32
INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico e Nova Agricoltura Gestione dei reflui Speciale SOLUZIONI PER UN IMPIEGO MODERNO DEI LIQUAMI Nelle 32 pagine di questo Speciale proponiamo estratti di sei degli interventi degli esperti presentati alla tavola rotonda “Reflui zootecnici, come valorizzarli - Soluzioni per una gestione moderna dei liquami”, incontro organizzato il 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona dalle redazioni di IZ e di Nova Agricoltura. Eccone l’elenco: l da pagina III - Flavio Sommariva, Aral: “Nuove soluzioni per valorizzare i reflui zootecnici”. l da pagina VIII - Andrea Guidetti, Acquafert: “Smart Farm - Applicazioni tecnologiche e impiantstiche per una moderna gestione dei reflui zootecnici”. l da pagina XIII - Savio Landonio, Arvatec: “Utilizzo dell’agricoltura di precisione nella distribuzione dei reflui”. l da pagina XVIII - Paolo Cera, Kuhn Italia: “Lo strip till per l’interramento dei reflui liquidi zootecnici. Gli agricoltori che ne sono convinti”. l da pagina XXII - Andrea Gaggi, Ptm: “Npk2, uno strumento per valorizzare i reflui”. l da pagina XXVII - Stefano Degli Esposti, Rota: “Le tecnologie di Rota Guido”. Come si vede, in cinque casi su sei gli esperti che hanno parlato sono tecnici di ditte all’avanguardia nell’offerta agli allevatori di soluzioni tecniche per una gestione moderna dei liquami. Ditte che fra l’altro hanno anche sponsorizzato l’evento (i loro loghi sono pubblicati qui sotto). In questo Speciale interno al numero 21 dell’Informatore Zootecnico proponiamo soltanto dei riassunti delle sei relazioni dell’incontro di Cremona. Ma le presentazioni tal quali sono disponibili sul sito www.informatorezootecnico. it , sezione “Documenti”. G.S.

Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico

  • Upload
    others

  • View
    1

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico

INFORMATOREZOOTECNICO

IZ

Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico e Nova Agricoltura

Gestione dei refluiSpeciale

SOLUZIONI PER UN IMPIEGO MODERNO DEI LIQUAMI Nelle 32 pagine di questo Speciale proponiamo estratti di sei degli interventi degli esperti presentati alla tavola rotonda “Reflui zootecnici, come valorizzarli - Soluzioni per una gestione moderna dei liquami”, incontro organizzato il 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona dalle redazioni di IZ e di Nova Agricoltura. Eccone l’elenco:l da pagina III - Flavio Sommariva, Aral: “Nuove soluzioni per valorizzare i reflui zootecnici”.l da pagina VIII - Andrea Guidetti, Acquafert: “Smart Farm - Applicazioni tecnologiche e impiantstiche per una moderna gestione dei reflui zootecnici”.l da pagina XIII - Savio Landonio, Arvatec: “Utilizzo dell’agricoltura di precisione nella distribuzione dei reflui”.l da pagina XVIII - Paolo Cera, Kuhn Italia: “Lo strip till per l’interramento dei reflui liquidi zootecnici. Gli agricoltori che

ne sono convinti”.l da pagina XXII - Andrea Gaggi, Ptm: “Npk2, uno strumento per valorizzare i reflui”.l da pagina XXVII - Stefano Degli Esposti, Rota: “Le tecnologie di Rota Guido”. Come si vede, in cinque casi su sei gli esperti che hanno parlato sono tecnici di ditte all’avanguardia nell’offerta agli allevatori di soluzioni tecniche per una gestione moderna dei liquami. Ditte che fra l’altro hanno anche sponsorizzato l’evento (i loro loghi sono pubblicati qui sotto). In questo Speciale interno al numero 21 dell’Informatore Zootecnico proponiamo soltanto dei riassunti delle sei relazioni dell’incontro di Cremona. Ma le presentazioni tal quali sono disponibili sul sito www.informatorezootecnico.it , sezione “Documenti”. G.S.

Page 2: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico
Page 3: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico

SPECIALE GESTIONE REFLUI

IIIINFORMATORE ZOOTECNICOn. 21-2015 18 dicembre

Le soluzioni messe a punto dall’Aral (Associazione regionale allevatori della Lombardia) per permettere alle colture di rendere massima

l’efficienza di utilizzo dell’azoto contenuto nei reflui zootecnici. Anche per ridurre l’inquinamento. Dall’intervento dell’agronomo

Flavio Sommariva alla tavola rotonda di Cremona

Sommariva Per massimizzare l’efficienzadi utilizzo dell’azoto

Oggi la produzione degli effluen-ti di allevamento risulta a volte sproporzionata rispetto alla consistenza delle colture e ai

loro fabbisogni. Come far fronte a questo problema? A dare risposta alla domanda sono stati cinque tecnici del comparto ricerca e sviluppo di ditte del settore, che sono intervenuti alla tavola rotonda “Reflui

zootecnici, come valorizzarli”, tenutasi il 29 ottobre scorso a Cremona nell’ambito dell’edizione 2015 della “Fiera internazio-nale del bovino da latte”. Qui i cinque esperti hanno proposto nuo-ve soluzioni per valorizzare i reflui zootec-nici al fine di considerarli come utile risorsa agricola e anche di ridurre l’inquinamento derivante dal surplus di azoto. Si sono oc-

cupati in particolare di tematiche come l’allontanamento dei reflui dalla stalla, la gestione delle vasche, il trasporto dei li-quami dalle vasche ai campi, l’interramen-to dei reflui nei campi, la fertirrigazione, la mappatura dei terreni e l’impiego dei reflui nella produzione di bioenergie. Mettendo inoltre in evidenza alcune innovazioni tec-nologiche capaci di aiutare in modo con-creto gli allevatori ad affrontare il problema dello smaltimento dei reflui.

Il refluo zootecnico come risorsa fertilizzanteMa prima dei tecnici delle ditte ha parlato Flavio Sommariva, tecnico specialista del settore agronomia e utilizzo reflui dell’Aral (Associazione regionale allevatori Lom-bardia), che ha affrontato il tema della ta-vola rotonda occupandosi in modo par-ticolare delle caratteristiche fertilizzanti degli effluenti zootecnici e dei fattori in grado di influenzare l’efficienza di utilizza-zione dell’azoto da parte della coltura. Considerando che il refluo zootecnico è in grado di fornire sostanza organica ed elementi nutritivi alle colture, ha detto Sommariva, si deve valutare questo pro-dotto come una risorsa fertilizzante per il terreno. Inoltre, da quanto emerso anche dalla rela-zione finale relativa al progetto pilota “Va-lorizzazione degli effluenti di allevamento e loro gestione comprensoriale” - Sata (Servizio di assistenza tecnica degli alleva-menti) 2008-2010, redatta a cura di Flavio Sommariva nel 2012 (scaricabile dal sito www.aral.lom.it), poiché i fertilizzanti chi-mici presentano costi sempre più elevati, diventa necessario ipotizzare una valoriz-zazione dei reflui che permetta all’alleva-

Foto 1. Distribuzione in copertura su mais. (da Progetto pilota Sata 2008-2010; Sommariva 2012).

Page 4: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico

SPECIALE GESTIONE REFLUI

IV INFORMATORE ZOOTECNICO n. 21-2015 18 dicembre

tore di sfruttare al meglio questo prodotto, garantendo nel contempo una maggiore sostenibilità ambientale. La Direttiva nitrati, ha spiegato Somma-riva, “pone al centro dell’interesse delle aziende agro-zootecniche una appropria-ta, corretta ed equilibrata gestione degli effluenti di allevamento, dei fertilizzanti e ammendanti con particolare attenzione alla matrice azotata in essi contenuta”. Come già detto, molto spesso la quantità di azoto disponibile in azienda non trova

corrispondenza con la superficie agraria utile; frequentemente infatti si verifica un esubero di questo importante elemento fertilizzante, che deve quindi trovare im-piego in una superfice alternativa o deve essere sottoposto a interventi tecnici che ne permettano una riduzione del potere inquinante.Laddove l’eccesso aziendale di azoto non potesse essere dislocato su altre realtà aziendali, ha sottolineato il tecnico dell’A-ral, sarà auspicabile procedere con tratta-

menti in grado di concentrare o sottrarre azoto nel refluo. È infine fondamentale che l’utilizzo dell’ef-fluente come fertilizzante debba dove-rosamente tenere in considerazione il momento del suo impiego rispetto alla coltura prevista e la caratterizzazione precisa degli elementi fertilizzanti in esso contenuti, oltre che prevedere la sua cor-retta applicazione agronomica; “solo in questo modo infatti sarà possibile mini-mizzare la perdita di valore fertilizzante e le ripercussioni ambientali”. Dai risultati ottenuti da alcune prove speri-mentali Aral, ha detto Sommariva, è emer-so che utilizzare il refluo zootecnico con la massima efficienza, o il digestato (vedi pa-ragrafo “La digestione anaerobica”), con-sente di avere produzioni di mais significa-tivamente paragonabili a quelle ottenibili con concimi chimici (urea).A maggior ragione, ha continuato l’esper-to dell’Aral, ipotizzando che non sia solo l’azoto zootecnico ad inquinare, ma anche quello chimico (come dimostra l’Ispra, Isti-tuto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), un aumento dell’efficienza di utilizzo dell’azoto contenuto nei reflui da parte delle colture porterebbe a una ri-

IMPATTI NEGATIVI DELL’AZOTO SULL’AMBIENTEMa quali sono gli impatti dell’azoto sull’ambiente che rendono così indesiderabile il suo eccesso? Sebbene l’azoto sia un nutriente limitante, gli ecosistemi non sono in grado di incorporare tutto l’azoto immesso attraverso la produzione di materia organica. L’azoto è un elemento particolarmente mobile in atmosfera e nel suolo, e come inquinante ha un comportamento molto vario; un singolo atomo può infatti assumere diverse forme chimiche in grado di provocare inquinamento in molti comparti ambientali. I principali composti chimici dell’azoto che si possono rinvenire a livello di atmosfera responsabili di importanti danni per l’ambiente, sono:- ossidi di azoto (NOx: NO e NO2), originano dalla combustione di sostanza organica; in particolare NO può originare anche dai processi microbici che si attuano a livello dei reflui zootecnici. Responsabili di piogge acide e smog fotochimico;- protossido di azoto, origina da processi anaerobici a

carico dei reflui; è un potentissimo gas a effetto serra;- ammoniaca, origina dal processo di mineralizzazione della sostanza organica dei reflui zootecnici; responsabile di piogge acide; contribuisce alla formazione di aerosol dannosi per l’uomo. A livello del suolo si può avere la somma dei composti azotati provenienti dall’atmosfera (es. piogge acide) e dei composti derivanti in modo diretto dai fertilizzanti; questo fenomeno si traduce in un eccesso degli ioni ammonio (NH4

+) e nitrato (NO3-), i quali, essendo particolarmente

mobili, provocano l’acidificazione dei suoli e delle acque. Infine, le alte concentrazioni di azoto, insieme all’eccesso di fosforo, nei fiumi, nei laghi, nelle zone costiere di mari e oceani provocano il fenomeno dell’eutrofizzazione e casi di tossicità da nitrati nell’uomo.(Da “Trattamenti fisici per la gestione dell’azoto contenuto negli effluenti da digestione anaerobica di reflui zootecnici”; Francesco Teri - Università di Udine, 2012, citato da Sommariva).

