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R iv i s t a d i L av a n d e r i a In du s t r i a l e e P u l i t u r a a s e ccoT h e In du s t r i a l L au n d r y a n d D r y - C l e a n i n g Ma g a z i n e

INTE

RNAT

IONA

L

RICERCHE • RESEARCHPiù igiene e più sicurezzaL'abito da lavorova mandato in lavanderiaMore hygiene, more safetyWorkweargoes to laundries

TECNOLOGIE • TECHNOLOGIESMacchine sempre più evoluteper lavare scarpe e borseMachines for washing bags and shoesare increasingly more leading-edge

SALUTE • HEALTHCome evitare il rischio chimiconel trattamento del tessileHow to avoid chemical riskswhen treating textiles

R iv i s t a d i L av a n d e r i a In du s t r i a l e e P u l i t u r a a s e ccoT h e In du s t r i a l L au n d r y a n d D r y - C l e a n i n g Ma g a z i n e

DICEMBRE 2014 / Numero 12

DECEMBER 2014 / Number 12

12 • 2014

Buone FesteBuone Feste

A u g u r i d a l l a r i v i s t a D E T E R G OGreet ing s f r o m D E T E R G O m a g a z i n e

12 • 2014

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DICEMBRE 2014 Numero 12 / DECEMBER 2014 Number 12

SOMMARIO•CONTENTS

3814

4526

32

EDITORIAL/EDITORIALE 6 Those “happy laundries” under the Christmas tree7 Quelle “lavanderie felici” sotto l'albero di Natale

SALES MANAGEMENT E TECNICHE DI VENDITA SALES MANAGEMENT AND TECHNIQUES

8 Oggi la missione del venditore si chiama “consulenza perfetta” 3a parteToday the seller's mission is called “perfect consultancy” Part 3ASSOSISTEMA

14 PMI DAY, Assosistema organizza una visita alla D.P.I.TENDENZE/TRENDS

16 Il lavaggio domestico degli abiti da lavoro mette arischio la sicurezza dei dipendentiWashing workwear at home puts employee safetyat riskINFORMAZIONE COMMERCIALE

21 A EXPOdetergo Fibir ha sfoggiato la sua leadership nei self-service TECNOLOGIE

22 Quando pulire tappeti è una “mission” quotidianaIL SEGRETO DEL MIO SUCCESSO/THE SECRET OF MY SUCCESS

22 Lavariva, qualità sempreverdeLavariva, evergreen qualityASSOSECCO

30 Spaccati lavorativi vissuti da posizioni contrapposte

32 Lavanderia mobile in Australia 33 Corsi formativi nei primi mesi del 2015

34 Potenzialità associativeINFORMAZIONE COMMERCIALE

35 Borse e scarpe come nuove - Ecco perché installare RevitaPoint è certezza di un nuovo businessINFORMAZIONE COMMERCIALE/INFO TRADE

37 Igiene e freschezza Hygienfresh hanno conquistatoEXPOdetergoHygiene and freshness from Hygienfresh stole the show at EXPODetergoPICCOLA GUIDA DEL PULITINTORE/WET & DRY CLEANER GUIDE

38 Il rischio chimico nel trattamento dei tessiliChemical risks in treated fabricsCONFARTIGIANATO

45 TELETHON, importante che noi tutti si partecipi46 Incontro Confartigianato di Terni per le lavanderie

umbre46 La formazione per gli operatori torinesi 47 Occhio alle etichette dei prodotti tessili49 Pioggia di critiche sull’anticipo del Tfr in busta

paga50 Canone RAI anche su tablet, smartphone e PC

CNA TINTOLAVANDERIE 52 “Made in” sia una battaglia comune54 Sistri56 ELENCO ISCRITTI ASSOCIAZIONE FORNITORI

AZIENDE MANUTENZIONE DEI TESSILI/MEMBERS TO THE TEXTILE CARE SUPPLIERS' ASSOCIATION

58 INDICE DEGLI INSERZIONISTI/ADVERTISERS' DIRECTORY

16

22

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Christmas and New Year festivities. The Italian Christmas panettone is back, as is New Year’s Eve partying and red under-wear. Just think, it’s a time to be happy.And to smile, even though a Confcommercio report on consumer spending published inearly December speaks very clearly: Italians are “not as rich”. In fact, the study showsthat additional family income is falling with families allocating most of the extra Euros oftheir Christmas bonus to taxes.People are strongly tempted to think about the “sense” of the 80 Euro bonus in themonthly pay packets of low-income workers brought in by the Renzi government. However in order to do this, it means using the pessimism and complaining that havealways been very dear to a certain radical chic opposition.We should look at the other side of the coin however, which does actually exist. According to the Confcommercio report, 85% of Italians will not be cutting back onChristmas gift-giving this year despite the recession. Gifts will presumably be chosenmore carefully and will be more intelligent and useful, given the turbulent times. And made to last instead of being disposable, like the snow under the sun.And once again, there’s a wind of optimism blowing in from the real country that is react-ing to the contortionist acts and improvising of its politicians by being resourceful in day-to-day life. And although bleak and often very difficult, this life can turn out to be surpris-ing in the most positive sense of the word if the need arises. Reminding us of this are thecountless events taking place in the Italian “piazzas” and which, as the festive seasonapproaches, are attracting people in every corner of the country during this bleakautumn. There are also new things going on, like the successful “Lavanderia Felice”(Happy Laundry) launched by the Cna in Ravenna when laundries in the area openedtheir doors all day on Saturday to customers who they consider their companions, notmere consumers.

Who knows “when” we will recover from this endless recession. Initiatives like the one described here remind us that we should stillbe asking ourselves “how” we’re going to be once we get over this.With less money? Probably. More resourceful. Let’s hope so.

Stefano Ferrio

DDE D I T O R I A L

Those “happy laundries”under the Christmas tree

DD6DETERGO DICEMBRE - DECEMBER 2014

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DDE D I T O R I A L E

Quelle “lavanderie felici”sotto l’albero di Natale Feste di fine anno. Tornano i panettoni del Natale, nonché i veglioni e la biancheriapreferibilmente rossa da indossare per Capodanno. E, pensate un po’, c’è da essere allegri.C’è da sorridere, nonostante la Confcommercio, tramite il rappor-to sui consumi divulgato ai primi di dicembre, lo dica a chiarelettere: italiani sempre “meno ricchi”. Cala infatti il reddito aggiuntivo delle famiglie che, come rendenoto la ricerca, dovranno destinare soprattutto alle tasse gli euroin più garantiti dalle tredicesime.La tentazione di un qualche pensierino rivolto al “senso” degli80,00 euro infilati in busta paga dal governo Renzi è forte. Ma per esprimerla occorre imboccare la via del pessimismo e dei piagnistei da semprecari a una certa opposizione radical chic.Meglio guardare da un’altra parte. Anche perché quest’altra parte esiste, come lo stessorapporto di Confcommercio rivela, riferendosi a quell’85% di italiani che, alla facciadella crisi, ha comunque deciso di fare anche quest’anno regali di Natale. Si presume più pensati, più intelligenti e più utili, visto l’aria che tira. Destinati a durare, piuttosto che a consumarsi come neve al sole.Ancora una volta la ventata di ottimismo arriva quindi da quel Paese reale che, di fronteai contorsionismi e alle improvvisazioni della sua intera classe politica, reagisce cercandorisorse lungo il solco della propria vita quotidiana. Magari grigia, spesso pesante, maall’occorrenza sorprendente nel senso più positivo della parola. In questo autunno di cuperecessioni ce lo rammentano le innumerevoli feste di piazza che, con l’avvicinarsi dellefeste, richiamano pubblico in ogni angolo della penisola. Ne esistono anche di nuove,come “Lavanderia Felice”, lanciata con successo dalla Cna di Ravenna, affinché per unintero sabato le lavanderie del territorio aprissero le proprie porte a clienti intesi comecompagni di strada, prima ancora che come semplici consumatori.Chissà “quando” usciremo da questa crisi senza fine. Iniziative come questa ci ricordano che è ancora più importantedomandarsi “come” ne usciremo. Più poveri di denaro? Probabile. Più ricchi di risorse. Augurabile.

Stefano Ferrio DD7DETERGO DICEMBRE - DECEMBER 2014

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In collaboration with HiSkill, a company that spe-cializes in the sector, we are publishing a series ofarticles in the next few issues intended to serveas a mini course on management and sales tech-niques. We will cover the most modern and systematictechniques based on literature and bibliographybut also tested in the field and experiencesreported by top sellers in multiple market sectors.Once familiar with the subject matter, we will tryto understand how they can best be used byindustrial laundries to maximize profits.

In collaborazione con HiSkill, azienda specializza-ta di settore, per alcuni numeri di Detergo stiamoproponendo una serie di articoli da intenderecome un breve corso di management e tecnichedi vendita. Tutto ciò attraverso le tecniche più moderne esistematiche, non solo fondate sulla letteratura ela bibliografia, ma anche testate sul campo, conl’ausilio delle esperienze riportate da venditorid'eccellenza in molteplici settori. Una volta padroni della materia, cercheremo dicapire insieme come la lavanderia industrialepossa farne il miglior uso, finalizzato alla massi-mizzazione dei profitti.

SALES MANAGEMENT E

TECNICHE DI VENDITA

SALES MANAGEMENT AND TECHNIQUES

Oggi la missione del venditoresi chiama “consulenza perfetta”

Today the seller’s mission is called “perfect consultancy”

A cura di Andrea Genevois (*)By Andrea Genevois (*)

Ricordiamo innanzitutto quanto siè detto nella prima e nella secon-da parte di questo testo, pubblica-te negli scorsi due numeri di DE -TERGO: “Bisogna fare bella figurasubito, una seconda occasione nonesiste” era il titolo della primapuntata; “Nessuno come il clienteentusiasta motiva tutti i dipen-denti dell’azienda” era il titolodella seconda.

Alla luce di quelle considerazioninoi sappiamo che:1) Quantità va intesa come nuovi

clienti, valore per ordine, rior-dini.

2) Qualità va intesa come tecnicadi vendita ed esperienza com-merciale, rispetto delle condi-

Let’s start by recalling what wassaid in the first and second partof this series, published in the lasttwo issues of DETERGO: “Be sureto make a good first impressionas you’ll never get anotherchance” was the title of the firstpart; “Nothing motivates employ-ees more than enthusiastic cus-tomers” was the title of the sec-ond part.

In view of those considerationswe know that:1) Quantity is intended as being

new customers, value perorder, repeat orders.

2) Quality is intended as beingsales technique and selling expe-rience, abidance by the conditions

3a parte/Part 3

DD8DETERGO DICEMBRE - DECEMBER 2014

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zioni e termini dipagamento, nonchérapporto relazionalecon la clientela.

3) Competenza vaintesa come tecnicain cui considerare trefattori: capacità di fare marke-ting, comunicazione, abilitàrelazionali tese a un aumentodella redditività.

Non è facile passare allo “step”successivo, che consiste nell’im-maginare la vendita come unaiuto al cliente. Ciò significa pen-sare che la prima importante con-sulenza è proprio la vendita. A tale proposito, pensiamo aun’industria tessile che vendemateriali fatti per adattarsi nelmiglior modo possibile al sistemae alla velocità di stiro del cliente.Quest’ultimo, firmando questotipo di ordine, si assume maggioriresponsabilità riguardo al miglio-ramento della propria azienda.Per di più, senza questa tipologiadi vendita, non si eroga un auten-tico servizio, e non si può aiutareil cliente a crescere.Mi rendo conto che è un’afferma-zione piuttosto forte e di non di -retta intuibilità, ma ora provere-mo a spiegare quanto asserito.Tutti i clienti che visitiamo hannoin realtà quel che si definisce un“bug” da risolvere. In informaticail bug è un errore o guasto cheporta al malfunzionamento delsistema, producendo un risultatoinatteso oppure errato. In Hiskillil termine “bug” viene usato nellavendita per determinare il proble-ma, l’errore fondamentale che nonconsente all’azienda di raggiunge-re la scena ideale relativa alla pro-pria collocazione sul mercato. Un bug genera sempre preoccupa-zione e insoddisfazione. Nel casoil bug diventi un vero e propriovirus, il cliente diviene inaffidabile

and terms of payment,as well as the relation-ship with customers.3) Competence isintended as being atechnique that encom-passes three factors:

marketing skills, communicationskills and the ability to form rela-tionships that raise profitability.The next “step”, which consists ofimagining the sale as being cus-tomer assistance, is not easy. This means thinking of the saleitself as the first important con-sultancy meeting. From this perspective, let’s thinkabout a textiles industry that sellsarticles designed to adapt in thebest way possible to the systemand ironing speed of the cus-tomer. By signing the order, this lastassumes greater responsibilitiesin order to improve his company.Moreover, without this type ofsales approach, we are not pro-viding a true service and cannothelp the client grow. I realize that this statement israther strong and may not beintuitively grasped, so we will tryto further explain it below. Every customer we visit actuallyhas a so-called “bug” to resolve.In computer language, a bug isan error or a glitch that causesthe system to malfunction andproduce unexpected or erroneousresults. Within HiSkill the term“bug” is used within a sales con-text to indicate the need to identi-fy the problem, the fundamentalerror that prevents the companyfrom establishing the perfect con-ditions by which to position itselfin the market. A bug always generates concernand dissatisfaction. If the bug grows into a full-blownvirus, the client cannot be relied

SALES MANAGEMENT E

TECNICHE DI VENDITA

SALES MANAGEMENT AND TECHNIQUES

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upon by his own customers. So how should we behave underthese circumstances?First of all we need to identify the“bug”. This is crucial for understandingwhat the customer actually needsand to ensure that our sales pro-posal is “all encompassing”. If wefail to do this, the customer willthink of our offer as a luxury hecan’t afford. This is why we should never fallinto what may be jokingly called“the seller’s sales syndrome”.More specifically, when we comein way under budget, the cus-tomer perceives us as being theones that need help, and not viceversa, which effectively weakensour power of negotiation.The best salesperson will alwaysbe one who has no fear of losingthe sale. In this case sales techniques andtraining will improve your salestrack record. In particular, pas-sion and belief in what you doplay a crucial role in boostingyour performance. No technique on this earth canreplace belief and passion.

