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Le città invisibilitra sogno e realtà

raffaele gigante

paolo cospito

colleen corradi brannigan

13 - 20giugno2 0 0 9

DEDALOcentro per le arti contemporanee

via Fornaca 28 - Castiglione a Casauria ( Pe )

Le città invisibilitra sogno e realtà

raffaele gigante

paolo cospito

colleen corradi brannigan

13 - 20giugno2 0 0 9

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Le città invisibilitra sogno e realtà

Le Città Invisibili tra sogno e realtà

Attorcigliate, nascoste, abbacinanti di sogno.Solo Marco Polo poteva percorrere la strada dell’impos-sibile e trovare una dopo l’altra le 55 Città Invisibili. Se le fondamenta son fatte di parole, a che serve un architetto? Basta uno scrittore.Ma quando le parole finiscono, le città precipitano nel vuoto del silenzio. E allora, come salvare i canali e i balconi dei palazzi sorvolate da aquiloni?Continuate il viaggio. Fate un passo ancora ed ecco, guardate, le città sono visibili.Il taglio delle incisioni ne segna i gradini, l’inchiostro cola dai ponti, i tetti sbilenchi diventano eterei nei colori trasparenti d’acquerello e le sculture segnano il centro delle loro piazze. Ma sono veramente loro? O è solo un viaggio turistico dell’immaginario, che deci-de le forme da dare ai musei e ai bazar e a quello che questi significano? Non solo. Queste città vogliono essere concrete, e allo-ra si mischiano con le città vere, con New York, Roma e Barcellona e diventano metropoli in trasformazione, una sull’altra, da fissare in una fotografia prima che cambino di nuovo. Ma non esiste una città senza le sue luci, senza le sue lettere intermittenti che vi seguono passo dopo passo.Così ora potete entrare, essere parte anche voi in que-ste città. I bagliori ne danno la terza dimensione, - ma solo se lo volete- e la vostra reazione di stupore vi la-scerà senza parole.Ma degli altri abitanti, voi ne conoscerete uno soltan-to: Marco Polo, abitante invisibile. Di lui vedrete solo l’Oriente, il rosso magico e sacro immortalato nelle ce-ramiche di tecnica giapponese, per celebrare un viag-gio che lo ha portato al di la’ di ciò che lui credeva i suoi confini.

Monica Miuccio Davì

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Le città invisibilitra sogno e realtà

• Colleen Corradi Brannigan

Ha lavorato alle Città Invisibili per circa 10 anni portando avanti nello stesso tempo numerose altre attività e opere.Le visioni astratte e surreali delle Città si alternano a quelle più descritti-ve, così che alla concettualità si alterna la concretezza. Per rendere que-sto possibile, l’artista ha sperimentato non solo ceramica e colore, ma le tecniche figurative più svariate.Non è questa la prima volta che le “Città Invisibili” vengono mostrate al pubblico. Ma è questa la prima volta che appaiono tutte e 55 nella loro in-cisiva identità, ed in più ampliate nella visione e realizzazione dalle opere degli altri due artisti.Colleen Brannigan ha inoltre fondato e dirige il Centro Dedalo dove si alternano molteplici attività che sa condurre tutte con la stessa professio-nalità grazie all’esperienza maturata in anni di studi e di lavori artistici in Europa, America, Asia.

• Raffaele Gigante

Concettuale e materico insieme, Raffaele Gigante predilige i materiali non convenzionali: usa la gomma per ricoprire le superfici e predilige l’illuminotecnica. Due elementi senza i quali non si può creare, o immagi-nare, una città oggi.Le sue opere si riempiono di luce che ne diventa l’anima. Ma l’artista non dimentica mai lo spettatore a cui lui dà un ruolo fondamentale. E’ l’intera-gente: colui che decide e mette in moto la vita dell’opera.Solo la ceramica si potrebbe definire un materiale “tradizionale” se non fosse che la tecnica Raku la trasforma in qualcosa di nuovo che bisogna solo scoprire.

• Paolo Cospito

Fotografo che ama il particolare, l’attimo irripetibile. Quindi alle Città In-visibili di Calvino, città di pura essenza, egli aggiunge, guardandole con l’occhio del suo obiettivo, il vivere concreto, il colore dei graffiti sui muri, la quotidianita’ per niente poetica di una targa che sbandiera la noia della burocrazia. Tutto ciò da spazio ad un elemento completamente nuovo: minuscolo tra le opere architettoniche, a un passo dal baratro, si appog-gia al muro nella sua fragilità eppure esiste: è l’uomo. Cospito ha una passione innata per il fotogiornalismo, una passione che gli fa notare senza essere notato, e che gli fa cogliere i personaggi di mille altre città.