IngestatoN-NH438%

Norg62%

N-NH462%

Norg38%

Digestato90%

SeparatoLiquido

N-org28%

N-org63,7%

N-NH4+36,3%

N-NH472%

10%Separato

Solido

DA

Grafico 1 - Le trasformazioni della digestione anaerobica

N-NH4 = azoto ammoniacale; Norg = azoto organico; DA = digestione anaerobica.(F. Sommariva - Aral, 2015)

Page 5: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico

SPECIALE GESTIONE REFLUI

VINFORMATORE ZOOTECNICOn. 21-2015 18 dicembre

duzione dell’utilizzo del concime chimico, con conseguenti benefici ambientali ed economici.

La digestione anaerobicaCercare di massimizzare l’efficienza di uti-lizzo dell’azoto contenuto negli effluenti da parte delle colture, ha continuato Somma-riva, è quindi l’obiettivo principale da per-seguire per valorizzare i reflui zootecnici e ridurre l’impatto ambientale che ne deriva. La digestione anaerobica ha un ruolo chia-ve nella valorizzazione dei reflui zootecnici, in particolare nell’aumentare l’efficienza di utilizzo dell’azoto da parte delle colture. È un processo ormai comunemente usato anche a livello aziendale, che si configu-ra in impianti semplificati, come vasche di stoccaggio coperte da membrane di

accumulo del gas, o in reattori chiusi ap-positamente realizzati che lavorano a tem-perature di 30-35°C (mesofilia) o 50-55°C (termofilia).Dalla degradazione della sostanza orga-nica dei reflui, che si verifica all’interno di questi sistemi ad opera di microrganismi anaerobi, si origina biogas contenente cir-ca il 50-70% di metano (più un 25/40% di anidride carbonica). Evitare l’emissione di metano nell’atmo-sfera non è l’unico vantaggio derivante da questa tecnica, ha aggiunto il tecnico dell’Aral, gli effetti sui reflui sono infatti

molti: “il digestato in uscita è più stabile, deodorizzato, presenta inattivazione dei semi delle piante infestanti, subisce un’i-gienizzazione dal punto di vista microbico specialmente se ottenuto in condizioni di termofilia, presenta minori problemi di fito-tossicità, ha un contenuto ridotto di solidi sospesi e di solidi totali (minori problemi di intasamento, maggiore fluidità e rapidi-tà di penetrazione nel terreno) e una più pronta assimilabilità dei nutrienti da parte delle colture” (“Trattamenti fisici per la ge-stione dell’azoto contenuto negli effluenti da digestione anaerobica di reflui zootec-

0,00

0,50

1,00

1,50

2,00

2,50

3,00

3,50

4,00

4,50

5,00

- 0,9 - 2,5 - 4

g/kg

altezza di prelievo

S.S.% N tot N amm

Grafico 2 - Variabilità della concentrazione di nutrienti all’interno del refluo stoccato in vasca in rapporto alla profondità di prelievo

Il grafico mostra come i prelievi fatti a diverse profondità presentino un diverso contenuto di sostanza secca, di azoto totale, di fosforo e di potassio: a un metro di profondità (fino a due metri e mezzo) il contenuto dei nutrienti è basso, mentre a profondità più elevate la concentrazione di questi è maggiore.(Da Progetto Pilota Sata 2008-2010; F. Sommariva - Aral, 2015)

Variabile u.m. minimo massimo mediaSostanza secca g/kg 16 162 95Ceneri g/kg 5,9 45,3 19N totale g/kg 0,87 7 3,75N-NH4 g/kg 0,28 2,54 1,48N-NH4/N totale % 7 68 40pH - 6,5 8,1 7,5C totale g/kg 4,5 7,3 37,1P totale g/kg 0,09 1,44 0,65K totale g/kg 1,06 4,42 2,62C/N - 4 17,5 9,7La composizione dei liquami varia molto da azienda a azienda; nella tabella vengono riportati i valori minimi, massimi e le rispettive medie, riscontrati dalle analisi condotte su diversi effluenti -come previsto dal progetto DINAMIRE, in collaborazione con ARAL, finanziato dalla Regione Lombardia-.u.m.=unità di misura( Sommariva, 2015 - Dati del progetto Dinamire, In collaborazione con Aral, finaziato dalla Regione Lombardia)

Tab. 1 - Composizione media dei liquami

Azoto organico e inorganico, differenze significativeSecondo quanto riportato da Som-mariva a Cremona, il refluo zootec-nico contiene sia azoto organico che azoto inorganico. Quest’ultimo in ambiente anaerobico si trasfor-ma in ammoniaca, o ioni ammonio in soluzione acquosa. Lo ione ammonio, ha proseguito Sommariva, è prontamente dispo-nibile per le colture: una volta che questo arriva nel terreno infatti si trasforma in nitrato e le colture lo possono assorbire; la parte di azoto organico viene invece resa dispo-nibile per le piante solo attraverso un processo di mineralizzazione correlato a temperatura, umidità, caratteristiche del suolo e altri di-versi fattori. Ed è proprio quest’ulti-ma frazione quella che rischia di non essere “intercettata” dalla pianta e che solitamente si rende disponibile nel momento in cui la coltura è già stata raccolta.Ne consegue, che maggiore sarà la quota di azoto organico e maggiore sarà potenzialmente la lisciviazio-ne dei nitrati nelle acque di falda. (m.m.)

Page 6: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico

SPECIALE GESTIONE REFLUI

VI INFORMATORE ZOOTECNICO n. 21-2015 18 dicembre

nici”; Francesco Teri – Università di Udine, 2012). In generale quindi la gestione agro-nomica del prodotto derivante dalla dige-stione anaerobica risulta molto migliorata rispetto ai substrati di partenza.In particolare, l’aumentata assimilabilità dei nutrienti, e quindi la conseguente ridu-zione del potere inquinante dell’azoto con-tenuto nel refluo, è garantita dalla parziale mineralizzazione che l’azoto organico su-bisce trasformandosi in azoto inorganico ammoniacale (Grafico 1).

È importante conoscere l’effettivo contenuto in azoto del refluoCome già anticipato, l’efficienza di impie-go del refluo inserito in un piano di con-cimazione deve necessariamente tener conto di una caratterizzazione precisa de-gli elementi fertilizzanti in esso contenuti. I nutrienti contenuti nel refluo infatti, ha spiegato Sommariva, possono variare molto in base a fattori esterni quali le tec-niche di gestione aziendale e le precipi-tazioni, che ne comportano una diluizio-ne. Risulta inoltre di rilevante importanza tenere conto anche della stratificazione che il liquame subisce durante il periodo di stoccaggio (Grafico 2). Ne consegue pertanto, che la caratteriz-zazione analitica dei reflui è in particolar modo correlata alle modalità di campiona-mento, oltre che all’analisi e all’interpreta-zione dei risultati.

05

101520253035404550

0 25 50 75 100 125 150

Tempo (ore)

Perd

ite c

umul

ate

di A

mm

onia

ca

(% s

ul to

tale

app

licat

o)

05

101520253035404550

0 25 50 75 100 125 150

Tempo (ore)

Perd

ite c

umul

ate

di A

mm

onia

ca

(% s

ul to

tale

app

licat

o)

2-3 kg su 100 kg distribuiti

30-35 kg su 100 kg distribuiti

Grafico 3 - Diversa consistenza dell’ammoniaca persa nell’ambiente in rapporto alla modalità di distribuzione del refluo

Distribuzione di un digestato con sistema “piatto deviatore” a confronto con sistema “ad interramento”. Il picco di perdita si ha intorno alle 12 ore.(Sommariva, 2015)

L’importanza dell’epoca di spandimentoDa quanto emerso dal progetto pilota “Va-lorizzazione degli effluenti di allevamen-to e loro gestione comprensoriale” e da quanto detto da Sommariva a Cremona, oltre ad una precisa caratterizzazione ana-litica del refluo, un corretto utilizzo agrono-mico degli effluenti zootecnici deve tenere conto anche di altri fattori, quali per esem-pio le modalità e i tempi di spandimento in relazione alle necessità della coltura. Secondo quanto riportato dalla regione Piemonte (“Reflui zootecnici. L’importan-za di una corretta distribuzione sotto l’a-spetto agronomico e ambientale”; www.regione.piemonte.it), i rischi connessi a distribuzioni inopportune infatti, si con-testualizzano in “una perdita di elementi nutritivi (riscontrabile come una bassa efficienza del fertilizzante), e nel rilascio di sostanze inquinanti nel suolo, nell’atmo-sfera e nelle acque”.Riguardo l’epoca di spandimento, ha prose-guito Sommariva, gli accorgimenti da tene-re in considerazione al fine di massimizzare l’efficienza di utilizzo dell’azoto del refluo da parte della pianta sono molti. La distribuzio-ne del refluo durante la stagione autunnale per esempio, in modo particolare su un ter-reno non coltivato, compromette in maniera significativa l’efficienza di utilizzo dell’azoto da parte delle colture, provocando perdite massicce per lisciviazione.L’applicazione primaverile del refluo in-

vece può migliorare l’efficienza di utilizzo dell’azoto ammoniacale da parte della col-tura di 4-5 volte. Inoltre, da quanto riportato da Sommariva all’incontro “Reflui zootecnici, come va-lorizzarli”, risulta vantaggioso spandere il refluo poco prima della semina o in coper-tura, dal momento che l’azoto dei liquami è caratterizzato da rapido rilascio (maggiore utilizzo da parte della coltura).

Una corretta distribuzione è fondamentaleAnche la modalità di distribuzione, ha con-tinuato Sommariva, è uno dei principali fat-tori che determinano l’efficienza di utilizzo dell’azoto contenuto nel refluo da parte delle piante. Riguardo alle tecniche di distribuzio-ne, quella ottimale risulta essere l’interra-mento, mentre sono sconsigliate “la distri-buzione con piatto deviatore o con sistemi a lunga gittata, poiché comporta polverizza-zione del liquido e volatilizzazione dell’azoto, e l’iniezione profonda, che può provocare perdite per lisciviazione” (Teri, 2012).Inoltre, l’interramento del liquame durante la sua distribuzione sul terreno, ha con-tinuato Sommariva, corrisponde ad una maggiore efficienza (30-35%) rispetto a quella derivante dallo spandimento super-ficiale (2-3%) (Grafico 3). La quota di azoto ammoniacale infatti è facilmente volatiliz-zabile e, se non gestita bene, la distribu-zione ne può comportare una grossa per-dita in atmosfera (aereosol). (m.m.) l

Page 7: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico
Page 8: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico

SPECIALE GESTIONE REFLUI

VIII INFORMATORE ZOOTECNICO n. 21-2015 18 dicembre

Separatori Sepcom verticali, micro-filtrazione, sistemi ombelicali e coperture flottanti. Sono alcune delle soluzioni innovative proposte

da Acquafert per valorizzare i liquami zootecnici. Dalla relazione tenuta da Andrea Guidetti all’incontro di Cremona

Acquafert Tecnologia e agronomia per razionalizzare le operazioni

In occasione della tavola rotonda del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cre-mona, Andrea Guidetti, agronomo di Acquafert, ha descritto alcune

delle numerose soluzioni che Acqua-fert - azienda cremonese specializzata nell’irrigazione agricola e nella gestione dei liquami - mette in campo nella ge-stione dei liquami. Soluzioni in grado di garantire significativi miglioramenti per quanto concerne sia le rese colturali, sia l’efficienza globale dell’azienda agricola e zootecnica. I reflui zootecnici, ha spiegato il tecnico

Acquafert a Cremona, costituiscono una importante risorsa per il sistema agrico-lo, ma se non gestiti e utilizzati in maniera corretta rappresentano una grossa mi-naccia per l’ambiente in termini di inqui-namento dell’aria, della terra e dell’acqua. Per questo motivo è doveroso trattarli secondo precise indicazioni tecniche e legislative. Acquafert Agri, ha continuato Guidetti, si dedica da anni alla progettazione, rea-lizzazione e vendita di impianti completi e integrati di gestione e trattamento dei liquami zootecnici (es. sistemi ombelicali

e sistemi di abbattimento dell’azoto). L’a-zienda infatti vanta una grande specializ-zazione nella gestione dei reflui zootecni-ci, dalla raccolta in stalla, alla separazione, fino alla valorizzazione agronomica in campo.In particolare Acquafert si dedica a sod-disfare le esigenze dei suoi clienti “dalla vendita del singolo prodotto, alla proget-tazione di impianti di lavaggio e traspor-to reflui come flushing e vacuum, fino ai sistemi integrati di fertirrigazione e alla realizzazione di impianti di abbattimento azoto e opere complementari” (www.ac-quafertagri.it). I prodotti Acquafert, ha ag-giunto Guidetti, sono inoltre adatti a ogni situazione, applicabili a qualsiasi macchi-na o impianto già esistente e presente in azienda. Acquafert è anche in grado di rendere più semplice il procedimento per la gestione dei reflui, grazie alla realizzazione di im-pianti automatizzati e programmabili.

