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la parola ai direttoriTempo di lettura: 80 secondi

Habemus Papama cura del Direttore Responsabile

Tempo di lettura: 15 secondi

Uniti!a cura del Direttore Editoriale

“Uniti!” È stato il commento del Cardinale Scala quando un cronista, avvicinandoglisi con passo felpato gli chiede: “Non c’è voluto molto per eleggere questo Papa, secondo lei, come mai?” - “Perché i cardinali sono uniti!” Questa risposta riecheggia tutt’oggi nella mia testa ormai vuota per i continui aborti di un fare sociale e politico eccessivamente sterili.L’ unione con se stessi prima ancora dell’unione con gli altri!In questo periodo di Quaresima, possiamo solo auspicarci di trovare nel

nostro io la giusta forza per migliorarci nella semplici tà e nel la grazia del cosmo, per essere con esso un tutt’uno. Esattamente come il Cristo che ha saputo essere uomo per far essere l’uomo figlio di Dio.Proviamoci! Con l’aiuto di un pastore come Francesco I sarà meno di ff ic i le r isal i re la cunetta per un pascolo migliore!Auguro a tutti una s e r e n a e s a n t a P a s q u a , r i c c a d i condivisione e amore. Gaetano Di Giovanni

E' scesa la sera e comincia a far freddo mentre la pioggia cade lentamente. La piazza è piena, ognuno con lo sguardo fisso verso il camino, in attesa della sospirata fumata. Un gabbiano civettuolo, sapendo forse di essere inquadrato dalle telecamere di tutto il mondo, si mette in bella posa lisciandosi le penne, ma forse sta solo cercando un dolce, gradevole tepore.Oh esce del fumo, è nero, hum... che delusione! No, no sembra bianco, sì, sì è bianco, abbiamo il nuovo Papa! E

tutta Piazza San Pietro entra in agitazione. Ora lo sguardo è sul balcone.L'immagine è ferma, non si vede muovere nulla. Passa il tempo e non succede niente. Ma quando uscirà il nuovo Papa? Perchè tutto questo tempo e per un attimo mi torna in mente il film di Moretti. No, non è possibile, che strani pensieri mi vengono in mente, si sa il cerimoniale, le tante cose da fare... Ma il tempo passa e la finestra è una cartolina illustrata, un fermo immagine. I telecronisti non sapendo più cosa dire si perdono in racconti ed aneddoti. Oooo... ecco... si aprono le tende ed un cardinale un po' andato per l'età si sforza per gridare ad alta voce: Gaudium Magnum, Habemus Papam. La folla applaude mentre tante bandierine si agitano nel cielo, poi silenzio e l'anziano cardinale riprende la scena ed annuncia il nome del nuovo Papa. Ed ora c'è proprio silenzio, un silenzio imbarazzante. Chi è costui? Da dove viene? Ha un nome italiano ma non è italiano. Aspettiamo ancora un poco e lo vedremo. Ed ecco che appare sul balcone. E' una persona anziana, un bel viso, un sorriso semplice come quello di un nonno buono.E' vestito solo di bianco ed ha sul petto una spartana Croce di ferro ed un piccolo anello al dito della mano destra. Pronuncia poche semplici e forti parole e la gente applaude. Poi si accinge a dare la benedizione ma... si ferma un attimo ed invita le persone a restare in silenzio e pregare per lui affinchè lo Spirito, scendendo, lo illumini in questo atto così importante. S'inchina per ricevere lui la benedizione. Io chiudo gli occhi, mi centro e gli mando un diksha dal profondo del mio cuore. Poi dà la benedizione, ringrazia e si accomiata augurando la buonasera a tutti.L'impressione è che qualcosa è veramente cambiata, non se ne poteva più di cose che niente hanno a che fare con la figura e con il messaggio del Cristo. Si avverte una nuova speranza, ed anche il nome “Francesco” è un buon viatico. Finalmente!Per un attimo mi torna in mente Papa Luciani. L'indomani mattina va a pregare in Basilica con un'auto normale, ritira le due valige nell'hotel dove ha dormito e paga il conto. Se il buongiorno si vede dal mattino... Ora tocca a noi, credenti e non credenti accettare la sfida e come lui ci ha esortato, confessare la nostra umanità, il nostro impegno, riconoscendo i nostri limiti ma riconoscendo anche la perfezione del divino che è in ognuno di noi. Mario Di Francesco

Massimo Arcieri

Mario Nardicchia

Inoltre collaborano alla realizzazione:Claudio M., Francesco Frattaroli, Angelo Di Giovanni, Marco M., Diana Di Benedetto, dott.ssa Rosanna Giosaffatte, Alessandro Mastroddi.

