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Vittorio Alfieri Oreste Op. Grande biblioteca della letteratura italiana ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli

Vittorio Alfieri - Oreste

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  • Vittorio Alfieri

    Oreste

    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

  • Edizioni di riferimentoelettronicheLiz, Letteratura Italiana Zanichelli

    a stampaVittorio Alfieri, Tragedie, a cura di L. Toschi, Firenze, Sansoni, 1985

    Testo preparato da Vincenzo Rovito

    DesignGraphiti, Firenze

    ImpaginazioneThsis, Firenze-Milano

  • X3Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste

    Sommario

    Personaggi ....................................................... 5

    Atto I ............................................................... 6Scena 1 .............................................................. 6Scena 2 .............................................................. 6Scena 3 ............................................................ 10Scena 4 ............................................................ 12

    Atto II ........................................................... 15Scena 1 ............................................................ 15Scena 2 ............................................................ 19

    Atto III .......................................................... 28Scena 1 ............................................................ 28Scena 2 ............................................................ 28Scena 3 ............................................................ 29Scena 4 ............................................................ 33Scena 5 ............................................................ 34Scena 6 ............................................................ 37

    Atto IV .......................................................... 38Scena 1 ............................................................ 38Scena 2 ............................................................ 39Scena 3 ............................................................ 44Scena 4 ............................................................ 45Scena 5 ............................................................ 49

    Atto V ............................................................ 50Scena 1 ............................................................ 50Scena 2 ............................................................ 50Scena 3 ............................................................ 51Scena 4 ............................................................ 51Scena 5 ............................................................ 53Scena 6 ............................................................ 53Scena 7 ............................................................ 53Scena 8 ............................................................ 54Scena 9 ............................................................ 55Scena 10 .......................................................... 55Scena 11 .......................................................... 55Scena 12 .......................................................... 56Scena ultima .................................................... 57

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste

    Personaggi

    EgistoClitennestraElettraOrestePiladeSoldatiSeguagi dOresteSeguaci di Pilade

    Scena, la Reggia in Argo

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto primo

    Atto I

    Scena 1

    Elettra. Notte! funesta, atroce, orribil notte,presente ognora al mio pensiero! ogni anno,oggi ha due lustri, ritornar ti veggiovestita datre tenebre di sangue;eppur quel sangue, chespiar ti debbe,finor non scorre. Oh rimembranza! Oh vista!Agamennn, misero padre! in questesoglie svenato io ti vedea; svenato;e per qual mano! O notte, almen mi scorginon vista, al sacro avello. Ah! pur chEgisto,pria che raggiorni, a disturbar non vengail mio pianto, che al cenere paternomisera reco in annual tributo!Tributo, il sol chio dar per or ti possa,di pianto, o padre, e di non morta spemedi possibil vendetta. Ah! s: tel giuro:se in Argo io vivo, entro tua reggia, al fiancodiniqua madre, e dun Egisto io schiava,nullaltro fammi ancor soffrir tal vita,che la speranza di vendetta. lungi,ma vivo, Oreste. Io ti salvai, fratello;a te mi serbo; infin che sorga il giorno,che tu, non pianto, ma sangue nemicoscorrer farai sulla paterna tomba.

    Scena 2

    Clitennestra. Figlia.

    Elettra. Qual voce? Oh ciel! tu vieni?...

    Clitennestra. O figlia,deh! non sfuggirmi; io la santopra tecodivider voglio; invan lo vieta Egisto:ei nol sapr. Deh! vieni; andiam compagnealla tomba.

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto primo

    Elettra. Di chi?

    Clitennestra. ... Del... tuo... infelice...padre.

    Elettra. Perch non dir, del tuo consorte?Non losi; e ben ti sta. Ma il pi ver essocome ardirai tu volgere? tu lordaancor del sangue suo?

    Clitennestra. Scorsi due lustrison da quel d fatale; il mio delittodue lustri interi or piango.

    Elettra. E qual pu tempobastare a ci? fosse anco eterno il pianto,nulla saria. Nol vedi? ancor rappresosta su queste pareti orride il sangue,che tu spargesti: ah! fuggi: al tuo cospetto,mira, ei rosseggia, e vivido diventa.Fuggi, o tu, cui n posso omai, n debbomadre nomar: vanne; dellempio Egistoriedi al talamo infame. Al fianco suotu sua consorte sta: n pi inoltrartia perturbar le quete ossa dAtride.Gi gi lirata sua terribil ombrasorge a noi contro, e te respinge addietro.

    Clitennestra. Fremer mi fai... Tu gi mi amasti,... o figlia...Oh rimorsi!... oh dolore!... ahi lassa!... E pensi,chio con Egisto sia felice forse?

    Elettra. Felice? E il merti? Oh! ben provvide il cielo,chuom per delitti mai lieto non sia.Eternamente nelleterno fatosta tua sventura scritta. Ancor non provi,che i primi tuoi martri: il premio interoti si riserba di Cocto allonda.L sostener del trucidato sposodovrai glirati minacciosi sguardi:l, al tuo giunger, vedrai fremer degli avi

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto primo

    lombre sdegnose: udrai de morti regnilo inesorabil giudice dolersi,che niun tormento al tuo fallir si adegui.

    Clitennestra. Misera me! Che dir possio?... pietade...ma, non la merto... Eppur, se in core, o figlia,se tu in cor mi leggessi... Ah! chi lo sguardopu rivolger senzira entro il mio corecontaminato dinfamia cotanta?Lodio non posso in te dannar, n lira.Gi in vita tutti i rei tormenti io provodel tenebroso Averno. Il colpo appenadalla man mi sfuggia, che il pentimentotosto, ma tardo, mi assalia tremendo.Dal punto in poi, quel sanguinoso spettroe giorno e notte orribilmente sempresugli occhi stammi. Ovio pur muova, il veggodi sanguinosa striscia atro sentieroprecedendo segnarmi: a mensa, in trono,mi siede a lato: infra le acerbe piume,se pure avvien che gli occhi al sonno io chiuda,tosto, ahi terribil vista! ecco mostrarsinel sogno lombra; e il gi squarciato pettodilaniar con man rabida, e trarnepiene di negro sangue ambe le palme,e gittarmelo in volto. A orrende notti,d sottentran pi orrendi: in lunga mortecos men vivo. O figlia, (qual chio sia,mi sei pur tale) al pianger mio non piangi?

    Elettra. Piango,... s,... piango. Ma tu, di; non premi,tuttor non premi lusurpato trono?Teco tuttora Egisto vil non godecomune il frutto del comun misfatto? Pianger di te, nol deggio; e meno io deggiocredere al pianger tuo. Vanne, rientra;lascia chio sola a compier vada...

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto primo

    Clitennestra. O figlia,deh! modi;... aspetta... Io son misera assai.Mi abborro pi, che tu non modi... Egisto,tardi il conobbi... Oim!... che dico? appenaestinto Atride, atroce appien quanteraconobbi Egisto; eppure ancor lo amai.Di rimorso e damor miste ad un tempoprovai le furie,... e provo. Oh degno statodi me soltanto!... Qual merc mi rendadel suo delitto Egisto, appien lo veggo:veggo il disprezzo in falso amor ravvolto:ma, a tal son io, che omai qual posso ammendafar del misfatto, che non sia misfatto?

    Elettra. Alto morire ogni misfatto ammenda.Ma, poich al petto tuo tu non torcestilacciar del sangue marital fumante;poich in te stessa il braccio parricidalusato ardir perdea; perch il tuo ferronon rivolgesti, o non rivolgi, al senodi quellempio, che a te lonor, la pace,la fama toglie, ed al tuo Oreste il regno?

    Clitennestra. Oreste?... oh nome! Entro mie vene il sanguetutto in udirlo agghiacciasi.

    Elettra. Ribolle,dOreste al nome, entro ogni vena il mio.Di madre amor, qual dee tal madre, or provi.Ma, Oreste vive.

    Clitennestra. E lunga vita il cielogli dia: sol chei mai non rivolga incautoad Argo il pi. Misera madre io sono;tolto a me stessa anco per sempre ho il figlio;e forza m, per quanto io lami, ai Numiporger voti, affinch mai pi davantinon mel traggano.

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto primo

    Elettra. Amor tuttaltro io provo.Bramo, che in Argo ei torni, e il ciel ne ho stanco;e di s cara ardente brama io vivo.Spero, che un giorno ei qui mostrarsi ardisca,qual figlio il debbe del trafitto Atride.

    Scena 3

    Egisto. Lintero giorno al dolor tuo par dunquebreve, o regina? a lai novelli sorgigi dellaurora pria? Dona una voltail passato allobblio; fa che pi lietiteco io viva i miei d.

    Clitennestra. Regnar, non altro,volevi, Egisto; e regni. Or, qual ti prendedi mie cure pensiero? Eterno il duoloentro il mio core; il sai.

    Egisto. Ben so qual fontedolor perenne a te ministra: in vitacostei volesti ad ogni costo; e vivaio la serbai, per tua sventura, e mia.Ma questo aspetto dinsoffribil luttovo torti omai dagli occhi: omai la reggiavo serenar; con lei sbandirne il pianto.

    Elettra. Me caccia pur; fia reggia ognor di piantoquella, ove stai. Qual risuonar pu vocealtra che il pianto, ove un Egisto ha regno?Ma, viva gioia di Tieste al figliofia, il veder lagrimar figli dAtro.

    Clitennestra. O figlia,... ei m consorte. Egisto, ah! pensachella m figlia...

    Egisto. Ella? dAtride figlia.

    Elettra. Costui? dAtride luccisore.

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto primo

    Clitennestra. Elettra!...Egisto, abbi piet... La tomba... vedi,la orribil tomba,... e non sei pago?