Raccolta e separazione dei reflui Nella fase di raccolta in stalla, Acquafert Agri propone “speciali pompe sommergi-bili con funzione di pre-triturazione dei re-flui zootecnici (Figura 1) così da garantire una migliore alimentazione dei separato-ri” (www.acquafertagri.it). Per quanto riguarda invece la fase di se-parazione solido-liquido, ha spiegato Gui-detti, gli innovativi sistemi Sepcom Wam a coclea orizzontale e verticale, applica-bili sia in campo agricolo, sia in campo industriale, sia per la depurazione dell’ac-qua, sono soluzioni che garantiscono una elevata efficienza. Questi separatori solido-liquido elicolidali

Figura 1 – A sinistra: pompa sommergibile trituratrice WSP. A destra: agitatore (Guidetti, 2015).

Page 9: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico

SPECIALE GESTIONE REFLUI

IXINFORMATORE ZOOTECNICOn. 21-2015 18 dicembre

“sono dotati di una coclea brevettata in poliuretano, unica sul mercato mondiale, che permette una maggiore efficienza di separazione” (www.acquafertagri.it). Nello specifico, ha aggiunto Guidetti, le tipologie di separatori che Acquafert lan-cia sul mercato sono diverse (Figura 2):

- separatore Sepcom Farm orizzontale classico;- separatore Sepcom Bedding, che per-mette di ottenere un solido riutilizzabile come lettiera per gli animali (sostanza secca al 35%; ridotta umidità; maggiore facilità di contenimento dei batteri);

- separatore Sepcom Farm verticale, separatore ad alta efficienza soprattutto utilizzato negli impianti biogas. Presenta due coclee lungo l’asse verticale, ed è caratterizzata da un bassissimo consu-mo di energia (per l’assenza della forza di attrito con il prodotto). In particolare, ha aggiunto Guidetti, «i separatori verticali Sepcom Wam con coclea in poliuretano e materie plastiche aumentano l’efficien-za di separazione».Inoltre, ha continuato Guidetti, «il micro-filtro centrifugo Sepcom Wam (Figura 4) consente di perfezionare ulteriormen-te la separazione solido-liquido degli effluenti zootecnici trattenendo anche le più piccole particelle solide. Questi filtri permettono di pulire ulteriormente il liquido chiarificato dalla prima sepa-razione, ottenendo così un chiarificato contenete particelle solide di diametro inferiore a 50 micron, direttamente iniet-tabile in sistemi di irrigazione (fertirriga-zione organica)». In particolare, la frazione liquida ottenuta dalla microfiltrazione può essere distri-buita tramite rotoloni, pivot e impianti a pioggia grazie a pompe ad alta pressione.Infine, secondo quanto riportato da Gui-

FLUID TECHNOLOGY PER L’AGRICOLTURA E LA ZOOTECNIA Acquafert, ha spiegato Guidetti, «è un’azienda che ha sede principale a Cicognolo, in provincia di Cremona, e che fin dal 1952 opera nel campo della “fluid technology”: nei settori dell’irrigazione in campo agricolo, e nei sistemi di distribuzione, trattamento valorizzazione agronomica di liquami e digestati. Lavora soprattutto sul territorio nazionale, ma il suo mercato si estende anche in molti paesi europei, africani ed asiatici». Con tre divisioni interne dedicate a diversi ambiti di sviluppo - Acquafert Agri (impiantistica e soluzioni agricoltura), Acquafert Green (irrigazione e landscaping), Acquafert Pool (teli, lagoni e coperture) - Acquafert progetta, realizza e collauda internamente qualsiasi tipo di impianto irriguo, per qualsiasi finalità. In particolare, per quanto riguarda la divisione Acquafert Agri, ha precisato Guidetti, l’azienda si occupa principalmente di:

- irrigazione agricola: gruppi di pompaggio e impianti interrati, irrigazione a pioggia, pivot e irrigazione a torri semoventi, microirrigazione a goccia, subirrigazione e fertirrigazione;- trattamento reflui zootecnici: gestione e separazione dei reflui, microfiltrazione, trasporto liquami, copertura vasche di stoccaggio, sistemi ombelicali, sistemi di abbattimento azoto; - impianti industriali complementari. «Quella di Acquafert Agri - ha sottolineato Guidetti - è dunque una visione globale del sistema agricolo, dall’irrigazione alla fertilizzazione; l’obiettivo centrale della squadra di lavoro Acquafert Agri, composto da agronomi, ingegneri, geometri e operai specializzati, è quello di rendere le aziende agricole più efficienti, innovative e a basso impatto ambientale, realizzando strumenti utili ad una gestione ottimale delle coltivazioni». (m.m.)

Figura 2 – Diverse tipologie di separatori solido-liquido Sepcom offerti da Acquafert (Guidetti, 2015) .

Page 10: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico

SPECIALE GESTIONE REFLUI

X INFORMATORE ZOOTECNICO n. 21-2015 18 dicembre

liquame viene interrato direttamente nel suolo oppure distribuito con piatto devia-tore sulla superficie.“I sistemi ombelicali di Acquafert Agri

possono essere applicati su qualsiasi attrezzo: ripper, interratori e vangatrici. Sono inoltre abbinabili ai rotoloni. Hanno condotte sotterranee ambivalenti per lo

Figura 3 – Copertura flottante per vasche di stoccaggio Acquafert (Guidetti, 2015).

Figura 4 – Sistema di microfiltrazione meccanico completo Acquafert (Guidetti, 2015).

detti durante la tavola rotonda, la sepa-razione solido-liquida dei liquami con i sistemi Acquafert Agri in generale è con-forme a quanto stabilito dalle direttive regionali su nitrati e fosfati; tali soluzioni infatti sono in grado di limitare il contenu-to di questi composti negli sversamenti in campo.

Copertura vasche di stoccaggio Acquafert Agri propone anche “co-perture flottanti per impianti di biogas e per allevamenti di bovini o di suini, in ottemperanza alla legislazione vigente sulla riduzione dei gas serra in atmosfe-ra” (www.acquafertagri.it). Le coperture delle vasche di stoccaggio (Figura 3), ha aggiunto Guidetti, sono infatti realizzate al fine di limitare l’emissione di ammonia-ca in atmosfera e di raccogliere le acque piovane.Costituite da una membrana di polietile-ne ad alta densità (HDPE) dello spesso-re minimo di 1,5 mm (generalmente 2-3 mm), esse sono testate con severe prove meccaniche, chimiche e di resistenza. Tali coperture sono posizionate su un’intela-iatura di tubi in polietilene che coincide con il perimetro della vasca di stoccag-gio, garantendo così una certa rigidità e “galleggiabilità”. Infine, da quanto riportato da Guidetti, queste membrane possono essere dota-te di aperture per l’inserimento di agitatori ad elica, di sistemi antirotazione e di poz-zetti per la raccolta di acque meteoriche.I principali vantaggi che derivano dall’im-piego delle coperture flottanti Acquafert Agri sono:- il recupero delle acque meteoriche, uti-lizzabili nello spandimenti dei liquami sui campi;- il contenimento dell’ammoniaca all’in-terno della vasca di raccolta (aumentato potere nutriente);- il contenimento dell’emissione in atmo-sfera di gas serra.

Sistemi ombelicali I sistemi ombelicali, ha spiegato Guidet-ti, consentono di distribuire i liquami de-stinati alla fertirrigazione organica per mezzo di tubazioni flessibili trainate da macchine operatrici e trattori (Figura 5). Il

Page 11: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico

SPECIALE GESTIONE REFLUI

XIINFORMATORE ZOOTECNICOn. 21-2015 18 dicembre

Figura 5 – Sistema di distribuzione ombelicale Acquafert (fonte: www.acquafertagri.it).

Figura 6 - Schema semplificato del sistema SBR (Sequencing Batch Reactors), sistema di abbattimento azoto (fonte: www.acquafertagri.it).

Sistemi di abbattimento dell’azotoSecondo quanto riportato su www.acquafertagri.it, Acquafert Agri “realizza anche impianti per tratta-menti biologici a biomassa sospesa che consentono un notevole abbat-timento di azoto ed elementi nutritivi all’interno degli effluenti zootecni-ci”.I sistemi di abbattimento dell’azo-to di Acquafert Agri, che riescono ad eliminare fino al 90% dell’azoto presente negli effluenti zootecnici, favoriscono le condizioni necessa-rie per lo svolgimento di una serie di reazioni biologiche direttamente all’interno della vasca di stoccaggio stessa.In particolare, l’abbattimento dell’a-zoto dei liquami avviene secondo queste fasi principali (Figura 6):- riempimento;- reazione dovuta alla miscelazione e all’ossigenazione;- sedimentazione;- scarico del liquame trattato;- riposo.I sistemi di abbattimento dell’azoto Acquafert pertanto permettono di raggiungere ottimi risultati grazie ad un trattamento depurativo aerobico a fango attivo con fasi di nitrificazio-ne e denitrificazione.Per ulteriori informazioni visitare il sito www.acquafertagri.it. (m.m.)

dimento possibile dei nutrienti contenuti nei reflui zootecnici. Infine, ha aggiunto il tecnico di Acquafert, tali sistemi di distribuzione dei liquami sono dotati di un’innovativa valvola pneu-matica utile per lo sfogo della pressione durante le manovre di campo.Utilizzare i sistemi ombelicali Acquafert, ha sottolineato Guidetti, comporta per-tanto diversi vantaggi, tra cui:- evitare i calpestamenti con le botti in fase di distribuzione;- aumentare l’efficienza di utilizzo dei nu-trienti da parte delle colture. (m.m.) l

spandimento dei reflui in inverno e l’irri-gazione a pioggia d’estate: efficienza e risparmio. Distribuiscono i liquami me-diante barre o ali piovane in copertura alle

coltivazioni” (www.acquafertagri.it). Oggi inoltre, grazie all’innovativo sistema di distribuzione ombelicale “Start and Stop”, è possibile ricavare il maggior ren-

Page 12: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico
Page 13: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico

SPECIALE GESTIONE REFLUI

XIIIINFORMATORE ZOOTECNICOn. 21-2015 18 dicembre

Come distribuire nel modo più razionale i liquami in campo? Un grande aiuto viene dall’agricoltura di precisione, che permette di ottimizzare questa operazione. Dall’intervento a Cremona

di Savio Landonio, general manager di Arvatec

ArvatecCorretta gestione in campo con l’agricoltura di precisione

La progressiva diminuzione delle risorse energetiche e primarie, il costante aumento dei prezzi per l’acquisto dei fattori produttivi, la

diminuzione dei prezzi di vendita dei pro-dotti agricoli, l’inquinamento ambientale e il continuo ed inarrestabile mutamento del clima sono i fattori che portano oggi

l’agricoltura a ricercare soluzioni alterna-tive ai metodi tradizionali affinché si rea-lizzi un’agricoltura sostenibile in termini ecologico-ambientali e di compatibilità economica, e quindi “al passo coi tempi”. I metodi tradizionali fino ad oggi adottati in-fatti, che rappresentano un modello prin-cipalmente produttivistico volto al sod-

Figura 1 - Fasi dell’agricoltura di precisione, ciclo di monitoraggio e controllo (S. Landonio, 2015).

