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CLINICA ORTOPEDICA

DIRETTORE PROF. GIULIO GUIDO

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LE ALGIE DI ORIGINE DISCALE

ESAME OBIETTIVO

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LE LOMBALGIE DEFINIZIONE

CON IL TERMINE LOMBALGIA SI DEFINISCE UN DOLORE LOCALIZZATO A LIVELLO DEL RACHIDE LOMBARE AL QUALE SI ASSOCIA SPESSO UNA CONTRATTURA MUSCOLARE PARAVERTEBRALE ED UNA CONSEGUENTE LIMITAZIONE DEI MOVIMENTI DEL RACHIDE. LA LOMBALGIA QUINDI NON È UNA PATOLOGIA BENSÌ UN SINTOMO CHE PUÒ ESSERE A SUA VOLTA DETERMINATO DA UNO SVARIATO NUMERO DI CAUSE.

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LE LOMBALGIE EPIDEMIOLOGIA

E’ UNA AFFEZIONE MOLTO FREQUENTE E RAPPRESENTA UNA DELLE PRINCIPALI CAUSE DI ASTENSIONE DAL LAVORO. IN LETTERATURA SI RITROVA CHE UNA PERCENTUALE TRA IL 50% E L’80% DELLA POPOLAZIONE ADULTA RIFERISCE ALMENO UNA VOLTA UN EPISODIO LOMBALGICO E CHE OLTRE IL 10% RIPORTA EPISODI RICORRENTI DI LOMBALGIE.

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LE LOMBALGIE CLASSIFICAZIONE

LE LOMBALGIE A SECONDA DELLE CAUSE CHE LE POSSONO DETERMINARE LE POSSIAMO DISTINGUERE IN:

LOMBALGIE DI ORIGINE VERTEBRALE

LOMBALGIE DI ORIGINE EXTRAVERTEBRALE

PATOLOGIE DEGENERATIVE VERTEBRALI: fra queste sono comprese la discopatia degenerativa, l’ernia discale, la spondiloartrosi, la stenosi del canale lombare. PATOLOGIE POST-TRAUMATICHE, sia da trauma unico che da polimicrotrauma. PATOLOGIE TUMORALI per interessamento primitivo o secondario di un soma vertebrale o più raramente per interessamento dell’ arco neurale. PATOLOGIA OSTEOPOROTICA che può determinare cedimenti vertebrali con conseguente quadro di lombalgia. PATOLOGIE INFETTIVE come le spondilodisciti idiopatiche o specifiche quali ad esempio la tubercolare che oggi è in forte ripresa. PATOLOGIE CONGENITE come spondilolisi, spondilolistesi, malformazioni complesse a livello lombosacrale.

determinate da una ampia serie di patologie non appartenenti al rachide come sede primitiva e che possono essere AFFEZIONI MUSCOLARI, VASCOLARI (come per esempio l’ aneurisma aortico addominale), VISCERALI (quali annessiti, patologie tumorali, patologia ovarica, pancreatite, prostatite…).

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“EXTRA-RACHIDEA” “RACHIDEA”

LOMBALGIA

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LE LOMBALGIE CLASSIFICAZIONE

ACUTE CRONICHE

DA UN PUNTO DI VISTA CRONOLOGICO INVECE È POSSIBILE DISTINGUERE LE LOMBALGIE IN:

COMPRENDONO QUELLE FORME DI DOLORE CON INIZIO IMPROVVISO, CAUSATE O MENO DA UNO SFORZO FISICO COME AD ESEMPIO IL SOLLEVAMENTO DI UN PESO

CARATTERIZZATE DA UNA SINTOMATOLOGIA DOLOROSA PIÙ O MENO COSTANTE INTERVALLATA DA EPISODI DI LOMBALGIA ACUTA.

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LE LOMBALGIE ANAMNESI

Data la ampia gamma di patologie che possono determinare una lombalgia, nell’ inquadramento del paziente risulta fondamentale la ANAMNESI; è necessario infatti valutare l’ età, il sesso, la attività lavorativa e le normali attività quotidiane; bisogna poi cercare di escludere eventuali cause extravertebrali di lombalgia indagando sulla presenza di pregresse patologie e sui sintomi che possono farne dubitare la esistenza.