At this point, we can attempt toformulate a modern definition ofsales:1) Fully understand the real

needs of the customer.

per i suoi clienti.Alla luce di ciò, come dobbiamocomportarci?Dobbiamo innanzitutto individua-re il “bug”, operazione indispensa-bile per intuire le reali esigenzedel cliente, in modo tale che lanostra proposta di vendita le sod-disfi “in toto”. Se questo nonavviene, la nostra proposta saràintuita come un lusso che non ci sipuò permettere.È perciò necessario non caderemai in quella che potremmo defi-nire, con un gioco di parole, “sin-drome di vendita del venditore”.In particolare, quando ci si trovasottobudget, è il cliente che perce-pisce che hai bisogno di lui, percui il risultato della trattativa saràdebole, in quanto si inverte il flus-so di aiuto.Il miglior venditore sarà semprequello che non teme di perdere lavendita.In questo caso le tecniche di ven-dita e l’allenamento migliorerannola percentuale di riuscita. In parti-colare, la passione e la convinzio-ne in quello che fai mi gliorerannosicuramente le tue perfomance,dato che nessuna tecnica potràmai compensare convinzione epassione.

Dunque, a questo punto, possia-mo azzardare una definizionemoderna di vendita:1) Comprendere a fondo le reali

esigenze del cliente.DD10DETERGO DICEMBRE - DECEMBER 2014

SALES MANAGEMENT E

TECNICHE DI VENDITA

SALES MANAGEMENT AND TECHNIQUES

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2) Vendere una soluzione mirata,che sia redditizia per il cliente,per il venditore, per l’azienda.

3) Modificare, attraverso l’affina-mento di tutte le tecniche fino-ra descritte, l’atteggiamento dichiusura del cliente verso l’ac-quisto.

In realtà cosa compra il cliente?Innanzitutto compra Te, il tuotono emozionale, la competenza,l’abilità relazionale, la tua capacitàdi essere propositivo, il tuo mododi vendere la tua azienda.Dopodiché compra l’azienda per-ché la vede perfetta per la risolu-zione del proprio “bug”.Compra il prodotto o servizio per-ché lo ritiene qualitativamenteadeguato alle proprie esigenze.Alla luce di questi passaggi, ilprezzo, una volta che viene rap-portato a una determinata garan-zia di qualità, è l’ultimo dato presoin considerazione.Cerchiamo infine di ripercorreretutte le fasi che portano alla chiu-sura di un affare.

2) Sell a targeted solution, whichis profitable for the customer,the seller and the company.

3) Change your approach to clo-sing sales through the techni-ques described so far.

What does the customer trulybuy?You first of all, your attitude,competence, interpersonal skills,presentation skills, the way yousell your company.Then he buys into the companybecause it sees it as the perfectsolution for his “bug”.Buys the product or servicebecause he feels its quality is suit-able to his needs.In view of the above, once tied to

an unambiguous level of quality,the price is the very last factor tobe considered.Let’s try to go over the stepsinvolved in closing a sale.The first step, the approach, iswhen you must ensure that theclient finds you capable, profes-sional, pleasant, well-spoken andtrustworthy.The second step is the inquiry,when you as the seller must try to

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SALES MANAGEMENT E

TECNICHE DI VENDITA

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understand the customer’s actualposition in the market and identi-fy the “bug” that drives him to“buy”. Only at this point you can moveon to the third step, which we willcall “simulation”, meaning theprecise identification of the issuesand costs by which to effectivelyeliminate the customer’s bug. The fourth step consists of pre-senting how the product and the“company system” can resolve thespecific issues on the negotiatingtable, explain the related costsand overcome any objectionsthrough the “company product”,meaning a working model thatallows the customer to realizethat ultimately your system willsave him money and significantlyimprove service. We have to go through all ofthese steps before we can actuallystart talking about the details ofthe transaction, and thereforeclose the deal.

La prima fase è quella dell’approc-cio, nel quale il cliente ti trovareadeguato, professionale, piacevo-le, dotato di una conversazionefluida e affidabile.La seconda fase è quella dell’inda-gine dove sei tu venditore a dovercapire la reale posizione del clien-te sul mercato individuando il buga causa del quale si è predispostoad “acquistare”.Solo questo punto si può accederealla terza fase, che definiremo “sti-molazione”, ovvero la precisa indi-viduazione delle problematiche edei costi che comporta l’elimina-zione del bug alla fine individuato.La quarta fase è quella della pre-sentazione del prodotto e del“sistema azienda”, fatte mirandoalla risoluzione delle problemati-che messe sul tavolo della trattati-va, con conseguente quantificazio-ne dei costi, e superamento delleeventuali obiezioni attraverso il“prodotto azienda” cioè un model-lo di lavoro che consenta di farcapire che il tuo sistema, alla fine,fa risparmiare, e migliora sensibil-mente il servizio.Solo dopo aver superato questefasi possiamo entrare nei dettaglidella trattativa, ritenendo conclusol’affare.

* Andrea Genevois, born in Rome in 1965,graduated from the Università degli Studi LaSapienza in Rome, with a degree in Businessand Economics. He took a master’s course inmanagement at the Luiss University in Rome.In 1984 he became a sales agent for IndustriaTessile Gastaldi, where, between 2000 and2008 he was made sales manager for Cen -tral-Southern Italy and head of professionaltraining for new sales personnel. In March of2009 he began working with Totex srl assales manager, as well has head of researchfor optimum products for laundry use.

* Andrea Genevois, nato a Roma nel 1965,consegue il diploma di laurea in Economica eCommercio all’Università degli Studi di RomaLa Sapienza. Partecipa a un “master” in mana-gement all’Università Luiss. Dal 1984 collabo-ra come agente con l’Industria TessileGastaldi, dove, dal 2000 al 2008 diventa ilresponsabile commerciale per il centro sud eresponsabile della formazione professionaledei nuovi agenti. Da marzo 2009 collabora conla Totex srl come responsabile commerciale,nonché addetto allo studio di prodotti ottimaliper l’uso in lavanderia.

SALES MANAGEMENT E

TECNICHE DI VENDITA

SALES MANAGEMENT AND TECHNIQUES

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DD14DETERGO DICEMBRE - DECEMBER 2014

L’iniziativa ha riscosso una grandepartecipazione degli studenti dellascuola che hanno ascoltato incu-riositi la storia dell’azienda e visi-tato gli stabilimenti produttivi. All’arrivo, gli studenti e l’insegnan-te sono stati accolti dall’imprendi-tore, l’Ing. Romano Mosca telli edal Segretario Generale di Asso -sistema, Patrizia Ferri. L’incontro è proseguito in aulacon una presentazione tenuta daPatrizia Ferri sulla realtà dell’As -sociazione e delle sue impreseassociate nonché sull’importanzadella sicurezza sul lavoro comevalore da trasmettere ai giovaniascoltatori. “Lo scopo del progetto è quello dicontribuire a diffondere la cono-scenza della realtà produttivadelle piccole e medie imprese e illoro impegno quotidiano a favoredella crescita, me diante unmomento di esperienza diretta inazienda. Un’occasione per i giovani visita-tori di arricchire le conoscenzetrasmesse in aula – ha dettoPatrizia Ferri – e per comprenderel’importanza della sicurezza sullavoro, valore e cultura da tra-smettere a voi giovani che sarete ilavoratori e gli imprenditori didomani”. “Dopo la laurea in ingegneriameccanica alla Sapienza di Romanel 1980 e un master in BusinessAdministration alla Bocconi diMilano, ho ottenuto un contrattocon tre mesi di prova al GruppoPirelli Prodotti Diversificati.Dovevo progettare un erogatore.Ho studiato i brevetti e consultatoi vigili del fuoco e alla fine il mioprototipo ha funzionato.

Un giorno in azienda, nel cuoredell’attività produttiva, per vederecome nasce un prodotto e cono-scere da vicino i protagonisti del-l’impresa. La quinta edizione delPMI DAY ha coinvolto oltre 700imprese su tutto il territorio nazio-nale e 30.000 fra studenti e inse-gnanti che hanno partecipato all’i-niziativa, aperta anche alle fami-glie, ai rappresentanti di enti localie ai giornalisti. Raccogliendo l’invito di Confin du -stria, Assosistema ha organizzatouna giornata di visita e di incontropresso l’azienda associata D.P.I.Srl a Roma con l’Istituto superioredi Econo mia Aziendale “FedericoCaffè”.

PMI DAY, Assosistema organizzauna visita alla D.P.I.di Laura Lepri

Si è svolta lunedì 17 novembre 2014 la quintaedizione dell’iniziativa promossa da PiccolaIndustria in collaborazione con le Associazioni diConfindustria. Assosistema ha organizzato unavisita a Roma presso l’azienda associata D.P.I.Srl per l’Istituto superiore di Economia Aziendale“Federico Caffè”. Occasione per gli studenti di integrare le proprieconoscenze teoriche con l’esempio sul campo:l’esperienza concreta di un’azienda.

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DD15DETERGO DICEMBRE - DECEMBER 2014

Sono diventato prima progettista,poi responsabile produzione edistribuzione della divisione Di -spositivi di Protezione Individuale.Un giorno, nel 1993, leggendo ilgiornale, vengo a scoprire che laPirelli ha messo in vendita l’azien-da del Gruppo dove lavoravo.Con alcuni colleghi abbiamo avu -to un’idea: comprare l’aziendainvestendo la nostra liquidazioneper iniziare a pagare i debiti.Abbiamo trovato un terreno, co -struito il capannone e siamo par-titi. Una bella soddisfazione:abbiamo salvato l’azienda e chi vilavorava, siamo diventati impren-ditori e il nostro business garanti-sce sicurezza e protezione ailavoratori. Oggi siamo cinque so -ci, abbiamo 30 dipendenti e pro-duciamo 15.000 prodotti l’anno.” A seguire, l’Ing. Moscatelli ha ac -compagnato gli studenti negli sta-bilimenti dell’azienda, dove haspiegato loro il processo di pro-duzione e l’organizzazione del la -voro. “La D.P.I. Srl, certificata UNI ENISO 9001, produce un’ampiagamma di articoli. La nostra attività, inizialmentemirata sulla protezione delle vierespiratorie, si è oggi estesa allaprotezione di tutte le parti delcorpo: occhiali di sicurezza, cal-zature infortunistiche, indumentiantigas ed anticontaminazione,rilevatori di gas portatili, cremeper la protezione, della pelle inambito professionale, cuffie anti-rumore, compressori. La D.P.I. srl raggiunge tutto il mer-cato nazionale e sul piano inter-nazionale, è attiva in quasi tutti ipaesi inclusi, oltre l’Europa ancheAsia, Medio ed Estremo Oriente.

I nostri principali clienti sono ilCorpo Nazionale Vigili del Fuoco,Ministero Difesa, Polizia di Stato,Arma dei Carabinieri, Polizia Peni -tenziaria, Guardia di Finanza”. “Il Centro Ricerca e Sviluppo, conil suo laboratorio, costituisce ilvero motore dell’azienda: qui ven-gono pensate, realizzate e testatele soluzioni più innovative nelle

condizioni più estreme per poterpoi entrare in produzione e fornireagli utilizzatori le risposte più si -cure a qualsiasi esigenza di pro-tezione. Il Dpi è l’ultima barriera prima delrischio per il lavoratore. Ogni prodotto immesso in com-mercio, quindi, deve rispettare leNormative dell’Uni, e dev’essereconforme alle Direttive europee”,conclude Moscatelli. Infine, la visita è terminata con unrinfresco, che è stato l’occasioneper gli studenti per fare domandee per ringraziare la D.P.I Srl e As -sosistema per l’ospitalità ricevuta.

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La pulitura domestica degli abitida lavoro può compromettere lecaratteristiche di protezione degliabiti stessi, ad esempio le pro-prietà antistatiche, ignifughe, ri -flettenti e di resistenza agli agentichimici e di conseguenza puòmettere a repentaglio la sicurezzadi chi li indossa. Questo è uno dei risultati emersida una ricerca di QCS (*) sulcomportamento dei consumatoriin merito alla pulitura domesticadegli abiti da lavoro.Come mostra lo studio, in medial’80% degli intervistati - in GranBretagna addirittura, incredibil-mente, il 92% - lava gli abiti dalavoro esclusivamente in casa.Queste cifre dimostrano che i da -tori di lavoro si affidano in misuraeccessiva ai propri dipendenti perquanto concerne la pulitura e lamanutenzione dell’abbigliamentoda lavoro. La legislazione comuni-taria stabilisce che i datori di la -DD16

DETERGO DICEMBRE - DECEMBER 2014

Il lavaggio domesticodegli abiti da lavoromette a rischio la sicurezza dei dipendenti

Washing workwear at home canpartially or completely reduce theeffectiveness of workwear’s pro-tective properties, which includeelectrostatic ability, fire-retardan-cy, high visibility and chemicalrepellence, and can thereforejeopardize the safety of the wear-er. This is one of the conclusionsof a GfK survey (*) into con-sumers’ behaviour when washingworkwear at home.The survey shows that on average80% of respondents – in the UKeven a staggering 92% - indicatethey take care of all workwearlaundering at home. According tothese figures, employers appearto rely too easily on their employ-ees for the care and maintenanceof the workwear. According toEuropean legislation, employersare legally responsible for theoccupational health and safety oftheir employees.Yet, they don’t seem to be fully

Washing workwear at home puts employee safety at risk

Fidandosi delle abitudini domestiche dei collaboratori in materia di lavaggio, i datori di lavoro si assumono un rischio

Relying on employees’ home washing habits can be risky business for employers

TENDENZETRENDS

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voro sono responsabili della salu-te e della sicurezza sul posto dilavoro dei loro dipendenti, manonostante ciò non paiono deltutto consapevoli dei rischi cui siespongono nell’affidarsi alle abi-tudini del proprio personale inmateria di lavaggio.

Il lavaggio domestico riduce le caratteristiche di protezione

degli abiti da lavoroDa un’analisi precisa dei fatti edelle cifre rilevati emerge il qua-dro seguente:• Il 93% degli intervistati ritiene

che dopo il lavaggio gli abiti dalavoro siano puliti, ma anchesugli abiti che ad un esame visi-vo sembrano puliti possonocomunque rimanere residui disostanze nocive che riducono leloro proprietà di protezione;

• Anche se gli indumenti protettivipossono essere contaminati dasostanze nocive, il 58% deilavoratori quando lava nonsepara regolarmente gli indu-menti da lavoro dagli indumentipersonali e in tal modo rischiadi contaminare anche questiultimi; DD17

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aware of the risks they take interms of their liability by relying onemployees’ home washing habits.

