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anno I • numero 11 dicembre 2014 • mensile TECNO-AVVOCATI IN TRIBUNALE VERTU: IL 'LUSSO' DI TELEFONARE LE 10 APP MIGLIORI PER ANDROID

Touchmag Dicembre 2014

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anno I • numero 11 • dicembre 2014 • mensile

TECNO-AVVOCATI IN TRIBUNALE

VERTU:IL 'LUSSO' DI

TELEFONARE

LE 10 APPMIGLIORI PER

ANDROID

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editoriale

www.touchmag.it

Direttore responsabilePaolo Corsini

[email protected]

RedazioneRoberto Colombo • [email protected]

Fabio Boneschi • [email protected] Bordin • [email protected]

Andrea Bai • [email protected]

Hanno collaboratoRosario Grasso • Davide Fasola •Nino Grasso

Graphic design e impaginazionePaolo Marchetti

www.paolomarchetti.net

In copertinaillustrazione di Luigi Cavenagohttp://lospaccanuvole.blogspot.it

Produzione videoDorin Gega

PubblicitàDavide Pozzi • [email protected]

Pubblicazione mensile, 12 numeri all’anno

Touch è supplemento di Hardware Upgrade,testata giornalistica con registrazione Tribunale di Varese

n. 879 del 30/07/2005. Registrazione ROC n. 13366

EditoreHardware Upgrade srl

Via Turati 48/A, 21016 Luino (VA)

tecnologia da toccaretecnologia da toccare

Aerei trasparenti, robot, domotica: il futuro è già qui

“Il mondo non sta cambiando: è già cambiato. Po-tremmo oggi fare a meno dell'home banking, delle pre-notazioni di viaggio sul web o dei consigli sul migliore ristorante della zona dall'app sul cellulare? Il mondo è già cambiato, dobbiamo solo accorgercene”. Questa è una frase che un mio interlocutore ha pronunciato qualche giorno fa. Racchiude una sacrosanta verità: mentre stiamo alla finestra a guardare in che modo il mondo potrà cambiare in futuro, esso cambia già, a volte senza che noi ce ne rendiamo conto. L'aereo di domani consumerà meno carburante – anche grazie all'assenza di finestrini – e forse volerà utilizzando il sole o l'idroge-no, ma già oggi i nostri cieli vengono sol-cati da aerei alimentati a gas o addirittura dotati di motori elettrici a emissioni zero. Anche la moto ormai è indirizzata sem-pre di più nella direzione della trazione elettrica, come ci ha dimostrato l'EICMA di Milano. I ricercatori sono impegnati al massimo per lo sviluppo delle intelligen-ze artificiali – anche di gruppo o sciame – ma droni e sistemi autonomi semplificati

sono già alla portata di tutti, soprattutto grazie al mo-vimento dei Maker. La casa un giorno sarà comple-tamente automatizzata, ma già oggi può essere co-mandata nella sua parte termica dallo schermo dello smartphone e del tablet in punta di dita. La nostra vita di tutti giorni è sempre più dipendende dalla qua-lità delle app con cui abbiamo popolato la home scre-en del nostro smartphone: per essere sempre sulla cresta dell'onda in questo numero – dopo la puntata dedicata a iOS – vi proponiamo una guida con le 10

migliori app per il sistema operativo Android. Nel futuro c'è anche un'infor-mazione sempre meno strutturata e più 'democratica' grazie ai blog e ai so-cial media: iniziamo in questo numero una serie di incontri con protagonisti della scena web, partendo da due gio-vani fashion blogger, che fanno di inter-net la loro arena dove dispensare con-sigli sull'abbigliamento, sugli accessori e sui nuovi trend a tutti i follower che le seguono.Buona lettura, Roberto Colombo ©

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FUGADI NOTIZIE

SPOTLIGHT

Tutte le newsdal mondotecnologico

L'AEREO DEL FUTURO

ROBOT:LA FANTASCIENZADIVENTA REALTÀ

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MOBILITY

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LE 10 APP IMPERDIBILIPER IL TUO SMARTPHONEANDROID

VERTUGIOIELLI CHE SANNOTELEFONARE

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41FRAME

OBIETTIVI TUTTOFARE

PLAYASSASSIN'SCREED UNITYLA RIVOLUZIONE FRANCESE

BIG HERO 6L'ULTIMAFATICADISNEY

INTERSTELLAR:COMMENTI A CALDO

27 ON THE ROAD

EICMA 2014

VIA L'AUTODALLE TASSE

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INTERNET NELLE COSE E NELLE CASE

DOMUS

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RELIQUIEHOMO SAPIENS

UTOPIA

TECNO-AVVOCATIin tribunale

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59TRA LE RIGHEFASHION BLOG:CHE PASSIONE!

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fuga di notizie

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A partire dalla fine di marzo 2015, gli utenti italiani potranno effettuare acquisti online sul web anche con il Bancomat. Le procedure per il pagamento saranno estremamente semplificate e a prova di cracker: non ci sarà nessuna necessità di inserire numero di carta, PIN o codici di sicurezza, e tutto verrà gestito dal sito del-la banca aderente all'iniziativa. Una volta attivata in banca la funzione web sulla propria carta non sarà ne-cessario digitare il proprio PIN, ma al momento dell'ac-quisto si verrà reindirizzati al sito della propria banca.

Pagamenti onlineanche con Bancomat

CAMagally: l'app per inserire Magalli nelle tue foto

Più avanti trovate le 10 app imperdibili per Android, ma anche questa ultim'ora merita: si tratta di un'app che permette di in-serire nelle proprie foto (in tempo reale o in un secondo momen-to) Giancarlo Magalli – sì, proprio il famoso presentatore TV – in diverse pose. Se vi state domandando il perché di tale app dovete fare un giro in rete per scoprire la popolarità del perso-naggio tra gli internauti oppure guardare la puntata di TGtech in cui abbiamo parlato dell'applicazione.

I computer sarannoi Manzoni di domani

Business Magazine

Nikon Giappone ha annunciato in occasione dell'an-niversario dell'introduzione della Nikon Df la speciale versione "Gold Edition". Prodotta in 1600 esemplari (600 dei quali venduti come solo corpo e 1000 in kit con il 50mm 1.8G, anch'esso con finiture dorate), sarà di-sponibile solo in Giappone con prezzi a partire da circa 1900 Euro.

Nikon Df Gold Edition

Accanto alle action camera

troviamo i droni nel futuro di

GoProfotografidigitali.it

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Google Cardboard è una curiosa soluzione di Realtà Virtua-le annunciata dal colosso di Mountain View: con essa è pos-sibile costruirsi in casa il proprio visore di Realtà Virtuale a partire da uno smartphone servendosi semplicemente di cartone, forbici e colla. Adesso, Volvo sembra essere la prima azienda a voler trasformare Cardboard in uno strumento di marketing serio: sta infatti spedendo delle unità della Real-tà Virtuale di cartone alle concessionarie in modo che pos-sano utilizzarle per la promozione del nuovo SUV XC90. Il caschetto di cartone è abbinato a un'app Android (in arrivo anche la versione iOS) che permette all'utente di esaminare l'abitacolo del veicolo e di fare un breve tragitto virtuale sul-l'XC90, accompagnati dalla musica.

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fuga di notizie

I due principali operatori italiani si stanno sfidando a colpi di 4G. Si tratta delle nuove tecnologie LTE Advanced che trami-te carrier aggregation – la combinazione di più bande per la stessa trasmissione – riesce a raggiungere picchi di dowload a 225Mbps. Sono rispettivamente 60 e 80 le città raggiunte dai nuovi servizi di banda larga mobile secondo quanto annuncia-to in questi giorni.

TIM e Vodafone si sfidanosul 4G a 225Mbps

Google Cardboard per promuovere SUV Volvo

Secondo le nuove sta-tistiche rilasciate da StatCounter, Win-dows 8.1 ha finalmente raggiunto la seconda posizione sull'uso del

web nel mondo ai danni di Windows XP. In prima posizio-ne, irraggiungibile, Windows 7, versione che da sola occcupa oltre la metà delle quote dell'intero mercato. Per l'esattezza, spetta a Windows 7 il 50,3% del traffico internet generato nel mese di novembre, seguito da Windows 8.1 e Windows XP, rispettivamente con il 10,95 e il 10,69% del mercato.

Windows 8.1 supera XP

Da circa metà del mese di novembre gli utenti italia-ni di Amazon possono sce-gliere di ricevere i prodotti ordinati sul servizio pres-so uno dei più di 10.000 Pick-up Point, siti negli uffici postali compatibi-

li con l'opzione. Gli acquirenti dovranno selezionare su Amazon.it il Pick-up Point in cui andranno a ritirare l'oggetto, scegliendo

orari e posizioni adeguati alle proprie esigenze. Il nuovo servizio non prevede alcun costo aggiuntivo da parte di chi compra. Non tutti gli oggetti potranno essere ritirati presso un ufficio postale: per imballi troppo voluminosi, ad esempio, il sistema richiederà la selezione di un indirizzo alternativo per la consegna. L'acqui-rente avrà pieno diritto ad accedere al proprio ordine solo dopo aver mostrato un documento di identificazione, ma si potrà anche delegare una persona di fiducia per il ritiro. Amazon informerà il cliente non appena il prodotto sarà consegnato nel Pick-up Point selezionato.

Rivoluzione Amazon: compri online e ritiripresso l'ufficio postale

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Leica Camera Italia ha inaugurato presso Leica Galerie Mila-no (via Mengoni 4, angolo piazza Duomo) la mostra “Le gran-di fotografie di LIFE”, a cura di Forma Galleria, che raccoglie una selezione delle più significative fotografie pubblicate dalla nota rivista americana a partire dal 1936. Tra gli scatti espo-sti, le fotografie di Alfred Eisenstaedt, Margaret Bourke Whi-te, Martha Holmes e Milton Greene. La mostra è visitabile dal 3 dicembre al 25 gennaio 2015, con ingresso gratuito.

Le grandi fotografie di LIFEin mostra con Leica

Sarà un gioco di avventura il nuovo titolo di Daedalic dedicato a I Pilastri della Terra,

il noto romanzo storico di Ken Follett pubblicato nel 1989. Uscirà nel 2017,

insieme al terzo romanzo della trilogiaGamemag

Troppo spesso ci dobbiamo

scontrare con una realtà che evidenzia un

forte scollamento tra le necessità delle aziende e la preparazione scolastica dei

candidatiAndrea Farina,presidente del gruppo Itway

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L’aereo del futuro? Elettrico

e senza finestriniIL CONSUMO DI CARBURANTE È UNO DEGLI ASPETTI PIÙ CRITICI PER GLI AEREI:

SI CERCANO SOLUZIONI ALTERNATIVE, MA ANCHE PICCOLI ACCORGIMENTICOME L'ELIMINAZIONE DEI FINESTRINI

—{ roberto colombo }—

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L'aviazione civile ha visto un'evoluzione molto velo-ce verso la metà del secolo scorso e poi ha visto una lunga fase di stabilità dagli anni '70 fino all'inizio del nuovo millennio. Le diverse crisi che si sono sussegui-te a livello mondiale, con la conseguente impennata dei prezzi dei carburanti e l'attenzione degli ambien-talisti verso l'impatto am-bientale dei viaggi aerei, hanno portato negli anni recenti nuove sfide ai pro-duttori di aeroplani e alle compagnie di volo per ri-uscire a mantenere soste-nibile il trasporto aereo. Gli ultimi aeroplani giunti sul mercato da parte dei big del settore (Airbus A380 e Boeing 787 Dreamliner) hanno provato a cominciare a rispondere alle mutate esigenze con la possibilità di trasportare più passeg-geri in un colpo solo oppure di farlo con un consumo decisamente ridotto di carburante. Per il futuro è però

necessario fare molto di più e molte realtà sono al lavoro per immaginare e sperimentare l'aereo del futuro. Una delle idee che ha creato più scalpore è quella fatta da CPI – Cen-tre for Process Innovation –, una realtà inglese dedi-cata all'innovazione che si occupa dello sviluppo di nuovi prodotti e tecnolo-gie. L'idea alla base è quel-la di eliminare del tutto i finestrini in modo da poter creare delle fusoliere più sottili, risparmiando peso e guadagnando spazio in-terno a favore di un più ele-vato numero di passeggeri a bordo. Dal 2030 in poi viaggeremo quindi al buio? Tutt'altro: potremo goderci ancora meglio il panorama

visto che la fusoliera sarà letteralmente tappezzata di display OLED all'interno e di videocamere all'esterno che creeranno l'impressione di viaggiare in un aeromo-bile dalle pareti trasparenti.

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L’aereo a gas vola già

Sulle auto siamo già abituati da tempo ai sistemi a doppia alimentazione benzina/gas, che sfruttano GPL e metano come carburante alternativo. In futuro vedremo questo sistema applicato sempre di più anche agli aerei, come ha dimostrato Aviat Aircraft con l'Husky modificato per uti-lizzare gas naturale oltre al solito carburante aeronautico. L'alimentazione a gas avrebbe il vantaggio dell'abbatti-mento dei costi, rendendo il volo privato più accessibile.

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Guardail video

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I display permetteranno anche lo sbarco della realtà aumentata e semplicemente toccando la parete sarà finalmente possibile sapere come si chiama quella città che vediamo scorrere là sotto. Addirittura la realtà po-trebbe essere modificata a piacimento, gestendo alba e tramonto in modo non sincronizzato con l'ambiente esterno per aiutare i passeggeri a sopportare meglio il jet lag dei voli a lungo raggio. La tecnologia potreb-be essere applicata non solo ai grossi aerei passeggeri,

ma anche ai jet privati, come ha immaginato lo studio di design francese Technicon Design. Anche un colosso come Airbus è al lavoro su un'idea simile e inoltre sta cercando nuove fonti di propulsione, compresi motori elettrici (anche ad alimentazione solare) e idrogeno. Non solo: i centri di ricerca stanno sperimentando car-buranti alternativi per gli attuali motori turbofan come ad esempio quelli ricavati da materia vegetale come al-ghe e piante acquatiche.

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L’aereo diventa elettricoL'auto elettrica è una realtà che si sta diffondendo sempre di più, ma a breve la tecnologia sarà utilizzata in modo mas-siccio anche nei voli aerei. Airbus ha dimostrato quest'anno il primo volo del suo E-Fan, piccolo veivolo da addestra-mento leggero biposto dotato di due motori completamente elettrici a emissioni zero. I motori dell'eFan sono alimentati da una serie di batterie ai polimeri di litio da 250 volt che

garantiscono potenza sufficiente per voli dai 45 minuti a un'ora, ma si è al lavoro su elementi di maggiore capacità in grado di offrire a breve ulteriori 15 minuti di volo. I van-taggi non stanno solo nel ridotto impatto ambientale per il consumo di carburante, l'aereo è, infatti, anche molto più silenzioso di uno tradizionale. La roadmap prevede già E-Fan 4.0, capace di trasportare quattro persone.

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L’auto volante è realtàL'aveva detto Henry Ford già nel lontano 1940: 'Automobili e aeroplani si combineranno. Potete sorriderne, ma avverrà'. Forse ci è voluto più del previsto, ma alla fine è successo e Aero-Mobil 3.0 ha ricevuto tutte le certificazioni necessarie ed è stata presentata al Pioneer Festival di Vienna. In configurazione stradale non è certo un'utilita-ria: è infatti lunga 6 metri e lar-ga 2,24, praticamente quanto un camper, sebbene abbia due soli posti. AeroMobil 3.0 è mossa da

motore aeronautico 4 cilindri boxer a carburatore (un Rotax 912, raffreddato a liquido) capace di erogare 80 cavalli. È ca-pace di spingerla su strada a 160 km/h di velocità massima e di farla volare in cielo a 200 km/h. L’autonomia è di 875 km (12,5

km/litro) in terra e di 700 km in aria (15 litri all’ora). Decolla ai 130 km/h in circa 200 metri e at-terra in 50 m. Il prezzo non è sta-to ancora fissato, ma pare possa facilmente sfondare il tetto dei 200.000 euro.