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LE LOMBALGIE

Si passa quindi ALL’ESAME DEL SINTOMO DOLORE facendo domande sulla sede, sulla modalità di insorgenza (sforzo efficiente, microtraumi ripetuti, dolore spontaneo) e sulla sua durata. Il DOLORE può essere riferito dal paziente come più o meno intenso a volte addirittura lancinante; spesso aumenta coi movimenti, i colpi di tosse e gli starnuti e diminuisce a riposo e con l’ uso di farmaci. Esso può limitare più o meno le normali attività quotidiane.

SINTOMATOLOGIA

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LE LOMBALGIE ESAME CLINICO

all’ISPEZIONE è possibile apprezzare la presenza di una deviazione scoliotica della colonna lombare per un meccanismo antalgico (si differenzia dalle vere scoliosi per mancanza dei fenomeni di strutturazione), con conseguente limitazione funzionale dei normali movimenti del rachide lombare di flesso estensione e di rotazione.

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LE LOMBALGIE ESAME CLINICO

Alla PALPAZIONE locale è apprezzabile in questi casi la presenza di contrattura antalgica della muscolatura paravertebrale e spesso una spinalgia.

Non è presente una irradiazione periferica del dolore caratteristica fondamentale invece dei quadri lombosciatalgici e lombocruralgici. Può essere invece presente un falso Lasegue determinato dalla sollecitazione passiva al movimento della cerniera lombosacrale.

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LE LOMBALGIE DIAGNOSI

LA DIAGNOSI DI LOMBALGIA È FONDAMENTALMENTE CLINICA In base alla raccolta anamnestica ed all’esame clinico, una volta esclusa una lombalgia extravertebrale è di ausilio una esecuzione di Rx del rachide lombosacrale in proiezione AP ed LL.

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LE LOMBALGIE DIAGNOSI

La Rx può mettere in evidenza la eventuale presenza di varianti fisiologiche del rachide misconosciute, come ad esempio quelle a carico del passaggio lombosacrale (spondilolisi-spondilolistesi, sacralizzazione di L5) od altre come schisi degli archi posteriori. E’ inoltre possibile apprezzare in molti casi la riduzione della normale lordosi lombosacrale e/o la presenza di deviazioni laterali del rachide, conseguenza della contrattura antalgica paravertebrale. Nel sospetto di una instabilità lombosacrale debbono essere praticate radiografie funzionali del segmento le quali potranno evidenziare modificazioni patologiche del movimento tra le singole unità funzionali del rachide.

SCHISI SPONDILOLISTESI RIDUZIONE LORDOSI

DEVIAZIONE ANTALGICA

Di solito per un quadro di lombalgia pura non è necessaria la esecuzione di ulteriori accertamenti diagnostici quali TC o RMN, essi sono fondamentali invece per i casi di lombosciatalgia-lombocruralgia o in quesi casi in cui si sospetti una lombalgia secondaria a patologia di altra natura (ad esempio una frattura vertebrale per la quale si imponga una diagnosi differenziale di causa).

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LE LOMBALGIE TRATTAMENTO

La terapia della lombalgia varia a seconda della entità del quadro clinico e della genesi dello stesso. Si va da casi in cui è sufficiente il riposo a casi in cui è utile associare la somministrazione di farmaci (antinfiammatori e miorilassanti) ed eventualmente una contenzione con busto di tipo ortopedico. Nelle giuste indicazioni trova un certo impiego la chiroterapia così come l’agopuntura. Nei casi più gravi può infine essere necessario il confezionamento di un busto gessato. Fondamentalmente abbinata alla terapia sintomatica è necessaria la terapia di eventuali concause patogenetiche ad esempio l’obesità.

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LE LOMBALGIE ERNIA DEL DISCO

L’ UNITÀ MORFOFUNZIONALE DEL RACHIDE È COSTITUTITA DA 2 VERTEBRE ADIACENTI CON IL DISCO INTERPOSTO TRA LORO E TUTTI I TESSUTI MOLLI INTERPOSTI FATTA ECCEZIONE PER I MUSCOLI

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LE LOMBALGIE ERNIA DEL DISCO

