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Triathlon Magazine

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Triathlon Magazine n°16

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trilifekai walter: perchè ironman ha scelto l’italia

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wcs: Gomez e moffat campioni

italia: asseGnati Gli ultimi titoli

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specialile fiere italiane di settembre: il successo di padova

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Page 3: Triathlon Magazine

FINALMENTE UN IRONMAN IN ITALIA

Dopo una lunga serie di tentativi, Ironman approda nel nostro Paese. Penso che la stra grande maggioranza del mondo del triathlon nostrano abbia accolto in maniera piuttosto positiva questa notizia e suppongo che in questa ampia fetta ci sia dentro anche la nostra Federazione.Pur seguendo con attenzione e costanza le gare e gli avvenimenti relativi all’Ironman col bollino, ammetto di non essere un fan sfegatato di questa specialità, ma sono davvero entusiasta che finalmente in Italia si possa assistere ad un evento del genere.La mia felicità è relativa alla scossa che la gara in programma per il 12 giugno prossimo a Pescara può dare all’intero movimento. Con l’approdo di questi standard, molti organizzatori si dovranno adeguare, le gare nostrane verranno preparate con intenti diversi, quello che sembrava perfetto potrà essere rimesso in discussione. Leggiamola come una sorta di competizione, ovviamente interpretata in maniera positiva, proprio come un confronto senza esclusione di colpi, a patto che sia leale e costruttivo.È per questo che la Fitri deve tutelarsi e difendere i propri interessi, ma può vedere di buon occhio la M col pallino (mi pare che almeno il presidente Bertrandi segua questa ottica), è per questo che gli organizzatori di gare o circuiti di livello (italiano) medio-alto devono accettare la sfida ed imparare anche a copiare dai più bravi, è per questo che gli atleti devono cominciare a rispettare il lavoro degli organizzatori evitando di intasare le segreterie delle gare poche ore prima del via con richieste di partecipazione fuori tempo massimo, ma programmando inviando l’iscrizione entro scadenze previste.Forse a qualcuno sarà parso arrogante e spocchioso il modo di porsi di chi rappresenta Ironman: sarà vero, ma fa parte del gioco. Loro vendono emozioni, amplificano una passione, ci offrono l’opportunità di essere degli eroi: sarebbe preoccupante se si presentassero con la coda tra le gambe a vendere la cosa più bella del mondo.Infine vorrei invitarvi tutti all’Ironman 70.3 Italy, almeno per assistere allo spettacolo. È davvero importante per imparare cosa fare e cosa non fare, per allargare i propri orizzonti, per capire che cos’è il triathlon e per convincersi che quello non è l’unico modo di farlo. È preziosa la presenza di tutti: il giorno dopo avremo sicuramente imparato qualcosa.

Alberto FumiDirettore [email protected]

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editoriale del direttoreredazione

Page 4: Triathlon Magazine

via Caramagna, 16

10127 TORINO

Tel. e fax: +39 011 5537427

www.webtriathlon.com

DIRETTORE RESPONSABILE

Alberto Fumi

[email protected]

REDAZIONE

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Andrea Capello [email protected]

Guido Esposito [email protected]

SEGRETARIA DI REDAZIONE

Marylene Anselmo

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UFFICIO ABBONAMENTI

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REDAZIONE GRAFICA

Andrea Weindelmayer - Graficasport

Valentina Savone

Diogo Ferreira

HANNO COLLABORATO

Emiliano Agnello, Marco Alessandria, Ignazio Antonacci, Dino Beret-

ta, Chiara Bottura, Alice Cabianca, Francesco Cauz, Jose Diaz, Nadia

Cortassa, Federica Friz, Andrea Gabba, Stefano Leone, Sergio Miglio-

rini, Igor Nastic, Lorenzo Paparo, Stefano Rossi, Luca Sacchi, Mas-

simo Sprovera, Giulia Wagner, Nick Warren, Jacqueline White.

FOTOGRAFIE

Actionpixel, Atletas.info, Diego Caruso, Delly Carr, Fitri.it, Focalive, Mike

Holmes, Ironman.com, Gianfy Marty, ITU Media, Jozef Jurasek, Nital, Rober-

to Tamburri, Starproduction, Bakke Svensson, Triangle Events, Frank Wechsel

TECNOLOGIE WEB

Ubaldo Ponzio – ubyweb.com

DIRETTORE EDITORIALE

Alessandro Bertino

[email protected]

DISTRIBUZIONE PER L’ITALIA

A&G Marco

Via A. da Giussano, 18/20 – 20011 Corbetta (MI)

C.so Vittorio Emanuele II 111, 10128 Torino

Tel 02 972121 Fax 02 97212283

Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Torino, n°12 del 16/03/2009

In copertina: Mirinda Carfae

redazioneEditoriale del direttore 6

the shotWorld Championship Series 8Mondiali XTERRA 10

briefinGAlessandro 13Nadia 15

trilifeEneko Llanos 16Alessia Orla 19Kai Walter 20Adventure Race 23

race & reportIronman World Championship 24 Ironman 70.3 World Championship 26Pianeta Ironman 29Edimburgo 2010 35Irontour 36Campionati Italiani Olimpico 39Tricolore Ironman 42Lido delle Nazioni 44Tutto Gare 46Lido delle Nazioni 44

specialeTristar e MCT 56

aforismaGino Bartali 59 traininGInverno a nuoto del triatleta 61Winter Triathlon 65Allenarsi con il cardio 70La tecnica di corsa 74Medicina EAC 76La salute orale 78Recuperare con l’ipnosi 80

transition areaExpobici 2010 84La chiave dinamometrica 84Eicma Milano 86Showroom 89

colorsTripictures 90

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sommario

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Page 5: Triathlon Magazine

Nel “gran finale” della World Championship series di Budapest, alistair Brownlee e emma snowsill, ma i sorrisi più radiosi sono quelli di Javier Gomez e emma Moffatt, vincitori del circuito e dunque campioni del mondo.

Uomini1. Alistair Brownlee GBR 1:42:262. Javier Gomez ESP 1:42:303. Steffen Justus GER 1:43:044. Joao Silva POR 1:43:055. Brad Kahlefeldt AUS 1:43:09

Donne1. Emma Snowsill AUS 1:49:432. Emma Moffatt AUS 1:51:253. Nicola Spirig SUI 1:51:284. Lisa Norden SWE 1:51:285. Paula Findlay CAN 1:51:30

CLASSIFICA FINALE WCS

Uomini1. Javier Gomez ESP 37892. Steffen Justus GER 31393. Brad Kahlefeldt AUS 3112

Donne1. Emma Moffatt AUS 38062. Nicola Spirig SUI 34133. Lisa Norden SWE 3390

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World Championship SeriesWorld Championship Series

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mondiali Xterra due trionfi azzurridavide Ballabio e Valerio Curridori

hanno conquistato il titolo mondiale Xterraa di categoria alla finale di Maui.

i titoli assoluti sono andati a Conrad stoltz e shonny Vanlandingham.

Uomini1. Conrad Stoltz (RSA) 2:31:072. Franky Batelier (FRA) 2:36:143. Michael Weiss (AUT) 2:36:45Donne1. Shonny Vanlandingham (USA) 2:58:202. Julie Dibens (GBR) 2:59:333. Marion Lorblanchet (FRA) 3:06:11

Gli azzurri27. Davide Ballabio 2:53:35 (campione del mondo 35-39) 32. Marco De Marco 2:56:49 (bronzo 35-39) 45. Simone Calamai 3:00:33 (bronzo 40-44) 48. Luca Molteni 3:01:5052. Fabrizio Baralla 3:02:35 75. Denis Giovannetti 3:09:03124. Alessandro Cassetti 3:20:48 131. Roberto Piroddi 3:22:35190. Valerio Curridori 3:35:40 (campione del mondo 50-54) 226. Mirko Bonfiglioli 3:44:20 228. Ana Creus Del Campo 3:44:34 (bronzo 30-34) 273. Angela Stefani 3:55:11414. Silvia Tiezzi 4:43:00

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mondiali XTERRAmondiali XTERRA

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Forse è un incantesimo.Forse mi hanno fatto la fattura.Forse devo andare dal mago.Forse posso andare dal medico.Forse lo trovo bravo. Il medico.Forse mi guarisce.Forse torno ad apprezzare la vita normale.Forse capisco finalmente che il mondo è un altro.Forse scopro che non ci si può rifugiare tra un cardiofrequenzimetro e manubri in carbonio.Forse mi evolvo e mi intelligentisco un poco.Forse lo faccio per davvero.Forse lo faccio già domani.Forse, invece me ne frego.E continuo così.A strofinare il culo su una sella di dimensioni ridicole.A cercare di tagliare l’aria in posizione su prolunghe sempre più aerodinamiche.A sbattermene di quelli che mi credono matto.Che non credono nel mio sport.Continuerò a parlare di triathlon a persone incredule.Me ne fregherò di sembrare scemo o furbo.Voglio parlare di triathlon.Anche se non piace.Anche se convince solo pochi.Me ne frego.Me ne frego del target, delle masse, dei numeri, della vendibilità di uno sport.Io sono stupido.Corro sui sentieri della collina quando fa buio.E guardo i palazzoni con le finestrine illuminate.Sento ogni buca pedalando su una bici che assomiglia più a un’astronave che ad altro.E penso che c’è qualcuno che crede in quel che dico.E penso che mi sento meno solo.E poi smetto di pensare perché è quasi buio.Fa freddo.Sono stanco.L’inverno sta iniziandoDomani mi metterò la maglia più spessa in più per il mio giro.

ARRIVA

il freddo

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Alessandro

— Chi è:

Alessandro Bertino vive in un museo di cianfrusaglie a forma di mansarda, a Torino. Viaggia continuamente, da 27 anni, per dimostrare di essere una persona libera. Per il futuro non ha ancora deciso se crescere o restare bambino, tra una vacanza o un lavoro. Quel che è certo è che, anche se vorrebbe, non smetterà di pedalare. E di correre. Un po come Forrest, quello del film.

— Alessandro —

email: [email protected]

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È da molto tempo che collaboro con la “nostra” rivista di triathlon preferita ma mai come questa volta ho avuto facilità nell’individuare il “pensierino” del mese.Ragazzi, finalmente il triathlon Italiano, il nostro triathlon cioè quello di tutti degli elite e degli age group, degli amanti del triathlon e del duathlon, dei giovani e dei meno giovani, sta per essere investito da un’onda di bellissime novità.Dopo anni di relativa calma piatta se si esclude il mondiale di duathlon di Rimini, finalmente l’Italia è arrivata ad avere in questo 2010 e avrà nel 2011 gare di portata mondiale.È inutile negarlo l’avvento dell’Ironman 70.3 Italy è una graditissima e bellissima novità. L’Ironman sarà il fiore all’occhiello di un florido movimento poichè va ad affiancarsi ad altri due circuiti mondiali che già in questa stagione sono arrivati o ritornati in Italia ossia il Tristar 222 della Sardegna e il PowerMan in Lombardia.Non dimentichiamo inoltre che queste gare “sbarcano” in Italia grazie anche al successo della gara numero uno in Europa del circuito XTERRA ossia la prova di Orosei e del crescere a livello internazionale dell’Elbaman.Ironman, Powerman, Tristar, XTERRA circuiti internazionali che fino a poco tempo fa erano teatro delle gare degli “emigranti” del triathlon ossia di quegli atleti che per gareggiare dovevano attraversare le Alpi o l’oceano per dire “io ho fatto il…”.Dopo anni di latitanza questi colossi dell’organizzazione di eventi si sono accorti di noi triatleti italiani e delle bellezze del nostro paese, certamente un vantaggio per tutti.La nascita di nuove gare è un bene per tutto il movimento perchè l’effetto mediatico

sarà notevole. Sono certa che tv e giornali parleranno di questi eventi e tutto il movimento ne trarrà beneficio sia come visibilità, sia come introiti economici, sia come aumento dei praticanti della nostra disciplina.Per gli atleti age group il vantaggio sarà soprattutto in termini “economici” infatti non dovranno più sobbarcarsi trasferte chilometriche per coronare i loro sogni sportivi.Noi atleti elite avremo nuove prospettive: più guadagni legati ai montepremi, maggiori possibilità di farci conoscere dagli addetti ai lavori e non, possibilità di indirizzare la nostra attività non solo sul triathlon olimpico.Gli atleti di alto livello ma anche i giovani beneficeranno inoltre di queste gare poiché il confronto con gli specialisti stranieri che verranno a gareggiare in Italia far crescere anche il livello prestativo medio del nostro movimento.Gli organizzatori nostrani, che in un primo momento potranno sentirsi “penalizzati” dalla concorrenza dei circuiti internazionali nel lungo periodo si avvantaggeranno di questa novità in quanto il confronto con i leader nell’organizzazione mondiale porterà loro un crescere dello standard medio delle gare nazionali con relativo aumento dei praticanti dell’attività e quindi degli iscritti alle competizioni. Ma il bello deve ancora venire poiché si vocifera che a breve si terrà a Milano la prima storica gara di Coppa del Mondo ITU e forse tra qualche anno addirittura la finale del Circuito ITU World Championship Series e relativo Campionato del Mondo age group. E poi c’è chi dice che il triathlon italiano non è in salute...

— Nadia —

— Chi è:

Nadia Cortassa è il triathlon italiano. Dopo l’exploit alle Olimpiadi di Atene del 2004, dove la torinese ottenne un quinto posto davvero prezioso, ha contribuito al titolo mondiale a squadre del 2006 e ha conquistato quattro medaglie continentali (due d’argento e due di bronzo). Vive in simbiosi con Andrea Gabba, suo compagno di vita (sono sposati da 5 anni) e inseparabile allenatore.

email: [email protected]

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Page 9: Triathlon Magazine

l’esempio di un triatleta completo di Jose Diaz e Massimo Sprovera

Dallo sprint all’ironman, passando per l’XTERRA: ma tutto questo escludendo di recitare un ruolo da comparsa, ma accaparrandosi la parte di attore protagonista. Questo in sintesi è Eneko Llanos, uno dei più completi atleti del panorama mondiale.Eneko vive in Spagna, nei Paesi Baschi, a Vitoria-Gasteiz, dove ci sono le condizioni ideali per allenarsi al meglio: il traffico stradale non è devastante, i sentieri e le strade per correre senza annoiarsi non mancano. E in inverno, quando il freddo incombe, vola a Lanzarote dove può coltivare il suo hobby del surf senza perdere di vista gli obiettivi stagionali. Gli piace cambiare: si prepara per tutte le distanze del triathlon, è estremamente competitivo nell’XTERRA, specialità sempre più in voga negli ultimi anni, e trova sempre nuovi stimoli rinnovando sfide con se stesso e con gli avversari ad ogni appuntamento.

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Cosa provi quando ti rendi conto di essere uno dei migliori triatleti al mondo?Ammetto di non pensarci più così spesso anche se ovviamente aver raggiunto questo livello mi riempie di soddisfazione: grazie al grosso lavoro svolto ho superato limiti importanti ma soprattutto ho migliorato me stesso.Nuoto e triathlon: come interpreti questa frazione?A seconda dei casi, è meglio affrontarla al massimo per restare nel gruppo di testa oppure andarci più cauti. Spesso però capita che ci si faccia prendere dalla foga e si vada un po’ oltre alle proprie possibilità.Il ciclismo invece richiede molta esperienza, visione tattica e buona strategia.Quest’ultimo fattore entra in gioco solo nelle gare con la scia consentita: ammetto che molti atleti evitano di spremersi al massimo ma cercano soltanto la ruota

giusta. Invece nelle prove no-draft, bisogna trovare subito il ritmo giusto: è fondamentale centrare subito questo obiettivo per andare al meglio sino al termine della frazione e non spendere oltre il consentito. Per quanto riguarda le gare su sterrato, occorre avere una buona tecnica anche sulle due ruote.Ma tu come fai ad eccellere in tutte le discipline?La forza di volontà è un aspetto determinante: ogni giorno ti spinge a migliorare qualcosa rispetto a quanto hai già fatto, vuoi sempre aggiungere un tassello, anche piccolo e apparentemente insignificante ma vuoi tirarti indietro per nessun motivo. La forte motivazione aiuta anche ad essere onesti e critici con se stessi: si lasciano da parte le scuse e si analizzano le cose in maniera molto realistica.Ma quando un atleta di alto livello, che fa del triathlon una professione, entra in crisi come riesce a rinascere?

Ho passato tanti giorni in cui non volevo allenarmi, ero stanco, demotivato. Però non si deve mollare, bisogna comunque partire e cercare di spegnere il cervello. Forse la seduta non sarà iperproduttiva, però è importante non demordere e non adagiarsi, ricordandosi che abbiamo sempre una forza interiore dentro che ci spinge oltre gli ostacoli. Basta partire, il resto viene da se.Visto che sei molto attento anche all’aspetto mentale, puoi dare qualche consiglio a chi affronta le lunghe distanze?La gestione delle forze è l’aspetto fondamentale, anche se ammetto che non si può imparare in un attimo. Serve molta esperienza, è necessario conoscersi a fondo, sapere dove si può aumentare, dove e quando bisogna mollare la presa e rallentare: purtroppo non sono cose che si possono trasmettere, ma bisogna prima cadere per potersi rialzare avendo imparato qualcosa di importante.

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alessia orla di Andrea Capello

Alessia Orla, torinese, ha preso parte alle prime Olimpiade giovanili disputate a Singapore. Quella dei Giochi è atmosfera unica, surreale, da ricordare per sempre: soprattutto se la sfortuna si mette in mezzo. Ecco il profilo della giovane triatleta dalle grandi speranze.

Come ti sei avvicinata al triathlon?I miei giocatori lo praticavano a livello amatoriale. Io ho fatto la prima gara nel 1999 ma praticamente non sapevo nuotare allora mi sono data al nuoto. Il mio obiettivo però è sempre stato il triathlon che considero più vario e divertente.

Come è stata l’esperienza ai giochi olimpici giovanili di Singapore?L’atmosfera era veramente bellissima. Vivere ed allenarsi insieme ad atleti di tutto il mondo è stata un’esperienza davvero eccezionale. Inoltre sono stati organizzati anche diversi eventi collaterali. Sembrava quasi come essere ai giochi olimpici dei grandi.

Che ricordo hai della tua gara?Sono uscita quarta dal nuoto e stavo veramente bene. Anche nella bicicletta non facevo assolutamente fatica poi, circa a metà della frazione, sono stata toccata in mezzo al gruppo mentre mi trovavo fra un’atleta canadese ed una tedesca e sono caduta in terra. L’asfalto era molto viscido vista la grande umidità di Singapore e la pioggia che era caduta poco prima. Ho perso un sacco di tempo perchè la bici era danneggiata, nella corsa ho dato tutto ma non sono riuscita ad andare oltre il diciannovesimo posto con grande rammarico.

Come commenti globalmente la tua scorsa stagione agonsitica?Spero di aver pagato il mio contributo alla sfortuna e che la ruota giri anche dalla mia parte visto che sono stata letteralmente tartassata. La caduta dei giochi olimpici giovanili mi è costata una frattura al coccige. In precedenza agli europei di duathlon ho bucato, a quelli di triathlon mi sono venuti

i crampi e pure ad una gara di gran prix in Francia sono stata fermata da un problema alla bicicletta.

Quali sono gli obiettivi per la prossima stagione?Questo è l’ultimo anno da juniores e voglio fare il salto di qualità. Non penso alle Olimpiadi 2012 perchè ci sono tante atlete che stanno andando fortissimo a partire da Anna Maria Mazzetti. Anche se siamo ancora molto lontani, voglio fare un pensierino a Rio 2016: speriamo che in quella occasione la gara sia sulla distanza sprint dove posso dare il massimo.

