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Istituto dei Sistemi Complessi (ISC) Unità Operativa di Firenze 

 

Documento

di valutazione dei rischi(Art. 4 D.Lgs. 626/94)

SedeRevisione

numero Data revisione

Numero pagine

(esclusi allegati)Redatto in collaborazione con

00 -

01 -

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Documento di Valutazione dei rischi

INDICE E AGGIORNAMENTI Rischio basso ................................................................................................................................ 8

3.1.2 Analisi del fenomeno infortunistico ......................................................................................................... 10 4.1 Sistema di gestione della sicurezza del lavoro (SGSL) del CNR ................................................................ 12 6.1.0 Descrizione dell’Attività ........................................................................................................................... 14 6.2.0 Ambienti di lavoro .................................................................................................................................... 15 6.3.0 ORGANIZZAZIONE DELL’UNITÀ OPERATIVA ............................................................................... 15 6.3.2 Lavoratori con incarichi specifici: ........................................................................................................... 15

1.0 PREMESSA

Il presente elaborato,ai sensi dell’art. 4 del D.Lgs. 626/94, costituisce il “Documento di Valutazione dei

Rischi” dell’Unità Operativa di Firenze dell'Istituto dei Sistemi Complessi

E’ stato redatto a seguito della riorganizzazione della rete scientifica del CNR di cui al Regolamento

sull'istituzione ed il funzionamento degli Istituti del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Il documento di cui all'art. 4 del D.Lgs. 626/94 viene redatto dal Direttore dell’Istituto che è stato individuato quale “Datore di lavoro” ai fini della tutela della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro, ai sensi dell'art. 2, comma b, del D.Lgs. 242 del 19 marzo 1996 dai regolamenti CNR e dalla Circolare n. 12/1998 Posiz. 125.8 - Prot. N. 039441 del 1 giugno 1998 sulla base dell’articolazione territoriale dell’Ente e dell’autonomia gestionale attribuita ai Direttori delle Iniziative scientifiche e ai Direttori delle Strutture della Sede Centrale del CNR.

I criteri, le metodologie e i principi ispiratori del presente documento rispondono ad una

impostazione comune per tutti gli Istituti del CNR.

Alla redazione hanno collaborato:

•il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione, Dr. Vincenzo Bartolini

c/o Area della Ricerca di Pisa, via Moruzzi n. 1 – 56124 PISA, tel. 050 3153250 Fax 050

3153326

•Il Medico Competente Dr. Ferruccio Innocenti

ASL 10 Distretto Alfa Columbus via Livornese – 50055 Lastra a Signa (FI)

tel.: 055 8787210 cell. 3381033810

L’elaborato è frutto di un processo di analisi e di valutazione per la salute e la sicurezza dei lavoratori

connessi ai luoghi di lavoro, ai macchinari ed alle attrezzature utilizzate, all’impiego di sostanze e

preparati pericolosi, alle attività svolte dai lavoratori e alla relativa organizzazione del lavoro.

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Documento di Valutazione dei rischi

Tale processo di analisi e valutazione dei rischi e, conseguentemente, il documento di valutazione,

verrà sottoposto a riesame nell’ambito delle riunioni periodiche di prevenzione e protezione dai rischi,

così come prescritto dall’art.11 del D.Lgs. 626/94, nonché ogni qualvolta si verifichino significative

modifiche negli ambienti e/o nei metodi di lavoro.

I principali aspetti trattati dal presente documento sono:

•Il processo di valutazione dei rischi, metodologia e criteri adottati.

•Descrizione generale dell’Unità Operativa di Firenze dell'Istituto dei Sistemi Complessi 

•Analisi e Valutazione dei rischi.

•Individuazione degli interventi primari di diminuzione/contenimento dei rischi e di protezione dei lavoratori.

•Programma di attuazione degli interventi individuati.

Firme

Data: gennaio 2006

Il Datore di lavoro:Firma

Per presa visione.

Il Responsabile

dell'Ufficio Prevenzione e Protezione:Firma

Per presa visione,

il Medico Competente:Firma

Per presa visione, il Rappresentante dei

Lavoratori per la Sicurezza:Firma

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Documento di Valutazione dei rischi

2.0 INTRODUZIONE

2.1 Metodologia

Per redigere la presente relazione sono state prese come riferimento le Direttive dell’Unione Europea,

recepite dalla nostra legislazione con il D.Lgs. 626/94 e successive modifiche e integrazioni, le

circolari d’attuazione ministeriali (Circolare del Ministero del lavoro e della previdenza sociale n. 102

del 7 agosto 1995; Circolare del Ministero dell’interno del 29 agosto 1995), le Linee guida della

Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Provincie Autonome redatte in collaborazione con

ISPESL e Istituto Superiore di Sanità, le Linee guida per la valutazione del rischio dell’ISPESL per gli

uffici amministrativi e i laboratori scientifici.

Sono state inoltre considerate le norme di legge vigenti in merito alla sicurezza e igiene del lavoro

(D.P.R. 547/55; D.P.R. 303/56; Legge 46/90; D.Lgs 277/91; D.Lgs 230/95; D.P.R. 459/96; D.Lgs.

493/96; ecc.), le norme e gli standard di buona tecnica nazionali (UNI, CEI) e, in caso di bisogno, gli

standard internazionali (EN, ISO).

Con l’obbiettivo di mettere il Datore di lavoro in grado di valutare la rispondenza dell’unità operativa

alle normative sulla sicurezza e l’igiene del lavoro, si è seguito un processo consequenziale che ha

previsto:

1.riunioni di coordinamento tra il Responsabile del Servizio di prevenzione e protezione (SPP), il

Medico competente, il Direttore dell’unità operativa e il personale che, oltre ad aver soprinteso alla

predisposizione degli ambienti, ne segue la gestione per la parte tecnica;

2.la raccolta e l’analisi della documentazione (acquisizione delle fonti informative di riferimento

tenendo conto della documentazione già acquisita nei documenti precedenti):

indagini preliminari per la raccolta della documentazione relativa all’immobile, agli impianti, alle

macchine, alle sostanze utilizzate, alle mansioni, ecc.;

reperimento della documentazione eventualmente mancante presso gli enti preposti, la

proprietà degli immobili, i fornitori, ecc.;

organizzazione e analisi della documentazione comprendendo anche lo studio dei dati “storici”

riguardanti gli aspetti infortunistici e sanitari;

sopralluoghi tecnici finalizzati all’individuazione delle fonti di potenziale pericolo per la sicurezza

e la salute dei lavoratori, sia relative all’ambiente di lavoro che all’espletamento delle loro

mansioni. I sopralluoghi hanno previsto la mappatura dei rischi effettuata anche mediante la

divisione dell’unità operativa in “aree omogenee” per caratteristiche funzionali e ambientali

(tipologia delle operazioni svolte, sostanze impiegate, apparecchiature presenti, ecc.).

