Transcript
Page 1: Adeste28 domenica12 luglio 2015c

SETTIMANALE DI PASTORALE E INFORMAZIONE SETTIMANALE DI PASTORALE E INFORMAZIONE SETTIMANALE DI PASTORALE E INFORMAZIONE SETTIMANALE DI PASTORALE E INFORMAZIONE

PER LA COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIAPER LA COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIAPER LA COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIAPER LA COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIA

In sin

erg

ia c

on

In

sine

rgia

co

n

In sin

erg

ia c

on

In

sine

rgia

co

n F

on

da

zio

ne

. Mig

ran

tes

Fo

nd

az

ion

e. M

igra

nte

sFo

nd

az

ion

e. M

igra

nte

sFo

nd

az

ion

e. M

igra

nte

s

Page 2: Adeste28 domenica12 luglio 2015c

ADESTE n°28/ ANNO 4°-12.07.2015

2

C'è un film per capire Bergoglio Avete presente 'Mission', che ha vinto la Palma d'Oro nel 1986? Si rac-conta una vicenda che ha avuto come protagonisti i gesuiti sudamericani 250 anni fa. E' da li che proviene, culturalmente, papa Francesco

P apa Francesco assume (lui gesuita) un nome francescano, va ad abita-re in albergo, manca solo che calzi dei sandali e vesta un saio, caccia dal tempio i cardinali in Mercedes e infine va da solo a Lampedusa ad

allearsi coi reietti del Mediterraneo come se la Bossi-Fini non fosse una leg-ge dello Stato italiano. È davvero l'unico a dire e fare ancora "cose di sini-stra"? Ma all'inizio si sono fatte circolare voci sulla sua eccessiva prudenza verso generali argentini, si è ricordata la sua opposizione ai teologi della libe-razione, si sottolinea che non si è ancora pronunciato sull'aborto, sulle stami-nali, sugli omosessuali, come se un papa dovesse andare in giro a regalare preservativi ai poveri. Chi è papa Bergoglio? Credo che si sbagli a considerarlo un gesuita argentino: è un gesuita paraguayano. È impossibile che la sua formazione non sia stata influenzata dal "sacro esperimento" dei gesuiti del Paraguay. Il poco che la gente sa su di loro è dovuto al film "Mission", che condensava in due ore di spettacolo, con molti arbitrii, 150 anni di storia. Riassumiamo. I conquistadores spagnoli, tra Messico e Perù, avevano compiuto stragi inenarrabili, appoggiati da teologi che sostenevano la natura animalesca degli indios (tutti oranghi), e solo un domenicano coraggioso come Las Casas si era prodigato contro la crudeltà dei Cortés e dei Pizarro, presentan-do gli indigeni sotto tutt'altra prospettiva. All'inizio del Seicento i missionari gesuiti decidono di riconoscere i diritti dei nativi (in particolare i Guaranì, che vivevano in uno stato preistorico) e li organizzano in "riduzioni", ovvero comunità autonome au-tosostenute: non li raccolgono per farli lavorare per i colonizzatori, ma gli insegnano ad amministrarsi da soli, liberi da ogni servitù, in una totale comunione dei beni che producevano. La struttura dei villaggi e le modalità di quel "comunismo" ci fanno pensare alla "Utopia" di More o alla "Città del Sole" di Campanella, e di "preteso comunismo campanelliano" parlerà Croce, ma i gesuiti si ispiravano piuttosto alle primitive comunità

cristiane. Mentre costituivano dei consigli elettivi formati solo da nativi (ma ai padri rimaneva l'amministrazione della giusti-zia), insegnavano a quei loro soggetti architettura, agricoltura e pastorizia, la musica e le arti, l'alfabeto (anche se a non a tutti, ma producendo talora artisti e scrittori di talento). I gesuiti avevano certamente instaurato un severo regime paternalistico, anche perché civilizzare i Guaranì significava sottrarli alla promiscuità, alla neghittosità, all'ubriachezza ri-tuale e talora al cannibalismo. Quindi, come per ogni città idea-le, tutti siamo pronti ad ammirarne la perfezione organizzativa, ma non vorremmo certo viverci. Però il rifiuto dello schiavismo, e gli attacchi dei "bandeirantes", cacciatori di schiavi, avevano portato alla costi-

