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EU’GO EU’GO EUROPEAN URBAN EUROPEAN URBAN GARDENS OTESHA GARDENS OTESHA STATO DELL’ARTE STATO DELL’ARTE DEGLI ORTI URBANI DEGLI ORTI URBANI IN EUROPA IN EUROPA Progetto Grundtvig Multilateral Progetto Grundtvig Multilateral

Stato dell'arte degli Orti Urbani In Europa

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Lo stato dell’Arte degli Orti Urbani in Europa è un passaggio fondamentale. La ricerca ha l’obiettivo di delineare e descrivere le molteplici realtà, contesti e possibili partner esistenti a livello Europeo. Il fine è comprendere questa molteplicità per poter costruire metodi educativi e sperimentazioni sociali nell’ambito degli Orti Urbani

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Page 1: Stato dell'arte degli Orti Urbani In Europa

EU’GOEU’GO

EUROPEAN URBAN EUROPEAN URBAN

GARDENS OTESHAGARDENS OTESHA

STATO DELL’ARTE STATO DELL’ARTE

DEGLI ORTI URBANI DEGLI ORTI URBANI

IN EUROPAIN EUROPA

Progetto Grundtvig Multilateral Progetto Grundtvig Multilateral

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Con il supporto del Programma Europeo per

l’apprendimento permanente

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Stato dell’arte Stato dell’arte

degli Orti Urbani degli Orti Urbani

in Europain Europa

Dicembre 2013

Nell’ambito del progetto EU’GO

LLP Grundtvig Multilateral

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Page 7: Stato dell'arte degli Orti Urbani In Europa

Page 7 European Urban Gardens Otesha: Il progetto EU’GO

Un giardino o un orto condiviso possono creare legami sociali attraverso

l’incontro tra persone di tutte le età, di diverse origini culturali e sociali. È

un luogo di scambio e di conversazione, un luogo dove viene trasmessa

conoscenza e dove si creano delle connessioni. Nei giardini e negli orti, i

codici sociali sono neutralizzati: c’è un orto e ci sono gli ortisti.

Nonostante viviamo in un mondo interdipendente, i legami sociali sono sempre più disconnessi. Ciò riguarda in particolare le grandi aree urbane che riscontrano grandi difficoltà come gli alti tassi di disoccupazione, emarginazione, povertà e criminalità. Allo stesso tempo, queste aree possono rappresentare luoghi di innovazione sociale e di crescita economica. Nelle grandi città, anche se i contatti interpersonali sono regolari, non c'è un reale scambio tra i cittadini e le varie persone di diversa origine culturale e sociale.

In queste città molto più che altrove, l’integrazione culturale risulta molto difficile, e porta alcuni dei politici europei a descrivere il “multiculturalismo” come fallimento.

Questa osservazione, a livello europeo, non è nuova, ma richiede nuove risposte.

L’innovazione sembra essere il primo passo. La strategia 2020 mette in evidenza l’innovazione come un fattore per il progresso sociale. Innovare al fine di integrare, associare, educare, essere autonomi, includere, trasformare e riuscire. Queste sono le risposte, e devono essere complementari.

Gli orti comunitari fanno parte di tutto questo. Provengono dal movimento degli orti della classe operaia di quarant’anni fa; alcuni di loro sono divenuti luoghi per incontri, scambi, per l’integrazione del mutuo rispetto,mantenendo allo stesso tempo la loro funzione storica di autosufficienza alimentare.

È in questo contesto che sei organizzazioni europee, presenti in aree urbane, hanno lavorato insieme alla realizzazione di progetto unico e transnazionale, con l’obiettivo di mettere in rete realtà di orti urbani esistenti e condividere tra loro buone pratiche.

L’orto urbano diviene allora un collegamento sociale, uno strumento innovativo per l’educazione allo sviluppo sostenibile, un facilitatore per il dialogo intergenerazionale e interculturale, un generatore di inclusione sociale e supporto per la formazione professionale.

European Urban Garden Otesha (EU’GO) ha lo scopo di creare un approccio pedagogico con

un metodo adattabile. Esso lavorerà sul concetto di “otesha gardens”, l’uso degli spazi verdi ed innovativi per incoraggiare la combinazione tra competenze e conoscenze, condividendo riflessioni attraverso la creazione collettiva, con lo scopo di raggiungere un connessione interculturale ed intergenerazionale.

Lo stato dell’arte degli Orti urbani in Europa è il punto di partenza del progetto. Esso aspira alla scoperta e alla conoscenza di diverse realtà, contesti e partners ed essere cosi in grado di creare metodi di apprendimento e di sperimentazioni sociali in quest’area.

Il progetto EU’GO...

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RINGRAZIAMENTI

I più sentiti ringraziamenti a tutti i soci e simpatizzanti del CEMEA del Mezzogiorno e in parti-

colare:

Andrea Messori, Ilenia Zuccaro, Gabriela David, Dina Drakatou, Cèline Viaud e tutti i colleghi

dell’ufficio internazionale per l’entusiasmo, l’impegno e la passione.

Grazie agli Orti Urbani che hanno reso possibile EU’GO e contribuito con le loro conoscenze e

competenze.

In particolare:

Orti Urbani Garbatella - Luigi di Paola, Sylviane Borghesi, Carmelo Leotta, Antonio Viglietto

Orto didattico Istituto Comprensivo Via dei Sesami - Professoressa Paola Turroni, Adriano del

Bianco, Antonio Oliva, Elisabetta Nucera, Elena Persi, Sara Santori, il Preside e tutti gli alunni

della I C

Terra d’orto - Casa S.Rosa - Claudio Pellegrini, Giovanna Lenzo e le sue ragazze

Orto Urbano Amici della Terra - Maria Antonietta Cossu e Totò

Orto InSnia - Sezgy Uygur

SAP (Silvicultura Agrocultura e Paesaggio) - Franco Paolinelli

Si ringraziano Roma Capitale e la Provincia di Roma per il supporto e per aver creduto nel

progetto: Tiziana Biolghini, Paola Marzi, Massimiliano Massimiliani, Gianluca Peciola

Infine un grazie a tutti colori che direttamente e indirettamente hanno contribuito a far cre-

scere il progetto e le competenze delle persone coinvolte. Se ci siamo dimenticati qualcuno

non ce ne vogliate, avete comunque la nostra più sincera gratitudine.

La versione in lingua italiana di questo documento è stata possibile grazie all’impegno e alla

professionalità di Stefania Francheschini e Alessia Sorace (Università La Sapienza di Roma,

Corso di Laurea in Lingue e culture Orientali). Grazie mille!

EU’GO let’s go!

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Page 9 European Urban Gardens Otesha : Indice

Il progetto EU’GO ……………………………….. page 5

Indice………………………………………….............. page 7

I partner ……………………………....................... page 8

Orti Urbani in Europa…………………........... page 14

Stato dell’arte in Francia ………..................page 16

Stato dell’arte nel Regno Unito ………...... page 24

Stato dell’arte in Spagna ………….............. page 28

Stato dell’arte in Germania…………........... page 38

Stato dell’arte in Italia ……………................. page 47

Conclusioni …………………………………............. page 63

INDICE

Page 10: Stato dell'arte degli Orti Urbani In Europa

Page 10 European Urban Gardens Otesha: I partner

Creata nel 2002, Pistes Solidaires è un’associazione non-profit in accordo con l’associazione

giuridica francese (1901). Gli obiettivi dell’associazione includono lo sviluppo di scambi nelle sfere

sociali, culturali, educative ed economiche che promuovano il rispetto personale, sociale ed

ambientale.

Come associazione che pratica e promuove l’educazione popolare, Pistes Solidaires supporta la

conoscenza, le competenze ed i comportamenti che promuovono la giustizia e l’uguaglianza in una

società interculturale e in un mondo interdipendente. Essa intende incrementare la consapevolezza

pubblica sui problemi globali e dimostrare cosi il potenziale per un cambiamento. In aggiunta, una

delle sfide che si propone è far si che le persone capiscano la connessione tra le loro vite e tutte

quelle del mondo intero.

Questi obiettivi rappresentano le basi di tutte le azioni sviluppate dall’associazione. L’idea è quella

di offrire nuove prospettive per l’economia locale, di essere attivi, nel presente e nel futuro, nella

domanda di un consumo responsabile e di riconoscere lo sviluppo locale come funzione delle

variabili globali.

Pistes Solidaires lavora nel campo della mobilità al fine di permettere alle persone, di ogni età, di incontrarsi, imparare e condividere idee; e di tornare cambiati. Pistes Solidaires è un’associazione che ospita, invia e coordina volontari europei attraverso il programma Gioventù in Azione. Esso coordina la spedizione e la ricezione di circa quindici scambi interculturali in un anno. Sviluppa inoltre la sua collaborazione con lavoratori sociali permettendogli di incorporare una dimensione europea e interculturale nelle loro attività giornaliere.

Nel 2008, l’organizzazione ha lanciato un grande processo di riflessione e d’azione circa il consumo responsabile attraverso il progetto Otesha. Il processo ha permesso all’organizzazione di iniziare forti collaborazioni locali ed internazionali e di approfondire il progetto attraverso gli orti comunitari urbani. L’organizzazione ha, dal 2007, realizzato molti progetti nell’ambito del programma LLP, come il partenariato di apprendimento sull’immigrazione e l’interculturalità, e lavorando, l’anno passato, sul dialogo intergenerazionale negli orti comunitari. L’organizzazione ha supervisionato i tirocinanti “Leonardo” e coordinato la spedizione e l’accoglienza di volontari senior sul tema della gioventù, dell’immigrazione e del consumo responsabile fin dal 2010.

Pistes Solidaires

Sede Sociale : 10 avenue Jean Jaures - 83460 Les arcs sur Argens, France

www.pistes-solidaires.fr

I partner

Pistes Solidaires, Marsiglia, FRANCIA

Page 11: Stato dell'arte degli Orti Urbani In Europa

Page 11 European Urban Gardens Otesha: I partner

Il Réseau des Jardins Solidaires Méditerranéens, « RJSM », è un network che riunisce una varietà di orti e giardini associativi e di organizzazioni collegate, nel sud-est della Francia. Il network opera nella regione chiamata Provence, Alpes, Côte d’Azur, e nel nord della regione Languedoc-Roussillon. RJSM è nata dopo la conferenza nazionale sugli orti e giardini comunitari di Nantes, nel 1999, tenuta da un’associazione chiamata “Les Jardin d’Amelie”. Lo scopo era quello di offrire ai giardini comuni dell’area mediterranea un luogo per combinare e potenziare la propria esperienza, la pratica e la conoscenza. Quando

quest’associazione sparì nel 2006 (per ragioni finanziarie non connesse al network) i differenti giardini ed associazioni appartenenti al network decisero di creare un’associazione non-profit, l’attuale RJSM. Gli obiettivi del RJSM sono:

◊ Rappresentare il network degli orti e giardini comunitari nel Mediterraneo; ◊ Sviluppare scambi e continuare la formazione dei suoi investitori; ◊ Promuovere l’esistenza degli orti e giardini comunitari; ◊ Aiutare nell’elaborazione di progetti di nuovi orti e giardini; ◊ Supportare i giardini e gli orti esistenti.

L’organizzazione RJSM definisce i suoi valori in accordo con la “Charte du jardin dans tous ses états”,

uno statuto adottato dal gruppo di lavoro “Jardin dans tous ses etats”, un gruppo nazionale di organizzazioni regionali per i giardini comuni

La Carta “Jardin dans Tous ses Etats»:

• Rafforzare i rapporti sociali: le condizioni di vita hanno contribuito all’isolamento di determinate

persone,senza vita sociale, mutuo aiuto o dialogo;

• Permettere ai cittadini, senza discriminazioni culturali, etniche o sociali, di andare oltre e arricchire

il loro ambiente quotidiano.

• Stabilire contatti generosi, rispettando la natura e la terra, e agendo in modo responsabile.

• Trovare piacere nel creare,provare, condividere forme nuove di libertà ed autonomia.

Per tutte queste ragioni, ci sembra giusto definire i diritti di tutti, di tutte le età, sul giardino. Ogni

giardino è unico, ma i giardini del nostro network condividono gli stessi valori, basati sul rispetto

dell’essere umano, dell’ambiente e della solidarietà. Sono fioriti circa 100 giardini e orti sulle coste del

Mediterraneo del sud della Francia, di cui 35 sono attualmente membri attivi dell’organizzazione nel

2011.

Per questi scopi, il RJSM organizza varie attività: Formazione non formale: “incontri-scambio”, tour di

giardini e orti, viaggi di formazione. I partecipanti si scambiano conoscenze, in un’atmosfera

amichevole e contribuiscono allo sviluppo dell’orto. Sessione di formazione formale: 2 o 3 giorni,

accessibile se facenti parte della formazione continua professionale e se volontari. Le formazioni

aspirano a permettere ai tirocinanti di completare i loro progetti. Esempio “Creare e dirigere un orto

condiviso”, “Alla scoperta dell’orto-cultura terapeutica”. Supporto alla progettazione: il network

assiste gli stakeholder ( es: comunità di abitanti, centri sociali, consigli comunali ed altre

organizzazioni) nella creazione del loro progetto per l’orto.

Réseau des Jardins Solidaires Méditerranéens

4, cours de la République 13350 CHARLEVAL - mail : [email protected] - web : www.reseaujsm.org

Réseau des jardins solidaires

méditérranéens, Marsiglia, FRANCIA

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Page 12 European Urban Gardens Otesha: I partner

KC English è un’organizzazione di comunicazione e di formazione. Forniamo lezioni di inglese per i lavoratori immigrati e visitatori stranieri, ma anche lezioni di francese, spagnolo e polacco per i parlanti inglesi.

Organizziamo inoltre corsi di inglese per stranieri direttamente nelle famiglie inglesi, basati quindi su una piena immersione nella comunità locale. Il nostro scopo è quello di generare capitale sociale per la gente locale, arricchendo la nostra area con rapporti con altre nazioni d’Europa.

Forniamo un supporto per lavorare sulla comunicazione e sull’apprendimento interculturale. Questo include la coordinazione dei tirocinanti verso un apprendimento attivo, per accedere alle ricerche sull’insegnamento, sulla conduzione e supporto di progetti.

Abbiamo un vasto network in Europa per la cooperazione internazionale e la condivisione di attività. Il nostro gruppo di riferimento sono gli studenti di lingua, individui ed organizzazioni che vogliono contribuire allo sviluppo della conoscenza interculturale e internazionale, e quelli interessati ad una formazione attiva. Lavoriamo per sostenere le organizzazione comunitarie, specialmente gruppi volontari nella nostra area perché consideriamo il nostro lavoro un importante mezzo per la coesione sociale, per l’auto-sufficienza comunitaria e per la fiducia reciproca. Circa il 50% del nostro lavoro è connesso al supporto dei residenti svantaggiati nell’area della nostra comunità locale. Questi includono lavoratori immigrati con le loro famiglie e coloro che hanno avuto accesso all’educazione in maniera limitata.

KC English ha grande esperienza nel lavorare con volontari locali. Portiamo regolarmente volontari locali nei nostri progetti e attività come il lavoro nei boschi: pulire il sentiero,piantare piante, creazione di mappe e pubblicità.

KC English è nuova nei progetti Grundtvig Multilateral. La nostra esperienza nel Grundtvig viene dal partenariato di apprendimento e dalla attività di volontariato senior. Abbiamo comunque contatti con altre organizzazioni locali con esperienze su larga scala di LLP e con la quale collaboreremo informalmente per supportare gli stadi iniziali del progetto.

Una di queste realtà era coinvolta nel progetto Grundtvig “Green Finger”. Questo progetto prevedeva visite di scambio per ortisti e giovani co-ordinate da loro stessi. Questa realtà ha anche rapporti con un progetto nazionale di giardinaggio chiamato Groundworks. Groundworks fornisce staff, volontari e supporto per i progetto basati sulle città che offrono opportunità di orticultura per persone svantaggiate a Plymouth.

KC English, Cawsand, REGNO UNITO

KC ENGLISH

The Manse Garrett Street, Cawsand, Cornwall PL10 1PD

West Country UK

Tel: +44 1752 822444 www.kcenglish.co.uk

Page 13: Stato dell'arte degli Orti Urbani In Europa

Page 13 European Urban Gardens Otesha: I partner

Nexes interculturals è un’associazione giovanile che lavora per la trasformazione sociale e per la partecipazione attiva attraverso esperienze interculturali e locali per i giovani. Per 10 anni, Nexes ha lavorato con Programmi Europei per incoraggiare la partecipazione attiva tra i giovani, per aiutarli a costruire progetti, a formarli, e a dare loro risorse ed opportunità per crescere professionalmente e personalmente. Per raggiungere gli scopi del’associazione promuoviamo:

• Esperienze interculturali e responsabilizzazione dei giovani: Servizio Volontario Europeo; progetti di formazione professionale con il programma Leonardo da Vinci (invio e accoglienza); scambi giovanili, progetti Grundtvig, attività culturali locali per il tempo libero e molte altre attività per i giovani e per gli adulti.

• Formazione e orientamento: sessioni di orientamento e informazioni, workshop, corsi di formazione, assistenza alla mobilità giovanile.

Per portare avanti questo progetto collaboriamo con diverse istituzioni, NGOs, e siamo membri di diversi network locali ed internazionali.

