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Variante al PRG Valutazione Ambientale Strategica ... · - la valutazione degli impatti ambientali e del processo decisionale; - il monitoraggio dell’attuazione del piano e delle

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Variante al PRG Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping

Studio Fioriti Pagina 1

DOCUMENTO DI SCOPING

Verifica Preliminare

“Piano Regolatore del Comune di Tornareccio”

Comune di TORNARECCIO (CH)

Variante al PRG Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping

Studio Fioriti Pagina 2

Indice Premessa .......................................................................................................................................... 3 

Le fasi di attività ............................................................................................................................ 3 

A.  Obiettivi strategici generali di sostenibilità. ............................................................................... 6 

Documento di Programmazione Economica-Finanziaria Regionale 2009-2011 ........................... 7 

Quadro di Riferimento Regionale .................................................................................................. 8 

Programma di sviluppo rurale ..................................................................................................... 10 

B.  Ambiti di influenza del Piano e orizzonte temporale ............................................................... 13 

C.  Definizione Autorità e pubblico coinvolti (ACA) e modalità consultazione ............................. 14 

Autorità con Competenze Ambientali .......................................................................................... 14 

I portatori d’interesse .................................................................................................................. 15 

Condivisione del documento preliminare alla VAS ..................................................................... 15 

Modalità di accesso alle informazioni e ai documenti del piano e della VAS .............................. 15 

Le modalità e i tempi per il ricevimento delle osservazioni ......................................................... 15 

Le iniziative di informazione e comunicazione che accompagneranno la fase di consultazione 15 

Le modalità di pubblicazione degli esiti della VAS ...................................................................... 15 

D.  Analisi preliminare di contesto e indicatori .............................................................................. 17 

Analisi preliminare di contesto e indicatori condivisi ................................................................... 17 

Contenuti della Variante al Piano Regolatore Generale. ............................................................ 19 

Caratteristiche ambientali............................................................................................................ 22 

Aree di particolare rilevanza insistenti sul territorio. .................................................................... 23 

E.  Individuazione di aree sensibili e di elementi di criticità. ......................................................... 25 

F.  Presumibili effetti ambientali del Piano ................................................................................... 29 

G.  Descrizione del metodo di valutazione .................................................................................... 30 

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Studio Fioriti Pagina 3

PREMESSA L’attenzione nei confronti delle tematiche ambientali è andata progressivamente aumentando negli ultimi anni, con la previsione di nuovi strumenti di tutela del territorio. L’obiettivo di questo nuovo tipo di approccio è di assicurare nello stesso tempo l’impiego delle risorse naturali disponibili e la loro trasmissione, il mantenimento delle condizioni ambientali che possano consentire lo sviluppo economico e sociale, e la qualità della vita.

Il più recente strumento di valutazione ambientale delle scelte di pianificazione territoriale è la V.A.S., ossia Valutazione Ambientale Strategica, prevista dalla Direttiva 2001/42/CE del 27 giugno 2001 “Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente”, recepita nella parte seconda dal Decreto Legislativo n. 152 dello 03/04/2006 entrata in vigore il 31 luglio 2007, modificato e integrato dal D. Lgs. 16 gennaio 2008, n. 4.

Per rispondere alla necessità di costruire il nuovo Piano Regolatore del Comune di Tornareccio in coerenza con le esigenze di tutela degli aspetti ambientali, l’Amministrazione Comunale di Tornareccio, ha dato avvio, al processo di VAS.

Direttiva 2001/42/CE: contenuti sintetici

L’obiettivo principale della Direttiva comunitaria, come si evince dall’art. 1, è di garantire un livello elevato di protezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione delle considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di determinati piani al fine di attuare e promuovere lo Sviluppo Sostenibile.

L’ambito di applicazione è quello dei piani e programmi che possono avere effetti significativi sull’ambiente, distinguendo tra quelli che devono obbligatoriamente essere sottoposti a valutazione e quelli per cui, invece, sono gli Stati membri a determinarne l’eventuale cogenza.

Ai fini di una corretta realizzazione di VAS, la Direttiva prevede, tra l’altro:

La consultazione di autorità ambientali e del pubblico;

La stesura del rapporto ambientale, un’analisi che tiene conto dello stato dell’ambiente con e senza attuazione del piano proposto, degli obiettivi di tutela ambientale, della compatibilità ambientale complessiva e delle possibili alternative.

Le informazioni necessarie alla stesura del Rapporto Ambientale sono contenute nell’Allegato I della Direttiva comunitaria:

- la valutazione degli impatti ambientali e del processo decisionale;

- il monitoraggio dell’attuazione del piano e delle risposte ambientali al fine di individuare gli effetti negativi imprevisti e di adottare opportune misure correttive.

Pertanto, in fase di approvazione del Piano, l’Amministrazione competente deve considerare il Rapporto Ambientale, i pareri espressi dalle autorità consultate e dal pubblico coinvolto.

Di seguito si riportano le informazioni di dettaglio sui contenuti della prima relazione preliminare della VAS, tratte, con modifiche, dal materiale informativo reso disponibile dalla Task Force di supporto tecnico all’Autorità Ambientale (Regione Abruzzo).

Le fasi di attività

Le Fasi di attività previste per la realizzazione delle Studio (la Verifica di assoggettabilità o screening, non è eseguita in considerazione della cogenza di Siti di Importanza Comunitaria (Rete Natura 2000) nel territorio comunale, che di fatto rendono obbligatoria l’assoggettabilità alla VAS).

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Analisi preliminare (scoping): ha la finalità di definire i riferimenti base per la valutazione ambientale. Nell'ambito di questa fase vanno stabilite indicazioni di carattere procedurale (autorità coinvolte, metodi per la partecipazione pubblica, ambito d’influenza, metodologia di valutazione adottata, ecc.) e indicazioni di carattere analitico (presumibili impatti attesi dall'attuazione del Piano, analisi preliminare delle tematiche ambientali del contesto di riferimento e definizione degli indicatori). La fase di scoping, come disciplinata dall'art. 13, commi 1 e 2 del D. Lgs. 152/06 e s.m.i., deve prevedere un processo partecipativo che coinvolga le autorità con competenze ambientali (ACA) potenzialmente interessate dall'attuazione del piano, affinché condividano il livello di dettaglio e la portata delle informazioni da produrre e da elaborare, nonché le metodologie per la conduzione dell'analisi ambientale e della valutazione degli impatti. Sinteticamente, è possibile definire i seguenti contenuti della fase di scoping, che si conclude con la redazione di un rapporto preliminare:

Obiettivi strategici generali di sostenibilità;

Ambiti d’influenza del Piano e orizzonte temporale;

Definizione Autorità con competenze ambientali (ACA) e pubblico coinvolti e modalità di consultazione;

Analisi preliminare di contesto e indicatori;

Individuazione di aree sensibili e di elementi di criticità;

Presumibili impatti del Piano;

Descrizione del metodo di valutazione.

Rapporto Ambientale: definizione degli effetti significativi che l'attuazione del Piano potrebbe avere sull'ambiente. In particolare, le informazioni di "minima" da riportare nel rapporto sono contenute nell'Allegato I della Direttiva 42/2001/CE. L'elaborazione del rapporto ambientale, una volta individuati e condivisi gli indirizzi generali definiti durante la fase di scoping, si articola in fasi di natura "tecnica" che hanno lo scopo di verificare l'adeguatezza del Piano al contesto programmatico, pianificatorio e fisico di riferimento.

Analisi di coerenza;

Scenario di riferimento (evoluzione che il territorio interessato dal Piano può subire nel tempo in caso di mancata attuazione del Piano stesso);

Valutazione degli effetti ambientali del Piano;

Costruzione valutazione e scelta delle alternative;

Misure di mitigazione e compensazione;

Misure di monitoraggio;

Sintesi non tecnica.