    Egisto. O donna,men da te stessa omai discorda. Atride,di, per qual mano in quella tomba giace?

    Clitennestra. Oh rampogna mortal! Chaltro pi mancaalla infelice misera mia vita?Chi mi vi ha spinto, or mi rimorde il fallo.

    Elettra. Oh nuova gioia! oh sola gioia, ondioil cor beassi, or ben due lustri! Entrambivi veggio allira, ed ai rimorsi in preda.Di sanguinoso amore al fin pur odo,quali esser denno, le dolcezze: al fineogni prestigio tolto; appien lun laltroconosce omai. Possa lo sprezzo trarviallodio; e lodio a nuovo sangue.

    Clitennestra. Oh fero,ma meritato augurio! oh ciel!... Deh,... figlia...

    Egisto. Sol da te nasce ogni discordia nostra.Ben pu una madre perder cotal figlia,n dirsi orba per ci. Potrei ritortiquantio mal diedi a preghi suoi; ma i doniio ripigliar non soglio: il non vederti,basta alla pace nostra. Oggi nandraidel pi negletto de miei servi sposa;lungi con lui ne andrai: fra lo squalloredinfame povert, dote gli arrecale tue lagrime eterne.

    Elettra. Egisto, parlitu daltra infamia mai, che di te stesso?Qual mai tuo servo fia di te pi vile?Pi scellerato, quale?

    Egisto. Esci.

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto primo

    Elettra. Serbatami hai viva, il so, per maggior pena darmi:ma, sia che vuol, questa mia man, che il cieloforse destina ad alta impresa...

    Egisto. Or esci;tel ridico.

    Clitennestra. Per or, deh!... taci,... o figlia:...esci, ten prego:... io poscia...

    Elettra. Da voi lungi,pena non , che il veder voi pareggi.

    Scena 4

    Clitennestra. Rampogne udir per ogni parte atroci,e meritarle!... Oh vita! a te qual mortefu pari mai?

    Egisto. Gi tel dissio: di paceaura spirar, finch costei dintornoci sta, nol potrem noi: chella succida,gran tempo gi, ragion di stato il vuole,e il mio riposo, e il tuo: dannata a un tempo dal suo stolto orgoglio: ma il tuo piantovuol chio lassolva. Al suo partir tu dunquecessa di opporti: io l voglio, e indarno affattovi ti opporresti.

    Clitennestra. Ah! tel dissio pi volte:qual che dElettra il destin sia, mai pace,mai non sar con noi: tu fra l sospetto,io fra rimorsi, e in rio timore entrambi,trarrem noi sempre incerta orrida vita.Altra sperar ne lice?

    Egisto. Addietro il guardonon volgo; io penso allavvenir: non possoesser felice io mai, finch dAtrideseme rimane: Oreste vive; in lui

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto primo

    lodio per noi cresce cogli anni; ei vivedel feroce desio dalta vendetta.

    Clitennestra. Misero! ei vive; ma lontano, ignoto,oscuro, inerme. Ahi crudo! ad una madreti duoli tu, che il suo figliuol respiri?

    Egisto. Con una madre, che il consorte ha spento,men dolgo io, s. Quello immolavi al nostroamor; non dei questo immolar del parialla mia sicurezza?

    Clitennestra. Oh tu, di sanguenon sazio mai, n di delitti!... Oh detti!... Di finto amor me gi cogliesti al laccio:tuoi duri modi poscia assai mel feropalese, oim!... Pur nel mio petto io nutropur troppo ancor verace e viva fiamma;e il sai, pur troppo!... Argomentar puoi quindi,sio potrei non amare uno innocenteunico figlio mio. Qual cor s atrocepu non pianger di lui?...

    Egisto. Tu, che dun colpodue nuccidesti. Un ferro stesso al padretronc la vita, e in note atre di sangueverg del figlio la mortal sentenza.Il mio troppo indugiar, la sorte, e scaltrolantiveder dElettra, Oreste han salvo.Ma che perci? nomi innocente un figlio,cui tu pria l padre, e il regno poscia hai tolto?

    Clitennestra. Oh parole di sangue!... Oh figliuol mio,privo di tutto, a chi tutto ti spoglianulla tu desti, se non dai tua vita?

    Egisto. E finchei vive, di, securo stassichi di sue spoglie gode? Ognor sul capoti pende il brando suo. Figlio dAtride,ultimo seme di quellempia stirpechogni delitto aduna, il furor suo

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto primo

    non fia pago in me solo. Omai mi stringe,pi che di me, di te pensiero. Udistile fatidiche voci, ed i tremendioracoli, che Oreste un d fatalevaticinaro ai genitori suoi?Ci spetta a te, misera madre; io deggio,ove il pur possa, accelerar sua morte;tu soffrirlo, e tacerti.

    Clitennestra. Oim!... il mio sangue...

    Egisto. Non tuo sangue Oreste: impuro avanzo del sangue dAtro: sangue, che nascead ogni empio delitto. Il padre hai visto,mosso da iniqua ambizion, la figliasvenarti sullaltar: dAtride figlio,lorme paterne ricalcando Oreste,uccider la madre. Oh cieca troppo,troppo pietosa madre! Il figlio in attogi di ferirti sta: miralo; trema...

    Clitennestra. E in questo petto a vendicare il padrelascia chei venga. Altro maggior delitto,se maggior vha, forse espiar de il mio.Ma, qual destin che a me sovrasti, Egisto,ten prego, deh! per lo versato sanguedAgamennn, dinsidiare Orestecessa: da noi lontano, esule ei viva;ma viva. Oreste il pi volgere ad Argonon ardirebbe; e sei venisse, io scudocol mio petto ti fora... Ma, sei viene,il ciel vel tragge; e contro il ciel chi vale?Qual dubbio allor? vittima chiesta io sono.

    Egisto. Per or di pianger cessa. Oreste in vitae speme ho poca, che in mie mani ei caggia.Ma, se il d vien, che a compier pure io bastinecessit, che invan delitto nomi,quel d, se il vuoi, ripiglierai tu il pianto.

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto secondo

    Atto II

    Scena 1

    Oreste. Pilade, s; questa mia reggia. Oh gioia!Pilade amato, abbracciami: pur sorge,pur sorge il d, chio ristorar ti possade lunghi tuoi per me sofferti affanni.

    Pilade. Amami, Oreste; i miei consigli ascolta;questo il ristoro, chio per me ti chieggo.

    Oreste. Al fin, siam giunti. Agamennn qui caddesvenato; e regna Egisto qui! Mi stannoin mente ancor, benchio fanciul partissi,queste mie soglie. Il giusto cielo in tempomi vi rimena. Oggi ha due lustri appunto,era la orribil notte sanguinosa,in cui mio padre a tradimento uccisofea rintronar di dolorose gridatutta intorno la reggia. Oh! ben sovviemmi:Elettra a fretta, per questatrio stessol mi portava, ove pietoso in braccioprendeami Strofio, assai men tuo, che miopadre in appresso. Ed ei mi trafugavaper quella porta pi segreta, tuttotremante: e dietro mi correa sullaurelungo un rimbombo di voci di pianto,che mi fean pianger, tremare, ululare,e il perch non sapea: Strofio piangentecon la sua man vietando iva i miei stridi;e mi abbracciava, e mi rigava il voltodamaro pianto; e alla romita spiaggia,dove or ora approdammo, ei col suo incarcogiungea frattanto, e disciogliea felicele vele al vento. Adulto io torno, adultoal fin; di speme, di coraggio, diratorno ripieno, e di vendetta, dondefanciullo inerme lagrimando io mossi.

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto secondo

    Pilade. Qui regna Egisto, e ad alta voce parliqui di vendetta? Incauto, a cotantopratal principio dai tu? Vedi; gi albeggia;e sanco eterne qui durasser lombre,mura di reggia son; sommesso parla:ogni parete un delator nel senonasconder pu. Deh! non perdiamo or fruttodei voti tanti, e dellerrar s lungo,che a questi lidi al fin ci tragge a stento.

    Oreste. O sacri liti, ver, parea che ignotaforza da voi ci respingesse: avversi,da che lancore sciolto abbiam di Crissa,i venti sempre, la natal mia terraparean vietarmi. A mille a mille insortinuovi ostacoli ognor, perigli nuovi,mi fean tremar, che il d mai non giungessedi porre in Argo il pi. Ma giunto il giorno;in Argo sto. Sogni periglio ho vinto,Pilade egregio, allamist tua forte,a te lo ascrivo. Anzi chio qui venissivendicator di s feroce oltraggio,forse a prova non dubbia il ciel voleaporre in me lardimento, in te la fede.

    Pilade. Ardir? ne hai troppo. Oh! quante volte e quantetremai per te! Presto a divider tecoogni vicenda io sono, il sai; ma pensa,che nulla fatto, a quanto imprender resta.Finor giungemmo, e nulla pi. Dei moltimezzi a tantopra, ora conviensi ad uno,al migliore, attenerci; e fermar qualescerrem pretesto, e di qual nome velofaremo al venir nostro: a tanta moleconvien dar base.

    Oreste. La giustizia eternafia lalta base. A me dovuto il sangue,ondio vengo assetato. Il miglior mezzo?Eccolo; il brando.

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto secondo

    Pilade. Oh giovenil bollore!sete di sangue? altri pur lha del tuo;ma brandi ha mille.

    Oreste. Ad avvilir costui,per s gi vile, il sol mio nome or basta;troppo il mio nome. E di qual ferro usbergo,qual scudo avr, chio nol trapassi, Egisto?