Nexes ha lavorato sul tema dello sviluppo sostenibile per 3 anni come strumento per cambiare la società ed educare le persone attraverso progetti per giovani. Ha partecipato allo scambio giovanile “Otesha” organizzato da Pistes Solidaires nel 2009 su questo tema e ha poi creato un gruppo locale per mantenere il lavoro svolto a livello locale ed internazionale.

Nel 2009, un progetto locale chiamato “Junts fem mes” è stato realizzato per formare alcuni giovani leader su questo tema e per essere in grado di organizzare workshop nelle scuole e nelle istituzioni della città. Uno degli stage formativi era basato sul lavoro negli orti urbani per la trasformazione sociale. Nel 2010, Nexes è stato partner di Pistes Solidaires nel progetto “Global Impact”, dove giovani con minori opportunità hanno lavorato a livello locale ed internazionale per aumentare la consapevolezza dell’educazione allo sviluppo sostenibile. Il gruppo ha creato un’opera teatrale, organizzato e disseminato con eventi locali.

D’altra parte, Nexes è sempre stata una connessione (Nexes significa “connessione” in Catalano) tra le persone e le organizzazioni e quando decise di prender parte al progetto, l’idea era quella di contattare anche molti orti e organizzazioni che lavoravano sull’argomento.

Nexes Interculturals de Joves per Europa

C/Josep Anselm Clave,6, 1-1 08001 BARCELONA SPAIN

Tel: 0034 93 442 71 67 www.nexescat.org [email protected]

Nexes interculturals de joves per Europa,

Barcellona, SPAGNA

Page 14: Stato dell'arte degli Orti Urbani In Europa

Page 14 European Urban Gardens Otesha: I partner

L’organizzazione Inwole e.V. è responsabile della “Project house” a Potsdam.

Qui cerchiamo di riconnettere differenti aspetti della vita (stabilità, lavoro, cultura e

politica) che sono spesso separati nelle moderne città. 24 persone da 4 paesi diversi

vivono attualmente nella “Project house”. Circa 50 persone, con varie origini sociali e

culturali, sono impegnate nei diversi progetti della casa. La forza del nostro lavoro sta

nei progetti interculturali, nell’ecologia, nell’educazione popolare (emancipazione e

auto attivazione) e nei progetti economici e sociali. Organizziamo quindi dei

“Workshop House” dove la casa diventa luogo per l’auto-occupazione e offre

workshop aperti a tutti.

L’organizzazione è riconosciuta come supporto professionale per i giovani

(“anerkannter freier Träger der Jugendhilfe”) e come “Casa delle

generazioni” (Mehrgenerationen Haus) . Per sei anni l’associazione ha gestito un

centro nella propria zona a Potsdam- Babelsberg.

Attualmente il centro incorpora un progetto di alloggio per le persone, un piano per i

seminari ed uno per gli ospiti, uno per i workshop per i differenti mestieri, una cucina

pubblica, e altri 4 campi differenti di progetti. “Project house” si auto definisce un

progetto politico, da sempre impegnato in lavori per l’anti-razzismo, l’emancipazione

e la partecipazione a network ecologici.

L’associazione sta lavorando sul principio dell’auto-organizzazione. Tutti possono usare

la “workshop house” e costruire per esempio la propria fornitura o creare da soli una

tazza nel laboratorio di ceramica.

Verein zur Foerderung innovativer Wohn- und Lebensformen e.V.

Kontakt zum Förderverein innovativer Wohn- und Lebensformen

Rudolf Breitscheid Straße 164 14482 Potsdam Land Brandenburg Deutschland

Telefon: 0331-70 44 27 10 Fax 0331-70 44 27 14

Inwole, Potsdam, GERMANIA

Page 15: Stato dell'arte degli Orti Urbani In Europa

Page 15 European Urban Gardens Otesha: I partner

CEMEA del Mezzogiorno è una ONLUS (organizzazione non

profit di utilità sociale) situata a Roma. La sua azione è

rivolta a giovani emarginati, alla promozione

dell’educazione non formale attraverso la formazione, lo

sviluppo delle comunità locali e della cittadinanza attiva. Nelle sue iniziative, il Cemea del

Mezzogiorno coinvolge bambini, adolescenti, genitori e insegnanti in giochi e attvità ricreative, che

sono il punto principale del suo lavoro. Le nostre principali attività in Italia possono essere riassunte

come segue: stages per educatori, insegnanti e animatori; centri educativi per bambini, adolescenti

e ragazzi; attività artistiche e culturali con programmi sociali; workshop fuori dall’educazione

formale; educazione ecologica ed ambientale; scambi tra le università; meetings e seminari

nazionali ed internazionali; attività d’editoria (bollettini, libri, riviste ecc). L’attività educativa del

CEMEA, insieme alle opportunità di apprendimento internazionale offerte dall’Unione Europea,

sostiene la partecipazione, gli approcci interculturali, i progetti locali e la cittadinanza attiva come

elementi di base per un’azione collettiva e individuale. Sviluppiamo progetti attraverso i

Programmi Europei Gioventù in Azione; Leonardo da Vinci; Grundtvig; Europa per i cittadini,

Fondo Europeo per l’immigrazione e Fondo Sociale Europeo.

Il CEMEA del Mezzogiorno persegue l’importanza dell’ Educazione allo Sviluppo Sostenibile (ESS)

come dichiarato dall’UNESCO. Seguenzoquesto principio, il CEMEA del Mezzogiorno è uno dei

partners nel processo OTESHA, iniziato da Pistes Solidaires nel 2010. A partire da questo anno sono

stati portati avanti diversi progetti internazionali:

Il PROGETTO OTESHA: un progetto multi-misura del programma “Giobentù in Azione” che

riguarda il consumo sostenibile (scambio internazionale OTESHA TASTE), i trasporti e

l’urbanizzazione sostenibile (OTESHA RIDE TOUR 1 & 2, scambi internazionali) e la cittadinanza

attiva (OTESHA INFLUENCE, un progetto di giovani per la democrazia)

TRASH PROJECT#1:uno scambio giovanile internazionale sul tema dei rifiuti ed il riciclo creativo,

tenuto a Lisbona nel 2011, seguito da TRASHproject #2 svoltosi a Barcellona e TRASHproject #3

sulla stessa tematica organizzato in Italia dal CEMEA del Mezzogiorno.

O.P.E.N (OTESHA PAN EUROPEAN NETWORK): un corso di formazione a lungo termine

sull’educazione allo sviluppo sostenibile e sugli strumenti educativi utilizzati nell’ ESS, con l’obiettivo di stabilizzare e rafforzare il network europeo di sette associazioni coinvolte.

CEMEA del Mezzogiorno

Via Fortebraccio, 1a - 00176 ROMA (RM)

Phone: 0039 06 45492629 Fax: 0039 06 45493375

Email: [email protected]; [email protected]; www.cemea.eu

CEMEA del Mezzogiorno, Roma, ITALIA

Page 16: Stato dell'arte degli Orti Urbani In Europa

Page 16 European Urban Gardens Otesha: Orti Urbani in EU

Il fenomeno degli orti urbani è qualcosa che ha interessato quasi tutti

i paesi europei per molte decadi. All’inizio, la loro funzione era

strettamente e sostanzialmente legata alla produzione di cibo ma

presto sono diventati strumenti per la coesione sociale e per la

rigenerazione di quartieri in difficoltà.

Il fenomeno interessa tutti i paesi Europei ma a livelli differenti (nelle pagine seguenti

saranno documentate le situazioni di 5 paesi europei: Francia, Germania, Italia, Spagna e

Gran Bretagna).

È importante sottolineare che gli orti comunitari possono essere supportati dalla Pubblica

Istituzione, ma in ogni caso il

coinvolgimento ed il contributo dei

cittadini rimangono elementi cruciali:

questo è perché gli orti comunitari sono

mantenuti dai cittadini ed esistono

quindi solo grazie a loro. La

mobilitazione, per salvaguardare spazi

urbani ancora liberi al fine di

sviluppare orti comunitari, è un fattore

ancora più importante considerando

che deve essere intrapresa una lotta

quotidiana contro l’urbanizzazione di queste aree. Il ruolo dei cittadini è quindi cruciale nella

domanda al diritto ad una vita sostenibile in un ambiente urbano.

Oltre alle buone pratiche che verranno mostrate nelle pagine seguenti, un’iniziativa

importante è stata registrata in Olanda, precisamente a Rotterdam, dove il Dipartimento

degli Affari Sociali e dell’occupazione di Rotterdam ha deciso di investire i propri fondi

destinati all’ inclusione attiva nello sviluppo di due orti comunitari. Dare opportunità di lavoro

e rafforzare la coesione sociale erano gli obiettivi più importanti di questa iniziativa.

Per incoraggiare la coesione, i residenti di ogni quartiere sono stati strettamente coinvolti

nel disegno e nello sviluppo dei giardini attraverso le loro idee e le loro necessità. La piena

valutazione del risultato di questa iniziativa è in itinere ma i risultati sono già evidenti. Le

persone di questi quartieri si sono incontrate, gruppi di età diverse e con passati differenti,

andando oltre agli stereotipi che erano soliti avere.

Orti Urbani in Europa

Page 17: Stato dell'arte degli Orti Urbani In Europa

Page 17 European Urban Gardens Otesha: Orti Urbani in EU

Un altro esempio interessante si può trovare in Irlanda, dove gli orti urbani comunitari

sono considerati una componente cruciale nella strategia dello sviluppo sostenibile di una città.

Infatti,gli orti comunitari stanno iniziando ad essere riconosciuti per la qualità di vita offerta ai

residenti, invece che il più tradizionale ruolo di crescita urbana grazie alla provvigione di cibo

Al momento, a Dublino, ci sono circa 40 orti comunitari. Un loro riconoscimento molto

importante è contenuto nello “Sviluppo Sostenibile

Residenziale nelle Aree Urbane - linee guida per le

autorità pianificate?” emanato dal Dipartimento

dell’ambiente nel 2008. Esso contiene i requisiti che

devono avere gli orti urbani comunitari, presi in

considerazione nel nuovo sviluppo.

Al contrario, i paesi dell’Europa centrale e dell’Est si

trovano in una fase differente. Durante gli anni 50,

appezzamenti di terra sono stati distribuiti ai

lavoratori al fine di procurarsi delle riserve di cibo

che lo Stato non era in grado di fornire. La caduta

del muro di Berlino, l’apertura dei paesi al

liberalismo e i cambiamenti socio-economici non

hanno influito sullo sviluppo degli orti urbani

comunitari. Essi diventarono spazi marginali sempre più usati per l’urbanizzazione delle città.

Ora, la domanda su cosa ne sarà in futuro di queste aree è sull’agenda dei politici.

Per esempio, il Ministro ungherese in carica del trattamento del territorio ha affidato

all’Istituto di Management e Ambiente dell’Università Agricola di Godollo, il compito di creare

un inventario nazionale dei giardini comuni. Lo scopo di questo studio è capire quale sarà il

futuro di queste aree. I risultati dimostrano che il futuro di queste aree ha un’importanza

cruciale. Il tempo delle decisioni centralizzate è finito ed ora, prendere delle decisioni,

rappresenta un diritto delle comunità locali. Lo studio aggiunge che gli orti comunitari

contribuiscono a rendere affascinate uno stile di vita rispettoso dell’ambiente. Il loro sviluppo

non è desiderato solamente dagli utenti degli orti stessi ma dall’intera comunità. La

preservazione dei valori culturali ed ambientali di questi orti può contribuire all’incontro di

interessi individuali e collettivi.

In aggiunta, nonostante le diverse situazioni, tutte le esperienze evidenziano che i giardini

comuni sono strumenti attraverso i quali i cittadini possono giocare un ruolo attivo nello

sviluppo di uno stile di vita sostenibile nelle proprie città. In questo processo i cittadini

diventano gli attori principali nella leggittimazione della propria comunità e contribuiscono al

suo benessere.

Page 18: Stato dell'arte degli Orti Urbani In Europa

Page 18 European Urban Gardens Otesha: Stato dell’ Arte in Francia

Contesto locale in Francia

Il progetto EU’GO nasce nella regione PACA in Francia: Provence-

Alpes-Cote-d’Azur. È una regione mediterranea con un clima mite.

La regione è divisa in 6 “dipartimenti”. Le tre regioni costiere sono

“Bouches du Rhone”, ”Var” e “Alpes Maritimes”. Le due catene alpine

sono “Hautes Alpes” e “Alpes de Haute Provence”. Il “Vaucluse” è un

dipartimento continentale. PACA è una regione densamente

popolata con 4,882,913 abitanti in totale e 155 abitanti per metro

quadrato.

La regione PACA è , da una parte, un’area molto

urbanizzata: il 94,3 % dei suoi abitanti vive nelle grandi

città come Marsiglia, Nizza, Tolosa o Avignone. Dall’altra

parte, le aree alpine e continentali sono più rurali e non

riscontrano una grande densità di popolazione.

Le attività maggiori di questa regione sono il turismo

( primo per l’accoglienza di turisti francesi e secondo per

quella di turisti stranieri), con una larga offerta di servizi

tra cui attività nautiche, sport di montagna, aree protette

e cultura; agricoltura (vino, olive, fiori, prodotti agricoli) e

industria (industria petrolchimica, nucleare, navale,

metallurgica e petrolifera). Questa regione non è omogenea in termini di densità di popolazione e

di conseguenza di opportunità di lavoro, integrazione,

qualità di vita, salute, educazione,ecc.

Ad esempio, il tasso di disoccupazione raggiunge

il 9.1 % alla fine del 2011, il più alto in tutta la Francia

(7.2 %), e il “Bouches du Rhone” ha un tasso di 10.2 %,

il più alto della regione PACA. Marsiglia, capitale di

questo dipartimento, è una città multiculturale con

molte persone provenienti dal Maghreb, Africa

dell’ovest, Comore, etc, che danno una speciale

cornice culturale alla città. La diversità delle lingue

che si ascolta fa si che le persone si sentano come se

vivessero in una nuova torre di Babele!

Stato dell’arte

FRANCIA

Page 19: Stato dell'arte degli Orti Urbani In Europa

Page 19 European Urban Gardens Otesha: Stato dell’ Arte in Francia

In questo contesto, è interessante per noi focalizzarci sulle grandi città ed i loro problemi, e

offrire una soluzione alternativa finalizzata allo sviluppo sostenibile: è cosi che abbiamo deciso di

lavorare sul tema degli orti e dei giardini urbani.

Contesto storico e politico degli orti urbani in Francia e

nella nostra area

Il giardinaggio collettivo ha una vasta storia in Francia e può essere riportato indietro fin dal

Medioevo, quando le terre comunali erano proprietà dell’intero villaggio. Nei due secoli passati il

giardinaggio collettivo significava prevalentemente orti dei lavoratori, ”jardins ouvriers”, sviluppati

dalla carità e dalla filantropia, soprattutto nel Nord. “Offrire” un giardino ai lavoratori contribuiva

a fornire cibo per i lavoratori più poveri, ma era anche un modo per pagare meno i dipendenti e

farli lavorare di più, come era spesso il caso per la fornitura di alloggi.

Alla fine del diciannovesimo secolo c’era una nuova dimensione della moralità nello sviluppo

di questi orti. Per il cattolicesimo sociale di quel periodo il mondo delle fabbriche corrompeva sia le

menti che i corpi. In questo contesto, attribuire un giardino alla responsabilità di una famiglia era

tanto un aiuto caritativo, attraverso il cibo che ne derivava, quanto l’intenzione di occupare la

famiglia con pratiche salutari, lontane dai pub e dal gioco d’azzardo. Abbott Lemire (Membro del

Parlamento di Hazebrouck, Nord) creò nel 1896 la “Ligue du coin de terre et du Foyer”, (Lega

della terra e delle abitazioni) per promuovere gli orti collettivi e promuovere l’idea che ogni

famiglia fosse dotata di in una casa con un giardino. Essa valorizza inoltre il lavoro libero

dell’ortista, figura principale nel processo di produzione contro il lavoro industriale e del lavoro

schiavizzato del contadino. Nel 1921 questa lega creò il primo tentativo di una network nazionale:

la “Fédération Nationale des Jardins Ouvriers de France”.

I giardini dei lavoratori nascono nella prima metà del ventesimo secolo, attraverso la seconda guerra mondiale. Essi sono stati ricristianizzati in “Orti Famigliari”, “Jardins Familliaux”, nel 1952 ma molti di loro scomparirono nella ricostruzione dopo la guerra, quando la terra era utilizzata per ricostruire le case. La Federazione divenne la “Federazione Nazionale degli orti famigliari”, “Fédération Nationale des Jardins Familliaux”. Negli anni ‘70 vennero protetti dalla legge, il municipio che voleva prendere il terreno per la costruzione doveva fornire la stessa

superficie in cambio, e furono ri-legittimati dalla scoperta della grande povertà che affligeva

Garden of the Cité St Pierre district, Lens 1906 Gardens of Wazier, minig city next to Douai

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gran parte della popolazione francese. Nel 2006 la Federazione diventò la “Federazione Nazionale

degli orti famigliari e collettivi”, “Fédération Nationale des Jardins Familiaux et Collectifs”. Questi

orti erano spesso localizzati nelle periferie delle città, con appezzamenti in media da 50 a 150 m2,

generalmente recintati e con un piccolo capanno. Essi avevano un regolamento interno che si

riferiva al tipo di piante da coltivare (es: solo verdure, almeno l’80 % di verdure e fiori, un albero

da frutto per appezzamento...), la forma del capanno,la percentuale di terreno da coltivare

nell’appezzamento (es: non prato, meno del 20 % non coltivato..) ecc. Il loro principale obiettivo

era quello di produrre cibo, anche se tendevano ad aprirsi a nuove attività come l’educazione

ambientale e il tempo libero.