3.Contemporaneamente all’individuazione dei pericoli relativi alle aree, si è proceduto all’analisi di

quelli legati all’espletamento delle mansioni. Le analisi sono avvenute:

attraverso l’ausilio di liste di controllo (aree);

effettuando interviste dirette ai lavoratori (aree e mansioni);

osservando direttamente le operazioni svolte (mansioni).

4.la valutazione (quantificazione) della gravità dei rischi che possono derivare dai potenziali pericoli;

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5.l’elaborazione di un piano delle misure di tutela con l’individuazione e la programmazione delle

misure di prevenzione e protezione da intraprendere, in considerazione della gravità del possibile

danno e la sua probabilità di verificarsi, del numero di lavoratori esposti e della complessità e

realizzabilità delle misure da adottare.

È necessario sottolineare:

−che il programma e i tempi di attuazione delle misure ritenute necessarie per garantire il

miglioramento dei livelli di sicurezza (art. 4 comma 2 del D.Lgs. 626/94) sono di esclusiva pertinenza

del Datore di lavoro con le modalità indicate nella lettera del Direttore Generale del CNR del

18/04/2000 prot. DG/933.

−che per ciascun intervento devono essere definite le priorità, le specifiche tecniche, le risorse

necessarie e le responsabilità esecutive.

2.2 Criteri di valutazione

Prima di entrare nel merito dei criteri che sono stati adottati per valutare i rischi, occorre introdurre

alcune definizioni mutuate dagli «Orientamenti CEE riguardo alla valutazione dei rischi sul lavoro»:

Pericolo: proprietà o qualità intrinseca di una determinata entità (attrezzatura di

lavoro, materiale, metodo e pratica di lavoro) avente la potenzialità di

causare dei danni;

Rischio: è la probabilità che venga raggiunto il livello potenziale di danno (lesioni e/o

patologie) nelle condizioni di impiego e/o di esposizione, nonché le

dimensioni possibili del danno stesso;

Valutazione dei rischi: procedimento di valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute dei

lavoratori, nell’espletamento delle loro mansioni, derivante dalle circostanze

del verificarsi di un pericolo sul luogo di lavoro.

Agente di rischio: qualunque elemento e/o condizione presente nell’ambiente di lavoro che sia

intrinsecamente capace di alterare le funzioni psicofisiche dell’organismo

umano.

Fattore di rischio: Qualunque agente di rischio diviene fattore di rischio quando la probabilità

che esso effettivamente alteri le funzioni psicosomatiche dell’organismo

umano ha un valore stimato diverso da zero. La stima di questa probabilità

può essere fatta sia con metodi quantitativi che semiquantitativi, tenendo

presente che questa probabilità e’ funzione della “intensità” dell’agente di

rischio e del tempo di esposizione del lavoratore a quell’agente.

Con il termine danno s’intendono le lesioni, le disfunzioni e le alterazioni che portano ad una

diminuzione, più o meno grave ed evidente, d’efficienza e/o di prestigio alla persona.

Lo scopo della valutazione dei rischi è consentire al datore di lavoro di prendere i provvedimenti che

sono effettivamente necessari per salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori.

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Documento di Valutazione dei rischi

Ricordando che le linee guida contenute negli orientamenti della CE consigliano di riservare i modelli

matematici di stima del rischio ad alcuni problemi complessi, al fine di valutare i rischi si è ritenuto di

adottare dei semplici criteri di stima del rischio complessivo che prendono in considerazione

contemporaneamente la consistenza degli eventi incidentali (la magnitudo del danno) e la loro

probabilità di verificarsi, utilizzando un giudizio di tipo “semiquantitativo”.

Per ogni area di rischio, e per il pericolo individuato, la valutazione sull’analisi del rischio è stata

condotta mediante lo schema di seguito riportato, mutuando le definizioni delle categorie di rischio

contenute nel D.M. 10 marzo 1998 “Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione delle

emergenze nei luoghi di lavoro”:

Rischio sotto controllonon si evidenziano particolari rischi per la salute e la sicurezza dei

lavoratori ed è improbabile che si verifichino eventi incidentali

Rischio bassoPossibili danni fisici e/o patologie di lieve entità comportanti inabilità

rapidamente reversibili, con scarsa probabilità che gli eventi incidentali si

verifichino

Rischio mediodanni fisici e/o patologie di media entità comportanti inabilità reversibili,

con probabilità che gli eventi incidentali possano verificarsi

Rischio elevatoComporta il pericolo di morte o di lesioni e/o patologie di grave entità con

effetti di invalidità parziale o totale ed è altamente probabile che gli eventi

accidentali si verifichino

È possibile, anche in funzione di quanto detto, redigere una scala di priorità nella programmazione

degli interventi:

Prima possibileEvidenzia una situazione in cui le azioni migliorative sono da valutare e

attuare in fase di programmazione per procedere verso una corretta

gestione del «Sistema della sicurezza»

Entro breveEvidenzia una situazione in cui le azioni correttive e/o migliorative devono

essere programmate nel medio - breve termine

UrgenteEvidenzia una situazione di emergenza in cui gli interventi non possono

essere dilazionati ma non esiste un pericolo grave ed immediato tale da

richiedere l’interruzione delle attività lavorative.

Per la redazione della valutazione dei rischi, sono stati analizzati il più sistematicamente possibile:

•le attrezzature, gli strumenti, le macchine e/o i gruppi di macchine;

•le fasi di lavorazione, le mansioni dei singoli addetti e le possibili interferenze;

•gli ambienti di lavoro dove si svolgono attività fisse, in particolare:

−gli impianti;

−l’ergonomia delle postazioni di lavoro, gli spazi a disposizione, le vie di transito e di fuga;

−il tipo e le condizioni delle pavimentazioni;

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Documento di Valutazione dei rischi

−l’eventuale presenza di fumi, vapori e/o polveri;

−l’eventuale esposizione ad agenti fisici e/o chimici

−l’eventuale esposizione ad agenti biologici , cancerogeni e/o mutageni;

−l’illuminazione naturale e quella artificiale;

−le condizioni di temperatura, umidità e ventilazione;

•l’organizzazione e i carichi di lavoro sia fisico che mentale.