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Robot, il futuroè già qui

I PASSI DA GIGANTE COMPIUTI DALLA TECNOLOGIA E DALLE SCIENZECI STANNO AVVICINANDO AL MONDO DEI ROBOT: NON ANTROPOMORFI,

MA COMUNQUE CAPACI POTENZIALMENTE DI SOSTITUIRE L’UOMO.LA FANTASCIENZA DIVENTA REALTÀ?

—{ andrea bai }—

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Le schede di sviluppo come Intel Galileo, Arduino, Ra-spberry Pi che tanto stanno piacendo ai maker, gli ar-tigiani tecnologici dell’era contemporanea, nonché la recente ampia diffusione sul mercato dei primi droni destinati al pubblico consumer sta avvicinando tutti noi al mondo della robotica. Un tema che da molti decenni affascina l’uomo e che ha trovato ampio spazio nella letteratura fantascientifi-ca. Impossibile non citare, a tal proposito, Isaac Asimov, che con i suoi racconti sui robot positronici seppe rivo-luzionare il genere enunciando le celebri tre leggi della robotica.Pur rappresentando un ramo dell’ingegneria, sarebbe comunque riduttivo considerare la robotica semplice-mente come tale. Si tratta infatti di una disciplina che si appoggia su approcci e nozioni sia scientifici, sia umanistici.

La robotica è al centro di numerose attività di ricerca at-torno al mondo, sia nell’ambito accademico sia in quel-lo industriale e militare, allo scopo di realizzare macchi-ne capaci di sostituire l’uomo in determinate attività o di affrontare compiti attualmente impossibili. Abbiamo detto macchine: è infatti su suggestione della lettera-tura e della fantascienza che si pensa al robot antropo-morfo, quando in realtà l’imitazione della struttura del corpo umano risulta molto difficile e, per alcuni versi, inefficiente. Nei mesi recenti sono stati portati agli onori delle crona-che tre progetti indipendenti tra loro, ma che in un futu-ro potrebbero tutti e tre concorrere a gettare le basi per la realizzazione di robot che abbiano un ampio grado di autonomia, una spiccata capacità di coordinamento e collaborazione e una elevatissima affidabilità. Ne par-liamo nelle prossime pagine.

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Come pensano i robot? Un esperimento del MIT

Un aspetto che può affascinare il pubblico più ampio, ma che rappresenta un problema reale per gli ingegneri, è riuscire a ca-pire come i robot “ragionano” quando si trovano in una situa-zione che richiede una decisione. Può sembrare un paradosso, dato che sono i progettisti e gli ingegneri stessi a programmare il robot affinché si comporti in un certo modo a seconda del ve-rificarsi di determinati eventi. I progettisti hanno un’idea di massima del processo decisionale elaborato dal robot, ma i numerosi sensori presenti nei moderni robot e l’elevato numero di variabili che possono condizionare una decisione aggiungono complessità al processo decisionale, rendendo difficile poter percepire che cosa stia realmente ac-cadendo. Per cercare di fare luce sul pensiero robotico, un gruppo di ri-cercatori del MIT ha ideato un espe-rimento che, grazie all’ausilio delle tecnologie di realtà aumentata, per-mette di monitorare in tempo reale le decisioni prese da un gruppo di robot in un ambiente dove sono presenti elementi variabili: uno scenario ur-

bano simulato, con ostacoli e oggetti in movimento. I robot hanno il compito di individuare gli ostacoli e calcola-re un eventuale percorso alternativo per evitare urti e colli-sioni. Mentre i robot operano i calcoli necessari, un sistema di proiezione raffigura i loro “ragionamenti” sul terreno, in forma di linee e punti colorati che rappresentano gli ostacoli e i percorsi computati. La possibilità di rappresentare grafi-camente e in tempo reale i ragionamenti dei robot consentono di collegare in maniera più facile e immediata una decisione al frammento di codice scritto per governare il funzionamen-to del robot, permettendo quindi di semplificare operazioni di analisi e debug e di ottimizzare il comportamento del robot

rendendolo più affidabile. Non solo: questo sistema potrà permettere in futuro di approntare ambienti di test per valutare il comportamento dei robot che dovranno operare in situazioni complicate o in ambienti particolari che non possono essere messi a disposizione degli scienziati e dei progettisti.

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La robotica di sciame: quando l’insiemeè molto più della somma delle parti

La robotica di sciame è una particolare area della robotica che studia il modo con cui è possibile coordinare un grande numero di robot semplici. Il principio basilare su cui si muove la roboti-ca di sciame è che il comportamento collettivo prevale su quel-lo del singolo, ispirandosi in gran parte al mondo della natura dove sciami di insetti, stormi di uccelli e banchi di pesci seguono una serie di semplici regole che permettono al “totale” di essere di più della semplice somma delle parti. Un interessante traguardo nel campo della robotica di sciame è stato raggiunto qualche mese fa da un gruppo di ingegneri di Harvard, che sono stati capaci di costruire uno dei più grandi sciami di robot mai realizzati.I ricercatori sono riusciti a coordinare 1024 robottini di piccole dimensioni, molto semplici nel loro aspetto e nelle loro funzioni e di fattura abbastanza economica, con un costo cadauno di 14 dollari circa. Tutto ciò che questi robot sanno fare è muoversi su apposite “zampette” e comunicare tra loro mediante sensori a infrarosso: robottini innocui e inutili se considerati singolar-mente, ma capaci di esprimere il pieno potenziale quando con-corrono a formare uno sciame.

Gli scienziati hanno elaborato un algoritmo, formato da sem-plici regole, che permette ai robottini di disporsi per dare luogo a forme arbitrarie: ciascun robot è capace di seguire il profilo determinato da altri robot, muovendosi lungo il loro bordo e misurando la distanza percorsa. Comunicando tra di loro i ro-bot possono inoltre determinare, mediante tecniche di triango-lazione, la distanza dal robot-sorgente, ovvero quello che funge da punto di riferimento nello spazio e, infine, possono determi-nare la distanza con i robot limitrofi. La procedura per poter realizzare una forma arbitraria, dati i presupposti, è quindi relativamente semplice: i robot determi-nano anzitutto la loro posizione, quindi si muovono lungo il pe-rimetro dello sciame fino a quando non determinano di essere entrati nell’area stabilita dalla forma. Ciascun robot continua a muoversi lungo il perimetro definito dagli altri robot che già si sono posizionati, fino a quando non rilevano di essere giunti in prossimità dei confini della sagoma o fino a quando non sono a contatto con altri robot che hanno già trovato il loro posto: lo sciame procede iterativamente secondo queste regole, fino a quando la forma non viene creata.

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Autonomia e spirito d’adattamento,per sostituire l’uomo

La destinazione d’uso principale dei robot, o almeno ciò verso cui ci si sta muovendo attualmente, è quella che li vede im-piegati come sostituti degli esseri umani nell’esecuzione di compiti pericolosi, come la perlustrazione di ambienti ostili o la riparazione di strutture poste in aree di difficile accesso. Per questo motivo è di fondamentale importanza riuscire a rendere i robot i più autonomi possibile, in maniera tale da consentir loro di operare anche in situazioni in cui il verificar-si di un imprevisto richiederebbe un intervento umano. Non solo autonomia, quindi, ma anche capacità di apprendimento e “spirito” di adattamento. L’Università di Oslo sta lavorando a un progetto che si muove in questa direzione: un sistema capace di produrre istantane-amente robot specializzati in grado di affrontare qualsiasi si-tuazione incontrino sul loro percorso, tutto grazie a una parti-colare stampante 3D e a un complesso sistema di simulazione. Dall’analisi di uno scenario, nel quale si è verificato un im-

previsto, il sistema progetta istantaneamente una serie di modelli di robot che possono, probabilisticamente, affrontare l’imprevisto e li confronta tra di loro in una sorta di lotta evo-luzionistica. Il progetto del robot vincitore viene quindi invia-to alla stampante che provvede a realizzarlo nel concreto. Si può immaginare, ad esempio, un robot che durante la per-lustrazione tra le rovine di uno stabilimento nucleare si trovi dinnanzi una scala di cui nessuno sospettava l’esistenza. A questo punto il robot scatta una foto che viene analizzata per recuperare le informazioni più importanti che vengono utiliz-zate per progettare una serie di candidati in grado di affron-tare e superare il nuovo ostacolo. Una volta trovato il più idoneo, il suo progetto viene trasmes-so a un secondo robot dotato di stampante 3D che realizza una nuova macchina o un accessorio che possa essere sfrut-tato dal robot principale, così da consentirgli di proseguire la sua missione come originariamente intesa.

La robotica è una disciplina complessa, vasta e af-fascinante e molta è la letteratura a disposizione, sia narrativa, sia tecnica, che può introdurci a que-sto mondo.

Per chi vuole avvicinarsi al mondo della robotica in maniera romanzata, non pos-siamo non consigliare la lettura dei rac-conti di Isaac Asimov, raccolti nell’anto-logia “Tutti i miei robot”.Se invece preferiamo un percorso stori-co, il testo “Preistoria Robotica” di Fi-loteo M. Sorge , racconta le tappe che sin dall’alba dei tempi hanno portato l’uomo a cercare di costruire macchine artificiali che lo sostituissero nei compiti pericolo-si, faticosi o ripetitivi. Al testo di Sorge può seguire la lettura di

“Robot fra noi. Le creature intelligenti che stiamo

per costruire”, testo in cui l’autore, Illah Reza Nourbakhsh, parte dall’attuale per provare a immaginare le possibili evolu-zioni future dei robot.Più focalizzato invece su uno dei temi di cui abbiamo parlato nell’articolo è il libro “Che cos’è la robotica autonoma” di Stefano Nolfi, che ci spiega quali siano i presupposti che permettono la realizza-zione di un robot capace di operare sen-za l’intervento dell’uomo. Infine, per tutti i lettori più intraprenden-ti, consigliamo la lettura di “Costruire un robot con Arduino”, un estensivo tutorial che illustra passo-passo la cre-azione di robot utilizzando la scheda di sviluppo più famosa tra i maker.Clicca sulle copertinee comprali su Amazon ©

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IL TUO SMARTPHONE ANDROID PUÒ IL MIGLIORE STRUMENTO NELLE TUE MANI.MA SERVONO LE APP GIUSTE: ECCO QUELLE CHE ABBIAMO SELEZIONATO PER TE

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—{ davide fasola }—

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Le dieci appimperdibiliper Android

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Con l’introduzione sul mercato degli smartphone, av-venuta ormai diversi anni fa, hanno cominciato ad avere una grande importanza all’interno della vita di ognuno di noi le così dette applicazioni o app. Ma di cosa si tratta precisamente? Beh, anzitutto occorre premettere che i nuovi sistemi operativi mobile, quelli che, per intender-ci, equipaggiano tutti i terminali di ultima generazione, funzionano in maniera molto più simile agli OS dei PC, al contrario di quanto accadeva con i vecchi cellulari. Proprio per questo motivo, come accade sui computer, per poter svolgere determinate funzioni e assolvere dati compiti hanno la possibilità di sfruttare dei veri e propri programmi che vanno installati sullo smartphone a se-guito dell’acquisto. Questi programmi prendono proprio il nome di applicazioni e hanno ormai raggiungo un nu-mero davvero esagerato. Ne esistono di tutti i tipi e, mol-

to spesso, per ogni categoria o tipologia di applicazione abbiamo un numero elevato di alternative. Ogni sistema operativo ha quindi il proprio negozio virtuale dal quale poter scaricare le diverse applicazioni, sia gratuitamente che a pagamento. Quello delle app è quindi un mondo davvero sterminato tra cui destreggiarsi non è sicura-mente facile, specie se si è alle prime armi. Proprio per questo motivo abbiamo selezionato per voi 10 applica-zioni che potrebbero semplificarvi la vita e che conside-riamo praticamente immancabili su ogni smartphone. Si tratta di applicazioni per la produttività come anche per l’intrattenimento personale. In questa top 10 abbiamo inserito delle applicazioni disponibili per Android. Se vi siete persi quelle per iPhone scaricate il numero di no-vembre e vi diamo appuntamento a gennaio per quelle Windows Phone. >

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Airdroid è una applicazione Android che ci permette di avere accesso al nostro smartphone direttamente tramite il PC. Una applica-zione davvero molto uti-le e comoda, semplice da configurare e di immediato apprendimento. Scarica-ta l’applicazione sul nostro smartphone i passaggi per renderla operativa sono po-chissimi. Non occorre nes-sun software particolare sul nostro PC poiché il tutto funziona tramite browser. Serve quindi solamente

una rete WiFi. Una volta installata l’applicazione basta apri-re il browser del nostro PC e collegarsi alla pagina web.ai-rdroid.com e inserire la password che vi verrà presentata nell’apposito campo, oppure semplicemente inquadrare con la fotocamera il QR code mostrato. Eccovi connessi! A questo punto potrete installare app da Google Play, rice-vere e rispondere a messaggi e e-mail, ascoltare la musica presente sullo smartphone e addirittura scambiare file con il vostro cellulare. Il tutto senza toccare il dispositivo nem-meno una volta. E volete sapere un altro punto a favore?È completamente gratuita.

Disponibile preinstallata su alcuni terminali, viene uti-lizzata da milioni di persone tutti i giorni ed è come se fosse la rivista personale di ognuno di noi. Si tratta di un luogo in cui tenersi al pas-so con le notizie, seguire gli argomenti che ci interessa-no e condividere elementi, video e foto che ci hanno impressionato. Per iniziare

basterà scegliere alcuni argomenti ai quali siamo interes-sati e in automatico Flipboard creerà la nostra rivista per-sonale selezionando le fonti che trattano quegli argomenti. Una volta creata la nostra rivista sarà poi molto piacevole anche sfogliarla, grazie al sistema di navigazione all’inter-no dell’app fatto di swipe in tutte le direzioni. All’interno di Flipboard è poi possibile salvare gli elementi che più ci hanno colpito per diversi aspetti e conservarli in modo da leggerli più tardi o rivederli ogni volta che ne abbiamo vo-glia. Anche Fliboard è disponibile gratuitamente e dispone di una edizione localizzata per il nostro Paese.

A nostro parere una delle migliori, se non la migliore

in assoluto, applicazione di fotoritocco presente ad oggi sul Play Store. Sviluppata nientemeno che da Google (pro-prietaria dello stesso sistema operativo) l’app in questio-ne permette una serie di regolazioni davvero molto ampia per quanto riguarda i parametri di scatto delle nostre foto. Disponibile gratuitamente sul Play Store, è sufficiente in-stallarla e aprirla per capire di avere di fronte una delle ap-plicazioni migliori nel suo genere. L’interfaccia è intuitiva e bastano davvero pochi minuti per familiarizzare con la stessa. Per acquisire una foto da modificare si può passa-re direttamente dalla fotocamera oppure modificare degli scatti effettuati in precedenza prelevandoli dal rullino foto. I parametri che è possibile modificare sono davvero molti, si passa dalla luminosità, al contrasto, alla regolazione delle ombre, alla saturazione e fino alla nitidezza; il tutto sempli-cemente scorrendo il dito in senso orizzontale e verticale. Sono poi presenti alcuni filtri preimpostati dei quali, una vol-ta applicati, è possibile variare l’intensità a piacimento.

