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Periodico di informazione, cultura e musica dedicato al mondo latino americano - DISTRIBUZIONE GRATUITA - anno 3 - N° 2 MARZO 2012 ALBERTO VALDES Una delle ricchezze culturali lanoamericane che l’isola di Cuba ha regalato a tu noi Italiani appassiona di salsa. il NUOVO MAGAZINE PUGLIA BASILICA TA & di

VIDA LATINA MAGAZINE - MARZO 2012

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Marzo 2012. In questo numero: Intervista esclusiva a: "El pavarotti de la salsa" il cantante TITO NIEVES intervistato per noi da Nunziella Buona in collaborazione con il "SalsaFestival Switzerland" - ed ancora le dichiarazioni di Alberto Valdes, il maestro dei maestri. Tutto questo e tanto altro nel nuovo numero di VIDA LATINA MAGAZINE.

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ALBERTO VALDESUna delle ricchezze culturali latinoamericane che l’isola di Cuba ha regalato a tutti noi Italiani appassionati di salsa.

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NunziellaBuono

Silvio Sisto

GiulioPatruno

EnzoConte

Vito & Enzo

RickyEspino

LaraPalmisano

DavidinoDeejay

DennyDeejay

Vito y stefania

NicoTursi

MicheleTraversa

DanieleBlasi

PeppinoDisabato

LA REDAZIONERegistrazione del Tribunale di Bari:n°3199 del 25/11/2010Tiratura: 6000 copieNumero Chiuso: 08/03/2012Edito da:Ass. Culturale IDEANDO 2.0Via Berlino 86 Altamura (Ba)Tel. [email protected]

Direttore Editoriale:Donato CiccimarraDirettore Responsabile:Giuseppe DisabatoAdvertising Manager:Nunziella BuonoDirettore Artistico:Silvio SistoCaporedattore:Donato Ciccimarra

Redazione:Michele TraversaGiulio PatrunoDaniele BlasiDomenico TaglienteEnzo ConteVania TriaLara PalmisanoRicky EspinoRossana PellegrinoDenny djDavidino djPaolo MartanoNico TursiOmar GalloVito Ranieri Stefania ErredeMario De PaloHanno Collaborato in questo numero:

Marcello GrecoMassimo RogerRocco Royce Di Perna

info e contatti:Tel. [email protected]

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Nei miei libri dedicati alla musica afro-latino-ca-raibica, ho sempre dedicato un capitolo alle tan-te polemiche che, da sempre, il termine salsa ha suscitato, avendo premura di includere le opinioni sia dei suoi tanti detrattori che dei suoi molti so-stenitori:“Che cos’è la salsa? Quando è nata? E soprattut-to dove è nata? E’ corretto affermare che sia una semplice rielaborazione della musica cubana, oppure hanno ragione quelli che affermano che la salsa sia una espressione autoctona nata nelle strade di Puerto Rico oppure nei quartieri latini di New York?” Questa discussione va avanti da anni e divide in maniera sempre più profonda gli storici, i musico-logi come i semplici appassionati. Eppure in tantissimi generi musicali non c’è stato alcun problema a cambiare il nome di un ritmo: il boogie boogie è diventato rock and roll, il funky: hip hop; il reggae: raggamuffin, la disco-music: house music o techno music (con le sue mille di-ramazioni). Con la salsa non è stato così, anzi in molti continua-no non solo a negarle la paternità di un ritmo o di un genere, alcuni addirittura arrivano al punto di mettere in dubbio la sua esistenza. Perché tanta avversione per la parola salsa? Non è difficile ipotizzare che alle spalle ci sia un vero e proprio problema politico determinato, da una parte dall’avversione delle elite culturali latine ver-so una espressione tipicamente proletaria; dall’al-tra dall’ingiusto e mortificante embargo che ha dovuto subire Cuba in tutti questi anni. Si ha quasi l’impressione che, utilizzando la parola salsa, si vo-glia oscurare il grande contributo dato dai cubani alla evoluzione della musica afro-latino-caraibica.Eppure i cubani per primi non hanno avuto difficol-tà a cambiare il nome di alcuni ritmi da loro creati:

il danzón ha generato il danzonete, il danzón de ritmo nuevo è diventato mambo, il son si è il tra-sformato in songo, dal songo si è passati alla timba. Trovando dei nomi nuovi hanno di volta in volta ribadito che stavano suonando qualcosa di diverso rispetto al passato, pur avendo evidenti contatti con esso... Interessante quanto osserva, nell’opera “Nación y ritmo. Descargas desde el Caribe”, lo studioso bo-ricua Juan Otero Garabís : “Per molti, incluso il famoso musicista portoricano Tito Puente, la salsa altri non era che uno slogan commerciale attraverso il quale si pretendeva di vendere la produzione di alcune orchestre latine radicate a New York. Addirittura il professore e critico letterario Luis M. Arrigotia (a dimostrazio-ne della diffidenza che gli intellettuali portoricani nutrivano per questa musica), considerava la salsa una musica stridente, anestetica, ubriacante e fre-netica assimilabile agli effetti del sesso, dell’alcol e degli stupefacenti... E’ stata citata fino alla sazie-tà la frase di Puente che afferma che l’unica salsa che lui conosce si vende in bottiglia e che lui suo-na musica cubana. Senza dubbio però Puente, col tempo, si è riconciliato con il termine, deduco per le stesse ragione commerciali per quali lo rifiutava negli anni ’60 e ‘70, al punto da includere nel suo disco numero 100, un tema intitolato “Salsumba”, il cui coro recitava “Esto se llama salsumba, sabor a salsa y a rumba”. Lo stesso Willie Colón indiret-tamente si riferisce a Puente quando segnala che quelli che si burlavano della salsa, dicendo che la unica salsa che conoscevano era quella di pomo-doro, oggi partecipano a concerti di salsa dove guadagnano fama e denaro.”Così Garabís conclude la sua analisi:“Il fatto che (la salsa) sia una combinazione di ritmi di eredità afro-caraibica non esclude che sia uno

Cos’è laSalsa?

di Enzo Conte

Una breve analisi attraverso gli occhi della storia

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Cos’è laSalsa?

stile musicale con delle caratteristiche proprie, in quanto, come affermano i cubani Alejandro Car-pentier e Leonardo Acosta, praticamente tutti i rit-mi caraibici sono sincretici, incluso lo stesso son.” Finalmente, a distanza di diversi decenni, possiamo guardare questa antica diatriba non sull’impeto emozionale “della cronaca” ma con la ragionevo-lezza e la ponderatezza “della storia”. E’ indiscuti-bile che in origine il termine “salsa” era utilizzato in maniera molto diversa da quella odierna. In realtà non si voleva dire che questa musica “era salsa”, ma che al contrario “aveva salsa”. “Salsa” era tutta quella musica suonata con ener-gia, con calore, con passione o come direbbero gli americani con swing. Originariamente la parola salsa non era quindi usata per definire un ritmo ma era “una caratte-ristica” che accomunava i principali ritmi dell’area caraibica. È innegabile però che con il tempo la salsa ha assunto delle caratteristiche diverse che l’hanno resa, via via, più autonoma: nuove orchestrazioni, nuovi arrangiamenti, nuo-ve armonizzazioni, nuove combinazioni ritmiche, nuove sperimentazioni musicali, nuove interpreta-zioni vocali, nuovi testi, un contenuto sociale più evidente e soprattutto un’atmosfera più urbana.... La chiave del dilemma è se, a distanza di tanti anni, possiamo considerare la salsa “una nuova forma musicale”, oppure se dobbiamo continuare a con-siderarla una parola commerciale o generica che descrive un insieme di ritmi (come ad esempio succede nello stesso jazz e persino nel rock).

Molti studiosi sostengono, ad esempio, che ritmi-camente la salsa sia figlia del son montuno, altri, invece, sostengono a spada tratta che si tratta di una rielaborazione del mambo o della vecchia guaracha. Guaracha che per alcuni è solo cubana, mentre altri sostengono, rivendicando la comune origine spagnola, che sia anche portoricana. Il problema vero è che non è così facile classificare “forme musicali poliritmiche” che si sono, tra l’al-tro, notevolmente modificate con il passare degli anni. Il son, ad esempio, è un ritmo, un genere o una semplice forma musicale che può contenere al suo interno ritmi diversi? Difficile dare una risposta certa visto che sono sta-te classificate ben 22 varianti del son.Troppo spesso ci si dimentica che a fare la diffe-renza tra un son, una guaracha o un mambo è il più delle volte il vestito sonoro, l’orchestrazione o l’arrangiamento del brano stesso. La salsa, in conclusione, è molto di più che una musica o una mescolanza di ritmi. E’ soprattutto un “movimento culturale”, figlio a sua volta dell’in-contro o della evoluzione di diverse culture. Di conseguenza, pur ribadendo in questa evoluzio-ne “il fondamentale ruolo dei cubani e della mu-sica cubana”, non possiamo considerare la salsa espressione di una unica nazione, proprio perché alla sua creazione hanno contribuito uomini di di-verse aree geografiche, di diverse razze e colori, che hanno finito col riconoscersi in essa fino a fare di lei una voce: “la voce del popolo latino”, che di fronte ad un colonialismo strisciante continua a re-clamare a gran voce la propria identità...