Piano di Monitoraggio (così come disciplinato dall'art. 18 del D. Lgs. 4/2008): assicura il controllo sugli impatti significativi sull'ambiente derivanti dall'attuazione dei Piani approvati e la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, in modo da individuare tempestivamente eventuali impatti negativi imprevisti e da adottare le opportune misure correttive. Detto Decreto impone che il monitoraggio sia effettuato avvalendosi del sistema delle Agenzie ambientali. Nel Piano vanno, inoltre, individuate le responsabilità e la sussistenza delle risorse necessarie alla realizzazione e alla gestione del monitoraggio. Le modalità di svolgimento del monitoraggio, i risultati e le eventuali misure correttive adottate devono essere rese pubbliche mediante diffusione sui siti web dell’autorità competente e procedente e delle Agenzie interessate. Le informazioni raccolte mediante il monitoraggio devono essere tenute in considerazione nel caso di eventuali modifiche al piano e sempre incluse nel quadro conoscitivo dei successivi atti di pianificazione e di

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programmazione. Al fine di monitorare gli effetti che si realizzano durante la fase attuativa di un piano, può essere predisposto un Piano di Monitoraggio in grado di verificare periodicamente il perseguimento degli obiettivi programmatici. Un Piano di Monitoraggio dovrebbe, inoltre, definire le modalità per:

La verifica degli effetti ambientali riferibili all'attuazione del piano;

La verifica del grado di conseguimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale individuati nel RA;

L'individuazione tempestiva degli effetti ambientali imprevisti;

L'adozione di opportune misure correttive in grado di fornire indicazioni per un’eventuale rimodulazione dei contenuti e delle azioni previste nel programma;

L’informazione delle autorità con competenza ambientale e del pubblico sui risultati periodici del monitoraggio del programma attraverso un'attività di reporting.

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A. Obiettivi strategici generali di sostenibilità.

Questa fase, sono definiti gli obiettivi di sostenibilità (economica, sociale, ambientale), dettati dalle politiche sovraordinate, che risultano:

Integrati con le finalità intrinseche del Piano cui la valutazione si riferisce;

Riferiti ai punti di forza e di debolezza del territorio oggetto del Piano individuati, che saranno considerati parte delle analisi contenute nelle successive fasi della VAS;

In parte significativa e per i temi di competenza, recepiti gli obiettivi derivati da piani, programmi, politiche sovraordinate.

L’entrata in vigore della Direttiva 2001/42/CE, ha focalizzato l’attenzione su due importanti aspetti:

Il primo relativo alla verifica della sostenibilità territoriale ed ambientale dei piani e dei programmi;

Il secondo riguardante le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi di sostenibilità e dell’ambito territoriale di riferimento del piano/programma.

Il processo di valutazione ha l’obiettivo di integrare le considerazioni ambientali all’atto di elaborazione e adozione di piani e programmi, così da garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente.

Nella presente procedura di VAS si attua una verifica di massima in sede preliminare, per scendere in ambito di maggior dettaglio nella successiva fase analitica.

Per avere una conoscenza approfondita della realtà del territorio, in tutte le sue componenti e nelle loro reciproche interrelazioni, si verificano, ove disponibili, gli strumenti vigenti di pianificazione sovraordinata e di settore.

Tab. 1 Piani /Programmi di livello regionale Piani /Programmi di livello provinciale

Piani /Programmi di livello comunale

Territorio/Sviluppo sostenibile

Programma Regionale di Sviluppo- PRS VIII legislatura.

Documento di Programmazione Economica-Finanziaria Regionale

Quadro di Riferimento Regionale (QRR)

Piano Regionale Triennale di tutela e risanamento Ambientale

PTCP

Piano comunale di classificazione acustica

Popolazione Piano Sanitario Regionale

Piano Triennale Sviluppo Turistico 2006-2008

Piano sui campi elettromagnetici

Biodiversità e paesaggio

Piano Regionale Paesistico

Piani di Gestione di sui al Sistema Natura 2000

Piani di Gestione di sui al Sistema Natura 2000

Suolo e sottosuolo Piano di Assetto Idrogeologico (PAI)

Piano Stralcio di Bacino Difesa delle Alluvioni riferito ai bacini idrografici di rilievo regionale ed a quello di rilievo interregionale del Fiume Sangro (PSDA)

Anagrafe dei siti contaminati-Disciplinare tecnico per la gestione e l’aggiornamento

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Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013

Acqua Piano di tutela delle acque

Piani di Bacino

Piani ATO

Aria e cambiamenti climatici

Piano di Risanamento e Tutela della Qualità dell’Aria

Energia Piano Energetico Regionale

Linee guida atte a disciplinare la realizzazione e valutazione dei parchi eolici nel territorio abruzzese

Piano energetico comunale

Trasporti Piano Regionale Integrato dei Trasporti Piano urbano del traffico

Rifiuti Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

Piano provinciale dei rifiuti

Documento di Programmazione Economica-Finanziaria Regionale 2009-2011

Il DPEFR 2009-2011 prevede le seguenti linee di programmazione. Da notare il rilievo posto sui temi della qualità ambientale in abbinamento con necessarie tematiche di sviluppo economico.

Linee di programmazione del DPEFR (§ 3 DPEFR 2009 – 2011)

Per tornare ad essere attrattiva, polarizzare le funzioni e riqualificare il suo ruolo la Regione deve strutturarsi come una “rete”, caratterizzata da connessioni non soltanto infrastrutturali e di trasporto ma anche e soprattutto immateriali, attraverso un recupero identitario che potrà essere raggiunto anche mediante la creazione e la valorizzazione di un “brand Abruzzo”.

Governare in “rete” significa la possibilità e la necessità di fare sistema, la capacità di una comunità di guardare ed operare in ambiti più vasti e trovare le giuste sinergie con le altre realtà. Occorrerà pertanto considerare in termini di sistema tutti i settori e le strutture regionali (sanità, attività economiche e produttive ecc.) attraverso una rinnovata metodologia amministrativa e gestionale dei processi organizzativi.

Operare in termini di “rete” consentirà:

– la razionalizzazione e la riduzione dei centri di spesa e dei costi di gestione;

– una maggiore espressione delle potenzialità dell’Abruzzo, inserito in un contesto ed in un mercato più ampio;

– la realizzazione di sinergie tra produttori di servizi ed utenti degli stessi, con incremento delle fasce di consumo.

Occorrerà quindi individuare puntualmente le singole vocazioni e peculiarità territoriali e valorizzarle in un'ottica sinergica, al fine di creare il tessuto connettivo dell’intero ''sistema Abruzzo''.

Con questa premessa di metodo, le linee di azione nell’arco dell’intera legislatura saranno improntate:

– alla modernizzazione delle istituzioni operanti sul territorio regionale;

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– alle politiche per il rilancio e la competitività del sistema produttivo regionale;

– alle politiche per la persona e per la famiglia.

All’interno di questi obiettivi generali sarà data priorità alle misure per contrastare la crisi e, tra di esse, all’avvio rapido di tutti gli strumenti di programmazione delle politiche di sviluppo per il periodo 2007-2013 a partire dalla definizione del Programma Attutivo regionale del FAS.

La programmazione e la gestione del Territorio (§ 3.2.1 DPEFR 2009 – 2011)

Un’attività amministrativa capace di rispondere alle esigenze della comunità deve necessariamente essere coordinata in una logica di programmazione strategica che rappresenti il solco unitario sul quale innestare e collocare i singoli interventi.

La partecipazione e la trasparenza rappresentano priorità irrinunciabili dei processi decisionali e vanno intese come condizioni essenziali per la responsabilizzazione dell’attività amministrativa.

Ogni area presenta risorse, problemi, dinamiche e potenzialità diverse, che compongono un sistema originale, che richiede a sua volta una gestione articolata delle peculiarità.