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AIRDROID

FLIPBOARD

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Ci stiamo preparando ad un viaggio ma non vogliamo rivolgerci ad una agenzia perché vorremo essere noi a pianificare ogni dettaglio? Da ora in poi un grosso aiuto può venire dallo smartpho-ne. Alberghi, Hotel, B&B, ristoranti, pub e bar, insom-ma, tutto quello che serve per una vacanza su misura. Basta una veloce ricerca su Tripadvisor e potremo vedere milioni di recensio-ni e foto scattate sui luoghi direttamente da chi ci ha preceduto. Non mancano le indicazioni riguardanti il prezzo ed è possibile ordi-nare i nostri risultati secon-do diversi filtri preimpostati. E se ci troviamo già sul po-sto basta utilizzare la fun-zione Qui vicino per avere

una panoramica di tutti i punti di interesse vicini alla nostra posizione. La community è in continua espansione e po-tremo noi stessi lasciare la nostra recensione per aiutare ancora di più a migliorare il servizio.

Waze è un'applicazione per la navigazione e per evitare

il traffico con una delle comunità di utenti più numerose al mondo. Unisci le tue forze a quelle degli altri automobilisti

per condividere informazioni in tempo reale sul traffico e le condizioni stradali, in questo modo, risparmierai il tem-po e i soldi di tutti, ogni giorno. Semplicemente guidando con Waze acceso, sei già in grado di generare informazioni sul traffico e sulle condizioni stradali in tempo reale, aiu-tando la comunità di automobilisti della tua zona. Puoi se-gnalare incidenti, pericoli, posti di blocco e altri eventi che vedi per strada e anche ricevere informazioni su cosa sta succedendo lungo il tuo itinerario. Hai anche la possibilità di trovare il distributore di benzina più economico sul tuo tragitto grazie alla funzione di aggiornamento dei prezzi di benzina. Inoltre, con Waze, è più divertente e facile incon-trare gli amici e pianificare appuntamenti.

Crea filmati sensazionali utilizzando meno di 5 foto. Immagina un editor di foto tra i migliori, combinato con un editor video di pri-ma qualità, disponibile 24 ore su 24 per trasformare le tue foto in capolavori ci-nematografici, in pochi mi-nuti!Il modo più semplice per trasformare normali foto-grafie in storie accattivan-ti. Ma come funziona que-sta app magica? Registra e carica un video dal tuo Android, scegli una colon-na Sonora, dai un titolo al tuo film e il Magisto movie maker creerà automati-camente il tuo film. Non è necessario che tu sia un regista, né devi avere esperienza nel campo del video editing. Considera Magisto come il tuo video editor personale. Magisto analizzerà il tuo filmato e lo monterà per te, creando

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TRIPADVISOR

WAZE SOCIAL GPS

MAGISTO

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un film professionale che sarai orgoglioso di condivide-re con i tuoi amici. Con l’ultima versione dell’app è inoltre possibile creare e condividere video di 15 secondi diretta-mente su Instagram. Magisto è disponibile gratuitamente su Play Store.

Orario Treni è una applica-zione estremamente utile a tutti coloro che viaggiano utilizzando i mezzi di tra-sporto pubblici. Si tratta di un’ app che permette di cercare gli orari dei treni ita-liani e di consultare ritardi e soppressioni delle corse in tempo reale. Comprende treni di: Trenitalia, Trenord, Italo, Sangritana, TPER, SAD, Trentino Trasporti Esercizio, Ferrovie Sud-Est, Ferrovie Nord Barese, OBB, TGV, Sistemi territoriali, Fer-

rovie Udine e altri che saranno aggiunti prossimamente. Di tutte queste linee ferroviarie è possibile consultare gli orari, ottenere informazioni riguardo i viaggi, visualizzare il prez-zo dei biglietti e, in alcuni casi, acquistare i biglietti stessi direttamente dall’app. È inoltre possibile scambiare mes-saggi tra utenti per informazioni sui treni. L’app è disponi-bile in versione gratuita o a pagamento con l’aggiunta di alcune funzioni avanzate.

Con oltre 245 milioni di utenti in tutto il mondo WPS

Office è indubbiamente la suite Office gratuita più utilizza-ta su mobile. Con WPS è possibile aprire quasi tutti i tipi di documenti, come PDF, TXT e Microsoft Word, PowerPoint ed Excel. Ciò significa che se utilizzi WPS Office per aprire un documento dall'email o dal Cloud, puoi essere certo di visualizzarlo nel miglior modo possibile. WPS Office è pie-no di funzioni simili a quelle disponibili nelle soluzioni Office per PC, quali opzioni avanzate di formattazione di testo e di paragrafo, nonché la possibilità di aggiungere immagini, forme, tabelle e grafici direttamente nelle presentazioni e nei documenti. Con WPS Office puoi condividere i file via e-mail, Evernote, ecc. Puoi anche condividere presenta-zioni con altri utenti via Wi-Fi o direttamente tra dispositivi compatibili con DLNA. Puoi inoltre accedere e modificare documenti dal tuo cloud drive preferito. Terminate le modi-fiche, WPS Office le salverà automaticamente online.

Siete patiti di cinema ma non riuscite ad aprire i vo-

stri film sullo smartphone perché il formato non è sup-portato? Ecco come MX Player diventerà una delle vo-stre app preferite. Si tratta di un player video in grado di riprodurre praticamente tutti i formati possibili grazie

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ORARIOTRENI

WPS OFFICE

MX PLAYER

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a un decodificatore integrato che riesce a gestire i chip multi-core in maniera ottimale per prestazioni di deco-difica e riproduzione fluide e veloci. In caso di filmati a bassa risoluzione è poi possibile effettuare un pinch to zoom per adattarli al nostro schermo o un panning per centrarli. Non manca poi il supporto ai sottotitoli, utile nel caso in cui la nostra serie tv preferita non sia stata ancora doppiata in italiano. Presente anche un blocco per i bambini che permette di lasciarli soli a guardare il loro cartone animato preferito senza preoccuparsi di chiamate indesiderate.

Evernote è una suite di software e servizi studiati

per la creazione e l’archiviazione di note. Una nota può essere una parte di testo, una intera pagina web, una fotografia, un memo vocale o un appunto preso a mano su un foglio di carta. Insomma, non importa in che for-mato, le note troveranno in questa app la loro sistema-zione perfetta. All’interno di Evernote i nostri appunti possono essere sistemati in cartelle, taggati, creati, mo-

dificati, commentati e, ovviamente, condivisi. Evernote supporta praticamente tutti i sistemi operativi, mobile e non, e proprio per questo motivo diventa uno strumen-to utile anche per tenere i nostri lavori condivisi su tutti i dispositivi in nostro possesso. Evernote è disponibile in una versione a pagamento o in una alternativa gratuita che comporta un limite di spazio mensile per i nostri appunti e alcune funzioni avanzate in meno. ©

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EVERNOTE

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Vertu:gioielli che sanno

anche telefonareLI AVETE VISTI SPESSO NELLA NOSTRA RUBRICA UTOPIA: OGGI VI PORTIAMO

CON NOI NELLA BOUTIQUE VERTU DI MILANO

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—{ roberto colombo }—

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Ogni esemplare è cura-to artigianalmente da un addetto che ne segue la costruzione dalla nascita fino all’inserimento nel-la scatola, apponendo la sua firma all’interno del comparto batteria; i ma-teriali utilizzati spaziano dal titanio grado 5 (lega di utilizzo aerospaziale) fino al cristallo zaffiro e ai rubini; l’acquisto è la porta d’ingresso per un universo di servizi dedi-cati al mondo del lusso. Stiamo parlando di un gioiello? In un certo senso

è così. I telefoni Vertu na-scono proprio con questo intento, quello di essere cellulari-gioiello anzi, me-glio ancora, gioielli in gra-do di effettuare chiamate telefoniche, inviare email e messaggi di chat, oltre che navigare su internet. Nati come side-project di Nokia, i cellulari Vertu vi-vono ora di vita propria e sono sbarcati nel mon-do degli smartphone con le ultime proposte Full HD con processori Quad Core e sistema operativo Android. >

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Dalla costola di Nokia ad Android

I primi disegni nascono dalla penna di Frank Nuovo, allora Chief Designer di Nokia, nel febbraio del 1998 e ricevono po-chi mesi dopo l’approvazione da parte del consiglio d’ammi-nistrazione del colosso finlandese. Nel 2000 l’azienda stabili-sce la sua sede a Church Crookham nell'Hampshire inglese e sceglie l’orologeria di precisione come modello per la costru-zione dei suoi terminali. Nel 2002 arriva Signature, la pietra miliare, cellulare tutt’ora in gamma nelle sue evoluzioni più recenti. Fino al 2011 l'azienda ha ruotato nell'orbita di No-kia, continuando a utilizzare Symbian OS anche nel passag-gio al touchscreen. Dal 2012 la musica però cambia e Vertu viene ceduta da Nokia. Da qui in poi avviene il passaggio ad Android, sistema operativo che caratterizza le due ultime uscite, Signature Touch e Aster.

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Siamo stati nella boutique milanese del marchio anglo-svedese: si trova in posizione strategica all'incrocio tra via Manzoni e via Monte Napoleone, nel pieno del di-stretto del lusso del capoluogo lombardo. Il negozio si amalgama al meglio con il tono del resto delle attività, tanto da sembrare a prima vista una vera gioielleria. Chi ha provato a dare un'occhiata dentro avrà avuto l'im-pressione di un negozio di piccole dimensioni, con un bancone e diverse vetrine anche all'interno: in realtà entrando il bancone è solo il punto di accoglienza per portare gli eventuali acquirenti nella zona superiore,

attraverso un'ampia scala, dove si viene accolti da un salottino, una zona di esposizione e un'altra arredata a studio con gusto tipicamente britannico. Un particola-re: il tavolo su cui ci sono stati esposti i prodotti (pre-si con guanti di seta da un vassoio foderato di velluto nero) è un pezzo unico, creato da un artista utilizzando delle valigette 24 ore. Da solo questo particolare rende l'idea del tono del negozio. L'occhio con cui vanno guar-dati i terminali Vertu è lo stesso con cui si giudica un orologio Rolex, Ulysse Nardin o Jeager LeCoultre o con cui si ammira una Bentley e una Rolls-Royce. ©

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È Signature il Top di GammaNato nel 2002 Signature si è evoluto in questi anni ma non ha mai tradito il suo DNA: è un cellulare candy-bar con display di ridotte dimensioni e tastierino numerico. Il sistema operativo è ancora S40, eredità di Nokia, ma più di tutti gli smartphone che l'hanno seguito Signature incarna l'essenza del telefonino/gioiello ed è stato il primo ad essere interamente realizzato a

mano da un singolo artigiano. La cover anteriore è realizzata da un lastra di cristallo zaffiro, che viene tagliata e modellata per realizzare non solo la copertura dello schermo, ma anche i tasti. Ma anche sotto la superficie, invisibile agli occhi, c'è una sorpresa: il meccanismo dei tasti utilizza un rubino per ogni ele-mento per rendere la tastiera praticamente eterna.

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Schiacci il rubino e si apre un mondo di serviziIl rubino non fa la sua comparsa solo sotto la tastiera di Signa-ture, ma ha anche una posizione in bella vista sul lati di Aster e Signature Touch: premendo questo particolare tasto rosso è possibile entrare con un click nell'universo di servizi che Vertu mette a disposizione dei suoi clienti. Assistenza 24/7, telefonate

e messaggi a prova di intercettazione, accesso ai club ed eventi esclusivi e poi Vertu Concierge: un assistente personale sempre a disposizione per ogni richiesta, anche la più particolare, come una cena con la Regina Elisabetta. Non perdete il video per sco-prire tutti i servizi Vertu.

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IL CAPITOLO DI ASSASSIN'S CREED DI QUEST'ANNO È AMBIENTATO IN UNA PARIGI GRANDIOSAMENTE RIPRODOTTA AI TEMPI DELLA RIVOLUZIONE FRANCESE

Assassin'sCreed Unity:

ora in pienaRivoluzione francese

—{ rosario grasso }—

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Nuovo Assassin's Creed e nuovo scenario storico. Se la serie Ubisoft ha un merito, infatti, è quello di far-ci rivivere in prima persona delle epoche storiche che hanno segnato l'evoluzione dell'essere umano. Dopo essere stati nelle Gerusalemme, Firenze e nel conti-nente americano durante la Guerra di Indipendenza, infatti, Ubisoft ci riporta adesso nella Parigi della Ri-voluzione francese. Ed è una Parigi grandiosamente riprodotta, e non solo nelle componenti architettoni-che e nei monumenti, ma anche e soprattutto per ciò che riguarda i costumi dei personaggi, le acconciatu-re dei capelli e il loro modo di comportarsi alla vigi-lia dello scoppio dei tumulti che segnarono la storia dell'umanità e della democrazia. Insomma, l'immer-sione nello scenario storico è pressoché totale in As-sassin's Creed Unity. Torna, quindi, l'Abstergo, che è una sorta di riprodu-zione virtuale a sua volta, in questo caso della stes-sa Ubisoft. Soggioga le menti e manipola la storia, ma dà allo stesso tempo al giocatore la possibilità di porre rimedio, andando avanti nel gioco e finendolo, troncando l'incubo. Assassin's Creed Unity raccon-ta l'evoluzione di Arno Dorian, il protagonista, da un

semplice novizio ad un maestro assassino. Ubisoft ha infatti rivisto la progressione: mentre in passato il free roaming di Assassin's Creed era un po' fine a sé stesso, adesso avremo una vera e propria progres-sione. Le attività le missioni portata a termine, infatti, contribuiscono ad accrescere l'esperienza del perso-naggio protagonista, e lo faranno diventare sempre più forte. Questa introduzione comporta un cambia-mento radicale per tutto il mondo di gioco. Ubisoft ha, infatti, dovuto allestire un sistema che adatta le quest al livello di esperienza raggiunto dal giocatore, in modo che non possa ritrovarsi in una condizione per la quale è troppo debole o troppo forte in relazio-ne ai nemici e alle situazioni da affrontare nella quest.C'è anche una nuova modalità co-op per quattro gio-catori, che permette di muoversi liberamente per le vie e i tetti della Parigi ricreata digitalmente, sceglien-do fra le missioni principali, Brotherhood Mission, o quelle secondarie, Heist Mission. La componente co-op è separata rispetto alla campagna single player, e offre pertanto un filone narrativo parallelo a essa.Le Heist Mission prevedono di infiltrarsi in una loca-tion senza farsi notare e rubare più bottino possibile.

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Consentono di accumulare esperienza, al pari delle missioni della storia principale. Esperienza che può essere incanalata in quattro diversi alberi delle abi-lità, che permettono di personalizzare il proprio per-sonaggio insieme ai nuovi pezzi di armatura acqui-stabili. Ci sono circa 200 pezzi di vestiario diversi e 85 armi tra cui scegliere durante la progressione.Ubisoft introduce tutta una nuova filosofia di inter-facciamento con Unity, permettendo, ad esempio, di scendere automaticamente dalle alture con la sem-plice pressione del tasto B. In questo caso il protago-nista è in grado di interagire dinamicamente e fluida-

mente con tutti gli ostacoli che si trovano sotto di lui, fino ad arrivare al livello più basso. Migliorata anche la gestione delle coperture, che adesso permettono di agganciarsi con maggiore immediatezza.Dopo un lancio un po' complicato, con qualche pro-blema di troppo per le prestazioni soprattutto della versione PC, adesso è possibile giocare Assassin's Creed Unity in tutto il suo splendore. Su PC abbiamo una grafica notevole che trae beneficio anche dalla suite Gameworks di NVIDIA, che permette di avere anti-aliasing avanzato di tipo TXAA, ombre morbide e occlusione ambientale HBAO+.

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I personaggi di Assassin’s Creed

Altaïr Ibn-La'Ahad • Tutto iniziò da lui. Fu un maestro assassino ed è ricordato soprattutto per essere uno dei più grandi Mentori della storia dell'Ordine, nonché colui che lo ricostruì dalle basi. Egli è un antenato di Desmond Mi-les. Presente in Assassin's Creed.