E’ stata analizzata ogni linea di ricerca/attività di supporto/servizi tramite l’utilizzo della scheda di

descrizione dell’attività e ricognizione dei pericoli per la valutazione dell’esposizione al rischio dei

lavoratori; per giungere alla compilazione della scheda da parte dei Responsabili delle attività si sono

effettuate riunioni di informazione e coordinamento.

La valutazione dei rischi deve essere considerata uno strumento di lavoro, un documento «in

divenire» che deve essere aggiornato ogni qualvolta si verifichi un cambiamento significativo nei cicli

produttivi che possa essere fonte di nuove situazioni di pericolo (art. 4 comma 5 del D.Lgs. 626/94)e,

comunque, in tutti i casi previsti dalla normativa vigente.

Occorre evidenziare che il presente documento è stato redatto sulla base di quanto si è accertato

direttamente, mediante i sopralluoghi e i colloqui con il personale, e grazie alle informazioni e al

materiale ricevuti dalla Direzione dell’Istituto, in particolare riguardo i nominativi e le mansioni degli

addetti, le modalità di esecuzione delle mansioni, gli orari di lavoro, le macchine e le attrezzature, le

materie prime, lo smaltimento dei rifiuti e tutte le possibili informazioni inerenti l’attività dell’Unità

Operativa ISC di Firenze.

Persone esposte ai rischi presi in esame

Per ciascun lavoratore sono stati analizzati:

· il normale esercizio;

· le zone di lavoro;

· le principali attrezzature utilizzate;

· le attività di manutenzione ordinaria e straordinaria, includendo anche attività saltuarie e/o di

emergenza.

Essendo la valutazione indirizzata ai rischi “professionali” non si è tenuto conto in toto dei

rischi derivanti da comportamenti individuali non corretti; alcuni aspetti, comunque, sono presi in

considerazione in specifici ordini di servizio.

Ad ogni buon fine una ricognizione puntuale dei rischi individuali e’ riportata nelle schede di

destinazione lavorative descritte successivamente.

Persone che costituiscono gruppi particolari (lavoratori portatori di deficit e gruppi

particolari)

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Documento di Valutazione dei rischi

Sono stati valutati i problemi collegati alla presenza di gruppi particolari intendendo con tale dicitura quelle categorie di lavoratori per i quali, rispetto alla media dei lavoratori, i rischi relativi ad un medesimo pericolo sono comparativamente maggiori per cause soggettive dipendenti dai lavoratori stessi, evidenziate a seguito della valutazione dei rischi. In particolare è stata valutata la presenza di lavoratori portatori di deficit e di donne in gravidanza.Non sono presenti lavoratori portatori di deficit.Il personale in stato di gravidanza deve consegnare il certificato al competente ufficio Amministrativo (Sig.ra Maria Bonaria Petrone); tale ufficio provvede a segnalare al UPP dell’Istituto l’evento per le valutazioni del caso.

3.0 FONTI INFORMATIVE DI RIFERIMENTO

Per l’acquisizione delle fonti informative di riferimento, la raccolta e l’analisi della documentazione

fornita dall’U.O. ISC, è stato seguito lo schema generale allegato alla Valutazione dei rischi.

3.1.0 Infortuni sul lavoro

A tutt'oggi non si sono verificati infortuni sul lavoro. Nel futuro il verificarsi di qualsiasi infortunio verrà registrato come previsto per legge.

3.1.1 Statistica degli infortuni

Gli indici di seguito riportati consentono la misura del “fenomeno infortunistico”, anche per la comparazione dei dati statistici a livello di comparto produttivo, temporale o territoriale.

L’indice di incidenza infortunistica è dato dal rapporto fra il numero di infortuni avvenuti e il numero medio dei lavoratori presenti nell’anno, cioè è la percentuale di lavoratori che, in rapporto a quelli esposti a rischio, hanno subito infortuni.

Indice di incidenza II =n. infortuni x 1.000n. lavoratori anno

L’indice di frequenza infortunistica è il rapporto fra il numero di infortuni avvenuti e il totale delle ore lavorate in un arco di tempo (nell’anno di riferimento).

Indice di frequenza IF =n. infortuni x 1.000.000

n. ore lavorate

L’indice di gravità infortunistica è il rapporto fra i giorni di assenza per infortunio e il totale delle ore lavorate in un arco di tempo (nell’anno di riferimento).

Indice di gravità IG =n. gg. durata totale x 1.000

n. ore lavorate

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3.1.2 Analisi del fenomeno infortunistico

È stato istituito il “Registro per gli infortuni” della Struttura ai sensi del D.M. 12:9:58 ; il Direttore ha

incaricato, con lettera allegato n. 1, la sig.ra Maria Bonaria Petrone della regolare tenuta ed

aggiornamento dello stesso.

In tale registro, ai sensi dell’art.4 comma 5, lettera o) e del D.M. 5.12.96 ,devono essere annotati gli

infortuni che provochino una inabilità temporanea di almeno un giorno escluso quello dell’evento, di

cui va data comunicazione (denuncia) all’INAIL.

La registrazione dei possibili infortuni, gli indici calcolati nel periodo di riferimento secondo lo schema

seguente e le relative valutazioni, saranno riportati in apposito allegato.

annoIndice di

incidenza (II)

Indice di

frequenza (IF)

Indice di gravità

(IG)

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4.0 SPECIFICITÀ DEGLI ORGANI DI RICERCA NEL CNR

4.1 Sistema di gestione della sicurezza del lavoro

(SGSL) del CNR

A seguito della individuazione del Datore di Lavoro nella Circ.CNR 12/98 già citata, i Direttori

delle strutture devono provvedere alla redazione del documento di cui all’art. 4 nonché

all’individuazione dei soggetti incaricati dell’attuazione delle misure di sicurezza che, di norma,

sono i responsabili delle lavorazioni (es. responsabili delle linee di ricerca, responsabili di servizi

tecnici, responsabili di reparto, incaricati della gestione di rifiuti tossici, preposti di

radioprotezione, responsabili delle procedure amministrative, ecc.).