Figura 2 - Diverse tipologie di monitor usate dai sistemi di agricoltura di precisione (Ag Leader).

disfacimento dei fabbisogni alimentari, non sono più compatibili con gli scenari economici, sociali e ambientali davanti ai quali si trova il settore agricolo oggi.Considerati questi aspetti, il sistema si sta orientando sempre di più verso la va-lorizzazione dei prodotti e la salvaguardia delle risorse naturali, impegnandosi a:- “mettere a punto sistemi colturali a bas-so impatto ambientale e a costo ridotto (ad esempio attraverso l’impiego di stru-menti per il controllo automatico della distribuzione prodotti fertilizzanti e fito-sanitari); - attuare, da parte della direzione dell’im-presa agricola, forme di gestione pro-attiva dei processi atte ad incrementare

Page 14: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico

SPECIALE GESTIONE REFLUI

XIV INFORMATORE ZOOTECNICO n. 21-2015 18 dicembre

la produttività del lavoro e a ridurre i costi di produzione; - creare condizioni manageriali che favo-riscano, attraverso una gestione attenta della tracciabilità dei prodotti, la certifica-zione di qualità delle produzioni” (dal sito www.arvatec.it). Il mezzo che meglio permette di perse-guire tali obiettivi sembra essere l’inno-vazione tecnologica, e in particolare gli strumenti messi a disposizione dall’agri-coltura di precisione, che consentono di ridurre i costi di produzione nel lungo pe-riodo e soprattutto di limitare l’emissione di sostanze inquinanti, oltre che ridurre di sprechi di materie prime.

Assieme all’americana Ag Leader L’agricoltura di precisione è stata così uno dei temi centrali della tavola rotonda “Reflui zootecnici, come valorizzarli” or-ganizzata dalla redazione dell’Informatore Zootecnico il 29 ottobre scorso a Cremo-na nell’ambito della settantesima edizio-ne della “Fiera internazionale del bovino da latte”. Ad approfondire l’argomento è stato Savio Landonio, general manager di Ar-vatec, azienda milanese nata nel 2002

come spin-off dell’Istituto di ingegneria agraria dell’università di Milano, dedica-ta allo sviluppo e commercializzazione di tecnologie innovative per l’agricoltura di precisione. Landonio ha sottolineato come l’agricoltura di precisione implichi, tra le altre cose, una gestione ottimizzata e localizzata dei fattori della produzione, quali ad esempio i reflui zootecnici. Arvatec, ha spiegato Landonio, collabora da molti anni con Ag Leader, azienda sta-tunitense nata nel 1992 leader nel campo dell’agricoltura di precisione. Questa grande azienda statunitense, ha continuato Landonio, è stata l’inventore del sistema di mappatura delle produzio-ni (descritto in seguito), e nel corso degli anni, oltre a specializzarsi sempre di più nella messa a punto e nella produzione di questo tipo di tecnologia, ha prodotto una linea completa di prodotti per l’agri-coltura di precisione (es. sistemi si guida parallela, sistemi di controllo delle mac-chine diserbatrici, delle macchine span-diconcime, delle seminatrici, ecc…).Così, con l’intenzione di offrire la migliore qualità anche agli agricoltori del nostro paese e dare un valido contributo scien-tifico e tecnologico al settore dell’agri-coltura in generale, Arvatec ha deciso di

affiancare alla propria linea di produzione quella di Ag Leader. Uno dei compiti principali di Arvatec, oltre allo sviluppo dei propri prodotti, diventa quindi quello di personalizzare i prodotti importati al fine di adattare tali tecnologie alle realtà agricole italiane e europee in generale.Le fasi dell’agricoltura di precisioneL’agricoltura di precisione, ha spiegato Landonio, si compone di diverse fasi (Fi-gura 1): - raccolta dati, eseguita con i sistemi di mappatura o con sensori infrarossi in-stallati su macchine operatrici (fase di monitoraggio);- elaborazione dei dati con appositi sof-tware (fase di monitoraggio); - costruzione delle mappe di prescrizio-ne (mappe di concimazione, di liquama-zione o di distribuzione di digestato) che saranno poi trasferite sui monitor delle macchine operatrici (output della fase di monitoraggio);- controllo della distribuzione (di liquame per esempio); le mappe di prescrizio-ne precedentemente predisposte con il software e trasferite sui monitor montati sulle macchine operatrici hanno, in que-sta fase, il compito di regolare la dose da

Figura 3 - Sistema Ag Leader di controllo delle semine (S. Landonio, Cremona 2015).

Figura 4 - Sistema Ag Leader di controllo dei diserbi (S. Landonio, Cremona 2015).

Page 15: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico

SPECIALE GESTIONE REFLUI

XVINFORMATORE ZOOTECNICOn. 21-2015 18 dicembre

distribuire (fase di controllo); L’output dell’attività di monitoraggio co-stituisce pertanto l’informazione che di-venta l’input per l’attività di controllo.

L’importanza dell’elettronicaNell’ambito dell’agricoltura di precisione, ha affermato Landonio, Arvatec propone diverse tecnologie. Oltre alle macchine, Arvatec offre una serie di prodotti utili alle varie fasi del ciclo della produzione. Ve-diamone tre esempi.A) “Sistemi di guida parallela”: si com-pongono di monitor (di diverse forme, dimensioni e livelli di precisione, figura 2) associati a ricevitori gps (diversi livelli di precisione) e centraline per la guida pa-rallela assistita o automatica delle mac-chine operatrici. La guida parallela può essere infatti eseguita manualmente: l’o-peratore guida manualmente il mezzo se-guendo le indicazioni del monitor; oppure in modo automatico: utilizzando organi di sterzo del trattore (a funzionamento mec-canico o idraulico). I sistemi di guida parallela, ha aggiunto il general manager di Arvatec, consentono di evitare le sovrapposizioni del materiale distribuito nel campo, di ridurre gli sprechi di combustibile e di prodotto, oltre che l’usura delle macchine.B) “Sistemi di controllo delle macchi-ne operatrici”: necessari per il controllo delle concimazioni a dose variabile, dei diserbi a dose variabile e delle semine a dose variabile, ecc.Nel caso della distribuzione di concime con questo sistema per esempio, ha spiegato Landonio, sarà possibile effet-tuare una concimazione basata su delle mappe di prescrizione preparate a priori, oppure gestita in tempo reale in base agli

output di sensori ad infrarossi capaci di rivelare l’efficienza fotosintetica della clo-rofilla delle piante; in base a queste infor-mazioni, il sistema è in grado per esempio di calcolare il fabbisogno di azoto della pianta e “ordinare” alla macchina opera-trice la quantità di liquame/concime/dige-stato più giusta da distribuire. Allo stesso modo questo può avvenire per la dose di seme distribuita dalle macchine semina-trici (Figura 3) e per la dose di diserbante distribuita dalle diserbatrici (Figura 4). Questo tipo di tecnologia, ha aggiunto il general manager di Arvatec, permette di gestire la diversa densità del prodotto di-stribuito in modo semplice e automatico in base alle caratteristiche e alle neces-sità del terreno e della coltura, anche in tempo reale.C) “Sistemi di mappatura delle produ-zioni” (Figura 5): consistono in sensori installati sulle mietitrebbie (es. sensori di produzione, sensori di umidità, ecc…) associati a monitor e sistema di posizio-namento gps. Questi sistemi permetto-no all’agricoltore di individuare in modo semplice le zone più produttive e quelle meno produttive; le mappe così “costrui-te” vengono poi utilizzate per la creazione delle mappe di prescrizione (es. mappe di distribuzione del concime/digestato/liquame).

Il Psr e la gestione dei reflui Le problematiche sempre più attuali che il settore agricolo sta affrontando, e di cui abbiamo già parlato all’inizio di questo articolo, hanno richiamato l’attenzione anche da parte dell’Ue che è intervenuta a sostegno del settore con specifici pro-grammi di aiuto, con lo scopo di favori-re un reale cambiamento delle pratiche

colturali e delle tecnologie adottate dalle aziende agricole. L’Ue, ha spiegato Lan-donio, promuove così iniziative e premi per gli imprenditori che si impegnano in questa nuova direzione.“Per rimanere competitive, le imprese agricole devono effettuare investimenti talvolta anche importanti economica-mente, al fine di ammodernare e miglio-rare strutture e mezzi operativi. L’incre-mento della redditività e la riduzione dei costi passano attraverso l’introduzione di soluzioni innovative, tecnologiche e gestionali, sostenibili dal punto di vista ambientale e necessarie a garantire la vitalità dell’impresa agricola”. Queste le parole del nuovo PSR (Piano di svilup-po rurale) della Regione Lombardia che hanno spinto la commissione europea a mettere in dotazione degli imprendito-ri che investiranno le proprie risorse in strumenti e opere finalizzate a migliorare la redditività, la competitività e la sosteni-bilità delle aziende agricole ben 60 milioni di euro, così come previsto dall’Operazio-ne 4.1.01, Misura 4 “Investimenti per im-mobilizzazioni materiali” del Psr.Il testo del documento regionale relativo a tale misura afferma che “il sostegno agli investimenti produttivi delle aziende agri-cole è importante e strategico per incen-tivare l’introduzione e lo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche e gestionali, lo svi-

Uno dei punti di forza di Arvatec, ha sot-tolineato Landonio durante la tavola ro-tonda, è la consulenza offerta ai clienti: oltre ad essere un’azienda commercia-le infatti, Arvatec è in grado di indirizza-re l’agricoltore, tra le tante tecnologie applicabili, verso la soluzione migliore per la propria azienda. Dopo un’accurata analisi della realtà aziendale, agricola o agro-meccanica che sia, delle problematiche che si vo-gliono risolvere e degli obiettivi che il cliente vuole raggiungere sia nel medio che nel lungo termine, gli agronomi di Arvatec sono in grado di proporre la so-luzione più adatta. (m.m.)

