto in gran conto: la corsa, il sollevamento pesi, il salto in alto, in lungo e quello, per cos dire, tipico dei Salii o, per usare una definizione pi volgare, del "lavandaio": scegli uno qualsiasi di questi semplici e facili esercizi. (15, 4; da Lettere a Lucilio, spazioinwind.libero.it) Devi sapere che Ulisse non affront tante 27agina p

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seneca pt1 peripezie nella navigazione perch era perseguitato da Nettuno: egli soffriva di mal di mare. Proprio come lui, dovunque dovr andare per mare, vi giunger dopo vent'anni. [...] Una leggera febbretta pu sfuggire all'attenzione, ma, se aumenta e diventa un'autentica febbre che brucia, anche l'uomo pi resistente e pi avvezzo alle sofferenze costretto a confessare l'infermit. [...] Il contrario avviene nelle infermit che colpiscono l'animo: quanto pi uno sta male, tanto meno se ne accorge. Non te ne devi meravigliare, carissimo Lucilio. Infatti, chi appena assopito, anche durante il sonno percepisce le immagini dei sogni; e talvolta, dormendo, si rende conto di dormire. Ma un sonno pesante estingue anche i sogno e sommerge l'anima in una completa incoscienza. Perch nessuno confessa i suoi vizi? Perch ancora sotto il loro dominio. Pu raccontare i propri sogni solo chi ne guarito. Perci, svegliamoci, per poter prendere coscienza dei nostri errori. Solo la 28agina p

seneca pt1 filosofia riuscir a destarci, e a scuoterci dal pesante sonno: consacrati tutto a lei. Tu sei degno di lei ed ella degna di te: abbracciatevi. (lettera 53; 1975) Di tempo non ne abbiamo poco, ne sprechiamo tanto. L'uomo grande non permette che gli si porti via neanche un minuto del tempo che gli appartiene. Dice Ecatone: Ti riveler un filtro amoroso, senza unguenti, senza erbe, senza formule magiche: se vuoi essere amato, ama. [...] Certo qualcosa di simile all'amicizia nell'amore, che si potrebbe chiamare una folle amicizia. (lettera 9; 1975) Dicono che Cratere, discepolo di quello Stilbone, da me menzionato nella precedente lettera, avendo visto un giovincello passeggiare in un luogo isolato, gli domand che facesse l solo. Parlo con me fu la risposta. E di rimando Cratere: Sta' bene attento, te ne prego; tu parli con un cattivo soggetto. [...] Chi privo della saggezza non deve 29agina p

seneca pt1 essere lasciato in balia di se stesso... (lettera 10; 1975) Diverr povero? Sar con la maggioranza degli uomini. Andr in esilio? Penser di essere nato l, dove mi manderanno. Sar messo in catene? E allora? Sono forse ora veramente libero? La natura mi ha gi legato a questo grave peso del corpo. Morir? Porr cosi fine dirai tu alla possibilit di ammalarmi, di esser messo in catene, di morire. [...] Moriamo ogni giorno: ogni giorno ci viene tolta una parte della vita e anche quando ancora cresciamo, la vita decresce. Abbiamo perduto l'infanzia, poi la fanciullezza, poi la giovinezza. Tutto il tempo trascorso fino a ieri ormai perduto; anche questo giorno che stiamo vivendo lo dividiamo con la morte. Come la clessidra non vuotata dall'ultima goccia d'acqua, ma da tutta quella defluita prima, cos l'ora estrema, che mette fine alla nostra vita, non provoca da sola la morte, ma da sola la compie; noi vi giungiamo in quel momento, da tempo, per, 30agina p

seneca pt1 vi siamo diretti. [...] Non viene una sola volta la morte; quella che ci rapisce solo l'ultima morte. [...] questa morte che tanto temiamo l'ultima, non la sola. [...] la follia umana, cos grande, che alcuni sono spinti alla morte proprio dal timore della morte. [...] Ci chiediamo: Fino a quando sempre le stesse cose? Svegliarsi e andare a dormire, mangiare ed aver fame, aver freddo e soffrire il caldo? Nessuna cosa finisce, ma tutte sono collegate in uno stesso giro: si fuggono e si inseguono. Il giorno cacciato dalla notte, la notte dal giorno; l'estate ha fine con l'autunno, questo incalzato dall'inverno, che a sua volta chiuso dalla primavera: cos tutto passa per tornare. Non faccio n vedo mai niente di nuovo. Ad un certo punto, di tutto questo si prova la nausea. Per molti la vita non una cosa penosa, ma inutile. (lettera 24; 1975) povero non chi possiede poco, ma chi brama avere di pi. (lettera 2; 1975) 31agina p

