65
ARCH. ALESSANDRO ZUFFERLI COPYRIGHT WARNING: I DISEGNI, LE SPECIFICHE E IL RESTO DEL MATERIALE (CHE IN QUESTA NOTAZIONE E' STATO COMPLESSIVAMENTE CHIAMATO "IL MATERIALE") SONO OGGETTO DEL COPYRIGHT E CONSEGUENTEMENTE PROTETTI DA LEGGI ITALIANE ED INTERNAZIONALI. QUALUNQUE RIPRODUZIONE, ADATTAMENTO O ALTRO USO DEL MATERIALE SENZA IL CONSENSO SCRITTO DELL'ARCH. ALESSANDRO ZUFFERLI, COSTITUIRA' UNA VIOLAZIONE DI QUESTE LEGGI E COLUI CHE NON LE RISPETTERA' SARA' PASSIBILE DI SANZIONI CIVILI ED AZIONI LEGALI. LE DIMENSIONI SCRITTE HANNO LA PRECEDENZA SULLE DIMENSIONI IN SCALA. QUALUNQUE CAMBIAMENTO FATTO DAL CONTRACTOR DOVREBBE ESSERE DOCUMENTATO ED INOLTRATO A QUESTO UFFICIO PER ESSERE APPROVATO. I CONTRACTORS DOVREBBERO VERIFICARE TUTTE LE PRINCIPALI DIMENSIONI IN LOCO E NOTIFICARE IMMEDIATAMENTE QUALSIASI DISCREPANZA. GLI SHOP DRAWINGS DEVONO ESSERE MANDATI A QUEST'UFFICIO PER ESSERE APPROVATI PRIMA DELL'EFFETTIVA MESSA IN OPERA. IL CONTRACTOR DEVE ASSICURARSI CHE IL DISEGNO SIA STATO EMESSO PRIMA DI COMINCIARE IL LAVORO. RIQUALIFICAZIONE DELL'AREA A SUD DI VIALE ALDO MORO TREVIGLIO -BG- PROGETTO ARCHITETTONICO: arch. Alessandro Zufferli via Cavour 7b, Madone, BG, Italy P.IVA 03052770165 e C.F. ZFFLSN74P30A940B mail: [email protected] pec: [email protected] web: www.alezufferli.it CLIENTE: ABR Costruzioni s.r.l. via F.lli Galliari 20, Treviglio, BG, Italy C.F. e P.IVA 03501390169 mail: [email protected] PIANO ATTUATIVO IN VARIANTE VAS. Rapporto preliminare 18001_PL_RE_802a_00.doc 14.09.2018 00 - 802a CLIENTE: Rovida Cesare via Boldrini 10, Vigevano, PV, Italy C.F. RVDCSR34M11G388H PROGETTO TECNICO: geom. Giovanni Luigi Allievi via A.Gramsci 4, Arcene, BG, Italy P.IVA 04174480162 e C.F.LLVGNN62L01A794Q mail: [email protected] pec: [email protected] 14.09.2018 00 Prima consegna RELAZIONE

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ARCH. ALESSANDRO ZUFFERLI COPYRIGHT WARNING: I DISEGNI, LE SPECIFICHE E IL RESTO

DEL MATERIALE (CHE IN QUESTA NOTAZIONE E' STATO COMPLESSIVAMENTE CHIAMATO "IL

MATERIALE") SONO OGGETTO DEL COPYRIGHT E CONSEGUENTEMENTE PROTETTI DA LEGGI

ITALIANE ED INTERNAZIONALI. QUALUNQUE RIPRODUZIONE, ADATTAMENTO O ALTRO USO DEL

MATERIALE SENZA IL CONSENSO SCRITTO DELL'ARCH. ALESSANDRO ZUFFERLI, COSTITUIRA'

UNA VIOLAZIONE DI QUESTE LEGGI E COLUI CHE NON LE RISPETTERA' SARA' PASSIBILE DI

SANZIONI CIVILI ED AZIONI LEGALI. LE DIMENSIONI SCRITTE HANNO LA PRECEDENZA SULLE

DIMENSIONI IN SCALA. QUALUNQUE CAMBIAMENTO FATTO DAL CONTRACTOR DOVREBBE

ESSERE DOCUMENTATO ED INOLTRATO A QUESTO UFFICIO PER ESSERE APPROVATO. I

CONTRACTORS DOVREBBERO VERIFICARE TUTTE LE PRINCIPALI DIMENSIONI IN LOCO E

NOTIFICARE IMMEDIATAMENTE QUALSIASI DISCREPANZA. GLI SHOP DRAWINGS DEVONO ESSERE

MANDATI A QUEST'UFFICIO PER ESSERE APPROVATI PRIMA DELL'EFFETTIVA MESSA IN OPERA.

IL CONTRACTOR DEVE ASSICURARSI CHE IL DISEGNO SIA STATO EMESSO PRIMA DI

COMINCIARE IL LAVORO.

RIQUALIFICAZIONE DELL'AREA A SUD DI

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PIANO ATTUATIVO IN VARIANTE

VAS. Rapporto preliminare

18001_PL_RE_802a_00.doc

14.09.201800-

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14.09.201800 Prima consegna

RELAZIONE

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Città di Treviglio Regione Lombardia _ Provincia di Bergamo

ambito di progettazione unitaria n. 8 ‘viale aldo moro’:

proposta di piano attuativo in variante al PGT vigente

valutazione ambientale strategica + valutazione di incidenza

_ valutazione ambientale strategica

_ valutazione di incidenza art.13 D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 ‘Norme in materia ambientale’

rapporto preliminare

studio di incidenza

soggetto proponente

ABR Costruzioni sr

l

autorità procedente

……………………………………………….

autorità competente per la VAS

………………………………………………..

consulente esterno

Moris Lorenzi

2018 _ 14 settembre

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comune di treviglio _ ambito di progettazione unitaria n. 8 ‘viale aldo moro’ VAS _ rapporto preliminare + VIC_studio di incidenza

[2]

indice

a. premesse ............................................................................ 5

1. contenuti del rapporto preliminare ......................................................... 5

2. finalità della valutazione strategica .......................................................... 6

3. riferimenti normativi e procedurali .......................................................... 6

3.1. avvio del procedimento 6

3.2. quadro normativo 6

3.3. soggetti co-interessati e modalità di partecipazione 7

3.4. valutazione di incidenza 7

4. ambito di potenziale influenza del piano ............................................... 8

b. la proposta di piano attuativo ....................................... 9

5. premesse ...................................................................................................... 9

6. le previsioni del PGT vigente .................................................................... 9

6.1. norme generali per gli ambiti di progettazione unitaria 11

6.2. norme specifiche per l’ambito n. 8 – viale aldo moro 11

7. altri elementi di riferimento ..................................................................... 12

7.1. le determinazioni del Piano dei Servizi 12

7.2. le determinazioni del Documento di Piano 13

8. la proposta di piano attuativo in variante al PGT vigente ................. 14

9. raffronto ...................................................................................................... 21

c. analisi di contesto ........................................................... 23

10. premesse ................................................................................................... 23

11. sintesi dell’analisi di contesto ................................................................. 24

11.1. la scala territoriale 24

11.2. la scala locale 24

11.3. le componenti ambientali 25

11.4. il quadro programmatico 25

12. obiettivi di sostenibilità ............................................................................ 26

d. verifiche e valutazioni dei potenziali effetti

ambientali del piano ...................................................... 29

13. percorso e metodo .................................................................................. 29

14. l’integrazione ambientale preliminare .................................................. 30

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[3]

15. l’integrazione ambientale della proposta di piano attuativo ........... 32

16. misure di integrazione ambientale, mitigazione e

compensazione ........................................................................................ 33

e. valutazioni preliminari ................................................... 34

17. premesse ................................................................................................... 34

18. verifica di coerenza esterna degli orientamenti di piano ................. 35

19. analisi di sostenibilità degli obiettivi del piano attuativo ................... 36

19.1. premesse 36

19.2. analisi 37

19.3. matrice di analisi di sostenibilità degli obiettivi programmatici del piano

particolareggiato 38

19.4. considerazioni valutative 39

20. valutazione dei complessivi effetti della proposta di piano sulle

componenti ambientali ........................................................................... 39

21. le alternative alle scelte del piano attuativo ........................................ 40

22. indicazioni preliminari di integrazione ambientale ............................. 41

22.1. aria 41 22.1.1. alla scala urbanistica ............................................................................................................................ 41 22.1.2. alla scala di progettazione esecutiva ........................................................................................ 42

22.2. risorse idriche 42

22.2.1. alla scala urbanistica ....................................................................................................................... 42 22.2.2. alla scala di progettazione esecutiva ........................................................................................ 42

22.3. suolo 42 22.3.1. alla scala urbanistica ....................................................................................................................... 42 22.3.2. alla scala di progettazione esecutiva ........................................................................................ 43

22.4. paesaggio 43

22.4.1. alla scala urbanistica ....................................................................................................................... 43 22.4.2. alla scala di progettazione esecutiva ........................................................................................ 43

22.5. natura e biodiversità 44

22.5.1. alla scala urbanistica .......................................................................................................................44 22.5.2. alla scala di progettazione esecutiva ........................................................................................44

22.6. clima acustico 44

22.6.1. alla scala urbanistica .......................................................................................................................44 22.6.2. alla scala di progettazione esecutiva ........................................................................................44

22.7. energia 44 22.7.1. alla scala urbanistica .......................................................................................................................44 22.7.2. alla scala di progettazione esecutiva ........................................................................................ 45

22.8. mobilità 45 22.8.1. alla scala urbanistica ....................................................................................................................... 45 22.8.2. alla scala di progettazione esecutiva ........................................................................................ 45

22.9. altre componenti ambientali 45

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[4]

f. monitoraggio ................................................................... 46

g. studio di incidenza ......................................................... 47

23. documenti dello studio di incidenza .................................................... 47

24. integrazione procedurale ....................................................................... 47

25. riferimenti normativi ................................................................................ 49

25.1. la Direttiva Uccelli 49

25.2. la Direttiva “Habitat” 49

25.3. la disciplina nazionale e regionale di RN2000 e RER 50

26. impostazione e contenuti dello studio ................................................. 50

27. valutazione della significatività dell’incidenza ..................................... 52

28. caratteristiche della ZSC IT2060013 Fontanile Brancaleone ............. 52

28.1. caratteristiche ambientali 53

28.2. paesaggio vegetale 53

28.3. habitat di interesse comunitario 53

28.4. specie presenti 54

28.5. stato di protezione del sito 57

28.6. ambiente umano 57

29. livello I: verifica (screening)..................................................................... 57

30. la RER ......................................................................................................... 60

30.1. premessa 60

30.2. la RER a Treviglio 61

30.3. area prioritaria per la biodiversità fascia centrale dei fontanili 62

30.4. verifica dei possibili impatti sulla RER e gli interventi di mitigazione

proposti 63

31. conclusioni................................................................................................. 63

documenti di riferimento sostanziale del presente rapporto:

Comune di Treviglio, Piano di Governo del Territorio (DCC 12 del 07.02.2012)

Comune di Treviglio, PGT _ Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale, di-

cembre 2010

allegato al presente rapporto:

Analisi di contesto

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[5]

a. premesse

1. contenuti del rapporto preliminare

Il Rapporto Preliminare1 della proposta di piano attuativo ambito di progettazione unitaria n.

8 ‘viale aldo moro’ in variante al PGT vigente (d’ora in poi, anche ‘piano’) è articolato nelle

seguenti macro sezioni tematiche, ognuna delle quali presenta una diversa funzione e finali-

tà:

a_premesse

Si definiscono i riferimenti metodologici, procedurali e contenu-

tistici dei procedimenti integrati di valutazione ambientale stra-

tegica e di valutazione di incidenza

b_la proposta di piano attuativo

Si descrivono i contenuti e gli orientamenti del piano in corso di

formulazione

c_analisi di contesto

Si individuano gli elementi caratterizzanti il contesto ambientale

e programmatico all’interno del quale sono definite le scelte del

piano

d_verifiche e valutazioni dei potenziali effetti

ambientali del piano

Si definiscono le modalità attraverso le quali nel Rapporto Am-

bientale saranno valutati i potenziali effetti ambientali del pro-

gramma

e_valutazioni preliminari Si sviluppa un primo passaggio valutativo dei contenuti pro-

grammatici del piano

f_monitoraggio Si definiscono la finalità e la struttura del sistema di monitorag-

gio che deve accompagnare la fase di attuazione del piano

g_studio di incidenza Si sviluppano i contenuti di merito dello studio di incidenza del

piano sugli elementi notevoli del sistema ambientale

1 Il presente Rapporto Preliminare assume anche funzioni e contenuti di quanto, nella legislazione

regionale, è chiamato Documento di Scoping.

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[6]

2. f inalità della valutazione strategica

La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) è definita, nel manuale UE2, come

il processo sistematico inteso a valutare le conseguenze sul piano ambientale

delle azioni proposte -politiche, piani o iniziative nell'ambito di programmi ai fini

di garantire che tali conseguenze siano incluse a tutti gli effetti e affrontate in

modo adeguato fin dalle prime fasi del processo decisionale, sullo stesso piano

delle considerazioni di ordine economico e sociale

La funzione principale della VAS è quella di valutare anticipatamente le potenziali conse-

guenze ambientali delle decisioni di tipo strategico. Più che politiche, piani e programmi in

sé stessi, riguarda i processi per la loro formazione ed in questo differisce in modo sostan-

ziale dalla valutazione ambientale dei progetti.

In questa ottica si può considerare pertanto la VAS come uno strumento di aiuto alla deci-

sione, ossia un DSS (Decision Support System).

La VAS può quindi essere vista anche come uno strumento per integrare in modo sistemati-

co le considerazioni ambientali nello sviluppo di politiche, piani e programmi, ossia per raf-

forzare le istituzioni e indirizzarle verso una politica di sviluppo sostenibile.

La VAS si caratterizza quindi come un processo iterativo finalizzato a conseguire una miglio-

re qualità ambientale delle decisioni e delle soluzioni attraverso la valutazione comparata

delle compatibilità ambientali delle diverse opzioni d’intervento oltre a consentire un miglio-

ramento della definizione dei problemi strategici in condizioni di elevata incertezza.

3. riferimenti normativi e procedurali

3.1. avvio del procedimento

Con apposito provvedimento, il Comune di Treviglio avvierà il procedimento per

l’approvazione del piano attuativo ‘ambito di progettazione unitaria n. 8 ‘viale aldo moro’ in

variante al PGT vigente e avvierà altresì procedimento della valutazione ambientale strategi-

ca e nomina delle autorità procedente e competente.

3.2. quadro normativo

Le principali norme di riferimento per la procedura di valutazione ambientale strategica so-

no:

↘ la Direttiva 2001/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la valu-

tazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente

↘ il D.Lgs 152/2006 "Norme in materia ambientale", noto come Codice dell’Ambiente

A livello regionale:

↘ l’art.4 della legge urbanistica regionale .12 dell’11 marzo 2005 (e smi)

2 Commissione Europea, DGXI Ambiente (1998), Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di

Sviluppo Regionale e dei Programmi di Fondi Strutturali dell’Unione Europea.

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[7]

↘ la DCR n. 351 del 13 marzo 2007 e smi

↘ la DGR 10 novembre 2010, n. 761 concernente “Determinazione della procedura di

Valutazione Ambientale di Piani e Programmi – VAS (art. 4, l.r. n.12/2005; d.c.r.

n.351/2007) – recepimento delle disposizioni di cui al d.lgs. 29 giugno 2010, n.128,

con modifica ed integrazione delle dd.g.r. 27 dicembre 2007, n.8/6420 e 30 dicem-

bre 2009, n.8/10971”, e la DGR n. IX/3836 del 25 luglio 2012 “Determinazione della

procedura di valutazione ambientale di piani e programmi – VAS (art. 4 L.R. 12/2005;

D.C.R. n. 352/2007) – Approvazione allegato 1a – Modello metodologico procedura-

le e organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi – VAS – Do-

cumento di Piano _PGT

3.3. soggetti co-interessati e modalità di partecipazione

Con apposita determinazione del l’autorità procedente, d’intesa con l’autorità competente:

> ha stabilito che la Conferenza di Valutazione, con la finalità di acquisire elementi in-

formativi e pareri dei soggetti/enti di cui al successivo punto, sarà articolata in alme-

no due sedute (la prima seduta, di tipo introduttivo, volta ad illustrare il Rapporto

preliminare e ad acquisire pareri, contributi ed osservazioni nel merito; la seconda

seduta, finalizzata a valutare la proposta di Piano Particolareggiato e di Rapporto

Ambientale, ad esaminare le osservazioni ed i pareri pervenuti, prendere atto degli

eventuali pareri obbligatori previsti)

> ha individuato i soggetti competenti in materia ambientale, gli enti territorialmente

interessati chiamati a partecipare alla conferenza di valutazione, altri enti/autorità

con specifiche competenze, funzionalmente interessati all’iter decisionale, i settori

del pubblico interessati all'iter decisionale

> ha definito le modalità finalizzate a garantire la massima partecipazione e il miglior

grado di coinvolgimento utilizzando diversi mezzi di comunicazione anche al fine di

garantire la trasparenza e la ripercorribilità del procedimento

3.4. valutazione di incidenza

La Valutazione di Incidenza (VIC) è il procedimento tecnico-amministrativo previsto

dall’articolo 6 dalla Direttiva 43/92/CEE (Habitat).

Il suo campo di applicazione è quello dei piani/progetti che possano avere incidenze signifi-

cative sui SIC (Siti di Importanza Comunitaria) previsti dalla Direttiva “Habitat”, nonché sulle

ZSC (Zone Speciali di Conservazione) e ZPS (Zone di Protezione Speciale) istituite ai sensi

della Direttiva 79/409/CEE “Uccelli”. Tali aree costituiscono la Rete Natura 2000. Sono inoltre

da considerarsi, nel contesto lombardo, le potenziali incidenze del piano sugli elementi no-

tevoli della Rete Ecologica Regionale.

In relazione ai siti di Rete Natura 2000, non ne è presente alcuno nel territorio comunale tut-

tavia è presente una ZSC nel vicino Comune di Caravaggio nonostante sia ad una distanza

di ben 6,8 km dal sito di pianificazione in oggetto. Il sito in argomento è il fontanile Branca-

leone (ZSC IT2060013). Pertanto, in relazione al quadro dispositivo vigente e alle indicazioni

regionali3, è quindi necessario effettuare specifico procedimento di valutazione di incidenza

del piano.

3 Comunicato della DG Sistemi Verdi del 27 febbraio 2012 n. 25.

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[8]

4. ambito di potenziale influenza del piano

L’ambito di influenza della proposta di piano attuativo è riferibile sia alle aree sulle quali la

proposta intende intervenire, sia, con diverso grado di influenza, alla porzione territoriale di

riferimento.

L’area oggetto di intervento è collocata in un contesto già fortemente urbanizzato e infra-

strutturato, con prevalenza di funzioni produttive; la prossimità di infrastrutture di livello so-

vralocale (Bre.Be.Mi. e linea ferroviaria Alta Velocità) e l’articolazione funzionale proposta ri-

chiama la necessità di porre particolare attenzione all’incidenza delle funzioni insediabili sul

sistema infrastrutturale, sulla componente atmosfera e sul clima acustico.

Il comparto di intervento, attraverso via Aldo Moro, si relaziona in modo diretto con la rete

stradale di scala sovra locale (Bre.Be.Mi., S.S. 472, S.P. 136).