Fondamentale offrire consulenza ai clienti

Intervento PuntiAcquisto di macchine e/o attrezzature innovative di cui all’Allegato 1 13Acquisto di macchine ed attrezzature che favoriscono la riduzione delle quantità di fertilizzanti e/o prodotti fitosanitari 5

Introduzione di sistemi di guida assistita….con succeessiva registrazione delle operazioni colturali (aratura, erpicatura, semina, fertilizzazione, effluenti, fitofarmaci, raccolta, minima lavorazione)

3

Punteggio attribuibile in relazione all’attuazione di alcuni interventi previsti dall’operazione 4.1.01 del PSR. (Landonio, 2015)

Tab. 1 - Psr 2014-2020 lombardia, misura 4 - sottomisura 4.1 - Operazione 4.1.01; Disposizioni attuative

Page 16: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico

SPECIALE GESTIONE REFLUI

XVI INFORMATORE ZOOTECNICO n. 21-2015 18 dicembre

luppo di nuovi processi e prodotti in una ottica di sostenibilità ambientale”.

I finanziamenti previstiLandonio ha poi approfondito la questio-ne dei finanziamenti previsti dall’opera-zione 4.1.01 (Misura 4 del Psr Lombardia).L’operazione 4.1.01, “Incentivi per inve-stimenti finalizzati a migliorare la redditi-vità, la competitività e la sostenibilità delle aziende agricole” (relativa alla Sottomi-sura 4.1 “Investimenti per il miglioramen-to delle prestazioni e della sostenibilità delle aziende agricole”), è proprio quella che coinvolge le aziende come Arvatec, ha affermato Landonio; tra gli interventi ammissibili (Tabella 1) da tale operazione infatti figura anche l’acquisto di macchine e/o attrezzature innovative (ricomprese nell’allegato 1 della delibera) che favo-riscono: l’aumento della produttività, la razionalizzazione e la riduzione dei costi, la riduzione del consumo energetico, la produzione di energia da fonti rinnovabili, il miglioramento dell’efficienza e/o la ridu-zione delle quantità nell’uso di fertilizzanti e/o prodotti fitosanitari. Tra queste, ha aggiunto il general mana-ger di Arvatec, troviamo:A. Nuove macchine ed attrezzature per la gestione degli effluenti: - Sistemi per il dosaggio a rateo variabile: - Vrt comprensivo dei costi di: - Mappatura delle produzioni- Analisi del terreno- Gestione, analisi ed interpretazione dei dati

- Distribuzione con sistemi a ridotta emis-sione (interramento) con dosatura e regi-strazione delle quantità distribuite- …..- Trattori dotati di sistemi di guida avanzati assistita o automatizzata con registrazio-ne dati e gestione con software applica-tivi integrati. Macchine operatrici «con GPS» che permettano di gestire tramite interramento a rateo variabile laddove maggiormente necessario sulla base di mappe di prescrizione.- Regolazione in modo automatico - Gps con precisione submetrica- Macchine preferibilmente con pompa volumetricaB. Macchine per la distribuzione localizza-ta a rateo variabile di fertilizzanti comple-te di sensori ad infrarossi per il rilievo del fabbisogno delle colture” (Allegato 1. Psr 2014-2020).

Il sistema IsobusTuttavia, per poter applicare le tecnologie a dosaggio variabili proposte dall’agricol-tura di precisione, e quindi da Arvatec, è necessario “adeguare le macchine a di-sposizione dell’azienda con strumenti e sistemi che permettano di leggere, ela-borare e applicare la prescrizione della dose, agendo direttamente sugli attuatori ovvero le macchine operatrici, esercitan-done quindi il controllo” (www.agripreci-sione.it). Per tali motivi, recentemente è stato cre-ato il sistema Isobus, che comporta un si-gnificativo cambiamento degli strumenti

a disposizione dell’agricoltore per lo svol-gimento del proprio lavoro. Il “protocollo di comunicazione Isobus”, ha spiegato Landonio, è infatti un sistema che permette a macchine diverse (per marca, tipologia, ecc…) di comunicare tra di loro; le tecnologie Isobus standardiz-zano così il comando e il controllo di at-trezzi anche se provenienti da costruttori diversi. In cabina, per la gestione di tutti gli at-trezzi collegati al trattore, è sufficiente un singolo dispositivo di comando (Vir-tual Terminal), che può rimanere sempre lo stesso indipendentemente dal tipo e dal produttore dell’attrezzo da gestire e che “integrandosi profondamente con i macchinari con cui “dialoga” può gestire chiusure automatiche delle sezioni in seminatrici e barre da diserbo e distri-buzioni a dosaggio variabile in span-diconcime e botti spargiliquami” (www.arvatec.it). Inoltre, la connessione della rete di con-trollo di un attrezzo con quella del trattore o di un altro attrezzo, ha aggiunto Lando-nio, avviene tramite connettori standard. In questo modo sarà sufficiente “un solo monitor che posto a bordo trattore sarà in grado di governare tutti gli attrezzi Iso-bus compatibili e gestire mappe a rateo variabile, inviando in maniera automatica all’attuatore le indicazioni di cambio di dose quando l’attrezzatura si sposta da una area ad una altra con differente pre-scrizione” (www.agriprecisione.it). (m.m.) l

Figura 5 – Sistema di mappatura delle produzioni Arvatec (S. Landonio, Cremona 2015).

Page 17: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico
Page 18: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico

SPECIALE GESTIONE REFLUI

XVIII INFORMATORE ZOOTECNICO n. 21-2015 18 dicembre

Questa nuova tecnica di lavorazione del terreno, ha detto a Cremona Paolo Cera, marketing manager di Kuhn Italia, può consentire

di valorizzare al meglio i reflui zootecnici. E l’interramento permette di ridurre le emissioni fino all’80%

Kuhn ItaliaBene l’interramento dei liquami Meglio ricorrendo allo strip till

Guardiamo la situazione illustra-ta dalle prime tre foto di questo articolo: si vede in azione una macchina, lo Striger, che sta

eseguendo una operazione di lavorazione del terreno abbastanza nuova qui in Ita-lia, lo “strip till” (diremo più avanti di cosa si tratta). In tutte e quattro le foto sono in evidenza la botte dei liquami, il rotore che distribuisce i liquami ai vari tubi di scarico, gli stessi tubi che raggiungono il livello del suolo per l’interramento degli stessi liqua-mi.

Questa macchina sta interrando i reflui zootecnici, ottenendo il triplice scopo di valorizzarli come risorsa utile, di far rispar-miare sui concimi, di ridurre le emissioni.E’ il messaggio centrale della relazione ef-fettuata all’incontro di Cremona da Paolo Cera, marketing manager di Kuhn Italia: l’agricoltore che adotta lo strip till può va-lorizzare al meglio i reflui zootecnici, usan-doli come fertilizzanti delle proprie colti-vazioni. E con il loro interramento riesce a ridurre le emissioni fino all’80%.Il liquame e i residui di fermentazione, ha

spiegato a Cremona il manager Kuhn, “sono materiali di valore oggi quanto mai da considerare come vera e propria pos-sibilità di apporto di nutrienti al terreno e non come scarti da smaltire. Ora, uno spandimento preciso di queste sostanze applicato alla tecnica dello Strip Till ga-rantisce un innovativo ed efficace siste-ma per la gestione e l’interramento dei reflui”.Attraverso l’attacco a tre punti oggi dispo-nibile nei carri botte, ha continuato Cera, le macchine da Strip Till come lo Striger di Kuhn possono essere facilmente ac-coppiate al carro stesso e, grazie ad uno specifico kit di accessori, predisposto per la distribuzione interrata del refluo. Il liquame entra dall’alto nel distributore e, mediante il rotore, viene ripartito in modo uniforme nei tubi di scarico (figura A). I materiali fibrosi e i corpi estranei vengono accuratamente frantumati dalle lame del

Foto 1 - Da un’azienda agricola del Nord est italiano: una macchina, lo Striger, mentre sta eseguendo lo “strip till”.

Foto 2 - Ancora l’operazione di strip till. In evidenza la botte dei liquami, il rotore che distribuisce i liquami ai vari tubi di scarico, gli stessi tubi che raggiungono il livello del suolo per l’interramento dei liquami.

Page 19: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico

SPECIALE GESTIONE REFLUI

XIXINFORMATORE ZOOTECNICOn. 21-2015 18 dicembre

dosatore e convogliati attraverso dei tubi di interramento direttamente sulla linea di lavorazione andando così a valorizzare il contenuto principalmente azotato nel terreno.Insomma, gli stessi liquami si trasformano da semplice refluo zootecnico a risorsa per la concimazione. Per ogni metro cubo di refluo, ha spiegato Cera, il terreno può così ricevere 2,4 kg di N. Questo significa che interrando 60 mc di refluo per ettaro , il terreno agricolo può arricchirsi di ben 144 kg/ha di N.Durante l’esecuzione dello strip till con interramento dei liquami, la Kuhn propone agli agricoltori anche di farsi guidare dalla tecnologia Gps. E per diversi Piani di svi-

luppo rurale, come quello della Lombardia, è obbligatorio l’utilizzo del Gps quando si pensa di acquistare “nuove macchine e attrezzature per la gestione di effluenti di allevamento”.Non mancano in Italia gli agricoltori che sono ben convinti delle opportunità aperte dallo strip till con interramento dei liquami. Tra questi Cera ha citato Mirco Zecchini, di Pordenone, che nei suoi ter-reni adotta questa tecnica (vedi foto 5 e 6) e che dichiara: “Lo strip till ci consente di distribuire il digestato all’interno della striscia lavorata, applicando l’attrezzo la-vorante dietro il carro botte con un note-vole risparmio di concime e di energia. Ri-spetto ai cantieri presenti oggi nel nostro

paese, questo sistema ha il vantaggio di avere un peso molto ridotto e un costo sostenibile. Lo Striger pesa 20 q.li ed è sufficiente un trattore da 200 HP”.

Figura A - Il liquame entra dall’alto nel distributore e, mediante il rotore, viene ripartito in modo uniforme nei tubi di scarico.

Foto 3 - Da un’azienda agricola tedesca: un altro cantiere per strip till con interramento dei liquami.

Foto 5 e 6 - Dall’azienda di Mirco Zecchini (Pordenone): l’applicazione dello strip till con interramento dei liquami.

Foto 4 - L’agricoltore friulano Mirco Zecchini.

>>>

Page 20: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico

SPECIALE GESTIONE REFLUI

XX INFORMATORE ZOOTECNICO n. 21-2015 18 dicembre

Ovviamente a Cremona Paolo Cera è par-tito dall’Abc, ricordando in premessa in che cosa consista la tecnica dello strip till.

Cos’è lo strip tillSi tratta, ha detto, di una tecnica importata dagli Usa ora ben introdotta anche in Ita-lia. Da circa 20 anni e per motivi ambientali (erosione - conservazione dell’acqua) gli agricoltori del Corn Belt Usa la utilizzano. Lo strip till si definisce in quattro punti: - lavorazione del terreno in modo verticale; - pulizia della linea;

- concimazione (inorganica oppure orga-nica con interramento dei reflui zootecni-ci); - preparazione del letto di semina. Lo strip till consiste dunque nel lavorare unicamente la linea di semina conservan-do una copertura di residui nell’interfila non lavorata (foto 7).Sono cinque poi gli obiettivi le situazioni che, nell’illustrazione di Cera, definiscono il concetto di strip till:- Riscaldare la linea di semina per una ra-pida crescita delle piante.