La rapida evoluzione ed il livello di complessità degli attuali sistemi territoriali, richiedono necessariamente una forte sinergia tra Amministrazioni vicine, sia geograficamente che per affinità socio-economiche.

Il concetto di rete individua un territorio caratterizzato da una stretta sinergia tra i diversi livelli e da un elevato grado di relazione con le strutture ed i servizi di tutte le amministrazioni. Questo tipo di organizzazione territoriale richiede una visione più complessiva delle scelte amministrative: dalla viabilità ai trasporti, dalla localizzazione di grandi infrastrutture alla salvaguardia ambientale e alla sanità, dalla dotazione di servizi alle politiche sociali.

Tale progetto dovrà porsi al centro di un’azione partecipata e coinvolgente tra gli Amministratori e i rappresentanti delle Istituzioni e degli organismi economici, tesa ad individuare le scelte strategiche a livello territoriale e ad indirizzare su di esse le risorse disponibili, pubbliche e private.

Si dovranno quindi “guidare”, e non subire, i processi in atto, attraverso una reale programmazione dello sviluppo in chiave territoriale.

Quadro di Riferimento Regionale

Gli obiettivi e le strategie territoriali (azioni ed ipotesi d’intervento d’interesse regionale), previsti da QRR.

Il documento sul "Programma Regionale di Sviluppo" assegna al Q.R.R. il compito principale di individuare e definire territorialmente "alcuni interventi di rilevanza regionale", e "le strategie più idonee a garantire l'efficienza e la qualità ambientale" dei singoli sotto sistemi nei quali la Regione si articola. Interventi e strategie devono essere mirati, secondo il documento, al conseguimento di tre obiettivi fondamentali:

- "la qualità dell'ambiente"

- "l'efficienza dei sistemi urbani";

- "lo sviluppo dei settori produttivi trainanti".

Pur senza assegnare ai tre obiettivi un ordine di priorità formale, il documento ribadisce più volte l'importanza dell'opzione ambientale, in una Regione che detiene la maggiore quota di territorio di alta valenza naturalistica(oltre il 30% dell'intera Regione) con un conseguente peso sul mercato turistico meridionale.

Il documento sottolinea, infine, che "solo una concentrazione di risorse su alcuni obiettivi trainanti" può dare un contributo significativo allo sviluppo abruzzese "generando" altre attività in forma moltiplicativa, mentre "una politica di interventi senza poli centrali di irradiazione dello sviluppo crea spesso iniziative caduche o, in ogni caso, poco durature".

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Sono di seguito descritti, per la parte di maggior rilevanza rispetto al territorio in esame, alcuni degli obiettivi generali e/o specifici previsti dal QRR.

Obiettivo generale "Qualità dell'ambiente"

Le risorse ambientali interne hanno assunto un ruolo primario non solo nell'assetto del territorio ma nell'intera economia regionale, mentre i dati sull'afflusso turistico denotano un nettissimo squilibrio tra uso delle risorse costiere, soprattutto per il litorale teramano e pescarese, e uso delle risorse interne.

Obiettivo specifico “Tutela e Valorizzazione del sistema Lacuale e Fluviale”

Le analisi e rilevazioni condotte per la redazione dei Piani Paesistici hanno evidenziato come anche in ambiti di particolare interesse e valenza ambientale si sia, nel passato, consentito o non impedito di intervenire con trasformazioni del territorio tali da determinare tutta una serie di alterazioni morfologiche, vegetazionali e ambientali.

Si tratta in particolare di interventi di cementificazione dei fiumi, interventi stradali, di escavazione e di discarica per i quali il Piano Paesistico regionale indica specifiche schede progetto finalizzate alla eliminazione o attenuazione di queste alterazioni in riferimento alla valenza ambientale più generale del contesto in cui le stesse sono ubicate.

L'intervento sui detrattori emergenti, che abbattono con la loro presenza il valore di paesaggi, biotopi ed ecosistemi di particolare rilevanza, costituisce azione preliminare indispensabile per ogni ipotesi di sviluppo e valorizzazione, specialmente a fini turistici, dei territori interessati dagli interventi. Tali ambiti sono anche ricompresi nell'azione organica di tutela e valorizzazione e, quindi, l'attività di recupero dei detrattori ambientali proposta ha connotazioni di marcata complementarità con quella avviata con la sopraddetta azione.

I Piani Paesistici, in riferimento alla loro articolazione in ambiti graduati di valorizzazione e di tutela, consentono un riferimento programmatico in termini di individuazione delle priorità, che si inquadra correttamente nelle iniziative correlate alle "Linee programmatiche per lo sviluppo", nelle quali la tutela e valorizzazione sono poste come cardine indispensabile per l'uso turistico delle risorse regionali.

Aree: in questa prima proposta si ritiene possibile circoscrivere l'intervento di recupero a quei detrattori dell'elenco fatto in sede di P.R.P. che ricadono nella zona A dei Piani stessi, sia perché essi hanno causato il maggior danno all'ambiente, sia perché - almeno per quanto riguarda le cave, in quelle zone per gran parte dismesse o in via di cessazione - occorre sostenere con incentivi il recupero, per renderlo non oneroso per il soggetto che lo propone o, quanto meno, attenuarne il costo. Tra le azioni da avviare si ritiene opportuno realizzare un manuale per il recupero delle aree degradate.

La tutela del sistema idrogeologico non sufficientemente focalizzata è per il momento indirettamente demandata ai Piani Paesistici e alle altre normative vigenti. Il Q.R.R. affida ai Piani di Bacino la definitiva messa a punto di un più puntuale e specifico regime di tutela. In questa sede si è ritenuto opportuno proporre una serie di parchi fluviali attrezzati in aree ove il rapporto città - fiume registra segni di crisi e degrado.

Tali piani interesseranno il territorio già esaminato in sede di Piani Paesistici con lo specifico mandato di verificarne ulteriormente gli aspetti naturalistici, di analizzare gli aspetti ecologici per proporre soluzioni di riassetto integrato, recupero ambientale e fruizione turistico - ricreativa.

Aree: bacini dei fiumi Aterno - Pescara, Sangro - Aventino e Vomano - Tordino, limitatamente alle sezioni interessate dalla fenomenologia di cui sopra.

Obiettivo generale "Sviluppo dei settori produttivi trainanti"

Lo sviluppo dei settori produttivi trainanti (imprese produttrici di beni e servizi ad alto contenuto tecnologico, comparti produttivi di beni e servizi costituenti la base economica peculiare dei diversi sistemi insediativi) può essere perseguito, dal punto di vista territoriale nei seguenti modi: a)

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agendo sulla qualità e sulla quantità dell'offerta localizzata; b) promuovendo le opportune sinergie con le attività complementari e di supporto a quelle direttamente produttive (ricerca, direzionalità, promozione commerciale, informazione, servizi alle imprese, ecc.); c) migliorando l'insieme delle convenienze esterne (infrastrutture, equipaggiamento urbano, qualità dell'ambiente naturale e della residenza).

Obiettivo specifico: "Potenziare i servizi alle imprese"

La formazione di una adeguata rete di servizi alle imprese, in termini di supporto informativo, promozionale e tecnologico, costituisce fattore essenziale di propulsione, di crescita e di evoluzione qualitativa del tessuto produttivo regionale, soprattutto nelle aree in cui si è manifestata una diffusa vocazione imprenditoriale con un conseguente, e per alcuni versi inatteso, sviluppo di iniziative di piccola e media dimensione riguardanti molteplici comparti manifatturieri.

In relazione al presente obiettivo, il Q.R.R. indica la seguente azione: Realizzazione di centri di servizio alle imprese.

I centri di servizio intesi come potenziamento episodico delle singole realtà produttive sono oramai superate, l tessuto produttivo basato su unità di non grandi dimensioni e pertanto non in grado di dotarsi autonomamente di servizi di questo tipo, deve necessariamente far riferimento sia in termini di economia che di efficacia al Parco Tecnologico. Per quanto sopra detto, non è possibile stabilire ambiti di riferimento mentre è pensabile che le singole unità produttive possano collegarsi direttamente agli attuali Poli esistenti e a quelli individuati del Parco Tecnologico.