Per quanto concerne l’influenza della proposta di intervento sull’ambito d’area vasta, viene

considerato come principio di riferimento che le trasformazioni territoriali rilevanti, quale

quella in oggetto, debbano darsi carico, nel proprio spazio di azione, di concorrere al per-

seguimento di principi e obiettivi di scala generale, come peraltro stabilito dalla direttiva eu-

ropea. In questo senso si ritiene che la proposta di piano attuativo in variante al PGT vigente

debba farsi carico, dal punto di vista urbanistico-territoriale, delle opere atte a ‘contestualiz-

zare’ gli interventi attesi dal punto di vista dei caratteri delle componenti paesistico-

ambientali e urbanistico-infrastrutturali.

Nella sezione 22 le considerazioni di cui sopra portano ad introdurre alcune sollecitazioni

preventive per un adeguato profilo di integrazione ambientale dalla proposta di piano in ar-

gomento.

In ragione dello spazio di azione del piano e delle sue possibili esternalità, non si ravvisa la

possibilità che esso abbia effetti diretti e significativi su altri Stati membri dell’UE.

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[9]

b. la proposta di piano attuativo

5. premesse

Oggetto del presente rapporto e della procedura di valutazione ambientale strategica è la

variante al Documento di Piano del PGT vigente indotta dalla proposta di piano attuativo,

una volta deliberato.

La proposta attutiva riguarda un ambito di trasformazione già deliberato nel PGT vigente, e

come tale già considerato entro la complessiva valutazione ambientale strategica operata

sullo strumento urbanistico generale.

La considerazione di questa specifica natura del piano in questione, e coerentemente al

quadro dispositivo, induce a focalizzare le analisi e le valutazioni contenute nel presente

rapporto in aderenza al carattere ‘differenziale’ delle previsioni della proposta di variante in

oggetto: oggetto di valutazione, cioè, non è il complesso delle previsioni dell’ambito di tra-

sformazione così come definite nel PGT vigente, bensì sono quelle componenti innovative

che la proposta di piano attuativo intende introdurre rispetto alle previsioni di PGT già deli-

berate.

Al contempo, alla luce della rilevanza degli interventi proposti in variante al PGT vigente e

del loro potenziale impatto sul sistema paesistico-ambientale e infrastrutturale, e in ragione

dell’opportunità di un approccio efficace circa il ruolo del procedimento di VAS, si ritiene

opportuno sviluppare un percorso valutativo che consideri non solo il differenziale tra quan-

to già deliberato nel PGT vigente e quanto si propone di modificare (‘valutazione compara-

tiva’), ma anche la complessiva consistenza degli interventi attesi dall’attuazione della pro-

posta in oggetto.

6. le previsioni del PGT vigente

Il comparto appartiene ai cosiddetti ambiti di progettazione unitaria ed è disciplinato dal

Capo III delle norme tecniche di attuazione del Piano delle Regole.

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[10]

Piano delle Regole del PGT di Treviglio – Tav. P1.I (Aggregato urbano di origine moderna)

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[11]

6.1. norme generali per gli ambiti di progettazione unitaria

Gli ambiti di progettazione unitaria sono regolamentati dal Capo III delle norme di attuazio-

ne del Piano delle Regole. Il PdR individua nel complesso 13 ambiti d’intervento unitario, ri-

feriti ai margini dell’area urbanizzata al fine di consolidarne la forma, migliorando il rapporto

con il territorio circostante. Tali ambiti d’intervento sono subordinati alla predisposizione di

un piano attuativo (P.A.) di iniziativa pubblica o privata.

Il P.A. deve garantire:

a. per tutti i nuovi fabbricati destinati in qualsiasi modo alla permanenza di persone

(abitazioni, insediamenti produttivi, commerciali, di servizio, ecc.) criteri e sistemi di

progettazione e costruzione tali da eliminare o mitigare a livelli di sicurezza

l’esposizione della popolazione al gas Radon. La verifica di efficacia delle misure

adottate potrà essere effettuata mediante misurazione delle concentrazioni residue

ad intervento ultimato e prima dell’occupazione dei fabbricati;

b. per i fabbricati a fini residenziali l’adozione di appositi dispositivi per la riduzione del

consumo di acqua, quali: frangigetto, erogatori riduttori di portata, cassetta di scari-

co a doppia cacciata. Negli edifici condominiali con più di tre unità abitative e nelle

singole unità abitative con superficie calpestabile superiore a 100 metri quadrati bi-

sogna realizzare la circolazione forzata dell’acqua calda potabile, anche con regola-

zione ad orario. Infine, occorrono sistemi di captazione, filtro e accumulo delle piog-

ge provenienti dai tetti nonché dalle vasche di invaso, possibilmente interrate e pro-

tette;

c. per tutti i nuovi fabbricati la verifica e l’osservanza dei limiti di esposizione al rumore

derivanti da infrastrutture ferroviarie, stradali o da esistenti impianti produttivi collo-

cati nelle vicinanze, indicati o meno nel vigente piano di zonizzazione acustica;

d. per tutti i nuovi fabbricati destinati in qualsiasi modo alla permanenza di persone, la

verifica e l’osservanza delle distanze previste dalla vigente legislazione da esistenti

elettrodotti e/o prevedere adeguate soluzioni tecniche al fine di ridurre l’esposizione

della popolazione entro i limiti previsti;

e. la verifica e l’osservanza delle distanze prescritte dagli esistenti allevamenti zootecni-

ci indicate dal Regolamento Comunale d’Igiene e indicare, qualora risultasse neces-

sario, prescrizioni, indirizzi e orientamenti al fine di ridurre o quanto meno mitigare i

potenziali effetti negativi dovuti alla prossimità di detti allevamenti.

All’atto della formazione del P.A., ciascun ambito, può essere suddiviso in sub-ambiti, pur-

ché questi siano costituiti da una superficie minima catastale pari a mq. 6.000.

6.2. norme specifiche per l’ambito n. 8 – viale aldo moro

L’art. 24.8 delle norme tecniche di attuazione del PdR disciplina nello specifico l’ambito n. 8,

oggetto della presente progettualità.

Si tratta di un’area posta a sud del Viale Aldo Moro e del Piano Insediamenti Produttivi esi-

stente.

Il P.A. dovrà osservare i seguenti parametri edificatori:

• SLP = 38.500 mq

• H = 11 m

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[12]

• Rc = 50%

• Aree per Servizi minima con destinazione produttiva = 20% SLP di cui almeno il 50%

da reperire e da destinare prevalentemente a parcheggio, mentre la restante parte

potrà essere monetizzata (per altre destinazioni – vedi art. 9 PdS).

La categoria di utilizzazione ammessa è quella produttiva – artigianale (Pi), servizi e attrez-

zature pubbliche o di uso pubblico (S), utilizzazioni produttivo-direzionali (Pd). Sono inoltre

ammesse utilizzazioni per attrezzature turistico/ricettive (Pr) o per esercizi commerciali al

minuto, di somministrazione di alimenti e bevande (Pc) fino alla media struttura di vendita di

tipo 2.

7. altri elementi di riferimento

7.1. le determinazioni del Piano dei Servizi

Rispetto alle dotazioni di aree a servizi, il riferimento disciplinare è regolato dall’art. 9 del

Piano dei Servizi (PdS) che afferma quanto segue.

1.- Gli atti di programmazione negoziata con valenza territoriale e/o i piani attuativi relativi

agli Ambiti di Trasformazione di cui all’art. 5 NTA del DdP ed agli Ambiti di Riqualificazione

di cui all’art. 5 delle presenti norme devono prevedere la dotazione minima di attrezzature e

servizi pubblici o di interesse pubblico o generale indicata nelle schede di dettaglio e/o dalle

specifiche disposizioni di attuazione del Documento di Piano, del Piano dei Servizi e del Pia-

no delle Regole.

2.- Gli atti di programmazione negoziata con valenza territoriale e/o altri piani attuativi rela-

tivi ad ambiti diversi da quelli di cui al precedente comma 1 devono prevedere le seguenti

dotazioni di aree a servizi salvo diversa indicazione delle specifiche norme:

• per le destinazioni industriali ed artigianali (Pi) 20 mq. ogni 100 mq. di SLP dei quali

almeno il 70% da reperire e da destinare prevalentemente a parcheggio; la restante

parte, in accordo con l’Amministrazione Comunale, potrà essere monetizzata;

• per le destinazioni commerciali (Pc) e direzionali (Pd) 100 mq. ogni 100 mq. di SLP

dei quali almeno il 50% da reperire e da destinare prevalentemente a parcheggio; la

restante parte, in accordo con l’Amministrazione Comunale, potrà essere monetiz-

zata;

• per le destinazioni residenziali (R) e ricettive (Pr) 60 mq. ogni 100 mq. di SLP dei quali

almeno il 50% da reperire e da destinare prevalentemente a parcheggio; la restante

parte, in accordo con l’Amministrazione Comunale, potrà essere monetizzata.

Le possibilità di monetizzazioni delle aree di cui al presente comma è disciplinata dal suc-

cessivo articolo 10.

L’art. 10 del PdS afferma quanto segue.

1.- In caso di intervento mediante P.A. all’interno degli ambiti di valore storico e degli Ambiti

urbani consolidati (CAPO II e CAPO IV del Piano delle Regole), è consentita, in alternativa

totale o parziale alla cessione gratuita di aree per servizi di cui al precedente art. 9, in accor-

do con l’Amministrazione Comunale, la corresponsione al Comune di una somma commisu-

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[13]

rata all’utilità economica conseguita per effetto della mancata cessione, comunque non infe-

riore al costo dell’acquisizione di altre aree simili per posizione e caratteristiche, oppure la

cessione gratuita di pari superficie di aree esterne all’ambito dello specifico intervento scelte

tra quelle indicate dalle tavole secondo la classificazione di cui alla lettera a del precedente

art. 7, al di fuori dei perimetri di comparto 2. Negli Ambiti di Trasformazione la realizzazione

dei servizi necessari è disciplinata dall’art. 5 delle Disposizioni di Attuazione del Documento

di Piano. Negli Ambiti di progettazione unitaria del PdR e negli Ambiti di Riqualificazione del

PdS, la dotazione di aree a servizi individuata dalle schede di dettaglio e/o dalla relativa

normativa dev’essere assicurata nell’ambito del piano attuativo.

7.2. le determinazioni del Documento di Piano

Le disposizioni di attuazione del Documento di Piano (Ddp) all’art. 5 disciplinano gli ambiti

di trasformazione. Di seguito si riporta integralmente l’assunto di tale disciplina.

Gli ambiti di trasformazione sono disciplinati dalle disposizioni che seguono e dalle tavole

F2.3 e F2.4., le cui indicazioni planimetriche non sono prescrittive.

I piani attuativi e gli atti di programmazione negoziata debbono essere costituiti dagli elabo-

rati ricognitivi e di rilievo dello stato di fatto nonché dagli elaborati progettuali prescritti dalle

vigenti disposizioni e, comunque, da tutti gli elaborati necessari a dare nozione integrale e

facilmente accessibile di tutti gli elementi progettuali e di tutti gli effetti degli insediamenti

previsti e della loro qualità morfologica ed ambientale.

I piani attuativi e gli atti di programmazione negoziata debbono prevedere la cessione gra-

tuita di tutte le aree a servizi individuate dalle presenti disposizioni e dalle citate tavole colle-

gate (che costituiscono la puntuale definizione di una rete urbanizzativa di spazi pubblici e

di aree a verde e per la mobilità non diversamente collocabili) eventualmente integrate sino

a raggiungere la dotazione minima non inferiore ad 1 m2 ogni 3 m2 di St. Altre aree ed at-

trezzature, aggiuntive rispetto alla suddetta dotazione, sono prescritte dalle norme di cui

appresso e/o dalla rispettiva Scheda o comunque convenute dalle parti in funzione della

dimensione e della dislocazione degli insediamenti, delle loro caratteristiche funzionali e dei

relativi fabbisogni urbanizzativi, nonché del rapporto degli insediamenti con i caratteri am-

bientali e paesaggistici e con le strategie di valorizzazione ecologica. Per la parte di aree a

servizi che dovesse eccedere la metà della St sono però consentite, in luogo della cessione

in sito ed in via alternativa tra loro:

a. la corresponsione al Comune di una somma commisurata all’utilità economica con-

seguita per effetto della mancata cessione e/o realizzazione del servizio, comunque

non inferiore al costo dell’acquisizione di altre aree simili per posizione e caratteristi-

che;

b. la cessione gratuita di aree esterne all’ambito di trasformazione in misura definita

applicando il parametro 1,5 alla quantità delle aree non cedute in sito, scegliendo

dette aree tra quelle indicate dal Piano dei Servizi come da acquisire al patrimonio

pubblico.

Le aree e le attrezzature pubbliche, di uso pubblico e generale, costituenti dotazione neces-

saria per gli insediamenti previsti in ciascun ambito, possono essere dislocate diversamente

rispetto a quanto previsto nelle Schede purché siano rispettate la consistenza e la fruibilità

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[14]

delle relative aree e purché siano assicurate la continuità dei percorsi pubblici e dei corridoi

ecologici nonché il rispetto delle prescrizioni speciali di ciascun ambito.

In sede di approvazione del piano attuativo o dell’atto di programmazione negoziata ven-

gono definite la dislocazione di aree per servizi pubblici, le caratteristiche dimensionali di

strade e marciapiedi e delle soluzioni necessarie per garantire i collegamenti con la rete via-

ria extracomparto in modo da rendere più efficienti i collegamenti ed al contempo raziona-

lizzare e contenere il consumo di suolo.

Gli interventi previsti dai piani attuativi o dagli atti di programmazione negoziata dovranno

garantire per tutti i nuovi fabbricati destinati in qualsiasi modo alla permanenza di persone

(abitazioni, insediamenti produttivi, commerciali, di servizio, ecc.) criteri e sistemi di proget-

tazione e costruzione tali da eliminare o mitigare a livelli di sicurezza l’esposizione della po-

polazione al gas Radon. La verifica di efficacia delle misure adottate potrà essere effettuata

mediante misurazione delle concentrazioni residue ad intervento ultimato e prima

dell’occupazione dei fabbricati.

Ai sensi delle vigenti regolamentazioni regionali, gli interventi previsti dai piani attuativi o

dagli atti di programmazione negoziata riferiti fabbricati a fini residenziali, debbono preve-

dere appositi dispositivi per la riduzione del consumo di acqua, quali: frangigetto, erogatori

riduttori di portata, cassetta di scarico a doppia cacciata. Negli edifici condominiali con più di

tre unità abitative e nelle singole unità abitative con superficie calpestabile superiore a 100

metri quadrati bisogna realizzare la circolazione forzata dell’acqua calda potabile, anche con

regolazione ad orario. Infine, occorrono sistemi di captazione, filtro e accumulo delle piogge

provenienti dai tetti nonché delle vasche di invaso, possibilmente interrate e protette.

I piani attuativi o gli atti di programmazione negoziata, per gli edifici ivi previsti, dovranno

verificare e osservare le distanze prescritte dagli esistenti allevamenti zootecnici indicate dal

Regolamento Comunale d’Igiene e indicare, qualora risultasse necessario, prescrizioni, indi-

rizzi e orientamenti al fine di ridurre o quanto meno mitigare i potenziali effetti negativi do-

vuti alla prossimità di detti allevamenti.

8. la proposta di piano attuativo in variante al PGT vigente

La proposta di piano attuativo in variante al PGT ‘Ambito 8 – Viale Aldo Moro’ si colloca nel-

la parte sud/ovest del territorio comunale, nell’area posta a sud del Viale Aldo Moro e del

Piano Insediamenti Produttivi esistente.

L’intervento urbanizzativo nel suo complesso, interessa una superficie complessiva di circa

96.700 m², internamente all’Ambito e 5.100 m² quali aree di via A. Moro interessate dalla

formazione di due svincoli rotatori (tot. 101.800 m²). Di dette aree circa 53.050 m² sono de-

stinate a superfici edificabili e loro pertinenze e 48.750 m² sono interessate da opere di ur-

banizzazione.

Le aree oggetto di opere di urbanizzazione risultano così suddivise per destinazione:

a) aree per urbanizzazione primaria (27.680 m²):

• 15.700 m² destinati a sedi stradali parcheggi e nuovi svincoli rotatori

• 5.700 m² destinati a sedi ciclabili e pedonali

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[15]

• 6.280 m² destinati ad aiuole a verde pubblico

b) aree per urbanizzazione secondaria - aree a parco pubblico (21.070 m²):

• 700 m² destinate a percorsi ciclopedonali

• 19.120 m² destinate a aree a prato

• 1.250 m² destinate a nuova sede Riale Frate

Planimetria del Piano Attuativo

Il progetto delle opere urbanizzative a servizio del Piano Attuativo prevede essenzialmente

l’esecuzione delle seguenti opere:

• internamente al nuovo comparto produttivo/commerciale, nuove sedi stradali per

complessivi 15.000 m² circa. Detti nuovi tronchi stradali si attesteranno sulla viabilità

esistente di via A. Moro (da riqualificare), e saranno caratterizzati da sezioni variabili

a doppio senso di marcia con marciapiedi rialzati su ambo i lati. Tali nuove strade,

denominate progettualmente "strade A, B e C", si sviluppano per una lunghezza

complessiva di circa 900 metri lineari e si attestano sulla via A. Moro, attraverso tre

svincoli rotatori, di cui uno esistente (rotatoria realizzata da Bre.Be.Mi.) e due di nuo-

va formazione, rotatoria R1 all’intersezione con via F. Parri e rotatoria R3 in lato est

dell’intervento

• n. 3 svincoli rotatori a raso, due sulla via A. Moro ed uno internamente all’Ambito,

all'intersezione delle tre nuove strade:

• il primo (R1), sulla via Moro, centrale al nuovo Piano Attuativo e già previsto

dal vigente PGT, raccorda la via A. Moro, in lato nord con la via F. Parri (in

luogo dell'attuate incrocio a T), ed in lato sud il nuovo comparto edificatorio,

attraverso il tronco stradale "strada B". Detta rotatoria avrà un diametro di

50.00 m, al netto dei percorsi ciclopedonali laterali

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[16]

• il secondo (R2), posto internamente all’ambito, raccorda le tre nuove strade

"A, B, C" del comparto edificatorio e una strada di servizio per l’area agricola

posta a sud dell’intervento. Detta rotatoria avrà un diametro di 33,00 m, al

netto dei percorsi ciclopedonali laterali

Planimetria della rotatoria (R1) su via Aldo Moro

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[17]

Planimetria della rotatoria (R2) interna al comparto

• il terzo (R3), posto sul limite est dell'intervento, raccorda la via A. Moro con il

nuovo comparto edificatorio, attraverso il tronco stradale "strada C". Detta ro-

tatoria avrà un diametro di 46.00 m, al netto dei percorsi ciclopedonali laterali

Planimetria della rotatoria (R3) su via Aldo Moro

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[18]

Le rotatorie su via A. Moro, R1 e R3, unitamente a quella recentemente realizzata nell'ambito

delle opere Bre.Be.Mi. e posto sul limite ovest del nuovo comparto, consentiranno, sia di da-

re un collegamento viabile e ciclopedonale, in sicurezza al nuovo ambito edificatorio, e nel

contempo regolamentare e controllare i flussi veicolari, traffici ciclopedonali e i loro attraver-

samenti, sia primari (via A. Moro), che secondari (strade laterali ed ingressi parcheggi), in un

quadro che privilegi standard ambientali e sicurezza

• attrezzare a parcheggio pubblico, n. 2 aree per complessivi 1800 m² circa, equamen-

te dislocate lungo le strade A e C., il tutto con formazione di complessivi n. 111 posti

auto di cui n. 5 stalli destinati a portatori di handicap

• realizzare, lungo tutto il fronte sud della Via A. Moro interessata dall'intervento, e a

lato della nuova strada A, una pista ciclopedonale, da collegare ai percorsi ciclope-

donali esistenti e in futuro da collegare alla pista ciclabile recentemente realizzata

lungo la via Lodi che collega il centro cittadino, nonché alla prevista pista ciclopedo-

nale, attualmente in fase di progettazione da parte dell'Amministrazione Comunale,

collegante i territori comunali di Treviglio e Casirate. Detta pista sarà separata dalla

carreggiata stradale mediante un’aiuola contenente un filare di alberature. Tale

struttura si sviluppa per una lunghezza complessiva di circa 920.00 m, con una lar-

ghezza di 3.00 m

Sezione della pista ciclopedonale prevista a lato di via Aldo Moro

• spostare un tratto del Riale comunale denominato ‘Riale Regazzone’, corrente at-

tualmente in lato sud del viale A. Moro a lato dell'attuale area agricola da urbanizza-

re, mediante spostamento sul perimetro esterno dell'intervento a ridosso delle aree

agricole. Viene assicurata la continuità della funzione irrigua a servizio dei fondi agri-

coli attualmente serviti dallo stesso. Sul lato del parco pubblico, a protezione

dell’alveo del fosso, viene prevista la posa di una staccionata in elementi di legno

(piantoni e traversi) altezza fuori terra 80/100 cm, in pino nordico, impregnato a

pressione in autoclave

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[19]

Sezione dell’area a parco e canalina

• realizzare le aiuole e le fasce laterali delimitanti sia i marciapiedi, sia le piste ciclope-

donali, nonché le aree delle rotatorie, aventi una superficie complessiva di circa mq.