Altre forme di orto collettivo sono gli orti collegati alla compagnia nazionale ferroviaria SNCF:

gli orti di lavoro attribuiti allo staff della SNCF sono raggruppati nell’organizzazione “Jardinot,

Jardin du cheminot”. Questi giardini posti vicino alle stazioni erano originariamente ad uso esclusivo

dello staff della SNCF, adesso sono aperti a chiunque, anche se gran parte degli appezzamenti

sembrano essere ancora coltivati dallo staff della SNCF o dalle loro famiglie. Questi giardini non

esistono in tutte le parti della Francia, ma l’organizzazione è attiva in tutto il territorio nazionale

offrendo visite, incontri e scambi tra i membri, cosi come consigli sul giardinaggio e l’orticultura.

Alla fine degli anni ‘70 apparve un nuovo ramo dei classici orti collettivi: la seconda guerra

mondiale e le sue deprivazioni incoraggiarono gli abitanti delle città ad usare spazi pubblici per far

crescere ciò che non si poteva trovare nei negozi. A metà degli anni 70, a New York e in altre città

d’America, iniziative popolari occuparono spazi vacanti realizzando veri e propri orti. Oltre 750 orti

comunitari sono stati creati a New York! Essi non riguardavano solamente la produzione di cibo,

ma anche incontri in luoghi comunitari e progetti collettivi. Terreno e idee venivano condivise.

A metà degli anni 80, in Francia, alcuni lavoratori sociali, attivisti sociali e altri ortisti erano

interessati a queste pratiche di proprietà collettiva. La “Fondation de France” (una fondazione

nazionale che amministra molti fondi e le fondazioni in Francia) vedeva tutto ciò come

un’opportunità per sviluppare connessioni sociali, tenendo in considerazione, anche se

parzialmente, il concetto di auto-sufficenza. La Fondation de France ha contribuito alla

realizzazione di diversi viaggi per studiare le condizioni di emergenza di queste iniziative in

Francia.

Piccoli gruppi hanno lavorato sul tema e hanno adattato le pratiche nord-americane alla

nostra realtà urbana e sociale nelle differenti parti della Francia.

Essi si sono incotrati durante due conferenze a Lille (1997) e a Nantes (1999), con diverse

centinaia di persone coinvolte in attività simili che guardavano ad un loro sviluppo: questo era il

punto d’inizio del network nazionale dei giardini condivisi, chiamato JTSE “Le Jardin dans Tous ses

Etas” ( Il giardino in tutte le sue forme).

Diversi termini sono usati per descrivere questi orti e giardini: orti comunitari, orti di prossimità,

orti collettivi degli abitanti, orti di quartieri, orti ai piedi di palazzi, orti solidali. Tutti usati in

differenti parti della Francia o in contesti differenti, ma il gruppo nazionale ha scelto di usare il

termine “orti e giardini condivisi”, “Jardin Partagès”.

RJSM, la nostra organizzazione locale, nasce graze al processo “JTSE”, ma nel nostro caso il

termine di riferimento è più quello dell’“orto solidale”, in quanto scelto prima del termine nazionale

e, in seguito, tenuto.

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In Francia gli anni 90 corrispondono ad un rinnovamento della figura dell’orto, del

giardinaggio e dell’ortocultura: gli orti e gli ortisti sono visibili attraverso i media, l’orticultura

diventa un’attività per il tempo libero, si diffondono negozi appositi, il giardinaggio non è più

un’esclusiva dei negozi specializzati. Il mondo degli orti organizza i suoi primi eventi, dalle esibizioni

chic alle piante locali e al baratto. Il Ministero della Cultura francese ha creato la giornata

nazionale degli orti e giardini condivisi “Rendez-vous au jardin”, che prende luogo ogni primo

week-end di giugno dal 2001. Gli anni 90 sono stati anche un periodo con facilitazioni economiche

per le associazione non-profit ,con contratti speciali, gli “emplois jeunes”, per giovani disponibili alla

creazione di nuove attività. In questo contesto, numerose iniziative di giardinaggio collettivo che

stavano nascendo in tutto il paese, presero la forma di associazioni con uno o più impiegati che

assicuravano la qualità e la continuazione del progetto. Nonstatante tutto, la situazione cambiò

drammaticamente per le associazioni con la fine di “emploi jeunes” nel 2005, la diminuzione

globale delle sovvenzioni in ogni settore e la dura riduzione di aiuto finanziario agli impiegati negli

ultimi due anni. Di conseguenza, molte strutture scomparirono o si trovarono in difficoltà. Questo

ha forzato gli orti e le associazioni a trovare nuove vie per sopravvivere e per essere creativi.

Nel 1998 il Governo Francese creò due strumenti speciali per l’integrazione:

- Insertion par activité économique: integrazione all’attività economica per l’assunzione di

gente disoccupata con particolari difficoltà professionali e sociali, chiamata “chantier d’insertion”. In

questo sistema gli impiegati hanno un vero contratto di lavoro per 6 mesi o per un anno e ricevono

supporto finanziario dal governo.

- Azioni di integrazione sociale: integrare socialmente persone che non possono portare avanti

attività economiche. L’attività è finanziaramente supportata dal governo e le persone partecipanti

sono aiutate dai servizi sociali.

Alcuni orti si sono sviluppati attraverso questi due sistemi: esistono due network principali in

Francia: Il Reseau Cocagne, costituita da fattorie e Chantier ecole, un’organizzazione che crea e

mantiene orti e spazi verdi oltre ad altre attività sviluppate nei sistemi sociali di integrazione.

L’inclusione sociale è spesso una delle diverse attività delle organizzazioni non-profit, molti orti e

giardini collettivi sono gestiti da associazioni e possono diventare parte di questi network.

Bibliografia:

1 Census 2008, INSEE

Pluvinage and Weber, Les Jardins Familiaux, histoire d’une esthétique ouvrière, in Le cahier des Jardins Rhône Alpes

n°2, CAUE du Rhône, Mai 1999

Baudelet, Basset, Le Roy, Jardins Partagés Utopies, écologies, conseils pratiques, Terre Vivante 2008

Larbey V., personal communication

www.jardin-partage.org www.jardinot.fr www.jardins-familiaux.asso.fr

www.reseaucocagne.asso.fr www.fnars.org www.chantierecole.org

Il network degli orti urbani

Abbiamo identificato 4 network principali di orti e giardini collettivi in Francia:

• La “Fédération Nationale des Jardins Familiaux et Collectifs”, « Federazione Nazionale

degli orti collettivi e familiari »

• « Jardinot, Jardin du cheminot»

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• « Network delle organizzazioni integrate »

• « JTSE - Jardin dans tous ses Etats » della quale RJSM è membro.

RJSM è parte del network JTSE, lavoreremo principalmente con gli orti condivisi nel network,

ma il progetto EUGO potrà essere occasione per lavorare con altre forme di orti urbani.

Il network nazionale JTSE:

Uniti da valori comuni, formalizzati in uno statuto, i membri del network nazionale rappresentano gran parte delle regioni della Francia dove agiscono per promuovere la creazione, attraverso le persone, di giardini condivisi. Diretto da un gruppo di strutture regionali, associazioni e cooperative, la JTSE è un interlocutore riconosciuto da vari corpi ufficiali; una forza di proposte oltre a molte pubblicazioni, organizzatrice di formazioni e meeting riguardo il tema degli orti e giardini condivisi. Al giorno d’oggi, il network nazionale non può più contare su aiuti finanziari per la sua fondazione (“Fondation de France”), sta diventando, anzi, un sistema di volontariato. La JTSE generalmente tiene 4 meeting annuali di due giorni: i network nazionali,a turno, ospitano il meeting. La JTSE è ora un interlocutore riconosciuto per varie organizzazioni ufficiali e sta ancora lavorando su differenti temi collegati agli orti collettivi. Quest’anno, 2012, si sta organizzando una conferenza nazionale sul tema degli orti urbani e sulle iniziative cittadine per “alimentare” la città, si terrà ad Ottobre a Strasburgo.

Regionalmente, c’è una grande varietà di situazioni: in alcune regioni una chiara politica pubblica supporta l’emergenza degli orti e giardini condivisi, le amministrazioni locali supportano un network, oppure aiutano finanziaramente le organizzazioni che se ne occupano,ma in altre parti del territorio i network non hanno queste opportunità.

In alcune aree le organizzazioni responsabili dei network sviluppano e creano nuovi giardini, che diventano parte del network. Nella nostra area (sud della Francia,regione Mediterranea) il network era costituito da un raggruppamento di orti/strutture preesistenti. L’organizzazione RJSM fa riferimento ad un gruppo di strutture di volontari che dirigono il network; alcune strutture o orti possono assumere un ruolo importante nella vita del network per un momento, poi diventare meno coinvolti e poi ancora diventarne di più. Dipende,per esempio,dalla capacità o l’interesse dello staff. Il consiglio regionale della regione PACA supporta il network.

La RJSM rappresenta la JTSE in Provence-Alpes-Cote d’Azur e ha membri nel Gard e nell’Herault. La sede centrale della RJSM si tova a Charleval, un piccolo paese nella Bouches-du-Rhone (48 km da Mariglia). La RJSM è rappresentata da corrispondenti locali nelle aree definite dalle posizioni geografiche e geologiche:

• Provence limestone, Coastline (Bouches du Rhône and west Var)

• Crystalline Provence, Côte d'Azur (East and Central Var, Alpes Maritimes)

• Alpine regions (Haute Provence, Hautes Alpes)

• Region Alpilles, Luberon, Vaucluse

• Region Gard, Herault

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Page 23 European Urban Gardens Otesha: Stato dell’ Arte in Francia

Gli orti e i giardini C’è una grande varietà di orti e giardini urbani nel territorio dove opera RJSM. Gran parte di

questi orti e giardini sono connesse ad un’ organizzazionie non-profit ( legge francese del 1901) che dà uno status legale ad ogni gruppo di persone registrate con la prefettura locale. Altri giardini e orti sono connessi a strutture sociali/educative come scuole, ospedali o centri per persone bisognose, molti non hanno uno status definito ma rappresentano un luogo dove le persone si incontrano e stanno insieme. Ogni orto è unico, dinstiguibile dal posto e dal tipo di attività portate avanti, possiamo comunque categoralizzarli guardando allo scopo delle loro attività:

Giardini/Orti Didattici:

Ideati per l’educazione ambientale, essi hanno solitamente impiegati che ricevono scuole/gruppi nel giardino, o sono presenti nelle scuole e nei centri ricreativi per svolgere attività collegate all’orto, o all’ambiente. Includono spesso verdure e fiori, frutteti, o un’area di flora selvatica.

Giardini/Orti D’integrazione:

Il giardino è un luogo pieno di risorse, che contribuisce Ad Aumentare la fiducia in se stessi e negli altri e un trampolino per il lavoro. Questi orti possono perseguire l’obiettivo dell’inclusione sociale, il coordinatore è un impiegato e i beneficiari sono volontari; oppure guardare piùca dove i beneficiari sono anche impiegati.

Jardin des Aures, Marseille Jardin de l’Espérance, La Ciotat

Jardins de l’Espérance, La Ciotat Jardilien, Aubagne Coté Jardins Solidaires, Nîmes

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Page 24 European Urban Gardens Otesha: Stato dell’ Arte in Francia

Giardini/Orti Di Quartiere:

In genere è uno spazio condiviso (spesso pubblico), ospitato e gestito da un gruppo di residenti con uno sviluppo dinamico della vita di quartiere.

Giardini/Orti Condivisi:

Questi orti uniscono appezzamenti individuali e collettivi, alcuni do loro hanno un coordinatore professionale, almeno part time, e qualcuno che aiuta nell’organizzazione della vita del giardino. L’ obiettivo sociale è generalemente supportato dal proprietario del terreno, di solito un’istituzione pubblica, o un’impresa di edilizia sociale.

Giardini/Orti Famigliari:

Questi orti includono appezzamenti privati per la coltivazione e le facilitazioni collettive. Non c’è uno staff pagato ma è forte la presenza di volontari delle organizzazioni non-profit.

Jardins du Vieux Moulin,

Salon de Provence

Jardin des cerises,

Digne Les Bains

Jardin des Aures,

Marseille

Comm’un jardin de Mey,

Meyrargues

Les Jardins de la Coudoulouse,

Pertuis

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Page 25 European Urban Gardens Otesha: Stato dell’ Arte in Francia

Giardini/Orti Tematici:

Un giardini può anche avere la particolarità di essere terapeutico, culinario, artistico, sperimentale, conservatore di rare piante etc. Questo tipo di giardino può far parte del nostro network se è diretto e coltivato con una partecipazione collettiva, nella forma di un’organizzazione non-profit.

Nel programma EUGO abbiamo contattato più di 50 giardini nell’area della RJSM, e

pochi altri per la Francia al fine di trovare più buone pratiche possibili.

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Page 26 European Urban Gardens Otesha: Stato dell’ Arte nel Regno Unito

Contesto storico e politico degli orti urbani nel Regno Unito

I cittadini inglesi hanno sempre fatto affidamento sugli orti comunitari, considerandoli un’importante risorsa di cibo per centinaia di anni. Tuttavia è principalmente dalla seconda guerra mondiale che gli orti comunitari e le fattorie urbane sono diventati importanti.

Durante la seconda guerra mondiale, gli appezzamenti di terra comuni venivano collocati al centro della città per fornire frutta fresca e verdura all’area locale. Successivamente nel 1960 ci fu un interesse particolare per gli spazi verdi nelle città: ispirati dalla crescita del movimento degli orti urbani negli Stati Uniti, alcuni gruppi di persone iniziarono ad impossessarsi di appezzamenti di terra abbandonati e a trasformarli in spazi comuni. Molti altri orti comunitari sono stati creati quando molti siti vacanti furono trasformati in spazi verdi ed essi includevano sia orti che giardini fioriti. Appena questi spazi si svilupparono, furono luogo di riflessione per parlare di problemi sociali e di salute. In tutta la Gran Bretagna, sono presenti ad oggi più di 120 fattorie urbane e scuole agricole, circa 1,000 giardini comunitari e un numero crescente di appezzamenti gestiti dalla comunità.

Negli ultimi anni in Gran Bretagna, si è registrato un aumento dell’interesse nazionale sul “coltivare da sè”, ciò è risultato dalla preoccupazione personale circa la salute, il cambio di clima, il generale benessere e la sostenibilità. Come risultato, ci sono ora molti progetti ed iniziative che mirano ad affrontare la richiesta di giardinaggio comune e di coltivazione collettiva del cibo.

Contesto locale nel Regno Unito • 535,300- totale stimato della popolazione della Cornovaglia nel 2010 (Official for National

Statystics - ONS stimato, 2011) • 697- totale dei km della costa della Cornovaglia

• 3,563- totale dei metri quadrati della terra della Cornovaglia

• 7 miliardi- totale del valore dell’economia della Cornovaglia e delle isole di Scilly nel 2009 (Official for National Statystics - ONS)

Siamo a Millbrook, una grande cittadina nel SE Cornwall (popolazione 3,500). La cittadina era in origine un avamposto rurale della città di Plymouth, lontana 15 km, e forniva molti lavoratori ai cantieri navali, militari e commerciali e all’industria navale per la città. Con il rapido declino di queste industrie, Millbrook acquisì una posizione socio-economica molto difficile in quanto il lavoro diminuì bruscamente e i mezzi di trasporto legati al trasporto dei lavoratori sul posto di lavoro furono cancellati.

Il risultato fu che il tasso di disoccupazione aumentò mentre l’accesso ai servizi era molto limitato. In parte dovuto alla posizione isolata, Millbrook dispone di un settore di volontariato in rapida espansione, con la presenza di molti gruppi locali che si occupano di una varietà di attività; ciò include un regolare scambio di semi nella primavera, quando gli ortisti possono venire e scambiare piante o semi per l’anno successivo.

REGNO UNITO

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Page 27 European Urban Gardens Otesha: Stato dell’ Arte nel Regno Unito

Un paio di anni fa, Millbrook ha formato un gruppo locale di transizione per riflettere su come la comunità potrebbe contribuire alla creazione di un ambiente più sostenibile. Hanno stabilito un numero limitato di porzioni di terreno comunitario e organizzato un mercato contadino che prende luogo a Millbrook una volta al mese. C’è anche un numero di produttori di cibo locale che forniscono frutta di stagione, verdure, insalate, uova e carne della zona. Le scuole di Millbrook possiedono un proprio orto e sono molto attive nell’incoraggiare i bambini del posto a partecipare e crescere insieme alla comunità.

La qualità della vita in Cornovaglia dipende completamente dalle circostanze individuali. Per alcune persone la vità è confortevole, addirittura ricca, con il riferimento usuale all’impatto della recessione dei prezzi delle case e delle pensioni. Queste persono sono generalmente impiegate, possiedono una loro casa, si prendono regolari vacanze. Nonstante tutto, anche per coloro che hanno un lavoro a tempo pieno certe dichiarazioni sono irreali. I salari sono bassi e molte persone si trovano in difficoltà ad arrivare a fine mese. In un paese dove la percentuale del prezzo di una casa è dieci volte la percentuale di guadagno annuale, le persone trovano difficoltà nel tenere la propria testa fuori dall’acqua. Nelle grandi città, 4 adulti su 10 in età lavorativa non ricevono benefici sul lavoro.