Home washing underminesworkwear’s protective

propertiesA closer look at the facts and fig-ures in the survey shows that:• 93% of all respondents consider

their workwear to be clean onceit is washed. But a visually cleanresult may only be superficiallyclean, leaving residue of hazar-dous materials which may affectthe protective qualities;

• Although protective workwearcan contain hazardous substan-ces, 58% do not consistentlywash their workwear and perso-nal laundry separately, whichmay lead to contamination;

• At home, consumers seem tofavour low temperaturewashing, often recommendedby domestic machine anddetergent manufacturers.However, when washed at aninappropriate temperature, theworkwear’s protective proper-ties can become less effectiveor may even be eliminated;

TENDENZETRENDS

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• 68% of respondents usewashing softeners and 58% usestain removers. These domesticproducts can not only seriouslydamage the protective proper-ties of workwear, such as flame-retardancy or antistatic abilities,but are less effective than theprofessional products used byindustrial laundries;

• 40% of survey participantsrepair their workwear themsel-ves, which can undermine itseffectiveness;

• According to 47% of all respon-dents, employers only check thestate of their workwear “fromtime to time”. However, thisinspection, either performed bythe employer or the employee,mainly covers visual workweardamage, often resulting in apremature replacement;

• Although the number of washescan reduce the protective pro-perties of workwear (e.g. chemi-cal repellent garments need tobe retreated regularly), consu-mers don’t keep track of themaintenance history of eachgarment – as opposed to indu-strial laundering firms – nor dothey have the appropriate tech-nology to retreat the garments;

Employers need to stay in control of their duty to care

Beyond the safety of the wearer,workwear that is not entirelyhygienic and worn in the foodindustry, for example, may con-taminate the food, with serioushealth and safety consequencesfor consumers. A similar riskexists in the healthcare sector,where an employee wearing con-taminated workwear poses a highrisk in a hygienic environment.And although many bacteriaabound in public transport, 50%of those surveyed wear their

• A casa si preferiscono spesso iprogrammi a bassa temperatu-ra, consigliati dai produttoridelle lavatrici e dei detersivi.Tuttavia, a seguito di lavaggi atemperature non adeguate leproprietà di protezione degliabiti da lavoro possono perderedel tutto o in parte la propriaefficacia;

• Il 68% degli intervistati utilizzaammorbidenti e il 58% smac-chiatori. Questi prodotti per usodomestico non solo possonocompromettere notevolmente leproprietà di protezione dei capida lavoro, ad esempio le pro-prietà ignifughe o antistatiche,ma sono a priori meno efficacidei prodotti professionali in usonei processi di pulitura indu-striali:

• Il 40% degli intervistati ripara dasé gli abiti da lavoro e anchequesto può metterne a rischiol’efficacia:

• Il 47% degli intervistati dichiarache il datore di lavoro controllasolo “occasionalmente” lo statodell’abbigliamento da lavoro ecomunque sia il datore di lavoroche i dipendenti prendono inconsiderazione in prevalenza idanni visibili, ragione per cuispesso gli abiti sono scartatitroppo in fretta;DD18

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TENDENZETRENDS

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workwear travelling to and fromthe workplace.The survey conclusions show howemployees’ home washing habitscan affect the safety of workwear,and the safety of the environmentin which that workwear is worn.There is no doubt as to their goodintentions, but many employeesprobably don’t realise that wash-ing workwear at home can seri-ously jeopardize their own occu-pational safety. Employers need tobe aware that relying on theiremployees for the care and main-tenance of workwear does notoffer them any reassurance thatthe workwear will provide them ortheir work environment the neces-sary protection.In some cases, home washing is aviable option, provided that theemployer’s decision to allow it isbased on a proper risk assess-ment. More often than not, this isnot the case. Employers need tofully understand the impact homewashing can have on both theiremployees’ occupational safetyand their own liability. They alsoneed to be aware that a muchsafer option is provided by pro- DD19

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• Nonostante il fatto che la pulitu-ra riduca progressivamente lacapacità di protezione degliabiti da lavoro (ad es. i capi rea-lizzati con materiali resistentiagli agenti chimici devono esse-re regolarmente sottoposti adulteriori trattamenti), a differenzadelle lavanderie industriali, gliutilizzatori non prendono notadegli interventi di pulizia e ma -nutenzione effettuati sui propriindumenti. Inoltre i privati nondispongono delle tecnologieidonee al trattamento ulterioredi questi capi.

Gli imprenditori devono assolvere con serietà l’obbligo di diligenza loro incombente

Oltre alla sicurezza di chi indossagli indumenti protettivi occorreconsiderare anche altri fattori.Nell’industria alimentare, adesempio, gli abiti da lavoro nonperfettamente igienizzati possonocontaminare gli alimenti stessi edi conseguenza mettere a rischiola salute e la sicurezza dei consu-matori. Lo stesso vale per il setto-re sanitario, nel quale gli operatoriche indossano abiti contaminatirappresentano un grave rischiodal punto di vista dell’igiene.Inoltre, benché nei mezzi di tra-sporto pubblico vi sia un’enormepresenza di batteri, nel tragittocasa-lavoro-casa il 50% degliintervistati indossa gli abiti dalavoro. I risultati dell’inchiesta dimostranoche le abitudini dei dipendentiriguardo al lavaggio possono pre-giudicare la funzione protettivadell’abbigliamento e la sicurezzadell’ambiente di lavoro. Pur aven-do le migliori intenzioni, la mag-gior parte dei lavoratori non èconsapevole che pulire in casa gliindumenti da lavoro può metterea rischio la loro stessa sicurezza

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fessional textile service firms.They ensure that protective gar-ments continue to protect thewearer every time they are worn.And they provide employers withpeace of mind that there is no riskto their employees’ safety due toinappropriate care of their work-wear.

More details on the safer alternative provided

by textiles service firms for the maintenance of workwear

is available on www.t extile-services.eu

sul lavoro. A loro volta gli impren-ditori devono rendersi conto chenon possono garantire la sicurez-za del posto di lavoro e dei propridipendenti se continuano alasciare a questi ultimi l’incom-benza di pulire e riparare gli abitida lavoro. In determinati casi l’imprenditore,dopo aver effettuato una correttaanalisi del rischio, può ancheoptare per questa soluzione, masi tratta comunque di casi ecce-zionali. I datori di lavoro devonoconoscere le ripercussioni dellavaggio domestico sulla sicurez-za dei loro dipendenti nel luogo dilavoro e sui rischi che essi stessisi assumono in relazione alle pro-prie responsabilità; essi devonoaltresì sapere che le aziende for-nitrici di servizi al settore tessilecostituiscono una valida alternati-va. Esse sono in grado di garanti-re che l’abbigliamento di protezio-ne, nelle emergenze, proteggaefficacemente chi lo indossa e idatori di lavoro possono dunquecontare sul fatto che la puliziaottimale cui sono sottoposti i capigarantisca sempre la sicurezzadei loro dipendenti.

Per ulteriori informazioni sullapulitura sicura dell’abbigliamentoda lavoro effettuata dalle aziendefornitrici di servizi all’industria tes-

sile si prega di consultare il sitowww.textile-services.eu.

* Ricerca del QCS sul “Comportamento dei consumatori nella pulitura domestica degli abiti da lavoro”.

La ricerca sul “Comportamento dei consumatori nella pulitura domestica degliabiti da lavoro“ (Consumer behaviour while washing workwear at home), chel’ETSA (European Textile Services Association) ha commissionato al QCS, è statacondotta in Belgio, Germania, Polonia e nel Regno Unito. In ciascun paesesono stati intervistati 400 partecipanti mediante un questionario on-line e dipersona. I partecipanti operano nei seguenti comparti e settori: edilizia, servizipubblici, sanità, tecnico, alimentare, commercio all’ingrosso o al dettaglio,agricoltura/allestimento giardini, chimico/petrolchimico, costruzione di stradee pesca.I risultati dello studio sono riportati nel dettaglio sul sito Web dell’ETSAwww.textile-services.eu.

*GfK survey on “Consumer behaviour while washing workwear at home”

The GfK survey “Consumer behaviour while washing workwear athome” commissioned by the European Textile Services Association(ETSA), was conducted in Belgium, Germany, Poland and the UK. Ineach country approximately 400 respondents were interviewed viaan online survey and faceto-face interviews. The respondents camefrom the following industries and sectors: construction, public servic-es, healthcare and medical, engineering, food and beverages,retail/supermarkets, agriculture/horticulture, chemical/petrochemi-cal, road works and fisheries. The full study results are available on the ETSA website www.textile-services.eu.

TENDENZETRENDS

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A EXPOdetergo FIBIR ha sfoggiatola sua leadership nei self-service

L’azienda veronese FIBIR era presente a EXPOdetergo International 2014 esponendo parte della sua ampia gamma di prodotti. Di particolare rilievo,tanto da raccogliere un nutrito gruppo di interessati, è risultata la presentazione del nuovo Topper Rambo che, grazie ai sofisticati automatismi, ha

permesso di aumentare la produttività del macchinario; ora è in grado di stirare 180 capi/ora. Lo spettacolo offerto dall'armonioso movimento delle parti meccaniche ha incantato il pubblico fermatosia visionare l’operato dell’addetta che, con semplicità, illustrava il pratico funzionamento del macchinario.Di notevole interesse è stata anche l’esposizione dei macchinari FIBIR per il self service, settore dove l’azienda è leader con oltre 800 realizzazioni in Italia e in Europa. Esposti con il tradizionale colore arancione della linea myOrange®, i macchinari presentati rispecchiavano l’innovativo layout della posa innegozio dove, con l’esperienza e la ricerca maturata, si otti-

mizzano i costi dell’impianto e del funzionamento, tanto da garantire il ciclo di lavaggio in soli 30 minuti. Il palcoscenico di EXPOdetergo International è servito inoltre a FIBIR per presentare l’innovativa linea dilavatrici da 50 Kg che, giovandosi dell’evoluta tecnologia di controllo, rafforza l’interazione diretta con ilcliente finale, permettendo di lavare tutti i tipi di tessuto, e unendo sofisticati programmi personalizzati aspecifici detergenti dalla brevettata formula chimica.La kermesse milanese ha permesso alla FIBIR di presentare ai clienti i macchinari innovativi che vendedirettamente all’utilizzatore senza intermediari, politica adottata per contenere i costi e poter così offrire sul mercato i propri macchinari a prezzi bassie competitivi. Che si tratti di lavaggio a secco o ad acqua, di linee di stiratura, di lavanderie industriali o self service, FIBIR è sinonimo di qualità e offresingoli macchinari o negozi chiavi in mano offrendo la propria competenza ed esperienza.

Informazione commerciale

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per la punta massima di lavoro,che cambia molto a seconda deltipo di azienda: piccola, media ogrande.Inoltre bisogna prevedere l’am-mortamento del veicolo, la cuivita utile è prevista fra i 6 e gli 8anni, dopodiché è necessario so -stituirlo, cosa che non succedecon il resto delle attrezzature in -stallate.

Misure e classificazioneI tappeti vengono calcolati per laloro superficie, di cui si rendenecessario conoscere la misuraesatta ai fini della fatturazione.Per le piccole installazioni è con-sigliato misurare il tappeto ma -nualmente, mentre per le medie ograndi installazioni conviene utiliz-zare la misurazione automaticache invia direttamente i dati alcomputer.Fondamentale è disporre di unaccessorio da applicare al tavoloper la spazzolatura e il confezio-namento, fatto apposta per misu-rare i tappeti in modo rapido (100tappeti/ora) con tanto di fotogra-fia. Nello stesso processo di misura-zione e di classificazione dei tap-peti per tipo, si controllano possi-bili difetti, rotture, usura, ecc. Operazione indispensabile se sivogliono prevenire possibili recla-mi successivi.

BattituraIl processo di lavaggio con acquanon rimuove gli acari di polvere,

Introduzione generaleConfortata da una lunga espe-rienza nel settore come aziendafornitrice di apposite macchine,Lavasecco 1 Ora (sede a Cafas -se, nel Torinese) è in grado diriassumere dettagliatamente tutti i processi necessari per la puliziadei tappeti. Si può dividere questo percorsonelle seguenti fasi:

• Raccolta e riconsegna• Misura e classificazione• Battitura• Lavaggio• Centrifuga• Pettinatura• Asciugamento• Confezionamento, controllo ed

etichettatura• Riconsegna

Raccolta e riconsegnaQuesto è un puntogeneralmente nonconsiderato, peròrappresenta il 25%del costo di tutto ilsistema di lavaggio.Il furgone di raccoltadei tappeti dovrebbeavere la capacità ditrasporto adeguato

TecnologieQuando pulire tappeti è una“mission” quotidiana

Come si apprende dall’esperienza di Lavasecco 1 Ora,è fondamentale disporre di macchinari completi, in grado di lavare anche 300 tappeti al dì. Una lavorazione che dalla raccolta alla riconsegna si ispira solo alla massima pulitura e conservazione possibili di beni preziosi per le famiglie italiane

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sabbia e terriccio che si sonointrodotti nella trama del tappetosotto il pelo. Per eliminare lamaggior parte di questa polveresi utilizza il battitappeto prima dellavaggio. Questa macchina favibrare fortemente il tappeto cosìda rimuovere la polvere meccani-camente.

LavaggioSi effettua tramite l’azione mec-canica prodotta dalle spazzole sulpelo del tappeto. La sua efficacia

dipende da velocità, pressione,tipo di spazzole. Una buona qua-lità del detergete contribuisce eaiuta a eliminare le macchie. La corretta combinazione di que-sti quattro fattori determina laqualità del processo. È fondamentale disporre di trenilavaggio da 2,5 metri a 4,5 metridi larghezza.

CentrifugaÈ la macchina fondamentale perla pulizia del tappeto. Fino al punto di affermare chenon si può lavare tappeti senzauna centrifuga. Solo la centrifugaelimina l’acqua, evita problemi ditrasferimento di colore, evita l’in-giallimento delle frange, fa sì cheil ca po si asciughi velocemente e,conseguentemente, in una moda-lità molto economica. L’ideale è

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Oppure il tappeto può essereasciugato dentro una camera,con trattamento dell’aria indi-spensabile per accelerare l’asciu-gatura. È fondamentale disporre anche dicatene automatiche per la stesuradei tappeti così come di cameredi asciugamento di tutti i tipi ecapacità.

Confezionamento, controllo ed etichettaturaÈ l’ultima parte del percorso. Solo un buon controllo finalegarantisce tutta la qualità offertaper la pulizia del tappeto. In que-sto senso ha la sua importanzauna spazzolatura finale, fatta pereliminare la peluria residua e ri -portare il tappeto alla sua formamigliore. Molto importante è inquesta fase: pettinare le frange,rimuovere le macchie che nonsono andate via durante il lavag-gio, confezionare il capo appli-cando l’etichetta se necessario,classificarlo per la custodia o lariconsegna. È un’operazione chesi può fare a mano oppure utiliz-zando spazzolatrici automaticheda 3 a 4 metri di larghezza.

disporre di centrifughe la cui lun-ghezza possa variare da 2,5 finoa 8 metri.

PettinaturaDurante il processo di lavaggio ilpelo del tappeto si doppia, gira esi ritorce. Il pelo di un tappetosintetico ritorna nella sua posizio-ne originale, cosa che non succe-de in un tappeto di lana e ancorameno in un tappeto fabbricato amano. Per tornare all’aspetto ori-ginario è necessario pettinarlo,manualmente o automaticamente,sempre dopo la centrifuga e pri -ma dell’asciugatura.

