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Comunicato stampa TUMORI: “I DISTURBI GASTRO-INTESTINALI COLPISCONO IL 96% DEI PAZIENTI MA SOLO UNO SU QUATTRO CHIEDE ASSISTENZA ALL’ONCOLOGO”

Roma, 25 Novembre 2015

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25-11-2015

http://www.ansa.it/saluteebenessere/notizie/rubriche/medicina/2015/11/25/tumoribatteri-buoni-e-dieta-mediterranea-per-combatterli_369e974a-227b-475c-af86-eabeda207f83.html

Tumori, 'batteri buoni' e dieta mediterranea per combatterli Oncologi, obiettivo buona qualità di vita durante e dopo cure

La dieta mediterranea e gli ancora poco noti probiotici - microrganismi vivi che, somministrati in

quantità adeguate, apportano benefici alla salute - si rivelano alleati preziosi per prevenire il cancro ma

anche per gestire meglio la malattia oncologica e alleviare gli effetti collaterali delle terapie. E' il

messaggio degli oncologi in occasione del convegno promosso dalla Fondazione 'Insieme contro il

Cancro' sulla qualità di vita durante le cure. I disturbi gastro-intestinali, ad esempio, colpiscono il 96%

dei pazienti ma solo 1 su 4 chiede assistenza all'oncologo: diarrea, nausea, vomito o perdita dell'appetito

sono infatti alcuni degli effetti collaterali legati alle terapie. Ma i probiotici, che sono ad esempio

presenti in olio di oliva mandorle e frutta secca, afferma Francesco Cognetti, presidente della

Fondazione, ''possono ridurre la gravità e la frequenza dei disturbi all'apparato gastro-intestinale

provocati da farmaci chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche. Ma il livello di

conoscenza e di utilizzo dei 'batteri amici' in oncologia è ancora scarso. Sono consigliati infatti solo al

29% dei pazienti e il 70% di loro non sa che possono alleviare la diarrea o i disturbi intestinali. E'

necessario quindi aumentare il livello di informazione''. Oggi, il numero degli italiani che vivono dopo

una diagnosi di neoplasia ''aumenta del 3% ogni anno - aggiunge - e si tratta ormai di patologie non solo

curabili ma in molti casi anche guaribili; quindi, le esigenze dei malati sono cambiate e dobbiamo

riuscire a garantire una buona qualità di vita sia durante che dopo le terapie''. E un aiuto arriva anche

dalla Dieta Mediterranea che, afferma l'epidemiologo Maurizio Montella dell'Istituto Pascale di Napoli,

''potenzia l'attività dei farmaci ed ha fatto registrare fino al +10% in termini di sopravvivenza, ma

naturalmente molto dipende dal tipo di neoplasia e dalle condizioni generali''. Il consiglio ai pazienti è

dunque quello di portare a tavola i piatti della dieta mediterranea, che si rivela una 'potente' alleata

contro il cancro: frutta, verdura, pesce, fibre non devono mai mancare, insieme a corretti stili di vita

rinunciando ad alcol e fumo e praticando sport. Tutte attività, concludono gli esperti, ''che consentono di

giocare d'anticipo sul cancro, ma anche di affrontare la malattia o conviverci con più serenità''.

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http://www.agi.it/research-e-sviluppo/notizie/tumori_solo_24_pazienti_chiede_aiuto_contro_disturbi_collaterali-201511251225-eco-rt10061

Tumori: solo 24% pazienti chiede aiuto contro disturbi collaterali

Roma, 25 nov. - Diarrea, nausea, vomito, perdita dell'appetito interessano il 96 per cento dei pazienti

oncologici italiani. Sono solo alcuni degli effetti collaterali piU' frequenti provocati dalle cure. Ma appena

il 24 per cento dei malati chiede aiuto all'oncologo per alleviare questi problemi. Sono questi alcuni dati

emersi da un sondaggio condotto su oltre 400 italiani colpiti da tumore, presentati a Roma al ministero

Salute, nel convegno nazionale "Qualita' di vita del Paziente Oncologico: Alimentazione e Nuove

Terapie" organizzato dalla Fondazione Insieme contro il Cancro.

Dai risultati e' emerso che il 43 per cento dei pazienti si arrangia da solo e non domanda consiglio a

nessun specialista.

E uno su quattro invece preferisce rivolgersi ad un conoscente o familiare. "Il numero degli italiani che

vivono dopo una diagnosi di neoplasia aumenta del 3 per cento ogni anno", ha detto Francesco

Cognetti, presidente di "Insieme contro il Cancro". "Si tratta ormai di patologie non solo curabili - ha

continuato - ma in molti casi anche guaribili e quindi le esigenze dei malati sono radicalmente cambiate

negli ultimi decenni. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualita' di vita sia durante che dopo le

terapie e limitare il piu' possibile gli effetti collaterali". Grazie alla ricerca sono emersi nuovi rimedi. I

probiotici rappresentano un valido supporto perche', secondo gli esperti, possono ridurre la gravita' e la

frequenza dei disturbi al'apparato gastro-intestinale provocati da farmaci chemioterapici, trattamenti

radiologici e terapie biologiche. Ma il livello di conoscenza e di utilizzo dei "batteri amici" in oncologia e'

ancora scarso. "Sono consigliati infatti solo al 29 per cento dei pazienti e il 70 per cento di loro non sa

che possono alleviare la diarrea o i disturbi intestinali", ha detto Cognetti. "E' necessario quindi

aumentare il livello di informazione e consapevolezza sia dei pazienti che dei clinici sull'uso di questi

prodotti", ha aggiunto. Dall'Istituto Tumori Regina Elena di Roma e' partito il primo studio clinico tutto

italiano sulle nuove possibilita' offerte dai probiotici per la gestione dei disturbi gastro-enterici indotti

dalle cure anti-cancro.

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http://www.agenparl.com/torino-tumori-i-disturbi-gastro-intestinali-colpiscono-il-96-dei-pazienti/

Torino, Tumori: I disturbi gastro-intestinali colpiscono il 96% dei pazienti

Diarrea, nausea, vomito o perdita dell’appetito sono alcuni degli effetti collaterali legati alle terapie anti-cancro. Il prof. Francesco Cognetti: “I probiotici possono alleviare le sofferenze dei malati e migliorare l’aderenza ai trattamenti. In Italia il livello di conoscenza e uso di questi prodotti è ancora scarso”

Roma, 25 novembre 2015 – Diarrea, nausea, vomito, perdita dell’appetito interessano il 96% dei pazienti oncologici italiani. Sono solo alcuni degli effetti collaterali più frequenti provocati dalle cure. Ma appena il 24% dei malati chiede aiuto all’oncologo per alleviare questi problemi. Il 43% si arrangia da solo e non domanda consiglio a nessun specialista. E uno su quattro invece preferisce rivolgersi ad un conoscente o familiare. Sono questi alcuni dati emersi da un sondaggio condotto su oltre 400 italiani colpiti da tumore. I risultati sono presentati nel convegno nazionale Qualità di vita del Paziente Oncologico: Alimentazione e Nuove Terapie organizzato dalla Fondazione Insiem e contro il Cancro. L’evento si svolge oggi a Roma presso l’Auditorium del Ministero della Salute. “Il numero degli italiani che vivono dopo una diagnosi di neoplasia aumenta del 3% ogni anno – afferma il prof. Francesco Cognetti presidente di ‘Insieme contro il Cancro’ -. Si tratta ormai di patologie non solo curabili ma in molti casi anche guaribili e quindi le esigenze dei malati sono radicalmente cambiate negli ultimi decenni. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita sia durante che dopo le terapie e limitare il più possibile gli effetti collaterali. Grazie alla ricerca sono emersi nuovi rimedi. I probiotici rappresentano un valido supporto perché possono ridurre la gravità e la frequenza dei disturbi all’apparato gastro-intestinale provocati da farmaci chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche. Ma il livello di conoscenza e di utilizzo dei “batteri amici” in oncologia è ancora scarso. Sono consigliati infatti solo al 29% dei pazienti e il 70% di loro non sa che possono alleviare la diarrea o i disturbi intestinali – aggiunge Cognetti -. E’ necessario quindi aumentare il livello di informazione e consapevolezza sia dei pazienti che dei clinici sull’uso di questi prodotti”. Dall’Istituto Tumori Regina Elena di Roma è partito il primo studio clinico tutto italiano sulle nuove possibilità offerte dai probiotici per la gestione dei disturbi gastro-enterici indotti dalle cure anti-cancro. Al convegno di Roma viene presentato anche un sondaggio svolto su oltre 540 oncologi italiani. Per il 67% dei clinici i problemi gastro-intestinali influenzano negativamente l’adesione del malato ai trattamenti. “Migliorare la vita di un paziente significa favorire concretamente le possibilità di guarigione – sottolinea il prof. Giorgio Scagliotti Direttore del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino -. Anche chi è sottoposto alle cure deve però fare la sua parte e quindi seguire una dieta equilibrata, bere almeno due litri di acqua al giorno, rinunciare ad alcol e fumo, effettuare controlli periodici. Sono tutte attività che consentono di giocare d’anticipo sul cancro ma anche di affrontare la patologia o conviverci con maggior serenità”.

All’Auditorium del Ministero della Salute ampio spazio è dedicato all’immunoterapia, la nuova frontiera nella lotta contro il cancro. “Ha dimostrato risultati sorprendenti contro neoplasie molto aggressive come il melanoma metastatico o il carcinoma polmonare – prosegue il prof. Cognetti -. Presenta delle controindicazioni gasto-intestinali diverse rispetto a quelle dei tradizionali chemioterapici. I sintomi tipici come

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infiammazioni temporanee o diarrea sono provocati non dalla tossicità diretta dei farmaci, ma dall’iperattivazione del sistema di difesa del nostro organismo. Anche in questo caso alcuni ceppi di probiotici sono in grado di contrastare i disturbi. Non solo. Possono anche rafforzare le risposte immunitarie dei malati sottoposti all’immunoterapia. La prossima sfida sarà comprendere i meccanismi alla base di questi effetti benefici e capire quali ceppi di probiotici sono utili per il singolo caso”. “Le cure oncologiche sono sempre meno invasive ciò nonostante otto pazienti su dieci lamentano ancora effetti collaterali – sostiene Elisabetta Iannelli segretario della Fondazione Insieme contro il Cancro -. Vomito, nausea o diarrea condizionano le abitudini alimentari e limitano molte attività quotidiane. Se non sono gestite nel modo corretto possono avere conseguenze negative anche sulla condizione di salute generale. Solo il 30% dei malati conosce le proprietà benefiche dei probiotici per la difesa dell’integrità della barriera intestinale e l’equilibrio della microflora durante le terapie. C’è bisogno dunque di maggiore dialogo tra personale sanitario, pazienti e familiari su come affrontare questi disturbi”. “Il 52% dei pazienti ha ricevuto informazioni sul tipo di dieta da seguire durante le cure – aggiunge il prof. Cognetti -. Molti dei nostri assistiti vogliono sapere cosa possono mangiare e se la loro nutrizione possa interferire con i farmaci che stanno assumendo. L’alimentazione può essere importante per contrastare i problemi gastro-intestinali come vomito e nausea. Ma le terapie possono portare ad altri effetti collaterali come depressione, osteoporosi, disfunzioni genito-urinari e sessuali o contro-indicazioni cardiovascolari. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita ad una persona che sta già affrontando una sfida difficile come un tumore”. “Oltre tre milioni di italiani vivono con una precedente diagnosi di neoplasia – conclude il prof. PierFranco Conte Coordinatore della Rete Oncologica Veneta -. La cronicizzazione del patologia rappresenta un grande successo ma al tempo stesso una sfida per l’intera collettività. Per assicurare le nuove terapie e garantire la sostenibilità del sistema sanitario nazionale bisogna attivare nuovi percorsi diagnostico-terapeutici che mettano al centro le necessità del paziente. Dovranno però essere condivisi e applicati a livello nazionale e non riguardare solo i trattamenti medico-oncologici ma prevedere inoltre una revisione complessiva dei metodi di individuazione e cura dei tumori. Da questa azione può arrivare una maggiore razionalizzazione della spese e anche un più diffuso e tempestivo accesso ai farmaci realmente utili e innovativi”.

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http://gossip.libero.it/focus/34206459/tumori-solo-24-pazienti-chiede-aiuto-contro-disturbi-collaterali/disturbi-tumori/?type=

Tumori: solo 24% pazienti chiede aiuto contro disturbi collaterali

Roma, 25 nov. - Diarrea, nausea, vomito, perdita dell'appetito interessano il 96 per cento dei pazienti oncologici italiani. Sono solo alcuni degli effetti collaterali piU' frequenti provocati dalle cure. Ma appena il 24 per cento dei malati chiede aiuto all'oncologo per alleviare questi problemi. Sono questi alcuni dati emersi da un sondaggio condotto su oltre 400 italiani colpiti da tumore, presentati a Roma al ministero Salute, nel convegno nazionale "Qualita' di vita del Paziente Oncologico: Alimentazione e Nuove Terapie" organizzato dalla Fondazione Insieme contro il Cancro. Dai risultati e' emerso che il 43 per cento dei pazienti si arrangia da solo e non domanda consiglio a nessun specialista. E uno su quattro invece preferisce rivolgersi ad un conoscente o familiare. "Il numero degli italiani che vivono dopo una diagnosi di neoplasia aumenta del 3 per cento ogni anno", ha detto Francesco Cognetti, presidente di "Insieme contro il Cancro". "Si tratta ormai di patologie non solo curabili - ha continuato - ma in molti casi anche guaribili e quindi le esigenze dei malati sono radicalmente cambiate negli ultimi decenni. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualita' di vita sia durante che dopo le terapie e limitare il piu' possibile gli effetti collaterali". Grazie alla ricerca sono emersi nuovi rimedi. I probiotici rappresentano un valido supporto perche', secondo gli esperti, possono ridurre la gravita' e la frequenza dei disturbi al'apparato gastro-intestinale provocati da farmaci chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche. Ma il livello di conoscenza e di utilizzo dei "batteri amici" in oncologia e' ancora scarso. "Sono consigliati infatti solo al 29 per cento dei pazienti e il 70 per cento di loro non sa che possono alleviare la diarrea o i disturbi intestinali", ha detto Cognetti. "E' necessario quindi aumentare il livello di informazione e consapevolezza sia dei pazienti che dei clinici sull'uso di questi prodotti", ha aggiunto. Dall'Istituto Tumori Regina Elena di Roma e' partito il primo studio clinico tutto italiano sulle nuove possibilita' offerte dai probiotici per la gestione dei disturbi gastro-enterici indotti dalle cure anti-cancro.

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http://www.le-ultime-notizie.eu/articulo/tumori-solo-24-pazienti-chiede-aiuto-contro-disturbi-collaterali/1505770

Tumori: solo 24% pazienti chiede aiuto contro disturbi collaterali Roma, 25 nov. - Diarrea, nausea, vomito, perdita dell'appetito interessano il 96 per cento dei pazienti oncologici italiani. Sono solo alcuni degli effetti collaterali piU' frequenti provocati dalle cure. Ma appena il 24 per cento dei malati chiede aiuto all'oncologo per alleviare questi problemi. Sono questi alcuni dati emersi da un sondaggio condotto su oltre 400 italiani colpiti da tumore, presentati a Roma al ministero Salute, nel convegno nazionale "Qualita' di vita del Paziente Oncologico: Alimentazione e Nuove Terapie" organizzato dalla Fondazione Insieme contro il Cancro. Dai risultati e' emerso che il 43 per cento dei pazienti si arrangia da solo e non domanda consiglio a nessun specialista. E uno su quattro invece preferisce rivolgersi ad un conoscente o familiare. "Il numero degli italiani che vivono dopo una diagnosi di neoplasia aumenta del 3 per cento ogni anno", ha detto Francesco Cognetti, presidente di "Insieme contro il Cancro". "Si tratta ormai di patologie non solo curabili - ha continuato - ma in molti casi anche guaribili e quindi le esigenze dei malati sono radicalmente cambiate negli ultimi decenni. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualita' di vita sia durante che dopo le terapie e limitare il piu' possibile gli effetti collaterali". Grazie alla ricerca sono emersi nuovi rimedi. I probiotici rappresentano un valido supporto perche', secondo gli esperti, possono ridurre la gravita' e la frequenza dei disturbi al'apparato gastro-intestinale provocati da farmaci chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche. Ma il livello di conoscenza e di utilizzo dei "batteri amici" in oncologia e' ancora scarso. "Sono consigliati infatti solo al 29 per cento dei pazienti e il 70 per cento di loro non sa che possono alleviare la diarrea o i disturbi intestinali", ha detto Cognetti. "E' necessario quindi aumentare il livello di informazione e consapevolezza sia dei pazienti che dei clinici sull'uso di questi prodotti", ha aggiunto. Dall'Istituto Tumori Regina Elena di Roma e' partito il primo studio clinico tutto italiano sulle nuove possibilita' offerte dai probiotici per la gestione dei disturbi gastro-enterici indotti dalle cure anti-cancro.