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A Pasqua…Il giro del mondo!Siamo ormai vicini alla festività di Pasqua, un evento straordinario che fa il giro del mondo mo-strando tradizioni diverse e affascinanti. Penso che non si possa far altro che cominciare dalla terra santa dove sono nate le radici della Pasqua. La Pasqua Ebraica viene chiamata con il termine “Pessach” che significa “passare altro” e festeg-gia la liberazione di Israele dalla schiavitù sotto gli egiziani. Mentre la pasqua del cristianesimo festeggia la resurrezione di Cristo, la vita che si rinnova, questo è simbolizzato dalla tradizione di regalare uova di cioccolato e anche uova vere; come si faceva qualche anno fa. Si dice che dopo la resurrezione di Cristo, Maria di Magdala è an-data a Roma e ha offerto un uovo rosso all’impe-ratore Tiberio dicendo: “Cristo è risorto”; anche se questo è solo un mito della tradizione ancora oggi l’uovo è il simbolo principale della pasqua.La festa della Pasqua cristiana dal IV secolo è fis-sata la domenica successiva alla prima luna piena dopo l’equinozio di primavera (il 21 marzo) ed è annunciata la data ai fedeli ogni anno durante la festa dell’epifania, il 6 gennaio. La chiesa ortodos-sa invece usa il calendario Giuliano e considera la Pasqua la festività più importante dell’anno. Ogni paese ha le sue peculiarità all’ora di celebra-re la pasqua. La mattina del giorno di Pasqua la famiglia russa si reca sulla tomba di un parente e lì consuma un picnic mentre i tedeschi hanno scelto per indicare la pasqua il nome dell’antica divinità germanica della primavera “Eostre”. Le mamme francesi dicono ai loro bambini che “le campane sono volate via a Roma”.La mattina di Pasqua, i bambini corrono fuori di casa per guardare le campane “tornare indietro da Roma”. In New Orleans si fa un carnevale chia-mato Madi Gras, con delle sfilate accompagnate dalla musica dal vivo per festeggiare l’arrivo della primavera.Questa tradizione è stata portata pure nel Nuovo Mondo. Negli Stati Uniti la Pasqua si divide in due feste, una religiosa e l’altra piena di giochi dedica-ta ai bambini. In America Latina la festività della pasqua è chiamata “Semana santa” (settimana santa) e viene a volte usata in maniera non cor-retta per indicare altre festività religiose; come

di Yadira Gonzalez

New Orleans

Spagna

Brasile

Germania

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in Cile che indica il giorno della nascita di Gesù (Natale). In Messico invece ha una rilevante importanza, è un rituale (processione) dove si rappresenta il percorso finale di Gesù con la cro-ce sulle spalle. In Brasile, nel Nova Jerusalém, uno dei teatri all’aperto più grandi del mondo, si rappresenta l’arrivo di Gesù a Gerusalemme, la morte e resurrezione; in questa mostra parte-cipano più di 80 attori e più di 500 comparse. In Venezuela in questo periodo molta gente si ve-ste in costume rappresentando le personalità di quell’epoca della passione di cristo. Nel Cusco, la capitale degli Inca, si decorano le finestre con tele e tappeti fatti da fili dorati. La situazione a Cuba è diversa, dichiarata una nazione atea fino all’anno 1992, quando questa parola è stata tol-

ta dalla costituzione. I rapporti fra la chiesa e il governo hanno avuto momenti di alti e bassi con l’arrivo del governo di Fidel Ca-stro. La visita di Papa Giovanni Paolo II a Cuba 1998 significò un’apertura al dialogo e alle manifestazioni pubbliche per i cat-tolici. Per queste ragioni oggi le tradizioni della festa della Pasqua cattolica sono qua-si estinte nel popolo cubano. Questa è solo una piccola mostra dell’infi-nità di tradizioni di Pasqua in tutto il mon-do. Un evento che ci appartiene e che non solo rappresenta il rinnovo della vita, ma anche della nostra fede e speranza. Buona Pasqua a tutti!.

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Vida Latina Magazine è lieta di introdurvi in attimi incantevoli condivisi con l’unico cantante latino ad aver avuto l’onore di essere paragonato al gran-de Luciano Pavarotti. Grazie all’organizzazione del Salsafestival Switzerland 2012, di cui siamo stati Mediapartner, abbiamo avuto la possibilità di in-contrarlo e condividere questo momento con voi lettori.E’ stata un’ intervista singolare, abbiamo riso, scherzato e come se non bastasse abbiamo vis-suto un momento di straordinaria poesia ascol-tando la sua voce (a cappella) nell’intonare il brano“Fabricando Fantasia”.

Nato a Puerto Rico il 4 giugno 1959 e cresciuto ne-gli Stati Uniti, Tito Nieves (Humberto Nieves) inizia la sua carriera partecipando a Cimarrón, un’Orche-stra Newyorkese. Successivamente, nel nel 1978, forma un gruppo con Héctor Lavoe e si unisce a Conjunto Clásico poco tempo dopo. Tito Nieves decide di intraprendere la carriera di solista nel 1988 cantando salsa in inglese. Il suo brano “I like it like that” fu il primo nelle chart del 1997 e uno dei brani più remixati in chiave Hou-

se Music da parecchi deejay di fama mondiale. Ad oggi Tito Nieves conta un notevole numero di brani, da lui interpetrati e scritti, di grande succes-so, molto noti a tutto il popolo latino e soprattutto salsero.

Humberto Nieves, la prima volta in Svizzera?No è la quinta volta che sono qui in Svizzera. La prima volta nel lontano 1998.A che età hai intrapreso la tua carriera artistica?Ho iniziato quando avevo 15 anni, ma già all’età di 5 anni ero molto attratto dagli strumenti musicali come le percussioni e la chitarra. Ascoltavo tanta musica, dai Beatles a Celia Cruz passando sulle note di Tito Puente.Qual è il brano del tuo nuovo album che stai pro-muovendo?Il singolo “Eres Linda” è una salsa romantica scritta da Jorge Luis Piloto, stesso compositore del brano “Fabricando Fantasia” e “Esa Boquita” con gli ar-rangiamenti del maestro Ramon Sanchez, registra-ta a Puerto Rico.“Eres Linda” è il primo single della nuova produzio-ne intitolata “Mi Ultima Grabacion”, la prima edita dalla nuova casa discografica “Tito Nieves Music” già in vendita da ottobre scorso.

il Pavarotti della Salsa

Di Nunziella Buono

Tito Nieves,

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Qual è stata la tua ispirazione nella creazione dell’ album?La mia più grande ispirazione sono le donne, mia Madrein particolare. Le creature più belle di que-sto mondo sono le donne.Ti è stato attribuito il titolo di “Pavarotti della sal-sa” grande icona della musica lirica italiana nel mondo; questo perché la tua voce ha una esten-sione e delle caratteristiche che ricordano il gran-de maestro, e non solo. Che ne pensi?La prima volta che ho ascoltato dal vivo il grande Luciano Pavarotti sono rimasto scioccato dalla sua voce. Era un’uomo fantastico. Quando penso che mi hanno attribuito “il Pavarotti della salsa” mi sento molto onorato e forse non mi sento all’altez-za di così tanto.Il tuo rapporto con L’Italia? Essendo cresciuto in una Città poliglotta come New York e la gente a primo impatto pensa che io sia italiano per il mio aspetto fisico. L’Italia mi ha sempre affascinato, non solo gastronomicamente. Ti sei mai esibito nel nostro paese? Certo, durante l’estate mi esibisco al “Festival La-tinoamericando” di Milano, ma non nego che mi farebbe tanto piacere esibirmi molto più spesso in Italia.Cosa pensi del festival Latinoamericando?Il festival offre tanto alla gente appassionata di

musica latina è organizzato in modo eccellente ed è sempre un piacere tornarci.Cosa ti piacerebbe fare in Italia?In italia mi piacerebbe organizzare un evento più “intimo” a contatto con la gente quasi “face to face” con gli ascoltatori, per trasmettere con mol-ta più intensità la mia musica. Avete una storia musicale di grandi artisti e compositori famosa in tutto il mondo. Quindi sapete anche ascoltarla la musica.Humberto, che musica ascolti nel tempo libero o quando sei in auto?A casa, nel poco tempo libero che mi rimane dopo gli impegni, ascolto vari generi musicali sempre escludendo la salsa e i miei brani, odio ascoltare la salsa fuori l’orario di lavoro. Invece amo ascoltare la musica Jazz, e quella classica. C’è musica italiana in questa lista?Si, mi piace molto Laura Pausini,l’ascolto ben vo-lentieri, ha una voce stupenta ed è molto brava ad interpretare musiche in lingua spagnola. Vi svelo anche un’altra cosa, adoro guardare film polizie-schi italiani, conosco tutti i film di mafia a memo-ria.Grazie per la tua intervista e per questo momento con noi e i lettori Italiani. Grazie a voi di essere qui, un immenso saluto a tutta l’Italia e ai lettori di Vida Latina Magazine, ascoltate la musica latina e ballatela senza limiti. Un Saludo da Tito Nieves…

In alto: Tito Nieves con lo staff di Vida Latina Magazine e Sorso Latino.A sinistra: L’ultima produzione del cantante.

