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Decoratrice d’epocanella Bottega Gatti

n°39 marzo 2007

Ceramicaal femminile

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A Faenza, durante il primoRinascimento (fine ‘400), tra levarie tipologie di decora-zioni su ceramica,emerge in modo par-ticolare quella deno-minata “ad occhiodi penna di pavo-ne”, ispirata all’oc-chio che orna l’e-stremità dellapenna del pavone dicui si rappresentauna stilizzazione.Il motivo permette ai mae-stri maiolicari di associare tuttii colori allora conosciuti, offrendo uneffetto di sontuosità grazie ai tonisquillanti di turchino, viola, verde egiallo ambrato e diviene molto popo-lare.Sembra che il tema del pavone allu-da al sole nascente e risalga alleantiche ceramiche medio-orientali,bizantine, copte e persiane – oppure,in alternativa potrebbe trattarsi di unrichiamo alla pavona cristiana, sim-bolo della Resurrezione.

La storiografia locale “romantica” difine ‘800 vede invece, nella dif-

fusione della decorazione“alla pavona”, l’allusio-

ne dei maiolcari faen-tini rinascimentalialla bellissimaCassandra Pavoni,nobildonna ferrare-se e sfortunataamante di Galeotto

Manfredi, Signore diFaenza dal 1477 al

1488: nel 1482Galeotto viene costretto

dalle logiche politiche a sposa-re Francesca Bentivoglio di Bolognama continua a frequentare di nasco-sto l’amante che nel frattempo èdivenuta Suor Benedetta e vive nelMonastero di S. Maglorio (negliattuali locali del MIC). Francescaviene informata della tresca amorosadel marito e decide di vendicarsi: sifinge malata, chiama a sé Galeotto elo uccide con l’aiuto di quattro sicaribolognesi il 31 maggio 1488.

(Silvia Bertoni)

La PavonaCelebrazione della donna in maiolica

EDITORIALE

In copertina:Decoratrice d’epocanella Bottega Gatti.

Museo Internazionale delle CeramicheEsposizione del progetto europeo

“People and Pottery”10 marzo - 29 aprile

PPNÈ sul web:www.pipine.info

e puoi scaricarlo anche suwww.faenzanet.it

Semplicemente Muki 3Lidia Carlini 4Antonietta Mazzotti 5Mirta Morigi 6Fiorenza Pancino 7Roberta Padovani 8Marta Servadei 9Laura Silvagni 10Quando i cocci si rompono 11Il MIC 12Ceramica in libreria 13Appuntamenti in ceramica 14L’appuntamento del mese 15

SOMMARIO

TipografiaCarta Bianca

agenzia dicomunicazione integrata

con il patrociniodel Comune di Faenza

con il sostegno diBanca di Credito CooperativoUnione Cooperative e Ascom

Si ringraziano per la collaborazione

PPnè <n°39> marzo 2007direttore responsabile: giordano sangiorgila redazione: valter dal pane - siro lusa -antonietta innocenti - francesco tassi - ninodrei - carlo naldi - simona sangiorgi - monicadonati - alessandra donati - milena spadola -silvia bertoni - tiziano conti - fabio villa -tiziano zaccaria - alberto visaniamministrazione: roberta barberini

organizzazione e distribuzione: daniele bosiprogetto grafico e impaginazione: caterwebstampa: Carta Bianca - Faenzaredazione: tel. 0546 26304infoppnè e-mail: [email protected] ringraziano quanti hanno collaborato allarealizzazione di questo numero, tutti glisponsor che ci sostengono e gli edicolanti diFaenza.

In questo numero abbiamo voluto celebrare - dopo l’8 marzo, affinchè lo sia tuttii giorni - le donne impegnate nell’arte e nell’impresa che ci ha contraddistintonel mondo: la ceramica. L’arte che, assieme alla musica, è portatrice di famainternazionale per la nostra città. Per questo motivo abbiamo dedicato un numeromonografico proprio alle ceramiste faentine: per motivi di spazio non abbiamopotuto parlare di tutte, ma troverete un elenco, in fondo a questo numero, chevuole ricordare anche chi non è stato citato negli articoli.Qualora ci fosse stata qualche dimenticanza, ce ne scusiamo fin d’ora e vi pre-ghiamo di comunicarcelo. La redazione.

Muky è un personaggio straordi-nario; veramente comunicativa,nelle parole, nei gesti, nel corpo. E’una grande ceramista, compagnaper 36 anni di Matteucci, “amico,fratello, amante, maestro”. Dopo glistudi nella capitale tra una suamostra in America e la vita mon-dana delle feste in ambasciate, dagrande ceramista di avanguardia,approda a Faenza per sperimentaredue colori fondamentali: il bianco, ilnero, la luce, le tenebre che “nellavita vanno di pari passo”. Faenza,bigotta, la accoglie come unmarziano, lei risponde acquistandouna bici il giorno dopo il suo arrivo:“il segreto è abituarsi all’ambiente”.In estate, passeggiando per corsoMazzini, avremo potuto incontrarequesto strano corteo: un cane confoulard ed occhiali seguito da Mukye Matteucci. Faenza si scandalizza.Ma lei entra lavora sodo, conorgoglio si sveglia prima di tutti ecorre sul suon gran banco di lavoro.Le piace lavorare in grande. Nellostudio condiviso con Matteucci

inizia a ricevere molte visite. Fanfaniè obbligato a sedersi su una pila dimattoni, ovvero le sedie ideate daMuky nel dopoguerra per adornarela sala esposizioni dello studio. Illoro studio si apre al mondo, la lon-tana Roma crea nostalgie che ven-gono risolte portando amici romani;Muky invita a Faenza una serieinfinita di ambasciatori, filosofi, con-certisti, artisti; importa il sax,l’agopuntura, la scuola di canto.Inventa il Cenacolo e crea un ricor-do permanente dei suoi illustri ospi-ti. Se volete dei nomi, passeggiateper le stanze del suo palazzo: pertradizione, gli ospiti lasciano unatraccia sui piatti che sono cotti trapoesie e drink mondani. Le paretisono piene, piene, piene. Potete leg-gere firme di Fellini, Fo, Biagi,Orlando, Sgarbi, Bevilacqua,Luccarelli, Poli, Guerra. La storia diquesta Faenza scritta sulla creta edonata generosamente al MuseoInternazionale delle Ceramiche.