In mancanza di tale indicazione si intenderà che il Direttore dell’Organo di Ricerca si assume la

responsabilità esclusiva delle attuazioni delle misure di sicurezza.

L’organizzazione del lavoro nel CNR si fonda sul presupposto che le linee di ricerca e i

programmi di attività vengono posti in essere d’iniziativa dei ricercatori, per attività che

costituiscono ordinariamente lavorazioni sperimentali, che i responsabili delle lavorazioni – in

quanto personale di norma professionalmente qualificato – nel proporre le linee di ricerca e nel

porre in essere le lavorazioni ne posseggano padronanza piena anche per quanto attiene alle

cautele per la sicurezza e l’igiene del lavoro, ivi comprese, in particolare, le lavorazioni

sperimentali.

Pertanto la competenza sull’attuazione delle misure di sicurezza è ripartita lungo la linea

operativa (linea gerarchica) dell’Istituto del CNR, lungo la quale si distribuiscono i poteri, i doveri

e le connesse responsabilità di tipo penale, civile, amministrativo e gerarchico, quindi tra:

il Direttore quale “datore di lavoro” ai sensi del D.Lgs. 626/94 – 242/96;

-i Dirigenti;

-i Preposti responsabili di reparti, di servizi, di linea di ricerca, di laboratori, ecc.

-i Lavoratori e gli Equiparati ai lavoratori dipendenti.

L’attuazione delle misure di sicurezza spetta ai soggetti che sono responsabili ufficiali o anche di

fatto delle lavorazioni, soprattutto quando - come ordinariamente avviene nelle attività di ricerca -

chi concepisce la specifica attività di ricerca ne cura anche l’attuazione e deve quindi integrare le

prassi inerenti la sicurezza nelle lavorazioni fin dalla fase progettuale compilando

preventivamente schede e valutazioni di sicurezza

.

L’attività di consulenza di cui agli art. 8 e 9 del D.lgs 626/94 viene svolta dall'Ufficio di

Prevenzione e Protezione del CNR al quale deve essere inoltrata dal Dirigente della Struttura

richiesta formale di supporto nei campi di competenza.

In generale, i preposti ai reparti e ai vari servizi e i responsabili delle linee di ricerca,

provvederanno:

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•ad adottare le misure di emergenza, ivi compresi l'interruzione delle apparecchiature

e/o lavorazioni in caso di rischio grave ed imminente;

•a vigilare sulla esatta esecuzione di norme procedurali, regolamentari, linee guida,

ordini di servizio e metodiche operative attinenti al proprio ambito di competenze;

•a segnalare tempestivamente e formalmente al Direttore i rischi che non potranno da

essi essere rimossi o minimizzati a livelli accettabili;

•a chiedere al Direttore interventi di consulenza in materia di sicurezza ed igiene del

lavoro;

•a segnalare formalmente al Direttore le inadempienze da parte di propri sottoposti.

In assenza di eventuali diverse indicazioni, il responsabile della linea di ricerca assume anche la

figura di "tutor" nei confronti del personale non esperto, dei borsisti, dei tirocinanti e quanti altri

soggetti non qualificati o inesperti siano autorizzati ad operare, anche se non dipendenti CNR,

all'interno dell'unita' organica. Il responsabile della linea di ricerca in funzione di “tutor” curerà

anche l'informazione a persone inesperte ammesse - in ragione di quella specifica ricerca - negli

ambienti di lavoro del CNR, circa la pericolosità e/o tossicità delle operazioni che vengono

effettuate e i criteri relativi alle misure di tutela.

Il responsabile della linea di ricerca potrà, a sua volta, ripartire le responsabilità della attuazione

delle misure tra il personale a lui afferente dandone comunicazione al Direttore dell’Organo di

ricerca. Anche l’identificazione del tutor in persona diversa dal responsabile di linea di ricerca

verra' fatta a cura di quest'ultimo con atto formale, sottoscritto per accettazione dal designato.

5.0 ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO PREVENZIONE E

PROTEZIONE

Il Ufficio di Prevenzione e Protezione del CNR è stato coinvolto, ed ha fornito il necessario supporto

tecnico; sono stati svolti degli incontri e dei sopralluoghi, con il fine, di acquisire le informazioni

necessarie alla stesura del presente documento di valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza

dei lavoratori nei luoghi di lavoro, ai sensi dell’art. 4 del D.Lgs. 626/94, integrato e modificato dal

D.Lgs. 242/96.

A seguito della emanazione del Regolamento sull’organizzazione degli Uffici dell’amministrazione

centrale e sulla Dirigenza del Consiglio Nazionale Delle Ricerche (Decreto N. 015447) con le rettifiche

ed integrazioni di cui al provvedimento n. 16116 del 07 gennaio 2002 pubblicato sulla G.U. - Serie

Generale n. 13 del 16-01-2002 , i compiti di prevenzione e protezione di cui al decreto legislativo 19

settembre 1994, n. 626 e successive modificazioni e integrazioni sono affidati all’Amministrazione

Centrale tramite il Servizio XIV – Servizio di Prevenzione e Protezione che è una struttura del

Dipartimento per i Sevizi Tecnici e di Supporto (capo III art.7, lettera f)

Per quanto attiene i compiti dell'Ufficio di Prevenzione e Protezione si veda il provvedimento del

Direttore Generale del CNR n.015868 del 18/05/2001 in cui si confermano le funzioni definite nel

DPCNR n.14600 del 15/01/1998.

Il Direttore del U.P.P. del CNR è l’ing. Rinaldo Paciucci, l’articolazione del UPP del CNR è riportata

nell’allegato n. 2.

In considerazione dell’articolazione territoriale dell’Ente e dell’autonomia gestionale attribuita ai

Direttori di Istituto dai regolamenti CNR e dalla Circolare n. 12/1998 Posiz. 125.8 - Prot. N. 039441 del

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Documento di Valutazione dei rischi

1 giugno 1998, nella quale essi sono stati individuati come datori di lavoro ai fini della tutela della

salute dei lavoratori sul luogo di lavoro (ai sensi dell'art. 2, comma b, del D.Lgs. 242 del 19 marzo

1996), ogni Istituto ha nominato (ai sensi dell’art4 DLgs 626/94) un Responsabile dell'ufficio di

prevenzione e protezione dell’Istituto (rupp) o, ove presenti, un rupp per ogni Unità Organica

territorialmente distinta. Sia i Responsabili che i coadiuvatori scelti tra il personale UPP-CNR o altro

personale dell’Ente operano in stretto coordinamento tecnico con il UPP nazionale.