tuzione di una milizia popolare, che si era valorosamente scontrata con schiavisti e colonialisti. Sino a che, a poco a poco, visti come sobillatori e pericolosi nemici dello Stato, nel XVIII secolo i gesuiti erano stati prima banditi da Spagna e Portogallo e poi soppressi, e con loro finiva il "sacro esperimento". Contro questo governo teocratico si erano scagliati molti illuministi, parlando del regime più mostruoso e tirannico mai visto al mondo; ma altri parlavano però di «comunismo volontario ad alta ispirazione religio-sa» (Muratori), dicevano che la Compagnia aveva iniziato a guarire la piaga dello schiavismo (Montesquieu), Mably comparava le riduzioni al governo di Licurgo e più tardi Paul Lafargue avrebbe parlato del «primo stato socialista di tutti i secoli». Ora quando si propone di leggere le azioni di Papa Bergoglio in questa prospettiva si deve tener conto del fatto che sono passati da allora quattro secoli, che la nozione di libertà democratica è ormai comune persi-no agli integralisti cattolici, che certamente Bergoglio non si propone di andare a compiere né sacri né laici esperimenti a Lampedusa, e grasso che cola se riuscirà a liquidare lo Ior. Ma non è male vedere ogni tanto, su quanto accade oggi, il baluginio della Storia. (L’Espresso 31.07.2013)

Page 3: Adeste28 domenica12 luglio 2015c

ADESTE n°28/ ANNO 4°-12.07.2015

3

LaLaLaLa visita di Francesco in America

Latina (5-13 luglio) si conclude in

Paraguay, scenario delle missioni dei ge-

suiti tra gli Indios Guaranì, immortalate

dal film “The Mission”. Il dibattito lancia-

to da questo pontificato per una Chiesa

che esca da se ed arrivi agli ultimi, alle

“periferie”, trova in questa visita un

esempio ancora scottante.

La visita di Papa Francesco in America Lati-

na avrà il suo apice in Paraguay, terra delle

incredibili “Reducciones”, le missioni dei ge-

suiti tra i Guaranì, che hanno dato vita a

delle società dove il rispetto della cultura e

creatività degli Indios ha tentato di trovare

un’armonia profonda con la fede cristiana.

L’epopea delle missioni gesuitiche è stata

raccontata nel

film “The Mis-

sion” nel 1986

dal regista Roland

Joffé, e dalle mu-

siche di Ennio

Morricone.

Rivive con li-

cenze storiche la

vita di padre Ga-

briel, primo mis-

sionario gesuita

che si arrampica

sulle cascate e grazie alla musica del suo

oboe riesce ad avvicinarsi amichevolmente

alla tribù di Indios Guaranì, anco-

ra allo stato selvaggio. Essi in pas-

sato avevano già fatto martire un

gesuita che aveva tentato di con-

vertirli alla fede cristiana. Nel frat-

tempo un cacciatore di schiavi

spagnolo, Rodrigo Mendoza, ucci-

de per gelosia in un duello pubbli-

co suo fratello Felipe, dopo aver

scoperto che questi aveva una re-

lazione con Carlotta, donna amata

dallo stesso Rodrigo.

Travolto dal rimorso, Mendoza decide di la-

sciarsi morire in cella, ma padre Gabriel, ve-

nuto a sapere dell'accaduto, lo convince a

trasformare il suo rifiuto della vita a una

consacrazione a Dio come religioso. Diventa

missionario anche lui nelle “Reducciones.

Con la crescita delle Missioni tra Paraguay,

Argentina e Brasile, i rappresentanti dei co-

loni spagnoli e portoghesi iniziano a vedere

l’opera dei gesuiti come scomoda e piena di

potenziali minacce per i loro affari economi-

ci, poiché i gesuiti offrono protezione agli In-

dios ed evitano loro di essere ridotti in

schiavitù a lavorare nelle piantagioni. I colo-

ni portoghesi e spagnoli riusciranno a met-

tere dalla loro parte i rispettivi governi e

mettono sotto ricatto il vescovo locale, Luis

Altamirano, che, nonostante riconosca la

grande bontà delle missioni gesuite, ordina

ai religiosi di abbandonarle per accogliere le

richieste dei sovrani europei. Se il vescovo

avesse scelto di stare dalla parte dei Gesuiti

e quindi di far tenere le missioni, correva il

rischio della propria vita, quella degli stessi

missionari, e in seguito la stessa chiesa in

Europa avrebbe avuto seri guai a tal punto

da venire anche distrutta.

Se è vero che la trama del film è stata criti-

cato in qualche passaggio per le licenze arti-

stiche che non sono fedeli alla storia, solleva

comunque i grandi temi del pontificato di

Papa Francesco, e in particolare della sua

visita a America Latina: ancora oggi la Chie-

sa si trova davanti

alla sfida di farsi

compagna di vita

degli ultimi. Ecco

la nuova

“periferia”, la terra

degli Indios Gua-

rani, che il Papa

vuole porre, alme-

no per qualche

giorno, al centro

del cuore della

Chiesa.