Chi sono i tuoi punti di riferimento nel mondo dello sport?Nel mondo del triathlon il mio idolo è sicuramente Nadia Cortassa. Ho seguito dal vivo la sua gara ad Atene 2004. siamo buone amiche e mi ha dato un sacco di consigli che mi hanno aiutato a crescere. Per il resto amo Valentino Rossi: è un vincente nato ed anche io come lui odio perdere.

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Page 11: Triathlon Magazine

kai walter ironman italy come nasce un’emozione unica di Alberto Fumi

Perché la città di Pescara è stata scelta per ospitare il primo Ironman Italia?Abbiamo scelto Pescara per una serie di motivi. La città è abbastanza grande per ospitare un tale evento, ma allo stesso tempo non troppo estesa tanto da essere dispersiva. Inoltre vi è l’Adria, il centro città e la regione Abruzzo con le sue splendide colline e montagne, tutto sommato un ambiente perfetto per una gara di questo tipo. Un aspetto che non si può trascurare è la consistenza dell’industria del turismo pescarese: ci sono un gran numero di hotel a disposizione e diversi aeroporti facilmente raggiungibili. E, ultimo ma non meno importante, Ironman è fondato su emozioni e forza di volontà, caratteristiche dimostrate da politici, amministrazione, partner e sponsor che sostengono il 70.3 di Pescara.

Si sono fatte avanti altre città nel frattempo?Abbiamo avuto altre richieste, in particolare nel nord Italia. Nessuna location è tagliata fuori a prescindere e continuiamo sempre a cercare nuove destinazione per organizzare gare di triathlon di alto livello.

Qual è stata la tua prima impressione dell’Italia?

L’Italia è un paese molto emozionante, colpisce sin dal primo istante. C’è un clima stupendo, la gente è ospitale e con molta voglia di fare, il paesaggio unico. Per non parlare del cibo...

Invece come sono stati i rapporti con la Federazione Italiana Triathlon?Siamo stati in contatto con la Federazione sin dagli albori dell’Ironman 70.3 di Pescara. Avremo un incontro con la federazione nazionale presto per ulteriori discussioni.

E con le altre federazioni nazionali dove c’è Ironman?Fondamentalmente noi abbiamo e vogliamo mantenere un buon rapporto di lavoro con la Federazione nazionale di ciascun paese. Disponiamo di giudici

di gara e sistema antidoping propri, ma allo stesso tempo vogliamo lavorare in stretta collaborazione con la federazione competente nei settori interessati.

Kai Walter e Ironman: com’è nata questa storia?Sono entrato in Ironman dal 2002. Ho iniziato come direttore di gara per l’Ironman di Francoforte in Germania, poi ho continuato a essere responsabile di tutti gli eventi tedeschi Ironman (Campionato Europeo Ironman di Francoforte, Ironman 70.3 Campionato Europeo a Wiesbaden, Ironman Regensburg). Dal 2009 sono responsabile anche per le altre gare europee Ironman nel ruolo di Managing Director, a capo del quartier generale europeo Ironman che cura anche lo sviluppo di nuove

gare. Abbiamo costruito una squadra forte negli ultimi anni e 35 dei miei collaboratori più esperti verranno con me a Pescara a far parte del team italiano.

In quale città europea hai trovato le migliori condizioni per l’organizzazione della Ironman?Ogni città è unica, come lo è ogni Ironman. Questo è il nostro obiettivo, sviluppare gare uniche in città uniche.

LA FITRIParla il Presidente

Come ha accolto il primo evento Ironman nel nostro paese la Federazione? Il presidente Renato Bertrandi non nasconde la felicità dell’arrivo di una manifestazione sportiva di questo livello che non potrà che far bene al nostro movimento. “Sono contento che il prossimo anno avremo una gara Ironman: oltre ad essere un’ottima opportunità per gli appassionati italiani, sarà un traino, uno stimolo, un esempio per gli organizzatori nostrani che dovranno confrontarsi con standard organizzativi elevatissimi”.Sul rapporto tra Ironman e Fitri appare ancora più deciso. “La Federazione accoglie Ironman se non viene a fare “il padrone di casa”: siamo disposti a convivere con un’organizzazione così forte, ma se non ledono gli interessi della Fitri. Io devo difendere i calendari nazionali, le regole, gli interessi di tutta la Federazione e dunque vorrei discutere

Pensi che l’evento italiano potrà avere grandi numeri in futuro?Credo fermamente che il numero di atleti che gareggeranno a Pescara nei prossimi anni crescerà in maniera impressionante. Lo stile di vita italiano, la regione, la città e le condizioni di gara attireranno atleti non solo dai confini nazionali ma anche da altri paesi che desiderano sperimentare questa corsa unica e speciale.

di tutto questo con Ironman, non vorrei che pensassero che in Italia si può fare ciò che si vuole solo perchè si entra con un marchio importante. Ma su questo aspetto sono fiducioso, li incontrerò presto”.

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adventure raceuna multidisciplina fuori dal comune di Federica Friz

In compagnia di Sabrina Tettamanti, Marcello Parmigiani e Jonni Malacarne ho portato a termine l’Adventure Race Slovenia: 240 km di gara orientamento in mtb, roller, corsa, trek, canoa, calata in corda. Una prova dura di per sé, resa ancor più difficile da 40 ore marchiate da pioggia ininterrotta e da una temperatura compresa tra i 7 e i 10 gradi.La gara gioca sulla strategia: 70 lanterne con punteggi diversi. Vince la squadra con il punteggio più alto. Si parte con 15km di rollerblade, poi si cambia e inforchiamo le mtb. Subito iniziamo una salita che ci porta ad affrontare una discesa con la corda: 85 m di calata a strapiombo. A 20 m dall’alto mi si incastra il pettorale nel discensore. Non posso né salire né scendere. La mia vita appesa a un filo, un imbrago e un moschettone. Mantengo sangue freddo, mi assicuro e avviso. Poco dopo con l’aiuto di uno degli organizzatori e con fatica riusciamo a liberare il discensore.

Procediamo con la mtb sullo sterrato, una lunga salita, poi una discesa. Presi dalla velocità imbocchiamo il percorso sbagliato. Guadiamo un fiume per riportarci sul giusto sentiero, e infine iniziamo una lunghissima salita: 8 km con una pendenza del 12%, una svista che ci fa perdere tempo e molte energie. Inizia una pioggia pesante e si alza un vento freddo. Soffriamo per i successivi 30 km prima di arrivare al punto di cambio. Saliamo sulle canoe e pagaiamo per 15 km. L’acqua è talmente cristallina che si possono vedere i ciottoli del fondale. Alcuni salti nel fiume mettono a prova di equilibrio borse e zaini che ci stiamo portando dietro.Cambio, partiamo con la lampada frontale per la lunghissima tappa di trekking: 19 ore prima del prossimo punto di cambio. Il fiume ha modificato il suo corso ma la cartina non è aggiornata, guadiamo, ed eccoci sul sentiero giusto che però termina poco dopo. Un paio d’ore di salita verticale: muscoli delle gambe che lavorano, le braccia che spingono sui bastoncini da trekking, ed estrema attenzione al fondo, sconnesso, scivoloso ed estremamente ripido. Un appoggio sbagliato del piede non sarebbe accettabile. Usciamo dal bosco e ci aspetta uno splendido cielo stellato. Impossibile non gioire della potenza della natura che ci avvolge.Tre ore di pausa in una baracca e si riparte. Alle 15 siamo in zona cambio, dove inforchiamo nuovamente la mtb. Una lunghissima salita sterrata sotto una pioggia scrosciante e

poi bici in spalla, lungo un sentiero stretto, ripido e scivoloso. È buio pesto, vediamo unicamente il raggio di luce proiettato dalle lampade frontali, e il freddo e’ insopportabile. Ci fermiamo 3 ore in un fienile a riposare. Altre 3 ore di pedalata e arriviamo alla parte da fare in rollerblade su sterrato.

Non posso né salire né scendere. La mia vita appesa a un filo, un imbrago e un moschettone.

Concludiamo la nostra prova dopo aver gareggiato per 50 ore, gestito 70 lanterne, pedalato per 170 km, pattinato per 20 km, pagaiato per 15 km e camminato/corso per 50 km. Alcune squadre si son ritirate, la squadra m6-sport ha concluso invece con una ragguardevole 13ma posizione.E ora... alla ricerca della prossima sfida!

trilife

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adventure Race

LA NUOVA PLASMA 3Gli esperti del carbonio si sono superati ancora una volta. La nuova Plasma 3 incorpora la Scienza SCOTT Aerodinamica, la preziosa collaborazione degli ingegneri Scott, del mago dell’aerodinamica Simon Smart e della consulenza tecnica del Team HTC-Columbia. Abbiamo creato quanto di più preciso e veloce ci possa essere in una bici da Triathlon/TT. Disegniamo il futuro, ed è molto più veloce.

Page 13: Triathlon Magazine

ironman world championship gli australiani conquistano Kona di Guido Esposito

Sabato 9 ottobre 2010 alle 6.30am il consueto colpo di cannone da il via al Ford Ironman World Championship a Kona, Hawaii.Primo dei professionisti, al termine dei 3800 metri di nuoto è Andy Potts, capace di rifilare oltre due minuti e mezzo agli inseguitori, un gruppo che comprende tutti i favoriti, tra i quali Alexander, McCormack, Raelert, Vanhoenacker, e l’azzurro Daniel Fontana. Chris Lieto, dopo il giro di boa nel ciclismo, prende il comando delle operazioni e si presenta in testa alla seconda transizione, seguito da Twelsiek, Vanhoenacker e Tissink. McCormack e Raelert iniziano la maratona con 8 minuti di distacco, mentre è di un quarto d’ora il gap del campione uscente Craig Alexander. Macca parte a tutta e prima della mezza passa

a condurre; Raelert non è da meno ed al trentatreesimo km raggiunge l’australiano, che però ha ancora le energie per aumentare ulteriormente il ritmo e giungere per primo al traguardo in 8:10:37, bissando così il successo del 2007, davanti al teutonico ed al belga Vanhoenacker, capace di salvare il terzo posto dalla rimonta di Alexander; Tissink, Brache, Llanos, Bockel, Jacobs ed Al-Sultan completano la Top Ten.Tra gli Italiani, dopo il ritiro di Daniel Fontana, Massimo Cigana giunge trentesimo con la miglior prestazione cronometrica di un azzurro in questa gara 8:48:02, il precedente record di Danilo Palmucci resisteva dal 1994, mentre Sebastian Pedraza è quarantaquattresimo dei Pro.La gara delle donne viene sconvolta, poco prima del via, dalla notizia del forfait della favoritissima Chrissie Wellington, vittima di un attacco febbrile. Quindi, dopo la frazione di nuoto dominata da Rachel Joyce, Julie Dibens, iridata in carica di XTERRA, prende il largo sulle due ruote, giungendo solitaria in T2. La maratona però rimescola le carte e così la nuova campionessa del mondo è Mirinda Carfrae, capace di una terza frazione di 02:53:32, che le permette di aggiungere questo titolo a quello del 2007 nel 70.3; alle spalle dell’australiana, Julie Dibens è costretta a cedere anche il secondo posto alla Svizzera Caroline

UOMINI1. Chris McCormack 8:10:372. Andreas Raelert 8:12:173. Marino Vanhoenacker 8:13:144. Craig Alexander 8:16:535. Raynard Tissink 8:20:116. Timo Bracht 8:21:007. Eneko Llanos 8:22:028. Dirk Bockel 8:22:599. Pete Jacobs 8:23:2610. Faris Al-Sultan 8:24:04

DONNE1. Mirinda Carfrae 8:58:362. Caroline Steffen 9:06:003. Julie Dibens 9:10:044. Virginia Berasategui 9:16:475. Rachel Joyce 9:18:486. Karin Thuerig 9:22:487. Yvonne Van Vlerken 9:23:338. Caitlin Snow 9:26:429. Heleen Bij De Vaate 9:27:0210. Leanda Cave 9:27:42

Miranda superstar il mondiale è suo di Massimo Sprovera

È vero che nello sport lealtà e correttezza sono due dogmi, ma è fuori discussione che tutte le atlete di vertice hanno rizzato le antenne quando hanno visto la bici del fenomeno Wellington ferma e inutilizzata in zona cambio.Anche se non ha bisogno di dimostrare la sua competitività, Mirinda Carfrae non si è lasciata scappare l’occasione della vita per raggiungere la consacrazione. Visti i parziali e lo stato di forma eccellente della fuoriclasse australiana, tutte le avversarie al via da Kahilua-Kona avrebbero dovuto temerla, Wellington compresa. E il sogno tanto

inseguito durante le sedute di allenamento sempre più intense è diventato una splendida realtà.Rinny ha meritato pienamente il titolo mondiale Ironman: il parziale nella maratona di 2h53’ parla da solo, una prestazione devastante, inarrivabile, incontenibile. Solo Julie Dibens è stato in grado di impensierirla. Le due sono mostri sacri della specialità oltre ad essere grandi amiche, l’aria scintilla quando lo scontro è ravvicinato e assomiglia ad un duello, il divario è poco anche se le caratteristiche di ognuna sono molto diverse. Mentre Julie sfrutta il nuoto formidabile (in

allenamento a dorso batte la Carfrae a stile libero) e un ciclismo fuori dal comune, Mirinda, ex giocatrice di basket nonostante l’altezza (1,61 m), può contare su un finale invidiabile che l’ha sparata dritta dritta sul rettilineo di arrivo dove ad attenderla c’era la corona di fiori di chi si laurea campione del mondo Ironman.Rinny ha avuto il suo momento di gloria, sudato, cercato e meritato, anche se qualcuno metterebbe l’asterisco accanto a questo successo aggiungendo come nota l’assenza della inarrivabile Wellington: ma gli assenti non avevano sempre torto?

Misterowellington rinuncia a poche ore dal viaAnche se sono state fornite motivazioni ufficiali tramite il sito web ufficiale, rimane la perpessità unita all’incredulità in merito alla rinuncia alla difesa del titolo di Chrissie Wellington.“Ho iniziato a sentirmi male venerdì a pranzo, tanto mal di testa e mal di gola - esordisce la fuoriclasse britannica -. Ho fatto le mie tre consuete brevi sessioni quel giorno, ma in particolare nella corsa, mi

sono accorta che c’era qualcosa che non andava. Avevo le gambe come gelatina e sudavo molto più del solito. Alle 7 sono andata a dormire e durante la notte mi sono svegliata parecchie volte, grondante di sudore, con la testa pesante e la gola dolente. Alle 3.45 mi sono alzata, ho fatto una doccia e iniziato la routine pre-gara, sperando che mi sarei sentita meglio. Ma niente è migliorato. Sapevo di dover fare una delle più ardue decisioni della mia vita”.Da quanto emerge dalle fonte ufficiali, la rinuncia è stata una scelta molto sofferta da Chrissie. “Ho cercato consiglio nelle persone a me più vicine, ma principalmente ho cercato di ascoltare il mio corpo.

Ho chiesto a me stessa se in un giorno qualsiasi, in queste condizioni sarei andata ad allenarmi. La risposta è stata no. Alle 5 la decisione irrevocabile”.

Non importa cosa succederà,tu sei un campione

Steffen, seguono Berasategui e Joyce, mentre sesta giunge la svizzera Thuerig, autrice come da pronostico del miglior split in bici. Edith Niederfriniger conclude l’esperienza hawaiana al trentunesimo posto.Massimo Casoli, sessantacinquenne marchigiano, conquista il bronzo della sua categoria; gli altri finisher azzurri, tra cui, unica donna, anche Gerlinde Baldauf, sono stati: Francesco Dutto, Alessandro Bossini, Francesco Simeoni, Luca De Paolis, Fabio Civera, Alessandro Arnaudo, Massimiliano Pernici e Luca Messina.

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race & report race & reportironman World Championship ironman World Championship

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clearwater

di Igor Nastic

Cinque anni fa il marchio Ironman ha lanciato la serie degli Ironman 70.3, una sigla, quella delle miglia da percorrere, più elegante per definire la distanza di un mezzo Ironman. Siccome attorno al marchio di triathlon più famoso del mondo vi è un crescente interesse, era prevedibile che questa serie avrebbe avuto un grande successo, coinvolgendo sempre più comuni mortali all’affascinante mondo della triplice. In questo clima di entusiasmo planetario per le prove di resistenza, proprio dall’anno prossimo anche l’Italia avrà il suo 70.3 del prestigioso marchio Ironman in quel di Pescara. Come nella serie del fratello maggiore con la “M” maiuscola, in diverse parti del mondo si svolgono le prove di qualifica e a fine stagione è prevista la finale. A metà ottobre nella culla del triathlon, ovvero Kailua-Kona (Hawaii), per la distanza Ironman e a metà novembre a Clearwater (Florida) per la mezza distanza Ironman. Va subito precisato che chi ha avuto la fortuna di vivere da vicino la magia del pre gara delle Hawaii, nelle immense e splendide spiagge di Clearwater difficilmente troverà la stessa atmosfera. Nei giorni precedenti la gara, a Kailua-Kona l’unico accesso al mare sulla sabbia è letteralmente preso d’assalto dai triatleti e dopo la nuotata, che diventa un rituale mattutino, una sosta al Lava Java è d’obbligo anche solo per un caffè. Americano beninteso. Lì infatti si incontrano i vari campioni mentre fanno colazione, si

Si presentava da vice campione del mondo Daniel. A Clearwater, nel mondiale Ironman 70.3, era tra i favoriti e non si è smentito. La rabbia post-Kona era tanta, quello era l’obiettivo del 2010, il mondiale Ironman. Ma Daniel è tenace, ha orgoglio, è un combattente. Ha saputo trasformare quella rabbia in energia positiva.