Inoltre, negli Organi CNR possono essere individuati i “Referenti interni per la sicurezza” detti anche

“Incaricati interni per la sicurezza” o “ Addetti interni alla sicurezza”. Queste figure vengono designate

dal Direttore dell’Istituto, operano nel campo della sicurezza e dell’igiene del lavoro in stretta

collaborazione funzionale con il Direttore e sono coordinati dal Responsabile della prevenzione e

protezione dell'Unità Operativa

.

Al Ufficio di Prevenzione e Protezione del CNR è affidata la gestione diretta della sorveglianza

sanitaria dei dipendenti CNR o assimilati ai sensi della normativa vigente.

Per l’organizzazione della stessa si utilizza, da oltre due decenni, con successivi aggiornamenti un

sistema di gestione basato sulla Scheda di destinazione lavorativa. Questa viene istituita per ogni

lavoratore (vedi Allegato 3). In essa sono sinteticamente riportate le informazioni relative

all’inquadramento, alla mansione, alle destinazioni lavorative presso eventuali precedenti datori di

lavoro, all’uso degli agenti chimici e/o cancerogeni/mutageni, all’utilizzazione o all’esposizione non

deliberata ad agenti biologici, all’utilizzo delle attrezzature munite di videoterminale, all’esposizione ad

agenti fisici, alla movimentazione manuale dei carichi, ai dispositivi di protezione individuale in

dotazione, al protocollo della sorveglianza sanitaria.

La scheda, che permette l’utilizzo di sistemi informatizzati di gestione dei dati, è compilata con la

collaborazione del Medico Competente e, se del caso, dell’Esperto Qualificato.

La “Scheda di destinazione lavorativa” e i suoi allegati costituiscono parte integrante dei Documenti

sanitari personali e di rischio di ciascun lavoratore.

6.0.0 DESCRIZIONE DELL’UNITÀ OPERATIVA

L'Unità operativa è composta da n. 35 dipendenti CNR (dip. Indetermianto e determ.,

Assignisti, borsisti , prestatori d'opera ecc..)

6.1.0 Descrizione dell’Attività

–Studio dei Sistemi Complessi con particolare riferimento alle loro applicazioni interdisciplinari in:

Fisica, Chimica, Biologia e Teoria dell'Informazione

–Modelli teorici, applicazioni e analisi di sistemi reali. Sistemi critici, vetrosi, frattali e turbolenti. Reti

geniche e neurali. Auto-organizzazione critica. Controllo ed analisi di dinamiche non lineari

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Documento di Valutazione dei rischi

L’attività dell’U.O. è comunque descritta più dettagliatamente nei piani di ricerca approvati, a

preventivo, dal Consiglio Scientifico. Essa viene programmata annualmente mantenendo un costante

riferimento ai programmi triennali dell’Ente.

6.2.0 Ambienti di lavoro

L'Unità Operativa, è inserita nel contesto dell'Area di Ricerca C.N.R. di Firenze, ubicata

nell'edificio B, occupa parte del primo piano dove sono situate stanze adibite ad uffici, e parte del

piano terra dove si trovano n°6 laboratori. Altre quattro stanze sono a disposizione nell'edificio C a

piano terra.

L’individuazione degli ambienti, la posizione delle attrezzature e degli arredi, le vie d’uscita sono

riportate sulle planimetrie allegate Allegato n. 4 (pag.. 30, 31 e 33).

6.3.0 ORGANIZZAZIONE DELL’UNITÀ OPERATIVA

6.3.1 Organigramma dell’Istituto.

Ente: Consiglio Nazionale delle Ricerche - Via Aldo Moro, 7 - ROMA,

Rappresentante legale dell’Ente : Prof. Fabio Pistella (Presidente)

Datore di lavoro: Prof. Luciano Pietronero ( Direttore dell’Istituto che

nei limiti della delega derivante dall'ordinamento del CNR, riveste le attribuzioni di "Datore di Lavoro"

secondo il D. L.vo 626/94 e le indicazioni introdotte dal D. L.vo 242/96)

Responsabile dell'Ufficio di Prevenzione e Protezione (RUPP) dell’Istituto (cfr. comunicazione

agli organi di vigilanza allegato n. 5 ):

dr. Vincenzo Bartolini, via Moruzzi n. 1, 56124 Pisa, tel. 050 3153250 fax 050 3153326, e-mail:

[email protected]

Nominato dal Direttore dell’Istituto ai sensi dell’art. 4 comma 4, lettera a) del D. L.vo 626/94 - 242/96 e

successive integrazioni e/o modificazioni,sentito il Direttore del UPP del CNR.

Medico competente: Dr. Ferruccio Innocenti, ASL 10 Distretto Alfa Columbus , via Livornese

50055 Lastra a Signa (FI) , tel.: 055 8787210 cell. 3381033810

6.3.2 Lavoratori con incarichi specifici:

Lavoratori incaricati della prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione delle emergenze

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Documento di Valutazione dei rischi

Previa consultazione del Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, sono stati designati i lavoratori

incaricati della prevenzione incendi, lotta antincendio, evacuazione dei lavoratori e gestione delle

emergenze.

Lavoratori incaricati della gestione del primo soccorso

Previa consultazione del Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, sono stati designati i lavoratori

incaricati del primo soccorso.

Il gruppo degli incaricati delle gestioni: incendi e primo soccorso fanno parte complessiva dell'Area

della Ricerca di Firenze (allegato n. 4 (pag. 43))

“ Referenti interni per la sicurezza” (detti anche “incaricati interni per la sicurezza” o “addetti interni

alla sicurezza

Il referente interno per la sicurezza è il Dr. Rocco RUGGERI

Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza

Il rappresentante per la sicurezza dei Lavoratori fa parte del gruppo dell'RSU

6.3.3 Orario di lavoro

L’orario di lavoro è regolamentato dal CCNL del comparto ricerca 2006; per il personale di ruolo è di

36 ore settimanali, articolato su 5 giornate lavorative con orario flessibile.

6.4.0 Organico dell'Unità Operativa: lavoratori subordinati ed equiparati

L’Organico dell’Unità Operativa aggiornato è riportato nell’Allegato 6 .