Una visita nel salotto più esclusivo della città

Via Seminario, 3 - FaenzaTel. 0546 25163 Fax 0546 664328www.gemos.it

Semplicemente

Muki

> Redazione PPNÈ

Che la BCC abbia a che fare con laceramica è cosa nota. Tanto percominciare, nel logo compare, rivisi-tata, la sezione di uno dei piatti piùbelli della collezione del MIC. E poialla Sede della BCC ravennate e imo-lese fanno da cornice le opere diceramisti del calibro di Biancini eZauli.E se dobbiamo guardare alle artistedella nostra comunità, non possiamocerto dimenticare che già dai primianni ’90 la nostra banca ha ospitato,tra le altre, le opere (ceramiche, manon solo) di Giuliana Reggi, AntonellaAncarani, Gabriella Di Bonaq, MarisaMoroni, Eda Donati, Lietta Morsiani,Manuela Pontabry, Mila Piccinini,Maria Elena Boschi e, infine,dell’Open Studio.Solo qualche nome e solo al femmi-nile (come vuole il calendario chevede uscire questo numero delPipinè), per dire che davvero la cera-mica nella nostra terra è una taleeccellenza da non poter che essereguardata e ‘frequentata’ ancheall’interno di una banca come ilCredito Cooperativo ravennate eimolese.

U n a c e r am i s t a “ a l p e p e r o n c i n o ” c o n v o g l i a d i m o d e r n o

Lidia Carlini

Arte al femminileal Credito CooperativoRavennate e Imolese

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Per Lidia Carlini bottega e casa, inVia della Croce, coincidono. Ora l’unaora l’altra hanno sempre preso ilsopravvento nelle sue giornate enella sua vita: è in questo dedalo dicasa-laboratorio-negozio, tra cera-miche, pennelli ecolori che Lidiacrea e prepara isuoi pezzi, pratica-mente tutto dasola, “a meno chenon stia preparan-do qualcosa dipart icolarmentegrande, alloradevo chiedereaiuto a qualchemio collega, ancheper spostare ilpezzo!”. LidiaCarlini si è diplo-mata all’Istituto d’Arte per laCeramica a Faenza nel 1979, nelcorso di Restauro ed ha aperto subi-to la sua bottega. La sua storia diceramista-artigiana, con unamamma impiegata al museo delleCeramiche e una zia un tempo inse-gnante all’Istituto d’Arte, è iniziatacon la ceramica tradizionale, poi halavorato per industrie faentine nelcampo della ceramica e dopo unperiodo di pausa ha continuato il suopercorso artistico verso creazionimoderne. “Faenza, per tradizione hasempre fatto una divisione tra cera-mica tradizionale e quella artistico-innovativa, ma è impossibile fare

categorie su un mezzo come la cera-mica che è così piena di potenzialitàe che va valorizzata per questo”. Sisente questa creatività in Lidia, que-sta voglia di vedere il mondo sottonuovi occhi. Dal 2002, pur non tra-

scurando il tradizio-nale, Lidia lavorasoprattutto a questosuo progetto“moderno” che l’haportata nel maggio2006, a Faenza, allamostra “Dolce ePiccante” legato almondo femminile,esponendo oggettilegati alle donne mada lei ricreati: scar-pe, borse, cuori,oggetti di uso dome-stico si sono trasfor-

mati sotto le sue mani (vedi foto).“Le donne sono sensibili alla creati-vità e al moderno e non hanno pauradi confrontarsi con nuove sfide,anche adesso sto lavorando ad alcu-ni pezzi per delle mostre” mi dice.Spesso le capita di entrare in contat-to con tanti giovani, molte volte stra-nieri che hanno in sé grande poten-ziale artistico, ma è difficile vederloespresso, è difficile che aprano unabottega qui a Faenza… non vorreiche i ceramisti faentini fossero comei panda, una razza in via di estinzio-ne…

> Monica Donati

Antonietta Mazzotti, sposata, tre figli.Maturità all’Istituto d’Arte per laCeramica “Ballardini” di Faenza dovefin da bambina apprende le tecnicheceramiche dei grandi maestri di allo-ra, affinando così le sue doti artisti-co-espressive; frequenta poi il corsodi Decorazione all’Accademia delleBelle Arti di Bologna e, dopo un breveperiodo di insegnamento apre, nel1972, una sua bottega al n° 7 di ViaBarbavara, nel centro storico diFaenza, per poi stabilire la sua sede,dal ’77, nella serra del parco di VillaEmaldi.Dalla progettualità alla realizzazionemanuale fino alla vendita è, da sem-pre, lei la curatrice di tutte le sueopere, la cui formazione professio-nale, maturata negli anni settanta, inpieno fermento culturale, le ha tra-smesso una peculiarità individuale,espressa nell’amore intellettuale peril Genius loci faentino, quel particola-re modo di fare ceramica in sensoclassico, elegante e innovativo: inquesto senso Antonietta conduce lasua ricerca storica su forme, e stilitradizionali che portano ben prestoalla nascita di una e vera propria bot-tega. Qui accanto a una manifatturadi maioliche di Faenza, che ripercor-re secoli di tradizione locale dall’ar-caico al ‘900, si affianca la realizza-zione di pezzi unici nati dalla creati-vità di un artista. Si ritrova una caldaaccoglienza in questo atelier, anima-to dalla curiosità di una donna cheda 35 anni accoglie, con entusiasmoe voglia di interscambio, le novitàartistiche che si affacciano in questacittà: da studenti come da insegnan-ti, dai suoi collaboratori ad artistigiovani come internazionali.