Obiettivo specifico “potenziamento energia alternativa –solare, eolica ed idroelettrica”

L’alta valenza naturalistica e paesistica del territorio regionale, correlata all’impatto, oramai insostenibile, delle fonti di energia, impone una particolare riflessione per una ricerca e valorizzazione delle fonti alternative di energia.

Si tratta di avviare un lavoro di puntuale ricerca delle aree, dei siti e delle aste torrentizie fluviali idonee per la produzione di energia solare, eolica ed idroelettrica.. A questa azione di ordine generale, vanno affiancati interventi di sostegno e valorizzazione delle polarità esistenti, e più in generale, di incentivazione dell’utilizzo delle fonti di energia alternativa.

Programma di sviluppo rurale

Il PSR propone una elencazione dei punti di forza e di debolezza del sistema agroalimentare regionale, evidenziando i fabbisogni del sistema agroalimentare.

I punti di forza

generale qualità delle produzioni agricole e riconoscimento della qualità da parte del mercato legata alla percezione collettiva dell’ immagine dell’Abruzzo come regione caratterizzata dalla qualità dell’ambiente e dunque dalla salubrità delle produzioni primarie;

importanza del settore agro-alimentare nell’ambito dell’economia regionale e riconoscimento del ruolo economico e sociale del settore per la crescita della qualità della vita e del benessere collettivo;

presenza di alcuni prodotti tipici riconosciuti a livello nazionale ed internazionale e di prodotti di recente affermazione e con elevate potenzialità di crescita;

produzione agricola regionale largamente inferiore al consumo;

presenza di numerosi spazi naturali e di aree ad agricoltura prevalentemente estensiva che arricchiscono ulteriormente le qualità delle produzioni animali;

presenza nella regione di strutture cooperative ed associative affermate e di organizzazioni di produttori consolidate in alcuni settori dell’agro-alimentare;

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presenza di industrie di trasformazione agro-alimentari di notevole rilevanza e potenzialmente in grado di trainare lo sviluppo del settore agricolo;

presenza di un tessuto diffuso di piccole imprese agricole, fortemente legate al territorio, al quale possono rimandare per tradizione, genuinità e salubrità, in un ottica di sviluppo di aziende “multifunzionali”;

forte potenzialità di sinergie del settore agro-alimentare con il turismo, l’enogastronomia e la protezione ambientale;

presenza di un rilevante patrimonio forestale utilizzabile a fini ambientali, turistico, ricreativi, paesaggistici ed in alcuni casi produttivi;

presenza di una diffusa “società rurale” con permanenza di tradizioni storiche, religiose, folcloristiche e gastronomiche, varie e conosciute a livello internazionale;

elevata ricchezza e diversità del patrimonio paesaggistico e socio-culturale.

I punti di debolezza

invecchiamento della popolazione agricola e spopolamento delle zone interne;

scarso ricambio generazionale dovuto anche alle limitate dimensioni economiche delle imprese;

scarsa professionalità delle maestranze e mancanza di un sistema permanente di formazione ed aggiornamento rivolto agli operatori del settore alimentare, in materia di igiene degli alimenti, miglioramento qualitativo delle produzioni, tutela del benessere animale ed ambientale;

notevole polverizzazione aziendale, realtà produttiva destrutturata, non competitiva e con problematiche quali - quantitative irrisolte;

basso livello di associazionismo che non consente di organizzare qualitativamente e quantitativamente le produzioni e difficoltà nella gestione dei processi di cooperazione;

scarso collegamento tra agricoltura e industria di trasformazione nelle filiere;

limitatezza quantitativa delle produzioni regionali IGP-DOP-STG rispetto alle potenzialità;

scarsa capacità di commercializzazione e promozione sui mercati nazionali ed internazionali in particolare mancanza di una forte azione di penetrazione sui vicini mercati regionali (es. mercato romano);

mancanza di una politica sistematica di penetrazione nei Paesi in cui si sono avviate azioni di promozione;

bassa redditività del settore agricolo e agro-alimentare dovuta alla competizione con produzioni a costi inferiori dei Paesi emergenti;

mancanza di distretti industriali, agro-alimentari e rurali con la conseguenza che le imprese debbono sostenere maggiori costi esterni;

carenza nelle attività di R&D e di collegamenti con il mondo della ricerca;

presenza di impatti ambientali non compatibili con la vocazione “verde” della regione;

scarso utilizzo di politiche innovative di marketing nelle PMI, scarsa propensione all’uso di strumenti gestionali e finanziari innovativi;

limitatezza dei mercati con ambito geografico ristretto (mercati locali) o dell’Italia entrale e scarsa propensione all’export;

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difficoltà nel garantire la tracciabilità dei prodotti lungo la filiera e nei rapporti con il consumatore;

carenza di interventi sistematici di conoscenza, valorizzazione e gestione del patrimonio forestale;

scarso sfruttamento delle biomassa soprattutto in relazione alla loro disponibilità nella regione

carenza di professionalità degli imprenditori agricoli verso forme di integrazione di attività multifunzionali (agrituristiche, didattiche, ecc);

inadeguatezza delle strutture agrituristiche per quanto riguarda il patrimonio architettonico, i servizi offerti, nonché infrastrutture e servizi a supporto del settore;

assenza di reti tra le aziende agricole e agrituristiche e carenze in generale nell’integrazione tra settore agricolo e turistico;

inadeguatezza della gestione del paesaggio rurale / urbanizzazione rurale finalizzata all’incremento del turismo rurale e alla valorizzazione dei prodotti tipici regionali, l’immagine del territorio non appare ancora – in linea generale – riconoscibile e differenziante cioè appare senza “identità”.

I fabbisogni del sistema agroalimentare regionale

Dall’evidenziazione dei punti di forza e di debolezza del sistema produttivo regionale si perviene alla definizione di fabbisogni prioritari di intervento pubblico:

introduzione di elementi di innovazione nelle aziende agricole e della trasformazione alimentare (capitale fisico e risorse umane) per favorire una maggiore dinamicità nelle filiere competitive;

al miglioramento dei sistemi di governance di filiera;

miglioramento delle competenze professionali e manageriali, con particolare riferimento ai temi della sicurezza alimentare, della qualità e della valorizzazione commerciale;

miglioramento degli standard qualitativi delle produzioni agricole ed agroalimentari;

diversificazione del reddito in risposta ad una domanda di beni e servizi a carattere sociale e/o ambientale-paesaggistico;

adeguamento strutturale finalizzato alla introduzione di innovazioni ed al miglioramento degli standard qualitativi delle produzioni agricole ed alimentari;

sostegno al ricambio generazionale ed alla permanenza dei giovani nelle aree rurali;

sostegno alla riconversione produttiva e sviluppo di investimenti nel settore delle bioenergie;

diffusione dell’adesione a sistemi di certificazione e diffusione dell’agricoltura biologica;

creazione di nuove opportunità di reddito attraverso la diversificazione dell’economia rurale;

sostegno alla riconversione produttiva dai settori in crisi.

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B. Ambiti di influenza del Piano e orizzonte temporale

In questa fase si procede all'identificazione dell'ambito spazio-temporale. Tale identificazione si rende necessaria in quanto, spesso, gli effetti delle azioni previste dal Piano si manifestano in ambiti estesi (oltre l’area pianificata) e lungo un arco temporale più lungo di quello di durata del Piano.

Dal punto di vista spaziale, l’ambito di influenza del Piano Regolatore di Tornareccio viene inteso come corrispondente al territorio comunale. La dimensione orizzontale viene però ampliata laddove siano interessati recettori o elementi ambientali di carattere areale che presentino caratteristiche sovra comunali.