AsciugamentoIn questo processo si elimina ilresto dell’acqua che non è stataestratta dalla centrifuga. Per unrisultato ottimale non bisognaoltrepassare le 24 ore, e i 35°C. Il capo può essere asciugatonaturalmente stendendo il tappe-to in un luogo ben areato dove,se possibile, non prenda diretta-mente raggi solari, per evitarecolorazioni.

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A tree.A beautiful tree.Evergreen and ever bearing.Strong and deeply rooted in its nativeland. Its sturdy trunk emanates securityand vitality.Its top is a luxuriant crown ofbranches, leaves and fruit.It would be hard for anyone to saythat this image cannot be used todescribe this beautiful company, richin history yet dynamic. Lavariva is an “iconic example” thatgoes beyond its being a laundrylocated in Mariano Comense. Interms of roots, Lavariva’s history isso important that it fully explains whythe company owned by the Riva fami-ly placed first among Italian compa-nies (and third among all otherEuropean companies) competing for

Un albero.Un bell’albero.Sempreverde che mai smette di darefrutti.Con forti e profonde radici nel luogod’origine.Un tronco saldo, che ispira sicurezzaed energia.E una chioma rigogliosa, ricca dirami, foglie e frutti.Difficile contraddire la forza di veritàdi quest’immagine se vogliamo de -scrivere una bella azienda, ricca distoria, nonché proiettata nel futuro.DD26

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Il segreto delmio successoThe secret ofmy success

Lavariva, qualità sempreverde

Lavariva, evergreen quality

di/by Stefano Ferrio

Passano gli anni e si trasformano inces-santemente i mercati. Mutamenti a cui la famiglia Riva risponde con passione ecompetenze maturate mettendo l’aziendadi Mariano Comense al servizio delleaziende e delle famiglie del territorio.

The years go by and markets incessantlyevolve. Changes the Riva family respondsto with passion and time-honed compe-tence, by placing the Mariano Comense(Northern Italy) business at the service oflocal companies and families.

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È il caso di Lavariva, “esempio”, pri -ma ancora che semplice lavanderia,con sede a Mariano Comense. Lava -riva che, a proposito di radici, possie-de una storia così importante da spie-gare ampiamente il perché del presti-gioso premio messo in palio dall’or-ganizzazione Cinet fra tutte le lavan-derie europee, e assegnato all’impresadella famiglia Riva come terza classi-ficata - prima fra le italiane - in occa-sione dell’edizione di EXPOdetergoInternational, svoltasi lo scorso otto-bre alla Fiera di Milano.“Le radici sono presto spiegate - rac-conta Francesco Riva, oggi titolaredell’azienda che dà lavoro a una deci-na di dipendenti assieme alla sorellaSilvia - e le possiamo ricondurre adue punti di origine. Uno è la fami-glia, visto che la lavanderia è statafondata da nostro padre, Angelo Riva,nel 1963, potendo contare da subitosul sostegno della sorella Angela esuccessivamente di nostra madre, Pi -nuccia, che tuttora ci dà una manofondamentale in negozio”.“L’altro dato indispensabile per capi-re la storia e le peculiarità di Lavariva- continua Francesco - si chiama ter-ritorio. Infatti, tutta la vicenda im -prenditoriale della nostra lavanderiasi snoda attraverso un rapporto fonda-mentale con le aziende produttrici di

the prestigious prize awarded lastOctober by the Cinet organization onoccasion of EXPOdetergoInternational at the Milan fair-grounds.“Our roots can be readily traced totwo points of origin” – saysFrancesco Riva, who together withhis sister Silvia currently owns thecompany and employs about ten peo-ple – “the first is our family. Myfather Angelo Riva opened the laun-dry in 1963, with the support of hissister Angela at first and thereafterwith that of our mother, Pinuccia,who still plays a fundamental role inrunning the shop”.

“The other key point for understand-ing the history and unique nature ofLavariva – Francesco continues – iscalled territory. In fact, the entirestory of our laundry business revolvesaround the basic relationship withmanufacturers of upholstered andstuffed articles that made Brianzafamous worldwide. In fact when myfather opened the shop back in the‘60, his only customers were privatecitizens. The proximity, passion forhis work and will to take up “newchallenges” drove my father to startcollaborating with local upholsteredfurniture and stuffed article craftingcompanies. Over time, our reliabilityand professionalism led to our col- DD27

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Il segreto delmio successoThe secret ofmy success

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laborating with increasingly largercompanies and today we are the pre-ferred service provider for world-leaders in the upholstered furnituremarket. Currently 70% of our cus-tomers are private citizens and 30%are companies”. In view of the above, a visit to thelaundry shop clearly details the roleLavariva shouldered upon itself over50 years’ worth of pick-ups, deliver-ies and on-site services. Mobility hasalways played a key role in the suc-cess of the Riva family owned compa-ny. “Collaborating with upholsteredfurniture companies – says FrancescoRiva – also requires being preparedto disassemble and reassemble allfurniture components. Lavariva hastwo distinguishing characteristics:the first is a shop-lab that is alwaysopen and ready to receive garmentsand textile articles from private citi-zens and companies; the second ison-site service”.The efficiency and full-service thatcharacterize the excellence ofLavariva are perfectly explained inview of the company’s history, whereeach decision is made according to awell thought-out and coherentprocess. A legacy that started withAngelo, and since 2008 has been car-ried out by his two children, as wellas celebrated by a “Tradition andInnovation” meeting, which drawsrepresentatives from seventy drycleaners and laundries to the newheadquarters of the company inMariano Comense, organized in col-laboration with a prestigious partner,Media Impianti. All of these choices and initiativesresult from a business approach thatis fundamental to understandingLavariva’s success. “Being constantlyaware of market dynamics – confirmsFrancesco Riva – is what gives afamily owned company like ours anedge. This philosophy has inspired allof our latest acquisitions: the flat-

imbottiti che hanno reso fa mosa intutto il mondo la Brianza. Succedeinfatti che mio padre apre il primonegozio negli anni ‘60. Inizialmente iclienti erano solo privati. La prossi-mità territoriale con le aziende del-l’arredamento e degli im bottiti, lapassione per il lavoro e la voglia diaccettare “nuove sfide” spinsero no -stro padre ad iniziare delle collabora-zioni con le aziende artigiane.L’affidabilità e la professionalità di -mostrate ci fecero conoscere alleaziende più grandi fino ad arrivare aileader mondiali del mercato degli im -bottiti, di cui oggi siamo la lavanderiadi riferimento. Attualmente la nostraclientela è costituita per il 70% daprivati e per il 30% da aziende”.Alla luce di questi presupposti, unavisita al sito aziendale chiarisce inmodo dettagliato il ruolo assunto daLavariva in mezzo secolo di ritiri,consegne e prestazioni a domicilio.La mobilità riveste sin dall’inizio unafunzione determinante nello spiegareil successo incontrato dall’aziendadella famiglia Riva. “Lavorare in col-laborazione con aziende di imbottiti –racconta Francesco Riva – significaanche essere predisposti a effettuareun servizio di smontaggio e rimessain opera di tutti i componenti d’arre-do. Lavariva si distingue in virtù didue caratteristiche: la prima è costi-tuita da un negozio-laboratorio sem-pre aperto, e predisposto a ricevere inconsegna vestiario e tessuti da privatie aziende; la seconda è rappresentatadal servizio a domicilio”.L’efficienza e la completezza che ca -ratterizzano l’eccellenza di Lava ri vasono perfettamente spiegabili alla lu -ce di una storia aziendale in cui ogniDD28

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scelta è frutto di un pensiero meditatoe coerente. Succede con la gestione dipapà Angelo e, a partire dal 2008,con quella dei suoi due figli, inaugu-rata in modo significativo da un mee-ting “Tradizione e Innova zione” che,organizzato in collaborazione conMedia Impianti, partner prestigioso,richiama nella nuova se de di MarianoComense rappresentanti di settantatinto lavanderie. Sono tutte scelte e iniziative che ri -mandano a una sensibilità di impresafondamentale per comprendere il suc-cesso di Lavariva. “Avere percezionecostante del mercato - confermaFrancesco Riva - risulta essere lamarcia in più determinante per un’a-zienda di formazione artigiana comela nostra. A questa filosofia abbiamoispirato tutti i nostri ultimi acquisti: ilmangano che ci ha consentito di velo-cizzare in modo radicale i tempi distiratura, la macchina a idrocarburipreziosissima per lavare determinaticapi, la pressa per lo stiro dei panta-loni, l’imbustatrice automatica graziea cui abbiamo automatizzato il pro-cesso di confezione in modo che lamerce sia disponibile al cliente intempi più rapidi. Questi investimenticostituiscono un’infrastruttura impor-tante, ma senza dei collaboratori affi-dabili e attenti non sarebbe sufficienteper poter competere sul mercato.Proprio per questo consideriamo inostri collaboratori uno dei punti diforza della Lavariva”.Investimenti tecnologici e processi dirazionalizzazione del lavoro risultanoindispensabili per mantenere una pre-senza di mercato caratterizzata dacompetenze e competitività.“In un contesto in cui – concludeFrancesco Riva – la clientela attualeoltre a richiedere qualità e rapidità,ricerca una modicità di spesa ritenutaprioritaria in tempo di crisi”.Parole che spiegano come l’albero, ilbell’albero di Lavariva, continua adare frutti così preziosi.

work ironer that allowed us to radi-cally decrease ironing times, thehydrocarbon-driven machine that isinvaluable for washing certain arti-cles, the trousers press, the automaticbagger that allowed us to automatethe packaging process andget articles ready for cus-tomers in a shorter amount oftime. These investments areimportant for our infrastruc-ture, but without reliable andattentive employees theywould not be enough for us tocompete on the market. That’s why we consider ouremployees one of Lavariva’skey strengths”.Investments in technologyand workflow streamliningprocesses are indispensableto maintaining a highly professionaland competitive market presence.“Within the current context of finan-cial crisis – Francesco Riva con-cludes– in addition to quality and afast turn-around, customers seek tominimize expenses and tend to givepriority to the best price”.Words that explain how the tree, thebeautiful tree that belongs toLavariva, continues to bear highlyprized fruit. DD29

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Il segreto delmio successoThe secret ofmy success

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ASSOSECCO Le due facce della medagliaSpaccati lavorativi vissuti da posizioni contrapposte:i rapporti tra datori di lavoro e dipendenti

Datori di lavoro e collaboratori do-vrebbero essere in perfetta sinergia,perché rappresentano un universocongiunto seppur nelle loro rispettivespecificità. Purtroppo non è così, al -meno nella maggioranza dei casi.Al posto della collaborazione e dellasintonia che sfocia nella complicità,esiste troppo spesso diffidenza e mal-contento e soprattutto la sensazioneche ergere barriere reciproche sia ilmodo migliore per non avere sorprese.Cominciamo con l’affermare che taleatteggiamento è perdente e contribuiscea danneggiare entrambi le posizioni.Il mondo imprenditoriale non è tuttorose e fiori e molti personaggi nonsono certo all’altezza del ruolo cherivestono, ma anche i dipendenti ten-dono a non comprendere la necessitàdi svolgere il lavoro in modo costanteed efficiente per essere un valoreaggiunto all’impresa e non un proble-ma da affrontare per malattie inesi-stenti, maternità solo a rischio, richie-ste fuori misura, permessi chiesti sen -za considerare le esigenze complessi-ve dell’azienda, ecc.Cercheremo di affrontare il problemaanalizzando casistiche che l’Associa -zione ha avuto modo di gestire.

Testimonianze di dipendenti:

CATERINA: mi sono presentata in un negozio dilavaggio a secco, sapevo che stavanocercando una stiratrice ed io lo sono.Inizio d’estate, fa caldo, porto con meuna bottiglia d’acqua.Salto i preliminari, ho davanti a meuno stender con i capi da stirare edincomincio il mio lavoro.Con il passare del tempo, un po’ peril caldo, un po’ per la tensione miviene sete, prendo la bottiglia che honella borsa e che ho appoggiato perterra vicino all’asse da stiro, l’apro ebevo.“Che fai?” Mi sento apostrofare.“Bevo, ho sete!” Rispondo.“Non pensare di fare quello che vuoi:per bere ed andare in bagno deviaspettare il termine del tuo turno dilavoro. Non accetto che si perda tem -po. Il tempo è denaro.”Sono senza parole, prendo la miaborsa e me ne vado. Penso con rim-pianto ed ancor più rispetto al datoredi lavoro con il quale ho collaboratoper diversi anni (e che purtroppo peranzianità ha terminato il suo percorsolavorativo). Non tutti sono uguali, miviene da pensare!

SANDRA: sono stata in prova per tre giorni in unnegozio di tintoria, come stiratrice.Ho stirato tutti i capi che erano appe-si e ho pensato che, sia la qualità delmio stiro, che la quantità dei capitrattati, rientrassero nello standardrichiesto. Alla fine del terzo giornomi dicono che mi faranno sapere. Va bene, ma i giorni che ho lavoratoin prova? “Mica la pago la prova, ci manche-rebbe altro!” mi viene risposto in mo -do brusco.

PARLIAMOANCHE DIQUESTO

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ASSOSECCOChe tristezza e penso: tante personein prova e tutto gratis!

NUNZIO: in busta paga la cifra ri portata coinci-de con quanto abbiamo pattuito, ma ilcontante che il da tore di lavoro miconsegna non corrisponde. Chiedo spiegazioni, “ … se vuoilavorare …” mi dice con un sorrisoun po’ beffardo … e io ho bisogno dilavorare. E sono costretto a subire.

CARLA: quando si trascorrono tante ore nellostesso ambiente, magari anche in unospazio un po’ angusto, è inevitabileche ci siano delle incomprensioni eda volte i problemi di ognuno fannocapolino ed influenzano l’umoregenerale e la resa del la voro svolto.I datori di lavoro con i quali ho lavo-rato, hanno sempre avuto un compor-tamento corretto, penso che se è diffi-cile per un dipendente, può esserloanche per un imprenditore: l’impor-tante è rispettarsi e cercare di fare ilproprio dovere, da entrambe le parti.