AntoniettaMazzottiIl segno classico e la mano d’artista

Una fucina di produzione per progett i d’art ista in ceramica

> Antonietta Innocenti

Antonietta nomina artisti e collabora-tori con riconoscenza e stima

“E’importante – dice Antonietta –dare la possibilità soprattutto ai gio-vani, spesso preparati, la possibilitàd’ espressione e di confronto perchéhanno grandi capacità di sintesi e direalizzazione. Senza dubbio, unagenialità creativa da incentivare”.Con questo spirito di apertura, pro-prio come facevano i grandi maestridi bottega, Antonietta segue sia laproduzione della sua manifatturaclassica, che la realizzazione di pezziunici di opere d’arte applicata, valo-rizzando maggiormente la suainventiva e così ritrovare nell’arte unesito nuovo. Ultima novità infine, èl’arrivo in bottega della figlia mag-

giore Viola, curatrice d’arte contem-poranea indipendente, da circa cin-

que anni insieme allamadre per creare un ser-vizio particolare per l’artetout court. Ecco allora cheil laboratorio diventa fuci-na di produzione per pro-getti d’artista in ceramica,curati e seguiti in sensoartigianale o industriale,secondo le esigenze.La Mazzotti difende conpassione l’identità dellebotteghe faentine, la loroimportanza culturale, diaggregazione e di con-fronto, mettendo in evi-denza quanto lavorare inun settore come questo,oggi come negli anni set-tanta, sia un’impresa dif-ficile, perché -“ proporsisolo come artista in sensostretto,spesso non per-mette di sostenere i costidi una produzione cera-

mica e tanto meno un appropriatoguadagno”.Oggi la “Manifattura ArtisticaAntonietta Mazzotti” è una realtàprestigiosa e conosciuta a livellointernazionale per la sua importanzaartistica.“Questo lavoro- conclude Antonietta-per una donna che si deve attenereagli impegni famigliari è sicuramen-te impegnativo ma altamente gratifi-cante. Perché il lavoro creativo è undono che ti accompagna per tutta lavita”.

da quel genius loci che genetica-mente ci appartiene e di cui i cera-misti ancora oggi sono l’espressionevivente. Astorgio Manfredi investivacon un cavalierato chi produceva laFATAINFAENZA, firma che tutti pone-vano sotto i pezzi e che connotavaseveramente la provenienza e lapeculiarità della produzione, non acaso stimata in tutte le cortid’Europa. Se l’aveva capito lui, per-ché oggi che tanto si parla di marke-ting, questa cosa non è compresa?

sarta) e avendo speri-mentato in tempi remo-ti un’in-d i p e n -d e n z ae c o n o -m i c amodestama suffi-c i e n t eper poterscegliere,si convin-se cheanche farceramicalo era, e fud’accordo anche quando a 21 anni ledissi che aprivo bottega e mi com-pravo un forno. Come omaggio alledonne ceramiste, ma per tutti i cera-misti, chiederei all’amministrazionedi battere un colpo … di attivare l’a-gognato, ”ottenuto in tempi di ele-zione”, Assessorato alla Ceramica edi renderlo attivo affidandolo a qual-cuno che emotivamente, storica-mente e culturalmente sappia chesta trattando con il patrimonio difamiglia (Faenza-faìence). Molte cittàinventano storie per darsi un pedi-gree: noi siamo già unici, connotati

Una “condo t t i e ra” d i bo t t egapp

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> Mirta Morigi

MirtaMorigi

Mi piace che almeno il pipinè per l’8marzo si occupi di donne, di mestie-re, di arte in una città di nome faìen-ce e di donne che naturalmente lafaìence la fanno. Perché tantedonne? Colpa di un’economia sottile,che non permetteva grandi guadagnie di conseguenza meno interessanteper il sesso maschile, tradizional-mente vessato dall’idea di mestieri escelte vincenti; un settore economi-co più debole diventa facilmenteun’economia di “genere femminile”e così è stato a Faenza dove comun-que le donne lavorano da generazio-ni e l’emancipazione (che poi vuoldire lavorare e guadagnare) inizia dalontano. Così le donne conduttrici dibottega sono diventate tante eognuna di noi lo fa in un modo diver-so, qualcuna in modo più imprendi-toriale, qualcuna un po’ più addentroalla formula che propose il prof difoggiatira (Tassinari, ad Sata Lusacome me) per rassicurare la miamamma che non mi avesse manda-to nella scuola “sbagliata”: “... a lè inte su’ garage la farà du’ tri cozz, unpo’ ad spoia e di burdel”. Lei, prag-matica come tutti coloro che disopravvivenza se ne intendono, conil mito del “mestiere “ (essendo