6.280, dislocate in più punti del comparto, mediante:

• riporto di terreno coltivo, formazione di tappeto erboso, predisposizione di

impianto di innaffio automatico, messa a dimora di essenze arboree con costi-

tuzione di filari di piante con essenze autoctone in varietà, sia lungo l’aiuola

delimitante la pista ciclopedonale e la carreggiata veicolare, sia nei tornelli dei

marciapiedi ove previsti, e messa a dimora di cespugli fioriferi

• fornitura e posa di elementi di arredo urbano, quali panchine e cestini

• realizzare n. 2 aree a verde da attrezzare a parco pubblico, dette aree denominate

progettualmente “area V1 e area V2” hanno una superficie complessiva di circa

19.000 m² (7.465 m² area V1 e 12.535 m² area V2).

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[20]

Le aree di previsione a parco pubblico

• l’area V1 è posta sulla parte ovest del comparto, in fregio alla via A. Moro, è

delimitata: sul lato nord dalla pista ciclopedonale di via A. Moro, sulla quale si

innestano i percorsi pedonali del parco, sul lato ovest e sud viene delimitata

dalle aree dei nuovi insediamenti, mentre in lato est si attesta sulla ciclabile a

lato della rotatoria R1. Tale area, avente una superficie complessiva di circa

7.465 m², sarà sistemata a verde pubblico attrezzato mediante:

> riporto di terreno coltivo, con riutilizzo del materiale di scavo provenien-

te dalle operazioni di sbancamento delle strade e parcheggi

> formazione di tappeto erboso dotato di impianto di innaffio automatico

> creazione di collegamenti di attraversamento pedonale con piazzetta

centrale, debitamente pavimentati con pavimentazione in frantumato di

pietra stabilizzata con legante

> messa a dimora di essenze arboree di tipo autoctono e cespugli fioriferi

> posa di elementi di arredo urbano, panchine, cestini portarifiuti e fonta-

nella

> formazione di un muretto/panchina in pietra con funzioni di seduta e

delimitazione area sosta, pavimentata con pavimentazione in frantuma-

to di pietra stabilizzata con legante

• l’area V2 è posta sulla parte ovest del comparto ma sul lato sud a confine con

l'area agricola. L'area risulta delimitata su tre lati, ovest, sud ed est dalla cana-

lina del Riale Regazzoni, mentre sul lato nord, confina con la sede stradale

della strada A e con la rotatoria R3, sulle quali si attestano i collegamenti dei

percorsi ciclopedonali previsti nell'area. Tale area, avente una superficie com-

plessiva di circa 12.210 m² oltre all’area occupata dal riale irriguo, sarà sistema-

ta a verde pubblico attrezzato mediante:

> riporto di terreno coltivo, con riutilizzo del materiale di scavo provenien-

te dalle operazioni di sbancamento delle strade e parcheggi

> formazione di tappeto erboso dotato di impianto

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[21]

> messa a dimora di essenze arboree di tipo autoctono e cespugli fioriferi

> protezione dell’alveo canale irriguo corrente lungo il perimetro sud del

parco, mediante posa di staccionata in elementi di legno (piantoni e tra-

versi) altezza fuori terra cm 80/100, in pino nordico

È naturalmente prevista, nelle suddette aree, la realizzazione di tutti gli impianti tecnologici

in sottosuolo, oltre che della segnaletica orizzontale e verticale.

Gli edifici previsti nel Piano Attuativo sono:

➢ Edificio 1: 9.720 m² a destinazione polifunzionale (ricettivo per 4.680 m² e direzionale

per 5.040 m²)

➢ Edificio 2a: 1.750 m² a destinazione produttiva (superficie coperta 1.500 m²; uffici in-

feriore al 20%, pari a 250 m²)

➢ Edificio 2b: 2.650 m² a destinazione produttiva (superficie coperta 2.250 m²; uffici in-

feriore al 20%, pari a 400 m²)

➢ Edificio 2c: 2.345 m² a destinazione produttiva (superficie coperta 1.995 m²; uffici in-

feriore al 20%, pari a 350 m²)

➢ Edificio 3: 2.600 m² a destinazione commerciale (superficie di vendita 2.000 m²; uffici

200 m²; deposito 400 m²)

➢ Edificio 4: 3.080 m² a destinazione produttiva (superficie coperta 2.580 m²; uffici in-

feriore al 20%, pari a 500 m²)

➢ Edificio 4: 3.080 m² a destinazione produttiva (superficie coperta 2.580 m²; uffici in-

feriore al 20%, pari a 500 m²)

➢ Edificio 6: 3.080 m² a destinazione produttiva (superficie coperta 2.580 m²; uffici infe-

riore al 20%, pari a 500 m²)

➢ Edificio 7: 2.650 m² a destinazione produttiva (superficie coperta 2.250 m²; uffici infe-

riore al 20%, pari a 400 m²)

Dal punto di vista della tematica legata al ‘consumo di suolo’ per scopi di infrastrutturazione

territoriale, è ormai ampia la consapevolezza circa la necessità di razionalizzare l’utilizzo “ur-

bano” di suolo agricolo. Di rilievo, in questo senso, la L.R. 31/2014 Disposizioni per la riduzio-

ne del consumo di suolo e per la riqualificazione del suolo degradato, che però non incide sul

profilo di legittimità della presente proposta di piano attuativo, in quanto relativa a un’area

già resa urbanizzabile dallo strumento urbanistico comunale vigente e quindi considerata,

anche dalla proposta di revisione del Piani Territoriale Regionale in attuazione della

LR31/2014, come ‘suolo urbanizzato’.

9. raffronto

Dal raffronto dei dati dimensionali previsti nel vigente PGT con quanto elaborato nella pro-

posta di Piano Attuativo in variante in oggetto risulta che, l’unica differenza consiste nella

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variazione delle altezze minime da 11,00 m a 15,00 m e, per l’edificio polifunzionale,

un’altezza massima di 34,00 m.

È inoltre stata effettuata una nuova riperimetrazione dell’area (si confronti la tavola di pro-

getto riportante il confronto fra previsione di PGT e proposta di variante). Per quanto attie-

ne, infine, alla viabilità, è stata prevista una nuova rotatoria in aggiunta a quella già prevista

dal PGT localizzata all’incrocio con via Parri. Entrambe le rotatorie sono leggermente disas-

sate.

I dati quantitativi sugli standard sono stati rispettati come da previsione di PGT.

Rispetto alle indicazioni fornite dal PGT, la proposta di variante risulta avere un migliore pro-

filo di integrazione ambientale per la maggior parte delle scelte progettuali, specialmente

per le scelte progettuali architettoniche, per le connessioni della mobilità lenta, per la razio-

nalizzazione dei flussi di traffico e per la qualità nonché dimensione delle aree da destinarsi

a verde di pubblica fruizione.

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[23]

c. analisi di contesto

10. premesse

L’analisi di contesto è sviluppata in specifico allegato al presente rapporto e ha l'obiettivo di

rappresentare il contesto all’interno dei quale si operano le scelte del piano, gli ambiti di

analisi, le principali sensibilità e criticità ambientali: in sintesi, quegli elementi conoscitivi di

base utili per verificare l’integrazione ambientale delle scelte del piano.

L’analisi di contesto sviluppa i contenuti di cui alle lettere b), c), d), e) dell’allegato VI al

D.Lgs. n. 4/2008 e più in generale i contenuti del sistema dispositivo relativo a piano e VAS

che definiscono ruolo e funzione del quadro conoscitivo e orientativo delle scelte di piano.

Al fine di meglio delineare lo spazio di azione del percorso di valutazione ambientale del

piano, si segnala che i contenuti conoscitivi, valutativi e di indirizzo sviluppati, e da leggersi

in maniera integrata a quelli sviluppati in seno alla documentazione della proposta di piano

attuativo, al fine di evitare ridondanze argomentative e/o sovrapposizione con il quadro di-

spositivo in essere, sono al netto:

• di quanto tematicamente o per competenza non assumibile o trattabile in modo

pertinente dallo strumento urbanistico in oggetto (piano attuativo), per come disci-

plinato dalle disposizioni regionali e nazionali e quindi funzionale a regolamentare

l'attività edificatoria nell'area interessata con finalità di dettaglio e specificazione di

quanto già previsto dallo strumento urbanistico generale

• di quanto definito dal quadro normativo e procedurale in essere, che come tale è

ineludibile e costituisce riferimento per la formulazione della specifica progettualità

(settoriale e di competenza degli altri livelli di governo del territorio) cui il piano ri-

manda

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[24]

11. sintesi dell’analisi di contesto

Nel rimandare allo specifico allegato per una narrazione puntuale degli elementi di interes-

se, a seguire se ne riporta una sintesi, orientata a mettere in evidenza, in modo didascalico,

gli elementi di rilevanza per i contenuti di piano.

11.1. la scala territoriale

A livello di area vasta, la proposta di piano attuativo è collocata all’interno del sistema terri-

toriale densamente infrastrutturato dell’area urbana di Treviglio, zona periferica sud-ovest.

L’area urbana di Treviglio appartiene al quadrante occidentale della pianura bergamasca,

che ha registrato negli scorsi decenni un significativo incremento in termini di urbanizzazio-

ne, specialmente lungo l’asse infrastrutturale della S.S. 42. A nord della città di Treviglio si

riconoscono infatti alcuni addensamenti urbani rilevanti nel contesto orobico, come l’area di

Zingonia, il quadrante di Dalmine e la periferia meridionale del capoluogo provinciale.

Le dinamiche insediative che hanno investito questo ambito della provincia bergamasca ne-

gli ultimi decenni, dinamiche non sempre supportate da politiche territoriali sufficientemente

‘forti’, hanno portato a una condizione di significativo ‘affastellamento insediativo’, che spes-

so ha riguardato la colonizzazione di spazi agricoli o naturali piuttosto che, come sarebbe

stato preferibile, il rinnovamento e la qualificazione del patrimonio edilizio esistente nei tes-

suti densi della città storica.

Anche le dinamiche infrastrutturali recenti (realizzazione della Bre.Be.Mi. e della ferrovia ad

Alta Velocità, riqualificazione del nodo ferroviario di Treviglio, interventi di ammodernamen-

to della viabilità storica, realizzazione di bretelle viarie, ecc…) hanno contribuito a frammen-

tare questo territorio, decontestualizzando e indebolendo gli antichi valori paesaggistici e

relazionali.

All’interno di questo contesto fortemente urbanizzato risulta di rilievo strategico, per la te-

nuta stessa delle condizioni di ‘abitabilità’ di questa porzione territoriale, qualificare il sistema

degli spazi aperti, limitare l’eccessivo consumo di suolo cui si è assistito negli ultimi anni e

compattare, anche attraverso processi di densificazione, i brani di territorio già urbanizzati,

procedendo prioritariamente ad interventi di riqualificazione delle strutture esistenti in modo

da soddisfare le necessità di consolidamento delle attività esistenti.

11.2. la scala locale

L’area oggetto della proposta di piano attuativo è localizzata all’interno della periferia sud-

occidentale di Treviglio, nella ‘mezzaluna’ venutasi a creare tra la ferrovia storica e il nuovo

corridoio infrastrutturale Bre.Be.Mi. – Alta Velocità ferroviaria.

Si tratta di un territorio che ha registrato una progressiva crescita insediativa per addizione

di fatti urbani tra loro poco coesi e di qualità generalmente bassa. La grande zona industria-

le ormai da tempo esistente a monte di via Aldo Moro, così come il comparto produttivo

sorto a sud della stazione ferroviaria di Treviglio Centrale (così come altri fatti urbani del tut-

to equiparabili a quelli citati) ne sono l’evidente dimostrazione.

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comune di treviglio _ ambito di progettazione unitaria n. 8 ‘viale aldo moro’ VAS _ rapporto preliminare + VIC_studio di incidenza

[25]

In questa porzione del territorio comunale, l’articolazione delle funzioni insediate (essen-

zialmente di tipo produttivo), la giacitura delle volumetrie (sostanzialmente distribuite su lot-

to singolo) e la scarsa qualità dello spazio pubblico manifestano i caratteri propri della diffu-

sione insediativa ‘industriale’ che nei decenni scorsi ha investito ampi brani dell’area metro-

politana lombarda e che, nell’ottimizzare i processi di valorizzazione fondiaria privata e la

relazione di prossimità casa / lavoro, ha assunto le forme tipiche dell’aggregazione mono-

funzionale all’interno della cosiddetta “campagna urbanizzata”.

In relazione al tema del consumo di suolo, la proposta di piano attuativo in variante al PGT

vigente implica la medesima occupazione di suolo ad oggi non urbanizzato.

In termini formali, l’intervento non induce alcun ‘consumo di suolo’ per come definito nel

quadro dispositivo. In particolare, la LR 31/2014 definisce come ‘consumo di suolo’ (art.2

comma c) la trasformazione, per la prima volta, di una superficie agricola da parte di uno

strumento di governo del territorio, non connessa con l’attività agrosilvo- pastorale […]; in

questo senso, il suolo del comparto di interesse è stato ‘consumato’ nel momento

dell’approvazione del PGT successivamente intervenuto.

11.3. le componenti ambientali

L’analisi conoscitiva (si veda l’allegato ‘analisi di contesto’) ha permesso di definire le sensibi-

lità e le vulnerabilità delle componenti ambientali del contesto di intervento, rispetto alle

quali commisurare la potenziale incidenza della proposta di piano attuativo.

In sintesi, i temi di maggiore attenzione4 delle scelte progettuali devono fare riferimento ai

seguenti aspetti:

• le condizioni di qualità dell’aria, incise dalle emissioni dei consumi energetici e

del traffico veicolare

• gli esiti paesaggistici degli interventi edificatori e la composizione degli spazi di

relazione interni al comparto e con le arterie stradali di accessibilità

• il clima acustico generato dalle attività insediabili e dal traffico indotto

• gli effetti del traffico generato dalle funzioni insediabili sulla rete stradale di rela-

zione

• le connessioni, attraverso la mobilità lenta con il centro della città di Treviglio

11.4. il quadro programmatico

Il sistema di piani e programmi che indirizzano e governano le trasformazioni territoriali del

contesto entro cui è collocato l’ambito oggetto del piano restituiscono una pluralità di pro-

positi e di indirizzi, con aspetti di coerenza generale non sempre nitidi; situazione che mani-

festa la ‘ricchezza’ delle istanze sociali e la loro traduzione in programmazione istituzionale

di varia scala e natura.

A principi di tutela, salvaguardia e valorizzazione delle componenti paesistico-ambientali si

accostano scenari di infrastrutturazione (stradale e insediativa) che, nel rispondere ad istanze

economico-sociali, incidono profondamente le geografie territoriali; la dialettica tra questa

4 Al netto, evidentemente, di quanto disciplinato dalla normativa settoriale, che costituisce riferimento

ineludibile sia per la fase pianificatoria in oggetto sia per la successiva fase realizzativa.

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comune di treviglio _ ambito di progettazione unitaria n. 8 ‘viale aldo moro’ VAS _ rapporto preliminare + VIC_studio di incidenza

[26]

multiforme programmazione genera nuovi paesaggi e nuove relazioni, consolidando il ‘ca-

leidoscopio’ di fatti territoriali che da decenni connota questo contesto fortemente metropo-

litano e che è causa e al tempo stesso effetto delle istanze sociali ed economiche che su

questo territorio agiscono.

Entro la sezione 18 si compie una verifica di coerenza tra gli obiettivi programmatici del pia-

no in argomento e il quadro di riferimento dei piani e dei programmi vigenti.

12. obiettivi di sostenibilità

In relazione alle risultanze in progress dell’analisi di contesto, alle interlocuzioni preliminari

avute e ai contenuti delle più recenti politiche comunitarie, nazionali e regionali, si propone

a seguire il set degli obiettivi di riferimento che costituiscono l’orizzonte generale di sosteni-

bilità per i contenuti del piano.

fattori di analisi riferimenti normativi e politiche obiettivi di sostenibilità

ARIA E FATTORI CLI-

MATICI

Libro bianco sull’adattamento al cambiamen-

to climatico, CE, 2009

Conclusioni del Consiglio europeo – 4 feb-

braio 2011, Una tabella di marcia verso

un’economia competitiva a basse emissioni

di carbonio nel 2050, COM(2011) 112 def.

L’innovazione per una crescita sostenibile:

una Bioeconomia per l’Europa, COM(2012)60

Piano Lombardia Sostenibile, Regione Lom-

bardia, 2010

AF.1_Raggiungere livelli di qualità dell’aria

che non comportino rischi o impatti negativi

significativi per la salute umana e l’ambiente

AF.2_Stabilizzare le concentrazioni dei gas a

effetto serra a un livello tale da escludere pe-

ricolose interferenze delle attività antropiche

sul sistema climatico

ACQUA Tabella di marcia per un uso efficiente delle

risorse, COM(2011) 571 def.

Piano di Gestione del distretto idrografico del

fiume Po e Rapporto ambientale, Autorità di

bacino del fiume Po, 2010

Programma di tutela e uso delle acque, Re-

gione Lombardia, 2006

PTR, Regione Lombardia, 2010 – TM 1.2, TM

1.3, TM 1.4, TM 1.5

A.1_Proteggere all’inquinamento, prevenire il

deterioramento, migliorare e ripristinare le

condizioni delle acque superficiali e sotterra-

nee al fine di ottenere un buono stato chimi-

co, ecologico e qualitativo

SUOLO LR 31/2014 Disposizioni per la riduzione del

consumo di suolo e per la riqualificazione del

suolo degradato

Strategia Tematica per la Protezione del Suo-

lo, COM(2006)231 def.

Tabella di marcia per un uso efficiente delle

risorse, COM(2011) 571 def.

PTR, Regione Lombardia, 2010 – TM 1.8, TM

2.13

D.G.R. 3075/2012 Politiche per l’uso e la valo-

rizzazione del suolo – Consuntivo 2011 e

Agenda 2012

S.1_Promuovere un uso sostenibile del suolo,

con particolare attenzione alla prevenzione

dei fenomeni di erosione, deterioramento e

contaminazione e al mantenimento della

permeabilità

S.2_Contenere il consumo di suolo

BIODIVERSITA’ La nostra assicurazione sulla vita, il nostro

capitale naturale: strategia dell’UE sulla biodi-

versità fino al 2020, COM(2011) 244 def.