IL DISCO INTERVERTEBRALE È L’ELEMENTO DI UNIONE DI 2 PIATTI VERTEBRALI CHE COSTITUISCONO NEL LORO INSIEME UNA ANFIARTROSI ED È FORMATO DA 2 PARTI: UN NUCLEO POLPOSO CENTRALE, RAPPRESENTATO DALLA SOSTANZA GELATINOSA LA CUI STRUTTURA È PER OLTRE L’80% COSTITUITA DA ACQUA E PER IL RESTO DA MUCOPOLISACCARIDI, E L’ANULUS FIBROSO CHE SI TROVA INTORNO AL NUCLEO ED È COSTITUITO DA STRATI FIBROSI CONCENTRICI CHE SONO DISPOSTI IN DIVERSI STRATI OBLIQUAMENTE E CHE SI INCROCIANO AL PASSAGGIO DA UNO STRATO ALL’ALTRO. IL DISCO NON CONTIENE NELLA SUA STRUTTURA NÈ VASI NÈ NERVI. IN BUONA SOSTANZA IL DISCO INTERVERTEBRALE PUÒ ESSERE CONSIDERATO ALLA STREGUA DI UN AMMORTIZZATORE IDRAULICO.

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LE LOMBALGIE ERNIA DEL DISCO

SI DEFINISCE ERNIA DEL DISCO LA FUORIUSCITA DEL NUCLEO POLPOSO DAI LIMITI DELL’ANULUS FIBROSUS CHE NORMALMENTE NE ASSICURA LA CONTENZIONE; NE CONSEGUE A SUA VOLTA UNA PROTRUSIONE DELL’ANULUS STESSO OLTRE IL PIANO TANGENTE L’ESTREMITÀ POSTERIORE DI DUE PIATTI VERTEBRALI ADIACENTI.

DEFINIZIONE

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LE LOMBALGIE ERNIA DEL DISCO

CLASSIFICAZIONE

L’ERNIA VIENE COMUNEMENTE CLASSIFICATA IN:

ERNIA CONTENUTA che è la forma più tipica. Il tessuto erniato si incunea nelle fissurazioni dell’anulus fibroso e giunge a contatto con le lamelle anulari più esterne ma non le perfora\

ERNIA ESPULSA quando l’ernia fuoriesce parzialmente o completamente dai limiti del disco ma non migra a distanza

ERNIA MIGRATA: si ha quando il frammento erniato, migra a distanza dal disco di origine.

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LE LOMBALGIE ERNIA DEL DISCO

CLASSIFICAZIONE

POSIZIONE DELL’ERNIA ALL’INTERNO DEL CANALE VERTEBRALE

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LE LOMBALGIE ERNIA DEL DISCO

SINTOMATOLOGIA

L’ernia del disco può manifestarsi come: LOMBALGIA PURA (nei casi in cui l’ernia è centralizzata)

COME DOLORE CHE SI IRRADIA AGLI ARTI INFERIORI (nei casi in cui l’ernia sia postero-laterale) realizzando quindi i due principali quadri clinici che sono rappresentati

LOMBOCRURALGIA NEL CASO SI TRATTI DI UNA ERNIA POSTERO-LATERALE CHE INTERESSA LE RADICI L3 O L4 Il dolore lombocruralgico ha una irradiazione periferica lungo la porzione anteriore della coscia ed alcune volte si irradia verso la gamba quando è interessata la quarta radice lombare

LOMBOSCIATALGIA NEL CASO SI TRATTI DI UNA ERNIA POSTERO-LATERALE CHE INTERESSA LE RADICI DI L5 O DI S1. il dolore lombosciatalgico si irradia dal gluteo, nella porzione posteriore della coscia, faccia antero-laterale della gamba, dorso del piede (nei casi in cui è interessato L5) o faccia esterna del piede o regione plantare(nel caso sia interessata la radice S1).

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LE LOMBALGIE ERNIA DEL DISCO

SINTOMATOLOGIA

Da un punto di vista “evolutivo” è invece possibile distinguere 3 diverse fasi cliniche: IRRITATIVA, COMPRESSIVA, PARALITICA anch’esse non sempre necessariamente tutte presenti nello stesso paziente. Queste fasi individuano 3 differenti condizioni di compromissione della radice nervosa interessata che può essere semplicemente irritata, come nei casi iniziali di ernia discale, compressa dal tessuto erniato o addirittura interrotta funzionalmente.

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LE LOMBALGIE ERNIA DEL DISCO

SINTOMATOLOGIA

All’ANAMNESI il paziente riferisce un dolore a partenza dalla schiena che scende lungo uno o entrambi gli arti inferiori posteriormente (in caso di sciatalgia) o anteriormente (in caso di cruralgia); tale dolore si accentua con i movimenti e spesso con i colpi di tosse o starnuti e può essere così forte da determinare un’insufficienza del rachide; esso è tipico della fase irritativa e si può associare anche alla presenza di parestesie mono- o bi-laterali.