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Le Città invisibili di Colleen Corradi Brannigan

Prima di presentare l’opera dell’artista, mi sembra doveroso introdurre brevemente la fonte che l’ha ispirata. Partirei dalle parole di Calvino: “Questo libro nasce un pezzet-to per volta, a intervalli anche lunghi, come poesie che mettevo sulla carta, seguendo le più varie ispirazioni“. L’autore, durante una conferenza tenuta alla Columbia University di New York nel marzo del 1983, ci fornisce la genesi de “Le città invisibili“, romanzo che oscilla fra il racconto filosofico e quello fanta-stico-allegorico. Inizialmente si trattava di ri-cordi di viaggi, in gran parte memorie di città visitate, annotazioni poetiche di segni rice-vuti in un dato momento e in un certo luogo, a seconda degli stati d’animo dello scrittore. Da qui evocazioni di città tristi e contente, città dal cielo stellato e piene di spazzatura, di genti diverse, di spazi e impressioni, fis-sate come un diario. Si immagini un grande viaggiatore, Marco Polo , che presenti a Ku-blai Kan, imperatore dei Tartari, una serie di relazioni sui suoi viaggi in Estremo Oriente. Prende così corpo la struttura dell’opera che comprende cinquantacinque descrizioni di città, tutte con nome di donna. Queste sono suddivise in undici percorsi tematici, ognuno dei quali contiene cinque descrizioni di città. Quest’opera fu scritta da Calvino durante la prima parte del soggiorno parigino (1964 - 1970), e pubblicata nel 1972. In quegli anni egli risentì delle turbolenze del clima cultu-rale francese, in particolare di quegli scrittori sperimentali che diedero poi vita allo “strut-turalismo”, corrente letteraria che tendeva a ridurre la complessità del mondo e dei suoi eventi fisici in figure ed emblemi, con la con-seguenza che la scrittura si sganciava da ogni rapporto con la realtà. Ne Le città in-

MaroziaAcquerello (20x47 cm) anno: 2005

SofroniaAcquerello (25x50 cm) anno: 2005

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EufemiaIncisione all’acquaforte e acquatinta (11,5x14,5 cm)anno: 2002

OliviaOlio e acrilico su tela (100x50 cm)anno: 2005

AnastasiaIncisione all’acquaforte e acquatinta (7x13,5 cm)anno: 2002

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CloeIncisione all’acquaforte e acquatinta (15,8x8,5 cm) anno: 2001

ClariceIncisione all’acquaforte e acquatinta (7,5x5,6 cm) anno: 2001

EudossiaIncisione all’acquaforte e acquatinta (30x37 cm)

anno: 2001

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ZirmaAcquerello (57x70 cm)

anno: 2009

visibili non c’è infatti traccia di realtà, tutto è mentale, perfino lo spazio ed il tempo sono rarefatti, astratti. Ma il lettore non viene mai abbandonato: i titoli dei percorsi tematici del libro (Le città e la memoria , Le città e il deside-rio , Le città e i segni , ecc.) e le sin-gole, brevi narrazioni lo guidano nella lettura e lo portano verso riflessioni ed interrogativi sulla valenza simbolica di ogni singolo scritto.Colleen Corradi Brannigan riesce a riproporre in modo mirabile l’idea di queste rappresentazioni cittadine. Si riconoscono sicuri spunti da Pi-ranesi (Venezia 04/10/1720 - Roma 09/11/1778) ed Escher (Leeuwarden, 1848 - Baain, 27/03/1972): del primo sovvengono immediatamente alla mente la serie de “Le carceri“ (1750-1761), dove l’occhio dello spettatore si meraviglia dell’intricato gioco di scale che l’artista ha messo in campo; del secondo, tutta quella casistica di città

CeciliaAcquerello (26x35 cm)anno: 2005

AdelmaLitografia tirata a mano da lastra in pietra (38x50 cm)anno: 2002

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MauriliaTecnica mista (30x30 cm)anno: 2000

LeoniaTecnica mista (30x30 cm)anno: 2000

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a percorsi intricati e impossibili (Re-latività , Ascendente e discendente), perché salire o scendere le scale porterà sempre allo stesso punto, l’acqua (Cascata) non ha un’origine e una fine, ma scorre sempre dall’al-to in basso e viceversa, percorren-do un unico tragitto. È un circolo continuo che non può esistere nella realtà. Il punto di fuga imposto non è unico perché entrambi gli artisti hanno voluto che fosse una studiata confusione a dettare gli estremi del-la visione. Allo stesso modo l’artista

