6
UN PARTENARIATO GLOBALE PER LO SVILUPPO In collaborazione con PER CARITÀ NON PRENDETECI IN GIRO PER CARITÀ NON PRENDETECI IN GIRO

VIII Obiettivo del Millennio

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Un partenariato globale per lo sviluppo

Citation preview

Page 1: VIII Obiettivo del Millennio

UN PARTENARIATO GLOBALE PER LO SVILUPPO

In collaborazione con

PER CARITÀNON PRENDETECI IN GIROPER CARITÀNON PRENDETECI IN GIRO

Page 2: VIII Obiettivo del Millennio

Nel settembre 2000, con l’approvazione unanime dellaDichiarazione del Millennio, i Capi di Stato e di Governo delmondo si sono impegnati a raggiungere, entro il 2015, gli 8Obiettivi di Sviluppo. I Paesi del Sud del mondo si trovano di frontealla grande sfida di raggiungere sette Obiettivi del Millennio, rela-tivi all’eliminazione della fame e della povertà, all’educazione, allaparità tra uomini e donne, alla riduzione della mortalità infantile, almiglioramento della salute materna, alla lotta all’AIDS/HIV e adaltre malattie, nonché alla sostenibilità ambientale. I paesi del Norddel mondo hanno invece la sfida di raggiungere l’ottavo obiettivo,ossia la creazione di un “partenariato globale per lo sviluppo”, sesi vuole garantire il raggiungimento degli altri sette.

I fondamenti del partenariato globale per lo sviluppo: il Consenso di Monterrey“il nostro obiettivo è di sradicare la povertà, raggiungere una cre-scita economica sostenuta e promuovere lo sviluppo sostenibile men-tre facciamo progressi verso un sistema economico globale piena-mente inclusivo ed equo.”

Monterrey Consensus, par. 1

La necessità di individuare le risorse per finanziare gli Obiettivi diSviluppo del Millennio è stata la ragione principale della convocazionenel 2002 della Conferenza sul finanziamento per lo Sviluppo diMonterrey.

Il Consenso di Monterrey (o Monterrey Consensus) delle Nazioni Unitecostituisce il risultato finale degli accordi e degli impegni della ConferenzaInternazionale del 2002. Esso rappresenta il pilastro su cui costruire il par-tenariato globale per lo sviluppo fondato sulla coerenza delle politicheinternazionali e si articola in sei capitoli.

1 la mobilitazione di risorse finanziarie nazionali per lo sviluppo, cheimplica l’aumento dell’efficacia, della coerenza e della solidità delle

politiche macroeconomiche, una buona amministrazione (governance), ilrispetto dei diritti umani e la lotta alla corruzione.

2 la mobilitazione di risorse internazionali quali investimenti diretti este-ri e altri flussi privati per lo sviluppo, per trasferire conoscenza e tec-

nologie e creare posti di lavoro, senza ignorare le implicazioni ambienta-li, sociali e di genere delle attività economiche.

3 il commercio internazionale come motore dello sviluppo, con riferi-mento a provvedimenti quali l’eliminazione di dazi e quote sulle

importazioni provenienti dai paesi meno sviluppati e il rafforzamento dellapartecipazione dei PVS nei negoziati commerciali multilaterali.

4 l’aumento della cooperazione tecnica e finanziaria per lo sviluppo,riconoscendo il controllo dei paesi beneficiari sui propri piani di svi-

luppo e la necessità di un aumento sostanziale e di una maggiore effica-cia dell’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS)

5 la riduzione e cancellazione del debito estero senza che ciò sottrag-ga risorse all’APS.

6 il rafforzamento del ruolo delle Nazioni Unite nella promozione dellosviluppo, la coerenza delle politiche nazionali ed internazionali, la

riforma del sistema finanziario internazionale per una maggiore parteci-pazione dei PVS e delle economie in transizione all’interno della BancaMondiale, del Fondo Monetario Internazionale e dell’OrganizzazioneMondiale del Commercio.