seneca pt1 Fa' ancora il nome di Tito Livio: ha, infatti, scritto anche dei dialoghi che si possono annoverare tra le opere di filosofia cos come tra quelle di storia, e dei libri di argomento espressamente filosofico: cedo il passo anche a lui. (100, 9; 2000) Gran parte del progresso sta nella volont di progredire. Magna pars est profectus velle proficere. Guidano i fati chi li segue di buona voglia, trascinano gli altri. (107, 9) Ducunt volentem fata, nolentem trahunt. I mali che fuggi sono in te. Il destino guida chi lo segue di sua volont, chi si ribella, lo trascina. Il lavoro caccia i vizi derivanti dall'ozio. (56, 9) Comandare a se stessi la forma pi grande di comando. 32agina p

seneca pt1 Imperare sibi maximum imperium est. (CXIII.30) In verit non povert, se lieta; povero non chi possiede poco, ma chi desidera di pi. (2, 6; 2000) L'assalto del male di breve durata; simile ad un temporale, passa, di solito, dopo un'ora. Chi, infatti, potrebbe sopportare a lungo quest'agonia? Ormai ho provato tutti i malanni e tutti i pericoli, ma nessuno per me pi penoso. E perch no? In ogni altro caso si ammalati; in questo ci si sente morire. Perci i medici chiamano questo male "meditazione della morte": talvolta, infatti, tale mancanza di respiro provoca la soffocazione. Pensi che ti scriva queste cose per la gioia di essere sfuggito al pericolo? Se mi rallegrassi di questa cessazione del male, come se avessi riacquistato la perfetta salute, sarei ridicolo come chi credesse di aver vinto la causa solo perch riuscito a rinviare il processo. (54, 1-4) 33agina p

seneca pt1 Pensa che a noi accade la stessa cosa: la vita conduce alcuni molto rapidamente alla meta cui, anche indugiando, dovevano giungere, altri li consuma e li tormenta. La vita non sempre va conservata: il bene, infatti, non consiste nel vivere, ma nel vivere bene. Perci, il saggio vivr quanto deve, non quanto pu. Osserver dove gli toccher vivere, con chi, in che modo e che cosa dovr fare. Egli bada sempre alla qualit della vita, non alla lunghezza. (libro VIII, 70) L'infelicit non consiste nel fare una cosa per ordine altri, ma nel farla contro la propria volont. (lettera 61; 1975) L'inizio della salvezza la conoscenza del peccato. L'uomo un animale che ragiona. La fortuna aiuta gli audaci, il pigro si ostacola da solo. Audentis fortuna iuvat, piger ipse sibi obstat. Lunga la via dell'insegnare per mezzo 34agina p

seneca pt1 della teoria, breve ed efficace per mezzo dell'esempio. (6, 5) Longum iterest per praecepta, breve et efficax per exempla Molte cose, non perch sono difficili non osiamo [farle], ma perch non osiamo [farle] sono difficili. (17) Multa non quia difficilia sunt non audemus, sed quia non audemus sunt difficilia. Moriamo ogni giorno. Cotidie morimur. Nasciamo diversi, moriamo uguali. (XCI, 16) Impares nascimur, pares morimur. Negli uomini tale il modo di parlare 35agina p

seneca pt1 quale quello di vivere. (114, 1) Talis hominibus fuit oratio qualis vita. Nessun vento favorevole per il marinaio che non sa a quale porto vuol approdare. (lettera 71; 1975, pp. 458-459) Ignoranti quem portum petat nullus suus ventus est. Nessuna conoscenza, se pur eccellente e salutare, mi dar gioia se la apprender per me solo. Se mi si concedesse la sapienza con questa limitazione, di tenerla chiusa in me, rinunciando a diffonderla, la rifiuterei. Nessuno obbligato a correre sulla via del successo. Nulli necesse est felicitatem cursu sequi. Nessuno mai condann la sapienza alla povert. 36agina p