- Tutte le collaborazioni sono da considerarsi gratuite e non retribuite”- Gli autori si assumono la piena responsabilità morale e penale di quanto scrivono e nulla possono rivendicare.- Gli inserzionisti si assumono la piena responsabi- lità per i testi, le foto ed i marchi utilizzati.

Abruzzothebest “Mensile a distribuzione gratuita” Autorizzazione tribunale di Sulmona nr. 134 del 17/11/2004Direttore Responsabile: MARIO DI FRANCESCODirettore Editoriale: GAETANO DI GIOVANNI

Redazione di Sulmona - L’Aquila - Avezzano:Strada Statale Sannitica, 479 - 67030 Introdacqua (AQ)Tel. 085.8541034 - Fax 06.233219205

Progetto grafico: Gaetano Di GiovanniImpaginazione Grafica: G. Di Giovanni - Anita C.Distribuzione: Abruzzothebest StaffStampa: Abruzzothebest Grafica

Redazione di Pescara - Chieti:S.S 5 Tiburtina Valeria, 9 - 65020 Bolognano (PE)Tel. 085.8541034 - Fax [email protected]

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4. Curiosando5. La Celiachia6. Il Mistero di Monte San Cosimo (II parte)

8. Il Ricambio Cellulare9. Torricella Peligna - Colori e Sapori10. Pensiero Positivo - Il Sogno11. Filosofia - Platone (V parte)

12-13. A Manoppello Sagra delle Sagre14-15-18. L’autenticità dell’Abruzzo16. Il Palio Celanese17. Cucinando - Specialità estiva 19. 20. Allergie e Acidosi21. I Miracoli della Natura Pro Loco Castellana22. 23.

Escursioni nel Parco Nazionale d’Abruzzo

Il Lustro della Val Vibrata - Mascia Cardellia13 Sagra della Pizza fritta e Arrosticini

5. Qua la zampa - Sonia e Maya

6. New Tecnology - Be App-y

7. Natura e dintorni - Incontro con l’Orso

9. Donna come portatrice di pace

10.

11. Pizza e dintorni - Un pò di Storia...

12. Personaggi d’Abruzzo - De Nino

13. La Camelot di Artù

14. Star bene - Stanchezza? Come e perché

15. L’Autenticità dell’Abruzzo

Filosofia - Sant’Anselmo d’Aosta

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L'amore, il rispetto per la natura e gli animali da sempre fanno parte della mia famiglia, in part icolare di mia sorella Roberta, da sempre molto legata ai cani: una vita di amore e dedizione, tanti anni di studio e sacrifici per realizzare il suo sogno, diventare Educatore Cinofilo.Maya è la compagna di vita e di lavoro di mia sorella da 5 anni.Ciò che è fantastico e che Roberta riesce a trasformare la simpatia e l'affetto delle persone per i l cane in un autentico "connubio" di amore e di affinità...Infatti il "suo lavoro" si basa sulla profonda conoscenza della natura