    Pilade. Scudo egli ha forte, impenetrabil, fero,la innata sua viltade. A s dintornoin copia avr satelliti: tremante,ma salvo, ei stassi in mezzo a lor...

    Oreste. Nomarmi,ed ogni vil disperdere, fia un punto.

    Pilade. Nomarti, ed esser trucidato, un punto:e di qual morte! Anco i satelliti hannolor fede, e ardire: han dal tiranno lesca;n spento il vonno, ove nol spengan essi.

    Oreste. Il popol dunque a favor mio...

    Pilade. Che speri?che in cor di serva plebe odio od amorepossa eternarsi mai? Dai lunghi ceppiguasta avvilita, or lun tiranno vedecadere, or sorger laltro; e nullo nama,e a tutti serve; ed un Atride obblia,e dun Egisto trema.

    Oreste. Ah! vero parli...Ma non ti sta, come a me sta, su gli occhiun padre ucciso, sanguinoso, inulto,che anela, e chiede, e attende, e vuol vendetta.

    Pilade. Quindi a disporla io pi son atto. Modi.Qui siam del tutto ignoti; in noi sembianzadi stranieri: dogni uomo e lopre e i passi,sia vaghezza o timor, spiar son usiglinquieti tiranni. Il sol gi spunta;visti appena, trarranci a Egisto innanzi:dirgli...

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto secondo

    Oreste. Ferir; centuplicare i colpidobbiam nellempio; e nulla dirgli.

    Pilade. A mortecerta venisti, od a vendetta certa?

    Oreste. Purch sian certe entrambe; uccider prima,e morir poscia.

    Pilade. Oreste, or s ten prego,per lamist, pel trucidato padre,taci poche ore al senno mio tu dona;al tuo furor laltre dar: con larte,pria che col ferro, la vilt si assale.Messi del padre mio ne creda Egisto,e di tua morte apportatori in Argo.

    Oreste. Mentir mio nome? ad un Egisto? io?

    Pilade. Deitacerti tu, nulla mentire; io parlo: tutto mio linganno: a tal novellaudrem che dica Egisto: intanto chiarone fia il destin dElettra.

    Oreste. Elettra! Ah! temoche in vita pi non sia. Di lei non ebbimai pi novella io, mai. Sangue dAtride,certo, costui nol risparmi.

    Pilade. La madreforse salvolla: e se ci fosse, pensache del tiranno ella sta in man; che puoteesser sua morte il sol nomarla noi.Sai, che in tuttaltro aspetto in Argo trartiStrofio ei stesso potea con gente ed arme;ma guerra aperta, anco felice, il regno,e nulla pi, ti dava: intanto il viletraditor ti sfuggiva; e alla sua rabbia,(se gi svenata ei non lavea) restavaElettra; la sua amata unica suora;quella, cui dei laure che spiri. Or vedi,

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    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto secondo

    se vuolsi ir cauti: alto disegno il tuo;pi che di regno assai: deh! tu primieronol rompere. Chi sa? pentita forsela madre tua...

    Oreste. Di lei, deh, non parlarmi.

    Pilade. Di lei, n daltri. Or non ti chieggo io nulla,che dascoltar mio senno. Il ciel, che vuolmia te compagno, avverso avrai, se il nieghi.

    Oreste. Fuorch il ferir, tutto a te cedo; io l giuro.Vedr del padre luccisore in volto,vedrollo, e il brando io tratterr: sia questodi mia virtude il primo sforzo, o padre,che a te consacro.

    Pilade. Taci; udir mi parvelieve rumore... Oh! vedi? in bruno ammantoesce una donna della reggia. Or vienimeco in disparte.

    Oreste. Ella ver noi si avanza.

    Scena 2

    Elettra. Lungi una volta per brevora Egisto;libera andar posso ad offrir... Che veggio?Due, che allabito, al volto io non ravviso...osservan me; paion stranieri.

    Oreste. Udisti?Nomato ha Egisto.

    Pilade. Ah! taci.

    Elettra. O voi, stranieri(tali vestimo) dite; a queste murache vi guida?

    Pilade. Parlar me lascia; statti. Stranieri, ver, siam noi; dalta novellaqui ne veniamo apportatori.

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto secondo

    Elettra. A Egistovoi la recate?

    Pilade. S.

    Elettra. Qual mai novella?...Dunque i passi inoltrate. Egisto lungi:infin chei torni, entro la reggia starvipotrete ad aspettarlo.

    Pilade. E il tornar suo?...

    Elettra. Sar dentroggi, infra pochore. A voigrazie, onori, merc, qual vi si debbe,dar, se grata la novella.

    Pilade. GrataEgisto avralla, bench assai pur siaper se stessa funesta.

    Elettra. Il cor mi balza. Funesta?... tale, chio saper la possa?

    Pilade. Deh! perdona. Tu in ver donna mi sembridalto affare: ma pur, debito parmi,che il re noda primiero... Al parlar mioturbar ti veggio?... e che? potria spettartinuova recata di lontana terra?

    Elettra. Spettarmi?... no... Ma, di qual terra sete?

    Pilade. Greci pur noi: di Creta ora sciogliemmo. Ma in te, pi che alle vesti, agli atti, al volto,ai detti io lorme dalto duol ravviso.Chieder possio?...

    Elettra. Che parli?... in me? Tu sai,che lievemente la piet si destain cor di donna. Ogni non fausta nuova,bench non mia, mi affligge: ora saperlavorrei; ma udita, mi dorrebbe poscia.Umano core!

    Pilade. Ardito troppo io forsesarei, se a te il tuo nome?...

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto secondo

    Elettra. A voi ludirlogiovar non puote; e al mio dolor sollievo(poich dolor tu vedi in me) per certonon fora il dirlo. ver, che dArgo fuori...spettarmi forse... alcuna cura,... alcunopensiero ancor potria. Ma no: ben veggioche a me non spetta il venir vostro in nulla.Involontario un moto in me, qualorastraniero approda a questi liti, il coresentirmi incerto infra timore e bramaagitato ondeggiare. Anchio conoscoche a me svelar lalta ragion non dessidel venir vostro. Entrate: i passi mieiproseguir ver quella tomba.

    Oreste. Tomba!quale? dove? di chi?

    Elettra. Non vedi? a destra?dAgamennn la tomba.

    Oreste. Oh vista!

    Elettra. E fremia cotal vista tu? Fama pur ancodunque a voi giunse della orribil morte,che in Argo egli ebbe?

    Pilade. Ove non giunse?

    Oreste. O sacratomba del re dei re, vittima aspetti?Lavrai.

    Elettra. Che dice?

    Pilade. Io non lintesi.

    Elettra. Ei parladi vittima? perch? Sacra dAtridegli la memoria?

    Pilade. ... Orbato egli del padre,da non gran tempo: ogni lugbre aspetto

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto secondo

    quindi nel cor gli rinnovella il duolo;spesso ei vaneggia. In te rientra. Ahi folle!in te fidar doveva io mai?

    Elettra. Gli sguardifissi ei tien sulla tomba, immoti, ardenti;e terribile in atto... O tu, chi sei,che generoso ardisci?...

    Oreste. A me la curalasciane, a me.

    Pilade. Gi pi non tode. O donna,scusa i trasporti insani: ai detti suoinon badar punto: fuor di s. Scoprirtivuoi dunque a forza?

    Oreste. Immerger il mio brandonel traditor tante fiate e tante,quante versasti dalla orribil piagastille di sangue.

    Elettra. Ei non vaneggia. Un padre...

    Oreste. S, mi fu tolto un padre. Oh rabbia! E inultorimane ancora?

    Elettra. E chi sarai tu dunque,se Oreste non sei tu?

    Pilade. Che ascolto?

    Oreste. Oreste!Chi, chi mi appella?

    Pilade. Or sei perduto.

    Elettra. Elettrati appella; Elettra io son, che al sen ti stringofra le mie braccia...

    Oreste. Ove son io? Che dissi?...Pilade oim!...

    Elettra. Pilade, Oreste, entrambisgombrate ogni timor; non mento il nome.

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto secondo

    Al tuo furor, te riconobbi, Oreste;al duolo, al pianto, allamor mio, conosciElettra tu.

    Oreste. Sorella; oh ciel!... tu vivi?tu vivi? ed io tabbraccio?

    Elettra. Oh giorno!...

    Oreste. Al pettote dunque io stringo? Oh inesplicabil gioia! Oh fera vista! la paterna tomba?...

    Elettra. Deh! ti acqueta per ora.

    Pilade. Elettra, oh quantosospirai di conoscerti! tu salvoOreste mhai, che di me stesso parte;pensa sio tamo.

    Elettra. E tu cresciuto lhai;fratel secondo a me tu sei.

    Pilade. Deh! mecodunque i tuoi preghi unisci; ah! meco imprendia rattener di questo ardente spirtoi ciechi moti. Oreste, a duro passovuoi tu ridurci a forza? ad ogni istantevuoi, chio tremi per te? Finora in salvoqui ci han scorti pietate, amor, vendetta;ma, se cos prosiegui...

    Oreste. ver; perdona,Pilade amato;... io fuor di me... Che vuoi?...Qual senno mai regger potea?... Quai moti,a una tal vista inaspettata!... Io l vidi,s, con questi occhi io l vidi. Ergea la testadal negro avello: il rabbuffato crinedal viso si togliea con mani scarne;e sulle guance livide di morteil pianto, e il sangue ancor rappreso stava.N il vidi sol; che per gli orecchi al core

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto secondo

    flebil mi giunse, e spaventevol voce,che in mente ancor mi suona. O figlio imbelle,che pi indugi a ferire? adulto sei,il ferro hai cinto, e luccisor mio vive?Oh rampogna!... Ei cadr per me svenatosulla tua tomba; delliniquo sanguenon serber dentro a sue vene stilla:tu il berai tutto, ombra assetata; e tosto.