> Milena Spadola

Io ce l’ho d’oro... Questo è solo unodei titoli delle tante opere dell’artistaFiorenza Pancino, per le amicheFiore, che da anni realizza con un filoconduttore comune che sono ledonne. Passera aggressiva e passe-ra nobile, tetta in fiore e tetta nellavia lattea, prati fioriti, cibo sapiente-mente plasmato dalle mani diFiorenza che da brava mamma tra-sforma in torte colorate di tanti piani,farfalle e tappeti di rose, corone,mutande da principessa e tovaglieda pic-nic opere uniche ed irripetibi-li che esprimono allegria ma anchedolore e mostrano la vera natura del-l’artista veneta di nascita, ma roma-gnola di adozione.Entrare nella bottega Pancino vuoldire immergersi in un esplosione dicolori ed imperfezioni, vivacità espontaneità, energia positiva e sin-cerità che ti travolge e ti fa compren-dere i veri valori che fanno di un arti-sta un vero artista e di un’ opera unagrande opera, bottega che condivideda un po’ di tempo con Paola Bandini

vivace artista vincitrice del premionazionale per il presepe innovativo.E’ il vissuto delle donne, di coloroche soffrono, di coloro che paganoun prezzo per il rispetto dei principiin cui credono, delle mamme, dellelavoratrici che come Fiorenza si sonofatte dal nulla.Da ragioniera sociopatica a studenteall’Istituto Professionale AlberStenier di Ravenna, da praticante dibottega presso altre professionisteche le hanno insegnato il mestiere enon solo, maestre di vita che hannoformato Fiorenza e le hanno tra-smesso che non bisogna mollare maie che la cosa più importante è esse-re sempre se stessi… ad artista.Negli ultimi anni Fiorenza ha speri-mentato mix con altri materiali: allaceramica ha accostato tessuti di rici-clo, ma anche pregiate stoffe, carta ecartoncini colorati per realizzareopere e preziosi allestimenti ricchi ditensioni e pulsioni che lasciano spaziinfiniti all’espressione della materiache si percepiscono e trapelano in

Io ce l’ho d’oro...Fiorenza Pancino trasporta nelle sue opere l’essenza della femminilità

ogni opera che espone in alcuneGallerie d’arte sparse per l’Italia:Milano, Torino, Montelupo Fiorentinoe in Veneto.Come afferma Fiorenza le cose piùbelle della vita sono apparentementeinutili, ma dietro ad ognuna di questec’è sempre un lungo lavoro interiore,fatto di studio, meditazione, riflessio-ne e disciplina che solo dopo moltotempo l’artista elabora e trasforma inoggetto grazie al lavoro delle propriemani.L’arte è come definisce Fiorenzal’occasione per mostrare veramentequello che si è, un modo per com-battere le proprie sofferenze ed ipropri dolori, per trasformare unpensiero negativo in pensiero positi-vo, per regalare la mondo opere emomenti di leggerezza e di profonderiflessioni.Questo è il secolo delle donne, ditutte le donne e della loro arte…gra-zie!

I nostri serviziNovità CD&DVD musicali, raccolte vinili

ed edizioni per collezionistiFilm VHS e DVD, collane, cofanetti, ed. speciali,

reperibilità fino a fuori catalogo film.Film, fumetti per adulti VHS e DVD

Novità per Bambini, CardsVia Fratelli Rosselli - Faenza - Tel. 0546 32019email: [email protected]

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> Monica Donati

Antiche tecniche e nuove tecnologie: quando il web incontra la ceramica

Per Roberta Padovani, titolare dell’o-monima bottega in via Granarolo175/4 la ceramica, prodotto che hasempre reso famosa Faenza nelmondo, ha bisogno di una costantee accurata promozione perché il pro-dotto ceramico, in tutte le sue appli-cazioni, dall’oggetto d’arte al prodot-to industriale è molto richiesto e hauna propria fascia di acquirenti edestimatori. La scelta di aprire la bot-tega tre anni fa, vicino all’autostrada,all’uscita del casello di Faenza, sipone in questo contesto: se Faenza èFaience in tutto il mondo, la presen-za delle botteghe ceramiche è ilprimo segnale che rappresenta que-sta enorme potenzialità che appar-tiene alla città faentina ed è anchequesto che il turista si aspetta nellacittà delle ceramiche. RobertaPadovani rivela la sua professionalitàsia nel fare ceramica ma anche nelproporla. Il sito web facilita moltissi-mo i contatti ed è uno stimolo a veni-re a vedere di persona i pezzi propo-sti. La clientela va dall’estimatoreche viene dall’estero all’azienda chedesidera esprimere il proprio stiletramite l’arte ceramica e commissio-na pezzi. C’è veramente l’imbarazzodella scelta in questa modernissimae ampia bottega ceramica: qui trova-no un’accurata esposizione e valo-rizzazione sia forme e stili di cerami-ca tradizionale, dal 1300 al 1800(Garofano, Cartoccio, Berettino,

Palmetta, Melograno… si sa, l’elen-co è ancora lungo!) sia pezzi moder-ni, oggetti d’arredo e di design deco-rati con nuovi smalti al selenio, perchi è in cerca di qualcosa di nuovo.Chi entra nella bottega, oltre alla pro-fessionalità di Roberta trova anchetante informazioni che lei mette adisposizione sia personalmente chetramite depliant ai clienti che visita-no la bottega. “La curiosità di chientra in negozio è veramente tanta,

Roberta PadovaniCeramista e imprenditrice

si entra perguardare e poici si appassio-na a questomondo quandosi scopre tuttala lavorazioneche portaall’oggetto fini-to e moltissimisono curiosi divedere il labo-ratorio” conti-nua Roberta…e una guida èsempre graditaper scegliere ecomprenderele caratteristi-che degli stilidella ceramicatradizionale eper conoscere imateriali usatinelle creazioni.