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Le APP sono da un po' di tempo a questa parte sulla bocca ma soprattutto tra le dita di tutti!Prima erano i laptop a renderci liberi di informarci, ora basta avere uno smartphone, pratico ed alla portata di tutti, per essere continuamente aggiornati.Le App possono essere di diversa natura ed avere diverse funzioni, da quelle ricreative, e-commerce, utility, a quelle legate alla comunicazione ed alla pubblicità aziendale.E' un fenomeno che come ogni moda ha contagiato per prima l'America e quel che succede per le vie di New York è bizzarro, infatti ultimamente la maggior densità e caoticità del traffico è stata registrata dai pedoni sui marciapiedi e non più dalle automobili per le strade. Ciò è da ricercarsi nel fatto che per le vie camminano migliaia di persone a testa bassa e completamente ipnotizzate dallo schermo degli smartphone, e non perchè gli schermi siano particolarmente interessanti, ma solo perchè scaricando un App sul proprio telefonino, si accede ad un mondo di informazioni in tempo reale, dal ristorante più vicino, al negozio con migliori offerte, al pub che regala il primo giro di birra ai primi dieci clienti, al parrucchiere che ti omaggia del servizio manicure, ai cambiamenti climatici, alle promozioni delle migliori agenzie di viaggio. Ed ecco arrivando anche da noi la necessità ed il desiderio di stare al passo con la tecnologia e le tendenze del momento che scopriamo che è stata realizzata un App del tutto innovativa, che permette alle aziende ed alle attività commerciali di essere estremamente visibili con i propri

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Momenti di Natura Momenti di Natura

Escursioni nel Parco Nazionale d’Abruzzo

E' meraviglioso che a due ore d'auto da grandi città come Roma, Napoli e Pescara, in un luogo protetto da immense foreste e aspre montagne, possano avvenire incontri e m o z i o n a n t i e indimenticabili!Non siamo in Africa, ma in Italia, nel Parco Nazionale d'Abruzzo, e qui non è raro incrociare cervi, camosci, lupi e orsi. Tutte

le informazioni sui comportamenti e sulle abitudini di questi animali non potranno mai trasmettere l'emozione di un incontro dal vivo, di un incontro che qui può ancora avvenire.Quando ero più giovane di ora, non molto tempo fa, solo una quindicina di anni, lavoravo come guida per l'Ente Parco. Era metà settembre, e mi telefonarono per dirmi che avrei dovuto accompagnare due turisti tedeschi che chiedevano di vedere i combattimenti dei cervi. Si trattava di una giovane coppia in viaggio di nozze.Il giorno dopo ci incontrammo e subito misi le mai avanti, dicendo che l'avvistamento degli animali non è mai garantito e che avremmo anche potuto camminare senza vedere nulla. Dissero che avremmo lo stesso provato.Eravamo nel pieno del periodo degli amori dei cervi e i potenti bramiti dei maschi, che richiamavano le femmine per formarsi degli harem per l'accoppiamento, echeggiavano ovunque nella valle che stavamo percorrendo.

Arrivammo nell'ampia radura, da me scelta per l'appostamento, dopo tre ore di marcia. Ci sedemmo al limite del bosco, pronti ad aspettare.Dopo pochissimo uscirono dal bosco due grossi maschi, con palchi magnifici; iniziarono ad avvicinarsi l'un l'altro, emettendo bramiti di sfida. Dopo alcune decine di secondi si affrontarono direttamente, ingaggiando un combattimento breve, ma intenso. Il suono secco dei palchi che si scontravano è rimasto per sempre nella nostra memoria.I due ragazzi tedeschi erano affascinati ed emozionati, ma non meno di me. Aspettammo ancora un poco, e poi decidemmo di rientrare, soddisfatti dell'incontro. Ma il meglio doveva ancora arrivare.Lasciammo la radura e ci incamminammo nell'ampia faggeta, eravamo in silenzio. Si udiva solo il fruscio delicato delle foglie smosse dai nostri passi.Non molto distante da noi mi accorgo di un movimento. A gesti avverto i due ragazzi, appena in tempo per vedere due caprioli allontanarsi velocemente con agilità. Non è facile vedere i caprioli, che sono animali timidi che amano la tranquillità e i boschi. Eravamo stati fortunati! Proseguiamo.Un po' più avanti tre cinghiali! Beh! I cinghiali non sono rari...ma pur sempre sono animali liberi!Insomma, mai avrei creduto che in poche ore avremmo visto tanta fauna. Poi vedo un'altra macchia scura alla mia sinistra. “Un altro cinghiale” penso, e faccio un gesto con la mano per indicarlo ai miei compagni. Il tempo di girare la testa e tutti e tre vediamo che non si tratta di un cinghiale, ma di un orso! Un'orsa per l'esattezza; che stava mangiando insetti smuovendo i massi dal terreno, e che per il nostro procedere calmo e silenzioso non si era accorta di noi.Pochissimi secondi, e l'orsa sente il nostro odore e fugge via...ma dalla parte sbagliata!!!Gli orsi hanno un olfatto finissimo, ma non hanno una gran vista; l'agitazione e la paura fecero muovere l'orsa verso di me! Arrivò a dieci centimetri dalla mia gamba sinistra e poi si bloccò all'improvviso, soffiò con violenza, e finalmente scappò via nella direzione giusta...lontano da noi.Ero pietrificata. E così i ragazzi.Mai un'emozione così forte! Mai dimenticherò i piccoli occhi dell'orsa che fissarono terrorizzati i miei: i secondi più lunghi della mia vita.Sono passati anni da allora, e ho rivisto l'orso molte volte; viene anche nel mio frutteto a mangiare le pere in ottobre, ma quell'incontro è stato unico e veramente indimenticabile. Jessica D’Andrea