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LE LOMBALGIE ERNIA DEL DISCO

ESAME OBIETTIVO

L’ esame obiettivo di un paziente affetto da ernia del disco comprende una prima fase di valutazione del rachide lombare che è sovrapponibile a quello eseguito nelle lombalgie. E’ sempre indicata una valutazione anche delle coxo femorali e delle ginocchia.

Si passa quindi all’ ESAME PERIFERICO ovvero degli arti inferiori: manovre di stiramento radicolare manovre di evocazione del dolore con la palpazione esame della sensibilità esame della muscolatura esame dei riflessi osteotendinei

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LE LOMBALGIE ERNIA DEL DISCO

ESAME OBIETTIVO

MANOVRE DI STIRAMENTO RADICOLARE

Esistono diverse possibili manovre le quali, attraverso lo stiramento delle radici nervose compresse dall’ernia, provocano l’insorgenza di una sintomatologia dolorosa simile a quella normalmente avvertita dal paziente.

Esamina il nervo sciatico ovvero le radici L5-S1. Il paziente viene posizionato supino sul lettino da visita. L’esaminatore afferra il calcagno con una mano mentre con l’altra mantiene il ginocchio in posizione estesa. Si flette quindi l’arto inferiore, a ginocchio esteso, sul bacino. Quando la manovra è positiva essa provoca dolore, che può essere localizzato al rachide lombare o anche in territorio di sciatico, con conseguente contrazione dei flessori dell’anca e sollevamento dell’emibacino omologo del lato affetto. La positività della prova viene espressa con i gradi di flessione ai quali la manovra si positivizza (es. Lasegue ++ a 60°). La manovra deve sempre essere eseguita comparativamente. L’esame bilaterale infatti ci dà informazioni sui gradi “normalità” oltre i quali è possibile considerare il Lasegue positivo.

MANOVRA DI LASEGUE

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ESAME OBIETTIVO

MANOVRE DI STIRAMENTO RADICOLARE

MANOVRA DI WASSERMANN Esamina il nervo femorale ovvero le radici L3-L4. Il paziente viene posizionato prono sul lettino da visita. L’esaminatore afferra la caviglia e flette il ginocchio fino a suscitare dolore alla coscia anteriore omolaterale o al rachide lombare. Normalmente il dolore viene evocato per gradi superiori ai 100-120°. La manovra può essere potenziata estendendo l’anca ovvero sollevando con una mano la coscia dal lettino. La manovra di Wassermann può essere falsamente positiva anche in individui con modeste rigidità articolari acquisite di coxo-femorale o di ginocchio.

POTENZIATA

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ESAME OBIETTIVO

MANOVRE DI EVOCAZIONE DEL DOLORE CON LA PALPAZIONE

SEGNO DI DELITALA

:

Si tratta di evocare il dolore andando a palpare i punti corrispondenti alla emergenza delle radici nervose a livello del rachide lombare.

IN CASO DI ERNIA DISCALE TALE PRESSIONE PUÒ EVOCARE OD AUMENTARE UN DOLORE GIÀ PRESENTE, TUTTAVIA IL VALORE CLINICO DEL DOLORE SUI PUNTI SPINOSI È SCARSO POICHÉ LA PRESSIONE IN QUESTI PUNTI PUÒ EVOCARE DOLORE ANCHE IN PAZIENTI NON AFFETTI DA ERNIA.

SEGNO DI NERI EVOCAZIONE DEL DOLORE ALLA DIGITOPRESSIONE SUGLI SPAZI INTERVERTEBRALI LOMBARI; PIÙ SPECIFICO DEL SEGNO DI DELITALA MA DI RELATIVA IMPORTANZA CLINICA.

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ESAME OBIETTIVO

MANOVRE DI EVOCAZIONE DEL DOLORE CON LA PALPAZIONE

:

Si tratta di evocare il dolore andando a palpare i punti corrispondenti alla emergenza delle radici nervose a livello del rachide lombare.