    Elettra. Deh! lire affrena. Anchio spesso rimirolombra del padre squallida affacciarsia quei gelidi marmi; eppur mi taccio.Vedrai le impronte del sangue paternoad ogni passo in questa reggia; e forzati fia mirarle con asciutto ciglio,finch con nuovo sangue non lhai tolte.

    Oreste. Elettra, oh quanto, pi che il dir, mi foragrato loprar! Ma, fin che il d ne giunga,starommi io dunque. Intanto, a pianger nati,insieme almen piangerem noi. Fia veroci chio pi non sperava? entro al tuo seno,damor, dira, e di duol, lagrime io verso?Non seppi io mai di te pi nulla: spentati credea dal tiranno: a vendicarti,pi che a stringerti al sen, presto veniva.

    Elettra. Vivo, e ti abbraccio; e il primo giorno questo,che il viver non mi duole. Il rio furoredel crudo Egisto, che fremea pi sempredi non poter farti svenar, mi feacerta del viver tuo: ma, quando udissi,che tu di Strofio lospitale albergolasciato avevi, oh qual tremore!...

    Pilade. Ad artesparse il padre tal grido, affin che in salvodalle insidie dEgisto, ei rimanessecos vieppi sicuro. Io mai pertanto,mai nol lasciai, n il lascier.

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto secondo

    Oreste. Sol mortepartir ci pu.

    Pilade. N lo potria pur morte.

    Elettra. Oh, senza esempio al mondo, unico amico! Ma, dite intanto: al sospettoso, al crudotiranno, or come appresentarvi innanzi?Celarvi qui, gi nol potreste.

    Pilade. A luimostrar vogliamci apportator mentitidella morte dOreste.

    Oreste. vile il mezzo.

    Elettra. Men vil, chEgisto. Altro miglior, pi certo,non havvi, no: ben pensi. Ove introdottisiate a costui, pensier fia mio, del tutto,il darvi e loco, e modo, e tempo, ed armiper trucidarlo. Io serbo, Oreste, ancora,quel ferro io serbo, che al marito in pettovibr colei, cui non osiam pi madrenomar dappoi.

    Oreste. Che fa quellempia? in qualestato vivella? ed il non tuo delittocome a te fa scontar, desserle figlia?

    Elettra. Ah! tu non sai, qual vita ella pur tragge.Fuor che dAtride i figli, ognun pietadene avria... Lavremmo anche pur troppo noi. Di terror piena, e di sospetto sempre;a vil tenuta dal suo Egisto istesso;dEgisto amante, ancor che iniquo il sappia;pentita, eppur di rinnovare il fallocapace forse, ove la indegna fiamma,di cui si adira ed arrossisce, il voglia:or madre, or moglie; e non mai moglie, o madre:aspri rimorsi a mille a mille il coresquarcianle il d; notturne orride larvetolgonle i sonni. Ecco qual vive.

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto secondo

    Oreste. Il cielofa di lei lunga, terribil vendetta;quella che a noi natura non concede.Ma pure ella debboggi, o madre, o moglieessere, il de; quando al suo fianco, a terracader vedr da me trafitto il reovile adultero suo.

    Elettra. Misera madre!vista non lhai;... chi sa?... in vederla...

    Oreste. Uditoho il padre; e basta.

    Elettra. Eppure un cotal mistoribrezzo in cor tu proverai, che a forzapianger faratti, e rimembrar che madre.Ella mite per me; ma Egisto vile,che a preghi suoi sol mi serb la vita,quanto pi pu mi opprime. Il don suo crudoio pur soffrii, per aspettare il giorno,che il ferro lordo del paterno sanguerendessi a te. Questa mia destra armarnepi volte io volli, abbench donna: al finetu giungi, Oreste; e assai tu giungi in tempo;choggi Egisto, per torre a s il mio aspetto,mi vuol dun de suoi schiavi a forza sposa.

    Oreste. Non invitato, allempie nozze io vengo:vittima avran non aspettata i Numi.

    Elettra. Si oppon, ma invano, Clitennestra.

    Oreste. In lei,dimmi, fidar nulla potremmo?

    Elettra. Ah! nulla.Bench fra l vizio e la virtude ondeggi,si attiene al vizio ognora. Egisto al fiancopi non le stando,... allor,... forse.... Fa duopovederla poi. Meco ella piange, vero;ma, col tiranno sta. Sua vista sfuggi,finch non torni Egisto.

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto secondo

    Pilade. E dove i passiport quel vile?

    Elettra. Empio, ei festeggia il giornodella morte dAtride.

    Oreste. Oh rabbia!

    Elettra. I Numiora oltraggiando ei sta. Di qui non lunge,sulla via di Micene al re dellombrevittime impure, e infami voti ei porge:n a lungo andar pu molto il rieder suo. Ma noi qui assai parlammo: io nella reggiarientrer non vista: ad aspettarlostatevi l dellatrio fuor del tutto.Pilade, affido a te il fratello. Oreste,se mami, oggi il vedr: per lamor nostro,per la memoria dellucciso padre,lamico ascolta, e il tuo bollor raffrena:che la vendetta sospirata tantocader pu a vuoto, per volerla troppo.

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto terzo

    Atto III

    Scena 1

    Clitennestra. Lasciami, Elettra; alle tue stanze riedi:ir voglio, s, dEgisto in traccia...

    Elettra. Oh madre!gi ti martra il non tornar dEgisto?Or temi tu, che allare innanzi labbiaincenerito il fulmine del cielo?Nol temer, no; che il ciel finora arrideagli empi qui.

    Clitennestra Taci dEgisto...

    Elettra. vero;il sol nomarlo ad ogni lingua macchia.Oh! sei tu quella, che volea pur dianziporger meco di furto al sacro avellolagrime, e voti?

    Clitennestra. Cessa; andarne io voglio...

    Elettra. Ad incontrar colui, che dal tuo stessolabro pi volte udia nomar stromentodogni tuo danno?

    Clitennestra. ver: con lui felicenon sono io mai: ma n senzesso il sono.Lasciami.

    Elettra. Almen,... soffri...

    Clitennestra. Che pi?

    Elettra. Me lassa!...che fia, se incontra or pria dEgisto il figlio?

    Scena 2

    Clitennestra. Me stessa invan cerco ingannar...

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto terzo

    Scena 3

    Oreste. Non giunge,mai non giunge costui?

    Pilade. Dove tinoltri?

    Clitennestra. Amo Egisto, pur troppo!...

    Oreste. Egisto? Oh voce!chi veggio? dessa: io la rimembro ancora.

    Pilade. Vieni; che fai? tarrtra.

    Clitennestra. Agli occhi mieichi si appresenta? Oh! chi se tu?

    Pilade. Deh! scusail nostro ardir; stranieri noi, troppoltreveniamo or forse: al non saper lo ascrivi,ad altro no.

    Clitennestra. Chi siete?

    Oreste. In Argo...

    Pilade. Natinon siamo...

    Oreste. E non dEgisto...

    Pilade. Al re ci mandadi Focida il signor...

    Oreste. Se qui re...

    Pilade. Quindi,se tu il concedi, entro la reggia il piede,di lui cercando, inoltreremo.

    Clitennestra. In Argoqual vi guida cagione?

    Oreste. Alta.

    Pilade. Narrarladobbiamo al re.

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto terzo

    Clitennestra. Del pari a me narrarlapotrete; or sta fuor della reggia Egisto.

    Pilade. Ma torneravvi...

    Oreste. Spero.

    Clitennestra. Intanto, il tuttoa me si esponga.

    Oreste. Io tel vo dir...

    Pilade. Se puretu ce limponi; ma...

    Clitennestra. Sul trono io seggodEgisto al fianco.

    Oreste. E il sa ciascun, che degnatu sei di lui.

    Pilade. Sarebbe a te men grata,che ad Egisto, la nuova.

    Clitennestra. E qual?...

    Oreste. Che parli?Qual pu il consorte udir grata novella,che alla moglie nol sia?

    Pilade. Tu sai, che il nostroassoluto signore a Egisto solocimpon di darla.

    Oreste. Egisto ed essa, unalmasono in duo corpi.

    Clitennestra. A che cos tenermisospesa? Or via, parlate.

    Pilade. Acerbo troppoti fia lannunzio; e tolga il ciel, che noi...

    Oreste. Assai tinganni: a lei rechiamo interae sicurezza, e pace.

    Clitennestra. Omai dovrestepor fin...

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto terzo

    Oreste. Regina, arrechiam noi la morte...

    Clitennestra. Di chi?

    Pilade. Taci.

    Clitennestra. Di chi? Parla.

    Oreste. DOreste.

    Clitennestra. Oim! che sento? del mio figlio?... Oh cielo!...

    Oreste. Del figlio, s, dAgamennn trafitto...

    Clitennestra. Che dici?

    Pilade. Ei dice, che trafitto Orestenon fu.

    Oreste. Del figlio del trafitto...

    Pilade. Insano,spergiuro, a me serbi cos tua fede?

    Clitennestra. Misera me! dellunico mio figlioorba...

    Oreste. Ma forse, il pi mortal nemiconon era Oreste del tuo Egisto?

    Clitennestra. Ahi crudo!barbaro! in guisa tal la morte annunzidunico figlio ad una madre?

    Pilade. Ei troppogiovine ancora, e delle corti ignaro,(scusalo, deh!) per appagar tua brama,incautamente con soverchio zelo,la mia tradiva. Udir tal nuova poscia,dEgisto a senno, e dal suo labro solodovuto avresti; e il mio pensier tal era.Ma, segli...