Dal punto di vista temporale l’ambito di influenza considera le azioni programmate nel piano in un contesto di persistenza non limitate ad uno specifico arco temporale, intendendole piuttosto quali azioni di carattere permanente, laddove non è previsto un termine temporale.

Lo strumento oggetto di questo documento è una variante al Piano Regolatore Generale, quest’ultimo ai sensi dell’articolo 9 della L.R. 18/83 smi, disciplina l’intero territorio comunale ed ha un arco temporale non superiore a dieci anni.

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C. Definizione Autorità e pubblico coinvolti (ACA) e modalità consultazione

In questa fase la procedura di VAS prevede che le autorità con competenza ambientale (ACA) e il pubblico interessato dall’attuazione del Piano abbiano la possibilità di esprimere la loro opinione in varie fasi della Valutazione Ambientale Strategica.

Nella fase di scoping, il Comune definisce l’elenco delle autorità con specifiche competenze ambientali e del pubblico che ritiene possano essere interessate agli effetti ambientali potenzialmente indotti dall’attuazione del piano.

Autorità con Competenze Ambientali

Direzioni Generali Regionali con competenze ambientali

1. DC - Direzione LL.PP., Ciclo Idrico Integrato e Difesa del Suolo e della Costa

Servizio Gestione delle Acque

Servizio Qualità delle Acque

Servizio Difesa del Suolo

Servizio Genio Civile regionale (L’Aquila o Pescara)

Servizio OO.MM. e acque marine

Servizio per la Sicurezza Idraulica

2. DH - Direzione Politiche Agricole e di Sviluppo Rurale, Forestale, Caccia e Pesca, Emigrazione

Servizio Foreste, demanio civico ed armentizio

Servizio Gestione del territorio

Servizio Ispettorato provinciale agricoltura (L’Aquila, Teramo, Chieti, Pescara)

3. DA - Direzione Affari Della Presidenza, Politiche Legislative e Comunitarie, Programmazione, Parchi, Territorio, Valutazioni Ambientali, Energia.

Servizio Politica energetica, qualità dell'aria, inquinamento acustico ed elettromagnetico, rischio ambientale, SINA

Servizio Conservazione della Natura e APE

Servizio Tutela, Valorizzazione del Paesaggio e Valutazioni Ambientali

4. DR - Direzione Protezione Civile, Ambiente

Servizio Politiche per lo Sviluppo Sostenibile

Servizio Gestione dei Rifiuti

5. Province

Provincia di Chieti, Settore 7

6. ARTA Abruzzo - Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente Direzione Centrale c/a Resp.le Gruppo di Lavoro V.A.S.

7. Enti Parco della Regione Abruzzo

Variante al PRG Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping

Studio Fioriti Pagina 15

8. Autorità Dei Bacini di rilievo regionale dell’Abruzzo e del bacino interregionale del fiume Sangro

9. Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici - Soprintendenza beni culturali (MIBAC)

10. Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici (BAP)

11. Soprintendenza per i Beni Archeologici

12. ASL

13. ATO

14. Comando Regionale Corpo Forestale dello Stato

15. Comando Provinciale Corpo Forestale dello Stato Chieti

I portatori d’interesse

La VAS essendo una procedura partecipata richiede, oltre, al coinvolgimento delle ACA, anche quello dei vari portatori d’interesse, siano privati, che enti ed associazioni, presenti sul territorio.

Condivisione del documento di scoping

La Provincia di Chieti, approvando il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, predispone, ai sensi dell’art. 58 delle NTA, che siano sviluppate esperienze di coopianificazione tra Comuni e Provincia, per la Variante Al PRG di Tornareccio, è stata già attivata tale procedura di condivisione dello strumento urbanistico.

Al fine di portare avanti il processo partecipativo sono stati effettuati, incontri con la cittadinanza, per informare i portatori d’interessi, della redazione del “Rapporto di Scoping”.

Modalità di accesso alle informazioni e ai documenti del piano e della VAS

La documentazione e le cartografie inerenti il Piano vengono resi disponibili per la consultazione

presso gli Uffici Comunali di Tornareccio, nei tempi da definirsi.

Le modalità e i tempi per il ricevimento delle osservazioni

Le osservazioni nell’ambito della procedura VAS seguiranno le medesime procedure già previste

per le consuete Osservazioni al Piano Regolatore, nei tempi che saranno quindi determinati dalle

stesse procedure per le Osservazioni al Piano.

Le iniziative di informazione e comunicazione che accompagneranno la fase di

consultazione

Le fasi di consultazione prevedranno una fase di illustrazione del Piano alle ACA (ivi compresi

portatori di interessi e Associazioni), tramite incontro diretto.

Le modalità di pubblicazione degli esiti della VAS

La VAS sarà pubblicata, in forma di sintesi, sul sito internet del Comune.

Variante al PRG Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping

Studio Fioriti Pagina 16

Variante al PRG Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping

Studio Fioriti Pagina 17

D. Analisi preliminare di contesto e indicatori

Analisi preliminare di contesto e indicatori condivisi

Sulla base del contesto ambientale del territorio in esame, si definisce un elenco di indicatori

possibili, sia in ragione alla loro applicabilità nell’area, sia in ragione della loro disponibilità presso

Enti e Amministrazioni pubbliche.

Di seguito si propone un elenco riassuntivo degli indicatori previsti.

Tab. 2

Temi e questioni ambientali Indicatori proposti (fonte)

Componenti antropiche

Economia e società

Popolazione

Attività economiche

Turismo

Urbanizzazione

Popolazione residente (ISTAT - Comune)

Struttura della popolazione (ISTAT - Comune)

Saldo naturale (ISTAT - Comune)

Saldo migratorio (ISTA - Comune)

Occupati per classe di età e attività (ISTAT -

Comune)

Indice di vecchiaia (indicatore derivato)

Indice di invecchiamento (indicatore derivato)

Grado di urbanizzazione (ISTAT - Comune)

Densità abitativa (ISTAT - Comune)

Imprese attive (Regione e/o Infocamera)

Certificazioni ambientali (APAT)

Esercizi recettivi e capacità (Regione/Cresme)

Salute umana Inquinamento luminoso (n. siti contaminanti -

Comune)

Inquinamento acustico (Comune)

Inquinamento elettromagnetico (Comune)

Siti contaminati (ARTA)

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Studio Fioriti Pagina 18

Componenti ambientali

Biodiversità, flora e fauna Aree protette (n. e sup) (Comune)

Siti Natura 2000 (n. e sup. (Comune)

Specie di interesse comunitario (dati originali)

Paesaggio e Beni culturali Zone A di PRP

Beni vincolati (Comune)

Verde pubblico (Comune)

Aree agricole (carta uso suolo regionale)

Suolo e sottosuolo

Rischio sismico

Rischio idrogeologico

Rischio antropogenico

Incendi

Attività estrattive

Agricoltura

Territorio comunale in aree a pericolosità molto

elevata, elevata, moderata e scarpate (Carta

Pericolosità)

Territorio comunale in aree a pericolosità

idraulica molto elevata, elevata, moderata e

media (Piano Stralcio Difesa Alluvioni)

Territorio comunale in aree a rischio idraulico

molto elevato, elevato, medio e moderato

(Piano Stralcio Difesa Alluvioni e Carta delle

Aree a Rischio)

Attività estrattive (ISTAT - Comune)

Concessioni estrattive in vigore (Comune –

Regione)

SAU (sup. agricola utilizzata) (ISTAT)

SAU/SUP.Comunale (ISTAT)

SAU suddivisa per colture (ISTAT)

Aziende zootecniche (numero) (ISTAT)

Incendi (per tipo di superficie in n. e ha)

(Comune)

Acqua

Servizio idrico integrato

Abitanti connessi a sistemi di trattamento reflui

(Comune)

Variante al PRG Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping

Studio Fioriti Pagina 19

Acque superficiali e sotterranee Abitanti connessi a rete fognaria (Comune)