Per molti la vita è una battaglia costante per scappare dai debiti, molti conducono più lavori stagionali o sottopagati con orari insoliti. Di conseguenza la prevalenza di usurai che offrono un percorso a breve termine è aumentata ulteriormente, con prestiti del 270 % APR.

La Cornovaglia ha una domanda crescente di assistenti sia giovani che adulti, un numero crescente di bambini e giovani con difficoltà d’apprendimento o un numero significativo di bambini che vivono in povertà. Registriamo, inoltre,un grande numero di anziani e una proporzione relativamente alta di persone disabili. Alcuni dei residenti sono chiusi nel ciclo della dipendenza dalla droga o dall’alcohol, con i problemi associati che includono criminalità e disordine, cosi come il deterioramento della salute.

La figura idilliaca di una Conrovaglia di agricoltori e pescatori maschera la difficile realtà della loro esistenza. Lavorano molte ore, con un guadagno minimo contro l’influenza dei supermercati, che fanno si che essi perdano soldi su un litro di latte, o a pesce ributtato a causa delle quote di cattura stabilite,oppure debbano lasciare le patate nel terreno a marcire. Ciò è in netto contrasto con le banche alimentari aperte a Truro e Wadebridge, per coloro che lottano per sfamare le loro famiglie.

Molte delle nostre famiglie devono fare delle vere e proprie scelte, per esempio tra il riscaldamento e altre cose essenziali nella vita giornaliera. Ciò è aggravato dalla mancanza di una rete di gas al di fuori delle grandi città.

Il prezioso paesaggio della Cornovaglia, la vista sul mare, le coste e le brughiere sono al centro della nostra percezione del luogo, un vero patrimonio. Tuttavia, molte persone rimangono isolate, anche a causa della posizione remota, la mancanza di mobilità o la paura di ciò che è fuori la porta.

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Page 28 European Urban Gardens Otesha: Stato dell’ Arte nel Regno Unito

Il consiglio locale è interessato al lavoro e ai livelli di reddito, alle case a prezzi accessibili,al sentirsi al sicuro, avendo accesso ai servizi e al futuro del pianeta.

Bibiografia in lingua originale

http://www.cornwall.gov.uk 1 25% of full time female employees earn less than £275 per week (gross pay, Annual Survey of Hours and Earnings, resident based, 2010). These are approx 14% less than the lowest 25% of England FT employees. FT earnings for all employees on a 3yr average are

20% below the national average.See Local Economic Assesssmentlatest data. 2 UK figure is 8 times, Cornwall figure is 10.3 times income - 2008. 3 The Cornwall figure is close to national average at 15% and higher than the SW figure of 13%.Department for Work and Pensions. See worklessness assessment. 4 SW has the highest rate of employed people with a second job – 5.7% of UK 3.8% (2008). See Local Economic Assesssmentlatest data. 5Wed. Sept 30th WMN - In the first quarter of 2009, CAB North Cornwall increased its debt work by 145%, employment cases by 101% & housing work by 70% compared to 2008. Source: Cornwall Citizens Advice Bureau. 619% of children aged under 15 in Cornwall live in poverty. NI116, chld poverty statistics, Aug 2008,Majesty's Revenue and Customs.Child Poverty Needs Assessment for latest data.

Iniziative nel sud-ovest

Cornwall Community Food and Composting Project

Un progetto di tre anni fondato dalla Big Lottery Fund’s Local Food Scheme.

Trasforma la coltivazione di cibo e la produzione di compost in un’azione facile e pratica portando le persone a coltivare il proprio cibo e a fare il compostaggio nelle proprie case, in contenitori o nel proprio giardino. Sostiene inoltre sei gruppi nella creazione di orti comunitari. Lo scopo è quello di rendere fresca ed biologica la produzione alimentare e renderla più accessibile agli abitanti della Cornovaglia.

http://www.cornwallwasteaction.org.uk

Cornwall Neighbourhoods for Change (CN4C) – Grow your own food

Offre supporto e azioni facili e pratiche per imparare a coltivare il proprio cibo.

Fornisce strumenti di base e materiali per iniziare.

Per coloro che non hanno un giardino, fornisce inoltre un numero di contenitori e dimostra come avere il massimo da piccoli spazi.

http://www.cn4c.org.uk/index.php?option=com_content&view=article&id=48&Itemid=53

Growing together

Progetto sugli spazi verdi comuni nell’area della China Clay della Cornovaglia.

Mette in rete proprietari di spazi a orti non utilizzati con persone locali che vorrebbero coltivare un orto ma che non hanno accesso agli spazi verdi.

Fornisce aiuto e supporto per i principianti. Horticultural healing

Il progetto Horticultural Healing supporta persone che soffrono di disturbi mentali o danni

cerebrali attraverso l’orticultura come strumento terapeutico. Gli utenti lavorano con un

responsabile d’esperienza supportato da supervisori e volontari. La formazione offerta è

puramente informale ed è fatta su misura ai bisogni e alle capacità individuali. La formazione

può includere l’uso di macchinari o la loro manutenzione, l’identificazione delle piante, la

propagazione, la crescita del cibo e altri elementi dell’orticultura e del mantenimento del

suolo.

http://www.southwest.groundwork.org.uk/what-we-do/case-studies/2009/09/horticultural-

healing.aspx

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Page 29 European Urban Gardens Otesha: Stato dell’ Arte nel Regno Unito

Network Locale e Partners

Mount Edgcumbe House and Garden

Imponente Villa Comunale a Cremyll, aperta al pubblico, a circa 10 minuti da Millbrook.

Possiede grandi giardini aperti al pubblico. La KCE ha già connessioni con la Mount

Edgcumbe attraverso attività di volontariato.

Fourlanesend County Primary School

Scuola primaria locale (4-11 anni) con orti comunitari. Ha bisogno di aiuto per mantenere

l’orto.

Millbrook Church of England Primary School

Scuola primaria locale (4-11 anni). Attiva nel giardinaggio con i bambini.

The Echo Centre

Asilo nido locale per bambini disabili a Liskeard,a circa 45 minuti da Millbrook. Al momento

non possiedono un orto, ma sarebbero interessati nell’incoraggiare le famiglie dei bambini a

gestire alcuni dei terreni che possiedono.

Federation of City Farms and Community Gardens

Esiste per supportare, rappresentare e promuovere fattorie comunitarie auto-gestite e orti in

tutto il Regno Unito. Realizzano materiale formativo utile per creare un orto comunitario.

http://www.farmgarden.org.uk/farms-gardens/your-region/south-west-england

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Page 30 European Urban Gardens Otesha: Stato dell’ Arte in Spagna

Contesto locale in Spagna, Catalogna Nexes si trova a Barcellona, Catalogna, Spagna. La Catalogna è una regione nel nord-est della Spagna con statuto autonomo e una propria lingua. Seconda per popolazione, la Catalogna è una delle regioni più importanti della Spagna.

Popolazione e territorio

Secondo il censimento del 2008, la Catalogna ha 7364 078 abitanti, dopo qualche anno di costante crescita risultato di immigrazione straniera. Rappresenta il 15.9% della popolazione totale della Spagna, e questo rende la Catalogna la seconda regione della Spagna per popolazione. Attualmente poco più del 60% dei catalani è nato in Catalogna, il 20% in altre comunità dello stato e circa il 15% hanno origini straniere. Un catalano su tre ha tra i 20 e i 39 anni, il gruppo più grande della popolazione.

Benchè il numero di Comuni sia elevato, 946, una piccola fetta di popolazione vive in zone rurali; più del 95% della popolazione attualmente vive in 300 municipalità con più di 2000 abitanti. La regione urbana di Barcellona comprende 5 416 447 persone (2008) e copre un’area di 2.268 mq; circa 1.7 milioni di persone vivono in un raggio di 15km da Barcellona, ovvero il 74% della popolazione della Catalogna e l’11% della popolazione della Spagna.

Con una superficie di 32 107 mq, la Catalogna ha un’orografia varia e divisa, con ampie catene montuose che si affacciano sulla costa, avvallamenti interni e cime montuose che raggiungono i 3000 mt di altezza sui Pirenei mentre, a soli 240 m più a sud si trova il delta che raccoglie i depositi da uno dei fiumi più abbondanti della penisola iberica: l’Ebro. L’orografia è responsabile del clima. Si può dire che gli inverni sono miti e le estati calde e secche, le temperature variano considerevolmente tra la costa, le pianure e i Pirenei.

Il 90% della popolazione della Catalogna vive in un terzo del territorio denominato “franja costera” (fascia costiera), in circa 9.235 km, con un'alta densità di popolazione. Se la media della Catalogna è 234.8 abitanti per mq; l’area di Barcellona (Barcelona, Hospitalet, Santa Coloma and Sant Adrià) ha una densità di 15.412 abitanti per mq.

Bibliografia in lingua originale

General government of Catalonia www.gencat.cat/catalunya/eng Statistical Institute of Catalonia www.idescat.cat

SPAGNA

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Page 31 European Urban Gardens Otesha: Stato dell’ Arte in Spagna

Lingua e Cultura

La cultura catalana si è sviluppata nella sua identità unica e universale nel corso dei secoli. Lo stile innovativo, la creatività, la capacità di assorbire diverse influenze, la coesistenza e i valori di tolleranza hanno creato una cultura che è nazionale ed allo stesso tempo cosmopolita.

Tradizionalmente, arte e pensiero penetrano in Catalogna come il risultato della posizione geografica del paese, aperto al Mediterraneo e alle città europee, e per lo spirito guida e l’attrazione create da Barcellona. La Catalogna è sempre stata un incrocio tra culture ed influenze.

La tendenza più moderna coesiste in armonia con le tradizioni più antiche, alcune delle quali sono state dichiarate patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Le feste popolari costituiscono un’ottima riflessione su come le persone della Catalogna hanno preservato il loro patrimonio culturale: la danza nazionale tradizionale, chiamata “Sardana”, è sempre presente e altre

attività incredibili come i “castells” o le torri umane sono state perfezionate, o come la tradizione dei distretti di Tarragona che si è diffusa in altre parti del paese.

Il catalano è la lingua usata a scuola e i suoi usi sono stati standardizzati dai media, il mondo finanziario e la produzione culturale. Si è diffusa tra il VII e il X secolo come evoluzione del latino, così come lo spagnolo, il francese, l’italiano ed altre lingue romanze.

Per quanto riguarda la Spagna, quasi la maggior parte dei cittadini capisce e parla il catalano. In Catalogna è la lingua ufficiale, oltre allo spagnolo ed è la sola lingua ufficiale in Andorra. Come risultato è stato calcolato che ci sono un totale di 9 milioni di persone che parlano catalano e 11 milioni che lo capiscono. È inoltre collocato in testa alle 14 lingue ufficiali

dell’Unione Europea ed è la nona lingua più parlata. L'incremento della popolazione immigrata ha portato il governo a stabilire leggi e provvedimenti al fine di proteggere il catalano e mantenerlo vivo.

Sebbene il bilinguismo dovrebbe essere visto come ricchezza culturale, l’uso del catalano causa anche incomprensioni e tensioni tra i parlanti del catalano e i non parlanti (spagnoli, stranieri, ecc).

Politica ed economia

La catalogna è una comunità autonoma ed esercita la sua autonomia nello Stato della Spagna in accordo con la Costituzione del 1978 e il nuovo Statuto di autonomia, approvato nel 2006. La Generalitat è il sistema istituzionale intorno a cui l’autonomia del governo della Catalogna è politicamente organizzata dal 1359.

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La Generalitat ha ampie competenze in materie come l’educazione, la salute, la sicurezza e la protezione civile, la cultura, la politica linguistica, l'industria, lo sviluppo urbano, l'edilizia, la politica regionale, i trasporti e l' ambiente, ed altro. La Catalogna ha la propria polizia, la Mossos d’Esquadra, che copre l’intero territorio dal 1 novembre 2008. La legge civile catalana è applicata in questioni legali, o tradizioni storiche, la cui modifica è di esclusiva competenza della Generalitat.

L’attività industriale è molto importante per l’economia complessiva della Catalogna, in particolar modo per il settore chimico, del cibo, dell’energia, del metallo e dei trasporti. Tuttavia, recentemente, è stata data parecchia attenzione alla logistica ed alla conoscenza dell’economia, un’attività che sta crescendo in tutta Europa. L’impegno per le nuove tecnologie e l’industria audiovisiva sta già dando una personalità distinta all’economia catalana.

Un altro campo in cui Barcellona è nota sono le sue scuole di business, un punto di riferimento in tutto il mondo. Di recente, il turismo è incrementato, divenendo una delle più notevoli attività economiche della Catalogna. Questo fenomeno ha avuto un particolare impatto sulla consolidazione ed espansione delle attività commerciali.

Tuttavia, la crisi ha fortemente influenzato l’economia dell’intero Paese dal 2008 ad oggi, il tasso dei giovani disoccupati spagnoli e più del 50%. In Spagna, la crisi è stata generata da prestiti a breve termine (generalmente rilasciati per 40 anni), il crollo del mercato delle costruzioni, che include la bancarotta delle maggiori compagnie, e un severo aumento della disoccupazione, che è salita al 22.9% dal dicembre 2011. Tra questi, secondo il Financial Times, vi era un enorme deficit del commercio spagnolo, la “perdita di competitività contro i suoi

principali partner commerciali” ed anche, come parte di quest’ultimo, un tasso di inflazione che è stato più alto rispetto a quello dei partner europei; sono stati colpiti principalmente dall’aumento del prezzo delle case del 150% dal 1998 e un crescente indebitamento delle famiglie, quest'ultimo collegato al boom immobiliare spagnolo e all’impennata dei prezzi del petrolio. I proprietari immobiliari in Spagna sono circa 80%. Il desiderio di possedere una propria casa è stato incoraggiato dal governo negli anni 60 e 70, ed è quindi divenuto parte della psiche spagnola. Come temuto, quando è scoppiata la bomba speculativa, la Spagna è stata uno dei paesi più colpiti. Secondo l’Eurostat, nel periodo di giugno 2007- giugno 2008, la Spagna è stata il paese europeo con la caduta più acuta dei tassi di costruzione. Le vendite effettive nel periodo di giugno 2007- giugno 2008 sono calate del 25.3%. Finora, alcune regioni sono state più colpite rispetto ad altre: la Catalogna era in cima con un crollo delle vendite del 42.2%, mentre le regioni scarsamente popolate come l' Estremadura erano sotto dell’ 1.7% nello stesso periodo.

Bibliografia in lingua originale

www.elpais.es www.gencat.cat/catalunya/eng

www.ft.com(Financial Times) www.eurostat.eu

Page 33: Stato dell'arte degli Orti Urbani In Europa

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Barcellona

Barcellona si è modernizzata nel 1992 quando i giochi olimpici la misero sulla mappa delle città del mondo e fomentarono la trasformazione urbana più grande dalla costruzione di Cerdàs Eixample. Barcellona si scoprì essere una città ricca di vitalità culturale e sociale, aperta al mondo e a tutte le culture. Da quel momento è stata classificata come una delle città preferite dai turisti ed un grande numero di visitatori vi arrivano ogni anno. La città si trova su una pianura costiera limitata dalle colline della Collserola e dai fiumi Llobregat e Besos. Queste coste topografiche hanno prodotto una congestione urbana e un’alta densità residenziale.

Barcellona ha un ampio settore terziario. Le sue industrie tradizionali manifatturiere sono diminuite e gli investimenti delle multinazionali hanno acquisito importanza. Il rapido sviluppo del Technical Parks per l’industria high-tech è una caratteristica moderna, associata alla crescita di ciò che è conosciuta come la cintura europea “Sun rise” lungo la costa mediterranea tra Valencia e il nord Italia. Barcellona soffre di serie congestioni del traffico e, da qui, la poco invidiabile reputazione come seconda città più rumorosa in Europa, dopo Sofia.

Negli ultimi 20 anni due grandi eventi, le Olimpiadi del 1992 e il Forum Universale delle Culture nel 2004, hanno permesso alla città di sottoporsi ad una trasformazione forse più radicale di qualsiasi altra città dell’Europa occidentale. Le autorità della città sono state in grado di investire in grandi progetti di infrastrutture e poter affrontare seri problemi all’interno della città.

Il rinnovamento urbano ha seguito un approccio di “cultura-led”, con una gentrificazione pianificata basata sull’architettura di altà qualità, nuovi musei ed hotel. I cambiamenti sono stati più drammatici nella città medievale, dove l’impressionante museo d’arte contemporanea ha contribuito alla trasformazione di uno dei distretti più malmessi della città, el Raval. La gentrificazione ha visto l’arrivo di molti bar e ristoranti nelle vicinanze del museo, ma ovunque le comunità di immigrati hanno preso il sopravvento sugli appartamenti che gli spagnoli non volevano più.

Così Barcellona offre un eccellente esempio di crescita urbana, dal medioevo ad oggi. Barcellona sottolinea il modo in cui nelle città moderne si combinano le maggiori tendenze internazionali (es. abitazioni con molti piani, quasi grattacieli, comunità chiuse ed investimenti giapponesi) con caratteristiche locali e distintive (l’architettura di Gaudì e la dimensione catalana).

Aree verdi a Barcellona

Barcellona è una città densamente popolata, con 5.060 abitanti/km nell’area metropolitana. La città si sviluppa da sud a nord, a causa del mare da una parte e dal parco metropolitano Collserola dall’altro. Il parco è di circa 1975 ettari e le aree verdi nella città di Barcellona rappresentano 17.7 m2 per abitante (tra aree verdi urbane e le aree forestali all’interno della città). Ha circa 560 ettari di parchi urbani.