Le figure che operano all’interno dell’Istituto possono essere riassunte nelle seguenti categorie

professionali:

•ricercatore;

•tecnologo;

•collaboratore amministrativo;

•borsista;

•assegnista;

•prestatore d'opera;

•ospite.

Tutte le figure professionali citate, indipendentemente dal rapporto contrattuale di lavoro, sono state

considerate a tutti gli effetti “lavoratori” ai sensi dell’art. 2 del D.Lgs. 626/94.

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Documento di Valutazione dei rischi

Nel proseguo del documento di valutazione dei rischi, con il termine generico di “lavoratore” si intende

comprendere, se non diversamente specificato, tutte le categorie professionali sopra individuate.

7.0 ORGANI DI VIGILANZA

ASL 10 – Firenze – Servizio Medicina Preventiva e Sorveglianza Sanitaria Viale

Gramsci 16

50135 FIRENZE

Direzione Provinciale del Lavoro

Piazza Stazione, 10

50100 FIRENZE

VVFF – Comando Provinciale

Via la Farina, 28

8.0 SORVEGLIANZA SANITARIA

I lavoratori sono sottoposti alla visita preventiva d’idoneità alla mansione e alla sorveglianza sanitaria

secondo il protocollo stabilito dal Medico competente.

Per approfondimenti si rimanda al Protocollo della sorveglianza sanitaria e alle relazioni redatte dal

Medico competente, sui risultati anonimi collettivi degli accertamenti.

9.0 RADIOPROTEZIONE

Non esiste personale esposto ad radiazioni ionizzanti; non esistono apparecchiature emittenti

radiazioni ionizzanti.

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Documento di Valutazione dei rischi

10.0 Dispositivi di protezione individuale

La fornitura dei DPI risponde ai criteri generali descritti nella normativa ed in particolafre nel D.Lgs.

475/92, nel D.Lgs 626/94 e nel D.M. del 2/5/2001.

L’acquisto dei DPI avviene, su proposta dei preposti, dopo aver consultato il UPP ed il medico

competente nonché la documentazione relativa alle sostanze manipolate (scheda di rischio), alle

attrezzature e alle valutazioni ambientali.

La consegna dei DPI ai singoli lavoratori è registrata su apposita registro

La consegna, la registrazione e l’archiviazione dei dati inerenti le dotazioni distribuite sono effettuate

dal Dr. Rocco RUGGERI

In occasione della consegna e/o su richiesta dei preposti che hanno suggerito l’acquisto viene

consegnato materiale informativo ed effettuato l’addestramento sul corretto uso dei DPI come riportato

nel registro delle attività formative descritto nel relativo paragrafo. Le informazioni e le istruzioni d’uso

fornite dal fabbricante sono depositate presso il Referente della Sicurezza.

La conservazione dei DPI avviene lontano dai luoghi di lavoro, in appositi armadi a cura

dell’utilizzatore.

La manutenzione, ove prevista, è effettuata secondo quanto indicato dalla casa costruttrice a cura

della stessa. Gli interventi sono riportati sul registro di manutenzione.

In occasione della riunione periodica e dei sopralluoghi del medico competente negli ambienti di

lavoro viene effettuata la verifica della adeguatezza quantitativa e qualitativa dei DPI anche in

relazione a problemi soggettivi specifici. Le valutazioni sono riportate nei relativi verbali.

11.0 Gestione documentazione

L’elenco della documentazione di interesse per la sicurezza e l’igiene del lavoro sarà riportato in

apposito allegato. Nello stesso saranno indicati i consegnatari della documentazione e l’incaricato del

rinnovo della pratica quando previsto.

I verbali delle visite annuali degli ambienti di lavoro (art. 17 comma h del D. L.vo 626/94) da parte del

Medico competente, congiuntamente al Responsabile dell' Ufficio di Prevenzione e Protezione, fanno

parte integrante del presente documento

.

I verbali delle riunioni periodiche (art. 11 del D.L.vo 626/94) faranno parte integrante del presente

documento.

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Documento di Valutazione dei rischi

Gli interventi di manutenzione (sia normati che non) sono annotati in un unico registro della

manutenzione e dei controlli secondo lo schema indicato in allegato.

12.0 CONTRATTI DI APPALTO E CONTRATTI D’OPERA

Con riferimento all’art. 7 del DLgs 626/94 le Ditte Esterne che operano presso l'U.O. sono informate

sui rischi specifici esistenti nell’ambiente in cui sono destinati ad operare e sulle misure di prevenzione

e di emergenza da adottare. A tal fine viene consegnato loro una sintesi del documento di valutazione

dei rischi ed il Piano di emergenza.

In particolare, vengono coordinati, mediante il personale dell’U.O., gli interventi che potrebbero creare

rischi connessi all’interferenza tra i lavori delle diverse imprese e le attività svolte in Istituto

13.0 Informazione e formazione dei lavoratori.

L’informazione e la formazione dei lavoratori, e dei loro rappresentanti, sono elementi centrali del

«sistema di prevenzione».

In base all’art. 21 del D.Lgs. 626/94 il datore di lavoro deve provvedere affinché ciascun lavoratore

riceva un’adeguata informazione su:

−rischi per la sicurezza e la salute connessi all’attività dell’impresa in generale;

−le misure e le attività di protezione e di prevenzione adottate;

−i rischi specifici a cui è esposto in relazione all’attività svolta, le normative di sicurezza e le

disposizioni aziendali in materia;

−i pericoli connessi all’uso delle sostanze e dei preparati pericolosi sulla base delle schede dei dati di

sicurezza previste dalla normativa vigente e dalle norme di buona tecnica;

−le procedure che riguardano il pronto soccorso, la lotta antincendio, l’evacuazione dei lavoratori;

−il responsabile del servizio di prevenzione e protezione e il medico competente;

−i nominativi dei lavoratori incaricati di applicare le misure di prevenzione incendi e pronto soccorso.

I programmi di formazione sui temi della salute e della sicurezza del lavoro sono articolati in modo da

prevedere:

−l’addestramento dei neo assunti alla mansione specifica;

−la formazione per funzione degli addetti;

−la formazione continua dei lavoratori.

I lavoratori incaricati della gestione delle emergenze sono inviati ad interventi formativi mirati

−gli incaricati per la Prevenzione incendi e lotta antincendio hanno seguito un corso per luoghi di

lavoro a medio rischio d’incendio;

−gli incaricati per il pronto soccorso hanno seguito l’apposito corso di 12 ore.