Ezio Auditore da Firenze • Scavezzacollo professio-nista e sciupafemmine, è uno degli Assassini a cui i fan del-la serie sono rimasti maggiormente affezionati. Fu nobile fiorentino e divenne uno dei più grandi Mentori dell'Ordi-ne degli Assassini. Ha avuto relazioni con importanti per-sonaggi storici come Cristoforo Colombo, Cesare Borgia, Lorenzo de' Medici, Leonardo da Vinci e altri. Presente in Assassin's Creed II, Assassin's Creed Brotherhood, Assas-sin's Creed Revelation.

Connor • In realtà il suo nome originale è Ratonhnhaké:ton. È stato un Assassino coloniale appar-tenente alla tribù nativa americana dei Kanien'kehá:ka. Connor è figlio del Templare Haytham Kenway e del-la nativa americana Kaniehti:io. Ma dopo aver assistito alla morte della madre a soli quattro anni, decise di pas-sare agli Assassini e a dare la caccia ad alcuni tra i più

importanti Templari, tra i quali anche il padre. Presente in Assassin's Creed III.

Edward James Kenway • Padre di Haytham, Edward è stato un corsaro, un pirata ed un membro dell'Ordine degli Assassini nelle Indie Occidentali all'inizio del XVIII secolo. È inoltre un antenato di William e Desmond Miles. È alla base dell'importante restyling che Assassin's Creed riceve con Black Flag, con il passaggio all'attesa ambientazione piratesca e un certo distacco rispetto al canovaccio storico della serie. Presente in Assassin's Creed IV Black Flag.

Arno Victor Dorian • È l'assassino "in carica", apparte-nente al ramo francese della Confraternita. Nato da padre francese e madre austriaca, Arno crebbe nella nobiltà di Ver-sailles, discendente di una famiglia che per secoli fece parte dell'Ordine degli Assassini. Quando aveva otto anni, suo padre morì assassinato in un misterioso complotto. Pertanto, venne adottato da François de la Serre, Gran Maestro dei Templari in Francia. Quindi Arno crebbe insieme a Élise de la Serre, di cui si innamorò. Collaborò con alcuni protagonisti della Rivo-luzione francese, come il Marchese de Sade, Luigi XVI e Napo-leone Bonaparte. Presente in Assassin's Creed Unity.

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IL PROSSIMO FILM D'ANIMAZIONE DELLA DISNEY, BIG HERO 6,DIFFICILMENTE PASSERÀ INOSSERVATO AL GRANDE PUBBLICO,

ANCHE PER IL FATTO DI ESSERE STATO RENDERIZZANDO UTILIZZANDOUN SUPERCOMPUTER DA 55 MILA CORE

Big Hero 6:nato da un computer da 55 mila core

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È stata definita come una del-le storie più oscure dell'univer-so Marvel, anche se qui riscrit-ta in chiave Disney. E la città di San Fransokyo, che è il teatro delle vicende, è una sorta di incrocio tra due tra le città più tecnologiche del mondo. E poi c'è la tecnologia, che non è solamente la base del mes-saggio del film, ma è stata imprescindibile anche per la realizzazione del film stesso. In Big Hero 6, con l'aiuto del suo robot Baymax, Hiro Hamada, un giovane esperto di robotica, unisce le forze con i suoi amici e forma una squadra di supereroi per salvare la città. Quest'ultima, infatti, è minacciata da un complotto criminale che vuole radere al suolo tutto ciò che c'è di tecnologico a San Fransokyo.Per realizzare Big Hero 6, i tecnici di Disney hanno do-vuto sviluppare un software di gestione dell'illuminazio-ne del tutto nuovo. Hyperion, questo il nome del softwa-re, è solamente uno fra le tre dozzine di strumenti che lo studio ha creato per donare la vita a San Fransokyo e ai suoi robot. Alcuni di questi strumenti provengono

dai precedenti film d'animazio-ne della Pixar, come Tonic, già utilizzato per creare i lunghi ca-pelli di Rapunzel.Ma fra tutti questi strumenti quello in assoluto più avanzato è proprio Hyperion, che rap-presenta il più grande e rischio-

so impegno mai sostenuto da Disney nel campo della R&D per la animation technology. "È come se avessimo costruito la macchina mentre la guidavamo", ha det-to Andy Hendrickson, Chief Technology Officer di Disney. Durante lo sviluppo di Hype-rion, i tecnici hanno sempre tenuto pronto un piano B. Se Hyperion non aves-se funzionato a do-vere o se non fosse stato in grado di fare quello per cui

Hyperionraapresenta il più

rischioso impegno mai sostenuto

da Disney

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era stato ideato, allora sarebbe subentrato il piano B e Big Hero 6 sarebbe stato comunque completato, an-che se in una versione nettamente meno spettacolare rispetto a quella prevista inizialmente. C'è voluto un team di dieci persone e due anni di assi-duo lavoro per portare a termine Hyperion, il che rende lo sviluppo di Big Hero 6 complicato quasi come quello di un videogioco. "Fino a giugno dello scorso anno ave-vamo un piano B", ammette Hank Driskill, supervisore tecnico di Big Hero 6. "Lo abbiamo accantonato sola-mente quando siamo stati sicuri che Hyperion avrebbe funzionato al meglio". Hyperion gestisce calcoli estremamente complessi per determinare i rimbalzi della luce fra i vari oggetti presenti nella scena e infine il loro approdo al punto di osservazione. A seconda dell'angolo di riflessione e del tipo di materiale coinvolto, infatti, la luce viene proiet-tata in modo diverso. Il software, così come accade in un videogioco, riduce il carico di lavoro degli animatori, che così non devono tracciare manualmente i diversi raggi di luce che ci sono nella scena. Si occupa anche delle complicate illuminazioni indirette, che rendono Baymax così bello da vedere. Probabilmente il pubbli-

co più distratto non se ne accorgerà, ma se Baymax è così credibile è merito soprattutto di una mole così ampia di calcoli.Che non si possono fare certo con il PC che abbiamo a casa, visto che Hyperion ha richiesto l'elaborazione di un supercomputer dotato di processore da ben 55 mila core, distribuito su ben quattro render farm. "Questo film è così complesso che non sarebbe stato in alcun modo possibile farlo manualmente", ha detto ancora Hendrickson. "Per gestire questo cluster e i 400 mila e oltre calcoli quotidiani, il team ha creato un sof-tware che si chiama Coda, che è stato in grado di gestire quattro render farm come se fossero un unico enorme supercomputer. Se qualche meccanismo di elabora-zione fallisce, Coda è in grado di avvertire istantanea-mente i tecnici tramite un'app per l'iPhone". Per capire la complessità di Big Hero 6, aggiungiamo che San Fransokyo contiene circa 83 mila edifici, 260 mila alberi, 215 mila lampioni e 100 mila veicoli. E non è finita qui, visto che bisogna aggiungere nel caldero-ne anche la folla di persone che popola la città e che la struttura viaria è stata ricostruita sulla base della vera San Francisco.

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Come spiega il supervisore degli effetti visivi Kyle Oder-matt, "animare una città così complessa e così vivace semplicemente non sarebbe stato possibile con la tec-nologia di precedente generazione". Ma il lavoro alla base di Big Hero 6 non si esaurisce qui e non è solo tecnologico. Per disegnare i vari robot che sono alla base delle vicende del film, il team tecnico ha portato il regista Don Hall e il co-regista Chris Williams a visitare gli avanzati laboratori del MIT, di Harvard, del-la Carnegie Mellon negli Stati Uniti, e anche i laboratori dell'Università di Tokyo. "Abbiamo cercato di capire come saranno le cose fra dieci anni, per cercare di riprodurre dei robot che in qualche modo appaiano come realisti-ci", ha detto Hall. "Può sembrare un controsenso, perché con l'animazione digitale puoi creare ciò che vuoi, ma vo-levamo comunque un mondo credibile".Nel film c'è anche un momento in cui il protagonista Hiro Hamada utilizza una moderna stampante 3D per creare un vestito per Baymax. "È un omaggio al movi-mento dei maker che sta emergendo nell'ultimo perio-do", spiega Roy Conli, producer del film. "Abbiamo volu-to fare una piccola celebrazione del mondo nerd". È stato proprio durante la sua visita alla Carnegie Mel-

lon che il regista Hall ha conosciuto il ricercatore Chris Atkeson, il quale ha lungamente lavorato in vari seg-menti del settore della robotica. Hall racconta che Atke-son gli ha esplicitamente richiesto di fare un film "in cui i robot non siano i cattivi". Ma in realtà Hall non aveva bisogno di essere convinto, perché la sua visione per Baymax corrispondeva sin da subito alle idee di Atke-son. "Volevamo realizzare un robot diverso rispetto a quelli che la gente è abituata a vedere, un robot che ti possa abbracciare", ha continuato a dire il regista. Il team artistico Disney si è anche ispirato a certi ro-bot dedicati al settore sanitario, già molto popolari in Giappone. Mentre la ricerca sulla robotica realizzata alla Carnegie Mellon ha aiutato Disney a definire anche quelle che sono le pedine inconsapevoli nel film, dei mi-cro-robot la cui "mente" è tenuta sotto stretto controllo. Ovviamente queste intelligenze artificiali rappresenta-no una semplificazione rispetto ai robot che si trovano nell'Università, frutto di anni e anni di studi. Unitamente alle idee provenienti dalla tecnologia degli sciami di dro-ni, tutto questo ha reso i micro-robot molto angoscianti. I microrobot elettromagnetici si muovono, infatti, come una catena.

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Il movimento di uno di loro in-cide su tutti gli altri. In alcune scene ci sono addirittura 20 milioni di microrobot contem-poraneamente presenti sul-lo schermo: si tratta proprio delle scene più difficili da ren-derizzare per la rete di com-puter allestita da Disney e dove Hyperion viene mag-giormente in soccorso. Prima di completare i lavori su Hyperion, difatti, il team pensava che fosse impossibi-le renderizzare un numero di robot così alto. "Non credevamo che la tecnologia fosse in grado di gestire automaticamente tutto ciò che accade in una scena a livello di riflessioni della luce", ha spiegato Mi-chael Kaschalk, responsabile degli effetti visivi."E che fosse in grado di farlo a prescindere del tipo di inquadratura, limitando il lavoro degli artisti a un mero lavoro di rifinitura. Quando abbiamo visto Hyperion all'opera, invece, ci siamo accorti che riusciva a fare un lavoro perfetto".Ma naturalmente l'aspetto tecnico non è l'unico che sta a cuore a Disney, anzi tutto il discorso creativo e di

ricerca di nuove idee è ancor più alla base. "Siamo sempre alla ricerca di nuovi input per foraggiare la narrazione, e non ci spaventiamo a trarre idee da qualsiasi situazione e da qualsiasi luogo, per poi farle diventare grosse porzioni della

storia o anche elementi più meno importanti", dicono alla Disney. Big Hero 6 è una lettera d'amore alla tec-nologia. È sicuramente un film di fantasia, ma che è in grado di far capire a grandi e piccini come potrà essere il futuro, quando saremo sempre più assistiti dai robot. Meglio, è un film fatto da appassionati di tecnologia e destinato ad appassionati di tecnologia, che è potuto diventar realtà proprio grazie alla tec-nologia. Le strumentazioni più moderne in termini di hardware e software non solo hanno contenuto i co-sti, ma hanno reso possibili immagini di un livello di complessità inesistente nei precedenti film d'anima-zione Disney. "Big Hero 6 celebra la scienza e la tecnologia in un modo che non avete mai visto prima", conclude Hall.

Big Hero 6è una letterad'amore allatecnologia

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LA LETTURA DELLA RECENSIONE È CONSIGLIATA SOLO A COLORO CHE HANNO GIÀ VISTO IL FILM, COME ULTERIORE SPUNTO DI RIFLESSIONE

Interstellar:Troveremo una

soluzione.L’abbiamo

sempre fatto

—{ rosario grasso }—

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C'è una forza molto potente in natura, che trascende lo spazio e il tempo, così come la gravità. Fa indissolubil-mente parte della nostra specie, le consente di evolversi e le conferisce quell'istinto di conservazione che le ha con-sentito di raggiungere gli obiettivi che ha conseguito nel corso della sua evoluzione. Una che ci porta a fare cose apparentemente assurde e immotivate, non direttamente spiegabili sul piano scientifico. Ma se fino a oggi abbiamo creduto che fosse qualcosa di irrazionale e di non scien-tifico, dobbiamo imparare a ragionare in termini più con-creti, adesso che abbiamo capito che è possibile codifica-re l'amore.I fratelli Nolan con Interstellar tornano nel solco tracciato brillantemente da Tarkovskij (Solaris, Stalker) e realizzano un visionario percorso tra fisica e metafisica, corredato da mille riferimenti più o meno accurati sul piano scientifico, dove la fisica si intreccia strettamente con la metafisica fino a spiegare la seconda con le leggi scientifiche, rigoro-se all'interno del percorso logico fatto nel film. Ma non è tanto un discorso evoluzionistico come abbia-mo visto in molti altri film del genere, e penso soprattut-to a Matrix, quanto un ragionamento sulla conservazione della specie. Si parte, infatti, con una profonda crisi che ri-

balta completamente i valori della specie umana, al punto da metterne in discussione le basi scientifiche che hanno consentito la sua crescita sociale e tecnologica. Tutta que-sta evoluzione a cosa serve e a cosa ci ha portato se or-mai non siamo più in grado neanche di procacciarci il cibo per sopravvivere? Un mondo rurale quello che i due Nolan prospettano nella parte iniziale di Interstellar, che per certi versi ripristina uno stile di vivere "pacifico" e senza ambi-zioni, dove tutta la parte dell'avanzamento scientifico per-de di valore, e dove gli scienziati diventano agricoltori. Una crisi lancinante che azzera i cervelli, che toglie qualsi-asi tipo di risorsa che non sia quella necessariamente le-gata al soddisfacimento del bisogno alimentare, che priva l'essere umano di quell'ardore che gli ha consentito di ot-tenere così tanti progressi, come ad esempio di raggiun-gere la Luna. L'umanità è in ginocchio e ha semplicemen-te perso la speranza, cosa che l'ha costretta a rivedere le priorità e a cambiare il modo stesso di interfacciarsi con il pianeta. "Troveremo una soluzione. L'abbiamo sempre fatto", dice il protagonista Cooper (magistralmente inter-pretato da Matthew McConaughey), che però sembra l'unico a mantenere quel fervore evoluzionitico che inve-ce non è più rinvenibile negli occhi degli altri sopravvissuti alla sventura alimentare.I fratelli Nolan raccontano questa storia rispolverando tutti i progressi cinematografici che hanno fatto con i film precedenti. Se hanno innovato dal punto di vista tecnico lo hanno fatto soprattutto per il modo di trattare elementi per natura fantascientifici in modo realistico. Lo abbiamo apprezzato principalmente con Batman, ma questo con-cetto è portato alle estreme conseguenze in Interstellar. Tempeste di polvere che avviluppano i raccolti e il pochis-simo cibo che è rimasto all'umanità, raccontate come se si trattasse di un documentario, facendo toccare con mano allo spettatore il dramma che i protagonisti stanno vivendo come se stessero vedendo un telegiornale invece che un film. Ma il tecnicismo più grande con i due, ovviamente, riguarda la sceneggiatura. Sulla base del cinema di David Lynch, e soprattutto per impulso del fratello meno conosciuto, Jona-than, i Nolan costruiscono ancora una volta una sceneggia-tura incredibilmente contorta, che ti spinge a ragionare per ore dopo la fine del film per capire cosa diavolo abbiano