Capacità impianto/i trattamento reflui (Comune)

Consumo acqua potabile pro capite/anno

(Comune)

Indicatori qualità acque del Sangro disponibili

(ARTA)

Aria e fattori climatici Indicatori di emissioni gassose in territorio

comunale disponibili (ARTA)

Dati climatici (temp. media annua, umidità,

precipitazioni annue, pioggia mensile, venti)

(ARSSA e Regione Abruzzo)

Beni materiali

Energia Stato del Piani Energetico Comunale (Comune)

Edifici pubblici con fotovoltaico (Comune)

Numero adeguamenti centrali tecniche in edifici

pubblici (n. caldaie a consensazione e/o a

biomassa) (Comune)

Trasporti Indice Utilizzo Mezzi (Regione)

Auto circolanti (Regione)

Densità del parco veicolare (Comune)

Rifiuti Produzione totale di RSU (Osservatori

provinciali rifiuti – Comune)

RSU pro capite (Osservatori provinciali rifiuti –

Comune)

Percentuale raccolta differenziata (Osservatori

provinciali rifiuti – Comune)

Contenuti della Variante al Piano Regolatore Generale.

Nella definizione degli interventi si è tenuto conto delle indicazioni fornite dagli strumenti urbanistici

di rango superiore, infatti, le azioni proposte tengono conto delle indicazioni del Quadri di

Riferimento Regionale (Q.R.R.), del Piano Regionale Paesistico (P.R.P.) e del Piano Territoriale di

Variante al PRG Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping

Studio Fioriti Pagina 20

Coordinamento Provinciale di Chieti (P.T.C.P.), basandosi soprattutto sulla sensibilità del territorio

alla trasformabilità, cercando di rispondere a criteri di realismo, attraverso termini di fattibilità, che

porta alla fine alla sostenibilità del progetto.

Infatti il P.T.C.P. pone l’attenzione allo sviluppo sostenibile del territorio, lo studio di quest’ultimo

pone al centro delle analisi le relazioni ambientali delle trasformazioni territoriali, cioè di come la

pianificazione possa attivare scelte ecologicamente compatibili, in modo che le nuove indicazioni di

piano si possano inserire come interventi di incentivazione di una politica urbanistica che ponga in

essere oltre alle questioni già consolidate dalla pratica urbanistica, anche la questione della

sostenibilità ambientale.

La Provincia di Chieti, con delibera di Consiglio Provinciale n. 14 del 23/02/03 ha approvato

definitivamente il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale all’articolo 58 individua l’istituto

della “copianificazione” considerata quest’ultima, un processo di costruzione di interesse e

iniziative concertate, coordinate e integrate, a livello di rapporti istituzionali, la possibilità di

sperimentare sul campo modalità di concentrazione delle scelte strategiche utili per l’elaborazione,

in forma associata, la formazione e l’attuazione di piani urbanistici.

L’amministrazione Comunale di Tornareccio con Delibera di Consiglio Comunale, n.27 del

30/11/06, attivava formalmente con la Provincia di Chieti (Settore Urbanistica Proviciale), la fase di

copianificazione per la Variante al PRG.

Il piano di Tornareccio punta attraverso la riqualificazione di spazi pubblici potenziamento di servizi

esistenti e dotazione di nuovi per rendere più vivibile, moderno, sostenibile e di qualità il territorio.

Puntando su obiettivi precisi supportati da strategie ad hoc.

Obiettivi specifici del Piano.

Il riconoscimento degli Obiettivi rappresenta il momento in cui la Variante pone le basi per la

gestione urbanistica del territorio comunale, oltre agli obiettivi la variante individua degli Interventi

Strategici, questi sono ambiti che si ritengono strategici per lo sviluppo del territorio del comune di

Tornareccio.

Essi partono da concetti quali:

1. recupero e riqualificazione dell’esistente;

2. conservazione e ripristino;

3. sostenibilità della città e del territorio.

Riqualificazione dell’esistente:

potenziamento della viabilità, degli accessi urbani, e della mobilità comunale;

Variante al PRG Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping

Studio Fioriti Pagina 21

incremento e potenziamento dei servizi locali;

conformazione dei bordi urbani;

riqualificare gli insediamenti presenti;

riqualificazione delle aree di degrado urbano;

contenere la nuova edificazione residenziale;

La riqualificazione ambientale.

Conservazione e ripristino:

salvaguardia del sistema boschivo, come elemento di altissimo pregio naturalistico ed

ambientale;

difesa dei corsi d’acqua e dei fossi;

riqualificazione delle aree di degrado ambientale ed idrogeologico;

tutela e gestione delle aree di Monte Pallano;

conservazioni dei siti archeologici;

tutela dei percorsi di crinale e della viabilità rurale;

tutela del paesaggio rurale di pregio;

favorire la presenza delle attività agricole sostenibili e ad basso impatto ambientale;

favorire e stimolare un’accorta e sostenibile fruizione agrituristica del territorio rurale;

recuperare i siti degradati.

Sostenibilità della città e del territorio.

Il Piano privilegia forme insediative compatte rispetto forme frammentate e disperse

limitando così il consumo dei suoli e dei conseguenti costi di urbanizzazione;

Il Piano favorisce i processi di riuso delle aree dimesse di riqualificazione funzionale del

sistema urbano;

Il Piano scoraggia le espansioni lineari, lungo le arterie stradali ed i sistemi di crinale, e

soprattutto le urbanizzazioni diffuse;

Il Piano rispetta gli andamenti morfologici dei suoli tenendo conto della trama fondiaria e

della morfologia urbana esistente;

Variante al PRG Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping

Studio Fioriti Pagina 22

Il Piano prevede la formazione di cortine verdi di carattere sia puntuale, che lineare, che

aerale;

Il Piano programma puntualmente i momenti di discontinuità necessari a caratterizzare

l’ambiente urbano, nella dimensione territoriale;

Il Piano assicura la permeabilità dei suoli.

Caratteristiche ambientali.

Il territorio si estende per 27,73 Km², risulta disegnato da due paesaggi complementari, collinare e

montano.

Il primo è caratterizzato soprattutto da aree rurali, ed è ubicato nella parte orientale del territorio

comunale, e raggiunge la quota più bassa a circa 360 s.l.m., nella zona di Piana delle Vigne.

L’altro che ha caratteristiche di ambiente montano, ubicato ad ovest, alterna parti di territorio rurale

ad territori urbanizzati.

Questo paesaggio quindi rappresenta la parte montana del territorio, infatti essa, in corrispondenza

della zona de La Torretta, su monte Pallano, è il punto più alto del territorio comunale , raggiunge

la quota massima di 990 s.l.m. questa parte di territorio è connotata da una forte naturalità, per tale

motivo l’area è sede di un S.I.C.

Nel territorio sono presenti diversi corsi d’acqua e fossi, dei quali il più importante è il fiume

Osento, l'intero bacino drena un’area di 128 km² . L'asta principale nasce dal monte Pallano e si

sviluppa per circa 37 km sino alla foce, situata a Nord del comune di Casalbordino. Il fiume scorre

lungo un percorso ricco di meandri naturali, caratterizzati da una eccellente vegetazione ripariale di

tipo arbustivo e arboreo.

Alle origini il fiume Osento è alimentato da un complesso di sorgenti aventi portate modeste, e

lungo il suo percorso non riceve affluenti di particolare importanza.

Il territorio è coperto in buona percentuale da aree boscate. In località Due Acque, nei fossi che

sboccano nel fiume Osento, è presente una cospicua formazione boschiva riparia, a dominanza di

Pioppo bianco (Populus alba), con notevole presenza di Farnia (Quercus robur), Sorbo domestico

(Sorbus domestica), Roverella (Quercus pubescens), Sanguinello (Cornus sanguinea) e Asparago

pungente (Asparagus acutifolius).