B.1_Porre fine alla perdita di biodiversità e al

degrado dei servizi ecosistemici nell’UE entro

il 2020 e ripristinarli nei limiti del possibile

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comune di treviglio _ ambito di progettazione unitaria n. 8 ‘viale aldo moro’ VAS _ rapporto preliminare + VIC_studio di incidenza

[27]

fattori di analisi riferimenti normativi e politiche obiettivi di sostenibilità

PTR, Regione Lombardia, 2010 – TM 1.9, TM

1.10

PAESAGGIO E BENI

CULTURALI

Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo,

CE 1999

Convenzione Europea del Paesaggio, Consi-

glio d’Europa, 2000

D.lgs. n. 42/2004 ‐ Codice dei Beni culturali e

del paesaggio

PTR/PPR, Regione Lombardia, 2010

P.1_Conservare e migliorare la qualità delle

risorse storiche, culturali e paesaggistiche del

territorio

P.2_Promuovere la gestione sostenibile e

creativa dei paesaggi considerati eccezionali

così come dei paesaggi della vita quotidiana

del territorio

POPOLAZIONE E SA-

LUTE UMANA

VI Programma d’Azione Ambientale PS.1_Tutelare la salute pubblica e promuove-

re la qualità della vita

RUMORE E VIBRAZIO-

NI

Direttiva 2002/49/CE relativa alla determina-

zione e alla gestione del rumore ambientale

e suo recepimento nazionale con D.lgs.

194/2005

PTR, Regione Lombardia, 2010 – TM 1.12

RV.1_Prevenire, contenere e abbattere

l’inquinamento acustico

RADIAZIONI IONIZ-

ZANTI E NON IONIZ-

ZANTI

Legge 36/2001 e s.m.i. Legge quadro sulla

protezione dalle esposizioni a campi elettrici,

magnetici ed elettromagnetici

PTR, Regione Lombardia, 2010 –TM 1.13, 1.14

RAD.1_Prevenire, contenere e abbattere

l’inquinamento elettromagnetico e luminoso

RAD.2_Prevenire e ridurre l’inquinamento

indoor e le esposizioni al Radon

RIFIUTI Direttiva quadro sui rifiuti 2008/98/CE

Tabella di marcia per un uso efficiente delle

risorse, COM(2011) 571 def.

D.lgs. 152/2006 e s.m.i – Norme in materia

ambientale

Legge regionale 26/2003 e s.m.i. ‐ Disciplina

dei servizi locali di interesse economico ge-

nerale. Norme in materia di gestione dei ri-

fiuti, di energia, di utilizzo del sottosuolo e di

risorse idriche

PTR, Regione Lombardia, 2010 – TM 2.8

RF.1_Prevenire la produzione dei rifiuti e ge-

stirli minimizzando l’impatto sull’ambiente

RF.2_Promuovere modelli di produzione e

consumo sostenibili, orientati a un uso effi-

ciente delle risorse

ENERGIA Direttiva 28/2009/CE sulla promozione

dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili

Direttiva 29/2009/CE

Direttiva 31/2010/CE

Piano di efficienza energetica 2011

COM(2011)109 def.

Decreto Legislativo 3 marzo 2011 n. 28

Piano d’azione per l’energia, Regione Lom-

bardia, 2008

Piano d'azione per l'efficienza energetica

PAEE in attuazione del DL 115/2008

PTR, Regione Lombardia, 2010 ‐ TM 3.3

Piano Lombardia Sostenibile, Regione Lom-

bardia, 2010

E.1_Ridurre i consumi energetici e aumentare

l’efficienza energetica di infrastrutture, edifici,

strumenti, processi, mezzi di trasporto e si-

stemi di produzione di energia

E.2_Promuovere sistemi di produzione e di-

stribuzione energetica ad alta efficienza (si-

stemi a pompe di calore, produzione centra-

lizzata di energia ad alta efficienza genera-

zione distribuita e micro cogenerazione etc.)

E.3_Incrementare la produzione di energia

da fonti rinnovabili (biomasse, mini-eolico,

fotovoltaico, solare termico, geotermia, mini-

idroelettrico, biogas)

MOBILITA’ E TRA-

SPORTI

Libro Bianco La politica europea dei trasporti

fino al 2010: il momento delle scelte, CE, 2001

PTR, Regione Lombardia, 2010 – elaborazio-

MT.1_Ridurre la congestione da traffico priva-

to potenziando il trasporto pubblico e favo-

rendo modalità sostenibili

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comune di treviglio _ ambito di progettazione unitaria n. 8 ‘viale aldo moro’ VAS _ rapporto preliminare + VIC_studio di incidenza

[28]

fattori di analisi riferimenti normativi e politiche obiettivi di sostenibilità

ne da ST 1.4.4, ST 1.6, ST 1.6.3, ST 1.8.2, TM

2.2.4, TM 2.2.5, elaborazione da TM 2.4.2,

TM 2.4.3, TM 2.6.3, TM 2.2.7,

TM 3.15.2)

MT.2_Garantire una mobilità competitiva,

sicura, protetta e rispettosa dell’ambiente

Tali obiettivi di sostenibilità costituiscono, in questa fase di orientamento, il riferimento per

l’analisi di sostenibilità delle intenzioni programmatiche della proposta di piano attuativo (si

veda la sezione 19).

Entro il Rapporto Ambientale, gli obiettivi di sostenibilità saranno il riferimento per l’analisi di

sostenibilità delle specifiche azioni che verranno definite dal piano.

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comune di treviglio _ ambito di progettazione unitaria n. 8 ‘viale aldo moro’ VAS _ rapporto preliminare + VIC_studio di incidenza

[29]

d. verif iche e valutazioni dei

potenziali effetti ambientali del

piano

Questa sezione del rapporto preliminare è funzionale ad esplicitare il metodo e i criteri at-

traverso i quali si intende compiere la valutazione ambientale delle scelte della proposta di

piano attuativo entro il Rapporto Ambientale, che sarà elaborato contestualmente alla pro-

posta di piano e alle sue scelte puntuali.

Il metodo, gli strumenti e i passaggi valutativi di seguito descritti potranno essere integrati e

modificati in ragione dei contenuti che assumerà la proposta di piano e dei contributi che

saranno portati dai soggetti cointeressati alle scelte del piano stesso, al fine di permetterne

una pertinente integrazione ambientale.

13. percorso e metodo

A partire dalle intenzioni programmatiche del piano particolareggiato (si veda sezione b), si

opera, già in questa fase di scoping, e quindi all’interno del presente rapporto (si veda se-

zione e), una valutazione di tali intenzioni, in modo da potere procedere a una integrazione

ambientale preliminare del piano in corso di sviluppo.

Gli elementi emergenti da tale integrazione preliminare alimentano, così come la prima fase

di interlocuzione (scoping) con i soggetti cointeressati, i contenuti della proposta di piano

che sviluppa interamente i temi e le scelte; sulla base di tale proposta di piano viene svilup-

pato il Rapporto Ambientale, entro il quale vengono valutati i contenuti del piano e definiti

gli eventuali elementi di ulteriore integrazione ambientale.

La proposta di piano attuativo e il Rapporto Ambientale vengono messi a disposizione per

l’ulteriore interlocuzione con i soggetti cointeressati.

In ragione degli elementi di integrazione ambientale sviluppati in seno al Rapporto Ambien-

tale e dei pareri e contributi dei soggetti cointeressati vengono formulati, da parte delle au-

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comune di treviglio _ ambito di progettazione unitaria n. 8 ‘viale aldo moro’ VAS _ rapporto preliminare + VIC_studio di incidenza

[30]

torità procedente e competente, il parere motivato e la dichiarazione di sintesi, documenti

complessivamente preordinati alle eventuali integrazioni dei contenuti del piano e all’avvio

del suo percorso propriamente deliberativo.

OORRIIEENNTTAAMMEENNTTII PPRROOGGRRAAMMMMAATTIICCII IINNTTEEGGRRAAZZIIOONNEE AAMMBBIIEENNTTAALLEE PPRREELLIIMMIINNAARREE

PPRROOPPOOSSTTAA DDII PPIIAANNOO AATTTTUUAATTIIVVOO

IINNTTEEGGRRAAZZIIOONNEE AAMMBBIIEENNTTAALLEE

PPAARREERREE MMOOTTIIVVAATTOO EE DDIICCHHIIAARRAAZZIIOONNEE DDII SSIINNTTEESSII

La valutazione strategica del piano viene poi sviluppata anche nella fase in itinere, ovvero

durante la fase attuativa delle scelte compiute dal piano.

La valutazione in itinere è effettuata anche in funzione delle attività di monitoraggio, la cui

struttura è anticipata alla sezione f del presente rapporto e la cui definizione sarà effettuata

entro il Rapporto Ambientale e in relazione ai contenuti specifici del piano.

Gli esiti dell’attività di monitoraggio permettono di individuare gli effetti dell’attuazione del

piano e quindi di valutare il grado di integrazione ambientale di tali effetti, il loro eventuale

scostamento rispetto a quanto atteso e la relazione con il contesto di riferimento socio-

economico, territoriale e paesistico-ambientale. Tali risultanze forniscono elementi di ausilio

e argomentativi alle revisioni che si ritenesse opportuno apportare al piano.

PPAARREERREE MMOOTTIIVVAATTOO EE DDIICCHHIIAARRAAZZIIOONNEE DDII SSIINNTTEESSII

PPIIAANNOO AATTTTUUAATTIIVVOO // VVAARRIIAANNTTEE AALL PPGGTT

MMOONNIITTOORRAAGGGGIIOO DDEELLLL’’AATTTTUUAAZZIIOONNEE DDEELL PPIIAANNOO

EEVVEENNTTUUAALLII RREEVVIISSIIOONNII PPEERRIIOODDIICCHHEE

14. l’integrazione ambientale preliminare

La proposta definitiva di piano attuativo deriverà da un percorso analitico-conoscitivo e de-

cisionale che rappresenta una sintesi tra

• lo spazio di azione e di legittimità che è dato a questo specifico strumento di pianifi-

cazione urbanistica, in ragione del quadro dispositivo vigente

• le istanze e i contributi dei soggetti istituzionali e delle parti sociali cointeressate ai

contenuti del piano

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[31]

• gli esiti del percorso di integrazione in progress delle componenti ambientali (valuta-

zione ambientale strategica)

Questo terzo aspetto è quello sostanziale nel percorso di VAS e il tema della “integrazione

in progress”, e quindi del progressivo feedback tra contenuti di piano e loro valutazione

ambientale, è fondamentale nella costruzione delle scelte di piano; a questo scopo già in

questa fase di scoping si è ritenuto di procedere nello sviluppo di un passaggio di integra-

zione ambientale preliminare.

L’oggetto di tale integrazione è costituito dalla proposta di piano attuativo presentato dai

proponenti all’Amministrazione Comunale (si veda sez. 8).

Come rappresentato nello schema a seguire, l’integrazione ambientale preliminare, che qui

viene in parte sviluppata e verrà implementata in progress nel percorso di formulazione del-

le scelte di piano, si struttura su due complementari passaggi valutativi.

Un primo passaggio è quello che riguarda l’analisi di sostenibilità degli obiettivi specifici di

piano; tale passaggio muove dalla definizione degli obiettivi di sostenibilità (derivanti anche

dall’analisi delle componenti ambientali) e riguarda la valutazione di come le intenzioni dei

proponenti riscontrino gli obiettivi di sostenibilità definiti per le componenti ambientali.

Un secondo, complementare passaggio, è quello che afferisce alla verifica di coerenza

esterna; questo passaggio è funzionale a valutare come gli obiettivi dei proponenti il piano

attuativo si relazionino agli obiettivi desunti dal quadro programmatico e quanto siano con

essi sinergici e coerenti.

IINNTTEEGGRRAAZZIIOONNEE AAMMBBIIEENNTTAALLEE PPRREELLIIMMIINNAARREE

AANNAALLII DDEELLLLEE CCOOMMPPOONNEENNTTII AAMMBBIIEENNTTAALLII QQUUAADDRROO PPRROOGGRRAAMMMMAATTIICCOO

OOBBIIEETTTTIIVVII DDII SSOOSSTTEENNIIBBIILLIITTÀÀ OOBBIIEETTTTIIVVII DDII CCOOEERREENNZZAA IINNTTEERRNNAA

AANNAALLIISSII DDII SSOOSSTTEENNIIBBIILLIITTÀÀ IINNDDIIRRIIZZZZII PPRROOGGRRAAMMMMAATTIICCII VVEERRIIFFIICCAA DDII CCOOEERREENNZZAA EESSTTEERRNNAA

IINNDDIICCAAZZIIOONNII PPRREELLIIMMIINNAARRII DDII IINNTTEEGGRRAAZZIIOONNEE AAMMBBIIEENNTTAALLEE

Gli esiti di tali passaggi valutativi permettono di formulare alcune indicazioni preliminari di

integrazione ambientale delle scelte in fieri del piano attuativo e quindi di alimentare, strate-

gicamente, la costruzione di tali scelte.

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[32]

15. l’integrazione ambientale della proposta di piano attuati-

vo

Coerentemente con gli assunti sostanziali della valutazione ambientale strategica,

l’integrazione ambientale preliminare, effettuata all’interno di questa fase di scoping, costi-

tuisce un passaggio sostanziale nell’accompagnare le scelte del piano verso pertinenti profili

di sostenibilità ambientale.

I contenuti della proposta di piano, che saranno quindi già corroborati da un percorso valu-

tativo preliminare, saranno oggetto, nelle prossime fasi, di uno specifico percorso di integra-

zione ambientale.

Tale percorso, che accompagnerà la formulazione del piano e sarà da ultimo riferito entro il

Rapporto Ambientale e a partire dai contenuti della proposta definitiva del piano attuativo,

sarà articolato in una ‘premessa valutativa’ più tre sostanziali passaggi.

La premessa valutativa riguarderà una verifica di come la proposta di piano attuativo abbia

assunto le eventuali indicazioni preliminari di integrazione ambientale definite nella fase di

scoping e derivanti

• sia dal passaggio di integrazione ambientale sviluppate nel presente rapporto

• sia dai contributi dei soggetti cointeressati

A seguire tale premessa, un primo passaggio riguarderà la verifica di coerenza esterna degli

obiettivi del piano; in questo senso si procederà a valutare il livello di adeguatezza degli

obiettivi del piano nell’entrare in sintonia (in termini sinergici e complementari) con il sistema

di obiettivi del quadro programmatico in essere.

Un secondo passaggio valutativo, l’analisi di sostenibilità, avrà ad oggetto le specifiche azio-

ni che il piano attuativo definirà; le azioni del piano saranno analizzate in relazione alla loro

incidenza sugli obiettivi di sostenibilità derivanti dal quadro di riferimento delle componenti

ambientali.

Il terzo passaggio valutativo è quello che riguarda la verifica di coerenza interna. Tale pas-

saggio è funzionale a valutare la corrispondenza e la pertinenza delle singole azioni del pa-

no rispetto agli obiettivi generali e specifici definiti in sede programmatica.

IINNTTEEGGRRAAZZIIOONNEE AAMMBBIIEENNTTAALLEE

VVEERRIIFFIICCAA DDII CCOOEERREENNZZAA EESSTTEERRNNAA

OOBBIIEETTTTIIVVII

PPRROOPPOOSSTTAA DDII PPIIAANNOO AATTTTUUAATTIIVVOO VVEERRIIFFIICCAA DDII CCOOEERREENNZZAA IINNTTEERRNNAA

AAZZIIOONNII

AANNAALLIISSII DDII SSOOSSTTEENNIIBBIILLIITTÀÀ

IINNDDIICCAAZZIIOONNII PPRREELLIIMMIINNAARRII DDII IINNTTEEGGRRAAZZIIOONNEE AAMMBBIIEENNTTAALLEE

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comune di treviglio _ ambito di progettazione unitaria n. 8 ‘viale aldo moro’ VAS _ rapporto preliminare + VIC_studio di incidenza

[33]

16. misure di integrazione ambientale, mitigazione e

compensazione

Entro il Rapporto Ambientale, qualora si valutassero non sufficientemente adeguati i conte-

nuti della proposta di piano attuativo per il raggiungimento di un adeguato livello di inte-

grazione ambientale, saranno segnalati specifici criteri e misure funzionali a migliorare tale

livello di integrazione.

Tali misure potranno riguardare sia aspetti strutturali delle scelte di piano (ad esempio, il si-

stema di obiettivi) sia aspetti specifici (ad esempio, le azioni attuative).

Le misure strutturali sono quelle che agiscono in maniera indifferenziata sulla complessiva

‘forma piano’ e i suoi contenuti strutturanti come strumento di governo (diretto o indiretto)

delle trasformazioni urbanistiche.

Le misure specifiche sono quelle che riguardano singoli aspetti dei contenuti del piano e so-

no funzionali a un miglioramento dei contenuti delle singole azioni di piano.

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[34]

e. valutazioni preliminari

17. premesse

Come segnalato, questa sezione del rapporto preliminare è funzionale a compiere una pri-

ma valutazione degli obiettivi specifici del piano attuativo in variante al PGT, che sono defini-

ti entro la relazione della proposta presentata dai soggetti proponenti il piano.

La valutazione di tali obiettivi è funzionale ad iniziare un percorso progressivo di integrazio-

ne ambientale del piano in corso di sviluppo, alimentando quindi la prima fase di interlocu-

zione con i soggetti cointeressati e raccogliendone gli esiti per le opportune considerazioni.

Si pongono alcune premesse sostanziali a tale valutazione preliminare.

La prima riguarda la natura stessa del piano e il suo spazio di azione. Il piano attuativo, per

come disciplinato dalla legge urbanistica nazionale e regionale, è strumento specificativo e

attuativo dello strumento urbanistico generale e ha quindi come oggetto la definizione della

rete delle infrastrutture viarie, la suddivisione del suolo in terreni edificabili e non, le destina-

zioni funzionali previste, le opere di urbanizzazione, le aree da cedere e gli interventi del

verde. Il piano attuativo non ha il compito di specificare il dettaglio delle tipologie edilizie.

Nel caso specifico in oggetto, l’area su cui insiste il piano attuativo è già quasi interamente

suscettibile di urbanizzazione, essendo parte del PGT vigente. La proposta di piano attuativo

è in variante al PGT vigente in quanto risolve questioni viabilistiche di accesso al comparto,

altrimenti difficoltose, derivate anche dalle nuove opere infrastrutturali nel frattempo portate

a compimento a livello sovracomunale (Bre.Be.Mi. e relativi snodi).

Da considerarsi che normative e quadri dispositivi di settore (aria, acqua, suolo …) sono con-

solidati e costituiscono riferimento ineludibile per la legittimità degli interventi edilizi che sa-

ranno possibili successivamente l’approvazione del piano stesso, per le attività insediabili e i

loro caratteri prestazionali in materia di salute pubblica e salubrità ambientale

Inoltre, è evidente che, alla luce della caratterizzazione (territoriale, economica e sociale) del

contesto d’area vasta entro cui si colloca l’ambito di intervento, inciso da una infrastruttura-

zione territoriale (insediativa, relazionale e paesistico-ambientale) di assoluta rilevanza nella

geografia metropolitana lombarda, le ‘verifiche di coerenza’ e le ‘integrazioni ambientali’ dei

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comune di treviglio _ ambito di progettazione unitaria n. 8 ‘viale aldo moro’ VAS _ rapporto preliminare + VIC_studio di incidenza

[35]

piani che si succedono (compreso quello in oggetto) pongono elementi di riflessione che

trascendono tecnicismi valutativi più o meno raffinati e investono un orizzonte di senso e di

significati complesso e, per sua natura, squisitamente politico-culturale. In questo senso,

l’approccio ‘valutativo’ che si propone in questo procedimento di VAS intende porsi come

‘piattaforma di consapevolezza’ condivisa e funzionale a un processo decisionale inclusivo e

capace di fare sintesi delle diverse istanze.