Page 4: Adeste28 domenica12 luglio 2015c

ADESTE n°28/ ANNO 4°-12.07.2015

4

SSSS alendo le scale di ingresso alla casa di Ennio Morrico-ne sembra di rivedere un’in-

quadratura di grande potenza: la ci-nepresa si solleva mentre Noodles (Robert De Niro), oramai disperato e distrutto dalla sua stessa violenza, si allontana verso il mare dove riverbera l’alba. L’inquadratu-ra è di Sergio Leone, nel film C’era una volta in America; la musica, struggente, è del grande compositore che ha ac-cettato di aprirci il suo cuore. Maestro, ho sempre pensato che questa musica fosse stata concepita prima delle riprese del film. «È vero! Leone mi faceva lavorare prima di cominciare a girare. I registi che danno più tempo avvantaggiano loro stessi e me: io posso dedicarmi all’ideazione, loro si abi-tuano alle musiche che propongo. Arrivare all’ultimo mo-mento può comportare una delusione. La maggior parte delle collaborazioni creative tra me e i registi è andata bene, ma non tutte! La musica è un’arte che per diventare moglie o sorella del film ha bisogno dello stesso ele-mento che caratterizza il film: il tempo. La temporalità affratella il cinema e la musica. Da dove proviene la musica di un film? Da un altrove misterioso». Meno misteriosa è la sua fede... «Provengo da una famiglia cristiana. La mia fede è nata in famiglia. I miei nonni erano molto religiosi. Con mia madre e le mie so-relle abbiamo sempre pregato prima di anda-re a letto. Ricordo il periodo della guerra. Durante quei terribili anni pregavamo il Ro-sario. Eravamo tutti molto impressionati. Mi rivedo asson-nato che rispondo alle Ave Maria di mia madre. Siamo sempre stati religiosi. La domenica andavamo a Messa e ci accostavamo al sacramento della Comunione». Un uomo credente cosa rivela di sé? «Identifica una persona onesta, altruista, rispettosa di Dio e del prossimo. Amare gli altri, anche se la parola amare può sembrare forte; però è così. Questo è importante. Io penso veramente al bene degli altri, che il prossimo non abbia il male dal mio modo di fare. Mi è perfettamente normale che debba fare una cosa per rispetto della persona che in-contro». Valori che ha trasmesso anche alla sua famiglia. «Sì, e anche quello del sacrificio. In questi ultimi tempi bisogna sacrificarsi ulteriormente: io stesso qualche volta mi sacrifico per andare incontro alla disoccupazione, alle tante preoccupazioni che assillano. Con mia moglie, che è una brava persona, scrupolosa, abbiamo abituato i nostri figli a questo senso di generosità. Non è detto che i miei figli l’abbiano recepita completamente, non lo so, ma so che sono buonissimi figlioli, che assomigliano al padre e alla madre. Ama gli altri come ami te stesso; ecco, questo per me è un modo normale di essere». Quanto può la musica essere prossima al Padre? «La musica è sicuramente vicina a Dio. Nello stesso tempo la musica è proiettata nell’anima e nel cervello dell’uomo. Gli permette di meditare. Il discanto, il falso bordone pro-vengono dai primi trattamenti polifonici del canto grego-riano. Da lì è nata la musica occidentale. La musica è l’uni-ca vera arte che ci avvicina veramente al Padre eterno, e all’eternità. Lo dico a me stesso, e qualche volta a mia mo-glie, che la musica già esisteva, tutta! La musica che è stata scritta e sarà scritta. È il compositore che l’ha presa, e la prenderà! Secondo la propria epoca, secondo il momento

in cui egli scrive e secondo la civiltà e lo stato della ricerca musicale del suo tempo. La musica è già esistente anche se non c’è». Il grande pubblico conosce meno il suo straordinario repertorio di musica contemporanea, che lei definisce assoluta. Queste sonorità

hanno spesso un richiamo spirituale. «Luciano Salce, regista cui ho musicato diversi film, un giorno mi chiamò e mi disse, “Devo lasciarti”, “Perché?”. Eravamo amici, e rimanemmo amici fino alla sua morte. “Perché io faccio film comici e tu fai una musica spirituale, sacrale. Devo lasciarti per forza”. Questo episodio mi ha segnato molto. Grazie a lui ho cominciato a ragionarci su. Probabilmente a volte esprimo sacralità anche quando non la cerco o non ci penso. Non parlo nemmeno di ispirazione, che non esiste. Parlo di idee. Sono forse su un binario che porta verso questi esiti».