La figlia Alice, 5 decoratrici cerami-ste (Roberta compresa) e 1 torniantecompongono la giovane squadra diquesta bottega. Tradizione, spiritoimprenditoriale e accurata comuni-cazione sono gli ingredienti vincentidi questa ceramista-imprenditriceinnamorata della ceramica.www.robertapadovani.it

Bottega GattiIl riflesso segreto: futuristi per sempre

Marta Servadei prosegue e promuove in tutto il mondo la tradizione della Bottega

famiglia. Nel 1972, alla scomparsadel maestro, la continuità di questafamosa manifattura viene affidata alnipote Dante, che fin dal 1948 avevaaffiancato come allievo lo zio e cheha saputo portare avanti e innovareper oltre cinquanta anni la Bottega diCeramica..Oggi la bottega è diventata un’azien-da fortemente voluta grazie alla par-tecipazione e all’impegno di Marta,figlia di Dante, responsabile del mar-keting e creatrice di alcune collezio-ni, del fratello Davide, direttore arti-stico, e della sorella Laura, respon-sabile del commerciale.“E’ ragionevole, mettere in evidenza- dice Marta- la duttilità rispetto airuoli nella conduzione dell’azienda,confermati dal fatto che vengonomantenuti tradizione e qualità, maanche una grande apertura verso laricerca e i mutamenti in un lavoroche deve soddisfare le richieste deicommittenti, favorendo così l’espor-tazione in campo nazionale e inter-

Il viaggio lavorativo ed imprendito-riale di Marta Servadei inizia circasei anni fa. Il suo nome è legato allafamiglia Gatti, che evoca l’importan-za della ceramica contemporaneafaentina creata nella più storica“Bottega d’Arte Ceramica” dellacittà. Tutto inizia quando RiccardoGatti , nel 1928, fonda presso la pro-pria abitazione di via Pompignoli la“Bottega d’Arte, Ceramica Gatti” cheancora oggi vi ha sede. Scultore eceramista, si avvicina subito alMovimento Futurista con alcuni deiprincipali esponenti dell’avanguardiaartistica di allora. L’artista cura laproduzione dei decori faentini e nerealizza altri da lui ideati. Alla finedegli anni ‘20 mette a punto una tec-nica, ( a riflesso) con cui riveste leceramiche di una policromia dairiflessi metallici, caldi e luminosi,frutto di un virtuosismo metodico e diuna sapienza alchemica, che ancoraoggi vengono prodotti, e di cui la tec-nica è gelosamente custodita dalla

nazionale”.L’intuizione, il talento e l’occhio sem-pre attento del fratello Davide porta-no a realizzazioni di opere moltoconosciute, e da circa vent’anni haripreso la florida partecipazionecreativa con protagonisti dell’artecontemporanea.Le ceramiche oggi create non sonosolo oggetti preziosi, ma veri e propricomplementi di arredo, come con-fermato dalle frequenti collaborazio-ni con aziende che si occupano diarredo ed interni. La forte predispo-sizione alla comunicazione, il talento,la passione e l’indubbia capacità dimanagement, hanno portato Martaad assumersi in prima persona l’o-nere ed il rischio di far conoscere ilmarchio Gatti, ed insieme Faenzacome città delle ceramiche, in tutto ilmondo, ottenendo ottimi riscontri intermini di mercato. Da circa cinqueanni Marta è spesso in viaggio, par-tecipando alle più importanti fiereinternazionali di ceramica, da Parigia Dubai, con importanti riscontrianche dagli Emirati Arabi alla Russia,agli Stati Uniti. Attualmente le operedella “Bottega d’Arte, CeramicaGatti” sono esposte in quarantaquat-tro punti vendita distribuiti in Europa.Da pochi mesi lo storico negozio diPiazza della Libertà è chiuso, ma abreve le raffinate ceramiche sarannoin esposizione un nuovo negozioallestito nella bella e ristrutturata viaPistocchi n° 14. Le ceramiche Gatti,sono oggetti d’arte e di luce che cat-turano lo sguardo dentro uno spec-chio e irradiano emozioni.

> Antonietta Innocenti

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Entrando nella bottega di LauraSilvagni in corso Garibaldi si fa faticaa staccare gli occhidalle splendide cera-miche esposte in pre-ziosi mobili d’epoca.E’ come entrare in unmondo a parte, dovecon un colpo d’occhiosi passa dai dipintifiamminghi, al ‘700francese, a Chagall,passando da SilvestroLega.Piatti che sembranoquadri, evocazioni deifasti delle corti rinasci-mentali, decorazioni preziose comeantichi codici miniati.Laura Silvagni racconta i suoi 30anni di ceramica ‘ Ma non ho ancorafinito di imparare’- aggiunge sorri-dendo.Ceramiche che riprendono capolavo-ri della pittura di tutti i tempi, ma allequali Laura ha sempre voluto impri-mere un tocco personale.Racconta con occhi vivaci della suapassione di partire dalle decorazionidi antichi frammenti di ceramica perpoi dare vita a pezzi originali.‘Il nostro è un lavoro fuori dal tempo– dice – forse è anche per questoche non sono molti i giovani cheseguono questa strada’.Le decorazioni partono dagli ‘spolve-ri’. I disegni vengono riportati su

carta velina, i contorni forati con unago sottilissimo, appoggiati sul

pezzo e cosparsidi polvere di car-bone. In questomodo sulla cera-mica appare latraccia che ildecoratore deveseguire. Un lavoroche richiede gran-de perizia, tempoe ‘mano’. Un ricor-do anche per chiper tanti anni hacurato gli spolveridella bottega,

Giovanni Pretolani attivo fino allabella età di 100 anni. Segno che laceramica mantiene giovani.Vedendo questa piccola bottega,dove il mondo sembra essersi fer-mato, non si può non pensare a cosapotrebbe succedere se un giornoquesto patrimonio di arte e culturadel nostro territorio andasse perduto.Viene in mente l’esempio di Sèvresin Francia, oppure Meissen inGermania, dove la tutela della pre-ziosa produzione delle porcellane èdirettamente nelle mani dello Stato,garante della conservazione e dellatrasmissione alle future generazionidi questo patrimonio d’arte.