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voluto dire questa volta. Come Cristopher ha spiegato in alcune interviste antecedenti l'arrivo nelle sale di Interstel-lar, la cripticità alla base della difficoltà interpretativa è un espediente cinematografico assolutamente ben studiato.Così come fa Quentin Tarantino nei suoi film, che sono in-credibilmente densi soprattutto per il complesso intreccio di rimandi citazionistici, i due Nolan riescono a coinvolge-re profondamente lo spettatore, e a mantenerlo sempre totalmente concentrato sulle scene, proprio perché lo ob-bligano a fare un assiduo sforzo interpretativo. In Taranti-no e in Nolan, quindi, lo spettatore non è più passivo, anzi è molto vicino a interagire con il regista, solo perché stabi-lendo un rapporto diretto con quest'ultimo diventa in gra-do di concordare con lui il significato, in una prima fase, e alla fine del film capire perfettamente qual è il binario che l'autore intendeva perseguire. Il risultato di tutto questo è che le quasi tre ore di Interstellar scorrono via velocissime, come se per lo spettatore fossero passati pochi minuti.E proprio il ragionamento sul tempo è alla base del senso che è stato dato a Interstellar. Il tempo visto come limite per l'essere umano, così come per lui è lo spazio, nel sen-so di viaggi su distanze interstellari, e come lo è la gravità, ovvero questa forza che ci tiene inesorabilmente bloccati

in una dimensione che non possiamo travalicare. Abbia-mo un tempo limitato per conseguire i nostri scopi e per diventare completamente ciò che siamo in potenza, ma abbiamo anche una fortissima arma per sconfiggerlo, che è l'amore. L'amore come meccanismo alla base del processo evolu-tivo dell'essere umano, e che lo distingue dalle altre specie e lo rende sempre migliore. Il sentimento è qualcosa che ci consente di passare da un piano all'altro, di superare i limiti che oggi abbiamo per accedere a un'altra dimensio-ne. Solo credendo in questo ideale, evitando di perderlo in ogni momento della nostra vita, riusciamo a interagire con le altre dimensioni della nostra esistenza e a piegar-le ai nostri scopi, prima conoscendole nella loro essenza scientifica, poi interagendo con loro per sfruttarle.Jonathan e Cristopher Nolan ripercorrono la storia dei film di fantascienza nell'obiettivo di creare quello definitivo un po' come Tarantino ha fatto in Django Unchained con il genere western. Nel corso di Interstellar abbiamo quin-di una serie di citazioni ai baluardi del genere come Alien, Contact, 2001 Odissea nello Spazio, addirittura Star Wars, ma molti altri riferimenti potranno essere rintracciati dagli appassionati.

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Ma è il rapporto tra metafisica e fisica che ai due fratelli interessa maggiormente. La struttura del film si potrebbe equiparare come a una doppia sinusoide che si incontra in certi delicati punti, ovvero metafisica e fisica si scambiano di posto e a turno una diventa l'altra. E questo è sontuo-samente raccontato in termini artistici nel momento in cui i due figli di Cooper comunicano con lui tramite una registrazione inviata sulla nave spaziale nel momento in cui la dimensione temporale del padre risulta compressa mentre sulla Terra è dilatata di decenni di anni per via delle conseguenze della teoria della relatività di Einstein.I due ragazzi sono nello spettro della metafisica perché stanno registrando un messaggio di apparente inutile speranza, rivolgendosi a una persona che nel loro univer-so si è dissolta. Ma, invece, non è così, perché il padre sta effettivamente ascoltando le loro voci e osservando i loro volti. Per i due ragazzi registrare quel messaggio è irrazio-nale, è fuori dal controllo scientifico, ma è invece assoluta-mente razionale e scientifico per Cooper padre. La parete tra ciò che è fisico e ciò che è metafisico è un espediente narrativo che torna a più riprese in Interstel-lar e che riguarda anche la commovente scena finale. Una parete, o meglio sarebbe dire una libreria, che fa anche da collante tra quella voglia di superare i confini che è in-

trinseca nell'animo umano e quella necessità, invece, di rimanere conservatori, razionali e scientifici. Ma in realtà è una parete che lascia degli spiragli affinché i due mondi possano dialogare. Murph sente che c'è qualcosa al di là della parete, lo chiama fantasma ma è suo padre, e deve fare un percorso per riuscire a spiegare scientificamente qualcosa che inizialmente crede metafisico. Come per il monitor, quindi, dall'altra parte della parete c'è qualcosa che solo apparentemente è metafisico. Cooper può salvare la specie umana solo perché guidato dall'amore per la figlia, che gli consente di fare cose non spiegabili completamente sul piano scientifico. È quasi un suicido quello verso cui va incontro quando si fionda verso il cuore del wormhole, mossa che invece gli consentirà di piegare tutte le dimensioni scientifiche di spazio, tempo e gravità ai suoi scopi, e agli scopi dell'intera umanità, dan-dogli la possibilità di "riavviare" il sistema e dare una nuova nascita all'umanità tutta. Ma la forza di fare quell'apparen-temente inutile gesto gli viene data dal ricordo della figlia e dalla voglia di rivederla, almeno un'altra volta, a prescin-dere dai "capricci" del tempo. Torniamo alla trottola di Inception: cade o non cade? Ov-vero siamo ancora nel mondo dei sogni o siamo tornati nella realtà? Per certi versi Interstellar si colloca oltre

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Inception, perché è un tentativo di spiegare l'assurdo con le leggi della scienza, di far rientrare la metafisica nella fisi-ca. Sul piano interpretativo si raggiunge parimenti un livel-lo successivo, visto che alla difficoltà di capire i vari piani di lettura propri della struttura tipica di Nolan si aggiunge la compresione di una serie di fenomeni scientifici, spiegati in maniera più o meno intelleggibile durante il film. Cristopher Nolan conferma con questo film una potenza visionaria che pochi altri registi hollywoodiani oggi pos-sono vantare. Ma dal punto di vista tecnico, Interstellar è pregevole anche per l'uso della musica e per gli effetti so-nori. Nolan, inoltre, ha deciso di girarlo nel formato 70mm pellicola, che consente di avere una risoluzione altissima e colori molto brillanti pur senza rinunciare alla natura ana-logica, che contribuisce a dare una connotazione vintage alle immagini. In Italia è molto difficile vedere Interstellar nel formato originale, sostanzialmente lo si può fare solo nella mitica sala Energia del cinema Arcadia di Melzo. Dà un valore aggiunto rispetto al digitale e al 4K? Probabil-mente in minima parte, anche se forse quella sala offre il meglio di sé soprattutto per la resa uditiva. Se dobbiamo parlare di ostacoli all'interpretazione dob-biamo anche ripercorrere il percorso fatto dai fratelli No-lan prima di Interstellar. Se Memento e Inception erano costruiti in modo tale che il "percorso a ostacoli" fosse tale

fin dalle battute iniziali, Interstellar invece segue il canovac-cio che invece abbiamo già sperimentato in The Prestige (ingiustamente sottovaluto dalla massa). La complessità interpretativa è tale solo in concomitanza del finale, il qua-le presenta una serie di complicazioni inserite ad arte per rendere l'indeterminazione affascinante.Come in The Prestige, infatti, il senso della storia interagi-sce con lo sforzo interpretativo dello spettatore. Negli ulti-mi minuti di Interstellar, infatti, lo spettatore è chiamato a trovare l'elemento mancante per completare l'equazione e capire cosa effettivamente vogliano dire i due Nolan. Ov-vero che la scienza può aiutare a trovare questo benedet-to elemento mancante, ma che è poi quella spinta innata negli esseri umani che li porta verso l'assurdo e verso l'i-gnoto che permette di preservare ancora la specie. Leggibile senza grandi sforzi per circa tre quarti, Interstel-lar diventa criptico proprio negli ultimi minuti. In misura forse eccessivamente artificiosa, come era del resto arti-ficioso in certi passaggi lo stesso Inception. I Nolan sorvo-lano su certi punti, semplicemente evitando di raccontare avvenimenti che avrebbero reso più semplice la compren-sione. Ma è proprio lo sforzo interpretativo che dà valore aggiunto ai film dei due. È quella voglia di trovare l'elemen-to mancante che rende affascinante, e anche gratificante, vedere un film di Cristopher Nolan.

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Il prossimo obiettivo per

la Reflex?

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SE ABBIAMO ACQUISTATO UNA REFLEX CON L'OBIETTIVO BASE,CI TROVEREMO PRESTO A DOVERCI SCONTRARE CON ALCUNI LIMITI,

SUPERABILI CON L'ACQUISTO DI NUOVE OTTICHE. UN TUTTOFARE POTREBBE ESSERE QUELLO DI CUI SIAMO ALLA RICERCA

Un tuttofare potrebbe essere un'ottima scelta

—{ alessandro bordin }—

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Una delle più grandi rivoluzioni messe in atto dalla tecnologia digitale riguarda senza dubbio l'ambito fo-tografico, letteralmente stravolto da quando la pellico-la ha lasciato il posto ai sensori. Non solo: ormai ogni smartphone è dotato di fotocamera integrata, serven-doci su un piatto d'argento la possibilità di cimentarci in scatti fotografici quando magari, fino a qualche tempo fa, non era certo fra le nostre priorità. Da cosa nasce cosa e la fotografia, si sa, è una passione antica che coinvolge emotivamente praticamente tutti, seppur in misura differente. Per chi vuol fare sul serio il passag-gio ad un apparecchio fotografico dedicato è d'obbligo, specie oggi che mirrorless e reflex possono essere ac-quistate a prezzi molto vantaggiosi, almeno per quan-to riguarda i modelli base. Poiché fare fotografie è una passione che ci spinge ad andare oltre e a migliorarci col passare del tempo, arriva presto il momento in cui l'obiettivo fornitoci di serie, solitamente con lunghezza focale 18-55mm o affini, mostra tutti i propri limiti. Ecco quindi che si aprono diverse strade, che dipendono sia dalla disponibilità economica sia da altri fattori come la

trasportabilità, per citare un esempio. Esistono in com-mercio obiettivi pensati per svolgere bene un determi-nato compito, come possono essere i supergrandangoli per paesaggi mozzafiato oppure teleobiettivi con focale molto estesa, quando non ci dispiace affatto cimentarci in qualche scatto naturalistico o sportivo. Un approccio che prevede l'allargamento del nostro parco ottiche con obiettivi dedicati ad ogni singola cosa nasconde due in-sidie: la prima è il prezzo, poiché ottiche specializzate possono costare ben più della nostra macchina foto-grafica e in alcuni casi n-volte la nostra relfex, la secon-da è il doversi attrezzare per portare in giro tutto l'ar-mamentario. Questo vuol dire avere chili di attrezzatura sulle spalle, fatto che può diventare davvero fastidioso se siamo in vacanza o a spasso. Esiste una seconda via, da alcuni considerata un compromesso ma che può re-galare grandi soddisfazioni senza per questo arrivare a sera con la schiena rotta, ovvero optare per un obiet-tivo tuttofare. Giusto per intenderci, stiamo parlando di focali che fino a poco tempo fa erano rappresentate dai modelli 18-200mm, che permettevano di avere

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un comportamento sia da discreto grandangolo, sia da buono zoom, enormemente più potente e versatile del "18-55mm" standard. Con un tuttofare, insomma, si può uscire di casa con la macchina e l'unico obiettivo montato per coprire la stra-grande maggior parte delle esigenze, amatoriali ma non solo. Sebbene inizialmen-te scettici, ora anche i professionisti hanno nel proprio corredo un obiettivo tuttofare, poiché in determinate circostanze la praticità vince su qualsiasi altra esigen-za. Non è un caso che sul mercato ora si trovino nume-rosi modelli pensati per ogni marchio e per ogni tasca, con focali ancora più spinte di quella citata in preceden-za. Sul mercato, da tempo, troviamo le proposte Nikon, Canon e Sony con focale 18-200mm, ma anche quelle più economiche e non per forza di qualità inferiore pro-poste da Sigma e Tamron con i diversi attacchi. Il suc-cesso di questi obiettivi è evidente ancor di più vista la proliferazione di tuttofare ancora più spinti che vanno ad allargare i listini già esistenti: Nikon offre infatti an-che un 18-300mm, mentre da citare in casa Sigma e

Tamron sono rispettivamente ottiche da 18-250mm e 18-300mm, integrando quindi zoom più potenti. Attenzione: spesso in commercio si trovano tuttofa-re identici nella focale ma non nel prezzo. Il motivo va ricercato nella presenza o meno di una tecnologia di stabilizzazione dell'immagine, che contraddistingue i modelli con il prezzo superiore. Ci sentiamo di consi-gliare caldamente questa soluzione, poiché l'esborso maggiore è pienamente giustificato specie per foto-grafie fatte con lo zoom a piena estensione. Ultimo, in ordine, di tempo, è il modello Tamron AF 16-300mm F/3.5 - 6.3 Di II VC PZD, che riesce a coniugare un otti-mo grandangolo (16mm) con una lunghezza focale di ben 300mm, rendendolo ad oggi uno dei migliori tut-tofare presenti sul mercato, anche in considerazione del prezzo e della presenza di un sistema di stabilizza-zione immagine particolarmente efficace. Se si opta per un obiettivo Tamron o Sigma, accertarsi sempre di acquistarlo con l'attacco pensato per il marchio della nostra reflex, poiché sono differenti.

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SPUMEGGIANTE EDIZIONE 2014 DELL'EICMA, L'ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DEL CICLO, MOTOCICLO E ACCESSORI CHE SI TIENE OGNI ANNO A MILANO.