Infatti nel suo repertorio troviamo anche musica sacra e poche settimane fa ha ese-guito Missa Papae Francisci, un omaggio a Papa Bergoglio di intensa e unica bellezza. «Amen mi fu chiesto come composizione per un coro per la chiesa di Santa Maria degli An-geli di Roma in occasione di un Festival cui avrebbero partecipato sei cori provenienti da tutto il mondo. Io decisi di comporre un’opera dove soltanto la parola «Amen» veniva canta-ta, però pensai di coinvolgere tutti e sei i cori. Egisto Macchi mi chiese di scrivere una Via Crucis. Gli risposi di sì. Ho scritto recente-mente una musica sulla Creazione. L’aria, la luce, l’acqua, il fuoco, la terra, l’uomo. Poi, la torre di Babele, da cui scaturisce, in ebraico, una moltitudine di voci in un crescendo sem-

pre più imponente». Qual è l’episodio biblico che ama ricordare? «Le parabole di Cristo, senza dubbio. Il racconto delle noz-ze di Cana mi emoziona molto. Come non ricordare la Pas-sione? Momento importantissimo per la vita di Cristo e per tutti noi». M+,,+-. /, 0-1,2, +3 0+34 562 7+8 32 69 72142,,- :+ 1955-.;912 +3 1+<93;942.;- :2339 5-,5+2.=9 >49.9. Mentre si narrava un sofferto periodo voluto dalla Chiesa, la sua musica cresceva di brano in brano rag-giungendo vette elevatissime di potenza spirituale che tradurrei come una intensa richiesta di perdono. «Il co-produttore del film, Fernando Ghia, mi portò a Lon-dra a vedere il film. Di fronte al finale, ero piangente; a quella strage di indios e di gesuiti per mano portoghese e spagnola. Avevo davanti a me il regista e i due produttori e dissi, “No, io non lo faccio, è bellissimo così”. Credo di essere rimasto mezz’ora a piangere. E loro insistevano. Finché cedetti: “Faccio la musica”. Non volevo farla per-ché se la sbagliavo avrei potuto rovinare il film. Lavorando su tre elementi distinti che non potevo ignorare, l’oboe del gesuita padre Gabriel, la musica corale e quella etnica degli indios, credo sia stato un miracolo l’esser riuscito a com-porre una musica in cui tre combinazioni indipendenti di suoni funzionavano anche contemporaneamente». La musica può essere preghiera intensissima. «Certo! Ma al di là della musica ci vogliono parole, inten-zioni, concentrazione. Io prego un’ora al giorno, ma anche di più. La prima cosa che faccio. Anche durante la giorna-ta, per caso. La mattina mi fermo davanti a quel Cristo (nel grande soggiorno, illuminata da una finestra, c’è una splen-dida immagine di Gesù, ndr). E anche la sera. Spero che le mie preghiere vengano ascoltate».

ENNIO MORRICONE UNA VITA PIENA

DI MUSICA E DI FEDE

Page 5: Adeste28 domenica12 luglio 2015c

ADESTE n°28/ ANNO 4°-12.07.2015

5

La condivisione arricchisce la fede Partono i discepoli a due a due. Nient'altro che un bastone a sorreggere il cammino, e un amico a sorreggere il cuore. Un bastone per appoggiarvi la stanchezza e un amico per ap-poggiarvi la solitudine. È importante questo andare a due a due, ave-re uno su cui contare, nelle cui parole cercare l'evidenza che esisti, che sei amato, che sei ca-pace di relazioni positive. Se è solo, l'uomo è portato a dubitare perfino di se stesso. La fede si arricchisce se la condividi. Infatti

l'annuncio è fatto a due voci e la prima parola è questo legame, questo germe nuovo di comunione. «Non arriveremo / alla meta ad uno ad uno, / ma a due a due. / Se ci ame-remo a due a due / ci ameremo tutti. / E i figli rideranno / della leggenda nera / dove l'uomo piangeva / in solitudine» (P. Eluard). Non portate nulla per il viaggio. Perché tutto ciò che non serve, pesa; perché ogni pos-sesso ti separa dall'altro. Perché l'uomo non è fra le cose. Perché vivrai dipendente dal cielo e dagli altri, di pane condiviso e di fiducia. Perché l'abbondanza di mezzi non spenga la tua creatività e la fiducia nella potenza della Parola. L'annunciatore deve es-sere così: infinitamente piccolo, solo allora l'annuncio sarà infinitamente grande. Tutto in noi domanda la vicinanza di un amico. Niente in noi postula questa nudità di croce, Vangelo che consola e poi sgomenta: non portate nulla. Come Gesù, povero di tutto, ma non di amici; senza un luogo dove posare il capo, ma non senza case amiche dove confortare il cuore. Entrati in una casa lì rimanete. Il punto di arrivo è la casa, non la sinagoga o il tempio. Nella casa, dove è naturale la sincerità del cuore, lì Dio ti sfiora, ti tocca. Lo fa in un giorno di festa, quando dici a chi ami parole stupefatte e che si vorrebbero eterne. Lo fa in un giorno di lacrime, quando l'amarezza soffoca la speranza. Il cristianesimo deve essere significativo lì, nella casa, nei giorni della festa e in quelli del dramma, nei figli prodighi, quando Caino si alza di nuovo, quando l'amore sembra finito e ci si separa, quando l'anziano perde il senno o la salute. Là dove la vita celebra la sua festa e piange le sue lacrime, scende co-me pane e come sale, sta come roccia la Pa-rola di Dio. L'annuncio è fatto di poche parole e di mol-to stile di vita. Per farsi credere il Vangelo ha bisogno ancora oggi di un anticipo di corpo, di un capitale di incarnazione: è lo stile dei testimoni e dei martiri, una Parola scritta su tavole di carne.