    Oreste. Errai forsio; ma, spento il figlio,secura omai col tuo consorte...

    Clitennestra. Ah! taci.DOreste pria fui madre.

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto terzo

    Oreste. Egisto forset men caro dOreste?

    Pilade. Or, che favelli?che fai? con vani, ed importuni dettidi madre il pianto esacerbare ardisci?Lasciala; vieni; il lagrimare, e il tempo,sollievo solo al suo dolore...

    Oreste. Egistoalleviar gliel pu.

    Pilade. Vieni: togliamcidal suo cospetto, che odiosi tropponoi le siam fatti omai.

    Clitennestra. Poich la piagami festi in cor, tu dampliarla, crudo,godrai: narrami or come, dove, quandocadde il mio figlio. Oreste, amato Oreste,tutto saper di te voglio; n cosaniuna udir pi, fuor che di te.

    Oreste. Lo amavitu dunque molto ancora?

    Clitennestra. O giovinetto,non hai tu madre?

    Oreste. ... Io?... Lebbi.

    Pilade. Oh ciel! Regina,soggiacque al fato il figliuol tuo: la vita...

    Oreste. Non gli fu tolta da nemici infami;ai replicati tradimenti atroci,no, non soggiacque...

    Pilade. E ci saper ti basti.Chi ad una madre altro narrar potrebbe?

    Oreste. Ma, se una madre udir pur vuole...

    Pilade. Ah! soffri,che la storia dolente al re soltantosi esponga appien da noi.

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto terzo

    Oreste. Godranne Egisto.

    Pilade. Troppo dicemmo; andiam. Piet ne vietadi obbedirti per or. Seguimi: forza, forza al fin, che al mio voler tarrendi.

    Scena 4

    Clitennestra. Figlio infelice mio!... figlio innocentedi scellerata madre!... Oreste, Oreste...ah! pi non sei! Fuor del paterno regnoda me sbandito, muori? Egro, deserto,chi sa, qual morte!... E al fianco tuo, nelloredi pianto estreme, un sol de tuoi non vera?N dato a te di tomba onor nessuno...Oh destino! il figliuol del grande Atride,errante, ignoto, privo dogni aiuto...N madre, n sorella, col lor piantolavato il morto corpo tuo!... Me lassa!Figlio amato, mie man non ti prestaroLultimo ufficio, chiudendoti i lumimoribondi. Che dico? eran mie manida tanto? ancor del sangue del tuo padrelorde e fumanti, dal tuo volto, Oreste,le avresti ognora, e con ragion, respinte.Oh di madre men barbara tu degno!... Ma, per averti io l genitor svenato,ti son io madre meno? ah! mai non perdenatura i dritti suoi... Pur, se il destinote giovinetto non togliea, tu forse,(come predetto era da oracol vano)rivolto avresti nella madre il ferro?...E tu il dovevi: inemendabil fallo,qual mano altra punir meglio il potea?Deh! vivi, Oreste; vieni; in Argo torna,loracol compi; in me, non una madre,ma iniqua donna che usurp tal nome,tu svenerai: deh! vieni... Ah! pi non sei...

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto terzo

    Scena 5

    Egisto. Che fia? qual pianto? onde cagion novella?...

    Clitennestra. Di pianto s, deterno pianto, or godi,nuova ho cagion: di paventar, di startitremante or cessa. Al fin, paghe una voltatue brame sono; spento al fin quel tuofero, crudel, terribile nemico,che mai pertanto a te non nocque; spento.Lunico figlio mio pi non respira.

    Egisto. Che dici? Oreste spento? a te lavvisodonde? chi larrecava?... Io non tel credo.

    Clitennestra. Nol credi, no? forse, perchei sottrattos tante volte dal tuo ferro iniquo?Se al mio pianto nol credi, al furor miotu il crederai. Gi nel materno core,tutto, s tutto, il non mai spento affettomi si ridesta.

    Egisto. Altra non hai tu prova,ondio?...

    Clitennestra. Ne avrai, quante il tuo core atrocechieder ne pu. Narrare a parte a parteti udrai latroce caso; e brillerattilalma, in udirlo, di Tistea gioia.Gente in Argo vedrai, che linumanotuo desir far sazio.

    Egisto. In Argo giuntagente, senza chio l sappia? a me primieronon si parl?

    Clitennestra. Del non aver tu primoentro al mio petto il crudo stile immerso,forse ti duole? Opra pietosa tanto, ver, spettava a te: nuova s grata,a una consorte madre Egisto darladovea, non altri.

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto terzo

    Egisto. Donna, or qual novellaira la tua? Cotanto ami lestintofiglio, cui vivo rammentavi appena?

    Clitennestra. Che parli tu? mai non cessava io, mai,di esser madre dOreste: e se talvoltalamor di madre io tacqui, amor maternomi vi sforzava. Io ti dicea, che il figliomen caro era al mio cor, sol perchei menoalle ascose tue insidie esposto fosse.Or chegli spento, or pi non fingo; e sappi,che mera e ognor caro sarammi Orestepi assai di te...

    Egisto. Poco tu di. Pi caroio ti fui che tua fama: onde...

    Clitennestra. La famadi chi al fianco ti sta nomar non dessi.La mia fama, il mio sposo, la mia pace,ed il mio figlio unico amato, (trannela sola vita sua) tutto a te diedi.Tu da feroce ambizion di regno,tu, da vendetta orribile guidato,quantio ti dava, un nulla reputavi,finchaltro a tor ti rimanea. Chi vides doppio core, e s crudele a un tempo?A quellamor tuo rio, che mal fingevi,chio credeva in mal punto, ostacol forse,ostacol, dimmi, era il fanciullo Oreste?Eppur moriva Agamennone appena,che tu del figlio ad alta voce il sanguechiedevi gi. Tu, smanioso, tuttaricercavi la reggia: allor quel ferro,che non avresti osato mai nel padrevibrar tu stesso, tu il brandivi allora;prode eri allor contro un fanciullo inerme.Ei fu sottratto alla tua rabbia: appieno,ti conobbio quel d; ma tardi troppo.

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto terzo

    Misero figlio! E che giov il sottrartidalluccisor del padre tuo? trovastimorte immatura in peregrina terra...Ahi scellerato usurpatore Egisto!tu muccidesti il figlio... Egisto, ah! scusa;...fui madre;... e pi nol sono...

    Egisto. A te lo sfogoe di rampogne, e di sospiri dato,purch sia spento Oreste. Or di: costoroa chi parlar? chi sono? ove approdaro?Chi glinvi? dove ricovran? sonomessaggeri di re? pria dogni cosa,chiesto non hanno essi dEgisto in Argo?

    Clitennestra. Chiedon di te: Strofio glinvia: li trassemia mala sorte a me davanti; e tutto,mal grado loro, udir da loro io volli.Due, ma diversi assai dindole i messistanno in tua reggia. La feroce nuovadarmi negava lun pietoso e cauto;fervido laltro, impetuoso, fero,parea goder del dolor mio: coluinon minor gioia prover in narrarti,che tu in udire il lagrimevol caso.

    Egisto. Ma, perch a me tal nuova espressamenteStrofio manda? ei fu ligio ognor dAtride;ognun il sa. Non fu da Strofio stessotrafugato il tuo figlio? a lui ricettonon diede egli in sua corte?

    Clitennestra. ver, da prima;ma or gi molti anni, assente ei nera; e posciamai non ne udimmo pi.

    Egisto. Fama ne corse;ma il ver, chi l sa? certo pur, certo, chebbefin da primi anni indivisibil scorta,custode, amico, difensore, il figlio

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto terzo

    di Strofio; quel suo Pilade, che abborro.Nemico sempre erami Strofio in somma:come cangiossi?...

    Clitennestra. Or che tu re sei fatto,non sai, per prova, il cor di un re che sia? Barbaro! forse or ti compiaci udirmiasseverar ci che mi duol pur tanto?Va, nodi al fin quanto a te basti; vanne;lasciami. Strofio alle sue mire Oresteutil cred; perci da te il sottrasse;quindi il raccolse, e regalmente amollo:quindi il cacci, quando disutil forsegli era, o dannoso; e quindi ora ti mandaratto il messaggio di sua morte ei primo. Tu in questa guisa stessa un d mamavi,pria che il marito io trucidassi, e il regnoten dessi; e tu cos modiasti poscia;ed or, cos mi sprezzi. Amor, virtude,e fede, e onore, in voi mutabil cosa,giusta ogni evento, sono.

    Egisto. A te la scelta,ben lo rimembri, a te lasciai la sceltainfra gli Atridi, o i Tiesti: tu stessascegliesti. A che, con grida non cessanti,scontar mi fai tua scelta? Io tamo, quantotu il merti.

    Clitennestra. Egisto, alle importune gridaio pongo fin. Sprezzami tu, se il puoi;ma dirlo a me, non ti attentar tu mai.Se amor mi spinse a rio delitto, pensaa che pu spinger disperata donnaspregiato amor, duolo, rimorso, e sdegno.

    Scena 6

    Egisto. Sodan costor: nulla rileva il resto.

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto quarto

    Atto IV

    Scena 1

    Pilade. Eccoci al punto: or darretrarci tempo,no, pi non : davanti a s ne vuoleEgisto, il sai; qui daspettarlo impostone viene: e qui, se tu non cangi il modo,a uccider no, ma a morir noi, venimmo.Altro non dico. A tuo piacer vaneggia;come al ferir, presto al morire io vengo.