Laura SilvagniQuando le eccellenze del territorio silegano in sodalizi e sinergie anche ine-diti nascono nuove opportunità di cre-scita e stimoli per le singole compo-nenti dell’offerta turistica e per l’interosistema locale. Il legame e l’interazionetra creatività artigianale ceramica eculto della buona cucina ci offronosicuramente un punto di vista originaledal quale osservare due elementi cheprimeggiano nel panorama delle pecu-liarità attrattive del nostro territorio.Tutt’altro che banale e scontato è il ten-tativo di portare a braccetto ceramicaed enogastronomia quando si tratta diconiugare aderenza storico artisticacon le tradizioni culinarie che accom-pagnano le diverse epoche attraversa-te dall’arte della maiolica faentina dalmedioevo fino ad oggi. Da alcuni anni,infatti, i ristoratori dell’AssociazioneDEGUSTI propongono, con l’iniziativaCeramica in Tavola, un viaggio allariscoperta di antichi sapori e prodottitipici rivisitati dalla fantasia degli chef eideati grazie all’ispirazione a temi cera-mici come Ghianda o Foglia di Vite, cheben si prestano ad assonanze culinarie,o ai motivi del Compendiario o dellaZaffera a rilievo, che suggeriscono ele-menti enogastronomici del passato ehanno stimolato la ricerca di antichilibri di ricette rinascimentali e medioe-vali da cui trarre spunti per la creazio-ne delle pietanze. E l’atmosfera, consapori, colori e profumi che riportanoalla nostra cultura, è fatta. Ceramica inTavola è una originale rivisitazione delterritorio e delle sue eccellenze, e ciregala ogni estate nel circuito dei risto-ranti un tuffo nella cultura storica, unassaggio della qualità ristorativa e unpezzo artigianale in ceramica da con-servare con cura. Da giugno potreteapprezzare nuovamente questo sodali-zio creativo che arricchisce l’offertaturistica, culturale ed enogastronomicae ci dà la possibilità di riscoprire e rin-novare il nostro rapporto con la maioli-ca. (Roberto Ramina)

P i ù c h e Bo t t e g a , u n a ga l l e r i a d ’ a r t e

> Alessandra Donati

Ceramica in tavola

Oh no! Esclama Simona alla vista diuna scheggia nella ciotola dovegusta la sua insalatona mista duran-te la pausa pranzo quando tento diintervistarla. Naturalmente l’occhioclinico di una restauratrice non puònon cadere sull’imperfezione dellaterraglia per noi insignificante e tol-lerabile.Simona dal ’89, anno in cui terminògli studi alla Scuola d’ Arte T. Minardianni si è sempre occupata di restau-ro di ceramica facendo esperienzada colleghe faentine che conpazienza e umiltà hanno insegnato aSimona l’arte del restauro della cera-mica.La bottega “Restauri Ceramiche” divia S. Martino 2/a ex MULINO DELL’ISO-LA, è aperta dal 1995 e d’allora sonopassati clienti faentini ma anche pro-venienti da Milano, Bari, Gubbio cheaffidano alle meticolose mani diSimona i loro preziosi oggetti o fram-menti di questi.Alcuni pezzi importanti appartenentia collezionisti privati, restaurati dall’abile Simona sono approdati neglianni 1998 e 2000 alla Biennale d’an-tiquariato tenutasi a Faenza, cosìcome apprezzati artisti come Sassi,Rontini e Mingotti hanno chiesto la

Il lavoro di restauro richiede moltotempo, pazienza, conoscenze ed

esperienza e a contral-tare le perpetue crisieconomiche rimangonoi fidati collezionistisempre più pretenziosima che continuano adapprezzare questoimportante ed insosti-tuibile mestiere.Nella città della cerami-ca sono quattro ledonne a farla da padro-

ne, che con le loro botteghe direstauro soddisfano le richieste deiclienti proveniente da ogni parte d’Italia, ma rivendicano la mancanza diconsiderazione e collaborazione conle Istituzioni specifiche le qualihanno al loro interno professionistirestauratori provenienti dalla Scuoladi mosaico di Ravenna, dal Centroper il restauro a Roma o dall’Opificiodelle pietre dure di Firenze.Simona continua con pacatezza eminuziosità a restaurare anticheceramiche ma con un occhio sempreattento rivolto al futuro!

L’altra faccia della medaglia: la preziosa arte del restauro ceramico

Quando i coccisi rompono

> Milena Spadola

collaborazione della restauratriceper assemblare grandi parti delleloro scul-ture.I n c o l l o ,r ipr is t inof o r m a l e ,r ipr is t inop i t t o r i c osono soloalcuni deil a b o r i o s ip a s s a g g idel restau-ro sia esso conservativo o antiqua-riale. Il primo che mette in risalto ilrestauro è il tipo di rifacimento pre-diletto dai musei, mentre quello ditipo antiquariale è quello più apprez-zato dai committenti collezionistiesigenti in quanto nasconde crepe,rifacimenti ed assemblaggi.Simona, come un abile chirurgo,ricostruisce parte dei pezzi mancan-ti facendo uso di colle, che sceglie aseconda del tipo e della pesantezzadi ceramica da incollare, ma ancheresine, gesso e cotto il tutto sceltotra mille difficoltà di reperimento ditali materiali specifici ed accessibiliad alcuni professionisti, come i den-tisti.