Incontro con l’Orso7

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“Essere donna è così a f f a s c i n a n t e . È un 'avventura che r i c h i e d e t a l e coraggio, una sfida che non annoia mai.” Condivido molto e credo con me molte a l t r e d o n n e i l p e n s i e r o d e l l a c e l e b r e O r i a n a Fallaci. Da marzo a maggio, la primavera, si può dire, celebra il genere femminile.Quest'anno, per quanto mi riguarda, in particolar modo, la festa dell'8 marzo l’ho sentita in modo particolare in quanto è da poco scomparsa la mia nonna materna che era davvero una “gran Donna”. Beh che dire, cari lettori, non mi va di d i l u n g a r m i a r a c c o n t a r e , a p r o p o s i t o d e l l e donne, cose magari g i à a b b o n d a n -temente sentite; bensì voglio solo portarvi a conoscenza di una mostra, tutta al femminile, tenutasi lo scorso anno, a Roma, precisamente a l la Camera de i Deputati, (nella Sala d e l C e n a c o l o , inaugurata da Santo Versace). La mostra è stata ideata da Antonella F e r r a r i , v i c e p res idente de l l a sezione Lazio del Club del Marketing e della C o m u n i c a z i o n e , esperta in marketing e comunicaz ione della moda, nonché ambasciatr ice ed operatrice di Pace nel Mondo, presidente di EPICS – Eventi di P a r t i c o l a r e Importanza Culturale e S o c i a l e , responsabile stage

Tempo di lettura: 95 secondi

Donna come portatrice di pace

donna e Dintorni

della Facoltà di Lettere ed ideatrice del corso di laurea in Scienze della Moda e del Costume all'Università La Sapienza di Roma. La mostra dal titolo: “Arte e moda italiana nel mondo – Donna portatrice di pace” è stata la conferma di come la moda sia davvero un linguaggio universale, di come i popoli della Terra dialoghino attraverso essa.Ogni abito della collezione è divenuto, in ordine crescente, emblema di una donna, di un popolo e dunque di un'intera nazione. La stessa Antonella Ferrari ha dichiarato di aver pensato a quest'iniziativa che di firme prestigiose 'made in Italy' ne ha coinvolte parecchie (basti citare Gattinoni, Renato Balestra, Alviero Martini ecc. ecc.) per promuovere una riconciliazione e operare per la pace universale. La Ferrari ha creato un connubio tra arte, musica, moda e fotografia per il suo progetto sociale. E' accattivante, comunque, l'idea della donna come 'portatrice di pace', quella agognata pace di cui tutti, al mondo d'oggi, sempre più sfondo di crisi e di difficoltà, abbiamo davvero bisogno.Occorre poco per capire come sia impellente la necessità di tornare ad essere più puri e più uniti con il nostro prossimo anche se da noi diverso. “Se la gente usasse il cuore... Anchel’aria prenderebbe colore...Cresca la speranza in noi...E in futuro vedrà...Cieli di serenità...”. Già, in tutto il mondo la donna è donna, come l'uomo è uomo...sarebbe veramente un sogno se i più capissero che è più importante quello che ci unisce da quello che ci divide.Tornando all'iniziativa della Ferrari, concludo con un'altra frase della canzone di Bocelli: “Se la gente usasse il cuore...Siaprirebbe 'sul serio' un orizzonte migliore”! Augusta D’Andrea