Ai lavoratori sono distribuiti, al momento dell’assunzione e/o del cambio di attività, materiali informativi

specifici; la consegna è registrata;

Il personale in formazione e quello ospite è assistito nella formazione da un tutor.

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Documento di Valutazione dei rischi

I lavoratori sono informati sulle attribuzioni previste dalle norme per le figure coinvolte nella gestione

della sicurezza, sulla dislocazione delle vie di fuga e dei presidi antincendio;

I lavoratori addetti alle attività di ricerca sono informati sui rischi specifici, sulle norme di buon

comportamento cui attenersi in laboratorio e sulla gestione dei rifiuti, sono affiancati al momento

dell’inserimento da personale esperto;

E’ in corso la formazione dei lavoratori sui rischi generali.

Sono previsti corsi di richiamo per gli incaricati per la prevenzione e lotta agli incendi e per quelli al

pronto soccorso.

Sono state predisposte alcune norme di lavoro sicuro, per i settori di attività dell’Istituto più a rischio.

Il Direttore si impegna a far completare, da parte dei Dirigenti e dei Preposti responsabili dei singoli

laboratori e/o attività di ricerca, la compilazione di tali norme per tutte le attività lavorative, sia per le

attività tipiche dei fini istituzionali, sia per le attività di supporto.

Per quanto riguarda le sostanze chimiche, le schede di sicurezza in 16 punti, conformi al D.M. (Sanità)

del 28/01/1992, pubblicato sul S.O. n° 50 alla G.U. del 29/02/1992 “classificazione e disciplina

dell’imballaggio e della etichettatura dei preparati pericolosi in attuazione delle direttive emanate dal

Consiglio e dalla Commissione delle Comunità Europee” e successive modifiche e integrazioni, sono

archiviate a cura della Direzione e sono a disposizione dell’Addetto alla sicurezza, nonché dei

Dirigenti e Preposti responsabili di attività, secondo le rispettive attribuzioni. Ogni laboratorio possiede

una copia delle schede relativamente alle sostanze utilizzate.

Presso la Direzione dell’U.O. sarà conservato un registro delle attività informative e formative

aggiornato a cura del Dr. Rocco Ruggeri, contenente la seguente documentazione:

- attività informative prescritte per legge ai lavoratori (all’atto dell’assunzione, periodica, sui nuovi rischi

o nuove tecnologie o nuove attività intraprese o nuove macchine o impianti attivati);

- sessioni formative attuate e programma di quelle future(comprese quelle rivolte a personale esterno

quale dipendenti da terzi operanti presso l’Istituto, lavoratori autonomi e studenti).

Presso la stessa sede è conservata la copia delle istruzioni fornite ai lavoratori circa:

- norme interne di informazione sulla sicurezza per le varie linee lavorative con l’indicazione dei

comportamenti da tenere nelle varie situazioni;

- l’uso dei dispositivi di protezione individuale;

- per l’impiego di nuova strumentazione;

- per nuove metodologie di lavoro.

14.0 Sicurezza antincendio e gestione dell’emergenza.

14.1 Rischio di incendio

E' gestito dalla Direzione d'Area della Ricerca

14.2 Gestione dell’emergenza

E' gestito dalla Direzione d'Area della Ricerca

15.0 Misure adottate

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Documento di Valutazione dei rischi

Il sottoscritto prof. Luciano Pietronero, direttore dell’Istituto, avendo effettuato la valutazione dei rischi,

conferma le misure di carattere organizzativo a suo tempo adottate al fine di ridurre i rischi e

potenziare le protezioni individuali.

Dispone, inoltre, l’adozione delle seguenti misure generali:

Per la tutela della salute dei lavoratori dispone le seguenti misure igieniche:

- e' vietato assumere cibi e bevande in tutti i laboratori e nelle zone di lavoro;

- e' vietato fumare in tutti i laboratori e nelle zone di lavoro contrassegnate dai cartelli di divieto.

16.0 MISURE DA ADOTTARE

Secondo l’ordine di priorità di eventuali interventi, le misure descritte nelle schede opportune fanno

testo per quanto richiesto. L’asterisco a lato indica la necessità di interventi finanziari di supporto da

parte dell’Amministrazione Centrale per insufficienti risorse interne.

17.0 CONCLUSIONI

Le conclusioni e le conseguenti azioni operative che risultano dalla individuazione dei pericoli e dalla

valutazione dei rischi connessi a tali pericoli, contenute nel presente documento, risultano conformi

alle coppie di “conclusioni – azioni” previste nella Tab. 3 “Azioni conseguenti alle conclusioni possibili

riguardo ai rischi” allegata agli “Orientamenti comunitari sulla valutazione dei rischi sul lavoro”

pubblicati dall’Unione Europea nonché alle indicazioni ed ai principi delle linee guida citate

nell’introduzione. Esse sono state definite sulla base:

-delle modalità operative dell’attività’;

-delle analisi dei rischi effettuate;

-dei mezzi di protezione adottati;

-delle misure di prevenzione e sicurezza poste in atto;

-dei lavori di adeguamento previsti;

-della considerazione che il personale addetto alle attività è comunque altamente qualificato e

professionalmente preparato.

Si ritiene che il rischio insito nell’attività di questa U.O., è controllabile e ridotto al minimo attualmente

tecnicamente ottenibile.

Nell’ambito del riesame periodico della valutazione di cui al presente documento, ulteriori

considerazioni, ai fini della tutela del benessere psico-fisico sul lavoro, potranno essere effettuate in

occasione delle riunioni periodiche di prevenzione e protezione dai rischi (art. 11 del D.L.vo 626/96).

Il presente documento, o parte di esso, sarà comunque rielaborato quando previsto dalla normativa

vigente ed in particolare nelle seguenti occasioni:

a) ogni volta che si presenti una sostanziale modifica dell’attività;

b) ogni volta si introducano nuove attività, apparecchiature, modalità di lavoro, sostanze,

c) in caso di variazione della sede di lavoro;

Si dispone che:

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Documento di Valutazione dei rischi

-copia del presente documento sia fornito al Responsabile dell'Ufficio di Prevenzione e Protezione, al

Medico Competente, al Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e all’esperto qualificato

(quando presente).

-copia del presente documento sia depositato presso la segreteria.

I contenuti del documento sono stati e costituiranno oggetto di informazione per tutto il personale.