seneca pt1 Nemo sapientiam paupertate damnavit. Niente di pi lungo di quel passaggio sotterraneo, niente di pi fioco di quelle fiaccole, che servono non per vedere tra le tenebre, ma per vedere le tenebre stesse. (lettera 57; 1975) Noi, assai dissennati, crediamo che essa [la morte], sia uno scoglio, mentre un porto, delle volte da cercare, ma mai da rifuggire, nel quale se qualcuno spinto nei primi anni [di vita], non deve lamentarsi pi di chi ha navigato velocemente. (70) Scopulum esse illum putamus dementissimi: portus est, aliquando petendus, numquam recusandus, in quem si quis intra primos annos delatus est, non magis queri debet quam qui cito navigavit. Non perch le cose sono difficili che non osiamo, ma perch non osiamo che sono difficili. (CIV, 26). Non giova n si assimila il cibo vomitato 37agina p

seneca pt1 subito dopo il pasto. [...] Troppi libri sono dispersivi: dal momento che non puoi leggere tutti i volumi che potresti avere, basta possederne quanti puoi leggerne. [...] Leggi sempre, perci autori di valore riconosciuto e se di tanto in tanto ti viene in mente di passare ad altri, ritorna poi ai primi. Procurati ogni giorno un aiuto contro la povert, contro la morte e, anche, contro le altre calamit; e quando avrai fatto passare tante cose, estrai un concetto da assimilare in quel giorno. (I, 2) Non si soffre, in effetti, per la mancanza di questi beni, ma per il pensiero della loro mancanza. Chi ha il possesso di s non ha perso niente: ma quanti hanno la fortuna di possedere se stessi? (lettera 42; 1975) Non sperare senza disperazione, non disperare senza speranza. (CIV, 12) Nec speraveris sine desperatione, nec desperaveris sine spe. Occorre che la legge sia breve, perch pi 38agina p

seneca pt1 facilmente i mal pratici la ricordino. (94, 38) Legem brevem esse oportet, quo facilius ab imperitis teneatur. Ogni piacere ha il suo momento culminante quando sta per finire. In mezzo agli stessi piaceri nascono le cause del dolore. Perci gli uomini si immergono nelle passioni e, una volta che ne hanno fatto un'abitudine, non possono pi farne a meno; e sono veramente infelici, poich giungono a sentire come necessarie le cose prima superflue. Non godono dei piaceri, ma ne rimangono schiavi e, quella che la peggiore disgrazia, amano anche il proprio male. Si raggiunge il colmo dell'infelicit quando le cose turpi non solo sono gradite, ma procurano un intimo compiacimento; e non c' rimedio quando quelli che erano sentiti come vizi diventano abitudine quotidiana. (lettera 39; 1975) 39agina p

seneca pt1 Perci non devi attribuire a Epicuro quei pensieri che t'ho inviato: sono di dominio pubblico, e soprattutto della nostra scuola. [...] Dovunque volgi lo sguardo, ti si presentano massime che potrebbero considerarsi notevoli se non si leggessero insieme con altre dello stesso valore. Perci abbandona la speranza di poter gustare superficialmente l'ingegno dei sommi uomini; tu devi studiarlo e considerarlo nella sua unit. Ogni suo aspetto ne richiama sempre un altro, ciascuna parte, connettendosi con l'altra, d completezza all'opera dell'ingegno umano. Niente pu essere tolto senza rompere l'unit del pensiero. Non dico che non si possano considerare le singole membra, purch non si prescinda dall'intero organismo. [...] Ma per un uomo di matura esperienza disdicevole cercare fiorellini, sostenersi con poche massime ben note e affidarsi alla memoria. ormai tempo che uno poggi su se stesso, che esprima questi pensieri con 40agina p