18. verif ica di coerenza esterna degli orientamenti di piano

Dall’analisi del quadro programmatico e territoriale di riferimento (si veda l’allegato ‘Analisi

di contesto’) all’interno del quale si muove la formulazione del piano attuativo in parola,

emergono alcuni elementi di interesse e di riflessione.

In generale è utile segnalare che qui, come in altre situazioni, si è in presenza di una pluralità

di soggetti che pianificano e di una pluralità di temi e proposte pianificatorie e regolative,

che operano a scale diverse e con dettaglio territoriale differente.

La fenomenologia di questa articolazione del quadro programmatico è di due tipi:

> effetti potenzialmente sinergici e coerenti, laddove nel passaggio da un piano

all’altro vengono specificati indirizzi e/o regole che inducono effetti a somma

positiva tra iniziative complementari e concorrenza positiva tra interventi previsti

> effetti potenzialmente conflittuali e/o incoerenti, laddove il sistema obiettivi / in-

dirizzi / azioni manifestati da piani diversi (ma anche all’interno di uno stesso

piano) introduca situazioni che possono indurre ad una incoerenza o addirittura

ad una conflittualità del portato degli interventi previsti

La complessità di questa situazione, tipica dei processi di pianificazione pubblica (multi-

scalare, multi-settoriale e multi-attoriale), non è che una manifestazione della pluralità di op-

zioni che il sistema socio-territoriale esprime; si pensi al dibattito, non recente ma ad oggi

ancora molto presente, tra i diversi concetti e accezioni che vengono attribuiti ai termini

‘crescita’ e ‘sviluppo’.

All’interno della valutazione ambientale strategica, la verifica di coerenza esterna consiste

nel confronto tra gli obiettivi del piano attuativo e gli obiettivi di integrazione ambientale

declinati dal quadro programmatico sovraordinato5.

Tale analisi prende le mosse dal ‘quadro programmatico’ sviluppato entro l’allegato ‘Analisi

di contesto’; rimandando ai contenuti di tale elaborato, si desume che:

> in relazione al quadro programmatico paesistico-territoriale definito da PTR e PPR,

non si ravvisano incoerenze tra gli obiettivi della proposta di piano attuativo e il si-

stema di obiettivi sovraordinati. Anche l’obiettivo dichiarato dal PPR di portare

l’attenzione al paesaggio e alla qualità paesistica dei luoghi in modo più incisivo in

tutti i piani, programmi e progetti che vanno ad agire sul territorio, vale a dire fare sì

5 La verifica di coerenza esterna non si occupa del sistema di norme e disposizioni più o meno co-

genti del sistema dispositivo e pianificatorio in essere, poiché la congruità del piano con tale sistema

costituisce il presupposto stesso di legittimità delle scelte di piano.

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comune di treviglio _ ambito di progettazione unitaria n. 8 ‘viale aldo moro’ VAS _ rapporto preliminare + VIC_studio di incidenza

[36]

che si affermi una diffusa consapevolezza rispetto ai valori paesaggistici esistenti,

che si vogliono tutelare e/o valorizzare, e rispetto a quelli nuovi che si vogliono co-

struire, viene recepito entro una riflessione complessiva che ha portato a un livello di

progettualità complessivamente coerente a tali dettami

> in relazione ai contenuti del PTCP della Provincia di Bergamo, la scelta insediativa di

questo comparto è già stata valutata come ‘compatibile’ rispetto ai contenuti della

pianificazione di scala provinciale; le aree in variazione introducono una migliore ra-

zionalizzazione e distribuzione complessiva dell’intero comparto, non venendo alte-

rati gli indici dimensionali del piano stesso

> non si ravvisano incoerenze o incompatibilità degli interventi attesi con la pianifica-

zione di settore

Da tale verifica si evince come la proposta di piano attuativo, anche esaminato alla luce delle

variazioni che intende introdurre alle determinazioni del PGT vigente, sia sostanzialmente

coerente con la strumentazione pianificatoria e programmatoria di riferimento e non vi sia-

no elementi di significativa incoerenza che possano condizionare negativamente il profilo di

integrazione programmatica e ambientale del piano.

Circa lo scenario infrastrutturale più direttamente incidente sull’accessibilità del contesto di

intervento, è da considerare l’ipotesi della connessione IPB (Interconnessione Pedemontana

Bre.Be.Mi.), la cui realizzazione non è ancora avviata, ma per la quale è stata costituita la so-

cietà Autostrade Bergamasche. La possibile realizzazione dell’interconnessione (al di là di al-

tre problematiche di ordine paesaggistico, ambientale ed ecologico che dovranno essere

verificate puntualmente in seno alla proposta progettuale per detta infrastruttura) garanti-

rebbe ulteriore sfogo al settore ovest definendo un sistema di tangenziali in grado di by-

passare quasi integralmente il traffico di attraversamento entro l’abitato di Treviglio.

19. analisi di sostenibilità degli obiettivi del piano attuativo

19.1. premesse

L’analisi di sostenibilità ambientale è funzionale a verificare come il sistema di obiettivi sottesi

alla proposta di piano attuativo riscontri e persegua, in modo più o meno sinergico e con-

corsuale, i criteri di sostenibilità ambientale verso cui devono essere orientate le politiche

pubbliche.

Il piano attuativo, come l’intero campo degli strumenti di regolamentazione edilizia e urba-

nistica, potrebbe agire contemporaneamente, in modo più o meno diretto

▪ sia come strumento di potenziale impatto sulle componenti ambientali, nei suoi con-

tenuti che rendono possibili rifunzionalizzazioni d’uso e l’insediamento di attività a

maggiore pressione ambientale, e quindi di DETERMINANTE DELLE PRESSIONI AM-

BIENTALI

▪ sia come potenziale RISPOSTA ALLE PRESSIONI AMBIENTALI, nel momento in cui le

azioni scaturenti delle scelte del piano permettono di aumentare gli elementi di in-

frastrutturazione e di tutela del territorio che consentono di incidere positivamente

sulle componenti ambientali, tutelandone i caratteri e qualificandone le relazioni

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comune di treviglio _ ambito di progettazione unitaria n. 8 ‘viale aldo moro’ VAS _ rapporto preliminare + VIC_studio di incidenza

[37]

In ragione di questo, il profilo di sostenibilità complessiva delle scelte del piano attuativo sa-

rà da mettere in relazione al bilancio tra quanto il piano introduce in termini di potenziale

caricamento territoriale (anche in relazione al differenziale tra quanto ad oggi reso possibile

dal PGT e quanto la variante intende modificare), e quindi ulteriore pressione ambientale, e

quanto introduce in termini di abbassamento dei livelli di pressione ambientale, attraverso la

qualificazione delle dotazioni urbane, naturali e paesistico-ambientali.

In questo senso, si ritiene improduttivo individuare una soglia assoluta di sostenibilità, che

non terrebbe conto dello stato di partenza e dei processi condizionanti di ordine esogeno;

ci si intende quindi riferire a una ‘sostenibilità praticabile’ che, consapevole degli elementi di

criticità ambientale in essere e della complessità delle interrelazioni tra sistemi di valori e op-

zioni, valuterà le scelte del piano attuativo nella loro capacità di introdurre elementi di miti-

gazione dei potenziali impatti e, laddove possibile, interventi di miglioramento dello stato

delle componenti ambientali.

In questa sezione del rapporto si opera una analisi di sostenibilità preliminare delle intenzio-

ni programmatiche del piano attuativo, al fine di segnalarne eventuali opportunità di inte-

grazione nella formulazione in progress del piano.

19.2. analisi

L’analisi di sostenibilità viene effettuata attraverso una matrice di analisi qualitativa a doppia

entrata in cui vengono confrontati gli obiettivi programmatici del piano particolareggiato (si

veda sezione b) con gli obiettivi di sostenibilità ambientale (definiti nella sezione 12).

La verifica è stata articolata sui seguenti livelli di giudizio:

piena potenziale sostenibilità,

sostenibilità potenziale incerta

sostenibilità potenziale critica

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[38]

19.3. matrice di analisi di sostenibilità degli obiettivi programmatici del piano particolareggiato

obiettivi sottesi alle azioni di piano

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1. rivisitazione del perimetro del Piano Particolareg-

giato funzionale a inserire aree di contesto utili alle

scelte progettuali

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2. inserimento dii funzioni di potenziale servizio anche

della cittadinanza

3. qualificazione del sistema degli spazi pubblici e del

connettivo rispetto a Treviglio

4. qualificazione del sistema del verde e integrazione

con le reti della mobilità dolce territoriale

5. riassetto della mobilità in relazione a rinnovamento

funzionale previsto

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comune di treviglio _ ambito di progettazione unitaria n. 8 ‘viale aldo moro’ VAS _ rapporto preliminare + VIC_studio di incidenza

[39]

19.4. considerazioni valutative

Dalla matrice di analisi emergono le seguenti considerazioni.

Ci sono obiettivi di sostenibilità sui quali gli obiettivi sottesi al piano attuativo in argomento

non incidono in alcun modo, poiché ambiti tematici esterni allo spazio di azione di questa

tipologia di strumento e/o già disciplinati da norme di settore e/o governabili nella fase

progettuale e attuativa degli interventi edilizi e infrastrutturali che il piano renderà possibili.

Si sono poi evidenziate situazioni incertezza in merito alla sostenibilità degli obiettivi di pia-

no rispetto agli obiettivi di sostenibilità; tale incertezza riguarda essenzialmente il tema della

mobilità di afferenza all’area e, pertanto l’infrastrutturazione del comparto in ragione delle

funzioni insediabili. Altri elementi di incertezza non dirimibili all’attuale stato di avanzamento

della progettualità riguardano la qualità degli spazi pubblici e le scelte complessive in termini

di risparmio energetico nonché di qualità del paesaggio ‘restituito’ alla cittadinanza treviglie-

se.

Per tali obiettivi risulta chiara una concorrenza al perseguimento di numerosi obiettivi di so-

stenibilità; il carattere prevalente di tale concorrenza è potenziale, visto il carattere pro-

grammatico di questa fase di formulazione del piano. In ogni caso, entro il rapporto am-

bientale dovrà essere integrata la valutazione preliminare qui effettuata in relazione alla loro

traduzione in specifiche scelte (urbanistiche e funzionali) del piano attuativo.

L’analisi qui effettuata sugli obiettivi sottesi al piano particolareggiato potrà essere rideclinata

entro il rapporto ambientale, effettuandola sulle specifiche azioni definite dal piano attuati-

vo; in quella sede sarà possibile analizzare in maniera più specifica e circostanziata la com-

plessiva concorrenza del piano agli obiettivi di sostenibilità e segnalare eventuali misure in-

tegrative funzionali ad adeguare il complessivo profilo di sostenibilità delle scelte di piano.

20. valutazione dei complessivi effetti della proposta di piano

sulle componenti ambientali

In specifica sezione del rapporto ambientale si svilupperà l’analisi e la valutazione dei com-

plessivi effetti del piano sulle componenti ambientali del territorio interessato, e in riferimen-

to ai criteri di cui all’allegato 1 e 2 della direttiva VAS 42/2001/CE.

L’analisi verrà effettuata, per le finalità più direttamente riconducibili alla procedura in ogget-

to, in termini comparativi tra i potenziali effetti dell’attuazione delle previsioni del PGT vigen-

te e la proposta attuativa in variante, in modo da valutare l’eventuale variazione del profilo

di integrazione ambientale tra le due situazioni e rispondere quindi compiutamente allo

scopo della presente procedura valutativa. Nella analisi che verrà sviluppata nel Rapporto

Ambientale si definisce questo passaggio valutazione “comparativa”.

Al fine di estendere le considerazioni di integrazione ambientale ad un contesto di senso più

allargato, seppure già sviluppato all’interno della valutazione strategica del PGT vigente, si

procederà anche a caratterizzare i potenziali effetti ambientali dell’organico complesso di

interventi che la proposta di piano attuativo rende possibili. Nella analisi si definirà questo

passaggio valutazione “assoluta”.

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[40]

L’analisi dei contenuti programmatici e strutturali della proposta di piano attuativo verrà ef-

fettuata in merito alle seguenti caratterizzazioni degli effetti che potrebbero derivare

dall’attuazione del piano sulla matrice ambientale, secondo la seguente caratterizzazione:

valore e significatività dell’effetto

l’effetto della proposta sulla componente ambientale può essere:

➢ positivo, quando la proposta può incidere sul miglioramento dello stato della com-

ponente

➢ negativo, quando la proposta può incidere sul peggioramento dello stato della

componente

In termini di significatività, l’effetto potrà essere da significativamente positivo, quando si

stima un effetto migliorativo molto elevato, a significativamente negativo, quando si stima

un effetto peggiorativo molto consistente.

spazialità dell’effetto

l’effetto della proposta sulla componente ambientale può essere territorialmente:

➢ esteso, quando gli effetti della proposta possono registrarsi, sullo stato della compo-

nente ambientale di riferimento, su un contesto urbano/metropolitano

➢ localizzato, quando gli effetti della proposta possono registrarsi quasi esclusivamen-

te all’interno del comparto di intervento o nelle sue prossimità

reversibilità e compensabilità dell’effetto

l’effetto della proposta sullo stato della componente ambientale può essere:

➢ _ reversibile [R]

➢ _ non reversibile ma compensabile6 [C]

21. le alternative alle scelte del piano attuativo

All’interno del percorso di formulazione delle specifiche scelte progettuali della proposta di

piano attuativo si sta procedendo alla individuazione e alla valutazione delle alternative, più

o meno strategiche, attorno alle quali si costruiranno le scelte, in special modo per quanto

concerne le potenziali esternalità ambientali che le diverse ipotesi progettuali possono impli-

care.

Stante l’assunzione dei programmi di investimento dei soggetti proponenti e delle funzioni

attivabili, la valutazione degli interventi ‘complementari’ a sostenere la fruibilità di tali attività

rappresenta il focus della definizione delle alternative, che, se dal punto di vista delle funzio-

ni economiche insediabili sono, appunto, complementari, le stesse divengono ‘strutturali’ dal

punto di vista dell’integrazione ambientale dei complessivi interventi. Ci si riferisce in partico-

6 Con il termine “compensabile” in questa sede ci si riferisce ad un potenziale effetto negativo su una

determinata componente ambientale che può essere equilibrato, in un bilancio globale di integrazio-

ne ambientale, con azioni, provvedimenti e misure che incidano positivamente sulla medesima com-

ponente ambientale.

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[41]

lare ai temi già emersi, anche entro il presente rapporto, come più direttamente attinenti il

profilo di sostenibilità ambientale della proposta di piano attuativo, ovvero:

> il tema della gestione della mobilità indotta e generata dalle funzioni attese

> il tema del trattamento degli spazi non edificati e della loro funzionalità paesistico-

ambientale

Il rapporto di interlocuzione tra i soggetti più direttamente coinvolti nel percorso progettua-

le e decisionale in oggetto (investitori, progettisti, autorità procedente e autorità competenti)

è funzionale a valutare il profilo di integrazione ambientale delle alternative strategiche e a

selezionare quelle alternative di layout distributivo e di pianificazione attuativa che hanno

presentato, entro lo spazio di azione dell’piano, il miglior profilo di rispondenza tra la com-

partecipazione dell’iniziativa economica agli obiettivi regionali di attrattività territoriale e svi-

luppo economico-occupazionale e il suo rapporto con i principi di sostenibilità ambientale.

22. indicazioni preliminari di integrazione ambientale

Come segnalato, si ritiene utile fornire già in questa fase di scoping una serie di indicazioni

di ‘opportunità di integrazione ambientale’, funzionale a segnalare le scelte progettuali e gli

interventi dei quali la proposta di piano attuativo si deve fare carico in modo da qualificare il

suo profilo di adeaguatezza rispetto alle sensibilità e alle vulnerabilità del contesto entro cui

si colloca.

In questo senso è da sottolineare che lo ‘spazio di azione’ disponibile alla proposta di inter-

vento è quello riferito ai contenuti più propriamente pertinenti allo strumento attuativo cui ci

si riferisce, che è uno strumento di scala ‘urbanistica’ e non ‘edilizia. Vengono comunque

segnalati i temi e i requisiti prestazionali per i quali, già in fase di convenzionamento dello

strumento urbanistico attuativo in oggetto, può essere sancito specifico impegno alla loro

specificazione in fase di progettazione esecutiva dei singoli interventi previsti.

22.1. aria

22.1.1. alla scala urbanistica

In ragione del carico emissivo dovuto al traffico sulla Bre.Be.Mi., sulla SS 472 che corre poco

a est del comparto in parola e sulla via Aldo Moro (in quanto connessione al casello di Tre-

viglio della A35 (Bre.Be.Mi.) risulta opportuna la predisposizione di elementi di mitigazione e

abbattimento delle sostanze inquinanti.

Visto l’aumento del carico emissivo che sarà generato dalle funzioni insediabili, dovuto al

traffico indotto e delle emissioni dovute al riscaldamento e raffrescamento dei volumi edilizi,

risulta opportuna una compensazione ambientale (di carattere monetario e/o di infrastruttu-

razione verde e/o di sostegno alla mobilità sostenibile).

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[42]

22.1.2. alla scala di progettazione esecutiva

In sede di progettazione esecutiva e rilascio dei titoli abilitativi sui singoli interventi, potranno

essere opportunamente stabilite prestazioni energetico-ambientali più performanti di quelle

definite dal quadro normativo, in modo da contenere il carico emissivo in atmosfera.

‘Tetti verdi’ e pareti trattate a ‘verde verticale’ sono ad esempio interventi a cui potere fare

riferimento, oltre che per i contenimenti dei consumi energetici e delle relative emissioni, an-

che per una migliore contestualizzazione paesistica dei volumi edilizi.

22.2. risorse idriche

22.2.1. alla scala urbanistica

In ragione del contesto di intervento e delle più generali politiche di razionalizzazione dei

consumi idrici, risulta opportuno che la proposta progettuale:

↘ dal punto di vista delle acque sotterranee, preveda la massimizzazione della percen-

tuale di superfici scoperte e permeabili

↘ dal punto di vista del trattamento delle acque, preveda la realizzazione delle opere

di urbanizzazione atte a garantire un’adeguata portata dell’impianto di fognatura e

impianti di accumulo e riutilizzo delle acque meteoriche

22.2.2. alla scala di progettazione esecutiva

In sede di progettazione esecutiva e rilascio dei titoli abilitativi sui singoli interventi, potranno

essere opportunamente stabilite, nel trattamento della risorsa idrica, prestazioni più perfor-

manti di quelle definite dal quadro normativo, in modo da:

↘ contenere i prelievi idrici per usi non idropotabili (ad esempio attraverso vasche di

accumulo e rete duale)

↘ contenere i consumi di acqua per usi potabili e per i cicli produttivi (componentistica

idraulica a contenimento consumi)

↘ garantire l’invarianza idraulica dell’intervento (da esplicitare in specifica relazione e

conseguenti interventi), anche in relazione alla LR 4/2016 Legge regionale in materia

di difesa del suolo, prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico e di gestione

dei corsi d’acqua e relativo Regolamento Regionale 23 novembre 2017, n. 7 Regola-

mento recante criteri e metodi per il rispetto del principio dell'invarianza idraulica ed

idrologica ai sensi dell'articolo 58 bis della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12 (Legge

per il governo del territorio).

22.3. suolo

22.3.1. alla scala urbanistica

I caratteri delle componenti pedologiche e geologiche dell’area in oggetto non presentano

condizioni di vulnerabilità o sensibilità tali da rendere opportune particolari scelte alla scala

urbanistica.