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Parlando di mondo latino abbiamo sempre sottolineato lo spirito goliardico e ludico delle serate danzanti, durante le quali ci si incontra per ballare e divertirsi senza pensare a eventuali “competizioni” fra ballerini. “..divertirsi in compagnia..” è sempre stato il motto delle serate latine.Tuttavia non possiamo non soffermarci su quella parte di appassionati che, invece, fanno del momento competitivo, il fulcro dell’avvicinamento alla danza.Da qui l’esigenza di creare dei veri e propri appuntamenti sportivi in cui le rispettive preparazioni tecniche vengono giudicate da professionisti del settore. E qui entrano in gioco le varie federazioni di danza. In Italia ne sono presenti diverse e, a partire da questo numero di Vida Latina Magazine, abbiamo deciso di aprire una finestra su di esse, per approfondirne la conoscenza. Iniziamo dalla FIDS, Federazione Italiana Danze Sportive, nata nel 1990-91, unica Federazione riconosciuta dal CONI per organizzare e normare lo sport della Danza Sportiva in Italia. L’organizzazione federale prevede la nomina di comitati regionali e provinciali. Abbiamo avuto modo di intervistare il presidente FIDS della regione Basilicata, Antonio Abruzzese.Da quanto tempo è presente la federazione nella

nostra regione ? Dal 2000, quindi da 12 anni.Quando inizia la sua attività da dirigente con la Danza Sportiva qui in Basilicata?Dal Marzo 2009. L’ elezione dei presidenti regionali e provinciali avviene ogni quattro anni, in concomitanza con le Olimpiadi, per cui entro quest’anno si organizzeranno le votazioni per il rinnovo del prossimo comitato.Quanti iscritti risultano nelle fila regionali ?La basilicata oggi conta circa 4500 iscritti, con una crescita costante rispetto ai 1800 dell’inizio del mio mandato.La stagione sportiva regionale è conclusa. Come si organizza annualmente la stagione? Ci può tracciare un bilancio?La stagione sportiva segue quella dei maggiori sport “invernali”, per cui ha inizio a settembre e si conclude tra Maggio e Giugno dell’anno successivo. Quest’anno (sportivo) ancora in corso ci ha riservato notevoli soddisfazioni, abbiamo

Il contributo della F.I.D.S.nel mondo della danza

di Omar Gallo by Sorso Latino

“Antonio Abruzzese, presiden-te regionale FIDS Basilicata

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organizzato 3 tappe regionali amatoriali in collaborazione con Telethon, al quale abbiamo devoluto il 20% dell’importo del biglietto. Inoltre contiamo già 1000 iscritti al campionato regionale che si svolgerà a Melfi l’11 Marzo 2012.Quali sono i campi su cui il Comitato regionale della FIDS sta puntando?Per rispondere in primis a quest’ultima domanda dico che il primo obiettivo come comitato è la riconferma dello stesso per i prossimi anni, così da consolidare ed incrementare gli iscritti. Un traguardo invece che ci poniamo per quest’estate è la organizzazione in più piazze di un progetto pilota nato l’estate scorsa che si chiama Tour-dance Basilicata che si propone l’obiettivo di avvicinare quanto più pubblico possibile alle manifestazioni

di danza sportiva.Abbiamo appreso del commissariamento della FIDS nazionale da parte del CONI nel febbraio del 2011. Questo ha compromesso le attività regionali?La verità è che qui in Basilicata non c’è stato nessun cambiamento. I nostri iscritti hanno sempre apprezzato la nostra serietà e la nostra correttezza in tutte le nostre attività. La vicenda, peraltro ufficiale, ha portato alla giusta condanna chi ha illegalmente agito all’interno della federazione. Piuttosto la congiuntura economica e le ristrettezze dei tempi hanno inciso, non poco, sui livelli possibili di crescita. Ma non ci lamentiamo.Sogni nel cassetto per la Danza Sportiva lucana?Non sò se può definirsi un sogno, sicuramente l’augurio che sento di fare è ad una idea nata qui in Basilicata, e che è stata proposta a livello nazionale, e cioè la possibilità di organizzare tutte le gare della Fids in collaborazione con Telethon, in modo da dare un contributo sostanzioso a chi, ahimè, ha avuto meno fortuna di noi nella vita.Grazie per la sua disponibilità, nei prossimi numeri di Vida Latina Magazine e nel nostro programma radiofonico Sorso Latino, in onda su Radio Potenza Centrale, approfondiremo il discorso federativo nel suo insieme, discutendo con alcuni dei suoi colleghi operanti nel resto d’Italia.Grazie a Voi, un saluto a tutti i lettori.

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Alberto Valdes è una delle colon-ne portanti della cultura cubana in Italia. Si può dire, senza paura

di essere smentiti - che è stato lui a portare questa cultura in Italia

e che molti ballerini arrivati ad al-tissimi livelli sono stati suoi allievi.

Acclamatissimo dal pubblico salsero, che lo scorso 11 febbra-

io, l’ha visto partecipe di uno spettacolo entusiasmante presso

L’Heineken Disco di Gioia del Colle con il suo gruppo “Clave Negra”. Vida Latina M. coglie l’occasione

di intervistarlo.

AlbertoValdes

Amate la salsa e continuate a rivoluzionarla

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Che cosa senti quando arrivi in Puglia?Una grande emozione, quì in Puglia ritrovo tanti amici a cui so di aver trasmesso qualcosa e loro ap-prezzano tantissimo il mio insegnamento. Lo vedo quando ballano, usano lo stile di Alberto Valdes. Mi fa piacere aver marcato una linea stilistica nel mon-do salsero, con l’aiuto di tutto il gruppo de la “ Clave Negra”. Ci diamo tanta energia l’un l’altro e riuscia-mo a trasmetterla a chi ci sta accando. Quando sei arrivato in Italia? Vent’anni fa. Sono arrivato in Italia con il corpo di ballo del “Tropicana de Cuba” per una turnè e per realizzare un programma televisivo di nome: “Viva Colombo”. Subito abbiamo iniziato una tournee in tutti i teatri d’Italia, l’estate successiva abbiamo la-vorato con il cantante, Pachito Alonso, per promuo-vere il ballo dell’estate: il ballo del Pilon, abbiamo presentato questo suo CD anche sulle reti Rai e Me-diaset.Cosa ti ha fatto rimanere in Italia?Un po’ tutto. Un’associazione di Brescia, ritmo lati-no, ha contattato il mio impresario chiedendo una coppia di ballerini del Tropicana e così ho lavorato sei, sette mesi per loro. Mi sono fatto degli allievi e sono rimasto qui in Italia, un paese famoso per la cultura, il cibo. Poi ho conosciuto gli italiani. Ricordo che quando lavoravo a Cuba, in uno spettacolo folk-loristico, quando arrivavano i turisti italiani tutto il gruppo era contento perché erano molto “casinisti”. Poi quando ho visitato un pò l’Italia mi sono convin-to che è il paese più bello del mondo. Secondo me l’Italia è la capitale mondiale della Salsa. Non c’è un paese in Italia che non si balli lasalsa.

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Gli italiani sono degli ottimi allievi? Siete stati i primi ad interessarvi allo studio della rumba e dell’afro. Vi siete innamorati di questa di-sciplina e, devo ammettere, che siete riconosciuti in tutto il mondo per la vostra bravura.Questo grazie anche a voi! In Italia quasi tutti i maestri cubani sono di forma-zione professionale. Chi non lo è ha avuto l’intelli-genza di venire da noi a studiare.Infatti, quello che manca in Italia è una scuola di formazione, un’università del ballo. E’ stato proposto anche dalla federazione della danza. Penso che sia una cosa che pian piano ar-riverà. Stiamo arrivando al punto di entrare nelle scuole, dai bambini.

Quale cambiameto ha subito il ballo durante questi vent’anni che sei quì in Italia?Un’aspetto molto importante che ha cambiato il mondo salsero e del ballo in genere è l’età. Se la media d’età de-gli allievi all’inizio era dai 30 in su ora si avvicinano alla salsa anche ragazzi giovani e addirittura bambini. Le nuove generazioni tendono a mi-schiare gli stili, cosa ne pensi?

Ci sono i conservatori e ci sono quelli che appor-tano un elemento in più. Le nuove generazioni vanno sempre a mescolare fino a creare un certo stile, che rimane stabile per un po’ e poi subisce un’altra evoluzione. Altrimenti ci si ferma. Alberto Valdes si è dovuto inventare 40 mila passi in più. Ho fatto anch’io delle evoluzioni, ogni tanto mi in-vento un nuovo passaggio e lo insegno. Altrimenti la salsa muore, non c’è più evoluzione.Un consiglio dal grande maestro Alberto Valdes a chi sta iniziando questo percorso.Amate la salsa, continuate ad amarla, studiate e continuate a rivoluzionarla, così non si fermerà mai.

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di Geppo dj

Ancora una volta si può dire che è il ritmo quello che muove la farandula cubana e che sia timba o cubaton, basta che sia divertente e di buon livello.Questo è quanto ho avuto modo di osservare nella mia settimana di permanenza a La habana.Così come in Europa tanto in quel di Cuba, non è un momento magico e di grande rilievo per storiche orchestre salsere come quelle di Adalberto Alvarez, Azucar Negra, Pachito Alonso, Chispa y los complices. Altre invece che hanno perso un pò di smalto come per esempio Bamboleo (soffre ancora la despedida di Tania ), Pupy, e altre ancora che cercano il colpo vincente per cercare di imporsi come Cristian y Ray Alonso (figli del grande Pacho), Havana C, Tania Pantoja, la stessa Haila che comunque è uscita da qualche mese con un ot-timo album. Insomma la farandula salsera al momento è schierata con Los VanVan, Maikel Blanco, Manolito e soprattutto con la Charanga e Havana d’ Primera. Questi gruppi sono quelli che riempiono i locali della capitale cubana e che ti fanno sudare durante le serate. Poi ci sono Due figure che ancora non stanno trovando il loro collocamento giusto: Tirso Duarte, che continua a scrivere e cantare brani in compartecipazione; poi si sta materializ-zando il grande rientro di Paulo FG, e sarebbe anche ora, perchè il sofocador de La Habana manca in tutto questo contesto salsero. Il Cubaton tuttavia è onnipresente, per le strade, nelle piazze e nei locali. Il genere a Cuba sta vivendo da qualche tempo una terza fase. Iniziò diversi anni fa copiando come stile quello portoricano, poi a seguire sia “Gente de Zona” che “Los 4” furono tra i primi pro-motori della mezcla TIMBA con REGGAETON, mentre ora l’evoluzione sta portando a un mix Cubaton con Elettronico. Qui si sta trovando una chiave di successo giusta che sta dominando le scene con personaggi come gli stessi citati prima, ma soprattutto con Chacal y Yakarta, El Micha, Osmani Garcia, Los Desiguales (Principe y Damian ex Los 4)...e poi a queste fanno da contorno altre figure più o meno nuove come Yulien Oviedo, El Yonky, Patry White, Kola Loka e tante altre.Un fermento continuo, notti e notti senza dormire e sempre all’insegna del divertimento...però cosa importa, se è questo il momento di divertirsi, a disfrutar!