Testimonianze di imprenditori

GIORGIO: sono un imprenditore di secondagenerazione, la mia è una famigliastorica di pulitintori. Sono cresciuto in laboratorio, dor-mendo in un carrello della biancheriaadibito a lettino, e via via, giocando,mangiando, correndo negli spazi libe-ri da: biancheria, vestiti, copridivani etendaggi. Ho visto i miei famigliarilavorare per tante ore, più di quantosia umanamente possibile sopportare,preoccuparsi per i soldi che non rien-travano dal lavoro consegnato, cerca-re soluzioni per qualche scelta sba-gliata nelle lavorazioni effettuate, oper cause imprevedibili. Li ho visti ammalarsi e non lamentar-si ed essere sempre presenti, contare ipochi soldi che molto spesso rimane-vano una volta terminati i pagamenti.“Prima si paga tutto e poi con quelloche rimane ci si arrangia”. Era il loro motto.“E poi il personale si paga il giornogiusto: hanno i loro impegni e noi lidobbiamo rispettare.”Fare l’imprenditore è stata una loroscelta e una mia scelta.

Come per molti colleghi alcune voltesono soddisfatto, altre sono preoccu-pato e un po’ deluso, perché nono-stante la fatica e l’impegno i risultatisono scarsi. Penso a come sarà ilfuturo in questo momento pieno diincognite, ma poi prevale la forza diguardare avanti e di investire, perchéuna cosa l’ho imparata dai miei geni-tori: senza coraggio non si trova lostimolo per migliorare e fornire unservizio che soddisfi la clientela.

MANUELA: sono un’imprenditrice di 50 anni,opero nel settore da circa 30.Spesso mi viene da chiedere quale siala delusione che proprio non riesco a“digerire”. Ebbene, anche se ci sicomporta correttamente per i collabo-ratori sarai sempre e comunque con-siderato “il padrone” che si è fatto isoldi, deve intuire tutto anche senzaparlare e non ha alcun diritto proprioperché è considerato un privilegiato.In realtà sono una cittadina ed un’im-prenditrice che cerca con sensibilità econcretezza di affrontare le diversequestioni e trovare delle soluzionicondivise. È un vero peccato chemolti dipendenti non lo capiscano!

Che dire dopo questi contributi cheabbiamo volutamente condensato inalcuni interventi tra i più significativi:che i ruoli dell’imprenditore e delcollaboratore ancora faticano a trova-re un percorso parallelo che porti adindividuare un comune obiettivo.Eppure gli sforzi sono tanti e le occa-sioni per collaborare esistono: ènecessario fare tutti un passo avantiper avvicinare le posizioni e saperascoltare le ragioni degli altri.L’imprenditore deve guadagnare persostenere l’attività, ma nel contempodeve comprendere le esigenze deicollaboratori.I dipendenti devono lavorare respon-sabilmente, ma nel contempo com-prendere le difficoltà dell’imprendito-re e “sentire un po’ l’azienda comepropria”.Forse queste parole non risolvonotutti i problemi, ma consentono dicreare i presupposti per entrare inrelazione empatica con gli altri. In questo momento non è poco.

Gabriella Platè

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chiediamo come facciano i due giova-ni ad avere le risorse per prestare ilservizio.Nel contempo ci piacerebbe avere unriscontro da parte delle persone chefanno lavare i capi, perché oltre alconcetto di pulizia ha un valoreimportante la solidarietà (anche seremunerata) che caratterizza l’inizia-tiva.Quando ci capita di incrociare un“barbone”, termine orribile, ma ormaientrato nell’uso comune, ci limitiamoa non vedere o addirittura proviamoimbarazzo e fastidio, perché questotestimone del disagio cittadino rompei nostri schemi di sicurezza e di per-fezione e ci mette davanti agli occhila realtà di un momento economico esociale estremamente complessa.Ben hanno fatto, quindi, i due austra-liani (il cognome italiano di uno deidue ci fa pensare ad antenati nostraniandati a cerca fortuna tanto lontano!)ad attivare questa lavanderia mobile el’iniziativa potrebbe essere traslataanche in Italia, magari con il supportodell’industria produttrice.Il progetto potrebbe risvegliare nellacittadinanza lo spirito caritatevoleperso nella disattenzione della frene-sia della vita contemporanea e contri-buire a diffondere una pratica igienicaapprezzabile.Non ultimo sarebbe utilissimo per ilnostro settore, perché finalmente sitroverebbe spazio nella stampa quoti-diana e periodica pronta a segnalaresolo le disavventure di clienti chehanno questioni con le tintorie, invecedi far leva sulla funzione sociale cheil mondo della manutenzione tessilesvolge in modo capillare e responsa-bile.

Emilia Pecorara

Abbiamo letto sulla stampa quotidia-na una notizia piuttosto curiosa: dueventenni australiani hanno trasforma-to il loro furgone in una lavanderiamobile, dotata di generatore portatile,dedicata esclusivamente ai senzatetto.L’iniziativa prende il nome di “Oran -ge Sky Laundry” ed attualmente èattiva nella città di Brisbane: lanciataa luglio prevede il lavaggio di circa20 chilogrammi di indumenti all’ora. I due giovani, a dir la verità molto in -traprendenti, ipotizzano di estendereil servizio a tutto il territorio austra-liano (immenso e spesso disagevole)entro la fine del 2015.La notizia ci ha colpito per varie ra -gioni: la sensibilità e l’attenzione allaquestione dell’igiene di chi vive instrada, la mentalità imprenditorialeche sta alla base del progetto, le po -tenzialità che un Paese come l’Austra-lia può offrire, ecc.C’è da chiedersi però, e l’articolo nonne fa menzione, se i due brillanti gio-vani hanno previsto un costo per ilservizio o si limitano a chiedereun’offerta libera. La questione non èdi poco conto, perché nonostante laprobabile sponsorizzazione dei pro-duttori degli impianti utilizzati, ciDD32

DETERGO DICEMBRE - DECEMBER 2014

ASSOSECCO Lavanderia mobile in Australia al serviziodei senzatetto

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ASSOSECCO sta programmando i prossimi appuntamenti formativi gratuitiper la categoria: come di consueto verrà posta estrema attenzione

alla scelta dei relatori di elevato profilo professionale.

Domenica 1° marzo a Macerata (Marche)Grazie all’impegno ed alla disponibilità della componente il Consiglio

Direttivo, Laura Bravi, abbiamo in programma una giornata molto stimolanteper i temi che saranno affrontati e dibattuti con la grande interazione

di tutti i presenti.

Domenica 22 marzo a Mortara (Pavia)Presso Lavanderia Lampo del Consigliere Rocco Lamoglie, che tante volteha ospitato giornate formative che hanno riscosso il consenso dei partecipanti,

parleremo di tecnica e di pratica in una lavanderia gestita in modo imprenditoriale.

Prossimamente sarà comunicato il programma completo delle due giornate e le modalità per prenotare la partecipazione.

La Segreteria di Assosecco: tel. [email protected]

è sempre lieta di parlare con Voi DD33DETERGO DICEMBRE - DECEMBER 2014

ASSOSECCODa segnare in agenda2 corsi formativi neiprimi mesi del 2015

Page 34: Detergo Dicembre 2014

Il 2015 rappresenterà l’anno dellarinascita per il nostro Paese e per lanostra economia?Noi ci speriamo fermamente, ancheperché da questo dipenderà il rilanciodei consumi ed il riavvicinarsi deiconsumatori alle tintorie.Indipendentemente da questo proces-so da tutti auspicato, non possiamosottovalutare il grande potenziale rap-presentato dalle Associazioni neimomenti di crisi e non solo.Le Associazioni affiancano le impre-se, le orientano e le supportano: ènecessario però vivere l’associazioni-smo come un valore da condividere.Il socio non si deve limitare a pagarela quota annuale, ma deve esserecoinvolto in tutte le sue iniziative:formative, convegnistiche, nei mo -menti di riflessione e negli appunta-menti fieristici.Tutto deve contribuire a far crescerela professionalità del pulitintore adopera ed in sinergia dell’Associa zio -ne.ASSOSECCO vuole essere questo emolto di più! ASSOSECCO ascolta le istanze dellabase e rappresenta gli interessi dellacategoria.

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■ consulenza in materiapensionistica e previdenziale,

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sul luogo di lavoro,■ analisi sui consumi energetici e

piani di risparmio,■ convenzioni per lavoro, auto,

casa, famiglia, tempo libero,■ e molto altro ancora …..

Sul sito www.unionemilano.it con lapassword che è stata inviata a tutti iSoci è possibile individuare circolari,newsletter, bandi, appuntamenti, con-vegni, seminari, servizi che supporta-no in modo completo le aziende: èperò necessario dedicare tempo allanavigazione sul sito internet per tro-vare stimoli e notizie di interesse, an -che a carattere generale.Avvicinatevi con fiducia all’Associa -zione, perché l’attività ne otterrà subi-to un giovamento e voi troverete unambiente amichevole, trasparente econ tanta voglia di fare.

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DD34DETERGO DICEMBRE - DECEMBER 2014

Interno palazzo Castiglioni Sede di Assosecco

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In un contesto di 60 milioni di consumatori italiani, distribuitiin circa 24 milioni di nuclei famigliari, emerge che il 70% dellapopolazione possiede almeno due accessori o capi per i quali hainvestito molto, e per i quali è disposto a reinvestire, purché du -rino e mantengano il loro aspetto originale più a lungo possibi-le.Alla luce di questi numeri, nelle case degli italiani ci sono circa80 milioni di accessori di qualità che quotidianamente vengonoutilizzati, si sporcano e vanno quindi lavati. Considerando i co-sti di questo esercizio applicato a scarpe, borse, tappeti etc, lestatistiche parlano di una spesa media di 300 euro al pezzo, unesborso importante nel budget di una famiglia media.Una strategia efficace per ridimensionare i costi di acquisto èquella di mantenere gli accessori lavandoli almeno due voltel’anno. Da questo dato si evince che in Italia ci sono ogni anno160 milioni di accessori da lavare, con una spesa al prezzo va-riabile dai 5 euro (spesa media per lavare un paio di scarpe inself service) ai 40 euro (spesa media per il lavaggio di una bor-sa di valore presso un centro specializzato), il che significa chequesto mercato vale ogni anno la bellezza di circa 3 miliardi dieuro.

Dall’indagine, svolta su un campione rappresentativo dellapopolazione, è emerso che il 59% preferisce il servizio di la-vaggio svolto da terzi, il 31% utilizza saltuariamente il selfservice e il 10% utilizza esclusivamente il self service. Alla domanda perché utilizza saltuariamente il self service, lamaggior parte delle risposte è stata: perché dalle mie parti nonc’è. Alla domanda perché utilizza il self service, molti hannorisposto “per il notevole risparmio”.In questo contesto emerge chiaramente come il mercato delfai da te sia pari al 40% del totale, dato che, tradotto in cifre,significa 72 milioni di lavaggi per un valore annuo superioreai 600 MILIONI DI EURO.

Fatte queste importanti premesse, Italia Service è la primaazienda in Italia a produrre attrezzature come RevitaPoint,self-service per il lavaggio di borse, scarpe, caschi etc. Può farlo vantando oltre 30 anni di esperienza nel settoredel “self”. Ecco perché le competenze che Italia Service ha costruitonel tempo sono messe a disposizione di chi è interessato emotivato a sviluppare questo nuovo, fiorente mercato.

Informazione commercialeBorse e scarpe come nuove

Ecco perché installare RevitaPointè certezza di un nuovo business

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Il successo di Hygienfresh® ad EXPOdetergo è stato a dir poco strepitoso. Gli spray mangiaodori, i deoammorbidenti igienizzanti e i deodetergenti della linea hanno catturato l’attenzione di tutti gli operatori del settore. Inoltre i prodotti alla spina del sistema“spina professional” by Hygienfresh® hanno stupito per la loro originalità e presentazione. Il segreto di Hygienfresh® è quello di saper combinare igiene e freschezza. Le fragranze raffinate, intense e preziose che caratterizzano la piramide olfattiva di ognuno diquesti prodotti, unitamentealle sostanze mangiaodori diultima generazione, li rendonounici ed impareggiabili. Con Hygienfresh® è possibilefidelizzare il pubblico ed attirare nuova clientela attraverso il binomio professionalità ed emozione. Feel fresh, be professional…con Hygienfresh®

The Hygienfresh® brand by Tintolav achieved a resounding success at EXPOdetergo. Our fabric fresheners, deosofteners and deodetergents captured the attention of all the visitorsat the show. Moreover, the new Hygienfresh® line “Spina Professional” which is an ecologicalway to sell detergents and softeners, really stood out with the original details and presentation.The Hygienfresh® secret is to combine Cleanliness and Freshness. The refined, intense and precious fragrances that characterize the fragrance pyramid of each

product, together with the latest generation odour-eatingingredients make them exclusive and unique. With Hygienfresh® is possibleto create a loyal costumer basethanks to the professional quality and eye catching presentation. Feel Fresh, Be Professionalwith Hygienfresh®

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Trade infoIgiene e freschezza Hygienfreshhanno conquistato EXPOdetergo 2014

Hygiene and freshness from Hygienfresh stole the show at EXPOdetergo 2014

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Chemical risks in treated

fabrics

Can fabrics harbor unseen risks?Can an article of clothing be a sourceof risk for the wearer? Without settingoff too many alarm bells, the answeris a definite ‘Yes’. A fabric can be asource of concern for the wearer’shealth, especially in the case of chil-dren.How does a fabric place the wearerat risk? Typically, the answer is divid-ed into three risk categories: chemicalrisk (due to the presence of harmfulchemical substances contained in thefabric); physical-mechanical risk (typi-cally associated with danger to chil-dren due to laces, straps, or smallparts that can lead to strangulation orsuffocation); and, lastly, fire risk (relat-ed to the inflammability of fabrics,most common to sleepwear).In this in-depth analysis, we will focuson the first class: chemical risk. Based on a very recent study by KEMIthe Swedish Chemical Agency -(Chemicals in textiles – Risks tohuman health and the environment -Report from a government assignment– 2014) about 10% of the 2,400 sub-stances involved in the textile produc-tion cycle are considered to be apotential source of concern for humanhealth. And about 5% are considereda potential source of concern for theenvironment.Which is why, while refraining fromundue alarmism, it is crucial to be

Il rischio chimico nel trattamento

dei tessili

Un tessile può nascondere un rischio?Può un abito costituire una fonte di ri -schio per chi lo indossa? La risposta,pur senza troppi allarmismi, è certa-mente positiva. Un tessuto può costi-tuire una minaccia per la salute dell’u-tilizzatore, soprattutto quando questorientra nella categoria dei più piccolidi età.Ma in che modo un tessile può porta-re a un rischio? Normalmente si usarispondere suddividendo l’argomentosu tre livelli di rischio: il rischio chimi-co, per la presenza nel tessile di so -stanze chimiche nocive per l’uomo, ilrischio fisico meccanico, tipicamenteassociato al mondo bambino per lapresenza di lacci o stringhe o piccoleparti che possono indurre strangola-mento o soffocamento, e infine il ri -schio fuoco, connesso all’infiammabi-lità dei tessuti tipicamente destinatialla pigiameria.In questo approfondimento ci soffer-meremo sulla prima classe di rischio,il rischio chimico. In base ad un recentissimo studio del -l’Agenzia Danese per la Chimica(KEMI (Swedish Chemical Agency) -Chemicals in textiles – Risks to humanhealth and the environment - Reportfrom a government assignment –2014) risulta che circa il 10% delle2400 sostanze connesse al ciclo pro-duttivo tessile è considerato potenzia-le fonte di preoccupazione per la sa -

Piccola Guida del PulitintoreP G PA cura di ecochem s.r.l. e RITEX Centro Ricerche e Prove Tessili

Contributed by ecochem s.r.l. and RITEX Textiles Research and Testing

di/by Roberta Binotto

WET & DRY CLEANER GUIDE

DD38DETERGO DICEMBRE - DECEMBER 2014

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aware of the problems related to thepresence of chemical substances intextiles, to engage in behaviors bestsuited to safeguarding human health,and children in particular. Among all the adverse reactionscaused by textiles, special attention isfocused on skin sensitizing substancesthat can lead to dermatitis and aller-gic reactions. Allergenic chemical sub-stances are the primary source of con-tact irritation between the skin and thefabric.Can all textiles cause allergic reac-tions? The answer is not all of them, butdyed textiles made primarily of poly-ester are at the top of the suspect list.