Solo la sfortuna l’ha tenuto lontano dal podio. Era tra i primi in bici, testa della gara,pronto a sfruttare la sua notevole frazione finale. Ma una foratura alla ruota anteriore lo ha fermato. Questa volta Daniel non si è arreso, la lezione di Kona è servita, ha usato la testa e non l’istinto. È ripartito gestendo le energie e ha “salvato” la gara, settimo. Terzo tempo di corsa, 1h12’24”, quasi lo stesso tempo che l’anno scorso gli valse il secondo posto (1h12’00 nel 2009).“Ero nella fuga di 6 fino al 40° km. Poi ruota bucata, ho pedalato 4 km con laruota a terra, aspettando il cambio ruota. Sono ripartito, da solo, staccato dalla testa. Ho iniziato la corsa con in testa l’idea di finire la gara, ma la gamba c’era. Stavo bene, ho spinto e ho recuperato tante posizioni... peccato davvero”.

fontana, che peccato!

occupano di pubbliche relazioni e sponsor, aggiornano i loro blog o semplicemente si godono il momento. A Clearwater questi luoghi di coesione sociale purtroppo sono un po’ sparsi tra i vari albergoni e l’acqua fredda del Golfo del Messico, benché la temperatura dell’aria superi i 25 gradi, non invita certo a godersi il mare in attesa dell’arrivo dei delfini, che nel triatleta trovano una perfetta simbiosi tra l’uomo e l’animale. Il villaggio dell’evento si anima solo due giorni prima della gara e come sempre, per la felicità dei commercianti, scatena tra gli atleti una forma compulsiva di shopping inutile sul piano logistico, ma importante sul piano emotivo per aumentare il proprio Ego e per gestire lo stress pre gara. Dalla ciotola del cane al bavaglino c’è un’apoteosi di “M” che trova, solitamente sul polpaccio rasato, abbronzato e scolpito, la forma di branding più estremo. Probabilmente l’anziano yankee giunto da Boston o New York e ingobbito dal sogno americano, ma pur sempre intento a ringiovanire grazie alle lunghe passeggiate mattutine e ai bagni di sole, rimane sorpreso nell’osservare questo fenomeno sportivo di pochi giorni. Il giro in bici che precede la gara, utile per svegliare la gamba ma anche per verificare se il montaggio del mezzo è stato corretto, a Big Island si snoda nell’inferno lavico, mentre a Clearwater nell’inferno del traffico. Viene

da chiedersi dove vanno in auto tutti questi americani, per poi scoprire che anche uno spostamento di poche centinaia di metri necessita, per l’infelicità di molti ciclisti, di un SUV con l’aria condizionata a temperatura cella frigorifera. Nel giorno della gara questi mostri della strada, che nelle infinite highway svelano comunque una ragione estetica, vengono fermati dai poliziotti in stile “Poncherello”,

che rimandano i pensieri alla serie televisiva “CHiPs”. L’intervento massiccio della polizia e dei volontari che assicurano la sicurezza delle strade è davvero notevole, con l’effetto di liberare dal traffico una o due corsie. Resta il fatto che malgrado la partenza differenziata degli age group, il Campionato del mondo di Ironman 70.3 è una specie di “Festival del drafting”. Mentre si viene quasi inevitabilmente risucchiati dalle ruote lenticolari, ci si chiede come sia possibile che alcuni atleti sostino nella penalty box quando accanto a loro sfrecciano caroselli di atleti in fila indiana. Vuoi forse vedere che non hanno pagato le tasse? È davvero difficile pensare ad altre colpe. Gli unici, o quasi, a non avere la vita così facile nel discorso della scia sono i professionisti, animati da spirito nobile e sotto la lente del Grande Fratello in motocicletta. Dunque, dopo la fresca frazione a nuoto e la gita in bicicletta sopra i 40km/h di media arriva la parte più tosta: la corsa, che nel mastodontico ponte che collega le due parti della cittadina - tra splendide ville come quella di Tom Cruise – trova il punto più duro di tutta la gara. I rifornimenti sono animati da numerosi volontari, alcuni stanchi di porre la gelida spugna già dopo il primo giro, ma pur sempre indispensabili per la sopravvivenza di questo sport. Tra i molti “looking good” anche quando le ginocchia hanno ceduto e gli occhi vedono solo le cicatrici dell’asfalto, si trova la forza per continuare e ammirare i professionisti che si accingono a terminare la

gara. Una poetica del movimento richiama lo stile del vincitore Michael Raelert, un leone ferito nella grinta profusa da Daniel Fontana, che dalle fibre muscolari grida tutta la rabbia per una maledetta foratura. L’eco dello speaker segna l’arrivo, dove attendono alcune migliaia di persone, tra cui mogli, figli, amici e parenti. Per chi termina la stagione dopo aver

ingurgitato per ore gel, barrette, banane e bevande varie è giunto il momento di una slice di pizza accompagnata, per i più goderecci, da una bud light o un’impronunciabile Yuengling con vista mare. Giusto il tempo di riprendersi e la mente è già rivolta al 2011, dove questa volta il mondiale si svolgerà nell’affascinante e paradossale non-città di Las Vegas.

Uomini1. Raelert Michael 3:41:192. Ospaly Filip 3:42:563. O’Donnel Timothy 3:44:184. Gambles Joe 3:44:485. Cunningham Richie 3:45:336. Amorelli Igor 3:45:467. Fontana Daniel 3:47:158. Collington Kevin 3:47:329. Reed Matty 3:48:1310. Legh Christopher 3:48:3321. Casadei Alberto 3:53:23

Donne 1. Swallow Jodie 4:06:28 2. Cave Leanda 4:12:34 3. Tisseyre Magali 4:13:04 4. Stevens Amanda 4:13:32 5. Rowatt Alison 4:16:09 6. Jackson Heather 4:17:08 7. Paterson Lesley 4:18:01 8. Mullan Eimear 4:18:21 9. Naeth Angela 4:18:40 10. Dibens Julie 4:20:55 18. Stampfli Carla 4:37:58

Age-group al traguardoBaldelli Giuseppe 4:11:19 Bulgarelli Alfio 4:11:19 Violano Tommaso 4:16:27 Baroncini Luca 4:17:22 Spina Stefano 4:22:42 Tedde Roberto 4:26:48 Minarini Fabrizio 4:30:37 Galvan Roberto 4:32:43 Neri Filippo 4:36:52 Grossi Stefano 4:38:07 Di Febo Renato 4:39:59 Fiore Pier Luigi 4:46:58 Pfister Oriana 4:59:28 Oschetti Andrea 5:00:01

IRONMAN 70.3 – CAMPIONATO MONDIALE

il fascino del mondiale di Ironman 70.3

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race & report race & report

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ClearwaterClearwater

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Page 15: Triathlon Magazine

pianeta ironman di Guido Esposito

Barcelona-Maresme: Johnsen e Zelenkova vincono il ChallengeIl danese Jimmy Johnsen ha vinto la seconda edizione del Challenge Barcelona-Maresme, prova su distanza Iron, con un tempo di 8:19.43; alle sue spalle è arrivato il tedesco Horst Reichel (8:20.17), seguito dal connazionale Georg Potrebitsch (8:21.11). Nella gara femminile successo di Lucie Zelenkova, che ha dominato la prova fin dal principio, con un tempo di 9:13.47.

TOP 5M

1. JIMMY JOHNSEN DEN 8:19:43

2. HORST REICHEL GER 8:20:17

3. GEORG POTREBITSCH GER 8:21:11

4. JARMO HARST FIN 8:22:32

5. JENS PETERSEN-BACH DEN 8:22:57

TOP 5F

1. LUCIE ZELENKOVA RSA 9:13:47

2. WENKE KUJALA GER 9:39:12

3. KRISTIN LIE NOR 9:46:25

4. LINDA SCHUECKER GER 10:02:59

5. JANA CANDROVA CZE 10:04:10

L’atleta sudafricana è uscita per prima nella frazione di nuoto e da quel momento non ha mai smesso di accumulare vantaggio

nei confronti della tedesca Wenke Kujala e la norvegese Kristin Lie, che hanno completato il podio.

Tristar 222 Sardinia: la prima edizione a Hovgaard e RieserEsben Hovgaard ha vinto la prima edizione della gara sarda, dopo che le prime due frazioni avevano visto Björn Andersson (secondo all’arivo) protagonista; terzo posto per Joel Jameson.Tra le donne Diana Riesler ha preso il comando al km 60 della bici, mantenendolo fino al traguardo; argento e bronzo per Bella Bayliss e Karin Gerber.

TOP 5M

1. ESBEN HOVGAARD DEN 07:26:43

2. BJÖRN ANDERSSON SWE 07:32:16

3. JOEL JAMESON GBR 07:34:33

4. ANDREAS FUCHS AUT 07:39:01

5. THOMAS PRIGLINGER AUT 07:55:38

TOP 5F

1. DIANA RIESLER GER 08:16:47

2. BELLA BAYLISS GBR 08:25:32

3. KARIN GERBER SUI 08:33:56

4. SÚSANNA SKYLV FRO 08:36:45

5. ESTHER DE VRIES NED 08:51:33

Ironman 70.3 Augusta: la pioggia mette le ali a Kriat e MeyersIl maltempo ha caratterizzato l’evanto corso in Georgia il 26 Settembre 2010; con una velocissima mezza maratona l’ucraino Maksym Kriat si è imposto su Cunningham e Zyemtsev, mentre, tra le donne, Jessica Meyers è risultata la più forte, davanti a Tisseyre e Desiree Ficker.

TOP 5M

1. MAKSYM KRIAT UKR 3:46:54

2. RICHIE CUNNINGHAM AUS 3:47:12

3. VICTOR ZYEMTSEV UKR 3:47:36

4. CHRIS LEGH AUS 3:48:23

5. DAVID KAHN USA 3:50:59

TOP 5F

1. JESSICA MEYERS USA 4:15:31

2. MAGALI TISSEYRE CAN 4:16:33

3. DESIREE FICKER USA 4:19:21

4. AMANDA LOVATO USA 4:24:21

5. CLAIRE HORNER ZAF 4:28:13

Ironman 70.3 Syracuse: Paul Matthews e Samantha McGlone incontenibiliDopo l’argento conquistato sette giorni prima a Muskoka, Paul Matthews ha stravinto l’Ironman 70.3 Syracuse, situata nello stato di New York, disputata Sabato 18 Settembre 2010; alle sue spalle sono giunti Kriat e Bechel. L’ex iridata Sam McGlone ha vinto tra le donne, davanti a Challis e White.

TOP 5M

1. PAUL MATTHEWS 03:49:49

2. MAXIM KRIAT 03:58:01

3. SEAN BECHTEL 04:00:09

4. JAMES HADLEY 04:02:34

5. MIKE CAIAZZO 04:06:32

TOP 5F

1. SAMANTHA MCGLONE 04:28:55

2. RACHEL CHALLIS 04:30:37

3. KRISTIN WHITE 04:31:11

4. ANNIE GERVAIS 04:31:52

5. TAMARA KOZULINA 04:32:33

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race & report

i a m - e v e n t s . i t

Auguri di Felice Natalee di un 2011 vissuto a tutta

Pianeta ironman

Page 16: Triathlon Magazine

Ironman 70.3 Centrair Tokoname Japan: il debutto è per Brown e WuCam Brown torna alla vittoria nell’edizione inaugurale della gara corsa a Nagoya il 19 Settembre 2010; con lui sul podio salgono Cronenborg ed il primo degli atleti di casa, Nishiuchi. Nella competizione delle donne, Michelle Wu è prima, davanti a Paxton e Shiono.

TOP 5M

1. CAMERON BROWN, NZL 4:12:00

2. FREDRIK CRONEBORG, SWE 4:18:36

3. HIROYUKI NISHIUCHI, JPN 4:20:26

4. KUNIAKI TAKAHAMA, JPN 4:21:00

5. MASAYUKI MATSUMARU, JPN 4:21:59

TOP 5F

1. MICHELLE WU, AUS 4:51:27

2. RACHAEL PAXTON, AUS 4:53:27

3. EMI SHIONO, JPN 4:54:25

4. SAORI OMATSU, JPN 4:54:55

5. MAKI NISHIUCHI, JPN 5:01:06

Ironman 70.3 Cancun: Bell e Stevens vanno a segnoSabato 19 Settembre, in una giornata calda ed umida, si è disputato l’Ironman 70.3 Cancun. Luke Bell ha prevalso nel duello col connazionale Luke McKenzie, mentre l’esperto Oscar Galindez ha conquistato il bronzo. Amanda Stevens è stata la più veloce in campo femminile, davanti all’ex iridata Michellie Jones; terzo posto per Kate Major.

TOP 5M

1. LUKE BELL AUS 3:59:46

2. LUKE MCKENZIE AUS 4:02:30

3. OSCAR GALINDES ARG 4:05:20

4. MATT WHITE AUS 4:07:33

5. ANDRES LATORRE COL 4:08:08

TOP 5F

1. AMANDA STEVENS USA 4:25:34

2. MICHELLIE JONES AUS 4:27:01

3. KATE MAJOR AUS 4:28:27

4. KATE BEVILAQUA AUS 4:44:56

5. DUNIA GOMEZ TIRADO MEX 4:52:26

Ironman 70.3 Muskoka: Alexander e Carfae insuperabiliCraig Alexander ha fatto il tris nella gara canadese Domenica 12 Settembre, in altrettante edizioni; per l’argento Paul Matthews la spuntava su Raynard Tissink. In campo femminile Mirinda Carfae vinceva il duello con Joanna Lawn; il bronzo andava a Claudia Johnston, atleta age group e mamma di cinque bambini.

TOP 5M

1. CRAIG ALEXANDER, 03:58:33

2. PAUL MATTHEWS, 04:00:01

3. RAYNARD TISSINK, 04:05:13

4. CHRIS LEGH 04:06:48

5. JEFF SYMOMNDS 04:09:24

TOP 5F

1. MIRINDA CARFRAE, 04:28:36

2. JOANNA LAWN, 04:40:52

3. CLAUDIA JOHNSTON 04:51:16

4. AYESHA ROLLINSON 04:51:19

5. AMY KIRKHAM, 04:52:15

Ironman 70.3 Branson: lo scettro va ad Hoffman e WilliamsonPrima edizione Sabato 19 Settembre 2010 per la gara del Missouri, caratterizzata dalle dure salite del percorso bike, che hanno messo le ali a Tom Lowe, a lungo in testa alla gara, prima di essere raggiunto e superato, durante la frazione finale, da Ben Hoffman, mentre terzo giungeva Michael Lovato, il più veloce nella corsa.

TOP 5M

1. BEN HOFFMAN USA 4:02:53

2. TOM LOWE GBR 4:05:38

3. MICHAEL LOVATO USA 4:11:04

4. JAMES COTTER USA 4:14:36

5. BRENT POULSEN USA 4:15:14

TOP 5F

1. KELLY WILLIAMSON USA 4:25:47

2. ANGELA NAETH CAN 4:33:47

3. PIP TAYLOR AUS 4:41:57

4. NINA KRAFT GER 4:42:41

5. MARISA ASPLUND USA 4:59:16

Kelly Williamson ha vinto conducendo quasi sempre la gara, seppur insidiata

a lungo da Angela Naeth, alla fine seconda davanti a Pip Taylor.

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race & reportPianeta ironman

MICHELIN

NUOVI COLORI

Ci vuole propriouna grossa cilindrata

per stare dietroai nuovi

MICHELIN Pro3 Race.

MICHELIN Pro3 Race si spinge oltre al Pro2 :• fino al 27 % d’aderenza in più grazie alla nuova tecnologia bi-mescola derivata dalla competizione MotoGP

• una resistenza al rotolamento eccezionalmente bassa • una referenza in termini di longevità chilometrica

*Fonte Michelin - centro prove e ricerche Michelin, i test di resistenza sono stati realizzati su pneumatici di sezione 23 mm e di pari livello alla gamma Michelin Pro3 su una macchina

dei test certificata UTAC. Condizioni dei test: carica di 50 dan, pressione 8 bars su ruota 13/622C.

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Page 17: Triathlon Magazine

Tristar 111 Monaco: a Marceau e Robin la prima edizioneOlivier Marceau (Svizzera) chiude al primo posto questo primo Tristar 111 Monaco. Una gara disputata sempre in testa già a partire dall’uscita dall’acqua. Marceau sotto il traguardo ha fermato il cronometro a 3:44:41. Secondo posto per lo spagnolo Mikel Elgezabal che giunge davanti a Regis Maniora (Lussemburgo). Ai piedi del podio l’atleta monegasco Hervé Banti.Tempo straordinario per il primo team staffetta composto da Gregory Mallet (nuoto), Geoffroy Lequatre (bici) e Marcel Zamora (corsa) che

TOP 5M

1. Olivier MARCEAU SUI 03:44:51

2. Mikel ELGEZABAL FERNANDEZ ESP

03:47:38

3. Regis MANIORA LUX 03:53:56

4. Hervé BANTI MON 03:54:13

5. Cedrick DUBOIS FRA 03:55:04

TOP 5F

1. Christel ROBIN FRA 04:07:40

2. Coralie LEMAIRE BEL 04:30:26

3. Annika SEEG GER 04:40:02

4. Adeline RAUSIS SUI 04:41:01

5. Dina BRAGUTI ITA 04:43:02

8. Sara TAVECCHIO 04:59:11

chiudono con un incredibile 3:34:48. Per quanto riguarda le donne, vittoria della francese Christel Robin, già vincitrice lo scorso

anno dell’Ironman 70.3 Monaco, argento per la belga Coralie Lemarie e bronzo ad Annika Seeg.

Ironman Wisconsin: vittorie record per Gambles e CrawfordLa gara di Madison, corsa Domenica 12 settembre, ha visto Joe Gambles vincere, col nuovo record del percorso, davanti a Christophe Guillaume ed Eric Bean; primato anche in campo femminile, grazie a Gina Crawford, seguita da Kristin Moeller e Mirjam Weerd.

TOP 5M

1. JOE GAMBLES, AUS 8:38:32

2. ROMAIN GUILLAUME, FRA 8:49:42

3. ERIC BEAN, USA 8:51:36

4. STEFAN RIESEN, SWI 8:53:39

5. BLAKE BECKER, 8:55:44

TOP 5F

1. GINA CRAWFORD, NZL 9:27:26

2. KRISTIN MOELLER, GER 9:39:43

3. MIRJAM WEERD, NLD 9:52:25

4. KATE PALLARDY, USA 10:04:19

5. CHARISA WERNICK, USA 10:07:19

Grande successo per la prima edizione di ExtremeMan 113 MinorcaPrima edizione per ExtremeMan 113 Menorca (sulla distanza Half Iron): Clemente Alonso ha vinto, resistendo fino alla fine a Marcel Zamora. Il terzo posto è stato per l’ex ciclista professionista Patxi Vila. La francese Alexandra Louison ha vinto tra le donne, dopo aver dominato tutta la gara. La sua connazionale Aline Choretier ha guadagnato

TOP 3M

1. CLEMENTE ALONSO (CANAL ISABEL II) 04:05:43

2. MARCEL ZAMORA (CN BARCELONA) 04:07:24

3. PATXI VILA (LAGUNAK-SALTOKI) 04:11:15

TOP 3F

1. ALEXANDRA LOUISON (TOC SEVIGNÉ) 04:44:54

2. ALINE CHORETIER 05:20:31

3. CRISTINA PRAT (CN REUS PLOMS) 05:21:34

il secondo posto lottando fino in ultimo con la spagnola Cristina Prat, terza sul podio. Il centauro Carlos Checa (ex Moto GP, adesso

in Superbike), al debutto nella triplice, ha terminato la gara con un tempo di 5h13min (71a posizione).

Challenge Walchsee: Vince Weiss, ottimi gli italianiOttimi i piazzamenti dei nostri atleti al Challenge Walchsee su distanza Half Iron: secondo posto per il mestrino Massimo Cigana seguito dal suo compagno di squadra Alessandro Degasperi che chiude terzo a 7 minuti dal vincitore, l’austriaco Micheal Weiss.In campo femminile vittoria per Yvonne Van Vlerken seguita dall’atleta di casa

TOP 5M

1. MICHAEL WEISS: 3:57:15

2. MASSIMO CIGANA: 3:59:35

3. ALESSANDRO DEGASPERI: 4:04:52

4. MICHAEL GÖHNER 4:05:36

5. JARMO HAST 4:06:54

TOP 5F

1. YVONNE VAN VLERKEN : 4:25:08

2. EVA DOLLINGER: 4:29:50

3. EDITH NIEDERFRINIGER: 4:38:58

4. SÚSANNA SØRENSEN 4:39:40

5. WENKE KUJALA 4:42:42

Eva Dollinger. A chiudere il podio l’azzurra Edith Niederfriniger.