ht tps: / /s i tes .google.com/s i te/adesteromaniacomuni ta i ta l iana/ht tps: / /s i tes .google.com/s i te/adesteromaniacomuni ta i ta l iana/ht tps: / /s i tes .google.com/s i te/adesteromaniacomuni ta i ta l iana/ht tps: / /s i tes .google.com/s i te/adesteromaniacomuni ta i ta l iana/

ADESTE COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIA

Page 6: Adeste28 domenica12 luglio 2015c

ADESTE n°28/ ANNO 4°-12.07.2015

6

LA GRADUALE INTEGRAZIONE, TRA LEGAME CON IL PAESED’ORIGINE E

INSERIMENTO NELLA SOCIETÀ DI ACCOGLIENZA

La scuola Le scuole italiane all’estero, soprattutto priva-te e parrocchiali, nascono dall’esigenza delle comunità di custodire nei figli il patrimonio culturale dei padri e anche di favorire un cor-retto inserimento (con l’insegnamento sia dell’i-taliano che dell’inglese) delle seconde generazioni nel nuovo continente, do-ve soprattutto negli Stati Uniti la scuola pubblica cercava di affrettare il pro-cesso di americanizzazio-ne incentivando ogni for-ma di rifiuto delle tradi-zioni paterne. La religione Gli italiani portarono in emigrazione la loro fede popolare e tradizionale, colma di simboli, santi e processioni. Le feste religiose sono sempre state momenti intensi di vita comunitaria. Attorno alle parrocchie ita-liane nascono organizzazioni e società per la difesa dei diritti degli immigrati e per l’istru-zione e la ricreazione dei bambini. L’associazionismo Pur vantando alcune organizzazioni assi-stenziali di grande rilievo, l’associazioni-smo italiano si è trovato spesso a combat-tere contro il campanilismo e l’individua-lismo di molte aggregazioni. Nel 1891 esistevano in Argentina 215 società italia-ne (di cui 198 di mutuo soccorso) con più di70.000 iscritti La stampa La pubblicazione di opuscoli, bollettini,

quotidiani, settima-nali ha fin dall’ini-zio svolto un’opera di mediazione cul-turale tra le comuni-tà immigrate, il pae-se di insediamento e l’Italia. Dei 280 pe-riodici in lingua ita-liana editi all’estero (all’epoca della Pri-ma guerra mondia-le) più della metà

era stampata negli Stati Uniti, dove primeggiava “Il Progresso Italo Ame-ricano” con 90.000 copie diffuse. La casa Uno dei momenti più significativi di inserimento nel paese di destinazione è la costruzione della casa. Nella foto è rappresentata la casa di Gaspare An-dreussi e sua moglie Caterina Stroili, immigrati dalla provincia di Udine nel 1890 a Belo Horizonte, Brasile. Essi hanno costruito la casa negli anni 1900-1902, e l’hanno rivenduta quan-do sono tornati in Italia nel 1908. La famiglia è alla finestra, con tre dei lo-ro cinque figli, tutti nati a Belo Hori-

zonte. Un cliente occasionale è sul gradino d’ingresso. La casa era situata in Rua dos Tupís.

EMIGRAZIONE ITALIANA 1875EMIGRAZIONE ITALIANA 1875EMIGRAZIONE ITALIANA 1875EMIGRAZIONE ITALIANA 1875----1915191519151915 LA GRADUALE INTEGRAZIONE

Da “ Museo dell’Emigrazione Italiana”

Page 7: Adeste28 domenica12 luglio 2015c

ADESTE n°28/ ANNO 4°-12.07.2015

7

Il 20 febbraio 2015 suor Candida Bellotti, ha com-piuto 108 anni: la religiosa più anziana del mondo. Nata a Quinzano (Verona) il 20 feb-

braio del 1907, suor Candida da più di 80 anni si è consacrata alla spiritualità di San Camillo de Lel-lis, patrono degli ammalati, degli infermier i e dei luoghi di cura. Lo scorso anno, in occasione dei 400 anni dalla morte di San Camillo de Lellis, suor Candida ha fe-steggiato il compleanno a Roma, partecipando anche alla messa mattu-tina celebrata da Papa Francesco nella Domus Santa Marta, e riceven-do la sua benedizione. Suor Candida (al secolo Alma Bellotti) è nata a Quinzano (Verona) il 20 febbraio del 1907. Terza di dieci figli, padre ciabattino e madre casalinga, è cresciuta in una famiglia semplice e pro-fondamente cattolica. Inizia giovanissima a lavorare come sarta; intorno ai vent'anni comincia a sentire dentro di sé il desiderio di farsi suora. Il suo confesso-re la indirizza verso "la croce rossa" di san Camillo de Lellis. Così il 5 gennaio del 1931, accompagnata dal padre e dal fratello, fa il suo ingresso nell'Istituto delle