Polyester fabrics and disperse dyes

To better understand how polyesterfabrics can be involved in allergicreactions, we must take a brief lookinto the chemical makeup of the dyesthat are used. Polyester is a syntheticfiber that is virtually free of chemicalsites capable of anchoring and bind-ing classic dyes used in tinting otherfibers. This is why specific dyes,known as disperse dyes, must beused – they are small molecules witha hydrophobic nature, not kindred towater, which is where the name “dis-perse” comes from, because they are“dispersed” and not dissolved in thecolor bath.

lute umana. E che circa il 5% è consi-derato potenziale fonte di preoccupa-zione per l’ambiente.Ecco perché, pur evitando un eccessi-vo allarmismo in merito, è importanteconoscere le problematiche legate al -la presenza di sostanze chimiche neitessili, per attuare comportamenti ido-nei alla protezione della salute, so -prattutto dei più piccoli. Fra tutte le reazioni avverse provocatedai tessili una particolare attenzioneva riservata a quelle che si attuano alivello cutaneo, cioè dermatiti e sensi-bilizzazioni. Le sostanze chimiche al -lergizzanti costituiscono la prima fon -te di minaccia nel contatto tra la pellee il tessuto.Tutti i tessuti possono dunque provo-care allergia? La risposta è non tutti, anzi, ma i tes-suti tinti, costituiti da poliestere sono iprincipali candidati a farlo.

Tessuti in poliestere e coloranti dispersi

Per comprendere bene il motivo percui i tessuti di poliestere possono esse-re coinvolti in reazioni allergiche èimportante fare un piccolo approfon-dimento sulla natura chimica dei colo-ranti che vengono utilizzati. Il polie-stere è una fibra sintetica praticamen-te prima di siti chimici adatti ad anco-rare e legare i classici coloranti utiliz-zati per tingere le altre fibre. Questo è il motivo per cui devonoessere utilizzati dei coloranti specificiche vanno sotto il nome di dispersi: sitratta di molecole piccole, con caratte- DD39

DETERGO DICEMBRE - DECEMBER 2014

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During the dyeing process, the poly-ester fiber swells and the tiny mole-cules are able to penetrate the fiber’spores. But there is always a smallamount of dye that remains on thesurface of the fiber, raising the needfor a final, after-dye operation calledstripping.

Dye residue

If the stripping process is not conduct-ed using best practices, polyester fab-rics, particularly when dyed withdeep, dark colors, can still containresidual dye that can easily migrateto the skin. The chemical (lipophilic) compositionof these dyes makes them very similarto the skin, which tends to adsorbthem easily. If the wearer is sensitive,they can trigger sometimes evensevere allergic reactions.

Migration of disperse dyes from poly-ester is especially facilitated by fric-tion and sweat, and often occurs inoverweight users. This explains whythe primary allergic reactions arelocated in the armpits, inner thighsand elbow fold of the forearms….

re idrofobico, cioè non affini all’ac-qua e da questo deriva il nome“dispersi”, perché non si sciolgononel bagno di tintura, ma si disperdo-no solamente. Durante le operazioni tintoriali la fi -bra di poliestere rigonfia e le piccolemolecole riescono a penetrare nei po -ri della fibra. Tuttavia esiste sempreuna piccola frazione di colorante cherimane in superficie sulla fibra e que-sto rende necessaria una operazionefinale post-tintura detta stripping, conla quale si elimina l’eccesso di colo-rante.

Polvere di colorante

Se l’operazione di stripping non èeseguita a regola d’arte il tessuto dipoliestere, in particolare quanto è tin -to con toni intensi, può essere caricodi colorante non fissato e quindi facil-mente migrabile. La particolare composizione chimicadi questi coloranti, lipofili, li rendemolto affini alla pelle dalla quale ten-deranno ad essere adsorbiti facilmen-te, scatenando, se il soggetto è predi-sposto, reazioni allergiche anche se -vere.

La migrazione dei coloranti dispersidal poliestere è particolarmente age-volata dalla frizione, dalla sudorazio-ne e dal sovrappeso dell’utilizzatore.Ecco perché le principali reazioni al -lergiche sono localizzate nella zonaascellare, inguinale, della piegaturadell’avambraccio….

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Tipica reazione allergica

Typical allergic reaction

DD40DETERGO DICEMBRE - DECEMBER 2014

Patch test per determinare

l’eventuale reazione allergica

Patch test for allergic reaction

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Come diagnosticare la presenza di colorante non ben fissato al tessile?

In laboratorio la presenza di coloran-te non ben fissato alla fibra viene ve -rificata mediante la seguente determi-nazione analitica:

Solidità del colore allo sfregamento a secco e a umido

UNI EN ISO 105 X12Lo strumento utilizzato è il crockmeter;un tessuto bianco in cotone (tessutotestimonio) viene caricato su una cavi-glia e fatto sfregare con movimentorettilineo per 10 volte sul tessuto, siaa secco che in condizioni di bagnato.Dopo rimozione si valuta lo scarico dicolore sul tessuto e si assegna un pun-teggio mediante una scala visiva di ri -ferimento, detta scala dei grigi delloscarico. Il valore 5 indica nessuno

How is color fastness determined?

The presence of dye residue in fibersis determined based on the followinglaboratory analysis:

Color fastness test based on dry and wet rubbingUNI EN ISO 105 X12

A crockmeter is used; a white cottonfabric (crocking cloth) is placed on amechanical ‘finger’ and rubbedacross the test specimen 10 times in astraight line, under both dry and wetconditions. After removal from the machine, thecrocking cloth is visually compared toa gray scale for staining and transferand assigned a point rating. A rating of 5 indicates no color trans-fer and 1 indicates maximum color

P G P

Page 42: Detergo Dicembre 2014

transfer. In the case of a gray scale ratinglower than 4, the material tends toexhibit a significant transfer of colorand, if possible, should be subjectedto stripping.

Is there a way for the user to effectively manage

this issue?The most appropriate behavior forusers with particularly sensitive skinwould be, first of all, to determine thechemical composition of the fabricthey intend to wear, followed by thechoice to not wear the garment indirect contact with their skin, by wear-ing a white cotton fabric between theskin and the article in question. Itcould also be useful to make a practi-cal test of the color fastness of thefabric by rubbing a white handker-chief against the fabric, which bringsthe analytical testing concepts descri -bed above to a more practical level.The problem of disperse dyes in poly-ester is undoubtedly one of the mostwell-known with regard to the grow-

scarico di colore mentre il valore 1indica lo scarico massimo di colore. In presenza di uno scarico a seccoinferiore a 4 il materiale possiedesicuramente una tendenza allo scari-co del colore non trascurabile ed èopportuno intervenire, se possibile,con una operazione di stripping.

Per l’utilizzatore esiste un modo per gestire

efficacemente il problema?Il comportamento più idoneo da adot-tare nel caso di utilizzatori particolar-mente sensibili a livello cutaneo è, inprimis, la verifica della composizionechimica del tessuto che si intende in -dossare, seguita dalla scelta di nonutilizzare mai il materiale a direttocontatto con la pelle ma interponendoun tessuto bianco in cotone. Moltoutile potrebbe essere anche la verificaempirica della tendenza del materialea scaricare colore, con la classicaprova del fazzoletto bianco sfregatosul tessuto, che traduce sul pianodella concretezza i concetti espostiper la determinazione analitica.

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Scala dei grigi dello scarico

Gray scale of transfer

DD42DETERGO DICEMBRE - DECEMBER 2014

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La problematica dei coloranti dispersinel poliestere è senz’altro una dellepiù note in relazione alla crescenteincidenza delle dermatiti da contatto.Esistono tuttavia altri aspetti moltosensibili, come ad esempio l’uso mas-siccio di resine per conferire caratteri-stiche particolari ad alcuni prodotti, oi trattamenti con particolari biocidi,ad esempio il dimetilfumarato, in gra -do di scatenare violente reazioni al -lergiche. È opportuno comunque rassi-curare il lettore sul fatto che è in cor -so da qualche anno una intensa atti-vità sia di regolamentazione legislati-va da parte delle Autorità Competentisia di adeguamento volontario delleaziende produttrici alle sempre piùpressanti richieste di detossificazionedella filiera tessile.

ing incidence of contact dermatitis.There are also other very sensitiveaspects, such as the extensive use offinishing resins to lend special charac-teristics to some products, or treatmentwith biocides, like dimethylfumarate,that can cause allergic reactions.Readers should be reassured by thatfact that for some years now veryintense work on legislative regulationsis being conducted by enforcementbodies as well as voluntary initiativesby manufacturers to meet the increas-ingly strong demand for detoxificationof textiles.

P G P

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Page 45: Detergo Dicembre 2014

DD45DETERGO DICEMBRE - DECEMBER 2014

Confartigianato Impreseper TELETHON, importante che noi tutti si partecipiTutti sappiamo quanto sia importante la ricerca perché grazie alla ricerca tante malattie una volta scono-sciute e che portavano se non alla morte a gravi disabilità, oggi sono curabili.Già da diversi anni unitamente ad ARTIGIANCASSA, Confartigianato è impegnata nella raccolta di fondida devolvere alla Fondazione Telethon per la ricerca e la cura delle malattie rare.

Tra i prodotti solidali che vengono distribuitiin cambio delle donazioni c’è la sciarpaTelethon Made in Italy realizzata da aziendeassociate a Confartigianato per la quale è pre-vista una donazione minima di € 10,00.

Invito pertanto tutti voi ad aderire all’iniziati-va e a promuoverla presso i vostri amici, col-laboratori, parenti e i vostri clienti. Le sedi territoriali di Confartigianato sono adisposizione per darvi le risposte alle vostredomande e darvi informazioni su come opera-tivamente poter acquistare le sciarpe e gli altriprodotti solidali.

Le donazioni Confartigianato sono destinate al sostegno del pro-getto di ricerca dell’equipe della Dr.ssa Maria Pia Passafaro -Istituto di Neuroscienze del CNR di Milano sulle forme gravi didisabilità intellettiva non sindromica legata al cromosoma X.

Le donazioni Telethon possono anche essere effettuate sul conton° 11100 c/o BNL IBAN: ITL0100503215000000011100 intestato a “FONDAZIONE TELETHON” con causale: “Elargizione liberale raccolta Artigiancassa Confartigianato”.

Gli importi donati sono fiscalmente deducibili.

Pensiamo a quanti sono meno fortunati di noi per i quali il nostro anche piccolo aiuto per loro è la speranza di un futuro.

di VITO CARONE Presidente CONFARTIGIANATO ANIL

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Importante incontro, organizzato dalla Confartigianatodi Terni per le lavanderie umbre

Notizie dal Territorio

L’impegno nella formazione e nel-l’aggiornamento finalizzato al miglio-ramento delle competenze tecnicheed imprenditoriali è da sempre unapriorità per Confartigianato Torino.Per tali ragioni nell’ambito del pro-getto “Formazione Continua: manu-

tenzione e aggiornamento delle com-petenze artigiane” co-finanziato dallaCamera di commercio di Torino sonostate realizzate delle azioni gratuitefinalizzate alla crescita dell’impresa eall’aggiornamento delle competenzeindispensabili per gli operatori.DD46

DETERGO DICEMBRE - DECEMBER 2014

Bellissimo appuntamento per le la -vanderie umbre organizzato dallaConfartigianato Imprese Terni, in col-laborazione con le consorelle di Fo li -gno e Perugia.Non solo le umbre, ma anche diverselavanderie del centro Italia si sono ri-trovate a Foligno per fare il puntodella situazione su energia, produtti-vità, ambiente e configurazioni perun’attività efficiente, grazie al sup-porto tecnico di Olivio Vicomandidella Media Impianti by Clean Italia,azienda di Genova. Presente anche il responsabile dellaMedia Impianti by Clean Italia,Raffaele Cinaglia, che, al terminedella sua interessante relazione i con-venuti hanno ringraziato per avercontribuito all’organizzazione dell’e-

vento.Intervenuto all’incontro anche l’ingCianci, esperto del controllo qualitàtessile nel servizio di pulitura elavaggio che ha svolto una relazionedal titolo semplice ma esaustivo:” Iltessile oggi: questo sconosciuto”.L’attenzione della platea non è maiscemata ed anzi i presenti hanno for-mulato tantissime domande sui casipresentati da Cianci che hanno spessoprovocato meraviglia e stupore per-ché ribaltavano convinzioni radicatenel tempo.L’incontro, voluto fortemente dalPresidente della Categoria di TerniGiancarlo Ciavattini, ha incontrato ifavori delle aziende che hanno chie-sto che un appuntamento simile,venga calendarizzato ogni anno.