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TUMORI: “I DISTURBI GASTRO-INTESTINALI COLPISCONO IL 96% DEI PAZIENTI. MA SOLO UNO SU QUATTRO CHIEDE ASSISTENZA ALL’ONCOLOGO” Roma, 25 novembre 2015 – Diarrea, nausea, vomito o perdita dell’appetito sono alcuni degli effetti collaterali legati alle terapie anti-cancro. Il prof. Francesco Cognetti: “I probiotici possono alleviare le sofferenze dei malati e migliorare l’aderenza ai trattamenti. In Italia il livello di conoscenza e uso di questi prodotti è ancora scarso” Diarrea, nausea, vomito, perdita dell’appetito interessano il 96% dei pazienti oncologici italiani. Sono solo alcuni degli effetti collaterali più

frequenti provocati dalle cure. Ma appena il 24% dei malati chiede aiuto all’oncologo per alleviare questi problemi. Il 43% si arrangia da solo

e non domanda consiglio a nessun specialista. E uno su quattro invece preferisce rivolgersi ad un conoscente o familiare. Sono questi alcuni

dati emersi da un sondaggio condotto su oltre 400 italiani colpiti da tumore. I risultati sono presentati nel convegno nazionale Qualità di vita

del Paziente Oncologico: Alimentazione e Nuove Terapie organizzato dalla Fondazione Insieme contro il Cancro. L’evento si svolge oggi a

Roma presso l’Auditorium del Ministero della Salute. “Il numero degli italiani che vivono dopo una diagnosi di neoplasia aumenta del 3%

ogni anno - afferma il prof. Francesco Cognetti presidente di ‘Insieme contro il Cancro’ -. Si tratta ormai di patologie non solo curabili ma in

molti casi anche guaribili e quindi le esigenze dei malati sono radicalmente cambiate negli ultimi decenni. Dobbiamo riuscire a garantire una

buona qualità di vita sia durante che dopo le terapie e limitare il più possibile gli effetti collaterali. Grazie alla ricerca sono emersi nuovi

rimedi. I probiotici rappresentano un valido supporto perché possono ridurre la gravità e la frequenza dei disturbi all’apparato gastro-

intestinale provocati da farmaci chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche. Ma il livello di conoscenza e di utilizzo dei

“batteri amici” in oncologia è ancora scarso. Sono consigliati infatti solo al 29% dei pazienti e il 70% di loro non sa che possono alleviare la

diarrea o i disturbi intestinali - aggiunge Cognetti -. E’ necessario quindi aumentare il livello di informazione e consapevolezza sia dei

pazienti che dei clinici sull’uso di questi prodotti”. Dall’Istituto Tumori Regina Elena di Roma è partito il primo studio clinico tutto italiano

sulle nuove possibilità offerte dai probiotici per la gestione dei disturbi gastro-enterici indotti dalle cure anti-cancro. Al convegno di Roma

viene presentato anche un sondaggio svolto su oltre 540 oncologi italiani. Per il 67% dei clinici i problemi gastro-intestinali influenzano

negativamente l’adesione del malato ai trattamenti. “Migliorare la vita di un paziente significa favorire concretamente le possibilità di

guarigione - sottolinea il prof. Giorgio Scagliotti Direttore del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino -. Anche chi è sottoposto

alle cure deve però fare la sua parte e quindi seguire una dieta equilibrata, bere almeno due litri di acqua al giorno, rinunciare ad alcol e fumo,

effettuare controlli periodici. Sono tutte attività che consentono di giocare d’anticipo sul cancro ma anche di affrontare la patologia o

conviverci con maggior serenità”.

All’Auditorium del Ministero della Salute ampio spazio è dedicato all’immunoterapia, la nuova frontiera nella lotta contro il cancro. “Ha

dimostrato risultati sorprendenti contro neoplasie molto aggressive come il melanoma metastatico o il carcinoma polmonare - prosegue il

prof. Cognetti -. Presenta delle controindicazioni gasto-intestinali diverse rispetto a quelle dei tradizionali chemioterapici. I sintomi tipici

come infiammazioni temporanee o diarrea sono provocati non dalla tossicità diretta dei farmaci, ma dall’iperattivazione del sistema di difesa

del nostro organismo. Anche in questo caso alcuni ceppi di probiotici sono in grado di contrastare i disturbi. Non solo. Possono anche

rafforzare le risposte immunitarie dei malati sottoposti all’immunoterapia. La prossima sfida sarà comprendere i meccanismi alla base di

questi effetti benefici e capire quali ceppi di probiotici sono utili per il singolo caso”. “Le cure oncologiche sono sempre meno invasive ciò

nonostante otto pazienti su dieci lamentano ancora effetti collaterali - sostiene Elisabetta Iannelli segretario della Fondazione Insieme contro

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il Cancro -. Vomito, nausea o diarrea condizionano le abitudini alimentari e limitano molte attività quotidiane. Se non sono gestite nel modo

corretto possono avere conseguenze negative anche sulla condizione di salute generale. Solo il 30% dei malati conosce le proprietà benefiche

dei probiotici per la difesa dell’integrità della barriera intestinale e l'equilibrio della microflora durante le terapie. C’è bisogno dunque di

maggiore dialogo tra personale sanitario, pazienti e familiari su come affrontare questi disturbi”. “Il 52% dei pazienti ha ricevuto

informazioni sul tipo di dieta da seguire durante le cure - aggiunge il prof. Cognetti -. Molti dei nostri assistiti vogliono sapere cosa possono

mangiare e se la loro nutrizione possa interferire con i farmaci che stanno assumendo. L’alimentazione può essere importante per contrastare i

problemi gastro-intestinali come vomito e nausea. Ma le terapie possono portare ad altri effetti collaterali come depressione, osteoporosi,

disfunzioni genito-urinari e sessuali o contro-indicazioni cardiovascolari. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita ad una

persona che sta già affrontando una sfida difficile come un tumore”. “Oltre tre milioni di italiani vivono con una precedente diagnosi di

neoplasia - conclude il prof. PierFranco Conte Coordinatore della Rete Oncologica Veneta -. La cronicizzazione del patologia rappresenta un

grande successo ma al tempo stesso una sfida per l’intera collettività. Per assicurare le nuove terapie e garantire la sostenibilità del sistema

sanitario nazionale bisogna attivare nuovi percorsi diagnostico-terapeutici che mettano al centro le necessità del paziente. Dovranno però

essere condivisi e applicati a livello nazionale e non riguardare solo i trattamenti medico-oncologici ma prevedere inoltre una revisione

complessiva dei metodi di individuazione e cura dei tumori. Da questa azione può arrivare una maggiore razionalizzazione della spese e

anche un più diffuso e tempestivo accesso ai farmaci realmente utili e innovativi”.

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http://www.ilritrattodellasalute.org/

TUMORI: “I DISTURBI GASTRO-INTESTINALI COLPISCONO IL 96% DEI PAZIENTI” Roma, 25 novembre 2015 – Diarrea, nausea, vomito, perdita dell’appetito interessano il 96% dei pazienti oncologici italiani. Sono solo alcuni degli effetti collaterali più frequenti provocati dalle cure. Ma appena il 24% dei malati chiede aiuto all’oncologo per alleviare questi problemi. Il 43% si arrangia da solo e non domanda consiglio a nessun specialista. E uno su quattro invece preferisce rivolgersi ad un conoscente o familiare. Sono questi alcuni dati emersi da un sondaggio condotto su oltre 400 italiani colpiti da tumore. I risultati sono presentati nel convegno nazionale Qualità di vita del Paziente Oncologico: Alimentazione e Nuove Terapie organizzato dalla Fondazione Insieme contro il Cancro. L’evento si svolge oggi a Roma presso l’Auditorium del Ministero della Salute. “Il numero degli italiani che vivono dopo una diagnosi di neoplasia aumenta del 3% ogni anno - afferma il prof. Francesco Cognetti presidente di ‘Insieme contro il Cancro’ -. Si tratta ormai di patologie non solo curabili ma in molti casi anche guaribili e quindi le esigenze dei malati sono radicalmente cambiate negli ultimi decenni. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita sia durante che dopo le terapie e limitare il più possibile gli effetti collaterali. Grazie alla ricerca sono emersi nuovi rimedi. I probiotici rappresentano un valido supporto perché possono ridurre la gravità e la frequenza dei disturbi all’apparato gastro-intestinale provocati da farmaci chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche. Ma il livello di conoscenza e di utilizzo dei “batteri amici” in oncologia è ancora scarso. Sono consigliati infatti solo al 29% dei pazienti e il 70% di loro non sa che possono alleviare la diarrea o i disturbi intestinali - aggiunge Cognetti -. E’ necessario quindi aumentare il livello di informazione e consapevolezza sia dei pazienti che dei clinici sull’uso di questi prodotti”. Dall’Istituto Tumori Regina Elena di Roma è partito il primo studio clinico tutto italiano sulle nuove possibilità offerte dai probiotici per la gestione dei disturbi gastro-enterici indotti dalle cure anti-cancro. Al convegno di Roma viene presentato anche un sondaggio svolto su oltre 540 oncologi italiani. Per il 67% dei clinici i problemi gastro-intestinali influenzano negativamente l’adesione del malato ai trattamenti. “Migliorare la vita di un paziente significa favorire concretamente le possibilità di guarigione - sottolinea il prof. Giorgio Scagliotti Direttore del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino -. Anche chi è sottoposto alle cure deve però fare la sua parte e quindi seguire una dieta equilibrata, bere almeno due litri di acqua al giorno, rinunciare ad alcol e fumo, effettuare controlli periodici. Sono tutte attività che consentono di giocare d’anticipo sul cancro ma anche di affrontare la patologia o conviverci con maggior serenità”. All’Auditorium del Ministero della Salute ampio spazio è dedicato all’immunoterapia, la nuova frontiera nella lotta contro il cancro. “Ha dimostrato risultati sorprendenti contro neoplasie molto aggressive come il melanoma metastatico o il carcinoma polmonare - prosegue il prof. Cognetti -. Presenta delle controindicazioni gasto-intestinali diverse rispetto a quelle dei tradizionali chemioterapici. I sintomi tipici come infiammazioni temporanee o diarrea sono provocati non dalla tossicità diretta dei farmaci, ma dall’iperattivazione del sistema di difesa del nostro organismo. Anche in questo caso alcuni ceppi di probiotici sono in grado di contrastare i disturbi. Non solo. Possono anche rafforzare le risposte immunitarie dei malati sottoposti all’immunoterapia. La prossima sfida sarà comprendere i meccanismi alla base di questi effetti benefici e capire quali ceppi di probiotici sono utili per il singolo caso”. “Le cure oncologiche sono sempre meno invasive ciò nonostante otto pazienti su dieci lamentano ancora effetti collaterali - sostiene Elisabetta Iannelli segretario della Fondazione Insieme contro il Cancro -. Vomito, nausea o diarrea condizionano le abitudini alimentari e limitano molte attività quotidiane. Se non sono gestite nel modo corretto possono avere conseguenze negative anche sulla condizione di salute generale. Solo il 30% dei malati conosce le proprietà

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benefiche dei probiotici per la difesa dell’integrità della barriera intestinale e l'equilibrio della microflora durante le terapie. C’è bisogno dunque di maggiore dialogo tra personale sanitario, pazienti e familiari su come affrontare questi disturbi”. “Il 52% dei pazienti ha ricevuto informazioni sul tipo di dieta da seguire durante le cure - aggiunge il prof. Cognetti -. Molti dei nostri assistiti vogliono sapere cosa possono mangiare e se la loro nutrizione possa interferire con i farmaci che stanno assumendo. L’alimentazione può essere importante per contrastare i problemi gastro-intestinali come vomito e nausea. Ma le terapie possono portare ad altri effetti collaterali come depressione, osteoporosi, disfunzioni genito-urinari e sessuali o contro-indicazioni cardiovascolari. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita ad una persona che sta già affrontando una sfida difficile come un tumore”. “Oltre tre milioni di italiani vivono con una precedente diagnosi di neoplasia - conclude il prof. PierFranco Conte Coordinatore della Rete Oncologica Veneta -. La cronicizzazione del patologia rappresenta un grande successo ma al tempo stesso una sfida per l’intera collettività. Per assicurare le nuove terapie e garantire la sostenibilità del sistema sanitario nazionale bisogna attivare nuovi percorsi diagnostico-terapeutici che mettano al centro le necessità del paziente. Dovranno però essere condivisi e applicati a livello nazionale e non riguardare solo i trattamenti medico-oncologici ma prevedere inoltre una revisione complessiva dei metodi di individuazione e cura dei tumori. Da questa azione può arrivare una maggiore razionalizzazione della spese e anche un più diffuso e tempestivo accesso ai farmaci realmente utili e innovativi”. ”.

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(Greenstyle.it è una testata on line di informazione e di opinione su tematiche "green") 

26-11-2015

http://www.greenstyle.it/ 

 

Dieta Mediterranea e batteri probiotici come aiuto naturale contro i tumori. Due preziosi alleati sia in fase di prevenzione che durante la fase di trattamento della patologia tumorale secondo gli esperti della Fondazione Insieme contro il Cancro. Nella lotta alle patologie tumorali si rivelerebbero di particolare importanza, dal punto di vista della qualità della vita e delle condizioni fisiche dei pazienti, laDieta Mediterranea e i batteri probiotici. Questo perché forniscono, secondo i ricercatori, un importante aiuto nel contrastare i disturbi gastrointestinali che accompagnano in molti casi (96%) i percorsi terapici. Come spiega il Prof. Francesco Cognetti, presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro:

Il numero degli italiani che vivono dopo una diagnosi di neoplasia aumenta del 3% ogni

anno. Si tratta ormai di patologie non solo curabili, ma in molti casi anche guaribili e quindi

le esigenze dei malati sono radicalmente cambiate negli ultimi decenni.

Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita sia durante che dopo le terapie e

limitare il più possibile gli effetti collaterali. Grazie alla ricerca sono emersi nuovi rimedi. I

probiotici rappresentano un valido supporto perché possono ridurre la gravità e la

frequenza dei disturbi all’apparato gastrointestinale provocati da farmaci chemioterapici,

trattamenti radiologici e terapie biologiche.

Il 96% dei pazienti oncologici risulta vittima, in base a un sondaggio condotto su 400 malati italiani, di episodi di nausea, vomito, diarrea o perdita dell’appetito. Ancora troppo bassa la percentuale di coloro che si affidano al proprio oncologo per un aiuto (24%), mentre il 43% sceglie di curarsi per proprio conto senza un consulto medico o al più chiede consiglio a un amico o parente (circa il 25%).

È necessaria una maggiore consapevolezza e informazione riguardo i possibili benefici per i pazienti derivanti dalla Dieta Mediterranea e dai batteri probiotici secondo il Prof. Cognetti, che conclude:

Il livello di conoscenza e di utilizzo dei “batteri amici” in oncologia è ancora scarso. Sono

consigliati solo al 29% dei pazienti e il 70% di loro non sa che possono alleviare la diarrea

o i disturbi intestinali. È necessario quindi aumentare il livello di informazione e

consapevolezza sia dei pazienti che dei clinici sull’uso di questi prodotti.  

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(Piattaforma virtuale di comunicati stampa nazionali)

25-11-2015

Lettori 33.880

http://www.informazione.it/

Tumori: solo 24% pazienti chiede aiuto contro disturbi collaterali Roma, 25 nov. - Diarrea, nausea, vomito, perdita dell'appetito interessano il 96 per cento dei pazienti oncologici italiani. Sono solo alcuni degli effetti collaterali piU' frequenti provocati dalle cure. Ma appena il 24 per cento dei malati chiede aiuto all'oncologo per alleviare questi problemi. Sono questi alcuni dati emersi da un sondaggio condotto su oltre 400 italiani colpiti da tumore, presentati a Roma al ministero Salute, nel convegno nazionale "Qualita' di vita del Paziente Oncologico: Alimentazione e Nuove Terapie" organizzato dalla Fondazione Insieme contro il Cancro. Dai risultati e' emerso che il 43 per cento dei pazienti si arrangia da solo e non domanda consiglio a nessun specialista. E uno su quattro invece preferisce rivolgersi ad un conoscente o familiare. "Il numero degli italiani che vivono dopo una diagnosi di neoplasia aumenta del 3 per cento ogni anno", ha detto Francesco Cognetti, presidente di "Insieme contro il Cancro". "Si tratta ormai di patologie non solo curabili - ha continuato - ma in molti casi anche guaribili e quindi le esigenze dei malati sono radicalmente cambiate negli ultimi decenni. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualita' di vita sia durante che dopo le terapie e limitare il piu' possibile gli effetti collaterali". Grazie alla ricerca sono emersi nuovi rimedi. I probiotici rappresentano un valido supporto perche', secondo gli esperti, possono ridurre la gravita' e la frequenza dei disturbi al'apparato gastro-intestinale provocati da farmaci chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche. Ma il livello di conoscenza e di utilizzo dei "batteri amici" in oncologia e' ancora scarso. "Sono consigliati infatti solo al 29 per cento dei pazienti e il 70 per cento di loro non sa che possono alleviare la diarrea o i disturbi intestinali", ha detto Cognetti. "E' necessario quindi aumentare il livello di informazione e consapevolezza sia dei pazienti che dei clinici sull'uso di questi prodotti", ha aggiunto. Dall'Istituto Tumori Regina Elena di Roma e' partito il primo studio clinico tutto italiano sulle nuove possibilita' offerte dai probiotici per la gestione dei disturbi gastro-enterici indotti dalle cure anti-cancro.

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25-11-2015

https://it.notizie.yahoo.com/tumori-disturbi-gastrointestinali-per-96-dei-pazienti-102120962.html

Tumori, disturbi gastrointestinali per 96% dei pazienti Diarrea, nausea, vomito, perdita dell'appetito interessano il 96% dei pazienti oncologici italiani. Sono solo alcuni degli effetti collaterali più frequenti provocati dalle cure. Ma appena il 24% dei malati chiede aiuto all'oncologo per alleviare questi problemi. Il 43% si arrangia da solo e non domanda consiglio a nessun specialista. E uno su quattro invece preferisce rivolgersi ad un conoscente o familiare. Sono questi alcuni dati emersi da un sondaggio condotto su oltre 400 italiani colpiti da tumore. I risultati sono presentati nel convegno nazionale Qualità di vita del paziente oncologico: alimentazione e nuove terapie organizzato dalla Fondazione Insieme contro il Cancro.