Ministre degli Infermi di Lucca. Conclu-so il noviziato, prende i voti il 16 luglio del 1932, alla presenza dell'allora arcivescovo di Lucca monsignor Antonio Torrini. Quel giorno la famiglia non è presente, per-ché è appena venuta a mancare una cognata che lascia due bimbi di 4 e 5 anni. Nel giorno più bello della sua vita, suor Candida è sola, ma non le manca l'affetto della madre suor An-

gelica, delle consorelle e dell'intera comunità. Forte dei Marmi, Roma (dove ha conseguito il diploma di infermiera), Torino, Camaiore, Via-reggio sono alcune delle località in cui ha opera-to, nel servizio ai malati e come formatrice di nuove vocazioni. Nel 2000, all'età di

93 anni, è stata trasferita nella casa madre di Lucca per un meritato riposo. Lucida e dinamica, dal mattino alla sera segue pienamente la vita della comunità: par-tecipa agli atti comuni e alle celebrazioni eucaristiche, e non fa mancare il suo contributo gioioso e sagace. Dopo aver festeggiato i 100 anni in pellegrinaggio a Lourdes, nel 2014 ha avuto la gioia di celebrare il compleanno partecipando alla messa presieduta da papa Francesco nella Domus Santa Marta a Roma.

E’ camilliana la suora più anziana del mondo:

108 anni

Bucchianico (Chieti), 25 maggio 1550 Roma, 14 luglio 1614 Di nobile famiglia, nato a Bucchiani-co, nelle vicinanze di Chieti, il 25

maggio 1550, Camillo de Lellis fu soldato di ventura. Persi i suoi averi al gioco, si mise al servizio dei Cappuccini di Manfredonia. Convertitosi ed entrato nell'Ordine, per curare una piaga riapertasi tornò a Roma nell'ospedale di San Giacomo degli Incurabili, dove si dedicò soprattutto ai malati. Si consacrò a Cristo Crocifisso, riprese gli studi al Collegio Romano e, divenuto sacerdote nel 1584, fondò la «Compagnia dei ministri degli infermi». L'ordine dei Camilliani si distinse da altri per lo spirito della sua opera legata alla carità misericordiosa e per l'abito caratterizzato dalla croce rossa di stoffa sul petto. De Lellis pose attenzione unicamente malati, ponendo le basi per la figura dell'infermiere e del cappellano quali li vediamo oggi. Morì a Roma il 14 luglio 1614 e venne cano-nizzato nel 1746.

14 Luglio San Camillo De Lellis

Page 8: Adeste28 domenica12 luglio 2015c

ADESTE n°28/ ANNO 4°-12.07.2015

8

B������: Preasfantul Mantuitor (Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balce-scu, nr. 28, sector 1, Bucureşti tel./fax: 021-314.18.57, don Roberto Poli-meni, Tel:0770953530

mail: [email protected]; [email protected]; Tel 0040 756066967. Trasmessa in diretta su www.telestartv.ro Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari.

*°* I��+: Cattedrale "vecchia" Iaşi - Adormirea Maicii Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: I-II-III Domenica del mese ore 11,00-IV Domenica ore 9,30, Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 Mail: [email protected]

Trasmessa in diretta su: http://www.ercis.ro/video/iasi.asp

*°* C6�7: Chiesa romano-cattolica dei Pia-risti. Strada Universitatii nr. 5, conosciu-ta anche come „Biserica Universitatii” din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: [email protected] Domenica alle ore 12,00

*°* A69� I�6+�: Domenica ore 11:00 nella Chie-sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262

*°* T+;+�<���: Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regi-na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domenica ore 18:00. Don Janos Kapor Tel 0788 811266 Mail:[email protected]