Sono parte integrante del documento di valutazione dei rischi di cui all’art. 4 del D. Lgs. 626/94 e

successive modifiche, n. 7 allegati, il cui elenco è riportato alla pag. 23.

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Documento di Valutazione dei rischi

Contratti di appalto e contratti d’opera in atto

Contratti di appalto e contratti d’opera in atto, per i quali risultano scambiate le lettere per l’informazione reciproca, essendo state attivate le procedure previste nell’art. 7 del D.Lgs. 626/94 – 242/96:

•servizio di pulizia sono curati dall'Area

•servizio informatico sono curati dall'Area

•servizio di reperibilità sono curati dall'Area

•servizio di vigilanza sono curati dall'Area

•manutenzione aree verdi sono curati dall'Area

•manutenzione impianti telefonici sono curati dall'Area

•manutenzione impianti rilevazione fumi e gas sono curati dall'Area

•manutenzione impianti di sollevamento sono curati dall'Area

•nutenzione impianti antincendio sono curati dall'Area

•manutenzione impianti di condizionamento sono curati dall'Area

•manutenzione impianti termici ed idraulici sono curati dall'Area

•manutenzione impianti elettrici sono curati dall'Area

•revisione semestrale estintori sono curati dall'Area

•lavori straordinari sull’impiantistica elettrica sono curati dall'Area

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Documento di Valutazione dei rischi

INDIVIDUAZIONE DELLE POTENZIALI FONTI

DI PERICOLO: ANALISI E VALUTAZIONE DEI RISCHI

Valutazioni di ordine generale

Le misure di prevenzione e protezione per il miglioramento dei livelli di sicurezza sul lavoro, relative ai

fattori di rischio individuati con la valutazione, possono essere:

−di tipo strutturale, sugli ambienti, sulle macchine, sulle attrezzature e sugli impianti;

−di carattere gestionale, riguardare le procedure e l’organizzazione del lavoro, gli interventi di

approfondimento e la programmazione della manutenzione;

−informative e formative, rispetto al miglioramento dei livelli di conoscenza e di addestramento dei

lavoratori;

−la necessità di ampliamento dell’uso dei dispositivi di protezione individuale e il miglioramento della

segnaletica di sicurezza.

Schede di valutazione dei rischi

1.Aree di transito, strutture e ambienti di lavoro

2.Rischi di natura elettrica

3.Rischi dovuti all’utilizzo delle apparecchiature e delle macchine

4.Procedurale per l’affidamento di lavori a ditte esterne

1.Rischi da carenze strutturali degli ambienti di lavoro

2.Rischi dovuti alle mansioni generiche di laboratorio

3.Rischi dovuti all’utilizzo delle apparecchiature e delle macchine

4.Rischi dovuti all’utilizzo dei gas criogenici

5.Rischi di tipo fisico: esposizione a radiazioni non ionizzanti

6.Rischi di tipo fisico: esposizione a radiazioni ionizzanti

7.Rischi di tipo fisico: esposizione a vibrazioni

8.Rischi di tipo fisico: esposizione a rumore

9.Rischi di tipo fisico: qualità dell’aria e microclima degli ambienti di lavoro

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Documento di Valutazione dei rischi

10.Rischi di tipo chimico: utilizzo dei solventi e dei prodotti chimici

11.Rischio biologico

12.Rischio cancerogeno

13.Rischi dovuti alla gestione dei rifiuti(vedi sopra)

14.Rischi dovuti alle attività svolte utilizzando animali da laboratorio

15.Rischi di natura elettrica

16.Rischi connessi alla movimentazione manuale dei carichi e alla postura di lavoro

17.Rischi connessi ai lavori d’ufficio: uso delle attrezzature munite di videoterminae

18.Rischi connessi ai lavori d’ufficio: utilizzo degli arredi e degli strumenti per l’ufficio

19.Rischi connessi allo stress psicofisico

20.Rischi per le lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento

21.Rischio d’incendio (vedi sopra)

22.Rischi connessi alla gestione delle emergenze (vedi sopra)

23.Rischi connessi allo stato di manutenzione delle cose

24.Rischi connessi all’informazione e formazione dei lavoratori (vedi sopra)

25.Rischi connessi ai lavori in appalto: affidamento di lavori all’interno dell’unità operativa

(scrivere la base del modulo affidamento lavori)

26.Rischi connessi all'utilizzo per lavoro dei mezzi di trasporto

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Documento di Valutazione dei rischi

Funzioni del UPP del CNR definite dal DPCNR n. 14600 del 15

gennaio 1998:

•provvede agli adempimenti di cui all'art.9, comma 1, del citato Decreto n.626;

•indice, almeno annualmente, una riunione di prevenzione e protezione dai rischi, ci sensi dell'art.

11del Decreto n. 626;

•cura la sorveglianza sanitaria ai sensi dell'art.16 dello stesso decreto, anche su richiesta del

Dipartimento. del Personale;

•esprime pareri e proposte al Dipartimento Affari Patrimoniali per gli interventi inerenti ai lavori

edilizi ed impiantistici necessari per l'adeguamento alle norme di legge in materia, indicando le

priorità;

•provvede, se del caso, alla nomina di funzionari delegati ed ai connessi adempimenti ai sensi

degli artt. 53-54 del "Regolamento di contabilità";

•provvede all'accertamento, alla riscossione ed alla vigilanza in ordine alle entrate in

competenza;

•provvede all'impegno, alla liquidazione e alla ordinazione delle spese di competenza;

•cura i rapporti con le Organizzazioni Sindacali nelle materie di competenza ai sensi e per le

finalità di cui all'art. 10 del Decreto Legislativo 3 Febbraio 1993 n.9.

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Documento di Valutazione dei rischi

ELENCO ALLEGATI:

ALLEGATO N. 1 Lettera di incarico per tenuta Registro InfortuniALLEGATO N. 2 Organigramma del SERVIZIO XIV PREVENZIONE E PROTEZIONEALLEGATO N. 3 Scheda di destinazione LavorativaALLEGATO N. 4 Piano di Emergenza per AREA DI RICERCA C.N.R. di FirenzeALLEGATO N. 5 Lettera di incarico responsabile UPPALLEGATO N. 6 Organico dell’ U.O. Operativa (dipendenti, prestatori d’opera, ospiti, ecc.)ALLEGATO N. 7 Comunicazione su dispositivi individuali attualmente in uso

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