L’educazione allo sviluppo sostenibile è una delle priorità della politica di Barcellona da quando si è impegnata, attraverso l’Agenda21, a promuovere lo sviluppo sostenibile insieme a molti attori locali (scuole, ONG, parti interessate,,ecc). Il dipartimento ambientale del Comune ha anche una rete di 12 orti urbani, distribuiti in diversi distretti. Tuttavia, dal 2006, le aree verdi sono un po’ diminuite (la città ha perso 150 000 alberi in 4 anni).

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Contesto degli orti urbani a Barcellona e in Catalogna

Il progetto EU’GO ha avuto luogo in molte aree urbanizzate dove la modernità e la tradizione sono collegate come descritto nel capitolo precedente. Le peculiarità degli orti urbani di Barcellona sono fortemente collegate con il rapido sviluppo urbano della città negli ultimi 20 anni e ai forti cambi nella mente della società. Anche il problema dell’acqua è una difficoltà corrente per tutti gli orti urbani nella nostra area. Storia

Sebbene gli orti urbani siano sempre esistiti nelle città, come giardino o orto privato, giardini vegetali e vivai, gli spazi verdi pubblici, essi non sono esistiti fino alla fine della rivoluzione industriale. Il crescente bisogno dei lavoratori dei centri industriali nella città ha portato alla progressiva mancanza di spazi vivibili. Questo incremento della popolazione è stato accompagnato da un’ assistenza sanitaria inadeguata, la totale assenza di igiene e l’inquinamento dalle industrie. Il concetto di “Parco Pubblico”, come spazio creato e fondato dal governo, è nato dal bisogno di ossigenare la città per renderla più salutare e creare uno spazio per il divertimento e lo svago.

A Barcellona, la creazione di spazi verdi pubblici è iniziata con la crescita delle mura della città, che sono poi state demolite nel 1854. Tuttavia, il primo spazio verde pubblico di Barcellona risale al 1816: “Il giardino del Generale”, creato da Francis Brown, generale capo del principato.

Nel 1872, il consiglio di Barcellona approvò il progetto di Josep Fontserè i Mestre per la costruzione del “Parc de la Ciutadella” (parco cittadino) e all’inizio del XX secolo, i parchi e le aree verdi cominciarono ad aumentare a Barcellona. Nel 1929, un’altra esibizione internazionale ha permesso al fenomeno di svilupparsi in altri posti famosi di Barcellona: il monte Montjuich, dove l’abbondante vegetazione e le risorse naturali hanno stimolato la creazione di un grande numero di frutteti e di orti comunitari.

La Guerra civile è stata un periodo di transazione nella creazione di nuovi parchi a Barcellona. Dopo questa e fino all’avvento del consiglio democratico, lo sviluppo delle aree pubbliche si concentrò specialmente nella sistemazione delle aree verdi esistenti, che furono dotate di infrastrutture ed attrezzature necessarie per il loro uso come parco. Il Parco Hill Monterols (1947), appartiene alla prima decade di questo periodo. Con l’avvento della democrazia (’80) fu iniziata la politica per la creazione di nuovi spazi verdi. Molte aree occupate da attrezzature antiquate furono trasformate in parchi, come Joan mirò Park, costruito nel 1983 sulla base del vecchio mattatoio al centro di Barcellona.

Il rinnovo urbano che ha avuto luogo a Barcellona, dopo le olimpiadi del 1992, così come l’esibizione universale del 1888 e del 1929, ha permesso che alcune parti della città con più carenze fossero rinnovate. Il rinnovamento includeva sia gli spazi urbani che quelli verdi.

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Rinnovamento urbano e orti

Lo sviluppo urbano e il rinnovamento dell’area metropolitana di Barcellona, per attirare nuovi investitori, turisti e produrre sviluppo economico è sempre stato parte di una politica

forte. Ma negli ultimi 20 anni (a partire dalle olimpiadi del 1992) è aumentato ed ha permesso la speculazione immobiliare che ha anche creato qualche effetto negativo per la popolazione. Le autorità della città e le imprese sono state in grado di investire in progetti infrastrutturali e fronteggiare i problemi interni della città. Anche se questo sviluppo ha trasformato Barcellona in una città moderna e attraente, ha anche avuto molte conseguenze sociali per la popolazione: sfratti, distruzione di interi quartieri, speculazione edilizia, spostamento di persone migranti e anziani fuori dalla città, ecc.

In questo periodo, la maggior parte degli orti urbani erano gestiti da persone anziane, vicini e famiglie in modo informale, collocati nella “terra di nessuno”. La maggior parte di essi sono scomparsi con il processo di rinnovamento. Se il processo di gentfricazione ha

fortemente influenzato gli orti urbani, ha anche obbligato i cittadini ad organizzarsi da soli in un altro modo: essere più organizzati e meno informali..ciò spiega perchè molti orti urbani a Barcellona sono gestiti da persone giovani come strumento per combattere contro il consumismo, la speculazione edilizia e per promuovere lo sviluppo sostenibile e le alternative al capitalismo.

Cittadinanza

Gli orti urbani sono una possibile risposta molto attraente per molte persone.

Seguendo la tradizione catalana di cittadinanza civile e di solidarietà, molti vicini si sono organizzati da soli per avere un proprio piccolo orto. Lo scopo è più culturale che di auto sussistenza (recuperare il legame con la natura), per il tempo libero (trascorrere il tempo libero in giardino), per la salute (cibo biologico, cooperative di consumatori), idealistico (partecipare a un consumo responsabile e a uno sviluppo sostenibile), sociale (usare gli orti come strumento educativo o sociale per alcuni beneficiari): in opposizione con la massiva società di consumo (nuovo modo di mangiare, piccole aree, giardini comunitari, cibi ecologici, gruppi e cooperative di consumo, ecc) e contro l’individualismo e la globalizzazione. La questione principale è quella di trovare un posto in balconi e giardini privati, terreni pubblici, terrazze comunitarie, terreni abbandonati, in cortili delle scuole, edifici occupati, spazi abbandonati, ecc. Molti giardini si trovano su proprietà legali, altri su pezzi di terra abbandonati che sono ignorati, accettati o tollerati dal Comune o dai proprietari in attesa di un possibile sfratto.

Bibliografia in lingua originale:

www.bcn.cat/mediambient

www.paufaus.net (la ciutat jubiliada)

http://huertos urbanosbarcelona.wordpress.com

Investigació Addaia Araguay Esmerats: Els horts urbans a la ciutat de Barcelona

Source: http://geographyfieldwork.com/BarcelonaUrbanDetail.htm

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Rete e tipi di orti urbani a Barcellona

La sola rete ufficiale al momento è quella del Comune. Nel 2009 e nel 2010 i giovani hanno avviato una rete di orti comunitari di Barcellona e organizzato parecchi meeting. La rete è stata abbandonata per mancanza di tempo e risorse, ma adesso è ripartita dall’iniziativa di molti ortisti comunitari.

Di fatto una trama comune tra tutti i tipi di orto sarebbe difficile da realizzare a causa dei diversi obiettivi. Ci sono diversi modi per dividere i tipi di orto e noi scegliamo l’approccio basato sul tipo di organizzazione.

Orti privati

Gli orti privati sono creati nelle case, sui balconi, sulle terrazze, dagli individui, dalle famiglie, dai vicini o amici. Generalmente sono piccoli appezzamenti di terra (alcune volte solo poche piante nei vasi) con autogestione e ricerche indipendenti (recentemente sono stati venduti molti libri di giardinaggio fai da te). L’obiettivo è lo svago e il contatto con la natura.

Orti precari

Sono gestiti da persone povere (anziani, immigrati) generalmente in aree illegali e spazi pubblici abbandonati (ferrovie, rive dei fiumi, ecc). Ci sono orti con alcune piccole serre, costruiti con poche risorse, con lo scopo di sfamare le famiglie per ragioni economiche. Di solito si rappresenta come una grande area (circa 8000 orti di più di 50m2 negli anni ’80), ma il Comune ha recuperato questi luoghi durante gli anni 20 fino ad oggi, quindi sono molto meno anche se non siamo in grado di quantificarli esattamente.

http://paufaus.net: La ciutat Jubilada

Orti pubblici

La rete degli orti urbani di Barcellona è un programma del Dipartimento per l’Ambiente che è stato designato per incoraggiare i partecipanti sopra i 65 anni in attività che migliorino l’ambiente, creando orti che impieghino metodi di agricoltura biologica.

Questo programma è iniziato nell’orto Can Mestres nel 1997, tuttavia non è il primo orto a Barcellona.

USO INDIVIDUALE USO COLLETTIVO

AUTOGESTITO Giardini/orti private Orti precari

Orti comunitari Orti associativi

GESTIONE SUPERVISIONATA

Orti pubblici Giardini pubblici

Orti soolastici Orti condivisi Orti associativi

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Il primo, chiamato Hort de l’Avi (orto del nonno) è stato aperto nel distretto di Gracia nel 1986, dopo la richiesta di un gruppo di vicini locali. Questi orti sono piccoli appezzamenti di terra tra i 24 ed i 40 mq dove sono piantati vegetali, piante aromatiche e fiori di stagione. Questo programma si rivolge a coloro che hanno superato i 65 anni di età e che sono registrati nel distretto dove il giardino è collocato. Questi individui devono essere in buone condizioni fisiche per poter svolgere l’attività di giardinaggio e non vivere con qualcuno che ha già un appezzamento nella stessa comunità. Si contano circa 12 orti divisi in circa 250 appezzamenti di 25-40 mq.

Il consiglio comunale della città di Barcellona è adesso impegnato in un processo per creare una nuova politica di agricoltura urbana che estenda la sua azione corrente sugli anziani agli individui, le famiglie e gruppi di persone. L’idea è di promuovere gli orti privati come anche condividere la gestione delle aree circostanti e del vicinato. www.bcn.cat/parcsijardins

Orti scolastici

Si sono sviluppati rapidamente negli anni passati negli asili e nelle scuole primarie e secondarie, grazie alle motivazioni e all’interesse di insegnanti e parenti, grazie all’associazione (AMPA) e anche allo sviluppo nell’educazione di programmi come “Agenda21” e “ Green Schools”. Durante il 2009 ed il 2010,a Barcellona 30 scuole si sono qualificate come “Green School” e circa 270

scuole in “Agenda 21”. Il Comune sta investendo risorse per aiutare i centri educativi a sviluppare orti scolastici. Gli obiettivi sono vari: educazione allo sviluppo sostenibile, svago, contatto con la natura, educazione al cibo e al consumo, apprendimento tra pari, attività all’aperto, relazioni sociali, ecc.

http://www.bcn.cat/agenda21/a21escolar/

http://www.gencat.cat > Medi ambient > Programa Escoles Verdes

Orti comunitari

Aumentano di giorno in giorno, sono per la maggior parte organizzati e gestiti da giovani o vicini di quartiere, in alcuni luoghi legali o occupati. L’obiettivo è strettamente collegato alla trasformazione sociale, alla ricerca di un consumo più responsabile, lo sviluppo sostenibile, produzione locale, legami sociali, organizzazione non gerarchica, ecc. Gli appezzamenti utilizzati sono piuttosto piccoli (tra 159-200mq).

Alcuni di loro, presenti in aree pubbliche o private, sono concessi in prestito agli stessi utenti (vicini dei centri culturali, studenti universitari, ecc). ; altri stanno usando aree abbandonate, e una parte del movimento“okupa” (abusivi) usa gli orti urbani per protestare contro la speculazione edilizia e per proporre un modo di vivere alternativo.

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Gli orti urbani giocano un ruolo attivo in questi movimenti, migliorano le connessioni intergenerazionali e di vicinato, la coesione sociale e la partecipazione attiva e comunitaria. Can Masdeu è il più famoso e grande orto comunitario: un vecchio lazzaretto nella foresta di Collserola a Barcellona, abbandonato dall’ospedale Sant Pau e occupato abusivamente da giovani dal 2000. Nel 2002, il movimento ha proposto di lavorare con signori e anziani del distretto per creare degli orti. In questo modo, hanno creato più di 30 appezzamenti su un’area di 2800mq.

http://urbangardensbarcelona.wordpress.com

Orti associativi

Anche i giardini associativi stanno aumentando velocemente. Sono stati creati per la maggior parte da giovani e adulti interessati in progetti di sviluppo intorno al giardinaggio,

l’educazione allo sviluppo sostenibile, il consumo responsabile, ecc.

Gli orti di solito sono affittati (in accordo con persone anziane che non possono più gestire il terreno) o di proprietà (giardini di famiglia).

L’idea è di andare oltre l’orto privato: organizzare attività sociali, istruire al giardinaggio, educare e sensibilizzare allo sviluppo sostenibile e al consumo responsabile.

Generalmente hanno difficoltà a raccogliere fondi e li trovano attraverso contributi

pubblici, corsi di formazione, terreni in affitto, fornendo consulenza ed altre attività. Alcuni di essi possono auto convertirsi in imprese. Gli scopi sono vari: gestione di terreni e di orti, educazione allo sviluppo sostenibile, progetti sociali e agricoli, ecc., alcune associazioni stanno anche lavorando su un supporto trasversale come associazioni di banche dei semi.

Questa classificazione non è esaustiva e alcuni orti sono difficili da classificare. Dovrebbero esserci altri tipi di orti, non ancora rappresentati ma questa prima classificazione da una panoramica della situazione.

La nostra rete locale

Abbiamo individuato gli orti e le associazioni interessate in scambi di attività,all’ imparare dagli altri, scoprire pratiche di altri paesi ed avere qualcos’altro da apprendere e insegnare agli altri.

La nostra rete è aperta e gli orti possono entrare nel progetto.

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Significa che la rete non è chiusa ed è in costante movimento, al momento possiamo individuare varie reti:

• 3 orti associativi da Cardedeu (una città a 45min da Barcellona), Esbiosfera e Phoenicurus che creano orti per formare adulti, istituire cooperative per il consumo responsabile, organizzare attività, sensibilizzare sull’argomento le famiglie di Barcellona e dintorni. Anche l’associazione Llavors orientals è una banca di semi per la regione.

• 3 orti comunitari: l’Hort del Xino con sede a Raval, un distretto multiculturale al centro di Barcellona ed è un orto comunitario e autogestito in un “solar” occupato abusivamente (la costruzione è stata distrutta dall’interno e rimasero solo i muri: l’orto si trova al centro della costruzione). Anche l’ “Hortet del Forat” ha una grande storia. Nel centro di un distretto povero e multiculturale, al centro di Barcellona, il comune ha deciso di distruggere vecchie case, sfrattare i suoi abitanti e costruire edifici nuovi e moderni. Il vicinato ha fortemente reagito alla speculazione ed ha chiesto di avere luoghi pubblici con orti, con consulenza pubblica per la popolazione locale. Hanno occupato il posto per settimane e alla fine hanno avuto successo: il comune ha abbandonato il progetto ed ha trasformato il luogo in uno spazio pubblico “donando” orti urbani alla comunità. La posizione dell’orto è famosa ed è conosciuta oggi come il foro della vergogna. Can Masdeu è anche parte di alcune attività del progetto.

• Orto scolastico in un distretto di immigrati di un sobborgo di Barcellona: INS Terraroja è un orto scolastico di una scuola secondaria introdotto e gestito da insegnanti motivate.

• Orto comunitario del vicinato in un centro culturale: il Guinardo è un distretto di Barcellona dove vivono molti anziani ed immigrati spagnoli. Il centro “civico” è uno spazio pubblico del comune che offre molte attività e rappresenta un luogo di benvenuto nella vita locale.

• Orto di Conreu Sereny (Badalona) sta lavorando anche per la produzione e l’auto- imprenditorialità in terre del monastero con l’orto di Llavors Fundacio Benallar, residenza per immigrati, usando l’orto come strumento di integrazione.

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Situazione globale: storia del giardinaggio urbano in Germania

Il giardinaggio ha una lunga tradizione in Germania. Nel medioevo - tempo in cui le regioni erano essenzialmente agricole- gli orti si trovavano principalmente nei monasteri, usati per la coltivazione di piante medicinali ed erbe.

Con l’Illuminismo uomo e natura furono messi a fuoco. Attraverso l’educazione, le persone dovevano essere consapevoli dell’ambiente e dei fenomeni naturali. Il primo orto scolastico fu fondato alla fine del XVII secolo. Nel XVIII secolo, all’impatto puro della conoscenza è stato aggiunto un approccio educativo riformista. Insegnanti ben noti come Johann Heinrich Pestalozzi, Maria Montessori e Friedrich Frobel, legarono nei loro concetti il giardinaggio, gioco, corpo e spirito. Il numero di questi orti rimane, tuttavia, limitato.

Alla fine del IXX secolo, in Germania, l’industrializzazione e l’urbanizzazione furono avviate. Nelle città emergenti vivevano sempre più persone. La densità di popolazione salì. C’erano povertà estrema e fame, carenza di alloggi ed inquinamento. La borghesia temeva la rivolta dei lavoratori.

Orti scolastici

Il primo orto scolastico fu fondato nel 1920 a Berlino come orto centrale. Negli anni successivi molti orti furono creati direttamente nelle scuole. In 10 anni il concetto di orto scolastico si stabilì.

Questo boom non ha solo uno sfondo educativo riformista. La prima guerra mondiale era appena terminata e la popolazione soffriva la fame. Gli orti provvedevano principalmente all’approvvigionamento alimentare. Un simile risultato si ebbe alla fine della seconda guerra mondiale. Anche qui, fame e approcci pedagogici riformisti hanno incrementato l’importanza degli orti scolastici.