Habana by NightMusica e tendenze che invadono la notte Cubana

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In questo numero parliamo di Mayimbe, orche-stra composta da musicisti cubani e peruviani, diretta da Barbaro Fines, musicista cubano nato a Marianao (Havana) e diplomatosi presso il con-servatorio Alejandro Garcia Caturla. Grazie alla stretta parentela con Manolito Simonet e al le-game speciale con Juan Formell, del quale è con-siderato figlioccio artistico, già da giovanissimo Barbaro Fines fa parte di gruppi musicali come Suprema Ley di Maykel Blanco, Bakuleyé , La Caro Band e Los Conquistadores de la Salsa, ma per costruire il suo avvenire e la sua orchestra, Barbaro sceglie di trasferirsi a Lima, in Perù. Con molti sforzi e sacrifici riesce ad allestire una band di giovani talenti che oggi ha raggiunto livelli di assoluta eccellenza. La musica dei Mayimbe ripercorre la naturale evoluzione della musica cubana che dal “Son” si proiettava nelle nuove sonorità della “Timba”, un insieme di arrangia-menti potenti , innovativi e raffinati che hanno dato nuova linfa, nuova energia alla musica cu-bana. Questo è in breve è il progetto Mayimbe, un progetto che è esploso nel mondo salsero con forza grazie al ritmo trascinante e “sabroso” che Barbaro ha saputo trasmettere nelle sue produ-zioni, ma anche grazie agli arrangiamenti freschi e orecchiabili. Il gruppo dispone di quattro voci, tra cui quella del cubano Rafael Labarrera Monte-ro, ex cantante di Bamboleo, e Angel Ramirez Bal-lesteros, peruviano di nascita, ma molto cubano

nel suo modo di cantare e di destreggiarsi sul palco. La formazione si è consolidata all’inizio del 2010, prendendo il nome dall’uccello sacro nella pratica liturgica del Palo Monte o Regla Conga Mayombe. Il Mayimbe è l’uccello mes-saggero e custode che dall’alto reca i messaggi spirituali ai paleros.“De la Habana a Perú” è la prima produzione musicale del gruppo Mayimbe, molto ballabile e basata sul concetto musicale del son, con sfu-mature timbere tanto nei cori come nel mambo della sezione fiati, ma senza tradire i tumbaos lineari e solidi della musica tradizionale cubana. I 9 brani che compongono l’album hanno come autore ed arrangiatore lo stesso direttore e pia-nista dell’orchestra Barbaro Fines. Molte delle storie raccontate nelle canzoni che compongo-no il disco prendono spunto dalle esperienze personali e artistiche di Barbaro. “Intro del Mayimbe” è la prima traccia del di-sco che presenta il gruppo, spiegando come è stato realizzato questo progetto musicale. “El Diablo”, è un tema basato sulla storia vera di un uomo che, dopo aver condotto una vita dissolu-ta impazzisce, cominciando ad uscire in strada nudo e spalmato di grasso. “La Fiera”, cantata da Rafael Labarrera, racconta di una bella ragaz-za dietro il cui volto si cela un carattere molto conflittuale. E’ ovviamente la storia di un amore giovanile del maestro Fines, così come “Acuer-

DE LA HABANA A PERU: BARBARO FINES Y SU ORQUESTA MAYIMBE

di Silvio Sisto

Barbaro Fines

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date”, un brano però più romantico. “De la Habana a Perú” è il pezzo autobiografico che dà il titolo al disco. Cantato da Angel Ramirez, è la narrazione del percorso artistico e personale di Barbaro dai suoi esordi a Cuba alla realizzazione dei suoi sogni in Perù. “Congo Lucumì” tratta del lato spirituale e religioso di Barbaro, negro lucumi figlio di Ochun con ascendenze congo da parte del suo trisavolo.” La Sartén” è un tema musicale timbero e allegori-co, mentre in “Tren Bala” (il treno proiettile) vuole

sottolineare la originalità Mayimbe, che non inten-de assomigliare a nessuno ma proseguire sulla sua traiettoria artistica sparato e pericoloso come un proiettile. L’ultima traccia si basa ancora una volta su un amore giovanile di Barbaro e si intitola “El Cuchi”, espressione che nel linguaggio della strada si riferisce all’atto sessuale. La prima volta che ho ascoltato l’intero cd ho pensato che fosse bellissimo nelle sue sonorità e soprattutto ballabile al 100% e per questo un suc-cesso assicurato. Non è un caso che da quel mo-mento in poi, nelle mie selezioni, in tutte le mie serate, sono almeno 3 i brani che propongo e che mi “salvano la pista”. Finalmente dopo aver ballato per più di un anno i loro successi avremo la pos-sibilità di ascoltarli e vederli in Puglia dal vivo in due concerti imperdibili: il primo presso il Target di Bari il 14 Marzo ed il secondo presso il Fico Ricco di San Pietro Vernotico in provincia di Brindisi il 25 Marzo. Ci saremo anche noi di Vida Latina Maga-zine per un reportage completo e naturalmente aspettiamo anche voi. Non mi resta che dire: Que viva la musica!

Barbaro Fines con alcuni elementi dell’orchestra Mayimbe

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I MIRA QUE LOCURAAPPRODANO AL CINEMA

Mira Que Locura. Di questo gruppo emergente di talentuosi danzatori di salsa avemmo già modo di parlare lo scorso anno. In quella occasione ci sof-fermammo sulla nascita e sullo sviluppo del pro-getto, nonché sulle prospettive di crescita artistica ancora inespresse, ma certamente nelle corde dei quattro giovanissimi artisti pugliesi.É di oggi inve-ce la novità, che conferma tutto il poten-ziale di bravura del gruppo. Si tratta del loro approdo sul grande scher-mo, nel cast del film “Cuenta en Ochos” pro-dotto dalla Hi-ghCast e diretto dalla regista spagnola Yara Nodar.Il film è stato girato quasi interamente a Madrid dalla primavera alla fine dell’anno 2011 e di esso si prevede l’uscita nel-le sale cinematografiche spagnole nell’autunno 2012. Successivamente, anche se in questo mo-mento la produzione non è in grado di indicare il periodo preciso, “Cuenta en Ochos” approderà nelle sale di gran parte d’Europa e, quindi, anche d’Italia.Il film ha come tema centrale il ballo: un tema in sé non nuovo. Ma questa volta non si tratta del-le solite storie di sfide fra ballerini, singoli o in

gruppo, particolarmente dotati in un particolare tipo di danza. Qui, con intuizione assolutamente originale, la regista Nodar ha voluto rendere un omaggio alla universalità della danza come arte e come linguaggio espressivo, sul presupposto che ogni brano musicale, essendo realizzato su uno spartito di otto tempi, possa essere interpretato

ricorrendo a qualunque ge-nere di danza. La location principale è un’accademia di danza nella quale, secondo l’impostazione tradizionale, si studiano tutte le discipline del ballo (classica, hip hop, fla-menco, caraibi-ci, contempo-raneo…) e ogni allievo segue il corso esclu-

sivamente della propria disciplina. Tutto cambia però con l’arrivo del nuovo direttore artistico, che stravolge ogni regola dell’accademia e impone in-vece la filosofia della contaminazione dei generi. Così ogni alunno dovrà essere in grado di ballare e coreografare qualsiasi tipo di disciplina, anche quelle dei corsi che non gli competono.Ed ecco che i MIRA QUE LOCURA, che nel film interpretano il ruolo di ballerini di danza classi-ca, dovranno improvvisarsi anche coreografi e interpreti delle discipline caraibiche. Lo faranno

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con successo: del resto i nostri quattro amici da sempre hanno alternato, nella loro preparazione, l’approccio alle due discipline.Fin qui il racconto del film, che ci auguriamo di ve-dere quanto prima nelle nostre sale.Possiamo aggiungere che girarlo è stata per loro una esperienza straordinaria (hanno trascorso nel-la capitale spagnola gran parte dell’estate), ma an-che l’occasione per esibirsi, con il loro show,in numerosi locali di Madrid e dintorni. Una oppor-tunità che ha dato loro grande visibilità nei con-fronti del pubblico spagnolo, che li rivedrà presto nei mesi di aprile e ottobre 2012.Dall’estate ad oggi inoltre, sempre in Spagna ma questa volta a sud, nella città di Cartagena, il gruppo ha partecipato e vinto la famosa gara del RISING STAR aggiudican-dosi il voto di tutti e cinque i giurati e l’invito a partecipare ai congres-si da loro organizzati. Parliamo di eventi quali Amsterdam Salsafesti-val, Sofia Fantafestival (Bulgaria), Berlin Salsacongress, Carthago Salsacongress, Salseando Beach, a cui i nostri amici parteciperanno

nel corso del 2012.La Spagna quindi sembra portare davvero una gran fortuna a questi 4 giovanissimi ragazzi e non solo la Spagna, visto che, a soli due anni dalla nascita della formazione, i Mira Que Locura, appena tor-nati dallo Switzerland Salsafesival, hanno già un calendario ricco di eventi nazionali e internazionali per l’intero 2012 con grandi sorprese addirittura per il 2013.Un risultato che rende orgogliosi gli italiani e i loro concittadini baresi che nell’ultimo periodo vedono sempre più talenti emergere dalla loro terra.