PUNTI DI VALLEIX SONO PUNTI SPECIFICI DEL DECORSO DELLO SCIATICO. AD ESEMPIO PER LA RADICE DI L5 I PUNTI SONO LA PORZIONE CENTRALE DEL GLUTEO, LA PORZIONE MEDIA DELLA FACCIA POSTERIORE DELLA COSCIA E LE REGIONI PERIMALLEOLARI E SOTTOMALLEOLARI ESTERNE. IL SIGNIFICATO CLINICO DI TALE MANOVRA NON È TUTTAVIA DIRIMENTE IN QUANTO ESSO PUÒ IN ALCUNI CASI EVOCARE DOLORE ANCHE IN ASSENZA DI UNA PATOLOGIA ERNIARIA.

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ESAME OBIETTIVO

ESAME DELLA SENSIBILITÀ

:

Prevede un esame della SENSIBILITÀ TATTILE, DOLORIFICA e TERMICA. Le prime due forme sono quelle maggiormente importanti nello studio di una lombosciatalgia da ernia discale. Si tratta di identificare eventuali zone di iperestesia, parestesia o anestesia. L’esame viene eseguito comparativamente per permettere al paziente di evidenziare eventuali zone avvertite come “diverse”; tutte le manovre devono essere eseguite con precisione nel rispetto dei dermatomeri di distribuzione sensitiva delle radici nervose da prima sfiorando le diverse zone, poi, in caso di necessità, cercando di evocare dolore.

È necessario tenere presente che i dermatomeri non sempre sono equivalenti in diversi individui e che spesso vi sono delle sovrapposizioni tra dermatomeri differenti per cui l’esame va sempre condotto con attenzione, criticità ed analizzato assieme ai dati forniti da tutto il resto della visita.

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ESAME OBIETTIVO

ESAME DELLA SENSIBILITÀ

:

DERMATOMERO DI L4

PORZIONE ANTERIORE DI

COSCIA E ANTERO-MEDIALE

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ESAME OBIETTIVO

ESAME DELLA SENSIBILITÀ

:

DERMATOMERO DI L5

FACCIA POSTEROLATERALE

DELLA COSCIA, LATERALE DELLA GAMBA, DORSO DEL PIEDE FINO

ALL’ALLUCE

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LE LOMBALGIE ERNIA DEL DISCO

ESAME OBIETTIVO

ESAME DELLA SENSIBILITÀ

:

DERMATOMERO DI S1

FACCIA POSTERIORE DELLA

COSCIA, POSTEROLATERALE DELLA GAMBA E

PORZIONE PLANTARE DEL

PIEDE FINO ALLE ULTIME DUE DITA

DEL PIEDE

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ESAME OBIETTIVO

ESAME DELLA MUSCOLATURA

:

Dapprima si valuta il TROFISMO MUSCOLARE infatti, un deficit radicolare, soprattutto se di lunga data, può causare una ipotrofia o atrofia della muscolatura. Si passa quindi all’esame della FORZA MUSCOLARE valutando se il paziente è in grado di eseguire movimenti contro resistenza o se la normale forza muscolare è diminuita o addirittura assente. L’esame deve essere sempre eseguito comparativamente. Il risultato viene espresso in gradi di forza che vanno da 5 a 0

PUNTEGGIO TIPO DI CONTRAZIONE MUSCOLARE

5 normale, movimento completo contro massima resistenza

4 buono, movimento completo contro resistenza non massimale

3 discreto, movimento completo contro gravità

2 scarso, movimento completo possibile solo con “gravità

eliminata” (es. su un piano d’appoggio orizzontale)

1 tacce, contrazione apprezzabile ma nessun movimento

0 nessuna contrazione

Per la corretta interpretazione della forza muscolare è necessario conoscere la innervazione dei vari gruppi muscolari.

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ESAME OBIETTIVO

ESAME DELLA MUSCOLATURA

:

TIBIALE ANTERIORE - ESTENSORE COMUNE DELLE DITA - ESTENSORE LUNGO DELL’ALLUCE

Per valutare la forza di detti muscoli si inviterà il paziente a dorsiflettere il piede contro resistenza

L’ELA è l’unico innervato esclusivamente da L5, gli altri sono caratterizzati da innervazione mista

Una manovra utile anche se meno precisa, è far camminare il paziente sui talloni con pianta del piede sollevata. In casi di importanti deficit del tibiale anteriore e degli estensori questo risulta impossibile.