*°*

Gino Bartali data di nascita: sabato 18 luglio 1914 (101 anni fa) data morte: venerdì 5 maggio 2000 (16 anni fa) Gino Bartali: Con il passare dei decenni, aumenta il numero degli sportivi italiani che sono diventati leggenda e, spesso, icona dello sport praticato ad al-tissimi livelli. Uno di questi è sicuramente Gino Bar-tali, nato a Ponte a Ema, frazione del comune di Ba-gno a Ripoli (in provincia di Firenze) e morto a Firen

ze il 5 maggio del 2000. Ciclista su strada e dirigente sportivo italiano, è stato professionista dal 1934 al 1954, vincendo tre Giri d'Italia (1936, 1937, 1946) e due Tour de France (1938, 1948), oltre a numerose altre corse tra gli anni Trenta e Cinquanta. Epica la sua riva-lità con un altro grande campione del cicli-smo: Fausto Coppi. Competizione "umanizzata" dal celebre scambio della bottiglietta d'acqua, immortalato in una foto del Tour de France del 1952. L'Italia dell'immediato dopoguerra è ovviamente di-versa da quella contemporanea, anche sul piano della diffusione dello sport e della sua fruizione popolare. Il ciclismo, forse secondo solo al calcio, ha catalizzato in quegli anni (grazie alla radio) l'attenzione di milio-ni di italiani, pronti a dividersi per i due campioni. Addirittura si ritiene che la vittoria di Bartali al Tour del 1948 abbia allentato il clima di tensione, seguito

all'attentato a Palmiro Togliatti.

I SANTI DELLA

SETTIMANA

DOM.12DOM.12DOM.12DOM.12 S. Giovanni GualbertoS. Giovanni GualbertoS. Giovanni GualbertoS. Giovanni Gualberto

LUN. 13LUN. 13LUN. 13LUN. 13 S. Enrico IIS. Enrico IIS. Enrico IIS. Enrico II

MART.14MART.14MART.14MART.14 S. Camillo de LellisS. Camillo de LellisS. Camillo de LellisS. Camillo de Lellis

MERC.15MERC.15MERC.15MERC.15 S. BonaventuraS. BonaventuraS. BonaventuraS. Bonaventura

GIOV.16GIOV.16GIOV.16GIOV.16 B.V. Maria del CarmeloB.V. Maria del CarmeloB.V. Maria del CarmeloB.V. Maria del Carmelo

VEN.17 VEN.17 VEN.17 VEN.17 S. AlessioS. AlessioS. AlessioS. Alessio

SAB. 18SAB. 18SAB. 18SAB. 18 SS. Giusta e RufinaSS. Giusta e RufinaSS. Giusta e RufinaSS. Giusta e Rufina

Page 9: Adeste28 domenica12 luglio 2015c

ADESTE n°28/ ANNO 4°-12.07.2015

9

C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo A. Amen C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Pa-dre e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi. A. E con il tuo spirito.

ATTO PENITENZIALE C. All’inizio di questa celebrazio-ne eucaristica, chiediamo la con-versione del cuore, fonte di ricon-ciliazione e di comunione con Dio e con i fratelli.

(Breve pausa di silenzio) C. Confesso a Dio Onnipoten-te e a voi fratelli che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni. Per mia col-pa, mia colpa, mia grandissima colpa, e supplico la Beata sem-pre Vergine Maria, gli angeli, i Santi e voi fratelli di pregare per me il Signore Dio nostro. C. Dio Onnipotente abbia mi-sericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eter-na. A. Amen. Signore, pietà Signore, pietà Cristo, pietà Cristo, pietà Signore, pietà Signore, pietà GLORIA A DIO NELL’ALTO CIELI e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signo-re Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente. Signore Figlio uni-genito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del padre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la no-stra supplica; tu che siedi alla de-stra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen.

COLLETTA C. Donaci, o Padre, di non avere nulla di più caro del tuo Figlio, che rivela al mondo il mistero del tuo amore e la vera dignità dell'uomo; colmaci del tuo Spirito, perché lo annunziamo ai fratelli con la fede e con le opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo

Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito San-to, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Dal libro del Profeta Amos In quei giorni, Amasìa, sacerdote di Betel, disse ad Amos: «Vattene, veggente, ritìrati nella terra di Giuda; là mangerai il tuo pane e là potrai profetizzare, ma a Betel non profetizzare più, perché que-sto è il santuario del re ed è il tempio del regno». Amos rispose ad Amasìa e disse: «Non ero pro-feta né figlio di profeta; ero un mandriano e coltivavo piante di sicomòro. Il Signore mi prese, mi chiamò mentre seguivo il gregge. Il Signore mi disse: Va’, profetizza al mio popolo Israele». Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE R. Mostraci, Signore, la tua misericordia. Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: egli annuncia la pace per il suo popolo, per i suoi fede-li. Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme, perché la sua gloria abiti la nostra terra. R/. Amore e verità s’incontre-ranno, giustizia e pace si baceran-no. Verità germoglierà dalla terra e giustizia si affaccerà dal cielo. R/. Certo, il Signore donerà il suo bene e la nostra terra darà il suo frutto; giustizia camminerà davanti a lui: i suoi passi tracce-ranno il cammino. R/.