IsidoraAcquerello (44x70 cm)anno: 2005

DespinaIncisione (10x15 cm)anno: 2003

ZairaIncisione all’acquaforte e acquatinta (15x20 cm)anno: 2000

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ValdradaAcquerello (28x28 cm)

anno: 2006

EusapiaIncisione all’acquaforte e acquatinta (12x19 cm)anno: 2002

MorianaIncisione all’acquaforte e acquatinta (15x20 cm)anno: 2003

attua un arduo ma riuscito soggetto: le sue città prendono vita su speroni di rocce che, come nel caso di “Bau-ci”, rimandano a raffigurazioni molto originali, perché i muri delle case e le rocce fanno un tutt’uno in verticale e non si capisce dove terminano gli uni e iniziano le altre, giungendo a una stra-ordinaria compenetrazione tra Natura e mondo umano; oppure, restano so-spese nel nulla come in “Ottavia“, dove un’esile sistema di ragnatele si arroga il diritto di sostenere interi caseggiati. Sotto, il nulla per centinaia e centinaia di metri, qua e là qualche fievole nuvo-la che suggerisce una visione aerea e immateriale, perché è la stessa idea di una città che in realtà non esiste. Ma la casistica delle città non si esauri-sce qui. Pirra, Despina, Adelma, Argia,

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ErsiliaMatite colorate su carta per incisioni (60x60 cm)anno: 2006

Olinda, Aglaura, Smeraldina, Anastasia, Andria, Eusapia, Eudossia, Ipazia, Zoe, Zobeide, Maurilia e tutte le altre partono da concezioni spaziali simili ma si sviluppano con successive iperboli, con una visione ascendente, sono mes-se in evidenza spaccati d’interni partendo da spaziose scalinate che girano intorno, collegandoli, i vari caseggiati, i palazzi, le case coloniche, a volte sono a esse perpendicolari. Il tema della spirale costituisce il leit-motive di molte incisioni, anche perché esso stesso simbolo del movimento, dal basso verso l’alto, come se si trattasse del raggiungimento di uno stato non più terreno (o solo terreno), ma che ha a che fare con le sfere sensibili più alte, e quindi con la divinità. In questo senso andrà vista “Olinda“, a cui fa subito eco “Ana-stasia“, che superba sfida le leggi della natura: le case sono costruite le une sulle altre, come castelli di sabbia dalla forma conica, megalitiche scalinate a spirale abbracciano lo spazio quasi a volerlo bloccare da un crollo imminente. Evidenti sono le somiglianze con la cupola imposta dal Borromini alla chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza a Roma, vero miracolo di ingegneria come pure pro-dotto rivoluzionario di una mente che non può che definirsi geniale.Ma l’inventiva dell’artista non si esaurisce qui.“Eusapia“ assomiglia a una fortezza medioevale, arroccata come “Bauci“ su

PirraIncisione all’acquaforte e acquatinta (2,5x15 cm) anno: 2003

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DiomiraMatite colorate su carta per incisioni (58x58 cm)anno: 2006

uno sperone di roccia e allo stesso modo continuazione del suolo sottostante. Essa è racchiusa in un piccolo spazio, ma meno opprimente che in altre città. “Andria“ costituisce una prova ben riuscita di paesaggio architettonico “molle”: le strutture sembrano realizzate in materiali plastici, lo spazio si allarga e si re-stringe, sembra quasi accartocciarsi o meglio si affloscia, si sgonfia, come se stesse collassando su sé stesso. Il senso che se ne ricava è di forte impatto, con una visione che tende anche alla sopraffazione dell’animo umano, per-

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AglauraIncisione all’acquaforte e acquatinta (10x15 cm)anno: 2003

ArgiaIncisione all’acquaforte e acquatinta (7,5x15 cm)anno: 2003

SmeraldinaIncisione all’acquaforte e acquatinta (33x45 mm)anno: 2002

TeodoraAcquerello (50x70 cm)anno: 2005

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ZobeideIncisione all’acquaforte e acquatinta (11x19 cm)anno: 2003

PentesileaAcquerello (29x76 cm)anno: 2005

OttaviaIncisione all’acquaforte e acquatinta (10x15 cm)anno: 2003

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ZoeAcquerello (28x70 cm)anno: 2007

OlindaIncisione (7,5x23,5 cm)anno: 2001

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FillideAcquerello (21x34 cm)anno: 2006

BereniceAcquerello (57x77 cm)

anno: 2005

AndriaIncisione (48x80 mm)anno: 2002

ché nessuno potrà negare quel senso di inquietudine a dover attraversare una città che da un momento all’altro potrebbe crollarci addosso. Simile per concezione è un’incisione della Corra-di Brannigan dal titolo la Torre Eiffel, proposta in varie edizioni. Anche in questo caso, quasi con una forte im-pronta cubista, i piani si sfaldano e si sovrappongono gli uni agli altri, si ri-piegano ma nello stesso tempo si ri-costruiscono mentalmente nella testa