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Wilmer y Maria

Qual è il segreto del vostro successo?Tanta umiltà e tanto lavoro. E sicuramente la vostra propensione per la danza.Penso che ci sono due tipi di ballerini: Il ballerino che ha talento naturale ed arriva ad ottimi livelli con lo studio e il ballerino senza talento che con il lavoro riesce a raggiungere gli stessi risultati del ballerino talentuoso. E’ tutto dentro di te. Se vuoi ballare balli.Con questo vuoi dire che non hai talento, che quello che fai è nato perché vuoi ballare?Si, a scuola a Cuba eravamo 12 ragazzi. Io ero quello meno talentuoso, però ero quello che aveva più vo-glia di lavorare e arrivare ad una meta.Cosa ti ha invogliato a diventare qualcuno nel mon-do della danza?Mia madre mi diceva sempre: qualunque cosa tu voglia fare, devi essere il migliore. Fare il ballerino a Cuba è molto difficile, come in Italia fare il calciatore. Entrare in una scuola così importante come la E.N.A. era difficile e richiedeva sacrificio anche economico. I miei genitori hanno puntato tutto su di me, sacri-ficandosi per mandarmi a scuola, ed io non potevo deluderli, così mi sono impegnato per arrivare ad una meta. Quando hai deciso di diventare un ballerino?A quattro anni. Mio padre mi ha detto “prova a ballare con la porta come se stessi ballando con una ragazza”. Lui ha visto che stavo giorni a fare la stessa cosa con la porta e mi ha detto: tu diventerai ballerino. Quindi è una passione che ti è stata inculcata soprat-tutto dai tuoi genitori? Si, soprattutto da mio padre. Anche se quando sono entrato alla E.N.A. mi ha detto: “questo non è da ma-schi”. La mia specializzazione è folcrore cubano, ma in sei anni ho studiato di tutto. Per lui danza classica e moderna non erano da maschi. Poi si è ricreduto vedendo i risultati.La tua famiglia dov’è?I miei a Cuba, mio fratello si è sposato in italia a Net-

tuno. Perchè hai scelto l’Italia?Non ho scelto, mi hanno portato. Lavoravo al cabaret Macumba Havana. Un giorno un’im-presario italiano ci ha proposto un progetto di un cabaret “El nino de fuego” e ci ha portato in Italia per lavoro: eravamo 22 cubani tra balleri-ni, cantanti, musicisti, cuochi, baristi…Il proget-to durò quattro anni dopo i quali ero innamora-to dell’Italia e ci sono rimasto. Sei entrato subito nel mondo salsero Italiano?No, non sapevo neanche l’esistenza. Quando è finito il progetto di cabaret, il mio manager mi ha portato al Salsa World Festival e di li è partito tutto.Come hai conosciuto Maria?A Cuba, quando ballava con la sua gemella al Cabaret Macumba. Dopo il primo anno in Ita-lia ci siamo fidanzati. Ed è stata la mia morte…[risate]E’ tempo di nozze o no?Si, penso proprio di si, ma ora siamo impegnati con il lavoro, poi si vedrà.Chi ti ha aiutato ad entrare nel mondo latino in Italia?Il mio manager italiano, che ringrazio. Mi ha detto: tutto quello che hai imparato a Cuba di-menticalo. Sei in Italia adesso: lo show è diver-so. Mi ha dato tutti i video dei migliori ballerini dell’epoca e mi ha consigliato di guardarli e di estrapolare il meglio. E così ho fatto.

Wilmer non era il più talentuoso dei giovani cubani che frequentavano la scuola di danza,

ma ha saputo costruire un grande successo con la sua compagna di ballo e di vita, Maria

Moreno. L’impegno e la costanza, nonostante le avversità iniziali, ha consentito a questa coppia

di ballerini cubani di diventare ospite fisso di congressi nazionali e internazionali.

Noi di Vida Latina Magazine abbiamo incontra-to Wilmer per farci raccontare la sua storia...

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Hai copiato gli show di altri ballerini?No, ho creato la mia maniera di ballare. Negli show serve velocità, essendo molto alto è quasi impossibi-le essere veloce per tutta la durata dello spettacolo, per questo ho inventato uno stile tutto mio con una tecnica di danza contemporanea lento/veloce, con cambi di velocità. E’ una tecnica che ho studiato a Cuba ma per me molto utile quì in Italia per esibir-mi. I miei balletti sono tutti così. Lento veloce, lento veloce. Il pubblico devi sempre stupirlo!Anche la tua partner è molto alta.Siamo i ballerini più alti. Fisicamente è devastante. Se devi sempre passare da lento a veloce devi fare il doppio lavoro: rilassare e contrarre i muscoli con-tinuamente.Il tuo rapporto con gli italiani?Alla grande. Io mi trovo bene con tutti. Nonostan-te noi cubani abbiamo una maniera di essere molto diretta ed esplicita. In Italia invece ho imparato ad essere un po più diplomatico, ho imparato ad ascol-tare più gli altri, difatti, quando finisco uno spettaco-lo chiedo sempre se è piaciuto o no alla gente che mi sta intorno. Qual è stato l’ostacolo più grande da superare nella tua carriera?Va bene essere umili, salire sul palco sempre con la consapevolezza che non sei il migliore, ma bisogna

essere anche convinti di quello che si è. L’ostacolo più grande da superare è stato proprio questo, cre-dere in noi. Per fortuna ho lei: Maria Carmen, lei si piega ma non si spezza sia fisicamente che mental-mente.Chi inventa le coreografie dei vostri spettacoli?Io metto su la coreografia, ma è Maria la figura prin-cipale. Lei è quella che fa diventare tutto più bello. Forse i miei colleghi cubani hanno pensato troppo a loro e poco alla figura della donna. Sulla danza cu-bana alcuni affermano che le donne non contano niente. Io non sono di questo parere. Vedere ballare una donna è la cosa più bella in uno spettacolo. For-se è proprio questo il segreto del nostro successo. Ballare insieme.Qual’è il tuo idolo nel mondo del ballo?Quando avevo undici anni ho visto uno spettacolo di Sergio Larrinnaga, sono rimasto a bocca aperta, poi l’ho conosciuto ed è stato mio maestro. E’ una persona che sa tanto della danza è molto bravo ed è molto preparato, non è mai chiuso mentalmente. Lui è il mio idolo nel ballo. A chi dedichi questo tuo successo oltre che a Ma-ria?Ai miei genitori e a tutti gli amici italiani che ci hanno aiutato ad andare avanti. All’inizio è stata veramente dura, ma grazie a loro ci siamo riusciti.

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Dal Festival di Sanremo alla Comunità di San Marcello, in beneficenza per Unitinsieme

E’ nata senza braccia, ma con una gran voglia di volare. Toccata dalla grazia di Dio, usa i piedi anche al posto delle mani. Grazie alla sua grande forza d’animo, Simona Atzori ha raggiunto traguardi pre-stigiosi, come ballerina e pittrice di fama interna-zionale. Nata a Milano il 18 giugno 1974 si è avvicinata alla pittura all’età di quattro anni come autodidatta e all’età di sei anni ha iniziato a seguire corsi di danza classica. Alla sua brillante carriera di pittrice si ag-giungono numerosi successi nel campo della danza che permettono a Simona di portare avanti le due grandi passioni della sua vita.E’ stata ambasciatrice per la Danza nel Grande Giu-bileo del 2000, portando per la prima volta nella storia la danza in Chiesa. E’ stata protagonista della cerimonia di apertura delle Paralimpiadi di Torino 2006. E’ anche molto impegnata nel sociale. Con la Fondazione Fontana è stata in Kenia, dove ha dan-zato per i bambini disabili, malati di Aids, detenuti e ragazzi di strada.Il 17 febbraio scorso è stata ospite del Festival di Sanremo, danzando sulle note di un brano dei Nirvana eseguite al violino da David Garrett. Dal teatro Ariston, dove ha commosso e appassionato tutta l’Italia, ha dato in pochi minuti il suo messag-gio struggente e pieno di vita: «Ce l’ho fatta io. Po-tete farcela anche voi».Anche noi, della Parrocchia di San Marcello, avre-mo l’opportunità di incontrare questa grande arti-sta e di conoscerla personalmente. Il 14 e 15 aprile prossimi, infatti, Simona Atzori sarà a Bari, ospite della nostra Comunità, per una due giorni di incon-tro e spettacolo.Sabato 14 aprile, alle ore 17:00, organizzeremo un incontro con tutti i giovani della Parrocchia, dove potremo ascoltare la personale testimonianza di Simona Atzori, assistere ad un video sulla sua esperienza artistica e confrontarci con lei sul gran-de mistero della vita.Domenica 15 aprile, alle ore 18:00, la nostra Co-munità parteciperà massicciamente ad una se-rata di beneficenza presso il teatro Royal di Bari, dove Simona Atzori si esibirà in uno spettacolo di

danza organizzato dall’ Associazione Unitinsieme. Questo evento, promosso su iniziativa della Par-rocchia San Marcello e, in particolar modo, di don Gianni, è finalizzato a raccogliere fondi in favore dell’Associazione Unitinsieme, per la realizzazione della Comunità d’Accoglienza “La Nostra Casa” per persone diversamente abili.L’Associazione Unitinsieme, che annovera fra i pro-pri soci molti amici della nostra comunità parroc-chiale, sta infatti portando a termine la ristruttura-zione di un immobile, ubicato in Bari alla via Bruno Buozzi, dove avrà sede la Comunità d’Accoglienza; presso tale struttura saranno ospitati un Centro Diurno e una Comunità Residenziale per persone disabili, prive di idoneo supporto familiare e in condizione di disagio sociale. Il progetto portato avanti dall’Associazione Unitinsieme, unico nel suo genere nel nostro territorio, intercetta un bisogno reale ed urgente, avvertito in modo drammatico dalle persone disabili e dalle loro famiglie, soprat-tutto per quanto concerne il tema del “Dopo di Noi”.Per questo motivo, conoscendo anche personal-mente i soggetti promotori dell’iniziativa, la nostra Comunità intende sostenere con forza e convinzio-ne l’Associazione Unitinsieme, ponendosi al suo fianco nella fase di esecuzione dei lavori di ristrut-turazione dell’immobile. Tutta la comunità parrocchiale, quindi, è invitata a partecipare allo spettacolo di danza di Simona Atzori del 15 aprile prossimo, con la consapevolez-za di donare un contributo in favore del progetto della Comunità d’Accoglienza “La Nostra Casa”. Per informazioni e acquisto dei biglietti si potrà telefonare ai seguenti numeri: 335.5204835 – 347.4001694.