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I nomi delle pizze

pizza e Dintorni

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“Certamente, ciò di cui non si può pensare il maggiore non può esistere solo nell’intelletto. Infatti se esistesse solo nell’intelletto si potrebbe pensare che esiste anche nella realtà e, questo sarebbe più grande. Se, dunque, ciò di cui non si può pensare il maggiore esiste solo nell’intelletto, ciò di cui pensare il maggiore è ciò di cui si può pensare il maggiore. Il che è contraddittorio. Esiste, dunque, senza dubbio qualche cosa di cui non si può pensare il maggiore e nell’intel-letto e nella realtà”. Guglielmo d’Alvernia

Anselmo d’Aosta (1033-1109), dapprima monaco benedettino in Normandia, poi arcivescovo di Canterbury in Inghilterra, è passato alla storia per essere

stato l’autore di due opere in cui tratta delle prove dell’esistenza di Dio. La prima dal titolo Monologion (cioè soliloquio) è più tradizionale, mentre la seconda, il Proslogion (cioè colloquio) è radicalmente innovativa. In essa è per la prima volta enunciato il celebre argomento ontologico, su cui per secoli, praticamente fino ai nostri giorni, filosofi e teologo non hanno smesso d’interrogarsi.

Nel Monologion Anselmo s’immagina un uomo che non conosca Dio, che dica nella sua mente: “Dio non esiste” (quest’uomo è un insipiens, scrive Anselmo con linguaggio biblico, uno stolto, perché quando egli pensa di Dio non è coerente con la stessa intelligenza).Si confronti questa posizione con quella di un credente, per il quale Dio esiste. Ebbene su che cosa questo due uomini hanno opinioni contrapposte? Non su che cosa dobbiamo intendere per Dio, ma solo sul fatto che all’idea di Dio -di cui parliamo- corrisponda di fatto un essere reale. Infatti, quando parliamo di Dio, si creda o meno alla sua esistenza, ne abbiamo in mente un’idea precisa: l’idea di Dio è quella di un essere “del quale non possiamo pensare nulla di più grande” (”id quo maius cogitari nequit”).Su ciò concordano sia il credente ce l’ateo.Anselmo ritiene che, accettata questa ovvia definizione di Dio, la sua esistenza reale al di fuori della mente, si debba necessariamente ammettere. Si ammetta, infatti, che un simile essere non esiste. In questo abbia le sue caratteristiche e che allo stesso tempo sia esistente. Attenzione: ciò di cui stiamo parlando è l’essere di cui non possiamo pensare nulla di più grande. Ma possiamo pensare qualcosa di più grande di un essere che non esiste, e cioè di un essere che esiste? Dunque, in quanto pensiamo Dio come l’essere più grande, non possiamo non pensarlo esistente. Possiamo dedurre che Dio deve esistere.Con questa argomentazione Anselmo è convinto di aver conciliato fede e ragione, mostrando la rigorosa necessità logica dell’esistenza di Dio, di fronte alla quale anche chi non crede, come l’insipiens, viene costretto dalla propria stessa intelligenza ad ammettere che Dio esiste. Anita C.

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11Un pò di storia...

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La pizza è un alimento completo e gustoso, simbolo internazionale della cucina italiana.Ma quando e dove è nata?Migliaia di anni fa l’uomo raccoglieva i chicchi di grano, pestava questi chicchi e se ne nutriva. Scoprì anche che poteva impastare quel grano macinato il più finemente possibile con acqua e arrostire quell’impasto a forma di disco su pietre roventi.Questo impasto arrostito su pietre fu cotto, man mano anche in modo più comodo. Il grande passo successivo fu quando venne scoperta la lievitazione e fu inventato il primo forno. Questo avvenne circa seimila anni fa in Egitto. In tutta la zona del vicino Oriente, chiamata anche Mezzaluna Fertile, dal

Nilo all’Eufrate, la storia aveva camminato più in fretta che nelle terre circostanti. Notarono che l’impasto, per quello che genericamente avevano chiamato pane, veniva a volte invasato da forze misteriose le quali lo facevano gonfiare e poi guastare.Gli Egizi pensarono di sfruttare il fenomeno imparando ad utilizzare quella pasta, a cuocerla e conservarne qualche pezzo per trasmettere ad altra pasta la stessa forza di “crescita”. Poi, sempre gli Egizi inventarono il forno che era a forma di cono, il fuoco si metteva dentro, fuori si appiccicavano, nel senso più letterale del termine, i panetti: quando cadevano voleva dire che erano cotti da una parte appiccicati dall’altra parte per completare la cottura.