L'evento si svolge oggi a Roma presso l'Auditorium del Ministero della Salute. "Il numero degli italiani che vivono dopo una diagnosi di neoplasia aumenta del 3% ogni anno - afferma Francesco Cognetti presidente di 'Insieme contro il Cancro' - Si tratta ormai di patologie non solo curabili ma in molti casi anche guaribili e quindi le esigenze dei malati sono radicalmente cambiate negli ultimi decenni. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita sia durante che dopo le terapie e limitare il più possibile gli effetti collaterali. Grazie alla ricerca sono emersi nuovi rimedi. I probiotici rappresentano un valido supporto perché possono ridurre la gravità e la frequenza dei disturbi all'apparato gastro-intestinale provocati da farmaci chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche".

Ma il livello di conoscenza e di utilizzo dei "batteri amici" in oncologia è ancora scarso. Sono consigliati infatti solo al 29% dei pazienti e il 70% di loro non sa che possono alleviare la diarrea o i disturbi intestinali. "E' necessario quindi aumentare il livello di informazione e consapevolezza sia dei pazienti che dei clinici sull'uso di questi prodotti". Dall'Istituto Tumori Regina Elena di Roma è partito il primo studio clinico tutto italiano sulle nuove possibilità offerte dai probiotici per la gestione dei disturbi gastro-enterici indotti dalle cure anti-cancro. Al convegno di Roma viene presentato anche un sondaggio svolto su oltre 540 oncologi italiani. Per il 67% dei clinici i problemi gastro-intestinali influenzano negativamente l'adesione del malato ai trattamenti.

"Migliorare la vita di un paziente significa favorire concretamente le possibilità di guarigione - sottolinea Giorgio Scagliotti Direttore del Dipartimento di Oncologia dell'Università di Torino -. Anche chi è sottoposto alle cure deve però fare la sua parte e quindi seguire una dieta equilibrata, bere almeno due litri di acqua al giorno, rinunciare ad alcol e fumo, effettuare controlli periodici. Sono tutte attività che consentono di giocare d'anticipo sul cancro ma anche di affrontare la patologia o conviverci con maggior serenità". All'Auditorium del Ministero della Salute ampio spazio è dedicato all'immunoterapia, la nuova frontiera nella lotta contro il cancro. "Ha dimostrato risultati sorprendenti contro neoplasie molto aggressive come il melanoma metastatico o il carcinoma polmonare - prosegue il prof. Cognetti -. Presenta delle controindicazioni gasto-intestinali diverse rispetto a quelle dei tradizionali chemioterapici. I sintomi tipici come infiammazioni temporanee o diarrea sono provocati non dalla tossicità diretta dei farmaci, ma dall'iperattivazione del sistema di difesa del nostro organismo. Anche in questo caso alcuni ceppi di probiotici sono in grado di contrastare i disturbi. Non solo. Possono anche rafforzare le risposte immunitarie dei malati sottoposti all'immunoterapia. La prossima sfida sarà comprendere i meccanismi alla base di questi effetti benefici e capire quali ceppi di probiotici sono utili per il singolo caso". "Le cure oncologiche sono sempre meno invasive ciò nonostante otto pazienti su dieci lamentano ancora effetti collaterali - sostiene Elisabetta Iannelli segretario della Fondazione

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Insieme contro il Cancro -. Vomito, nausea o diarrea condizionano le abitudini alimentari e limitano molte attività quotidiane. Se non sono gestite nel modo corretto possono avere conseguenze negative anche sulla condizione di salute generale. Solo il 30% dei malati conosce le proprietà benefiche dei probiotici per la difesa dell'integrità della barriera intestinale e l'equilibrio della microflora durante le terapie. C'è bisogno dunque di maggiore dialogo tra personale sanitario, pazienti e familiari su come affrontare questi disturbi".

"Il 52% dei pazienti ha ricevuto informazioni sul tipo di dieta da seguire durante le cure - aggiunge il prof. Cognetti -. Molti dei nostri assistiti vogliono sapere cosa possono mangiare e se la loro nutrizione possa interferire con i farmaci che stanno assumendo. L'alimentazione può essere importante per contrastare i problemi gastro-intestinali come vomito e nausea. Ma le terapie possono portare ad altri effetti collaterali come depressione, osteoporosi, disfunzioni genito-urinari e sessuali o contro-indicazioni cardiovascolari. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita ad una persona che sta già affrontando una sfida difficile come un tumore". "Oltre tre milioni di italiani vivono con una precedente diagnosi di neoplasia - conclude PierFranco Conte Coordinatore della Rete Oncologica Veneta -. La cronicizzazione del patologia rappresenta un grande successo ma al tempo stesso una sfida per l'intera collettività. Per assicurare le nuove terapie e garantire la sostenibilità del sistema sanitario nazionale bisogna attivare nuovi percorsi diagnostico-terapeutici che mettano al centro le necessità del paziente. Dovranno però essere condivisi e applicati a livello nazionale e non riguardare solo i trattamenti medico-oncologici ma prevedere inoltre una revisione complessiva dei metodi di individuazione e cura dei tumori. Da questa azione può arrivare una maggiore razionalizzazione della spese e anche un più diffuso e tempestivo accesso ai farmaci realmente utili e innovativi".

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(Sito della prima fondazione che unisce medici e pazienti, presieduta dal prof. Francesco Cognetti)

25-11-2015

http://www.insiemecontroilcancro.net/

Tumori: “I disturbi gastro-

intestinali colpiscono il 96% dei

pazienti” Roma, 25 novembre 2015 – Diarrea, nausea, vomito, perdita

dell’appetito interessano il 96% dei pazienti oncologici italiani.

Sono solo alcuni degli effetti collaterali più frequenti provocati dalle

cure. Ma appena il 24% dei malati chiede aiuto all’oncologo per

alleviare questi problemi. Il 43% si arrangia da solo e non

domanda consiglio a nessun specialista. E uno su quattro invece

preferisce rivolgersi ad un conoscente o familiare. Sono questi

alcuni dati emersi da un sondaggio condotto su oltre 400 italiani

colpiti da tumore. I risultati sono presentati nel convegno nazionale

Qualità di vita

del Paziente Oncologico: Alimentazione e Nuove Terapie organizzato

dalla Fondazione Insieme contro il Cancro. L’evento si svolge oggi a

Roma presso l’Auditorium del Ministero della Salute. “Il numero

degli italiani che vivono dopo una diagnosi di neoplasia aumenta

del 3% ogni anno - afferma il prof. Francesco Cognetti presidente

di ‘Insieme contro il Cancro’ -. Si tratta ormai di patologie non solo

curabili ma in molti casi anche guaribili e quindi le esigenze dei

malati sono radicalmente cambiate negli ultimi decenni. Dobbiamo

riuscire a garantire una buona qualità di vita sia durante che dopo

le terapie e limitare il più possibile gli effetti collaterali. Grazie alla

ricerca sono emersi nuovi rimedi. I probiotici rappresentano un

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valido supporto perché possono ridurre la gravità e la frequenza

dei disturbi all’apparato gastro-intestinale provocati da farmaci

chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche. Ma il

livello di conoscenza e di utilizzo dei “batteri amici” in oncologia è

ancora scarso. Sono consigliati infatti solo al 29% dei pazienti e il

70% di loro non sa che possono alleviare la diarrea o i disturbi

intestinali - aggiunge Cognetti -. E’ necessario quindi aumentare il

livello di informazione e consapevolezza sia dei pazienti che dei

clinici sull’uso di questi prodotti”. Dall’Istituto Tumori Regina Elena

di Roma è partito il primo studio clinico tutto italiano sulle nuove

possibilità offerte dai probiotici per la gestione dei disturbi gastro-

enterici indotti dalle cure anti-cancro. Al convegno di Roma viene

presentato anche un sondaggio svolto su oltre 540 oncologi italiani.

Per il 67% dei clinici i problemi gastro-intestinali influenzano

negativamente l’adesione del malato ai trattamenti. “Migliorare la

vita di un paziente significa favorire concretamente le possibilità di

guarigione - sottolinea il prof. Giorgio Scagliotti Direttore del

Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino -. Anche chi è

sottoposto alle cure deve però fare la sua parte e quindi seguire

una dieta equilibrata, bere almeno due litri di acqua al giorno,

rinunciare ad alcol e fumo, effettuare controlli periodici. Sono tutte

attività che consentono di giocare d’anticipo sul cancro ma anche di

affrontare la patologia o conviverci con maggior serenità”.

All’Auditorium del Ministero della Salute ampio spazio è dedicato

all’immunoterapia, la nuova frontiera nella lotta contro il cancro.

“Ha dimostrato risultati sorprendenti contro neoplasie molto

aggressive come il melanoma metastatico o il carcinoma

polmonare - prosegue il prof. Cognetti -. Presenta delle

controindicazioni gasto-intestinali diverse rispetto a quelle dei

tradizionali chemioterapici. I sintomi tipici come infiammazioni

temporanee o diarrea sono provocati non dalla tossicità diretta dei

farmaci, ma dall’iperattivazione del sistema di difesa del nostro

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organismo. Anche in questo caso alcuni ceppi di probiotici sono in

grado di contrastare i disturbi. Non solo. Possono anche rafforzare

le risposte immunitarie dei malati sottoposti all’immunoterapia. La

prossima sfida sarà comprendere i meccanismi alla base di questi

effetti benefici e capire quali ceppi di probiotici sono utili per il

singolo caso”. “Le cure oncologiche sono sempre meno invasive ciò

nonostante otto pazienti su dieci lamentano ancora effetti

collaterali - sostiene Elisabetta Iannelli segretario della Fondazione

Insieme contro il Cancro -. Vomito, nausea o diarrea condizionano

le abitudini alimentari e limitano molte attività quotidiane. Se non

sono gestite nel modo corretto possono avere conseguenze

negative anche sulla condizione di salute generale. Solo il 30% dei

malati conosce le proprietà benefiche dei probiotici per la difesa

dell’integrità della barriera intestinale e l'equilibrio della microflora

durante le terapie. C’è bisogno dunque di maggiore dialogo tra

personale sanitario, pazienti e familiari su come affrontare questi

disturbi”. “Il 52% dei pazienti ha ricevuto informazioni sul tipo di

dieta da seguire durante le cure - aggiunge il prof. Cognetti -. Molti

dei nostri assistiti vogliono sapere cosa possono mangiare e se la

loro nutrizione possa interferire con i farmaci che stanno

assumendo. L’alimentazione può essere importante per contrastare

i problemi gastro-intestinali come vomito e nausea. Ma le terapie

possono portare ad altri effetti collaterali come depressione,

osteoporosi, disfunzioni genito-urinari e sessuali o contro-

indicazioni cardiovascolari. Dobbiamo riuscire a garantire una

buona qualità di vita ad una persona che sta già affrontando una

sfida difficile come un tumore”. “Oltre tre milioni di italiani vivono

con una precedente diagnosi di neoplasia - conclude il prof.

PierFranco Conte Coordinatore della Rete Oncologica Veneta -. La

cronicizzazione del patologia rappresenta un grande successo ma al

tempo stesso una sfida per l’intera collettività. Per assicurare le

nuove terapie e garantire la sostenibilità del sistema sanitario

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nazionale bisogna attivare nuovi percorsi diagnostico-terapeutici

che mettano al centro le necessità del paziente. Dovranno però

essere condivisi e applicati a livello nazionale e non riguardare solo

i trattamenti medico-oncologici ma prevedere inoltre una revisione

complessiva dei metodi di individuazione e cura dei tumori. Da

questa azione può arrivare una maggiore razionalizzazione della

spese e anche un più diffuso e tempestivo accesso ai farmaci

realmente utili e innovativi”.

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25-11-2015

http://www.west-info.eu/it/quanti-sono-i-fumatori-nel-lazio/

Cure oncologiche, gli italiani

soffrono in silenzio

Tra gli effetti collaterali più frequenti delle terapie anti-cancro ci sono diarrea,

nausea, vomito e perdita dell’appetito. Disturbi gastro-intestinali che colpiscono il 96%

dei pazienti oncologici italiani. Tuttavia, solo il 24% dei malati chiede aiuto al medico per

alleviare i fastidi. Mentre, il 43% si arrangia da solo senza cercare un consiglio da uno

specialista e il 25% preferisce rivolgersi a un conoscente o un familiare. È quanto emerge

da un sondaggio condotto su oltre 400 cittadini colpiti da tumore, i cui risultati sono stati

presentati durante il convegno nazionale “Qualità di vita

del Paziente Oncologico: Alimentazione e Nuove Terapie” organizzato dalla Fondazione

Insieme contro il Cancro, che si è tenuto oggi (25 novembre 2015), presso l’Auditorium

del Ministero della salute. Nel corso dell’evento, inoltre, è stato ricordato che il numero di

nostri concittadini che sopravvivono a una diagnosi di neoplasia aumenta ogni anno del

3%. Per avere una buona qualità della vita durante le cure, però, è necessario chiedere il

parere di un oncologo. E scoprire, così, che grazie alla ricerca sono emersi nuovi rimedi. I

probiotici, ad esempio, rappresentano un valido supporto perché possono ridurre la gravità

e la frequenza dei disturbi all’apparato gastro-intestinale provocati da farmaci

chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche.

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25-11-2015

http://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/15_novembre_24/cancro-arginare-effetti-collaterali-terapie-si-puo-si-deve-c6f59abe-92ac-11e5-b7a6-66411f67f00e.shtml

Cancro, arginare gli effetti collaterali delle terapie si può e si deve Alimentazione, ginnastica e nuove cure possono aiutare a combattere le conseguenze indesiderate di cui soffrono 8 malati su 10. Fondamentale il rapporto con oncologo e medico di famiglia

Cresce costantemente il numero dei malati di tumore che guariscono o convivono a lungo con la malattia e oggi sono quasi tre milioni gli italiani che vivono dopo una diagnosi di cancro. Otto persone su dieci però durante e dopo le terapie soffrono di disturbi collaterali che possono in gran parte essere arginati, con la prescrizione di cure ad hoc, facendo attività fisica e seguendo una corretta alimentazione. «Una migliore qualità di vita svolge un ruolo decisivo nell’adesione alle cure – spiega Francesco Cognetti, presidente “Fondazione Insieme contro il Cancro”, durante un convegno organizzato a Roma sull’argomento -. Spesso i pazienti interrompono i trattamenti proprio a causa dei disturbi causati dai farmaci. Per questo è fondamentale individuare, a paragonabile efficacia dei trattamenti, quei medicinali che garantiscono minori conseguenze indesiderate. Inoltre il numero crescente delle formulazioni orali che permettono al malato di curarsi a casa con il supporto dei familiari richiede una migliore

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collaborazione i medici di famiglia».

Cambiano le esigenze dei pazienti: la buona qualità di vita è un diritto

Secondo le stime rese note al congresso, ogni anno sale del tre per cento circa la quota di connazionali che sopravvive a una diagnosi oncologica. E se è vero che il numero di quanti si ammalano è in crescita, le statistiche dimostrano chiaramente che si guarisce sempre più spesso e una quota importante di pazienti (pari al 27 per cento del totale) torna ad avere la stessa aspettativa di vita della popolazione generale, cioè di chi non ha mai avuto una diagnosi di cancro. Il merito va ricondotto a terapie sempre più efficaci e alle campagne di prevenzione che consentono di individuare la malattia in fase precoce, quando le possibilità di guarigione sono molto elevate. «Di fronte a questa situazione, le esigenze dei pazienti oncologici sono cambiate radicalmente negli ultimi decenni – continua Cognetti, direttore dell’Oncologia all’Istituto Tumori Regina Elena di Roma - e la presa in carico di queste persone richiede una risposta a 360 gradi da parte dei clinici e delle Istituzioni. Ecco perché diventano centrali alcuni aspetti relativi alla qualità di vita dei malati: ad esempio, per controllare e limitare gli effetti collaterali di alcune terapie i probiotici si stanno dimostrando particolarmente efficaci. Anche la dieta mediterranea può svolgere un ruolo importante non solo nella prevenzione, ma anche nel corso delle terapie».