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race & reportPianeta ironman

Page 18: Triathlon Magazine

edimburGo 2010anche gli age-group sono mondiali di Dino Beretta

E questa volta Edimburgo ci accoglie bene! Temperatura mite, tanto sole, niente pioggia e vento a differenza di tre anni fa, e chi c’era ben si ricorda, in occasione dei Campionati Europei di Duathlon, quando pioggia, vento e freddo condizionarono tutta la manifestazione. La sistemazione logistica è più che ottimale, la quasi totalità dei duatleti è alloggiata all’interno del villaggio universitario dove pure si trovano tutte le strutture organizzative, le camerette singole sono abbastanza spartane ma ordinate e pulite, c’è anche un moderno self-service dove si può mangiare tanto e spendere poco, ed è bello aggirarsi per i vialetti piuttosto che per i corridoi delle palazzine e incontrare e salutarsi fra atleti di tutte le età e di tutte le nazionalità. Il campo gara si trova a circa due chilometri di distanza ed è a ridosso di una collinetta l’Arthur’s Seat, che sicuramente è un punto simbolo di questa città. La zona cambio è sistemata su un bellissimo prato all’inglese, anzi alla scozzese, ed è organizzata molto bene in quanto si può entrare ed uscire in qualunque momento anche durante lo svolgimento delle numerose batterie che si susseguono

da primo mattino a pomeriggio inoltrato. Il percorso podistico è un bastone di 1250 metri pianeggiante nella prima parte e poi in salita progressiva fino al giro di boa e con ritorno in senso inverso, il tutto per 4 volte nella prima frazione di 10 km (ovviamente due volte nella frazione conclusiva per completare i 5 km); in mezzo la frazione di bici che si snoda sul perimetro della collinetta, un multilap; 8 km da percorrere 5 volte, con all’interno di ogni giro un po tutte le situazioni tecniche del ciclismo: salita breve e dura, poi più dolce ma più lunga, discesa, falsopiano e pianura, un percorso dove bisogna saper gestire molto bene l’uso dei rapporti, un percorso un po più vicino alle caratteristiche di noi Italiani e in controtendenza rispetto agli ormai abituali percorsi piattoni molto adatti ai duatleti del nord Europa e di oltre oceano. E come sono andati gli age-group Italiani? Diciamo molto bene visto l’esiguo numero di partecipanti, in primis Fabrizio Vignali medaglia d’oro nel Paratriathlon cat. TRI -3 , poi il solito grandissimo Roberto “Pierino” De Marcellis che ha conquistato l’ormai abituale medaglia d’oro nella categoria M70 con una prestazione cronometrica di altissimo

livello. Dopo di lui le medaglie di bronzo di Beretta tra gli M55 (vale autocitarsi?) e Alemanni nella categoria M65 che hanno confermato l’argento degli Europei di Nancy, poi l’intramontabile e sempre appassionato Palmucci 4° di categoria M45, un sorprendente Masini quinto al debutto con il miglior tempo bici di categoria M40, gara in cui l’oro europeo Sgrazzuti ha pagato un percorso bici non adatto a lui, quantomeno in questo momento. Grande prova anche di Paola Goldoni quanta tra le F40 e bravissimi tutti gli altri finisher Caggiati, Fasolo, Guglielmi, Benedetti e Croce. Le premiazioni si sono svolte all’aperto in zona arrivo nel momento in cui il sole impreziosiva il già di per sé bel paesaggio, organizzate in stile Olimpiadi hanno avuto momenti di intensa emozione che traspariva sui volti anche commossi di giovani e meno giovani!.Un gran bel Campionato Mondiale, sicuramente uno dei migliori di questi ultimi anni e c’è da augurarsi solamente che i duatleti italiani in futuro siano maggiormente presenti, è bello gareggiare per sé stessi ma ancora di più per la propria nazione, ne vale veramente la pena.

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race & reportedimburgo 2010

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irontour una esperienza unica di Francesco Cauz

Sentirsi al centro dell’attenzione, veder ruotare attorno a sé e ad altri 34 “colleghi” una cinquantina di persone per cui quel che conta è soltanto la buona riuscita in termini di visibilità e spettacolo dell’evento di cui quei trentacinque atleti sono l’unica attrazione e pertanto l’unico “prodotto” da vendere al pubblico, ai giovani triatleti

in cerca di un eroe, di un idolo da imitare, è una sensazione che chiunque vorrebbe provare nella propria carriera sportiva. Per uno che, come me, segue il “Giro d’Italia” dalla diretta dal parco chiuso alle dieci del mattino fino ai commenti dei cronisti assonnati a Giro Notte verso l’una, vivere qualcosa di simile a quel parco chiuso è stata un’esperienza straordinaria. Detto sinceramente, l’idea di andare a farsi massacrare da una nutrita rappresentativa dei più forti praticanti al mondo della triplice non mi aveva entusiasmato più di tanto quando il mio tecnico, Stefano Rossi, mi aveva comunicato di averci iscritto all’Irontour. Da tesserato per una squadra di D1 francese, avevo ben presente che in Francia il triathlon non ha molto da spartire con l’Italia, né a livello qualitativo, né a quello organizzativo. Lì un comune mortale come me cerca di restare aggrappato alle unghie dei piedi

dei mostri sacri fino all’ultimo watt che i muscoli riescono a imprimere, ma sapendo sin dall’inizio che l’immagine più ricorrente sarà quella di un body colorato con la scritta bianca del cognome che diventa sempre piccola. Il solo pensiero che quello sarebbe stato il pane quotidiano per cinque giorni consecutivi mi lasciava alquanto titubante sull’impatto che avrebbe avuto l’esperienza che ci preparavamo a vivere. “Saremo la Footon-Servetto dell’Irontour e arriveremo ultimi ma non andiamo a farci prendere in giro”, con queste parole ci ha salutato il coach-vate Rossi alla partenza. Quella che sembrava una sentenza a priori si è rivelata la vera frase ispiratrice della spedizione del Liger Team all’Irontour de France (in verità “de France” non c’è scritto da nessuna parte, in nessun volantino, su nessun sito, ma suona così bene…). Battezzati la “belle equipe” già dalle presentazioni iniziali per lo stile

delle divise e, consentitemelo, anche per il bell’aspetto dei suoi componenti, noi cinque Liger abbiamo giocato le nostre carte nei limiti dovuti all’inesperienza, ma essendo sempre presenti nelle azioni più importanti e nei momenti decisivi. E in cinque giorni di questi “momenti” posso dire di aver provato piacere nel gareggiare, come non sempre mi succede. Dalla rincorsa di Villeneuve les Avignon, quando con Alessandro, mi sono intrufolato nel treno del Poissy, al senso di smarrimento della gara a squadre di Lione, corsa in solitaria dal primo all’ultimo metro per un errore di valutazione nella scelta dell’ordine dei partenti. Dallo sconforto di Valence per aver perso il primo gruppo in T1, alla fatica estrema della cronosquadre di Chasse sur Rohne su una specialità che odio. Infine, lo stupore a Macon nel firmare autografi a dei mini triatleti che di te sanno solo che sei un triatleta professionista, e non è neanche vero. A collegare questi momenti tanti chilometri in pulmino e poche ore di sonno. Sembra strano ma si può finire ultimi col sorriso, certo non soddisfatti, ma ottimisti. Premesso che all’Irontour i principii del barone di Coubertin sono una barzelletta, da Villeneuve a Macon ho sempre lottato a pochi centimetri dai campioni, pur

sapendo che non c’era sfida però la competizione, l’agonismo però sì. Per aver retto il confronto, non sempre, solo per qualche tratto, con i vari Brownlee, Belaubre, Justus, Moulay, ripensare all’Irontour da un lato mi conforta. Dall’altro lato toccare con mano la realtà dell’elite mondiale rende l’idea dei propri limiti, oltre che dei margini. Al ritorno dalla Borgogna, sfiorando la Svizzera e

poi tagliando di netto lo Stivale giù fino alla Laguna veneta in pulmino si percepiva già la voglia di tornare all’Irontour ma con aspettative diverse. Ultimi facendo una buona impressione non bastava già più a nessuno, belli e combattivi non può essere un traguardo, e forse in quell’ambizione condivisa da tutti e cinque eravamo molto più simili ai campioni di quanto non fosse sembrato in gara.

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race & report

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race & reportirontour irontour

Page 20: Triathlon Magazine

di Alberto Fumi

Lo attendevano tutti e non ha tradito. Alessandro Fabian si conferma campione italiano di triathlon olimpico imponendosi sul difficile tracciato di Verbania davanti ai compagni di squadra Andrea D’Aquino e Giulio Molinari.Il successo del carabiniere padovano, nettamente il più in forma in questo periodo, è maturato grazie ad un collaudato gioco di squadra che ha stroncato un brillante ma isolato Alberto Casadei, quarto al traguardo.Riguardo al valore atletico di Fabian non c’è più molto da inventare, bisogna solo aspettare la completa maturazione e sperare che i risultati lo ripaghino dell’impegno e della fatica messi in campo durante l’anno, ma di Alessandro c’è ancora tutto da scoprire.Educato, disponibile, spesso sorridente: queste sono le sue armi vincenti. “Oltre al successo, voglio essere considerato un esempio: chi fa sport ad alti livelli deve ambire a questo, non basta vincere sul campo ma serve vincere nella vita”. Affermazione che chiarisce la determinazione che si cela dietro un’apparente pacatezza d’animo che sfocia in una sfrenata voglia di imparare a diventare un numero uno a tutto tondo.“Terminata la stagione italiana con il successo ai tricolori di Verbania, ho disputato l’Irontour, un’esperienza unica in un contesto super, e il triathlon di Barcellona: è fondamentale cimentarsi in ambito internazionale accanto ad atleti di alto livello; nelle gare di World Cup e World Championship Series ho già avuto grandi opportunità per accumulare esperienza e punti per i Giochi, ma non voglio fermarmi a quello perchè per ambire a qualcosa di importante a Londra 2012 non posso mai adagiarmi”.

fabian tricolore si conferma

TRICOLORI TRIATHLON OLIMPICOUomini1. Fabian Alessandro Centro Sportivo Carabinieri 1:54:11 2. D’aquino Andrea Centro Sportivo Carabinieri 1:54:48 3. Molinari Giulio Centro Sportivo Carabinieri 1:56:22 4. Casadei Alberto Gs Polizia Di Stato Fiamme Oro 1:57:04 5. Brustolon Danilo Gs Polizia Di Stato Fiamme Oro 1:59:48 6. Facchinetti Luca Triathlon Duathlon Rimini A.S.D. 2:00:11 7. Risti Ivan Dds 2:00:24 8. Canuto Manuele Gs Polizia Di Stato Fiamme Oro 2:01:15 9. Ciavattella Jonathan C.S. Esercito 2:01:28 10. Cocha Lucas International 3 Sport 2:01:48

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race & reportFabian tricolore

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Chrissie ha stabilito il nuovo record al Ironman® World Championship: 8h:54m:02sCongratulazioni Chrissie per il 3° Championship consecutivo!

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Page 21: Triathlon Magazine

alice betto Tanto giovane quanto determinata. Alice Betto è una delle stelle più splendenti del panorama del triathlon nazionale ed ora, dopo essersi fregiata della maglia tricolore, ha tutta l’intenzione di vendere cara la pelle anche all’estero.Raccontaci la tua vittoria nel campionato italiano di Verbania.È stata una gara molto impegnativa. Ci puntavo molto ma avevo avuto un infortunio ed ero in ritardo di condizione specie in bici e nel podismo, per fortuna è andata bene. E stato molto emozionante. Specie perchè sono arrivata da sola. Quali sono i tuoi obiettivi per questa stagione?

di Andrea Capelloil tricolore del futuro

in gruppo con loro e potrò capire quanto sono distante e quanta strada ho ancora da fare.Pensi mai alle Olimpiadi di Londra 2012?È stato il mio obiettivo fin dal giorno in cui ho deciso di intraprendere questa attività ma sono scaramantica e preferisco non parlarne. Che opinione ti sei fatta del triathlon italiano?Purtroppo rispetto ad altri paesi l’Italia è molto indietro anche dal punto di vista dell’audience. Molta gente non lo conosce oppure non lo considera. Bisognerebbe portare sempre di più il triathlon nelle grandi città e cercare di avvicinarci sempre di più ad una visione professionistica della nostra attività.Consiglieresti questo sport ai giovani?Secondo me i più piccoli devono iniziare da uno sport. Io mi sento di consigliare il nuoto perchè la tecnica natatoria va affinata già in tenera età. Successivamente possono tranquillamente avvicinarsi al triathlon, una disciplina che ti da emozioni tanto grandi quanto intense e dove già solo finire una gara è sinonimo di grande soddisfazione perchè può sempre succedere di tutto.Hai delle dediche particolari da fare per la vittoria nel titolo italiano?Ringrazio i miei tecnici Giorgio Rondelli, Gianni Leoni e Simone Diamantini. Un grazie particolare va anche a Sergio Migliorini del triathlon Novara ed alla Dds, squadra per la quale sono tesserata da questa stagione, che mi ha sempre messo a disposizione le sue strutture al mio sponsor Tyr ed a Frugeri per le biciclette. Se sono arrivata davanti a tutte il merito è anche loro.

L’idea è quella di fare una stagione sicuramente più intensa rispetto alla scorsa. L’obiettivo è quello di fare tante gare di coppa del mondo e cercare con continuità piazzamenti fra la decima e la quindicesima posizione poi ovviamente voglio fare bene al mondiale. In Italia sono già riuscita ad affermarmi, ora mi devo riconfermare in campo tricolore ma soprattutto devo puntare all’estero.Dal prossimo anno non gareggerai più con gli Under 23, ma i scontrerai stabilmente con gli Elite. Più preoccupata o stimolata?Un po’ mi spaventa ma fondamentalmente mi stimola. Io lo avrei fatto fin da subito. Dopo aver guardato per un anno e mezzo le gare della big di questo sport. Ora finalmente starò

TRICOLORI TRIATHLON OLIMPICODonne1. Betto Alice Triathlonovara 2:20:57 2. Bonin Charlotte G.S. Fiamme Azzurre 2:21:14 3. Chmet Daniela Gs Polizia Di Stato Fiamme Oro 2:22:34 4. Stampfli Carla Elena Dds 2:23:35 5. Gaiardelli Marta G.S. Fiamme Azzurre 2:27:18 6. Santimaria Margie Atletica Bellinzago 2:29:07 7. Cibin Monica Triathlon Cremona Stradivari S.S.D. R.L. 2:33:03 8. Cappellini Adelaide Gs Polizia Di Stato Fiamme Oro 2:40:32 9. Giussani Alexa Atletica Bellinzago 2:41:28 10. Mazzucco Laura Alba Triathlon 2:45:50

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race & reportBetto tricolore

Page 22: Triathlon Magazine

tricolore ironmanannovazzi concede il bis. sella dominatrice Niente di nuovo sotto il sole. All’isola d’Elba il duo formato da Matteo Annovazzi e Maria Alfonsa Sella ha confermato il titolo italiano di triathlon distanza iron regolando sia la concorrenza interna che quella proveniente dagli stranieri. Con loro si sono riconfermate campioni nazionali anche le rispettive società ovvero il Peperoncino Team in campo maschile ed il Td Rimini in quello femminile. La gara maschile vedeva uscire dall’acqua un gruppetto in cui spicavano le presenze di Mazzetta, Paoli ed Annovazzi. La frazione ciclistica però sparigliava completamente le carte ed il primo a presentarsi a zona

cambio diventava l’olandese Chris Brands, la sorpresa di giornata. Con lui emergeva dal gruppo anche Alberto Roviera, poi terzo sul traguardo. Nella maratona finale però Matteo Annovazzi trovava le energie necessarie per riprendere in mano le operazioni, superare gli avversari e giungere sotto il traguardo, dove lo attendevano trepidanti gli amici del suo fan club, con cinque minuti di vantaggio sul coriaceo Brands. Come detto la festa del Peperoncino veniva completata dal bronzo di Alberto Roviera e dalla buona gara di Alberto Invernizzi, che chiudeva il

terzetto di piazzamenti valido per la vittoria nel campionato a squadre. In campo femminile Maria Alfonsa Sella usciva dall’acqua con un margine di circa sei minuti sull’olandese Jannsen, favorita della vigilia, e la tedesca Scnheck. Le avversarie tornavano prepotentemente in gara ma nella maratona la siciliana del Td Rimini compiva il suo capolavoro regalandosi il quarto titolo consecutivo di specialità. Un traguardo fantastico condiviso pure con le compagne di squadra Elisabetta Stampi e Silvia Serafini con le quali vinceva l’alloro riservato ai team.

Elbaman - 7° Acqua dell’Elba

Assoluti Uomini1. Annovazzi Matteo (Peperoncino Team) 9:43:102. Brands Chris (Olanda) 9:48:223. Roviera Alberto (Peperoncino Team) 10:08:444. Wierenga Wouter (Olanda) 10:18:585. Stalzer Heiko (Germania) 10:22:59

Assoluti Donne1. Sella Maria Alfonsa (TD Rimini) 10:47:132. Janssen Eva (Olanda) 10:53:573. Schnek Michaela (Germania) 11:12:484. Parsons Michelle (Gran Bretagna) 11:15:245. Elisabetta Stampi (TD Rimini) 11:53:52

Campionato Italiano

Uomini1. Annovazzi Matteo (Peperoncino Team) 9:43:102. Roviera Alberto (Peperoncino Team) 10:08:443. Mauro Ciarrocchi (Europa SC Brescia) 10:29:08

Donne1. Sella Maria Alfonsa (TD Rimini) 10:47:132. Stampi Elisabetta (TD Rimini) 11:53:523. Serafini Silvia (TD Rimini) 12:05:03

Squadre Campionato ItalianoMaschile: Peperoncino Team (Annovazzi, Roviera, Invernizzi)Femminile: TD Rimini (Sella, Stampi, Serafini)

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race & reportTuttogare italia

Page 23: Triathlon Magazine

lido delle nazionila festa delle sQuadre. sorridono i militari: successi a carabinieri e fiamme azzurre

Spettacolo doveva essere e spettacolo è stato. Al Lido Delle Nazioni i migliori intepreti del triathlon a livello nazionale si sono dati battaglia per conquistare con i loro tea di apprtenenza il titolo di campioni italiani a squadre. Per la categoria elite la gara prevedeva un criterio di gara a staffetta di 3 atleti per team ed ognuno doveva effettuare un triathlon di 400mt di nuoto 10km di bici e 2,5 km di corsa. Al via si presentavano 20 Squadre maschili e 15 femminili. La formula avvincente e spettacolare provocava continui cambi al comando della gara nelle prime due frazioni rimandando la decisione finale all’ultima frazione. Alla fine la vittoria andava per pochi secondi alla

formazionedel C.S.Carabinieri composta da Andrea D’Aquino, Massimo De Ponti e Giulio Molinari, sul team del G.S. Fiamme Oro Polizia di Stato. Terzo e primo delle società civili Triathlon Cremona Stradivari. Anche in campo femminile la lotta, pur ristretta a tre compagini, era serratissima. Alla fine la spuntava il G.S. Fiamme Azzurre Polizia Penitenziaria con una decina di secondi di vantaggio sul Triathlon Cremona Stradivari. Terza piazza per la DDS Milano. Successivamente era la volta della categoria Age Group con team

giunti da tutte le regioni italiane isole comprese per un complesso di oltre 180 Squadre di 5 elementi ciascuna . In questo caso la prova consisteva in una gara di triathlon sulla distanza di 750mt di nuoto 20km di bici e 5 km di corsa. Alla fine a festeggiare erano il Padovanuoto in campo maschile, davanti al Bardolino ed allo Stradivari Cremona, e proprio la formazione cremonese in quello femminile con alle spalle Busto Arsizio e Gs Pasta Granarolo. Battuto il record della passata stagione con oltre 900 atleti al via.