Seconda Lettura Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo agli Efesini Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha be-nedetti con ogni benedizione spi-rituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e im-macolati di fronte a lui nella cari-tà, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amo-re della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, il perdo-no delle colpe, secondo la ric-chezza della sua grazia. Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi con ogni sapienza e intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo la be-

nevolenza che in lui si era propo-sto per il governo della pienezza dei tempi: ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra. In lui siamo stati fatti anche eredi, pre-destinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria, noi, che già prima ab-biamo sperato nel Cristo. In lui anche voi, dopo avere ascoltato la parola della verità, il Vangelo della vostra salvezza, e avere in esso creduto, avete ricevuto il si-gillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è caparra della nostra eredità, in attesa del-la completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato a lode del-la sua gloria. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio

Canto al Vangelo R. Alleluia, alleluia. Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo llumini gli occhi del nostro cuore per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati. R. Alleluia.

† Vangelo Dal vangelo secondo Marco In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiri-ti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’al-tro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete par-titi di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltas-sero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano. Parola del Signore. A. Lode a te o Cristo OMELIA (seduti) Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose vi-sibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, uni-genito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non crea-to, della stessa sostanza del Pa-dre; per mezzo di lui tutte le co-se sono state create. Per noi uo-

LITURGIA EUCARISTICA

LETTURE: Am 7,12-15 Sal 84 Ef1,3-14 Mc 6,7-13

Page 10: Adeste28 domenica12 luglio 2015c

ADESTE n°28/ ANNO 4°-12.07.2015

10

mini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarna-to nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scrittu-re, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudica-re i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spiri-to Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha par-lato per mezzo dei profeti. Cre-do la Chiesa, una santa cattoli-ca e apostolica. Professo un so-lo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

PREGHIERA DEI FEDELI C. Dio ci ha scelti per annunciare il suo Regno, donandoci tutto ciò che è necessario per continuare la sua missione. Preghiamo per-ché vinca le nostre resistenze e la nostra lentezza nel rispondere al suo invito. Preghiamo insieme e diciamo: Donaci, Signore, il tuo Spirito 1.Per la Chiesa, nata dall'ac-qua del Battesimo e guidata dallo Spirito, e per i pastori della Chie-sa, perché sentano la responsabi-lità e l'urgenza di portare la paro-la di Gesù a tutti gli uomini, pre-ghiamo. 2. Per tutti coloro che hanno responsabilità nella società civile, perché esercitino il loro compito in spirito di servizio e non per la ricerca di prestigio, accogliendo e favorendo soprattutto i più po-veri e disagiati, preghiamo. 3. Per i missionari e le per-sone che lavorano per i popoli più poveri, perché abbiano il co-raggio della denuncia delle ingiu-stizie e la tenerezza dell'amore nell'incontro con tutti, preghia-mo. 4. Per coloro che sono dive-nuti tempio dello Spirito con il dono del Battesimo e della Con-fermazione, perché il dono di Dio li faccia crescere nella vita della Chiesa, preghiamo. C. O Padre, tu doni sempre all'umanità profeti e testimoni del tuo amore. Rendici sempre co-scienti del tuo dono e responsabi-li del compito che ci hai affidato

dal giorno del nostro Battesimo. Per Cristo nostro Signore. A. Amen.

LITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci dispo-niamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chie-sa. (in piedi)

SULLE OFFERTE C. Guarda, Signore, i doni del-la tua Chiesa in preghiera, e tra-sformali in cibo spirituale per la santificazione di tutti i credenti. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA

C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. A. È’ cosa buona e giusta. C. È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Pa-dre santo, Dio onnipotente ed eterno. In ogni tempo tu doni energie nuove alla tua Chiesa e lungo il suo cammino mirabil-mente la guidi e la proteggi. Con la potenza del tuo Santo Spirito le assicuri il tuo sostegno, ed essa, nel suo amore fiducioso, non si stanca mai d'invocarti nella prova, e nella gioia sempre ti rende gra-zie per Cristo Signore nostro. Per mezzo di lui cieli e terra inneggia-no al tuo amore; e noi, uniti agli angeli e ai santi, cantiamo senza fine la tua gloria: Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo. I cieli e la terra sono pieni della tua glo-ria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli. DOPO LA CONSACRAZIONE

C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risur-rezione nell’attesa della tua venu-ta.. DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cri-sto, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli

dei secoli. Amen A. P A D R E NO S T R O Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, ven-ga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i no-stri debiti come noi li rimettia-mo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma libe-raci dal male. Amen. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua mi-sericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni tur-bamento, nell'attesa che si com-pia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la poten-za e la gloria nei secoli

R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli A. Amen C. La pace del Signore sia sem-pre con voi. A. E con il tuo spirito. C. Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono de-gno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una pa-rola e io sarò salvato.

DOPO LA COMUNIONE C Signore, che ci hai nutriti alla tua mensa, fa' che per la co-munione a questi santi misteri si affermi sempre più nella nostra vita l'opera della redenzione. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipoten-te, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: anda te in pace. A. Rendiamo grazie a Dio