“...si toglie loro con una mano quel che si porge con l’altra”Populorum progressio, par. 56

Le politiche di Aiuto Pubblico allo Sviluppo, di cancellazione del debi-to estero e le stesse politiche del commercio internazionale devonodunque essere parte di un quadro coerente che renda possibile daparte dei Paesi del Sud del mondo l’investimento di risorse in politi-che dirette all’attuazione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.

CHE COSA PREVEDE IL PARTENARIATO GLOBALE?“Una delle strade maestre per costruire la pace è una glo-balizzazione finalizzata agli interessi della grande fami-glia umana. Per governare la globalizzazione occorreperò una forte solidarietà globale tra Paesi ricchi e Paesipoveri, nonché all’interno dei singoli Paesi, anche se ric-chi”.Messaggio di Sua Santità Benedetto XVI per la celebrazione dellaGiornata Mondiale della Pace, 1°gennaio 2009, “Combattere lapovertà, costruire la pace”.

CHE SI INTENDE PER SVILUPPO?“Non bisogna tuttavia confondere i mezzi, costituiti dallerisorse finanziarie, e il fine, ossia lo sviluppo. Non bastapredisporre un ammontare adeguato di finanziamentiper pensare di ottenere, in modo meccanico, lo sviluppo.Esso non è tanto il “risultato” che si troverà alla fine, mala strada che giorno per giorno viene tracciata dalle scel-te concrete di molteplici attori: Governi donatori e rice-venti, organizzazioni non governative, comunità locali”.Un nuovo patto per rifondare il sistema finanziario internazionale –Nota della Santa Sede su finanza e Sviluppo alla vigilia dellaConferenza di Doha

L’ottavo obiettivo di sviluppo del Millennio: I POVERI NON POSSONO ASPETTARE

Page 3: VIII Obiettivo del Millennio

La Conferenza internazionale sul finanziamento per lo sviluppoincaricata della revisione del Monterrey Consensus (Doha, Qatar,29 novembre - 2 dicembre 2008) è stata convocata per effettuareuna valutazione dei progressi e delle difficoltà incontrati, nonchédelle nuove sfide, nell’attuazione del Consenso.

La grave crisi finanziaria che sta portando alla perdita di milioni diposti di lavoro, ha tuttavia costretto l’intera comunità internazionale arendersi conto del problema dell’assenza di regolamentazione delsistema finanziario internazionale. L’esigenza di far fronte a questacrisi è stata affrontata, invece che alla Conferenza stessa, al verticestraordinario del G20 convocato a Washington il 15 novembre 2008.

Questo ha compromesso il buon esito della Conferenza di Doha, acui non hanno partecipato i Capi di Stato, e che è stata in parteesautorata della competenza a definire le linee strategiche per unanuova governance della finanza internazionale.

Da Monterrey a Doha: a che punto siamo?Gli impegni assunti nel 2002 sono ancora lontani dall’essere rag-giunti.

Molti paesi, compresa l’Italia, sono ancora lontani dal raggiungi-mento dell’obiettivo di destinare lo 0,7% del proprio PIL all’AiutoPubblico allo Sviluppo.

In tema di debito, nonostante i progressi fatti finora, oggi il debitodei Paesi in via di sviluppo è aumentato a 3.35 trilioni di dollari. IPVS continuano a spendere miliardi di dollari ogni anno per ripa-gare i debiti senza avere ottenuto, in molti casi, nessun vantaggiodai crediti concessi, si pensi ai debiti contratti da dittatori o percostruzione di opere che non hanno arrecato nessun beneficio allapopolazione.

Sul commercio internazionale molti Paesi a basso reddito risultanoancora gravemente marginalizzati rispetto ai flussi commerciali.Dazi e quote ancora impediscono l’accesso di molti prodotti del Sudnei mercati occidentali favorendo invece l’entrata di prodotti tropi-cali. Allo stesso tempo si continuano a sussidiare le esportazionidelle eccedenze agricole del Nord che attraverso il fenomeno deldumping costringe i produttori locali ad abbandonare il lavoro per-ché non riescono a competere con prezzi tenuti artificialmente bassidalle sovvenzioni concesse.