CATEGORIA ELITE MASCHILE1) Carabinieri 1.27.182) Fiamme Oro 1.27.343) Cremona Stradivari 1.28.524) Dds 1.29.585) Forhans Team 1.31.57

CATEGORIA ELITE FEMMINILE1) Fiamme Azzurre 1.40.152) cremona Stradivari 1.40.273) Dds 1.40.344) Td Rimini 1.41.245) Fiamme Oro 1.42.26

CATEGORIA AGE GROUP MASCHILE1) Padovanuoto 59.062) Gs Bardolino 59.123) Cremona Stradivari 1.00.194) Tt Riccione 1.00.315) Lc Bozen 1.00.55

CATEGORIA AGE GROUP FEMMINILE1) Cremona Stradivari 1.10.072) Arc Busto Arsizio 1.11.043) Pasta Granarolo 1.12.224) Padovanuoto 1.13.535) Padova triathlon 1.14.10

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race & reportTuttogare italia

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Terenzo BozzoneIronman 70.3 World Champion

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MARINA DI PISA (PI) – 4 SETTEMBREDomina la DdsSono Ivan Risti e Silvia Gemignani i vincitori del triathlon olimpico di marina di Pisa. L’alteta tesserato per la Dds ha fatto la differenza nella frazione di corsa dopo che la prima parte di gara aveva visto in grande spolvero Andrea Morelli del Cus Torino, poi secondo al traguardo. Terza piazza per Francesco Nicolai. Nella gara femminile dietro alla vincitrice, in testa fin dalle prime battute. Si sono piazzate Pamerla Geijo e Marta Gaiardelli.

BROLO (ME) – 5 SETTEMBRELa vittoria è DolceVincenzo Dolce si è imposto nel triathlon super sprint di Brolo con un comodo minuto di vantaggio su Vincenzo Faraci. Alle sue spalle, distanziato di soli sei secondi fabio Sirugo. Tra le donne è Daniel Aliquò a salire sul gradino più alto del podio. Seconda e

tutto GAREdi Andrea Capello

terza piazza per Cinzia Amato edc Angela Lidestri.

CREMONA (CR) – 5 SETTEMBREEsultano Vizzardelli e SimicGrazie ad una gara condotta in maniera esemplare Andrea Vizzardelli si è aggiudicato il triathlon sprint di Cremona. Il portacolori della Dds ha regolato Gregory Barnaby e Thomas Andrè. In campofemminile la lotta si è consumata tutta fra comapgne di squadra dello Stradivari Cremona. Alla fine a spuntarla è stata Mateja Simic su Monica Cibin. Terza Elisa Battistoni.

MANERBA (BS) – 5 SETTEMBREObrist ed Ebranati su tuttiGrazie ad un ottima frazione ciclistica Michael Obrist si è aggiudicato il duathlon sprint Mtb di Manerba piegando la resistenza di Gianpaolo Papes e Stefano Milesi. Senza storia la gara femminile con Mara Ebranati

comoda prima su Paola Zaghi. Terza ed ancora più distanziata Elena Porta.

MARINA DI CAMEROTA (SA) – 5 SETTEMBREDominano gli atleti campaniparla campano il triathlon sprint di Marina di Camerota. Il primo a tagliare il traguardo è stato infatti Alessandro d’Ambrosio della Canottieri Napoli. Dietro di lui, distanziato di un minuto circa, è giunto il pugliese Michele Insalata. Terzo posto per Marco Selicato. Tra le donne dominio assoluto della posillipina Claudia Casola che non ha lasciato scampo a Manuela De Vito ed alla venezuelana Annateresa Vera Farnetano.

APPIANO (BZ) – 12 SETTEMBREDietl ed Oberdofer senza rivaliE’ Stefan Dietl il vicnitore del primo triathlon super sprint Mtb di Appiano. Secondo, grazie ad un’ottima frazione podistica Anton Kelderer davanti a Mario Ortega, terzo per un solo secondo di distacco. In campo femminile nessun problema per Barabara Oberdofer. Il podio è stato compeltato da Verena Leiter e Melanie Demanega.

MARINA DI MASSA (MS) – 12 SETTEMBREParis di misura. Olivari di forza. Al termine di una gara davvero palpitante Fabio Paris ha conquistato il triathlon Mtb super sprint di Marina di Massa. Il vincitore ha inflitto undici secondi di distacco a Martino Colosi e ventidue a Fabio Dell’Amico, giunti rispettivamente secondo e terzo. Diverso l’andamento della gara femminile dominata in lungo ed in largo da Nicole Olivari con Simona Casentini e Melania Rinforzi a completare il podio.

MERGOZZO (VB) – 12 SETTEMBREFontana e Klinger non lasciano spazio agli avversariE’ Daniel Fontana la stella più brillante al triathlon internazionale 70.3 di Mergozzo. L’atleta della Dds ha comandato la gara dall’inizio alla fine infliggendo ai rivali più agguerriti il più che sostanzioso divario

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race & reportTuttogare italia

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di sei minuti e mezza. Alle spalle del meritato vincitore sono giunti due atleti del Peperoncino. L’argento è andato al collo di Matteo Annovazzi mentre il bronzo è finito a quello di Gabriele Mazzetta. Anche la gara femminile ha avuto una dominatrice assoluta nella persona di Nicole Klinger. L’atleta del Liechtenstein è giunta al traguardo con un vantaggio superiore addirittura ai dodici minuti sulle azzurre Elisabetta Stampi e Michela Menegon.

MONOPOLI (BA) – 12 SETTEMBREVige la legge di InsalataNon ha avuto molta storia il triathlon olimpico age group di Monopoli. A partire dalla frazione ciclistica infatti Michele Insalata ha fatto valere la sua legge distanziando di dieci minuti tutti i suoi avversari una volta giunti sul traguardo. Più serrata la lotta per l’argento con Stefano Spina che ha comcluso davanti a Michele Falcone. Tra le donne si è imposta Rosa Tribuzio.

SOTTOMARINA DI CHIOGGIA (VE) – 12 SETTEMBRESimko e Chmet si impongono di misuraTre soli secondi. Questo il divario al termine della gara fra Pavel Simko e Luciano Taccone.

Rispettivamente primo e secondo al triathlon sprint di Chioggia. Molto vicino ai primi anche il terzo classificato, l’australiano Peter Mc Hugh. Molto combattuta anche la gara femminile con Daniela Chmet prima davanti a Mateja Simic e Pamela Geijo.

CAMPO DI MARE (BR) – 19 SETTEMBREBis di Insalata e TribuzioCosì come a Monopoli nella settimana precedente anche a Campo di mare, Michele Insalata e Rosa tribuzio tagliano il traguardo a braccia alzate. Questa volta ad arrendersi sono stato Alessandro Suriano e Michele Castellaneta, secondo e terzo con oltre due minuti di ritardo dal vincitore.

CASTEVOLTURNO (CE) – 19 SETTEMBRED’Alessandro e Locarno davanti a tuttiLotta tutta interna alla Canottieri Napoli per aggiudicarsi la vittoria nel triathlon sprint di Castelvolturno. Alla fine il primo a giungere sul traguardo è stato Alessando D’Ambrosio davanti al compagno di squadra Carmine Rozza. Terzo Mauro Pera. Fra le donne Daniela

Locarno ha contenuto nella corsa il rientro della avversarie giungendo prima davanti a Consuelo Ferragina e Manuela De Vito

BOLSENA (VT) – 25 SETTEMBREGiulio Molinari c’è. Ok pure Maria Elena PetriniGiulio Molinari ha regalato ai Carabinieri la vittoria nel triathlon sprint di Bolsena superando di un minuto esatto Jacopo Butturini, primo dopo la frazione natatoria. Al terzo posto Livio Molinari. I tre sono stati gli unici a completare la gara con un tempo inferiore ad un’ora. In campo femminile Maria Elena Petrini del Td Rimini si è dimostrata la più forte chiudendo davanti ad Alexa Giussani ed Alessia Orla.

CAPALBIO (GR) – 25 SETTEMBRESalini e Rossi brindano a Capalbio.Gabriele Salini del Freezone ha vinto il triathlon sprint di Capalbio costringendo alla resa danilo Palmucci. Entusiasmante la lotta per la terza piazza con Guido Esposito che allo sprint ha beffato Stefano Spina relegandolo fuori dal podio per due soli secondi. Più netta invece la vittoria di Francesca Rossi. L’alteta del Forhans ha battuto Michela menegon e Cristina Nisi.

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race & reportTuttogare italia

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BARLETTA (BT) – 26 SETTEMBREInsalata si impone nel primo “Città di Barletta”Michele Insalata mette in bacheca il primo triathlon super sprint di Barletta. L’atleta dell’Iron Lion Team, unico a terminare la gara sotto la mezzora, ha preceduto Marco Selicato ed Ivano Antelmi, entrambi del Cus Bari. La gara femminile invece ha visto primeggiare Enrica Oppido.

PORTO TORRES (SS) – 26 SETTEMBRECapra va di corsa. Carta dominatrice assolutaE’ la frazione podistica a regalare a Nicola Capra il primo posto nell’olimpico di Porto Torres. Proprio nell’ultima parte di gara infatti il vincitore è riuscito a scrollarsi di dosso Roberto Moro ed Emanuele Moi, secondo e terzo al traguardo. Tra le donne Valentina Carta ha stracciato tutte le avversarie infliggendo un distacco che ha sfiorato i quindici minuti alle rivali, capeggiate dalla spagnola Ana Creus Del Campo. Il bronzo è andato invece alla sassarese Maria Elena Mura.

RECCO (GE) – 26 SETTEMBREI team piemontesi corsari in LiguriaSono entrambi tesserati per società piemontesi i vincitori del triathlon olimpico di Recco. In campo maschile il primo a

tagliare il traguardo è stato infatti bruno Pasqualini della Torino3 mentre in quello femminile ha vinto Laura Mazzucco dell’Alba Triathlon. I due podi sono stati completati rispettivamente dalle accoppiate Marco De Marco – Davide Ballabio e Beverley Gibson – Gessica Sarti.

CAPOLIVERI (LI) – 9 OTTOBREGuidelli e Zavanone vincono gara e circuito XTERRA Italian TourGianpietro De Faveri e Fabio Guidelli sono insieme sul traguardo di Capoliveri conquistano la prima edizione dell’XTERRA disputato nella località dell’Isola d’Elba. La terza piazza invece è andata ad Antonello Pallotta, staccato di circa un minuto. In campo femminile la vittoria è andata invece ad Ilaria Zavanone, brava ad imporsi su Elke Innerebner e Silvia Riccò. Grazie a questa affermazione i due si sono aggiudicati pure il Circuito XTERRA Italian Tour 2010 che ha visto, oltre alla tappa toscana, anche quelle di Lago Revine(Tv),Valle del Cedrino /Orosei (Sardegna) ed Avigliana (Torino).

BORGO SAN GIACOMO (BS) – 10 OTTOBREDominio dello Stradivari CremonaLo Stradivari Cremona ha dettato legge nel duathlon sprint di Borgo San Giacomo piazzando due atleti su entrambi i primi

gradini del podio. Fra i maschi la vittoria è andata a Leonardo Ballerini per trenta secondo sul lecchese Andrea Villa. Terza piazza per un altro portacolori dello Stradivari ovvero Guido Ricca. Fra le donne vittoria netta per Monica Cibin su Mara Ebranati ed Eliana Alberti.

CONEGLIANO (TV) – 10 OTTOBREPapes e Nonino brindano a ConeglianoGianpaolo Papes si è imposto per trenta secondi netti nel duathlon Mtb di Conegliano su Huber Rossi. I due hanno staccato gli altri avversari guidati da Luca Panzavolta, terzo al traguardo. In campo femminile vittoria per la friulana Anna Nonino davanti a Raffaella Besenzon e Marta Giacomini, entrambe della Padova Triathlon.

LERICI (SP) – 10 OTTOBREBonazzi chiude sotto l’ora e trionfa a LericiE’ stato l’unico atleta a chiudere la sua fatica sotto l’ora di gara e per questo Luca Bonazzi ha meritato la vittoria nel triathlon sprint di Lerici. A completare il podio il torinese Andrea Morelli, primo dopo la frazione natatoria, ed Alessandro Lambruschini, terzo con soli cinque secondi di vantaggio su Marco De Marco. Tra le femmine prima senza troppe ansie Giorgia Priarone davanti ad Angela Stefani e Daniela Locarno.

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SANTA MARINELLA (RM) – 10 OTTOBREAscenzi la spunta nel finale. Desideri ok. Al termine di una gara davvero molto combattuta Alex Ascenzi si è imposto di misura nel triathlon sprint di Santa Marinella. Dietro di lui due degnissimi avversari come Alessandro D’Ambrosio, secondo, ed Alessandro Ussi, terzo. In campo femmnile vittoria di Sara Desideri, tesserata per gli organizzatori del Forhans Team. Il podio è stato completato dalla tedesca vanessa Schlemmer e da Manuela Ascoli.

VILLAFRANCA TIRRENA (ME) – 10 OTTOBREFoti e marzo aprono l’albo d’oro a Villafranca TirrenaE’ quello di Massimilano Foti il primo nome ad essere iscritto nell’albo d’oro del duathlon sprint di Villafranca Tirrena. Il podio è stato completato da Fabio Sirugo ed Alex Teran, autori comunque di una buona gara. Tra le donne tutto facile per Dora Marzo, seconda Giuseppa Sanfilippo, terza Daniela Aliquò. Più staccate le altre.

MILANO IDROSCALO - 16 OTTOBREBallerini e Locarno conquistano MilanoDue ottime frazione iniziali ed una spaiente gestione nel podismo. Questa la ricetta vincente con cui Leonardo Ballerini si è imposto nel tirathlon sprint dell’idroscalo a Milano. L’ultimo a cedere è stato Matteo Annovazzi, secondo al traguardo. La terza piazza è andata invece ad Alessio Daccò. Tra le donne invece ha chiuso al primo posto Daniela Locarno, che ha abbatutto il muro dell’ora di gara. Seconda e terza sono giunte rispettivamente Francesca Ravarotto e Paola Ramponi.

GIOIA DEL COLLE (BA) – 17 OTTOBREDoppio successo per l’Iron Lion TeamAncora e sempre Michele Insalata. Anche in questa occasione il principale favorito ha mantenuto i favori del pronostico vincendo senza eccessivi patemi il duathlon sprint di Gioia del Colle. Troppa la differenza fra la medaglia d’oro ed i suoi inseguitori, capitanati da Giuseppe Grassi secondo. Terzo posto per Giampiero Ursino. Tra le donne Rosalinda Pischetola ha battuto Consuelo Ferragina e Stefania Mattia.

PORTO SANTO STEFANO (GR) – 17 OTTOBREArrivo all’unisono. La spunta UssiTre atleti in altrettanti secondi. Sono stati i particolari a decidere il vincitore dell’ArgenTriathlon di Porto Santo Stefano. Alla fine a festeggiare è stato Alessandro Ussi davanti a Gabriele Salini e Manolo Bertasi al termine di una gara davvero molto bella. Diverso l’andamento della gara femminile con Myriam Grassi nettamente prima su Cristina Nisi ed Irene Buggini.

SALUZZO (CN) – 17 OTTOBREVarbella e Gibson fanno il vuotoSono Vittorio Varbella e Beverley Gibson i vincitori del duathlon di Saluzzo. In entrambi i casi la vittoria non è pressochè mai stata in discussione. Decisamente più interessante la lotta per le piazze d’onore, almeno in campo maschile. Alla fine ad aggiudicarsele sono stati Marco Gallesio ed Aldo Deambrogio. Tra le femmine invece è toccato ad Elena Porta e Monica Strano completare il podio.

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SAN VITO LO CAPO (TP) – 17 OTTOBRECampagna e Prestigiacomo sugli scudiDopo un’ora di lotta Salvatore Campagna ha potuto alzare le braccia al cielo e portarsi a casa la vittoria nel triathlon sprint di San Vito Lo Capo. Alle sue spalle, a distanza di un minuto l’uno dall’altro, sono giunti Vincenzo Dolce e Giovanni Manzella. Bella anche la gara femminile con Maria Grazia Prestigiacomo prima davanti a Federica Cernigliaro. Più staccate le altre capeggiate da Anna Maria Spina, per lei è arrivata la medaglia di bronzo.

ALBEROBELLO (BA) – 24 OTTOBREGrassi e Pischetola festeggiano fra i TrulliIl secondo duathlon sprint della città dei celeberrimi Trulli ha visto la vittoria di Giuseppe Grassi. Il portacolori del Salento triathlon ha regolato il brindisino Iran Ponzetta ed il suo compagno di squadra Giampiero Orsino, giunti sul traguardo con un minuto netto di differenza l’uno dall’altro. Tra le donne invece a festeggiare è stata Rosalinda Pischetola

MALGRATE (LC) – 24 OTTOBREDominio straniero nel “Powerman”Parla straniero la tappa italiana del circuito mondiale di duathlon “Powerman”. La gara si è svolta in condizioni atmosferiche quasi invernali e se non hanno influito nelle frazioni podistiche sviluppate sul lungolago all’insegna della visibilità e spettacolarità certamente hanno reso ancor più ardua la frazione ciclistica. La gara maschile è stata dominata dal belga Joerie Vansteelant mentre quella femminile è stata vinta dalla tedesca Ulrike Schwalbe. Indietro gli italiani con Matteo Annovazzi undicesimo e Francesca Ravarotto settima.

SAN MARTINO (PV) – 31 OTTOBREBallerini di misura su RossiAl termine di una sfida vietata ai deboli di cuore Leonardo Ballerini ha battuto per soli due secondi Huber Rossi e si è aggiudicato il duathlon sprint di San Martino. Terzo e più staccato Stefano Milesi. Più netta invece l’affermazione in campo femminile di Mara Ebranati, prima davanti a Paola Brazioli e Stefania Rosi.

FINALE LIGURE (SV) – 1 NOVEMBREMazzucco ed Alladio si impongono a FinaleSono Luca Alladio e Laura Mazzucco i dominatori della prova di duathlon disputata a Finale Ligure. Decisamente senza storia la competizione femminile con l’albese che ha gareggiato praticamente da sola infliggendo un distacco abissale, oltre quindici minuti, ad Anastasia tonelli. Terza piazza per Elena Porta. Tra i maschi invece dietro al vincitore sono giunti Giovanni Bertagnin e Davide Fornara.

ISSO (BG) – 6 NOVEMBRED’Aquino e Sella sorridono all’Ecorace di Isso Ottimo successo per il 1°duathlon Ecorace di Isso. Nella gara organizzata dal Peperoncino Team il primo a giungere il traguardo è stato il Carabiniere Andrea d’Aquino. Alle sue spalle un altro solido atleta dei gruppi militari come Daniel Antonioli dell’Esercito. Terza piazza per il Peperoncino con Nicolas Becher. Tra le donne invice ad esultare è stata la riminese Maria Alfonsa Sella, prima davanti a Monica Cibin e Giuliana Arrigoni.