Sono presenti anche cedui matricinati di latifoglie a prevalenza, a seconda delle quote, di Faggio

(Fagus sylvatica) o di Cerro (Quercus cerris). A queste due specie si accompagnano altre latifloglie

come il Carpino bianco e quello nero (Carpinus betulus, Ostrya carpinifolia), il Maggiociondolo

(Laburnum anagyroides), il Ciliegio selvatico (Prunus avium), il Nocciolo (Corylus avellana) ecc.

Variante al PRG Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping

Studio Fioriti Pagina 23

Presenti inoltre, ma di minore importanza, boschetti di conifere di origine antropica.

Aree di particolare rilevanza insistenti sul territorio.

Il territorio è interessato dalla presenza del Sito d’Interesse Comunitario IT7140114 di Monte

Pallano.

Il territorio comunale è interessato da diverse aree interessate da disseto idrogeologico e

geologico, e coperte da boschi, di conseguenza da aree vincolate dal vincolo idrogeologico (RD

30/12/23 n.3267).

Nella parte a confine con il comune di Atessa, c.da Lentisce ed il comune di Casalanguida è

presente una area percorsa da incendi.

Le aree ripariali ed il bacino del fiume Osento.

Il territorio di Tornareccio ricade nei territorio IGT e DOP per quanto riguarda il vino, inserito nelle

“terre di Chieti” e per quanto riguarda l’olio extravergine nelle “aree del’olio delle colline teatine.

In questo scenario, la VAS integra ulteriormente le esigenze socioeconomiche con gli aspetti

ambientali del territorio. In quest’ottica, la valutazione ambientale si configura come uno strumento

utile alla fase progettuale che facilita l’iter decisionale, nello specifico aiuta ad individuare (a) gli

ambiti rilevanti sotto il profilo naturale e paesaggistico, da proteggere e da tutelare, soprattutto in

relazione alla realizzazione della rete ecologica comunale, (b) gli interventi di mitigazione e le

misure di compensazione necessarie a risolvere eventuali situazioni di conflittualità che si verranno

a delineare nel corso delle analisi e della raccolta delle osservazioni.

Analisi sui temi e le questioni ambientali.

Con il termine di componenti ambientali si vuole considerare tutti gli aspetti ambientali, economici,

sociali che costituiscono la realtà del territorio comunale di Tornareccio.

Ogni componente ambientale necessita di un’approfondita ricerca verso tutte le tematiche, norme,

direttive di riferimento; in pratica, nella parte di scoping, si è eseguita una catalogazione delle

componenti, divise in:

antropiche;

ambientali;

beni materiali.

Si procederà, in ambito di Relazione Ambientale, ad analizzare i rapporti con il territorio e con tutte

quelle leggi presenti nella legislazione europea, nazionale e regionale.

Componenti antropiche:

Variante al PRG Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping

Studio Fioriti Pagina 24

Popolazione.

Attività economiche.

Turismo.

Urbanizzazioni.

Componenti ambientali:

Biodiversità

Paesaggio e beni culturali.

Suolo e sottosuolo, rischio sismico, idrogeologico, antropogenico, incendi ed agricoltura.

Acqua, servizio idrico integrato, bacini idrografici e acque superficiali e sotterranee.

Aria e fattori climatici.

Beni materiali:

Energia.

Trasporti.

Rifiuti.

Variante al PRG Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping

Studio Fioriti Pagina 25

E. Individuazione di aree sensibili e di elementi di criticità.

In questa fase si è evidenziato, attraverso analisi swot, le sensibilità e le criticità rispetto lo stato

delle componenti, racchiuse per allinearci con la Variante al PRG del comune di Tornareccio, in

mcroinsiemi come segue. In questo modo si è voluto evidenziare in modo sintetico, rimandando

analisi più approfondite alla successiva fase (Rapporto Ambientale), i fattori che possono

agevolare od ostacolare le scelte strategiche ed operative.

La Variante al PRG del comune di Tornareccio, introduce il concetto e l’idea di Sistema

Territoriale, la Variante ne individua tre:

1. Il Sistema Ambientale;

2. Il Sistema Insediativo;

3. Il Sistema Infrastrutturale.

IL SISTEMA AMBIENTALE.

PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA

Struttura urbana compatta.

Presenza dell’area SIC di Monte Pallano.

Presenza di aree boscate.

Presenza di oliveti e vigneti.

Aree di formazioni riparie.

Presenza di corsi d’acqua e sorgenti.

Scarsa valorizzazione del patrimonio insediativo storico rurale

Aree di dissesto geologico ed idrogeologico.

Aree percorse da incendi.

Inquinamento di corsi d’acqua.

Presenza di una discarica.

Opportunità Minacce Obiettivi Compatibilità

ambientale

Tutela e valorizzazione del Sito SIC di Monte Pallano.

Mancata gestione del SIC.

Redazione del Piano Di Gestione del SIC

Alta

Valorizzazione del tessuto insediativo rurale.

Abbandono progressivo delle aree rurali.

Recupero e riqualificazione del patrimonio insediativo.

Favorire metodi di bio-edilizia.

Alta

Riqualificazione ambientale delle infrastrutture.

Rischio di realizzare opere infrastrutturali impattanti.

Interventi di mitigazione degli impatti ambientale.

Alta

Variante al PRG Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping

Studio Fioriti Pagina 26

Contenimento del consumo di suolo

Frammentarietà e diffusione specialmente nelle aree periurbane.

Contenimento di consumo di suolo.

Alta

Miglioramento dell’assetto idrogeologico.

Aumento del rischio idrogeologico e rischio per l’incolumità umana.

Opere d’ingegneria ambientale per evitare il dissesto idrogeologico.

Alta

Rigenerazione ambientale

Rischio di degrado progressivo di degrado ambientale.

Favorire la rigenerazione ambientale, anche attraverso le pratiche di bio agricoltura.

Alta

Favorire l’agricoltura. Abbandono progressivo delle aree rurali.

Rischio di degrado progressivo di degrado ambientale.

Sfruttamento sostenibile delle aree agricole.

Evitare l’abbandono degli oliveti e dei vigneti.

Alta

Tutela del paesaggio Rischio di degrado progressivo di degrado ambientale.

Attraverso una gestione sostenibile dei beni paesaggistici.

Alta

Rigenerazione ambientale delle aree contaminate e/o inquinate.

Rischio di degrado progressivo di degrado ambientale.

Favorire la rigenerazione ambientale.

Alta

Tutela dei corsi d’acqua

Rischio di progressivo degrado dei corsi d’acqua e delle aree perifluviali.

Favorire la tutela, mitigare gli impatti e evitare l’inquinamento.

Concepire l’asse come corridoio biologico.

Alta

Recupero dei siti contaminati e/o danneggiati.

Rischio di degrado progressivo di degrado ambientale.

Favorire la tutela, mitigare gli impatti e evitare l’inquinamento.

Alta

IL SISTEMA INSEDIATIVO.

PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA

Struttura urbana compatta

Valenza della città storica chiara e riconoscibile

Buona disponibilità di aree da destinare alla trasformazione insediativa “nuovi comparti”

Scarsa fruibilità del patrimonio insediativo storico rurale

Stato di degrado di alcune aree del territorio comunale

Frammentarietà e marginalità dell’edificazione moderna

Patrimonio immobiliare pubblico non sfruttato

Presenza di spazi privi di qualità urbana

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Studio Fioriti Pagina 27

Degrado urbanistico, in alcune aree

Opportunità Minacce Obiettivi Compatibilità

ambientale

Valorizzazione della città storica.

Rischio di progressivo abbandono e successivo degrado.

Recupero e riqualificazione del patrimonio insediativo.

Media

Riqualificazione del patrimonio edilizio esistente consolidato e di recente formazione.

Mancanza di qualità dell’area.

Poca permeabilità dei suoli.

Edilizia diffusa.