Si stima che una cifra tra 100 e 200 miliardi di dollari sono andatia finire nelle mani dei principali 20 dittatori nel mondo, con la com-plicità dei paesi creditori.

La Conferenza delle Nazioni Unite di DohaI risultati della Conferenza di Doha

La dichiarazione finale della Conferenza di Doha ha deluso lasocietà civile per non aver elaborato una risposta all’altezzadelle aspettative e degli impegni assunti a Monterrey. Eppure larecente crisi finanziaria ha dimostrato che, quando coesistonola volontà politica e la preoccupazione per il bene comune, èpossibile reperire, in tempi brevi, risorse ingenti come quellestanziate per il salvataggio delle banche. La stessa volontà poli-tica e preoccupazione dovrebbero essere dimostrati nei confron-ti dei più poveri e dei più vulnerabili del Sud del mondo.

Gli Stati Uniti hanno impedito ogni progresso su questioni chia-ve come gli aiuti ai Paesi dei Sud ed i cambiamenti climatici.

I Governi dell’Unione Europea, sebbene più progressisti, hannorifiutato di affrontare problemi come la cancellazione del debi-to, la riforma del sistema fiscale internazionale e l’introduzionedelle cosiddette tasse di scopo e la riforma del commerciointernazionale.

Alcuni PVS non hanno voluto che si affrontasse l’importante que-stione dei paradisi fiscali e dell’evasione fiscale attraverso iquali oltre 800 miliardi di dollari vengono drenati illecitamente,in particolare ad opera delle multinazionali operanti in queiPaesi, sottraendo enormi risorse ai già magri bilanci pubblicinazionali.

Grazie anche alle pressioni esercitate dal Forum della SocietàCivile che ha preceduto la conferenza di Doha, all’interno dellaDichiarazione finale è stata però inclusa la decisione di convo-care nel 2009, nell’ambito delle Nazioni Unite, una Conferenzadi Alto Livello sull’architettura economica e finanziaria e sullestrutture della governance globale, per poter effettuare una valu-tazione dell’impatto della crisi finanziaria sullo sviluppo. Si puòconsiderare questo il più grande risultato della Conferenza, dalmomento che la dichiarazione finale non introduce nuovi impe-gni.

Lo scopo di questo evento sarà, tra gli altri, quello di evitare chei processi decisionali siano concentrati all’interno del G20, resti-tuendo alle Nazioni Unite il ruolo di sede legittimata a discute-re su tali temi senza escludere i Paesi più poveri. Sarà questa laprima occasione per poter verificare in modo concreto l’attua-zione dei risultati della Conferenza di Doha.

I Paesi industrializzati ed in particolare la nuova amministrazio-ne USA saranno sotto stretta osservazione!

Page 4: VIII Obiettivo del Millennio

La FOCSIV, insieme alle altre 15organizzazioni cattoliche di svi-luppo di Europa e Nordamericadella Cidse, ha elaborato unaserie di raccomandazioni per-ché possano essere raggiunti gli obiettivi di sradicamento dellapovertà e dello sviluppo sostenibile nell’ambito di un sistema econo-mico globale pienamente inclusivo ed equo. In particolare, chiedia-mo che vengano rispettati cinque impegni che da sempre rappresen-tano le nostre cinque direttive di azione:

Aumentare l’Aiuto pubblico allo sviluppoL’innalzamento dell’APS allo 0,7% del PIL (Prodotto Interno

Lordo) e la garanzia di un aiuto reale, senza includervi operazioniche non rappresentano un reale trasferimento di risorse

Global GovernanceLa riforma delle strutture politiche e finanziarie internazionali el’aumento della partecipazione dei PVS nei processi decisionalidell’economia internazionale