Solo in un secondo tempo venne l’idea di dividere in due il forno e mettere sotto il fuoco e sopra i panetti a cuocere.I primi forni erano costruiti in mattoni, poi in pietra vulcanica, gli unici materiali che consentivano di raggiungere le temperature indispensabili per la buona riuscita della pizza.Tra il ‘700 e l’800 la pizza viene preparata nel forno a legna e venduta per strada tramite bancarelle ambulanti.In seguito gli ambulanti aggiunsero qualche tavolino e delle sedie nei pressi delle bancarelle, per arrivare infine alle vere e proprie pizzerie al chiuso a cui siamo abituati oggi. I Lomgobardi calati in Italia meridionale dopo la caduta dell’mpero Romano, avevano portato con sé la bufala che, una volta ambientatasi tra il Lazio e la Campania, forniva il latte per la fabbricazione della mozzarella. In epoca moderna la scoperta del Nuovo Mondo portò in Europa un elemento principe della pizza della quale della quale è quasi impossibile immaginarla priva: il pomodoro. Gaetano Di Giovanni

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Procedimento:

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ciotola grande e versate circa 180 ml di

acqua tiepida.

Impastate fino a quando non otterrete

un impasto abbastanza elastico. In

questa fase volendo potete aggiungere

sale a vostro piacimento. Lasciate

riposare l’impasto per un’ora sotto un

panno umido dopo averlo spennellato con

olio.

Formate 10 panini dalla forma lunga e

stendeteli con le mani o con un

mattarello all’altezza di 1-2 cm e

spennellateli con poco olio.

Ungete una teglia, sistemate i panini e

infornate per 15 minuti a 220°C facendo

attenzione a girare una volta per lato i

panini.

Il pane degli Egizi(pane azzimo)

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Antonio De Nino Grazie alla sua cultura enciclopedica è ritenuto l'archetipo dell' intellettuale abruzzese dei secoli XIX e XX, guida indiscussa in ambito scientifico. Antonio De Nino nasce a Pratola Peligna (AQ) il 15 giugno 1833, muore a Sulmona (AQ) il 1 marzo 1907.Gran parte della sua notorietà, a livello sia nazionale sia internazionale, è ancora oggi legata alle scoperte ed agli scritti di archeologia. Primo in Abruzzo a scavare gli antichi siti del nostro territorio, ne documentò i ritrovamenti con saggi ed articoli sulla stampa locale e nazionale e con schede identificative dei reperti, puntualmente trasmesse alla Direzione Generale delle Belle Arti, che ne provvedeva la