La divisione della Germania, negli anni 40, portò a due diverse direzioni di sviluppo.

Nella Germania dell’est, il lavoro degli orti scolastici era una materia scolastica dalla prima alla quarta elementare. Ogni scuola aveva il proprio giardino. Specialmente nei primi anni, la produzione di cibo era lo scopo principale. Ma anche il giardinaggio era espressione di un concetto educativo: l’insegnamento politecnico.

Oltre all’apprendimento della teoria, gli alunni dovevano fare pratica. I bambini avevano un contatto precoce con la produzione e i lavoratori.

GERMANIA

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Nella Germania dell’ovest, il giardinaggio non era una materia scolastica. Fu deciso di occuparsi della manutenzione dei giardini. Molti furono trascurati o trasformati in prati. Solo con la crescita de movimento ambientale l’interesse per l’orto scolastico è aumentato. La riunificazione, nel 1989, offrì l’opportunità di accettare il concetto degli orti scolastici della Germania orientale. Ma questa opportunità non fu afferrata! Al contrario, molti orti scolastici furono aboliti dalla Germania dell’est. Anche a Berlino, nel 2010, solo il 35% di tutte le scuole possedeva il proprio orto.

Appezzamenti

Le conseguenze legate all’industrializzazione come povertà, fame e pericoli di rivolta, dovevano essere contenute, poiché la società capitalista correva il rischio di collassare. La formazione di piccoli orti si rivelò un metodo utile. Per un affitto simbolico i lavoratori avevano l’opportunità di esprimere se stessi con la natura e produrre cibo per uso proprio.

Oggi gli orti sono regolati da vari regolamenti locali. La grandezza dell’appezzamento è limitata (max 400mq) così come la taglia degli alberi (max24m)., almeno un terzo dell’area deve essere usata per coltivare prodotti per uso proprio. Inoltre ogni associazione ha uno statuto che può specificare i dettagli della coltivazione, così come l’altezza della siepe. Anche se i regolamenti scoraggiano i giovani, la richiesta di orti, supera la disponibilità di terreno- specialmente nelle grandi città.

Adesso in Germania ci sono più di un milione di orti, soprattutto nelle città. Attualmente a Berlino se ne contano 74000 e a Potsdam 5600. In entrambe le città i piccoli orti sono visti dai politici come beni di valore da preservare. Tuttavia, qualche volta, le città distruggono i piccoli orti per costruire nuove strade per stabilimenti commerciali e residenziali.

Progettazione del paesaggio

Un altro aspetto è la tradizione della progettazione del paesaggio in Germania. È radicata nell’architettura da giardino. Anche i giardini in stile Barocco esistono ancora (es. Sanssouci Park a Potsdam). Durante l’industrializzazione del IXX secolo (crescita urbana, aumento della popolazione), i parchi pubblici furono aperti per consentire ai residenti di entrare in contatto con la natura.

Dal XX secolo, l’intera città è concentrata sulla progettazione del paesaggio (es. creazione di aree verdi tra i distretti per una migliore ventilazione dei quartieri). Poiché molte comunità avevano problemi finanziari, la manutenzione degli spazi verdi non era sempre garantita.

Interkulturelle garten (Giardini interculturali)

Oltre ai 120 orti interculturali esistenti in Germania in 16 regioni, ne sono stati progettati altri 67.

Gli orti interculturali sono costruiti da persone che hanno o meno un passato da migrante. Insieme seminano e raccolgono frutti, fiori e vegetali. Condividono la loro conoscenza, cucinano insieme e si scambiano semi ed esperienze. Il surplus viene venduto o dato via.

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Il giardinaggio è strettamente collegato alla sensibilizzazione alla natura: la conoscenza di erbe medicinali, moltiplicazione di semi, coltivazione di vegetali verdi selvatici. La bellezza della natura trova una nuova risonanza.

L’orto è anche un posto dove cultura urbana ed ospitalità si uniscono. Gli immigrati escono ed usano gli spazi pubblici. I giardini interculturali assumono il ruolo di luogo d’incontro nel

distretto: sono celebrate feste, giovani madri si incontrano per organizzare workshop e impartiscono le loro conoscenze. Per esempio, le donne bosniache organizzano workshop sulle erbe medicinali nel Rosenduftgarten, a Berlino. Producono sapone e tè dalla calendula per usi personali. Nel giardino naturale multi - generazionale di Ilohow (bassa Sassonia) hanno luogo attività educative. A Kaufbeuren (Bavaria) un’insegnante etnica russa ha in affidamento un giardino sensoriale, che visita regolarmente con bambini di origine turca.

Così le persone da tutto il mondo con diversi sfondi educativi, abilità e bisogni interagiscono gli uni con gli altri e con la natura.

La situazione a Potsdam e a Berlino

Mappa di Potsdam:

Distretto

1 Potsdam Nord

2 Nördliche Vorstädte

3 Westliche Vorstadt

4 Innenstadt

5 Babelsberg

6 Potsdam Süd

7 Potsdam Südost

8 Nördliche Ortsteile

Fonte: Landeshauptstadt Potsdam

(2011): Potsdam in Zahlen 2010 –

Ein statistisches Stadtporträt

Aree verdi

Acqua

Aree residenziali

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Potsdam è il capoluogo di Brandenburg, vicino Berlino (20-40 min di treno). È una regione turistica e molto famosa. La città ha molti parchi ed aree verdi. La città ha una superficie di 187,5mq (di cui 30,7% agricola, 25,1% foreste, 4.7% aree ricreative e 4.2% parchi ed aree verdi).

Potsdam ha molti parchi storici e pubblici con vari regolamenti. Nella città ci sono orti (215 al momento) i quali esistono già dal XX secolo e sono tipici della Germania.

Berlino e Potsdam sono molto diverse per quanto riguarda la progettazione del paesaggio e il giardinaggio urbano.

Dopo la riunificazione della Germania, nel 1990, Berlino ha riguadagnato il suo status di capitale dell’intera Germania. Città mondiale per cultura, media e scienza, ha una superficie di 891,85kmq (di cui 4.2% agricolo, 18.3% foreste, 11.5% aree ricreative, 6.7% acqua). La città ha una densità di 3932 abitanti/kmq.

I parchi pubblici e storici di Berlino sono famosi . i 73694 appezzamenti (929 orti) ricoprono approssimativamente 3030 ettari, ovvero il 3.4% della superficie totale della città.

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Giardinaggio urbano al Projekthaus Potsdam

Siamo impegnati nel giardinaggio urbano da parecchi anni. Lo scorso anno abbiamo costruito un nuovo letto rialzato (giardino roccioso). Su questo, ci abbiamo piantato solo piante tipiche della zona con un aspetto permaculturale. Abbiamo piantato erbe per la vita di tutti i giorni (salvia) e piante utili per gli insetti.

Un altro progetto che abbiamo realizzato è INSEKTENHOTEL (hotel per gli insetti) per ogni tipo di api ed altri insetti. Inoltre, al fine di aumentare le diversità biologiche abbiamo costruito un Bebjeshecke (siepe morta). È un muro di travi in legno e foglie. Poi, è stato creato un habitat per gli insetti e gli uccelli ed è stata intensificata la produzione biologica. Per noi è importante portare più natura nel parco, per offrire agli abitanti diversi animali.

Un argomento molto importante per noi è la sussistenza. Pensiamo che in un mondo con problemi ambientali è importante trovare nuove soluzioni. Una di queste è di avere un proprio orto con propri prodotti, come ortaggi e frutta.

Torniamo indietro, avere un proprio orto con piante tipiche ed un cibo senza fertilizzanti chimici. Vogliamo usare erbe per ricette tradizionali e produrre opuscoli per condividere le conoscenze di generazione in generazione.

Reti locali

Nella nostra regione ci sono diversi progetti di orti urbani. Abbiamo anche un nostro orto comunitario per tutte le persone che vivono nel Projekthaus Potsdam e per le persone che vogliono visitarci per lavorare nel progetto. Nella nostra regione stiamo lavorando insieme a diversi progetti. Ogni orto ha la propria sistemazione

Postdam

Schul- und Integrationsgarten am Schlaaz/ Interkultureller Garten Potsdam:

Si tratta di un orto comunitario avviato da stranieri, provenienti da più di 10 nazioni diverse. Tutti i partecipanti hanno il loro appezzamento, ma tutti lavorano comunque insieme.

L’area dove gli orti sono collocati è di proprietà della città.

L’orto ha due aree diverse: una parte è per la scuola e l’asilo del quartiere e l’altra parte è un orto interculturale. Qui le persone provenienti da diverse nazioni si uniscono per fare del. Tutti hanno un proprio appezzamento e hanno a disposizione una piccola casa con una cucina ed un bagno. In questa casa sono conservati gli strumenti per il giardinaggio.

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Page 45 European Urban Gardens Otesha: Stato dell’ Arte in Germania

Il problema principale di questi giardini è che sono minacciati da gruppi di estrema destra. Negli ultimi anni, le piccole case sono state bruciate 3 volte e c’è stato il bisogno di ricostruirle. Ma la comunità ha ottenuto il supporto della città e da centri di costruzione.

Wagenburg Hermannswerder/ Tornowstr. 38:

È un progetto alternativo della penisola Hermannswerder. Questo progetto consiste in 8

costruzioni di case e una casa principale. Attualmente ci sono 13 adulti ed 8 bambini che vi

vivono insieme. L’aspetto principale di questo progetto è quello di vivere a stretto contatto con

la natura. Il progetto produce energia propria dal fotovoltaico e ritiene molto importante il

riutilizzo dei materiali.

È anche un progetto di giardinaggio. C’è un orto privato per le persone che vivono lì ed un”orto aperto”. Il secondo è come un orto comunitario. Ogni mese ci sono un brunch aperto con musica e prodotti fai da te.

I membri del progetto organizzano workshop anche per bambini. Spiegano loro il ciclo della natura e costruiscono nicchie ecologiche.

Projekthaus Potsdam: (Vedi paragrafo precedente)

È un progetto di una casa con diversi spazi di lavoro. Siamo stati riconosciuti come “Mehrgenerationen haus” (casa multi generazionale). Nell’orto lavoriamo insieme con persone diverse. Offriamo workshop per chiunque (in particolar modo per i giovani), eventi in giardino, campi lavoro e molto altro.

Schulgarten Freie Schule Potsdam:

La “Freie schule potsdam” è una piccola scuola privata con alunni dai 6 ai 12 anni. La scuola ha un proprio orto. Hanno fondato un regolare gruppo di giardinaggio e fanno giardinaggio con gli alunni durante le ore di lezione. La scuola offre anche workshop. Spiegano il ciclo della natura e da dove arrivano gli ortaggi e la frutta dei supermercati.

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Urban Garten Projekt Freiland e.V. Potsdam:

È un nuovo progetto che esiste da circa un anno. Hanno iniziato creando il proprio orto, l’area di “freieland” è uno spazio aperto, dove le persone possono visitare lìorto. È un’organizzazione senza scopo di lucro con il proprio gruppo di ortisti, gruppo auto-organizzato con 10-15 persone di età diverse che lavorano insieme. Lo scopo principale è di creare più aree verdi nella città. Vogliono creare spazi verdi per chiunque, senza regolamenti, che oggigiorno sono molto comuni nei parchi pubblici.

Land del Brandenburgo

Lokomotive Karlshof (near Templin):

Questa cooperativa è un progetto agricolo con una caratteristica non-commerciale. Lo scopo è di non produrre per vendere nei mercati piuttosto, la produzione è vista come un progetto comune. La condivisione della raccolta è indipendente dalla prestazione dell’individuo ed è eseguita senza pagamenti/retribuzioni.

L’esperimento è iniziato nel 2006. L’orto è situato in un’area rurale a 90km a nord di Berlino. I giardinieri portano i loro prodotti (principalmente patate), specialmente a Berlino e li condividono. Il progetto è incluso in una rete di diversi gruppi. Il principale gruppo di lavoro è formato da 6 persone a Templin, ma la rete di aiutanti è più vasta (50-70 persone).

http://www.gegenseitig.de/unsere-pag/projektgruppe-karlshof.htm

Berlino La situazione è diversa da quella di Potsdam. Gli orti si trovano direttamente in città, in quartieri con alta densità, dove vivono persone di diverse nazionalità.

Attualmente a Berlino ci sono circa 20 orti interculturali e approssimativamente, 15 grandi orti comunitari. Molti altri sono stati progettati. Alcuni degli orti comunitari più famosi sono nati da iniziative dal basso.

Prinzessinnengarten Berlin:

Attualmente è il progetto più famoso di orto urbano a Berlino. L’orto (6000mq) è situato vicino Moritzplatz in Kreuzberg - un distretto noto per il suo stile di vita verde.

Questo orto, fondato nel 2009, è ad “uso temporaneo”di terra incolta (l’appezzamento è oggetto di speculazione). Poiché il contratto scade nel 2013, l’orto consiste interamente in “letti mobili”(scatole di pane, di latte, di riso).

Ci sono solo appezzamenti comunitari, dei quali il raccolto è venduto direttamente ai ristoranti e negozi (prezzi scontati per gli ortisti). Per pagare l’affitto, davvero molto alto (2300 euro al mese), è necessario questo tipo di approccio

commerciale. L’orto è di proprietà del Nomadisch Ggrun (no profit).

http://prinzessinnengarten.net/about/

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Page 47 European Urban Gardens Otesha: Stato dell’ Arte in Germania

Ton Steine Gärten:

Questo orto (1000mq) si trova a Berlin-kreuzberg vicino Mariannenplats e Georg-van Rauch-Haus (una casa famosa occupata abusivamente). Il nome Ton Steine Garten si riferisce al noto gruppo musicale Ton Steine Scherben che è stato un portavoce del movimento di sinistra durante gli anni '70 e '80 in Germania e ha usato il Georg-von-Rauch-Haus per le prove.

Questo orto è il risultato di un’occupazione. Dopo la fine della disputa, in realtà, è stato progettato per essere permanente (non è necessario alcun canone di locazione per la città). Poiché il Comune ha proibito la costruzione di recinti, ci sono problemi di vandalismo e furti. Questi problemi sono adesso ridotti, perché l’orto è riconosciuto nel vicinato (ci sono lunghe liste d’attesa per prendere un appezzamento). L’orto è gestito da circa 40 ortisti. Consiste principalmente in appezzamenti privati, ma ci sono anche quelli comunitari. Operatore del giardino è la società Ton Steine Garten e.V .

http://gaerten-am-mariannenplatz.blogspot.com

Allmende Kontor:

Questi orti (500mq) sono situati su un’area del vecchio aeroporto di Tempelhof, che sarà un futuro sito per la costruzione di case residenziali (il contratto scade nel 2016). Per questo motivo e per la contaminazione del suolo aeroportuale ci sono solo letti mobili. L’orto comprende circe 300 appezzamenti privati.

L’affitto (5000 euro l’anno) è pagato dalle donazioni dei 700 ortisti. Un’espansione dell’area è stata pianificato per il 2013 (c’è una lunga lista d’attesa di persone interessate). Lo scopo del progetto non è solo il giardinaggio, ma anche il trasferimento di conoscenza. Altre iniziative sono le benvenute e sono offerti workshop (es. la costruzione di letti rialzati). Inoltre il progetto vuole creare una banca di semi che tutti gli orti di Berlino possono utilizzare per lo scambio di semi. L’operatore dell’orto è la società incorporata Workstation Ideenwerkstatt Berlin

http://www.allmende-kontor.de

Rosa Rose:

Questo progetto è stato avviato a Berlino-Friedrichshain, ma è stato costretto più volte a cambiare locazione.

Fondato nel 2004 su una terra privata incolta, l’orto ha dovuto chiudere nel 2008 poiché gli investitori volevano edificare. Nell’inverno 2009/2010 c'è stato un breve soggiorno su un terreno di fondi immobiliari pubblici. Dall’aprile 2010 il progetto usa il centro di un parco pubblico di una zona residenziale. È stato concluso un contratto con il consiglio della città.

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Per un periodo di 5 anni, il gruppo potrà usare il terreno senza costi ed è possibile una successiva proroga del contratto. http://www.rosarose-garten.net/en/home

Orti in locazione per una stagione

È un modello commerciale relativamente nuovo nel giardinaggio urbano. L’idea è nata verso la fine degli anni 80 in Austria e si è diffusa anche in Germania.

Una società di noleggio, stipula contratti con i contadini. A primavera questi piantano (vicino alle grandi città) vari ortaggi e fiori. In seguito, il campo è diviso in diversi appezzamenti (approssimativamente 50-100mq) e sono offerti dalle società per una stagione.

Questa forma di giardinaggio attualmente riscuote grande successo. Il numero delle società di noleggio cresce di anno in anno (specialmente nella Germania occidentale e Berlino).

La più grande compagnia di questo mercato è Meine ernte, con 20 terreni coltivabili in 16 città.

Ulteriori locazioni saranno aperte nel 2013.

Stiftung Interkultur

Stiftung Interkultur (fondazione interculturale) è il maggiore ente di beneficenza nel settore del giardinaggio urbano. L’organizzazione di coordinamento nazionale è stata fondata nel 2003. Consiglia sulla realizzazione e manutenzione degli orti, coordina reti di ricerche e pubblica risultati. Dona supporto finanziario e offre workshop. Gli orti hanno l’opportunità di presentarsi sulla loro homepage.