Via XX Settembre 25, Faenza (Ra) - Apertura Nuova Sede in Viale delle Ceramichewww.immgest.com - [email protected]

sponsor del libro “Marco Pantani, mito e tragedia”

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Sul viale Baccarini si erge la fabbricadell’ex-convento di S. Maglorio cheaccoglie oggi il Museo Internazionaledelle Ceramiche (fondato nel 1908da Gaetano Ballardini). Disposti sudue piani con innesti a livelli diversi,i percorsi sii n t r e c c i a n orazionalmentetracciando unarete di oggettidi straordinariafattura: dallemaioliche isto-riate delRinascimentoItaliano chehanno decoratomense e ban-chetti, allaceramica pre-c o l o m b i a n a ,dalle meravi-glie delle mani-fatture sette-centesche ita-liane, allo stuolo di opere del secoloappena trascorso, qual novecentopieno di eclettismi e di innovazioniche ha visto rompere la tradizioneesclusiva della ceramica d’uso eavviare con sempre maggiore dina-mismo il puro linguaggio artistico,libero ormai da forme e stilemi deco-rativi secolari. La ceramica nelle suevarie declinazioni tecniche e tecnolo-giche – gres, semigres, raku ecc. - èdiventata dal dopoguerra materia dipossesso del più spericolato speri-mentalismo, librata fra pittura escultura nell’ impronta di grandimaestri: Picasso, Roualt, Matisse,Lèger, Chagall per parlaredell’Europa di ieri; Fontana, Melotti,

Il Museo Internazionaledelle Ceramiche

Il Museo, 100 anni nel 2008, raccoglie opere dei più grandi artisti mondiali

> Francesco Tassi

Leoncillo, Valentini, Burri, Ontani perla grande scuola di casa nostra pas-sando dai faentini di eccellenza diprimo e secondo periodo - Calzi,Baccarini, Nonni, Bucci, Melandri,Biancini, Leoni, Matteucci – le pre-

senze sono tante el’elenco non silimita a questinomi. 35000 operedi tutte le dimen-sioni, esposte o indeposito visibile:un patrimoniounico nel panora-ma mondiale delsettore perchéaccumulato in unluogo solo.Inoltre il museoconta 60000 titolinella bibliotecaspecialistica, labo-ratori di restauroattrezzati, un set-tore educativo di

prestigio impegnato sull’oramaifamoso metodo di Bruno Munari(Giocare con l’Arte): la struttura nonè solo ricca e articolata, ma dotata ditutti i servizi invidiabili ad un museo.L’architettura che lo connota, moder-nissima, é un omaggio alla luce chepenetra dalle pareti vetrate consen-tendo quella lettura diretta quasi enplain air degli oggetti. L’intera struttu-ra è sana e creativa, ancora conpotenzialità inespresse. Nel 2008corre il centenario della nascita: lasfida, sempre aperta, è quella di lan-ciare il museo nel futuro approfittan-do di una giovinezza lunga un secolo.

Decoratrice nella Bottega GattiMIC - Esposizione del progetto europeo

“People and Pottery” 10 marzo - 29 aprile

Le scuoledella ceramicaIstituto BallardiniNel 1916, Gaetano Ballardini, dopo averfondato nel 1908 il MIC, decise di istituireuna Scuola d'Arte. Museo e Scuola dove-vano costituire un centro di cultura che,dalle ricerche storico-conservative e dallaformazione di operatori esperti nell’arte enella tecnologia ceramica, potesse trarreslancio per lo sviluppo ed il rinnovamentodella produzione ceramica artigianale eindustriale. L’azione didattica della scuolasi orientò subito all’insegnamento dell’ar-te e della tecnologia ceramica, a cui siaggiunsero nel 1960 il restauro dellaceramica e nel 1962 il disegno industria-le. All’Istituto Ballardini vengono insegna-te e sperimentate tutte le tecniche relativealla lavorazione ceramica come la foggia-tura alla ruota, la stampatura, la serigrafia,il decoro tradizionale e quello seriale, illustro, il Raku, applicati a materiali comela maiolica, i refrattari, le terraglie, il grès,la porcellana.

ISIAL'Istituto Superiore per le IndustrieArtistiche (ISIA) di Faenza è un Istitutodello Stato, appartenente al sistemadell'Alta Formazione Artistica e Musicale.L'ISIA di Faenza, come gli altri tre Istitutidello stesso tipo esistenti in Italia (consedi a Firenze, Roma e Urbino), è finaliz-zato al design di prodotto e al design dellacomunicazione.Fondato nel 1980 con lo scopo originariodi completare gli studi orientati al settoreceramico con una formazione di tipoavanzato, l'Istituto ha da tempo allargatola sua sfera d'azione a tutta la complessaarea del Design e della Comunicazione. E'stato mantenuto un riferimento particola-re sia alla ricerca formale e sia alla ricer-ca tecnologica avanzata in collegamentocon l'ambito produttivo ceramico e la tra-dizione culturale della città di Faenza.

Scritto a otto mani da esperte di ceramica, il libro èun fondamentale manuale per un primo approccioalla materia e allo stesso tempo costituisce un stru-mento utile per coloro che intendono procedere nel-l’approfondimento della materia.Fiocco - Gherardi - Morganti - Vitali:Storia dell’arte ceramicaZanichelli - Prima edizione 1986

(a cura di Siro Lusa)

Le altre ceramisteLe ceramiste presentate in questo numero sono,per forza di cose, solo una piccola parte del mondodella ceramica al femminile nella nostra città.Vogliamo qui di seguito citare anche tutte le altreche, per motivi di spazio, non abbiamo potuto inse-rire nelle pagine precedenti:Stadio Ceramico Franca Navarra, CeramicheGeminiani di Silvana Geminiani, Maestro MaiolicariFaentini di Lea Emiliani, Melandri Marinella,Ceramiche Artistiche Vignoli, Studio Erreti di TavantiKatia, Ricciardelli Liliana, Le Terre di Faenza di MihoOkai, Ceramiche d'arte Lega Carla, CeramicheMonica Ortelli, Ceramica Monti di Monti Vittoria,Giordano di Antonellini Edda, Ceramiche artistichedi Bacchini Marianna, Arte e RakuVassura Susanna, Fos Ceramiche di Mazzotti PierPaolo e Iannou Andri, Pico Faenza di D. Piancastellie Giovanna Compagnoni, L'Odissea di MorenaMoretti e Daniele Del Fagio.