seneca pt1 parole sue e non a memoria. Ed specialmente disdicevole per un vecchio o per uno che si affaccia alla vecchiaia una cultura basata su raccolte di esempi scolastici. Questo l'ha detto Zenone. E tu che dici? Questo l'ha detto Cleante. E tu? Fino a quando ti muoverai sotto la guida di un altro? Prendi tu il comando ed esprimi anche qualcosa di tuo, che altri mandino a memoria. [...] Hanno esercitato la memoria sul pensiero altrui, ma altro ricordare, altro sapere. Ricordare custodire ci che stato affidato alla memoria, mentre sapere significa far proprie le nozioni apprese e non star sempre attaccato al modello, con lo sguardo sempre rivolto al maestro. Questo l'ha detto Zenone, questo Cleante. Ci sia qualche differenza fra te e il tuo libro. Fino a quando penserai ad imparare? tempo anche di insegnare. Che ragione c' che io senta dire da te quello che posso leggere in un libro? [...] La verit accessibile a tutti, non dominio riservato di nessuno, e il campo che 41agina p

seneca pt1 essa lascia ai posteri ancora vasto. (lettera 33; 1975) Quando consideri il numero di uomini che sono davanti a te, pensa a quanti ti seguono. Cum aspexeris, quot te antecedant, cogita, quot sequantur. Quando insegnano, gli uomini imparano. (VII, 8) Homines, dum docent, discunt. Se mi arrender al piacere, dovr arrendermi anche al dolore, alla fatica, alla povert; anche l'ambizione e l'ira vorranno le mie energie, anzi sar straziato fra tante passioni. Aspiro alla libert; questo il premio a cui sono rivolte tutte le mie fatiche. Mi chiedi che cosa sia la libert? indipendenza da ogni cosa, da qualunque circostanza esterna, da qualunque necessit. (lettera 51; 1975) Se voglio trastullarmi con qualche 42agina p

seneca pt1 buffone, non devo cercarlo lontano: rido di me. (lettera 50; 1975) Si volge ad attendere il futuro solo chi non sa vivere il presente. Smetterai di temere se avrai smesso di sperare. (V, 7) Desines timere si sperare desieris. "Sono schiavi." No, sono uomini. "Sono schiavi". No, vivono nella tua stessa casa. "Sono schiavi". No, umili amici. "Sono schiavi." No, compagni di schiavit, se pensi che la sorte ha uguale potere su noi e su loro. (5, 47) Ti dir che cosa oggi mi piaciuto in Ecatone. Mi chiedi egli scrive quale stato il mio progresso? Ho cominciato ad essere amico di me stesso. Grande stato il suo progresso: non rimarr pi solo. Sappi che tutti possono avere quest'amico. (lettera 6; 1975) Ti prego, Lucilio carissimo, fa' la sola cosa che pu renderti felice: distruggi e 43agina p

seneca pt1 calpesta questi beni splendidi solo esteriormente, che uno ti promette o che speri da un altro; aspira al vero bene e godi del tuo. Ma che cosa "il tuo"? Te stesso e la parte migliore di te. Anche il corpo, povera cosa, bench non se ne possa fare a meno, stimalo necessario pi che importante; ci procura piaceri vani, di breve durata, di cui necessariamente ci pentiamo e che, se non li frena una grande moderazione, hanno un esito opposto. Questo dico: il piacere sta sul filo, e si muta in dolore se non ha misura; ma difficile tenere una giusta misura in quello che si crede un bene: solo il desiderio, anche intenso, del vero bene senza pericoli. Vuoi sapere che cosa sia il vero bene o da dove venga? Te lo dir: dalla buona coscienza, dagli onesti propositi, dalle rette azioni, dal disprezzo del caso, dal tranquillo e costante tenore di vita di chi segue sempre lo stesso cammino. (23, 6-7) Un grande pilota sa navigare anche con la vela rotta. Vivere vuol dir combattere. (XCVI, 5). 44agina p

seneca pt1 Vivere [mi Lucili] militare est. Incipit di alcune opere [modifica] Apokolokyntosis [modifica] Voglio consegnare alla storia quel che successo in cielo il giorno prima delle idi di ottobre, inizio di un anno straordinario, di un'et felicissima. Non ci sar posto n per il rancore, n per l'adulazione. Quello che sto per raccontare tale e quale a come accaduto. Nell'ipotesi che qualcuno venisse a chiedermi la fonte di tali avvenimenti, bene mettere subito in chiaro questo: se la cosa non mi andr a genio, non risponder. D'altronde, chi mi potrebbe forzare? So di essere diventato padrone di me stesso, il giorno in cui se ne and finalmente all'altro mondo quello che aveva dimostrato la verit del proverbio: conviene nascere re o scemi. (1995) De tranquillitate animi [modifica] I traduzione La tranquillit dell'animo 45agina p