    Oreste. Misero me! Cotal rampogna io merto,il so: troppo tu mami; io non fui degnodi te finor; deh! scusa. Io frenerommial cospetto dEgisto; e ci pi lievesarammi, spero, che il frenarmi innanzia lei, che il manto, il volto, ambe le manipareami aver tinte di sangue ancora.Meglio assai lodio, che a nemico io porto,nasconder, che non quellorror mistodira e pietade, onde me tutto empieadi tal madre la vista.

    Pilade. Ad essa incontrochi ti spingea? non io.

    Oreste. Pi di me forte,non so qual moto. Il crederesti? in menteda pria mi entrava di svenarla; e tostomi assalia nuova brama, dabbracciarla:quindi entrambe a vicenda. Oh vista! oh statoterribil, quanto inesplicabil!...

    Pilade. Taci.Ecco Egisto.

    Oreste. Che veggo? e con lui vieneanco la madre?...

    Pilade. O me tu svena, o taci.

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto quarto

    Scena 2

    Egisto. Vieni, consorte, vieni; udir ben puoicosa, cui fede ancor non presto intera.

    Clitennestra. Barbaro, a ci mi sforzi?

    Egisto. Udiam. Stranieri,voi di Focida il re veraci messidunque a me manda?

    Pilade. S.

    Egisto. Certa novellarecate voi?

    Pilade. Signore, un re cinvia;a un re parliam: loco pu aver menzogna?

    Egisto. Ma, Strofio vostro a me non di mai pegnofinora damist.

    Pilade. Fia questo il primo.Non niegher, chei, gi molti anni addietro,altro era in core: lo stringea pietadedellinfelice Oreste; ma se un tempogli di ricetto, ei gli neg pur sempreaiuto, ed armi; e a te giammai non volleStrofio far guerra.

    Egisto. Apertamente ei farlanon ard forse. Ma, di ci non calmi.Dove pera colui?

    Oreste. Colui!

    Pilade. Di Cretagli tomba il suolo.

    Egisto. E come estinto il seppeStrofio anzi me?

    Pilade. Pilade tosto al padreport tal nuova: al duro caso egli erapresente.

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto quarto

    Egisto. E quivi ad immatura morteche il trasse?

    Pilade. Il troppo giovenil suo ardore.Antica usanza ogni quintanno in Cretagiuochi rinnova, e sagrifizi a Giove.Desio di gloria, natural vaghezzatragge a quel lido il giovinetto: al fiancoPilade egli ha non divisibil mai.Calda brama donor nellampia arenasu lieve carro a contrastar lo spingede veloci corsier la nobil palma:troppo a vincere intento, ivi la vitaper la vittoria ei d.

    Egisto. Ma come? Narra.

    Pilade. Feroce troppo, impaziente, incauto,or della voce minacciosa incalza,or del flagel, che sanguinoso ei ruota,s forte batte i destrier suoi mal domi,choltre la meta volano; pi ardenti,quanto veloci pi. Gi sordi al freno,gi sordi al grido, chora invan gli acqueta;foco spiran le nari; allaura i crinisvolazzan irti; e in denso nembo avvoltidagonal polve, quanto vasto il circocorron ricorron come folgor ratti.Spavento, orrore, alto scompiglio, e morteper tutto arreca in torti giri il carro:finch percosso con orribil urtoa marmorea colonna il fervidasse,riverso Oreste cade...

    Clitennestra. Ah! non pi; taci:una madre ti ascolta.

    Pilade. ver; perdona. Io non dir, come ei di sangue il pianorigasse, orribilmente strascinato...

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto quarto

    Pilade accorse;... invan;... fra le sue bracciaspir lamico.

    Clitennestra. Oh morte ria!...

    Pilade. Ne piansein Creta ogni uom; tanta nel giovin erabeltade, grazia, ardire...

    Clitennestra. E chi nol piange,fuorch solo questempio?... O figlio amato,pi non deggio, mai pi (lassa!) vederti?...Ma, oim! pur troppo ti veggo di Stigelonda varcar, del padre abbracciar lombra;e torcer bieco a me lo sguardo entrambi,e dira orribile ardere... Son io,s, son io, che vi uccisi... Oh madre infame!oh rea consorte! Or, sei tu pago, Egisto?

    Egisto. Il tuo narrar, certo, ha di ver sembianza;chiaro il vero fia in breve. Entro mia reggiastatevi intanto; e guiderdon qual dessi,pria del partir vavrete.

    Pilade. A cenni tuoistaremci. Vieni.

    Oreste. Andiamo, andiam; che omaipi non possio tacermi.

    Clitennestra. O tu, che narrisenza esultar di gioia il fero caso,deh! ferma il piede; e dimmi: alla infelicemadre, perch dentro brevurna acchiusonon rechi il cener del suo amato figlio?Funesto, eppur gradito dono! ei spetta,pi che a niunaltri, a me.

    Pilade. Pilade gli arseil rogo; escluso dai funbri onoriogni altro, ei sol raccolse il cener suo;ei di pianto il bagnava: ultimo, infausto

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto quarto

    pegno della pi nobile, verace,forte, e santa amist che al mondo fosse,ei sel riserba: e a lui chi fia che il tolga?

    Egisto. E a lui chi fia che il chiegga? Ei labbia: un tantoamico suo da lui pi assai mertava.Maraviglia ben ho, comei mal vivosul rogo stesso generosamentes collestinto non ardesse; e chuna,sola una tomba, di tal coppia elettanon racchiudesse le reliquie estreme,

    Oreste. Oh rabbia; e tacer deggio?

    Pilade. ver, di duoloPilade non mor; ma in vita forsepietoso amor del genitore anticomal suo grado il serb. Spesso da forte,pi che il morire, il vivere.

    Egisto. Mi abborrePilade al par che mabborriva Oreste.

    Pilade. Noi siam del padre messaggeri: ei bramapiena amistade or rinnovar con Argo.

    Egisto. Ma di Pilade padre: egli raccolsequal proprio figlio Oreste; ei dal mio sdegnoil difese, il sottrasse.

    Pilade. Oreste spento,non scema in te lo sdegno?

    Clitennestra. E qual dOresteera il delitto?

    Oreste. Esser figliuol dAtride.

    Egisto. Che ardisci tu?...

    Pilade. Signor,... dove non suonafama del ver? Sa tutta Grecia, quantotinimicasse Atride; e sa, che i giornitinsidi; che perseguirne il figliodovevi...

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto quarto

    Oreste. E sa, che mille volte e milletentato hai tu, con tradimenti, trarloa morte infame; e sa, che al sol suo aspettotremato avresti...

    Egisto. Oh! che di tu? Chi sei?Parla.

    Oreste. Son tale...

    Pilade. Egli ... Deh! non sdegnarti,Egisto;... egli ...

    Egisto. Chi?

    Oreste. Tal...

    Pilade. Di Strofio il figlio,Pilade egli : nullaltro in Argo il mena,che desio di vedere il loco, ovebbeOreste suo la cuna. A pianger vienecon la madre lamico. Il re concessogli ha di seguirmi ignoto; ogni regalepompa lasciando, in umil nave ei giunge,per men sospetto darti; a me la curane affida il padre: ei, nelludir dOreste,tacer non seppe: ecco a te piano il tutto.Deh! tu nol vogli or dinesperti dettireo tener; n stimar, chaltro qui l tragga.

    Clitennestra. Oh ciel! Pilade questi? Oh! vieni; dimmi,novel mio figlio;... almen chio sappia...

    Egisto. vano,donna, il tuo dir. Qual chegli sia, tai sensiuso a soffrir non son... Ma che? lo sguardoardente in me dira e furor tu figgi?E tu lo inchini irresoluto a terra?Voi messaggeri Strofio a me non manda;voi mentitori, traditor voi sete.Soldati, or tosto in ceppi...

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto quarto

    Pilade. Deh! mascolta...E fia pur ver, che un sol sospetto vanoromper ti faccia or delle genti il dritto?

    Egisto. Sospetto? In volto la menzogna stavvi,ed il timor scolpito.

    Oreste. In cor scolpitoil rio timor ti sta.

    Clitennestra. Dite: non verapotria forse la nuova?...

    Pilade. Ah! cos...

    Oreste. Tremi,tremi tu gi, che il figlio tuo riviva,novella madre?

    Egisto. Oh qual parlar! Si ascondesotto que detti alcun feroce arcano.Pria che tu nabbi pena...

    Pilade. Oh ciel! deh! modi.

    Egisto. Il ver sapr. Traggansi intanto in durocarcere orrendo... Ah! non vha dubbio; gli empison ministri dOreste. Aspri tormentisi apprestin loro: io stesso udrolli; io stessovo saper lor disegni. Itene. In brevecerto esser vo, se vivo o morto Oreste.

    Scena 3

    Elettra. Oreste a morte? oh ciel, che veggio! O madre,a morte trar lasci il tuo figlio?

    Clitennestra. Il figlio?...

    Egisto. Oreste? in Argo? in mio poter? tra quelli?Oreste? Oh gioia! Guardie...

    Clitennestra. Il figlio!

    Elettra. Ahi lassa!ah! che dissio?

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto quarto

    Egisto. Correte; al mio cospettoritornin tosto; ite, affrettate il piede,volate. Oh gioia!

    Elettra. Io lho tradito! io stessa!

    Clitennestra. Il figlio mio! Crudel, se tu me prianon sveni, trema...

    Egisto. In Argo, entro mia reggia,perfida donna, il mio mortal nemicointroduci, nascondi?

    Elettra. Erale ignotonon men che a te: fu mio linganno.

    Egisto. E dambesar la pena.

    Clitennestra. Ah! no; me sola toglidi vita, me; ma i figli miei...

    Egisto. DAtridegliniqui avanzi? ah! non mi cape in senodalla letizia il core. Oggi, dun colpo,spenti fien tutti... Ma tornar gi veggioi traditori: eccoli. Oh fausto giorno!