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ESAME OBIETTIVO

ESAME DELLA MUSCOLATURA

:

PERONEI

Sono prevalentemente innervati da L5. Il loro esame è di difficile interpretazione perché spesso hanno un’ innervazione pluriradicolare. Per la loro valutazione si chiede al paziente di dorsiflettere il piede e di abdurlo contro la resistenza opposta dalla mano dell’ esaminatore, ovvero si fa spingere in fuori il piede

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LE LOMBALGIE ERNIA DEL DISCO

ESAME OBIETTIVO

ESAME DELLA MUSCOLATURA

:

TRICIPITE SURALE

Viene innervato da S1 ed accessoriamente da S2. Essendo il principale flessore plantare della caviglia si chiede al paziente che si trova supino sul letto, di spingere la punta del piede verso l’operatore e si oppone resistenza a tale movimento con il palmo della mano . Anche in questo caso si può eseguire la valutazione in piedi chiedendo al paziente di camminare sulla punta dei piedi.

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LE LOMBALGIE ERNIA DEL DISCO

ESAME OBIETTIVO

ESAME DELLA MUSCOLATURA

:

QUADRICIPITE FEMORALE

Viene innervato da L2-L3 e prevalentemente da L4. La valutazione della forza si effettua con il paziente in posizione supina, prona o seduta, anche se la migliore è la posizione prona. Si chiede al paziente di estendere la gamba contro resistenza dell’ esaminatore che tiene una mano sul dorso della caviglia

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LE LOMBALGIE ERNIA DEL DISCO

ESAME OBIETTIVO

ESAME DELLA MUSCOLATURA

:

ADDUTTORI

Sono innervati prevalentemente da L3; la loro forza si valuta a paziente supino. L’esaminatore fa addurre le cosce e si oppone a questo movimento mantenendo le mani all’ interno delle ginocchia

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LE LOMBALGIE ERNIA DEL DISCO

ESAME OBIETTIVO

ESAME DEI RIFLESSI OSTEOTENDINEI

:

RIFLESSO ROTULEO

Mira ad identificare la normo-evocabilità dei riflessi osteotendinei rispetto al controlaterale o una eventuale ipo-iper-anevocabilità. I principali riflessi analizzati sono: per le radici L3-L4 (maggiormente L4) il rotuleo, per S1 l’achilleo, per S2 il medioplantare.

Si evoca a paziente seduto o supino andando a colpire con il martelletto a livello del tendine rotuleo che in condizioni normali determina una estensione della gamba sulla coscia

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LE LOMBALGIE ERNIA DEL DISCO

ESAME OBIETTIVO

ESAME DEI RIFLESSI OSTEOTENDINEI

:

RIFLESSO ACHILLEO

RIFLESSO MEDIOPLANTARE

A paziente supino, prono o inginocchiato con i piedi che rimangono fuori dal piano di appoggio si percuote con il martelletto il tendine di Achille evocando una lieve flessione plantare del piede

A paziente prono si colpisce con il martelletto a metà circa della fascia plantare evocando così una lieve flessione plantare del piede

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LE LOMBALGIE ERNIA DEL DISCO DIAGNOSI STRUMENTALE

:

Anche per la lombosciatalgia il paziente viene inizialmente indagato con Rx del rachide in ortostatismo che è utile non tanto per il suo valore diagnostico quanto per l’eventuale rinvenimento di reperti occasionali (spondilolistesi, schisi vertebrali) o per l’ esclusione di gravi patologie strutturali del tratto lombosacrale (neoplasie).

ESAME RADIOGRAFICO

Dalle radiografie convenzionali si possono avere segni indiretti quali una degenerazione discale espressa da riduzione in altezza dello spazio intersomatico o eventuali osteofitosi critiche; può altresì essere evidenziata indirettamente una stenosi vertebrale con una forma delle lamine alterata con uno spazio ridotto tra il margine mediale delle lamine e le apofisi spinose; sempre con la radiologia convenzionale si possono evidenziare stenosi foraminali.

Oltre alle radiografie standard sarebbe opportuno poter disporre di radiografie funzionali ovvero in massima flessione ed estensione le quali possono indicare eventuali situazioni di instabilità nelle unità morfofunzionali.

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LE LOMBALGIE ERNIA DEL DISCO DIAGNOSI STRUMENTALE

:

TC

Esami di secondo livello sono invece la TC e la RMN (eventualmente con mezzo di contrasto in caso di recidiva di ernia discale).