Arginare gli effetti collaterali si può e si deve (anche per portare a fine le cure)

I disturbi più diffusi fra i malati sono rappresentati da stanchezza cronica, nausea, vomito, stitichezza e diarrea. In generale, la tipologia di problemi da affrontare dipende molto dal tipo di neoplasia e dai trattamenti fatti, ma l’effetto finale è sempre lo stesso: peggiorano notevolmente la qualità di vita delle persone. Non di rado rendono impossibile il ritorno alla «normalità», il rientro al lavoro, la ripresa delle attività domestiche, sociali o sportive. Contrastare gli effetti collaterali della chemioterapia è però spesso possibile ed è fondamentale sia per consentire ai pazienti di seguire le cure fino in fondo, senza doverle sospendere o interrompere perché troppo debilitati, sia per garantire loro la migliore qualità di vita durante e dopo i trattamenti. Sempre più ricerche poi dimostrano l’importanza dell’attività fisica (anche moderata, in base alle possibilità di ognuno, persino il solo passeggiare), che ha effetti benefici sui chili di troppo, sull’umore e riduce il senso di stanchezza cronica, insieme alle probabilità di una ricaduta. «Il malato non rappresenta un elemento passivo nella scelta terapeutica, a prescindere dalla sua età e condizione – dice Annamaria Mancuso, presidente di Salute Donna Onlus -. La comunicazione della diagnosi e l’individuazione del trattamento costituiscono invece un processo in cui tutte le parti in causa giocano un ruolo attivo: rappresentano l’avvio di un percorso flessibile, in evoluzione, da realizzare insieme». Per arginare gli effetti collaterali le soluzioni esistono: fisioterapisti e riabilitatori specializzati a seconda dei disturbi per curare il corpo, medicinali di sostegno contro le conseguenze indesiderate terapie e psicologi per aiutare la mente a far fronte a una battaglia difficile, potenziando le risorse individuali

8 pazienti su 10 lottano contro gli effetti indesiderati per molti giorni

Stando un sondaggio condotto lo scorso ottobre da Fondazione Insieme contro il Cancro su oltre 350 persone colpite da tumore del polmone e del seno in fase avanzata, otto pazienti su 10 dichiarano di aver subito effetti indesiderati dalle terapie: quasi sei su 10 ne hanno sofferto in molteplici occasioni e per molti giorni dopo il trattamento, una parte minore (21 per cento) ha patito per settimane e un ulteriore 20 per cento ha dovuto affrontare disturbi durante le cure o nelle ore immediatamente successive. Oltre otto intervistati su 10 sono però soddisfatti dell’attenzione alla loro qualità di vita prestata dall’oncologo (84 per cento) e ritengono di aver ricevuto un’informazione adeguata su come gestire la malattia e i problemi causati dalle cure (88 per cento). «L’atteggiamento di malati e familiari si è evoluto – aggiunge Filippo de Marinis, direttore della Divisione di Oncologia Toracica all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano - : praticamente tutti parlano con il loro oncologo dei disagi che devono affrontare. Circa la metà degli interpellati chiede un appuntamento in ospedale, un altro 40 per cento aggiorna il medico telefonicamente, solo una minima parte fatica a mettersi in contatto con il proprio oncologo. Può

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accadere che lo specialista abbia una percezione parziale degli effetti collaterali perché il paziente li vive a casa e cerca soprattutto il sostegno dei familiari e del medico di famiglia. Per questo deve essere rafforzato il dialogo con questi professionisti che hanno un rapporto costante e diretto con i malati».

Fondamentale un rapporto di fiducia con l’oncologo

Anche decenni dopo essere stati curate per un tumore, molte persone si ritrovano a fare i conti con gli “strascichi” della malattia, sia a livello fisico che psicologico. Dai problemi motori alle disfunzioni sessuali, dall’ansia alla paura che il cancro si ripresenti, anche a 20 anni di distanza dalle terapie molti ex-pazienti continuano a lottare con i segni lasciati dalla neoplasia. In media un ex paziente su tre soffre di ansia e disturbi fisici. «È importante che l’oncologo assicuri una completa e chiara informazione per costruire un rapporto di fiducia con il paziente – conclude Elisabetta Iannelli, segretario della Fondazione -. Imparare a conoscere la malattia, le opzioni terapeutiche, i relativi effetti collaterali e gli strumenti per eliminarli o quantomeno ridurli, aiuta il malato ad affrontare con più forza e serenità il cancro. Gli permette inoltre di sentirsi parte attiva delle decisioni terapeutiche (ma secondo il sondaggio solo il 46 per cento dei pazienti è stato coinvolto nella scelta della cura) e aumenta la fiducia verso le competenze professionali del medico. I malati hanno bisogno di sentire che il medico comprende i loro bisogni e si interessa alla loro qualità di vita poiché, come è noto, la malattia oncologica impatta su tutti gli aspetti della vita della persona malata e della sua famiglia».

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25-11-2015

http://www.panoramasanita.it/2015/11/25/tumori-i-disturbi-gastro-intestinali-colpiscono-il-96-dei-pazienti-ma-solo-uno-su-quattro-chiede-assistenza-alloncologo/

Tumori: I disturbi gastro-intestinali colpiscono il 96% dei pazienti ma solo uno su quattro chiede assistenza all’oncologo

Al Ministero della Salute convegno di ‘Insieme contro il Cancro’ sulla qualità di vita durante le cure.

Diarrea, nausea, vomito, perdita dell’appetito interessano il 96% dei pazienti oncologici italiani. Sono solo alcuni degli effetti collaterali più frequenti provocati dalle cure. Ma appena il 24% dei malati chiede aiuto all’oncologo per alleviare questi problemi. Il 43% si arrangia da solo e non domanda consiglio a nessun specialista. E uno su quattro invece preferisce rivolgersi ad un conoscente o familiare. Sono questi alcuni dati emersi da un sondaggio condotto su oltre 400 italiani colpiti da tumore. I risultati sono presentati nel convegno nazionale Qualità di vita del Paziente Oncologico: Alimentazione e Nuove Terapie organizzato dalla Fondazione Insieme contro il Cancro. L’evento si svolge oggi a Roma presso l’Auditorium del Ministero della Salute. «Il numero degli italiani che

vivono dopo una diagnosi di neoplasia aumenta del 3% ogni anno – afferma Francesco Cognetti presidente di

‘Insieme contro il Cancro’ -. Si tratta ormai di patologie non solo curabili ma in molti casi anche guaribili e quindi le esigenze dei malati sono radicalmente cambiate negli ultimi decenni. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita sia durante che dopo le terapie e limitare il più possibile gli effetti collaterali. Grazie alla ricerca sono emersi nuovi rimedi. I probiotici rappresentano un valido supporto perché possono ridurre la gravità e la frequenza dei disturbi all’apparato gastro-intestinale provocati da farmaci chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche. Ma il livello di conoscenza e di utilizzo dei “batteri amici” in oncologia è ancora scarso. Sono consigliati infatti solo al 29% dei pazienti e il 70% di loro non sa che possono alleviare la diarrea o i disturbi intestinali – aggiunge Cognetti -. E’ necessario quindi aumentare il livello di informazione e consapevolezza sia dei pazienti che dei clinici sull’uso di questi prodotti». Dall’Istituto Tumori

Regina Elena di Roma è partito il primo studio clinico tutto italiano sulle nuove possibilità offerte dai probiotici per la gestione dei disturbi gastro-enterici indotti dalle cure anti-cancro. Al convegno di Roma viene presentato

anche un sondaggio svolto su oltre 540 oncologi italiani. Per il 67% dei clinici i problemi gastro-intestinali influenzano negativamente l’adesione del malato ai trattamenti. «Migliorare la vita di un paziente significa

favorire concretamente le possibilità di guarigione – sottolinea Giorgio Scagliotti Direttore del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino -. Anche chi è sottoposto alle cure deve però fare la sua parte e quindi

seguire una dieta equilibrata, bere almeno due litri di acqua al giorno, rinunciare ad alcol e fumo, effettuare controlli periodici. Sono tutte attività che consentono di giocare d’anticipo sul cancro ma anche di affrontare la patologia o conviverci con maggior serenità». All’Auditorium del Ministero della Salute ampio spazio è dedicato

all’immunoterapia, la nuova frontiera nella lotta contro il cancro. «Ha dimostrato risultati sorprendenti contro

neoplasie molto aggressive come il melanoma metastatico o il carcinoma polmonare – prosegue Cognetti -. Presenta delle controindicazioni gasto-intestinali diverse rispetto a quelle dei tradizionali chemioterapici. I sintomi tipici come infiammazioni temporanee o diarrea sono provocati non dalla tossicità diretta dei farmaci,

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ma dall’iperattivazione del sistema di difesa del nostro organismo. Anche in questo caso alcuni ceppi di

probiotici sono in grado di contrastare i disturbi. Non solo. Possono anche rafforzare le risposte immunitarie dei

malati sottoposti all’immunoterapia. La prossima sfida sarà comprendere i meccanismi alla base di questi effetti benefici e capire quali ceppi di probiotici sono utili per il singolo caso». «Le cure oncologiche sono sempre meno

invasive ciò nonostante otto pazienti su dieci lamentano ancora effetti collaterali – sostiene Elisabetta Iannelli segretario della Fondazione Insieme contro il Cancro -. Vomito, nausea o diarrea condizionano le abitudini alimentari e limitano molte attività quotidiane. Se non sono gestite nel modo corretto possono avere conseguenze negative anche sulla condizione di salute generale. Solo il 30% dei malati conosce le proprietà benefiche dei probiotici per la difesa dell’integrità della barriera intestinale e l’equilibrio della microflora durante le terapie. C’è bisogno dunque di maggiore dialogo tra personale sanitario, pazienti e familiari su come affrontare questi disturbi». «Il 52% dei pazienti ha ricevuto informazioni sul tipo di dieta da seguire durante le

cure – aggiunge Cognetti -. Molti dei nostri assistiti vogliono sapere cosa possono mangiare e se la loro nutrizione possa interferire con i farmaci che stanno assumendo. L’alimentazione può essere importante per

contrastare i problemi gastro-intestinali come vomito e nausea. Ma le terapie possono portare ad altri effetti collaterali come depressione, osteoporosi, disfunzioni genito-urinari e sessuali o contro-indicazioni cardiovascolari. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita ad una persona che sta già affrontando una sfida difficile come un tumore». «Oltre tre milioni di italiani vivono con una precedente diagnosi di

neoplasia – conclude PierFranco Conte Coordinatore della Rete Oncologica Veneta -. La cronicizzazione del patologia rappresenta un grande successo ma al tempo stesso una sfida per l’intera collettività. Per assicurare le

nuove terapie e garantire la sostenibilità del sistema sanitario nazionale bisogna attivare nuovi percorsi diagnostico-terapeutici che mettano al centro le necessità del paziente. Dovranno però essere condivisi e

applicati a livello nazionale e non riguardare solo i trattamenti medico-oncologici ma prevedere inoltre una revisione complessiva dei metodi di individuazione e cura dei tumori. Da questa azione può arrivare una

maggiore razionalizzazione della spese e anche un più diffuso e tempestivo accesso ai farmaci realmente utili e innovativi».

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(Il sito ufficiale della campagna della Fondazione Insieme contro il cancro)

25-11-2015

http://www.lalottaalcancrononhacolore.org/

Tumori: “I disturbi gastro-intestinali colpiscono il 96%

dei pazienti”

Roma, 25 novembre 2015 – Diarrea, nausea, vomito, perdita dell’appetito interessano il 96% dei pazienti

oncologici italiani. Sono solo alcuni degli effetti collaterali più frequenti provocati dalle cure. Ma appena il 24%

dei malati chiede aiuto all’oncologo per alleviare questi problemi. Il 43% si arrangia da solo e non domanda

consiglio a nessun specialista. E uno su quattro invece preferisce rivolgersi ad un conoscente o familiare. Sono

questi alcuni dati emersi da un sondaggio condotto su oltre 400 italiani colpiti da tumore. I risultati sono

presentati nel convegno nazionale Qualità di vita del Paziente Oncologico: Alimentazione e Nuove Terapie

organizzato dalla Fondazione Insieme contro il Cancro. L’evento si svolge oggi a Roma presso l’Auditorium del

Ministero della Salute. “Il numero degli italiani che vivono dopo una diagnosi di neoplasia aumenta del 3% ogni

anno - afferma il prof. Francesco Cognetti presidente di ‘Insieme contro il Cancro’ -. Si tratta ormai di patologie

non solo curabili ma in molti casi anche guaribili e quindi le esigenze dei malati sono radicalmente cambiate

negli ultimi decenni. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita sia durante che dopo le terapie e

limitare il più possibile gli effetti collaterali. Grazie alla ricerca sono emersi nuovi rimedi. I probiotici

rappresentano un valido supporto perché possono ridurre la gravità e la frequenza dei disturbi all’apparato

gastro-intestinale provocati da farmaci chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche. Ma il livello di

conoscenza e di utilizzo dei “batteri amici” in oncologia è ancora scarso. Sono consigliati infatti solo al 29% dei

pazienti e il 70% di loro non sa che possono alleviare la diarrea o i disturbi intestinali - aggiunge Cognetti -. E’

necessario quindi aumentare il livello di informazione e consapevolezza sia dei pazienti che dei clinici sull’uso di

questi prodotti”. Dall’Istituto Tumori Regina Elena di Roma è partito il primo studio clinico tutto italiano sulle

nuove possibilità offerte dai probiotici per la gestione dei disturbi gastro-enterici indotti dalle cure anti-cancro. Al

convegno di Roma viene presentato anche un sondaggio svolto su oltre 540 oncologi italiani. Per il 67% dei

clinici i problemi gastro-intestinali influenzano negativamente l’adesione del malato ai trattamenti. “Migliorare la

vita di un paziente significa favorire concretamente le possibilità di guarigione - sottolinea il prof. Giorgio

Scagliotti Direttore del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino -. Anche chi è sottoposto alle cure

deve però fare la sua parte e quindi seguire una dieta equilibrata, bere almeno due litri di acqua al giorno,

rinunciare ad alcol e fumo, effettuare controlli periodici. Sono tutte attività che consentono di giocare d’anticipo

sul cancro ma anche di affrontare la patologia o conviverci con maggior serenità”.

All’Auditorium del Ministero della Salute ampio spazio è dedicato all’immunoterapia, la nuova frontiera nella lotta

contro il cancro. “Ha dimostrato risultati sorprendenti contro neoplasie molto aggressive come il melanoma

metastatico o il carcinoma polmonare - prosegue il prof. Cognetti -. Presenta delle controindicazioni gasto-

intestinali diverse rispetto a quelle dei tradizionali chemioterapici. I sintomi tipici come infiammazioni

temporanee o diarrea sono provocati non dalla tossicità diretta dei farmaci, ma dall’iperattivazione del sistema

di difesa del nostro organismo. Anche in questo caso alcuni ceppi di probiotici sono in grado di contrastare i

disturbi. Non solo. Possono anche rafforzare le risposte immunitarie dei malati sottoposti all’immunoterapia. La

prossima sfida sarà comprendere i meccanismi alla base di questi effetti benefici e capire quali ceppi di probiotici

sono utili per il singolo caso”. “Le cure oncologiche sono sempre meno invasive ciò nonostante otto pazienti su

dieci lamentano ancora effetti collaterali - sostiene Elisabetta Iannelli segretario della Fondazione Insieme contro

il Cancro -. Vomito, nausea o diarrea condizionano le abitudini alimentari e limitano molte attività quotidiane. Se

non sono gestite nel modo corretto possono avere conseguenze negative anche sulla condizione di salute

generale. Solo il 30% dei malati conosce le proprietà benefiche dei probiotici per la difesa dell’integrità della

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barriera intestinale e l'equilibrio della microflora durante le terapie. C’è bisogno dunque di maggiore dialogo tra

personale sanitario, pazienti e familiari su come affrontare questi disturbi”. “Il 52% dei pazienti ha ricevuto

informazioni sul tipo di dieta da seguire durante le cure - aggiunge il prof. Cognetti -. Molti dei nostri assistiti

vogliono sapere cosa possono mangiare e se la loro nutrizione possa interferire con i farmaci che stanno

assumendo. L’alimentazione può essere importante per contrastare i problemi gastro-intestinali come vomito e

nausea. Ma le terapie possono portare ad altri effetti collaterali come depressione, osteoporosi, disfunzioni

genito-urinari e sessuali o contro-indicazioni cardiovascolari. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di

vita ad una persona che sta già affrontando una sfida difficile come un tumore”. “Oltre tre milioni di italiani

vivono con una precedente diagnosi di neoplasia - conclude il prof. PierFranco Conte Coordinatore della Rete

Oncologica Veneta -. La cronicizzazione del patologia rappresenta un grande successo ma al tempo stesso una

sfida per l’intera collettività. Per assicurare le nuove terapie e garantire la sostenibilità del sistema sanitario

nazionale bisogna attivare nuovi percorsi diagnostico-terapeutici che mettano al centro le necessità del paziente.

Dovranno però essere condivisi e applicati a livello nazionale e non riguardare solo i trattamenti medico-

oncologici ma prevedere inoltre una revisione complessiva dei metodi di individuazione e cura dei tumori. Da

questa azione può arrivare una maggiore razionalizzazione della spese e anche un più diffuso e tempestivo

accesso ai farmaci realmente utili e innovativi”.

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25-11-2015

http://www.meteoweb.eu/2015/11/salute-necessario-limitare-gli-effetti-collaterali-delle-cure-sui-pazienti-oncologici/543836/

Salute: “necessario limitare gli effetti collaterali delle cure sui pazienti oncologici” Secondo una recente ricerca 8 pazienti oncologici su 10 risentono ancora gli effetti collaterali delle cure

Diarrea, nausea, vomito, perdita dell’appetito interessano il 96% dei pazienti oncologici italiani. Sono solo alcuni degli effetti collaterali

più frequenti provocati dalle cure. Ma appena il 24% dei malati chiede aiuto all’oncologo per alleviare questi problemi. Il 43% si arrangia

da solo e non domanda consiglio a nessun specialista. E uno su quattro invece preferisce rivolgersi ad un conoscente o familiare. Sono

questi alcuni dati emersi da un sondaggio condotto su oltre 400 italiani colpiti da tumore. I risultati sono presentati nel convegno nazionale

Qualità di vita del Paziente Oncologico: Alimentazione e Nuove Terapie organizzato dalla Fondazione Insieme contro il Cancro.