sistematica pubblicazione su Notizie degli Scavi di Antichità.E' considerato ancora oggi il padre dell'Archeologia abruzzese.Da giovane viene etichettato come un bambino gracile, irrequieto ed insofferente della disciplina scolastica che, dopo aver scagliato contro il maestro curato i “libri di testo”, continuò a studiare da autodidatta, affrontando anche letture più impegnative che gli consentirono di imparare l'italiano ed il latino. Ma non abbandonò mai lo studio del dialetto nella convinzione che “… non si fa la storia di una lingua, o si fa di convenzioni o di congetture, senza lo studio dei dialetti, o almeno dei principali, nei vari periodi del loro svolgimento”.Subito dopo l'Unità d'Italia, dovendo far fronte ai problemi economici quotidiani, divenne maestro elementare, destinazione San Demetrio dei Vestini, quindi Leonessa. Tornato a Sulmona nel 1872, dopo gli incarichi scolastici di Rieti e Cingoli, fu professore alla Scuola Tecnica e al Ginnasio, occasione quest'ultima che gli permise di rafforzare l'amicizia con Leopoldo Dorrucci. Nel 1885 gli fu affidato l'incarico di direttore delle Scuole Regie Secondarie.Nel 1876 si prodigò come Ispettore ai Monumenti, carica onoraria ricevuta anche grazie all'individuazione e quindi alla schedatura delle Opere d'Arte presenti in Abruzzo, nella massima parte inedite e da lui rese note in più occasioni, quindi raccolte in un repertorio di oggetti d'arte, pubblicato nel 1904, il Sommario dei Monumenti e degli Oggetti d'Arte. In realtà Il Sommario è solo una sintesi della pubblicazione che aveva in mente, alla quale aveva dovuto rinunciare per mancanza di mezzi economici e che avrebbe dovuto comprendere tutte le schede complete inviate al Ministero.Tracciando una descrizione essenziale e collocando storicamente e cronologicamente ciascuna delle 452 opere esaminate, visionate personalmente in 107 località abruzzesi, ha rivelato di essere anche uno Storico dell'Arte ante litteram utilizzando un rigoroso metodo scientifico, appreso forse direttamente da valenti critici e storici dell'Arte come Adolfo Venturi ed Emile Bertaux, con i quali è documentato lo scambio epistolare.Nonostante gli scarsi mezzi a disposizione, non esclusi quelli economici, riusciva inoltre a monitorare, con continue ricognizioni sul campo, e a segnalare anche le urgenze legate a problemi di conservazione e di restauro dei monumenti, come documentano i contributi pubblicati nelle riviste culturali dell'epoca ed i carteggi con le Istituzioni competenti, conservati presso la Prefettura dell'Aquila e gli Archivi di Stato, la Biblioteca Comunale di Sulmona, ma anche presso archivi privati.Documentò con rigore storico-scientifico, canti, proverbi, filastrocche, consuetudini, tutto ciò che apparteneva alla sfera pubblica e privata, della vita quotidiana. Raccolse la maggior parte

personaggi d’ Abruzzo

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di questo materiale nei sei volumi degli Usi e Costumi Abruzzesi.A latere di questi interessi, dedicò sempre tempo ed attenzione anche alla letteratura ed alla filologia , alla pedagogia, alla politica ed alla storia, discipline amate da sempre e per lui molto importanti e sulle quali ha pubblicato molteplici saggi e contributi.Al riguardo ebbe contatti epistolari con importanti personaggi dell'epoca, tra cui Antonio Labriola e Pasquale Villari.Conobbe, di persona o per corrispondenza, poeti e scrittori italiani e stranieri, tra i quali Aleardo Aleardi, Giosuè Carducci, Edmondo De Amicis, Primo Levi, Luigi Pirandello, Salvatore Di Giacomo, Edoardo Scarfoglio, Giacinto Pannella, Nunzio F. Faraglia, Gennaro Finamore, Gabriele d'Annunzio, Michetti, Patini, Barbella, Cascella, Della Monica, Laccetti, Celommi sono soltanto alcuni, forse i più noti ed importanti personaggi abruzzesi, studiosi ed artisti, che ebbe come amici cari.Di tutte queste amicizie e frequentazioni resta testimonianza nei carteggi e nella corrispondenza conservata in archivi pubblici e privati.Un cenno a parte merita la grande amicizia che lo legò a Gabriele d'Annunzio, conosciuto nel 1881, in occasione di una visita di alcuni giorni a Sulmona, in compagnia di Michetti e Barbella, già compagni di De Nino nelle estati francavillesi. Guidò la comitiva anche tra i resti di Corfinio e poi, dopo una estenuante cavalcata di circa otto ore, anche a Scanno. D'Annunzio ricorreva spesso all'amico quando aveva necessità di documentare, supportare, creare personaggi leggendari per le sue opere e chiedeva notizie circa la storia, le leggende e gli usi locali. Anita C.