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comune di treviglio _ ambito di progettazione unitaria n. 8 ‘viale aldo moro’ VAS _ rapporto preliminare + VIC_studio di incidenza

[43]

22.3.2. alla scala di progettazione esecutiva

Oltre quanto già definito dal quadro dispositivo vigente in materiale di tutela del suolo e del

sottosuolo e dalle risultanze degli eventuali approfondimenti geotecnici da effettuarsi preor-

dinatamente alla fase attuativa degli interventi, l’area in oggetto non presenta criticità che

rendano opportune particolari scelte in fase di progettazione esecutiva.

22.4. paesaggio

22.4.1. alla scala urbanistica

Stante l’assenza di significativi elementi notevoli di caratterizzazione paesistica, in ragione

delle volumetrie edilizie insediabili e dell’alta visibilità del contesto da reti infrastrutturali di

carattere sovracomunale, le opportunità di intervento sono da riferirsi a una necessaria inte-

grazione paesistica, che possa ‘emancipare’ la percezione del contesto e restituire

un’immagine decisa di risoluzione urbana di questa porzione spaziale ‘incerta’.

Tale integrazione, dal punto di vista urbanistico, è da ricercare attraverso due tipi di approc-

ci, parzialmente alternativi e al tempo stesso complementari.

Il primo approccio, tipico delle soluzioni mitigative, è funzionale al ‘nascondimento’ del

comparto; in questo senso sarebbe possibile prevedere una fascia boscata fitta lungo

l’intero perimetro del comparto verso la Bre.Be.Mi., una sorta di ‘murazione verde’.

Il secondo approccio è orientato invece a enfatizzare la presenza dei volumi edilizi e quindi

sottolineare la continuità dell’intervento insediativo rispetto agli eterogeni fronti già edificati

presenti a nord di via Aldo Moro.

Il primo approccio avrebbe il pregio di risolvere in modo radicale il problema

dell’inserimento paesistico, ma il limite di manifestarsi, appunto, come ‘nascondimento’ ed

eludere la potenziale qualità comunicativa del successivo progetto edilizio. Anche in ragione

della bassa sensibilità paesistica del contesto, l’approccio ‘per nascondimento’ non risulta es-

sere né necessario né opportuno sulla totalità dell’area posta a sud del comparto ma, even-

tualmente, solo parzialmente a mascheramento dei volumi produttivi.

Il secondo approccio ha il pregio di lasciare aperte le possibilità di un progetto edilizio di

qualità, ma a fronte del rischio di non avere gli strumenti procedurali per governarne gli esiti

del passaggio, non breve, tra progetto urbanistico e rilascio dei titoli abilitativi dei singoli in-

terventi. Il ruolo della commissione paesaggio, in questo senso, potrà essere interessante.

22.4.2. alla scala di progettazione esecutiva

Stante quanto sopra, e analogamente nel salto di scala progettuale, sono aperte le strade

del mascheramento (ad esempio con tecniche di verde verticale o espedienti cromatici)

piuttosto che dei componenti e materiali edilizi di qualità anche dal punto di vista della per-

cezione paesistica.

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[44]

22.5. natura e biodiversità

22.5.1. alla scala urbanistica

L’occasione di una progressiva riqualificazione delle condizioni di biodiversità è legata sia ad

interventi settoriali e specifici sul sistema delle risorse floro-faunistiche, sia all’integrazione

ambientale degli interventi di infrastrutturazione urbana. In questo senso, lo spazio di azione

della proposta di intervento può opportunamente provvedere a un ‘equipaggiamento’ flori-

stico-vegetazionale che assolva contestualmente a una funzione mitigativa degli interventi

edilizi e a una funzione complessivamente sostitutiva e migliorativa del patrimonio arboreo

presente. Una micro-rete ecologica di comparto.

22.5.2. alla scala di progettazione esecutiva

Oltre quanto già definito dal quadro dispositivo vigente in materia di tutela naturalistico-

ambientale, l’area in oggetto non presenta valori o criticità floro-faunistiche che rendano

opportune particolari scelte in fase di progettazione esecutiva; fase per la quale si rendereb-

be comunque consigliabile una specificazione progettuale dell’equipaggiamento vegetale

da installare, da definire in termini di essenze arboree e arbustive, sesti di impianto e asso-

ciazioni.

22.6. clima acustico

22.6.1. alla scala urbanistica

Al fine di mitigare l’impatto acustico dato dal traffico di scorrimento sulla Bre.Be.Mi. e garan-

tire un adeguato clima acustico alle attività che verranno insediate risulta opportuno predi-

sporre una barriera vegetale sufficientemente ampia a protezione degli spazi edificati e

piantumare tale ambito con adeguate associazioni vegetali (arboree e arbustive).

Analoghi interventi, al fine di mitigare le emissioni acustiche generate dalle attività che an-

dranno ad insediarsi, sono opportuni lungo il perimetro del comparto.

22.6.2. alla scala di progettazione esecutiva

Il riferimento è a quanto già definito dal quadro dispositivo vigente in materia di clima acu-

stico. Le modalità di contenimento delle immissioni e di mitigazione dalle emissioni, tali da

migliorare il clima acustico complessivo, dovranno essere calibrate anche in funzione della

qualità estetica dei volumi.

22.7. energia

22.7.1. alla scala urbanistica

Lo spazio di azione che si apre alla scala della progettazione urbanistica è da riferirsi

all’opportunità di:

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[45]

↘ stabilire regole per interventi atti ad ottenere un buon microclima di comparto, fun-

zionale a contenere i consumi energetici (contenimento superfici assorbenti e im-

permeabili, estesa dotazione arborea...)

↘ prevedere la possibilità di soluzioni impiantistiche centralizzate ad alta efficienza,

quali ad esempio la produzione centralizzata di energia mediante cogenerazione -

micro-cogenerazione distribuita - sistemi di trigenerazione

22.7.2. alla scala di progettazione esecutiva

Il riferimento è a quanto già definito dal quadro dispositivo vigente in materia di efficienza

energetica degli edifici. Può essere definito un impegno ad un innalzamento delle soglie di

efficienza energetica, ad esempio ponendosi come target il raggiungimento della classe A.

22.8. mobilità

22.8.1. alla scala urbanistica

È evidente la necessità, anche strettamente funzionale al corretto funzionamento della viabi-

lità di accesso all’area, di provvedere ad interventi di razionalizzazione delle modalità di in-

nesto della viabilità di comparto. In questa direzione l’interlocuzione con il competente Set-

tore del Comune di Treviglio è funzionale a verificare le ipotesi ad oggi proposte e conveni-

re le migliori soluzioni possibili.

L’occasione attuativa di questo comparto può essere l’occasione per iniziare a strutturare

itinerari ciclabili di connessione interurbana, ad oggi non pienamente strutturati.

22.8.2. alla scala di progettazione esecutiva

Nell’ambito della progettazione esecutiva degli interventi edilizi non emerge la necessità di

interventi specifici, se non quelli legati ad una corretta progettazione anche degli elementi

legati alla ciclabilità dell’area (continuità degli itinerari, criteri di sicurezza...).

22.9. altre componenti ambientali

Per le componenti elettromagnetismo, rifiuti, radon … non si ritiene che la scala

dell’intervento in oggetto (pianificazione urbanistica attuativa) possa introdurre indirizzi o

criteri di rilievo, essendo tali temi disciplinati da specifiche normative di settore e/o da de-

mandare alla fase gestionale delle funzioni insediate.

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[46]

f. monitoraggio

Il monitoraggio ambientale è un processo di verifica e valutazione del raggiungimento degli

obiettivi di sostenibilità del piano e degli effetti prodotti sul contesto ambientale durante la

sua attuazione. Comprende la raccolta dei dati, il calcolo di indicatori, il confronto con gli

andamenti attesi, l’interpretazione delle cause degli eventuali scostamenti rispetto a questi,

la formulazione di proposte di azioni correttive.

Alla luce del fatto che la proposta di piano attuativo in oggetto è una variante parziale di

quanto già deliberato nel PGT vigente, si ritiene opportuno (anche in ragione dei principi di

economicità, efficacia e proporzionalità dell’azione amministrativa) fare convergere il moni-

toraggio della variante in oggetto entro il complessivo monitoraggio del PGT vigente.

In relazione alla specificità degli interventi e delle funzioni attese dalla proposta di piano at-

tuativo e del contesto di localizzazione, qualora lo si ritenesse opportuno potrà essere utile

un ‘infittimento’ dei monitoraggi già in essere dei flussi di traffico e delle condizioni di eser-

cizio della rete stradale (ai vari livelli di gestione amministrativa) di diretta relazione con il

comparto.

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[47]

g. studio di incidenza

23. documenti dello studio di incidenza

Lo studio di incidenza della proposta di integrazione del piano sui siti di Rete Natura 2000

(RN2000) e gli elementi notevoli della Rete Ecologica Regionale (RER7), è redatto secondo il

quadro dispositivo e di indirizzi vigente, ed è composto da:

• una sezione che descrive i riferimenti normativi, la metodologia utilizzata e gli

esiti dello studio effettuato

• l’analisi di contesto che riporta la piattaforma conoscitiva di appoggio per le

valutazioni effettuate

Lo studio di incidenza viene sviluppato come approfondimento strutturalmente connesso

alla valutazione ambientale strategica e integrato al percorso decisionale delle scelte di pia-

no, in modo da orientarne il contenuto in considerazione dei principi di tutela e salvaguardia

delle aree naturali protette di RN2000 e degli elementi notevoli della RER.

24. integrazione procedurale

Lo studio d’incidenza viene sviluppato entro il complementare percorso di valutazione am-

bientale strategica, e quindi effettuato congiuntamente a questa, in modo da provocare le

possibili sinergie valutative e di indirizzo, pur nella specificità dei due distinti procedimenti.

In Regione Lombardia il riferimento dispositivo della procedura di Valutazione d’Incidenza è

contenuto nella DGR 8 marzo 2003, n. 14106 recante “Elenco dei proposti siti di importanza

comunitaria ai sensi della Direttiva 92/43/CEE per la Lombardia, individuazione dei soggetti

gestori e modalità procedurali per l’applicazione della valutazione d’incidenza”, che recepisce

le fonti normative comunitarie e nazionali (eccezion fatta per il successivo D.Lgs 3 aprile

2006, n. 152 e s.m.i.).

7 Con l’acronimo RER ci si riferisce, nel testo, agli ambiti prioritari per la conservazione della

biodiversità, ai corridoi primari ad elevata antropizzazione e al sistema dei varchi.

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[48]

Proprio nell’ambito di detta delibera Regione Lombardia ha affrontato il problema

dell’integrazione procedurale tra VIC e VAS, sia prevedendo all’art. 5 della DGR n.

14106/2003 che “i criteri attuativi della Direttiva 2001/42/CE sulla valutazione ambientale di

piani e programmi individueranno le modalità di integrazione con le procedure di cui all’art.

2”, sia quindi identificando tali criteri attuativi tramite la DCR 13 marzo 2007, n. 351 che, al

punto 7 recante “Raccordo con altre procedure”, prevede espressamente (sottopunto 7.2)

che “Per i P/P che interessano SIC, pSIC e ZPS rientranti nella disciplina di cui alla Direttiva

2001/42/CE si applicano le disposizioni seguenti: a) [omissis]; b) in presenza di P/P soggetti a

VAS, in sede di conferenza di valutazione, acquisito il parere obbligatorio e vincolante

dell’autorità preposta, viene espressa la Valutazione di Incidenza. A tal fine il rapporto am-

bientale è corredato della documentazione prevista per la Valutazione di Incidenza (allegato

G del DPR 8 settembre 1997, n. 357 […] e allegato D – sezione Piani della DGR 8 agosto 2003

n. 7/14106”.

In altre parole, il legislatore regionale ha inteso razionalizzare l’azione amministrativa facen-

do confluire la procedura di Valutazione d’incidenza nella VAS; peraltro, è questo un aspetto

confermato anche nel D.Lgs. 16 gennaio 2008, n. 4 “Ulteriori disposizioni correttive e integra-

tive del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152”, correttivo del Testo Unico ambientale, il qua-

le all’art. 10, comma 3 “Norme per il coordinamento e la semplificazione dei procedimenti”,

sancisce che “La VAS e la VIA comprendono le procedure di Valutazione d’Incidenza di cui

all’art. 5 del DPR n. 357/1997; a tal fine il rapporto ambientale [… contiene] gli elementi di cui

all’allegato G della stesso decreto n. 357 del 1997, e la valutazione dell’autorità competente si

estende alle finalità di conservazione proprie della Valutazione d’Incidenza. […]. Le modalità di

informazione del pubblico danno specifica evidenza dell’integrazione procedurale”.

La valutazione d’incidenza (VIC) è il procedimento di carattere preventivo al quale è neces-

sario sottoporre qualsiasi piano o progetto che possa avere incidenza significativa su aree

della RN2000 e, nel caso lombardo, sulla RER quale elemento di sostegno alla funzionalità

globale di RN2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti, tenuto conto

degli obiettivi di conservazione della rete stessa.

La RN2000 è costituita dall’insieme dei siti comunitari denominati ZPS (Zone di Protezione

Speciale) definiti dalla Direttiva “Uccelli” (Direttiva 79/409/CEE, successivamente abrogata e

sostituita integralmente dalla versione codificata della Direttiva 2009/147/CE del Parlamento

Europeo e del Consiglio del 30 novembre 2009, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale

dell’Unione Europea del 26 gennaio 2010, serie L 20) e SIC (Siti di Importanza Comunitaria) –

Zone Speciali di Conservazione (ZSC) definiti dalla Direttiva “Habitat” (Direttiva 92/43/CEE):

un sistema coordinato e coerente (una “rete”) di aree destinate alla conservazione della di-

versità biologica presente nel territorio dell’Unione Europea.

La procedura di Valutazione di Incidenza è stata introdotta dall’articolo 6, comma 3, della

Direttiva “Habitat” (Direttiva 92/43/CEE) con lo scopo di salvaguardare l’integrità dei siti at-

traverso l’esame delle interferenze di piani e progetti non direttamente connessi alla conser-

vazione degli habitat e delle specie per cui essi sono stati individuati, ma in grado di condi-

zionarne l’equilibrio ambientale. Proprio per salvaguardare l’integrità dei siti, la VIC si applica

sia ai piani/progetti che ricadono all’interno delle aree RN 2000, sia a quelli che pur svilup-

pandosi all’esterno, possono comportare ripercussioni sullo stato di conservazione dei valori

naturali tutelati.

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[49]

La VIC si qualifica quindi come strumento di salvaguardia che, pur essendo riferita ad un si-

to, si inquadra nella preservazione della coerenza complessiva e alla funzionalità delle reti

ecosistemiche.

25. riferimenti normativi

Lo studio di incidenza viene sviluppato congruentemente ai contenuti del quadro dispositivo

e di indirizzi in materia, che, nel dare per integralmente acquisito, si riporta di seguito in

maniera sintetica nei suoi più importanti riferimenti.

25.1. la Direttiva Uccelli

Adottata nel 1979 (e recepita in Italia dalla Legge 157/1992), la Direttiva 79/409/CEE “Uccelli”,

rappresenta uno degli strumenti normativi per la conservazione della biodiversità europea. Il

suo scopo è “la conservazione di tutte le specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selva-

tico nel territorio europeo degli stati membri…”.

Il 30 novembre 2009 viene approvata la nuova versione della Direttiva sulla conservazione

degli uccelli selvatici: Direttiva 2009/147/CE. Nell’allegato VII è fornita una tabella di concor-

danza che elenca i cambiamenti rispetto la precedente Direttiva del 1979 annunciata

nell’articolo 18.

Le Zone di Protezione Speciale (ZPS), previste dall’art. 4 della Direttiva “Uccelli”, sono siti de-

dicati alla conservazione dell’avifauna. Questi siti, che devono essere i più importanti per le

specie ornitiche definite di importanza comunitaria (allegato I) e per le specie migratrici, fin

dalla loro designazione fanno parte della Rete Natura 2000 (come definita dalla successiva

Direttiva 92/43/CEE “Habitat”).

25.2. la Direttiva “Habitat”

Adottata nel 1992 (e recepita in Italia dal DPR 357/1997, modificato dal DPR 120/2003 in

modo significativo), la Direttiva 92/43/EEC “Habitat” sulla conservazione degli habitat natu-

rali, seminaturali e della flora e della fauna selvatiche rappresenta il completamento del si-

stema di tutela normativo della biodiversità dell’Unione Europea.

Lo scopo della Direttiva è “contribuire a salvaguardare la biodiversità mediante la conserva-

zione degli habitat naturali e seminaturali (es. agricoltura tradizionale), nonché della flora e

della fauna selvatiche nel territorio europeo degli stati membri…”.

La Direttiva identifica una serie di habitat (allegato I) e specie (allegato II) definiti di impor-

tanza comunitaria e tra questi identifica quelli “prioritari”. Lo strumento fondamentale identi-

ficato dalla Direttiva è quello della designazione di Zone Speciali di Conservazione (ZSC) in

siti identificati dagli stati membri come Siti di Importanza Comunitaria (SIC). Questi siti, as-

sieme alle ZPS istituite in ottemperanza alla Direttiva “Uccelli” concorrono, come detto, a

formare la “Rete Natura 2000”.

Un aspetto chiave nella conservazione dei siti, previsto dall’art. 6 della Direttiva “Habitat”, è

la procedura di VIC, alla quale deve essere sottoposto ogni piano o progetto che possa ave-

re un’incidenza significativa sul sito o sull’integrità della rete stessa.

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[50]

25.3. la disciplina nazionale e regionale di RN2000 e RER

Le aree protette sono regolamentate in Italia dalla L. n. 394/1991 e sono dotate di un ente

gestore autonomo, di un piano territoriale proprio e hanno un insieme di obiettivi quali la

tutela della natura, del paesaggio, di beni geologici e culturali e la promozione

dell’educazione e della ricerca. La legge quadro elenca alcune attività sempre vietate

all’interno dei parchi.

I siti della RN2000, in considerazione della Deliberazione del Ministero dell’Ambiente del 2

dicembre 1996 nonché sulla scorta della Sentenza di Cassazione n. 30/2000, sono stati equi-

parati a tutti gli effetti ad “area protetta” ai sensi della L. n. 394/1991. Pertanto, le attività vie-

tate nei parchi istituiti ai sensi delle L. n. 394/1991 si devono applicare anche per le altre aree

protette (diverse dai parchi nazionali) poiché il 4° comma dell’art. 6 dispone che

“dall’istituzione della singola area protetta sino all’approvazione del relativo regolamento

operano i divieti e le procedure per eventuali deroghe di cui all’art. 11” della medesima leg-

ge.

Segue l’elenco delle principali disposizioni normative/regolamentative in materia di RN2000

e, di RER per la Lombardia.

↘ DPR 357/1997 “Regolamento recante attuazione della Direttiva 92/43/CEE relativa al-

la conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna

selvatiche”.

↘ DGR VII/19018/2004 “Procedure per l’applicazione della Valutazione di Incidenza alle

Zone di Protezione Speciale (ZPS) ai sensi della Direttiva 79/409/CEE, contestuale pre-

sa d’atto dell’avvenuta classificazione di 14 ZPS ed individuazione dei relativi soggetti

gestori”. Si sono definite le procedure per l’applicazione della Valutazione

d’incidenza nelle Zone di Protezione Speciale ai sensi della Direttiva 79/409/CEE.

↘ DGR VIII/7884/2008 “Misure di conservazione per la tutela delle ZPS lombarde ai sen-

si del DM 17 ottobre 2007, n. 184 – Integrazione alla DGR n. 6648/2008”.