PASSATO E FUTURO SI FONDONO IN UNA PASSIONE SENZA TEMPO

EICMA 2014: passato e futurofra moto vintage

ed elettriche

—{ alessandro bordin }—

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Più di 600.000 spettatori, +14,7% rispetto all’anno precedente. Con questo biglietto da visita di tutto ri-spetto l’edizione 2014 dell’EICMA (Esposizione Inter-nazionale Ciclo Motociclo e Accessori) va a confermar-si come la fiera dedicata alle due ruote più importante a livello globale, con un afflusso praticamente esente da crisi.La passione per le due ruote è molto sentita nel Belpaese, dove troviamo molte aziende impegnate a proporre desideri sempre nuovi ai centauri o a quelli che lo diventeranno presto. Oltre alle presentazioni per cer-ti versi scontate di molti big, con modelli strada-li con moltissimi cavalli, restyling e aggiornamen-ti di gamma, l’edizione 2014 ha lasciato molto spazio a due tendenze che non possono essere ignorate: da una parte la

conferma dell’esistenza di un filone di motociclisti at-tratti dai modelli vintage in salsa moderna, dall’altro il promettente filone elettrico o a propulsione alterna-tiva in genere, sicuramente acerbo ma con un poten-ziale notevole se visto in ottica futura. Non stupisce dunque la riedizione dell’attesissima Ducati Scam-bler, proposta in ben quattro varianti che gioca molto sul fattore nostalgia, riprendendo molti dei tratti che hanno fatto dell’originale Scrambler prodotto dal 1962 al 1976. Il motore è ora un bicilindrico desmodromico

(firma di casa Ducati) da 803cc, 75 CV di potenza e 68Nm di coppia, de-clinato in versione Icon (giallo e rosso, model-lo base), Urban Enduro (colorazione Wild Green pensata per il fuoristra-da leggero), Classic (la

Grazie alla passione italiana per le due ruote

EICMA si confermala manifestazione

più importantea livello globale

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più fedele all’originale) e Full Throttle (quella dal taglio più sportivo). A margine di marchi di grande tendenza troviamo anche molti altri nomi gloriosi della tradizione italiana come ad esempio Fantic Motor, che la passione di Federico Fregnan ha saputo risvegliare; lo stand però è doppio ed ospita il marchio francese Mash, moto francesi dal grande fascino retrò e caratterizzate dai prezzi molto accessibili. Una prova ulteriore che il vintage fa tendenza e viene sempre più apprezzato anche nel nostro paese. Gli albori di un filone che troverà sempre maggiore diffusione in futuro è però costituito dai modelli elettrici o comunque alternativi al motore a scoppio, come dimostrato dall’attenzione di molti marchi a questo tema. Persino un colosso come Harley-Davidson ha messo in mostra al posto d’onore il prototipo LiveWire, già annunciato a giugno

ma confermandolo come molto più che un semplice esercizio di stile. Motore elettrico a tre fasi, cambio a un solo rapporto, 74 CV e 71Nm di coppia permettono a questa motocicletta di raggiungere i 100 km/h in meno di 4 secondi, senza consumare neppure un goccio di benzina. Tornando ai produttori italiani è sicuramente da segnalare la bicicletta a pedalata assistita di Piaggio, che va ben oltre i normali modelli che troviamo già in commercio di altri brand. Siamo di fronte a un vero e proprio gioiello di tecnologia poiché tutto è pensato per raggiungere nuovi livelli di interazione tra ciclista e mezzo meccanico, il tutto in chiave green. Electric Bike Project vanta un motore elettrico da 250-350 W interamente progettato e realizzato dal Gruppo Piaggio, circondato da un ecosistema tecnologico che ha stupito tutti. La “bici”, anche se è riduttivo chiamarla così, dispone di un display “contactless” che si alimenta automaticamente in vicinanza della centralina, mentre la porta USB svolge la duplice funzione di ricarica dello smartphone e di aggiornamento software. Sono ben tre le centraline presenti (cruscotto, batterie e motore elettrico), in grado di comunicare fra loro e di far funzionare il mezzo solo se operanti contemporaneamente. Questo ha permesso a Piaggio di realizzare una sorta di antifurto: rimuovendo il display (in sostanza una chiave elettronica), la bici è di fatto inutilizzabile.Non finisce qui, poiché è da segnalare la presenza della tecnologia PMP (Piaggio Multimedia Platform): lo smartphone, via Bluetooth, comunica direttamente

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con Electric Bike Project che diventa una vera e propria macchina da fitness, sulla quale il ciclista può impostare un suo sforzo fisso (80 watt di sforzo, certa frequenza di pedalata o velocità massima) lasciando libero il motore di aumentare o diminuire il suo contributo sulla base delle variazioni altimetriche (c’è il GPS integrato) per rispettare i parametri impostati e coerenti col programma di allenamento che si intende realizzare.PMP è anche uno strumento di allenamento per monitorare i dati del proprio corpo e raggiungere obiettivi in termini di peso corporeo, ritmo cardiaco e consumo di calorie. La connettività tra l’elettronica della bici e i cardiofrequenzimetri consente di gestire la potenza erogata dal motore elettrico sulla base di un obiettivo di frequenza cardiaca. Grazie all’elettrico torna all’attività anche un pezzo di storia automobilistica italiana, ovvero la Società Piemontese Automobili, abbreviata in SPA.

Nata nel 1906, assorbita dalla FIAT nel 1926 e chiusa come marchio nel 1947, è un’azienda sconosciuta alle più recenti generazioni, almeno fino ad oggi. Uno stand all’EICMA è lì a dimostrare che la rinascita è in atto, anche se a discapito del nome i primi passi sono affidati ad una bicicletta/ciclomotore elettrico. C’è molta dell’Italia di cui andare orgogliosi nel modello che verrà commercializzato col nome di Bicicletto: design di alta classe, fibra di carbonio e soluzioni high-tech riassumono in breve le caratteristiche che spiccano subito all’occhio. Di fatto è una due ruote elettrica difficile da definire, poiché è una bici a pedalata assistita ma anche un motociclo, a seconda dei modelli e dei mercati di destinazione. Nella versione per l’estero sarà dotata di un motore elettrico da 500 W e potrà essere utilizzata come un ciclomotore con tanto di acceleratore, oltre a poter essere utilizzata ovviamente come bicicletta a pedalata assistita. In Italia la vedremo con motore limitato a 250 W e solo con funzione di pedalata assistita. Il perché è una questione burocratica: in molti paesi esteri le caratteristiche di Bicicletto restano entro i limiti di una bici a pedalata assistita, mentre da noi passerebbe come ciclomotore con obbligo quindi di assicurazione e immatricolazione. Per gli incontentabili del green c’è poi Solingo realizzato dall’Italiana Wayel (gruppo Termal): l’azienda bolognese ha realizzato una bicicletta a pedalata assistita dotata di doppio motore, uno dei quali alimentato a energia solare. Quest’ultima è utilizzata per la partenza del veicolo con il motore anteriore, dopo il quale subentra la batteria principale al servizio del motore posteriore che permette di raggiungere 35 km/h.

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Nel caso in cui la batteria principale si esaurisca, Solingo entra in riserva. In modalità Solar la batteria utilizzata è solo quella solare e la velocità è ridotta per permettere di arrivare sempre a destinazione. Tempo permettendo. BMW mostra i muscoli (forte anche di un reparto ricerca e sviluppo molto forte nel settore automobilistico) riproponendo il proprio super-scooter C Evolution, non una novità assoluta ma una ulteriore conferma che l’elettrico convince. 100-120 km di autonomia, 5 ore di ricarica da una normale presa di corrente, retromarcia e tutte le batterie sotto il tunnel centrale. Emissioni zero, anche se costa oltre 15.000 Euro. Che dire poi della modenese Energica, che gareggia con moto esclusivamente elettriche nei mondiali di

categoria? Dopo il modello già noto Ego, ecco arrivare la “sorellina” Eva, di fatto una naked streetfighter per ricchi appassionati. 150 Km di autonomia, 220Km/h autolimitati che si raggiugno davvero in un baleno grazie ai 134CV (davvero tanti per un’elettrica, con una

coppia spaventosa di circa 190Nm continua e costante). Sempre italianissima è il modello e-formidable di Moto Bylot, che incarna le due tendenze viste all’EICMA trattandosi di una motocicletta elettrica da fuoristrada in stile vintage, con tanto di doppio ammortizzatore posteriore. Tornano subito in mente i vecchi modelli da regolarità (cioè come veniva definito l’enduro fino agli anni ‘70); terreni impervi e mulattiere possono essere affrontati oggi senza senza avere problemi di permessi o di inquinamento, grazie ad un motore elettrico da circa 34CV ma con coppia costante molto elevata. Il tutto in soli 108 kg. Arriverà sul mercato all’inizio del 2015 a un prezzo indicativo di 12.000 Euro.Sfrutta l’elettricità anche Freeride E-SM 2105 di KTM, mossa da un motore sincrono a magneti permamenti con rotore a disco da 22 CV di picco, ma coppia costante di 42Nm. Una moto che pesa solo 110 kg ma spinge forte come una a combustione interna, dotata di ricarica rapida e 50 km di autonomia, pochi per l’uso normale ma più che sufficienti per quello sportivo. Sul fronte degli accessori, a testimonianza di come il mondo della tecnologia sia contraddistinto da confini sempre più labili, segnaliamo JetPower Pack di Midland: si tratta di un caricabatterie portatile per smartphone e tablet apparentemente simile a molti altri, ma vengono forniti in dotazione anche due cavi per batteria: gli 8000mAh bastano infatti a dare la giusta carica a una batteria da moto scarica, in caso di emergenza. Insomma, ci attende un futuro davvero elettrizzante. ©

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QUESTA LA PROPOSTA AL GOVERNO FATTA DA UNRAE, ASSOCIAZIONECHE RACCOGLIE I PRODUTTORI ESTERI DI AUTO IN ITALIA

L'auto saràdetraibile dalle tasse

—{ roberto colombo }—

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Il mercato dell'auto è in forte crisi: dopo anni in cui le vendite sono state 'pompate' dagli eco incentivi sono ormai tempi duri per venditori e concessionarie. Gli ita-liani, in particolare le famiglie, non guardano con ottimi-smo al futuro ed è aumentata la propensione al rispar-mio, con una conseguente contrazione delle vendite di beni non durevoli, considerati di lusso o non essenziali. «Le famiglie vorrebbero cambiare l’auto. Dovrebbero cambiare l’auto. Ma non possono cambiare l’auto», è stato lo slogan con cui Romano Valente, direttore ge-nerale dell’UNRAE - Unione rappresentante autoveicoli esteri -, l'associazione che raccoglie in Italia i produttori esteri di autovetture. Lo slogan nasce dalle ricer-che effettuate dal centro studi dell'associazione, ma anche da quella che ha svolto il Censis e che dice che c'è un desiderio di ammodernare l'auto

che si ha in garage da parte delle famiglie italiane, ma che ci sono anche diversi freni all'acquisto di un veico-lo nuovo. Va meglio, infatti, in proporzione il mercato dell'usato, che però non risolve alcuni dei problemi per cui le famiglie 'dovrebbero' cambiare l'auto. La sicurez-za è uno di questi: il parco macchine attuale che vede circolare auto con un'età media di ben 9,5 anni, con il 28,4% dei veicoli accreditati di più di 14 anni. Contando che il tasso di mortalità delle vetture con più di 11 anni è praticamente il triplo di quello delle vetture con meno di due anni è chiaro come l'età del parco veicoli circo-lante sia un problema anche dal punto di vista dei costi

sociali. L'inquinamento è la seconda delle ragioni per cui andrebbero rin-giovanite le auto che sol-cano le nostre strade: secondo i dati del Censis i 10 milioni di veicoli più inquinanti del nostro

In Italia, il parco macchine attuale vede

circolare auto con un'età media di 9,5 anni

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Paese producono ogni anno circa 22,5 milioni di tonnel-late di CO2: se tutte queste fossero ringiovanite di colpo, la mossa permetterebbe di abbassare la quota di ben 12,2 milioni di tonnellate. I buoni motivi dunque ci sono, ma quello che manca è la disponibilità economica: non è solo il prezzo di acquisto a pesare, fattore che negli ultimi tempi è andato addirittura calando tanto da rendere oggi il momento migliore per cambiare l'auto e passare a un modello nuovo, ma sono i costi del carburante, le tasse e i premi assicurativi a rappresentare lo scoglio contro cui sbattono i 'sogni di nuovo' degli italiani. UNRAE pensa di avere una possibile soluzione al problema, ossia ag-giungere a quelle detraibili le spese per l'acquisto di un veicolo nuovo, rottamando uno vecchio (fino a Euro 2). UNRAE si sta già muovendo per portare all’attenzione del Governo il suo Pacchetto Famiglie, pacchetto di sgra-vi fiscali per chi decide di abbandonare il suo vecchio e inquinante veicolo in favore di uno con emissioni al di sot-to dei 120 g/km. Esso prevede una detraibilità del 10% del costo di acquisto di un’auto nuova, arrivando fino a un massimo di 2.000 € in 4 anni. Secondo le previsioni

questo dovrebbe portare alla rottamazione un grandis-simo numero di vetture inquinanti con motori Euro 0, 1 e 2. Secondo le previsioni UNRAE, sull’intera filiera. I dati presentati prevedono un aumento di 300 mila immatri-colazioni in quattro anni. Inoltre ben 480 mila delle auto nuove vendute in questo periodo sarebbero soggette a speciali detrazioni. Per le casse dello Stato si tratterebbe di un impegno iniziale di 64 milioni di euro, il 5 per mille di quanto investito per le misure simili che interessano le detrazioni sulle ristrutturazioni delle abitazioni nel 2013. Il maggior gettito IVA sarebbe, sempre secondo i calcoli, capace di portare però nelle casse dello Stato un flusso positivo di 22 milioni di euro in 4 anni, rendendo così la proposta non solo fattibile, ma anche economicamente vantaggiosa sul medio periodo. Ulteriori benefici eco-nomici deriverebbero dalla diminuzione della mortalità negli incidenti e dei costi sociali derivanti dagli infortuni gravi. UNRAE chiede quindi alle famiglie di unirsi al suo appello al Governo affinché il pacchetto possa diventa-re presto operativo e permettere finalmente alle fami-glie italiane di cambiare la loro vecchia auto.

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IN UNA CASA MODERNA C'È AMPIO SPAZIO PER LA TECNOLOGIA:LE SERRATURE DI INGRESSO, IL SISTEMA DI RISCALDAMENTO, LE LUCI E OGNI

ELETTRODOMESTICO POSSONO ESSERE CONNESSI ALLA RETE INTERNET.IN QUESTO MODO IL NOSTRO SMARTPHONE O TABLET DIVENTA UNO STRUMENTO CON IL QUALE GESTIRE QUESTE APPLICAZIONI DOMOTICHE ANCHE DA REMOTO

Internetentra nelle case

e nelle cose

—{ fabio boneschi }—

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Siamo abituati a pensare che il mondo informatico e di Internet debbano essere circoscritti a PC, tablet, smartphone e apparecchi simili. È però sempre più evi-dente che la flessibilità offerta dal Web e dai device mo-bili sia in grado di divenire strategica anche in molti altri ambiti ben lontani dal mondo informatico.Uno scenario interessante che si sta concretizzando è quello relativo all'au-tomazione domestica: l'argomento non è cer-to nuovo, infatti, progetti e soluzioni in tal senso sono disponibili da pa-recchi anni. Si tratta di soluzioni anche molto complesse, generalmen-te costose e solo alcune di esse basate su proto-colli standard.

In quest’occasione non ci occuperemo però di questo tipo di soluzioni, quanto piuttosto di prodotti in grado di adattarsi alle specifiche esigenze del singolo per il quale una soluzione domotica estesa a tutta la casa potrebbe risultare inadeguata. La diffusione di apparecchi quali smartphone e di tecnologie a basso costo come il Wi-Fi o il Bluetooth hanno solleticato la fantasia di alcuni

marchi che hanno propo-sto interessanti oggetti.Avreste mai pensato che anche il videocitofono di casa potesse essere col-legato al Wi-Fi? Ebbene sì, anche questo oggetto si ritrova reinventato in abbinamento alle tecno-logie Wi-Fi e ad un'app installabile sul proprio smartphone.

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Avreste mai pensatoche il videocitofono

di casa potesse essere collegato alla rete Wi-Fi?

Ora esiste, e c'èun'app tutta sua

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Quando qualcuno suonerà alla porta le immagini ri-prese dalla videocamera verranno trasmesse via Wi-Fi allo smartphone e dal terminale sarà possibile parlare con il visitatore, controllando anche l'apertura elettri-ca della porta. Ma il vantaggio non si ferma alla sola assenza di cavi tra videocitofono e appartamento: infatti le immagini della videocamera saranno disponibili anche da remoto e quindi anche quando l'utente non è a casa riceverà sul proprio smartphone le chiamate e le immagini dal videocitofono.E perché non usare il proprio iPhone per aprire o chiu-dere una porta? Già, come se si trattasse di una porta dotata di tastierino numerico ma nel caso specifico il tastierino è rappresentato dal display dello smartpho-ne. Anche in questo caso la logica evoluta che è presen-te all'interno dello smartphone permette di gestire la

serratura in modo più avanzato rispetto a una chiave di tipo tradizionale: per la medesima porta si potranno ad esempio impostare più chiavi di accesso, alcune di esse valide solo in certe fasce orarie altre invece con scaden-za programmata.Dalla soglia di casa ci spostiamo all'interno e notiamo che anche qui le opportunità messe a disposizione dal-le tecnologie informatiche sono tali da offrire nuovi e interessanti spunti. Abbiamo ad esempio Nest che po-tremmo definire come un cronotermostato ad autoap-prendimento: questo oggetto collegato all'impianto do-mestico in modalità wireless è in grado di apprendere le nostre abitudine e preferenze in termini di comfort.Con le soluzioni Armony di Logitech abbiamo invece un esempio nel quale il mondo informatico in senso stretto riesce a coesistere con un nuovo ambiente domestico automatizzato.