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seneca pt1

Ero immerso nell'introspezione, Seneca ed ecco mi apparivano alcuni vizi, messi allo scoperto, tanto che potevo afferrarli con la mano: alcuni pi nascosti e reconditi, altri non costanti, ma ricorrenti di quando in quando, che definirei addirittura i pi insidiosi, come nemici sparpagliati e pronti ad attaccare al momento opportuno, con i quali non ammessa nessuna delle due tattiche, star pronti come in guerra n tranquilli come in pace. Mario Scaffidi Abbate La serenit [modifica] Esplorando, o Seneca, l'animo mio, vi ho trovato molti difetti, alcuni talmente evidenti da potersi, per cos dire, toccare con mano, altri invece rintanati come in un nascondiglio, altri ancora saltuari, riemergenti a tratti, ad intervalli, e che sono forse i pi molesti di tutti, simili a nemici sparpagliati qua e l che ti assalgono 46agina p

seneca pt1 all'improvviso, quando gliene viene l'estro come certe trib nomadi per cui tu vivi sempre in uno stato ambiguo, che non di guerra ma nemmeno di pace, ed io mi sono scoperto appunto in un'analoga condizione (te lo confesso come un paziente che si confida al proprio medico), quella, cio, di non essere n completamente libero dai miei rancori e dalle mie paure, n di trovarmi in loro balia, sicch, pur riconoscendo che la mia situazione non delle peggiori, avverto un senso di malessere quanto mai sgradevole, che mi rende lunatico e lagnoso: insomma, non sono malato, ma non sto neppure bene. L'ozio [modifica] Tutti sono d'accordo nel ritenere che, vivendo in societ, difficile essere immuni dai vizi, e allora, se non abbiamo altro mezzo per salvarci da essi, isoliamoci: gi questo solo fatto ci render migliori. D'altronde chi c'impedisce, pur vivendo appartati, di avvicinare uomini virtuosi e ricavarne un 47agina p

seneca pt1 esempio su cui modellare la nostra esistenza? E ci non possibile se non in una vita tranquilla, lontana dalle pubbliche faccende: solo cos potremo mantenere fermi i nostri propositi, non avendo accanto nessuno che, sollecitato dalla grande massa che gli sta intorno, possa distoglierci dalla nostra decisione, ancora instabile, all'inizio, e perci facile a sgretolarsi. Allora s la nostra vita potr procedere uniforme e costante, perch non turbata dalle idee pi diverse e contrastanti. Pergiunta, come se gi non bastassero i numerosi mali che ci affliggono, passiamo da un vizio all'altro, e questo il guaio peggiore: restassimo almeno attaccati a un vizio solo, quello che ci pi familiare e che abbiamo ormai sperimentato! Cos a questo inconveniente si aggiunge pure il tormento che ci rode nel constatare come le nostre scelte, oltre che cattive, siano anche incostanti. Siamo sballottati di qua e di l come dai flutti o dal vento, ed ora ci attacchiamo ad una cosa, ora ad un'altra, lasciamo ci che avevamo 48agina p

seneca pt1 cercato e ricerchiamo ci che avevamo lasciato, in un altalenante avvicendarsi di desideri e pentimenti. Questo perch dipendiamo sempre dalle opinioni degli altri, ci sembra migliore ci che ha un gran numero di aspiranti e di elogiatori e non ci che va lodato e ricercato per il suo intrinseco valore, cos come una strada la giudichiamo buona o cattiva non di per se stessa ma dalla quantit delle impronte e dal fatto che fra di queste non ce ne sia nessuna che torni indietro.

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