↘ DM 19 giugno 2009 “Elenco delle Zone di Protezione Speciale (ZPS) classificate ai sen-

si della Direttiva 79/409/CEE”.

↘ DGR VIII/10962/2009 “Rete Ecologica Regionale: approvazione degli elaborati finali,

comprensivi dei settori Alpi e Prealpi”.

↘ LR 7/2010 “Interventi normativi per l’attuazione della programmazione regionale e di

modifica ed integrazione di disposizioni legislative – Collegato ordina mentale 2010”.

↘ Comunicato regionale 27 febbraio 2012 - n. 25 “Istruzioni per la pianificazione locale

della RER – febbraio 2012”.

26. impostazione e contenuti dello studio

Lo studio d’incidenza è qui predisposto ai sensi dell’art. 6 della Direttiva “Habitat” 92/43/CEE,

recepita dall’art. 5 del DPR 357/97 come modificato dal DPR 120/2003.

Il percorso logico della Valutazione di incidenza è delineato nella guida metodologica “As-

sessment of plans and projects significantly affecting Natura 2000 sites. Methodological guid-

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[51]

ance on the provisions of Article 6 (3) and (4) of the Habitats Directive 92/43/EEC” redatta

dalla Oxford Brookes University per conto della Commissione Europea, DG Ambiente.

Dai contenuti del predetto documento emerge una procedura di valutazione strutturata per

livelli, secondo un percorso di analisi e valutazione progressiva. In particolare, la “Guida me-

todologica” sopra citata propone i seguenti Livelli:

> Livello I: verifica (screening) - processo che identifica la possibile incidenza significativa su

un sito della rete Natura 2000 di un piano o un progetto, singolarmente o congiunta-

mente ad altri piani o progetti, e che porta all’effettuazione di una valutazione d’incidenza

completa qualora l’incidenza risulti significativa.

> Livello II: valutazione appropriata - analisi dell’incidenza del piano o del progetto

sull’integrità del sito, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, nel rispet-

to della struttura e della funzionalità del sito e dei suoi obiettivi di conservazione, e indivi-

duazione delle misure di mitigazione eventualmente necessarie.

> Livello III: analisi di soluzioni alternative - individuazione e analisi di eventuali soluzioni al-

ternative per raggiungere gli obiettivi del progetto o del piano, evitando incidenze nega-

tive sull’integrità del sito.

> Livello IV: definizione di misure di compensazione - individuazione di azioni, anche pre-

ventive, in grado di bilanciare le incidenze previste, nei casi in cui non esistano soluzioni

alternative o le ipotesi proponibili presentino comunque aspetti con incidenza negativa,

ma per motivi imperativi di rilevante interesse pubblico sia necessario che il progetto o il

piano venga comunque realizzato.

A ciascun livello si valuta la necessità o meno di procedere al livello successivo. Per esempio,

se al termine del Livello I si giunge alla conclusione che non sussistono incidenze significative

sul sito Natura 2000, non è necessario procedere ai livelli successivi della valutazione.

L’Allegato G al DPR 357/1997 prevede quanto segue (declinazione per la voce “piani”).

Caratteristiche dei piani: le caratteristiche dei piani devono essere descritte con riferimento

in particolare alle tipologie delle azioni e/o opere: 1) le dimensioni e/o ambito di riferimento,

2) la complementarietà con altri piani e/o progetti, 3) l’uso delle risorse naturali, 4) la produ-

zione di rifiuti, 5) l’inquinamento e disturbi ambientali e 6) rischio di incidenti per quanto ri-

guarda le sostanze e le tecnologie utilizzate.

Area vasta d’influenza dei piani - interferenze con il sistema ambientale: le interferenze dei

piani devono essere descritte con riferimento al sistema ambientale considerando: A) com-

ponenti abiotiche, B) componenti biotiche, C) connessioni ecologiche. Le interferenze devo-

no tener conto della qualità, della capacità di rigenerazione delle risorse naturali della zona

e della capacità di carico dell’ambiente naturale, con riferimento minimo alla scala della car-

tografia del progetto Corine Land Cover 5.

L’allegato D alla DGR VII/14106/2003 descrive in dettaglio i contenuti dello studio per la valu-

tazione di incidenza; alla sezione “piani” prevede che “lo studio deve fare riferimento ai con-

tenuti dell’allegato G del DPR 357/1997 e possedere gli elementi necessari ad individuare e

valutare i possibili impatti sugli habitat e sulle specie di cui alle Direttive 92/43/CEE e

79/409/CEE e loro successive modifiche, per la cui tutela il sito è stato individuato e tenuto

conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi. Inoltre, deve indicare le misure previste

per la compatibilità delle soluzioni che il piano assume, comprese le mitigazioni e/o com-

pensazioni”.

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[52]

Lo studio di incidenza descriverà pertanto gli elementi necessari per individuare e valutare le

possibili interferenze che il piano potrà avere sulle specie e sugli habitat per cui i siti sono

stati designati, ed eventualmente illustrerà le misure mitigative che dovranno essere attuate,

laddove possibile, per minimizzarle.

27. valutazione della signif icatività dell’incidenza

Per una migliore comprensione dei contenuti dello studio di incidenza, si riportano, di segui-

to, con alcune integrazioni, le definizioni di alcuni termini esplicitati nell’allegato della DGR

VII/14106/2003:

> Incidenza: si intende la presenza di azioni e/o progetti del Piano che hanno ricadute sui

siti o sulle aree limitrofe.

> Incidenza non significativa: si intende la presenza di azioni e/o progetti del Piano che non

hanno ricadute sui siti o sulle aree limitrofe.

> Incidenza significativa: si intende la probabilità che il Piano ha di produrre effetti

sull’integrità dei siti; la determinazione della significatività dipende dalle particolarità e dal-

le condizioni ambientali dei Siti.

> Incidenza negativa: si intende la possibilità del Piano di incidere significativamente sui siti,

arrecando effetti negativi sulla loro integrità, rispetto agli obiettivi della Rete Natura 2000.

> Incidenza positiva: si intende la possibilità del Piano di incidere significativamente sui siti,

non arrecando effetti negativi sulla loro integrità, rispetto agli obiettivi della Rete Natura

2000.

> Misure di conservazione: si intendono, secondo quanto riportato dall’articolo 4 del DPR

357/97 e successive modifiche, le misure che la Regione garantisce per i siti al fine di evi-

tare il degrado degli habitat naturali e degli habitat di specie, nonché la perturbazione

delle specie per cui le zone sono state designate, nella misura in cui tale perturbazione

potrebbe avere conseguenze significative per quanto riguarda gli obiettivi della Direttiva

comunitaria. È, quindi, necessario valutare l’evoluzione della situazione dei siti dalla data

in cui è stato individuato e valutare gli effetti degli interventi.

> Valutazione d’Incidenza positiva: si intende l’esito di una procedura di valutazione di un

piano o di un intervento che abbia accertato l’assenza di effetti negativi sull’integrità dei

siti RN2000 (assenza di incidenza negativa).

> Valutazione d’Incidenza negativa: si intende l’esito di una procedura di valutazione di un

piano o di un intervento che abbia accertato la presenza di effetti negativi sull’integrità

dei siti RN2000.

28. caratteristiche della ZSC IT2060013 Fontanile

Brancaleone

La ZSC IT2060013 Fontanile Brancaleone è situata nella porzione settentrionale del comune

di Caravaggio, ad un’altezza di 119-117 m slm. La superficie del sito è pari a 11,82 ha.

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28.1. caratteristiche ambientali

Il sito sorge a nord del Comune di Caravaggio, appena oltre la ferrovia che collega Milano

con Brescia, tra gli abitati di Pagazzano e Vidalengo. Tutta l’area, il cui perimetro si articola a

partire dalle numerose teste fino a comprendere l’unica asta del fontanile, è attraversata dal-

la Roggia Basso, che riceve le acque dal fontanile stesso e dalla Roggia Sopra e prosegue

poi il suo corso verso Caravaggio.

La Riserva appare, così, suddivisa in tre zone: a nord-est vi è la Fontana Brancaleone pro-

priamente detta, a nord-ovest la Fontana Bassa e, a sud-ovest, la Fontana Nuova. Il sito sor-

ge su terreni fluvioglaciali sabbiosi e ghiaiosi scarsamente cementati. Questo fontanile si ori-

gina dalla seconda falda ed è, quindi, caratterizzato da un apporto di acque abbastanza

profonde e da un regime idrico pressoché costante.

28.2. paesaggio vegetale

Localizzato su un suolo ricco di acqua, nonostante l’attuale assenza di fenomeni di risorgiva

dovuto all’abbassamento della falda superficiale, la vegetazione del sito è formata da specie

igrofile e meso-igrofile. Le specie vegetali presenti hanno una diversa distribuzione

all’interno delle varie zone della risorgiva, soprattutto in funzione della corrente d’acqua:

nella testa del fontanile, dove le acque sono più tranquille, le essenze si diversificano, secon-

do fasce concentriche, a partire dalle polle, mentre, lungo l’asta, dove la turbolenza è mag-

giore, esse si distribuiscono, secondo fasce parallele, a partire dalle rive e procedendo verso

il centro. Tutt’attorno al fontanile, cresce una rigogliosa vegetazione, che assume le caratte-

ristiche delle antiche foreste che popolavano la Pianura Padana prima delle bonifiche.

28.3. habitat di interesse comunitario

Tra gli habitat elencati nell’Allegato I della Direttiva 92/43/CEE sono stati segnalati nel sito:

91E0*– Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion inca-

nae, Salicion albae): questo habitat è caratterizzato da uno strato arboreo composto princi-

palmente da pioppi canadesi d’impianto (Populus canadensis L.), pioppi neri (Populus nigra

L.), salici bianchi (Salix alba L.) e ontano nero (Alnus glutinosa (L.) Gaertner), cui si associano

platani (Platanus hybrida Brot.), olmi (Ulmus minor Miller), aceri campestri (Acer campestre

L.) e farnie (Quercus robur L.).

Nello strato arbustivo spicca la presenza di nocciolo (Corylus avellana L.), sanguinello (Cor-

nus sanguinea L.), biancospino (Crataegus monogyna Jacq.), cappel di prete (Euonymus eu-

ropaeus L.), sambuco (Sambucus nigra L.), salice ripaiolo (Salix eleagnos Scop.), oltre a diver-

si rovi (Rubus caesius L. e Rubus ulmifolius Schott).

Formano lo strato erbaceo colonie vistose di aglio orsino (Allium ursinum L.) accompagnate

da vetriola comune (Parietaria officinalis L.), ellera terrestre (Glechoma hederacea L.), pervin-

ca minore (Vinca minor L.), felce aquilina (Pteridium aquilinum (L.) Kuhn).

Nonostante la scomparsa del fenomeno delle risorgive, nelle zone di bassura e in qualche

capofonte permangono stagionalmente pozze d’acqua nelle quali permangono relitti di ve-

getazione igrofila a cariceto e fragmiteto. Piuttosto elevata è, invece, la presenza di specie

esotiche infestanti, come la robinia (Robinia pseudacacia L.), l’ailanto (Ailanthus altissima

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(Miller) Swingle), l’acero americano (Acer negundo L.), e specie esotiche inselvatichite come

la vite vergine (Parthenocissus quinquefolia (L.) Planchon) e la vite comune (Vitis vinifera L.).

La tutela e la conservazione di questo habitat, sia per la componente vegetazionale che lo

caratterizza sia per quella faunistica a esso associato, si configura come una delle azioni

prioritarie (*) secondo quanto riportato nel documento “Interpretation Manual of European

Union Habitats (EUR 25)”.

Distribuzione degli habitat presenti nella ZSC Fontanile Brancaleone

Nonostante gli habitat precedentemente individuati nella ZSC (Cod.3160 - 3260) non siano

più presenti a causa della scomparsa del fenomeno di risorgiva, è comunque di notevole

importanza biologica la presenza di una formazione boscosa riconducibile alla foresta allu-

vionale di Alnus glutinosa ed altre specie igrofile e mesoigrofile in un contesto agricolo lar-

gamente impoverito sotto il profilo della naturalità.

28.4. specie presenti

Le specie presenti elencate nell’Allegato I della Direttiva Uccelli e nell’Allegato II della Diretti-

va Habitat sono Alcedo atthis, Rana latastei, Cottus gobio, Rutilus rubilio, Padogobius paniz-

zai e Lucanus cervus. Altre specie ornitiche non elencate nell’Allegato I della Direttiva Uccelli

ma citate nel formulario di Natura 2000 sono Ardea cinerea e Buteo buteo. Altre specie im-

portanti di flora e fauna sono infine Apium nudiflorum (L.), Nasturtium officinale, Podarcis

muralis, Hyla intermedia (arborea) e Tyto alba.

La biocenosi del fontanile, oltre alla tipica fauna delle acque, presenta anche una fauna detta

freatica, che popola le falde d'acqua sotterranea. Sono due le specie animali nuove indivi-

duate, il Niphargus microcerberus e il Nipbargus duplus, piccoli crostacei anfipodi simili a dei

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gamberi d'acqua dolce ma a differenza di questi, privi del possente carapace che ricopre

tutto il torace. Fra i molluschi gli elementi più rappresentativi sono i gasteropodi polmonati

mentre tra gli anellidi è presente la sanguisuga cavallina e il Tubiflex tubiflex. Numerosissimi

sono gli insetti che popolano le acque del Fontanile, innanzitutto gli Efemerotteri.

Sulle acque calme del Fontanile sono presenti numerosi esemplari di gerride (ragno

d’acqua). Altri insetti che sfruttano l’energia generata dalla tensione superficiale dell’acqua a

proprio vantaggio sono i Girinidi. Un vorace insetto, appartenente agli Eterotteri, che vive

invece sotto il pelo delle acque del Fontanile è la notonetta, ma non manca lo Scorpione

d’acqua e la ranatra, curioso insetto a forma di stecco mimetica.

Una delle componenti faunistiche più significative è costituita dai Tricotteri, insetti dalle larve

acquaiole che si costruiscono un fodero con granellini di sabbia, frammenti di vegetali, pic-

cole conchiglie, portandosi sempre appresso questa sorta di casa come protezione. Alcune

larve costruiscono una ragnatela subacquea, come una “rete da pesca” che serve per cattu-

rare le piccole prede animali.

Tra i Ditteri la maggioranza spetta alla comunissima zanzara con le sue 3-4 riproduzioni an-

nue riesce a dominare incontrastata dalla primavera ad autunno inoltrato i boschi del fonta-

nile. Altro Dittero presente nel fontanile, ormai rarissimo a causa della sua grande sensibilità

agli inquinamenti, è lo zanzarone degli orti.

Tra i Coleotteri acquaioli il più significativo è il voracissimo ditisco, le cui prede possono es-

sere anche pesci o altri animali catturati mediante iniezione di un liquido paralizzante. Dove

il terreno è più secco e sabbioso è facile incontrare le trappole scavate dalle larve del formi-

caleone, pronte a ghermire le formiche che osino avventurarvisi.

L’ambiente umido, ricco di erbe e boschi, favorisce il riprodursi della lucciola le cui femmine

non volano e lanciano i loro messaggi luminosi arrampicate su steli d’erba o su fiori mentre i

maschi, molto più piccoli, intessono balletti di luce nell’aria.

I pesci presenti sono il luccio, la tinca, i più rari ghiozzo e scazzone, triotto e la scardola. Tra

gli anfibi si segnala il Bufo bufo e la Rana esculenta, cacciata in passato a causa delle sue

prelibate carni, oggi quasi completamente scomparsa a seguito del continuo inquinamento

delle acque. Presente sui vecchi alberi o presso i cespugli, è il ramarro; ma non mancano

rettili quali la lucertola dei muri e l’orbettino.

Un elemento che colpisce il visitatore è il canto melodioso degli usignoli; altri passeriformi

nidificanti sono l’usignolo di fiume e il codirosso. Anche il Merlo nidifica tra gli alberi del fon-

tanile, come il fringuello, l’averla piccola e la tortora. È possibile osservare il nido della galli-

nella d’acqua o udire il richiamo del fagiano, o il fastidioso gracchiare delle cornacchie, ma

inconfondibile su tutti risuona il canto del cuculo che da maggio a luglio si aggira alla ricerca

di un nido in prestito. Specie nidificante è l’anatra selvatica anche se con poche coppie,

mentre sporadicamente nidificano alcune coppie di nitticora e di garzetta, dando origine a

una piccola garzaia.

Da ultimo, informazioni abbastanza dettagliate e recenti sullo stato della fauna derivano dai

dati del monitoraggio ambientale realizzato in occasione dei lavori per la Bre.Be.Mi. e risa-

lente al 2009.

In estrema sintesi il popolamento ornitico dell’area è dominato da specie antropofile o co-

munque molto adattabili all’antropizzazione del territorio. Tra gli svernanti è importante

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l’utilizzo dell’area da parte di Anatidi. Di interesse, inoltre, la presenza di potenziale nidifica-

zione nella zona per migratori da parte della tortora selvatica. Tra le specie maggiormente

legate all’ambiente acquatico risultano presenti la gallinella d’acqua, il germano reale,

l’alzavola e l’airone cenerino.

Per quanto riguarda gli anfibi, non è stata evidenziata la riproduzione di alcuna specie

nell’area esaminata. Sebbene il sito sia menzionato come area di presenza e riproduzione

della rana di Lataste, l’unica specie individuata è stata la rana verde con un esiguo numero

di individui, presenti unicamente nella porzione centrale del transetto. Si segnala tuttavia

una massiccia presenza di Procambarus clarkii che è sicuramente un potenziale predatore di

larve e uova di anfibio.

Durante l’indagine di campo è stata individuata la lucertola muraiola (Podarcis muralis) e la

natrice dal collare (Natrix natrix). Si è riscontrata una buona presenza di lucertola muraiola

individuata principalmente lungo i bordi dei campi in aree soleggiate. La seconda specie in-

dividuata, la natrice dal collare, è una specie legata agli ambienti umidi in relazione alla sua

dieta che prevede principalmente rane, tritoni e piccoli pesci. Non disdegna comunque pic-

coli rettili e o piccoli mammiferi. I due soggetti individuati sono stati visti nei pressi delle

sponde del fontanile.

Per quanto riguarda i mammiferi, nel campionamento dei chirotteri, tra le tre specie contat-

tate si è trovato il pipistrello albolimbato (Pipistrellus kuhli) e il pipistrello di Savi (Hypsugo sa-

vii); queste sono specie tipiche di ambienti ecotonali e con tendenze antropofile, specie il

pipistrello albolimbato, che è tra le specie più adattabili alla modificazione dell’habitat. In

particolare, il pipistrello albolimbato è molto comune ovunque in Italia, tanto da poter esse-

re considerata la specie di gran lunga più abbondante. Caccia di preferenza Lepidotteri, Dit-

teri e Coleotteri ad altezze medio basse in ambienti di confine tra bosco ed aree aperte. Il

pipistrello di Savi è più sensibile alle modificazioni del territorio pur essendo una specie mol-

to adattabile.

È stato catturato un individuo di topo selvatico (Apodemus sylvaticus). Questa specie è pre-

sente all’interno di un’ampia varietà di habitat come boschi, prati, coltivi o gli ambienti an-

tropizzati (Vigorita V. e L. Cucè. (eds) 2008. La fauna selvatica in Lombardia. Rapporto 2008

su distribuzione, abbondanza e stato di conservazione di Uccelli e Mammiferi. Regione

Lombardia, Università degli Studi Bergamo Bicocca, Università degli Studi dell’Insubria e Uni-

versità degli Studi di Pavia). In Lombardia è uno dei Mammiferi più abbondanti e diffusi, so-

prattutto nella fascia di pianura, grazie al fatto che può riprodursi fino a sette volte in un an-

no e che non ha grosse esigenze nella scelta dell’habitat. È stato inoltre possibile individuare

una tana di tasso localizzata nei confini settentrionali della ZSC Fontanile Brancaleone,

all’interno di una superficie monitorata di circa 8 ha.