L’evento si svolge oggi a Roma presso l’Auditorium del Ministero della Salute. “Il numero degli italiani che vivono dopo una diagnosi di

neoplasia aumenta del 3% ogni anno – afferma il prof. Francesco Cognetti presidente di ‘Insieme contro il Cancro’ -. Si tratta ormai di

patologie non solo curabili ma in molti casi anche guaribili e quindi le esigenze dei malati sono radicalmente cambiate negli ultimi decenni.

Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita sia durante che dopo le terapie e limitare il più possibile gli effetti collaterali.

Grazie alla ricerca sono emersi nuovi rimedi. I probiotici rappresentano un valido supporto perché possono ridurre la gravità e la frequenza

dei disturbi all’apparato gastro-intestinale provocati da farmaci chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche. Ma il livello di

conoscenza e di utilizzo dei “batteri amici” in oncologia è ancora scarso. Sono consigliati infatti solo al 29% dei pazienti e il 70% di loro

non sa che possono alleviare la diarrea o i disturbi intestinali – aggiunge Cognetti -. E’ necessario quindi aumentare il livello di

informazione e consapevolezza sia dei pazienti che dei clinici sull’uso di questi prodotti”.

Dall’Istituto Tumori Regina Elena di Roma è partito il primo studio

clinico tutto italiano sulle nuove possibilità offerte dai probiotici per la

gestione dei disturbi gastro-enterici indotti dalle cure anti-cancro. Al

convegno di Roma viene presentato anche un sondaggio svolto su oltre

540 oncologi italiani. Per il 67% dei clinici i problemi gastro-intestinali

influenzano negativamente l’adesione del malato ai trattamenti.

“Migliorare la vita di un paziente significa favorire concretamente le

possibilità di guarigione – sottolinea il prof. Giorgio Scagliotti Direttore

del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino -. Anche chi è sottoposto alle cure deve però fare la sua parte e quindi seguire una

dieta equilibrata, bere almeno due litri di acqua al giorno, rinunciare ad alcol e fumo, effettuare controlli periodici. Sono tutte attività che

Page 29: Comunicato stampa - Fondazione Insieme Contro il Cancro · La dieta mediterranea e gli ancora poco noti probiotici - microrganismi vivi che, ... conoscenza e di utilizzo dei 'batteri

consentono di giocare d’anticipo sul cancro ma anche di affrontare la patologia o conviverci con maggior serenità”. All’Auditorium del

Ministero della Salute ampio spazio è dedicato all’immunoterapia, la nuova frontiera nella lotta contro il cancro. “Ha dimostrato risultati

sorprendenti contro neoplasie molto aggressive come il melanoma metastatico o il carcinoma polmonare – prosegue il prof. Cognetti -.

Presenta delle controindicazioni gasto-intestinali diverse rispetto a quelle dei tradizionali chemioterapici. I sintomi tipici come

infiammazioni temporanee o diarrea sono provocati non dalla tossicità diretta dei farmaci, ma dall’iperattivazione del sistema di difesa del

nostro organismo. Anche in questo caso alcuni ceppi di probiotici sono in grado di contrastare i disturbi. Non solo. Possono anche

rafforzare le risposte immunitarie dei malati sottoposti all’immunoterapia. La prossima sfida sarà comprendere i meccanismi alla base di

questi effetti benefici e capire quali ceppi di probiotici sono utili per il singolo caso”.

“Le cure oncologiche sono sempre meno invasive ciò nonostante otto

pazienti su dieci lamentano ancora effetti collaterali – sostiene Elisabetta

Iannelli segretario della Fondazione Insieme contro il Cancro -. Vomito,

nausea o diarrea condizionano le abitudini alimentari e limitano molte

attività quotidiane. Se non sono gestite nel modo corretto possono avere

conseguenze negative anche sulla condizione di salute generale. Solo il

30% dei malati conosce le proprietà benefiche dei probiotici per la difesa

dell’integrità della barriera intestinale e l’equilibrio della microflora

durante le terapie. C’è bisogno dunque di maggiore dialogo tra personale

sanitario, pazienti e familiari su come affrontare questi disturbi”. “Il 52% dei pazienti ha ricevuto informazioni sul tipo di dieta da seguire

durante le cure – aggiunge il prof. Cognetti -. Molti dei nostri assistiti vogliono sapere cosa possono mangiare e se la loro nutrizione possa

interferire con i farmaci che stanno assumendo. L’alimentazione può essere importante per contrastare i problemi gastro-intestinali come

vomito e nausea. Ma le terapie possono portare ad altri effetti collaterali come depressione, osteoporosi, disfunzioni genito-urinari e

sessuali o contro-indicazioni cardiovascolari. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita ad una persona che sta già

affrontando una sfida difficile come un tumore”. “Oltre tre milioni di italiani vivono con una precedente diagnosi di neoplasia – conclude il

prof. PierFranco Conte Coordinatore della Rete Oncologica Veneta -. La cronicizzazione del patologia rappresenta un grande successo

ma al tempo stesso una sfida per l’intera collettività. Per assicurare le nuove terapie e garantire la sostenibilità del sistema sanitario

nazionale bisogna attivare nuovi percorsi diagnostico-terapeutici che mettano al centro le necessità del paziente. Dovranno però essere

condivisi e applicati a livello nazionale e non riguardare solo i trattamenti medico-oncologici ma prevedere inoltre una revisione

complessiva dei metodi di individuazione e cura dei tumori. Da questa azione può arrivare una maggiore razionalizzazione della spese e

anche un più diffuso e tempestivo accesso ai farmaci realmente utili e innovativi”.

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(Il sito ufficiale della campagna della Fondazione Insieme contro il cancro)

25-11-2015

http://www.lalottaalcancrononhaeta.org/

Tumori: “I disturbi gastro-intestinali colpiscono il 96%

dei pazienti” Roma, 25 novembre 2015 – Diarrea, nausea, vomito, perdita dell’appetito interessano il 96% dei pazienti

oncologici italiani. Sono solo alcuni degli effetti collaterali più frequenti provocati dalle cure. Ma appena il 24%

dei malati chiede aiuto all’oncologo per alleviare questi problemi. Il 43% si arrangia da solo e non domanda

consiglio a nessun specialista. E uno su quattro invece preferisce rivolgersi ad un conoscente o familiare. Sono

questi alcuni dati emersi da un sondaggio condotto su oltre 400 italiani colpiti da tumore. I risultati sono

presentati nel convegno nazionale Qualità di vita del Paziente Oncologico: Alimentazione e Nuove Terapie

organizzato dalla Fondazione Insieme contro il Cancro. L’evento si svolge oggi a Roma presso l’Auditorium del

Ministero della Salute. “Il numero degli italiani che vivono dopo una diagnosi di neoplasia aumenta del 3% ogni

anno - afferma il prof. Francesco Cognetti presidente di ‘Insieme contro il Cancro’ -. Si tratta ormai di patologie

non solo curabili ma in molti casi anche guaribili e quindi le esigenze dei malati sono radicalmente cambiate

negli ultimi decenni. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita sia durante che dopo le terapie e

limitare il più possibile gli effetti collaterali. Grazie alla ricerca sono emersi nuovi rimedi. I probiotici

rappresentano un valido supporto perché possono ridurre la gravità e la frequenza dei disturbi all’apparato

gastro-intestinale provocati da farmaci chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche. Ma il livello di

conoscenza e di utilizzo dei “batteri amici” in oncologia è ancora scarso. Sono consigliati infatti solo al 29% dei

pazienti e il 70% di loro non sa che possono alleviare la diarrea o i disturbi intestinali - aggiunge Cognetti -. E’

necessario quindi aumentare il livello di informazione e consapevolezza sia dei pazienti che dei clinici sull’uso di

questi prodotti”. Dall’Istituto Tumori Regina Elena di Roma è partito il primo studio clinico tutto italiano sulle

nuove possibilità offerte dai probiotici per la gestione dei disturbi gastro-enterici indotti dalle cure anti-cancro. Al

convegno di Roma viene presentato anche un sondaggio svolto su oltre 540 oncologi italiani. Per il 67% dei

clinici i problemi gastro-intestinali influenzano negativamente l’adesione del malato ai trattamenti. “Migliorare la

vita di un paziente significa favorire concretamente le possibilità di guarigione - sottolinea il prof. Giorgio

Scagliotti Direttore del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino -. Anche chi è sottoposto alle cure

deve però fare la sua parte e quindi seguire una dieta equilibrata, bere almeno due litri di acqua al giorno,

rinunciare ad alcol e fumo, effettuare controlli periodici. Sono tutte attività che consentono di giocare d’anticipo

sul cancro ma anche di affrontare la patologia o conviverci con maggior serenità”.

All’Auditorium del Ministero della Salute ampio spazio è dedicato all’immunoterapia, la nuova frontiera nella lotta

contro il cancro. “Ha dimostrato risultati sorprendenti contro neoplasie molto aggressive come il melanoma

metastatico o il carcinoma polmonare - prosegue il prof. Cognetti -. Presenta delle controindicazioni gasto-

intestinali diverse rispetto a quelle dei tradizionali chemioterapici. I sintomi tipici come infiammazioni

temporanee o diarrea sono provocati non dalla tossicità diretta dei farmaci, ma dall’iperattivazione del sistema

di difesa del nostro organismo. Anche in questo caso alcuni ceppi di probiotici sono in grado di contrastare i

disturbi. Non solo. Possono anche rafforzare le risposte immunitarie dei malati sottoposti all’immunoterapia. La

prossima sfida sarà comprendere i meccanismi alla base di questi effetti benefici e capire quali ceppi di probiotici

sono utili per il singolo caso”. “Le cure oncologiche sono sempre meno invasive ciò nonostante otto pazienti su

dieci lamentano ancora effetti collaterali - sostiene Elisabetta Iannelli segretario della Fondazione Insieme contro

il Cancro -. Vomito, nausea o diarrea condizionano le abitudini alimentari e limitano molte attività quotidiane. Se

non sono gestite nel modo corretto possono avere conseguenze negative anche sulla condizione di salute

generale. Solo il 30% dei malati conosce le proprietà benefiche dei probiotici per la difesa dell’integrità della

barriera intestinale e l'equilibrio della microflora durante le terapie. C’è bisogno dunque di maggiore dialogo tra

Page 31: Comunicato stampa - Fondazione Insieme Contro il Cancro · La dieta mediterranea e gli ancora poco noti probiotici - microrganismi vivi che, ... conoscenza e di utilizzo dei 'batteri

personale sanitario, pazienti e familiari su come affrontare questi disturbi”. “Il 52% dei pazienti ha ricevuto

informazioni sul tipo di dieta da seguire durante le cure - aggiunge il prof. Cognetti -. Molti dei nostri assistiti

vogliono sapere cosa possono mangiare e se la loro nutrizione possa interferire con i farmaci che stanno

assumendo. L’alimentazione può essere importante per contrastare i problemi gastro-intestinali come vomito e

nausea. Ma le terapie possono portare ad altri effetti collaterali come depressione, osteoporosi, disfunzioni

genito-urinari e sessuali o contro-indicazioni cardiovascolari. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di

vita ad una persona che sta già affrontando una sfida difficile come un tumore”. “Oltre tre milioni di italiani

vivono con una precedente diagnosi di neoplasia - conclude il prof. PierFranco Conte Coordinatore della Rete

Oncologica Veneta -. La cronicizzazione del patologia rappresenta un grande successo ma al tempo stesso una

sfida per l’intera collettività. Per assicurare le nuove terapie e garantire la sostenibilità del sistema sanitario

nazionale bisogna attivare nuovi percorsi diagnostico-terapeutici che mettano al centro le necessità del paziente.

Dovranno però essere condivisi e applicati a livello nazionale e non riguardare solo i trattamenti medico-

oncologici ma prevedere inoltre una revisione complessiva dei metodi di individuazione e cura dei tumori. Da

questa azione può arrivare una maggiore razionalizzazione della spese e anche un più diffuso e tempestivo

accesso ai farmaci realmente utili e innovativi”.

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25-11-2015

http://www.healthdesk.it/ 

Tumori: i disturbi gastro-intestinali colpiscono il 96% dei pazienti REDAZIONE 25 NOVEMBRE 2015 23:59

La quasi totalità (96%) degli italiani malati di cancro soffre anche di diarrea, nausea, vomito, perdita dell’appetito: sono solo alcuni tra gli effetti collaterali più frequenti provocati dalle cure. Ma solo uno su quattro (il 24%) chiede aiuto all’oncologo per alleviare questi problemi. Il 43% si arrangia da solo e non domanda consiglio a nessun specialista. E uno su quattro invece preferisce rivolgersi a un conoscente o familiare. Sono questi alcuni dati emersi da un sondaggio condotto su oltre 400 italiani colpiti da tumore. I risultati sono presentati nel convegno nazionale Qualità di vita del paziente oncologico: alimentazione e nuove terapie, organizzato a Roma dalla Fondazione Insieme contro il cancro. «Il numero degli italiani che vivono dopo una diagnosi di neoplasia – ricorda Francesco Cognetti presidente di Insieme contro il Cancro - aumenta del 3% ogni anno». Si tratta di malattie non solo curabili, ma in molti casi anche guaribili e quindi le esigenze dei malati sono radicalmente cambiate negli ultimi decenni. «Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita – prosegue Cognetti - sia durante che dopo le terapie e limitare il più possibile gli effetti collaterali. Grazie alla ricerca sono emersi nuovi rimedi. I probiotici rappresentano un valido supporto perché possono ridurre la gravità e la frequenza dei disturbi all’apparato gastro-intestinale provocati da farmaci chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche». Ma il livello di conoscenza e di utilizzo dei “batteri amici” in oncologia è ancora scarso. Sono consigliati infatti solo al 29% dei pazienti e il 70% di loro non sa che possono alleviare la diarrea o i disturbi intestinali. «È necessario quindi aumentare il livello di informazione e consapevolezza – aggiunge l'oncologo - sia dei pazienti

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che dei clinici sull’uso di questi prodotti». Dall’Istituto tumori Regina Elena di Roma è partito il primo studio clinico tutto italiano sulle nuove possibilità offerte dai probiotici per la gestione dei disturbi gastroenterici indotti dalle cure anti-cancro. Al convegno di Roma è stato presentato anche un sondaggio su oltre 500 oncologi italiani. Per il 67% dei clinici i problemi gastrointestinali influenzano negativamente l’adesione del malato ai trattamenti. «Migliorare la vita di un paziente significa favorire concretamente le possibilità di guarigione» assicura Giorgio Scagliotti, direttore del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino. «Anche chi è sottoposto alle cure deve però fare la sua parte – aggiunge - e quindi seguire una dieta equilibrata, bere almeno due litri di acqua al giorno, rinunciare ad alcol e fumo, effettuare controlli periodici. Sono tutte attività che consentono di giocare d’anticipo sul cancro – conclude - ma anche di affrontare la patologia o conviverci con maggior serenità».

 

 

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26-11-2015

https://notiziemediche.it/

Effetti collaterali degli anticancro: i probiotici possono alleviarli.

Fondamentale chiedere all’oncologo

Riguardano, per lo più, stomaco e intestino. Sono diarrea, nausea, vomito, perdita dell’appetito gli effetti

collaterali più frequenti delle terapie antitumorali. E interessano il 96 per cento dei pazienti oncologici

italiani.

Eppure, soltanto 24 per cento dei malati chiede aiuto all’oncologo per alleviare questi problemi. Il 43 per

cento si arrangia da solo e non domanda consiglio a nessun specialista. Per altro, uno su quattro invece

preferisce rivolgersi a un conoscente o familiare.

Il sondaggi su 400 pazienti Sono questi alcuni dati emersi da un sondaggio condotto su oltre 400 italiani colpiti da tumore.

I risultati sono presentati nel convegno nazionale Qualità di vita

del paziente oncologico: alimentazione e nuove terapie, organizzato dalla Fondazione insieme contro il

cancro.

L’evento si svolge oggi a Roma presso l’Auditorium del ministero della Salute.

«Il numero degli italiani che vivono dopo una diagnosi di neoplasia aumenta del 3 per cento ogni anno»

afferma Francesco Cognetti presidente di ‘Insieme contro il cancro’ «si tratta ormai di patologie non

solo curabili ma in molti casi anche guaribili e quindi le esigenze dei malati sono radicalmente cambiate

negli ultimi decenni. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita sia durante che dopo le

terapie e limitare il più possibile gli effetti collaterali».

Probiotici utili per alleviare i disturbi Grazie alla ricerca sono emersi nuovi rimedi. «I probiotici» prosegue «rappresentano un valido supporto

perché possono ridurre la gravità e la frequenza dei disturbi all’apparato gastro-intestinale provocati da

farmaci chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche. Ma il livello di conoscenza e di

utilizzo dei “batteri amici” in oncologia è ancora scarso».

Sono consigliati infatti solo al 29 per cento dei pazienti e il 70 per cento di loro non sa che possono

alleviare la diarrea o i disturbi intestinali.

«È necessario quindi aumentare il livello di informazione e consapevolezza sia dei pazienti che dei clinici

sull’uso di questi prodotti» puntualizza Cognetti.

Dall’Istituto Tumori Regina Elena di Roma è partito il primo studio clinico tutto italiano sulle nuove

possibilità offerte dai probiotici per la gestione dei disturbi gastro-enterici indotti dalle cure anti-cancro.

Al convegno di Roma viene presentato anche un sondaggio svolto su oltre 540 oncologi italiani. Per il 67

per cento dei clinici i problemi gastro-intestinali influenzano negativamente l’adesione del malato ai

trattamenti.