- Conservare l’umidità contenuta tra le file, conservare dei canali di infiltrazione delle piogge tra le file.- Dissodare senza creare una suola di pro-fondità (dove la profondità può essere sui 25 cm). - Conservare il materiale organico in su-perficie, limitare la germinazione di avven-tizie nell’interfila. Economizzare tempo e carburante. - La semina verrà eseguita con seminatri-ce pneumatica di precisione.

Una sequenza di utensiliNon si tratta dunque di una macchina agricola, ha continuato il manager Kuhn, “ma di un’idea”. Un’idea che prevede (vedi figura B) il lavoro di un disco di apertura, poi di un cacciadetriti a ruote stellari, poi di un assolcatore per concime, poi di dischi ondulati, poi di una ruota di chiusura. Più in dettaglio, ecco una sequenza di utensili utilizzabili.A) Disco di pretaglio. Per tagliare i detriti vegetali, per far strada al lavoro del den-te; è di 250 kg di pressione sul disco: se il disco è ondulato può prelavorare la linea quando la coltura precedente aveva le ra-dici fascicolate.B) Spargiresidui. Preserva la linea di semi-na dai residui colturali Può essere rego-labile in altezza mediante una vite senza fine. Regolabile anche la sua aggressività secondo il volume dei residui colturali. Lo

Figura B - Da destra verso sinistra, la sequenza di utensili prevista in teoria, e per grandi linee, dall’idea di strip till: prima c’è il lavoro di un disco di apertura, poi di un cacciadetriti a ruote stellari, poi di un assolcatore per concime, poi di dischi ondulati, poi di una ruota di chiusura.

Foto 7 - Lo strip till lavora soltanto la linea di semina conservando una copertura di residui nell’interfila non lavorata.

Foto 8 - Posizionato dietro l’àncora c’è il tubo per l’interramento dei reflui, dal diametro di 50 mm.

Page 21: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico

SPECIALE GESTIONE REFLUI

XXIINFORMATORE ZOOTECNICOn. 21-2015 18 dicembre

spargi residui può essere escluso per i la-vori con pochi residui. Può essere flottan-te per potersi sollevare in caso di ostacoli e lavorare sempre alla stessa profondità. C) Dente. Porta in superficie una quantità sufficiente di terra fine. Non crea suola di lavorazione.E) Àncora regolabile in profondità. Regola-bile da 0 a 30 cm senza utensili. Permette in autunno di scegliere un lavoro profondo per i terreni più pesanti (il gelo e il freddo

Foto 10 - Strip till con interramento dei reflui: l’ampiezza della distribuzione può arrivare a 10 cm grazie alla grande apertura del tubo di interramento sulla parte finale.

Semente di Mais

Fertilizzazioneeffettuata conSTRIGER

20 cm

10 cm

0 cm

Opzionale Fertilizzazione con la seminatrice Monogerme

penetreranno più facilmente nelle fes-sure); in primavera di scegliere un lavoro profondo nei terreni sabbiosi e un lavoro in superficie nei terreni più pesanti.F) Tubo interramento reflui. Posizionato dietro l’àncora c’è il tubo per l’interramen-to dei reflui (foto 8), dal diametro di 50 mm. Sui lati è di acciaio anti usura. Contribu-isce al lavoro in profondità. Permette di distribuire fino a 40-60 mc per ettaro. Ga-rantisce la possibilità di usare tanto reflui

zootecnici quanto digestato. Nelle foto 9 e 10 qualche informazione in più sulla pro-fondità di lavorazione e sull’ampiezza della distribuzione.G) Dischi deflettori. Preservano il flusso di terra sulla linea di semina. Sgretolano il terreno.H) Ruota copriseme. Dentellata in ferro, compatta la linea di semina in profondità per evitare formazione di cavità. Nella foto 11 dettagli sul lavoro di semina e di fertilizzazione.Un agricoltore convinto dell’utilità dello strip till è il lodigiano Giuseppe Elias. A Cremona il Paolo Cera ha riportato così la sua opinione: «Il primo e più importante vantaggio è quello di riscaldare il terreno. La parte di terreno lavorata, non avendo residui in superficie, viene meglio esposta al sole e si scalda con più facilità; la pianta di mais così parte molto più velocemente. Per questo lo strip till e è un sistema ideale nella pianura padana, dove la semina di-retta incontra ostacoli proprio a causa dei terreni freddi. Inoltre, lo strip till favorisce la percolazione dell’acqua e permette un in-terramento localizzato dei concimi. Infine, rispetto alla minima lavorazione eseguita su tutta la superficie, lo strip till opera solo sul 60% della superficie e quindi fa rispar-miare gasolio e ore di lavoro». …….Per maggiori informazioni si può consul-tare il sito internet www.kuhn.it. l

Foto 9 - Strip till con interramento dei reflui: la profondità di lavorazione.

Foto 11 - Strip till con interramento dei reflui: dettagli sul lavoro di semina e di fertilizzazione.

Page 22: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico

SPECIALE GESTIONE REFLUI

XXII INFORMATORE ZOOTECNICO n. 21-2015 18 dicembre

Così l’azienda bresciana Ptm piega l’elettronica alle esigenze dell’allevatore, in materia di gestione liquami. Dall’intervento

effettuato a Cremona dal tecnico Andrea Gaggi

Ptm Npk2, uno strumento per valorizzare i reflui

Il sistema agricolo lombardo è particolarmente orientato alla zoo-tecnica; a dimostrarlo è il forte peso che questo settore ha a livello nazio-

nale: in Lombardia si allevano circa la metà dei suini e circa un terzo dei bovini italiani, con una produzione di latte pari al 40% di quella nazionale. Inoltre, tale sistema agri-colo presenta delle caratteristiche pecu-liari che lo rendono unico in eccellenza delle produzioni e livello tecnologico delle

imprese agricole. Tuttavia, l’attuale modello di allevamento intensivo che coinvolge la maggior parte delle aziende lombarde, e italiane in ge-nerale, pone gli allevatori e gli agricoltori di fronte al grosso problema dell’inquina-mento ambientale: i reflui prodotti dalle aziende sono in costante aumento, e di conseguenza la loro gestione è sempre più critica.A occuparsi di questa importante tema-

(Gaggi, 2015)

Da oltre 35 anni la ditta Ptm, con sede a Visano (Bs), si occupa di pesatura elettronica, di dosaggio automatico e di automazione elettronica, operando nei settori dell’agricoltura, della zootecnia, dell’industria e dell’ecologia. Secondo quanto detto da Gaggi du-rante la tavola rotonda della Fiera di Cremona, “Reflui zootecnici, come va-lorizzarli”, Ptm è presente sui principali mercati europei, sud e nord americani e recentemente anche su quello medio orientale. «Tutti gli articoli sono proget-tati, sviluppati e realizzati all’interno dell’azienda attraverso l’ufficio tecnico, il laboratorio per le celle di carico e il laboratorio elettronico, questo permette di avere sotto controllo l’intero ciclo di lavorazione dei prodotti. Monitorando tutti i processi – ha aggiunto Gaggi - ri-usciamo inoltre a eseguire tutti i test e le verifiche necessarie al fine di offrire un prodotto dalle elevate caratteristi-che tecnico-qualitative, programmabile a 360° e quindi in grado di rispondere al meglio alle esigenze del cliente, sicuro e affidabile nel tempo. Per quanto ri-guarda la zootecnia – ha concluso Gag-gi - Ptm produce centraline, dispositivi di controllo a distanza, nonché software per quella che è la gestione della nu-trizione all’interno degli allevamenti». (m.m.)

L’azienda Ptm? Presente sui principali mercati mondiali

Alcuni degli strumenti Ptm per il precision feeding.

Page 23: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico

SPECIALE GESTIONE REFLUI

XXIIIINFORMATORE ZOOTECNICOn. 21-2015 18 dicembre

tica, che sempre più sta richiamando l’attenzione, sono stati alcuni esperti del settore che, in occasione della tavola ro-tonda “Reflui zootecnici, come valorizzarli” organizzata dalla redazione dell’Informa-tore Zootecnico il 29 ottobre a Cremona nell’ambito della settantesima edizione della “Fiera internazionale del bovino da latte”, hanno proposto nuove soluzioni con lo scopo di valorizzare i reflui zootec-

nici e ridurre l’inquinamento ambientale che ne deriva.

L’importanza di una precisa caratterizzazione degli elementi fertilizzantiQui Andrea Gaggi, tecnico commerciale della ditta Ptm – azienda bresciana pro-duttrice di sistemi elettronici applicati all’a-gricoltura e alla zootecnia – ha inizialmen-

Il dispositivo NPK2.

(Gaggi, 2015)

Software Fertidata.

Importazione/esportazione dati a pc. (Gaggi, 2015)

te ricordato che gli effluenti zootecnici devono essere considerati prima di tutto come una risorsa fertilizzante, una fonte di elementi nutritivi, quali azoto, fosforo e po-tassio; «si tratta di elementi economica-mente rilevanti – ha aggiunto Gaggi – che possono essere efficacemente utilizzati in ambito agronomico».Tuttavia, ha continuato il tecnico commer-ciale della Ptm, non sempre l’utilizzo degli

Differenti tipologie di applicazione del dispositivo NPK2.

A sinistra: la sonda è collegata direttamente al carro-botte. A destra: la sonda è posta dentro contenitori di diverse misure contenenti liquame. (Gaggi, 2015)

Page 24: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico

SPECIALE GESTIONE REFLUI

XXIV INFORMATORE ZOOTECNICO n. 21-2015 18 dicembre

Differenti tipologie di alimentazione del dispositivo.

Le possibilità di alimentazione del dispositivo sono due :alimentazione fornita da cavo collegato direttamente al trattore, alimentazione fornita da batteria ricaricabile (in dotazione del dispositivo). (Gaggi, 2015)

effluenti di allevamento da parte degli agri-coltori risulta efficiente; uno dei principali fattori di limitazione all’utilizzo efficiente dei liquami in agricoltura è rappresentato dall’elevata variabilità del contenuto in ele-menti fertilizzanti dei reflui. Da qui, ha sottolineato Gaggi, nasce l’esi-genza di caratterizzare in modo preciso gli elementi fertilizzanti contenuti nell’effluen-te; stimare il contenuto in nutrienti (in par-ticolare azoto) degli effluenti prima della distribuzione in campagna infatti consen-tirebbe agli agricoltori di utilizzare i liquami in modo più produttivo. La modalità di analisi, che deve garantire

una corretta stima della composizione ana-litica del refluo, diventa pertanto di fonda-mentale importanza. Inoltre, valutando che il ricorso ad analisi di laboratorio per deter-minare il contenuto in nutrienti al momento della distribuzione è un sistema che risulta costoso, poco pratico nel campionamen-to e lento nel fornire i risultati, ha precisato Gaggi, si rende necessario l’impiego di uno strumento innovativo, efficace e intuitivo, uno strumento cosiddetto “da campo”.

Lo strumento NPK2Per venire incontro alle moderne esigen-ze degli agricoltori/allevatori, la ditta Ptm

ha così sviluppato un nuovo dispositivo, l’NPK2, in grado di misurare il contenuto di elementi fertilizzanti (azoto, fosforo e potassio) nei liquami zootecnici in maniera istantanea, in modo tale da riuscire a sti-mare il potere fertilizzante degli effluenti d’allevamento in modo rapido e semplice. Questo metodo, ha spiegato Gaggi, ga-rantisce una valorizzazione e una più effi-ciente utilizzazione delle proprietà e capa-cità fertilizzanti dei reflui zootecnici.In particolare, questa tipologia di strumen-to, ha proseguito il tecnico commerciale della Ptm, consente di - gestire fino a 20 tipi di liquame;

Page 25: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico

SPECIALE GESTIONE REFLUI

XXVINFORMATORE ZOOTECNICOn. 21-2015 18 dicembre

Sei possibili output di NPK2: a) liquame; b) valore istantaneo; c) valore mediato; d) valori memorizzati; e) calibrazione esistente; f) calibrazione allevamento.