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La primavera è alle porte, sicuramente ancora qualche colpo di coda di freddo invernale e poi con le temperature più confortevoli e le belle giornate di sole riaffiorirà la voglia di uscire, di passeggiare, magari in campagna o in montagna, ma subito veniamo sopraffatti dall'apatia, ci sentiamo privi di energia, stanchi ed in fondo poco motivati. Che fare? Languire in questa situazione di stallo o con uno sforzo e tanta buona volontà tirarci fuori? Ma come farlo e perché ci sentiamo così?La stanchezza, la scarsa volitività è probabilmente il principale disturbo di un corpo eccessivamente acido ed in disbiosi (alterazione della normale flora batterica intestinale).L'alimentazione invernale più ricca di zuccheri, grassi, proteine ed anche di bevande alcoliche, comunque più povera di frutta e verdure fresche a cui si aggiunge un minore apporto di acqua, per il minor stimolo alla sete, comporta una maggiore produzione di metaboliti acidi ed una deficitaria eliminazione di essi. A ciò si

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aggiunge come aggravante la minore attività fisica tipica della stagione fredda. Ne deriva un intasamento dei tessuti e dello spazio intercellulare con l'instaurarsi di un circolo vizioso di maggior accumulo- minore eliminazione, che comporta una riduzione dell'energia derivante dal cibo: carboidrati, grassi, proteine, sali minerali ed altri nutrienti, e della capacità dell'organismo di produrre enzimi, ormoni, ed altri composti chimici necessari per la vita e la funzionalità delle cellule e degli organi. Pancreas, fegato, ghiandole surrenali, deputati tra l'altro al controllo dell'energia, sono molto sensibili agli effetti negativi del le esotoss ine ma anche del le microtossine, prodotte da lieviti e funghi, che in situazione di squilibrio, possono prevalere rispetto alla normale flora batterica intestinale. Lieviti, funghi e muffe interferiscono esaurendo le riserve di vitamine del complesso B, di ferro ed altri minerali, sbilanciando il processo che regola il contenuto di acqua e di minerali (equilibrio

elettrolitico) necessario per l'attività cellulare e quindi la produzione di energia e determinando rapide diminuzioni del livello di zucchero nel sangue, tutti fattori che hanno come conseguenza stanchezza, scarsa resistenza, incapacità ad aumentare il tono muscolare, debolezza generale ed anche indesiderate variazioni del peso corporeo e malori.A lungo andare questi processi possono produrre danni alla trasmissione nervosa per compressione diretta e per alterazione dei neurotrasmettitori. Le esotossine e le micotossine acide possono danneggiare anche la guaina mielinica, che riveste i nervi e permette la trasmissione degli impulsi. Uno dei prodotti di scarto del principale nutriente della flora fungina “lo zucchero” è l'acetaldeide ed un suo aumento determina perdita di forza e resistenza con stanchezza e confusione mentale. Ciò accade perché inibisce l'assorbimento delle proteine e dei minerali alcalini indispensabili per il funzionamento ed il risanamento dei sistemi organici incluso quello endocrino, alterando la produzione dell 'energia cellulare. L'acetaldeide ha un effetto distruttivo diretto sui neurotrasmettitori e si lega, inoltre, alla parete dei globuli rossi rendendoli meno flessibili e riducendo la loro capacità di passare nei capillari più sottili, con conseguente privazione di ossigeno per i tessuti. L'acetaldeide viene metabolizzata dal fegato convertendola in alcool, questa reazione consuma magnesio, zolfo, idrogeno e potassio, sottratti così a funzioni fisiologiche fondamentali per l'energia cellulare. D'altra via l'alcool prodotto può indurre effetti tipo sbornia e quindi di nuovo senso di stanchezza e senso di confusione. Allora cosa fare? Prendiamo la sacrosanta decisione di curarci della nostra salute e del nostro benessere incominciando una dieta disintossicante: molta frutta, molta verdura cruda e cotta fino a rappresentare almeno i 2/3 della totalità della nostra alimentazione, ridurre l'apporto degli zuccheri, dei grassi e delle proteine, eliminare gli alcolici e le bevande gassate e da ultimo e non ultimo bere molta acqua, almeno 2 litri al giorno, meglio se alcalina e ionizzata. Iniziamo con fare lunghe passeggiate, salire e scendere a piedi gli scalini delle nostre case ed ancora meglio affidiamoci ad un personal trainer, che possa seguirci con esercizi mirati per il ripristino di una massa muscolare adeguata alla nostra età e specifici per riattivare l'attività metabolica. Così potremo ritrovare finalmente benessere, vitalità e volitività.

Dott.ssa Rosanna Di Giosaffatte Medico Chirurgo Specialista in Odontostomatologia

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