«Migliorare la vita di un paziente significa favorire concretamente le possibilità di guarigione»

sottolinea Giorgio Scagliotti, direttore del dipartimento di oncologia dell’Università di Torino «anche chi

è sottoposto alle cure deve però fare la sua parte e quindi seguire una dieta equilibrata, bere almeno due

litri di acqua al giorno, rinunciare ad alcol e fumo, effettuare controlli periodici. Sono tutte attività che

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consentono di giocare d’anticipo sul cancro ma anche di affrontare la patologia o conviverci con maggior

serenità».

Anche in caso di immunoterapie oncologiche L’immunoterapia, la nuova frontiera nella lotta contro il cancro, ha dimostrato risultati sorprendenti

contro neoplasie molto aggressive come il melanoma metastatico o il carcinoma polmonare.

«Presenta delle controindicazioni gasto-intestinali diverse rispetto a quelle dei tradizionali

chemioterapici» sottolinea Cognetti «i sintomi tipici come infiammazioni temporanee o diarrea sono

provocati non dalla tossicità diretta dei farmaci, ma dall’iperattivazione del sistema di difesa del nostro

organismo. Anche in questo caso alcuni ceppi di probiotici sono in grado di contrastare i disturbi. Non

solo. Possono anche rafforzare le risposte immunitarie dei malati sottoposti all’immunoterapia. La

prossima sfida sarà comprendere i meccanismi alla base di questi effetti benefici e capire quali ceppi di

probiotici sono utili per il singolo caso».

«Le cure oncologiche sono sempre meno invasive ciò nonostante otto pazienti su dieci lamentano ancora

effetti collaterali» sostiene Elisabetta Iannelli segretario della Fondazione insieme contro il cancro

«vomito, nausea o diarrea condizionano le abitudini alimentari e limitano molte attività quotidiane. Se

non sono gestite nel modo corretto possono avere conseguenze negative anche sulla condizione di salute

generale. Solo il 30 per cento dei malati conosce le proprietà benefiche dei probiotici per la difesa

dell’integrità della barriera intestinale e l’equilibrio della microflora durante le terapie. C’è bisogno

dunque di maggiore dialogo tra personale sanitario, pazienti e familiari su come affrontare questi

disturbi».

«Il 52 per cento dei pazienti ha ricevuto informazioni sul tipo di dieta da seguire durante le cure»

aggiunge Cognetti «molti dei nostri assistiti vogliono sapere cosa possono mangiare e se la loro nutrizione

possa interferire con i farmaci che stanno assumendo. L’alimentazione può essere importante per

contrastare i problemi gastro-intestinali come vomito e nausea. Ma le terapie possono portare ad altri

effetti collaterali come depressione, osteoporosi, disfunzioni genito-urinari e sessuali o contro-indicazioni

cardiovascolari. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita ad una persona che sta già

affrontando una sfida difficile come un tumore».

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25-11-2015

http://benessere.guidone.it/2015/11/25/cure-anti-tumore-ancora-troppi-effetti-collaterali/

Cure anti-tumore, ancora troppi effetti collaterali

Aumentano le percentuali di guarigione e di sopravvivenza tra gli ammalati, ma molti degli effetti collaterali delle cure – come diarrea, nausea, vomito, perdita dell’appetito - continuano a riguardare la quasi totalità dei pazienti oncologici italiani. Del 96% che li accusa, appena il 24% chiede aiuto all’oncologo per alleviare questi problemi. Il 43% si arrangia da solo e non domanda consiglio a nessun specialista. E uno su quattro invece preferisce rivolgersi ad un conoscente o familiare. Sono i dati emersi da un sondaggio condotto su oltre 400 italiani presentati al convegno nazionale “Qualità di vita del paziente oncologico: alimentazione e nuove terapie” organizzato dalla Fondazione Insieme contro il Cancro. “Il numero degli italiani che vivono dopo una diagnosi di neoplasia aumenta del 3% ogni anno – afferma Francesco Cognetti, presidente della Fondazione -. Si tratta ormai di patologie non solo curabili ma in molti casi anche guaribili e quindi le esigenze dei malati sono radicalmente cambiate negli ultimi decenni. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita sia durante che dopo le terapie e limitare il più possibile gli effetti collaterali. Grazie alla ricerca sono emersi nuovi rimedi. I probiotici rappresentano un valido supporto perché possono ridurre la gravità e la frequenza dei disturbi all’apparato gastro-intestinale provocati da farmaci chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche”.

Il livello di conoscenza e di utilizzo dei “batteri amici” in oncologia, però, è ancora scarso. Sono consigliati infatti solo al 29% dei pazienti e il 70% di loro non sa che possono alleviare la diarrea o i disturbi intestinali. Dall’Istituto Tumori Regina Elena di Roma è partito il primo studio clinico tutto italiano sulle nuove possibilità offerte dai probiotici per la gestione dei disturbi gastro-enterici indotti dalle cure anti-cancro. “Le cure oncologiche sono sempre meno invasive ciò nonostante otto pazienti su dieci lamentano ancora effetti collaterali – sostiene Elisabetta Iannelli, segretario della Fondazione Insieme contro il Cancro -. Vomito, nausea o diarrea condizionano le abitudini alimentari e limitano molte attività quotidiane. Se non sono gestite nel modo corretto possono avere conseguenze negative anche sulla condizione di salute generale. Solo il 30% dei malati conosce le proprietà benefiche dei probiotici per la difesa dell’integrità della barriera intestinale e l’equilibrio della microflora durante le terapie. C`è bisogno dunque di maggiore dialogo tra personale sanitario, pazienti e familiari su come affrontare questi disturbi”.

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25-11-2015

http://ultima-ora.zazoom.it/news/939453/salute-necessario-limitare-gli-effetti-collaterali-delle-cure-sui-pazienti-oncologici

Salute | “necessario limitare gli effetti collaterali delle cure sui pazienti oncologici” Secondo una recente ricerca 8 pazienti oncologici su 10 risentono ancora gli effetti collaterali delle cure Diarrea, nausea, vomito, perdita dell’appetito ... Diarrea, nausea, vomito, perdita dell’appetito interessano il 96% dei pazienti oncologici italiani. Sono solo alcuni degli effetti collaterali più frequenti provocati dalle cure. Ma appena il 24% dei malati chiede aiuto all’oncologo per alleviare questi problemi. Il 43% si arrangia da solo e non domanda consiglio a nessun specialista. E uno su quattro invece preferisce rivolgersi ad un conoscente o familiare. Sono questi alcuni dati emersi da un sondaggio condotto su oltre 400 italiani colpiti da tumore. I risultati sono presentati nel convegno nazionale Qualità di vita del Paziente Oncologico: Alimentazione e Nuove Terapie organizzato dalla Fondazione Insieme contro il Cancro. L’evento si svolge oggi a Roma presso l’Auditorium del Ministero della Salute. “Il numero degli italiani che vivono dopo una diagnosi di neoplasia aumenta del 3% ogni anno – afferma il prof. Francesco Cognetti presidente di ‘Insieme contro il Cancro’ -. Si tratta ormai di patologie non solo curabili ma in molti casi anche guaribili e quindi le esigenze dei malati sono radicalmente cambiate negli ultimi decenni. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita sia durante che dopo le terapie e limitare il più possibile gli effetti collaterali. Grazie alla ricerca sono emersi nuovi rimedi. I probiotici rappresentano un valido supporto perché possono ridurre la gravità e la frequenza dei disturbi all’apparato gastro-intestinale provocati da farmaci chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche. Ma il livello di conoscenza e di utilizzo dei “batteri amici” in oncologia è ancora scarso. Sono consigliati infatti solo al 29% dei pazienti e il 70% di loro non sa che possono alleviare la diarrea o i disturbi intestinali – aggiunge Cognetti -. E’ necessario quindi aumentare il livello di informazione e consapevolezza sia dei pazienti che dei clinici sull’uso di questi prodotti”. Dall’Istituto Tumori Regina Elena di Roma è partito il primo studio clinico tutto italiano sulle nuove possibilità offerte dai probiotici per la gestione dei disturbi gastro-enterici indotti dalle cure anti-cancro. Al convegno di Roma viene presentato anche un sondaggio svolto su oltre 540 oncologi italiani. Per il 67% dei clinici i problemi gastro-intestinali influenzano negativamente l’adesione del malato ai trattamenti. “Migliorare la vita di un paziente significa favorire concretamente le possibilità di guarigione – sottolinea il prof. Giorgio Scagliotti Direttore del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino -. Anche chi è sottoposto alle cure deve però fare la sua parte e quindi seguire una dieta equilibrata, bere almeno due litri di acqua al giorno, rinunciare ad alcol e fumo, effettuare controlli periodici. Sono tutte attività che consentono di giocare d’anticipo sul cancro ma anche di affrontare la patologia o conviverci con maggior serenità”. All’Auditorium del Ministero della Salute ampio spazio è dedicato all’immunoterapia, la nuova frontiera nella lotta contro il cancro. “Ha dimostrato risultati sorprendenti contro neoplasie molto aggressive come il melanoma metastatico o il carcinoma polmonare – prosegue il prof. Cognetti -. Presenta delle controindicazioni gasto-intestinali diverse rispetto a quelle dei tradizionali chemioterapici. I sintomi tipici come infiammazioni temporanee o diarrea sono provocati non dalla tossicità diretta dei farmaci, ma dall’iperattivazione del sistema di difesa del nostro organismo. Anche in questo caso alcuni ceppi di probiotici sono in grado di contrastare i disturbi. Non solo. Possono anche rafforzare le risposte immunitarie dei malati sottoposti all’immunoterapia. La prossima sfida sarà comprendere i meccanismi alla base di questi effetti benefici e capire quali ceppi di probiotici sono utili per il singolo caso”. “Le cure oncologiche sono sempre meno invasive ciò nonostante otto pazienti su dieci lamentano ancora effetti collaterali – sostiene Elisabetta Iannelli segretario della Fondazione Insieme contro il Cancro -. Vomito, nausea o diarrea condizionano le abitudini alimentari e limitano molte attività quotidiane. Se non sono gestite nel modo corretto possono avere conseguenze negative anche sulla condizione di salute generale. Solo il 30% dei malati conosce le proprietà benefiche dei probiotici per la difesa dell’integrità della barriera intestinale e l’equilibrio della microflora durante le terapie. C’è bisogno dunque di maggiore dialogo tra personale sanitario, pazienti e familiari su come affrontare questi disturbi”. “Il 52% dei pazienti ha ricevuto informazioni sul tipo di dieta da seguire durante le cure – aggiunge il prof. Cognetti -. Molti dei nostri assistiti vogliono sapere cosa possono mangiare e se la loro nutrizione possa interferire con i farmaci che stanno assumendo. L’alimentazione può essere importante per contrastare i problemi gastro-intestinali come vomito e nausea. Ma le terapie possono portare ad altri effetti collaterali come depressione, osteoporosi, disfunzioni genito-urinari e sessuali o contro-indicazioni cardiovascolari. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita ad una persona che sta già affrontando una sfida difficile come un tumore”. “Oltre tre milioni di italiani vivono con una precedente diagnosi di neoplasia – conclude il prof. PierFranco Conte Coordinatore della Rete Oncologica Veneta -. La cronicizzazione del patologia rappresenta un grande successo ma al tempo stesso una sfida per l’intera collettività. Per assicurare le nuove terapie e garantire la sostenibilità del sistema sanitario nazionale bisogna attivare nuovi percorsi diagnostico-terapeutici che mettano al centro le necessità del paziente. Dovranno però essere condivisi e applicati a livello nazionale e non riguardare solo i trattamenti medico-oncologici ma prevedere inoltre una revisione complessiva dei metodi di individuazione e cura dei tumori. Da questa azione può arrivare una maggiore razionalizzazione della spese e anche un più diffuso e tempestivo accesso ai farmaci realmente utili e innovativi”.

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25-11-2015

http://www.tzetze.it/salute/2015/11/tumori_i_disturbi_gastro-intestinali_colpiscono_il_96_dei_pazienti_altre_news/

Tumori: "i disturbi gastro-intestinali colpiscono il 96% dei pazienti Diarrea, nausea, vomito, perdita dell'appetito interessano il 96% dei pazienti oncologici italiani. Sono solo alcuni degli effetti collaterali più frequenti provocati dalle cure. Ma appena il 24% dei malati chiede aiuto all'oncologo per alleviare questi problemi. Il 43% si arrangia da solo e non domanda consiglio a nessun specialista. E uno su quattro invece preferisce rivolgersi ad un conoscente o familiare. Sono questi alcuni dati emersi da un sondaggio condotto su oltre 400 italiani colpiti da tumore. I risultati sono presentati nel convegno nazionale Qualità di vita del Paziente Oncologico: Alimentazione e Nuove Terapie organizzato dalla Fondazione Insieme contro il Cancro. L'evento si svolge oggi a Roma presso l'Auditorium del Ministero della Salute. “Il numero degli italiani che vivono dopo una diagnosi di neoplasia aumenta del 3% ogni anno - afferma il prof. Francesco Cognetti presidente di ‘Insieme contro il Cancro’ -. Si tratta ormai di patologie non solo curabili ma in molti casi anche guaribili e quindi le esigenze dei malati sono radicalmente cambiate negli ultimi decenni. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita sia durante che dopo le terapie e limitare il più possibile gli effetti collaterali. Grazie alla ricerca sono emersi nuovi rimedi. I probiotici rappresentano un valido supporto perché possono ridurre la gravità e la frequenza dei disturbi all’apparato gastro-intestinale provocati da farmaci chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche. Ma il livello di conoscenza e di utilizzo dei “batteri amici” in oncologia è ancora scarso. Sono consigliati infatti solo al 29% dei pazienti e il 70% di loro non sa che possono alleviare la diarrea o i disturbi intestinali - aggiunge Cognetti -. E’ necessario quindi aumentare il livello di informazione e consapevolezza sia dei pazienti che dei clinici sull’uso di questi prodotti”. Dall’Istituto Tumori Regina Elena di Roma è partito il primo studio clinico tutto italiano sulle nuove possibilità offerte dai probiotici per la gestione dei disturbi gastro-enterici indotti dalle cure anti-cancro. Al convegno di Roma viene presentato anche un sondaggio svolto su oltre 540 oncologi italiani. Per il 67% dei clinici i problemi gastro-intestinali influenzano negativamente l’adesione del malato ai trattamenti. “Migliorare la vita di un paziente significa favorire concretamente le possibilità di guarigione - sottolinea il prof. Giorgio Scagliotti Direttore del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino -. Anche chi è sottoposto alle cure deve però fare la sua parte e quindi seguire una dieta equilibrata, bere almeno due litri di acqua al giorno, rinunciare ad alcol e fumo, effettuare controlli periodici. Sono tutte attività che consentono di giocare d’anticipo sul cancro ma anche di affrontare la patologia o conviverci con maggior serenità”. All’Auditorium del Ministero della Salute ampio spazio è dedicato all’immunoterapia, la nuova frontiera nella lotta contro il cancro.

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“Ha dimostrato risultati sorprendenti contro neoplasie molto aggressive come il melanoma metastatico o il carcinoma polmonare - prosegue il prof. Cognetti -. Presenta delle controindicazioni gasto-intestinali diverse rispetto a quelle dei tradizionali chemioterapici. I sintomi tipici come infiammazioni temporanee o diarrea sono provocati non dalla tossicità diretta dei farmaci, ma dall’iperattivazione del sistema di difesa del nostro organismo. Anche in questo caso alcuni ceppi di probiotici sono in grado di contrastare i disturbi. Non solo. Possono anche rafforzare le risposte immunitarie dei malati sottoposti all’immunoterapia. La prossima sfida sarà comprendere i meccanismi alla base di questi effetti benefici e capire quali ceppi di probiotici sono utili per il singolo caso”. “Le cure oncologiche sono sempre meno invasive ciò nonostante otto pazienti su dieci lamentano ancora effetti collaterali - sostiene Elisabetta Iannelli segretario della Fondazione Insieme contro il Cancro -. Vomito, nausea o diarrea condizionano le abitudini alimentari e limitano molte attività quotidiane. Se non sono gestite nel modo corretto possono avere conseguenze negative anche sulla condizione di salute generale. Solo il 30% dei malati conosce le proprietà benefiche dei probiotici per la difesa dell’integrità della barriera intestinale e l'equilibrio della microflora durante le terapie. C’è bisogno dunque di maggiore dialogo tra personale sanitario, pazienti e familiari su come affrontare questi disturbi”. “Il 52% dei pazienti ha ricevuto informazioni sul tipo di dieta da seguire durante le cure - aggiunge il prof. Cognetti -. Molti dei nostri assistiti vogliono sapere cosa possono mangiare e se la loro nutrizione possa interferire con i farmaci che stanno assumendo. L’alimentazione può essere importante per contrastare i problemi gastro-intestinali come vomito e nausea. Ma le terapie possono portare ad altri effetti collaterali come depressione, osteoporosi, disfunzioni genito-urinari e sessuali o contro-indicazioni cardiovascolari. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita ad una persona che sta già affrontando una sfida difficile come un tumore”. “Oltre tre milioni di italiani vivono con una precedente diagnosi di neoplasia - conclude il prof. PierFranco Conte Coordinatore della Rete Oncologica Veneta -. La cronicizzazione del patologia rappresenta un grande successo ma al tempo stesso una sfida per l’intera collettività. Per assicurare le nuove terapie e garantire la sostenibilità del sistema sanitario nazionale bisogna attivare nuovi percorsi diagnostico-terapeutici che mettano al centro le necessità del paziente. Dovranno però essere condivisi e applicati a livello nazionale e non riguardare solo i trattamenti medico-oncologici ma prevedere inoltre una revisione complessiva dei metodi di individuazione e cura dei tumori. Da questa azione può arrivare una maggiore razionalizzazione della spese e anche un più diffuso e tempestivo accesso ai farmaci realmente utili e innovativi”.