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Ring Video DoorbellSi chiama Ring Video Doorbell, sembra un comune video citofono ma è molto di più. Questo prodotto infatti è in gra-do di collegarsi a una rete Wi-Fi e inviare a uno smartpho-ne l’audio e il video registrato sulla propria porta di casa. Potremo quindi rispondere a chiunque suona il campanello anche se non siamo in casa. Sono inoltre previste funziona-lità di sicurezza come ad esempio l’attivazione automatica dell’immagine nel momento in cui una persona si avvicina alla porta di casa: un messaggio di alert verrà inviato allo smartphone dell’utente che potrà vedere o parlare con l’in-terlocutore.

August Smart Lock

Con August Smart Lock la porta di casa si apre digitando un codice sul proprio telefono: mai più quindi l’incubo di perdere le chiavi. August Smart Lock si collega al cellula-re sfruttando la connessione Bluetooth e all’interno della serratura intelligente sono contenute anche due batterie; il prodotto quindi funziona anche in assenza di rete elettrica e non c’è necessità di accesso alla rete Wi-Fi. L’utente potrà definire un proprio codice di accesso, condividerlo e cam-biarlo in ogni momento. I codici potranno anche avere una scadenza d’uso o essere abilitati solo a fasce orarie. August Smart Lock permette anche di aprire la serratura automa-ticamente quando ci avvicineremo alla porta con il nostro smartphone: la serratura verrà richiusa nel momento in cui ci allontaneremo. >>>

Ecco cosa offre il mercato attuale

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Con un telecomando o con l'app installata su smartpho-ne o tablet sarà infatti possibile gestire oltre alle applica-zioni multimediali anche eventuali luci, o automazioni.Logitech collabora con una serie di partner - tra i qua-li segnaliamo anche Philips - proprio al fine di rendere semplice l'integrazione tra le proprie soluzioni e i dispo-sitivi elettrici di casa, come anche con speaker wireless o serrature elettriche intelligenti come quelle descritte in precedenza.In questa rapida carrellata dedicata a questo nuovo filone di soluzioni domotiche per la casa citiamo anche il caso di Viessman, marchio importante nel mercato delle caldaie. Il produttore tedesco ritiene interessante offrire ai propri utenti un nuovo modo di interagire con l'impianto di riscaldamento, una modalità che in realtà

non è nuova, ma semplicemente è tipica del mondo informatico e non delle installazioni domestiche. Viessman ha infatti creato una propria app che permette di interagire con la caldaia, dando la possibilità di impostare i vari parametri e verificarne il funzionamento anche da remoto. La caldaia comunica il proprio stato attraverso email e, all'occorrenza, questo strumento di comunicazione può essere utilizzato anche per effettuare operazioni di assistenza tecnica da parte di personale specializzato che potrà agire da remoto. Siamo quindi di fronte a situazioni di tutti i giorni che possono essere migliorate con l'inserimento in casa di pochi apparecchi, i quali utilizzeranno poi tecnologie già disponibili nell'abitazione per dialogare con il dispositivo mobile dell'utente e più in generale con il Web. ©

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Logitech Harmony Hub

Logitech Harmony Hub è una soluzione semplice ed espan-dibile per gestire in modo integrato i dispositivi domestici per l’entertainment oltre a lampade e altri elettrodomesti-ci. Sfruttando una connessione wireless (Bluetooth o Wi-Fi) Logitech Harmony Hub è in grado di interfacciarsi con un’ampia gamma di dispositivi intelligenti: il controllo è possibile da un apposito telecomando Logitech oppure attraverso uno smartphone Android o iOS con Harmony mobile app. L’applicazione può gestire il comando di più dispositivi contemporaneamente permettendo così l’attiva-zione di veri e propri scenari di tipo domotico.

Nest Thermostat

Nest Thermostat è un termostato intelligente che promette di imparare le nostre abitudini di vita e di utilizzo dell’im-pianto di riscaldamento o raffrescamento. Per questo ter-mostato non è quindi necessario definire a priori fasce le orarie di funzionamento dei vari sistemi: sarà infatti la logica integrata nel dispositivo a rilevare le nostre azioni per un periodo di apprendimento, oltre il quale il sistema sceglierà in modo autonomo.

Dallo smartphone sarà inoltre possibile controllare il funzio-namento di Nest Thermostat anche da remoto.Nest Thermostat si interfaccia al Web attraverso il Wi-Fi per apprendere le condizioni metereologiche, è dotato di sen-sori di temperatura e umidità e sfrutta questi dati ambien-tali per ottimizzare il funzionamento dell’impianto di casa, con un occhio di riguardo anche al risparmio energetico. La logica evoluta di Nest Thermostat si interfaccia all’impianto di casa con un comune relè, quindi è garantita la compatibi-lità con pressoché tutti gli impianti. Se il prezzo di acquisto più elevato rispetto alla media fosse un ostacolo, segnaliamo che in Europa alcuni fornitori di energia offrono Nest Ther-mostat a condizioni vantaggiose.

Philips Hue

Per il controllo delle luci di casa Philips ha sviluppato la gamma di prodotti Hue: si tratta di lampade in grado di emettere luce di vario colore, con la possibilità di controllar-ne l’accensione o lo spegnimento attraverso smartphone e ta-blet. Si potrà ad esempio definire quali lampade accendere e con che tipo di luce durante la cena, oppure durante la visio-ne di un film. Queste tecnologie basate su un protocollo open chiamato ZigBee Light Link aprono svariate possibilità di gestione attraverso il Web e i dispositivi mobile. Un progetto che ben si avvicina a questo tipo di soluzione Philips è IFTTT (If This Then That)(*).

(*) Nell'espressione "if this then that" si racchiude il concetto che sta dietro questo servizio online e potremmo tradurlo in modo libero in questo modo: se si verifica questo fai quello. Si tratta quindi di un servizio che controlla il verificarsi di una condizione e in base a tale evento compie un'azione. Nel caso specifico della domotica con IFTTT si potranno controllare di-spositivi Philips Hue definendo attraverso il Web regole e pre-ferenze per l’accensione di luci o altri dispositivi.

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DA PASSIONE PERSONALE A IMPEGNO DI TUTTI I GIORNI:ABBIAMO INCONTRATO DUE FASHION BLOGGER

Fashion blog,che passione!

—{ roberto colombo }—

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© G

oogl

e In

c.tra le righe

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Il bello di internet è che con un click è possibile rag-giungere il globo intero. Non solo: la gestione dei conte-nuti è molto 'democratica' e chiunque può far sentire la propria voce . Ci sono settori in cui i blog, le fan page su Facebook, profili Instagram, gli stream di Twitter hanno assunto più importanza dell'informazione tradizionale di giornali e TV. Viaggi, moda, cibo: sono tutti settori in cui grazie a internet ognuno può finalmente dire la sua al mondo intero, condividendo pensieri ed esperienze e trovando persone interessate, al di là dei confini geo-grafici e culturali. Il punto di forza è che ognuno cercan-do su internet può trovare l'esperienza di viaggio che gli serve (non un itinerario in Irlanda generale, ma quel-lo fatto con due bambini piccoli), la ricetta più adatta agli ingredienti che ha in frigo (“Torta margherita senza burro”) oppure il punto di riferimento in fatto di moda e fashion che più si confà al proprio gusto o al proprio por-

tafoglio. Negli anni i diversi settori sono diventati molto competitivi, tanto da vedere – ad esempio nel mondo delle ricette – monopoli, duopoli o ristrette oligarchie di siti e blog molto ben posizionati nei motori di ricerca (e quindi molto cliccati). Resta però molto importante il mondo di pagine che fa da corollario ai siti di primo piano, che spesso dietro la facciata da blog nascondo-no una vera e propria redazione di stampo giornalistico. Nel mondo della moda e dei trend fashion è proprio nel-le pagine più personali che si nascondono le vere chic-che e questo mese noi di Touch siamo andati a scovar-ne due. Vanilla&Soap e Style Shouts. Si tratta di due blog gestiti principalmente da due giovani ragazze che hanno fatto della loro passione per la moda un'oppor-tunità di farsi conoscere, ma anche di business riuscen-do ad attivare diverse collaborazioni con marchi legati al mondo del fashion.

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Com'è cominciata la tua avventura di Fashion Blogger? Il mio blog è nato più di tre anni fa, ma già nel giro di pochi mesi si è fatto notare. Fin da subito ho cominciato a collabora-re con alcune catene di negozi che ne hanno visto le potenzia-lità. Da due anni sono una delle Fashion Angel del magazine Glamour, con il quale collaboro per alcune iniziative, è sicura-mente un grande orgoglio per me.

Il tuo blog come si posiziona nel panorama attuale?Più che un fashion blog io lo chiamo trend blog, in cui si pos-sono leggere recensioni di vario genere, dalle ultime tendenze in fatto di moda, a quelle legate alla tecnologia, alle auto, al cibo, al vino, ai posti cool da frequentare. Attualmente styleshouts.com ha circa 6000 visualizzazioni di pagine al giorno e fans sui principali social ( 12.000 su facebook , 3400 su twitter e 6200 su instagram).

In particolare cosa ti pia-ce di più del tuo blog? C'è qualcosa che invidi alle altre fashion blogger?Un punto di forza del mio blog è sicuramente il mio stile di scrittura informale e leggero. Mi piace dare la mia opinione, i miei consigli a tutti i letto-ri, che si tratti di un nuovo telefono, un'App o un paio di scarpe, non mi tiro mai in-dietro. Cosa invidio agli altri blog? Alcune collaborazioni, ad esempio mi piacerebbe fare

molte più recensioni legate al mondo dei viaggi. Sono una ra-gazza dalla valigia sempre pronta, ma prima di partire leggo tantissimo sul web per scovare il ristorantino o il locale giusto. Vorrei fare molto di più in questo ambito.

Quali sono gli strumenti social che utilizzi maggiormente?Facebook è un ottimo strumento per condividere contenuti, sto curando molto Instagram perché è decisamente più immedia-to, invece trovo molto utile Twitter per dialogare “col mondo” quando accadono eventi particolari, con un pubblico diverso. Su Twitter sono più tagliente e libera.

L'immagine è tutto per una fashion blogger, cosa utilizzi per scattare le foto che ti ritraggono e quelle che scatti tu agli eventi? Hai qualcuno che ti fa da assistente? Per le foto mi avvalgo di una fotografa che è anche un’amica, invece quando devo scattare degli still life in cui il sogget-to coinvolto non sono io, le faccio personalmente con la mia

Nikon D 3000 . Sono un’ appassionata da sempre, ancora prima del blog, di fotografia. In styleshouts.com mi occupo di tutto io, della post produzione delle foto, della grafica e dei contenuti. Il blog è la mia creatura, non so se lascerei farlo ad altri, lo sento mio e non lo trasformerei mai in un magazine, con tanto di redazione.

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tra le righe

Mi piace dare la mia opinione, i miei consigli

a tutti i lettori, che si tratti di un nuovo

telefono, un'app o un paio di scarpe, non mi

tiro mai indietro

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Com'è cominciata la tua avventura di Fashion Blogger? Vanilla nasce dalla mia grande passione per la moda, passio-ne che ormai si è tramutata in qualcosa di più... in un lavoro. Scegliere il nome del blog è stata dura: alla fine abbiamo op-tato per un nome semplice, in grado di rispecchiare me stessa: una ragazza acqua e sapone con un tocco di Vanilla in grado di rendermi diversa. Il blog ha 2 anni e sono contenta di tutti i progressi che ha fatto; la costanza viene sempre ripagata. . Ci è voluto tempo per farmi “conoscere”. Gli eventi, i party, i press day... Sono tutte occasioni per conoscere nuova gente e per farsi notare. Io resto dell’idea che bisogna essere se stessi in queste occasioni. Un blog deve rispecchiare la persona che lo gestisce o che ha deciso di aprirlo.

Il tuo blog come si posiziona nel panorama attuale?È un blog di moda, tratta di tendenze attuali ma potrete anche trovare consigli su come stravolgere il vostro look. Una sezio-ne che vorrei ampliare è sicuramente quella dei viaggi! Giro il mondo e adoro raccontare alla gente quello che vedo, le espe-rienze fatte e fare emozionare con le mie parole. Potrete anche trovare piccoli consigli di beauty e pareri su nuove tecnologie strettamente correlate al fashion! I miei followers sono per la maggior parte giovani fanciulle alla ricerca di un consiglio di stile! L’età è tra i 15 e i 30, ma ricevo anche mail di signore che chiedono consigli di stile per occasioni speciali! Mi è capitato anche un ragaz-zo, ma devo ammettere che sono molto rare le richieste maschili.

In particolare cosa ti piace di più del tuo blog? C'è qualcosa che invidi alle altre fashion blogger?Io adoro il mio blog così com’è! Vanilla ha una grafica diversa dagli altri blog: il sito si estende in orizzontale e non in verti-cale come nella maggior parte. Verrà rivisitato con il futuro restyling anche questo aspetto, ma resterà comunque unico. Non invidio nulla alle altre fashion blogger, anzi ho potuto co-noscere persone stupende, l’ unico sentimento che provo verso alcune di loro è ammirazione!

Quali sono gli strumenti social che utilizzi maggiormente?Io adoro Instagram! Mi piace condividere le foto, soprattutto quelle dei miei viaggi! Non posso rinunciare a Facebook, uno degli strumenti social più utili della storia! È diversamente importante Twitter, decisamente più immediato! Ultimo ma non ultimo Pinterest, utilissimo per conoscere di tutto un po'!

L'immagine è tutto per una fashion blogger, cosa utilizzi per scattare le foto che ti ritraggono e quelle che scatti tu agli eventi? Hai qualcuno che ti fa da assistente?Il blog non è solo un ammasso di foto e parole, ogni post è studiato e cerchiamo sempre di dare il meglio. Ho un grande aiuto giornaliero da parte del mio fidanzato Mattia: il blog

quindi è anche un'occasione che ci permette di passare tempo insieme. Inoltre è iniziata una nuova collabo-razione con una mia cara amica, Elena Magistrelli che da qualche settimana gesti-sce la sezione Beauty!

tra le righe

Ho deciso di aprire Vanilla&Soap per poter condividere i miei gusti

in fatto di stile

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Guardail video

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Il fenomeno delle fashion blogger è tale da essere ormai sotto gli occhi di tutti, anche dei produttori di fotocamere. Da un lato alcuni produttori hanno da sempre una linea chic dedicata a chi cerca l'estetica non solo nella foto, ma anche nel mezzo per scattarla, dall'altro nascono sempre più versioni di macchine fotografiche che abbandonano il nero d'ordinanzaper vestirsi di colori alla moda.

Fashion Blogger, non un fenomenopasseggero: i produttori di fotocamere

pensano proprio a loro

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tra le righe

Olympus PEN E-PL7Presentata a Photokina 2014 è la macchina fotografica che Olympus ha dedicato proprio alle fashion blogger duran-te la conferenza stampa di lancio. Funzioni per creare in modo facile foto d'effetto e photostory, display orientabi-le in avanti per selfie perfetti e – soprattutto nella versio-ne bianca - un'estetica arricchita da nuovi accessori alla moda la rendono una fotocamera da indossare oltre che da usare. Per condividere subito le foto sul web non poteva inoltre mancare il Wi-Fi.

Pentax K-S1Sono ben 15 le combinazioni di colore disponibili per questa piccola, ma ben equipaggiata reflex. Oltre al classico nero troviamo livree sgargianti, ma anche colori pastello su fon-do bianco, alcuni davvero femminili.

Canon IXUS 265 HSIXUS è da sempre sinonimo di donna: è la fotocamera da borsetta per antonomasia e offre a ogni nuova versione nuance adatte all'outfit femminile. L'ultima nata offre con-nettività Wi-Fi e NFC e filtri creativi.