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tristar e mct buone le primeCon la chiusura della stagione 2010, è tempo di stilare un bilancio dell’attività di I AM Sport Events nell’anno di esordio. Un anno che ha visto la giovane società portare sulla scena italiana e mondiale due nuovi eventi ambiziosi e decisamente sfidanti: il Garmin Milano City Triathlon, il 25 Luglio, e il TriStar222 Sardinia,

il 3 Ottobre. Due sfide che si possono considerare vinte e che permettono ai tre soci Marco Galliena, Stefano Leone ed Andrea Vasco di poter guardare al futuro con fiducia e rinnovata ambizione. “Al primo anno siamo riusciti a mantenere fede alla nostra mission: organizzare degli eventi in location

molto suggestive, coniugando un alto livello agonistico con la sicurezza per tutti gli atleti e una attenzione focalizzata a proporre un prodotto che andasse oltre la gara in sé.” esordisce Marco Galliena. “Garmin Milano City Triathlon ci ha mostrato, come ben detto dal nostro Race Director Oscar Petroboni, che “Si può fare”: la nostra intuizione si è dimostrata corretta, Milano merita di diventare uno degli appuntamenti più prestigiosi su distanza olimpica a livello mondiale. Vedere il triathlon protagonista in piazza Duomo a Milano è stato veramente emozionante, anche alla luce di come la città ha accolto e incitato lungo il percorso i triatleti.” dichiara Andrea Vasco.“TriStar222 Sardinia è stata un’esperienza totalizzante: una prima mondiale di un format che è stato ben giudicato dai lunghisti, in una gara del tutto nuova. Ci riempie di orgoglio aver fatto scoprire una terra meravigliosa a tanti atleti stranieri che non ne conoscevano

le bellezze, e la loro volontà di spargere la voce per ripresentarsi nel 2011 ci fa molto piacere soprattutto per la meravigliosa gente di Sardegna, che è stata il miglior biglietto da visita per la filosofia “Yes, you can” del circuito, basata su divertimento, responsabilità sociale in opere di beneficenza a favore di associazioni locali e protezione dell’ambiente”, sottolinea Stefano Leone, il quale ha ricoperto il ruolo di Race Director in Costa Smeralda.È tempo di guardare alla prossima stagione. “Il 2011 è già iniziato, siamo al lavoro sulle prossime edizioni e su altri progetti veramente interessanti. I tanti commenti entusiastici arrivati dagli atleti, dai volontari e da tutti i nostri collaboratori ci daranno la carica giusta per non sederci sugli allori e migliorare; alla luce di questi è quindi lecito aspettarci alti volumi già dal 2011, il che renderà tutto sia più esaltante, ma anche più difficile” chiude Andrea Vasco.Vediamo quali sono i numeri dai quali I AM Sport Events partirà nel 2011: la gara di Milano ha raccolto 117 iscritti, di cui 111 maschi e 14 donne, provenienti da 8 diverse nazioni del mondo. Le società più numerose sono state ovviamente quelle milanesi e lombarde, ma tanti atleti sono arrivati anche dal resto d’Italia. Per quanto riguarda il Tristar222 Sardinia, 144 sono stati gli atleti

al via, di cui 121 maschi e 23 femmine. Ventiquattro le nazioni rappresentate di cui le più numerose l’Italia, la Francia, la Germania e la Gran Bretagna. Numerosi anche gli atleti provenienti da Stati Uniti, Giappone e Nuova Zelanda.All’unisono i tre soci delineano gli obbiettivi primari per il prossimo futuro: “Il Garmin Milano City Triathlon ha già raccolto interesse da tutto il mondo, tanti stranieri già ci chiedono

quando ci sarà la prossima edizione: ci sono i presupposti per entrare in una dimensione internazionale e attirare nella nostra città una forte componente turistica. Il nostro team tecnico è già al lavoro per trovare le soluzioni giuste a fronte di un forte incremento dei partecipanti. Dall’altro lato, l’apertura dell’ITU nei confronti delle nuove distanze introdotte da TriStar ci permetterà di sviluppare con maggior efficacia il circuito sul suolo nazionale.”

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Gli italiani sono un popolo di sedentari. Chi fa carriera ottiene una poltrona.

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Il lunGo inverno a nuoto del triatleta di Stefano Rossi

Per tutti i triatleti, tranne per i pochi fortunati che possono permettersi di gareggiare anche durante i mesi freddi, l’inverno è lungo, almeno sei mesi senza gare di triathlon per molti sono difficili da digerire. Le motivazioni soprattutto quando le gare sono cosi lontane dal disputarsi in termini di tempo, vengono a calare, mentre proprio questo periodo sarebbe il momento ideale per allenarsi meglio e più intensamente per affrontare la stagione futura con il piglio giusto. Cosa fare per mantenere accesa la fiamma motivazionale anche nei mesi dove una bella nuotata in acque libere abbronzante e una gara in acque cristalline sono solo un sogno?

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Triatleta “pioniere” dal 1986, allenatore di nuoto e triathlon, laureato in psico-logia con indirizzo sportivo, direttore

tecnico del Ligerteam Keyline. Come triat-leta vanta con orgoglio un singolare record: gareggia ininterrottamente dal 1986. Come allenatore di nuoto ha ottenuto i podi ai cam-pionati Italiani assoluti dalla distanza dei 50 m alla 25 km di fondo. Nel triathlon in carriera ha vinto i titoli italiani in tutte le categorie da ca-detti fino ad assoluti. Detiene il record italiano sulla distanza Ironman con Massimo Cigana (8h31’26”, IM Florida 2007). Il suo motto è: fare attività fisica è la cosa più naturale che ci possa essere, non complicatela troppo.

Stefano [email protected]

Nuotare in compagnia a giorni e orari fissiTranne per i triatleti più forti che che hanno la fortuna di allenarsi con squadre agonistiche di nuoto, gli altri quasi sempre si allenano da soli e in orari disparati quasi sempre nei turni del nuoto libero. Cercate di nuotare sempre agli stessi orari prima o poi troverete qualche compagno- compagna di avventura che potrebbero rendervi la seduta natatoria più motivante.

La squadra masterOramai in quasi tutte le città esiste una squadra master di nuoto, individuate la piscina dove svolgono questa attività e cercate di farvi inserire nel loro gruppo. Li troverete gente con la passione sfrenata per il nuoto, pronta ad accogliervi e a darvi anche in inverno la motivazione per macinare chilometri su chilometri.La gare di nuoto masterSe siete riusciti a farvi inserire nella squadra master vi chiederanno sicuramente di gareggiare. Programmatevi già ad inizio stagione degli appuntamenti di gara e datevi degli obiettivi da raggiungere, cercate di disputare gare sulle distanze più vicine a quelle del triathlon anche se vedrete che vi toccherà partecipare anche a qualche gara veloce per rafforzare lo spirito di squadra.

Pro e contro delle gare master Tanti pro, ma anche qualche contro. Uno degli aspetti positivi delle gare di nuoto è il confrontarsi realmente col

cronometro e senza scia, saper gestire le energie in gara e cominciare a conoscere il proprio fisico e le reali andature di gara vi serviranno anche durante le gare estive di triathlon. Altro pro è che la gara come anche negli altri sport è il metodo più allenante che ci sia.Un solo contro: il tempo che si perde per fare una gara di nuoto. Quasi sempre per queste gare bisogna investire una giornata o mezza giornata durate i weekend dove si potrebbe benissimo allenarsi intensamente anche negli altri sport. Un consiglio è quello di portarvi con voi il materiale per correre, di solito i tempi di attesa per le gare sono lunghi e in molti casi riuscirete a metterci dentro una corsetta.

La squadre di triathlon organizzateFortunatamente esistono anche squadre di triathlon age group che hanno la possibilità di far allenare assieme i propri atleti durante la settimana programmando allenamenti comuni. Altre come la mia che lasciano i triatleti age group liberi di allenarsi in orari e impianti più convenienti dal punto di vista logistico, ma che durante l’inverno fissano a cadenza mensile degli stage di apprendimento che in qualche caso si trasformano in vere sfide all’ultima ripetuta. In entrambi i casi il moto è mantenere alta la motivazione con aggregazione e divertimento.

Per i solitariEsiste anche chi non ha bisogno di aggregazione e di gruppo ma si motiva

in altro modo sfruttando l‘allenamento natatorio per stare finalmente con orecchie tappate e mente sgombra ovattati dal rumore dell’acqua. A questi consiglio di fissarsi come appuntamento mensile una serie test per darsi comunque degli obiettivi prestativi tipo 20x100 con ripartenza standard misurando i tempi e registrando la media oppure il test del 1000 ad andatura di gara.Esempio: atleta con andatura di gara 1’20”/100 m serie standard = 20x100 ripartenza a 1’30”

Cosa faccio ioAnche se amo l’acqua, un po’ assuefatto per via del mio lavoro lo sono. Per sopperire a questo problema mi sono fissato due giorni dove devo assolutamente nuotare e prima di iniziare l’allenamento mi impongo una tabella minima che poi se ci prendo gusto allungo, poi gli altri giorni uso il nuoto come relax dopo corsa: 1000 -1500 metri di nuoto aerobico ed esercizi sono un vero toccasana per mente e fisico.

RiassumendoAlla base di tutto per riuscire a nuotare con buone motivazioni c’è sempre e comunque da seguire un programma ben strutturato, dove il fatto stesso che ogni giorno che passa vi sentirete sempre meglio è sicuramente la motivazione numero uno che vi permetterà di passare un inverno dove il nuoto la farà da padrone.

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l’aGonismo invernale pedalare e correre verso il

winter triathlon di Andrea Gabba

La stagione invernale è ormai alle porte ma il triathlon non va in letargo. Dimenticato il sole e il caldo dell’estate, siamo pronti per il freddo e la neve dell’inverno. E’ tempo di lasciare nell’armadio cuffia, occhialini e bici da strada e tirare fuori dal garage sci da fondo e mountain bike: è tempo di winter triathlon.

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Verso il Winter triathlon L’innovazione tecnologica ha sempre consentito agli uomini

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Dopo una lunga stagione estiva di gare terminata alla fine di settembre il triatleta che ama il winter triathlon può percorrere due strade: partecipare a queste competizioni esclusivamente come momento agonistico invernale inserito all’interno della preparazione di base per i triathlon classici oppure preparare al meglio il triathlon delle nevi.Nel primo caso è fondamentale fare, al termine dell’ultima gara della stagione 2010, un periodo di riposo totale (7-15 giorni) seguito da un periodo di recupero attivo (15 giorni circa). Dopo un mese di “stacco” è bene iniziare la preparazione invernale in vista della stagione 2011.Nei mesi di novembre e dicembre saranno fondamentali i lavori di forza-compensazione in palestra associati al lavoro aerobico nel ciclismo e nella corsa. A partire da gennaio la forza deve diventare specifica (salite di corsa, sfr e scatti da fermo in bici) e i ritmi devono gradatamente alzarsi. In questo contesto le gare di winter triathlon possono rappresentare i primi allenamenti specifici in vista della stagione primaverile dei duathlon e dei triathlon sprint e olimpici. Nel caso invece un triatleta voglia esprimersi al meglio nel corri-pedala-scia la preparazione deve seguire una linea specifica: lo stacco tra la stagione estiva e quella invernale, sebbene presente, deve essere minimo, la fase di ripresa aerobica va condensata in sole quattro settimane, le competizioni nelle singole discipline vanno inserite dopo poche settimane di lavoro. L’allenamento di ciclismo e di corsa avrà la predominanza nei mesi autunnali rispetto a quello di nuoto, allo stesso tempo correre e pedalare serviranno a compensare la logica difficoltà per chi vive lontano dai monti di svolgere allenamenti specifici sugli sci da fondo.

DICEMBRE

Nel secondo mese della preparazione i lavori di forza passano ad essere espressione della forza resistente e non più massima. Il lavoro organico deve crescere di intensità integrandosi con un importante fase agonistica introduttiva.

Ciclismo (tre allenamenti settimanali)Aerobico: uscita di 2h-2h30’ su strada in fondo lento ad alta cadenza di pedalata. Curare in modo particolare l’agilità. Sarebbe utilissimo un lavoro in fondo medio dietro motore ad alta cadenza di pedalata (oltre 100 rpm) oppure in scia ad un gruppo.Forza: in MTB (meglio) oppure su strada uscita da 1h30’ dove dopo una fase di riscaldamento è opportuno inserire una serie da 5-6 partenze da fermo in salita con rapporto lungo seguita da 4x(2’30”-4’ salite di forza resistenza recupero in discesa). Al termine del lavoro di forza 20’ di fondo medio ad alta cadenza di pedalata.Specifico MTB: allenamento in MTB della durata di circa 1h-1h30’ su percorso su terreno morbido o possibilmente innevato. Dislivelli contenuti (no salite lunghe ma brevi strappi da affrontare alla massima intensità o da percorrere a piedi). Dopo fase di riscaldamento pedalare ad intensità di gara per 45’-60’. In fase avanzata è utile molto utile evitare fase di riscaldamento in bicicletta e svolgere

NOVEMBRE

Terminata la stagione estiva e affrontati 7\15 giorni di recupero attivo (no stacco totale) è importante iniziare la preparazione che ci porterà al top nella forma nel mese di gennaio-febbraio con un periodo di 4 settimane di ripresa aerobica e lavori di forza.

Ciclismo (tre allenamenti settimanali)Aerobico: uscita di 2h-2h30’ su strada in fondo lento ad alta cadenza di pedalata. Inserire due-tre salite di distanza variabile tra i 3 e i 5 km da percorrere a frequenza cardiaca del fondo medio da seduti alternando tratti a 60 rpm a tratti a 70-80 rpm.Forza: in MTB (meglio) oppure su strada uscita da 1h30’ dove dopo una fase di riscaldamento è opportuno inserire due-tre serie da 5-8 partenze da fermo in salita con rapporto lungo. Al termine 20’ di fondo medio.Tecnica: allenamento in MTB della durata di circa 1h-1h30’ a carattere tecnico (guida della bici su tratti

impervi, discese molto impegnative, ripartenze in situazioni difficili, superamento di ostacoli naturali) inserendo tratti di corsa a piedi con la bici a fianco e tratti di guida su terreno soffice come sabbia-ghiaia-fango (qualora fosse possibile per chi vive in montagna l’ottimo è naturalmente su neve).Corsa (tre allenamenti settimanali)Aerobico: uscita lunga di 1h-1h30’ massimo su percorso vallonato possibilmente sterrato a ritmo di fondo lento: sono valide alternative lavori progressivi con finale a medio oppure variazioni naturali lungo sentieri o tratti boschivi.Forza: ripetute brevi in salita 10x80m sprint seguiti da fondo progressivo per circa 30’Medio: allenamento a fondo medio (40’) inserendo una salita continua di circa 20’

Non sono previste competizioni in questo periodo di costruzione della stagione invernale.

questa attività correndo a piedi con finale in progressione.Corsa (tre allenamenti a settimana)Aerobico: uscita lunga di 1h su percorso vallonato possibilmente sterrato a ritmo di fondo lento.Medio: allenamento a fondo medio (40’) su percorso vallonato.Ripetute: riscaldamento seguito da ripetute alla soglia 5-6x3-4’ in leggera salita recupero in discesa, al termine defaticamento.

Competizioni: in questa fase della preparazione è molto utile inserire in sostituzione del lavoro a fondo medio nella corsa o specifico della MTB competizioni quali come i duathlon MTB, gare in mountain bike oppure gare di ciclocross, corse campestri.Qualora la domenica si partecipasse ad una gara il carico settimanale va rivisto rispetto a quanto indicato in precedenza.

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Ct della nazionale di lungo, è stato responsabile del settore femmi-nile alle olimpiadi di pechino ed

è allenatore e marito di Nadia Cortassa. Con i suoi atleti ha vinto oltre 30 titoli italiani assoluti o giovanili e segue la pre-parazione degli age group tramite il sito www.triathloncoach.it. Ha gareggiato dal 1992 su tutte le distanze dall’ironman Ha-waii all’XTERRA passando per le distanze classiche.

Andrea [email protected]

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GENNAIO - FEBBRAIO

Siamo giunti ai mesi delle gare la preparazione deve essere quindi mirata a farci rendere al massimo durante le competizioni. L’allenamento infrasettimanale ha lo scopo di mantenere attive le specificità che nel week end andiamo ad allenare. Le gare di diverse discipline diventano importanti per non dire fondamentali quando non possiamo gareggiare nel winter triathlon.

Ciclismo (due allenamenti settimanali)Aerobico: uscita di 1h\1h30’ su strada in fondo lento ad alta cadenza di pedalata. Questa uscita serve a mantenere il gesto tecnico ma ha una valenza molto simile al recupero attivo

Specifico MTB: allenamento in MTB della durata di circa 1h\1h30’ su percorso su terreno morbido o innevato. Pedalare per circa 30’\45’ a ritmo gara. E’ utile frazionare la parte a ritmo gara in segmenti da 10-12 minuti con fase di recupero attivo tra le ripetizioni.

Corsa (due a l lenament i a set t imana)Aerobico: 1h fondo lento fac i le in p ianura anche su as fa l toR ipetute: r ipetute a l la sogl ia in p ianura o su ter reno morbido con legger i d is l i ve l l i . Percorrere a r i tmo di sogl ia 5 \6 km fraz ionat i da un mass imo di 2km (esempio 3x2km) ad un minimo di 500mt recupero at t ivo.

Competizioni: come detto in precedenza il week end deve essere dedicato ad allenamenti che simulano la competizione oppure a gare vere e proprie. Per chi avesse difficoltà a recarsi in montagna le corse campestri e i ciclocross restano validissimi strumenti di allenamento per il winter triathlon. Per chi avesse la possibilità di recarsi in montagna oltre ad allenamenti specifici oppure gare di sci di fondo sono altamente consigliati allenamenti combinati corsa-mtb-sci di fondo oppure mtb/sci di fondo. La parte di corsa (logisticamente più facile da svolgere) e di Mtb dovrebbero essere effettuate su percorsi innevati.

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Dopo essersi diplomato all’Isef, è diventato docente e acquisito la qualifica di personal trainer FIF.

Da anni si occupa di corsa e svolge con-sulenze specifiche nel settore. Organizza collegiali per i runner di tutti i livelli ed è responsabile del gruppo di pacemaker di RunninZen.Il sito internet, di cui è ideatore e titolare, è www.runningzen.it

Ignazio Antonacciwww.runningzen.it

Applicazioni pratiche del Cardiofrequenzimetro per il ciclismo e la corsa di Ignazio Antonacci

Abbiamo visto nei precedenti articoli com’è costituito il cardiofrequenzimetro, da una fascia elastica ove sono presenti dei sensori che trasmettono la frequenza cardiaca all’orologio; quindi c’è un orologio ove poter visionare tempo totale allenamento, tempo di ogni frazione (LAP), frequenza cardiaca, Kcal consumate durante l’allenamento e per alcuni modelli più avanzati c’è anche la possibilità di utilizzare un sensore da scarpa , o da braccio, per misurare distanza e il ritmo di corsa. Prima di parlare delle sue applicazioni pratiche nel ciclismo e nella corsa, diventa fondamentale riprendere il concetto inerente al carico di allenamento. Ogni stimolo inviato mediante allenamenti appropriati al nostro organismo sviluppa degli adattamenti e miglioramenti dal punto di vista fisiologico,

Nome zona

ZONA 1

MoltoLeggera

ZONA 2

Leggera

ZONA 3

Moderata

ZONA 4

Intensa

ZONA5

Massimale

Alattico

1 m/moli

2 m/moli

3 m/moli

4 m/moli

5 m/moli

Descrizione zone allenamento

Ideale per riscaldamento/Defat

Zona allenamenti di recupero

Zona aerobica/lipidica

Consumo Grassi / Ritmo Mr

Zona Aerobica/glucidica

Zona mezza maratona

Limite zona aerobica/anaerobica

zona gare e allenamenti brevi

Zona anaerobica pura

molto intensa / ripetute brevi

FC [bpm]

da 125

a 135

da 135

a 145

da 145

a 150

da 155

a 165

da 168

a 175

sp [km/h]

12

12,5

12,5

13,5

13,5

15

15,5

16

16,4

19,5

t/km

5’00

4’48

4’48

4’25

4’25

4’00

3’50

3’45

3’40

3’05

muscolare, cardiovascolare, mentali. Il carico di allenamento a sua volta può essere suddiviso in:

Carico Interno : quello che avviene dal punto di vista organico e fisiologico nel nostro organismo come potrebbe essere aumento della frequenza cardiaca, capacità di recupero dopo uno sforzo;

Carico Esterno: tutto quello che riguarda ritmo al km, km percorsi, tempo totale di allenamento.