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25-11-2015

LETTORI

1.800.000

http://sport.sky.it/sport/ritratto_della_salute/

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25-11-2015

LETTORI

1.800.000

http://sport.sky.it/sport/ritratto_della_salute/

PROBIOTICI, PREZIOSI ALLEATI ANCHE PER I PAZIENTI ONCOLOGICI

Diarrea, nausea, vomito, perdita dell’appetito interessano il 96% dei pazienti oncologici italiani. I “batteri amici” possono dare un grande aiuto per ridurre la frequenza dei disturbi all’apparato gastro-intestinale provocati da farmaci chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche

Sono chiamati anche i “batteri amici” e vengono utilizzati da anni con successo per la cura di malattie gastro-intestinali, ginecologiche o pediatriche. Sono i probiotici ovvero microorganismi vivi che, somministrati in quantità adeguate, apportano benefici alla salute dell’ospite. Secondo le ultime ricerche potrebbero aiutare a risolvere gli effetti collaterali provocati delle cure anti-tumore. E’ quanto emerge oggi dal convegno nazionale Qualità  di vita del Paziente Oncologico: Alimentazione e Nuove Terapie organizzato dalla Fondazione Insieme contro il Cancro. Diarrea, nausea, vomito, perdita dell’appetito interessano il 96% dei pazienti oncologici italiani. Sono solo alcuni degli effetti collaterali più frequenti provocati dalle cure. Ma appena il 24% dei malati chiede aiuto all’oncologo per alleviare questi problemi. Il 43% si arrangia da solo e non domanda consiglio a nessun specialista. E uno su quattro invece preferisce rivolgersi ad un conoscente o familiare. “Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita sia durante che dopo le terapie e limitare il più possibile gli effetti

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collaterali - afferma il prof. Francesco Cognetti presidente di ‘Insieme contro il Cancro’ - Grazie alla ricerca sono emersi nuovi rimedi. I probiotici rappresentano un valido supporto perché possono ridurre la gravità e la frequenza dei disturbi all’apparato gastro-intestinale provocati da farmaci chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche. Ma il livello di conoscenza e di utilizzo dei “batteri amici” in oncologia è ancora scarso. - aggiunge Cognetti - E’ necessario quindi aumentare il livello di informazione e consapevolezza sia dei pazienti che dei clinici sull’uso di questi prodotti”. Dall’Istituto Tumori Regina Elena di Roma è partito il primo studio clinico tutto italiano sulle nuove possibilità offerte dai probiotici per la gestione dei disturbi gastro-enterici indotti dalle cure anti-cancro. “Le cure oncologiche sono sempre meno invasive ciò nonostante otto pazienti su dieci lamentano ancora effetti collaterali - sostiene Elisabetta Iannelli segretario della Fondazione Insieme contro il Cancro - Vomito, nausea o diarrea Se non sono gestitite nel modo corretto possono avere conseguenze negative anche sulla condizione di salute generale. C’è bisogno dunque di maggiore dialogo tra personale sanitario, pazienti e familiari su come affrontare questi disturbi”. “Migliorare la vita di un paziente significa favorire concretamente le possibilità di guarigione - sottolinea il prof. Giorgio Scagliotti Direttore del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino -. Anche chi è sottoposto alle cure deve però fare la sua parte e quindi seguire una dieta equilibrata, bere almeno due litri di acqua al giorno, rinunciare ad alcol e fumo, effettuare controlli periodici. Sono tutte attività che consentono di giocare d’anticipo sul cancro ma anche di affrontare la patologia o conviverci con maggior serenità”.

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25-11-2015

http://salute.leonardo.it/tumore‐al‐polmone‐nuovi‐farmaci/ 

Terapie contro il cancro: come limitare gli effetti indesiderati

2015

Limitare e combattere gli effetti collaterali derivanti dalle terapie contro il cancro si può e si deve. Basta

seguire alcuni semplici consigli, suggeriti dai medici, per beneficiare di una qualità della vita nettamente

superiore. Spesso, infatti, le terapie contro il cancro sebbene permettano di continuare a vivere,

provocano disturbi più o meno importanti, sia nel corso delle terapie stesse sia successivamente.

Ovviamente di frequente si tratta di disturbi o fastidi che si accettano volentieri pur di continuare a vivere

ma che alla lunga possono comunque inficiare la qualità della vita di tutti i giorni. È per questo che si

può intervenire, parlandone con il medico e facendosi prescrivere cure ad hoc cui vanno però affiancati

movimento fisico e corretta alimentazione.

Come fatto notare dalla Fondazione Insieme contro il Cancro, spesso accade anche che i pazienti

interrompano le terapie contro il cancro perché non riescono a sopportare gli effetti collaterali provocati

dai numerosi farmaci che devono assumere. Anche per questo motivo dovrebbe essere costante l’impegno

della scienza, affinché possa trovare soluzioni meno difficile da sopportare per il paziente. E lo sforzo

maggiore dovrebbe essere richiesto anche e soprattutto perché sono sempre di più coloro che

sopravvivono dopo una diagnosi di tumore.

Come ha spiegato il dottor Cognetti, direttore dell’Oncologia all’Istituto Tumori Regina Elena di Roma:

“Le esigenze dei pazienti oncologici sono cambiate radicalmente negli ultimi decenni e la presa in carico

di queste persone richiede una risposta a 360 gradi da parte dei clinici e delle Istituzioni. Ecco perché

diventano centrali alcuni aspetti relativi alla qualità di vita dei malati. Ad esempio, per controllare e

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limitare gli effetti collaterali di alcune terapie i probiotici si stanno dimostrando particolarmente efficaci.

Anche la dieta mediterranea può svolgere un ruolo importante non solo nella prevenzione, ma anche nel

corso delle terapie”.

I disturbi che possono andare a peggiorare la qualità della vita di un malato sono soprattutto senso di

stanchezza perenne, vomito, nausea, stitichezza, diarrea e malessere generale. Tutti sintomi che possono

anche impedire di tornare ad una vita normale ma che possono anche essere curati. Basta affidarsi ai

medici, avere fiducia nel proprio oncologo e far presente qualsiasi effetto renda intollerabile vivere

serenamente.

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26-11-2015

Lettori

402.957

http://www.sanita24.ilsole24ore.com/ 

Probiotici per l'intestino: così si affronta il cancro

I batteri amici dell'intestino aiutano a combattere gli effetti collaterali delle terapie antitumorali Fra gli effetti collaterali delle terapie contro il cancro che si presentano con maggior frequenza sono inclusi disturbi

gastrointestinali che possono essere combattuti efficacemente con un rimedio naturale: i probiotici, batteri “amici”

dell’intestino. A sottolinearlo sono gli esperti riunitisi in occasione del convegno nazionale “Qualità di vita

del Paziente Oncologico: Alimentazione e Nuove Terapie”. Organizzato a Roma dalla Fondazione “Insieme contro il Cancro”,

l’evento è stato l’occasione per presentare un sondaggio da cui è emerso che in Italia il 96% dei pazienti in cura contro il cancro

ha a che fare con diarrea, nausea, vomito e perdita dell’appetito, ma che solo nel 24% dei casi cerca una soluzione a questi

problemi chiedendo consiglio all’oncologo. Infatti il 43% dei pazienti cerca di far fronte da soli ai disturbi gastrointestinali

scatenati dalle terapie, senza rivolgersi a nessuno specialista; nel 25% dei casi, invece, chiedono consiglio a familiari o

conoscenti.

Secondo Francesco Cognetti, direttore del Dipartimento Oncologia Medica dell'Istituto Nazionale Regina Elena per lo studio e la

cura dei tumori di Roma e presidente della Fondazione “Insieme contro il Cancro”, fra gli obiettivi dei medici è incluso garantire

ai pazienti una buona qualità di vita non solo dopo ma anche durante le terapie. Un aiuto può arrivare proprio dai probiotici,

che - spiega l’esperto - “possono ridurre la gravità e la frequenza dei disturbi all’apparato gastro-intestinale provocati da farmaci

chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche”. L’utilità di questi rimedi è però ancora poco conosciuta, tanto che

solo il 70% dei pazienti sa che possono aiutare ad alleviare i disturbi gastrointestinali e vengono consigliati solo al 29% dei

pazienti.

Come ha spiegato Elisabetta Iannelli, segretario della Fondazione, durante le terapie i probiotici possono aiutare a proteggere

la barriera intestinale e l’equilibrio della flora batterica presente nell’intestino. Cognetti ne ha invece sottolineato i benefici

durante i trattamenti oncologici più innovativi, in particolare quelli basati sull’immunoterapia, che iperattivando il sistema di

difesa dell’organismo può scatenare infiammazioni temporanee dell’intestino o diarrea. I probiotici, ha spiegato Cognetti,

“possono anche rafforzare le risposte immunitarie dei malati sottoposti all’immunoterapia”.

Quando si combatte contro un cancro bisogna però fare attenzione anche ad altri aspetti dell’alimentazione. A sottolinearlo è

stato Giorgio Scagliotti, direttore del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino, secondo cui durante le cure è

importante “seguire una dieta equilibrata" e"bere almeno due litri di acqua al giorno". “Il 52% dei pazienti ha ricevuto

informazioni sul tipo di dieta da seguire durante le cure - ha aggiunto Cognetti - L’alimentazione può essere importante per

contrastare i problemi gastro-intestinali come vomito e nausea. Ma le terapie possono portare ad altri effetti collaterali come

depressione, osteoporosi, disfunzioni genito-urinari e sessuali o contro-indicazioni cardiovascolari. Dobbiamo riuscire - ha

concluso l’esperto - a garantire una buona qualità di vita ad una persona che sta già affrontando una sfida difficile come un

tumore”.

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26-11-2015

http://medicalive.it/

Tumori, ‘batteri buoni’ e dieta mediterranea per combatterli Oncologi,

obiettivo buona qualità di vita durante e dopo cure

La dieta mediterranea e gli ancora poco noti probiotici – microrganismi vivi che, somministrati in quantità

adeguate, apportano benefici alla salute – si rivelano alleati preziosi per prevenire il cancro ma anche per

gestire meglio la malattia oncologica e alleviare gli effetti collaterali delle terapie. E’ il messaggio degli oncologi

in occasione del convegno promosso dalla Fondazione ‘Insieme contro il Cancro’ sulla qualità di vita durante le

cure.

I disturbi gastro-intestinali, ad esempio, colpiscono il 96% dei pazienti ma solo 1 su 4 chiede assistenza

all’oncologo: diarrea, nausea, vomito o perdita dell’appetito sono infatti alcuni degli effetti collaterali legati alle

terapie. Ma i probiotici, che sono ad esempio presenti in olio di oliva mandorle e frutta secca, afferma

Francesco Cognetti, presidente della Fondazione, “possono ridurre la gravità e la frequenza dei disturbi

all’apparato gastro-intestinale provocati da farmaci chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche.

Ma il livello di conoscenza e di utilizzo dei ‘batteri amici’ in oncologia è ancora scarso. Sono consigliati infatti

solo al 29% dei pazienti e il 70% di loro non sa che possono alleviare la diarrea o i disturbi intestinali. E’

necessario quindi aumentare il livello di informazione”. Oggi, il numero degli italiani che vivono dopo una

diagnosi di neoplasia “aumenta del 3% ogni anno – aggiunge – e si tratta ormai di patologie non solo curabili

ma in molti casi anche guaribili; quindi, le esigenze dei malati sono cambiate e dobbiamo riuscire a garantire

una buona qualità di vita sia durante che dopo le terapie”. E un aiuto arriva anche dalla Dieta Mediterranea

che, afferma l’epidemiologo Maurizio Montella dell’Istituto Pascale di Napoli, “potenzia l’attività dei farmaci ed

ha fatto registrare fino al +10% in termini di sopravvivenza, ma naturalmente molto dipende dal tipo di

neoplasia e dalle condizioni generali”. Il consiglio ai pazienti è dunque quello di portare a tavola i piatti della

dieta mediterranea, che si rivela una ‘potente’ alleata contro il cancro: frutta, verdura, pesce, fibre non devono

mai mancare, insieme a corretti stili di vita rinunciando ad alcol e fumo e praticando sport. Tutte attività,

concludono gli esperti,” che consentono di giocare d’anticipo sul cancro, ma anche di affrontare la malattia o

conviverci con più serenità”.

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25-11-2015

http://www.notiziarioitaliano.it/

Tumori, 'batteri buoni' e dieta mediterranea per combatterli

La dieta mediterranea e gli ancora poco noti probiotici - microrganismi vivi che, somministrati in

quantità adeguate, apportano benefici alla salute - si rivelano alleati preziosi per prevenire il cancro ma

anche per gestire meglio la malattia oncologica e alleviare gli effetti collaterali delle terapie. E' il

messaggio degli oncologi in occasione del convegno promosso dalla Fondazione 'Insieme contro il

Cancro' sulla qualità di vita durante le cure. I disturbi gastro-intestinali, ad esempio, colpiscono il 96%

dei pazienti ma solo 1 su 4 chiede assistenza all'oncologo: diarrea,nausea, vomito o perdita dell'appetito

sono infattialcuni degli effetti collaterali legati alle terapie. Ma i probiotici, che sono ad esempio presenti

in olio di oliva mandorle e frutta secca, afferma Francesco Cognetti, presidente della Fondazione,

''possonoridurre la gravità e la frequenza dei disturbiall'apparato gastro-intestinale provocati da farmaci

chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche. Ma il livello di conoscenza e di utilizzo dei

'batteri amici' in oncologia è ancora scarso. Sono consigliati infatti solo al 29% dei pazienti e il 70% di

loro non sa che possono alleviare la diarrea o i disturbi intestinali. E' necessario

quindi aumentare il livello di informazione''. Oggi, il numero degli italiani che vivono dopo una diagnosi

di neoplasia ''aumenta del 3% ogni anno - aggiunge - e si tratta ormai di patologie non solo curabili ma in

molti casi anche guaribili; quindi, le esigenze dei malati sono cambiate e dobbiamo riuscire a garantire

una buona qualità di vita sia durante che dopo le terapie''. E un aiuto arriva anche dalla Dieta

Mediterranea che, afferma l'epidemiologo Maurizio Montella dell'Istituto Pascale di Napoli, ''potenzia

l'attività dei farmaci ed ha fatto registrare fino al +10% in termini di sopravvivenza, ma naturalmente

molto dipende dal tipo di neoplasia e dalle condizioni generali''. Il consiglio ai pazienti è dunque quello di

portare a tavola i piatti della dieta mediterranea, che si rivela una 'potente' alleata contro il cancro:

frutta, verdura, pesce, fibre non devono mai mancare, insieme a corretti stili di vita rinunciando ad alcol

e fumo e praticando sport. Tutte attività, concludono gli esperti, ''che consentono di giocare d'anticipo

sul cancro, ma anche di affrontare la malattia o conviverci con più

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26-11-2015

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"INSIEME CONTRO IL CANCRO": GESTIRE GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE CURE? SI PUÒ COSÌ

"Insieme contro il cancro": gestire gli effetti collaterali delle cure? Si può così

"Insieme contro il cancro": gestire gli effetti collaterali delle cure? Si può così

Gli effetti collaterali delle terapie anti‐cancro? Bisogna imparare a gestirle al meglio. 

 

 

 

Il 96% dei pazienti oncologici italiani soffrono di disturbi come diarrea, vomito ecc. e solo il 24% 

dei malati chiede aiuto al medico oncologo, il 43% cerca di risolvere questi delicati problemi da 

sé. I dati del sondaggio (condotto su circa 400 italiani colpiti da tumore) sono stati presentati nel 

convegno nazionale “Qualità di vita del Paziente Oncologico: Alimentazione e Nuove Terapie” 

organizzato dalla Fondazione Insieme contro il Cancro e parlano di malati che soffrono in silenzio. 

  

Francesco Cognetti, presidente “Fondazione Insieme contro il Cancro”, ha spiegato: “Una 

migliore qualità di vita svolge un ruolo decisivo nell’adesione alle cure. Spesso i pazienti 

interrompono i trattamenti proprio a causa dei disturbi causati dai farmaci. Per questo è 

fondamentale individuare, a paragonabile efficacia dei trattamenti, quei medicinali che 

garantiscono minori conseguenze indesiderate. Inoltre il numero crescente delle formulazioni 

orali che permettono al malato di curarsi a casa con il supporto dei familiari richiede una migliore 

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collaborazione i medici di famiglia”. 

 

Quali i rimedi per gestire la malattia e gli effetti collaterali delle terapie? Seguire l'alimentazione 

adatta, scegliendo la dieta mediterranea e assumendo probiotici.  

Cognetti ha spiegato: “I probiotici, presenti nell’olio di oliva, nelle mandorle e nella frutta secca, 

possono ridurre la gravità e la frequenza dei disturbi all'apparato gastro‐intestinale provocati 

da farmaci chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche. Ma il livello di conoscenza 

e di utilizzo dei “batteri amici” in oncologia è ancora scarso. Sono consigliati infatti solo al 29% dei 

pazienti e il 70% di loro non sa che possono alleviare la diarrea o i disturbi intestinali. E' 

necessario quindi aumentare il livello di informazione''. 

Riguardo l’alimentazione da seguire, l'epidemiologo Maurizio Montella dell'Istituto Pascale di 

Napoli, ha affermato: 

''la dieta mediterranea potenzia l'attività dei farmaci ed ha fatto registrare fino al +10% in 

termini di sopravvivenza, ma naturalmente molto dipende dal tipo di neoplasia e dalle condizioni 

generali''.  