(Gaggi, 2015)

A

D

B

E

C

F

- registrare fino a 20 clienti; - memorizzare le ultime 100 analisi che sono state effettuate; - affinare la calibrazione in base al tipo di liquame e quindi in base al tipo di alleva-mento; - importare/esportare dati a pc tramite il software “FertiData”.

NPK2, quali vantaggi Il vantaggio principale, ha spiegato il tec-nico commerciale della Ptm, è proprio quello di ottenere un risultato immediato riguardo le caratteristiche chimiche del li-quame che si vuole distribuire sul terreno.Nello specifico, ha spiegato Gaggi, NPK2 permette di eseguire due tipologie diffe-renti di analisi:- istantanea, che consiste nel rilevare in modo immediato i valori dei nutrienti all’in-terno del liquame preso in esame median-te una sonda collegata allo strumento;

- mediata, che consiste nell’impostare un tempo di analisi (es. 20-30 secondi) durante il quale verranno effettuate più rilevazioni al fine di ottenere un risultato mediato. Considerando per esempio che la concentrazione dei nutrienti del liquame stoccato in vasche o in carri-botte è molto disomogenea, ha precisato Gaggi, il valore ottenuto da questo tipo di analisi è certa-mente più affidabile.Inoltre, lo strumento consente di pre-set-tare 7-8 curve corrispondenti ai liquami più utilizzati, ma, come anticipato prece-dentemente, è possibile configurare an-che nuove curve registrando fino a 20 tipi di liquami (20 clienti diversi). Infine, ha continuato il tecnico della Ptm, «sarà possibile importare su pc tutte le acquisizioni effettuate tramite il software “FertiData” (fornito con il kit dello strumen-to). Questo permette di creare un data-base utile per confrontare le successive

acquisizioni e per affinare in modo molto più semplice e veloce le nuove curve dei liquami registrati». Rispetto alle analisi di laboratorio, ha inol-tre aggiunto Gaggi, il dispositivo NPK2 permette un’analisi pratica, rapida, effica-ce e anche meno dispendiosa in termini economici.L’NPK2, ha concluso il tecnico commer-ciale della Ptm, «è uno strumento di sup-porto alla pianificazione della gestione dei fertilizzanti che permette di ottenere un si-gnificativo risparmio in termini di costi rela-tivi all’acquisto di fertilizzanti chimici e che garantisce il rispetto delle normative am-bientali. Per quanto riguarda i dettami del Psr della Lombardia per esempio l’NPK2 può aiutare ad acquisire un punteggio su-periore nel momento in cui l’imprenditore effettua l’acquisto di nuovi macchinari (vedi Psr 2014-2020 regione Lombardia – Misura 4)». (m.m.) l

Page 26: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico
Page 27: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico

SPECIALE GESTIONE REFLUI

XXVIIINFORMATORE ZOOTECNICOn. 21-2015 18 dicembre

Le soluzioni tecniche e tecnologiche della ditta cremonese per aiutare l’allevatore a raggiungere questi due obiettivi. Dall’intervento di Stefano

Degli Esposti, tecnico Rota, alla tavola rotonda di Cremona

Rota Guido Per ridurre il volume dei refluie il loro contenuto in azoto

Alla tavola rotonda di Cremo-na, Stefano Degli Esposti - responsabile export dell’a-zienda Rota Guido (azienda

cremonese leader nella progettazione e realizzazione di impianti e tecnologie per la zootecnia) - ha sottolineato che la valo-rizzazione dei reflui deve cominciare all’in-terno della stalla, a partire dalla raccolta fino alla distribuzione sul terreno. In particolare, ha precisato il tecnico di

Rota Guido, per gestire i liquami in modo corretto, e quindi valorizzarli, è necessario seguire i seguenti passaggi:- rimozione dal capannone (più volte al giorno 4/6);- canalizzazione verso punti di raccolta (pre-vasche);- centralizzazione della raccolta (pre-trat-tamento); - trattamenti pre-stoccaggio (aerobici e/o anaerobici);

- stoccaggio per brevi o lunghi periodi (min. 180 giorni);- corretto uso agronomico (sviluppo). Senza dimenticare inoltre l’importanza del dimensionamento, ha aggiunto Degli Esposti: ogni animale espelle infatti circa il 10% del proprio peso sotto forma di de-iezioni, questo significa che in un’azienda di mille vacche da latte (2.400 capi in to-tale) si producono in media 100 m3/g di deiezioni.Infine, è importante ricordare che una ge-stione non corretta dei liquami all’interno della stalla può danneggiare il normale processo di mungitura: pulire gli animali con mammelle sporche (Figura 1), ha pre-cisato il responsabile export Rota Guido, comporta un inutile dispendio di tempo e aumenta il rischio sia di infezione (cari-ca batterica elevata, mastiti, ecc…), sia di peggioramento della qualità del latte.

Rimozione dei reflui dalle stalleL’attività di raccolta degli effluenti zo-otecnici, ha sottolineato Degli Esposti, deve pertanto essere il più efficiente e produttiva possibile. La scelta del si-stema di rimozione delle deiezioni dalla stalla dev’essere effettuata con estrema attenzione dall’allevatore, in quanto influi-sce in maniera significativa sulla gestione dell’allevamento e sulle modalità di utiliz-zazione agronomica dei reflui. Tra i più comuni sistemi di rimozione dei liquami troviamo: - ruspette a catena;- ruspette a cavo;- ruspette oleodinamiche ad asta rigida;- sistemi di lavaggio della superficie;- soluzioni per pavimento grigliato con o senza sistema di ricircolo sottostante.

- Una scarsa gestione dei liquami può danneggiare il normale processo di mungitura

- Pulire gli animali con mammelle sporche comporta un inutile dispendio di tempo e aumenta il rischio sia di infezione sia di peggioramento della qualità del latte

Figura 1 – La gestione dei liquami all’interno della stalla influenza il grado di pulizia delle mammelle.

(Degli Esposti, Cremona 2015) >>>

Page 28: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico

SPECIALE GESTIONE REFLUI

XXVIII INFORMATORE ZOOTECNICO n. 21-2015 18 dicembre

Il sistema che Rota Guida predilige, ha specificato Degli Esposti, è quello delle ruspette oleodinamiche ad asta rigida (Fi-gura 2): con più di 20.000 sistemi attivi in tutto il mondo, esse rappresentano la più importante attrezzatura prodotta da Rota Guido per la raccolta dei liquami. Sono si-stemi molto efficienti, affidabili e potenti, ha proseguito Degli Esposti, che posso-no anche essere usati su una corsia lun-ga fino a 200 metri e larga fino a 15 metri. Inoltre, l’utilizzo di olio idraulico adatto alle basse temperature ne permette l’impiego anche in zone climatiche estreme, molto calde (+50°C) e molto fredde (-40°C).Un altro sistema di rimozione del refluo comunemente utilizzato è il Flushing, ovvero il lavaggio delle corsie: le corsie vengo pulite utilizzando la frazione liquida del refluo, dopo che questo ha subito un processo di separazione meccanico (de-scritto in seguito). Il liquame, immagazzi-nato in torri piezometriche e/o in vasche, viene trasportato o pompato sulle corsie di riposo o alimentazione dove un piano scorrevole rimuove le deiezioni. Questo sistema è particolarmente adat-to per la pulizia delle sale di attesa alla mungitura e per i corridoi di movimenta-zione. Il Flushing tuttavia, ha sottolineato il tecnico di Rota Guido, può comportare qualche svantaggio, come una maggiore

diffusione dei patogeni e uno spraying del liquame sulle mammelle.

Canalizzazione dei reflui verso i punti di raccoltaSuccessivamente alla loro rimozione dalla stalla, ha proseguito il responsabile export Rota, le deiezioni animali debbono essere indirizzate ai punti di centralizza-zione e raccolta (vasche di raccolta o di pre-raccolta) da cui vengono convogliate ai successivi trattamenti.I metodi principalmente usati sono due: - nastro meccanico alternato di testata;- ricircolo.Il primo convoglia all’interno di una cana-letta di 70 cm le deiezioni in uscita dalla stalla verso la vasca di raccolta; si com-pone di un’asta rigida con pioli e palette in acciaio azionata da un gruppo oleodi-namico. Il secondo invece prevede un sistema di canalizzazione, posto anche su diversi li-velli (a seconda della morfologia del suo-lo), connesso a una stazione di raccolta. Il letame in questo caso scorre in modo naturale dalla vasca di pre-raccolta fino alla testa dei canali individuali.

Centralizzazione della raccoltaUna volta che il refluo è stato canalizza-to, è necessario centralizzarlo attraverso

l’impiego di pompe e mixer (Figura 3).La scelta della pompa e della potenza, ha spiegato Degli Esposti, è determinata dalla prevalenza da vincere e dalle mo-dalità di pompaggio adottate. Le pompe possono essere dotate di un sistema di macinazione che, rompendo il materiale fibroso, permette di migliorare il pompag-gio del liquame. La miscelazione, ha continuato il tecnico di Rota Guido, è importante per garantire l’omogeneità della massa; deve essere azionata prima di ogni pompaggio per eliminare la stratificazione formatasi nella vasca di raccolta e frammentare i residui di materiale fibroso. Sfortunatamente però, ha aggiunto Degli Esposti, molti co-struttori e allevatori tendono a sottova-lutare la funzione di questa tecnica nelle fasi iniziali della progettazione, influen-zando in maniera significativa le presta-zioni del sistema.Infine, il funzionamento di questi due si-stemi può essere automatizzato grazie all’impiego di cronometri e sensori di li-vello che si regolano in base alla quantità di letame e alla sua densità. Questa pos-sibilità permette di utilizzare una unità la-vorativa (persona) per 100 animali munti.

Separazione solido-liquidoLa separazione solido-liquida è un pas-

Il gruppo raschiante è costituito da un corpo centrale e da due pale laterali, a ribaltina o a farfalla, agganciate a un’asta di trazione in acciaio rinforzato. Questa, azionata da un cilindro e una centralina oleodinamici, si muove con moto alternato costante e inversione automatica.

Figura 2 – Ruspette oleodinamiche ad asta rigida.