RMN

Viene eseguita soprattutto per lo studio della componente ossea del rachide ad esempio per lo studio del canale vertebrale se si sospetta un quadro di stenosi. E’ comunque anche utile per lo studio di ernia discale.

Permette di evidenziare la presenza di una ernia, di caratterizzarla topograficamente e contestualmente di valutare anche lo stato di eventuale degenerazione discale.

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LE LOMBALGIE ERNIA DEL DISCO

TRATTAMENTO

:

Il trattamento di una ernia discale può essere sia CONSERVATIVO che CHIRURGICO e quest’ultimo deve essere riservato a casi ben selezionati nei quali il trattamento conservativo non abbia dato risultati positivi, anche in considerazione del fatto che la grande maggioranza delle ernie discali (circa il 70%) va incontro a recessione spontanea con il tempo.

Il TRATTAMENTO CONSERVATIVO si avvale di presidi quali busti ortopedici ,farmacologici (Fans, miorilassanti, eventualmente diuretici e solo eccezionalmente cortisonici), del riposo articolare e della fisiokinesiterapia (elettroanalgesia, massoterapia, tecarterapia, ginnastica posturale).

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LE LOMBALGIE ERNIA DEL DISCO

TRATTAMENTO

:

Il TRATTAMENTO CHIRURGICO si avvale della asportazione del tessuto erniato che oggi si tende ad eseguire in maniera sempre meno invasiva, quindi accanto all’intervento tradizionale a cielo aperto con accesso interlaminare o una modesta laminotomia, si sono affiancati interventi di microchirurgia con procedure che si avvalgono sia della microscopia che della endoscopia.

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RACHIDE CERVICALE MOVIMENTI

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CERVICOBRACHIALGIE :

SONO SINDROMI DOLOROSE LOCALIZZATE AL RACHIDE CERVICALE CON IRRADIAZIONE AD UNO O A TUTTI E DUE GLI ARTI SUPERIORI.

DEFINIZIONE

La causa nella maggioranza dei casi è da attribuire ad una ernia del disco ad estrinsecazione verso il forame interevertebrale, ma molto più raramente la stessa sintomatologia dolorosa può essere sostenuta da una formazione osteofitica che aggetta nel forma intervetebrale. Il disturbo è quasi sempre monolaterale e si irradia nel territorio della radice colpita.

EZIOLOGIA

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CERVICOBRACHIALGIE :

SINTOMATOLOGIA

È caratterizzata da dolore, che può essere anche notturno, che si esacerba con la tosse o con gli starnuti e da parestesie, disestesie e deficit muscolari. Come per le ernie del disco lombari possiamo distinguere una fase irritativa, una fase compressiva ed una fase paralitica.

LE RADICI PIÙ FREQUENTEMENTE COLPITE

SONO C5,C6 E C7

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CERVICOBRACHIALGIE :

INTERESSAMENTO DI C5

Il dolore cervicale si irradia alla spalla ed alla faccia laterale del braccio fino al gomito; se vi è deficit muscolare si può evidenziare a carico del deltoide, del sottospinato e del bicipite brachiale; il riflesso interessato può essere il riflesso bicipitale.

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CERVICOBRACHIALGIE :

INTERESSAMENTO DI C6

Il dolore si irradia alla faccia laterale del braccio e radiale dell’avambraccio fino al dorso delle prime due dita; se vi è deficit muscolare i muscoli interessati sono il bicipite brachiale e il lungo supinatore o brachio-radiale; i riflessi compromessi possono essere il bicipitale e lo stiloradiale.

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CERVICOBRACHIALGIE INTERESSAMENTO DI C7

Il dolore si irradia alla faccia dorsale del braccio e dell’avambraccio fino al dorso della mano e delle dita centrali; se vi è deficit muscolare i muscoli interessati sono il tricipite brachiale e l’estensore comune delle dita; il riflesso interessato è il riflesso tricipitale.

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CERVICOBRACHIALGIE INTERESSAMENTO DI C8-T1

Il dolore si irradia alla faccia mediale del braccio ed ulnare dell’avambraccio fino alle ultime due dita; nel caso di deficit motorio i muscoli interessati sono: l’abduttore breve del pollice, il 1° interosseo dorsale, l’abduttore del 5° dito; il riflesso interessato è il cubitopronatore.


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