Ceramicain libreria

Un prezioso suggerimento per chi volesse approfondire la materia

OPENSTUDIOFAENZA2007in concomitanza con il ConcorsoInternazionale della Ceramica d’Artedal 13 al 16 giugno 2007per ulteriori informazioniwww.openstudiofaenza.it

2-3 luglio 2007L’ORO DEL VASAIOMONDIAL TORNIANTIGara tra i migliori ceramisti torniantiprovenienti da tutto il mondoPiazza NenniOrganizzazione a cura di EnteCeramica Faenza (tel.0546-21355)

Appuntamentidella ceramica nel 2007

Faenza, capitale mondiale della ceramica artistica, ospita importanti avvenimentipp

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Le donnee la ceramica di FaenzaCome scrive nel suo volume THE-SAURUS la Dr.ssa Carmen RavanelliGuidotti – Conservatore del MIC inFaenza –, nel periodo di transizionetra il ‘400 ed il ‘500 “era considerataun’usanza gentile del Rinascimentoquella di effigiare il volto della perso-na amata sul vasellame: ne nacque ilgenere detto amatorio”. Ecco perchéle donne hanno avuto ed hanno unruolo importante nella ceramica diFaenza:prima come muse ispiratricied oggi come imprenditrici dinami-che.Infatti, delle 60 botteghe esistenti,ben 30 sono rette o dirette da cera-miste. L’Ente Ceramica Faenza,secondo lo Statuto Sociale, promuo-ve la ceramica faentina ed è onoratodi avere all’interno del suo ConsiglioDirettivo due Socie che, attivamente,partecipano ed indirizzano la vitadell’Ente stesso.Ringrazio Paolo Bandini dell’EnteCeramica Faenza per la preziosa col-laborazione. (Francesco Tassi)

Lea dei MaestriMaiolicari Faentini

MUSEO INTERNAZIONALEDELLE CERAMICHE IN FAENZADal 15 giugno al 30 settembreI MAESTRI DEL CONCORSOINTERNAZIONALE DELLA CERAMICAD’ARTE CONTEMPORANEADal 15 giugno al agosto55° CONCORSO INTERNAZIONALEDELLA CERAMICA D’ARTE CON-TEMPORANEA

Per altre informazioni:www.prolocofaenza.itwww.comune.faenza.ra.it

L’appuntamento del meseIn collaborazione con: Assessorato Cultura e Politiche Giovanili Comune di Faenza e con Informagiovani Faenza

Tradizionale festa del "tortello",organizzata dal COMITATO DI S.LAZ-ZARO di cui il Rione Bianco fa parte.Si svolge in Corso Europa e presso levie limitrofe. Durante tutto l'arcodella giornata sono effettuati spetta-coli, sfilate allegoriche, giochi perbambini, gimcane e stand gastrono-mici.Dalle ore 18,00 nel Chiostro dellaCommenda polenta con varietà disughi.

Prossima edizioneCastel raniero

11-12-13 maggio 2007Bando di partecipazione

e informazioni:www.musicanelleaie.org

FFAAEENNZZAA RROOCCKKNuova Edizione

Aprile/Giugno 2006

Domenica 25 marzoCorso Europa e zone limitrofe

IL LIBRETTOMOSSO DEL MEI

100 ANNI DI SPORTA FAENZA

MARCO PANTANImito e tragedia

Appuntamentidella ceramica nel 2007

S. Lazzaro in Borgo

Dal 2 a 9 aprilesconto del 10% presso la Libreria Incontro(Corso Saffi, Faenza)sull’acquisto di uno di questi volumi

LA RICETTA DEL TORTELLOLa sera precedente alla preparazionedei Tortelli mettere a bagno in acquatiepida 300 grammi di castagne sec-che. Il giorno dopo lessarle e passar-le al setaccio. In una terrina mesco-lare le castagne con 150 grammi dizucchero e la scorza grattugiata dimezzo limone e amalgamare con lasapa fino a ottenere un impasto mor-bido. Preparare poi una sfoglia con300 grammi di farina impastata con2 uova, 100 grammi di zucchero e

qualche cucchiaio di vino biancosecco. Stenderla sottilmente e conl'aiuto di un bicchiere ricavarne deidischi di 7-8 centimetri di diametro:porre al centro dei dischi un cuc-chiaino di ripieno e ripiegarli a formadi mezzaluna. I tortelli dolci vannocotti in forno ben caldo per circamezz'ora su una piastra imburrata.Potete servirli dopo averli spolveriz-zati con dello zucchero, sia caldi chefreddi, oppure inzuppati nella sapa,come si usa per tradizione.

i libri di pipinè Info: www.pipine.info

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COSTRUIAMO IL TUO FUTUROUffici: Viale Baccarini, 29/8 Sede: Via Mattarello, 2 - FAENZA

Tel. e Fax 0546 681885

CERCA PPNÈPRESSO: le principali edicolefaentine, i più impor-tanti luoghi di ritrovo epresso gli inserzionistipresenti in questonumero.

Per gli articoli,lettere, informa-zioni, inserzioni,eventi e pubbli-cità telefonare:Tel. 0546.24647Cell. 349.4461825E-mail: [email protected]

Dir. Resp.: Giordano [email protected] -Suppl. al n. 88 de Il Grillo in Tasca, reg. al Tribunale di Ravenna


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