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BersabeaAcquerello (25x25 cm)anno: 2006

dell’osservatore in una composizione unitaria. Anche “Argia“ potrebbe essere assunta a emblema di un discorso “cubista”, per gli ovvi rinvii all’avanguardia novecentesca. A prima vista sembra una massa d’argilla informe, sfaccetta-ta, a cui l’artigiano non ha dato una forma prestabilita; essa rivela allora sin dall’inizio profonde ripercussioni di un’esistenza anomala, le sue strade non sono percorse da persone, uno stato di immobilità e di quiete aleggia sul tutto.

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FedoraOlio e acrilico su tela (100x100 cm)anno: 2006

IreneIncisione all’acquaforte e acquatinta(12,5x17,5 cm) anno: 1999

DoroteaAcquerello con inserti in foglia argento (50x70 cm) anno: 2009

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TamaraTecnica mista (70x120 cm) anno: 2005

LaudomiaTecnica mista (40x80 cm) anno: 2000

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ProcopiaAcquerello (37x45 cm) anno: 2005

Anche le altre città si mostrano attraverso visioni irreali, di totale abbandono al passaggio inesorabile del tempo che prima o poi spazzerà via anche la mini-ma traccia di quelli che in passato erano stati borghi carichi di emozionalità.Ma di esse rimarrà il ricordo, attraverso le belle immagini stampate sui libri della biblioteca di “Ipazia“: “Entrai nella grande biblioteca, mi persi tra scaf-fali che crollavano sotto le rilegature in pergamena, seguii l’ordine alfabetico di alfabeti scomparsi, su e giù per corridoi, scalette e ponti. Nel più remoto gabinetto dei papiri, in una nuvola di fumo, mi apparvero gli occhi inebetiti

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Trude Pastelli colorati (52x40 cm) anno: 2006

Leandra (in fase di lavorazione)Disegno a matita (70x70 cm) anno: 2009

ZoraAcrilico su tela (100x100 cm) anno: 2006

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ZenobiaAcquerello (32x70 cm) anno: 2009

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MelaniaAcquerello (25x33 cm) anno: 2006

d’un adolescente sdraiato su una stuoia, che non staccava le labbra da una pipa di oppio“ (da Le Città invisibili di I. Calvino). È il movimento rotatorio degli scaffali che impone una visione “centrifuga” dell’ambiente, quasi distorta come se fosse stata osservata attraverso il fondo di una bottiglia. Di nuovo realtà e irrealtà si rincorrono tra loro in un binomio che risulta indivisibile nelle visioni dell’artista. Il critico del giornale Ok Arte Dr. Gianni Gallinaro

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BauciIncisione all’acquaforte e acquatinta (30,5x15 cm)anno: 2003

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IsauraIncisione all’acquaforte e acquatinta (13,5x30 cm)anno: 2001

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IpaziaCeramica Raku (16x40x16 cm)anno: 2009

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TeclaCeramica Raku (19x33x11 cm)anno: 2009

EutropiaTerracotta e ceramica Raku (79x11x54 cm)anno: 2009

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RaissaTerracotta (27x35x24 cm)anno: 2009

ArmillaCeramica Raku (21x33x24 cm)anno: 2009

ZemrudeGres (15x32x15 cm) anno: 2009

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PerinziaTerracotta (27x49x27 cm)anno: 2009

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www.raffaelegigante.it

RakuOlio, gomma, ceramica e parti luminose (118x218 cm) anno: 2009

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AmazzoniaGomma e olio su legno (149x149 cm)anno: 2002

I cinque sensiGomma su legno (80x180 cm) x 5 pannellianno: 2008

Tatto Vista Olfatto Gusto Udito

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Acqua

Aria

I quattro elementiGomma su legno (75x55 cm) x 4 pannellianno: 1998

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Terra

Fuoco

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RicchezzaGesso, gomma e pigmenti in oro (83x99 cm) anno: 2003

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PrigioneGomma e olio su tavola (117x117 cm) anno: 2002

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www.paolocospito.it

RomaStampa fotografica su pannello 10 mm (50x100 cm) anno: 2009

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BarcellonaStampa fotografica su pannello 10 mm (50x100 cm) anno: 2008

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New York Stampa fotografica su pannello 10 mm (50x100 cm) anno: 2008

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New York City - anno: 2008

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Londra - anno: 2009

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Barcellona - anno: 2007

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Si ringrazia Massimo Davì per le composizioni musicali appositamente create per questa mostra


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