    Scena 4

    Egisto. So tutto gi; sol qual di voi sia Oreste,dite...

    Pilade. Son io.

    Oreste. Menzogna: Oreste io sono.

    Clitennestra. Qual m figlio di voi? ditelo: scudoa lui son io.

    Egisto. Tu parla, Elettra; e badaa non mentir; qual il fratello?

    Elettra. questi;questi , pur troppo!

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto quarto

    Pilade. Io, s...

    Oreste. Nol creder.

    Pilade. Cessa.Poich scoperta lalta trama, omaidel mio furor non osi altri vestirsi.

    Oreste. Mira, Egisto, se ardisci, il furor miracharde negli occhi miei; mira, e dAtridedi chio figlio non sono: al terror credichentro il codardo tuo petto trasfondesol la mia voce.

    Egisto. Traditor, codardo,tu il sei; morrai tu di mia mano.

    Clitennestra. O il brandotrattieni, Egisto, o in me lo immergi: a loroper altra via non giungi. Arresta... oh cielo!...Deh! mi ti svela, Oreste. Ah s; tu il sei.

    Oreste. Va; tue man sanguinose altrove porta.Ciascun di noi, se morir dessi, Oreste:nessun ti figlio, se abbracciar tal madreda noi si debbe.

    Clitennestra. Oh feri detti! Eppure,...no, te non lascio.

    Egisto. Ecco qual premio mertalamor tuo insano. Io ti conosco, Oreste,alla tua filial piet. Son degnidi re i tuoi detti, e di tua stirpe infame.

    Pilade. Da parricida madre udir nomarsifiglio, e tacer, pu chi di lei non nasce?

    Oreste. Cessate...

    Elettra. Egisto, or non tavvedi? quegliPilade e mente, per salvar lamico...

    Egisto. Salvar lamico? E qual di voi fia salvo?

    Oreste. Ah! se di ferro non avessi io carchele mani, a certa prova, or visto avresti

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto quarto

    se Oreste io son; ma, poich il cor strappartipi con man non ti posso, abbiti questopalesator dellesser mio.

    Pilade. Deh! celaquel ferro. Oh cielo!

    Oreste. Egisto, il pugnal vedi,chio, per svenarti, nascoso portava?E tu il ravvisi, o donna? questo il ferro,che tu con mano empia tremante in pettopiantasti al padre mio.

    Clitennestra. La voce, gli atti,lira dAtride questa. Ah! tu sei desso.Se non vuoi chio ti abbracci, in cor mi vibraquel ferro tu; del padre in me vendettamiglior farai. Gi, finchio vivo, forzanon che mai dal fianco tuo mi svelga.O in tua difesa, o per tua mano io vogliomorire. Oh figlio!... Ancor son madre: e tamo...deh, fra mie braccia!...

    Egisto. Scostati. Che fai?...A un figlio parricida?... Ol: di mano,guardie, il ferro...

    Oreste. Il mio ferro a te, cui poscianomer madre, cedo: eccolo; il prendi:trattar tu il sai; dEgisto in cor lo immergi.Lascia chio mora; a me non cal, pur chabbiavendetta il padre: di materno amoreniunaltra prova io da te voglio: or via,svenalo tosto. Oh! che veggio? tu tremi?tu impallidisci? tu piangi? ti cadedi mano il ferro? Ami tu Egisto? lami;e sei madre dOreste? Oh rabbia! Vanne,chio mai pi non ti vegga.

    Clitennestra. Oim!... mi sento...morire...

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto quarto

    Egisto. questo, questo (e a me sol spetta)lo stil, che il padre trucidava; e il figliotrucider. Ben lo ravviso; io lebbitinto gi daltro sangue; e a lei lo diediio stesso gi. Ma forse appieno tutte,tu giovinetto eroe, non sai le mortidi questo acciaro. Atro, lavo tuo infame,vibrollo in sen de miei fratelli, figlidel suo fratel Tieste. Io del paternoretaggio altro non mebbi: ogni mia speme,in lui riposi; e non invan sperai.Quanto riman di abbominevol stirpe,tutto al fin, tutto il tengo. Io te conobbial desir, che ducciderti sentia. Ma, qual fia morte, che la cena orrenda,che al mio padre imband lavo tuo crudo,pareggi mai?

    Clitennestra. Morte al mio figlio? morteavrai tu primo.

    Egisto. A me sei nota: tremaanco per te, donna, sei omai... Dal fiancomio non scostarti.

    Clitennestra. Invan.

    Egisto. Trema.

    Elettra. Deh! sbramain me tua sete, Egisto: io pur son figliadAtride, io pur. Mira, a tuoi piedi...

    Oreste. Elettra,che fai?

    Pilade. Fu mia la trama; io non avea,comessi, un padre a vendicar; pur venni,a trucidarti io venni: in me securoincrudelir tu puoi. DOreste il sangueversar non puoi senza tuo rischio in Argo...

    Egisto. Pilade, Elettra, Oreste, a morte tutti:e tu pur, donna, ove il furor non tempri.

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

    Vittorio Alfieri Oreste Atto quarto

    Oreste. Me solo, me. Donzella inerme a mortetrar, che ti giova? di signor possentePilade figlio; assai tornarten dannopotria di lui: me sol, me solo svena. O voi, miglior parte di me, per voilalma di duol sento capace: il mio,troppo bollor vi uccide: oh ciel! nullaltroduolmi. Ma pur, vedere, udir costui,e raffrenarmi, era impossibil cosa...Tanto a salvarmi feste; ed io vi uccido!

    Egisto. Oh gioia! pi gran pena che la mortedar ti possio? Svenati innanzi dunquecadangli, Elettra pria, Pilade poscia;quindi ei sovressi cada.

    Clitennestra. Iniquo...

    Elettra. O madre,cos uccider ne lasci?

    Pilade. Oreste!

    Oreste. Oh cielo!...Io piango? Ah! s; piango di voi. Tu, donna,gi s ardita al delitto, or debil tantoallammenda sei tu?

    Clitennestra. Sol chio potessitrarmi dallempie mani; oh figlio!...

    Egisto. Infida;di man non mesci. Omai del garrir vostrostanco son io: tronchinsi i detti. A morteche pi sindugia a trarli? Ite. Dimante,del loro morir m la tua vita pegno.

    Scena 5

    Egisto. Donna, vien meco, vieni. Al fin vendettapiena, o Tieste, abbench tarda, avemmo.

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

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    Vittorio Alfieri Oreste Atto quinto

    Atto V

    Scena 1

    Egisto. Oh inaspettato tradimento! oh rabbia!Oreste sciolto? Or si vedr.

    Scena 2

    Clitennestra. Deh! volgiaddietro i passi.

    Egisto. Ah scellerata! allarmicorri tu pure?

    Clitennestra. Io vo salvarti: ah! modi;non son pi quella...

    Egisto. Perfida...

    Clitennestra. Tarresta.

    Egisto. Darmi, perfida, vivo promettestia quel fellon tu forse?

    Clitennestra. A lui sottrarti,perir dovessi, io giuro. Ah! qui rimani;in securo ti cela; al furor suoargin son io frattanto.

    Egisto. Al furor suoargin miglior fian larmi. Or va; mi lascia.Io corro...

    Clitennestra. Ahi! dove?

    Egisto. A trucidarlo.

    Clitennestra. A mortetu corri. Oim! che fai? del popol tuttonon odi gli urli, il minacciar? tarresta;io non ti lascio.

    Egisto. Invan lempio tuo figliosperi a morte sottrar. Scostati, taci,lasciami, o chio...

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

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    Vittorio Alfieri Oreste Atto quinto

    Clitennestra. Tu s, svenami, Egisto,se a me non credi. Oreste. Odi tu? Oreste.Qual dogni intorno quel terribil nomealto risuona? ah! pi non sono io madre,se tu in periglio stai: contro il mio sanguegi ridivengo io cruda.

    Egisto. Il sai, gli Argiviodian laspetto tuo: nei loro petti,or col mostrarti, addoppieresti lira.Ma il fragor cresce. Ah! tu ne fosti, iniqua,tu la cagion: per te indugiai vendetta,chor torna in me.

    Clitennestra. Me dunque uccidi.

    Egisto. Scampoio trover per altra via.

    Clitennestra. Ti sieguo.

    Egisto. Mal ti fai scudo a me; lasciami: vanne:a niun patto al mio fianco te non voglio.

    Scena 3

    Clitennestra. Mi scaccian tutti!... Oh doloroso stato!Me non conosce pi per madre il figlio;n per moglie il marito: e moglie, e madreio son pur anco. Ahi misera! da lungipur vo seguirlo, e non ne perder lorme.

    Scena 4

    Elettra. Madre, ove vai? deh! nella reggia il piederitorci: alto periglio...

    Clitennestra. Oreste, narra,dov? che fa?

    Elettra. Pilade, Oreste, ed io,salvi siam tutti. Ebber piet gli stessi

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

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    Vittorio Alfieri Oreste Atto quinto

    satelliti dEgisto. Oreste questi.grida primier Dimante; il popol quindi:Oreste viva; Egisto, Egisto muoia.

    Clitennestra. Che sento!

    Elettra. Ah madre! acquetati; il tuo figliorivedrai tosto; e delle spoglie infamidel tiranno...

    Clitennestra. Ahi crudel! Lasciami, io volo...

    Elettra. No, no; rimani: il popol freme; e ad altavoce ti appella parricida moglie.Non ti mostrar per or; correr potrestiperiglio grave: a ci vennio. Di madrein te il dolor, nel veder trarci a morte,tutto appariva: del tuo fallo omailammenda festi. A te il fratel mi manda,a consolarti, assisterti, sottrartida vista atroce. A ricercar dEgistotrascorron ratti in ogni parte intantoPilade ed egli, in armi. Ov liniquo?