Riqualificazione degli spazi aperti.

Dotazione di standard urbanistici.

Privilegiare mix funzionali.

Incoraggiare bio-edilizia.

Scoraggiare il consumo di suolo.

Media

Nuova edificazione. Mancanza di qualità dell’area.

Poca permeabilità dei suoli.

Ridisegno dei bordi urbani.

Privilegiare mix funzionali.

Incoraggiare bio-edilizia.

Scoraggiare il consumo di suolo.

Media

Recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio rurale.

Rischio di progressivo abbandono e successivo degrado.

Recupero e riqualificazione del patrimonio insediativo.

Media

Recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico.

Mancanza sostenibilità e degrado delle proprietà pubbliche.

Valorizzazione.

Recupero e riqualificazione dell’area.

Media

Riqualificazione degli spazi aperti lasciati in edificati all’interno del sistema insediativo.

Mancanza progressiva di aree verdi.

Bassa qualità dell’area.

Tutelare gli elementi ambientali di valore.

Creazione di connessioni biologiche.

Dotazione di verde pubblico.

Alta

IL SISTEMA INFRASTRUTTURALE.

PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA

Presenza di un’asse di discreta importanza nel territorio.

Presenza di un’asse di valenza paesaggistica

Rete stradale da riqualificare.

Congestionamento nel centro di Tornareccio.

Mancanza di parcheggi.

Variante al PRG Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping

Studio Fioriti Pagina 28

nel territorio. Carenza di sistemi pedonali.

Opportunità Minacce Obiettivi Compatibilità

ambientale

Miglioramento funzionale e riqualificazione ambientale della rete stradale extraurbana

Rischio di progressivo abbassamento dei livelli qualitativi e funzionali della rete stradale extraurbana.

Miglioramento dei livelli qualitativi ambientali della rete stradale extraurbana e coerenza con le strategie sovra comunali.

Alta

Miglioramento funzionale e riqualificazione ambientale della rete stradale secondaria e di connessione con le aree rurali.

Rischio di progressivo abbassamento dei livelli qualitativi e funzionali della rete stradale comunale.

Miglioramento dei livelli qualitativi ambientali della rete stradale locale e rurale.

Alta

Riorganizzazione della rete urbana.

Continua congestione della rete urbana.

Riorganizzazione funzionale della rete urbana.

Media

Potenziamento del verde stradale.

Rischio di continuare a privilegiare soluzioni ad alto impatto ambientale.

Potenziamento del verde stradale per la creazione di una rete connettiva a valenza ecologica.

Alta

Creazioni di parcheggi.

Continua congestione della rete urbana.

Creazione di parcheggi, per favorire il decongestionamento dei centri urbani.

Favorire la pedonalità.

Media

Creazione di percorsi di mobilità pedonale e/o ciclabile.

Continua congestione della rete urbana.

Uso continuo dei mezzi meccanici.

Favorire la pedonalità e dove possibile anche percorsi ciclabili.

Alta

Variante al PRG Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping

Studio Fioriti Pagina 29

F. Presumibili effetti ambientali del Piano

Per valutare i presunti impatti della Variante al Piano Regolatore Generale del comune di

Tornareccio dovuti alla sua attuazione si è elencato, in questa sede rimandando ad uno studio più

approfondito da parte del successivo Rapporto Ambientale, degli indicatori.

indicatore azioni valutazione

Qualità del suolo Uso dell’esistente e limitazione dell’espansione urbana

basso

Qualità delle acque Fasce di rispetto nullo

Qualità dell’aria Riduzioni emissioni NTA PRG basso

Fauna e flora Interventi non impattanti nullo

Paesaggio Miglioramento creazioni di connessioni biologiche e tutela

basso

Centro storico e nuclei di pregio Piano di recupero basso

Clima Riduzioni emissioni NTA PRG nullo

Effetto cumulativo Nessuno nullo

Rischi per la salute umana Nessuno nullo

Rischi per l’ambiente Miglioramento creazioni di connessioni biologiche e tutela

nullo

Impatto sul sic di Monte Pallano Tutela in attesa del Piano di Gestione nullo

Habitat naturale Miglioramento creazioni di connessioni biologiche e tutela

basso

Variante al PRG Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping

Studio Fioriti Pagina 30

G. Descrizione del metodo di valutazione

Nel decidere se dare più importanza a un criterio di valutazione piuttosto che ad un’altro si è scelto

di seguire la seguente gerarchia di principi di sostenibilità:

1. Proteggere e conservare le zone di tutela;

2. Minimizzare e contenere il consumo di suolo;

3. Mantenere e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche;

4. Migliorare la qualità dell’ambiente locale per la cittadinanza;

5. Determinare condizioni utili allo sviluppo del territorio.

Gli aspetti da considerare prioritari sono ovviamente quelli già previsti da atti legislativi e normativi

che in questo caso si riferiscono alla salvaguardia delle zone di tutela.

I criteri ispirati al primo principio (proteggere e conservare le zone di tutela) sono quindi quelli

riguardanti i vincoli e alle aree di tutela derivanti dalla pianificazione di settore, di tipo ambientale,

paesistico e infrastrutturale.

Il secondo principio di sostenibilità comprende i criteri per il contenimento dell’utilizzo del suolo nei

pressi di aree già urbanizzate e servite da infrastrutture.

Il terzo principio individua i criteri legati alla conservazione della qualità dei suoli e delle risorse

idriche sia riguardo alle caratteristiche geologiche del territorio che agli usi attuali del suolo

agricolo.

Il quarto principio è strettamente connesso ai primi tre, ma include anche la realizzazione d’idonei

servizi e infrastrutture per la cittadinanza. Il quinto principio, pur dovendo rispettare gli elementi di

sostenibilità ambientale di cui ai primi quattro principi, assume comunque un rilievo fondamentale

ed irrinunciabile.

La finalità dello studio sarà quindi concretizzata in una valutazione delle osservazioni pervenute, e

alle possibili indicazioni di ottimizzazione del Piano, eventualmente integrato con indicazioni su

tematiche di carattere specifico.

1

2

3

Carta delle Criticità Ambientali

LEGENDAAree in dissesto idrogeologico.

1 area del depuratore di Fosso Porciano.2 area del depuratore di Fosso Cermegna.3 area ecologica comunale

Nella carta delle criticità ambientali sonoevidenziati i siti ed i servizi cherappresentano situazioni di degrado perl'ambiente come: aree di dissestoidrogeologiche (PAI Provincia di Chieti), e ilsistema fognante ed impianti didepurazione.

Carta delle Naturalità

LEGENDA

Nella carta delle naturalità si evidenzia ilsistema dei corsi d'acqua superficiali e gliambiti naturali d'interesse particolare.

Reticolo idrografico.

Aree SIC "Monte Pallano".

Carta della Rete Ecologica

LEGENDA

Aree Boscate.

Nella carta della rete ecologica sievidenziano le connessioni e i nodi delsistema di tutte le aree che presentano altequalità ambientali (SIC, ZPS, ambiti delPRP etc.).Il fiume Osento, il fosso Mirella, il fossoPorciano, il fosso di Vernale, fosso ColleMonzone connessione con il SIC dei Boschiriparali del Fiume Osento. Il fosso Vuscoconnessione con il SIC di Punta Aderciattraverso il Parco Fluviale del Sinello.

Ambiti fluviali e corsi d'acqua.

Aree SIC "Monte Pallano".

Carta delle Sensibilità

LEGENDAAmbiti fluviali e corsi d'acqua.

Aree SIC "Monte Pallano".

Crinali.

Nella carta delle sensibilità ambientali sonoevidenziati:

1) Gli elementi dell'idrografia presentenel comune.2) Il sistema dei crinali.3) Le aree soggette a tutela e vincolate ai sensi delle leggi 1089/39, 1497/39 e 431/85.4) La area protetta di Monte PALLNO SICIT7140120.