Una maggiore cooperazione sui temi fiscaliLa tassazione delle speculazioni finanziarie, la lotta ai paradisifiscali e all’evasione fiscale per generare risorse addizionali per losviluppo e ridistribuire in modo più equo i costi e i benefici dellaglobalizzazione

La cancellazione del debito dei Paesi in via di sviluppo La revisione dei bisogni di cancellazione del debito sulla basedelle esigenze di finanziamento per il raggiungimento degliObiettivi di Sviluppo del Millennio; il riconoscimento del debitoillegittimo e l’impegno per la sua cancellazione

Garantire la sovranità alimentareLa garanzia della sicurezza alimentare per tutti. I sussidi alcommercio, la speculazione finanziaria, l’aumento dei prezzidell’energia e la diminuzione degli investimenti nell’agricolturahanno posto in discussione l’accesso ad un elemento essenzialeper la vita: il cibo.

5 frecce verso un unico bersaglio!5 obiettivi per raggiungere il target 2015!

Che cosa abbiamo chiesto?I temi emergenti: evasione fiscale, paradisi fiscali... LA COOPERAZIONE FISCALE INTERNAZIONALENon solo come paesi più industrializzati non diamo gli aiuti dovuti,ma paradossalmente nel sistema globale sono i Paesi “poveri” afinanziare i Paesi “ricchi”: i profitti delle imprese multinazionali cheoperano al sud non vengono reinvestiti in quei paesi ma depositatinei conti di paesi occidentali più sicuri o nei paradisi fiscali. Semprenei paradisi fiscali vengono depositati ingenti capitali provenientida attività criminali, da corruzione ed altre pratiche di evasione edelusione fiscale. Questo mentre le rimesse degli emigrati che lavora-no da noi comportano un afflusso di risorse verso il sud che supera-no largamente i flussi di aiuto pubblico allo sviluppo.

È come dire che i poveri del “Sud” finanziano i ricchi del “Nord” egli stessi poveri del “Sud” devono emigrare e lavorare al “Nord” persostenere le loro famiglie al “Sud”.

Un nuovo patto per rifondare il sistema finanziario internazionale – Notadella Santa Sede su finanza e Sviluppo alla vigilia della Conferenza di Doha

L’aumentata e incontrollata mobilità dei capitali li rende sempremeno tracciabili e controllabili con la conseguente difficoltà per iPaesi sviluppati e in via di sviluppo di tassarli e di regolamentarnela fuga in momenti di crisi. Una stima delle perdite dovute a benidetenuti da persone facoltose nei paradisi fiscali e quindi non tassa-bili è di circa 50 miliardi all’anno solamente per i Paesi in via di svi-luppo. Eppure tutti i cittadini di uno stato sono chiamati a pagare letasse che permettono di finanziare i servizi di base e garantire idiritti umani fondamentali indicati negli Obiettivi del Millennio. Perquesto nell’ambito delle Nazioni Unite è stato posto un forte accen-to sulla necessità di una maggiore cooperazione fiscale internazio-nale e sull’adozione di un codice di condotta per la lotta all’evasio-ne ed all’elusione fiscale.

La raccolta fiscale e la spesa pubblica assumono un’importanza eco-nomica cruciale per ogni comunità civile e politica: l’obiettivo versocui tendere è una finanza pubblica capace di proporsi come stru-mento di sviluppo e di solidarietà. Una finanza pubblica equa, effi-ciente, efficace, produce effetti virtuosi sull’economia, perché riescea favorire la crescita dell’occupazione, a sostenere le attività impren-ditoriali e le iniziative senza scopo di lucro, e contribuisce ad accre-scere la credibilità dello Stato quale garante dei sistemi di previden-za e di protezione sociale, destinati in particolare a proteggere i piùdeboli.

Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, par. 355

Page 5: VIII Obiettivo del Millennio

Crisi finanziaria globale o crisi del modello di sviluppo?I temi del finanziamento allo sviluppo e del raggiungimento degliObiettivi del Millennio rischiano di essere messi in secondo pianodagli effetti delle crisi esplose di recente e che hanno riguardato set-tori chiave quali le risorse energetiche, la sicurezza alimentare, ilmutamento climatico e la finanza internazionale. Anche se iGoverni del Nord del mondo e il sistema finanziario globale posso-no esserne ritenuti i responsabili, l’impatto negativo da esse genera-to è stato avvertito a livello globale ed i Paesi più poveri ne hannosubito le conseguenze più gravi.

“La funzione oggettivamente più importante della finanza, quellacioè di sostenere nel lungo termine la possibilità di investimenti equindi di sviluppo, si dimostra oggi quanto mai fragile: essa subiscei contraccolpi negativi di un sistema di scambi finanziari, a livellonazionale e globale, basati su una logica di brevissimo termine, chepersegue l’incremento del valore delle attività finanziarie e si con-centra nella gestione tecnica delle diverse forme di rischio. Anche larecente crisi dimostra come l’attività finanziaria sia a volte guidatada logiche puramente autoreferenziali e prive della considerazione,a lungo termine, del bene comune. L’appiattimento degli obiettividegli operatori finanziari globali sul brevissimo termine riduce lacapacità della finanza di svolgere la sua funzione di ponte tra il pre-sente e il futuro, a sostegno della creazione di nuove opportunità diproduzione e di lavoro nel lungo periodo. Una finanza appiattita sulbreve e brevissimo termine diviene pericolosa per tutti, anche per chiriesce a beneficiarne durante le fasi di euforia finanziaria”Messaggio di Sua Santità Benedetto XVI per la celebrazione dellaGiornata Mondiale della Pace, 1°gennaio 2009, “Combattere la povertà,costruire la pace”.par. 10

Una cattiva finanza, inoltre, mette a repentaglio diritti fondamenta-li come quello al cibo. “L’attuale crisi alimentare è caratterizzata nontanto da insufficienza di cibo, quanto da difficoltà di accesso ad essoe da fenomeni speculativi e quindi da carenza di un assetto di istitu-zioni politiche ed economiche in grado di fronteggiare le necessità ele emergenze“Messaggio di Sua Santità Benedetto XVI per la celebrazione dellaGiornata Mondiale della Pace, 1°gennaio 2009, “Combattere la povertà,costruire la pace”, par. 7

La crisi climatica ed il surriscaldamento del pianeta sono la causa didisastri naturali frequenti, della deforestazione, della siccità e dellaperdita di colture in molti paesi del sud del mondo.

Crisi finanziaria, crisi alimentare e mutamento climatico sono dunquediversi aspetti di un unico fenomeno: la crisi del modello di sviluppoattuale, che si è adeguato a logiche di profitto ed ha privilegiato ilraggiungimento di benefici immediati a favore di pochi, senza porreal proprio centro le persone, i loro bisogni e le loro potenzialità.

Lo sviluppo è il nuovo nome della pace

“Le ingenti risorse materiali e umane impiega-te per le spese militari e per gli armamenti ven-gono di fatto distolte dai progetti di sviluppo deipopoli, specialmente di quelli più poveri e biso-gnosi di aiuto” Messaggio di Sua Santità Benedetto XVI per la celebrazionedella Giornata Mondiale della Pace, 1°gennaio 2009,“Combattere la povertà, costruire la pace”.

Finanziare lo sviluppo vuol dire difendere la vita e creare le con-dizioni per la pace, la stabilità, la sicurezza umana per tutti.