(Degli Esposti, Cremona 2015)

Page 29: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico

SPECIALE GESTIONE REFLUI

XXIXINFORMATORE ZOOTECNICOn. 21-2015 18 dicembre

saggio fondamentale perché in questo modo si possono ridurre i volumi e gli odori. Questa tecnica infatti consiste nell’eliminazione dal letame della compo-nente solida, ottenendo così due fasi: una solida e una completamente liquida. Secondo quanto riportato da Degli Espo-sti durante la tavola rotonda “Reflui zoo-tecnici, come valorizzarli”, i principali si-stemi di separazione solido-liquido sono: - per flottazione / con decanter;- separazione meccanica.La flottazione, ha specificato Degli Espo-sti, è consigliata per letame con bassa concentrazione di materia solida; basata sull’uso di diverse vasche e sulla differen-za di peso specifico tra la frazione liquida e quella solida. Se ne sconsiglia l’uso in presenza di sabbia.Per quanto riguarda la separazione mec-canica invece, questa può configurarsi in:- sistema a rulli Rota 2000 (sistema più utilizzato, che arriva fino al 24 % di secco del solido);- sistemi a coclea o elica.Con il sistema di separazione Rota 2000 (Figura 4), ha spiegato Degli Esposti, “la rimozione dei solidi avviene grazie al tam-buro selezionatore, realizzato in lamiera forata di acciaio inox, che, opportuna-

mente rinforzato, ruota supportato da tre cilindri interni, rivestiti in gomma con battute laterali in teflon. Mentre la parte liquida filtra all’interno del rullo attraver-so i fori del tamburo e si raccoglie nella tramoggia inferiore, dalla quale viene tra-sferita allo stoccaggio, la frazione solida resta sulla superficie esterna del tambu-ro. Due appositi rulli pressori provvedono quindi, con forza regolabile, a spremerla

per ridurne ulteriormente l’umidità ed assicurare l’ottenimento di un prodotto “asciutto”, con elevata percentuale di so-stanza secca. Un’apposita lama in acciaio provvede quindi a staccare dal tamburo la frazione solida addensata che, tramite un convogliatore, può essere indirizzata su un trasportatore, su di un carro o la-sciata cadere direttamente sulla sotto-stante platea di stoccaggio. Il sistema a coclea invece è caratterizzato da elevati consumi e maggiori costi di manutenzio-ne”. Altri dettagli nel sito internet www.rotaguido.it.

Il terzo sistema di separazione solido-liquido: il compostaggioDa quanto riportato da Degli Esposti du-rante la tavola rotonda, il compostaggio rappresenta un sistema di separazione solido-liquido dalle efficientissime ca-pacità. Esso inoltre rappresenta anche un’ottima alternativa per risolvere il pro-blema delle lettiere.Vediamo perché.Il compostaggio, ha spiegato Degli Espo-sti, è un processo biologico controllato di mineralizzazione e di parziale umificazio-ne della sostanza organica che avviene in presenza di ossigeno.Il refluo raccolto che arriva direttamente al separatore/compostatore (separatore con performance molto alte: fino a 35% di secco) subisce inizialmente una se-

- Il funzionamento di questi due sistemi può essere automatizzato, grazie all’impiego di cronometri e sensori di livello, che si regolano in base alla quantità di letame e alla sua densità

- Il loro utilizzo simultaneo costituisce l’unica soluzione per un trasporto del liquame adeguato

38

Figura 3 – Stazione di miscelazione e di pompaggio.

Figura 4 – Separatore Rota 2000.

(Degli Esposti, Cremona 2015)

(Degli Esposti, Cremona 2015)

Page 30: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico

SPECIALE GESTIONE REFLUI

XXX INFORMATORE ZOOTECNICO n. 21-2015 18 dicembre

Cremona, questo sistema consiste in un impianto che ha un doppia funzione, per-ché è un impianto per l’abbattimento dei volumi dei reflui fino al 70 per cento, ma anche per l’abbattimento dell’azoto del digestato del biogas. Più precisamente, il processo FreedoN, ha detto Degli Esposti, si basa principalmen-te su un sistema di separazione e filtrazio-ne e si compone di 5 fasi fondamentali:- separazione meccanica con tipi diffe-renti di separatore;- separazione con decanter / centrifuga con centrifuga ad assi orizzontali;- ultrafiltrazione con set di membrane;- osmosi inversa (primo e secondo pas-saggio);- strippaggio dell’ammoniaca.

parazione solido-liquido: il liquido sarà sottoposto successivamente alla fase di trattamento seguente, mentre il solido, che cade nella camera/tubo di fermenta-zione sottostante, subisce un movimento rotatorio a una velocità di 7-8 giri/minuto; inizia così una fermentazione di tipo ae-robico dalla quale si sviluppa del calore. La durata del processo (24 ore circa) e le temperature che si raggiungono durante il processo (max 70 gradi, mantenuti per 4 ore) (figura 5) permettono di ottenere un prodotto pastorizzato e quindi sanificato.Questo prodotto (compost, figura 6) ha spiegato Degli Esposti, si può utilizzare come lettiera per le vacche. I principali vantaggi sono una riduzione significa-tiva del rischio di mastite, aumento del comfort per le vacche e conseguente estensione della loro vita produttiva; eli-minazione dal compost di semi di piante infestanti. Si tratta di una soluzione di notevole in-teresse pratico soprattutto in quelle aree ove, l’eccessivo carico di deiezioni zoo-tecniche per unità di superficie, induce alla ricerca di soluzioni in grado di fornire un prodotto più facilmente gestibile.

Il processo FreedoN Una volta rimosso, canalizzato, centra-lizzato e pretrattato il refluo, ha spiega-to Degli Esposti, è necessario renderlo “conforme” alle leggi vigenti; per questo

Rota Guido ha pensato a un sistema di ri-duzione del contenuto di azoto e soprat-tutto di riduzione dei volumi dei liquami fino al 70%: il processo FreedoN. Gli obiettivi principali che Rota Guido si è posto sono:- ridurre il contenuto di azoto dei reflui; - separare la fase organica da quella sa-lina;- ridurre il volume dei reflui (trasformando una buona parte di questi in acqua chiara).I sistemi attualmente esistenti, ha spie-gato Degli esposti, non sono particolar-mente efficienti: i sistemi biologici (es. Nitro-Denitro SBR - reattori biologici se-quenziali; Nitro-Denitro MBR -bioreattore a membrane; sistema classico Nitro-De-nitro) messi a punto per le acque reflue urbane per esempio richiedono l’impiego di molta energia e lunghi periodi di trat-tamento e lavorano con bassi contenuti di sostanza solida; i sistemi termici (es. strippaggio di ammoniaca attraverso una reazione termica; evaporazione sot-tovuoto) sono molto costosi, richiedono l’impiego di molta energia e trattano pic-cole parti alla volta; infine il compostaggio richiede l’utilizzo di altro materiale e non risolve il problema del liquido.Proprio per questi motivi l’azienda Rota Guido è voluta andare alla ricerca di una soluzione migliore, mettendo a punto il processo FreedoN. Secondo quanto detto da Degli Esposti a

Perché produrre biogas

La digestione anaerobica, ha spiegato Degli Esposti, può essere considerata come uno dei passaggi del processo di trattamento che ha lo scopo di valorizzare i reflui zootecnici. L’obiettivo principale di questa tecnica è sicuramente la creazione di energia rin-novabile: la materia organica (delle deie-zioni) viene trasformata in ambiente ana-erobico, e da specifici micro-organismi (batteri), in biogas, composto principal-mente da metano e anidride carbonica. Si ha quindi un aumento dei guadagni aziendali a costo zero (partendo dagli scarti si produce biogas), ma i vantaggi che derivano dalla digestione anaerobica dei liquami, ha sottolineato il tecnico di Rota Guido, sono molti di più:- si riducono notevolmente i cattivi odori;- si stabilizza il letame (omogeneità);- si facilitano le operazioni di gestione del letame;- si riduce la fitotossicità;- si riducono gli organismi patogeni;- si ottiene una mineralizzazione degli or-ganici C e N, con conseguente di ridurre notevolmente il Cod (Chemical oxygen demand, domanda chimica di ossigeno) del letame da 84.000 mgO2/l a 25.000 mgO2/l; - si ottiene un buon fertilizzante pronto all’uso. (m.m.)

- Produce il compost in accordo conle più recenti direttive UE, soddisfando il requisite di ingienizzazione: minimo 1 ora alla temperature di 70°C

- Non c’è combustione!

Le temperature vengono raggiunte attreverso la fermentazione aerobica dei soli batteri presenti naturalmente

Figura 5 – Andamento della temperatura in base alla durata del trattamento (length of drum) all’interno di un impianto di compostaggio in funzione.

(Degli Esposti, Cremona 2015)

Page 31: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico

SPECIALE GESTIONE REFLUI

XXXIINFORMATORE ZOOTECNICOn. 21-2015 18 dicembre

Tutti questi passaggi sono fisici, il che si-gnifica che non viene impiegata energia termica e non sono previsti particolari trattamenti chimici (tranne che per l’uso di flocculanti cationici che aumentano l’efficienza di separazione). L’unica energia richiesta è quella elettri-ca, usata per il separatore solido-liquido,

le pompe e le centrifughe. Con il processo FredooN: - il volume del liquame e il contenuto di azoto sono significativamente ridotti;nessun utilizzo di energia termica;- è possibile ottenere un’ampia quantità di acqua: una risorsa preziosa, soprattut-to in climi caldi;

- l’acqua ottenuta diventa potabile dopo un processo semplice ed economico;- si ottiene un’enorme quantità di solfato di ammonio: un’interessante fonte di gua-dagno;- notevole riduzione dei costi di tratta-mento / spandimento del letame e dei liquami. (m.m.) l

Figura 6 – Compost per lettiera.

(Degli Esposti, Cremona 2015)

LE CINQUE FASI DEL PROCESSO FREEDONIl processo FreedoN, messo a punto dalla Rota Guido, è un sistema di riduzione del contenuto di azoto e soprattutto di riduzione dei volumi dei liquami fino al 70%. Si sviluppa in 5 fasi (ipotizzando di cominciare con 100 tonnellate di refluo al giorno):PRIMA FASE: Al termine di questa fase di separazione meccanica, attuata con le tecniche di separazione solido-liquido precedentemente descritte, si ottengono 85 tonnellate di liquido da gestire (fasi successive) e 15 tonnellate di solido palabile, il quale potrà essere impiegato come lettime per gli animali (successivamente alla fase di compostaggio) oppure tal quale come ammendante per il terreno;SECONDA FASE: Le 85 tonnellate di liquame prodotto nella prima fase vengono sottoposte qui a un secondo trattamento di separazione meccanica con centrifuga; durante questa fase è prevista l’aggiunta di un flocculante cationico. In uscita, si hanno circa 75 tonnellate di liquido che passerà alla fase successiva e 10 di solido palabile al 15-18% di sostanza secca. TERZA FASE: durante questa fase avviene un processo

di ultra-filtrazione (uso di set di membrane organiche o di ceramica) del liquido proveniente dalla 2° fase. In uscita si hanno circa 73,5 tonnellate di permeato che passa al trattamento successivo, mentre 1,5 tonnellate di retentato vengono stoccati in laguna;QUARTA FASE: Al termine di questa fase, che consiste in un trattamento di osmosi inversa (due passaggi) si ottiene un permeato con un COD <75% (può arrivare anche a 30), che corrisponde a circa il 50% del volume iniziale del refluo (in questa fase si passa da 73,5 tonnellate a 62,5 tonnellate di liquido); questo sarà scaricato in parte come acqua pulita e in parte riutilizzato nell’azienda per l’irrigazione, il lavaggio o altro. Le 10 tonnellate di retentato rimanenti al termine di questa fase passano alla fase successiva;QUINTA FASE: Durante quest’ultima fase, la frazione liquida rimasta (10 tonnellate di retentato) subisce due trattamenti diversi: basificazione e acidificazione; si ottiene così la precipitazione del solfato di ammonio raccolto in forma liquida concentrata al 30 % (prodotto molto richiesto dall’industria dei fertilizzanti). (m.m.)

Page 32: Speciale Gestione dei reflui - IZ Informatore Zootecnico · INFORMATORE ZOOTECNICO IZ Dall’incontro del 29 ottobre 2015 alla Fiera di Cremona organizzato da Informatore Zootecnico