SIMONA ATZORIUN ANGELOSENZA ALI

a cura di Giuseppe Muolo

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DESCARGA CUBANA: 335.7508456 GRUPO HABANA: 331.7395591 MARIPOSA DEL CARIBE: 329.4274533

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Alla fine degli anni 90 grazie alla proiezione nel-le sale dei cinema italiano del capolavoro di Ry Cooder “Buena Vista Social Club”, molti di noi si innamorarono delle splendide figure di artisti im-marcescibili del Calibro di Compay Segundo, Elia-des Ochoa, Omara Portuondo solo per ricordarne alcuni. Una storia fenomenale, resa ancora più ma-gica da un continuo sottofondo musicale arricchito dalle note del tres cubano.Il tres è il meno africano degli strumenti diventati tradizione a Cuba, infatti è frutto della fusione del-la tradizione musicale spagnola degli strumenti a corda, reinterpretati in chiave creola.La sua struttura, nella conformazione attuale ri-corda molto da vicino quello di una chitarra, dopo essere passato nei secoli attraverso numerose trasformazioni ed adattamenti, poche sono le dif-ferenze che possono permetterne la distinzione, sicuramente la parte interna della cassa armonica e la più evidente, la disposizione delle corde, non distribuite come sulla chitarra a distanza unifor-

di Daniele Blasi

Il Tres lo strumentodella storia

me, ma in tre gruppi da due ciascuno. I ma-teriali per la costruzione più diffusamente usati sono prevalentemente cedro e mogano. Il tres naturalmente si è diffuso in tutta l’area caraibica, a Puerto Rico si è sviluppato con la variante dei tre gruppi che presentano tre corde, non solo due.Tra i più celebri rappresentanti del tres occorre ri-cordare nomi ormai leggendari nella musica de la Isla Grande, Arsenio Rodriguez in primis, Joe Pena e Gilberto “Papi” Oviedo e tanti altri che per que-stioni di spazio non citiamo.Il suono del tres è unico, non si può confondere con quello più deciso e puro della chitarra, nè ap-pare così leggero e strozzato come quello della mandola. Il suo essere così radicalmente legato a quelle terre ne ha fatto un vero ambasciatore del-la tradizione, quando si sente vibrare, ci si ritrova inevitabilmente nella magia del caribe

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Cosa ti ha spinto ad entrare in questo mondo?É capitato tutto per caso! Era l’estate del 2006, una sera incontrai il mio amico Arcangelo, il quale mi chiese se un giorno mi sarebbe piaciuto andare a ballare salsa in un locale chiamato Magik Park.“Perché no” gli risposi. Fu amore a prima vista: il ritmo della musica, le movenze sinuose e sensuali, la magia sempre nuova che si creava tra i ballerini.Iniziai ad interessarmi a questa nuova disciplina, a studiare la sua danza, la sua cultura, ben differen-te da tutto ciò che avevo studiato come ballerina negli anni passati, ma fu l’idea di poter creare una “mezcla” di unire tutto ciò che sapevo, ciò che più mi conquistò. Una sintesi sotto il nome di un unico

ritmo: salsa.Sei la ballerina di Francisco Vasquez, quando è iniziato il vostro percorso insieme?È iniziato quasi un anno fa, il primo spettacolo con Francisco fu in un locale a Grottaglie, in Puglia, l’e-mozione era tanta quanta la responsabilità di fare tutto bene senza sbagliare nulla!Poi l’invito a ballare nel congresso “Que viva la sal-sa”. Tutto andò molto bene! Ero molto contenta perché alle spalle c’erano pochissimi giorni di pro-ve ed era contento anche Francisco, che con me é stata sempre una persona splendida!Ricordo che dopo il secondo spettacolo gli chiesi cosa ne pensasse, mi rispose con queste paro-le: - “dentro di te hai un talento, deve solo veni-re fuori!” Eravamo in macchina, accompagnavo Francisco all’aeroporto, di lì a poche ore sarebbe ritornato in America, mi domandò se avessi il pas-saporto per ballare in un tour negli Stati Uniti. Il passaporto non l’avevo, però gli dissi che il giorno dopo sarebbe stata la prima cosa che avrei fatto!New York, Los Angeles, Hollywood, Las Vegas, At-lanta e un salto a Marrakech in Africa, queste le tappe di un’esperienza bellissima!Ora ti trovi a Los Angeles, che impressione hai avuto del pubblico americano?Un’impressione positivissima! Pronto ad applaudi-re con calore, ad apprezzare ogni lavoro dietro al quale sia stato speso tempo e fatica, un pubblico aperto a qualsiasi novità, pronto ad apprezzare e a sostenere ciò che è diverso, senza rifiutarlo o de-nigrarlo.

Non è un pubblico freddo, anzi...Que-sta è stata una delle primissime piace-voli sorprese dell’America.Quante emozioni ti ha regalato que-sto percorso?Mi ha regalato emozioni bellissime ed indimenticabili, ballare in congressi importanti, provare un misto tra pau-ra e felicità prima di entrare in scena, essere felice per il lavoro svolto, essere felice perché la gente apprezza quello

che fai.È stato interessante conoscere come viene sen-tita, percepita, ballata la salsa dall’altra parte del mondo, apprezzarne gli stili differenti, l’interpreta-zione. E non solo, condividere pensieri e opinioni con le tante culture che sono riunite in America, l’aspetto culturale per me è stato molto importan-te, ho preso coscienza di realtà differenti, diverse dalla mia!Raccontaci il tuo esordo nel mondo caraibico.Il mio primo spettacolo è stato ad Ostuni, ad un evento del quale non ricordo più il nome, uno show di rumba, afro e salsa. Ricordo che l’emo-zione era tanta! Il mio primo ballerino è stato Toni

L’EXPLOIT DIDANIELA SETTANNIDaniela Settanni, giovane ragazza pugliese è riuscita a farsi amare anche dal pubblico americano!

di Rossana Pellegrino

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detto il Timbero, la persona con la quale ho mosso i miei primi passi in questo mondo, insieme abbiamo partecipato al nostro primo con-gresso: il Salsitaly, e di qui a tanti altri. Insieme abbiamo condiviso tante esperienze, tra le quali anche la direzione di una scuola di ballo; Insieme abbiamo studiato l’afro, la rumba con i maestri Wilmer Navar-ro y Maria Moreno, la timba con Roly Maden, e con tanti altri mae-stri. Il mio primo punto di riferimen-to femminile, nonché la mia prima insegnante è stata Kirenia Cantin, ho sempre amato il suo stile: la sua eleganza, sensualità e femminilità!Cosa vorresti modificare del mon-do salsero?La competizione fine a se stessa, la competizione nelle serate salsere dove si dovrebbe andare solamen-te a divertirsi. Un’altra cosa che mi piacerebbe che cambiasse è que-sta: non mi piace quando la gente si perde in discorsi infiniti e incon-cludenti sul tema salsero, cercando di trovare un’unica verità che credo sia impossibile trovare, io credo che su questo tema esistano pun-ti di vista differenti che possono convivere tran-quillamente, senza che sia eletta la persona che ha ragione. Io dico sempre questa frase: “ la salsa o si balla o si mangia, non si parla”.Sogni nel cassetto?Ne ho tanti e riguardano tutti l’arte, in tutte le sue forme. Innanzitutto, alcuni si sono avverati altri magari un giorno si avvereranno. Mi piacerebbe conciliare la recitazione con il ballo, in Italia negli anni passati, iniziai a studiare recitazione e a fare spettacoli teatrali. È per questo che da settembre credo che inizieró a studiare recitazione in un’im-portante scuola di Hollywood. Mi piacerebbe anche ballare per qualche cantante famoso, in un video, nei suoi spettacoli, perché no?La vita qui a Los Angeles mi motiva, mi affascina molto, è la culla dell’arte e dello spettacolo, mi sento di essere nel posto giusto. Quali sono i ricordi più belli che porterai sempre con te?L’emozione che provo prima di uno show, l’adrena-lina che sale mentre ballo. I sorrisi e le parole delle persone che apprezzano il mio modo di ballare, che hanno percepito l’amore con il quale lo faccio.Tutta la gente che ho conosciuto, che nel bene o nel male mi hanno lasciato qualcosa, perché tutto serve per crescere. Gli studi di danza nella scuo-la di ballo più importante di Hollywood. L’invito

di Francisco V. Al tour in America. I luoghi. La bellezza dei posti che ho conosciuto e visi-tato. Quale consiglio daresti a chi vuo-le intraprendere questo percorso?Un consiglio? mmm... Credo che mi aiuterò, a mio modo, con le parole di uno dei miei scrittori

preferiti: Paulo Coelho. Se una persona sceglie di intraprende-re questo per-corso, significa che ha indivi-duato la montagna che intende scalare. Nell’in-dividuare la montagna ci vuole però autocritica e consapevolezza: sarà un percorso impegnativo, perciò bisogna, essere decisi e sicuri della propria scelta, per due motivi: Punto primo - incaponirsi su fissazioni può solo frustrare; Secondo - si potrà contare sempre e solo su se stessi.Scalare la montagna significa andare incontro al proprio sogno, e se tu vai verso di lui...lui verrà verso di te. Se rimaniamo nel chiuso delle nostre case o dei soliti ambienti che frequentiamo nes-suno, verrà a bussare alla nostra porta! Il sogno ha bisogno di sapere che lo desideriamo davvero!Io la penso così, so che ho i piedi un po’ sollevati da terra, ma chi ama l’arte difficilmente ha i piedi attaccati al suolo. Sono una persona sì concreta, ma in me convivono piacevolmente anche un lato spirituale e fatalista. Ringrazio Francisco Vazquez per tutto ciò che ha fatto e che continua a fare per me... grazie Paparin! Ringrazio “Vida Latina Maga-zine”, quindi tutte le persone che ne fanno parte per questa piacevole intervista!