Bibliografia in lingua originale:

Amt für Statistik Berlin-Brandenburg (2011): Die kleine Berlin-Statistik 2011.

Ines Binder: Seminararbeit. Der Schulgarten. Geschichte, Konzepte, Ziele.

Landeshauptstadt Potsdam (2011): Potsdam in Zahlen 2010 – Ein statistisches Stadtporträt

Senatsverwaltung für Bildung, Wissenschaft und Forschung (2010): Bildung für Berlin. Berliner

Gartenarbeitsschulen. 90 Jahre Grüne Lernorte in den Berliner Bezirken.

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Page 49 European Urban Gardens Otesha: Stato dell’ Arte in Italia

Contesto globale

L’Italia è considerata uno dei Paesi più belli, più romantici e affascinanti grazie ai suoi monumenti, alla sua storia, alla sua arte, le sue città antiche e le sue tradizioni.

È il 4° Paese più visitato del mondo, con più di 60 milioni di abitanti (secondo i dati del 2011), la sua densità è la più alta degli altri maggiori paesi dell’Europa occidentale.

L’area più popolata è quella della Pianura Padana, che comprende circa 8 regioni nel nord-ovest dell’Italia e città come Milano, Torino, Piacenza, Bergamo, Brescia, Parma, Bologna e le aree metropolitane di Roma e Napoli, mentre vaste regioni sono popolate in modo sparso, come le Alpi, gli Appennini, la Basilicata e la Sardegna.

Demografia

L'Italia è stato un paese di emigrazione di massa dalla fine del IXX secolo. Il termine “diaspora italiana” si riferisce alle migrazioni italiane di massa verso altri Paesi durante il periodo iniziale dopo la riunificazione dell’Italia del 1861 fino alla fine del miracolo economico nel 1960. La diaspora italiana riguarda circa 25 milioni di italiani ed è considerata la più grande migrazione contemporanea.

Dall’altra parte, durante il miracolo economico italiano, vi furono migrazioni interne nella stessa Italia, dalle zone rurali del sud alle zone industrializzate del Nord.

ITALIA

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Page 50 European Urban Gardens Otesha: Stato dell’ Arte in Italia

Dal 1980, l’Italia sta vivendo migrazioni in larga scala durante la sua storia moderna. Secondo il Governo Italiano, ci sono più di 4.6 milioni di residenti stranieri in Italia, che costituiscono il 7.5% della popolazione registrata nel gennaio del 2011.

Più del 20% della popolazione è sopra i 65 anni (il 3° paese più anziano dopo il Giappone e la Germania), e dall’altra parte il 17,5% della popolazione è sotto i 18 anni, g raz i e p r i n c ipa lmente a l l e immigrazioni massive degli ultimi 20 anni.

Economia

A partire dalla seconda guerra mondiale, l’Italia si è sviluppata trasformandosi da una società principalmente agricola a una potenza industriale.

L’economia è caratterizzata da una vasto settore statale, imprese a conduzione familiare che rappresentano il perno del settore privato, alti livelli di protezionismo e forti differenze regionali. Mentre il Nord è altamente industrializzato, il Mezzogiorno rimane un’eccezione. Il tentativo di attirare nuovi investitori ha avuto successo nelle zone immediate a sud di Roma, ma ovunque il crimine organizzato ha dissuaso gli investitori e dirottato i fondi statali.

Dopo la sua rapida crescita industriale, l’Italia ha speso molto tempo nel risolvere i suoi problemi ambientali. Dopo diversi miglioramenti, oggi è 84° nel mondo per la sua sostenibilità ecologica. I parchi nazionali coprono circa il 5% del Paese, appena un terzo del territorio italiano è arabile e disponibile per la coltivazione.

Roma

Roma è la capitale dell’Italia, capoluogo della regione Lazio e città principale della provincia di Roma. È anche la città più grande e più popolata con più di 2.7 milioni di residenti, più 4.2 milioni di persone che di solito arrivano a Roma per lavoro, e vivono nella vasta area intorno Roma (approssimativamente può essere identificata come le sue provincie amministrative).

Secondo gli ultimi dati ISTAT, circa il 9.5% della popolazione è straniera, mentre i rom vivono in campi illegali e c’è un crescente numero di senzatetto, principalmente non italiani.

SUDDIVISIONE ETA’ POPOLAZIONE ITALIANA

POPOLAZIONE URBANA/RURALE (2004)

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Page 51 European Urban Gardens Otesha: Stato dell’ Arte in Italia

Essendo la capitale d’Italia, Roma ospita tutte le principali istituzioni della nazione, come il Presidente della Repubblica, il Governo, il Parlamento, la Corte di giustizia, le rappresentanze diplomatiche di tutte le città dello stato italiano e della città del Vaticano. Molte istituzioni straniere sono collocate a Roma.

Sebbene l’economia di Roma è caratterizzata dall’assenza di industrie pesanti ed è ampiamente dominata dai servizi, le compagnie di alta tecnologia, istituti di ricerca, attività edili e commerciali (soprattutto banche) e un ampio sviluppo per il turismo, sono settori importanti e dinamici per la sua economia.

Roma è una città moderna ed urbanizzata con un’ampia metropolitana, ma se mettiamo a confronto la popolazione con la totale espansione del territorio, Roma ha una delle più basse densità di popolazione d’Italia.

Infatti, almeno il 68% del suo territorio è formato da aree verdi, il 34% di questo territorio verde è indicato per attività agricole e le aree rurali e sono ancora all’interno della zona urbana: questo rende Roma unica, una delle più grandi città agricole. Roma occupa il 4° posto in Europa per la città più verde.

L’AREA URBANA DI ROMA

Come possiamo vedere dalla mappa, all’interno dei confini urbani le aree verdi, come parchi ed aree vuote, sono molto ampie. Questo fa di Roma una città con una conformazione geografica distinta.

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Page 52 European Urban Gardens Otesha: Stato dell’ Arte in Italia

Il fenomeno degli orti urbani in Italia

Dare una definizione chiara, universalmente accettata e unidimensionale ai moderni orti urbani in Italia è abbastanza complesso. Anche una traduzione potrebbe causare alcune incomprensioni.

Nella lingua italiana esistono due traduzioni per “urban garden”: ORTO URBANO e GIARDINO URBANO, il primo si riferisce ad un pezzo di terra dove le persone coltivano ortaggi, fiori, erbe aromatiche e frutta in un contesto urbano, il secondo si riferisce alla stessa cosa, ma può trovarsi sia nelle aree pubbliche che in quelle private.

Il giardinaggio urbano in Italia non è un fenomeno nuovo.

Fino alla fine del XIX secolo, Roma ed altre grandi città italiane avevano ancora un paesaggio rurale, si coltivava nelle città, e gli orti urbani erano comuni. Durante il periodo fascista, la pratica fu supportata e promossa per perseguire l’ideale dell’Italia rurale, fondata sull’agricoltura. Durante la seconda guerra mondiale, gli orti urbani divennero un importante strumento di sussistenza e il loro numero crebbe significativamente.

Il miracolo economico italiano, 1950-1960, trasformò il giardinaggio urbano in

un’attività economica controproducente e diventò il simbolo delle classi basse; durante questo periodo l’agricoltura si sviluppò nelle aree marginali. In Italia, ci fu il boom del fenomeno negli anni 70, quando i cittadini iniziarono a riconquistare le aree periferiche (rive di fiumi, aree contigue o ferroviarie) o aree agricole semi abbandonate, e a creare orti comunitari condivisi. La maggior parte degli orti urbani in Italia non supera i 500mq.

L’orto urbano moderno è cambiato, prendersi cura di un orto non è solo collegato alla produzione di cibo, ma è anche un passatempo sociale, educativo; il tipico ortista italiano è descritto come un uomo tra i 50 ed i 60 anni, anziano, pensionato, operaio, impiegato, artigiano. Ma ultimamente, anche i giovani, donne e uomini, si stanno dedicando al giardinaggio, alla ricerca di nuove attività per il tempo libero e motivati a contribuire allo sviluppo sostenibile del territorio urbano.

Tra il nord ed il sud la situazione in Italia è diversa. Al nord, possiamo trovare molte iniziative pubbliche per la creazione di orti urbani. Il fenomeno è ampiamente diffuso e città come Bologna, Milano, Modena e Ferrara ne sono i pionieri. L’amministrazione pubblica ha messo a disposizione appezzamenti di terra e li ha organizzati in appezzamenti individuali o condivisi per i cittadini. Sul sito web del comune di Bologna c’è una sezione dedicata agli urbani con una procedura di registrazione basata su un sistema di lista d’attesa. Gli orti sono affidati secondo criteri di residenza e numero di componenti familiari. Il costo di affitto è di 50 euro all’anno ed è considerato come rimborso al comune per l’uso di acqua ed elettricità.

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Page 53 European Urban Gardens Otesha: Stato dell’ Arte in Italia

Al sud, la situazione non è così sviluppata, a parte alcune iniziative isolate il fenomeno non si è diffuso come in altre parti d’Italia.

Orti urbani a Roma

Roma ha la caratteristica di una città agricola, con terre coltivate all’interno dei confini urbani e un incredibile numero di parchi ed aree protette.

Durante il XX secolo era possibile trovare orti al centro della città, vicino al Colosseo o ai Fori Imperiali, annessi a piccole case costruite con materiali riciclati, chiamate baracche.

Oggi, a Roma il fenomeno degli orti urbani è importante, molte iniziative sono diventate oggetto politico: una richiesta dei cittadini per un migliore ambiente urbano nelle aree più degradate.

Nonostante questo, non c’è molto supporto del comune per la creazione di aree legali dedicate al giardinaggio urbano, e i cittadini e le organizzazioni trovano molte difficoltà ad avviare ogni tipo di iniziativa legale di orto urbano. L’agricoltura a Roma ha ancora un carattere informale.

Tra il 2003 e il 2006 l’ U.O. promozione Agricoltura della città di Roma Capitale ha realizzato il primo censimento di orti urbani, censimento degli orti spontanei

di Roma, dedicato agli orti informali. Il censimento sfortunatamente non contiene informazioni complete riguardo gli orti urbani informali.

Un altro progetto di ricerca, Ricovero ed uso delle zone marginali e degradate di Roma, fu avviato nel 2008, dalla società geografica italiana, in collaborazione con Roma e l’università Tor Vergata.

Il comune di Roma ha dedicato un Dipartimento agli orti urbani, l’U.O. ORTI URBANI, ma non ha creato un orto urbano fino al 2010. Oggi il parco a orti della città di Roma è gestito dall’associazione “Fosso Bravetta”.

Molti cittadini sono in attesa del loro appezzamento, ma c’è una lunga lista d’attesa e questa iniziativa non è sufficiente a soddisfare la domanda. Il comune sta progettando di aprire 2 nuovi orti urbani pubblici e sta supportando il progetto di giardino urbano a Ciampino, in collaborazione con Slow food Italy, più altre proposte che provengono dai cittadini stessi.

Un’altra recente iniziativa è l’adozione di area verdi pubbliche (2012), un’iniziativa del comune di Roma con l’intento di coinvolgere cittadini, associazioni e comitati di quartiere nel mantenimento di aree verdi pubbliche abbandonate.

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Roma non ha una tradizione che riguarda l’amministrazione e la gestione di orti urban. L’agricoltura urbana a Roma non è stata riconosciuta, supportata e regolata se non fino a qualche anno fa.

L’agricoltura urbana a Roma mantiene un carattere fortemente informale, il che vuol dire che gli orti urbani sono creati e gestiti senza contratti di affitto o altre forme di regolamentazione per l’utilizzo del terreno- tutti gli orti comunitari nascono su iniziativa dei cittadini o dalle iniziative delle associazioni; il settore privato sta iniziando a mostrarvi interesse.

Oggi il Comune ha aperto una tavola rotonda con alcuni orti urbani rappresentativi, al fine di definire alcune linee guida che dovranno essere approvate dal Consiglio Comunale. La strada è ancora lunga ma gli orti urbani sono forti e determinati nell’ottenere un riconoscimento legale.

Esiste oggi una rete informale di orti urbani (La rete degli orti e giardini condivisi) che si è attivata per scrivere in modo partecipato una proposta di linee guida per il Comune di Roma. Nel 2013, anche a seguito degli Stati generali degli Orti e giardini condivisi di Roma, Ortopanoramica, la rete è più strutturata e si sta avviando un processo per l’ottenimento di un riconoscimento formale ed un’assegnazione legale delle aree dove si trovano oggi gli orti urbani esistenti.

Il comune di Roma ha compreso tardi la molteplicità dei valori e del significato collegati agli orti urbani, specialmente il valore di creare relazioni tra i cittadini che gli orti urbani facilitano.

Per il percorso storico dell’orto urbano romano, gli ortisti sono ch iamat i i nuov i Don Chischiotte.

U n d i s e g n o d i l e g g e sull'agricoltura sociale urbana è stato presentato dalla Regione Lazio nel 2008, ma non è ancora stato approvato. Ora, in collaborazione con la Provincia di Roma, le due istituzioni stanno lavorando su un quadro legislativo, anche grazie al coinvolgimento diretto della Provincia di Roma in materia di agricoltura sociale.

Grazie al lavoro dello studio UAP , un ' o rgan i z zaz i one dedicata all'architettura degli s pa z i pubb l i c i e a l l a partecipazione attiva che ha attuato il progetto Zappata

Romana, Roma oggi contiene più di 150 orti e giardini comunitari, orti alimentari e giardini hot spot.

LA MAPPA DI ZAPPATA ROMANA

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A Roma le aree verdi comunitarie sono oltre 150:

• il 51% di loro sono parchi e giardini pubblici dove i cittadini si prendono cura di porzioni di verde pubblico.

• 26% di loro sono orti comunitari o giardini condivisi, creati per fini sociali o pedagogici.

• il 22% sono giardini hot spot, creati da azioni di "Guerrilla Gardening", i cosiddetti giardinieri guerriglieri che svolgono le loro azioni durante la notte, in relativa segretezza, per seminare piante e creare nuovi percorsi verdi e floreali.

La rete locale

CEMEA del mezzogiorno ha identificato diverse categorie per identificare gli orti urbani di Roma:

Orti urbani sociali - orti urbani come spazi sociali e interculturali, iniziative di cittadini e di federazioni di agricoltori che hanno lo scopo di creare orti comunitari condivisi.

Orti urbani educativi- orti urbani dedicati ai progetti per l’educazione alimentare e ambientale e campi estivi agricoli

Laboratorio di teatro per orti urbani- l’arte del teatro e l’arte del giardinaggio insieme per attività di educazione alimentare e per la creazione di un luogo sociale per eventi culturali.

Orti biologici con scopi inclusivi (fattoria sociale e didattica) - progetti di riabilitazione sociale per l’integrazione e per l’inclusione di persone con disabilità attraverso il giardinaggio e l’orticultura.

Area di giardini misti- fattorie sociali collocate in aree peri -urbane che organizzano attività di integrazione per i disabili , Mercati contadini con orti didattici e terapeutici e aziende agricole private che affittano la terra ai cittadini.

Queste 5 categorie mostrano che l’attività degli orti urbani varia a seconda dei suoi ortisti.

Il forum delle fattorie sociali della provincia di Roma

La Provincia di Roma, in particolare il settore disabili, ha creato un Forum provinciale delle Fattorie Sociali nel 2006, che aderisce a quello nazionale. Il Forum delle Fattorie Sociali è composto da fattorie o cooperative sociali che riuniscono la pratica dell'agricoltura e della terapia orticola con l’integrazione e con finalità socio-riabilitativo.

Svolgono un servizio sociale, grazie al riconoscimento dei metodi di queste terapie. In Italia è in corso un riconoscimento scientifico dei suoi benefici. La Provincia di Roma sostiene e promuove l'agricoltura sociale, con studi, ricerche e assistenza tecnica alle aziende agricole aderenti.

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Associazione italiana per l'agricoltura biologica (AIAB)

L'Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica ( AIAB ) è un'associazione senza scopo di lucro che è stata ufficialmente fondata nel 1988 . Riunisce agricoltori, professionisti , esperti , ricercatori e consumatori ed è organizzata in capitoli regionali (18), coordinata da un ufficio federale a Roma. AIAB promuove l'agricoltura biologica dai produttori ai consumatori come un modello di sviluppo rurale e , insieme con le amministrazioni locali , sostiene lo sviluppo di servizi ai produttori e ai

consumatori di prodotti biologici.

L'associazione ha fondato la FIRAB ( Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica) e ha creato il marchio " Garanzia AIAB " .

AIAB svolge attività scrupolosa e intensa sull'agricoltura sociale. Ha svolto diversi progetti sostenuti dal Ministero del Lavoro e della Giustizia per promuovere l'occupazione nel settore agricolo dei detenuti e altri progetti volti a promuovere i prodotti dell'agricoltura biologica e sociale . Sono partner del progetto europeo MAIE ( LLP - Leonardo partnership) che mira a sviluppare una varietà di modi di diffondere la conoscenza dell’ agricoltura sociale attraverso:

• la promozione del movimento dell’agricoltura sociale ,

• il sostegno alle zone rurali al fine di strutturarsi in reti ben organizzate ,

• lo sviluppo di campi di lavoro sociale, in combinazione con l'agricoltura

• la creazione di legami tra i movimenti e le attività in Europa.