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NELL’IMMAGINARIO COLLETTIVO L’AVVOCATO È SEDUTO ALLA SCRIVANIA,SULLA QUALE SONO DEPOSITATI GRANDI MUCCHI DI CARTE CON APPUNTI

E NORME ACCANTO ALL’IMMANCABILE CODICE CIVILE.ALLE SPALLE UNA LIBRERIA PIENA DI CODICI E LIBRI DI NORME.

ECCO UNA PROFESSIONE DOVE LA TECNOLOGIA PUÒ RENDERE TUTTOPIÙ EFFICIENTE E SEMPRE A PORTATA DI MANO

Tra codici e appunti, la tecnologia

per l’avvocato

—{ paolo corsini }—

homo sapiens

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homo sapiens

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Volenti o nolenti nella vita capita un po’ a tutti di in-contrare un avvocato, professione che incute un po’ di timore reverenziale al pensiero di aver infranto la legge in qualche modo. Ma rivolgersi all’avvocato non è neces-sariamente sinonimo di comportamento colpevole: può capitare che la ragione sia dalla nostra parte e l’interven-to di questo professionista aiuti a ristabilire la giustizia.Sempre alle prese con documentazione, tomi legali, ap-punti e informazioni varie l’avvocato è un candidato ide-ale al cambiamento nei modi d’uso che l’invasione dei dispositivi di tecnologia ha portato in molte professioni. Un obiettivo al quale qualsiasi professionista del legale dovrebbe tendere è la progressiva scomparsa della carta dalle proprie scrivanie, unita alla facilità di accesso alle informazioni. Può sembrare utopia, e forse lo è, ma per ridurne sensibilmente il volume bastano alcune scelte chiare ed oculate. I dispositivi per raggiungere questo risultato sono quelli entrati nella vita di tutti i giorni di sempre più persone, con le quali accedere ai dati anche lontano dal proprio ufficio e con i quali poter tenere facil-mente archiviato quanto necessario.Nel proprio studio è da preferire l’utilizzo di un PC porta-tile, in quanto pratico quando in ufficio ci si deve spostare

dalla propria scrivania ad una sala riunioni per incontrare i clienti o lavorare con i colleghi. Il notebook è inoltre fa-cilmente trasportabile per udienze e appuntamento: per questo motivo è da preferire uno dei tanti modelli ultra-sottili presenti in commercio.L’avvocato è molto spesso al telefono, e forse proprio per questo motivo non sempre così facilmente repe-ribile. Ecco quindi la scelta che deve cadere verso uno smartphone di ultima generazione, strumento utile per l’accesso alle proprie email e per veloci ricerche lontano dall’ufficio con una predilezione per i phablet di ultima generazione. L’ampio schermo migliora la produttività ma più di tutto conta la batteria, tipicamente più capien-te rispetto ai modelli con display di dimensioni standard.Un tablet infine può essere utile per prendere appunti, oppure per fotografie e video di oggetti e beni che pos-sono interessare uno specifico caso che si sta seguendo. Considerando la necessità di avere a disposizione anche un tradizionale PC i nuovi modelli 2-in-1, in grado di tra-sformarsi rapidamente da notebook a tablet, possono diventare per l’avvocato un’arma in più per guadagna-re in efficienza ma mantenendo quello stile che sempre contraddistingue chi ha scelto questa professione. ©

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Avvocato/Man

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NAS

Trasportare la documentazione cartacea in digitale e rendere lo studio sempre più “paperless”: a questo obiettivo deve giungere un moderno avvocato sempre più avvolto dalla tecnologia in aiuto alla propria professione. Dove salvare tutti questi dati? Un NAS è la soluzione ideale per lo studio, prodotto che offre elevata capacità di archiviazione dei contenuti digitali rendendoli accessibili facilmente a chi è autorizzato. QNAP TS-569 Pro abbina dimensioni compatte a funzionalità avanzate molto complete.

Smartphone

I tempi dei tradizionali telefoni cellulari sono un ricordo del passato. Per l’avvocato uno smartphone è uno stru-mento di lavoro non solo per comunicare a voce ma anche per gestire la propria email, effettuare ricerche e registrare memo vocali di importanti incontri di lavoro. Da preferire un modello con batteria dalla elevata capienza. Passport è il nome dell’ultimo modello di BlackBerry, caratterizzato da un design squadrato simile a quello di un passaporto e arricchito da una tastiera meccanica molto funzionale.

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Avvocato/Man

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Scanner

Da oggi niente più carta utilizzata per stampare e archiviare, ma tutto in digitale. Ma come fare con gli archivi? Uno scanner ad alta velocità permette di convertire i documenti in file, da archiviare e rendere facilmente accessibili con i nostri dispositivi da tavolo o mobile. Scanjet 5590 di HP permette di acquisire una serie di documenti in formato A4 in modo automatico, anche fronte retro, velocizzando le operazioni di digitalizzazione del nostro archivio.

Notebook

Un pc portatile che sia sottile, gradevole nel design e po-tente nelle elaborazioni ma in grado anche di assicurare

una elevata autonomia quando scollegato dalla presa della corrente. Un modello ultrasottile, basato su sistema operati-vo Windows 8.1 oppure su quello Mac OSX, è adatto all’uso

tanto nei locali del nostro studio come in visita a clienti o in tribunale. Display da 13 pollici e materiali robusti per lo chassis sono caratteristiche da preferire, come troviamo in

Zenbook UX305 di Asus o in MacBook Air di Apple.

App

Molte delle informazioni legali che vengono quotidiana-mente consultate da un avvocato sono disponibili anche nel pratico supporto di App specifiche, a partire dai vari codici previsti dal nostro ordinamento nazionale. Fondamentale anche un’agenda elettronica che permetta di gestire appun-tamenti e contatti di lavoro condividendo i dati tra i vari dispositivi, oltre che con i colleghi dello studio. Una ricerca negli App store Apple, Google e Microsoft permette di trova-re strumenti molto utili, alcuni dei quali per giunta gratuiti.

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Avvocatessa/Woman

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Scanner portatile

Nell’ottica di rendere sempre meno dipendente dalla carta la nostra professione avere a disposizione, quando si è lontani dall’ufficio, un piccolo scanner portatile permette di convertire e archiviare in digitale qualsiasi documentazione che sia stata fornita nel formato tradizionale. Canon imageFormula P-208 è un modello appositamente sviluppato per i documenti in bianco e nero, che abbina elevata velocità di scansione con un design compatto.

Smartphone

Display di dimensioni elevate, così da poter consultare facil-mente le ultime email ricevute, gestire in modo più pratico i dati delle App installate e consultare siti internet: queste le caratteristiche tecniche dello smartphone nella borsetta del

nostro avvocato. Una fotocamera di elevata qualità permet-te di scattare immagini utili per la propria professione, ma

anche per ritrarre momenti di svago. Il nuovo Apple iPhone 6 Plus abbina queste caratteristiche, garantendo un’elevata

autonomia grazie alla batteria ad alta capacità.

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Avvocatessa/Woman

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2-in-1

Per l’avvocato sempre in movimento un dispositivo 2-in-1 rappresenta la scelta più bilanciata, capace di trasformarsi rapidamente da un notebook con tastiera ad un tablet con schermo touch sino ad assumere forme a metà tra queste due per adattarsi a scenari di utilizzo specifici. Il tutto restando sottile e compatto, così da poter essere inserito in una borsa. Acer Switch 12 è una delle ultime proposte sul mercato, dal funzionamento estremamente silenzioso e capace di assumereben 5 differenti modalità di utilizzo.

Battery pack

Avere tra le mani differenti dispositivi mobile e restare sen-za più batteria a disposizione è uno dei rischi della profes-sione per chi è spesso lontano dall’ufficio e deve interagire

costantemente con i propri device. Un battery pack nella borsetta si rivela una fonte preziosa per ricaricare i nostri

dispositivi a seconda delle necessità: il modello Anker Astro E5, forte di una capacità di ben 15000mAh, permette di ricaricare anche in contemporanea smartphone e tablet.

Cloud computing

L’essere spesso lontano dal proprio studio professionale impone l’avere con sé dispositivi mobile, che diano accesso ai dati dei nostri assistiti e alle informazioni utili. Poter facilmente condividere i documenti creati su tutti i nostri dispositivi mobile, anche basati su differenti sistemi operativi, è reso semplice da uno dei servizi di cloud storage: tutto è salvato e protetto nella rete, ma visualizzabile e modificabile dai nostri device. Le opzioni sono varie: da Microsoft OneDrive a Dropbox, passando per Google Drive, Amazon Cloud Drive e Apple iCloud.

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NON È SEMPLICE VINTAGE: SONO VERE E PROPRIE RELIQUIE. OGGETTI CHE HANNO FATTO LA STORIA DELLA TECNOLOGIA E CHE ORMAI GIACCIONO SEPOLTI

SOTTO IL PESO DELLE INNOVAZIONI CHE LI HANNO SEGUITI. LI VOGLIAMO CONSERVARE IN UNO SCRIGNO PREZIOSO

reliquie! !

!

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reliquie! !

Atari Lynx e l'era delle console portatili a colori

Il progetto nacque da alcuni tecnici coinvolti in Amiga. Dave Needle e R.J. Mical, infatti, fecero parte del gruppo di progettisti che diede il là ai lavori, mu-tuando alcuni elementi proprio dall'Amiga e inseren-doli nell'ambiente di sviluppo del Lynx. Quando debuttò sul mercato, nel 1989, Lynx era un sistema di gioco molto innovativo, e per diversi fatto-ri. Innanzitutto, offriva un fantastico schermo per l'e-ra, con display a colori retro illuminato. Inoltre, sup-portava il gioco in rete fino a 17 giocatori, gestiva la distorsione e lo zoom in hardware. E probabilmente non sono neanche questi gli elementi più meritevo-li in assoluto, visto che fu una delle prime console a delegare i calcoli sulla grafica 3D a un chip apposito,

liberando una buona parte della capacità di calcolo della CPU. Tutto questo però rendeva Lynx troppo pesante e troppo ingombrante. Inoltre, la durata della batte-ria non era soddisfacente, permettendo di svolgere sessioni di gioco molto brevi. Unitamente alla mi-gliore strategia di marketing praticata da Nintendo, questi elementi relegarono Lynx al ruolo di sparring partner, visto che il Game Boy riuscì presto a con-quistare quasi tutto il mercato. Al punto che ancora oggi ben pochi conoscono questa comunque bril-lante console Atari, mentre tutti voi avrete sentito parlare del Game Boy. Con l'arrivo del SEGA Game Gear, poi, il Lynx perdette completamente di senso, visto che la soluzione SEGA offriva anch'essa i colori ed era altrettanto potente.I problemi del primo Lynx vennero in parte risolti dal Lynx II, che raggiunse i negozi nel 1991. Ma per Atari il treno era ormai perso, e il divario rispetto a Nintendo e SEGA pressoché incolmabile.

Atari LynxAnno: 1989

Produttore: AtariCPU: 65SC02, microprocessore

funzionante a 4MHz (~3.6MHz reali)GPU: Video DMA per la gestione

del display LCD

A differenza della diretta concorrente, il famoso Nintendo Game Boy, Atari Lynx permetteva di giocare a colori.

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reliquie! !

Casio My Magic Diary,molto più che una rubrica e un calendario

Qualcuno se lo ricorderà, altri no perché troppo giova-ni, ma è sicuramente curioso strappare all'oblio del tem-po un modello molto particolare di organizer che fece furore a metà degli anni '90. Casio My Magic Diary ini-zialmente era di fatto una soluzione “business”, con colo-razione austera. Per renderla più accattivante anche per il normale pubblico venne data una nota di colore e fu un successo. Cosa aveva di particolare questo dispositivo? Prima di tutto era un calendario e una rubrica, con tan-to di tastiera completa e display molto ricco per l'epoca. Non esistevano certo gli smartphone e i palmari erano oggetti molto costosi; un organizer “base” era l’alterna-tiva più economica ai modelli Psion e Palm, tra l'altro più complessi da utilizzare. Con Casio My Magic Diary si po-teva anche creare una sorta di avatar da associare a un contatto, oltre a poter comunicare via infrarossi con di-spositivi identici entro un certo raggio. Inserendo la data di nascita, Casio My Magic Diary permetteva di realizza-re oroscopi personalizzati e perfino un'ipotetica affinità di coppia fra due contatti, caratteristiche sconosciute alla gran parte degli organizer dell'epoca. Ciliegina sul-

la torta era la possibilità di creare un'area riservata a cui accedere solo tramite password, in cui inserire contatti e note da tenere al riparo da occhi indiscreti. Oggi tutto può far sorridere, poiché con i moderni dispositivi tutto si può fare con una semplice app, ma 20 anni fa le cose erano davvero molto diverse. Molto comodi erano anche i convertitori di valuta integrati (la moneta unica euro-pea non esisteva ancora). Ne venne creata una gamma abbastanza articolata, di cui rimane qualche traccia nel mondo dell'usato ad uso e consumo degli appassionati. La memoria bastava ad archiviare centinaia e centinaia di contatti e appuntamenti, facendosi bastare e avanza-re. La memoria era di …32KB (non MB, KB!), mentre l'ali-mentazione era garantita da due batterie a pastiglia, che potevano durare anni.

My Magic DiaryProduttore: Casio

Periodo di diffusione: metà anni '90Quotazioni medie: fra i 15 e i 50 Euro

Memoria: 32KBCaratteristiche principali: rubrica,

calendario, area protetta, sistema di comunicazione a infrarossi, creazione di avatar, oroscopo

personalizzato, affinità di coppia

Siamo a metà degli anni '90 e non c'erano ancora gli smarthone e non erano nemmeno diffusii palmari. Casio si inventò una sorta di organizer–rubrica, con tanto di area riservata, sistema

di messaggistica e anche oroscopo personalizzato.

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LA TECNOLOGIA NON SEMPRE È ACCESSIBILE A TUTTI: ALCUNI PRODOTTISONO DELLE VERE E PROPRIE ICONE E RESTANO UN'UTOPIA PER LA MAGGIOR

PARTE DI NOI. SE NON AVETE UN RICCO CONTO IN BANCA SFOGLIATELE PROSSIME PAGINE SOLO SE SIETE DEI SOGNATORI

utopia

Un sognoche non diventeràmai realtà...

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Passo allungato di 150mm, motore V8 da 4.8 litri capace di 570 CV, per scattare da 0 a 100in 3,9 secondi e arrivate a 310 km/h di velocità di punta, ma non solo.

Sedili in pelle Poltrona Frau, vernice bicolore sfumata, set di bagagli in pelle, sistema di entertainment posteriore con schermi touch da 10,1 pollici. Panamera Exclusive Series è il lusso applicato

a una Porsche. Soli 100 esemplari (tutti venduti in 48 ore) al prezzo di 249.877 €.

utopia

Porsche Panamera Exclusive SeriesAncora più lusso

per la quattroporte tedesca

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Prendete uno smartphone Android da 5” con display Full HD e fotocamere da 13 e 5 megapixel. Ricopritelo con una scocca in titanio grado 5 la cui lavorazione richiede 8 ore di fresatura a macchina

e 3 ore di rifinitura a mano. Quello che otterrete è Gresso Regal 1, smartphone russo in produzione limitata a 999 pezzi il cui cartellino riporta il prezzo di 'soli' 3.000 $.

utopia

Gresso Regal 1 999 pezzi di titanio grado 5

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LE 10 APP IMPERDIBILIPER WINDOWS PHONE

DOVE VADO IN VACANZA? Chiedilo alla mamma-blogger

Homo Sapiens: chi sarà il personaggio del mese nel prossimo numero?Il dottore, il macellaioo il freestyler?

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