Daniela Settanni con Francisco Vasquez

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Barbarito Torres

“Buena Vista Social Club” di Wim Wenders, tutti ne hanno sentito parlare, sono trascorsi circa 15 anni dall’uscita nelle sale italiane, ma il segno che ha la-sciato è davvero indelebile, in tanti ci innamoram-mo di una Cuba sconosciuta sino ad allora.Compay Segundo, Ibrahim Ferrer, Omara Portuon-do, Eliades Ochoa, Barbarito Torres , ma tanti altri meriterebbero la citazione, solo adesso, momen-to in cui il tempo comincia a chieder loro il conto, molti di noi hanno compreso quanto importante sia stato poter godere di artisti di quella taglia, quando erano ancora in vita. Il progetto Buena Vista, offriva uno spaccato di-

verso della cultura “vera” cubana, non solo il ballo, ma la musica, la passione e soprattutto la quotidianità, pa-role, musica, sguardi, emozioni, una pellicola sempli-ce, dal profilo basso, ma dall’intensità entusiasmante.Il film ed il clamoroso successo che riscosse in tutto il mondo, aprì la grande stagione dei concerti dedicati alla tradizione cubana, che reclamava le sue origini troppo facilmente messi in ombra dalla dilagante ri-sposta che la musica ballabile aveva ottenuto. Anche

la Puglia, fortunatamente fu lambita da questi tour.Qualche lacrima è scesa sul viso di molti, nello scoprire che gli artisti raccontati da Cooder e suo figlio, nonostante la loro grandezza artisti-ca, solo alla soglia dei settant’anni, riuscirono a veder un po’ di mondo, la curiosità di bambini con i capelli bianchi, la sincera commozione nello scoprire quanta vita fosse passata attor-no a loro.Puro come un fiore, così fu descritto l’espe-rimento Buena Vista Social Club e mise d’ac-cordo tutti, i cultori della Cuba storica, sigaro, Rum, Josè Martì, revoluciòn, ed i cultori della

danza, quelli che vivono 365 giorni all’anno con la bandana, sulla e dentro la testa.Per chi avesse avuto la sventura di non vederlo, o per chi, magari ancora troppo giovane, non ne abbia avuto occasione, questo è il momento giusto per recuperare

Buena Vista Social Club“la pelicula y la revoluciòn”

di Daniele Blasi

Omara Portuondo

Ibrahim Ferrer

Compay Segundo

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CATEGORIA: AFTER DINNERINGREDIENTI E QUANTITA: 1 – ½ Oz ( 4,5 cl) Brandy¾ Oz (2 cl) Cointreau2 dashes (0,5 cl) Succo di limone

MISE EN PLACE: Brandy, Cointreau, Succo di Limone, Boston Shaker, Strainer, coppetta Cocktail.

PROCEDIMENTO: La tecnica usata è la Shake and Strain. Per preparare il drink, prima bisogna raffreddare la coppetta cocktail; dopo si riempie il boston shaker di ghiaccio, vi si versa il Cognac,

il Cointreau ed il succo di limone. Shakerate per alcuni secondi e versate filtrando con l’apposito strainer nella coppetta cocktail, infine decorate il tutto con una strisciolina di buccia d’arancia.STORIA: Il cocktail è stato ideato da Harry Mc Halone barman dell’Harry’s Bar di Parigi, la leggenda vuole che questo drink sia stato creato e nominato in onore di un capitano Americano di stanza in Europa nel periodo della prima guerra mondiale che era abitudinario arrivare con il suo sidecar al bar.E proprio per il suo mezzo che questo cocktail ha preso il nome.

SidecarIL COCKTAIL DEL MESE

A CURA DI Giuseppe Boezio

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di Yadira Gonzalez

Perché studiare lo spagnolo?...Si calcola che nel mondo parlano spagnolo 370millioni di persone circa. E’ la quarta lingua più parlata dopo il cinese mandarino, l’inglese e l’hindi ed è la lingua ufficiale in 21 paesi. Si parla in Spagna, in quasi tutta America Latina, in Guinea Equatoriale, nelle Filippine e in alcune zone d’Isra-ele. Ci sono 38 milioni circa di Spano parlanti che vivono in paesi dove lo spagnolo non è la lingua ufficiale ed anche gli stranieri che imparano questa lingua per motivi di lavoro, di studio o perché semplicemente amano la cultura ispana. Per tutto questo lo spagnolo è una delle lingue con migliori pro-spettive di crescita. È stimato che il numero d’ispano parlanti arriverà a 600 milioni fino alla fine di questo secolo.In questa rubrica troverete sempre un tema diverso che vi farà scoprire e imparare la cultura, tradizioni e tanto altro di questa lingua affascinante. Vi invito a seguire insieme questa sfida!

Hasta pronto! (A presto!)

Hablas español?(Parli Spagnolo?)

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Per moda o per amore, per sedurre o per vedere il mondo dall’alto o anche solo per divertimento porta-re i tacchi non è cosa da tutte. E anche se per molte il sogno è quello di indossare almeno una volta un paio di scarpette di Manolo Blahnik, il designer più cool di New York, di altezza vertiginosa. Parliamo del Boot Camp, ovvero una innovazione nel settore del fitness che consiste nell’allenarsi in vero e proprio stile Militare. Il Boot Camp, che ha conquistato star di Hollywood, consiste in un allenamento in vero stile marines questa volta solo per donne sui tacchi!Tanto successo in America sta attirando soprattut-to il pubblico femminile che popola letteralmente i camp che sono nati da New York a Los Angeles dove le donne si ritrovano per trovare la forma fisica. In Italia la formula sarà un po’ diversa, nel Boot Camp Donne sui tacchi Sheila De Jesùs, Frances Nieves & Yanet Fuentes in un solo giorno di stage vi renderan-no in ottima forma x un miglioramento e aumento di sicurezza di sé e autostima.Il primo appuntamento ufficiale per l’Italia è fissato a Buccinasco il 10 Marzo 2012. Per avere tutte le informazioni necessarie e prenotazione basta chiamare al +393314478693 email: [email protected] - Camana Club : Via Palermo 12, Buccinasco (MI) (Accanto Scuola di Ballo “Sosa Academy”)

Per moda o per amore?Donne Sui Tacchi Bootcamp - WorkshopsHablas español?(Parli Spagnolo?)

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Toby Love approda ad eventopeople festival dopo aver dominato le classifiche di Bachata per tutto l’anno. All’apice del suo successo arriva la notizia di una collaborazione con una super star come Adele e l’imminente uscita del nuovissimo album con tantissime sorprese prevista nei gior-ni antecedenti il festival. Unica data dell’anno in Italia. Nato da genitori dominicani, cresciuto nel quar-tiere del bronx, Toby si forma come solista del gruppo Aventura, che lascia dopo circa sei anni per intraprendere la carriera di cantante del ge-nere bachata.Si propone al pubblico con bachate calde, tipi-che del paese domenicano, mischiando influssi R&B e ritmi Hip Hop, con testi, in inglese o in spagnolo, che si caratterizzano per tematiche d’amore, di tradimento e di vita sociale.Viene definito il Michael Jackson latino, per l’in-fluenza nella musica Love del più famoso can-tante, e per la somiglianza della voce.E’ previsto un concerto dalle mille emozio-ni abilmente calato nell’atmosfera incredibile dell’eventopeople festival. Un momento roman-tico e di aggregazione per migliaia di giovani salseri provenienti da tutta europa. Un song in-

Toby Lovead eventopeople festival 201218.19.20 Maggio - Scalea - Calabria

Toby Love

Adele

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Ogni anno ormai già da un po’ di tempo, si svolgono dei concorsi online che hanno lo scopo di promuovere il mo-vimento salsero nella nostra regione. Per poter votare è sufficiente collegarsi al sito internet www.salsapuglia.com

e selezionare uno dei sondaggi tra: miglior locale, scuola di ballo, dj e gruppo di ballo in Puglia. I risultati parziali fino ad oggi sono i seguenti, mentre vi ricordiamo che

sarà possibile votare fino al 31 Marzo 2012:

Toby Lovead eventopeople festival 2012

novativo su di un palco che verrà adibito esclusivamente per il grande evento, un evento nell’evento, dove toby si esibirà insieme al suo corpo di ballo cantando ed entusiasmando i cuori sulle note di super hit come “Te Parece Poco” “Tengo Un Amor” “Casi Casi” “Llorar Lloviendo” “Tu y yo” veri riempi pista delle serate latine di tutto il mondo. Un artista di livello mondiale che inte-ragirà esclusivamente con il pubblico dell’eventopeople nei giorni della ker-messe per arrivare al culmine del gran-dissimo spettacolo. Un evento che preve-de il tutto esaurito nonostante sia stato predisposto per una capienza superiore agli anni precedenti. Un Mix esplosivo per il 18.19.20 maggio dove brilleranno ballerini di fama internazionale, giovani promesse ed un grandissimo cantante che lascerà un segno indelebile che tutti poteranno nel cuore per tanti anni!Eventopeople festival 2012 da non per-dere…www.eventopeople.it

www.enzoconte.it

I LIBRI SULLA SALSA E LA CULTURA AD ESSA LEGATA

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E’ da poco uscito l’ultimo singolo dei Croma Latina, questa volta insieme ad un’altro gruppo che sta ri-scuotendo notevole succes-so, Grupo Extra. Il connubio ha prodotto una bachata dai sapori romantici, con una freschezza tipicamente dominicana...il tutto rac-chiuso in un video ( girato a Venezia,location da sogno ) che ne amplifica i contorni e le peculiarità italiane. Un sicuro successo per questa primavera-estate 2012.