La formazione per gli operatori torinesi del settore pulitintolavanderie

Foligno

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Notizie dal Territorio

Notizie Sindacali

Mauro Le Noci e Patrizia Del Zotto

Il percorso di aggiornamento tecnico-normativo per le lavanderie, alla cuiformulazione ha contribuito la dele-gata di mestiere tessile e pulitintola-vanderie Patrizia Del Zotto, e la cuidocenza è stata affidata al peritoMau ro Le Noci, esperto in materia dipe-rizia tessile e consulenze tecnichein caso di controversie legali ha pre-visto la trattazione dei seguenti argo-menti: Controllo etichetta di composi-zione e di manutenzione; controllodello stato dei capi; prove di stabilità;prova di tenuta delle cuciture; verificainterna del capo; normativa riguardantela composizione dei capi; detergenti;la-vorazione dei tessuti e scelta deltrattamento; nuove fibre, nuovi finis-

saggi e nuovi simboli di manutenzionedei prodotti tessili; presmacchiatura, la -vaggio white clearing e finissaggiocapi; valutazione delle problematicheal momento del ritiro dei capi, metodidi acquisizione, informazioni alla cli -entela rispetto alle possibili criticità di -namiche di comunicazione; migliora-mento del proprio stile comunicativo. Il percorso ha, altresì, previsto un ap -profondimento dei temi legati alSistri e la sua gestione; MUD; Tarsu,CO NAI e gestione imballi; adempi-menti normativi in materia di salute esicurezza a cura dell’Ufficio Ambien -te di Confartigianato.Al corso hanno aderito 38 aziendetorinesi.

Scaduto il 9 novembre scorso ancheil periodo di transizione (valido per iprodotti tessili immessi sul mercatoprima dell’8 maggio 2014), diventanocompletamente operative le novitàper le etichette dei prodotti tessilipreviste dall’Unione Europea e conte-nute nel Regolamento UE 1007/2011,che ha introdotto, il 9 maggio scorso,alcune modifiche alla normativa inmateria. Unioncamere, in occasione dell’entra-ta in vigore del Regolamento comuni-

tario ha realizzato, in collaborazionecon Unionfiliere, la “Guida alla cor-retta compilazione delle etichette dicomposizione dei prodotti tessili” peri produttori e la guida su “Tutto quel-lo che c’è da sapere sull’etichetta”per i consumatori.Entrambe le guide sono scaricabilidai siti delle locali Camere di Com -mercio.La prima delle due guide fornisce aproduttori, imprenditori e, in genera-le, a tutti quelli che commercializza-

Occhio alle etichette dei prodotti tessili: l’iniziativa di Unioncamere

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Notizie Sindacali

no, acquistano o in qualche modotrattano prodotti tessili, indicazionisemplici e chiare sulla compilazionedell’etichetta. La seconda guida offreai consumatori un agile vademecumper capire la composizione di ciò chesi acquista e si indossa e per indivi-duare eventuali anomalie rispetto allenormative italiane ed europee. La consultazione di questa secondaguida è utile anche per gli operatoridelle lavanderie.Chiunque può segnalare eventualiinadempienze al Ministero delloSviluppo Economico, attraverso gliorgani di vigilanza, fra cui le Cameredi Commercio. Il Protocollo d’IntesaMise – Unioncamere per il rafforza-mento dell’attività di vigilanza delleCamere di commercio prevede cheper il settore “etichettatura moda”(tessuti e calzature) i controlli sianomirati alla verifica degli aspetti dicomposizione ed etichettatura deiprodotti. In questo quadro, la vigilan-za è essenziale per contribuire al cor-retto funzionamento del mercato: soloprodotti etichettati correttamente pos-sono, infatti essere immessi in com-mercio offerti al consumatore finale.

Vediamo in estrema sintesi, quali so -no le principali caratteristiche di unaetichetta corretta:• specifica la percentuale in peso e in

ordine decrescente di tutte le fibrepresenti, fatte salve le tolleranze e icriteri d’uso dell’indicazione “altrefibre” (abolita l’indicazione “alme-no 85%” o “minimo 85%”, che nel -la normativa precedente si potevautilizzare nel caso un capo fossecomposto da una o più fibre di cuiuna corrispondente almeno all’85%in peso)

• indica per esteso il nome delle fibretessili che compongono il prodotto

stesso (NON DEVONO ESSEREUSATE SIGLE)

• è SCRITTA IN ITALIANO in modochiaro e leggibile (i prodotti interna-zionali sono obbligati a inserire leinformazioni in italiano, pur poten-do farle convivere con le stesseinformazioni in altre lingue)

• CONTIENE L’IDENTITÀ E GLIESTREMI DEL PRODUTTORE(l’indirizzo postale).

I termini “100%”, “puro” o “tutto” siriferiscono ai prodotti tessili compostiinteramente da una sola fibra. La pre-senza di altre fibre all’interno deiprodotti definiti come composti daun’unica fibra o etichettati come“puri” è tollerata non oltre il 2% delpeso del prodotto e viene estesa al5% solo per i prodotti cardatiLa denominazione “Lana vergine” èriservata solo alla lana mai utilizzataprecedentemente, mentre quando sul-l’etichetta si legge “100% pura lana”è possibile che il capo sia compostoda lana riciclataL’informazione “misto lino” vieneutilizzata solo nei prodotti in cui lapercentuale di lino sia pari ad almenoil 40% del peso totale del tessuto.Può riportare il temine “altre fibre”quando in un prodotto tessile sonopresenti più fibre che non superanocomplessivamente il 15%e singolar-mente il 5% del peso totale del pro-dotto stesso. La dicitura “altre fibre” deve essere

Notizie Sindacali

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preceduta o seguita dalla percentuale totale inpeso. La dove presenti, l’etichetta deve indicare la pre-senza di “parti non tessili di origine animale”.L’obbligo di apporre l’etichetta conforme alla vi -gente legislazione e di garantire l’esattezza delleinformazioni in essa riportate grava sul fabbricanteo sull’importatore (se il fabbricante non è stabilito

nell’Unione Europea). Il distributore/venditore, in -vece, incorre nei medesimi obblighi del fab bri cantese immette sul mercato un prodotto con il proprionome o marchio o se vi appone l’etichetta o ne mo -difichi il contenuto. Diversamente, il distributo -re/venditore è semplicemente tenuto a garantire cheil prodotto rechi l’etichetta o il contrassegno in con -formità alla vi gente normativa.

Dalla Banca d’Italia ai Sindacati, aumentano lepo sizioni negative sulla misura del Governo che,da marzo 2015, anticipa il Tfr nelle buste paga deidi pendenti privati. Confartigianato e Rete ImpreseIta lia ribadiscono l’allarme: si rischia l’impoveri-mento degli imprenditori. Una sottrazione secca di

Pioggia di critiche sull’anticipodel Tfr in busta paga

liquidità per le piccole imprese con meno di 50dipendenti. Diminuisce la possibilità di accesso alcredito, si anticipa un costo a carico delle impreseche invece sarebbe differito a fine rapporto di lavoro. Soltanto ulteriori problemi per le piccole imprese.Ad esprimere senza mezzi termini la posizione di

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Pagare meno e pagare tutti. Il principio ècorretto ma, come spesso accade nel nostroPaese, la sua de clinazione nasconde unafregatura. Inserire Tablet smartphone e PCtra gli strumenti atti a ricevere il segnaleRAI, e quindi soggetti al pagamento del ca -none, è una assurdità. Una nuova tassaocculta che rischia di abbattersi sulle imprese. È la posizione durissima di Confartigianato Impresesulle indiscrezioni che vogliono il Governo indiriz-zato a legare il Canone Rai alla bolletta elettrica.Costerà meno (60 euro in media), ma lo pagheràanche chi ha un pc o un tablet. Da indiscrezionisulla stampa il Governo sarebbe indirizzato a preve-dere il pagamento del canone RAI legato alla bollet-ta della luce con l’obiettivo di garantire all’aziendadi viale Mazzini un gettito di 1,8 miliardi di eurol’anno. Più o meno quanti ne incassa oggi la Rai,ma allargando la platea. Non si pagheranno più i113,50 euro (407,35 euro nel caso del tributo spe-ciale per imprese), ma si chiederà un importo infe-riore. Resteranno le fasce di esenzione e i bonus

per i meno abbienti, ma tutti gli altri pa -gheranno una cifra che viene stimata dai35 a 80 euro in base agli indicatori Isee. In media, il Canone Rai costerà 60 euro.Confartigianato ha fatto presente che leaziende hanno si pc, tablet, smartphone etelecamere per la sicurezza ma, sono stru-

menti di lavoro e nella maggior parte dei casi nonsono atti a ricevere la tv e quindi devono essereesenti dal canone speciale RAI. Una battaglia chesembrava felicemente conclusa con il chiarimentoemanato dal Ministero dello Sviluppo Economiconel 2012 nel quale si diceva che chi non detiene“apparecchi atti o adattabili – quindi muniti di sin-tonizzatore – alla ricezione delle trasmissioni televi-sive ”non è tenuto a pagare il canone”. In attesa chePalazzo Chigi decida se adottare il canone in bollet-ta e soprattutto chiarisca i contenuti di questa nuovariforma per farci capire se interessi o meno il “cano-ne speciale” dedicato alle imprese, come Con farti -gianato ci attiveremo da subito per evitare alle im -prese questo assurdo e ulteriore balzello.

Canone RAI anche su tablet,smartphone e PC

Confartigianato è stato il suo Segreta -rio Generale, Cesare Fumagalli: perartigiani e piccole aziende l’anticipodelle liquidazioni riguarda cifreimponenti, basti dire che le risorseaccantonate dai piccoli imprenditoriper il Tfr dei dipendenti ammontano a 9,2 miliardi, dei quali 4,3 miliardinelle imprese con meno di 10 addetti.Per Confartigianato l’operazione Tfrha troppe controindicazioni. Se proprio si deve fare, bisogna indi-viduare un meccanismo che garanti-sca l’impatto zero sui piccoli impren-ditori.Il giudizio critico di Confartigianato,comunque, non è isolato. Anzi, le perplessità, in questi giorni,arrivano da più parti.La Banca d’Italia ha messo in guardiail Governo sul rischio che la manovra

sulle liquidazioni incida negativa-mente sulla capacità della previdenzacomplementare di integrare il sistemapensionistico pubblico. Il pericolo, insomma, è quello di ave -re pensioni più povere. Preoccupazioni anche dai Sindacatidei lavoratori secondo i quali, oltre aridurre le future pensioni, la maggioretassazione sul Tfr anticipato in bustapaga peserebbe con un aggravio fi -scale sui redditi attuali dei lavoratori.Insomma, tutto il contrario rispettoall’obiettivo che si era dato il Gover -no di mettere più soldi nelle taschedegli italiani e rilanciare i consumi.Una pioggia di critiche che pongonouna severa ipoteca sulla convenienzae sul successo dell’operazione antici-po Tfr e che, si spera, convincano ilGover no a ritornare sui suoi passi.

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redditività, leggi e normative, comportamento di tessili e capi confezionati, aggiornamenti operativi, notizie su capi difettosi, problemi di vita associativa.

ON LINE GRATISPer ricevere DETERGO in forma gratuita per l’anno 2015 inviare una e-mail contenente dati anagrafici dell’azienda, comunicando l’intenzione di voler ricevere in forma gratuita

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COMPLETAINFORMAZIONE

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organizzato da CNA Marche Sud eFondazione Symbola, ha ribaditol’impegno dell’Italia a Bruxelles ri -guardo l’obbligatorietà del marchio,auspicando di ottenere un risultatopositivo nel prossimo consiglio euro-peo di dicembre.Tutela del consumatore e difesa dallecontraffazioni: principi che non devo-no essere cari solo al nostro Paese,ma devono essere fatti propri dall’Eu -ropa. Che il consumatore acquisticonsapevolmente prodotti interamen-te realizzati in Italia, e quindi certifi-cati adeguatamente come tali, nonporta valore aggiunto solo all’econo-mia italiana, ma anche al sistemaeuropeo nel suo complesso.Questo il messaggio di vicinanza e diimpegno portato da Simona Bonafèall’Auditorium Sant’Agostino diMonte San Giusto in occasione del-l’incontro sul tema: “Made in Italy:valore e tutela del nostro fare.Ricchezza e identità del territorio,garanzia per il consumatore”. Al suo fianco l’on. Ermete Realacci,Presidente della Fondazione Symbolae della Commissione Ambiente, Ter -ritorio e Lavori Pubblici della Camerache, facendo eco anche a quanto af -

Una battaglia da combattere insieme,fianco a fianco: istituzioni, imprese,associazioni, politica. Perché difesa del made in Italy oggisignifica soprattutto tutela del consu-matore e il luogo in cui realizzarladeve essere l’Europa. L’onorevole Simona Bonafè, eurode-putata del Partito Democratico, saba-to scorso a Monte San Giusto, in oc -casione del convegno sul “made in”DD52

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“Made in” sia una battaglia comune

Nel convegno organizzato da CNA sul tema della tutela del con-sumatore e della difesa dalle contraffazioni nel settore dellamoda-abbigliamento, si è discusso non solo dell’importanza del“made in” per il settore della produzione dei capi di abbiglia-mento, ma anche dell’importanza della qualità dei capi nonchédella conoscenza della loro composizione e provenienza, al ser-vizio di una manutenzione consapevole e di qualità dei capi, chele tinto lavanderie possono mettere a disposizione dei consuma-tori. Infatti questi ultimi vanno tutelati non solo al momento del-l’acquisto dei capi, ma anche durante la vita degli stessi. Perquesto la fase di manutenzione e assistenza dei capi è moltoimportante all’interno dell’intera filiera che comprende la pro-duzione, la vendita e la manutenzione dei capi.

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fermato dall’Assessore Regionale Sa -ra Giannini, ha ribadito l’importanzadella difesa, oggi più che mai, dellamanifattura. Inoltre, Realacci ha cita-to il concetto del “back to Italy”, quelrientro nel nostro Paese che sta inte-ressando molte aziende che negli anniscorsi avevano delocalizzato, ri cor -dando come non si possano realizzareprodotti di qualità senza avere legamicon il territorio.Una spinta all’internazionalizzazioneche, nei fatti, è stata confusa con ladelocalizzazione e ha portato a filieredestrutturate, oggi difficili da rico-struire. Sara Giannini, Assessore re -gionale alle Attività Produttive, haricordato quanto accaduto negli anniscorsi, facendo emergere anche laconflittualità che la richiesta di unaregolamentazione più rigida del madein e il controllo totale della filiera staprovocando, ferma restando la vo -lontà di garantire sia chi produce chechi acquista.Per Sergio Silvestrini, Segretario Ge -nerale di CNA, la condizione fonda-mentale per realizzare un obiettivoimportante come la certificazione diorigine risiede nel recupero dell’orgo-glio di essere italiani e di fare parte diun grande Paese. L’Italia è in pericolo, ha detto Silve -strini, e la prima sfi da da vincere ècredere nell’Italia, su perando atteg-giamenti egoistici e in dividualistici.Certificazione di origine e controllodella filiera per fare del “Made inItaly” un marchio reale e in grado dirappresentare ciò che viene effettiva-mente realizzato nel nostro Paese.Sono questi gli aspetti a cui la CNAnon può derogare, chiariti nelle lineeguida, elaborate da un gruppo di la -voro regionale, che per voce del coor-dinatore Marche di CNA FedermodaLuigi Silenzi sono state illustrate du -rante il convegno di sabato scorso:

• il Made in Italy è quello realizzatointeramente in Italia;

• a tale scopo si istituisce un marchionazionale di riconoscimento;

• le imprese che intendono utilizzareil marchio dovranno essere in pos-sesso di una certificazione di trac-ciabilità del prodotto da rinnovareogni anno;

• l’Ente incaricato al rilascio e al con-trollo della certificazione dovràessere un Ente terzo autorevole eper queste ragioni dovrà essere didiritto pubblico;

• il rilascio del marchio alle impresesarà concesso dietro un corrispettivofinanziario in percentuale al fattura-to;

• i proventi dovranno essere utilizzatiper attuare politiche di promozionedel marchio Made in Italy sui mer-cati;

• saranno predisposte leggi di incenti-vazione fiscale a favore delle impre-se che utilizzano il marchio;

• nessun beneficio derivante da legginazionali, regionali e contributidelle Camere di Commercio puòessere riconosciuto alle imprese chedelocalizzano le produzioni.