    Clitennestra. Liniquo Oreste.

    Elettra. Oh ciel! che ascolto?

    Clitennestra. Io corroa salvarlo; o a morir con esso io corro.

    Elettra. No, madre, non vandrai. Fremon gli spirti...

    Clitennestra. Mi dovuta la pena; androvvi...

    Elettra. O madre,quel vil, che i figli tuoi pocanzi a mortetraea, tu vuoi?...

    Clitennestra. S, lo vo salvo, io stessa.Sgombrami il passo: il mio terribil fatoseguir m forza. Ei mi consorte; ei troppomi costa: perder nol voglio, n posso.Voi traditori a me non figli abborro:a lui nandr: lasciami, iniqua; ad ognicosto vandr: deh! pur chio giunga in tempo!

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

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    Vittorio Alfieri Oreste Atto quinto

    Scena 5

    Elettra. Va, corri dunque al tuo destin, se il vuoi...Ma tardi fien, spero, i suoi passi. Armarmiche non possio la destra anco dun ferro,per trapassar di mille colpi il pettodEgisto infame! Oh cieca madre! oh comeaffascinata da quel vil tu sei! Ma, pure... io tremo;... or se lirata plebefare in lei del suo re vendetta?... oh cielo!Seguasi. Ma chi vien? Pilade! e secoil fratello non ?

    Scena 6

    Elettra. Deh! dimmi: Oreste?...

    Pilade. Darmi ei cinge la reggia: certa omaila preda nostra. Ove si appiatta Egisto?Vedestil tu?

    Elettra. Vidi, e rattenni indarnola forsennata sua consorte: fuori,per questa porta, ella scagliossi; e disse,che volea di s fare a Egisto scudo.Ito era dunque ei pria fuor della reggia.

    Pilade. Che agli Argivi mostrarsi osato egli abbia?Dunque a questora ucciso egli : felicechi primiero il fera! Ma, pi dappresso,maggiori odo le strida...

    Elettra. Oreste? Ah fosse!...

    Pilade. Eccolo, ei vien nel furor suo.

    Scena 7

    Oreste. Nulluomodi voi si attenti or trucidarmi Egisto:brando non vha qui feritor, che il mio.

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

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    Vittorio Alfieri Oreste Atto quinto

    Egisto, ol; dove se tu, codardo?Egisto ove sei tu? Vieni; ti appellavoce di morte: ove se tu?... Non esci?Ahi vil! ti ascondi? Invan; n del profondoErebo il centro asil ti fia. Vedrai,tosto il vedrai, sio son dAtride il figlio.

    Elettra. ... Ei... qui non .

    Oreste. Perfidi, voi, voi forsesenza me luccideste?

    Pilade. Ei della reggiafugg, pria chio venissi.

    Oreste. Ei nella reggiasi asconde: io nel trarr. Qui per la mollechioma con man strascinerotti: preghinon vha; n ciel, n forza havvi daverno,che ti sottragga a me. Solcar la polvefarotti io fino alla paterna tombacol vil tuo corpo: ivi a versar trarrotti,tutto a versar ladultero tuo sangue.

    Elettra. Oreste, a me non credi? a me?...

    Oreste. Chi sei?Egisto io voglio.

    Pilade. Ei fugge.

    Oreste. Ei fugge? e voi,vili, qui state? il trover ben io.

    Scena 8

    Clitennestra. Figlio, piet.

    Oreste. Piet?... Di chi son figlio?Io son dAtride figlio.

    Clitennestra. di catenegi carco Egisto.

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

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    Vittorio Alfieri Oreste Atto quinto

    Oreste. Ancor respira? oh gioia!a trucidarlo vo.

    Clitennestra. Tarresta. Io solail tuo padre svenai; svenami:... Egistoreo non ne fu.

    Oreste. Chi, chi mi afferra il braccio?chi mi rattiene? oh rabbia! Egisto... io l veggo;qui strascinato ei vien;... togliti...

    Clitennestra. Oreste,non conosci la madre?

    Oreste. Egisto pera.Muori fellon; di man dOreste or muori.

    Scena 9

    Clitennestra. Ahi! mi sfugg!... Tu svenerai me pria.

    Scena 10

    Elettra. Pilade, va; corri, trattienla, vola;qui la ritraggi.

    Scena 11

    Elettra. Io tremo... Ella pur sempremadre: pietade aver sen dee. Ma i figlivedea pur ella sulle soglie or dianzidi morte infame; e il duolo in lei, lardireera allor quanto per costui? Ma giunto il giorno al fin s sospirato. Esanguetu cadi al fin, tiranno. Unaltra voltala reggia tutta rimbombare io sentode pianti, e gridi, onde eccheggiar la udiain quella orribil sanguinosa notte,che fu lestrema al padre mio. Gi il colpo,

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

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    Vittorio Alfieri Oreste Atto quinto

    vibr il gran colpo Oreste. Egisto cadde;gi me lo annunzia il popolar tumulto:eccolo, Oreste vincitor: grondantedi sangue ha il ferro.

    Scena 12

    Elettra. O fratel mio, deh! vieni;vendicator del re dei re, del padre,dArgo, di me; vieni al mio sen...

    Oreste. Sorella,...me degno figlio al fin dAtride vedi.Mira, sangue dEgisto. Io l vidi appena,corsi a ucciderlo l; n rimembraidi strascinarlo alla tomba del padre.Ben sette e sette volte entro allimbelletremante cor fitto e rifitto ho il brando: pur non ho sazia la mia lunga sete.

    Elettra. In tempo dunque a rattenerti il braccionon giungea Clitennestra.

    Oreste. E chi da tantofora? a me il braccio rattener? Sovressoio mi scagliai; non pi ratto il lampo.Piangea il codardo, e pi mempiea di rabbiaquel pianto infame. Ah padre! uom che non osamorir, ti uccise?

    Elettra. Or vendicato il padre;tuoi spirti acqueta; e dimmi: agli occhi tuoiPilade non occorse?

    Oreste. Egisto io vidi,nullaltro. Ov Pilade amato? e comea tanta impresa non lebbio secondo?

    Elettra. A lui la disperata madre insanadianzi affidai.

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

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    Vittorio Alfieri Oreste Atto quinto

    Oreste. Nulla di loro io seppi.

    Elettra. Ecco, Pilade torna;... oh ciel! che veggio?Solo ei ritorna?

    Oreste. E mesto?

    Scena ultima

    Oreste. Oh! perch mesto,parte di me, se tu? non sai che ho spentoio quel fellone? vedi; ancor di sangue stillante il mio ferro. Ah, tu divisomeco i colpi non hai! pasciti dunquedi questa vista gli occhi.

    Pilade. Oh vista! Oreste,dammi quel brando.

    Oreste. A che?

    Pilade. Dammelo.

    Oreste. Il prendi.

    Pilade. Odimi. A noi non lice in questa terrapi rimaner: vieni...

    Oreste. Ma qual?...

    Elettra. Deh! parla:Clitennestra dov?

    Oreste. Lasciala: or forseal traditor marito ella arde il rogo.

    Pilade. Pi che compiuta hai la vendetta: or vieni;non cercar oltre...

    Oreste. Oh! che di tu?...

    Elettra. La madreti ridomando, Pilade. Oh, qual mentragel nelle vene!

    Pilade. Il cielo...

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    Op. Grande biblioteca della letteratura italiana

    ACTA G. DAnna Thsis Zanichelli

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    Vittorio Alfieri Oreste Atto quinto

    Elettra. Ah! spenta forse...

    Oreste. Volte in se stessa infuriata ha larmi?...

    Elettra. Pilade; oim!... tu non rispondi?

    Oreste. Narra;che fu?

    Pilade. Trafitta...

    Oreste. E da qual mano?

    Pilade. Ah! vieni...

    Elettra. Tu la uccidesti.

    Oreste. Io parricida?...

    Pilade. Il ferrovibrasti in lei, senza avvederten, ciecodira, correndo a Egisto incontro...

    Oreste. Oh qualeorror mi prende! Io parricida? Il brando,Pilade, dammi: io l vo...

    Pilade. Non fia.

    Elettra. Fratello...

    Pilade. Misero Oreste!

    Oreste. Or, chi fratel mi noma?Empia, tu forse, che serbato a vita,e al matricidio mhai? Rendimi il brando,il brando;... oh rabbia! Ove son io? che feci?...Chi mi trattien?... Chi mi persegue?... Ahi! dove,dove men fuggo?... ove mi ascondo? O padre,torvo mi guardi? a me chiedesti sangue:e questo sangue;... e sol per te il versai.

    Elettra. Oreste, Oreste... Ahi misero fratello!...Gi pi non ci ode;... fuor di s... Noi sempre,Pilade, al fianco a lui staremo...

    Pilade. Oh duradorrendo fato inevitabil legge!

    OresteEdizioniSommario Personaggi Atto I Scena 1 Scena 2 Scena 3 Scena 4

    Atto II Scena 1 Scena 2

    Atto III Scena 1 Scena 2 Scena 3 Scena 4 Scena 5 Scena 6

    Atto IV Scena 1 Scena 2 Scena 3 Scena 4 Scena 5

    Atto V Scena 1 Scena 2 Scena 3 Scena 4 Scena 5 Scena 6 Scena 7 Scena 8 Scena 9 Scena 10 Scena 11 Scena 12 Scena ultima

    Le altre opere dell'AlfieriAgamennoneAntigoneBruto secondoDella TirannideFilippoMaria StuardaMeropeMirraOttaviaSaulVita

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