L’utilizzo del Cardiofrequenzimetro è ottimale per valutare il carico interno, quello che accade dal punto di vista fisiologico nel nostro organismo, come reagisce la frequenza (FC) a

determinati stimoli allenanti , come si riesce a recuperare dopo un lavoro intervallato, cioè quanto tempo impiega la frequenza cardiaca per rientrare in una zona aerobica e di rigenerazione. Tutto ciò ci servirà per capire come poter impostare al meglio ogni seduta di allenamento per raggiungere l’obiettivo prefissato. Inizialmente, nelle prime fasi della preparazione il cardiofrequenzimetro servirà per effettuare i test di valutazione funzionale (Test Conconi , Test del Lattato Ematico, Test di Cooper) dei quali abbiamo parlato in un articolo precedente in maniera approfondita del Test Conconi per valutare la soglia anaerobica. Vediamo di capire meglio come utilizzare praticamente il cardiofrequenzimetro nei nostri allenamenti e preparazione per la corsa e il ciclismo.

Prima Fase di preparazione: all’inizio di preparazione, ipotizziamo che abbiamo effettuato il Test Conconi (o Test del Lattato Ematico) che per quanto concerne la corsa è possibile effettuarlo sul tapis roulant e per il ciclismo sul cicloergometro, ed abbiamo verificato per esempio che le nostre Target Zone Allenanti (zone di lavoro ove il nostro organismo riceve degli stimoli per poter migliorare dal punto di vista aerobico, anaerobico, lattacido o alattacido) siano comprese nei range della tabella sopra.

Si inizia a identificare la soglia anaerobica (o velocità di riferimento) che in questo caso ipotizziamo sia di 16 km/h (ritmo al km di 3’45”) con una Fcmedia alla soglia di 165 bpm e una Fcmax di 175 bpm, successivamente si iniziano a identificare le altre zone allenanti, per sommi capi li possiamo dividere in 5 Zone differenti per obiettivo e intensità. Quindi abbiamo:

Zona1: ideale per il riscaldamento e defaticamento , ove lo stimolo allenante è moderato, serve anche come intensità per rigenerare organismo dopo allenamenti impegnativi , o gare, ideale per preparare organismo alla seduta di allenamento

specifico, oppure per migliorare il recupero e ritorno alla calma alla fine di una seduta impegnativa.

Zona2: ideale per allenamenti aerobici lunghi e lenti, ove c’è un massiccio consumo e utilizzo di acidi grassi come combustibile per fornire energia (Ottimo per migliorare la Potenza Lipidica), per la corsa potrebbe essere un allenamento a Ritmo Maratona (o gara Maratona) , per il ciclismo potrebbe essere una GranFondo, per il Triathlon un Ironman o un allenamento combinato prolungato.

Zona3: ideale per allenamenti di media intensità ove c’è un maggior utilizzo di zuccheri , rispetto ai grassi, parlando di podismo si può pensare a una gara di Mezza Maratona, allenamenti medi di intensità non elevata e neanche troppo blanda, per il ciclismo si può parlare di una seduta di 1h30-2h00 su percorso ondulato con intensità media.Zona4: è la zona della soglia anaerobica, ideale per allenamenti veloci di media durata o distanza da 10-14km in base alle proprie capacità, quindi ottima per allenamenti di ripetute medie e lunghe, di interval training non a intensità massimale, sia per la corsa e sia per il ciclismo ove si alternano fasi di intensità al 100% della soglia anaerobica, e fasi di intensità al 70% per recuperare.

Zona5: ideale per lavori brevi e intensi, ove c’è utilizzo massiccio di zuccheri e una produzione elevata di acido lattico, come sprint in salita, interval training su distanze brevi , gare da 5-6km, gare cronoscalate 4-6km.

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traininG

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traininGAllenarsi con il cardio Allenarsi con il cardio

Page 37: Triathlon Magazine

Seconda Fase di preparazione: una volta che abbiamo verificato e analizzato le nostre Target Zone allenanti praticamente possiamo stilare la preparazione e quindi procedere nella stesura del programma di allenamento per migliorare la nostra condizione fisica. In linea di massima tutto ciò corrisponde sempre a un innalzamento della soglia anaerobica cercando di correre più velocemente o migliorare la velocità di crociera in bici, a un miglioramento della soglia aerobica cercando di allenarsi sempre più a lungo consumando una buona miscela di acidi grassi in prevalenza e zuccheri in maniera più moderata. Di seguito una proposta pratica di quello che potrebbe essere un allenamento combinato Corsa + Bici tenendo presente utilizzo del Cardiofrequenzimetro e quindi le indicazioni Zone Allenanti menzionate con riferimento alla soglia anaerobica (che in questo esempio abbiamo visto essere pari a una FCmedia di 165 bpm).

Terza Fase di preparazione: una volta effettuati i Test di Valutazione funzionale, aver ottenuto le Target Zone per ogni allenamento, aver programmato un mesociclo di allenamento , alla fine si necessita di rivalutare la condizione fisica raggiunta per poter riprogrammare il periodo successivo di preparazione. Tutto ciò è ovvio che deve essere programmato tenendo presente l’obiettivo finale della preparazione: partecipare a una Maratona? Una gara di Duathlon? Una gara di Triathlon (Sprint – Olympico – Ironman)? Il consiglio dal punto di vista pratica nella stesura e organizzazione della preparazione è quello di utilizzare una programmazione che rispecchi queste tipologie in base alla propria condizione fisica ed esperienza: programmazione 2 (settimane di carico) + 1 (settimana di scarico), oppure 3 (settimane di carico)+ 1 (settimana di scarico) in questo caso si ha opportunità di rigenerare organismo e sfruttare la supercompensazione.

In conclusione si può affermare senza ombra di dubbio che l’utilizzo dal punto di vista pratico del Cardiofrequenzimentro è consigliato nella preparazione atletica sia per la corsa, sia per il ciclismo, sia per il Triathlon. Un allenamento mirato e programmato rispettando i propri range di frequenze cardiache vi permetterà di raggiungere in maniera specifica l’obiettivo

prefissato e vi permetterà di conoscere in maniera approfondita le vostre potenzialità e quali sono i margini di miglioramento di mese in mese, di anno in anno. Tenendo presente che una Peak Performance dipende da tanti fattori oltre che atletici, mentali, e alimentari quindi un’attenzione particolare a questi aspetti vi permetterà di essere sempre vincenti.

INDICAZIONI PRATICHE ALLENAMENTO IN BASE ALLA SOGLIA ANAEROBICA A cura di RunningZenLUNEDI’

CL 45’00 da 135-145

Fartlek (da 145 a 165)

10 x 1’ veloce + 1’ lento

CL 45’00 da 135-145

Fartlek (da 145 a 165)

10 x 1’ veloce + 1’ lento

CL 45’00 da 135-145

Fartlek (da 145 a 165)

10 x 1’ veloce + 1’ lento

CL 45’00 da 135-145

Fartlek (da 145 a 165)

10 x 1’ veloce + 1’ lento

SET.

1^ set.

2^ set.

3^ set.

4^ set.

MARTEDI’

Bici Fondo Medio

da 1h30 - 2h00

da 145 a 155bpm

Bici IT Salite

10 x 1km (pd 8/6%)

da 145 a 165bpm

Bici Fondo Medio

da 1h30 - 2h00

da 145 a 155bpm

RIPOSO

MERCOLEDI’

CL 20’00 + allunghi

RMP 8 x 1km 160-165bpm

Rec 2-3’ 135 - 145bpm

CL 20’00 + allunghi

CM 10km

da 145 - 155bpm

CL 20’00 + allunghi

RLP 5 x 2km 160-165bpm

Rec 2-3’ 135 - 145bpm

Bici Fondo Medio

da 1h30 - 2h00

da 145 a 155bpm

GIOVEDI’

Bici Fondo Lento

da 1h30 - 2h00

da 135 a 145bpm

Bici Fondo Lento

da 1h30 - 2h00

da 135 a 145bpm

Bici Fondo Lento

da 1h30 - 2h00

da 135 a 145bpm

RIPOSO

VENERDI’

CL 20’00 + allunghi

Cprogressiva 12km

da 145-165bpm

CL 20’00 + allunghi

IT 10 x 500mt 165-170

rec 2’00 135-145bpm

CL 20’00 + allunghi

Cprogressiva 12km

da 145-165bpm

CL 45’00 da 135-145

Fartlek (da 145 a 165)

10 x 1’ veloce + 1’ lento

SABATO

RIPOSO

RIPOSO

RIPOSO

RIPOSO

DOMENICA

Combinato

Bici 1h30 135-145

Corsa 1h 145-155

Combinato

2 x Bici salite 30’ 150-160

Corsa 30’ 135-145

Combinato

Bici 2h00 135-145

Corsa 1h30 145-155

Combinato

Bici 1h 135-145

Corsa 1h 145-155

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traininGAllenarsi con il cardio

Page 38: Triathlon Magazine

Siamo giunti alla fine della stagione, ma in realtà non tutti terminano con le competizioni.Il panorama invernale ci mette a disposizione un numero elevato di corse campestri, maratone invernali, gare di nuoto e gare di ciclocross o mtb. Ma l’inverno deve essere anche utilizzato per costruire al meglio tutte quelle tecniche che accompagnano i nostri gesti atletici.In questo numero parleremo di corsa e di quelli esercizi che si possono fare per potenziare la muscolatura che accompagna il podista e per migliorare

staGione finita ora costruiamo la tecnicadi Emiliano Agnello

è laureato in Biotecnologie. Lavora in ambito di preparazione atletica e mentale per sport di

endurance presso i centri fitness Virgin a Milano. Si occupa anche di riabilitazione post-trauma e recuperi all’attività sportiva.

Emiliano [email protected]

Emiliano Agnello

L’inverno deve essere anche utilizzato per costruire al meglio tutte quelle tecniche che accompagnano i nostri gesti atletici.

la reattività dei piedi, argomento, questo, molto caldo, in quanto è noto che un conto è correre “a secco”, ovvero cimentarsi in un allenamento di corsa senza aggiungere nessun altro allenamento,un conto è correre al termine di una gara di triathlon, quando la muscolatura è affaticata dalle attività svolte in precedenza.È proprio su questo punto che è interessante capire il tipo di muscolatura utilizzata e portare i propri tempi il più vicino possibile a quelli svolti “a secco”. Intanto è bene fare una precisazione sul

tipo di gare che intendiamo effettuare e a chi possono essere rivolti gli esercizi che proponiamo un seguito. Molti di noi svolgono spesso sedute di fondo lento o fondo medio (+40’’ oppure +20’’ del miglior tempo che hanno fatto registrare su una gara di 10km. Ad esempio se il mio personale sul 10000 è di 40’, di solito mi alleno andando tra i 4’40/km e i 4’20’’/km) dando purtroppo poco spazio alle ripetute.La ripetuta in sè può essere considerata come il primo cambiamento del tipo di passo che vado ad utilizzare.

Intanto per r ipetute dobb iamo fare una d i s t inz ione t ra r ipetute brev i (40 0 m), medie (10 0 0 m) e lunghe (2-30 0 0m). A seconda

de l t ipo d i compet iz ione che abb iamo sce l to come ob iet t i vo è oppor tuno concent rar s i su l la r ipetuta mig l io re.

Va da sè che questa semplificazione non tiene conto della qualità dell’allenamento di ognuno, ma è rivolta in maniera generale a chi si avvicina per le prime volte a questi mezzi specifici di allenamento. Ma torniamo a noi. Dopo aver svolto un 10000 a ritmo gara come test, valutiamo come devono essere svolte le ripetute e quali sono i tempi di recupero consigliati.

Brevitriathlon, duathlon sprintMedietriathlon, duathlon olimpiciLunghe70.3, Ironman

Brevi-30’’ recupero 1’ minimo 10 ripetizioniMedie-15/20’’ recupero 3’ minimo 6Lunghe-5-10’’ recupero 4’ da 3 a 5

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traininG traininG

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La tecnica di corsa La tecnica di corsa

Page 39: Triathlon Magazine

eXerCise-assOCiated collapse di Sergio Migliorini

[email protected]

è nato a Cameri il 19/4/57, città in cui risiede. Laureato in medicina e chirurgia, si

è specializzato in medicina dello sport e riabilitazione. È autore di numerose pubblicazioni scientifiche nel campo della medicina e traumatologia dello sport, e tecnica dell’allenamento, ha pubblicato diversi libri in ambito sportivo e collabora con diverse testate sportive specializzate italiane. Per la Fitri riveste il ruolo di medico federale.

Sergio Migliorini

È la più comune evenienza che porta i triatleti a ricevere le cure nella tenda medica.In tutte le gare di resistenza, ma particolarmente all’arrivo delle gare di triathlon è frequente vedere i triatleti con problemi che si presentano appena superata la linea di arrivo. Molti hanno bisogno dell’aiuto del personale paramedico per farsi sorreggere, altri si siedono o addirittura si sdraiano a terra creando non pochi problemi all’assistenza sanitaria e al lavoro dei giudici e fotografi.EAC è dovuto nella maggior parte dei casi ad una condizione benigna di ipotensione posturale che avviene alla fine della gara quando improvvisamente cessa lo sforzo. I medici e i paramedici di servizio devono conoscere questo problema e gli atleti devono se possibile evitare di bloccare la finish-line.

DOPO LA SFORZO LA PRESSIONE SI ABBASSA IMPROVVISAMENTEPer anni questa evenienza è stata interpretata come una “sincope da calore” dovuta ad un esaurimento o a un colpo di calore. Nella maggior parte dei casi però non c’è evidenza che questo problema sia causato dalla elevata temperatura. La temperatura rettale di questi atleti è abitualmente nella norma e questo malore avviene anche con basse temperature ambientali. Non c’è quasi mai evidenza di disidratazione, e comunque il livello di disidratazione verificatosi durante la gara non è mai correlato al grado di caduta della pressione sistolica. Ovviamente se durante la gara la sudorazione è stata eccessiva o se si sono verificati disturbi quali vomito o diarrea, è più facile

che avvenga la caduta di pressione. L’attività sportiva di endurance causa comunque degli adattamenti fra i quali una diminuita resistenza vasale periferica che porta a valori pressori più bassi. Alcuni studiosi hanno inoltre riscontrato che al termine delle gare di ultramaratona si verifica una caduta asintomatica della pressione sistolica di più di 20 mm di Hg in circa il 70% degli atleti.Quando cessa lo sforzo viene meno la pompa muscolare del polpaccio e si verifica un ristagno di sangue nelle vene degli arti inferiori, con conseguente minor riempimento e pressione nell’atrio destro e conseguente sincope. Sembra anche che si associ un “riflesso atriale paradosso” che causa una ulteriore vasodilatazione agli arti inferiori.

COSA FAREÈ importante differenziare gli episodi di EAC che avvengono appena terminata la gara, dalle sincopi che avvengono durante lo sforzo che nascondono invece seri problemi cardiologici, neurologici o metabolici. Ovviamente bisognerà escludere ipertermia, ipotermia e ipoglicemia. È quindi opportuno per il personale sanitario controllare lo stato mentale, la temperatura corporea, il polso e la frequenza cardiaca, i segni di disidratazione, la glicemia e la sodiemia. Nelle gare di ultraendurance la iponatremia (valori di sodiemia minori di 135 mmol/L) è la principale causa dei più gravi problemi sanitari. In un atleta che ha una normale temperatura rettale e un alterato stato di coscienza deve essere considerata la possibilità di iponatremia. L’atleta va sorretto, fatto sedere nei casi più lievi su una sedia e invitato a reidratarsi bevendo integratori o acqua. Nei casi più seri va sdraiato nella tenda medica innalzando i piedi di almeno 15 cm. Questo accorgimento basta a regolarizzare la pressione in poco tempo. L’idratazione per endovena non va considerata sino a quando non si è avuto o meno una risposta dalla posizione sdraiata. Una tachicardia e una ipotensione che persistono nonostante la posizione sdraiata ad arti elevati è una indicazione ad effettuare la fleboclisi.

PERSONALE SANITARIO ESPERTO E ATLETI PREPARATIIl personale paramedico addetto al finish-line di una gara di triathlon deve conoscere questa evenienza medica ed essere pronto a liberare l’area arrivo dai triatleti che hanno un malore

FARE BOXINOCosa controllare nell’atleta collassato- stato di coscienza- temperatura rettale- pressione sistolica- frequenza cardiaca- stato di idratazione- luogo del collasso (area arrivo o percorso)- perdita di peso- glicemia- sodiema

appena superato l’arrivo. Devono lasciare alcuni secondi l’atleta seduto e poi sorreggerlo per farlo sedere o portarlo nella tenda medica nei casi più seri, dove i medici provvederanno alla diagnosi e terapia. Purtroppo in tante gare il personale sanitario sta seduto in ambulanza o nella tenda medica aspettando gli atleti…

Devono sapere che nei casi in cui è possibile camminare sino alla tenda medica o alla area di ristorazione devono liberare l’area arrivo al più presto possibile: ridurranno i sintomi dell’ipotensione e l’intasamento dell’area arrivo. Purtroppo la confusione che si crea può far perdere di vista le vere emergenze mediche. Non solo, ma non è una bella immagine per il triathlon vedere gli atleti sdraiati per terra al termine della gara. Viene da pensare che in tanti casi sia una abitudine o una comportamento conseguente a quello fatto prima dagli altri. Infatti è opinione comune che molti atleti si sdraiano senza averne particolare bisogno.

traininG traininG

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Medicina EAC Medicina EAC

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Page 40: Triathlon Magazine

Lureata in Odontoiatria e Protesi Dentaria all’Università degli Studi di Padova. La sua tesi di laurea “La

performance sportiva e la patologia posturale nei pazienti con disordini cranio-cervico-mandibolari”, è stata presentata al Collegio Nazionale dei Docenti di Odontoiatria 2010, e pubblicata sulla rivista scientifica Minerva Stomatologica. Esercita la libera professione nel suo studio di Mestre. Ha gareggiato per la Nazionale Italiana di triathlon fino al 2008, ora si dedica alle lunghe distanze. E’ l’italiana più giovane ad aver concluso un Ironman.

Alice [email protected]

La salute orale nell’ atleta di Alice Cabianca

Quando prepariamo la nostra stagione agonistica cerchiamo sempre di curare ogni più piccolo dettaglio negli allenamenti, nell’alimentazione e nella salute nostro corpo. Riguardo a quest’ultimo aspetto, che in fin dei conti è l’unico indispensabile, spesso viene lasciata per ultima la cura e l’attenzione verso i nostri denti, rimandando sempre a “più avanti” un controllo dal dentista per eventuali dolorini che compaiono in bocca.

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Si deve sapere però che la salute orale negli atleti è più a rischio che nel resto della popolazione. Durante le gare o gli allenamenti chi si dedica alle distanze lunghe, tende ad assumere alimenti ricchi di carboidrati e bevande energetiche altamente corrosive, oltre a ingerire una maggior quantità di cibo per soddisfare il fabbisogno calorico.Gli attacchi esterni che la dentatura di uno sportivo deve subire sono di vario genere, vediamo di affrontarli uno per uno.