di Omar Gallo by Sorso Latino

Tambien te amo

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Le serate latinein Puglia & Basilicata

Martedì:Mulata, BariTropicana Pub, BariNedina Cafè, Mesagne (Br)New Magazine, Massafra (Ta)Duemiladieci Caffè, TarantoCape Diem, Ostuni (Br)Kimama Bistrot, S. M. Salentino (Br)Coyote Ugly, ManfredoniaTake Away, Potenza

Mercoledì:Target, BariNautilus, TarantoNuove Dimensioni, Crispiano (Ta)Rouge Cafè, Monteiasi (Ta)Jacana Cafe, Massafra (Ta)Pasteus, San Giovanni Rotondo (Fg)Prime, Castrignano Dei Greci (Le)La Plaza Lounge Bar, Cutrofiano (Le)Deja Vu, Leverano (Le)The Flying Ship, Vaglio Basilicata (Pz)

Giovedì:Arena Pub, BariMoai, Conversano (Ba)Rafca Club, BrindisiPepe Nero Club, Galatina (Le)Prosit Bar, Maglie (Le)Alaska, Veglie (Le)Cascina Disco Pub, TarantoManaus, Martina Franca (Ta)Morrison Disco Pub, San Severo (Fg)Cafe Pigalle, Corato (Bat)Babylis Club, Carosino (Ta)

Venerdì:Coco Bongo, BariVictorian Pub, Capitolo (Ba)Magik Tumbao, Bisceglie (Bat) I 3 Santi, Grottaglie (Ta)Fico Ricco, S.Pietro Vernotico(Br)Simple Cafè, Martano (Le)Art@Cafe, Massafra (Ta)Lucignolo, Marconia (Mt)

Sabato:Heineken Disco, Gioia del Colle (Ba)Last Exit, Grumo Appula (Ba)Mulata, BariMoonlight, Acquaviva (Ba)Off Street, Barletta (Bat)Timos, Fasano (Br)Bizantino, Massafra (Ta)Maybay Disco Pub, Manduria(Ta)La Clave Discoteque, Porto Cesareo (Le)Oblò, Gandoli (Le)Red Passion, Acquarica del Capo(Le)Domus Area, FoggiaLa Sfinge, Manfredonia (Fg)

Domenica:Target, BariZero Caffé, Polignano a Mare (Ba)Must, Altamura (Ba)Onis Club, Terlizzi (Ba)Night & Day, Molfetta (Ba)Bloom, Soleto (Le)Sonik di Calimera, Lecce (Zona PIP)OroNero San Vito dei N.nni(Br)Neropaco Monopoli (Ba)Insomnia Style, Martina Franca (Ta)Caffe’ Del Mare, TarantoNew Refill, Manduria (Ta)Mabai Disco Live, Manduria (Ta)Dolium White, Corato (Ba)Memoire, San Severo (Fg)Samanà, Potenza

Per info su serate ed eventi in

Puglia e Basilicata chiama il:

334 75 01 [email protected]

Aggiornamento Marzo 2012

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ALMA DE CUBA, FoggiaASD TUMBAO, FoggiaCUBAILANDO A.S.D., FoggiaEL ALMA DE LA SALSA CARIBE, Foggia EL MANICOMIO DELLA SALSA, FoggiaLA ISLA TROPICAL, FoggiaCARIBE DANCE ACCADEMY Manfredonia DIRTY DANCING, Manfredonia NUMERO UNO, ManfredoniaPLAYA DEL NINO, ManfredoniaEL ALMA DE LA SALSA, San G.RotondoHAVANA CLUB, San SeveroTROPICARIBE, San Severo SONIDO LATINO, TorremaggioreAQUI SE BAILA... TODO, Trinitapoli

ANGELS DE LA HABANA, Lecce BAILADORA, LecceSANTIAGO DE CUBA, Lecce SHALL WE DANCE, Lecce TROPICALIA, LecceALEX & MAGGHY ACROBATIC NEST, LecceMOVIMENTO CUBANO, Gagliano del CapoCUBA LIBRE - TricaseTRIBUSALSERA, Cassarano BETTY BOOP A.S.D, Gallipoli DESCARGA LATINA, GalatinaNEW AURORA DANCE, Maglie PARRANDA LATINA, MonteroniTROPICAL DANCE, Traviano

BEAUTIFUL DANCE LATINO, BrindisiDANCE MOVEMENT EVOLUTION, BrindisiRUMBANTELA, BrindisiGRUPO RELANPAGO, Ceglie MessapicaBAILA OTRA VEZ, OstuniFARANDULA ESPLOSIVA, OstuniNATY STYLE, OstuniISLA DEL CARIBE, Francavilla BAILA OTRA VES’, Francavilla VIVIANA LATIN GROUP, FrancavillaSTUDIO 54, Fasano GUAPERIA RUMBERA, FasanoGLAMOUR DANCE, San Vito dei Normanni

CAYOS DE CUBA, TarantoFREE TIME 2000, TarantoKRYSTALL DANCE, TarantoFALO’ LATINO, TarantoALL DANCING E DINTORNI, TarantoLA CLAVE CALIENTE, TarantoLOS SALSERIN, TarantoNATURAL DANCE, TarantoPUERTORICAN STYLE, Taranto RI.CA. DANCE ACADEMY, TarantoRITMO CALIENTE GROUP,TarantoSALSABOR DANCE STUDIO, TarantoSALSERO PARA SIEMPRE, TarantoTIMBA LATINA, TarantoWINNER DANCE, ManduriaBARRIO CALIENTE, Martina Franca MARIPOSA DEL CARIBE, Martina FrancaTROPICAL STYLE, Martina FrancaISLA CUBANA, CrispianoISLA DEL ENCANTO, MassafraHOLLYWOOD DANCE, MassafraQUARTIERE LATINO, MassafraNEW ALEX DANCE ACADEMY, GrottagliePAQUITO DANCE, TalsanoPROJECT LATIN DANCE, SavaDANCING MY LIFE, S.Giorgio Ionico

AGUA,Bari - AMORLATINO, BariALL DANCE, BariA.S.D. PIANETA LATINO, Bari BALLI DAL MONDO, BariCORAZON LATINO, BariCOLONIA CUBANA, BariDIANA & TEATRO DIANA, BariEL BARRIO, BariEL MUNDO DEL CARIBE, Bari EL GUAPO DE CUBA, BariEL SUENO DE CUBA, BariGRUPO HABANA, Bari GRUPO BAILADOR, BariGRUPPO ESTRELLAS, BariHABANERO’S, Bari LA ISLA GRANDE, BariMEMORY DANCE, BariPIANETA LATINO, BariQUIERO BAILAR, Bari SOUL DANCE, BariSWING Y SABOR, BariVILLA CAMILLA, BariVIVO LATINO, BariTROPICAL STYLE, BariMOVIMIENTO LATINO, Barletta PARAISE LATINO, AdelfiaBOLERO DANCE SANTORO, AltamuraFUEGO DANCE, AltamuraHABANA LIBRE, AltamuraLATINO’ CLUB, AltamuraLET’S DANCE, AltamuraALMA LATINA, AndriaCUBARTE, AndriaPARAISO CARAIBICO, Andria (BAT)MONTON DE ESTRELLAS, AndriaACCADEMIA DE CUBA, BarlettaMOVIMENTO LATINO, BarlettaFUROR LATINO, BarlettaISLA TROPICAL, BarlettaALMA BUM BUM, Bitonto GUARACHANDO, BitontoCUCARACHA,BisceglieTIMBERO MAJOR, BisceglieWORLD DANCE ACADEM, CarbonaraVASCO DANCE, Cassano ESENZIA LATINA, Castellana GrotteHAVANA LOCA, Castellana GrotteLOS ANGELES SCHOOL, ConversanoMIRAL DANCE, ConversanoCLUB BUENA VISTA, CoratoHABANERA CLUB, CoratoLATIN LIFE, CoratoUN PASO ADELANTE, CoratoLES ART, Gioia del ColleTRIBU’ CHE BALLA, GravinaACCADEMIA DEI TALENTI, MolfettaAGUANILE DANCE COMPANY, ModugnoA.S.D. VALERY DANCE, ModugnoDESCARGA CUBANA DOS, ModugnoEL SUENO DE CUBA, Modugno, CarbonaraLebelècumbè Arte e Danza, Modugno HAVANA LOCA, MonopoliLA MARIPOSA DEL CARIBE, MonopoliMIRAL DANCE, MonopoliVITO Y STEFANIA, NoicattaroISLA DEL CARIBE DANCE, NociASD BAILA CONMIGO, TerlizziSUPERNOVA DANCE, TerlizziANGEL Y PEPE, TraniCLAVE LATINA,Trani ENJOY DANCING, TraniEXPRESSION LATINA, Trani100x100 LATINO, TraniMONTON DE ESTRELLAS, TraniARTE DANZA, TriggianoL’ALMA DE CUBA, Triggiano SALSA Y SABOR, Triggiano HAVANA DANCE, Triggiano

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