Infine, il popolamento ittico, in considerazione delle piccole dimensioni del corso d’acqua e

della scarsa variabilità di microhabitat presenti si presenta piuttosto abbondante, ben strut-

turato e principalmente composto da specie di piccola taglia.

Tra le specie più abbondanti predominano le popolazioni di alborella (Alburnus alburnus) ed

il gobione (Gobio gobio). Entrambe le specie hanno una densità superiore a 20 indivi-

dui/50m. La popolazione di alborella in particolare è particolarmente interessante in quanto

la specie risulta in diminuzione in gran parte del suo areale. Gli individui catturati sono inol-

tre stati rinvenuti in piena attività riproduttiva, individuabile principalmente dalla presenza di

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femmine gonfie di uova. Si è riscontrata la presenza anche di una popolazione di Triotto

(Rutilus erythrophthalmus), specie tipica di ambienti lentici o a debole corrente, con presen-

za di vegetazione acquatica.

28.5. stato di protezione del sito

La vegetazione si è instaurata su un terreno ricco di acqua e quindi, nonostante l’attuale as-

senza di fenomeni di risorgiva, è costituita da un contingente di specie igrofile e mesoigrofi-

le. Dal punto di vista della vulnerabilità si possono sinteticamente elencare elementi di im-

patto negativo comuni in proporzioni diverse:

• agricoltura intensiva ed insediamenti limitrofi

• interventi di taglio non razionali ed eliminazione degli alberi secchi e morti in piedi

• caccia in aree confinanti e attraversamenti nel sito

• inquinamento delle acque dovuto per lo più a scarichi fognari e zootecnici

• presenza di rifiuti e ramaglie secche nei canali e nel bosco, dovuti al ritiro delle ac-

que dopo le piene

• diffusione di specie arboree od arbustive esotiche avventizie infestanti quali Robinia

pseudoacacia, Acer negundo, Sicyos angulata, Amorpha fruticosa, Phytolacca ameri-

cana, ecc);

• taglio e danneggiamento mediante fresatura della vegetazione naturale marginale

del sito (lato nord-ovest).

L’abbassamento della falda superficiale ha provocato la scomparsa del fenomeno di risor-

genza delle acque e, nel contempo, il disseccamento, la sofferenza ed il mancato rinnovo

delle specie arboree e arbustive più esigenti in fatto di acqua, che costituiscono la vegeta-

zione naturale dominante lungo i corpi d'acqua.

Il progressivo inaridimento del suolo ha favorito l’insediamento e la proliferazione di specie

infestanti esotiche quali la robinia, l’acero negundo, l’amorfa, la zucchetta selvatica, ecc., ol-

tre ad un abnorme sviluppo di specie lianose che “soffocano” il bosco come la vitalba e

l’edera.

28.6. ambiente umano

La Riserva è inserita in un contesto ambientale prevalentemente agricolo, dominato da este-

se monocolture cerealicole e foraggere. Storicamente sembra che questa roggia sia stata

scavata tra la prima e la seconda metà del ‘300, al fine di alimentare una fitta rete di canali

che venne poi potenziata nei cinquanta anni successivi, concludendosi con la bonifica delle

“Mose Vescapine”, poste tra Mariano e Masano, avvenuta nel 1375. In passato le acque del

fontanile venivano soprattutto utilizzate per mantenere i prati a “marcita”, tecnica colturale

che consentiva di ottenere fino a nove sfalci annui.

29. livello I: verif ica (screening)

Il livello I di verifica (o screening) rappresenta il processo che identifica la possibile in-

cidenza significativa su un sito della rete Natura 2000 di un piano o un progetto,

singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, e che porta

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all’effettuazione di una valutazione d’incidenza completa qualora l’incidenza risulti

significativa.

La valutazione di screening, di seguito sviluppata, consta di quattro passaggi:

1. determinare se la proposta di piano attuativo è direttamente connessa o necessaria

alla gestione del sito

2. descrivere la proposta di piano attuativo unitamente alla descrizione e alla caratteriz-

zazione di altri progetti o piani che insieme possono incidere in maniera significativa

sugli ambiti RN2000/RER

3. identificare la potenziale incidenza sugli ambiti RN2000/RER

4. valutare la significatività di eventuali effetti sugli ambiti RN2000/RER

In merito al p.to 1 il piano in oggetto non è direttamente connesso o necessario alla gestio-

ne di ambiti relativi a RN2000 e RER.

In merito al p.to 2, il piano in oggetto ha come obiettivo la realizzazione dei seguenti inter-

venti:

➢ Edificio 1: 9.720 m² a destinazione polifunzionale (ricettivo per 4.680 m² e direzionale

per 5.040 m²)

➢ Edificio 2a: 1.750 m² a destinazione produttiva (superficie coperta 1.500 m²; uffici in-

feriore al 20%, pari a 250 m²)

➢ Edificio 2b: 2.650 m² a destinazione produttiva (superficie coperta 2.250 m²; uffici in-

feriore al 20%, pari a 400 m²)

➢ Edificio 2c: 2.345 m² a destinazione produttiva (superficie coperta 1.995 m²; uffici in-

feriore al 20%, pari a 350 m²)

➢ Edificio 3: 2.600 m² a destinazione commerciale (superficie di vendita 2.000 m²; uffici

200 m²; deposito 400 m²)

➢ Edificio 4: 3.080 m² a destinazione produttiva (superficie coperta 2.580 m²; uffici in-

feriore al 20%, pari a 500 m²)

➢ Edificio 4: 3.080 m² a destinazione produttiva (superficie coperta 2.580 m²; uffici in-

feriore al 20%, pari a 500 m²)

➢ Edificio 6: 3.080 m² a destinazione produttiva (superficie coperta 2.580 m²; uffici infe-

riore al 20%, pari a 500 m²)

➢ Edificio 7: 2.650 m² a destinazione produttiva (superficie coperta 2.250 m²; uffici infe-

riore al 20%, pari a 400 m²)

oltre alle opere di urbanizzazione.

Ulteriori specificazioni progettuali sono contenute nella sezione b del presente documento e

negli elaborati progettuali del piano attuativo, ai quali si rimanda per gli eventuali approfon-

dimenti.

La ZSC “Fontanile Brancaleone” (IT2060013), unico sito RN2000 ricadente nelle ‘vicinanze’

dell’area oggetto di pianificazione, è posto a poco più di 8 km in linea d’aria dal confine

orientale dell’area di piano in parola.

Tra il sito RN2000 citato e ambito di piano sono presenti l’abitato di Treviglio, il nucleo di Vi-

dalengo e una serie di assi viari particolarmente trafficati, tra cui la S.S. 11 che da Treviglio

conduce a Caravaggio, la S.P. 132 che da Brignano Gera d’Adda conduce a Vidalengo e Ca-

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ravaggio, la linea ferroviaria storica Milano-Venezia e, naturalmente, poco a sud del sito, il

corridoio infrastrutturale Bre.Be.Mi. – Alta Velocità ferroviaria.

Ubicazione del piano attuativo rispetto alla ZSC Fontanile Brancaleone

Pertanto, dalla disamina del piano di gestione del Sito RN2000, considerata la distanza inter-

corrente tra l’ambito oggetto di pianificazione attuatuva e il sito stesso, unitamente al fatto

che tra detto sito e l’area oggetto di pianificazione attuativa sono presenti contesti a elevata

pressione insediativa e infrastrutturale, si ritiene che le azioni poste in essere da detta pianifi-

cazione attuativa non possano indurre effetti significativi sulla conservazione di habitat e

specie per le quali la ZSC è stata istituita.

La proposta di piano attuativo in Treviglio, rispetto al sito Fontanile Brancaleone (ubicato a

Caravaggio) può verosimilmente agire come di seguito:

• contributo alla perdita di habitat: nullo. La proposta di piano non determinerà la

perdita di Habitat dal momento che agisce su un territorio diverso e distante e non

prevede interventi alteranti

• contributo alla frammentazione di habitat: nullo. La proposta di piano non determi-

nerà la frammentazione di Habitat dal momento che agisce su un territorio diverso e

distante e non prevede interventi alteranti

• disturbo diretto a habitat e specie: nullo. Non vi sono fonti dirette di disturbo

• disturbo indiretto a habitat e specie: irrilevante. Alcune forme di inquinamento po-

trebbero interessare indirettamente anche la ZSC. In particolare, questo riguarda

l’inquinamento atmosferico dovuto alle attività produttive

• contributo al manifestarsi di cambiamenti permanenti macroscopici: nullo. Non si

determina alcun cambiamento macroscopico in quanto la proposta di piano che

agisce su un territorio diverso e distante e non prevede interventi alteranti

• contributo all’alterazione della fauna: nullo. La proposta di piano non agisce diretta-

mente sul sito e quindi non si prevedono forme di alterazione della fauna presente

• contributo all’alterazione della flora: nullo. La proposta di piano non agisce diretta-

mente sul sito e quindi non si prevedono forme di alterazione della flora presente

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Rispetto al p.to 3, per quanto in precedenza espresso, si ravvisa che le azioni previste dalla

proposta di piano attuativo possiedano incidenza non significativa sul sito RN2000 “Fontani-

le Brancaleone” (IT2060013).

In riferimento al p.to 4, infine, non si ravvisano effetti possibili significativi sugli ambiti

RN2000. Rispetto alla possibile perdita di aree (habitat e specie), non è nello spazio di azio-

ne della proposta di piano attuativo la possibilità di individuare interventi insediativi e/o in-

frastrutturali direttamente connessi al Sito, per cui il problema non si pone. Rispetto a possi-

bili impatti sulla consistenza delle specie tutelate così come sulla qualità ecosistemica con-

nessa alla ZSC in argomento valgono le medesime considerazioni.

Come si evince da questa valutazione di screening, non si registrano potenziali incidenze

negative di significatività apprezzabile sul sito RN2000 di cui trattasi. Questo in virtù della

non interferenza diretta della proposta di piano con il sito RN2000 a causa della distanza tra

l’area della ZSC e il territorio oggetto di piano attuativo nonché per l’assenza di azioni effet-

tivamente impattanti.

Dalla fase 1 di verifica (screening) non è quindi necessario passare alla fase successiva della

valutazione.

30. la RER

30.1. premessa

La Rete Ecologica Regionale (RER) istituita da Regione Lombardia rappresenta

un’infrastruttura prioritaria del Piano Territoriale Regionale e costituisce uno strumento

orientativo per la pianificazione regionale e locale.

Il disegno definitivo di Rete Ecologica Regionale, comprensiva dell’area alpina e prealpina, è

stato approvato con deliberazione di Giunta Regionale n. 8/10962 del 30 dicembre 2009.

La Rete Ecologica Regionale lombarda si basa sul concetto di polifunzionalità, rappresen-

tando il prioritario strumento regionale sia per la difesa della biodiversità che per la fornitura

di servizi ecosistemici in coerenza con gli obiettivi espressi dalla Strategia europea per la

biodiversità. La RER e i criteri per la sua implementazione forniscono al Piano Territoriale

Regionale:

↘ il quadro delle sensibilità prioritarie naturalistiche esistenti nella Regione

↘ il quadro degli elementi portanti dell’ecosistema di riferimento per la valutazione di

punti di forza e debolezza, di opportunità e minacce presenti sul territorio regionale

Inoltre, la RER supporta il PTR:

↘ a svolgere una funzione di indirizzo per i PTCP provinciali e i PGT comunali

↘ a svolgere una funzione di coordinamento rispetto a piani e programmi regionali di

settore

↘ a individuare le sensibilità prioritarie e a definire i target specifici in modo che possa-

no tener conto delle esigenze di riequilibrio ecologico

Infine, per quanto riguarda le pianificazioni regionali di settore, la RER può fornire:

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↘ un quadro orientativo di tipo naturalistico ed ecosistemico e le opportunità per indi-

viduare azioni di piano compatibili

↘ agli uffici deputati all’assegnazione di contributi per misure di tipo agro ambientale,

indicazioni di priorità spaziali per un miglioramento complessivo del sistema

Il disegno di RER ha previsto la suddivisione del territorio regionale in maglie rettangolari di

20 x 12 km definite Settori, per ognuno dei quali sono state realizzate schede descrittive e

orientative illustrate nel documento “Rete Ecologica Regionale” redatto da Fondazione

Lombardia per l’Ambiente e Regione Lombardia (Bogliani et al., 2009).

30.2. la RER a Treviglio

La RER e le reti ecologiche in genere rappresentano un quadro di riferimento strutturale e

funzionale per le istituzioni e gli elementi del territorio individuati con la finalità di garantire

la conservazione della natura, ossia le aree protette e le aree appartenenti alla Rete Natura

2000.

Lo Schema Direttore della RER, avente quale obiettivo specifico quello di individuare gli

elementi portanti della rete regionale, comprende e mette in relazione le seguenti categorie

di elementi:

• Siti di Importanza Comunitaria e Zone di Protezione Speciale parte della Rete Natura

2000

• Aree protette (Parchi nazionali, Riserve naturali integrali o orientate, Parchi regionali,

Parchi locali di interesse sovracomunale PLIS, Monumenti naturali)

• Elementi specifici della RER:

↘ elementi di primo e secondo livello;

↘ corridoi ecologici primari;

↘ varchi;

↘ gangli;

↘ aree di interesse prioritario per la biodiversità (DGR 30 dicembre 2009 n.

8/10962).

Il territorio di Treviglio è quasi completamente inserito all’interno degli elementi di secondo

livello della RER. Anche l’ambito oggetto di pianificazione attuativa vi appartiene per oltre la

metà della superficie.

La disamina della RER è stata effettuata all’interno dell’Allegato Analisi di Contesto, al quale

si rimanda per gli eventuali approfondimenti.

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comune di treviglio _ ambito di progettazione unitaria n. 8 ‘viale aldo moro’ VAS _ rapporto preliminare + VIC_studio di incidenza

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Elementi della RER (fonte: VAS del PGT di Treviglio)

30.3. area prioritaria per la biodiversità fascia centrale dei fontanili

È un ambito nel quale si ha la maggiore presenza di fontanili o di risorgive nell’ecoregione.

Comprende numerosi siti Natura 2000, Riserve Naturali, Parchi Locali d’Interesse Sovraco-

munale.

Gli ambienti sono rappresentati da un mosaico di aree boschive relitte, fontanili, canali di ir-

rigazione, vegetazione acquatica e ripariale, zone umide, piccoli canneti, ambienti agricoli,

prati stabili, incolti, siepi e filari. L’habitat più rappresentativo è costituito senza dubbio dal

“fontanile”, ambiente costitutito da una “testa”, rappresentata da una escavazione artificiale

profonda pochi metri fino a raggiungere la falda, e da un’“asta” che convoglia l’acqua nel

“canale”, la cui acqua viene utilizzata per scopi irrigui.

Più aste possono confluire in un unico canale, così da formare un corso d’acqua anche di

non piccole dimensioni. Il fontanile ed il canale sono caratterizzati da una ricca vegetazione

acquatica e ripariale, oltreché da una fauna assolutamente peculiare che comprende il

Gambero di fiume (Austropotamobius pallipes) e numerosi endemismi anche tra le specie

ittiche [Panzarolo (Knipowitschia punctatissima), Lampreda padana (Lethenteron zanandreai),

Ghiozzo padano (Padogobius martensi), Cobite mascherato (Sabanajewia larvata)].

L’area è inoltre importante, dal punto di vista faunistico, per la connessione con i corsi prin-

cipali dei fiumi che favorisce la migrazione estiva di Salmo (trutta) marmoratus, per Mollu-

schi idrobidi, Coleotteri acquatici (in particolare Idrobidi e Ditiscidi), Odonati (Calopteryx vir-

go, C. splendens, Cordulegaster boltonii, Ophiogomphus cecilia) e per l’avifauna nidificante

[Airone rosso (Ardea purpurea), Succiacapre (Caprimulgus europaeus), Ortolano (Emberiza

hortulana)], migratoria [Albanella minore (Circus pygargus), Falco cuculo (Falco vespertinus)]

e svernante [Tarabuso (Botaurus stellaris)].

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Vi si riscontrano infine numerose specie di miceti rare nella Pianura Padana lombarda quali

Amanita vittadini (specie legata ai prati stabili), Geastrum schmidelii, G. striatum, Gyrodon

lividum, Limacela glioderma, Stropharia aurantiaca, Xerocomus ripariellus.

30.4. verifica dei possibili impatti sulla RER e gli interventi di mitigazio-

ne proposti

Occorre evidenziare che, rispetto alle indicazioni contenute nel progetto di RER della Lom-

bardia, la realtà territoriale di Treviglio manifesta delle diversità dovute essenzialmente alla

realizzazione del corridoio infrastrutturale Bre.Be.Mi. – Alta Velocità ferroviaria con le relative

bretelle viarie di connessione.

Queste grandi opere, di recente realizzazione, hanno profondamente frammentato il conte-

sto territoriale a sud della città di Treviglio.

Gli impatti sulla RER derivanti dalla realizzazione di quanto previsto a livello di pianificazione

attuativa risultano assai meno critici proprio in ragione di quanto affermato in precedenza,

rimanendo come criticità comunque quella della sottrazione di territorio attualmente libero

(seppure frammentato).

Le opere a verde previste, significative in termini quali-quantitativi determineranno tuttavia

un beneficio a livello locale pur non potendo superare i limiti imposti dalla frammentazione

di cui si è riferito in precedenza. Parte dell’ambito, infine, continuerà a mantenere la sua fun-

zione agricola.

Nel complesso, pertanto, stanti le considerazioni precedenti e le mitigazioni proposte,

l’impatto sulla coerenza complessiva del progetto di Rete Ecologica Regionale può conside-

rarsi lieve e/o trascurabile.

Per un maggiore dettaglio delle scelte progettuali di mitigazione si faccia riferimento agli

specifici elaborati progettuali della proposta di piano attuativo.

31. conclusioni

Alla luce del fatto che:

↘ l’unico sito RN2000 si trova a oltre 8 km di distanza (nord-ovest) rispetto all’area og-

getto di intervento progettuale

↘ il contesto tra il sito RN2000 e l’area oggetto di intervento progettuale è fortemente

urbanizzato e infrastrutturato come riportato al cap. 28

↘ le pressioni rispetto alla conservazione di habitat e specie nel sito RN2000 sono qua-

si esclusivamente locali

↘ rispetto alla RER le aree interessate dalle azioni progettuali appartengono solo agli

elementi di secondo livello della RER, stante peraltro la condizione di elevata fram-

mentazione del comparto territoriale di Treviglio compreso tra la linea ferroviaria

storica e il più recente corridoio infrastrutturale posto a sud

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↘ il progetto di mitigazione ambientale, costitutivo della proposta di piano attuativo

introduce elementi di valore sia in termini quantitativi che qualitativi per le zone a

verde di nuova previsione

si propone

_di considerare non significativa l’incidenza delle azioni progettuali derivanti dall’attuazione

della proposta di piano attuativo in argomento rispetto al sito RN2000 “Fontanile Brancaleo-

ne” (IT2060013)

_di considerare poco significativa l’incidenza delle azioni progettuali derivanti dall’attuazione

della proposta di piano attuativo in argomento rispetto alla RER, elementi di secondo livello,

per quanto concerne l’occupazione/parziale impermeabilizzazione di suolo attualmente

agricolo

Per quanto sopra, fermi gli elementi di possibile prescrizione sopra espressi, e anche in rife-

rimento ai principi di razionalizzazione ed economicità dei procedimenti amministrativi, si

ritiene di potere escludere la necessità di ulteriori passaggi di valutazione di incidenza.