Sports drink. Molte delle bevande utilizzate per il reintegro salino da parte degli sportivi durante e dopo l’attività fisica contengono grosse quantità di acidi e posso causare erosione dentale. Per erosione si intende la lenta ma continua demineralizzazione dello smalto dentale, che porta al suo indebolimento e successiva disgregazione. Lo smalto è lo strato più superficiale del dente, ed essendo il tessuto più duro del corpo umano, protegge il dente e permette la sua integrità. Sotto lo smalto si trova la dentina, un tessuto duro, ma molto più poroso dello smalto, che una volta esposto si consuma molto più facilmente, dà sensibilità al caldo e freddo e permette il passaggio dei batteri fino alla polpa dentale, sede del nervo e dei vasi che mantengono il dente vivo. Anche le bibite gassate, spesso presenti ai ristori durante le gare, corrodono lo smalto dei denti, infatti una ricerca della Southern Illinois University School of Dental Medicine, in Usa riferisce che “i soft drink alla lunga determinano una significante perdita dello spessore dello smalto”. Colpa dell’acido

citrico e fosforico, ingredienti base di lattine e bottiglie ad alto tasso di bollicine. Gli scienziati statunitensi spiegano su General Dentistry, che “le bibite gassate e zuccherate non dovrebbero destare preoccupazione solo per i loro effetti sull’ago della bilancia. Oltre a essere responsabili dell’aumento di peso, infatti, danneggiano irrimediabilmente i denti”. Un’altra ricerca della University of Tennessee, che testa in vitro il potenziale erosivo di Red Bull, Gatorade, Coca Cola classica e Diet Coke sullo smalto dentale, ha evidenziato che tutte e 4 queste bevande a lungo andare causano dissoluzione della superficie smaltea del dente, e nello specifico in questo ordine: Red Bull>Gatorade>Coca-Cola Classica>Diet Coke.

Barrette e alimenti energetici. Gli alimenti ricchi di carboidrati sono quelli che più aiutano prima e durante lo sforzo fisico; ogni atleta che pratica sport di resistenza sa quanto importante sia mantenere sempre alto il livello di glicogeno nel sangue, per poter compiere sforzi prolungati e non incorrere nelle famose “balle fulminanti” ovvero cali di zuccheri. Purtroppo però i carboidrati sono anche i principali responsabili dello sviluppo della carie: quando noi mangiamo cibi ricchi di zuccheri semplici (per esempio gli sqeeze) o composti (barrette energetiche), e non ci laviamo i denti per parecchie ore, i batteri che normalmente vivono nel nostro cavo orale e che formano una sottile pellicola intorno al dente, iniziano a sintetizzare questi carboidrati producendo acidi che disgregano

il dente, portando alla formazione di cavità che altro non sono che carie.La differenza tra l’assunzione di gel e barrette è che i gli zuccheri semplici vengono facilmente rimossi dall’azione naturale della saliva, mentre gli zuccheri composti per la loro consistenza morbida e pastosa, si attaccano ai denti e si insinuano tra le fessure, diventando difficili da eliminare anche con lo spazzolino; questi alimenti inoltre contengono zuccheri facilmente fermentabili: più a lungo rimangono sui denti, più spianano la strada ai batteri che, producendo acido, creando i presupposti per la carie. A differenza dei cibi con alta adesività dentale, gli zuccheri semplici come caramelle e gelatine vengono lavati via rapidamente dalla saliva, un meccanismo fisiologico efficientissimo in grado non solo di rimuovere i residui di cibo dalla bocca, ma anche e soprattutto di neutralizzare gli acidi, abbassare rapidamente l’acidità grazie al pH basico e, contemporaneamente, fornire calcio e minerali che contrastano la demineralizzazione.A proposito di saliva, recenti studi hanno messo in evidenza che negli atleti che praticano sport che richiedono allenamenti intensi per un arco di tempo continuato, si ha una variazione nelle componenti proteiche e ioniche salivari. In particolar modo si è visto che durante tutto il periodo in cui si svolgono gli allenamenti, si ha una riduzione della concentrazione di anticorpi salivari.Questo livello costantemente basso di anticorpi nel cavo orale, protratto per lungo tempo porta l’atleta ad essere maggiormente esposto al rischio di sviluppare carie e infezioni alle vie aeree superiori.

Il cloro nelle piscine. I problemi dentali in cui può incorrere il triatleta assiduo frequentatore di piscine sono due, e entrambe legati alla presenza di cloro che è una sostanza acida usata normalmente in tutte le piscine per garantire la disinfezione dell’acqua. Se la concentrazione di cloro è troppo alta, e il pH dell’acqua è inferiore a 5, il rischio che i corre è una forte erosione dello smalto generalizzata a tutti i denti. Questa condizione è la più grave e irreversibile. Il secondo problema può insorgere se il pH è basico, quindi superiore a 7, ed è la formazione di depositi di tartaro di colore bruno sui denti in soggetti predisposti.La possibilità che si verifichino questi due tipi di patologia orale legate alla frequentazione delle piscine sono molto rari, visti i controlli scrupolosi e quotidiani che vengono fatti nelle nostre vasche. In caso di dubbio le tabelle con scritti i valori di pH giornalieri dell’acqua sono sempre esposti, e si può controllare che il pH rientri in un intervallo ideale tra 5.5 e 7.

Da quanto detto fin qui sembra quasi che fare sport, in particolar modo triathlon, non possa che danneggiare la salute dei nostri denti. In realtà il modo per difendere il cavo orale da tutti questi attacchi esterni è semplice e prevede alcuni piccoli accorgimenti.

Per quanto riguarda il rischio carie, sia esso legato alla diminuzione degli anticorpi salivari, o all’ingestione di bevande e alimenti ricchi di carboidrati, la cosa più importante da fare è una sola: lavarsi i denti almeno due volte al giorno spazzolando i denti per almeno 2minuti con un dentifricio al fluoro. Un suggerimento sarebbe di lavarli anche dopo le sedute di allenamento in cui si sono assunti zuccheri, preferendo magari i gel piuttosto che le barrette che rimangono attaccate ai denti e son più difficili da rimuovere.Per contrastare l’erosione dello smalto, l’ideale sarebbe non assumere bevande acide, e nel caso ciò avvenga, dovrebbero essere deglutite rapidamente, limitando al minimo la loro permanenza in bocca.Rimangono indispensabili per salvaguardare il nostro sorriso le sedute periodiche di controllo dal dentista, che saprà valutare la salute generale della nostra bocca, individuare eventuali carie e depositi di tartaro, ma soprattutto intercettare al principio eventuali erosioni dello smalto e intervenire per evitare che la situazione diventi irreversibile.

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traininGsalute orale salute orale

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è un Chinesiologo, Fisioterapista, Osteopata D.O.M.R.O.I.Operatore sanitario esperto nelle

tecniche della comunicazione ipnotica, Cultore della Materia Medicina Fisica e Riabilitativa presso la SUISM di Torino.Esercita la sua professione presso lo Studio di Scienze Motorie e Terapie Manuali, situato in corso Monte Cucco 8 a Torino.

Marco Alessandriawww.studioscienzemotorie.it

farle riemergere per renderle comprensibili e accettabili alla razionalità.La consapevolezza stabilizza il cambiamento e porta con sé nuova energia da sfruttare per la preparazione della nuova stagione, nuove esigenze verranno ancorate al

vostro status, creando così un sodalizio indissolubile, intima complicità che non può far altro che produrre risultati.Ora che gli obiettivi per la nuova stagione calzano nuovamente sui vostri bisogni, non vi resta che riprendere l’attività.Gli allenamenti del periodo invernale si rivolgono al mantenimento delle capacità di resistenza e cardiovascolari come substrato per il successivo incremento dei carichi di lavoro in fase di preparazione.Sfruttare le potenzialità mentali in questa fase è importante perché lo sviluppo di un monoideismo rivolto alla gestione delle attività vegetative aiuta a mantenere elevati i parametri fisiologici senza peraltro sovraccaricare di fatica i tessuti.In alcuni casi è inoltre possibile vivere l’allenamento durante lo stato ipnotico, facendo addirittura aumentare la frequenza cardiaca a livelli ritenuti accettabili per una “rivivificazione in poltrona”.Anche in questo caso si sfrutta il principio della trasformazione riversando il “benessere cardiaco”, ottenuto durante l’ipnosi, nell’allenamento vero e proprio. È una sommazione di stimoli che mantiene elevate le prestazioni cardiopolmonari senza cadere nell’overtraining.Durante questo periodo il clima ci riserva giornate con temperature basse ed il sistema muscolo scheletrico è costretto ad un maggiore lavoro metabolico per portare a regime le strutture; scaldarsi prima dell’allenamento richiede più tempo, sia che venga svolto in indoor e soprattutto in outdoor.

Saper gestire i sistemi neurovegetativi responsabili del riscaldamento corporeo attraverso le tecniche ipnotiche è sicuramente un vantaggio, poiché si diminuiscono le resistenze periferiche facilitando le strutture coinvolte nel gesto atletico, ad aumentare la temperatura di esercizio. In tali condizioni ne consegue un ridotto rischio di lesioni muscolo tendinee legate ai primi minuti di allenamento.La mente è come un giocattolo con poche istruzioni e dalle molte soddisfazioni. Non si deve far altro che giocarci recuperando l’entusiasmo e l’eccitazione del bambino di fronte alla sorpresa inaspettata. Ciò diventerà una guida per riappropriarsi delle proprie potenzialità, per poi educarle a soddisfare le proprie esigenze.

Recuperare con la mente per prepararsi alla

nuova staGione di Marco Alessandria

La stagione agonistica di un triatleta è tra le più dure: le gare sono tante e lunghe, gli impegni pressanti, il tempo dedicato alla preparazione sembra sempre insufficiente. E magari dopo tutto questo sforzo non siete riusciti a partecipare a tutte le gare previste e ciò sovraccarica ulteriormente fisico e mente di elementi stressogeni.Nonostante tutto, però, a fine stagione, vi fermate, date un’occhiata a ciò che è stato e vi rendete conto del piacere e della soddisfazione per quello che avete fatto, dei sacrifici spesi per la vostra passione, dei risultati ottenuti e forse con qualche rimpianto per quelli mancati o gare non disputate. Poi guardate alla stagione successiva e quei rimpianti diventano il motore che vi spinge a crescere nella triplice, a migliorare questo o quell’altro risultato, magari passando a sperimentare nuove metodiche di allenamento, a desiderare di essere presenti anche voi a quella gara, tra altri atleti con la vostra stessa passione, tra i gesti tipici dell’attesa, i visi concentrati, i rumori di quei momenti, la percezione dell’aria, del sole, i colori scintillanti dell’acqua, quando è arrivato il momento di partire.La concentrazione è massima e cercate un po’ di silenzio dentro voi stessi, l’adrenalina alle stelle... e tutto ciò vi piace, è questo della triplice che vi appaga e allora non vedete l’ora di ricominciare: “Che passi in fretta questo inverno, ma nel frattempo ne approfitto per recuperare e riposarmi un po’”.I ridotti impegni invernali consentono il recupero delle energie spese, i carichi di lavoro si riducono e ciò vale anche per la mente.Durante tutto questo anno abbiamo affrontato molti argomenti inerenti le potenzialità della mente, partendo dallo sviscerare la vera natura dell’ipnosi fino alla sua applicazione pratica per il miglioramento della performance. Ma il lavoro della mente non finisce qui. Anch’essa ha bisogno di ricostituirsi, recuperare il “soffio vitale” per adeguarsi efficacemente alle nuove esigenze.

Secondo alcuni autorevoli testi di aeronautica il calabrone non può volar a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla superficie alare, ma il calabrone non lo sa e perciò continua a volare Igor Sikorsky

Allora si ha bisogno di metodiche che diano nuovo potere rigenerante.È una vera e propria ristrutturazione delle dinamiche mentali che vi hanno sorretto e accompagnato nel raggiungimento degli obiettivi stagionali. Questa ristrutturazione è necessaria perché la stagione vi ha cambiati, non siete uguali a prima, e anche se l’obiettivo primario non viene totalmente stravolto dalle fondamenta, tale cambiamento può far assumere all’obiettivo sfaccettature diverse.L’ipnosi e le tecniche di PNL permettono di rinnovare energia mentale per comprendere meglio tali sfaccettature ed adeguarle al cambiamento avvenuto.Tutto ciò consente maggiore chiarezza e precisione degli obiettivi per la stagione

futura, rendendoli più appetibili agli occhi della mente.Non è raro accorgersi che il vecchio obiettivo non calzi più a pennello, come un vecchio e scomodo vestito, e non riuscite a capirne i motivi. Ora però conoscete l’esistenza di metodi che vi consentono di indagare la struttura profonda delle nuove esigenze e

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la chiave dinamometrica di Lorenzo Paparo

Le moderne biciclette da corsa, soprattutto quelle di fascia alta, richiedono l’utilizzo di attrezzature adeguate per effettuarne la manutenzione. Una decina di anni fa serrare il collarino del reggisella di una bici da corsa era un’operazione semplice, alla portata di tutti, con la giusta chiave a brugola bastava stringere abbastanza forte ed il gioco era fatto.Adesso ci sono collarini ultra leggeri e di conseguenza anche molto delicati come il caso di quello della Cervelo R3, peso effettivo 12 grammi, che riporta l’indicazione della massima coppia di serraggio applicabile ovvero 4.5 Nm.Senza entrare in definizioni tecniche diciamo che la coppia di serraggio espressa principalmente in newton metro Nm è la forza che applichiamo per stringere una determinata vite ed in genere viene indicato il valore massimo oltre il quale rischiamo di rompere qualcosa.

Lo strumento che ci permette di chiudere una vite con la giusta forza è la chiave dinamometrica, sul mercato ne esistono di diversi tipi e con diverse scale di serraggio.Per l’utilizzo ciclistico la coppia di serraggio varia in genere dai 2,5 Nm ai circa 55 Nm, purtroppo è difficile trovare un’unica chiave dinamometrica che ci permetta di variare la coppia di serraggio entro questi valori anche perché a livello costruttivo si andrebbe a pregiudicarne la precisione.

Tornando al collarino della R3 ho potuto constatare personalmente come, a volte, la coppia massima di serraggio non ammetta tolleranze ovvero se serri a poco più di 4,5 Nm rompi il collarino e da qui si può capire l’importanza di utilizzare una chiave dinamometrica precisa.Per non incorrere in questi rischi potremmo ridurre la forza con cui chiudiamo la vite, rischiando che alla prima buca il canotto reggisella scenda, magari rigandosi pure.

Il mio consiglio è quello di affidarsi a meccanici specializzati, soprattutto se siamo in possesso di una bici d’alta gamma e diffidare da quelli che non utilizzano la chiave dinamometrica.Se invece abbiamo il piacere di fare da noi la manutenzione della bicicletta o anche solo avere la libertà di variare autonomamente ed in sicurezza l’altezza della sella ad esempio tra il periodo estivo e quello invernale dovremmo munirci di chiave dinamometrica.La soluzione ottimale è possederne una per i serraggi più bassi, collarini reggisella, attacchi manubrio ed una per quelli più alti movimenti centrali, pacchi pignoni.

Per i serraggi più alti possiamo, a mio avviso, optare per delle chiavi economiche ne troviamo nei comuni ipermercati modelli validi sui 50 euro.Altro discorso per i serraggi più bassi, in questo caso il mio consiglio e di optare su prodotti di qualità e ovviamente anche dal costo più alto, personalmente ritengo la chiave dinamometrica Giustaforza 2-16 Nm della Effetto Mariposa (www.effettomariposa.com) uno tra i migliori prodotti in commercio che nella versione base (senza bussolotti) costa 119,90 euro.

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eicma Che delusione di Emiliano Agnello

Come molti appassionati che non si sono potuti recare a Padova o in Germania, ho aspettato anche io il salone di Milano del ciclo e motociclo.Cominciamo dal biglietto d’ingresso venduto ai botteghini a soli 18 euro, ma vabbè, ci sono anche le moto. Entro speranzoso e mi lascio abbagliare dalle cromature, dalle marmitte, dalle veline con tanto di coscia in bella mostra sui potenti mezzi motorizzati, poi chiedo dov’è il padiglione dedicato alle biciclette e, amara verità, non esiste un padiglione ma ci sono soltanto qua e là degli stand, bisogna essere bravi (e fortunati) trovarli.Ma come? Eicma non è la fiera del ciclo e motociclo? Così è stata pubblicizzata mi sembra, così dovrebbe anche essere per gli appassionati delle due ruote, con e senza motore.Eppure, dopo aver completato il giro dei cinque padiglioni, il mio conto raggiunge soltanto quota 3 (tre!) espositori di biciclette. Quei pochi mezzi esposti potevano interessare ad un pubblico appassionato... ma che non fosse

Basta, non ne posso più, esco perchè penso di essere fuori luogo, di trovarmi nel posto sbagliato. Ma quando torno a casa, deluso ovviamente, guardo la mia bici e mi dico: sono fiero di essere una mosca bianca, e sono fiero che alla domenica ci sono tanti appassionati come me!Ma sono stato beffato, preso in giro dall’Eicma: chiamatelo “Salone del motociclo” per favore: le biciclette si meritano di più, meglio cercare territori migliori, con più passione.Addio Eicma, non mi rivedrai più.

aggiornato perchè di novità per il 2011 non ho visto nemmeno l’ombra, soltanto prodotti già visti nella stagione in corso. Il peggio doveva ancora venire: i restanti tre stand che pubblicizzavano la Federazione e due riviste del settore erano pressoché deserti. La stessa Federazione aveva portato in vendita i capi di abbigliamento di 3-4 anni fa, testimonianza di quanto fosse sentito questo appuntamento.Ormai rassegnato, continuo il mio giro immerso in gente con macchine fotografiche telescopiche, bambini che si siedono sulle moto, mariti che fantasticano sulle hostess in shorts mozzafiato, spintonando, spingendo ed ecco che finalmente un po’ di tranquillità.Un abbozzo (che hanno voluto chiamare museo del Ghisallo, dal quale è stata anche rubata una maglia che apparteneva a Pantani!) di biciclette d’epoca del grande Coppi, di Magni e altri grandi. Un po’ mi sono commosso, devo ammetterlo, poi mi metto a parlare con un signore sulla settantina, io e lui gli unici spettatori della storia del ciclismo e dell’Italia!

eicma Milano

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PoolMate contavasche da polso 85,00 €Quante volte vi sarà capitato soprattutto in quelle da 25 m di perdere il conto delle vasche, quando magari l’unica cosa su cui vi vorreste concentrare è la bracciata?Dietro le sembianze di un comune orologio da polso e grazie agli evoluti sensori di movimento interni, si cela un valido compagno di allenamenti capace di contare per noi vasche e bracciate.Dopo una rapido settaggio di data e ora impostiamo la mano (sx o dx) su cui indosseremo il PoolMate, l’età e la lunghezza della vasca a questo punto entrati in acqua premiamo il pulsante start e iniziamo la sessione d’allenamento, quando ci fermiamo ripremiamo start e parte il conteggio del relativo tempo di recupero, quando ripartiamo nuovamente start, una volta finito l’allenamento pressione lunga su start e i dati vengono messi in memoria.Accedendo agli allenamenti memorizzati possiamo visualizzarne la durata, le vasche totali, distanza totale, calorie bruciate, media bracciate (per vasca) possiamo anche vedere poi i dettagli delle singole serie di allenamento tempo, vasche, distanza, bracciate, velocità media in secondi per 100 metri, indice d’efficienza.Uniche accortezze non cambiare stile di bracciata durante una vasca e non premere i pulsanti sott’acqua anche se l’orologio ha un’impermeabilità fino a 50 m (nel nostro test non abbiamo sempre rispettato questa indicazione e fortunatamente non si sono manifestati problemi)[email protected]

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