Il prof. Giorgio Scagliotti Direttore del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino ha 

sottolineato: "Migliorare la vita di un paziente significa favorire concretamente le possibilità di 

guarigione. Anche chi è sottoposto alle cure deve però fare la sua parte e quindi seguire una 

dieta equilibrata, bere almeno due litri di acqua al giorno, rinunciare ad alcol e fumo, effettuare 

controlli periodici. Sono tutte attività che consentono di giocare d’anticipo sul cancro ma anche 

di affrontare la patologia o conviverci con maggior serenità". 

Le regole base sono, quindi, quelle tradizionali: sulla tavola non dovrebbero mai mancare frutta, 

verdura, pesce e fibre mentre l’alcol e il fumo sarebbero da eliminare o comunque da diminuire.  

Un altro aiuto, soprattutto a livello psicologico, potrebbe arrivare dalla Pet Therapy (il Ministero 

della salute ha riconosciuto definitivamente la validità scientifica delle terapie con animali nel 

2003): “in ambito oncologico i progetti ospedalieri italiani che si avvalgono di animali come 

integrazione delle normali cure stanno pian piano prendendo piede. Il principale obiettivo è 

alleviare la sofferenza fisica e psicologica del malato per consentirgli di affrontare al meglio sia il 

ricovero sia le terapie”. (fonte: Airc) 

Inoltre, ormai è provato, i cani sarebbero in grado di diagnosticare la presenza di un 

tumore grazie al proprio olfatto. Come? I tessuti cancerosi, a causa del loro particolare 

metabolismo, hanno un odore particolare che, i cani (dotati di un olfatto centomila volte più 

potente di quello umano) sono in grado di percepire.   

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25-11-2015

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Tumori: probiotici e “batteri buoni” anche contro gli effetti della chemio

Salute e benessere 

La dieta mediterranea e gli ancora poco noti probiotici – microrganismi vivi che, somministrati in quantità adeguate, apportano benefici alla salute – si rivelano alleati preziosi per prevenire il cancro, ma anche per gestire meglio la malattia oncologica e alleviare gli effetti collaterali delle terapie. È il messaggio degli oncologi italiani in occasione del convegno promosso dalla Fondazione ‘Insieme contro il Cancro’ sulla qualità di vita durante le cure.

Contro i disturbi gastro-intestinali

I disturbi gastro-intestinali – spiegano gli oncologi – colpiscono il 96% dei pazienti, ma solo 1 su 4 chiede assistenza: diarrea, nausea, vomito o perdita dell’appetito sono infatti alcuni degli effetti collaterali legati alle terapie.

L’importanza dei probiotici

“Ma i probiotici, che sono ad esempio presenti in olio di oliva mandorle e frutta secca”, afferma

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Francesco Cognetti, presidente della Fondazione, “possono ridurre la gravità e la frequenza dei disturbi all’apparato gastro-intestinale provocati da farmaci chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche”.

L’utilizzo dei “batteri amici” ancora scarso

Ma il livello di conoscenza e di utilizzo dei ‘batteri amici’ in oncologia è ancora scarso. Sono consigliati infatti solo al 29% dei pazienti e il 70% di loro non sa che possono alleviare la diarrea o i disturbi intestinali. È necessario quindi aumentare il livello di informazione”.

Il numero dei “sopravvissuti” aumenta di anno in anno

Oggi, il numero degli italiani che vivono dopo una diagnosi di neoplasia ”aumenta del 3% ogni anno – aggiunge – e si tratta ormai di patologie non solo curabili ma in molti casi anche guaribili; quindi, le esigenze dei malati sono cambiate e dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita sia durante che dopo le terapie”.

Va bene anche la dieta mediterranea

E un aiuto arriva anche dalla Dieta Mediterranea che, afferma l’epidemiologo Maurizio Montella dell’Istituto Pascale di Napoli, ”potenzia l’attività dei farmaci ed ha fatto registrare fino al +10% in termini di sopravvivenza, ma naturalmente molto dipende dal tipo di neoplasia e dalle condizioni generali”.

Frutta, verdura, pesce, niente alcol e fumo

Il consiglio ai pazienti è dunque quello di portare a tavola i piatti della dieta mediterranea, che si rivela una ‘potente’ alleata contro il cancro: frutta, verdura, pesce, fibre non devono mai mancare, insieme a corretti stili di vita rinunciando ad alcol e fumo e praticando sport. Tutte attività, concludono gli esperti, ”che consentono di giocare d’anticipo sul cancro, ma anche di affrontare la malattia o conviverci con più serenità”.

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25-11-2015

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25-11-2015

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Tumori: “i disturbi gastro-intestinali colpiscono il 96% dei pazienti Diarrea, nausea, vomito, perdita dell'appetito interessano il 96% dei pazienti oncologici italiani. Sono solo alcuni degli effetti collaterali più frequenti provocati dalle cure. Ma appena il 24% dei malati chiede aiuto all'oncologo per alleviare questi problemi. Il 43% si arrangia da solo e non domanda consiglio a nessun specialista. E uno su quattro invece preferisce rivolgersi ad un conoscente o familiare. Sono questi alcuni dati emersi da un sondaggio condotto su oltre 400 italiani colpiti da tumore. I risultati sono presentati nel convegno nazionale Qualità di vita del Paziente Oncologico: Alimentazione e Nuove Terapie organizzato dalla Fondazione Insieme contro il Cancro. L'evento si svolge oggi a Roma presso l'Auditorium del Ministero della Salute.

Diarrea, nausea, vomito, perdita dell’appetito interessano il 96% dei pazienti oncologici italiani. Sono solo alcuni degli effetti collaterali più frequenti provocati dalle cure. Ma appena il 24% dei malati chiede aiuto all’oncologo per alleviare questi problemi. Il 43% si arrangia da solo e non domanda consiglio a nessun specialista. E uno su quattro invece preferisce rivolgersi ad un conoscente o familiare. Sono questi alcuni dati emersi da un sondaggio condotto su oltre 400 italiani colpiti da tumore. I risultati sono presentati nel convegno nazionale Qualità di vita del Paziente Oncologico: Alimentazione e Nuove Terapie organizzato dalla Fondazione Insieme contro il Cancro. L’evento si svolge oggi a Roma presso l’Auditorium del Ministero della Salute. “Il numero degli italiani che vivono dopo una diagnosi di neoplasia aumenta del 3% ogni anno - afferma il prof. Francesco Cognetti presidente di ‘Insieme contro il Cancro’ -. Si tratta ormai di patologie non solo curabili ma in molti casi anche guaribili e quindi le esigenze dei malati sono radicalmente cambiate negli ultimi decenni. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita sia durante che dopo le terapie e limitare il più possibile gli effetti collaterali. Grazie alla ricerca sono emersi nuovi rimedi. I probiotici rappresentano un valido supporto perché possono ridurre la gravità e la frequenza dei disturbi all’apparato gastro-intestinale provocati da farmaci

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chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche. Ma il livello di conoscenza e di utilizzo dei “batteri amici” in oncologia è ancora scarso. Sono consigliati infatti solo al 29% dei pazienti e il 70% di loro non sa che possono alleviare la diarrea o i disturbi intestinali - aggiunge Cognetti -. E’ necessario quindi aumentare il livello di informazione e consapevolezza sia dei pazienti che dei clinici sull’uso di questi prodotti”. Dall’Istituto Tumori Regina Elena di Roma è partito il primo studio clinico tutto italiano sulle nuove possibilità offerte dai probiotici per la gestione dei disturbi gastro-enterici indotti dalle cure anti-cancro. Al convegno di Roma viene presentato anche un sondaggio svolto su oltre 540 oncologi italiani. Per il 67% dei clinici i problemi gastro-intestinali influenzano negativamente l’adesione del malato ai trattamenti. “Migliorare la vita di un paziente significa favorire concretamente le possibilità di guarigione - sottolinea il prof. Giorgio Scagliotti Direttore del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino -. Anche chi è sottoposto alle cure deve però fare la sua parte e quindi seguire una dieta equilibrata, bere almeno due litri di acqua al giorno, rinunciare ad alcol e fumo, effettuare controlli periodici. Sono tutte attività che consentono di giocare d’anticipo sul cancro ma anche di affrontare la patologia o conviverci con maggior serenità”. All’Auditorium del Ministero della Salute ampio spazio è dedicato all’immunoterapia, la nuova frontiera nella lotta contro il cancro. “Ha dimostrato risultati sorprendenti contro neoplasie molto aggressive come il melanoma metastatico o il carcinoma polmonare - prosegue il prof. Cognetti -. Presenta delle controindicazioni gasto-intestinali diverse rispetto a quelle dei tradizionali chemioterapici. I sintomi tipici come infiammazioni temporanee o diarrea sono provocati non dalla tossicità diretta dei farmaci, ma dall’iperattivazione del sistema di difesa del nostro organismo. Anche in questo caso alcuni ceppi di probiotici sono in grado di contrastare i disturbi. Non solo. Possono anche rafforzare le risposte immunitarie dei malati sottoposti all’immunoterapia. La prossima sfida sarà comprendere i meccanismi alla base di questi effetti benefici e capire quali ceppi di probiotici sono utili per il singolo caso”. “Le cure oncologiche sono sempre meno invasive ciò nonostante otto pazienti su dieci lamentano ancora effetti collaterali - sostiene Elisabetta Iannelli segretario della Fondazione Insieme contro il Cancro -. Vomito, nausea o diarrea condizionano le abitudini alimentari e limitano molte attività quotidiane. Se non sono gestite nel modo corretto possono avere conseguenze negative anche sulla condizione di salute generale. Solo il 30% dei malati conosce le proprietà benefiche dei probiotici per la difesa dell’integrità della barriera intestinale e l'equilibrio della microflora durante le terapie. C’è bisogno dunque di maggiore dialogo tra personale sanitario, pazienti e familiari su come affrontare questi disturbi”. “Il 52% dei pazienti ha ricevuto informazioni sul tipo di dieta da seguire durante le cure - aggiunge il prof. Cognetti -. Molti dei nostri assistiti vogliono sapere cosa possono mangiare e se la loro nutrizione possa interferire con i farmaci che stanno assumendo. L’alimentazione può essere importante per contrastare i problemi gastro-intestinali come vomito e nausea. Ma le terapie possono portare ad altri effetti collaterali come depressione, osteoporosi, disfunzioni genito-urinari e sessuali o contro-indicazioni cardiovascolari. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita ad una persona che sta già affrontando una sfida difficile come un tumore”. “Oltre tre milioni di italiani vivono con una precedente diagnosi di neoplasia - conclude il prof. PierFranco Conte Coordinatore della Rete Oncologica Veneta -. La cronicizzazione del patologia rappresenta un grande successo ma al tempo stesso una sfida per l’intera collettività. Per assicurare le nuove terapie e garantire la sostenibilità del sistema sanitario nazionale bisogna attivare nuovi percorsi diagnostico-terapeutici che mettano al centro le

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necessità del paziente. Dovranno però essere condivisi e applicati a livello nazionale e non riguardare solo i trattamenti medico-oncologici ma prevedere inoltre una revisione complessiva dei metodi di individuazione e cura dei tumori. Da questa azione può arrivare una maggiore razionalizzazione della spese e anche un più diffuso e tempestivo accesso ai farmaci realmente utili e innovativi”.

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Nuove cure e corretta alimentazione per contrastare gli effetti collaterali Disturbi gastro-intestinali, nausea, perdita di appetito, diarrea colpiscono il 96 per cento dei pazienti. Solo uno su quattro chiede aiuto all’oncologo di Vera Martinella

Ne soffrono quasi tutti i malati di tumore, ma se ne parla poco. Diarrea, nausea, vomito, perdita dell’appetito sono solo alcuni degli effetti collaterali più frequenti provocati dalle cure anticancro, ma interessano circa il 96 per cento dei pazienti oncologici italiani. Soltanto un malato su cinque però (il 24 per cento) chiede aiuto all’oncologo per alleviare questi problemi. La maggior parte (43 per cento) si arrangia da solo e non domanda consiglio a nessun specialista, mentre un paziente su quattro preferisce rivolgersi a un conoscente o familiare. Sono questi alcuni dati emersi da un sondaggio condotto su oltre 400 italiani colpiti da tumore, i cui risultati sono stati presentati in un convegno sulla qualità di vita del paziente oncologico organizzato a Roma, presso l’Auditorium del Ministero della Salute, dalla Fondazione Insieme contro il Cancro.

Nuovi rimedi per limitare gli effetti collaterali «Il numero degli italiani che vivono dopo una diagnosi di neoplasia aumenta del tre per cento ogni anno – dice Francesco Cognetti, presidente della Fondazione -. Si tratta ormai di patologie non solo curabili ma in molti casi anche guaribili e quindi le esigenze dei malati sono radicalmente cambiate negli ultimi decenni. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita sia durante che dopo le terapie e limitare il più possibile gli effetti collaterali. Grazie alla ricerca sono emersi nuovi rimedi: ad esempio i probiotici rappresentano un valido supporto perché possono ridurre la gravità e la frequenza dei disturbi all’apparato gastro-intestinale provocati da farmaci chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche. Ma il livello di conoscenza e di utilizzo dei “batteri amici” in oncologia è ancora scarso. Sono consigliati infatti solo al 29 per cento dei pazienti e il 70 per cento di loro non sa che possono alleviare la diarrea o i disturbi intestinali - aggiunge Cognetti -. E’ necessario quindi aumentare il livello di informazione e consapevolezza sia dei pazienti che dei clinici sull’uso di questi prodotti». Dall’Istituto Tumori Regina Elena di Roma è partito il primo studio clinico tutto italiano sulle nuove possibilità offerte dai probiotici per la gestione dei disturbi gastro-enterici indotti dalle cure anti-cancro.

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I problemi gastro-intestinali influenzano negativamente l’adesione alle cure «Le cure oncologiche sono sempre meno invasive ciò nonostante otto pazienti su dieci lamentano ancora effetti collaterali - sostiene Elisabetta Iannelli, segretario della Fondazione Insieme contro il Cancro -. Vomito, nausea o diarrea condizionano le abitudini alimentari e limitano molte attività quotidiane. Se non sono gestite nel modo corretto possono avere conseguenze negative anche sulla condizione di salute generale. Solo il 30 per cento dei malati conosce le proprietà benefiche dei probiotici per la difesa dell’integrità della barriera intestinale e l’equilibrio della microflora durante le terapie. C’è bisogno dunque di maggiore dialogo tra personale sanitario, pazienti e familiari su come affrontare questi disturbi». Al convegno di Roma è stato presentato anche un sondaggio svolto su oltre 540 oncologi italiani. Per il 67 per cento dei clinici i problemi gastro-intestinali influenzano negativamente l’adesione del malato ai trattamenti. «Migliorare la vita di un paziente significa favorire concretamente le possibilità di guarigione - sottolinea Giorgio Scagliotti, direttore del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino -. Anche chi è sottoposto alle cure deve però fare la sua parte e quindi seguire una dieta equilibrata, bere almeno due litri di acqua al giorno, rinunciare ad alcol e fumo, effettuare controlli periodici».

Alimentazione per contrastare vomito e nausea Secondo l’indagine il 52 per cento dei pazienti ha comunque ricevuto informazioni sul tipo di dieta da seguire durante le cure. «Molti malati vogliono sapere cosa possono mangiare e se la loro nutrizione possa interferire con i farmaci che stanno assumendo – continua Cognetti -. L’alimentazione può essere importante per contrastare i problemi gastro-intestinali come vomito e nausea». Diverse ricerche hanno infatti dimostrato che in caso di trattamenti chemio e radioterapici, per evitare i principali effetti collaterali (come infiammazioni al cavo orale, disturbi alla digestione e intestinali, stanchezza cronica) non è importante sapere scegliere solo i cibi più corretti, ma saperli anche modulare nelle diverse fasi di cura, ovvero prima durante e dopo il trattamento. Ma le terapie possono portare ad altri effetti collaterali come depressione, osteoporosi, disfunzioni genito-urinari e sessuali o contro-indicazioni cardiovascolari. Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita ad una persona che sta già affrontando una sfida difficile come un tumore.

Consigli pratici per migliorare la nutrizione durante le cure Alcuni semplici accorgimenti utili possono aiutare a migliorare l’alimentazione durante le cure: mangiare poco e spesso facilita la digestione e può essere utile suddividere i pasti in 5-6 spuntini nell’arco della giornata, a distanza di 2 o 3 ore l’uno dall’altro, approfittando dei momenti di maggiore appetito. Anche bere poco durante i pasti aiuta a non sentirsi subito sazi. Lontano dai pasti è importante, tuttavia, bere circa 2 litri di acqua al giorno. Per chi ha perso un po’ di giusto, poi, usare erbe ed aromi rende più appetitose le pietanze. Se si hanno problemi di masticazione, usare il frullatore permette di inventare bevande energetiche di frutta e verdura. Se l’odore del cibo infastidisce, meglio consumare preferibilmente pietanze fredde o a temperatura ambiente. Anche non sostare a lungo in locali in cui si prepara cibo aiuta a non perdere l’appetito: gli odori della cucina possono infatti risultare sgradevoli. Una sua passeggiata prima del pasto, poi, aiuta ad aumentare l’appetito. Se non si riesce comunque ad avere una dieta con un adeguato apporto calorico è poi fondamentale rivolgersi al medico di famiglia o all’oncologo, per evitare di perdere troppo peso e indebolirsi.


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