Platea gremita, nell’AuditoriumSant’Agostino, formata da tanti arti-giani, imprenditori, amministratorilocali, che ha visto anche la presenzadel Magnifico Rettore dell’Universitàdegli Studi di Macerata Luigi Lacchè.L’incontro di Monte San Giusto,coordinato da Antonio Franceschini,Responsabile Promozione e MercatoInternazionale della CNA Nazionale,ha visto anche gli interventi delPresidente CNA Provinciale diMacerata Giorgio Ligliani, del sinda-co di Monte San Giusto AndreaGentili, del Presidente CNA MarcheGino Sabatini e di Paolo Silenzi,imprenditore calzaturiero e presidentedella rete di imprese Modart Italia. DD53

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MADE IN ITALY

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La Camera dei Deputati ha finalmen-te approvato la proroga, contenuta inun emendamento presentato dall’On.Piergiorgio Carrescia, della pienaoperatività del Sistri al 31 dicembre2015, in occasione della votazionedel Ddl collegato ambiente.

Si tratta di una misura attesa e piùvolte sollecitata dalla Cna, tenutoconto delle pesanti criticità ed ineffi-cienze del Sistri, come peraltro con-fermato dalla decisione del Ministerodell’Ambiente di affidare la tracciabi-lità dei rifiuti ad un sistema totalmen-te nuovo da definire entro il 2015.

La Cna, attraverso un sondaggio rea-lizzato su circa 1700 imprese, ha con-fermato la bocciatura totale del Sistri,assegnandogli un voto di due in unascala da uno a dieci. Voto dovuto allacomplessità delle procedure, ai mal-funzionamenti tecnici, ai costi eleva-tissimi e, non da ultimo, alla totaleincapacità di garantire effettivamentela tracciabilità dei rifiuti.Adesso è assolutamente necessarioche il Senato confermi in tempi breviil testo votato alla Camera.Ricordiamo infatti che, in assenzadella proroga, dal primo gennaio scat-terebbe la piena operatività del Sistrie le imprese correrebbero il rischio dipesantissime sanzioni.

SISTRI“Bene la proroga approvata alla Camera Ora il Senato confermi in tempi rapidi”

DD54DETERGO DICEMBRE - DECEMBER 2014

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DD55

DETERGO DICEMBRE - DECEMBER 2014

SCHEDA DI ADESIONE

La sottoscritta azienda __________________________________________________________

con sede in ______________________ Via ________________________ n°_______________

Tel. ____________________________ Fax _________________________________________

e-mail _________________________ www. _______________________________________

chiede di aderire alla

Associazione Fornitori Aziende Manutenzione dei Tessiliobbligandosi ad osservare le norme dello Statuto in vigore nonché tutte le deliberazioni conformi alle leggi e allo statuto che saranno prese dai componenti organi dell’Associazione.

SOCI ORDINARI❑ fabbricanti di macchinari❑ produttori di detergenti, solventi, materie ausiliarie, accessori❑ produttori di manufatti tessili❑ rappresentanti generali ed esclusivi/filiali di agente generaleSOCI AGGREGATI❑ agenti/rappresentanti di produttori italiani (devono essere agenti generali ed esclusivi)

Nome e cognome del rappresentante dell’azienda

____________________________________________

Codice fiscale/Partita IVA _____________________

Data ________________ Timbro e firma_____________________

C O N TAT TAT E C I P E R S A P E R N E D I P I Ù

L’Associazione Fornitori Aziende Manutenzione dei Tessili,oltre a provvedere alla tutela degli interessi di categoria,ha come obiettivo primario la rappresentanza di uncomparto disomogeneo per sua natura e la promozione

degli aspetti caratterizzanti come la crescita culturaledella manutenzione del tessile e l’etica dell’immaginedei fornitori quali partners dei clienti finali.

Per entrare a far parte dell’As so cia zione FornitoriAziende Manutenzione dei Tessili è richiesto un contributo annuo di Euro 1.000,00 .

Vi preghiamo di compilare ed inviare alla Segreteriaassociativa la scheda riprodotta.

20158 Milano, Via Angelo Masina, 9 Tel. (02) 39314120 Fax (02) 39315160e-mail: [email protected] - www.assofornitori.com

Associazione Fornitori Aziende Manutenzione dei Tessili

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Elenco iscritti all’Associazione FornitoriAziende Manutenzione dei Tessili

MACCHINARIMACHINERY

Aziende produttrici e filiali di produttori esteri

Manufactoring companies and subsidiaries of foreign

manufacturers

DALMON S.r.l.Via San Benedetto, 24 36016 THIENE VIELECTROLUX PROFESSIONAL S.p.A.Viale Treviso, 1533170 PORDENONE PNFIRBIMATIC S.p.A.Via Turati, 16 40010 SALA BOLOGNESE BOGIRBAU ITALIA S.r.l.Via delle Industrie, 29 e30020 MARCON VEGRANDIMPIANTI I.L.E. Ali S.p.A.Via Masiere, 211 c 32037 SOSPIROLO BLILSA S.p.A.Via C. Bassi, 1 40015 SAN VINCENZO DI GALLIERA BOIMESA S.p.A.Via degli Olmi, 22 - II° Z.I. 31040 CESSALTO TVINDEMAC S.r.l.Zona Ind.le Campolungo63100 ASCOLI PICENOITALCLEAN S.r.l.Via Ossola, 740016 SAN GIORGIO DI PIANO BOJENSEN ITALIA S.r.l.Strada Provinciale Novedratese, 4622060 NOVEDRATE COKANNEGIESSER ITALIA S.r.l.Via Cesare Pavese, 1/3 20090 OPERA MILAVASTIR S.r.l.Contrada Motta87040 CASTROLIBERO CSMAESTRELLI S.r.l.Via Stalingrado, 2 40016 SAN GIORGIO DI PIANO BOMIELE ITALIA S.r.l.Strada Circonvallazione, 27 39057 APPIANO SULLA STRADA DEL VINO BZMONTANARI S.r.l. ENGINEERING CONSTRUCTIONVia Emilia Ovest, 1123 41100 MODENA MOPIZZARDI S.r.l.Via Nino Bixio, 3/5 20036 MEDA MIREALSTAR S.r.l.Via Filippo Turati, 5 40010 SALA BOLOGNESE BORENZACCI S.p.A.Via Morandi, 13 06012 CITTà DI CASTELLO PG

SKEMA S.r.l.Via Clelia, 16 41049 SASSUOLO MOTHERMINDUS S.r.l.Via Gino Capponi, 2650121 FIRENZE FIUNION S.p.A.Via Labriola, 4 d40010 SALA BOLOGNESE BOZETOLINK S.r.l.Piazza Leopoldo, 11 50134 FIRENZE FI

DistributoriDistributors

SETEL S.r.l.Via delle Industrie26010 CASALETTO CEREDANO CR

MACCHINARI PER LO STIROIRONING EQUIPMENT

Aziende produttrici e filiali di produttori esteri

Manufactoring companies and subsidiaries of foreign

manufacturers

BARBANTI S.r.l.Via di Mezzo, 78 San Giacomo Roncole 41037 MIRANDOLA MODUE EFFE S.p.A.Via John Lennon, 10 - Loc. Cadriano 40057 GRANAROLO DELL'EMILIA BOFIMAS S.r.l.Corso Genova, 25227029 Vigevano PVGHIDINI BENVENUTO S.r.l.Via Leone Tolstoj, 24 20098 SAN GIULIANO MILANESE MIMALAVASI S.r.l.Corso Genova, 5327029 VIGEVANO PV PONY S.p.A.Via Giuseppe Di Vittorio, 8 20065 INZAGO MISIL FIM S.r.l. marchio SILCVia Campania, 19 60035 JESI ANTREVIL S.r.l.Via Nicolò Copernico, 1 20060 POZZO D'ADDA MI

DistributoriDistributors

LAVASECCO 1 ORA-CATINET/SANKOSHA S.r.l.Via Roma, 10810070 CAFASSE TO

DETERGENTI, SOLVENTI, MATERIE AUSILIARIE, ECC.

DETERGENTS, SOLVENTS, AUXILIARIES, ETC.

Aziende produttrici e filiali di produttori esteri

Manufactoring companies andsubsidiaries of foreign

manufacturers

BIAR AUSILIARI BIOCHIMICI S.r.l.Via Francia, 7/9 20030 SENAGO MICHRISTEYNS ITALIAVia F.lli di Dio, 220063 CERNUSCO SUL NAVIGLIO MICLINERS S.r.l.Via Giuseppe Di Vittorio, 38 25125 BRESCIA BSDIM S.r.l. Detergenti Ind. MilanoVia Guglielmo Marconi, 1520812 LIMBIATE MBECOLABVia Paracelso, 6 - Centro Dir. Colleoni20864 AGRATE BRIANZA MBFALVO S.a.s. Via del Progresso, 12 00065 Fiano Romano RMRARO S.r.l.Via 1° Maggio, 1475100 MATERA MTSURFCHIMICA S.r.l.Via Milano, 6/620068 PESCHIERA BORROMEO MITINTOLAV S.r.l.Via Massimo D'Antona, 7 10028 TROFARELLO TO

MANUFATTI TESSILITEXTILE PRODUCTS

Aziende produttrici e filiali di produttori esteri

Manufactoring companies andsubsidiaries of foreign

manufacturers

CORITEX S.n.c.Via C� Volpari, 2524024 GANDINO BGEMMEBIESSE S.p.A.Piazza Industria, 7/8 15033 CASALE MONFERRATO ALGASTALDI & C. S.p.A. Industria TessileVia Roma, 10 22046 MERONE CO

Members to the Textile Care Suppliers’ Association

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DDDETERGO Pubblicazione ufficiale di Associazione Fornitori Aziende Manutenzione dei Tessili

Direttore responsabile: Stefano FerrioComitato di redazione: Roberto Colombo, Laura Lepri, Claudio Montanari, Luciano Miotto, Gabrio Renzacci, Riccardo Ripamonti, Felice Mapelli, Gabriella Platè, Giovanni SalvatiSi ringraziano i signori: Vito Carone, Andrea Genevois, Laura Lepri, Emilia Pecorara, Gabriella Platè, Francesco RivaDirettore Generale: Ugo SalaSegretaria di redazione: Franca CesariniDirezione, redazione, amministrazione, pubblicità: DETERSERVICE srl • 20158 Milano • via Angelo Masina, 9 Tel +39 02 39314120 • Fax +39 02 39315160 • e-mail: [email protected] - www.detergo.euProgetto grafico e impaginazione: STRIKE/Milano • e-mail: [email protected]: Presscolor • MilanoLa riproduzione degli articoli pubblicati non è consentita salvo autorizzazione scritta.Abbonamento annuo (11 numeri) Euro 32,00 (anziché Euro 42,00) - (22 numeri) Euro 54,00 (anziché Euro 84,00)• Estero Euro 80,00 • Una copia Euro 4,50ON LINE - In formato elettronico verrà inviata in forma gratuita. Inviare e-mail con richiesta a: [email protected] versamenti intestati a Detersevice SRL - Via A. Masina, 9 - 20158 Milano, possono essere effettuati a mezzo bonificoBANCA POPOLARE EMILIA ROMAGNA AGENZIA 10 MILANO - IBAN: IT11 C 05387 01609 000001504285 BIC: BPMOIT22 XXXGli abbonamenti possono decorrere da qualsiasi numero. I manoscritti non si restituiscono. L’editore non si assume responsabilità per errori contenuti negli articoli o nelle riproduzioni.Le opinioni esposte negli articoli impegnano solo i rispettivi Autori. Ad ogni effetto il Foro competente è quello di Milano.Tiratura: 11.000 copieLa pubblicità non supera il 50% del numero delle pagine di ciascun fascicolo della RivistaAutorizzazione Tribunale di Milano n° 2893 del 25.11.1952 - Iscritta al Registro Nazionale della Stampa ROC N. 18402Distribuzione: Poste Italiane s.p.a.

LAMPERTI CARLO TESSITURA E FIGLIO S.p.A.Via della Tecnica, 8 23875 OSNAGO LCMASA S.p.A. INDUSTRIE TESSILIVia Mestre, 37 - Loc. Bolladello21050 CAIRATE VANOBILTEX S.r.l. - GRUPPO TESSILE LGVIA I° MAGGIO, 39/4125038 ROVATO BSPAROTEX S.r.l.Via Massari Marzoli, 17 21052 BUSTO ARSIZIO VATELERIE GLORIA S.r.l.Viale Carlo Maria Maggi, 25Loc. Peregallo20855 LESMO MBTESSILTORRE S.r.l. Via Giuseppe Verdi, 34 20020 DAIRAGO MITESSITURA PEREGO S.r.l.Via Milano, 23/A24034 CISANO BERGAMASCO BG

DistributoriDistributors

CROTEX ITALIA S.r.l.Via U. Mariotti Z.I. Agostino 51100 PISTOIA PT

INFORMATICAINFORMATION TECHNOLOGY

Aziende produttrici e filiali di produttori esteri

Manufactoring companies andsubsidiaries of foreign

manufacturers

ABG SYSTEMS S.r.l.Via Milano, 720084 LACCHIARELLA MISINDATA S.p.A.Via Rovereto, 1720871 Vimercate MB

ACCESSORIACCESSORIES

Aziende produttrici e filiali di produttori esteri

Manufactoring companies and subsidiaries of foreign

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A 13 S.r.l.Via Venini, 5720127 MILANO MIALVI S.r.l.Strada Statale 230, 49 13030 CARESANABLOT VCNUOVA FOLATI S.r.l.Via dell'Archeologia, 2 - Z.I. Prato Corte 00065 FIANO ROMANO RMSCAL S.r.lViale Rimembranze, 93 20099 SESTO SAN GIOVANNI MI

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