Gli orti urbani di Campagna Amica

Il progetto è nato nel 2010 allo scopo di promuovere e sostenere la pratica del giardinaggio urbano da parte dei cittadini. A causa della proliferazione di orti urbani in Italia, la Fondazione si propone di offrire la propria esperienza e la sua rete di agricoltori e vivai per coloro che vogliono imparare ad agire come consumatori sostenibili e cittadini. Ogni orto deve rispettare i valori di Campagna Amica che sono il sostegno dell'agricoltura locale, il consumo sostenibile e il rispetto per l'ambiente e per la biodiversità.

Campagna Amica ha creato anche un orto didattico e dimostrativo all'interno di un mercato di prodotti agricoli a km0 collocato nel centro della città, al fine di abbellire e animare la corte esterna del mercato contadino. La sua creazione è legata allo scopo di sensibilizzare i consumatori alle questioni ambientali e alimentari. Il mercato è unito ad un orto, posto nella corte, a dimostrazione che il giardinaggio urbano può essere fatto ovunque.

Orti urbani a Garbatella

Una delle prime iniziative di orti urbani a Roma. Dopo 15 anni di interventi ambientali per il diritto ad una città più verde, nel 2009, un gruppo di associazioni e cittadini hanno iniziato a coltivare un pezzo di terra proprio dietro la struttura della Regione Lazio.

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Oggi l’orto conta più di 60 persone ed organizzazioni diverse e finalmente dopo 4 anni ha ottenuto l'assegnazione del terreno da parte del Comune. Si organizzano molte attività come eventi sociali, formazioni alla Permacultura, formazione al giardino giapponese, e ci sono alcuni buoni esempi di attività di integrazione per le persone disabili e gli immigrati.

Orto didattico casale Garibaldi. Ass. lavangaquadra

Un gruppo di cittadini molto motivati del V Municipio di Roma erano alla ricerca di una zona non contaminata per creare un orto urbano. Il movimento è nato nel 2011 e conta 143 cittadini coinvolti e attivi nella creazione di un orto urbano legale. Due siti erano stati localizzati per la creazione di un orto ma dopo un'analisi del terreno è stato rilevato un alto grado di contaminazione . Ora si sta cercando di decontaminare il terreno con alcune piante, ma questo sistema richiede molto tempo . Hanno creato un'associazione e inaugurato l’ORTO DIDATTICO al

CASALE GARIBALDI , dove ogni fine settimana si organizzano eventi sociali e teatrali .

Sono organizzati in un sistema orizzontale e le comunicazioni sono basate su una mailing list, un sito web , una pagina face book, nonché meeting e assemblee sociali. L'organizzazione di questo gruppo può suggerire un metodo di lavoro . Hanno anche inventato “il vivaio diffuso”, semi in vasi che sono stati distribuiti ai membri del gruppo e quando sarà il momento saranno quelle le verdure da piantare.

Orto didattico Istituto Comprensivo Via dei Sesami

Nel 2009 nella Scuola Media S. Benedetto un insegnante ha avviato un progetto tematico legato alla agro-biodiversità. Attività teoriche e pratiche culminate in uno spettacolo intitolato "Suoni dalla terra" con un lavoro anche nell’orto. Da quel momento il laboratorio ha continuato a svilupparsi e ha integrato il teatro. Orto urbano e teatro sono i principali strumenti educativi di un insegnante che, da sola, utilizza un orto all'interno di questa scuola.

Orto solidale S.Caterina

Il progetto è nato nel 2009 quando un parrocchiano di S. Caterina ha convinto la madre superiora del convento, che possiede il campo, di concederlo ad un gruppo di famiglie per creare degli orti comunitari. L'iniziativa è stata subito pensata come una fonte di reddito per La Cometa, un'associazione cattolica con progetti di solidarietà, e, al tempo stesso, come un'opportunità per fornire un servizio ai parrocchiani e per favorire le relazioni e le iniziative nel quartiere. All'inizio il progetto ha coinvolto meno di 10 famiglie. Dopo un po’ di tempo, le richieste si sono moltiplicare e oggi hanno raggiunto il punto di saturazione per il terreno a disposizione.

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Orto urbano Amici della Terra

Un giardino creato tre anni fa da alcuni cittadini ed un anziano innamorato dell’orticultura. L’orto si trova nel centro della città, nascosto dagli edifici e collocato su una vecchia ferrovia, gli ortaggi prodotti sono donati agli abitanti del quartiere. Oggi l’orto è gestito da 2 donne e 2 uomini, uno di loro coinvolto fin dall’inizio, insieme organizzano percorsi per non vedenti e danze che aiutano la coltivazione di ortaggi.

Anche se il giardino non è legalmente riconosciuto, continuano a lavorare ed organizzare attività didattiche per la scuola.

Zolle Urbane

Un gruppo di cittadini che praticano la filosofia dell’Agricivismo (vedi oltre) ad Acilia, una zona periferica di Roma. Hanno due aree: una in un orto condiviso in cui si organizzano workshop sul riciclo, campi estivi e attività per bambini e disabili attraverso un orto sinergico. La seconda è una grande area che hanno chiesto in affidamento più di due anni fa, ancora senza risultato. Lavorano con gli orti urbani, in una delle zone più caratteristiche di Roma. Fino al 1960 Acilia è stato considerata la campagna di Roma, oggi la speculazione edilizia ha trasformato questa zona in un sobborgo della grande città. Ci sono ancora aree agricole e fattorie, molte case hanno il loro orto privato ma la maggior parte degli abitanti si sposta a Roma per lavorare e Acilia rimane un quartiere tranquillo.

Fermenti di terra. L’orto urbano del Pigneto

Il quartiere Pigneto è storicamente caratterizzato dal mix tra l’essere un quartiere povero e popolare, che oggi ha ricevuto nuove giovani tendenze e si è aperto ad un fermento artistico e culturale . L’orto urbano è stato creato l’8 ottobre 2011 attraverso una iniziativa individuale.

L'obiettivo principale dell’orto urbano era quello di creare uno spazio condiviso pubblico, attraverso un'azione concreta e non mediata, per un gruppo informale che, volontariamente, si è preso la responsabilità di prendersi cura di una piccola area produttiva i cui frutti sono a disposizione di tutti .

Un altro obiettivo è stato quello di favor i re la coes ione soc iale e

sensibilizzare la popolazione ad un uso più responsabile degli spazi pubblici; nonché diffondere la cultura legate all'agricoltura, di aumentare il rapporto diretto con il territorio e di promuovere la produzione del nostro cibo ( soprattutto tra le giovani generazioni che altrimenti non hanno la possibilità di entrare in contatto con questa realtà ) .

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L’orto urbano realizza due grandi iniziative :

THE OPEN SPACE- spazio aperto : Vengono organizzati eventi pubblici dove le verdure dlel’orto sono offerte alla persone.

L’ORTO ALL’ ASILO : Questa pratica ha lo scopo di stimolare l'apprendimento dei bambini in età scolare attraverso attività educative per aumentare la sensibilità ambientale . Il laboratorio è diviso in due parti : ci sono attività didattiche pratiche che stimolano il contatto con gli elementi naturali e l’insegnamento circa il rapporto tra la coltivazione - produzione - nutrizione.

Con l'aiuto dei genitori dei bambini , l’orto viene realizzato e gestito con i bambini , sperimentando la pratica concreta del giardinaggio e concetti come ciclo ecologico, ecosistema e metabolismo.

Fiore del deserto

Il Fiore del deserto nasce nel 2000 come centro di accoglienza per ragazze adolescenti, al fine di rispondere alle povertà, alll'emarginazione e all'esclusione sociale con nuove pratiche. Oggi diverse attività e progetti sono svolte al fine di formare e dare alle ragazze che vivono in una situazione di emarginazione sociale, la possibilità di integrazione. L’orto urbano dispone anche di un ristorante e altre strutture semi-residenziali ad essa collegate per giovani di diverse età e nazionalità.

Ci sono concerti organizzati e laboratori artistici e manuali per i giovani con disabilità o problemi sociali. La struttura si trova nella Riserva Naturale della Marcigliana, appena fuori dai confini urbani di Roma. Nel 2010 l'organizzazione ha creato il primo Agroclub d'Italia, da un'idea dell'agronomo Franco Paolinelli, volto a promuovere attività sociali legate a problemi ambientali o problemi sociali e per rendere le aree verdi a disposizione di persone esterne per il tempo libero.

Terra d’orto—Casa S. Rosa

L'organizzazione TERRA D' ORTO ONLUS è nata nel settembre 2010 , conseguendo la pedagogia di Don Luigi Guanella , un prete vissuto alla fine del 1800, che ha lavorato per la riabilitazione , l'integrazione e l'assistenza delle persone disabili . Una delle azioni più importanti è stata l'integrazione professionale e sociale delle persone disabili attraverso le attività agricole : la struttura Casa Santa Rosa è una delle prime iniziative . L'associazione ha sede presso la sede di Casa Santa Rosa, nel Parco Regionale dell'Appia Antica e mira a promuovere attività sociali , di formazione, di sport, di tempo libero , di lavoro e di integrazione per le persone disabili e per persone con disagio fisico e sociale . Le attività di giardinaggio sono uno dei principali obiettivi e strumenti che utilizzano per fini terapeutici (terapia orticola ) .

L'ultimo progetto è l'apertura di un orto comunitario condiviso in cui le famiglie del quartiere possono coltivare la terra e interagire con le ospiti della Casa, l’associazione si propone di aprire le attività ad un pubblico più vasto .

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Orto inSnia

OrtoInSnia è un orto condiviso, nato nell'estate del 2011, dalla donazione di Fritz Haeg : che creò un orto sul tetto della American Academy nel 2010 , durante il suo soggiorno romano .

Il giardino si trova all'interno del CSOA ExSnia , un’ex fabbrica tessile che è stata occupata da un gruppo di persone 17 anni fa. E’ un orto in cassetta, con contenitori sparsi sul terreno dell’ex Snia, inquinato dalle contaminazioni industriali.

Lo spazio è organizzato e gestito da tutti coloro che, uniti da questo progetto sociale , vogliono sviluppare il proprio quartiere, creando un luogo di incontro dove l’orto può essere coltivato per il consumo personale e condividere una conoscenza ambientale.

Gli ortisti partecipano anche all’organizzazione del centro sociale . Tutti i partecipanti sono volontari e comunicano attraverso una mailing list. Le attività sono parallele a quelle del Ludofficina ( attività di gioco per i bambini) e Ciclofficina (per la riparazione di biciclette).

Altre iniziative

Altre iniziative sono state istituite da organizzazioni private, organizzazione di settore o direttamente aziende agricole. Ad esempio, la Confederazione Italiana Agricoltori (CAI) ha creato la rete delle Fattorie Sociali, simile a quella della Provincia di Roma, ma organizzata come un sistema privato. Esiste un altro modo in cui le aziende agricole e le cooperative agricole stanno iniziando a essere coinvolti nel campo degli orti urbani comunitari. Il sistema si basa su un contratto di locazione della terra di proprietà a cittadini che vogliono avere un proprio orto urbano.

Questo uso privato di terreni agricoli, nonché l'offerta di attività terapeutiche, stanno trasformando la funzione dell'agricoltura in un servizio, oltre che di sola mera produzione. In un certo senso, l’agricoltura diventa multifunzionale e il contesto sostiene e rende l'attività agricola più sostenibile, economicamente e socialmente.

L’agricoltura sociale

Creare un orto comunitario aiuta contrastare le nuove forme di alienazione che affliggono la vita urbana moderna, contribuendo alla qualità della città, allo sviluppo sociale e aumenta le occasioni di incontro tra i cittadini, oltre a migliorare la solidarietà e aumentare lo scambio di esperienze.

Creare un orto comunitario sviluppa l’autoproduzione e l’auto-organizzazione, modelli basati su diverse esigenze; facilita i rapporti umani, diventando un luogo di iniziative ricreative e culturali. Inoltre, la conoscenza del giardinaggio e dell’orticultura, e la sua pratica nel contesto urbano, contribuiscono al reinserimento degli anziani e a ridurre il divario tra le giovani generazioni e le vecchie generazioni.

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Il mondo degli orti urbani è un vero "laboratorio sociale" multifunzionale, risponde al desiderio di quei cittadini che chiedono una città più verde e sostenibile e relazioni sociali più unite. Questa è la cosiddetta agricoltura sociale, descritta come una nuova forma di movimento sociale che produce beni relazionali, immateriali che fanno aumentare il capitale sociale della comunità. La visione di Franco Paolinelli (un agronomo che studia il fenomeno) parla di una domanda di ruralità espressa dai cittadini provenienti da aree urbane.

Roma può essere considerata una “città espansiva" (sprawl town). L'espansione urbana è un concetto poliedrico, che comprende le diffusione verso l'esterno di una città e della sua periferia, lo sviluppo del territorio rurale dipendente da questa espansione, con un’alta segregazione dei quartieri che incoraggiano la dipendenza dall'automobile.

La parola richiama alla mente una serie di questioni problematiche come la città stretta, lo sviluppo suburbano in fuga, e la conversione di terreni agricoli in insediamenti residenziali senz'anima. In "Sprawltown", l’architetto e storico Richard Ingersoll afferma sorprendente che l’espansione è una realtà inevitabile della vita moderna, che dovrebbe essere affrontata più attentamente e riconosciuta come una nuova forma di urbanistica piuttosto che semplicemente essere criticata e condannata. Egli afferma che dobbiamo ripensare alla divisione comune tra aree urbane e campagne, la prima all'interno e la seconda all’ esterno.

La nuova concezione è quella di pensare la campagna all'interno delle aree urbane. Con il concetto di "Agricivismo", si sostiene un nuovo tipo di politiche che forniscono terreni coltivati all'interno della città: giardinaggio e coltivazione significano prendersi cura di qualcosa, in questo modo i cittadini sviluppano un senso di appartenenza delle aree urbane e verdi . L’ "Agricivismo" richiede una cittadinanza attiva e questa partecipazione attiva rende più "urbana" ogni area perché crea nuove relazioni sociali, riesce a soddisfare le esigenze locali e può coinvolgere le persone con meno opportunità.

La pratica del giardinaggio urbano è un atto di Agricivismo, un orto urbano è una forma di cittadinanza attiva dove le persone possono condividere e incontrarsi, trasformando e rinnovando la città anonima e lo sviluppo di relazioni sociali.

Bibliografia:

• ISTAT - Istituto Nazionale di Statistica, National Istitute of Statistic.

• Favero, Luigi e Tassello, Graziano. Cent'anni di emigrazione italiana (1861 - 1961) Introduction

• Financial TimesWorld Desk Reference http://dev.prenhall.com/divisions/hss/worldreference/IT/

environment.html

• www.zappataromana.net

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Organizzazione di un orto urbano

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La missione di un orto urbano

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Questa pubblicazione descrive lo stato degli Orti Urbani in Europa ed è stata redatta nel 2012.

Pur non essendo le informazione esaustive, dà un primo assaggio della situazione in questo ambito riguardo alcuni paesi. L'obiettivo è prima di tutto per noi, per favorire la comprensione delle diverse realtà prima di sperimentare nuovi metodi di educazione degli adulti attraverso l’orto urbano. Speriamo solo che queste informazioni potranno essere diffuse per aiutare e motivare altre esperienze di orti urbani, altre organizzazioni, reti e persone nel loro stesso paese e con altri paesi.

L'intero progetto può essere seguito alla pagina web www.otesha-gardens.eu dove si possono trovare informazioni complete sulle attività del progetto EU’GO e materiali utili per approfondire l’argomento.

Schede informative sugli orti urbani: raccolta degli orti urbani partecipanti al progetto EU’GO nei 5 paesi coinvolti. Con informazioni base sulle caratteristiche degli orti, organizzazione, attività, ecc;

Raccolta di Pratiche: raccolta di attività sociali ed educative attraverso l’orto urbano, selezionate nei paesi partner;

Visite di studio: ogni paese membro, ha ospitato un gruppo europeo di ortisti, dove hanno potuto visitare diversi orti del partenariato locale e scoperto nuove attività.

Sperimentazioni di buone pratiche: Alcuni orti urbani partecipanti al progetto hanno sperimentato una pratica proveniente da un orto urbano di un altro paese. Troverai un focus sui processi di apprendimento individuale degli ortisti e sulle abilità acquisite.

Portale e-Learning EU’GO: Risultato finale del progetto, realizzato per offrire informazioni, risorse e attività per realizzare un orto urbano o d’ispirazione per migliorare o innovare orti

urbani già esistenti www.eugolearning.org/it

Se siete interessati al progetto EU’GO o volete saperne di più, contattate il rappresentante del vostro Paese (vedi contatti pag 6 a 11).

Se non ci sono rappresentati, contattate il promoter:

Pistes Solidaires

Tél. (00 33) (0)9 52 86 00 44 www.pistes-solidaires.fr

[email protected] www.pistes-solidaires.fr

Conclusioni

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STATO DELL’ARTE DEGLI ORTI

URBANI IN EUROPA

Uno sguardo al mondo degli orti urbani in cinque paesi europei.

Contesto storico e politico, contesti locali e network esistenti per

conoscere realtà diverse e condividere insieme idee e conoscenze.

Sviluppato nell’ambito del progetto

EU’GO: European Urban Garden Otesha Un progetto Grundtvig Multilaterale

www.otesha-gardens.eu

www.eugolearning.org/it

Il presente progetto è finanziato con il sostegno della Commissione Europea. L'autore è il solo

responsabile di questa pubblicazione (comunicazione) e la Commissione declina ogni

responsabilità sull'uso che potrà essere fatto delle informazioni in essa contenute. .

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