G20 o Nazioni Unite?Il G20 è un forum informale che riunisce i Paesi industrializzatie le economie emergenti con lo scopo di promuovere la discus-sione su tematiche chiave connesse alla stabilità economica glo-bale. E’ stato creato nel 1999, in risposta alle crisi finanziariedella fine degli Anni 90.I suoi membri sono i Ministri delle Finanze ed i Governatoridelle Banche Centrali di 19 Stati, tra cui i membri del G8 piùBrasile, Cina, India e Sud Africa. Vi prende parte anchel’Unione Europea, rappresentata dal Presidente di turno e dallaBanca Centrale Europea.Il Summit straordinario del G20 sui mercati finanziari e l’econo-mia mondiale convocato il 15 novembre 2008 a Washingtonha portato all’elaborazione di un documento contenente dispo-sizioni che dovranno essere rese operative entro marzo 2009 eche prevedono una maggiore cooperazione per rilanciare l’eco-nomia mondiale e riformare il sistema finanziario globale e leistituzioni di Bretton Woods (la Banca Mondiale ed il FondoMonetario Internazionale).Come denunciato da più parti, i Paesi più poveri sono statiesclusi dal piano approvato ed il Summit ha avuto l’effetto didepotenziare l’impatto della Conferenza internazionale di Dohasul finanziamento allo sviluppo. Il documento finale, inoltre, non fa riferimento né attribuiscealcun compito al sistema delle Nazioni Unite, come richiesto daiPaesi in via si sviluppo e dalla società civile.

Page 6: VIII Obiettivo del Millennio

Organismi Associati a Volontari nel mondo - FOCSIV:

A.B.C.S., A.C.A.V., ACCRI, A.D.P., A.E.S. - C.C.C., AIFO, A.L.M., AMAHORO Onlus,A.M.G., ASAL, A.S.I., A.S.P.Em., A.U.C.I., AVAZ, AVSI Fondazione, CEFA, CELIMBERGAMO, Ce.L.I.M. Milano, Centro Mondialità Sviluppo Reciproco, C.I.S.V.,C.L.M.C., C.O.E., CO.M.I., CO.MI.VI.S, COMUNITA’ IN DIALOGO, Cooperazione eSviluppo, CO.P.E., C.P.S., C.V.C.S., C.V.M., EsseGiElle, FON.SIPEC, FON.TOV.,GVS, I.B.O. Italia, INSIEME SI PUO'..., IPSIA, LABOR MUNDI, Medici con l'AfricaC.U.A.M.M., L.V.I.A., ProgettoMondo MLAL, M.L.F.M., M.M.I., MO.C.I., M.S.P.,O.S.V.I.C., O.V.C.I. La Nostra Famiglia, OVERSEAS, PdF, PRO.DO.C.S.,PRO.MOND., R.T.M., SCAIP, Senzaconfini Onlus, SOLIDAUNIA – La Daunia nelmondo, S.V.I., U.C.S.E.I., U.M.M.I., U.V.I.S.P. – Assisi, V.I.D.E.S., V.I.S.B.A., V.I.S.P.E.

Via San Francesco di Sales, 18 - 00165 ROMA - tel. 06 6877796 - 867 - fax 06 6872373 - [email protected] Acu

radi

Volo

ntar

inel

mon

do–

FOC

SIV

(Alb

erta

Gue

rra,

Mic

hela

Cav

allin

i)–

Foto

diC

ristia

noPr

oia

–Pr

oget

togr

afic

oSt

udio

Sign

snc

(Ste

fano

Verz

illi)

–St

ampa

Com

asG

rafic

asr

lIRVolontari nel mondo - FOCSIV, dal 1972,

cooperazione, volontariato e giustizia

La FOCSIV al fianco delle sue attività di cooperazione allo sviluppo e solidarietà internazionale, promuove iniziativedi lobbying, advocacy ed educazione allo sviluppo.

Sostieni le nostre campagne per la giustizia sociale e la lotta contro la povertà!

Per attivarti e ricevere aggiornamenti sulle nostre

campagne, scrivi [email protected]

fai una scelta di stile ...scegli la giustizia

Realizzato con il contributo del Ministero degli AffariEsteri, Direzione Generale per la Cooperazione alloSviluppo, nell'ambito del progetto“Campagna NazionaleTarget 2015: microcredito e dialogo interreligioso, lapromozione della donna al centro dello sviluppo”.I punti di vista esposti in questo sussidio nonrappresentano quelli ufficiali dell’ente finanziatore.

SOSTIENI LA CAMPAGNA IN CORSO